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    Hans Urs von Balthasar

    Maria per noi oggi

    I.

    Nel deserto

    1. La donna e il drago

    Chi desiderasse sapere qualcosa su Maria e sul suo rapporto con ilnostro tempo, farebbe bene ad andarsi a leggere soprattutto il cap.12 dellApocalisse: proprio a! centro di questultimo libro della Bibbiaci viene consentito di penetrare, mediante unimmagine visionaria,nel dramma della storia mondiale.Il grande segno nel cielo, la Donna vestita di sole, con la lunasotto i suoi piedi e coronata da dodici stelle, ma gridando in preda aidolori del parto, senza dubbio anzitutto il popolo di Dio, Israele, chesoffre i dolori messianici: deve partorire qualcosa che pi grande

    di un qualsiasi figlio umano: come potr riuscire? E i dolori non sonosoltanto interiori: ad essi si accompagna limmensa angoscia davantial mostro, al drago rosso di fuoco con le sue sette fauci, spalancateper inghiottire il bambino subito dopo la sua nascita.Ma al fiore supremo di Israele, alla quintessenza di tutta la suasperanza, vale a dire a Maria, riesce la nascita del bambino che, comedice un salmo, dovr reggere i popoli con scettro di ferro, cio avrda Dio potenza assoluta sulla creazione. Potenza perfino sulla morte,potenza inoltre sopra il drago divoratore, cos che, risorgendo al di ldella morte, potr venir rapito e innalzato fino al trono di Dio.

    Questa summadella fede di Israele era un ben distinto essere umanodi nome Maria, che gener nel suo corpo il Messia e che convissesoffrendo lintero suo destino, fino alla crocifissione e fino al trono diDio. Che cosa avvenuto di lei?Si legge anzitutto che ella fugg nel deserto, dove Dio le avevapreparato un rifugio. Ma prima che si possa sapere altro di lei, civiene rappresentata una battaglia decisiva nel cielo: dopo ilrapimento del Messia in cielo, Michele combatte con i suoi angelicontro il drago e contro le sue schiere. Costoro non reggono. Ilgrande drago, il serpente antico, il diavolo e satana che seduce tuttala. terra, viene cacciato fuori dal cielo eterno e precipita sulla terra

    del tempo. Il cielo si riempie di giubilo, ma alla terra si grida guai!,

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    perch il diavolo precipitato su di voi, pieno di furore grande,sapendo che poco tempo ormai gli resta.Ora il drago e la donna si trovano di nuovo luno davanti allaltra; e ildrago non ha altra mira che di perseguitare la donna. Ora noi ci

    troviamo nel tempo dopo Cristo, tempo che nellApocalisse vienesempre misurato con eguale misura: 1260 giorni, oppure 42mesi, oppure, come si dice nel passo citato, un tempo, due tempi ela met di un tempo: ossia un tempo che sembra agli uomini lungo ildoppio e che tuttavia (come si legge altrove) viene raccorciato peramore degli eletti. Questo precisamente il tempo in cui noiviviamo, in cui vive anche la donna, che era Israele, che divenneMaria, e che alla fine divenne la madre di tutti i fratelli e le sorelle diGes. Maria diventa nellApocalisse la Chiesa, poich si legge, subitodopo, che il drago, infuriato contro la donna si dato a far guerracontro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano icomandamenti di Dio e stanno fermi alla testimonianza di Ges.Il furore del diavolo contro la Chiesa cos grande perch contro diessa non pu conseguire nessun successo. Furono date alla donna ledue ali della grande aquila per volare nel deserto, in un luogo doveella viene nutrita per il resto della storia, sicura dal serpente.Questa sicurezza precaria, poich il serpente vomita dalle suefauci come un fiume dacqua dietro alla donna per travolgerla. Maora la terra aiuta la donna, aprendo una voragine e inghiottendo ilfiume che il drago aveva vomitato dalle sue fauci.Quale situazione! La donna in fuga, ma la fuga ha successo, perch

    le sono state prestate le ali della grande aquila: le ali di Dio, il quale facome laquila con i suoi piccoli, affinch non abbiano paura: se liprende sullala e dal nido li porta nel vuoto. Cos si era comportatoJahv con Israele. Ma al piccolo, che viene portato in questo modo nelvuoto, il vuoto sembrer un perfetto deserto. Ora, precisamente ildeserto il luogo sicuro, in cui Dio lo trasferisce e dove si curerdel suo nutrimento in maniera mirabile per tutto il tempo della storia,allo stesso modo che Egli aveva nutrito Israele nel deserto. Allora eraun deserto geografico che noi oggi potremmo attraversare in brevetempo con un aereo. Ma ci non possibile quanto al deserto in cuidovr abitare la Chiesa prima della fine del tempo. Allora ci fu un

    esodo in direzione di una terra promessa. Oggi non c esodo per laChiesa tranne quello in direzione del paese promesso al di l dellastoria: nuovo cielo e nuova terra.Esistenza nella Chiesa oggi esistenza tra lo sputo del drago elalimento del cielo, unesistenza mortalmente minacciata e tuttaviaprotetta nel rifugio preparato da Dio, ma esistenza per tutti i figli dellaChiesa in una incessante milizia contro le potenze sataniche. LaChiesa non una grandezza distinta dai suoi figli. Essa vive in loro,come i figli vivono in essa e per mezzo di essa. Perci il loro destino il destino di lei: esposti allira del serpente e, quando combattono,protetti e nutriti da Dio. Il vostro nemico, il diavolo, come leone

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    ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli, saldi nellafede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono lestesse sofferenze di voi (1Pt 5,8s.). Rivestitevi dellarmatura di Dio,per poter resistere alle insidie del diavolo. Infatti la nostra battaglia

    non contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro idominatori di questo mondo di tenebra (Ef 6,11s.).Sono potenze irritate, non indifferenti. In epoca postcristiana si sonosviluppate in una trinit antidivina, come le descrive in dettagliolApocalisse: lantico dragone si trasformato nella bestia che saledalle profondit del mare, una figura dominatrice di dimensionistorico-mondiali. Come tale viene adorata e gli viene dato il poteredi portar guerra ai santi e di vincerli. La Chiesa pu subire sconfitte,pu venir decimata e umiliata, fino allestrema tribolazione di cuiCristo ha parlato nei vangeli, fino allaccerchiamento della cittdiletta, come dice lApocalisse. Quando cominceranno ad accaderequeste cose, alzatevi e levate il capo, perch la vostra liberazione vicina (Lc 21,28).Nella storia della Chiesa non si tratta dunque di una battaglia che sipu svolgere a piacere sulla terra; poich, anche se i suoi figlicombattono, essa stessa e quindi anche la sua discendenza persiste e persevera fino alla fine del tempo nel deserto. L e soltantol essa protetta, portata dalle ali di Dio. Il deserto la sua terrapromessa.

    2. Sputo e alimento

    Maria, la Madre Chiesa e insieme Madre della Chiesa ella puessere tutte due le cose, perch ai piedi della croce insieme con ildiscepolo prediletto diventa modello e cellula originaria dellacomunit fondata dal Crocifisso e riceve al tempo stesso come suoifigli lapostolo e, in lui, tutti i cristiani ha gi vissuto in anticipo,nelloscurit della sua vita terrena, tutto ci che pi tardi i suoi figliavranno di pena e di conforto. Tutto ci che Paolo richiamer a granvoce a riguardo del suo destino esemplare che stato debole,

    disprezzato, errabondo, anzi considerato come la spazzatura delmondo, e tuttavia mai abbandonato, mai disperato, mai annientato lo si pu intuire, in suoni assai pi riservati, anche nella vita di Maria.Che cosa ella deve aver sofferto quando la sua gravidanza, sullacausa della quale non ha mai pronunciato parola, divenne evidente alpubblico; e di certo non solo a Giuseppe, nella cui casa ella ancoranon viveva, ma ad altri, i quali, a differenza di Giuseppe, diederolibero corso alle loro lingue. E che cosa pu aver servito, davanti atutto ci, il fatto che Giuseppe, illuminato nel sogno, lha presa con scome sposa? Lo scandalo che offuscava lei e quindi anche il suobambino non veniva per questo cancellato. Neppure Giuseppe poteva

