Basilicata
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BASILICATA: UNA TERRA CHE SCOMPARE
La presente analisi vuole delineare la situazione odierna del bilancio demografico delle “genti lucane” così
come si è evoluta negli ultimi 11 anni, dal censimento del 2001 fino praticamente ad oggi. Nei dati
riportati1 di seguito (Tabelle 1, 2 e 3 e Figura 1) si mette in evidenza in particolare il trend negativo
complessivo della popolazione lucana dal 2000 ad oggi. Per facilitare la lettura e la comprensione dei dati
sono stati utilizzati differenti colori, anche per evidenziare meglio la differente condizione dei vari comuni.
Il dato principale che emerge impietoso è che, per ben 87 comuni su 131, il trend di diminuzione della
popolazione residente è superiore al 5%, con ben 59 comuni che registrano un trend di spopolamento
superiore al 10%.
In provincia di Potenza la situazione è particolarmente preoccupante: nell’arco di 11 anni quasi 17.000
residenti in meno. Nella provincia di Matera, invece, il saldo negativo tra il 2001 è il 2012 è di oltre 4.000
persone. Sono perciò complessivamente oltre 21.000 i residenti in meno al 2012 in Basilicata, rispetto al
2001 (Tabella 4). In particolare, il dato è allarmante per i piccoli centri sotto i 2.500 abitanti e soprattutto
localizzati nelle aree dell’entroterra lucano più disagiate e con più carenza di servizi, per i quali si
registrano andamenti in diminuzione della popolazione residente superiori al 15% e in alcuni casi anche
ben oltre il 20%. Quest’ultimo dato caratterizza quasi sempre i centri lucani più piccoli (sotto i 1.500
abitanti) e posizionati geograficamente in regione lontano dai capoluoghi di provincia, dai centri industriali
maggiori e dalle vie di comunicazione principali (strade principali della regione, autostrade, ferrovie, etc.).
Si ritiene che la situazione dei centri minori più disagiati, per cui si registra un tasso di spopolamento
maggiore, possa essere un indicatore preoccupante e da tenere in debita considerazione per il fenomeno
di spopolamento che, seppur in maniera minore, contagia quasi tutto il territorio regionale. In altre parole,
è fondato il timore che ci sia una relazione stretta tra il minor numero di abitanti di un’area
particolarmente disagiata e il suo tasso di spopolamento e che, tanto minore è il primo, tanto maggiore
sia il secondo. Nei prossimi anni, se la tendenza dovesse rimanere la stessa, la preoccupazione per
un’accelerazione del processo di spopolamento della regione, che colpirebbe anche quelle poche aree
che oggi sembra siano meno soggette al fenomeno e in un certo senso più “protette”, potrebbe
trasformarsi in un’amara constatazione della realtà.
Poi, non poche sono già oggi le eccezioni costituite dai comuni con popolazione oltre i 2.500 abitanti e
caratterizzati comunque da trend di spopolamento vertiginosi, tra i quali evidenziamo Acerenza, Marsico
Nuovo, San Fele, Rotondella e Stigliano.
1 Dati disponibili su http://www.comuni-italiani.it/ e provenienti da fonte ISTAT
Tabella 1. Trend della popolazione dei Comuni in provincia di Potenza (prima parte).
Tabella 2. Trend della popolazione dei Comuni in provincia di Potenza (seconda parte).
Tabella 3. Trend della popolazione dei Comuni in provincia di Matera.
Meno indicativi2 ma non meno sintomatici sono poi il Tasso di Crescita totale al 2012 e i corrispondenti
Indice di Vecchiaia ed Età Media dei residenti nei vari comuni lucani. In generale, per i comuni per cui si
registra un forte tasso di spopolamento (superiore al 10% ma anche per alcuni di quelli per cui il tasso di
spopolamento è superiore già al 5%), il tasso di crescita totale al 2012 è spesso pesantemente negativo,
con valori in doppia cifra compresi tra le dieci e le venti unità in meno ogni mille abitanti e in qualche
caso anche oltre le venti unità in meno ogni mille abitanti.
2 Poiché riferiti al solo anno 2012
Figura 1. Distribuzione regionale del trend della popolazione lucana dal 2001 ad oggi.
Tabella 4. Bilancio demografico riassuntivo della Basilicata dal 2001 ad oggi.
Seppure riferito al solo 2012 e seppur negli ultimi 11 anni il tasso di crescita totale della gran parte dei
comuni lucani ha avuto in vari casi anche variazioni locali importanti, sia in positivo che in negativo, la
tendenza generale nel periodo 2001-2012 è fortemente negativa. In stretta relazione a questo valore è
poi quello dell’Indice di Vecchiaia e, conseguentemente, quello del valore dell’Età Media al 2012, per lo
specifico comune. Popolazioni per cui il tasso di crescita è pesantemente negativo sono caratterizzate
quasi sempre anche da un elevato Indice di Vecchiaia e da un alto valore dell’Età Media della popolazione
residente.
