Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... ·...

32
VOCE LA della comunità di BARIANO Dicembre 2015 - n. 4 www.parrocchiabariano.it S. Natale 2015 Il Giubileo della Misericordia

Transcript of Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... ·...

Page 1: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

VOCELA

della comunità di

BARIANODicembre 2015 - n. 4 www.parrocchiabariano.it

S. Natale 2015

Il Giubileo

della Misericordia

Page 2: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

2

dicembre 2015

BATTESIMI

Manaresi Riccardo Mariadi Francesco eCarantini Laura Marianato il 25-5-2015battezzato il 27-9-2015

Caruso Cristian Francescodi Salvatore e Aceti Anna Marianato il 4-10-2013battezzato il 25-10-2015

Bogni Erikadi Davide e Turconi Barbaranata il 16-2-2015battezzata il 25-10-2015

Zanardi Lisadi Fabio e Grasselli Ericanata il 9-5-2015battezzata il 29-11-2015

Salsano Giorgiadi Alessandro e Avino Orsolanata il 22-6-2015battezzata il 29-11-2015

Pandini Sofiadi Massimiliano e Rota Cristinanata il 20-4-2015battezzata il 29-11-2015

MATRIMONIO

Remassi Marco e Agliardi Simona7 dicembre 2015

DATE DEL BATTESIMO

17 gennaio ore 1621 febbraio ore 1213 marzo ore 1617 aprile ore 12

N.B.: è bene prendere contatto pertempo con il parroco per fissare ladata e programmare la preparazione.

CONFESSIONI

Venerdì ore 17.30-19.30Sabato ore 16.00-19.00

Confessore straordinario:sarà presente ogni primo sabato delmese dalle 9.30 alle 11.30 e in pre-parazione di feste particolari duran-te l’anno liturgico. Fare riferimentoal foglietto della domenica. È sem-pre possibile incontrare il sacerdo-te, al di là di questi orari, quandosentiamo il desiderio e la necessitàdella confessione.

PREPARIAMO IL CUORE

CONFESSIONIDomenica 20 dicembre:dalle 15.30 alla Chiesa della SacraFamiglia di Martinengo confessioniper tutti in occasione dell’aperturain vicariato dell’anno giubilare

Lunedì 21 dicembre:ore 20.30 per terza media,adolescenti e giovani

Martedì 22 dicembre:ore 9.30-11.30

Mercoledì 23 dicembre:ore 9.30-11.30

Giovedì 24 dicembre:ore 9.30-11.30 e 16-19

CELEBRAZIONINATALIZIEGiovedì 24 dicembre– Vigilia di Natale Veglia ore 23.00S. Messa della notte ore 24.00

Venerdì 25 dicembre– Natale del Signore

S. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.15– 18.30

Ore 18.00: Vespro del Natalee benedizione Eucaristica

Sabato 26 dicembre– Festa di S. Stefano

S. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.15e prefestiva ore 20.00

Giovedì 31 dicembre

S. Messa e Te Deumdi ringraziamento ore 16.00

Venerdì 1 gennaio 2016– S. Madre di Dioe Giornata della Pace

S. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.15

Adorazione Ss. Sacramento ore 18,S. Messa per la Pace ore 18.30

Mercoledì 6 gennaio– Epifania di Nostro Signore

S. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.15– 18.30

Canto dei Vespri dell’Epifaniae benedizione Eucaristica ore 18.00

Domenica 10 gennaio– Battesimo di Gesù

S. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.15– 18.30

Canto dei Vespri e riposizione dellastatua di Gesù Bambino ore 18.00

ALTRI APPUNTAMENTIGENNAIO-FEBBRAIOMartedì 19 gennaio – S. Liberata

S. Messe ore 7.30 in Parrocchia eore 17.00 all’Annunciata

Dal 24 al 31 gennaio– Festa di S. Giovanni Bosco

Seguirà programma sul fogliettodomenicale

Martedì 2 febbraio– Presentazione di Gesù alTempio – La Candelora

S. Messe ore 7.30 – 17.00 – 20.30

Mercoledì 10 febbraio– S. Ceneri e inizio Quaresima

Magro e digiunoS. Messe ore 7.30 – 17.00 – 20.30

Giovedì 11 febbraio– S. Maria di Lourdes

S. Messa ore 7.30 e S. Messae funzione Lourdiana ore 16.00

12-13-14 febbraio:

ORARI S. MESSE

Feriali ore 7.30-17.00

Sabato ore 7.30 – ore 20.00prefestiva

Domenica e festivi ore 8.00 –10.00 – 11.15 – 18.30

I VOSTRI PRETI

Don Silvio – Parroco:0363 95164

[email protected]

Don Sandro:391 4722640

In copertina: Adorazione dei Pastori

Pietro Paolo Rubens, 1608

Fermo, Pinacoteca Civica

Page 3: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Dove troveremo il nostro Dio tra gli uo-mini? Dove cercare per trovarlo e re-stargli fedeli? Sono tanti i segni e i mes-

saggi che ci stanno giungendo nel cuore di que-sto Avvento, carico dell’attesa del Dono cheDio prepara per ogni uomo. I gesti più intrisi disignificato e le provocazioni che vanno diretta-

mente al cuore forse sono proprio quelli che ci ha consegnato Papa France-sco con l’indizione dell’anno giubilare.

Il Papa con infaticabile forza e sapienza sta orientando ancora una voltal’umanità a scoprire l’amore misericordioso del Padre e a riconoscere nellapersona di ogni uomo la presenza misteriosa e reale del Redentore degli uo-mini. Egli sta davanti a noi e grida la sua fede in questo Dio fatto carne e inLui ci indica la strada da non lasciare mai per continuare ad essere uomini.

In piena comunione con il Papa, anche il nostro Vescovo nel Piano Pa-storale auspica che ogni comunità rilegga la propria esperienza di fede allaluce di quella carità che ha trovato in Gesù la sua manifestazione matura.

Nell’umiltà del presepe, tra Giuseppe e Maria (Dio sceglie la famiglia),viene nel mondo il Figlio che rivelerà il vero volto del Padre, che lo mandaa cercare e a salvare ogni figlio che ha perduto la sua dignità e la comunionecon Lui e con i fratelli a causa del peccato. La vera carità alla quale Egli cirimanda non potrà che nascere da un cuore stupito di fronte all’amore in-condizionato che Dio ci riserva, dall’esperienza gioiosa del perdono do-mandato e ricevuto nella Chiesa che con infinita gratuità ci mette a disposi-zione. Solo chi è capace di lasciarsi amare e di farsi perdonare saprà render-si testimone di carità autentica. Solo chi sa riconoscere i segni di accoglien-za e di salvezza che Dio e gli uomini gli riservano può andare agli altricome fratelli a rendere con gioia il tanto che ha ricevuto. Nel breve periodoche sono con voi non mi sono mancati segni di squisita testimonianza evan-gelica e questo è motivo forte per me per essere grato al Signore e a voi inquesto Natale. Auguri!

3

La VOCE della Comunità di Bariano

RISCOPRIREDI ESSEREAMATI

Ancora una voltaè PapaFrancesco aindicarci doveorientare losguardo perscoprire l’amoremisericordiosodi Dio

di don Silvio

Page 4: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

“Alloggiare i pellegri-ni” è un’opera dimisericordia che

ben si accorda con il tempo diAvvento che stiamo vivendo. IlNatale infatti suggerisce Betlem-me, dove Maria, Giuseppe e Gesùnon hanno trovato un alloggio«perché per loro non c’era po-sto». Soprattutto oggi, non è un-’opera facile da vivere: gli stra-nieri sono molti, e ciò pone pro-blemi su vari livelli. Ma propriola difficoltà nel praticarla rendeurgente quest’opera di misericor-dia, e occorre affrontarla in unaprospettiva cristiana.

Vorrei allora partire dall’ac-coglienza nella Bibbia. Perché ècosi importante, in essa, dareospitalità agli stranieri? Perchégli Israeliti sono stati stranieri inEgitto, e Dio si è messo dalla loroparte. E quando libera Israele,raccomanda di non dimenticareciò che ha vissuto. È un po’ quel-

lo che sperimentiamo noi: vedia-mo questa gente che arriva crean-do dei problemi, ma dimentichia-mo che non molto tempo fa era-vamo noi che emigravamo per ilmondo. E inoltre: l’atteggiamen-to verso lo straniero è legato an-che alla mentalità del “questo èmio!”, ma il Signore ricorda aIsraele e a noi che la terra è sua eche non possiamo accampare di-ritti per noi. Nel Nuovo Testa-mento poi vediamo che Gesù nonsolo si relaziona con gli stranieri(samaritani, romani, greci, …),ma lui stesso diventa straniero incasa sua: a Betlemme non trova unpiccolo spazio dove nascere, epoco dopo deve fuggire in Egittoper le minacce di Erode. Fin daisuoi primi giorni di vita sperimen-ta su di sé la paura, l’angoscia deiprofughi. La Bibbia si dimostraancora attuale: quante “Marie” equanti “Giuseppe” scappano an-che oggi dalle violenze!