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    presentare spiegazioni tranquillanti. Si dovette lasciare tempo altempo, e ci si adegu a ritenere che questo figlio doveva pur esseredi Giuseppe. In ogni caso, deve aver pensato qualcuno, quandogiunsero i giorni della purificazione per la madre, ella doveva avere

    di sicuro bisogno di quella cerimonia che la legge di Mosprescriveva (Lc 2,22). Non possiamo neppure escludere che anchepi tardi, forse fino al tempo del suo soggiorno presso Elisabetta,Maria dovette soffrire sotto lombra dei sospetti della gente.Chiaro tuttavia che, dopo linizio della vita pubblica di Ges, dovettevivere in stretti rapporti con i suoi parenti, i quali, come riferisceGiovanni evangelista, non credevano a Ges, tuttavia lo istigavano acompiere miracoli in pubblico, forse per spremerne denaro (Gv 7,3s.).Ma quando il successo di Ges divenne fin troppo bello per lei e tutticorrevano da lui, i suoi si fecero avanti per andare a prenderlo,poich dicevano: matto (Mc 3,20s.). Maria si trova anche poi tracostoro, pi o meno, quando va a cercare Ges per poterlo vedere. Siriferisce a Ges che sua madre l fuori insieme con i suoi parenti elo invitano ad uscire. Ma lui la lascia fuori dalla porta e consente chese ne torni a casa senza aver ottenuto nulla (Mc 3,31ss.). Bisognacercare di immaginarsi che cosa deve essere passato per lanima diMaria: non conto pi niente per lui? Non gliene importa pi di me? Elladeve sentire una quantit di dicerie, anche deformate, di sicuro nonriceve lettere da parte di lui; vive in un deserto di preoccupazioni e dipaura. In qual modo lo Spirito Santo, che un giorno lavevaadombrata, labbia nutrita in questa situazione desertica, non lo

    sappiamo. Forse soprattutto mediante le prove pi terribili: con lanotte dei sensi e dello spirito fino alla fede pi nuda, la quale la resealla fine capace di contemplare lorrore della crocifissione di suoFiglio, e non solo di perderlo in questa circostanza, ma di essereassegnata, con un testamento solenne, come madre ad un altro.Certamente ella aveva conosciuto le gioie di ogni madre con il suobambino, prima piccolo e bisognoso di lei, e poi in crescita; centinaiadi migliaia di immagini e quadri la raffigurano cos, fino al fastidio. Machi ci dipinge la povera donna sola che passa i suoi giorni in angosciae in trepidazione, e che senza dubbio non capisce che cosa avviene inrealt. Ella aveva sentito di una spada che le avrebbe attraversato

    lanima. Ma non poteva prevedere di che specie sarebbe stato il suodolore. Nel momento in cui si verifica una prima catastrofe, in cui ilGes dodicenne abbandona senza preavviso i suoi genitori e, con unlieve rimprovero, spiega ad essi che lavrebbero pur dovuto sapere,essi non capiscono di fatto assolutamente niente. Non ci si puneppure immaginare che, una volta di ritorno a Nazareth, egli sisarebbe sentito pure obbligato di fornire loro una piena spiegazionedel fatto, per aiutarli in questa loro incomprensione. Niente. Bastisapere che era ad essi soggetto.Nei racconti dellinfanzia si dice certamente, e per due volte, cheMaria ha custodito meditandolo nel suo cuore tutto ci che era stato

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    detto del bambino e che il bambino stesso aveva detto. Ma laseconda volta tutto ci lo si legge nel versetto che segue a quellodove si dice: Essi non capirono che cosa volesse dire. Dunque ellariflette su che cosa questincomprensibile possa significare. Non

    rifletterebbe se non sapesse che lessenza e il destino di questogiovane erano ben singolari e che si sarebbero svelati adeguatamentenel futuro. Ma, allo stesso modo che Ges anticipa il suo destinofuturo nello spirito, ma se lo lascia svelare giorno per giorno dalPadre, cos anche sua madre deve aver previsto qualcosadellavvenire; proprio della sua fede (compimento della fede diAbramo) era laccettazione continua delle disposizioni divine. Ci siaccorda con la povert benedetta secondo lo spirito e con latrasparenza del cuore: oggi cuore e spirito vengono svuotati affinchvi possa essere fatto spazio per vedere un giorno Dio e il suo regno.Sarebbe strano che Maria, una volta in cielo, avesse sconfessato lasua esperienza terrena della fede e fosse passata a somministrarerivelazioni prognostiche circa il futuro (conversione della Russia ecose simili).Il luogo di soggiorno assegnato da Dio alla Donna il deserto, ed Eglive la trasferisce sulle sue ali daquila. Per tutta la storia del mondo laChiesa pu in tal modo cos caratterizzarsi: essa riceve da Dionutrimento sufficiente per non perire nel deserto, e si trova a distanzasufficientemente lontana dal serpente che la perseguita per nonessere spazzata via dal suo sputo. Tutto ci le deve bastare.

    3. I figlidella Donna fanno guerra

    I figli della Donna si caratterizzano per il fatto che essi osservano icomandamenti di Dio e conservano la testimonianza di Ges. Icomandamenti di Dio si riassumono in Giovanni e in Paolo nellunicocomandamento dellamore: resistere nella testimonianza, cionellatteggiamento di una perseveranza paziente a dispetto diqualsiasi aggressione o seduzione. Qui altro non si richiede che lapaziente costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio ela fede in Ges (Ap 14,12).In nessun luogo del Nuovo Testamento i cristiani fanno guerra con

    altre armi. Anche larmatura di Dio, che Paolo descrive in dettaglio(Ef 6,13-18) spiega solo in modo pi chiaro in che modo i cristiani sidifendono: verit, giustizia, disponibilit ad annunziare la buonanovella, fede, fiducia della salvezza, spada spirituale della parola diDio, preghiera costante. Armi tutte divine, e niente affatto terrestri.Ma lApocalisse, come del resto gi i Vangeli e la storia di Paolo,mostrano che esse sono le armi unicamente efficaci: Le armi dellanostra milizia non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggerefortezze. Noi distruggiamo le macchinazioni e ogni superbia che si alzata contro la conoscenza di Dio (2 Cor 10,4ss.). Vengono distruttisofismi e cavilli e non conquistati paesi e civilt straniere, poi

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    violentemente cristianizzate. Ci non vuol dire che i cristiani devonostarsene quieti a casa loro; essi hanno ricevuto dal Signore lordine diuscire ad evangelizzare tutti i paesi del mondo. Ma non con altre armidiverse da quelle usate dal loro Signore e ad essi consegnate. Non

    prendete nulla per il viaggio, n bastone, n bisaccia, n pane, ndenaro e non abbiate due tuniche ciascuno (Lc 9,3).Quando il Logosmuove verso la battaglia attraverso la storia del mondo, con la suaveste insanguinata (Ap 19,11-16), seguito dai suoi eletti e fedeli(ivi 17,14), non lo fa se non mediante le armi gi indicate. Larma piacuta la spada a due tagli della Parola che esce dalla bocca di Dio(Ap 1,16; 19,15) e ci altro non che essa stessa: viene infatti nelmondo a portarvi la spada (Mt 10,34), che penetra e divide inprofondit (Eb 4,12s.): s oppure no.Ma attenzione: i figli della Donna combattono; la Donna, benchperseguitata, non combatte. I figli possono essere sopraffatti dalpotere maligno (Ap 11,7; 13,7), ma non la Donna, la Chiesa chepartorisce verginalmente. Essa custodita, per tutto il tempo delmondo, nel rifugio preparato da Dio per lei, dove non ha da lottareper il proprio mantenimento, ma viene da Dio nutrita. Il potere deldrago non pu raggiungere questa Chiesa femminile mariana, leporte del mondo infero non la possono sopraffare. Anche la roccia diPietro vi garantita, perci: Riponi la tua spada nel fodero. Paolo eGiovanni Paolo II attraversano il mondo senza una spada; basta cheessi diano testimonianza, questa la loro arma pi potente, e ilsuccessore di Pietro pu sempre attingere nuova energia per questa

    testimonianza in una Chiesa consacrata a Maria.

    II.

    Generare nel dolore

    1. Avvento

    Lavvento di Maria, lungo nove mesi, non fu privo di dolore. Giacch,pur preservata dal peccato originale (allo scopo di poter dire il sperfetto necessario per lincarnazione del Verbo di Dio), ci nonsignifica che le siano stati risparmiati i dolori, assegnati alla donnache partorisce, fin dal principio: Moltiplicher grandemente le tuesofferenze e quelle della tua gravidanza. Con travaglio partorirai i tuoifigli (Gen 3,16).Ci che Maria ora deve soffrire espiazione per Eva e per i suoidiscendenti. Ella solidale con la madre originaria proprio perch senza peccato; essa poi solidale con il suo popolo Israele, il quale sitrova, nella sua totalit, sempre nei dolori del Messia. Ella appartiene

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    al compimento dellalleanza con il popolo, che rappresenta lumanitintera; e proprio perch ella appartiene da sempre alla promessaNuova Alleanza (Ger 31,31), legata nel modo pi intimo conloriginaria alleanza con Dio, che Paolo chiama una unica volta

    lAntico Testamento (2 Cor 3,14).Non occorre accennare per prima cosa alla penosit della suagravidanza sempre pi evidente; ci era per lumile serva delSignore di sicuro la preoccupazione minore. Ma lei, debole fanciulla,sarebbe stata allaltezza dellimmensa promessa di portare ai mondoil Figlio dellAltissimo, come langelo laveva chiamato?Questa era stata in qualche modo anche la preoccupazione deifedelissimi di Israele: in che modo avrebbe potuto uscire da questopopolo, di continuo peccatore e disperso, qualcosa di cos puro eindiviso come il Messia della fine dei tempi? Anche se la fantasiapoteva rappresentarselo come anzitutto esistente nascosto nel cielo,Israele sarebbe stato pur sempre responsabile del suo arrivo sullaterra.Ci che Maria soffre nel suo avvento sono soprattutto dolori spirituali;in ogni gravidanza vissuta in autentica umanit c una certa tensionesupplice, una passione interiore a riguardo del bambino che devevenire, qualcosa come un invisibile dono di grazia, che gli vieneconsegnato alla sua nascita per la sua vita futura. Una speranzagenerosa, un affidamento a Dio, oppure, se Dio non si conosce, allepotenze invisibili che guidano il destino degli uomini.Con quale ansia Maria deve aver pregato per il bambino che cresceva

