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L'UTILIZZO DI INDICATORI A LIVELLO DI RETE
RELATIVI ALL'INCIDENTALITÀ STRADALE
Dario Bellini
Maria Carmela Iaconis
L'utilizzo dei dati relativi agli incidenti ha sempre
costituito una sfida difficile per gli enti gestori di reti
stradali in Italia. Da una parte si moltiplicavano i
tentativi di individuare modelli teorici per interpretare i
dati degli incidenti, dall'altra ci si scontrava con la
difficoltà di reperire dati qualitativamente utili per studi
mirati e, soprattutto per le reti secondarie, con
l'impossibilità di considerare dati attuali e capillari sui
flussi di traffico.
Anche la Provincia di Pisa, nella gestione della propria
rete stradale di competenza di circa mille chilometri di
strade, doveva fare i conti con le citate difficoltà.
Negli ultimi anni però si è affacciata la possibilità di
reperire una serie di dati che, combinati, hanno
consentito di definire una procedura utile a livello
pianificatorio per individuare tratti stradali su cui
approfondire le indagini allo scopo di migliorare le
condizioni di sicurezza stradale. L'occasione si è
presentata quando le province toscane, sotto il
coordinamento della Regione Toscana, hanno attivato
un progetto, finanziato nell'ambito del 1° Programma di
attuazione del “Piano Nazionale della Sicurezza
Stradale” PNSS, per la raccolta dei dati relativi agli
incidenti stradali.
Parallelamente a questa iniziativa la Provincia di Pisa
ha stabilito di partecipare ad alcuni progetti, anche con
cofinanziamenti della comunità europea, che
prevedevano anche l'acquisizione di sistemi di
rilevazione dei flussi di traffico. A ciò si aggiunga che
allo stesso tempo si è provveduto a dotarsi di software
specifici per la gestione dei dati dei flussi di traffico allo
scopo di tentare di ottimizzare l'utilizzo dei dati rilevati.
1. I dati sull'incidentalità
Nell’ambito del 1° Programma di attuazione del PNSS,
la Provincia di Pisa partecipa dal 2008, in accordo con
Regione Toscana, Province ed ANCI Toscana al
progetto SIRSS (Sistema Integrato Regionale per la
Sicurezza Stradale). Il progetto ha come finalità
principale la creazione di una struttura di monitoraggio
dell’incidentalità stradale a livello regionale per mezzo
della quale sia possibile programmare gli interventi sulla
rete stradale con modalità, caratteristiche e tempi
compatibili con gli strumenti di pianificazione degli enti
pubblici.
Il progetto prevede il decentramento della raccolta dati
ISTAT per quello che concerne la Statistica IST –
001425 CTT-INC “Incidenti Stradali” e consiste nella
raccolta da parte dei centri di monitoraggio provinciali
degli incidenti che si sono verificati nelle vie o piazze
aperte alla circolazione, verbalizzati da un’autorità di
polizia, dai quali siano derivate lesioni a persone (morti
e/o feriti), vengono esclusi quindi i sinistri che hanno
riportato solo danni a cose.
Le caratteristiche principali del progetto SIRSS, che lo
distinguono dagli usuali database di raccolta degli
incidenti stradali, consistono nella normalizzazione delle
informazioni sulla localizzazione degli incidenti in
coerenza con un grafo stradale e nella
georeferenzazione dei sinistri.
Nel corso degli anni la percentuale di
georeferenziazioni dei sinistri della Provincia di Pisa è
andata crescendo, si è passati dal 71% del 2008 al
86% del 2012; nel contempo è stato perfezionato il
grafo provinciale su supporto GIS a partire da quello
regionale ( complessivi 965,5 Km) e suddiviso in 629
tronchi omogenei, tratti stradali elementari che
presentano caratteristiche simili per tutta la loro
estensione e rispetto ai quali sono state determinate le
caratteristiche essenziali per poter condurre l’analisi di
incidentalità.