Ma come praticare quest’ope-ra? Vediamo tre modelli di ospi-talità nelle Scritture. Il primo èquello di Abramo, che accogliecon tutti gli onori tre sconosciutipellegrini nella sua tenda a Mam-re (Gen. 18, 2-8): una sensibilitàche noi raramente abbiamo, per-ché spesso il vero problema èl’indifferenza. Gli stranieri di-ventano “invisibili”, come se laloro condizione non ci riguardas-se, proprio come il sacerdote e illevita col Buon Samaritano. Mal’indifferenza è una condizioneche non è cristiana, e forse nem-meno umana. Il secondo esempioha per protagonista Eliseo (2Re4, 8-10), a cui una donna offreun’ospitalità fine e discreta. C’èmodo e modo anche di ospitare:la donna non assilla e non soffocail profeta, ma semplicemente loaccoglie e gli prepara un rifugiodove riposare tranquillamente. Ilterzo esempio è quello celebre diMarta e Maria (Lc 10, 38-42): en-trambe accolgono, ma Marta nonmette davvero l’ospite al centrodel suo interesse. Guardiamo anoi: quante volte abbiamo “per-so” mezzora per ascoltare le sto-rie di questi stranieri, per cercaredi capirli? È questa la prima cosache Gesù vuole (ecco perché ap-prezza l’accoglienza di Maria),perché se non conosco non possovoler bene! Gli stranieri dei gior-ni nostri hanno bisogno anche diquesto: che li si ascolti senza pre-giudizi.

Potreste obiettare che sonotutte belle cose, ma in concreto?Penso che non sia solo questionedi fare o di dare, ma che anzituttoci debba essere una conversionenel modo di pensare e di essere. Ilprimo passo è quello di vincere lapaura attraverso la conoscenza,mettendoci in ascolto come Ma-ria con Gesù. E poi bisogna saperaccettare le differenze (in questoi nostri figli con i loro compagni

4

dicembre 2015

ALLOGGIAREI PELLEGRINIL’8 dicembre è iniziatoil Giubileo della Misericordiafortemente volutoda Papa Francesco.Approfondiamo questo tema,riscoprendo passo passole opere di misericordia corporale,con l’aiuto di don Ezio Bolis,docente di Teologia Spiritualedel Seminario di Bergamo.

di don Ezio Bolis

Page 5: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

di classe stranieri ci sono mae-stri), ed essere coscienti che le di-versità possono diventare arric-chimenti reciproci. E infatti tuttoquesto non significa che bisognadiventare come loro, perchéognuno ha la sua identità: l’ospiteha sia diritti che doveri, come im-parare la nostra lingua e rispetta-re le nostre leggi e tradizioni, e suquesto c’è da lavorare. Infine nonbisogna confondere accoglienzae assistenzialismo: nell’integra-zione, gli stranieri vanno aiutatifinché possono camminare con leloro gambe, finché sono in gradodi mantenersi da soli (e molti lofanno già, come le badanti chemandano soldi alle loro fami-glie).

Credo che queste non sianoquestioni da lasciare in mano soloai politici, ma che i cristiani cidebbano vedere la possibilità dicompiere un atto di misericordia,

di carità. E almeno qualche voltadobbiamo avere il coraggio dimetterci nei panni di questi stra-nieri e chiederci: “Che cosa farei,io, se fossi al suo posto? Se nonavessi nulla per i miei figli, nes-suna prospettiva, non sarei pron-

to anche io ad andarmene?”. Nonper farsi sensi di colpa, ma percomprendere che in queste perso-ne non ci sono solo problemi, maanche tante belle storie di umani-tà e di speranza che certamentepossono far crescere anche noi.

5

La VOCE della Comunità di Bariano

Page 6: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Il Signore Dio fece all’uomo e

a sua moglie tuniche di pelli e

li vestì (Genesi 3,21).La prima opera di misericor-

dia attestata nella Bibbia la tro-viamo al capitolo 3 del libro dellaGenesi, nel racconto del peccatodelle origini. La tradizione ebrai-ca, e con essa quella patristica, sisono a lungo soffermate su que-sto versetto: poche parole carichedi significato al punto tale da es-sere poste alla base di una delleopere di misericordia corporale:vestire gli ignudi. Rileggiamocon attenzione il versetto in que-stione.

Il Signore Dio fece…Il soggetto è Il Signore Dio:

come questi aveva tessuto il dise-gno della creazione, così, all’in-domani del peccato, nel momentostesso in cui la stupenda “tela”del creato appare sfregiata, egliriprende tutto nelle sue mani e simette al lavoro per riparare losfregio.

Là dove l’uomo si allontana,Dio continua a farsi vicino e quel

suo agire anche dopo il peccatocon un gesto creaturale (fece) è ilmessaggio di cui Adamo ed Evahanno più bisogno in un momen-to tragico come quello che stannovivendo: un Dio che li cerca (3,9:Dove sei?), un Dio che tiene vivoil dialogo (3,11: Chi ti ha fatto sa-

pere che sei nudo?), un Dio che liaiuta a verbalizzare quanto fatto(3,11: Hai farse mangiato del-

l’albero?), un Dio che continua aprendersi cura di loro, lasciandoche la misericordia si intrecci allaverità più dura sulle tragiche con-seguenze del peccato commesso.

Penso parli da sé l’immaginedi questo Dio che non permette alpeccato di interrompere il rappor-to, di annullare la parola, di eli-minare quel “prendersi cura” checaratterizza il legame tra il Crea-tore e i suoi figli.

… fece tunicheAlle foglie di fico che bastano

solo a intrecciare “cinture” vienesostituita la “tunica”. Il sostanti-vo usato in ebraico, secondo al-cuni maestri della Torà, richiama

l’abito sacerdotale, un dono scel-to con attenzione dal Creatore perfar sì che l’uomo non dimentichila sacralità della sua essenza. Qu-elle tuniche custodiscono l’iden-tità di Adamo: egli è il primoge-nito del mondo e non lo deve di-menticare. Proteggono dalla ver-gogna prodotta dal peccato e tu-telano Adamo dalle accuse di Eva(e viceversa). Il gesto di miseri-cordia di Dio, pertanto, non rico-pre solo il corpo, tutela due per-sone.

Quanto ci fa bene contemplarequesto gesto di Dio in un contestocome il nostro dove la strategiamediatica punta spesso allo scal-pore, allo scandalo, ai volti sbat-tuti in prima pagina prima ancoradi appurare che quanto annuncia-to corrisponda a verità. Lo scan-dalo fa audience. I media, in que-sti casi, spogliano, strappano ilvestito di dosso, svergognano;Dio invece copre, veste, tutela.

6

dicembre 2015

QUANDODIO VESTÌL’UOMOVestire gli ignudi: la delicatezzadel primo gesto di misericordia è ilsegno che l’uomo riceve per tenereviva la propria dignità di figlio

di don Mimmo Perego

Page 7: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

… tuniche di pelliSembrerà una domanda ozio-

sa, eppure tra i quesiti che i rabbi-ni pongono al testo, uno concerneil materiale con cui le tunichesono fatte: se per alcuni la pelle inquestione sarebbe quella dellostesso serpente ingannatore, per

altri le tuniche sarebbero donateper restituire all’uomo la lumino-sità perduta con il peccato.

Nel primo caso la tunica di-venta segno della caducità dell’u-omo. Scriverà Beda il Venerabi-le: «Coprendoli in tal modo, il Si-

gnore fa capire che essi, ormai,

sono divenuti mortali, poiché le

pelli, tratte da animali morti,

sono figura di morte». E gli faeco Giovanni Crisostomo sottoli-neando: «Il Signore Dio rivestì

Adamo e sua moglie di vestiti di

pelle, come un padre misericor-

dioso che vede i suoi figli pieni di

confusione; li coprì, ma di un

abito vile, quello che avevano

meritato».Nel secondo caso la tunica è

invece segno di protezione e dimemoria. Rabbi Giuda precisache prima del peccato l’uomo eraavvolto da un’aureola di luce:questa gli conferiva uno splendo-re maestoso agli occhi di tutte le

creature del cielo e della terra: «A

questo aspetto si riferisce il sal-

mo quanto dice: “Di gloria e di

onore lo hai coronato” (Salmo

8,6). Ma dopo il peccato l’aureo-

la di gloria che illuminava il suo

spirito è scomparsa ed è rimasto

solo il vestito della sua pelle».Per tale ragione il Signore li vuo-le rivestire nuovamente, e li vestedi luce, mostrando in tal modoche la loro dignità non è cambiatae che lui continua ad amarli. Mal-grado il loro peccato egli non liha abbandonati. La tunica, cosìinterpretata, non sarebbe quindiun segno di caducità, ma un ri-chiamo alla figliolanza divina ealla responsabilità insita in que-sta vocazione. L’uomo stesso neha bisogno per non lasciarsi in-ghiottire dal baratro oscuro delpeccato, che rischia di generareuna spinta verso l’abisso buiodella depressione e della morte.

… e li vestìDi fronte a questo verbo, Rab-

bi Simlai commenta: «La Torà

(intesa come i primi cinque libri

della Bibbia, ndr) comincia e fi-

nisce con un’opera di misericor-

dia. All’inizio sta scritto “E il Si-

gnore Dio fece per Adamo e sua

moglie tuniche di pelli e li vestì”.