    in lei e quanto deve aver meditato sul suo avvenire. Forse possedevaun presentimento circa i dolori che il Messia. avrebbe dovutosopportare. Non lo sappiamo di certo, ma un qualche destino disuperiore potenza doveva attenderlo. Simeone nel tempio glieloconfermer: Ecco, egli posto per rovina e la risurrezione di molti inIsraele e quale segno di contraddizione. Per nessuna donna lagravidanza passa senza angoscia; per Maria, non senzapresentimento della croce. Ella ha al riguardo, come in anticipo, unaparte imprecisabile.Noi non sappiamo se con questi dolori spirituali fossero congiuntesofferenze dordine fisico; ma senzaltro possibile che queste

    durassero fino a poco prima della nascita, che alla fine dovettecompiersi come un miracolo, come limprovvisa presenza dellEventodefinitivo. In ogni nascita ogni dolore si trasfigura in luce: la nottediventa luce santa (Weih-Nacht). In che modo il suo grembo si siaaperto e poi richiuso, noi non sappiamo nulla, ed anche superfluofare delle speculazioni su un evento che stato per Dio un giocoinfantile, qualcosa di assai meno importante dellanterioreadombramento mediante lo Spirito Santo. Chi accorda validit aquesto primo miracolo e chiunque credente deve pur accordarla,altrimenti Ges dovrebbe avere due padri non ha bisogno di farechiss quali acrobazie per riconoscere anche un miracolo secondo,

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    quello della nascita verginale. davvero stupefacente per gli ebrei ilfatto che la vecchia profezia ebraica Ecco, la fanciulla partorir(fanciulla che pot senzaltro gi essere chiamata vergine: Is 7,14)abbia potuto essere tradotta decisamente con vergine in greco. E

    soltanto cos doveva essere, se, a partire dal Figlio verginale, dora inpoi la fecondit verginale per uomini e donne nella Chiesa dovevadiventare una particolare vocazione (1 Cor 7).

    2. Figli miei per i quali io soffroancora i dolori del parto

    Se nella Chiesa la vita di castit, nellimitazione di Ges, ma anche diMaria, diviene un dono di grazia, ci resta oltre ogni dubbio legatocon i dolori propri di una gravidanza. Si deve trattare di unavocazione, se questa forma di vita deve portare a una nuova e pialta fecondit, e non di forme di zitellaggio o di cameratismogiovanile. Si deve trattare di una rinuncia consapevole e libera dellafecondit fisica, la quale comunque in grado di partorire soltantodella vita mortale, per ottener parte alla fecondit nuova della croce edella resurrezione, che pu davvero generare vita immortale. Qui sidistingue nel modo pi profondo la verginit cristiana dalle ascesiantiesistenziali di altre religioni; si pu dire che essa il loro direttoopposto. Non soltanto in forza della sua fecondit. Anche perch essa esplicito dono di Dio che on ci si pu prendere da s, ma che siriceve appunto in dono. Certo Paolo vorrebbe che tutti vivesserocome lui, ma essendo una vita come la sua non una questione di

    decisione propria, bens una elezione (klesis), ognuno deve prenderela vita che gli viene offerta da Dio (1 Cor 7,24).Paolo, il quale ancora non sa quanto la sua castit ha caratteremariano, la vive in modo assai consapevole come una gravidanzalegata a dolori di partoriente da soffrire per i suoi figli. Egli porta nelsuo grembo la comunit della Galazia sullorlo dello scisma e patisceunaltra volta i dolori del parto, finch Cristo non prenda forma in voi(Gal 4,19). Egli sa pure di soffrire di meno per comunit non ancoranate che per comunit gi, vero, fondate, ma non ancora maturatenel grembo apostolico fino in fondo. Chi patisce scandalo, ed io nonardo di dolore? (2 Cor 11,29). Questo dolore gli viene addossato da

    Dio stesso, ed insopportabile a tal punto che per ben tre volte hopregato il Signore che lallontanasse da me.Ma no: La mia grazia ti basta; la mia potenza si manifestapienamente nella debolezza (ivi 12,8s.). Una volta che Paolo lhacapito, egli si vanta a preferenza della mia debolezza perch dimoriin me la potenza di Cristo. Perci mi compiaccio nelle mie infermit,negli oltraggi, nelle necessit, nelle persecuzioni, nelle angoscesofferte per Cristo, perch tutto ci crea in me lo spazio perlefficacia di Cristo (ivi 9-19). Poco gli importa che la comunit lodisistimi; ci gli consente di prendere su di s il suo fallimento e dipoterli nuovamente generare forti dalla sua impotenza. Cos in noi

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    opera la morte, ma in voi la vita (ivi 4,12). E la morte the agisce inlui non una morte neutrale e neppure solo ascetica, ma unicamente la stessa feconda morte salvifica di Ges Cristo, che glicomunica la forza di partorire come dal suo grembo per ogni tempo

    anime che credono e che amano. Egli fu crocifisso, vero, per la suadebolezza, ma vive nella potenza di Dio (ivi 13,4).Paolo offre soltanto la descrizione dettagliata di questa fecondit chescaturisce dalla vita temperante di Ges e, attraverso di lui, dellamadre sua, di Giuseppe, del Battista, del discepolo prediletto e dimolti altri cristiani imitativi in questo di Ges. Si pensi anche soltantoalla grande energia generativa fornita ai grandi fondatori di grandiOrdini, a Benedetto, Francesco, Ignazio: unenergia che non si ancora esaurita dopo secoli o millenni. la causa decisiva del perchla Chiesa cattolica, e a modo suo anche la ortodossa, tanto ci tieneancora, ostinatamente, al celibato del sacerdote. Se questo celibatoviene vissuto consapevolmente e con la generosit che si merita, ladisponibilit di patire pure i dolori del parto per le persone affidate,finch Cristo non abbia preso forma in esse, si comprenderlorigine mariana di questa grazia e potr spesso essere riconosciutae quasi toccata con mano ai suoi frutti.

    3. Partorire il cielo

    Maria la Vergine ha partorito, partorendo suo Figlio, il tempo finale,poich ella la quintessenza di Israele, il quale ha atteso i dolori del

    Messia come segno dellarrivo del mondo definitivo. Ma il Figlio, cheviene dal Padre e va al Padre (Gr 16,28), ci ha aperto la strada versoil cielo: Io sono la via; io vado a prepararvi un posto ( ivi 14,2.6). Ilcielo, che egli ci prepara, non un luogo fisso e finito; piuttostobisogna dire che questo luogo si innalza veramente per noi solo con ilsuo ritorno in cielo, con la sua ascensione. Essere in cielo significa:abitare presso il Signore (2 Cor 5,8). Ho desiderio di essere scioltodal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe la cosa migliore (Fil1,23).Vicino al Cristo noi diventiamo anche partecipi del suo essere nelseno del Padre e il Padre non , meno ancora, un luogo e questa

    partecipazione quanto precisamente ci aspetta come cielo. Certoche il Figlio trasfigurato non solo nel suo cielo, ma gli innumerevoli,radunati accanto a lui, hanno accesso a questa eternit soltantoattraverso di lui, il primo dei resuscitati, perch Egli doveva ottenereil primato su tutte le cose, essendo piaciuto a Dio di fare abitare in luiogni pienezza (Col 1,18s.). Questa pienezza anche la pienezza delcielo; la celeste Gerusalemme non soltanto la sua sposa perleternit, ma anche in quanto tale il numero compiuto dei suoimembri, il suo corpo interamente cresciuto.I cristiani dicono a buon diritto di sperare di andare in cielo.Tuttavia sanno pure che il cielo in qualche modo anche lo si merita

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    o che, in altre parole, si raccoglie un tesoro nel cielo (Mt 6,20) e chedunque ci si prepara e ci si mette da parte un posto in cielo con unavita veramente cristiana. Anzi si pu allora dire che, alla fine dellanostra gravidanza in terra, ci si partorisce ciascuno il suo cielo.