A seguito della ricognizione condotta su tutti i comuni
della Provincia della perimetrazione dei centri abitati
effettuata ai sensi dell’Art. 4 del Codice della Strada, è
stato possibile suddividere l’intera rete provinciale in
tratti urbani (194,75 Km), ed extraurbani (770,75 Km),
1
distinzione essenziale per poter definire indicatori di
incidentalità correttamente comparabili tra loro.
Dal 2008 al 2012 sono stati complessivamente rilevati
sull’intera rete viaria del territorio provinciale (strade
comunali, provinciali, regionali, statali ) da parte del
centro monitoraggio della Provincia di Pisa 9438
incidenti, per un totale di 194 morti e 12972 feriti, come
raffigurato nella tabella sottostante.
I dati sulla sinistrosità mostrano che la maggior parte
degli incidenti si verifica in ambito urbano, mentre la
gravosità degli incidenti si ha in ambito extraurbano, se
si considera il rapporto percentuale tra il numero di feriti
e morti rispetto agli incidenti nei due contesti.
Tab. 1 – Numero di incidenti sulle strade della Provincia
di Pisa
L’analisi che è stata condotta sull’incidentalità ha preso
in esame tutti gli incidenti georeferenziati dal 2008 al
2012 che riguardano tratti di strade in gestione alla
Provincia di Pisa attraverso l’attribuzione, grazie alla
strumentazione GIS, di ciascun incidente al tronco
omogeneo di appartenenza rispetto al luogo di
accadimento.
Fig. 1 – Porzione del grafo stradale della Provincia di
Pisa
La georeferenziazione degli incidenti, nonché la
costruzione di un grafo stradale per tronchi omogenei
su supporto GIS, hanno permesso di determinare il
tasso di incidentalità medio annuo per tronco
omogeneo sulla base delle indicazioni contenute nel
Rapporto Finale “Criteri per la classificazione della rete
delle strade esistenti”, redatto ed approvato dal CNR
con D.P. CNR n. 13465 del 11/09/1995, e pubblicato in
data 13/03/1998, come verrà meglio descritto nei
prossimi paragrafi.
2. I dati sul traffico
L’analisi dell’incidentalità secondo le indicazioni
contenute nel Rapporto Finale “Criteri per la
classificazione della rete delle strade esistenti”, redatto
ed approvato dal CNR con D.P. CNR n. 13465 del
11/09/1995, e pubblicato in data 13/03/1998, richiede le
seguenti informazioni:
Dati georeferenziati degli incidenti, comprensivi di
data, numero e tipo di veicoli coinvolti, conseguenze
dell’incidente sulle persone coinvolte, tutti dati forniti dal
SIRSS;
Suddivisione in tronchi omogenei della rete in
esame e caratterizzazione di ciascun tronco;
TGM del tronco in esame per l’anno di riferimento.
In merito a quest’ultimo aspetto la Provincia di Pisa dal
2011 ha investito significative risorse, acquistando la
strumentazione necessaria (rilevatori di traffico fissi e
2
ANNO DATI
STRADE
URBANE
STRADE
EXTRAUR. TOT.
2008
Incidenti 1548 527 2075
Feriti 2017 775 2792
Morti 22 26 48
2009
Incidenti 1434 527 1961
Feriti 1858 833 2691
Morti 20 20 40
2010
Incidenti 1299 530 1829
Feriti 1740 823 2563
Morti 14 20 34
2011
Incidenti 1279 529 1808
Feriti 1662 848 2510
Morti 19 13 32
2012
Incidenti 1324 441 1765
Feriti 1707 709 2416
Morti 21 19 40
mobili ) ed attivando contratti di consulenza con
specialisti nel settore, per aggiornare le informazioni dei
flussi di traffico sulla rete, risalenti al 2009.
