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45 Il barometro delle biomasse solide IL BAROMETRO DELLE BIOMASSE SOLIDE L a crisi economica e finanziaria non ha arrestato la crescita della produzione di energia da biomassa solida. La produzione di energia pri- maria negli Stati membri dell’Unione Europea è cresciuta in- fatti nel 2008 del 2,3%, con un au- mento di 1,5 milioni di tep rispetto al 2007. Particolarmente evidente l’aumento nella produzione elettri- ca - 5,6 TWh - pari al 10,8% rispetto al 2007. Uno studio realizzato da EurObserv’ER +2,3% la crescita della produzione di energia primaria da biomasse solide nell’UE tra il 2007 e il 2008 68,7 Mtep energia primaria prodotta da biomasse solide nell’UE durante il 2008 57,8 TWh elettricità prodotta da biomasse solide nell’UE durante il 2008 © Salon bois-énergie

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IL BAROMETRO DELLE BIOMASSE SOLIDE

La crisi economica e finanziarianon ha arrestato la crescita della

produzione di energia da biomassasolida. La produzione di energia pri-maria negli Stati membridell’Unione Europea è cresciuta in-fatti nel 2008 del 2,3%, con un au-mento di 1,5 milioni di tep rispettoal 2007. Particolarmente evidentel’aumento nella produzione elettri-ca - 5,6 TWh - pari al 10,8% rispetto al2007.

Uno studio realizzato da EurObserv’ER

+2,3%la crescita della produzione di energia primaria

da biomasse solide nell’UE tra il 2007 e il 2008

68,7 Mtep

energia primaria prodotta dabiomasse solide nell’UE

durante il 2008

57,8 TWh

elettricità prodotta dabiomasse solide nell’UE durante

il 2008

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Totale 2007 Legno Scarti di legno Materiale organico e rifiuti Liscivia nera

Germania 9,759 9,454 0,000 0,306

Francia*** 8,545 7,462 0,267 0,816

Svezia 8,441 0,957 4,028 0,000 3,456

Finlandia 7,238 1,706 1,858 0,019 3,656

Polonia 4,709 n.d. n.d. n.d. n.d.

Spagna 4,232 2,898 0,299 0,933 0,102

Austria 3,743 1,402 1,133 0,609 0,599

Romania 3,304 3,033 0,270 0,000

Portogallo 2,808 2,562 0,108 0,000 0,137

Repubblica Ceca 1,948 1,127 0,503 0,028 0,289

Italia 1,707 n.d. n.d. n.d. n.d.

Lettonia 1,532 0,871 0,661 0,000 0,000

Danimarca 1,464 0,598 0,175 0,692 0,000

Ungheria 1,146 n.d. n.d. n.d. n.d.

Regno Unito 1,006 0,279 0,145 0,583 0,000

Paesi Bassi 0,779 n.d. n.d. n.d. n.d.

Grecia 1,005 0,787 0,217 0,000

Lituania 0,732 0,337 0,395 0,000 0,000

Bulgaria 0,709 0,689 0,019 0,000 0,000

Estonia 0,731 n.d. n.d. n.d. n.d.

Belgio 0,540 0,200 0,245 0,055 0,040

Slovacchia 0,484 n.d. n.d. n.d. n.d.

Slovenia 0,429 0,418 0,006 0,000

Irlanda 0,171 0,015 0,099 0,057 0,000

Lussemburgo 0,015 n.d. n.d. n.d. n.d.

Cipro 0,011 n.d. n.d. n.d. n.d.

Malta 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000

Totale UE 67,188

*Le importazioni e le esportazioni sono di conseguenza non incluse. **Stima. *** Dipartimenti d’Oltremare inclusi per la Francia (119 ktep nel 2007 e 122 ktep nel 2008). Fonte: EurObserv’ER 2009

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Nel 2008 la biomassa solida,costituita dal legno e daisuoi scarti, in aggiunta a

scarti e materia vegetali e animali,è stata una delle produzioni sicuredi energia rinnovabile. Secondo leprime stime, l’energia primaria dabiomassa solida ha mantenuto unacrescita positiva di circa 2,3% tra il2007 e il 2008, crescendo di 1,5 Mteprispetto al 2007 fino a 68,7 Mtep.(tabella 1).

un’energia in costante crescita

Anche se il suo tasso di crescita puòapparire lento se paragonato agli altrisettori delle energie rinnovabili, quel-lo della biomassa solida è stato unodei settori che nel 2008 ha contribuitomaggiormente alla produzione dienergia primaria. La produzione delsettore della biomassa solida è cre-sciuto, nei 27 Stati dell’UnioneEuropea, di oltre 22 Mtep dal 1995, an-no di riferimento adottato per il Libro

Bianco europeo del 1997 sulle energierinnovabili (grafico 1). Quest’aumentoè pari a oltre il doppio del consumo dibiocarburante nell’Unione Europeanel 2008 ed è anche superiore al con-sumo totale di energia primaria di unPaese come la Danimarca. Mentre ledue più grandi nazioni produttrici,Germania e Francia, ancora non sepa-rano la legna da ardere dagli scarti dellegno, l’accuratezza delle statisticheche distinguono tra i vari tipi di bio-massa solida prodotta in UE sta cre-scendo. Gli scarti del legno includono

Tab. n°1Produzione di energia primaria* da biomassa solida nell’Unione Europea nel 2007 e 2008** (in Mtep)

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Totale 2008 Legno Scarti di legno Materiale organico e rifiuti Liscivia nera

Germania 10,311 9,981 0,000 0,330

Francia*** 8,959 7,887 0,267 0,805

Svezia 8,303 0,944 4,113 0,000 3,246

Finlandia 7,146 1,838 1,855 0,019 3,433

Polonia 4,739 n.d. n.d. n.d. n.d.

Spagna 4,339 2,636 0,295 1,202 0,205

Austria 3,934 1,448 1,114 0,755 0,616

Romania 3,400 n.d. n.d. n.d. n.d.

Portogallo 2,785 2,552 0,102 0,000 0,131

Repubblica Ceca 1,961 1,029 0,635 0,034 0,263

Italia 1,911 n.d. n.d. n.d. n.d.

Lettonia 1,468 0,866 0,601 0,000 0,000

Danimarca 1,389 0,598 0,142 0,650 0,000

Ungheria 1,194 n.d. n.d. n.d. n.d.

Regno Unito 0,998 0,301 0,171 0,526 0,000

Paesi Bassi 0,893 n.d. n.d. n.d. n.d.

Grecia 0,873 0,627 0,246 0,000

Lituania 0,765 0,352 0,413 0,000 0,000

Bulgaria 0,750 n.d. n.d. n.d. n.d.