Sintomatologia questa certamente legata numericamente al basso tasso di natalità regionale (Tabella 4)
e al più alto tasso di mortalità, con saldo negativo medio regionale (Tasso di Crescita Naturale) di quasi
tre unità ogni mille abitanti ma anche e soprattutto alla mancanza di lavoro e opportunità concrete e di
lungo periodo per le giovani generazioni, che preferiscono lasciare la propria terra (fenomeno ripreso
fortemente ormai da oltre venti anni, vedi Tabella 5) per luoghi e territori nazionali o esteri più
promettenti e meno “inquinati” da fattori discriminanti di tipo ambientale, territoriale, culturale e
talvolta/spesso (“barrare la voce che non interessa”) politico e ideologico.
Dal confronto dei dati sull’età media di alcuni comuni emerge una “incredibile” differenza in termini
numerici che necessariamente si deve ricollegare sia alle oggettive differenti caratteristiche specifiche dei
vari territori ma responsabilmente anche alle politiche locali e regionali attuate negli ultimi anni sul
complesso del territorio lucano.
In provincia di Potenza, il comune con l’età media più bassa registrata al 2012 risulta essere Pignola con
una media di 38,8 anni. Mentre il comune con l’età media più alta risulta Carbone con ben 54,4 anni. In
provincia di Matera, il comune con l’età media più bassa risulta essere Scanzano Jonico con una media di
39,6 anni. Mentre il comune con l’età media più alta risulta il piccolo centro di Cirigliano con 52,0 anni.
Oltre la metà dei comuni in provincia di Potenza registrano poi un’età media oltre i 45 anni mentre sono
solo 13 (poco più di un terzo) quelli in provincia di Matera.
In un territorio così piccolo come quello della regione Basilicata e morfologicamente omogeneo (con le
eccezioni delle aree costiere e di alcune aree interne) non è “accettabile” una differenza di oltre 15 anni
nel valore dell’età media in provincia di Potenza e di oltre 12 anni in provincia di Matera. Sembra
improbabile che le popolazioni di Carbone, Cirigliano e di qualche altro piccolo centro siano caratterizzate
geneticamente da una maggiore longevità!
Tabella 5. Popolazione Basilicata dal 1861 al 2012.
Le condizioni migliori dal punto di vista demografico sono quelle dei comuni colorati in verde (in particolar
modo) e giallo, per i quali si denota un trend della popolazione negli ultimi 11 anni positivo (per i primi) o
leggermente negativo (inferiore al 5%, per i secondi). Si evidenzia che il numero complessivo di tali
comuni, pari a 44, costituisce esattamente un terzo del totale dei 131 comuni lucani per una popolazione
complessiva di circa 400.000 residenti e che i 16 comuni con un trend positivo sono solo un ottavo del
totale, per un popolazione complessiva di poco oltre i 175.000 residenti.
Generalmente per questi comuni si hanno tassi di crescita totale al 2012 positivi o leggermenti negativi,
con qualche preoccupante eccezione (come i comuni di Brindisi Montagna, Ginestra, Francavilla in Sinni,
Lauria, Oppido Lucano, Sant’Angelo le Fratte, Craco e Milgionico). Allo stesso modo, per questi comuni si
registrano indici di vecchiaia molto più bassi (sempre inferiori al 200 % e in molti casi sotto il 150 %) e
valori dell’età media quasi sempre abbondantemente sotto i 45 anni (in linea con le medie provinciali e la
media regionale).
Dall’analisi della cartina in Figura 1 emerge che i comuni più “fortunati” sono quelli a ridosso delle fasce
costiere (costa jonica in particolare), dell’area del potentino (zona industriale di Tito, Potenza e Isca
Pantanelle), dell’area del basso materano (Val Basento) e del nord melfese (aree industriali di San Nicola
di Melfi e Valle di Vitalba). Molto meno incisive, almeno per le economie locali, sembrano essere l’area
industriale di Viggiano (Centro Oli Eni SpA) e il l’area del senisese.
Se da un lato le principali aree industriali e agricole della regione e i capoluoghi di provincia (con la loro
maggiore concentrazione di uffici, enti pubblici e del terziario in generale) hanno assorbito con la loro
domanda parte dell’offerta locale e non locale della regione, contribuendo allo spopolamento soprattutto
dei piccoli centri più distanti, dall’altro non hanno costituito per l’intera regione un volano per lo sviluppo
e per l’occupazione.