Disponendo di un proprio programma di
macrosimulazione, il lavoro svolto si è sviluppato nelle
seguenti fasi:
Campagna di indagini sugli archi più rappresentativi
della rete provinciale (30 postazioni distribuite su tutto il
territorio provinciale indagini svolte 2012-2013);
Acquisizione di ulteriori dati sui flussi di traffico su
archi significativi per la rete provinciale in gestione ad
altri soggetti;
Aggiornamento della matrice O/D;
Individuazione dell’ora di punta sulla rete provinciale
e determinazione dei parametri caratteristici delle
funzioni di costo e del rapporto fra il volume dell’ora di
punta ed il traffico giornaliero medio annuo (TGM )
V/TGM per la realtà analizzata;
Definizione del grafo stradale, costituito, oltre che
dalla rete in gestione della Provincia, anche dalle
maggiori arterie presenti sul territorio che di norma
vengono utilizzate per gli spostamenti di interesse
provinciale anche se non in gestione dell’Ente, come la
FI-PI-LI, le Autostrade A11 e A12, la Statale Aurelia
(SS1), la Tosco-Romagnola (SS67 e SS67bis) ed i tratti
delle principali strade comunali. La suddivisione del
grafo nei singoli archi tiene conto anche della partizione
in tronchi omogenei oltreché delle consuete tecniche di
rappresentazione della rete come da letteratura;
Calibrazione della matrice O/D alla rete.
Lo studio sopra descritto ha portato alla conoscenza
dettagliata dei dati di traffico sulla rete aggiornati al
2013.
Il processo di calibrazione ha prodotto una matrice di
spostamenti di ca. 92.783 movimenti/ora, con una
qualità di elaborazione data dal rapporto tra flusso
simulato rispetto a quello rilevato R2= 0,96.
Con i dati di traffico rilevati è stato possibile calibrare le
funzioni di costo BPR per le strade di categoria
funzionale C, ed adottare i parametri così determinati
per definire gli attributi degli archi nel software.
La funzione di costo BPR utilizzata ha una formulazione
del tipo:
Per tutte le postazioni di misura è stato prodotto un
diagramma come riportato in figura 2, con due serie di
dati: in blu quelle derivanti dai dati misurati con i radar,
in rosso i dati calcolati mediante la formula BPR.
Fig. 2 – Confronto tra dati rilevati e calcolati
Si precisa che nella determinazione del tasso di
incidentalità il Rapporto CNR prevede che venga
considerato il TGM sul tronco i-esimo all’anno i-esimo di
riferimento dei dati di incidentalità. In realtà nel
prosieguo è stato sempre utilizzato lo stesso TGM per
l’arco i-esimo mantenendolo uguale per tutti gli anni dal
2008 -2012. La scelta effettuata trova una sua logica
giustificazione dal momento che è stato possibile
appurare, avendo a disposizione una vecchia
assegnazione aggiornata al 2009, che nel corso degli
anni non sono state registrate variazioni significative di
flussi di traffico.
3. La procedura di valutazione a livello di rete
L’analisi dell’incidentalità rientra nella caratterizzazione
degli itinerari sotto il profilo della sicurezza stradale, che
permette di evidenziare, in rapporto ad una soglia di
confronto statisticamente significativa, il livello di
incidentalità che interessa l’intero itinerario.
L’analisi è stata condotta separatamente per i tronchi
omogenei in zona urbana ed extraurbana; inoltre sono
state trattate separatamente le intersezioni principali.
Oltre al calcolo del tasso di incidentalità secondo le
modalità descritte nel rapporto CNR citato, l’analisi è
stata approfondita con il calcolo della densità degli
incidenti.
AI fini della qualificazione dell’itinerario sotto il profilo
dell’incidentalità, la procedura indicata nel Rapporto
CNR richiede le seguenti informazioni:
3
Dati georeferenziati degli incidenti,
comprensivi di data, numero e tipo di veicoli coinvolti,
conseguenze dell’incidente sulle persone coinvolte.
Tutti questi dati sono stati forniti dal SIRSS in un
apposito database, lo stesso poi utilizzato per la
procedura sull’analisi del rischio delle barriere di
sicurezza;
Suddivisione in tronchi omogenei dell’itinerario
in esame ed estensione di ciascun tronco;
TGM del tronco in esame per l’anno di
riferimento.
