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Basilea II e i Rating InterniLezione 1 – Introduzione a Basilea II

Ph.D. Federico De MarchiCredit Risk Management – Banca Carige

[email protected]

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Struttura Patrimoniale delle Banche

Impieghi

• Cassa

• Titoli

• Rapporti interbancari

• Impieghi a clientela

• Immobilizzazioni materiali

• Partecipazioni

Fonti

• Depositi

• Obbligazioni

• Rapporti interbancari

• Patrimonio

Risparmionazionale

Effettodomino

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Logica del Coefficiente di VigilanzaLa banca effettua impieghi.

Ogni impiego ha un proprio livello di rischio.

Tale rischio deve essere coperto da patrimonio.

Se si riduce valore impieghi la banca deve garantire rimborso depositi grazie a presenza patrimonio.

Evitare effetto dominoSalvaguardia risparmio nazionale

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• Emanazione della Banca dei Regolanti Internazionali BRI

• Elabora principi comuni per l’esercizio della funzione di controllo sulle banche

• Promuove la cooperazione fra le banche centrali

• Incoraggia la convergenza verso approcci e standard comuni

• Le sue conclusioni non hanno alcuna forza legale

Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.

Istituito nel 1974 da autorità di vigilanza dei G10.

Comitatodi Basilea

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Obiettivi del Comitato

stabilità del sistema bancario internazionale nella parità concorrenziale.

Rendere sempre più efficace la regolamentazione di vigilanza bancaria al fine di assicurare stabilità al sistema complessivo.

Estendere la regolamentazione di vigilanza a tutte le istituzioni bancarie nel maggior numero di Paesi.

Coefficiente patrimoniale di vigilanza.

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Basilea I

1. La misura minima di copertura patrimoniale è stabilita nell’8%.2. Misura massima espansione attivo ponderato è 12,5 volte il patrimonio.

3. Il Coefficiente di Rischio quantifica la rischiosità delle varie esposizioni creditizie:

• 0% per attività a rischio nullo (crediti verso banche centrali OCSE)

• 20% per attività a rischio minimo (crediti v/banche, titoli enti Usa)

• 50% per attività a medio rischio (mutui assistiti da garanzia)

• 100% per quelle a più alto rischio (crediti verso imprese private)

4. Con emendamento del 1996 è stata estesa l’applicazione dei requisiti di capitale al rischio di mercato

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I limiti dell’Accordo Basilea IL’accordo del 1988 pur avendo avuto un ruolo importante presentava ormai alcuni limiti importanti:

• scarsa differenziazione delle misure di rischio: non si può istituire una correlazione tra insolvenza della singola controparte e patrimonio di vigilanza richiesto;

• mancato riconoscimento della diversificazione (frazionamento) del portafoglio crediti come fattore correttivo del rischio;

• misure statiche, con tabelle dei coefficienti che non variano nel tempo;

• sono esclusi alcuni rischi bancari, come ad esempio quello organizzativo.

Necessità di una revisione dell’Accordo

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Basilea II• Per ovviare ai limiti di Basilea I, è stato avviato nel 2001 un

processo di confronto diretto (QIS) tra il Comitato e le banche.• Nel giugno del 2004 è stato emanato il documento definitivo

di Basilea II “International Convergence of Capital Measurement and Standards”.

• Il testo è stato recepito nella normativa italiana dalla Circolare 263 del 27/12/2006 di Banca d’Italia.

• il Nuovo Accordo sul Capitale è entrato ufficialmente in vigore al 31/12/2006, previo un periodo di test di impatto nell’anno 2006.

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La struttura: i 3 pilastriRequisiti patrimoniali

Pillar I

Il rapporto tra Patrimonio di Vigilanza e attività ponderate per il rischio resta limitato all’8%; la misurazione tiene conto dei rischi di mercato, di credito e operativi.

Supervisione delle Autorità di Vigilanza

Pillar II

Supervisione da parte degli Organi di Vigilanza nazionali, per assicurare che le banche adottino adeguati sistemi di misurazione e controllo dei rischi e valutino opportunamente l’adeguatezza del proprio patrimonio.

