Banca d’Italia - arimeblog.files.wordpress.com · In Italia la produzione industriale, che aveva...

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1 A cura di Corrado Baldinelli Capo del Servizio Supervisione Intermediari Specializzati Banca d’Italia Milano, 13 giugno 2012 Il ruolo dei confidi in Italia nell’attuale situazione economica N.B. Le riflessioni contenute nelle slides sono svolte a titolo personale e non impegnano l’Istituzione di appartenenza.

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A cura di

Corrado Baldinelli

Capo del Servizio Supervisione Intermediari Specializzati

Banca d’Italia

Milano, 13 giugno 2012

Il ruolo dei confidi in Italia nell’attuale situazione economica

N.B. Le riflessioni contenute nelle slides sono svolte a titolo personale e non impegnanol’Istituzione di appartenenza.

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Dalle Considerazioni Finali del Governatore della Bancad’Italia, 31 maggio 2012:

“Le condizioni economiche si deteriorano da un anno.

In Italia la produzione industriale, che aveva a stentorecuperato nel secondo trimestre dello scorso anno menodella metà dei 25 punti percentuali persi nella recessionedel 2009, è da allora caduta del 5 per cento.”

1. La situazione economica

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“Il prodotto interno lordo è diminuito dalla scorsa estate pertre trimestri consecutivi, con una perdita complessiva di circa1,5 punti percentuali.

Il tasso di disoccupazione è salito, da luglio allo scorso marzo,da poco più dell’8 per cento a quasi il 10; fra i giovani con

meno di 25 anni, dal 28 al 36 per cento”

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“Per l’Italia il 2012 non potrà che essere un anno direcessione, per le incertezze finanziarie e le drastiche, purse indispensabili, misure di correzione del bilanciopubblico……

La dinamica effettiva dei prestiti non riflette solo fattoridi offerta, ma anche la debolezza congiunturale delladomanda e il deterioramento della qualità del credito.

Il peggioramento della qualità del credito ha interessatosoprattutto i finanziamenti alle imprese…..

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In tale difficile contesto dell’economia operano oggi 57confidi iscritti nell’elenco speciale e sottoposti avigilanza prudenziale.

Al 30 giugno 2010 erano 26.

2. Gli interventi a favore dei confidi. Criticità dei profili tecnici.

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La categoria sta vivendo una fase di notevolecoinvolgimento organizzativo, caratterizzata daimportanti investimenti per un upgrade delle propriestrutture;

è impegnata a salvaguardare soddisfacenti livellipatrimoniali, intaccati dall’aumento dell’anomalia delcredito concesso alle PMI.

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Oltre che intermediari finanziari, i confidi sono untassello di rilievo del sistema di supporto pubblico delcredito alle piccole e medie imprese.

Per lo svolgimento dell’attività caratteristica essiutilizzano anche, se non prevalentemente, risorseapportate da enti pubblici, territoriali e non, al precipuoscopo di sostenere il credito alle imprese.

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Il riconoscimento della funzione economica e sociale diinteresse generale dei confidi trova espressione nellalegislazione statale e regionale che assegna a questi entiun ruolo rilevante nel sistema di agevolazione pubblicadel credito.

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I confidi, peraltro, non rappresentano l’unico strumentodi politica economica nel settore della garanzia;

il legislatore non ha operato una scelta chiara a lorofavore per il sostegno alle imprese, lasciando aperta lapossibilità di utilizzare altre leve, ovvero altri soggetti(tra questi, ad esempio, le finanziarie regionali).

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In relazione alla “duplice natura” dei confidi – da un latointermediari finanziari operanti in regime diconcorrenza, dall’altro strumento delle politicheeconomiche pubbliche – si determinano peculiaritensioni nello svolgimento della loro attività.

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Alcuni rilevanti interventi, diretti a sostenere le piccolee medie imprese e quindi indirettamente i confidi,sono stati di recente assunti dal Governo:

– rifinanziamento del Fondo centrale di garanziaper le piccole e medie imprese;

– l’apertura del capitale sociale dei confidi anche a socisovventori (enti pubblici e privati di natura nonfinanziaria), in deroga alla legge “confidi”.