Il Tasso di Incidentalità di ogni tronco omogeneo è
calcolato come numero di incidenti in rapporto ad un
milione di veicoli per chilometro, ed è dato da:
dove:
Ni numero di incidenti con danni alle persone
verificatisi nell’anno t-esimo di osservazione sul tronco
i-esimo
li estensione in km del tronco i-esimo
TGMi,t traffico giornaliero medio sul tronco i-esimo
all’anno t-esimo
È altresì possibile valutare il Tasso di Incidentalità
medio sull’intero itinerario come:
Ancora il Rapporto CNR fornisce le indicazioni
sull’individuazione di una soglia di riferimento
statisticamente significativa per la classificazione dei
tronchi omogenei in tronchi a debole, media e forte
incidentalità, sulla base dei risultati ottenuto dai calcoli
del tasso di incidentalità.
I valori di controllo inferiore e superiore per il tronco i-
esimo sono:
dove:
K costante di probabilità della distribuzione di
Poisson, pari a 1.645 per una probabilità di errore del
10%
Mi momento di traffico relativo al tronco i-esimo
nell’intero periodo di osservazione, dato da:
I tronchi omogenei vengono classificati come segue:
Tronco a debole incidentalità
Tronco a media incidentalità
Tronco a forte incidentalità
Il calcolo è stato eseguito per tutti i tronchi omogenei in
cui è suddivisa la rete stradale della Provincia di Pisa,
mentre l’analisi è poi stata differenziata fra ambito
urbano ed extraurbano, escludendovi tutti quegli
incidenti occorsi nella zona di interferenza delle
intersezioni considerate separatamente.
L’analisi delle intersezioni è stata condotta per le sole
intersezioni principali e considerando tutti gli incidenti
ricadenti in un raggio di 100m dal punto di intersezione.
Per il calcolo del tasso di incidentalità medio per le
intersezioni valgono ancora le notazioni definite nei
tratti correnti con la sola avvertenza di rapportare il
numero d’incidenti al numero complessivo dei veicoli
che hanno attraversato l’intersezione in tutto il periodo
d’osservazione:
dove:
Nj numero di incidenti con danni alle persone
verificatisi nell’anno t-esimo di osservazione sul ramo j-
esimo dell’intersezione i-esima
(TGMi,j)t traffico giornaliero medio dell’anno t-esimo sul
ramo j-esimo dell’intersezione i-esima
I risultati ottenuti hanno permesso di costruire alcuni
diagrammi a bolle, che permettono una visione
immediata e d’insieme dei tronchi omogenei a rischio
più elevato. Relativamente ai soli tronchi omogenei, tali
diagrammi portano, per ciascun tronco omogeneo, in
ascissa i valori della densità di incidenti, misurata in
numero di incidenti per km all’anno ed in ordinata i
valori della velocità Vp, mentre l’area delle bolle
rappresenta il tasso di incidentalità Ti del tronco
omogeneo.
Relativamente alle intersezioni, tali diagrammi portano,
per ciascuna intersezione analizzata, in ascissa il
numero di incidenti complessivo avvenuti nell’area con
raggio 100m intorno all’intersezione stessa, e in
ordinata la velocità media dei tronchi stradali afferenti
all’intersezione stessa.
4
La scelta di ricorrere a questo tipo di rappresentazione
è stata dettata dalla volontà di andare a valutare la
pericolosità intrinseca nell’infrastruttura cui il tronco
omogeneo appartiene, prescindendo dal dato di TGM
che lo interessa e che rappresenta la componente
relativa all’utenza dell’infrastruttura.