    Naturalmente non con le forze proprie, ma con la forza della fede inCristo e con la nostra conformazione a lui. A riflettere su tutto ci enon sono idee avventate allora non ci sembrer pi cos stranolannuncio dellassunzione corporea di Maria in cielo.La nostra esistenza cominciata sulla terra. Siamo stati anzitutto,nascendo, incorporati nella comunit dei peccatori, e solo in seguito,mediante il battesimo o in qualche altra maniera misericordiosa,siamo stati tolti da questa comunit e ricevuti nella comunit deigraziati da Dio per mezzo di Cristo. Invece Maria si trova nel piano disalvezza di Dio in un posto che non ha paragone col nostro: si trovaallinterno di questo piano come un membro irrinunciabile alla suaesecuzione: la sua innocenza immacolata la condizione del fatto cheil Verbo di Dio ha potuto farsi carne. Questa non fu anzitutto unaquestione di carattere genitale fisico. C stato bisogno di unaperfetta intesa, per cos dire di un grembo materno spirituale, perchDio potesse inserirsi nella comunit umana. Tutta la persona di Maria,indivisibile di anima e corpo, stata la sede di un simileaccoglimento. A partire da questa intelligenza che Maria tutta interaaveva la sua origine nel piano divino di Dio la Chiesa comprende cheMaria poteva essere assunta lass, dove aveva da sempre il suoposto, unicamente nella stessa citata interezza, ora veramente

    realizzata. Si pu dire di certo che anchella si guadagnata il cielocon i suoi meriti terreni, con tutto il suo dolore fino ai piedi dellacroce, ma ella era fin dal principio cos libera, cos risoluta, che nellasua gravidanza terrena rivolta al cielo, non avrebbe potuto verificarsinessun incidente o malformazione generativa.Noi poveri peccatori la invochiamo per lora della nostra morte: ella porta del cielo, assai pi di Pietro la portinaia celeste che cirende possibile laccesso alla presenza di suo Figlio: per Mariam ad

    Jesum. Ella laiuto di cui abbiamo bisogno affinch la nostra nascitariesca... fino a raggiungere il cielo.LAntico Testamento non ha saputo nulla del cielo; il lamento dei

    Salmi (che nella morte finisce ogni lode di Dio) terribile abbastanza.I credenti prima di Cristo, pellegrini in cammino verso i benipromessi, che vedevano la patria solo da lontano, non hannoraggiunto i beni promessi (Eb 11,13s.). Doveva prima risorgere ilPrimogenito tra i morti (Col 1,18), Cristo come primo dei risorti,poi (dovevano risorgere) tutti coloro che appartengono a Cristo (1Cor 15,23), cos che si pot dire al visionario dellApocalisse: Beati imorti che muoiono da ora in poi (Ap 14,13). Da ora in poi, ,a partiredai dolori della terra, pu essere partorito il cielo, e quanto pi lastoria del mondo nellimitazione di Cristo cammina verso la croce,tanto pi fecondo pu diventare un simile parto.

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    Non strano che la nuova Gerusalemme discenda dal cielo da Dio(Ap 21,2), quando si dovrebbe pur pensare che la Gerusalemmeterrestre, come simbolo della citt e del regno di Dio in terra, debbaalla fine essere innalzata e trasfigurata verso il cielo? Ma da ora in

    poi non esiste pi precisamente nessuna Gerusalemme terrestre, daltempo in cui il Cristo terrestre diventato celeste, ma pur sempreincarnato. Paolo ce lo spiega con una deviazione: ci che si chiamasulla terra Gerusalemme vive con i suoi figli in schiavit, ma laGerusalemme di lass, nostra madre, libera. Sta appunto scritto:rallegrati, tu che sei sterile, tu che non partorisci, godi ed esulta, tuche non hai dolori, perch molti figli possiede la solitaria, pi di coleiche ha marito (Is 54,1; Gal 4,26s.). La sterile la verginale, ella hai molti figli; comunque noi la chiamiamo, Maria, oppure Chiesaceleste, oppure nostra Madre lass: ella ci mediante cui, e inordine a cui, noi poveri peccatori possiamo diventare fecondi.

    III.

    Maria, memoria della Chiesa

    1. Il riflettere di Maria

    La definizione di Maria come memoria della Chiesa viene dallomeliatenuta dal Santo Padre in San Pietro il primo gennaio 1987nella festadi Maria Madre di Dio, omelia in cui il papa ha annunciato la suanuova enciclica sulla Madonna. Vorremmo meditare un po su questamemoria. Essa ci potr sembrare unespressione nuova e insolita,accanto ai molti titoli gi attribuiti a Maria. Essa pu per stimolare lanostra attenzione circa un aspetto assai importante della relazione dilei verso la Chiesa e verso di noi.San Luca osserva per due volte che Maria conservava e ripensavanel suo cuore le parole dette a proposito di suo Figlio: le parole deipastori (Lc 2,19) e le parole di Ges stesso, quando i suoi genitori

    non le compresero. Proprio perch esse erano cos misteriose,Maria aveva motivo di continua riflessione. Anzi gi nella scenadellAnnunciazione, quando langelo le disse che Dio aveva pensatoper lei a una grazia tutta particolare, ella si impaurisce (come tutticoloro che nella Bibbia vengono colpiti dalla parola di Dio), ma inoltresi chiedeva quale fosse il significato di quei saluto (Lc 1,29). Ella di continuo coinvolta in misteri il cui significato la trascende, ma nonsi arrende davanti a queste parole; apre loro lo spazio del suo cuore,per ivi considerarle vivamente e continuamente (il termine greco inproposito, symballein, significa propriamente: gettare insieme,muovere qua e l, quindi: considerare in ogni parte).

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    In tal modo si suppone che ella non capisce perfettamente tutto findal primo istante, ma compie un lavoro indefesso per comprenderequanto meglio possibile tutto ci che pure pi grande di lei. Ella hadi tanto, unesperienza originaria: le si dice che concepir un figlio

    non da un uomo ma dallo Spirito Santo. Ed ecco, proprio lei, lavergine, si trova incinta. E questo figlio le viene definito FigliodellAltissimo (Lc 1,32): come potr mai unebrea comprendere cheJahv ha un Figlio? Tuttavia il fatto della sua gravidanza sussiste.Lincarnazione un fatto sopra il quale ella di continuo riflette, senzacomprendere.E in che modo lincomprensibile si realizzato? La forzadellAltissimo, lo Spirito Santo, la adombrer. Langelo le ha cosannunciato non solo lIncarnazione di Dio, ma in ultima analisi tutto ilmistero della Trinit: Il Signore con te: questo Signore Jahv, ilPadre-Dio, che ella ben conosce. Dopo la sua esitazione langeloprosegue: Tu concepirai un figlio, che sar al tempo stesso il figliodi Davide. Alla sua domanda circa il proprio comportamento, visto chequesto figlio non pu venire da un uomo, sempre langelo: lo SpiritoSanto. Dunque tutta la Trinit coinvolta nellevento che le succede.A partire da un evento che ha questa profondit e nel quale ella (sitratta del figlio di Davide, dunque del Messia!) vede ladempimento ditutte le promesse di Dio, e percepisce certamente anche qualcosadella sua passione, le riflessioni non hanno fine. E tutto ci con tantamaggiore intensit, quanto pi il bambino cresce, la abbandona,fonda una nuova famiglia (Mt 12,46ss.), alla fine fallisce, viene

    condannato e crocifisso. Adesso ella viene di nuovo adoperata. Devecondividere lesperienza di questo evento e comprender in mododefinitivo (nella notte dellincomprensione!) la parola di Simeone:Una spada trafigger il tuo cuore (Lc 2,35). Non dimentichiamo cheella possiede fin dal principio tutta la grazia dello Spirito Santo eperci questo suo riflettere sopra i fatti da lei vissuti non puessere un brancolare nel buio, ma una silenziosa crescitadellintelligenza, e precisamente dellintelligenza della sempliceserva del Signore.E quante cose ella ha gi compreso alle nozze di Cana! Che ella pupregare per i poveri che non hanno nulla da offrire in contraccambio,

    perch suo figlio, se vuole, pu inventare ancora qualche rimedio; cheella non deve lasciarsi scoraggiare dal suo rifiuto ( come se avessegi capito la parabola del pretendente di mezzanotte [Lc 11,5ss.] edel giudice infedele [Lc 18,1ss.]) e che infine ella pu e deve affidarsiin tutto a suo Figlio: il mezzo pi sicuro perch tutto ci di cui si pregapossa essere raggiunto secondo la volont di Dio: Fate ci che egli vidir (Gv 2,5). Ella ha gi compreso assai del dogma e della concretavita cristiana, semplicemente in base al suo s incondizionato. E noipossiamo dire arditamente: ella ha capito sotto la croce che bisognadire s anche alla cosa pi incomprensibile. Tutto ci si trova depostoinviolabilmente nella sua memoria. Nessuno ha una memoria

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    incorrotta come la sua dal primo istante dellIncarnazione fino allacroce, alla deposizione tra le sue braccia, alla sepoltura e allaresurrezione. E qui bisogna citare Ignazio di Loyola: Ges apparsoanzitutto a Nostra Signora anche se la Scrittura non lo dice

    espressamente, essa presuppone che noi abbiamo lintelligenza,come sta scritto: Siete anche voi senza intelligenza? (Esercizi, 220,299).E quando Maria viene consegnata come loro madre a Giovanni equindi agli apostoli e alla Chiesa, la vediamo da allora pregareinsieme alla Chiesa riunita per la venuta dello Spirito Santo (At 1,14).Pentecoste ha un senso anche per lei.

    2. Maria e la Pentecoste

    Qui noi dobbiamo affidarci una volta tanto alla sapienza di RomanoGuardini: Devessere stato qualcosa di divinamente grande quando alei, che custodiva tutto nel suo cuore, tutto divenne chiaro nella lucedello Spirito: tutto il contesto dellesistenza di Ges si era aperto.Durante gli anni della vita pubblica di Ges ella aveva mantenuta vivala fiducia con una fede eroica; ora ella percep la risposta, luminosa suogni cosa.Facilmente si pensa che Maria ha da sempre compreso il Signoremeglio di qualsiasi altra persona. Umanamente per quanto possibile qui parlare di umanit senza dubbio. Storicamenteparlando nessuno era quanto lei in grado di informare a suo riguardo.