Estonia 0,750 n.d. n.d. n.d. n.d.

Belgio 0,654 0,273 0,278 0,069 0,034

Slovacchia 0,525 n.d. n.d. n.d. n.d.

Slovenia 0,469 0,460 0,009 0,000

Irlanda 0,165 0,015 0,101 0,050 0,000

Lussemburgo 0,016 n.d. n.d. n.d. n.d.

Cipro 0,011 n.d. n.d. n.d. n.d.

Malta 0,002 0,000 0,000 0,002 0,000

Totale UE 68,709

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trucioli di legno, legno triturato, sega-tura, pellet, rifiuti da segherie, rifiutiindustriali e dall’industria del mobile,ecc. La liscivia nera, che è un combu-stibile legnoso in forma liquida (vedibox a pag. 49), un sottoprodotto del-l’industria della carta e della cellulosa,è anch’esso incluso nelle statistichedella biomassa ma classificato sepa-ratamente.Durante l’annuale indagine diEurObserv’ER condotta dalla fine diottobre agli inizi di novembre 2009, i17 Paesi che costituivano il 79,3% del-

la produzione dell’Unione Europea(che è di 54,5 Mtep) hanno fornito leloro ripartizioni per tipo di combusti-bile di biomassa solida. Nell’ambitodella produzione di energia primarianel 2008, la legna e il legno di scartorappresentavano il 76,4% (76% nel2007) di questo campione, la liscivianera costituiva il 16,6% (17,5% nel2007) e le altre categorie di rifiuti ve-getali e animali (paglia, residui di rac-colto, rifiuti solidi dell’industria di tra-sformazione alimentare, ecc.) il 7%(6,5% nel 2007).

Quattordici Paesi UE hanno fornitoa EurObserv’ER ripartizioni più pre-cise permettendo di separare la le-gna da ardere dagli scarti del legno.In questo nuovo campione, gli scartidel legno hanno contribuito perquasi 10 Mtep, (9,8 Mtep nel 2008)delle 34,4 Mtep di produzione totaledi energia primaria. Questo datocorrisponde al 28,6% di energia pri-maria da biomassa solida rispetto al38,7% della legna da ardere, al 23,1%della liscivia nera e al 9,6% degli altriscarti animali e vegetali. Tuttavia a

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AEBIOM, l’Associazione Europea perla Biomassa, stima il numero d’im-pianti per la produzione di pellet dilegno a circa 440 in Europa con cor-rispondente output nel 2008 di circa7,5 milioni di tonnellate. Poiché ipellet possono essere prodotti damolti combustibili a biomassa –scarti del legno, trucioli del legno,bosco ceduo a breve rotazione, ecc.- questo dato può essere moltiplica-to per dieci al 2020, fino a 75 milionidi tonnellate.Il mercato europeo del pellet di le-gno si sta attualmente sviluppandoin tre direzioni. In Belgio e nei PaesiBassi, i pellet sono essenzialmenteutilizzati nelle centrali elettriche. Ilfornitore di elettricità belgaElectrabel, per esempio, ha conver-tito la sua centrale elettrica di Awirs(80 MW). Attualmente lavora esclusi-vamente a pellet di legno, utilizzan-do 400.000 tonnellate all’anno. InSvezia e Danimarca i pellet sonoprincipalmente utilizzati in impiantidi cogenerazione ad alta e media po-

tenza. In altri Paesi sono utilizzatiper il riscaldamento residenziale eper gli edifici del settore servizi.I dati evidenziano una crescita par-ticolarmente interessante del con-sumo in Italia. Secondo AIEL(Associazione Italiana EnergieAgroforestali), il Paese ha già instal-lato circa 800.000 applicazioni dome-stiche per il riscaldamento a combu-stione di pellet e il consumo italianoè salito da 150.000 tonnellate nel2001 a 800.000 tonnellate nel 2008(inclusi gli import di 150.000 tonnel-late). La ragione di questo successoè che a causa del breve periodo di ri-scaldamento in Italia (meno di 120giorni in un anno medio) gli impianticentrali di riscaldamento non sonocomuni.Anche in Germania il riscaldamentoa combustione di pellet sta decollan-do. Secondo BEE, la FederazioneTedesca per l’Energia Rinnovabile, ilpaese possedeva 40 impianti di pro-duzione con una corrispondente ca-pacità di 2,3 milioni di tonnellate nel

causa del peso della produzione deiPaesi del Nord Europa (Svezia,Finlandia, Danimarca, Lettonia, eLituania) sul totale, questo campio-ne non è pienamente rappresenta-tivo dell’Europa. Le industrie fore-stali di questi cinque Paesi hannosviluppato importanti strutture lo-gistiche per il recupero dei sottopro-dotti forestali provenienti dalle loroattività (in particolare scarti del le-gno e liscivia nera).

I PELLET DI LEGNO CONTINUANO A CRESCERE

Per alcuni anni, il riscaldamento a le-gna ha prosperato sul boom delcombustibile pellet di legno. MoltiPaesi europei come Svezia,Danimarca, Paesi Bassi, Belgio,Germania, Austria e Italia sono giàfortemente coinvolti in questa pro-duzione e questo combustibile stainoltre godendo di forte popolaritàin altri Paesi dell’Unione Europea co-me la Francia.

46,348,7

51,1 52,0 51,7 52,8 51,953,1

59,0

62,263,3

66,067,1

68,6

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

*Visto che Eurostat non include i dati sui Dipartimenti francesi d’Oltremare, EurObserv’ER ha rimosso questi dati di produzione dai suoi indicatori 2007-2008. Fonte: Eurostat dal 1995 al 2006, EurObserv’ER dal 2007 al 2008

Grafico n°1Evoluzione della produzione di energia primaria da biomassa solida per i 27 Stati UE dal 1995* (in Mtep)

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Liscivia nera, un’energia verde?

La liscivia nera è un sottoprodotto di scarto dell’industria della carta e della cellu-

losa. Per fare pasta di carta dal legno, le fibre di legno (cellulosa) devono essere

decomposte. Il processo chimico impiegato per tale scopo utilizza soda caustica e

solfito di sodio, conosciuti come liscivia bianca, per sciogliere la lignina che tiene

unite le fibre. I rifiuti liquidi – una combinazione di lignina esaurita, acqua e pro-

dotti chimici utilizzati nel processo di estrazione – vengono chiamati liscivia nera.