Sempre relativamente ai tronchi omogenei, costruiti
separatamente i diagrammi a bolle per ambito urbano
ed extraurbano, si individuano 4 quadranti. I limiti fra i 4
quadranti sono rappresentati dalla Vp di 70km/h
(velocità oltre la quale il D.M. 2367/2004 conferma
l’obbligo dell’installazione delle barriere di sicurezza) e
dalla densità media valutata su base provinciale,
separatamente inoltre per ambito urbano ed
extraurbano. Quest’ultimo dato risulta essere:
Densità media provinciale in ambito urbano:
Densità media provinciale in ambito extraurbano:
Densità media provinciale totale:
I quadranti che ne risultano individuati sono quindi i
seguenti:
Quadrante a rischio basso, danni potenziali modesti e
poco frequenti: ,
Quadrante a rischio medio, danni potenziali elevati
ma poco frequenti: ,
Quadrante a rischio moderato, danni potenziali
modesti ma frequenti: ,
Quadrante a rischio elevato, danni potenziali gravi e
frequenti: ,
Si è ritenuto necessario anche individuare tre diversi
intervalli per l’area delle bolle, in modo da facilitare la
lettura del grafico, assegnando ad ognuno di essi un
diverso colore. Tale suddivisione si basa sul calcolo del
tasso di incidentalità medio su base provinciale, che
risulta:
Tasso di incidentalità medio in ambito urbano:
incid/km/anno per milione di veicoli
Tasso di incidentalità medio in ambito extraurbano:
incid/km/anno per milione di
veicoli
Tasso di incidentalità medio provinciale:
incid/km/anno per milione di veicoli
Sulla base di questi valori, si individuano le tre classi
corrispondenti ai tre diversi colori:
Tasso di incidentalità basso: colore VERDE,
Tasso di incidentalità medio: colore GIALLO,
Tasso di incidentalità alto: colore ROSSO,
con J ambito di analisi.
Relativamente invece alle intersezioni, si individuano
ancora 4 quadranti, ma i limiti sono rappresentati dalla
velocità di 70km/h e dal numero medio di incidenti per
intersezione calcolato su base provinciale. In
particolare, quest’ultimo risulta essere pari a:
Numero medio di incidenti alle intersezioni su base
provinciale:
Anche in questo caso si è ritenuto necessario
individuare tre diversi intervalli per l’area delle bolle, in
modo da facilitare la lettura del grafico, assegnando ad
ognuno di essi un diverso colore. Tale suddivisione si
basa sul calcolo del tasso di incidentalità medio su base
provinciale, che risulta:
Tasso di incidentalità medio per le intersezioni:
incid/km/anno per milione di veicoli
Sulla base di questi valori, si individuano le tre classi
corrispondenti ai tre diversi colori:
Tasso di incidentalità basso: colore VERDE,
Tasso di incidentalità medio: colore GIALLO,
Tasso di incidentalità alto: colore ROSSO,
I diagrammi così risultanti sono riportati di seguito.
5
Fig. 3 – Il diagramma dell'incidentalità per tronco
omogeneo in zona extraurbana
Fig. 4 – Il diagramma dell'incidentalità per tronco
omogeneo in zona urbana
Fig. 5 – Il diagramma dell'incidentalità per le
intersezioni
Tutte le analisi sono state condotte sui dati
georeferenziati riferiti al periodo 2009÷2012. In
particolare, per ciascuno di essi risulta:
DENSITA’ DI INCIDENTI
Ambito 2009 2010 2011 2012 media
Urbano 0.858 0.880 0.646 0.715 0.775
Extraurbano 0.370 0.568 0.433 0.343 0.429
Provinciale 0.559 0.689 0.516 0.487 0.563
TASSO DI INCIDENTALITA’
Ambito 2009 2010 2011 2012 media
Urbano 0.515 0.520 0.291 0.407 0.433
Extraurbano 0.242 0.298 0.211 0.227 0.244
Provinciale 0.348 0.384 0.242 0.297 0.318
Tab. 2 – I dati relativi alla densità di incidenti e al tasso
di incidentalità
In ultima analisi, al fine di poter eseguire un’analisi di
efficienza degli interventi messi in atto nel corso degli
anni (analisi di tipo before/after), sono stati definiti
l’indice di anomalia IA e l’indice di rischio IR.