    Daltra parte non si legge inutilmente nel Vangelo che ella noncomprese le parole che Egli disse loro. Verosimilmente ella nonavrebbe potuto affatto sopportare una vera comprensione. Il corso diunautentica esperienza di vita credente e amante pi grandedellanticipazione a riguardo di cose che nella guida di Dio hanno illoro posto pi avanti. Riconoscere che il bambino, il ragazzo, ilgiovane, luomo, che viveva accanto a lei, era Figlio di Dio nel sensoin cui divenne manifesto dopo la Pentecoste lavrebbe trasferitasenzaltro in uno stato intollerabile. Quella sicurezza senza di cui non possibile unesistenza materna sarebbe scomparsa. Ma ora, perquanto possibile sulla terra, il mistero di Dio pu svelarsi. Ella non

    ha pi bisogno di protezione contro leccessiva grandezza. Ella pupensare simultaneamente le due proposizioni: Egli il FigliodellEterno Padre e Egli tuo figlio, senza per cos dire morirne oanche solo smarrirsi. Anzi ella riconosce in questa unit linesprimibilecontenuto della sua vocazione.Questa descrizione di Guardini circa leffetto dello Spirito su Maria allaPentecoste, essendo diventata come innumerevoli rappresentazionidella Pentecoste nel Medioevo la raffigurano il centro della Chiesaspiritualmente illuminata, non arreca danno alla sua perfezione, la faanzi cos apparire come davvero umana. La cosa singolare in lei chelo Spirito pentecostale, in fondo, altro non fa che rappresentane il

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    contenuto della sua propria esperienza a quel modo che la suamemoria lo custodiva. Una memoria che contiene in piena unit einterconnessione tutti i dogmi centrali della rivelazione.Noi non sappiamo se Maria abbia mai preso la comunione in una

    liturgia eucaristica. Ma ella sa meglio di qualsiasi santo o peccatoreche cosa significhi accogliere perfettamente in s il Figlio; ella sta percos dire dietro a ogni santa comunione come la ecclesiaimmaculata che porta alla perfezione ci che noi compiamoimperfettamente. Ella di sicuro non ha ricevuto il sacramento dellapenitenza, ma nessuno ha messo cos a nudo davanti a Dio tutta lasua anima, e ci non solo talvolta, ma in ogni istante della sua vita. Inquesto senso ella per la Chiesa la sede della sapienza, nonperch conosca pi verit astratte come il pi dotto dei teologi, bensperch ha nel modo pi perfetto udito e osservato (Lc 11,28) laparola di Dio e perch stata nel modo pi perfetto illuminata dalloSpirito Santo su questo suo accoglimento della parola di Dio. Ella hacertamente, secondo le note parole di Agostino, concepito prima conil suo spirito e solo dopo con il suo corpo il Figlio del Padre, perci loha anche partorito prima con il suo spirito e poi con il suo corpo, ecos donato alla Chiesa e al mondo, e tutto questo non una volta solastoricamente, bens in ogni momento della storia della Chiesa e delmondo. In lei si giunge a capire che la fede perfetta, in cui si resapossibile lincarnazione del Figlio, aiuta a raggiungere lesperienzaperfetta e il sapere perfetto. Sicuramente solo nella sua assunzionecorporeo-spirituale nel cielo ella ha conosciuto definitivamente tutta

    la profondit e la vastit della sua posizione nel piano di salvezza diDio e questa conoscenza le stata posata come nelle mani perdistribuirla ai credenti.

    3. Maestra della Chiesa

    Ci che Maria, lungo i tempi della Chiesa, desidera, non che noi laveneriamo come persona singola, ma che riconosciamo la profonditdellamore di Dio nellopera della sua Incarnazione e Redenzione. Dalmomento in cui lei vive nella casa del discepolo prediletto, sarebbestrano che il suo Vangelo dellamore del Dio trinitario, manifestatosi in

    Cristo, non fosse stato ispirato anche dalla sua presenza e dalle sueparole. Certo assai caratteristico il fatto che la prima apparizione diMaria che si conosca da fonti garantite sia la visione del giovanediscepolo di Origene, Gregorio il Taumaturgo, raccontata da Gregoriodi Nissa, avuta durante la preparazione alla consacrazione episcopale:Mentre una volta di notte egli rifletteva sulle parole della fede,apparve al Taumaturgo una figura, un vecchio in atteggiamento eabbigliamento sacerdotali, il quale gli disse che gli appariva perordine di Dio, per confortarlo nella sua insicurezza. Allora indic con lasua mano da lato mostrandogli unaltra figura di sovrumana dignit edi splendore abbagliante. La figura disse allevangelista Giovanni di

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    spiegare al giovane uomo il mistero della fede, al che Giovanni replicdi voler volentieri soddisfare il desiderio della madre del Signore, espieg a Gregorio in termini molto chiari il mistero della Trinit.Gregorio annot immediatamente le parole udite, predicandone in

    seguito al popolo il contenuto (Patrol. graeca voll. 10,984-988; 46,912-913). una delle pi belle e chiare formule della fede chepossediamo.Il desiderio di Maria si rende chiaro anche nelle parole che SantEfremle mette sulle labbra come un discorso a suo Figlio: Mentre guardo latua figura esterna, che si pu vedere con occhi corporei, il mio spiritosi sente abbracciato dalla tua figura nascosta. Con gli occhi vedo lafigura di Adamo, nella tua figura nascosta vedo il Padre che inabita inte. A me soltanto, vero, hai mostrato la tua gloria in entrambe lefigure. Ma possa vederti, come ti ha visto tua madre, anche la Chiesanella tua figura visibile e a un tempo invisibile e misteriosa!.Soltanto in cielo capiremo che cosa la Chiesa deve a Maria quanto aintelligenza della fede, e lo capiranno i semplici pi ancora deiprudenti e sapienti. Perci una storia del magistero di Mariaattraverso i secoli non pu essere descritta. Si pu osare di dire solouna cosa sul significato delle apparizioni di Maria cos numerose evarie della storia recente. Proprio perch Maria sulla terra stata coscontemplativa (dice Adrienne von Speyr), pu essere in cielo cosattiva, cio rendere partecipe la Chiesa della ricchezza della suamemoria. Gi solo perch ella mostra se stessa, ci introduce nelmistero di ci che la Chiesa nella sua essenza: una pura opera di

    grazia di Dio. Maria pu mostrare se stessa (e in perfetta umilt),perch allora non indica se non ci che pu la grazia onnipotente diDio e al tempo stesso ci a cui noi dobbiamo mirare per divenire verivasi di questa grazia, per rappresentare lautentica parte della Chiesa(come corpo e sposa di Cristo) nella sua missione di salvezza per ilmondo. Nelle apparizioni mariane della storia recente ha assuntoimportanza notevole il rosario; stato come se Maria volesse farscivolare tra le dita i grani insieme con gli oranti. Perch questo?Forse perch si debba preferire di pregare lei e non Cristo o il Padre?Al contrario, perch si guardi ai misteri della vita di Ges, e quindi aimisteri della salvezza trinitaria, dalla prospettiva di lei, dalla sua

    memoria.I nostri occhi sono torbidi e cupi; noi dobbiamo, ci si perdonilimmagine, metterci gli occhiali di Maria per vedere meglio. Che stato flagellato per noi1: il senso di queste parole ci colpisce assai dipi se noi indoviniamo leffetto di questi flagelli sullo spirito e il cuoredi Maria. Non si tratta di un po di compassione; le lamentose figlie diGerusalemme lungo la via della croce vengono allontanate. Ma lamadre cammina incognita e velata insieme col Figlio, nella massima1Nei paesi di lingua tedesca, recitando il rosario, a met di ogni Ave Maria, subito

    dopo Ges si riassume brevemente il mistero che si va meditando con una

    formula. Qui il secondo mistero doloroso: [Ges], che stato flagellato per noi(n.d.t.).

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    forza e insieme debolezza, il suo cuore il vero sudano dellaleggendaria Veronica. Ci che Cristo, ci che Dio per lei diviene ilmodello di ci che doveva essere per noi, e questo riesce se insemplicit cerchiamo di guardare attraverso di lei ai misteri della

    salvezza.Noi dimentichiamo. Cose di cui abbiamo spesso udito impallidiscononella nostra memoria. La memoria di Maria , lungo i millenni, frescacome il primo giorno. Lasciamola comparire ogni giorno visibilmentedavanti ai nostri occhi, a quel modo che lei pu comparire visibiledavanti ai figli che ha eletto. Tra costoro e noi non c nessun abisso; invece come dice levangelista Giovanni: per cristiani viventicredere e sapere la stessa cosa. Noi crediamo e sappiamo che tusei il santo di Dio (Gr 6,69). Ora sappiamo che tu sai tutto, percinoi crediamo che sei uscito da Dio (Gv 16,30). La fede la dedizionedi tutta la persona; avendo Maria dato tutto da sempre, la suamemoria la tabula pura su cui il Padre per mezzo dello Spirito potscrivere tutta la sua parola.

    IV.