La liscivia nera è incenerita in enormi caldaie a biomassa presso gli impianti di tri-

turazione e l’energia risultante viene recuperata per produrre vapore dal processo

o per produrre elettricità attraverso la cogenerazione. Questo prodotto, al confine

tra i rifiuti e la biomassa, è incluso nel conteggio dell’energia rinnovabile in Europa.

2008, mentre la produzione di pelletè salita a 1.468.335 tonnellate(1.126.196 nel 2007) e si stima che su-pererà le 1.600.000 tonnellate nel2009. La Federazione fissa il numerodi applicazioni per il riscaldamentoa combustione di pellet nel 2008 a105.000, cioè circa 20.000 in più del2008. Il mercato francese è simile perdimensioni. Secondo un’indaginedell’Osservatorio per le energie rin-novabili (EurObserv’ER) le vendite diapplicazioni per il riscaldamento acombustione di pellet sono salite da15.820 nel 2007 (13.787 stufe e 2.033caldaie automatiche) a 21.270 nel2008 (17.100 stufe e 4.170 caldaie au-tomatiche), portando il numero diunità francesi per il riscaldamento apellet a 64.570.

L’OUTPUT DELL’UNIONE EUROPEACRESCE A 57,8 TWH

La crescita dell’output di elettricitàda biomassa solida è stata mantenu-ta nel 2008 (a 10,8%) portando la pro-duzione totale in UE fino a 57,8 TWh(tabella 2), che corrisponde a un in-cremento di 5,6 TWh rispetto al 2007.Sebbene molto Stati membri UE ab-biano un settore elettrico della bio-massa solida attivo, più della metàdella produzione è concentrata inGermania, Svezia e Finlandia (51,2%nel 2008). Gli impianti di cogenera-zione (CHP) che convertono l’energiada biomassa solida sia in calore chein elettricità, forniscono il 62,6% del-la produzione europea ed è essen-zialmente attraverso lo sviluppo diimpianti a cogenerazione che la pro-duzione di elettricità da biomassa

solida è incrementata negli ultimianni. Come risultato, l’outputnell’Unione Europea è praticamentetriplicato dal 2001, quando era appe-na di 20,3 TWh (grafico 2).

5,2 MTEP DI CALORECOMMERCIALIZZATI

L’output di calore presentato in tabel-la 4 si riferisce solamente al calorecommercializzato attraverso una retedi riscaldamento i cui impianti sonogestiti da imprese industriali, che ven-dono il loro surplus di produzione dicalore, e da network o imprese di ser-vizi energetici. Le statistiche non in-cludono la produzione industriale dicalore utilizzata sul posto per il riscal-damento degli stabilimenti di produ-zione, calore prodotto da applicazionidomestiche per il riscaldamento, col-lettivi o attività industriali non con-nesse alla rete. Dato che il riscalda-mento domestico contribuisce per lamaggior parte del calore prodotto dabiomassa solida in Europa, è impor-tante tenere presente questo quandosi leggono le statistiche. Dato chequasi ogni altro Paese non pubblicastatistiche sul calore venduto, la ta-bella non considera in maniera com-pleta tutti i Paesi dell’UnioneEuropea. Nonostante ciò la tabella èrappresentativa in quanto include iprincipali produttori di biomassa so-lida, essenzialmente i Paesi scandina-vi che hanno fortemente sviluppatoreti di riscaldamento. Infatti Svezia,Finlandia e Danimarca contribuisco-no per oltre due terzi del calore ven-duto negli Stati membri dell’UnioneEuropea (67,4% nel 2008).

L’incremento nelle vendite di caloreha tenuto il passo con la produzionedi elettricità nel 2008 (+10,8% rispet-to al 2007), aggiungendo ulteriori 0,5Mtep. Questo segue un calo dellaproduzione nel 2007 a causa di un in-verno mite che ha limitato i bisognidi riscaldamento (vedi SystèmesSolaires, Le Journal des ÉnergiesRenouvelables n°. 188). Oltre due ter-zi di tutto il calore venduto (67,4%nel 2008) è stato fornito da impiantidi cogenerazione.

NOTIZIE SUI PRINCIPALI PAESIPRODUTTORI

Oltre 10 Mtep prodotte inGermania

Il consolidamento delle statisticheper Germania e Francia utilizzate peril 2009 hanno ridefinito la classificadei principali produttori di energia de-rivante da biomassa solida. Dal 2007,la Germania si è spostata in cima allaclassifica europea (Unione Europea a27 Stati) dei produttori di energia dabiomassa solida. L’energia primariaottenuta dalla biomassa solida è sali-ta a 10,3 Mtep nel 2008, ossia 552 ktepin più rispetto al 2007, secondo ZSW(Centro per la Ricerca sull’EnergiaSolare e l’Idrogeno), che è incaricatodi predisporre le statistiche sull’ener-gia rinnovabile per la Germania. È laprima volta che un Paese della UEpassa la soglia di produzione di 10Mtep di energia primaria da biomassasolida. La performance dellaGermania è notevole perché ha piùche raddoppiato la produzione (da 4,7Mtep nel 2002 a 10,3 Mtep nel 2008), inquesto modo il Paese è riuscito a so-stenere una crescita significativa e co-stante dal 2002.I grandi investimenti in impianti perla produzione di elettricità da bio-massa solida sono parzialmente re-sponsabili di questo risultato. LaGermania ha incrementato la suaproduzione di elettricità di un fatto-re 19 dal 2002, crescendo da 543 GWha 10.447 GWh nel 2008. Questa cresci-ta ha spinto la Germania al primo po-sto come principale produttoredell’Unione Europea di elettricità dabiomassa solida nel 2007. Esso pos-

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siede 220 centrali per la produzionedi elettricità da biomassa nel 2008,corrispondenti a una capacità di cir-ca 1.200 MWe secondo DBFZ, ilCentro Tedesco per la Ricerca sullaBiomassa. Ci sono attualmente circa52 centrali elettriche in progetto o infase di costruzione, ed è pianificatauna crescita della capacità a 3.200MWe entro il 2020. La Legge sulle