In particolare, l’indice IA può essere calcolato come
segue:
con:
di densità degli incidenti sul tronco i-esimo nel
quadriennio di riferimento
Dm,J densità media pesata degli incidenti valutata
su base provinciale e riferita all’ambito J-esimo
nel quadriennio di riferimento, calcolata come
segue:
ni,t numero di incidenti sul tronco omogeneo i-
esimo nell’anno t-esimo del periodo di
riferimento
Li estensione in km del tronco omogeneo i-esimo
Y numero di anni nel periodo di riferimento,
assunto pari a 4
Vm,J velocità di progetto media pesata valutata su
base provinciale e riferita all’ambito J-esimo,
calcolata come segue:
6
vi velocità di progetto del tronco omogeneo i-
esimo
Ti tasso di incidentalità del tronco i-esimo nel
quadriennio di riferimento
Tale indice, da calcolare per un intervallo di riferimento
di 4 anni, risulta rappresentativo della dispersione delle
caratteristiche di incidentalità e di velocità di progetto
dei singoli tronchi omogenei rispetto ad una condizione
di omogeneità, ossia quando le caratteristiche del
tronco i-esimo ricadono entro un intorno di +/-50% sia
della Dm,J e di +/-20% della Vm,J,. Tale indice assume
valori solamente positivi: a valori minori corrisponde
una dispersione minore. Si ritiene inoltre importante
sottolineare che questo appena descritto non è un
indice assoluto, essendo rappresentativo di un periodo
temporale ben definito entro cui tutti i parametri assunti
subiscono variazioni. In particolare si sono ottenuti i
seguenti risultati:
L’indice IR invece può essere calcolato come segue:
con:
di densità degli incidenti sul tronco i-esimo nel
quadriennio di riferimento
Dm densità media degli incidenti valutata su base
provinciale nel quadriennio di riferimento
Ti tasso di incidentalità del tronco i-esimo nel
quadriennio di riferimento
Vi velocità di progetto del tronco i-esimo
Li estensione in km del tronco i-esimo
Vmax velocità massima ammessa su strada
extraurbana, assunta pari a 90 km/h
DITA densità degli incidenti valutata su scala
nazionale nel quadriennio di riferimento
TITA tasso di incidentalità valutato su scala
nazionale nel quadriennio di riferimento
I valori di DITA ed TITA sono stati calcolati a partire dalle
statistiche di incidentalità rese disponibili
dall’Automobile Club Italiano relativamente all’intera
rete nazionale di strade provinciali. In questo caso, non
disponendo delle suddivisioni in tronchi omogenei né
quella fra ambito urbano ed extraurbano, l’analisi è
stata condotta su base provinciale. In particolare, per il
calcolo del parametro TITA secondo le formule espresse
in precedenza si è assunto un TGMITA medio di
riferimento pari alla media dei TGM registrati sui tronchi
omogenei della rete della Provincia di Pisa, ritenuta
rappresentativa della provincia media italiana in
relazione alle condizioni di circolazione. Assunto
pertanto un TGMITA medio pari a 5400 veic/giorno, si
sono ottenuti i seguenti dati:
Densità di incidenti media nazionale:
Tasso medio di incidentalità nazionale:
incid/km/anno per milione di veicoli
Tale indice assume valori positivi: a valori minori
corrispondono livelli di rischio inferiori.
Gli indici appena descritti sono stati valutati per il
quadriennio 2009÷2012 per la rete stradale della
Provincia di Pisa, ottenendo i seguenti risultati:
L’utilità di disporre di tali indici sarà maggiormente
evidente nel corso degli anni, quando saranno
disponibili gli stessi indici valutati per quadrienni
successivi: in questo modo sarà possibile esprimere
alcuni giudizi sull’efficacia delle azioni intraprese per la
sicurezza stradale.
L'analisi dei diversi diagrammi a bolle consente di
individuare le situazioni contrassegnate da anomalia più
marcata rispetto a quelle medie per l'intera rete.
Per queste situazioni è necessario in seguito attivare un
approccio progettuale che consenta di approfondire
l'esame di singoli fattori quali la geometria del tratto, la
presenza di ricettori sensibili, la composizione dei flussi
di traffico, le condizioni ambientali prevalenti, ecc..
Il vantaggio è duplice: non solo quello di andare ad
analizzare prioritariamente le situazioni con numeri
assoluti più elevati in riferimento alle persone coinvolte
ma, fra queste, quelle che presentano le maggiori
chances di essere migliorate perchè affette da anomalie
di qualche genere.
