Baby Magazine

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Poppata antigermi Dal latte alle pappe Il Bambino che non mangia Copia omaggio pediatria psicologia alimentazione Pedagogia curiosità link utili babymagazine n° 2 - allegato alla rivista salutare

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Per mamma, papà e il bambino

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Poppata antigermi

Dal latte alle pappe

Il Bambino che non mangia

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Salutare dedica a mamme e papà un nuovo prodotto per poter meglio comprendere e aff rontare il percorso della genitorialità, dalle cure medi-che alla scelta dei migliori prodotti in commercio.

Fornisce un servizio a 360 gradi che abbraccia tutti gli aspetti legati alla na-scita e alla crescita di un fi glio senza trascurare nessuna sfumatura.

Valuta i prodotti per mamme e bambini favorendo una scelta consapevole.Si avvale della professionalità di medici, pediatri, ginecologi, puericultori specializzati in infanzia e maternità ed è supportato dal forum dedicato ai genitori, http://www.paroladimamma.it , per discutere e confrontarsi su ogni aspetto legato alla crescita del proprio figlio .

Le esperienze, i consigli dei nostri esperti saranno un sostegno per quanti vivono questa meravigliosa esperienza.

Scrivete, comunicate, informate su tutto ciò che riterrete opportuno di-vulgare, scambiamo idee e consigli, facciamo della rivista uno strumento informativo a disposizione di tutti.

Il tuo contributo e la tua partecipazione consentiranno di diff ondere più informazioni a più persone.

Baby Magazine è distribuito in allegato a Salutare

Presso presidi ASL e Aziende Ospedaliere, cliniche, farmacie, parafarmacie e sanitarie con 76 espositori

e tramite il servizio di spedizione in abbonamento postale gratuito a privati, medici, ginecologi e pediatri.

babymagazine

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Sommario

Redazionale

Amniocentesi

Allattamento Materno

La favola del mese

Una poppata a prova di germi

Dal latte alle pappe

Il bambino che non mangia

Pagine Baby

Gravidanza: attività fisica ok, disturbo ko!

Il primo mese...

10

16

20

23

6

Gemelli, che fatica!

91214

2524

2629

Speciale Nutrizione

Bonding e attaccamento

e poi...

Il secondo numero di Baby Magazine si apre all’insegna della soddisfazione.Il riscontro dei giorni precedenti ci ha gratifi -cato grazie all’ampia fascia di lettori con cuiabbiamo interagito.

Anche questo mese Baby Magazine si oc-cupa di rubriche che danno spazio all’infor-mazione e alle novità, a partire dallo “Spe-ciale nutrizione”, in cui trattiamo argomenti e consigli sul da farsi quando il bambino proprio non vuole mangiare. Quante volte, mamme e nonne in apprensione perché il proprio bambino, o magari nipotino, non voleva mandar giù quel boccone, si sono “ingegnate” sul come distrarlo: dalla pape-rella nell’acqua, alle pentole da tirar giù dai mobili, all’aereo che arriva “carico di…”, fi no alle canzoncine che a ripetizione intonano “44 gatti”… e quante volte ancora siete sta-ti attenti al cibo da dargli, a come scaldarlo, con quali metodiDa pag. 23 potrete far tesoro dei pareri ri-guardanti quest’aspetto e divertirvi a speri-mentare qualche nuova e gustosa ricetta.

Anche in questo numero a pag. 18-19 la se-lezione dei migliori prodotti pensati per il benessere non solo del vostro bambino ma anche delle vostre tasche!

Volete partecipare al nostro sondaggio? Andate allora subito a p. 31 e diteci come la pensate!

Tutto questo e molto altro, semplicemente girando pagina.Alla prossima!

Baby Magazine è un allegato della rivista Salutare Reg. Tribunale Avin data 15/01/2004 N° 419

Editore: Ass. Culturale Salutare

Anno I, n°2 Marzo 2009 Distribuzione gratuita

Collaborazioni:dott.ssa Mariangela Picardi, dr. Elio Caggiano,dott.ssa Valentina Funicelli, dott.ssa Nanda Santoro

sito: www.salutare.infoe-mail: [email protected] skype: babymagazineTel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808

Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 210 Avellino

Stampa: Csd - Na

Crediti immagine: Copertina: © arash sabbagh - Fotolia© Tomasz Trojanowski - Fotolia

Comitato Scientifico:

Prof. Emerito Giuseppe Roberto Burgio - San Matteo (Pavia)

Prof. Pasquale Di PietroOspedale Gaslini (Genova)Pres. Nazionale SIP

Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma)

Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine

Prof. Alberto G. Ugazio - Ospedale Bambino Gesù (Roma)

Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma)

dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino”

dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria

Come è possibile rice-vere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta com-pilare in tutte le sue parti il form a pag. 22.