Alla fine troviamo: “Ed egli lo

seppellì nella valle” (Deuterono-

mio 34,5)». La misericordia, per-tanto, racchiude la Scrittura postaa fondamento dell’identità delcredente. E il primo gesto di mi-sericordia posto sotto gli occhidella creazione è quello di Dioche veste l’uomo.

Quel vestito donato da Dio è ilsegno, il gesto, l’atto di miseri-cordia e di compassione che l’uo-mo riceve come mandato per te-ner viva la propria dignità di fi-glio in una terra che non è più ilgiardino delle origini e che dovràessere coltivata e custodita confatica e sudore.

7

La VOCE della Comunità di Bariano

Page 8: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Il logo, creato dal gesuita Rupnik, èsemplice ma ricco di significati. Sirifà molto all’arte antica, dal dise-

gno lineare ai simbolismi nascosti neiparticolari. Anzitutto la mandorla, laforma che circonda le figure: nascedall’intersezione di due cerchi, simbolidelle sfere umana e divina riunite inGesù. Essa richiama anche l’immaginedi un pesce stilizzato, antico simbolodi Cristo: le lettere della parola grecaichthys, appunto “pesce”, erano usatecome acronimo di “Gesù Cristo Figliodi Dio Salvatore”.

Anche i colori sono tradizionali: ilrosso e il blu sono simboli di Dio e del-l’uomo, il bianco della risurrezione,

l’oro della santità, le strisce nere ricordano la croce e il buio del sepolcro. Elo sguardo? I due uomini sono così vicini da avere un occhio in comune:Gesù si fa uomo assumendo il nostro punto di vista, per capirci, amarci esalvarci. Egli, poi, ha il segno dei chiodi: è già stato sulla croce, e l’ha vinta.

Per capire davvero il logo, però, occorre indagarne i riferimenti biblici. Iprimi sono le parabole della misericordia: il Buon Samaritano (esempio dicarità e misericordia), il Padre Misericordioso (perdona il figlio prodigo) ela Pecora Smarrita. Quest’ultima parabola nell’arte antica veniva raffigura-ta con l’immagine del Buon Pastore con un agnello sulle spalle: è propriociò che fa Gesù qui, è il Buon Pastore che salva le sue pecore, gli uomini,qui rappresentati dal primo, Adamo. Il richiamo è alla discesa di Cristo agliInferi, episodio tratto dall’interpretazione di un discorso di Pietro: Cristoattraversa la morte perché uomo (scendendo quindi agli Inferi), ma lo fa daSalvatore portando la salvezza a chi era morto prima della sua venuta, daAdamo in avanti (perché la salvezza è per tutti).

In conclusione, quindi, l’opera di Rupnik può essere davvero definitauna summa del tema della misericordia, logo perfetto per il Giubileo espunto di riflessione per tutti i fedeli.

8

dicembre 2015

Quando si celebra il Giubileo della Misericordia?dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016Come si ottiene l’indulgenza giubilare?Occorre confessarsi, comunicarsi, pregare secondo le intenzioni del Papa ecompiere una a scelta tra le seguenti opere: A) fare un pellegrinaggio a unaPorta santa B) compiere un’opera di misericordia o carità (visita infermi, car-cerati, anziani, sostegno economico a opere religiose o sociali) C) dedicaretempo a opere di volontariato D) compiere un’opera di penitenza (digiuno,astenersi da consumi superflui).Dove sono le Porte sante della misericordia?Nelle quattro maggiori basiliche romane (San Pietro, San Giovanni in Latera-no, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura), nelle basiliche di Terra-santa, nelle cattedrali di tutte le diocesi e in alcuni santuari scelti dai singolivescovi.Dove trovare ulteriori notizie sul Giubileo?in internet, sul sito ufficiale www.im.va è anche possibile trovare l’elenco,sebbene non completo, delle Porte sante.

IL LOGODEL GIUBILEODELLAMISERICORDIA

Il grande temadellaMisericordiariassunto inun’immaginedensa disignificati

A PROPOSITO DEL GIUBILEO

Page 9: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Non capita spesso che un Papa rilasci interviste.Men che meno telefoniche. Ma si sa, quandoc’è di mezzo la sua persona, Francesco ci ha or-

mai abituato a… non stupirci di nulla. Il protocollo nonè certo il suo forte. Ne è allergico al limite dell’insoffe-renza. Anche per questo piace. Piace il suo modo diparlare, il suo voler essere vicino alla gente, il suo lin-guaggio quasi informale, da parroco, come lui stessoama dire. Piace quel volto sempre sorridente, quandosaluta le folle di tutto il mondo o abbraccia i bambini.

Sabato 14 novembre, tuttavia, quel sorriso si è im-provvisamente spento. Soffocato dal dolore provocatodalle notizie sugli attentati di Parigi. Oltre centotrentamorti, francesi ma non soltanto. Un numero di feriti trevolte superiore. Il terrore e la paura che si diffondono,in Francia, in Italia e nel resto del mondo. Dovunque.Di essere diventati tutti più vulnerabili lo avevamo giàcapito anche prima. Ma con gli attacchi nella capitale francese il terrorismoha alzato il livello, colpendo gli inermi. Donne, uomini, bambini, gente co-mune che passeggia per strada, che siede al bar o sulla poltrona di un teatro.Persone la cui unica colpa è quella di essere lì, di incrociare la follia dei ter-roristi.

Difficile capire il perché di tutto questo odio. Anche per il Papa. Anche alui riesce difficile dare una spiegazione. Lo ha detto chiaramente, questavolta sì, in via del tutto eccezionale, durante una breve quanto intensa tele-fonata con Lucio Brunelli, il direttore del Tigi di TV 2000, all’indomanidella strage all’ombra della Tour Eiffel. «Sono commosso e addolorato -leparole di Papa Bergoglio, pronunciate con tono affranto e sgomento- e non

capisco. Ma queste cose sono difficili da capire, fatte da essere umani, e

per questo sono commosso e addolorato, e prego. Sono tanto vicino al po-

polo francese tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per

tutti loro. Questo non è umano. Sono vicino a tutti quelli che soffrono e a

tutta la Francia, cui voglio tanto bene».Un pensiero alla nazione francese, una preghiera per i morti e per quanti,

a causa di quell’autentica mattanza, hanno sofferto, soffrono e certamentesoffriranno per la perdita dei propri cari. E la constatazione, da parte delSanto Padre, di come quelle azioni terroristiche che hanno colpito Parigi al-tro non sono che un pezzo di quella terza guerra mondiale cui lo stesso Ber-goglio aveva fatto recentemente cenno di ritorno da uno dei suoi viaggi. Madetto questo è chiaro -come lo stesso Pontefice ha sottolineato nel corsodella telefonata al Tigi di TV 2000- che «non ci sono giustificazioni per

queste cose» né religiosa, né umana.«Tanta barbarie -ha poi sottolineato il Papa durante l’Angelus di dome-

nica 15 novembre- ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore del-

l’uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non

solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti, non si può non con-

dannare l’inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Vo-

glio riaffermare con vigore -ha detto concludendo- che la strada della vio-

lenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità, e che utilizzare il

nome di Dio per giustificare questa strada è una bestemmia».Come non essere d’accordo! Davvero non ci resta che affidarsi a Dio

perché ispiri pensieri di autentica pace, di solidarietà, di condivisione. Maicome oggi il mondo e la nostra società ne hanno bisogno.

9

La VOCE della Comunità di Bariano

TUTTOQUESTONON ÈUMANO

Sono le parolepronunciate daPapa Francescoil giornoseguente gliattacchiterroristici aParigi. Azioniinqualificabiliper le quali,sono sempreparole diBergoglio,non ci sonogiustificazioni

Page 10: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Inumeri dichiarati dall’Uniceftolgono il fiato. Nel mondosono oltre trenta milioni i mi-

nori costretti ad abbandonare ilproprio Paese causa guerre, con-flitti armati di varia natura, perse-cuzioni e violenze. Di questi, 215mila quelli che nel periodo gen-naio-settembre, dunque nei priminove mesi dell’anno che volge altermine, hanno cercato asilo inEuropa. Probabilmente sono daconsiderarsi i più “fortunati”, nonfosse altro per il fatto di aver co-munque raggiunto un approdo,pur se magari provvisorio. Nontutti, infatti, hanno potuto goderedi questo “privilegio”. A molti èandata peggio, molto peggio.Assurdo, ad esempio, pensareche nei primi nove mesi del 2015almeno 700 bambini, tra cui mol-ti neonati, hanno perso la vita nel

tentativo di attraversare il mareMediterraneo. Come se d’im-provviso, in Italia, scomparisseun piccolo paese! Complessiva-mente sono 14.109 i minorennisoccorsi in quelle stesse acquenel periodo considerato: di questiil 73 per cento era in fuga solita-ria, senza cioè accanto genitori oparenti.

C’è un’immagine di questo tri-bolatissimo 2015 che in modocrudo riassume il dramma dei mi-granti, in particolare dei più pic-coli e dei bambini, scuotendo lenostre coscienze e invitandoci auna riflessione. È quella del pic-colo Aylan Kurdi, tre anni appena,ritrovato senza vita sulla spiaggiadi Bodrum, in Turchia, lo scorsomese di settembre. Quell’im-magine, scattata dalla fotoreporterNilufer Demir, ha fatto il giro del

mondo aprendo una breccia nel-l’ostinato diniego all’accoglienzaopposto da molti Paesi dell’Unio-ne Europea (il premier inglese Da-vid Cameron, ad esempio, ha in uncerto qual modo ammorbidito lapropria linea dopo questo evento).La foto (che pubblichiamo) mo-stra il corpicino senza vita diAylan, t-shirt rossa e pantalonciniblu scuro, riverso sulla sabbia,faccia in giù bagnata dall’ultimolembo di onda che si infrange sul-la spiaggia.