Già nella differenziazione storica tra Sud e Nord del Paese, in cui si evidenzia un meridione
sostanzialmente molto indietro rispetto al settentrione, sembra delinearsi ulteriormente in regione la
condizione di una Basilicata a due velocità: aree costiere e aree a ridosso delle zone industriali
caratterizzate da una condizione di maggiore competitività, di maggiore sviluppo, maggiormente popolate
e con maggiori e più efficienti servizi e, aree dell’entroterra caratterizzate da maggiori disagi, meno servizi,
sempre meno popolate e per le quali il divario con il resto della regione e con il resto dell’Europa è sempre
più evidente.
Come si può comprendere analizzando le ultime due colonne della Tabella 4, il tasso migratorio totale e il
tasso di crescita totale al 2012, seppure il primo per la provincia di Matera è timidamente positivo, il
secondo per l’intera regione è negativo, a testimonianza di quanto finora evidenziato.
Un trend di spopolamento di oltre 21.000 persone in poco più di dieci anni e di oltre 34.000 in poco più di
venti, l’aggravamento delle condizioni nazionali e locali in termini di disoccupazione, l’aumento della
tassazione, la diminuzione della ricchezza complessiva del Paese, il persistere della crisi economica e
finanziaria ormai da più di cinque anni (anche se le radici sono ben più lontane: il Prodotto Interno Lordo
dell’Italia non cresce oltre il punto e mezzo percentuale dal 2001), impone alla classe politica dirigente,
presente e futura, una seria riflessione sulla gestione del nostro territorio, delle sue risorse, delle sue
potenzialità, per il bene di quello che rimane delle sue “genti”.
Nel bene e nel male ciò che a questo mondo ha sempre avuto rilevanza sono i numeri: in particolare, in
questi contesti di discussione, a grandi numeri corrispondono grandi (e molte) opportunità. A piccoli
numeri corrispondono al massimo piccole (e poche) opportunità o peggio, non ne corrispondono affatto.
Si lasciano a tal proposito le seguenti riflessioni sulla situazione lucana dal punto di vista dei principali temi
e “dis-servizi” (non si ritiene in alcun modo esaustivo l’elenco di seguito riportato; sono ben accetti
ulteriori suggerimenti e indicazioni!)
A) Tema scuola: quanto è probabile nel prossimo futuro un accorpamento massiccio delle scuole
primarie e secondarie di primo grado di alcuni centri minori tra loro limitrofi, con la conseguente
soppressione di diversi istituti? E’ davvero conveniente adeguare, ristrutturare e riqualificare istituti
esistenti o, meglio ancora, costruirne di nuovi, se ci può essere il rischio di doverne a breve chiudere
alcuni?
B) Tema strade: quale potrebbe essere la motivazione da opporre all’ANAS, alla Provincia, ad Autostrade
per l’Italia SpA, affinché rendano percorribili in sicurezza tratti stradali percorsi abitualmente da pochi
e sempre meno automobilisti? E’ davvero conveniente per questi soggetti pubblici e privati potenziare
la rete stradale e autostradale lucana, se sempre meno residenti (e non) la useranno?
C) Tema ferrovie: perché Trenitalia SpA dovrebbe migliorare l’offerta di viaggio e la percorribilità delle
tratte di competenza regionali se il numero di utenti potenziali diminuisce costantemente anno per
anno? E’ addirittura antieconomico finanziare poi la costruzione di nuove strade ferrate di
comunicazione e collegamento intra-regionali? A chi potrebbe realmente convenire?
D) Tema telecomunicazioni wired e wireless: quali potrebbero essere gli interessi di Telecom SpA
(Telefonica?) e degli altri gruppi privati di telefonia fissa e mobile nel potenziare le reti di
telecomunicazione esistenti, nell’aumentare la copertura della banda larga e in generale potenziare
l’offerta di servizi di connessione, riducendo il “Digital Divide”, se in gran parte del territorio lucano
potrebbe diminuire sempre di più la domanda?
E) Tema acqua: ne abbiamo tanta! Tanta che la diamo a chiunque ne abbia bisogno! Ma se un giorno
dovessimo essere così in pochi ad averne bisogno e quindi a difenderla, qualcuno (a Potenza o a Roma)
non potrebbe decidere che è meglio se la gestiscono altrove e noi ce la compriamo?
F) Tema sanità e strutture ospedaliere: varie volte in passato sono già stati fatti tentativi di sopprimere
o accorpare piccole strutture sanitarie regionali (magari anche di eccellenza!) o addirittura interi
complessi ospedalieri, in nome di una riorganizzazione delle strutture sanitarie e del contenimento
della spesa pubblica (meglio nota oggi come “Spending Review”). Quanto tempo passerà prima che
questo accada davvero?