Fonti di EnergiaRinnovabile “EEG”(Erneuerbare-Energien-Gesetz) comprende il 95% diquesta capacità. Questa leg-ge è stata ulteriormentemodificata nel 2008 e le ta-riffe feed-in sono cambiatedal 1° gennaio 2009. Le cen-trali elettriche a biomassacon capacità inferiore ai 150kW ricevono 11,67 c€/kWh,quelle comprese tra 150 e500 kW di capacità ricevono9,18 c€/kWh, quelle tra 500kW e 5 MW di capacità rice-vono 8,25 c€/kWh, e la tarif-fa per le centrali elettrichedai 5 ai 20 MW di capacità èdi 7,79 c€/kWh. Queste cen-trali elettriche che utilizza-no un processo di produzio-ne innovativo (produzionedi celle a combustibile, mo-tore Stirling, turbina a gas,ciclo Rankine, ecc.) possonoessere remunerate con ad-dizionali 2 c€/kWh, e le tarif-fe possono essere incre-mentate (fino a 6 c€/kWhper capacità fino a 500 kW e4 c€/kWh per potenze fino a5 MW) a seconda del com-bustibile utilizzato (ad es.utilizzando scarti del legnodi foresta, corteccia, boscoceduo a breve rotazione, outilizzando colture energe-tiche). Possono inoltre esse-re incrementati fino a 3c€/kWh se la produzione dielettricità è combinata conla produzione di calore (bo-nus CHP). Questa nuova ta-riffa sarà ridotta dell’1%ogni anno.Il 1° gennaio anche la nuovalegge per la promozione del

calore da fonti rinnovabili“EEWärmeG” (Erneuergare EnergienWärmegesetz) entrerà in vigore. Lalegge obbliga i proprietari di nuoviedifici a coprire parte della loro do-manda di calore con energia rinno-vabile incluso l’obbligo del 50% dacoprire con applicazioni per il riscal-damento che utilizzino combustibilia biomassa (legna da ardere, pellet,

trucioli, ecc.). Questi combustibilipossono essere solamente utilizzatiin caldaie ad alto rendimento chesiano in regola con la normativa te-desca sulla qualità dell’aria.Dal 29 aprile 2009, il Governo ha inol-tre aggiunto un piano nazionale diazione per la biomassa, il NationalerBiomassaktionsplan fürDeutschland, che definisce la strate-gia per sviluppare varie bioenergiein maniera efficiente e sostenibile, ele azioni necessarie per raggiungerequesti obiettivi. Il Piano mira a incre-mentare in maniera significativa laquota di bioenergie (tutte le applica-zioni, calore, elettricità e biocarbu-ranti) nella domanda di energia pri-maria del Paese e ha fissato l’obiet-tivo per il proprio consumo al 2020 a1.309 petajoule (1015 Joules) (31,3Mtep).

La Francia annuncia le sueambizioni

La Francia ha rivisto al ribasso i pro-pri dati sull’energia primaria deriva-ta da biomassa solida a seguito diuna nuova indagine del CEREN(Centre d’études et de rechercheséconomiques sur l’énergie) sul con-sumo di energia da legna nel settoredomestico. Le ultime statistiche uf-ficiali della DGEC (Direction généralede l’énergie et du climat) stimano ilconsumo di energia primaria nel2008 a quasi 9 Mtep (includendo 122ktep nei Dipartimenti francesid’Oltremare), che rappresenta un au-mento del 4,9% sul 2007. La maggiorparte di questa produzione è per ilsettore del riscaldamento domesti-co (6,4 Mtep nel 2008). La produzionedi elettricità è meno sviluppata chenegli altri principali Paesi produttoridi biomassa solida (1,7 TWh nel 2008,ossia 13mo posto nell’UnioneEuropea), essenzialmente a causadella relativamente poco attraentetariffa feed-in fissata nel 2002 (4,9c€/kWh più un premio per l’efficien-za energetica compreso tra 0 e 1,2c€/kWh). Fino a ora il Governo hascelto di procedere attraverso bandidi gara per raggiungere i suoi obiet-tivi di programmazione degli investi-menti pluriennali. L’iniziale bando di

Tab. n°2Tep pro capite di produzione di energia primariada biomassa solida nell’Unione Europea nel 2008*

Tep/abitante

Finlandia 1,348

Svezia 0,904

Lettonia 0,646

Estonia 0,559

Austria 0,473

Portogallo 0,262

Danimarca 0,254

Slovenia 0,233

Lituania 0,227

Repubblica Ceca 0,189

Romania 0,158

Francia** 0,140

Germania 0,125

Polonia 0,124

Ungheria 0,119

Bulgaria 0,098

Slovacchia 0,097

Spagna 0,096

Grecia 0,078

Belgio 0,061

Paesi Bassi 0,054

Irlanda 0,037

Lussemburgo 0,033

Italia 0,032

Regno Unito 0,016

Cipro 0,014

Malta 0,006

UE 27 0,138

*Visto che Eurostat non include i dati sui Dipartimentifrancesi d’Oltremare, EurObserv’ER ha rimosso questi datidi produzione dai suoi indicatori 2007-2008. Fonte: Eurostat dal 2001 al 2006, EurObserv’ER dal 2007 al 2008.

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gara nel 2003 ha portato a una sceltadi 14 progetti per la biomassa con216 MWe di capacità installata (piùun impianto per il biogas di 16MWe). Un secondo bando, uscito al-la fine del 2006, ha portato a una se-lezione di 22 progetti per una capa-cità di 314,4 MWe (per una tariffafeed-in media di 12,8 c€/kWh). Unterzo bando è attualmente in corso.Esso comprende una capacità elet-trica di 250 MWe combinata in duetranche. Alla data finale per la pre-sentazione, 15 luglio 2009, 106 offer-te sono state presentate entro lascadenza, rappresentando una ca-pacità complessiva di 936 MWe. Il sistema dei bandi dovrebbe a bre-ve non essere più necessario, inquanto lo scorso Maggio ilPresidente Sarkozy ha annunciatol’introduzione di una tariffa feed-inpiù attraente, da due a tre volte piùalta dell’attuale. Il Governo è evolu-to sulla questione del riscaldamentoda biomassa, in quanto ha stanziatoun fondo per il riscaldamento da rin-novabili per sviluppare il legno e glialtri settori delle rinnovabili nell’e-

dilizia abitativa collettiva, nel setto-re dei servizi e nell’industria come ri-sultato delle deliberazioni dellaTavola Rotonda sull’Ambiente diGrenelle. Il consumo di calore si sti-ma incrementerà di 6,2 Mtep entro il2020 rispetto al dato del 2006 (1,8Mtep nel settore del collettivo/ser-vizi, 2 Mtep nell’industria e 2,4 Mtepattraverso la cogenerazione, per untotale di 15 Mtep). Al fondo per il ca-lore è stato assegnato un budget di1 miliardo di € per il periodo 2009-2011. Per centrare questi obiettivi,Ademe (Agenzia per l’Ambiente e ilControllo dell’Energia) ha fatto usci-re inizialmente un bando alla finedel 2008 per la produzione di 100.000tep di biomassa nell’industria e agri-coltura per impianti che dovrannoentrare in servizio non oltre il 1° gen-naio 2012. Il risultato di questo ban-do, reso pubblico il 19 ottobre, ha su-perato il target con 31 progetti ac-cettati portando la produzione tota-le a 145.000 tep. L’Agenzia assegnerà60,6 milioni di € come sussidio perquesto bando, 41% dei pianificati148,2 milioni di € d’investimento.