Quella spiaggia e quel mareche per molti bambini nel mondosignifica gioia, felicità e giochispensierati sotto lo sguardo deigenitori, per il piccolo Aylan -treanni, non dobbiamo dimenticarlo-si è trasformata nella sua tomba.

Eppure Aylan non era diversodagli altri bambini della sua età.Possiamo immaginare avesse lastessa voglia di giocare, di corre-re spensierato all’aria aperta, ma-gari su una spiaggia, tenendo trale manine il filo di un’aquilone.Possiamo immaginarlo anche lui,su quella stessa spiaggia, impe-gnato a costruire i classici castellidi sabbia, scavare buche profon-de, giocare a rincorrersi con altribambini, oppure ancora, con quelsorriso dipinto sul volto che solo ipiù piccoli sanno regalare, diver-tirsi nell’acqua del mare sostenu-to da un salvagente. Avremmopotuto insomma immaginarceloin tanti modi, il piccolo Aylan.Ma riverso faccia in giù, senzavita, no. Perché non era diversodai bambini della sua età. Soltan-to più sfortunato, tremendamentepiù sfortunato. La sua colpa: es-sere venuto al mondo in una terratribolata, in perenne conflitto. Perchi di questi tempi nasce come luia Kobane, nord della Siria, nonc’è infatti pace. Assediata dai ji-hadisti dello Stato islamico, lacittà curda, fino a quel momentotutto il suo mondo, è stata ridotta

10

dicembre 2015

NONDOBBIAMOFAR FINTADI NULLAIl dramma dei migranti coinvolge,più indifesi di tutti, bambinie minorenni. Come il piccoloAylan, morto su una spiaggia turca.Come lui, nei primi novemesi dell’anno, hanno trovatola morte oltre 700 bambini

a cura della Redazione

Page 11: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

a un cumulo di macerie. Intorno alui, dunque, soltanto distruzionee devastazione, rovine e il puzzonauseabondo delle armi che spa-rano. La guerra aveva certamenteucciso i suoi compagni di giochi,e chissà quante altre persone an-cora delle quali mai sapremo ilnome e conosceremo il volto.

Aylan scappava dalla guerra,fuggiva dall’orrore dei fucili edelle bombe in cerca di una vitamigliore, di un futuro almeno piùsereno. Perché un bambino, tutti ibambini, non è giusto che cresca-no tra pallottole e attentati, terro-rismo e carestie, drammi continuie lutti. No, non è giusto. Sempli-cemente non dovrebbe accadere.Mai. A Kobane come in nes-sun’altra parte del mondo.

Là, in quel lembo di terra cur-do, invece, succede. Eccome sesuccede. Impossibile, per noi,immaginare cosa significhi. Qui,da questo lato del Mediterraneo,arrivano soltanto gli echi, notizie

di accadimenti che ci appaionolontanissimi. Che ci sfiorano sen-za toccarci. Che ci fanno dire: danoi cose simili non accadrannomai. E invece succedono, non danoi, ma in fondo nemmeno poicosì tanto lontano.

Ecco, il piccolo Aylan scappa-va dalla guerra. Dalla guerra fug-giva. Con i mezzi che il padreAbdullah poteva permettersi.Una barca, una carretta del mare,o forse neanche tanto. Quattromi-la euro da mettere insieme perprovare a costruirsi un futuro mi-gliore, in quella terra promessa

immaginata che è l’Europa.Quattromila euro racimolati chis-sà come, ma poco importa. Quat-tromila euro per la traversata del-la speranza, con Aylan -tre anniappena e una vita davanti- il fra-tello Galip, di due anni soltantopiù grande, e la moglie Rehan.Quattromila euro per lasciarsialle spalle la guerra e incontrare,forse, un poco di serenità, da co-struirsi giorno per giorno, certo,ma senza il sinistro sibilo dellebombe e quello delle pallottoledei kalashnikov.

Li chiamano viaggi della spe-ranza. Spesso, però, si trasforma-no in viaggi della morte. Quellodella piccola imbarcazione, cin-que metri soltanto, di Aylan, nonè diverso nell’epilogo rispetto atanti, troppi viaggi di cui abbia-mo avuto notizia sui giornali e intelevisione. Il copione è semprelo stesso: barche stracariche, leonde del mare che montano mi-nacciose sballottando l’improba-bile imbarcazione e il suo caricodi disperati fino a farla ribaltare.Scaraventato in mare dalla furiadelle onde e dalla paura, Abdul-lah resisterà tre ore, stringendo inun abbraccio disperato i suoibambini. Poi un’onda più violen-ta delle altre. È la fine di tutto, an-che della speranza.

Aylan, tre anni appena, verràtrovato così, riverso faccia in giùsulla spiaggia di Bodrum, puntodi passaggio per migliaia di pro-fughi sulla via delle isole grechecome Kos, da cui poi proseguireverso l’Europa. Il viaggio diAylan, invece, si è fermato lì, suquella spiaggia. Faccia in giù,t-shirt rossa e pantaloncini bluscuro. Niente più giochi, nienteaquiloni, nessun futuro. Di lui cirimarranno soltanto un paio difoto. Che almeno possano farciriflettere e dire ad alta voce: chenon accada mai più.

Ciao, piccolo Angelo!

11

La VOCE della Comunità di Bariano

Page 12: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Papa Francesco ha decisodi dedicare alla famigliaben due Sinodi. 50 anni

fa, l’8 dicembre 1965 si chiudevail Concilio Vaticano II voluto daPapa Giovanni XXIII (fra l’incre-dulità di tutti...), poi concluso daPaolo VI. Quella “chiusura” èstata una “apertura”, l’inizio diuna stagione della Chiesa che hainaugurato un movimento e uncambiamento ancora in atto. Io,prete novello, l’ho vissuto in pri-ma persona e con grande entusia-smo, e ricordo questa grande sta-gione della Chiesa.

Con il Concilio Vaticano II uf-ficiale si è svolto anche un conci-lio parallelo, quello massmediati-co (giornalisti, opinionisti, pseu-do teologi…), fatto di gossip,

chiacchiere, opinioni. Lo stessofenomeno si è ripetuto riguardo alSinodo ordinario sulla famigliaappena concluso, che ha fatto se-guito a quello straordinario delloscorso autunno. Il Sinodo è statouna scuola di fraternità e segno diuniversalità. Anche in questocaso, sui mass media si è svoltoun sinodo parallelo, fatto di gos-sip, di conflitti tra conservatori eprogressisti e a favore o contro lacomunione ai risposati.

Nulla di tutto questo: i sinoda-li non si sono chiusi, non hannoavuto paura del sinodo paralleloandato in scena sui giornali e neidibattiti televisivi.

A detta del cardinale di Vien-na Cristoph Schönborn si è svoltoin un’atmosfera di vera comunio-

ne. La dimostrazione di quantodetto è che il documento finale èstato votato da tutti i padri sino-dali. Tutto questo in attesa chePapa Francesco faccia sintesi deilavori del Sinodo e indichi lineedirettive. La visione e il problemafamiglia rimangono pastoral-mente aperti.

La provenienza dei 270 padrisinodali fotografa la vocazioneecumenica della Chiesa cattolica:vengono dall’Europa, dall’Afri-ca, dall’Asia, dall’America edall’Oceania. A questi Padri si-nodali si sono aggiunti gli invitatidi diverse culture e nazioni:esperti, uditori e uditrici, 18 laicitra cui coppie di sposi e genitori(anche una famiglia con 12 figli).

Papa Francesco ha seguito tut-ti i lavori: era il primo ad arrivaree l’ultimo ad andare via. Ha ripe-tuto essenzialmente due cose: ilSinodo non doveva essere unoscontro tra chi vuole e chi non vu-ole l’ammissione ai sacramentiper i divorziati risposati, perché«non è l’unico problema e il con-

fronto non può essere ridotto a

questo». Ha poi dettato chiara lalinea: «la dottrina cattolica sul

matrimonio non è stata toccata e

non è stata messa in questione

dal Sinodo».

Un confrontoaperto e serrato

I lavori in assemblea plenariae nei circoli a base linguisticasono stati serrati e anche duri, masenza che si siano creati blocchi,scontri tra conservatori e pro-gressisti; tutto questo senza arri-vare a negoziare o a cercare com-promessi: il Sinodo non è un par-lamento dove si raggiunge unconsenso, si patteggia e si cercaun compromesso. Guidati dalloSpirito Santo i Padri sinodali, consaggezza e franchezza, hannocercato il bene della Chiesa, in

12

dicembre 2015

La famiglia: tema urgente con problematiche diverse

SINODOSEGNODIUNIVERSALITÀLasciamo gossip e ventilaticonflitti tra i padri sinodali allasuperficialità di certa stampa.Il recente Sinodo, infatti,ha ribadito con chiarezzal’importanza e la centralitàdella famiglia nella società comeunione stabile tra uomo e donna

di don Sandro

Page 13: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

primis della famiglia e insiemequello che è la “suprema lex”, lasalvezza delle anime. I lavori sisono susseguiti coniugando veri-tà, carità, misericordia, evitandol’irrigidimento ostile dei conser-vatori che si chiude nella legge onel buonismo distruttivo. Il qua-dro in cui si è proceduto è statal’analisi della famiglia oggi: ri-chiamata all’indissolubilità delmatrimonio la difesa dell’amorefedele e duraturo; presentataun’esperienza famigliare e coniu-gale valorizzando quanto c’è dibello, di buono e di santo, e allostesso tempo, la sua vulnerabilità,spesso oggi derisa e resa ridicoladalla cultura imperante.