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La Banca d'Italia, nell’ambito del Tavolo tecnico istituitocon Assoconfidi, ha prestato collaborazione allavalutazione della conformità alle disposizioni in materiadi patrimonio di vigilanza degli intermediari finanziari dischemi di contratto standard di strumenti ibridi dipatrimonializzazione.

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L’utilizzo dello schema predisposto da Assoconfidi, daparte delle Regioni e delle Camere di commercio,dovrebbe superare l’ostacolo rappresentato dallafrequente impossibilità di computare nel patrimonio divigilanza i contributi pubblici erogati ai confidi, a causadella presenza di vincoli di destinazione e/o direstituzione.

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Permangono ampie aree di criticità negli equilibritecnici dei confidi.

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Dalla Relazione annuale della Banca d’Italia per il 2011

“Il comparto dei confidi iscritti nell’elenco speciale haevidenziato un marcato deterioramento delle garanzierilasciate;

le partite deteriorate sono aumentate del 37,4 per centoa fronte di un incremento delle garanzie rilasciate del 2,2per cento.

Il rapporto tra le partite deteriorate e il totale dellegaranzie rilasciate si attesta al 6,3 per cento (4,7 nel2010).

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“La rischiosità complessiva potrebbe comunquerisultare sottostimata in considerazione della mancanza,in molti casi, di un flusso informativo strutturato con lebanche convenzionate che consenta ai confidi diindividuare tempestivamente i segnali di deterioramentodelle posizioni garantite.

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Oltre la metà dei confidi ha chiuso il bilancio 2011 inperdita.

Per le società del comparto, connotate da una modestaredditività, rileva il peso dei costi operativi, cheassorbono complessivamente il 60,5 per cento delmargine di intermediazione.

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Il comparto dei confidi presenta nel complesso unadeguato livello di patrimonializzazione;

il rapporto tra il patrimonio di vigilanza e le attivitàponderate per il rischio è pari, mediamente, al 13,5 percento.

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Tale dato risulta, peraltro, significativamentecondizionato dalle misure di sostegno provenienti dalsettore pubblico:

da un lato i contributi erogati dagli enti regionaliincidono sul rafforzamento del patrimonio di vigilanza;

dall’altro il ricorso ai meccanismi di controgaranzia avalere sul Fondo centrale di garanzia gestito dalMediocredito Centrale consente la riduzione delle attivitàponderate per il rischio.”

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Questi numeri richiedono valutazioni attente el’adozione di scelte strategiche che impongonoun’aggiornata riflessione sui punti di forza e didebolezza dell’industria dei confidi.

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Sono necessari sforzi di adeguamento alle mutatecondizioni economiche per consentire un efficiente erazionale utilizzo delle risorse pubbliche, nell’ottica diun maggiore sostegno alle piccole e medie imprese.

Serve un ripensamento critico della funzionalità dellacosiddetta filiera della garanzia.

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La costatazione ormai diffusa che la garanzia perl’agevolazione dell’accesso al credito delle PMIrappresenti un “bene pubblico” deve indurre ariconsiderare se il complessivo assetto del sistema deiconfidi, così come si è venuto nel tempo asedimentare, sia ancora valido o non richiedapiuttosto, una diversa configurazione, più snella.

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Rimane – quale profilo rilevante d’attenzione – il temadella bassa redditività della gestione dei confidi,aspetto non facilmente risolvibile se non si vuole (né sipuò) aumentare eccessivamente il costo della garanziaa carico delle imprese.

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Al 31 dicembre 2011, i confidi iscritti nell’elencospeciale ex art. 107 TUB erano 51; alla medesima datarisultavano iscritti 610 confidi nella sezione ex art. 155,comma 4 TUB.

Oggi i confidi 107 sono diventati 57; i confidi minorisono scesi a 593.

3. L’assetto del mercato

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Le garanzie complessivamente emesse da entrambe letipologie di confidi, in essere al dicembre 2011, eranopari a 24,2 miliardi di euro, di cui rispettivamente:

15,6 miliardi emessi dai confidi 107

8,5 miliardi dai confidi 155, comma 4.