Questa pratica sarà ripetuta ogni an-no per almeno tre anni.Nel segmento delle applicazioni peril riscaldamento domestico alimen-tate a legna, l’applicazione del cre-dito d’imposta ha dimostrato di es-sere molto efficace nel 2008 con ven-dite di 493.100 unità (stufe, caldaie,caminetti chiusi e fornelli) sul mer-cato francese, corrispondente a unincremento del 13% rispetto al 2007(434.856 unità). Il credito d’impostaè stato ridotto dal 50% nel 2008 al40% nel 2009. Un’altra misura delGoverno francese che dovrebbe pro-muovere lo sviluppo del calore rin-novabile è la carbon tax, entrata invigore il primo gennaio 2010 e che siapplicherà alle energie fossili calco-late in base al loro contenuto di CO2.Questa tassa è inizialmente fissataa 17 € per tonnellata di CO2.

Finlandia, il paese dell’energia dal legno

La questione in Scandinavia è diffe-rente perché i suoi Paesi hanno giàimplementato diverse misure perconvertire il potenziale della bio-massa solida.La Finlandia, che produce 1,348 teppro capite (rispetto a 0,140 tep pro ca-pite in Francia e 0,125 tep pro capitein Germania) (tabella 2) è molto avan-ti rispetto agli altri Paesi nell’uso del-la biomassa solida. La biomassa con-tribuisce per circa il 30% del consumodi energia del Paese e il 20% per lapropria produzione di elettricità. LaFinlandia possiede già le più avanza-te tecnologie per la conversione dellabiomassa, sia per la gestione delleproprie risorse forestali che per la co-struzione d’impianti di cogenerazio-ne su larga scala.Il Paese applica un sistema di classi-ficazione molto preciso ai vari tipi dicombustibili a biomassa utilizzati. Laliscivia nera contribuisce per quasimetà della produzione di energia pri-maria da biomassa solida, ammon-tando a 3,4 Mtep dei 7,1 totali nel2008. Il legno e rifiuti simili sono statistimati a 1,9 Mtep, leggermente so-pra la legna da ardere (1,8 Mtep). Laproduzione da altri impianti e mate-rie animali è trascurabile in

Grafico n°2Evoluzione della produzione lorda di elettricità da biomassa solida dei 27 Stati UE dal 2001* (in TWh))

20,3

24,4

29,5

37,2

41,5

46,2

51,8

57,4

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

*Visto che Eurostat non include i dati sui Dipartimenti francesi d’Oltremare, EurObserv’ER ha rimosso questidati di produzione dai suoi indicatori 2007-2008. Fonte: Eurostat dal 2001 al 2006, EurObserv’ER dal 2007 al 2008.

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stibile fossile. Questa tassa ha subì-to un forte incremento nel 2008(13%) ed è stata portata a 20,41 € pertonnellata di CO2 (equivalente a 75€ per tonnellata di carbonio). È rima-sta allo stesso livello nel 2009. Dal1996 i combustibili fossili utilizzatiper generare elettricità non sono piùsoggetti a questa tassa. Essa è statasostituita da una specifica tassasull’elettricità che è applicata a tut-te le fonti di produzione elettrica (in-cluse le rinnovabili). La tassa è adde-bitata ai fornitori di elettricità che lagirano sui consumatori finali. Le in-dustrie pagano una tassa minore(0,25 c€/kWh) rispetto ai consumato-

ri finali (0,87 c€/kWh). I fornitori dielettricità da rinnovabili ottengonouna riduzione d’imposta che è diffe-renziata in base alla fonte utilizzata(eolico, idroelettrico, combustibili ri-ciclati, biogas, e trucioli di legno).Dal 2007 il legno e la liscivia neranon sono più eleggibili per la ridu-zione e solo l’elettricità da truciolidi legno ottiene un ribasso che è ri-masto invariato nel 2009 (0,69c€/kWh) – la stessa tariffa dell’ener-gia eolica. Il Governo finlandese haapprovato la sua Strategia di lungotermine per il Clima e l’Energia nelnovembre 2008, che stabilisce unaserie di misure per portare il Paese

Finlandia, faticando a raggiungere0,02 Mtep (18.773 tep per essere pre-cisi). La ragione del leggero calo nellaproduzione di energia primaria (del1,3%) è il crollo della attività di tritu-razione che ha ridotto la produzionedi liscivia nera di 222.000 tep tra il2007 e il 2008. Tuttavia questa contra-zione non ha colpito la produzioneelettrica, che era in aumento del 5,9%rispetto al 2007, producendo 10,2TWh nel 2008. Gli impianti di cogene-razione hanno contribuito all’84,1%di questo output.Dal 1990 la Finlandia ha promosso losviluppo dell’energia da biomassaintroducendo una tassa sul combu-

Produzione lorda di elettricità da biomassa solida nell’Unione Europea nel 2007 e nel 2008* (in Twh)

Solo impianti dienergia elettrica

Impianti CHPTotale

elettricitàSolo centrali

elettricheImpianti CHP

Totale elettricità

Germania

Finlandia

Svezia

Austria

Polonia

Regno Unito

Italia

Paesi Bassi

Belgio

Spagna

Danimarca

Ungheria

Francia**

Portogallo

Repubblica Ceca

Lettonia

Slovacchia

Slovenia

Lituania

Romania

Estonia

Irlanda

Totale UE

*Stima. **Dipartimenti d’Oltremare inclusi per la Francia (345 GWh nel 2007 e 355 GWh nel 2008). Fonte; EurObserv’ER 2009.

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a realizzare gli obiettivi fissati nellaDirettiva sull’energia rinnovabile(una quota del 38% di energia rinno-vabile sui consumi lordi finali dienergia). Secondo il Piano, l’uso dienergia da biomassa dovrebbe incre-mentare significativamente raddop-piando o triplicando l’attuale livellodi produzione di trucioli di legno.