Tutto ciò per dire che il conte-sto in cui oggi vive la famiglia èdifficile, si muove in un mondoricco, con tanti piaceri ma pocoamore, chiusa nell’egoismo e nel-l’individualismo, spesso schiavadel piacere e del dio denaro, vitti-ma del consumismo selvaggio,dell’usa e getta.

Di fronte a questo scenario laChiesa non può chiudere le porte,né puntare il dito accusatorio, ma

uscire dal suo recinto verso gli al-tri, usando l’olio dell’accoglien-za e della misericordia: «la Chie-

sa è ospedale da campo, che ac-

coglie chiunque bussa e chiede

aiuto» dice Papa Francesco.

A conclusione dei lavori, esa-minate le varie problematicheche oggi agitano le famiglie, conchiarezza si è affermato:� La famiglia è l’unione stabile

uomo-donna, benedetta daDio, aperta alla procreazione;

� La famiglia è sogno di Dio,però bisogna fare i conti con le

fragilità che rovinano questosogno;

� La famiglia è la risorsa più im-portante della nostra società,un bene per tutti i popoli, ca-pace di creare una nuova pri-mavera.Da tutto questo è scaturito un

invito a riscoprire e ad amare lafamiglia tradizionale dichiarandola bellezza di questo sogno, e adaccompagnare la famiglia feritacome il buon samaritano.

Vale la pena vivere in fami-glia!

13

La VOCE della Comunità di Bariano

Page 14: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Èil 9 agosto 1991: due giovani francescani po-lacchi, Michael Tomaszek e Zbigniew Strzal-kowski, vengono prelevati dagli uomini di

Sendero Luminoso, subito dopo la S.Messa. Verranno riportati cadaveri ilgiorno successivo. È questo il primo atto del martirio che quindici giornidopo quel terribile avvenimento, il 25 dello stesso mese, sarebbe costato lavita anche al missionario bergamasco don Sandro Dordi. Ventiquattro annipiù tardi, il 5 dicembre 2015 quell’umile sacerdote figlio della nostra terra,è stato beatificato a Chimbote, in Perù, insieme ai due francescani polacchi.

Erano anni difficili in Perù. La povertà dilagante e l’incapacità politicadi arginare il fenomeno, avevano portato alla ribalta Sendero Luminoso, ungruppo di guerriglieri di ispirazione maoista il cui obiettivo dichiarato eraquello di sovvertire il sistema politico attraverso la lotta armata. In un cre-scendo di tensione e atti criminosi, anche al vescovo Luis Bambaren erastato intimato di lasciare la Diocesi. In caso contrario Sendero Luminosoavrebbe dato luogo all’assassinio di tutti i preti. Minaccia poi puntualmenteconcretizzata con l’omicidio di don Dordi.

I terroristi di Sendero Luminoso uccidevano “in odio alla Fede” per leconseguenze del Ministero Sacerdotale: sostegno alla Comunità e in parti-colare ai poveri in un periodo di siccità e fame, guida e organizzazione deigiovani. Inoltre i preti erano accusati di svolgere attività religiose quali la

lettura della Bibbia, pregare il Rosario, invitare allacarità. Sendero Luminoso affermava che la religioneè “oppio dei popoli” e che queste cose ostacolavano larivoluzione.

Oggi l’opinione generale è che l’uccisione dei duefrancescani e di Don Sandro Dordi (e con loro anchequelle di Giulio Rocca, missionario laico, e DanieleBadiali, sacerdote) fu un errore fatale per il Movimen-to. La popolazione si rese conto che le promesse di li-berazione e riscatto dalla povertà erano solo parolevuote in vista di una più dura schiavitù. Per questomotivo il consenso intorno al movimento guerriglierocrollò inevitabilmente, segnando la fine di una tra leorganizzazioni terroristiche più spietate del ventesi-mo Secolo.

Rimane la certezza che la resistenza non violenta eil sacrificio della vita hanno significato la sconfittadell’ideologia rivoluzionaria.

14

dicembre 2015

Don Sandro Dordi è nato nel 1931 a Gromo San Ma-rino, alta Val Seriana, in provincia di Bergamo. A die-ci anni entra in Seminario e torna al paese natale perla Prima Messa nel 1954. Ma non è certo nella suaterra che svolgerà il ministero. Parte infatti subitoper il Polesine devastato dall’alluvione. Nel 1969 di-venta prete operaio presso una ditta svizzera e nel1979 decide di andare in missione nella Diocesi diChimbote, Perù, 500 km a nord di Lima. Si occuperàdi contadini sfiduciati, donne sfruttate e giovani sen-za futuro. La scelta della missione in quel luogo par-ticolare, insieme alla decisione di non mollare nean-che nei giorni finali -nonostante la minaccia di Sen-dero Luminoso- fanno di don Sandro Dordi il primoprete missionario e il primo sacerdote bergamascoad essere riconosciuto martire.

IL CUOREE LA FEDEOLTRELA PAURA

Beatificatolo scorso 5dicembre donSandro Dordi,il sacerdotebergamascodi Gromo uccisonell’agosto 1991in Perùdal movimentoterroristicoSenderoLuminoso

È IL PRIMO PRETE BERGAMASCO BEATO

di Elena Gatti

Page 15: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

“Ho avuto famee mi avete dato da mangiare,

ho avuto setee mi avete dato da bere,

ero straniero e mi avete accolto,nudo e mi avete vestito,

malato e mi avete visitato,ero in carcere

e siete venuti a trovarmi (…)In verità io vi dico:

tutto quello che avete fattoa uno solo di questi miei

fratelli più piccoli,l’avete fatto a me”

(Mt 25, 35-36, 40)

S. NATALE 2015d

al C

orr

iere

della

Sera

, no

vem

br e

2015

Page 16: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

“N

on

tem

ete:

ecco

,vi

an

nu

nci

ou

na

gra

nde

gio

ia,ch

esa

ràdi

tutt

oil

popolo

:oggi,

nel

laci

ttà

di

Davi

de,

èn

ato

per

voi

un

Salv

ato

re,ch

Cri

sto

Sig

nore

”(L

c2,

10-1

1)

Page 17: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

S.N

ATA

LE

2015

Pietro Paolo Rubens., 1608, Fermo, Pinacoteca Civica•Foto: Daniele Maiani Adorazione dei pastori

Page 18: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

“C’erano in quella regione alcuni pastori che,pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte

facendo la guardia al loro gregge.Un angelo del Signore si presentò a loro e la

gloria del Signore li avvolse di luce.Essi furono presi da grande timore, ma l’angelodisse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una

grande gioia, che sarà di tutto il popolo:oggi, nella città di Davide, è nato per voi un

Salvatore, che è Cristo Signore.Questo per voi il segno: troverete un bambinoavvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».E subito apparve con l’angelo una moltitudinedell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cielie sulla terra pace agli uomini, che egli ama»”.

(Lc 2, 8-14)

L’Adorazione dei Pastori di Pieter Paul Rubens è

attualmente esposta presso la Sala Alessi del

Comune di Milano, in piazza della Scala.

L’ingresso è gratuito, con i seguenti orari: tutti i

giorni dalle ore 9,30 alle 20, il giovedì orario

prolungato fino alle 22,30. A Natale, Capodanno,

Epifania, dalle ore 9,30 alle 20. Il 24 e il 31 dicembre,

chiusura anticipata alle ore 18. In tutti i casi, ultimo

ingresso mezz’ora prima della chiusura.

Modalità della visita: a piccoli gruppi, durata 10

minuti.

