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Basi semiotiche 6.-7. Arbitrarietà “verticale” e “iconicità” Ripartiamo dalla nostra definizione di segno Entità bifacciale dove le due facce si rimandano reciprocamente Significante <-> Significato Ad esempio / ALBERO / -l’insieme delle realizzazioni foniche [albero] in lingua italiana _____________ “ALBERO” Un albero è una pianta legnosa perenne, capace di svilupparsi in altezza grazie ad un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo. L’insieme dei sensi di ‘albero’ in lingua italiana Cfr. /TREE/ /ARBRE/ /BAUM/ __________ ____________ __________ “TREE” “ARBRE” “BAUM” Significante Significato

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Basi semiotiche 6.-7. Arbitrarietà “verticale” e “iconicità”

Ripartiamo dalla nostra definizione di segno

Entità bifacciale dove le due facce si rimandano reciprocamente

Significante <-> Significato

Ad esempio / ALBERO / -→ l’insieme delle realizzazioni foniche [albero] in lingua italiana

_____________

“ALBERO” Un albero è una pianta legnosa perenne, capace di svilupparsi in altezza grazie ad un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo. L’insieme dei sensi di ‘albero’ in lingua italiana

Cfr. /TREE/ /ARBRE/ /BAUM/

__________ ____________ __________

“TREE” “ARBRE” “BAUM”

Significante

Significato

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ARBITRARIETA’ “VERTICALE” O “DEBOLE”

L’ASSOCIAZIONE FRA S.TE E S.TO è IMMOTIVATA DA UN PUNTO DI VISTA

- SIA LOGICO (non vi è alcuna ragione logica esplicitabile)

- SIA NATURALE (non vi è alcuna analogia o somiglianza naturale)

S.TE E S.TO SI ASSOCIANO – DUNQUE- SOLO “STORICAMENTE”, GRAZIE ALL’USO

LINGUISTICO; IL LORO LEGAME è SUSCETTIBILE DI SPOSTAMENTI E

TRASFORMAZIONI.

Es. 1

Lat. CAPTIVUS “prigioniero” -> CAPTIVUS DIABOLI -> “prigioniero del demonio” -> CATTIVO

Lat. LIBER “la parte interna della corteccia del tronco che, disseccata, veniva usata come supporto

per scrivere” -> per metonimia -> LIBER-LIBRI -> LIBRO

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QUALI VANTAGGI OFFRE L’ARBITRARIETà?

1) LA SUA GENERICITà: CON UNA SOLA FORMA POSSIAMO RIFERIRCI A

(POTENZIALMENTE) INFINITI OGGETTI REALI:

/ALBERO/ “ALBERO” POSSO USARLO PER ‘pioppo’, ‘abete’, ‘quercia’, ‘olivo’….

/PIOPPO/ “PIOPPO” PER TUTTI I [PIOPPO]/’PIOPPO’ CHE POSSO INCONTRARE

2) CONSEGUENTE ECONOMICITÀ: se i segni non fossero arbitrari, dovrebbero essere un

numero ingestibile dalla mente umana; in teoria ogni oggetto o stato di cose dovrebbe avere

il suop nome

3) SIMBOLICITA’: posso USARE LA PAROLA “A DISTANZA”, SENZA BISOGNO DELLA

SUA PRESENZA

ANALOGAMENTE CON I NUMERI: #8# #115# #3.721# SONO VALORI PURAMENTE

SIMBOLICI RIFERIBILI A OGNI GENERE DI QUANTITà (mele, pere, sassi ecc.)

4) Estesa sinonimicità / sostituibilità Ho visto una persona / un ragazzo / un tizio / un giovane

uomo / un giovanotto / un tipo / uno ecc. ecc.

Ma anche: #5# #7-2# #13-8# #2+3# #60:12#

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Attenzione: l’arbitrarietà può essere limitata per favorire la

memorizzazione di certi segni e dei loro significati.

Pensiamo nella lingua a parole come: porta-cenere, appendi-

abiti, apri-scatole ….

O ai nomi di numero: diciassette, ventuno, sessantotto,

centotrentacinque ….

La combinazione di parole già note (e di per sé variamente

arbitrarie)

- Ci permette di nominare nuovi oggetti / concetti

- Ci permette di memorizzarli e utilizzarli in maniera più

economica

- Consente una maggiore riconoscibilità e comprensione

Questo tipo di arbitrarietà di formato ridotto è stata chiamato

da F. de Saussure

ARBITRARIETà RELATIVA

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ICONICITA’

E’ in linea di principio il contrario della arbitrarietà

Un segno è iconico se la relazione fra s/te e s/to è

MOTIVATA

dal punto di vista logico e/o

dal punto di vista naturale

Significante

Significato

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1. iconicità come motivazione logica

Ad es. nella numerazione romana, III / “tre volte l’unità” è motivato

logicamente (iconico)

Nella numerazione araba 3/”tre volte l’unità” (è dunque arbitrario)

Rom. XII / “dodici volte l’unità” include un elemento arbitrario (X)

e un elemento iconico (I-I)

Ma XXX (trenta volte l’unità) è più iconico e meno arbitrario di X

(perché????)