Il grado di concentrazione del mercato è elevato: aiconfidi vigilati, che rappresentano l’8 per cento delnumero totale dei confidi, fa capo il 65 per cento dellegaranzie in essere.

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In questo peculiare assetto del mercato, una risposta allastrutturale carenza della redditività dei confidi puòvenire dal raggiungimento di adeguati livellidimensionali;

più si aumenta la scala, più si possono generareeconomie e conseguire un reddito complessivamenteadeguato.

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La necessità di razionalizzare le risorse pubblichededicate alle PMI impone di riconsiderare l’assettoancora troppo frammentato dell’industria, soprattuttocon riferimento alla vasta platea di confidi minori.

Vi sono margini per avviare ulteriori fusioni oaggregazioni, soprattutto nell’area meridionale delPaese dove al momento è presente un solo confidi 107.

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L'industria sta sperimentando nuove, aggiornatesoluzioni per intensificare possibili sinergie tra strutturedi diversa dimensione ,

Delicati e rilevanti appaiono in questa fase del processodi consolidamento gli impulsi che provengono dalmondo associativo.

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Le federazioni dei confidi sono chiamate, in questoparticolare momento storico, a uno sforzo di “visione”:

è necessario saper guardare oltre e dare vita a progettiambiziosi, anche di natura intersettoriale, per costruireintermediari di dimensioni adeguate alle sfide che siprospettano.

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Una dimensione adeguata del confidi potrebbe essereproficuamente identificata dall’ambito regionale diinsediamento per compendiare le sinergie con gli entiterritoriali, principali sostenitori dei confidi.

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In linea teorica, non pare irrealistico immaginare lapresenza di un solo confidi per Regione:

ne guadagnerebbe in efficienza la dinamica dei rapportibanche – confidi – enti locali;

ne potrebbe beneficiare il tessuto imprenditoriale locale.

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Si pone il problema del rispetto di un corretto grado

di competitività nel mercato dei confidi:

da un lato esigenze di stabilità e efficienza consiglianouna crescita dimensionale

dall’altro la normativa antitrust in materia diconcentrazioni esige che non si creino posizionidominanti che potrebbero determinare una riduzionedella concorrenza in termini di aumento dei prezzi ai

fruitori e di esclusione dei concorrenti.

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Sotto tale profilo, è importante che la crescitadimensionale dei confidi avvenga in un sano contestoconcorrenziale.

I benefici per le imprese derivanti dall’attivitàcaratteristica dei confidi, in termini di crescita e sviluppodel sistema produttivo, saranno massimi se vienesalvaguardato e ampliato il livello di concorrenzialitàdella struttura economica.

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Il legislatore ha aggiornato il disegno complessivo dellacategoria.

Il Decreto legislativo 141/2010 ha conferito un piùordinato riconoscimento giuridico a due tipologiediverse di confidi, sottoposte a due distinti regimi dicontrolli, gravati di differenti oneri nonostante svolganoin via prevalente la medesima attività.

4. Il quadro regolamentare e le implicazione del riassetto

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Resta da sciogliere, in sede di attuazione della riforma, ilnodo dell’eventuale innalzamento dell’attuale soglia diingresso nell’elenco speciale per i confidi che sarannotenuti a iscriversi nel futuro albo unico.

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Occorrono chiari incentivi per quelle strutture aziendaliche, diventando confidi vigilati, si sottopongono a piùsevere e articolate forme di controllo.

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Non pochi sono oggi gli oneri regolamentari a carico deiconfidi 107; i corrispondenti benefici legati a tale statusrisultano carenti.

Dal lato della normativa di vigilanza, lo stimolo adiventare 107 si è progressivamente ridotto;

a motivo del downgrading dell'Italia e delle bancheitaliane, la ponderazione agevolata della garanziaprestata da un confidi 107 è salita dal 20 al 50%.

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Un numero crescente di amministrazioni pubblichedimostra di apprezzare il ruolo dei confidi 107 e veicolasu tali intermediari quote crescenti di risorse, ritenendolidotati di strutture organizzative maggiormente robustein quanto sottoposti a più pregnanti forme di controllo.