L'Adorazione dei Pastori, dipinta da Peter PaulRubens nel 1608 (ma riscoperta soltanto nel 1927dallo storico d'arte Roberto Longhi che la scovanella Chiesa di San Filippo Neri a Fermo, città mar-chigiana dove oggi il quadro è custodito nella loca-le Pinacoteca Civica), celebra il momento più sug-gestivo e intimo della Natività secondo la narrazio-ne dell'evangelista Luca, fissandolo in un fermoimmagine di altissima qualità e denso di significati.È un'opera che avvicina alla Fede, dove i protagoni-sti non sono semplici personaggi ma persone, edove la forza attrattiva del dipinto attira all'internodel quadro lo spettatore, coinvolgendolo totalmen-te. La grande tela del pittore fiammingo -ma natonel 1577 a Siegen, nell'attuale Germania, da unafamiglia originaria di Anversa- rappresenta proba-bilmente il punto espressivo più alto della produ-zione di Rubens. E come sottolinea Anna LoBianco, curatrice della mostra milanese «

».Il dipinto viene commissionato per la Chiesa di SanFilippo Neri a Fermo nel 1608. Quell'anno, ultimodella sua permanenza in Italia, dove è giunto nel1600, Rubens è a Roma impegnato nell'esecuzioneassai complicata della pala dell'altare centrale dellaChiesa Nuova, definita da lui stesso «

».Ricevuti 25 scudi di acconto dei 200 pattuiti comecompenso, Rubens si impegna a consegnare l'operain sei mesi. Comincerà il lavoro il 1° aprile termi-nandolo in anticipo, a luglio. E sarà un capolavoromirabile. Una composizione dipinta a luce notturnadensa di bagliori, che rivela suggestivi chiaroscuricaravaggeschi senza tralasciare l’influsso della scul-tura classica (nel volto della Vergine, le cui labbraleggermente aperte vogliono significare l’alito divita che passa dalla mamma al Bambino), con gliangeli che paiono quasi catapultarsi sulla scena,preludio del barocco che proprio in quegli anniviene affermandosi; possenti, inaspettati, immensi,proprio come inaspettata è la luce irradiata da Coluiche è il fulcro della pala: Gesù Bambino, la cui divi-nità si palesa accecando il pastore sulla sinistra chesi scherma gli occhi con la mano, e sorprendendol’anziana levatrice. Immenso come il Suo Amore,venuto a convertire i cuori degli uomini, soprattuttodei più incerti: San Giuseppe resta in ombra, giàpieno di fede in quel Figlio che anche a noi chiededi credere.

racchiude

in sé tutte le prerogative che rendono eccezionale

un’opera d’arte. In primo luogo la qualità altissi-

ma che esprime tutta la forza della pittura di

Rubens, ma anche la sua storia documentata che ci

permette di seguire tutto l’iter dell’esecuzione,

avvenuta in un tempo molto breve

la più famosa

e frequentata chiesa di Roma

Fo

to: F

ilip

po

Po

destà

Page 19: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Mi piace descrivere il mio arrivo nella comu-nità di Bariano come un ballo, come unadanza fra due ballerini che per la prima vol-

ta si trovano a piroettare insieme. Entro nella vostracomunità come un ballerino che, in punta di piedi, ini-zia a conoscere e a prendere le misure della sua com-pagna, dapprima con passi piccoli e lenti, poi semprepiù ampi e articolati e pieni di energia. Due musicheclassiche con i loro balletti rendono l’idea: il ValzerDanubio Blu di Strauss, e il Valzer dei Fiori ne “LoSchiaccianoci” di Ciaikovsky.

Vi sono grato perché mi avete accolto con gioia, af-fetto e fiducia; mi avete accolto “a scatola chiusa”,senza conoscermi e senza sapere chi fossi, e questoperché la vostra fiducia nel Signore e nel Seminario èdi grande valore.

Sono al quinto anno di Teologia, e sono tra voi per “farmi le ossa”, perimparare lo stile del Pastore, lo stile di Gesù. Guarderò molto a don Silvio ea don Sandro, e cercherò di essere al servizio della parrocchia.

Prima dello scorso 10 ottobre non avevo mai messo piede a Bariano, ep-pure sono legato alla vostra comunità per almeno tre motivi: innanzitutto cre-diamo nello stesso Gesù Cristo e siamo parte dell’unica Chiesa; con MicheleMinuti ho condiviso ben quattro anni di Seminario, e poi ho avuto don Gia-como Cortesi come prefetto nell’anno di prima media in Seminario.

Ho 24 anni e sono della parrocchia del Sacro Cuore in Bergamo, che sitrova vicino all’ingresso dell’autostrada; la mia famiglia è composta damamma Grazia, papà Maurizio, e due sorelle: Laura di 26 anni e Chiara di18. Tifo per la Juventus, e oltre che di calcio sono appassionato anche di ba-sket, anche se in realtà mi piace lo sport in generale. Suono la chitarra e pia-noforte/organo. Mi piace cantare, stare in oratorio, giocare con i ragazzi,chiacchierare con i giovani e gli adulti.

Sono entrato in Seminario in prima media, e lì ho abitato per tre anni. Inprima superiore sono uscito perché ho scelto di frequentare il liceo scienti-fico, un indirizzo scolastico che il Seminario non riesce a offrire. Durante icinque anni di liceo ho giocato a basket e a calcio; sono stato animatore nelmio piccolo oratorio e ho seguito il gruppo chierichetti parrocchiale. Sonorimasto legato al Seminario grazie alle amicizie che avevo coltivato concompagni di classe e con sacerdoti educatori.

Durante gli ultimi mesi della quinta superiore ho frequentato gli incontrivocazionali, un week-end al mese, e a settembre del 2010 sono ri-entrato in

Seminario: sono “tornato a casa”, per abitare luoghi fa-miliari rimasti nel cuore, per mettermi a seguire Gesù dapiù vicino, insieme a compagni di classe ritrovati e a nu-ovi compagni di viaggio. In prima teologia eravamo un-dici ragazzotti sulla linea di partenza; ora in quinta teolo-gia siamo nove giovani sempre più innamorati di Gesù edella Sua Chiesa, con il desiderio di consegnare a Lui lanostra vita.

Cara comunità di Bariano: mi affido alle vostre pre-ghiere, mi affido alle vostre mani e alla vostra cura, nel-la certezza che il Signore è in mezzo a noi, ci guida e ciprotegge con la sua grazia. Vi accompagno nella pre-ghiera. Buon cammino

19

La VOCE della Comunità di Bariano

VENGOTRA VOIIN PUNTADI PIEDI

Luca si presentaalla comunitàdi Bariano.Affidandosialle nostrepreghiere.

di Luca Bonomi

Page 20: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Don Bosco è stato un sa-cerdote piemontese chea Torino ha conosciuto e

con tutte le sue forze affrontato ildisagio giovanile che a quel tem-po, siamo nell’Italia del XIX°Secolo, spesso sfociava nell’ab-bandono dei minori. Egli perciòdecise di spendersi per migliora-re le loro condizioni e dare loro

un’opportunità, una prospettivadi futuro. Fu così che aprì il pri-mo oratorio, luogo di ritrovo ecrescita dei ragazzi. La cosa piùimportante per don Bosco eracapire i giovani e guidarli a di-ventare “buoni cristiani e onesticittadini”.

È stato un amico e certamenteun maestro per i suoi ragazzi.Oggi, a oltre un secolo dalla suamorte (nel 1888), è straordinariopensare che la sua figura abbiaancora molto da dire e da inse-gnare a noi giovani. Il suo pen-siero è più che mai attuale inquesto clima di conflitti interna-zionali e di mancanza di pace nelmondo. Le giovani generazionicrescono sì con molte più oppor-tunità, ma anche con insicurezzemaggiori e paura per il loro futu-ro, soprattutto nelle ultime setti-mane segnate dai tragici fatti diParigi. Ripensando alla vita diquesto Santo, penso che invite-rebbe i nostri giovani a crederenelle proprie capacità e ad averefiducia in se stessi. Egli ci inse-

gna che ogni ragazzo è capace digrandi cose. L’importante è chepossa incontrare adulti che lo so-stengano, gli diano fiducia aiu-tandolo a sperare.

Don Bosco voleva bene adogni ragazzo e sapeva parlare alcuore, facendo loro comprende-re il valore dei comportamenti edei sentimenti. Ecco, allora,quello che Don Bosco ripete an-cora oggi ai ragazzi: voglio chevoi siate persone felici e realiz-zate, contente di ciò che sieteperché ognuno è unico in quantoamato, prima di tutto da Dio. Maperché i giovani possano diven-tare persone realizzate è neces-sario che incontrino adulti che liamino e sappiano valorizzarnel’originalità.

La giornata dedicata a don Bo-sco, che come ogni anno celebre-remo il 31 gennaio, deve ricor-darci che bisogna riacquistare fi-ducia e speranza nei giovani.

20

dicembre 2015

DON BOSCOAMICOE MAESTROSpesso ci si chiede: cosa farebbesan Giovanni Bosco per i ragazzidi oggi, cosa direbbe loro, qualiconsigli darebbe anche agli adultiche li accompagnano?

di Elena Gatti

Page 21: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Allo stesso tempo sarebbe bello che per i ragazzi, igiovani e gli adolescenti tutti fosse uno stimolo per-ché attraverso la realizzazione personale, possonaguardare al futuro con meno ansie e paure, convintinel loro piccolo di poter migliorare la società in cuiviviamo.

21

La VOCE della Comunità di Bariano

Page 22: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Nella prima domenica di dicembre, in orato-rio, abbiamo iniziato a vivere lo spirito na-talizio grazie alla collaborazione tra anima-

tori e mamme, queste ultime ogni anno sempre piùnumerose ed “esperte” nell’arte di creare splendidedecorazioni. Tutti insieme si sono ritrovati per farrealizzare ai bambini i classici lavoretti di Natale. Ipiccoli, accompagnati da mamme, papà e nonni, sisono precipitati a “sbirciare” i modelli per scegliereil lavoretto più bello, anche se, come ogni anno, allafine si ritrovano a provarli tutti, essendo sempremolto originali e coloratissimi. Le creazioni di que-st’anno consistevano in alberelli di pigne perlinati,grandi stelle di cartoncino, due diversi tipi di deco-razioni da appendere alle porte (il classico BabboNatale in cartoncino e la renna applicata su nastricolorati, il divertente calendario dell’avvento sottoforma di pupazzo di neve). E ancora, per i più volen-terosi, le ghirlande in pannolenci, il bicchiere pu-pazzo di neve e le bellissime palline per l’albero,fatte con la lana.