G) Tema cultura e sport: Strutture sportive e ricreative, auditorium, piscine, etc. Come potrebbe essere
possibile per i comuni poterle utilizzare e gestire, mantenere e manutenere, se i costi sono sempre
maggiori e il numero di utenti sempre minore? Stessa cosa del Tema C), dicasi per la costruzione di
nuove strutture che probabilmente una volta collaudate (se al collaudo ci si arriva!) nessuno poi
potrebbe utilizzare e, come purtroppo spesso accade, servirebbero solo a fini clientelari di questo o
di quel sindaco, per questa o quella impresa e per questo o quel gruppo di tecnici.
H) Tema giustizia e tribunali: Melfi soppresso e Sala consilina (Campania) accorpato a Lagonegro. No
Comment!
I) Tema aeroporti: Ma dai!! (Però magari possiamo investire nell’aeroporto di Pontecagnano (SA), così
una parte della regione sarebbe comunque apposto mentre l’altra…, vedi M) Tema Basilicata.
J) Tema rifiuti: La raccolta differenziata “porta a porta”, la costruzione di isole e aree ecologiche, gli
incentivi alla differenziazione, il consorzio di più comuni per un fine di maggiore efficienza nella
raccolta e smaltimento dei rifiuti, costituiscono sicuramente la strada giusta per affrontare e risolvere
questo grande problema dei nostri tempi: ma se in un comune rimanessero solo pochi abitanti, è
utopistica la soppressione del servizio comunale e la conseguente delega a qualche altro comune
vicino o addirittura direttamente al cittadino, di provvedere per il conferimento dei suoi rifiuti
differenziati nel più vicino centro di raccolta, forse a 20 km di distanza da casa sua? Nella migliore
delle ipotesi, quanto potrebbero crescere i costi per il servizio? (Beh, forse sì, è utopia!)
K) Tema turismo e grandi attrattori: Quanti siamo? Cinquecentosettantaseimilacentonovantacinque
residenti al 2012 e tutti che almeno una volta alla settimana usano la parola turismo! Quest’anno la
Basilicata è stata tra le regioni di Italia che in proporzione hanno speso la cifra maggiore per il settore
del turismo e dell’ospitalità, ottenendo i risultati peggiori! Che dire: il minimo rendimento con il
massimo sforzo! Ma non è che stiamo sbagliando qualcosa? Come mai noi, con le meraviglie e
potenzialità del nostro territorio, i nostri Parchi Nazionali e Regionali, il nostro paesaggio
incontaminato (?), la nostra riconosciuta ospitalità, non riusciamo ad interessare e ad intercettare i
grandi flussi turistici nazionali ed internazionali? Come mai non riusciamo a salire sul pullman (sarebbe
stato più corretta la parola “treno”, per rimanere fedeli al modo di dire consueto ma come si può ben
comprendere c’è timore e paura ad usare questa parola!) del turismo nazionale e internazionale?
Speriamo di non dover arrivare a mostrare la “coscia”!
L) Tema politiche energetiche, risparmio energetico e fonti rinnovabili: Anche la Basilicata è stata
“fortunatamente” contagiata (anche se con ritardo) dalla “febbre” del risparmio energetico e della
produzione di energia da fonti rinnovabili (comunque più sulla carta che nei fatti). Questo è un tema
molto complesso e molto difficile da affrontare. Qui si vuole sottolineare solo un aspetto: il disagio
che da qualche anno a questa parte gli operatori del settore si trovano a fronteggiare. Aree critiche,
mancanza di linee elettriche, lentezza e difficoltà (mancanza di opportunità?) da parte del distributore
nel potenziamento di quelle esistenti. Con una popolazione regionale in costante diminuzione, una
situazione del settore primario e secondario in grave affanno, potrebbero essere giudicati in realtà
poco convenienti, dal distributore e dai privati, gli investimenti nelle nuove tecnologie di produzione
di energia da fonti rinnovabili e negli interventi di risparmio, riqualificazione ed efficienza energetica?
M) Tema Basilicata: L’esistenza della provincia di Matera è sempre in bilico. Quanto tempo potrebbe
passare a partire da oggi (2013) fino al momento in cui della Basilicata non rimarrà addirittura
nemmeno il nome ma solo il ricordo (Figura 2)? Quando questo avverrà, molti dei temi trattati sopra
non avranno più una connotazione locale e regionale ma ci dovremo armare di pazienza, dovremo
percorrere le nostre strade dissestate, dovremo prendere i nostri pochi e vecchi treni e andare a
discutere tali questioni in parte con i tanti amici pugliesi e in parte con i tantissimi amici campani.
N) Varie
Figura 2. Senza parole.
Per completezza di informazione, nelle tabelle che seguono si riporta con maggiore dettaglio il bilancio
demografico della Basilicata.
Tabella 6. Bilancio Demografico Basilicata.
Tabella 7. Variazioni.
Tabella 8. Dettaglio Bilancio Demografico Basilicata.
Tabella 9. Popolazione della Basilicata per Età e andamento dell’indice di vecchiaia e dell’età media.
Orazio Notarfrancesco