Questo diverso orientamento rappresenta unsignificativo incentivo per assumere – o mantenere - ilpiù impegnativo ed esigente assetto del confidi vigilato.

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Vanno approfondite le modalità di erogazione dellesovvenzioni pubbliche al fine di prediligere e ottimizzarele soluzioni che rispondano a un migliore utilizzo di talicontributi sotto il profilo dell’assorbimento di patrimoniodei confidi e delle banche che erogano i finanziamenti.

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Un punto di attenzione merita il rapporto, non semprelineare, con i controgaranti (confidi di secondo livello).

Tali entità non assumono esplicitamente un obbligo dirimborso parziale delle escussioni subite dai confidi diprimo grado, ma semplicemente destinano a tal finequanto incassato come premio di riassicurazione edeventualmente ulteriori risorse.

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Una più chiara definizione di tali rapporti sarebbeauspicabile anche al fine di acclarare la soliditàcomplessiva del “sistema confidi”.

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5. Aree di miglioramento

1) E’ avvertita la necessità di un miglioramento dei flussiinformativi tra banche e confidi; i rapporti tra confidi esistema bancario presentano numerosi snodi meritevoli diattenzione:

solo alcune banche mettono a disposizione dei confidiinformazioni aggiornate sulla comune clientela;

i confidi devono essere messi in grado di seguirel'evoluzione del rapporto di prestito sottostante,soprattutto in una fase di crescente anomalia deiprestiti.

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le convenzioni talvolta non assegnano ai confidistrumenti contrattuali idonei alla gestione dellarelazione con il cliente prima dell’escussione dellagaranzia;

ciò riduce l’utilità del monitoraggio delle esposizioniin essere;

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le convenzioni sottoscritte con le diverse aziende nonrisultano uniformi anche con riferimento a elementiche impattano sull’entità della garanzia (ad esempio,trattamento di spese legali, interessi di mora);

in presenza di disposizioni contrattuali pocodettagliate, non risultano chiare le conseguenze dieventuali inadempimenti delle banche in materia diinformativa sul negativo andamento delle posizioni.

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E’ avvertita la necessità di:

2) un miglioramento dei sistemi informativi adottatidai confidi, finalizzato a consentire una correttaintegrazione tra i diversi applicativi utilizzati cheriduca al minimo le aree di inserimento manuale econsenta la ricostruzione della posizione del singolocliente.

Le inefficienze dei sistemi informativi aziendali siriverberano nelle segnalazioni di Centrale dei rischi edi vigilanza.

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E’ avvertita la necessità di:

3) uno sforzo congiunto, di tipo consortile, volto arispondere a esigenze condivise in direzione di unefficientamento dei servizi di natura consulenzialeofferti dai confidi alle imprese.

Il singolo intermediario può non risultare idoneo agarantire un’offerta qualificata; servizi evoluti sonoindispensabili a sostenere le piccole imprese inquesto difficile passaggio congiunturale.

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E’ avvertita la necessità di:

4) una corretta quantificazione delle attività di rischio:

nel caso in cui il confidi faccia riferimento nonall’ammontare originario della garanzia maall’esposizione in essere alla data di riferimento, sirischia di incorrere in una sottostima dell’esposizionein essere (in caso di sconfinamenti –riscadenziamenti), ovvero in una sovrastima (inpresenza di utilizzi parziali delle linee autoliquidanti ea revoca).

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E’ avvertita la necessità di:

5) un fluido svolgersi dei rapporti tra federazioni dicategoria e confidi;

talora emerge un riacutizzarsi delle pulsioni /rivendicazioni dal lato delle federazioni finalizzato adaffermare il ruolo delle strutture associative adiscapito delle autonomie proprie dei confidi, inquanto imprese.

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E’ avvertita la necessità di:

6) un’attenta gestione dell’espansione dell’articolazioneterritoriale dei confidi; questa, come già accennato,deve saper garantire il collegamento diretto con leimprese, interpretando da vicino le loro esigenze.