Alla fine del lungo pomeriggio erano davverotutti soddisfatti: i ragazzi più grandi per aver tra-scorso un pomeriggio diverso, i più piccoli orgo-gliosi di portare a casa un oggetto realizzato con leproprie mani, i genitori e i nonni felici di essere tor-nati per qualche ora bambini, ma soprattutto gli ani-matori e le mamme, contenti di aver rallegrato ed es-sere stati d’aiuto ai più piccoli.

È stata davvero una gioiosa domenica pomerig-gio di intensa condivisione e serenità in oratorio di-ventato, anche in questa occasione, un importantepunto di ritrovo per tutti nell’allegria e nell’attesadel Natale!

22

dicembre 2015

I LAVORETTIDI NATALE,UNA TRADIZIONECHE SI RIPETEdi Elena Gatti

Page 23: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”… Questo iltema. Grazie al Vangelo del buon Samaritano e a una rappre-sentazione teatrale, abbiamo riflettuto sul significato dell’es-

sere prossimi.Il proprietario di un bar malmenato per strada, si ritrova a mendicare

aiuto ai passanti, diventando improvvisamente uno degli “invisibili” dellasocietà… Storia semplice, ma presentata in modo toccante e coinvolgente,con momenti di risate, alternati ad altri di commozione e allo stesso temporicchi di provocazioni. A seguire, un piccolo pellegrinaggio dal Seminarioalla cattedrale, in città Alta, e la chiusura dell’incontro fatta dal VescovoFrancesco Beschi che ha posto l’accento sull’importanza per un catechistadel farsi prossimo nei confronti dei ragazzi, di comprendere le loro storie, efarsi vicino… In fondo, è questo il primo insegnamento che Dio stesso ci hadato facendosi uomo: farsi prossimo dell’intera umanità.

23

La VOCE della Comunità di Bariano

FARSIPROSSIMOL’INVITODELL’AMORE

Cinquebarianesi, duepullman vicariali,un esercito nellachiesa Ipogeadi Bergamo,in Seminario.Sono i numeridel tradizionaleincontrodei catechisticon il Vescovoper un momentodi riflessione.

Page 24: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Prendendo spunto dal discorso ai soci della presi-dente diocesana di Azione Cattolica Paola Massiin occasione della Festa del Sì del 18 ottobre scor-

so, abbiamo raccolto dieci motivazioni per le quali anchequest’anno abbiamo scelto di dire il nostro SÌ all’AzioneCattolica: le affidiamo al Signore, perché ci aiuti a tenerlesempre vive nel nostro cuore, e alle preghiere della nostracomunità.

01 Diciamo “sì” perché… crediamo che nel conte-sto civile e sociale in cui viviamo ci sia ancora bi-sogno di qualcuno che provi a narrare con la suastessa esistenza, pur nell’imperfezione che carat-terizza tutti, che essere cristiani nel mondo è bel-lo e possibile

02 Diciamo “sì” perché… crediamo nella necessità,per essere autentici testimoni di Cristo, di mante-nere un costante legame con la Parola e l’Eucare-stia, vere fonti di vita cristiana

03 Diciamo “sì” perché… vogliamo essere uomini e donne in gradodi dire all’umanità, spesso soffocata dal senso di colpa e dal rifiu-to, che non esiste peccato che non possa essere redento dall’amorerigenerante di Dio

04 Diciamo “sì” perché… vogliamo dare il nostro contributo nellaChiesa affinché essa sia sempre pronta all’ascolto e alla compren-sione, rifiutando ogni chiusura

05 Diciamo “sì” perché… crediamo nell’importanza di gesti di cari-tà, e per ricordarci ogni giorno che siamo chiamati a testimoniarela speranza al di là di ogni sfiducia

06 Diciamo “sì” perché… c’è bisogno di una Chiesa che continui aguardare il mondo con immensa simpatia e totale coinvolgimento,perché “se anche il mondo si sente estraneo al cristianesimo, il cri-stianesimo non si sente estraneo al mondo” (Paolo VI)

07 Diciamo “sì” perché… crediamo nel grandissimo valore della for-mazione umana e cristiana di ciascuno e dell’educazione dei pic-coli, pilastri fondamentali della nostra associazione

08 Diciamo “sì” perché… crediamo che i laici possano e debbanoavere un ruolo sempre crescente nella vita della Chiesa, ricono-scendo in questo impegno una vera e propria vocazione in cuispendersi senza misura

09 Diciamo “sì” perché… cerchiamo di vivere tutto questo in un con-testo associativo, la cui forza è proprio quella di non dover cammi-nare da soli ma poter condividere gioie e dolori, difficoltà e spe-ranze con compagni di viaggio preziosi e pronti all’ascolto

10 Diciamo “sì” perché… anche se ci rendiamo conto di quanta diffi-coltà ci sia a volte nel vivere tutto questo, ci mettiamo con fiducianelle mani del Padre, certi che ancora una volta saprà essere pernoi Maestro di Misericordia e di speranza

Insomma, come dice lo slogan di questa festa dell’Adesione, davverol’Ac “ci sta a cuore”!

24

dicembre 2015

DIECIMOTIVIPER DIRESÌ

Un decalogodi (buone) ragioniper aderirecon convinzionee gioia all’AzioneCattolica

Page 25: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Ogni anno, nei tempi forti dell’an-no liturgico, l’Azione Cattolicapropone a bambini e ragazzi, in

collaborazione con i catechisti, alcunimomenti di ritiro in cui prepararsi allegrandi feste del Natale e della Pasqua.Essi rappresentano per i piccoli un’impor-tante occasione per riflettere su un temalegato alla festa che sta arrivando, in unambiente preparato appositamente perloro, e immersi in un’atmosfera di racco-glimento e di silenzio.

Ed è bello notare come ogni volta i ra-gazzi facciano tesoro di questi momentivivendoli con grande intensità. Un atteg-giamento, questo, che spinge ogni annogli educatori a investire volentieri tempo eforze dedicandosi con gioia alla loro preparazione.

In occasione dell’Avvento di quest’anno, il brano biblico di riferimentoè stato il canto di lode al Signore contenuto nel libro di Isaia al capitolo 12.Quello che Isaia fa a Re Acaz e al suo popolo è un forte invito ad avere pie-na fiducia nel Signore, che non abbandona il popolo di Giuda in difficoltàma fa sentire la sua vicinanza rendendo il profeta annunciatore di un lietoevento: la nascita di un bambino, il figlio del re. Esso sarà il segno tangibiledel continuo compimento della promessa di bene che Dio ha fatto al suo po-polo: la storia della salvezza continua, oltre ogni difficoltà.

Ecco allora il richiamo al Natale, alla nascita di quel Gesù attraverso ilquale Dio rinnova costantemente l’alleanza con l’umanità e al quale, se-guendo l’invito di Isaia, possiamo e dobbiamo guardare con rinnovata spe-ranza. I ragazzi, in modalità diverse a seconda della fascia d’età, hanno cosìpotuto riflettere sulle differenze tra l’atteggiamento positivo e fiducioso delprofeta e quello senza speranza del re, pensando a quante volte anche lorostessi si sono sentiti abbattuti e lontani da Dio.

Infine sono stati invitati adessere in prima persona, comeIsaia, testimoni dell’amore diDio e portatori di speranza, nelpieno spirito del Natale diGesù.

Augurandosi che il percor-so intrapreso dai ragazzi possaessere stato ancora una voltavissuto come un momento si-gnificativo e formativo, colgo-no l’occasione per formularealle loro famiglie i migliori au-guri di buone feste.

25

La VOCE della Comunità di Bariano

“MIA FORZAE MIO CANTOÈ ILSIGNORE”

Ritiro d’Avventoper bambinie ragazzi. A fareda traccia,il canto di lodeal Signorecontenuto

nel libro di Isaia

Page 26: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Durante un discorso dicommemorazione, ilcard. Carlo Maria Marti-

ni, già arcivescovo di Milano,aveva detto di don Gnocchi: «Chi

non si ricorda il suo sguardo, i

suoi occhi, la sua figura traspa-

rente di carità? Le sue parole

spiegano e illustrano le sue opere

e le sue opere narrano la carità».È bello ricordare don Carlo

Gnocchi proprio adesso che stiamoattraversando tempi bui, pieni diincertezze e di tensioni, senza unbarlume di speranza, pervasi dalmaterialismo e dominati dall’egoi-smo. L’esempio di questo sacerdo-te ci aiuta infatti ad alzare nuova-mente la testa verso il cielo, e aguardare al futuro con speranza.

Don Gnocchi ha dedicato tuttala sua vita spendendosi in operedi bene, prima a favore delle vitti-me della malvagità umana, i mu-tilatini di guerra, e poi per cercaredi diffondere «una umanità nuo-

va che attende agli ultimi, allevia

i dolori e la sofferenza» (paroledel card. Montini).