La Svezia al di sotto dell’obiettivo

La produzione di energia primariada biomassa solida si è contrattaleggermente nel 2008 (-1,6%) con unaproduzione di 8,3 Mtep secondoStatistics Sweden, l’agenzia gover-nativa per le statistiche. Metà diquest’output proviene da legno escarti simili (4,1 Mtep), seguiti da li-scivia nera (3,2 Mtep) e legna da ar-dere (0,9 Mtep). Come la vicinaFinlandia, questo calo può essere at-tribuito alla contrazione nelle atti-vità di triturazione, in quanto la lisci-

via nera è calata di 209.635 tep tra il2007 e il 2008. La Svezia indiretta-mente supporta anche la produzio-ne di calore rinnovabile attraversola riscossione di una tassa sull’ani-dride carbonica. Quando la tassa sul-l’anidride carbonica fu introdottanel 1991, era di 27 euro per tonnella-ta di CO2 – ora è di 108 euro per ton-nellata.Un sistema di Certificati verdi è invigore per sviluppare la produzionedi elettricità rinnovabile in Svezia,con lo scopo di incrementare la pro-duzione di elettricità rinnovabile di17 TWh nel 2016 rispetto al dato del2002. Tuttavia i produttori di elettri-cità non sono stati capaci di rag-giungere la loro quota di certificati,come accadde prima del 2007. Nel2008 la legge ha fissato il target a10,3 TWh di produzione addizionalerispetto al 2002, ma il risultato effet-tivo è stato di 8,54 TWh. Questo fal-limento è in parte dovuto allo stallo

nell’industria del legno, che ha ge-nerato un volume più ridotto di ri-fiuti per essere utilizzati come com-bustibile negli impianti di cogenera-zione, e in parte a causa dei ritardinell’avvio di nuovi impianti di pro-duzione. La situazione è allarmanteperché il livello di produzione è al disotto della quota del 2007. La san-zione per i produttori che falliscononel raggiungere la loro quota nel2008 è stata fissata a 431 corone sve-desi (42,19 €) per certificato mancan-te contro le 318 corone svedesi(31,13 €) nel 2007. Questa sanzionecorrisponde al 150% del costo me-dio del certificato applicato dal pri-mo aprile dell’anno precedente al 31marzo dell’anno seguente. L’elevatoprezzo di questi certificati, che variatra 350 e 300 corone svedesi (da29,34 a 34,26 €) dall’inizio dell’anno,dovrebbe avere l’effetto di accelera-re l’entrata in funzione di nuova ca-pacità produttiva.

Tab. n°4Produzione lorda di calore* da biomassa solida nei Paesi dell’Unione Europea nel 2007 e nel 2008** (in Mtep) nelle industrie di trasformazione

2007 2008

Solo impiantiper il calore

Impianti CHP Totale caloreSolo impianti

per il caloreImpianti CHP Totale calore

Svezia 0,762 0,758 1,520 0,430 1,413 1,843

Finlandia 0,192 0,993 1,185 0,212 0,986 1,198

Danimarca 0,258 0,224 0,482 0,275 0,223 0,498

Austria 0,208 0,145 0,353 0,102 0,149 0,251

Germania 0,210 0,237 0,447 0,263 0,330 0,593

Francia 0,096 0,112 0,209 0,102 0,149 0,251

Lituania 0,112 0,023 0,135 0,134 0,030 0,164

Lettonia 0,094 0,008 0,102 0,091 0,009 0,101

Polonia 0,031 0,063 0,095 0,039 0,094 0,134

Italia 0,000 0,081 0,081 0,000 0,081 0,081

Slovacchia 0,020 0,018 0,038 0,021 0,019 0,041

Paesi Bassi 0,000 0,035 0,035 0,000 0,035 0,035

Bulgaria 0,031 0,000 0,031 0,031 0,000 0,031

Ungheria 0,007 0,011 0,017 0,007 0,011 0,017

Slovenia 0,004 0,004 0,008 0,005 0,005 0,010

Totale UE 2,025 2,712 4,737 1,713 3,535 5,248

*In centrali termoelettriche o impianti di cogenerazione e destinato alla commercializzazione. **Stima.Fonte; EurObserv’ER 2009.

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l’industria delriscaldamento a biomassa:dalla stufa alla centraledi cogenerazione ad altacapacità

L’industria europea del riscaldamen-to a biomassa è molto diversificatain quanto comprende il mercato deiservizi residenziali, il mercato istitu-zionale e l’industria. I produttori dicaldaie pertanto offrono vaste gam-me di capacità, da pochi kilowatt adiverse decine di megawatt, e anco-ra di più quando costruiscono im-pianti di cogenerazione per l’indu-stria del legno o per l’industria dellacarta e della cellulosa.Vi sono molti produttori europei diapplicazioni per il riscaldamento do-mestico (stufe, camini chiusi, caldaie,ecc.). Il mercato è abbastanza maturoed estremamente ben strutturato eil riscaldamento domestico a legna èlargamente diffuso nella maggiorparte dei Paesi dell’Unione Europea.Negli ultimi anni il settore è statosupportato attraverso molti incentivi

dalle pubbliche autorità, che non so-lo puntano a convertire le famiglie alriscaldamento a legna ma anche a so-stituire l’attuale impianto di riscalda-mento indirizzando i consumatori acomprare applicazioni per il riscalda-mento più efficienti. Questi incentivihanno permesso ai produttori più in-novativi di spingere le loro attività,inclusi i produttori di stufe a legna ecaldaie a pellet. Questi produttori,principalmente austriaci e tedeschi,sono stati imitati. Questo a tal puntoche vi è stata una proliferazione dimarchi da altri Paesi (Italia, Svezia,Francia, Repubblica Ceca) che offronoquesto tipo di applicazioni per il ri-scaldamento. La lista di specialisti di applicazioniper il riscaldamento a pellet includeil produttore austriaco ÖkofenPelletsheizungen (tabella 5) che di-stribuisce i suoi prodotti (in capacitàche variano da 2 a 224 kW) in 13 Paesie ha già venduto circa 27.000 unitàdal 1997. Il marchio, che possiede fi-liali in Francia, Italia e Germania,esporta circa l’80% della sua produ-zione. Ökofen ha avuto un anno par-

ticolarmente positivo nel 2008 quan-do ha venduto oltre 7.000 dispositiviper un valore di 39 milioni di €. Il pro-duttore sta puntando sulla formazio-ne degli installatori per incrementa-re la sua attività all’estero sulla basedel fatto che questo investimentopromuoverà il pellet di legno, rassi-curerà gli installatori, svilupperà ilsettore con installazioni di alta qua-lità ed eviterà una pubblicità negati-va. Molti altri soggetti specializzatianche nella produzione di caldaieper il segmento domestico e perquello delle piccole aziende (da pochikilowatt a diverse centinaia) hannogoduto di un fatturato piuttosto altonel 2008. Un esempio è ETAHeiztechnik le cui vendite sonoquasi triplicate tra il 2007 e il 2008, da23 a 65 milioni di €, e KWB che pre-vede una crescita del fatturato di 10milioni di € nel 2009 rispetto all’annoprecedente, fino a 65 milioni di €.Lo sviluppo del mercato della coge-nerazione da biomassa e il segmen-to delle caldaie per il pubblico e l’in-dustria sta anche alimentando lacrescita del settore delle caldaie a