Disciplina di mercato

Pillar III

Elaborazione di una serie di obblighi di trasparenza che consentano agli operatori di valutare le informazioni cruciali sul profilo di rischio e sui livelli di patrimonializzazione della banca.

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Basilea II – Il primo pilastroLe finalità che hanno guidato la revisione delle modalità di stima del valore delle attività ponderate sono:

– Correlare il capitale assorbito al rischio individuale– Garantire la copertura dei principali rischi bancari– Stimolare le banche ad adottare le migliori pratiche organizzative

> 8%

NUOVOMODIFICATO

Patrimonio di vigilanza

rischio di credito rischio mercato rischio operativo++

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Il Rischio di Credito• Il Rischio di Credito quantifica le perdite che una banca dovrà fronteggiare

per il fatto stesso di emettere credito. La ponderazione del rischio comporta la misura della Perdita Attesa (PA) e della Perdita Inattesa.

• La Perdita Attesa è una stima di quanto la Banca si aspetta di perdere come conseguenza diretta di:– rischiosità specifica della controparte affidata;– rischiosità riscontrata storicamente per quella tipologia di credito;– entità del credito emesso.

Essa viene fronteggiata con accantonamenti preventivi.

• La Perdita Inattesa misura la copertura necessaria per far fronte alle possibili oscillazioni delle perdite effettivamente realizzate in rapporto a quelle previste. Essa deve essere coperta dal capitale.

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La Perdita Attesa• La Perdita Attesa viene calcolata per ogni linea di credito:

PA = PD * LGD * EAD

• PD: Probability of Default del cliente introduce una differenziazione in base al rischio d’insolvenza della controparte

• LGD: Loss Given Default misura la perdita effettiva che ci si attende in caso di Default della controparte e tiene conto della copertura del rischio per mezzo di garanzie (tassi di recupero)

• EAD: Exposure at Default è l’esposizione della controparte in essere al momento del default e dipende dal margine inutilizzato (accordato-utilizzato)

Esempio: PD=0,1% LGD=45% EAD=100.000 Euro PA = 45 Euro

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Approccio Standard e metodi IRB

Basilea II prevede per gli istituti di credito la possibilità di stimare la PA seguendo l’approccio Standard o i metodi Internal Rating

Based (IRB Foundation o Advanced).

PD LGD EAD

Standard Valutazione sulla base di giudizi esterni (ECAI)

IRB Foundation Stima interna Fissate dall’Accordo

IRB Advanced Stima Interna di tutti i parametri

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La Circolare 263 di Banca d’Italia – Il Sistema di Rating

• Per sistema di rating si intende l’insieme strutturato e documentato delle metodologie, dei processi organizzativi e di controllo, delle modalità di organizzazione delle basi dati che consente la raccolta e l’elaborazione [...] di valutazioni sintetiche della rischiosità di una controparte.

• Il rating rappresenta la valutazione, riferita a un dato orizzonte temporale, [...] – di natura sia quantitativa sia qualitativa – [...] espressa mediante una classificazione su scala ordinale, della capacità di un soggetto [...] di onorare le obbligazioni contrattuali.

• Ad ogni classe di rating è associata una probabilità di default.• Le classi di rating sono ordinate in funzione del rischio creditizio.• Nella scelta della soluzione organizzativa ritenuta più adeguata gli intermediari

devono tenere conto [...] dei segmenti di portafoglio interessati [...], cui generalmente corrispondono diverse metodologie di analisi.

• Le banche devono rispettare [...] i seguenti requisiti: i) documentazione del sistema di rating, ii) completezza delle informazioni, iii) replicabilità, iv) integrità del processo di attribuzione del rating, v) omogeneità, vi) univocità.