Sono un medico speciali-sta, come posso inviare i miei contributi redazionali?Per poter inviare articoli redazio-nali basta inoltrare la richiesta, il curriculum a: [email protected]

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sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito potete scrivere una mail a [email protected] oppure segnalarlo al forum paroladimamma (pag.30). Le segnalazioni saranno preziose per orien-tare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista.

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Sono titolare di un'Azienda/struttura del settore maternità e infanzia. Come posso infor-mare i lettori circa prodotti, servizi e iniziative?Partecipare a Baby Magazine signifi ca sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensi-bilizzare alla salvaguardia del benessere comune e di forni-re ai lettori oltre ai servizi, il sup-porto da consultare per esse-re sempre aggiornati. Per poter usufruire di Baby

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Come è possibile rice-

sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito potete scrivere una mail a [email protected] forum paroladimamma (pag.30). Le segnalazioni saranno preziose per orien-tare gli articoli e i dossier che pubblicheremo sulla rivista.

AssociazioneCulturale SalutareVia Due Principati, 210 83100 Avellinoinfo: tel. 0825 74603www.salutare.info

Scrivete a

I Piccoli protagonisti di questo mese sono...

9 mesiMamma & Papà: Angelo Ciampa e Laura del Gaudio

9 mesi

Antonio

V.I.B. Fai diventare il tuo bambino

protagonista di Baby Magazine!Inviaci le sue foto specifi candoil nome e la sua data di nascita,

il nome e cognome dei genitori all’ indirizzo mail:

[email protected] al nostro indirizzo:

via due Principati, 210 - 83100 AvellinoLe più simpatiche entreranno

a far parte dei nostri Vib!

Per inviare le foto:V.I.B. (Very Important Baby)

Nome del bambino ___________________________________data nascita__/__/____

Nome e cognome della Mamma_____________________________________________

Nome e cognome del Papà ________________________________________________

Indirizzo ______________________________________________________________

_____________________________________________________________________

mail o tel: _____________________________________________________________

firma del genitore

___________________________

Autorizzo la pubblicazione della foto

3 anni 1/2 e 5 mesi Mamma & Papà:Giuseppe Reppucci e Oriana Porfido

3 anni 1/2 e 5 mesi 3 anni 1/2 e 5 mesi

Simone & Mattia

Mamma & Papà: Helena e Frank Netti Mamma & Papà:Mamma & Papà:

Michael

5 anni - Mamma & Papà: Rossella Tedeschi e Franco Lo Priore 5 anni - 5 anni - Mamma & Papà:Mamma & Papà:

Rocco

Pietronato il 6/06/2008Mamma & Papà:

Melania Riccardi e Carlo Napolitano

L’epoca gestazionale si calcola sempre a partire

dal giorno d’inizio dell’ultima mestruazione e contando

i mesi di calendario, fatti di 30-31 giorni, oppure i mesi

lunari, fatti ognuno di 4 set-timane, cioè di 28 giorni.

I ginecologi preferiscono di gran lunga il calcolo delle set-timane di amenorrea e quindi

dei mesi lunari, più preciso, ma attenzione: in questo modo la

gravidanza dura dieci mesi (lunari, appunto) e non nove!

In questa rubrica, per agevolare la compren-sione di chi legge, parleremo di mesi di ca-lendario: in ambito scientifico, però, si tiene conto delle settimane di amenorrea, anche per poter monitorare più strettamente la crescita biofisica del feto.

Il primo mese di gravidanza, dunque, per metà non è… di gravidanza: il concepimen-to, cioè si verifica circa 14 giorni dopo l’inizio dell’ultima mestruazione ed è questa la vera data di inizio della gestazione. Essendo però piuttosto difficile fissare con certezza il giorno dell’ovulazione (ed ancor più quello della fecondazione), si preferisce datare la gravidanza a partire da un momen-to facilmente riconoscibile com’è appunto la mestruazione. È però molto importante che la donna segnali se i suoi cicli mestruali han-

no un ritmo regolare (28 giorni) o se sono più lunghi, più brevi o del tutto irregolari: quest’informazione servirà al ginecologo per correggere la datazione biologica della gravidanza (quella effettiva) e fissare la data presunta del parto. Il primo mese costituisce una delle fasi più delicate dell’intera gravidanza, tanto che si sospetta che molte mestruazioni in ritardo, magari con un flusso un po’ più abbondan-te della norma, in realtà nascondano degli aborti precocissimi.