Tabl. n° 5Esempi di produttori di caldaie a biomassa nell’Unione Europea

Azienda Paese Tipo di prodottoGamma

di potenzaFatturato 2008

(M EURO)Occupazione

nel 2008

ÖkofenHeiztechnikGmbH

AustriaCaldaie e bruciatori per privati

e piccole imprese2 – 224 kWth 39 300

HDG BavariaGmbH

GermaniaCaldaie e bruciatori per privati

e piccole imprese4,5 – 380 kWth 32 200

ETAHeiztechnikGmbH

AustriaCaldaie e bruciatori per privati

e piccole imprese7,7 –200 kWth 65 120

KWB AustriaCaldaie e bruciatori per privati

e piccole imprese10 – 300 kWth 55 190

Compte R FranciaCaldaie e bruciatori

per comuni e industria250 – 8 000 kWth 22,3 80

WeissFrance

Francia Centrali termiche e caldaie500 kWth –

45 MWth 15 65

MW Power Oy

Finlandia Centrali di cogenerazione3 – 10 MWe,

3 – 25 MWth 130 200

Fonte: EurObserv’ER 2009.

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biomassa a media e alta capacità. Lacogenerazione a biomassa si basalargamente sulla silvicoltura e sulleindustrie di lavorazione del legno(segherie, industria della carta e del-la cellulosa, pannelli truciolati). Lacogenerazione permette di fare unbuon uso dei loro rifiuti del legno. Labuona volontà delle autorità pubbli-che di promuovere la produzione dielettricità rinnovabile attraverso l’u-so di meccanismi d’incentivazione(tariffe feed-in, bandi, certificati ver-di, contributi per l’installazione) hapermesso di diversificare la base diclientela da altri settori, in partico-lare l’agroalimentare e l’agricoltura,che stanno tentando di convertirele loro specifiche tipologie di rifiutida biomassa (paglia e residui dell’in-dustria dei cereali, vari sottoprodot-ti e residui della trasformazione ali-mentare, ecc). Un’altra base di clien-ti in via di sviluppo sono le reti mu-nicipali e le imprese di servizi ener-getici che stanno prendendo esem-pio dai Paesi scandinavi e investen-do maggiormente in impianti di co-generazione a biomassa per riforni-re le loro reti di riscaldamento. C’èun afflusso di operatori industrialisul mercato degli impianti solo peril riscaldamento che non dispongo-no di proprie risorse di biomassa.Essi vogliono semplicemente porta-re a prezzi più competitivi la produ-zione di calore e ridurre le loro emis-sioni di CO2 per scopi economici eambientali dato che sono soggettialle quote di CO2 o a una tassa sulcarbonio.Questo sviluppo del mercato delle cal-daie a media e alta capacità è partico-larmente visibile in Francia dove gliattori francesi, Weiss e Compte R,hanno tratto vantaggio dai bandi delfondo sul calore lanciati da Ademe eda quelli di CRE (Commissione per laRegolamentazione dell’Elettricità) persviluppare la cogenerazione. Questisoggetti hanno inoltre tratto vantag-gio dalla richiesta delle autorità localidi equipaggiare le loro reti di riscalda-mento con installazioni a biomassaper consentire ai loro clienti di usu-fruire della riduzione del tasso di IVAda 19,6 a 5,5%. Nel 2008, Weiss Franceha rilasciato 20 impianti di riscalda-

Cosa riserva il futuro per il bosco ceduo a breve rotazione?

La nuova Direttiva europea sulle Energie Rinnovabili adottata nel 2009 richiede un

input di biomassa molto più alto, sicuramente oltre cento milioni di tep in più in

tutta Europa. L’utilizzo attuale di risorse forestali (legno e sottoprodotti

forestali), l’agricoltura e i rifiuti dell’industria di trasformazione del cibo non

saranno sufficienti.

L’agricoltura, già destinata alla produzione di biocarburanti, dovrà anche

partecipare alla produzione di calore ed elettricità. La coltivazione di piante

specifiche dedicate a un uso energetico, come il bosco ceduo a breve rotazione

(salice, pioppo, ecc.) o di piante come il miscanto dovrà diffondersi in Europa.

Queste piante possiedono una resa energetica per ettaro superiore a quella delle

colture energetiche convenzionali, dove le piante sono le stesse di quelle

utilizzate nell’alimentazione (colza, barbabietola, cereali, ecc.).

Attualmente l’impianto di bosco ceduo a breve rotazione (SRC) è raro e tende a

essere limitato a Paesi all’avanguardia come la Svezia, che pianifica di espandere

l’area di coltivazione a 30.000 ettari nel 2010, o l’Italia che già opera su 6.000 ettari,

ma anche la Germania (2.000 ettari) e l’Austria (1.000 ettari). Le decisioni politiche

che promuovono lo sviluppo del SRC dovranno essere prese molto presto in

quanto gli agricoltori devono piantare i loro appezzamenti di terra e aspettare

almeno quattro anni prima di poter raccogliere la prima volta. Decisioni efficaci

prese in questa direzione e attuate oggi contribuiranno alla crescita dell’energia

da biomassa solo fra cinque anni.

mento con una capacità totale di 81,3MWth, 80% dei quali è stato installatosulle reti di riscaldamento, e il rima-nente 20% ordinato direttamente daimprese industriali. Weiss ha visto ilsuo fatturato delle vendite crescerenel 2008 oltre 15 milioni di € (+23% ri-spetto al 2007) e le vendite dovrebberosuperare la soglia dei 20 milioni nel2010. Anche l’attività di Compte R staandando bene con 70 installazioni nel2008. Il fatturato del produttore fran-cese è incrementato di oltre il 30% nel2008 con vendite in crescita da 17 mi-lioni nel 2007 a 22,3 milioni di euro nel2008. Le sue previsioni per il 2009 sonodi un’ulteriore crescita, con vendite at-tese che raggiungeranno 26 milioni dieuro. Secondo il produttore, il trend dimercato è rappresentato dalle caldaiedi potenza.Gli attori scandinavi sono molto benpiazzati nel mercato della cogenera-zione a biomassa, e i produttori fin-landesi Wärtsila e Metso hannofatto notizia unendo le proprie forze.Nel settembre 2008 hanno annuncia-to la formazione di una joint ventureindustriale, MW Power Oy, unendole attività di Metso Heat and Power eWärtsila Biopower. Questa joint ven-ture è ora uno dei maggiori attori eu-

ropei nel mercato degli impianti medie grandi per la cogenerazione a bio-massa e anche sul mercato degli im-pianti a biomassa di media potenza.Il dato consolidato di vendite perquesta joint venture che impiega 200persone era attorno a 130 milioni dieuro nel 2008.

i consumi supereranno le75 tep nel 2010?