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Il Default secondo Basilea IIL’attribuzione dello stato di default risponde a seconda dei casi a criteri:

• soggettivi, quando la banca giudica improbabile, senza il ricorso a particolari azioni (es.escussione delle garanzie) che l’obbligato adempia in toto alle sue obbligazioni creditizie verso il gruppo bancario;

• oggettivi, quando sussistono indubitabili condizioni di insolvenza, come nel caso in cui l’obbligato sia in mora da oltre 90 giorni su una obbligazione creditizia rilevante verso il gruppo bancario.

Si ritengono quindi situazioni indicative di default: “past due”, crediti ristrutturati e/o in corso di ristrutturazione, incagli, sofferenze.

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Un Rating per ogni cliente• Segmenti distinti di clientela

vanno analizzati attraverso diversi set informativi

• I portafogli molto ridotti pongono diverse difficoltà nella stima di un modello statistico per il calcolo della PD (low default portofolios)

• I portafogli numerosi pongono problemi gestionali (difficile dare valutazioni esperte sul merito di credito di tutti i clienti)

Segmentazione Carige

Large Corporate

0%

Altri0%

PMI5%

Small Business

20%

Privati75%

Impieghi Carige

Large Corporate

11%

Altri9%

PMI46%

Small Business

14%

Privati20%

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Stima di un modello statisticoper la PD

• Fase 0 – Costruzione DB Sviluppo

• Fase 1 – Stima

• Fase 2 – Calibrazione

La stima di un modello statistico per il calcolo della PD si articola in 3 fasi:

Analisi delle caratteristiche di omogeneità e uniformità del portafoglio in esame su diversi assi d’analisi (regione, attività economica, ...)

Sviluppo di un modello statistico in grado di ordinare la clientela in base al rischio

Taratura del modello statistico sulla rischiosità media del portafoglio

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Il nostro Case Study• Portafoglio PMI – Aziende produttive con fatturato

superiore al milione di Euro, o accordato superiore a 250.000 Euro.

• Orizzonte temporale del Default – 12 mesi.

• Metodologia – Regressione logistica:

score = ß0 + ß

1ind

1+...+ß

nind

n

→ PD = 1/(1+exp(-score))

• Elementi per la valutazione – Flussi informativi di Centrale Rischi.

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Centrale RischiDal sito internet di Banca d'Italia (www.bancaditalia.it):

• La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo sull'indebitamento della clientela delle banche e delle società finanziarie vigilate dalla Banca d'Italia.

• Banca d'Italia raccoglie mensilmente dagli intermediari informazioni riguardanti l'esposizione della clientela e comunica loro la posizione di rischio di ciascun cliente verso il sistema creditizio.

• Attraverso la Centrale dei Rischi, Banca d'Italia fornisce agli intermediari un servizio volto a migliorare la qualità degli impieghi del sistema creditizio e, in ultima analisi, accrescerne la stabilità.

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Esempio di valutazione sintetica Ce.Ri.

Dati Banca Dati Sistema

ID Cliente

Enti segnalanti

Richieste prime info

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Le Categorie di Centrale Rischi• Autoliquidante: sono gli affidamenti concessi sotto forma

di smobilizzo crediti, i castelletti per anticipare le fatture emesse o le ricevute bancarie.

• A Scadenza: sono linee contraddistinte da una scadenza oltre la quale decadono e vanno riviste. Possono consistere in linee temporanee a rientro unico, in contratti di leasing, in finanziamenti a medio termine con rimborso rateale.

• A Revoca: si tratta di linee revocabili in qualsiasi momento da parte della banca e non sostenute dal cosiddetto beneficio del termine.

• Sofferenze: le linee oggetto di disdetta da parte di qualche soggetto affidante.

• Firma: linee concesse a titolo di garanzia, nel momento in cui la banca si impegna a garantire a qualcuno che l'impresa affidata ponga in essere un certo comportamento.

Anticipo Fatture

Mutui

Conti Correnti

Default presso altri istituti

Fideiussioni

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La durata di una linea di credito

• Solitamente si distinguono le linee di credito in linee a Breve e linee a Medio-Lungo Termine.

• Le linee a Breve sono quelle con vita residua entro i 12 mesi.

• Le linee a Medio-Lungo hanno vita residua superiore ai 12 mesi.