    Matrimonio e verginit

    1. Leredit dIsraele

    Maria unica e irripetibile, ma non per questo isolata, e la devozionemariana non dovrebbe isolarla. Molte raffigurazioni la inseriscono inqualche compagnia: il motivo di Anna come terza la presenta nellasuccessione delle generazioni in cui si trova; lincontro con Elisabettarivela in un simbolismo mirabile lintima unit tra Antico e NuovoTestamento: il Figlio di Maria benedice il proprio precursore; spesso sivedono i due bambini giocare insieme sotto la vigilanza delle madri;viene anche rappresentato lo scambio degli anelli tra Maria eGiuseppe e molto spesso lei che con Giovanni sta ritta accanto allacroce, e infine lo sguardo stupefatto degli apostoli mentre lei vieneassunta in cielo come rapita via dalla sua tomba in ho

    re. Sar stata solitaria, ma non isolata. Gi prima dellincontro conlangelo ella era sposata per sempre e, a partire dalla croce, disponepure per sempre del Figlio, collocandolo nel centro della Chiesa.I passi previi di Israele vengono portati a termine e superati. Di duecose si dovr ora parlare: della santit del matrimonio presso lanticoIsraele e delle forme in cui i profeti avevano rappresentato laposizione di Dio come sposo di Israele.Poich Israele attendeva il suo Messia nel futuro, il matrimonio erasanto per gli ebrei. Linfecondit era reputata vergognosa perch noncontribuiva in nulla alla venuta del Messia (Gen 30,23; 1 Sam 1,5-8);quando Elisabetta anziana e sterile concepisce, dice: Cos il signore

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    ha guardato allumilt della sua serva e ha tolto la mia vergognadallumanit (Lc 1,25). Pi importante ancora che Dio stesso vienein aiuto alle forze sessuali manchevoli degli uomini: se ha aiutatoAbramo per il figlio della promessa e Zaccaria per il precursore di

    Cristo, ci si pu sempre domandare chi sia qui colui che davverogenera: Dio o luomo? Ci che sconcerta Abramo, cio che il suocorpo ormai spento debba portare frutto, ha per lui valore diresurrezione dai morti (Rom 4,17; Eb 11,19); egli sa che Dio agisceattraverso di lui.Non avendo Zaccaria una fede cos pura, viene punito, anche se poigenera il figlio promesso. Ci che luomo non pu, lo pu Dio in lui, eluomo deve riconoscerlo. In vetta a questa linea si trover Giuseppe,di lui parleremo ora.Ecco ancora un secondo motivo in Israele proteso sul futuro.Ladulterio del popolo nel patto con Dio deve essergli rappresentatodavanti agli occhi con il comportamento dei profeti: ci che essidevono fare e soffrire al riguardo qualcosa come unincarnazionegi iniziale della Parola di Dio. A Geremia, unitamente a molti altri,sar proibito anche il matrimonio: Tu non devi prendere moglie, navere figli o figlie (Ger 16,2), perch il profeta deve rendere visibileche Dio non vuole pi aver a che fare con la sposa infedele. AdEzechiele viene annunciata limprovvisa morte di sua moglie, dellagioia dei tuoi occhi, ma tu non devi piangere, le lacrime non tidevono venire. Sospira in silenzio, non permetterti nessun lamentofunebre (Ex 24,15s.): perch? Perch pure Jahv non piange pi sulla

    rovina e deportazione del popolo infedele.Amaro fra tutti il compito di Osea, che deve sposare una prostituta(Gomer, questo il nome di lei, o era fin dal principio una donna dimalaffare, o era diventata infedele al profeta) e deve insieme con leigenerare figli spudorati,fino a che la colpa della madre si trasmette ai figli. Ricevono nomiadeguati, ad esempio, Maledetto (Os 1,29). Dio spiega che inquesto modo si caratterizza il suo rapporto verso il popolo, ma allafine si delinea in prospettiva una futura riconciliazione con il popoloinfedele (ivi 2,4-25). Qui il divieto al matrimonio non un castigo per iprofeti, i quali tutti obbediscono, ma un severo ammonimento per i

    disobbedienti. Il motivo che mira al futuro sta nella perfettaobbedienza dei profeti nelluso o nel non uso della sessualit.

    2. Maria e Giuseppe

    Ora si riesce a comprendere forse meglio il significato teologico delmatrimonio tra Maria e Giuseppe. Esso importante non solo affinchil figlio di Maria possa aver valore come discendente di Davide, maanche per portare a compimento il senso religioso del matrimonioveterotestamentario. In tal caso Giuseppe adempie tutte due le lineeindicate, ma le adempie oltrepassando la soglia verso lAlleanza

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    definitiva. Egli compie la fecondit di Abramo, il quale offr a Dio tuttolonore e comprese la sua fecondit come resurrezione dai morti,dunque fece posto a Dio interamente. Tutto ci , per luomo cheviveva in vista del matrimonio, una rinuncia in base alla fede, e

    proprio in tal modo una partecipazione alla fecondit verginale diMaria sua moglie. Qui Giuseppe si trova del tutto nella sfera delNuovo Patto; materialmente parlando egli pu apparire comesemplice padre nutritivo del figlio, ma spiritualmente egli si trova, aben pi grande profondit, compartecipe della paternit di Dio, per ilfatto che pronuncia il suo s silenzioso alla rinuncia propostaglidallangelo. Non si pu dimenticare la sua nascosta feconditverginale, quando si riesca a vedere la grazia di Maria in piena luce.Lunione matrimoniale di Giuseppe con Maria modello sia per glisposi che per i vergini nella Chiesa di Cristo. Vero che questomatrimonio rimanda in modo preponderante al passato: adempimento del matrimonio, come pure dellobbedienza dei profetiin Israele; e orienta poco in avanti, ossia verso lideale problematicodelle cosiddette visioni di Giuseppe. Ci che apre in avanti illegame Maria-Giovanni.

    3. Maria e Giovanni

    Questa leredit ultima di colui che muore sulla croce, prima chetutto sia compiuto, secondo le Scritture: la comunit Maria-Giovanni, come comunit di madre e figlio, non ha pi nulla da

    spartire col matrimonio. La fecondit umana si qui innalzatadefinitivamente al di sopra della sfera della sessualit, non per nelladirezione dellostilit contro il corpo e della spiritualizzazione, bensverso una Chiesa il cui nucleo centrale dato dallunione eucaristicadel Cristo con la sua fidanzata e sposa (Ap 21,9). Maria, laVergine-feconda, il simbolo reale di questa fidanzata, la suainaccessibile origine e il suo scopo escatologico tutto ci cheapparterr alla Chiesa star tra questo inizio e questa fine eGiovanni il figlio reale e simbolico di questa Chiesa, lunico amatoda Cristo come tale. Cos, S. Efrem pu dire che ognuna di queste duefigure vede Cristo nellaltra: in Maria, Giovanni scorge lorigine

    perfetta del suo diletto maestro; in Giovanni, Maria scorge lapersonificazione di colui che suo figlio ha amato e continua ad amare,da lui anche riamato.Da questa cellula originaria della Chiesa, fondata sulla croce, uscirtutto ci che verr elaborato in organismo ecclesiale: Pietro che, gidesignato ad essere la Roccia, ha tradito viene insignito dellamoregiovanneo, perch possa reggere alla domanda del Signore: Mi amipi di costoro?, e per poter venire poi privilegiato con la promessadella crocifissione. Giovanni, che ha la madre a casa sua, unmembro del collegio degli apostoli, e un membro cos eccellente cheal principio degli Atti degli apostoli compare a lungo insieme con

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    Pietro: diventa cos un membro di collegamento tra la Chiesa santaimmacolata e la Chiesa gerarchicamente organizzata. Entrambe sonoindivisibilmente una, entrambe sono visibili nella loro unit e invisibilinel loro mistero divino; dividerle sarebbe mortale per la Chiesa.

    Sarebbe rinnegare la fondazione MariaGiovanni compiutasi ai piedidella croce. giusto e centrale il fatto che il capo paterno della Chiesa (papasignifica padre) si rivolga di continuo alla Madre della Chiesa, perimplorare da lei assistenza e fecondit per la sua attivit ministeriale.Giovanni, che Maria ha congiunto con Pietro, pu ritirarsi nello sfondo(non affatto un centro sovraordinato); sufficiente che egli abbiadal Signore la promessa di rimanere, e non precisamente come sePietro possedesse la supervisione sul versante dellamore: Se iovoglio che rimanga, che cosa ti importa? (Gv 21,22s.).Per concludere i due rapporti Maria-Giuseppe e Maria-Giovanni, unaparola ancora sul matrimonio cristiano. Esso secondo Paolo, inquanto un sacramento, la copia riflessa del rapporto Cristo-Chiesa.Lapostolo si rif alla Genesi, dove Eva viene formata dal costato diAdamo, giacch sicuramente la Chiesa uscita dal corpo eucaristicodi Cristo ed cos diventata simultaneamente il suo corpo e la suasposa. Luomo maschio deve quindi imitare immediatamente ilmodello Cristo: Voi, uomini, amate le vostre mogli, come Cristo laChiesa per la quale si sacrificato (Ef 5,25). Egli la ama come si amae si cura la propria carne, giacch anche Cristo fa cos con la suaChiesa, noi siamo infatti membra del suo corpo (ivi 29s.).