Analogamente – in italiano - #portare# e #cenere# sono segni

arbitrari, mentre #portacenere# è solo relativamente arbitrario, è

cioè PIU’ iconico.

Pensate anche a espressioni come: “Sone belle le tue scarpe

nuove?” “Belle? Sono belle belle belle””

E’ più arbitrario “belle belle belle” o “bellissime”?

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2. Iconicità come motivazione “naturale”

Gesto per invitare ad avvicinarsi:

la mano (in posizione visibile per l’interlocutore) si piega in

direzione del corpo del mittente, ripetutatamente

Gesto per allontare il ricevente

Il braccio del mittente (in posizione visibile per l’interlocutore) si

distende come per allontarsi dal corpo (sovente in direzione obliqua

rispetto allo stesso); ma mano è anch’essa distesa verso l’esterno

Si badi: s/te e /s.to sono qui vincolati reciprocamente; non posso

sostituirli né scambiarli con altro, pena il far loro cambiare valore

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Nei gesti componenti naturali e presupposti culturali si intrecciano.

Pensiamo a questo caso

O a questo:

Perché questi gesti (del linguaggio dei

normoudenti) possono essere considerati iconici

e non arbitrari?

Discutiamo.

Le corna possono indicare

- Che una persona è vittima di

infedeltà da parte del coniuge,

oppure

- Che le stiamo augurando

sfortuna

- Una volta stabilita la

convenzione, funzionano

iconicamente

Si potrebbe a questo proposito discutere

del “rinnovamento” del linguaggio politico,

ma rimandiamo ad altra occasione ……

Il politico come vedete si avvale di un gesto

originariamente iconico che usa

generalizzandone il significato

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Altri casi da discutere

Nella celeberrima scena de “I Vitelloni” Alberto Sordi

fa il “gesto dell’ombrello” contemp. a una pernacchia

per intendere beffa + insulto a danno di qualcuno

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Gesti altamente codificati

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Altri casi di uso di strategie iconiche

Le segnaletiche

Fino a che punto sono “trasparenti”?

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Intreccio di elementi iconici e elementi arbitrari/convenzionali

Identifichiamo entrambi

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I servizi in un albergo sono a volte indicati in modo

Piuttosto complesso

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Le pitture rupestri: “iconiche” ma fino a che punto le capiamo?

Riconosciamo figure e attività umane, tipi di animali, ma non abbiamo idee sicure sul

senso che queste pitture avevano nelle comunità che le espresse: propiziazione della

caccia? O erano davvero rappresentazioni “disinteressate” della realtà in cui vivevano?

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Un paesaggio si basa sempre su un “effetto di realtà”

(anche se non ha referente reale)

Anche la fotografia, che apparentemente ritrae in modo “oggettivo”

la realtà, in effetti introduce molti filtri fra di essa e il modo in cui

la “restituiamo” con la fotocamera.

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La fotografia può darci effetti di “iperrealtà” giocando con le

opportunità tecniche della fotocamera

Ed ecco che possiamo restituire un effetto di movimento (tanta

gente in giro per la grande città): l’elaborazione dell’iconismo

consente dunque di costruire visivamente concetti assai complessi.

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Questi esempi mostrano dunque che l’equazione

iconicità / naturalità

è profondamente riduttiva se non (in molti casi) errata.

Il segno iconico è una strategia di comunicazione culturalmente

situata la cui lettura / interpretazione richiede la mobilitazione del

sapere storico determinato della cultura in cui viviamo.

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La rappresentazione artistica del “personaggio” Napoleone

Come illustrano questi ritratti di Napoleone, la dimensione iconica

di base (l’effetto di somiglianza) fra il ritratto e la persona è la base

su cui si sedimentano valori aggiuntivi, conservando però il vincolo

al portatore di tali caratteristiche – una persona storica determinata.

Osservate i ‘connotatori’ del ruolo:

- Il cavallo bello e potente

- Il cappello del comando

- Il gesto rivolto verso avanti

- L’alloro (impero)

- La divisa di generale

Assieme a tratti fisici che ritornano

- Il taglio del volto

- Il ricciolo sulla fronte …

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Figure retoriche e pubblicità: la metafora visiva