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L’utilizzo da parte dei confidi per il contatto sulterritorio di soggetti terzi – es. mediatori creditizi – vasapientemente dosato; è preferibile evitarlo se non èin grado di monitorarlo con la dovuta attenzione.

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E’ opportuno che il confidi rifugga da una produzioneindistinta di affari, catturata senza la necessariaselezione, offerta senza l’indispensabile consulenza efinalizzata solo all’aumento dei volumi.

Si rischia in tal modo di non rendere un buon servizioall’economia, di snaturare il ruolo dello stesso confidi,di metterne in crisi la stabilità prospettica.

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Conclusioni

Ruolo degli intermediari finanziari è consentireun’efficiente allocazione delle risorse in presenza diasimmetrie informative.

L’interposizione di un confidi nei rapporti tra un’impresae una banca trova giustificazione in quanto il primodovrebbe essere in grado di valutare il merito di creditodei prenditori (meglio della banca).

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Questa maggiore capacità di selezione deriverebbe dalladisponibilità di un quadro informativo più articolato,maturato grazie alla prossimità e migliore conoscenzadell’impresa.

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Un confidi ben radicato in un determinato tessutoproduttivo dovrebbe essere in grado di valutare, megliodi una banca, alcune dimensioni tipicamente qualitative(specificità dell’offerta, doti del personale, reputazione).

La banca, invece, è in possesso di informazioni sulquotidiano andamento dei rapporti in essere.

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Se si tiene conto dell’altra natura dei confidi,

di strumento attraverso il quale lo Stato concedeagevolazioni alle imprese

beneficiarie di contributi pubblici,

la concessione di garanzie non risulta volta a superareun’asimmetria informativa, bensì a favorire l’accesso al

credito a determinati soggetti ritenuti meritevoli.

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La prevalenza di una visione rispetto all’altra puòriflettersi sulle valutazioni da assumere in ordine allanecessità di richiedere ai confidi una strutturaorganizzativa “pesante” (finalizzata all’efficienzaallocativa degli impieghi), rispetto piuttosto a struttureesili (orientate all’efficienza operativa, in quantodestinate a facilitare l’accesso al credito a soggettivalutati e gestiti dal sistema bancario).

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La Vigilanza si attende che il confidi individui modalitàgestionali:

coerenti con il ruolo che intende svolgere e con ilproprio status,

che assicurino in ogni caso piena affidabilità,correttezza gestionale, efficienza operativa.

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Al confidi 107 è richiesto saper conciliare i vincoli postidall’essere sottoposto a vigilanza prudenziale,equivalente a quella applicata alle banche, ed essere allostesso tempo un indiretto strumento di politicaeconomica, cui le autorità pubbliche si rivolgono permediare il sostegno alle imprese di piccola e mediadimensione.

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Il ruolo delle associazioni di categoria deve essere nelcontinuo attualizzato:

esse non devono eccedere nella pervasività / intrusionenegli accadimenti gestionali;

devono al contempo saper correttamente valorizzare ilruolo tipico di guida e indirizzo, vitalità e coesione,incisività negoziale verso l’esterno (sistema bancario, inparticolare).

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Per i confidi, specie per quelli 107, non deve veniremeno l’approccio imprenditoriale alla gestione delrischio:

il rafforzamento delle strutture organizzative, l’adozionedi criteri oggettivi nelle decisioni di affidamento, l’avviodi modalità gestionali evolute, l’attenzione ai livellipatrimoniali e all’equilibrio economico rappresentanovalori aziendali di per sé e non per questo rendono ilconfidi estraneo alle istanze mutualistiche e associative.

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L’industria dei confidi deve svilupparsi in modo sano,continuando a offrire il suo prezioso contributo per lacrescita dell’economia, rafforzando il sostegno allepiccole e medie imprese……

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… dimostrando di saper far evolvere il ruolo di doppiaintermediazione che ne costituisce l’intrinseca naturaverso la creazione di un prezioso valore addizionale – intermini di arricchimento del patrimonio informativo edei servizi offerti – a beneficio del tessuto produttivo delnostro Paese.