    A partire dalla Chiesa non possibile dire che essa si dona a Cristo(ad esempio, per santificarlo e purificarlo ivi 26); il suoamore perlui ha unaltra figura: quella del rispetto e della venerazione ( ivi33). Come la Chiesa sottomessa a Cristo, cos lo devono essere intutto le donne alloro marito (ivi 24). Dove va a finire quileguaglianza dei sessi? Essa rimane l dove si dice: Siate soggettilun laltra nel timore di Cristo (ivi 21), oppure: Come la donnaderiva dalluomo, cos luomo dalla donna, ma tutto viene da Dio (1Cor 11,12). In questaffermazione la posizione di Maria (che in Paolonon compare) si rende di nuovo chiara.Se la Chiesa, eucaristicamente considerata, deriva da Cristo, cos

    Cristo, fisicamente considerato, deriva da Maria. E ci devessere stataanche nel Cristo bambino e addirittura nel Cristo uomo qualcosa comeun rispetto e venerazione davanti alla materna autorit di Maria, acui egli deve se stesso e di cui esalta lascolto e la sequela dellaparola di Dio (Lc 11,28). Ma questa reciproca venerazione nellamorenon impedisce che Maria, considerando la dignit di suo Figlio,aderisca a lui anche quando non comprende. E qui ella si inseriscenellimmagine paolina del comportamento femminile di frontealluomo. Non si parli con troppa leggerezza del superamentosociologico di questa visuale. Maria non una femminista. semprela serva del Signore, anche quando accanto a suo Figlio pu

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    diventare una interceditrice onnipotente.

    V.

    I poveri

    1. Magnificat

    Circa i beni patrimoniali e i rapporti sociali di Maria non sappiamonulla; non hanno parte alcuna nel suo inno di giubilo. Un inno digiubilo realmente il Magnificat; ella non si meraviglia che Dio haabbassato lo sguardo sulla sua umile serva, ma semplicemente sene rallegra, perch in un gesto come questo ella riconosce il Dio diIsraele, che ha da sempre agito in questo modo.Linno, che Luca le mette sulle labbra, imita soprattutto il cantico diAnna (1 Sam 2,1-10), dove daltro non si parla che del rovesciamentodei rapporti umani in cui si riconosce lagire caratteristico di Dio. SeMaria canta: Rovesci dal trono i principi e innalz gli umili; gliaffamati ricolm di beni e i ricchi mand via a mani vuote (Lc1,52s.), Anna aveva cantato: I sazi entrano a servizio per il pane,mentre gli affamati cessano di lavorare; Egli trae dalla sporcizia ipoveri per procurare ad essi un posto accanto ai principi. Anna nellesue affermazioni, analoghe a molte altre dellAntico Testamento, va

    ancora avanti dichiarando: Jahv rende poveri e rende ricchi,abbassa ed esalta, uccide e vivifica, precipita nel mondo della morte ene riconduce. Ci pu avere il suo significato ancheneotestamentariamente, quando si rifletta che Dio ama il povero elumile, mentre guarda lalto solo da lontano, e che ha fatto risaliresuo Figlio dal Regno dei morti, per innalzarlo, a partire di l, al di sopradi ogni cosa.Maria loda in tutte le trasformazioni praticate da Dio non la suagiustizia, ma esplicitamente la sua misericordia: che dura digenerazione in generazione. Egli si appunto preso a cuore per tuttala storia Israele, suo servo, memore della sua misericordia. Se il

    servo di Dio, a causa della sua elezione, si fosse innalzato nellapotenza, Dio non avrebbe potuto mostrare in lui la sua misericordia.Soltanto nella bassezza della sua serva Egli ha fatto grandi cose, esanto il suo nome. Il povero che giace nella polvere non hanessuna particolare qualit in se stesso per cui Dio debba sentirsinecessitato a innalzarlo: la misericordia a lui dimostrata ha il suofondamento unicamente in Dio, la cui libera grazia trova accoglimentonello spazio vuoto della povert, mentre non sa che farsene a quantopare dello spazio pieno dei ricchi, grandi ed elevati.In Anna e in tutto lAntico Testamento il punto di avvio allefficienzaelevante e liberante della grazia divina anzitutto la povert

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    materiale e sociale. In tale contesto il ricco e potente definito ancheloppressore e nemico di Dio. Tale non ii caso del cantico di Maria.Ma gi allora si andava accentuando, a partire dallimpotenza deipoveri, la piena e pura fiducia in Dio: ci che in Maria si trova

    semplicemente al centro del suo cantico.La bassezza della serva, su cui Dio abbassa lo sguardo, il luogoeletto di tutte le trasformazioni da Dio operate nel mondo, ii centro eil cuore della divina rivoluzione dellamore e del suo quotidiano lavorodi liberazione. Maria la vera teologia della liberazione personificata,dal momento che ella porta a compimento in maniera traboccantelintuizione profonda dellAntico Testamento, che anzi in lei siapprofondisce.

    2. Fate ci che Egli vi dir

    Alle nozze di Cana Maria ha una parte molto misteriosa. La coppia disposi che laveva invitata era ovviamente nota alla famiglia diNazareth: viene invitata la madre (Giuseppe probabilmente gimorto), e anche il figlio con i suoi amici, che dovevano essereconsiderati gi come i suoi primi discepoli. Maria una dei tantidiversi ospiti. Ma lei che per prima nota limbarazzo di questa genteprobabilmente povera, e quando ne informa suo Figlio, di certo lo fanon perch aspetta da lui un miracolo (finora egli non ne avevaoperato nessuno: Gv 2,11), tuttavia nella speranza che lui trovasseuna via duscita. Ci che qui notevole lo sguardo di Maria per il

    bisogno dei poveri e il suo istintivo sentimento che il Figlio devesapere di questo bisogno ed capace in qualche modo di prestareaiuto.Poi come se tutta la scena si alzasse di livello. Ges ha iniziato il suoministero e non pi il figlio personale. E nel ministero egli vede inMaria non la madre personale, bens la donna, laltra,lausiliatrice, la quale per inizier la sua vera parte soltantoquando lui sar, sulla croce, definitivamente il nuovo Adamo. Ellaha gi sofferto, la spada gi infissa nella sua anima. Egli invececammina incontro alla sua ora. Allora il perfettamente povero e lospogliato di tutto, anche di Dio, cambier il vino nel suo sangue:

    esaudimento, immenso, di ogni preghiera pi audace. La donna cheegli rimanda a pi tardi che cosa c tra me e te? tuttavia gida sempre la Chiesa, e come tale ha un diritto di aspettarsilesaudimento della sua preghiera (pi esattamente del suoaccenno alla povert della gente). Ma ella lo fa nel modo pi mirabile,in cui tutto, a un tempo, si esprime: la sua totale indifferenza econsegna alla volont di lui, ma anche la sua fiduciosa speranza; eprecisamente mediante il suo non premere, il suo essere priva dipropria volont, ella vince, e lora della croce viene anticipata: nonviene ancora cambiato il vino in sangue, ma lacqua in vino: Fate ciche Egli vi dir. Forse tutto linteriore sentimento di Maria non mai

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    cos presente come in queste parole.

    3. Allora vennero sua madre e i suoi fratelli

    In Cana si vista Maria con i poveri materiali. Qui (Mc 3,31) la si vedecon gli spiritualmente poveri. Questi poveri cugini o altri parenti,chiamati anche oggi dagli arabi fratelli sono sdegnati a riguardodel comportamento stravagante di Ges e lo ritengono malato dimente.Quando egli arriver a Nazareth, si scandalizzeranno per il fatto cheegli si considera pi importante dei suoi parenti: Le sue sorelle nonabitano da noi? (Mc 6,3). Abbiamo gi visto che essi che noncredevano in lui lo hanno istigato ad esibirsi piuttosto aGerusalemme: Uno che vuole mettersi in vista, non lavora certo dinascosto; se fai queste opere, manifestati al mondo (Gv 7,4ss.).Ci si deve immaginare Maria in mezzo a questa gente. Ella non pensaa contraddirli e neppure a distinguersi da loro come una che sameglio le cose. Questi discorsi lei li ascolta ogni giorno, discorsi eforse accuse: di non averlo educato meglio e di avergli messo in testasimili capricci. Ella appartiene alla trib. Limmacolata appartiene alclan dei peccatori, la sede della sapienza appartiene alla stupiditabissale degli uomini. Bisogna sentire tutta questa cerchia di comparie di comari, scambiarsi le loro consultazioni circa il modo di farla finitacon queste stupidaggini. Dapprima si decide di inviare una spedizioneper osservare da vicino una volta tanto le cose, e ci si trascina dietro

    la madre. Ma una volta arrivati, i commissari rimangono sconcertati,soprattutto quando si informa Ges che c, l fuori, sua madre. Latrib non conta pi; ora si tratta di una famiglia del tutto diversa:quella di chi crede e fa la volont di Dio.Ci si pu immaginare che cosa la trib si detta lungo la strada delritorno. Si arrivati senzaltro allidea (bench Marco raccontilepisodio prima: 3,21) che la famiglia deve decidere di internareGes. E non ci si accontenta di sole parole, si passa ai fatti: I suoiuscirono per impadronirsi di lui. Infatti dicevano: fuori di s. Mariavive in mezzo a loro. Quando avvenne che uno dei fratelli di lui,Giacomo, pass alla fede di Ges, noi non sappiamo; egli divenne

    vicario di Pietro a Gerusalemme, quando questi, liberato dallaprigionia, dovette fuggire dalla citt.Maria non si contraddistingue dal gruppo. Resta cos inapparente chei sinottici non la notano tra le pie donne intorno alla croce. Pi di unaviene chiamata per nome, ma non lei. Forse ella sta in disparteinsieme con Giovanni, lontana dalle altre, nascosta tra la folla deisoldati romani, della gente che guarda a bocca aperta o che insulta,dei gruppi in movimento che, in vicinanza della festa, entrano in citto ne escono, passando accanto alla croce. Nientaltro che una poveradonna.