La crisi economica finanziaria cheha colpito l’Europa ha solamenterallentato il futuro dell’energia dabiomassa solida. I Paesi scandinavisono stati colpiti maggiormente inquanto la maggior parte dei lorocombustibili a biomassa solida pro-vengono dalle attività dell’industriaforestale che si sono contratte acausa della crisi. Nonostante ciò l’at-teggiamento attuale della maggiorparte dei Paesi UE fa rimanere otti-misti sul futuro di questa energia.Impegni politici tangibili hanno giàdato vita a un incremento significa-tivo nell’attività industriale connes-sa al settore.La ragione per questo interesse deiGoverni europei in questa energia è il

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Questo barometro è stato realizzatoda Observ’ER nell’ambito delprogetto “EurObserv’ER” al qualepartecipano Observ’ER (Francia),ECN (Paesi Bassi), Eclareon(Germania), Institute for RenewableEnergy (EC BREC I.E.O., Polonia),Jozef Stefan Institute (Slovenia), conil supporto finanziario di Ademe edella DG Tren (Programma“Intelligent Energy Europe”), epubblicato da Systèmes Solaires –Le journal des EnergiesRenouvelables. La responsabilitàper il contenuto di questapubblicazione è degli autori e nonrappresenta l’opinione dellaComunità Europea. La Commissioneeuropea non è responsabile dell’usoche potrà essere fatto delleinformazioni qui contenute.

La traduzione in italiano delbarometro pubblicato nella rivistaQualEnergia è a cura dell’UfficioStudi ENEA ed è realizzata grazieall’accordo tra EurObserv’ER, ENEAe la rivista stessa. Tale accordoproseguirà anche nel futuro.

I Barometri sono scaricabili informato elettronico all’indirizzo:

www.enea.it/produzione_scientifica/barometri.html

Grafico n°3Contributo della biomassa solida all’obiettivo del “Piano d’azione per la biomassa”europeo (in Mtep)

Totale: 70,3 Totale: 75,3

Pia

no

d'a

zio

ne

bio

ma

sse

Totale: 68,8

Totale: Consumo di energia primaria da biomassa solida

Importazioni nette di biomassa solida

Produzione d’energia primaria da biomassa solida

67,2 68,773,7

1,6 1,61,6

149,0

2007 2008 2010

Tren

d

Piano d’azione per la biomassa: biomassa solida + biomassa liquida + biogas + rifiuti urbani rinnovabili

Nota: Il Piano d’azione per la biomassa fissa un obiettivo sul consumo di energia primaria. EurObserv’ER haaggiunto una stima delle importazioni nette di biomassa solida da fuori della UE al suo indicatore diproduzione di energia primaria, al fine di valutare il contributo della biomassa solida per quest’obiettivo.Fonte: EurObserv’ER 2009.

suo potenziale di crescita molto velo-ce, sia per l’elettricità sia per le appli-cazioni per il riscaldamento. Se l’o-biettivo fissato dalla nuova Direttivasulle Energie rinnovabili (2009/28/CE)sarà raggiunto, lo sviluppo di questosettore sarà un elemento vitale.Per ottenere ciò, i Governi dovrannoaffrontare una sfida cruciale. Essi de-vono garantire che i prezzi dei com-bustibili a biomassa solida rimanga-no competitivi con i combustibilifossili. L’introduzione della tassa sulcarbonio, dall’inizio degli anniNovanta da parte di Danimarca eSvezia, e oggi ripresa dalla Francia,è stata verificata ed è parte inte-grante delle soluzioni. I Paesi hannobisogno inoltre di garantire che l’of-ferta di combustibili a biomassa so-lida non solo aumenti ma sia sicura.Di conseguenza, vi è il bisogno di svi-luppare le reti di approvvigionamen-to come avviene da tempo inScandinavia, promuovere la conver-sione dei rifiuti forestali e dei rifiutidel legno e sviluppare colture ener-getiche come il bosco ceduo a breve

rotazione su larga scala (vedi boxp.55). La raccolta di biomassa solidasarà probabilmente un fattore chia-ve nel successo degli impegnidell’Unione Europea in quanto la ri-sorsa recupero dei rifiuti, nonostan-te il grande potenziale di oggi, nonsarà sufficiente da sola. Queste nuo-ve attività possiedono inoltre ungrande vantaggio – creano occupa-zione locale e ricchezza.Gli obiettivi del Piano d’azione euro-peo del 2005 per la biomassa chepuntavano a 149 Mtep di consumo(55 Mtep per l’elettricità, 75 Mtep peril calore e 19 Mtep per il trasporto al-la fine del 2010) per tutte le bioener-gie (biomassa solida, biomassa liqui-da, biogas e rifiuti urbani rinnovabi-li) sono stati non raggiungibili perlungo tempo. Il contributo della bio-massa solida a questo obiettivo do-vrebbe con ogni probabilità supera-re le 75 Mtep nel 2010, includendo 1,6Mtep di importazioni nette da fuoridella UE (grafico 3). Questo divarionon dovrebbe essere visto come unritardo. Ci si aspetta che il settore

inizi a crescere in tutta Europa dal2010 in poi e la simbolica soglia di100 Mtep dovrebbe essere superatamolto prima della fine della prossi-ma decade.

Fonte: DGEC (Francia), ZSW (Germania),Statistics Sweden, Statistics Finland,Central Statistical Office (Polonia), IDAE(Spagna), Statistics Austria, DGGE(Portogallo), ENEA (Italia), Ministry ofIndustry and Trade (Rep. Ceca), CentralStatistical Bureau of Latvia (Lettonia),ENS (Danimarca), CRES (Grecia), DECC(Regno Unito), Statistics Lithuania(Lituania), ICEDD (Bruxelles e regioneVallonia), Flemish Energy Agency (Belgio),Statistics Netherlands (Paesi Bassi),Statistical office of the Slovak Republic(Rep. Slovacca), Sta- tistical office ofSlovenia, SEI (Rep. d’Irlanda), STATEC(Lussemburgo), Malta ResourcesAuthority, International Energy Agency.

Il barometro della biomassa solida suSistemi Solari – Il giornale delle energierinnovabili N° 194 – Dicembre 2009

L’argomento del prossimo barometrosarà l’energia eolica

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