In particolare appare utile prendere in considerazione
prioritariamente le situazioni afferenti a “bolle” rosse nel
quadrante nord-est del diagramma in quanto
7
rappresentative di tratti stradali caratterizzati da elevato
numero di densità di incidenti, elevati tassi di
incidentalità ed elevata velocità di percorrenza del tratto
stesso. Per queste situazioni potrebbe rivelarsi efficace
applicare ad esempio tecniche di road safety review.
Per tutte le bolle rosse occorre comunque verificare i
dati a disposizione in modo da escludere errori di
determinazione, raccolta ed archiviazione degli stessi.
Per tutte le bolle gialle e rosse poste nel quadrante più
a rischio può essere utile predisporre un monitoraggio
visivo più accurato nell'ambito delle operazioni di
sorveglianza stradale allo scopo di individuare eventuali
accorgimenti “tampone”: rinforzo della segnaletica
verticale di pericolo, attività di controllo da parte degli
organi di polizia stradale, campagne di
sensibilizzazione, ecc..
Conclusioni
Lo scopo dello sforzo della Provincia di Pisa è stato fin
da subito quello di individuare un metodo che
consentisse di gerarchizzare le varie situazioni in
relazione alle condizioni di sicurezza stradale per poter
poi approfondire gli studi necessari ad individuare le
corrette soluzioni.
L'intento era di ricondurre al livello pianificatorio la
scelta degli obiettivi verso cui indirizzare
prioritariamente le risorse tecniche ed economiche in
funzione di successivi approfondimenti a livello
progettuale per le situazioni che, una volta migliorate o
addirittura risolte, consentissero di abbattere i “picchi” di
gravità dal punto di vista della sicurezza stradale.
A livello di pianificazione pertanto gli obiettivi individuati
afferivano a due esigenze diverse: la prima riguardava
la necessità di individuare quelle anomalie di
condizione di incidentalità che potevano presagire una
anomalia sanabile o migliorabile da un punto di vista
infrastrutturale, ambientale o comportamentale; la
seconda invece riguardava la ricerca di un indice
sintetico che consentisse di caratterizzare il livello di
rischio dell'intera rete o di parte di essa.
Ad entrambi gli obiettivi è associabile un indicatore
numerico che esprime il grado di anomalia nel primo
caso ed il livello di rischio nel secondo.
Il primo indicatore dovrebbe rendere conto dello sforzo
effettuato costantemente nella gestione della rete al fine
di evitare disarmonia nelle condizioni della stessa rete
stradale gestita. Tale disarmonia infatti costituisce un
vulnus nelle aspetattive degli utenti, omogenee per il
gruppo di strade dello stesso rango, e pertanto
possibile determinazione di “insidia”.
Questo concetto si basa sulla convinzione che
maggiore trasparenza e chiarezza sussiste sulle
condizioni di percorribilità di una certa strada per
l'utente medio, tanto maggiore risulterà il livello di
sicurezza della strada. Di conseguenza soltanto
comportamenti deliberatamente imprudenti sono
passibili di generare situazioni di pericolo per sé e per
gli altri.
Questo spiega perchè reti stradali con condizioni di
fruibilità oggettivamente meno qualitative ma omogenee
risultano meno pericolose di reti stradali con pesanti
variazioni delle condizioni a parità di rango percepito
dagli utenti dei singoli tratti stradali stessi.
Questo indicatore dovrebbe servire a testare la
gestione della propria rete stradale da un punto di vista
della coerenza interna, cioè nella cura dei singoli tratti
stradali rispetto alla rete stessa. Naturalmente sarebbe
utile definire con accuratezza il rango della strada
tenendo conto del punto di vista dell'utente e se
necessario discretizzare eventualmente la rete in due o
al massimo tre livelli gerarchici.
Il secondo indicatore, relativo al rischio, dovrebbe
invece rendere conto della coerenza esterna della
gestione perchè dovrebbe consentire sia la valutazione
della serie storica dei risultati conseguiti sia il confronto
con il benchmarking (che può essere individuato a
livello nazionale o regionale).
Entrambi gli indicatori dovrebbero concorrere alla
definizione dei budget necessari a sostenere gli indirizzi
politici di gestione e, di conseguenza, ad ottimizzare
l'allocazione delle risorse resesi disponibili.
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