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    VI.

    La ferita fa spazio

    1. Lumilt incosciente

    Quando la vergine viene salutata dallangelo piena di grazia, sispaventa. Perch cos cade su di lei una luce su cui non aveva mairiflettuto. La povert nello spirito (o, che lo stesso, lumilt) non una virt verificabile -altre virt, abilit, bravura sono qualcosa di cuisi pu essere consapevoli ma la coscienza irriflessa che tutto ci chesi e si ha un prestito e un dono di Dio esiste soltanto per porre inluce colui che dona. significativo che Israele nei suoi Salmi non hauna parola per dire grazie, ma dice invece lode (lode davanti atutta la comunit). Solo il fariseo nel tempio dice, in greco: Dio, io tiringrazio perch non sono come gli altri. Ringrazia per qualcosa chelui verifica in s; i Salmi invece lodano soltanto il Dio che dona.Quando la donna del popolo dice beato il petto che ti ha allattato,allora Ges distoglie lo sguardo da ci che Maria ha e che potrebbefornire e lo rivolge su ci che si riceve e che si pu tenere soltantocome dono di Dio: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola diDio e la mettono in pratica. Lo rivolge su coloro che sonointimamente poveri e vuoti, che si sono staccati dal loro centro pi

    interno, dalla loro coscienza, per lasciare il posto alla parola di Dio.Soltanto il peccatore si curva in se stesso sopra il proprio io, la senzapeccato (lei la sola in tal senso) non conosce questa vista indietro sudi s, guarda diritta via da s verso il bene, e nessuno buonotranne Dio (Mc 10,18). Precisamente questo non sapere della propriainnocenza fa di Maria la sede della sapienza. La sapienza non unpossedimento, ma una luce splendente dallalto di Dioriconosciuta da coloro che lamano, scoperta da coloro che lacercano (Sap 6,12). La loro luce si dona al povero e allumile comepropria, ma sempre in modo che la luce ormai splendente in lui e dalui non viene mai sentita da lui come sua propria, ma rimane per

    sempre consapevole della sua origine e della sua grazia inmovimento, mediante cui la luce gli si appropria. Maria pu rinviaresoltanto a Ges, come Ges soltanto al Padre: La mia dottrina non mia, ma di Colui che mi ha mandato (Gv 7,16).

    2. Ferita come rifugio

    La povert, ben compresa in connessione con le altre beatitudini, una privazione dolorosa. Si trova in una identica linea su cui sitrovano pure la fame, il pianto, la persecuzione. A partire dallAnticoTestamento tutto ci evidente. Ma il vuoto della povert diventa nel

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    Nuovo la ferita che si spalanca e che in tal modo fa spazio. Lintimitmassima viene colpita e la cosa ultima che vi si nasconde esce escorre: poniamo, sangue ed acqua. Ci avviene per il corpo morto diGes, mentre la spada che le trapasser lanima penetra nel corpo

    vivo della madre e mette a nudo il suo cuore e i suoi battiti; tutte duequesti cuori diventano luoghi di rifugio, in cui i peccatori si possonopure rifugiare, allo stesso modo che nel Medioevo i criminali inseguitisi rifugiavano presso gli altari di certe chiese. In tua vulnera abscondeme: nascondimi dalla polizia e dagli aguzzini nel cavo delle tue ferite.

    Questi luoghi di rifugio si creano in conseguenza del sangue chefuoriesce, e se a tale scopo pu servire la lancia di Longino, la veraarma la parola di Dio, pi acuta di una spada a due tagli e pipenetrante di qualsiasi arma umana da taglio: fino alla divisionedellanima e dello spirito (Eb 4,12). In Cristo crocifisso lanima chemuore viene divisa dallo spirito della missione, viene espirata dalcapo inclinato: donata al Padre e alla Chiesa; nella Madrecompaziente, la cui anima magnifica la grandezza del Signore e ilcui spirito esulta in Dio mio Salvatore, penetra la spada tra la lode eil giubilo: il giubilo viene rapito in alto in Dio insieme con lo spirito;rimane lanima, la quale nella scena della Deposizione pu espirare ils della lode solamente nelloscurit pi fonda, nella debolezza piestrema.Qui e non altrove c per i peccatori oppressori od oppressi chepiangono un nascondimento.

    Il povero non ha amico fidato tranne in qualcuno che sia ancora pipovero di lui. Perci vieni con me, sorella oppressa, e guarda Maria.Osservala: non si lamenta, non spera: che cosa possiede ancora diproprio?Un povero ha trovato uno ancor pi povero; si guardano lun laltro etacciono(Claudel)

    Il dolore pi grande quello che copre proteggendo e che quindiconsola. Non con parole importanti, non con promesse che le coseandranno meglio, ma semplicemente col fatto che un dolore pi

    profondo come tale loda ancora, e in maniera ora soltanto autentica,come da un vaso di profumo infranto emana un profumo pi forte.Un segreto non illuminabile ancora il seguente: in qual modo questapena abissale nel tempo di una madre possa venir trasfigurata essapure nella lode eterna, nella trasfigurazione di lei. Il suo cuore rimaneaperto come quello di suo Figlio, il quale porge appunto, di continuo, ilsangue del suo cuore nella Cena eucaristica: Il mio sangue veramente una bevanda, chi non ne beve non ha la vita in se stesso.Non lecito collocare lontano dal cuore del Figlio il cuore della madretrafitto dalla spada, il quale si offre a tutti i poveri come pi poveroancora, anche se la sua offerta e apertura intende se stessa come un

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    rinvio allinfinita offerta del Figlio al Padre. Io sono la porta, eglidice; lei soltanto: Io sono lancella: fate ci che lui vi dir.

    3. Mantello di protezione

    Nessuno lo voglia o anche no non trova posto sotto il suo mantello.Giacch se suo Figlio si eletto con il suo dolore tutti gli uomini apropri fratelli e sorelle, ella non pu non essere la madre di tutticostoro. E dal momento che ella fu prima la sua madre fisica espirituale, ed Egli non viene mai meno nella sua figliolanza a riguardodi lei, nessuna parola a favore dei suoi figli a lui rivolta potr mairisultare vana. Egli indubbiamente il giusto Giudice di tutti noi,avendogli il Padre consegnato tutto il giudizio (Gv 5,27) e il poteresopra ogni carne (Gv 17,2); tuttavia Dio non ha poi tolto al Figlio fattouomo sua madre e la sua autorit maternamente supplice per noi. Ilnome di onnipotenza intercedente a lei attribuito potr alloraessere una pia esagerazione? Ma ella ha dimostrato a Cana in chemodo pu imporre ci che vuole oltre ogni esitazione. Le vienerisposto prima di no, perfino con severit; il Figlio pensa alla propriamissione e la preghiera di Maria sembra in quel momento frapporsicome un ostacolo. Ma che cosa fa la sede della Sapienza, la valorosadonna, a cui si affida il cuore del suo uomo? (Prv 31,10s.). Ella faappello semplicemente al cuore profondo e alla missione di Gesstesso, quando suggerisce ai servitori: Fate ci che Egli vi dir. Lasemplicit e lastuzia qui coincidono, quando ella, in Dio, dal piano

    della giustizia si insinua nel piano pi profondo della misericordia.Come madre ella lo pu fare, tutto ci, perch nessuna vera madrecastiga i suoi piccoli altrimenti che per amore, ed convinta che essiin questo modo acquisiscono il loro diritto pi nel profondo che intutta la giustizia astratta escogitata dagli uomini a favore del lorostato politico. In quanto donna ella ha il suo cuore nel cuore e non nelcervello; e sa che anche un Dio, che ha inventato e creato la donna,tiene il proprio cuore non altrove.Ma in questo modo la parte di Maria non viene esaltatasconvenientemente? Ella pur sempre la povera donna, lancella eserva, lesiliata nel deserto della storia mondana, colpita dallo sputo

    benefico del Serpente e che resiste e attende per lunghi infiniti 1260giorni. S, ma lei , nei suoi dolori del parto, anche la rivestita di sole,la cinta dalle dodici stelle dellAgnello, con la luna sotto i suoi piedi,tutte nitide insegne della sua incomparabile maternit. Colui che nato da lei le viene rapito: discende da Dio e appartiene a Dio; leirimane indietro nel deserto. Ma rimane colei che era e che sar, perleternit: la Madre. E quale figlio sia pure Dio pu dimenticare laparte sostenuta da sua madre e la sua posizione rispetto a lui?Onora il padre e la madre.... Come potrebbe il Figlio delluomo, cheha in ogni cosa onorato il suo Padre celeste, non onorare allo stessomodo la sua Madre terrena?

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    Onora con tutto il cuore tuo padre e non dimenticare mai i dolori ditua madre. Ripensa che sei venuto alla vita per mezzo di lei; comepotrai ricompensare ci che ella ti ha fatto? (Sir 7,27s.).