La sua regola di vita è semprestata il Vangelo incarnato con ra-dicalità e autenticità. Si era postoal servizio del dolore innocente,esercitando la “fantasia della ca-rità” con amorevole compassione

26

dicembre 2015

CON LOSGUARDORIVOLTOAI PIÙBISOGNOSIIl prossimo 28 febbraio sarannotrascorsi sessant’anni dalla mortedel Beato don Carlo Gnocchi,l’apostolo del dolore innocente.Una figura di grande esempioper tutti e più che maistraordinariamente attuale

di Mario Lamera

«Era sotto la tenda a ossigeno,Quella mattina alle sei chiese ilpiccolo crocifisso che la mam-ma gli aveva regalato per la pri-ma Messa. Lo appendemmocon del nastro adesivo.Don Gnocchi lo guardava e gliparlava con gli occhi. L’ultimaparola che disse fu: “Grazie ditutto”. Verso sera si aggravò.Improvvisamente si appoggiocon i pugni al materasso,strappò l’adesivo, prese il croci-fisso, lo appoggiò alle labbra, lobaciò. E così morì».

(dal ricordo di

don Giovanni Barbareschi)

IL RICORDO DEGLIULTIMI ISTANTI DI VITA

Page 27: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

e appassionata misericordia.Per questi motivi, nell’anno

del Giubileo della Misericordiache papa Francesco ha ufficial-mente avviato con una significa-tiva anteprima in occasione delrecente viaggio in terra d’Africa,è quasi un segno soprannaturaleche cada il 60° anniversario dellamorte di don Carlo Gnocchi (28febbraio 1956), ed è sicuramenteun’occasione per vivere le diffi-coltà del presente con l’esperien-za della misericordia, visibilenella testimonianza di segni con-creti e con l’entusiasmo capace difornire una risposta diversa epossibile ai bisogni degli uomini.

27

La VOCE della Comunità di Bariano

Il Santuario del Beato don CarloGnocchi, situato a Milano, in viaCapecelatro 66, a pochi passidallo stadio Meazza di S. Siro, èuna delle tre chiese giubilari diMilano scelte dall’Arcivescovocardinale Angelo Scola. Com-piendovi un pellegrinaggio, saràquindi possibile ottenere l’indul-genza giubilare.Il Santuario è aperto tutti i giornidalle ore 8 alle 18. La S.Messa sicelebra la domenica e tutti i fe-stivi alle ore 10,30

A PROPOSITO DI GIUBILEO

Page 28: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

Anche quest’anno in occa-sione della festa dellaMadonna del Rosario è

stato aperto il Museo Parrocchia-le di Bariano. Non si tratta, però,di un vero e proprio museo, mapiuttosto di una raccolta di opereche don Sandro ha fatto nel corsodegli anni passati nella nostracomunità. Le opere sono di variogenere, per lo più di ambito reli-gioso: quadri, statue, icone, pa-ramenti, suppellettili e libri.

I quadri come le statue rap-presentano principalmente laMadonna, alcuni santi molto po-

polari, e il Sacro Cuore di Gesù: tutte immagini molto care alla gente diBariano in quanto fanno parte della tradizione religiosa del nostro paese,avendo accompagnato la comunità nel cammino di formazione e di cre-scita alla fede.

Il volto soave del S. Cuore di Maria o della Madonna del Rosario, cosìcome quello di Maria Bambina sotto la cupoletta di vetro, ha mostrato e tut-

28

dicembre 2015

UNPREZIOSISSIMOSCRIGNODI FEDE

Quadri, statue,icone, ma anchesuppellettilie libri.Il MuseoParrocchialedi Bariano è undono di grandevalore per tuttala Comunità

a cura dei Collaboratoridel Museo Parrocchiale

Page 29: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

t’ora mostra la dolcezza e la mitez-za d’animo di Maria e attraverso diLei la bontà di Dio verso gli uomi-ni. La statua di S. Agnese ricorda ilsuo martirio e quello di molti Santidurante le persecuzioni dei cristia-ni pochi secoli dopo la morte diCristo. La statua di S. Luigi Gon-zaga mostra il Santo in un momen-to di preghiera davanti al Crocefis-so: entrato nell’ordine dei Gesuiti,meditava sulla Passione di Gesùcome esempio da seguire durantela sua malattia che lo porterà allamorte in giovane età.

I Santi sono rappresentati inun espressione ieratica, forse unpoco lontana dai nostri giorni, masono espressione dei secoli pas-sati in cui il Cristianesimo eravissuto come una religione in cuisi doveva soffrire per espiare i

propri peccati e raggiungere cosìil paradiso. Grazie però al Conci-lio Vaticano II, pur non rinne-gando il passato, noi viviamo lanostra fede con gioia perché ab-biamo fatto esperienza di un in-contro speciale, quello con Gesù,e grazie a Lui, come Maestro difede e di amore in Dio, affrontia-mo il nostro vivere quotidiano inmezzo alle gioie e ai dolori.

I quadri e le statue del museo,oltre ad aver soddisfatto il gustoestetico del passato, hanno sem-pre aiutato e tutt’ora aiutano ameditare e a pregare, quasi a ‘dia-logare’ con Dio. Fanno parte del-la cultura religiosa che pur risen-tendo delle mode dei tempi, la-sciano un segno nella vita di cia-scuno, rafforzando i valori in cuisi crede.

29

La VOCE della Comunità di Bariano

BARIANO FESTEGGIA UN DOPPIO ANNIVERSARIO

Giornata importante, domenica 4 ottobre scorso, per la comunità di Bariano.È stata infatti l’occasione per festeggiare -come tradizione nel mese di ottobre- gli anniversari di matri-monio e contemporaneamente il 40° anniversario di Messa di Padre Piero Pandolfi.

Page 30: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

LE SUORESALESIANEPER L’ETIOPIA

Supportare le attività scola-stiche con attività di dopo-scuola e alfabetizzazione

per i bambini che non hanno pos-sibilità di frequentare la scuola;promuovere la donna nell’ambitofamigliare e nella comunità loca-le. Più in generale, offrire un ser-vizio alla comunità. Sono questogli obiettivi della missione avvia-ta dalle suore salesiane Figlie diMaria Ausiliatrice nel villaggiodi Gubrye, nella zona di Gurage,località situata a circa 175 chilo-metri da Addis Abeba, nell’Etio-pia sud occidentale.

Su richiesta della diocesi diEmdbir, attraverso il vescovoAbuna Mose, le suore salesiane-che hanno in suor RosariaAssandri la referente del proget-to- hanno accolto con entusiasmol’invito a prestare la loro opera afavore delle popolazioni di quelleterre, principalmente rivolta allaformazione dei giovani e alla pro-mozione della donna. Si tratta diuna sfida particolarmente impe-gnativa, soprattutto considerandola pressoché totale assenza distrutture e la densità della popo-lazione del paese e dei villaggivicini: circa 20 mila abitanti.

30

dicembre 2015

MISSIONARIDELLA COMPASSIONE

Cari saluti a tutti! Qui in India, a Ornalpur in Assam, dopo latempesta che ha distrutto ogni cosa, abbiamo ricominciatola missione in capannoni temporanei, avviando i lavori di

costruzione della scuola e di una nuova ala dell’ospedale di Eluru.Sarà molto importante per i nostri poveri, visto che il 95 per centodei pazienti non possono pagare le cure. Per fortuna ci viene incon-tro il Governo: senza l’aiuto statale sarebbe impossibile andareavanti. Va molto bene il “soup kitchen”, ovvero la distribuzione delcibo per anziani e poveri che vengono al nostro centro per mangia-re. Serviamo due pasti vegetariani al giorno.

Anche in Tanzania -dove abbiamo tre missioni- l’ospedale diMsolva funziona bene, mentre a Milola abbiamo iniziato la costru-zione della chiesa. Qui un grande problema è la febbre malarica, dicui soffrono un poco tutti i nostri missionari (8 sacerdoti, 11 suore).Anch’io ho qualche problema a gambe e schiena, ma tutto sommatosto abbastanza bene: e poi quest’anno festeggio il 50mo della miaordinazione sacerdotale. Vi ringrazio per la solidarietà e il sostegnoe prego per tutti voi

P.Jose Kaimlett

Page 31: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

31

La VOCE della Comunità di Bariano

Amastini Ginaanni 89

Hanno preso il sentiero che conduce al Padre:ricordiamoli insieme

Defunti dal 19 settembre al 27 novembre 2015

Il vostroricordo

è semprecon noi

Tomasoni Mariaanni 86

Rizzoli Anna Ritaanni 50

Felisi Tarcisioanni 90

De Angelis Filibertoanni 68

Moleri Alessandrinaanni 83

Milani GiuseppinaSuor Adelia

anni 90

Merisio Agostinaanni 71

Carminati Andreinaanni 85

Salierno Angela7° anniversario

Grassi Pietroanni 74

Quando si aprono

le porte del cuore

alla reale vicenda

dell’incarnazione,

passione, morte

e resurrezione del

Figlio di Dio,

per me,

si accoglie già oggi

il dono dell’eternità

Page 32: Bariano DICEMBRE 2015 - Altervistatuttohevea.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2015/... · 2015. 12. 22. · battezzato il 25-10-2015 Bogni Erika di Davide e Turconi Barbara

www.onoranzefunebripedrini.it [email protected]

LAPIDI MONUMENTIE

Servizio Ambulanza