Le fasi che dalla fecondazione conducono all’impianto della blastocisti (così si chiama l’ovulo fecondato al momento dell’annida-mento) in utero richiedono il sincronismo perfetto di diverse funzioni biologiche, oltre all’integrità anatomica dell’apparato ripro-duttivo femminile.Basti pensare alle esigenze nutrizionali della stessa blastocisti, che altro non è se non un ammasso di cellule in fase di rapida moltipli-cazione con l’aspetto, al microscopio, di una mora. Ebbene, nei suoi primi giorni di vita la blasto-cisti si accontenta delle sostanze che trova nei fluidi tubarici ed uterini (acqua, zuccheri e poco altro). Al settimo giorno, però, la mora è cresciuta tanto da necessitare assolutamente di un nutrimento ben più sostanzioso: adesso oc-corre il sangue materno!

Ecco spiegata l’urgenza dell’annidamento, serve per procurare il sangue alla piccola ca-mera gestazionale. Se questa ha compiuto il giusto cammino lungo la tuba a questo pun-to si ritroverà proprio nell’utero materno; ma se sono insorti ostacoli meccanici o di altro

genere potrebbe trovarsi altrove, per esem-pio ancora nella tuba, oppure nel collo ute-rino o addirittura nella cavità addominale. L’impianto allora si verificherà in queste sedi anomale, con conseguenze talora pericolose anche per la salute della madre (gravidanza extrauterina), pur di soddisfare l’esigenza in-differibile del piccolo embrione di ottenere il suo “cibo”!A proposito dell’impianto, poi, occorre ricor-dare che costituisce ancora per molti versi un mistero affascinante, tant’è vero che rimane una grossa incognita anche per le sofisticate tecniche di fecondazione assistita che pure hanno saputo affrontare e risolvere diversi altri problemi. L’impianto dell’uovo in utero è infatti una sorta di strano “trapianto”, in cui l’organo trapiantato è per metà di origine materna (e dunque riconosciuto come proprio dall’orga-nismo ospite), ma per metà di origine paterna e quindi estraneo, sconosciuto al sistema immunitario della gestante.

In teoria, perciò

Il primo mese...6

dovrebbe verificarsi sempre il “riget-to” della camera gestazionale da parte dell’organismo materno, esattamente come avviene appunto con i trapianti non compatibili; invece avviene rego-larmente l’annidamento dell’uovo, anzi questo si approfonda nello spessore dell’utero fino a raggiungere i vasi san-guigni e ad eroderne le pareti!

Come sta intanto la mamma? E come vive in genere questi giorni?Nella maggior parte dei casi non si ac-corge di nulla, almeno fino alla man-canza mestruale; semmai in seguito, col classico “senno del poi”, forse riuscirà a ricordare qualche strana sensazione, un leggero malessere non ben distin-guibile da una normale sindrome pre-mestruale. È ancora presto per assistere a modifi-cazioni evidenti o a disturbi significativi nell’organismo della neo-mamma.

Piuttosto a questo punto è importante

che la

donna goda di buona salute o che al-meno sappia di essere affetta da pato-logie che possono pregiudicare l’esito della gravidanza; che si sia sottoposta, assieme al partner, alla serie di esami preconcezionali previsti peraltro anche dai protocolli del nostro Ministero della Sanità. Annotate su una tabella il vostro peso corporeo in modo da poterne control-lare l’andamento nei mesi che verran-no. Prendete l’abitudine di evitare, se pos-sibile, di sottoporvi a radiografie del bacino nella seconda metà del ciclo ovarico, cioè nella terza e quarta set-timana dopo l’ultima mestruazione: le radiazioni X potrebbero danneggiare gravemente un uovo appena feconda-to di cui voi stesse ignorate l’esistenza.

Quando si può fare il test di gravidanza? I moderni kit in vendita in farmacia sono molto sensibili ed affidabili già dopo pochi giorni di ritardo: conviene farlo al più presto, anche per cominciare su-bito a rivedere abitudini di vita (fumo,

alcool, orari strani), ritmi lavorativi ed impegni vari.

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Gli esami da fare durante il primo mese

Qualche test è cosìddetto di “routine”, mentre altri vengono fatti solo in particolari circostanze.

Esami delle urine: Servono a cercare even-tuali presenze di zucchero, proteine, cellule del sangue (leucociti e globuli rossi) e batteri.

Esami del sangue: determinano il gruppo sanguigno e fattore Rh, livelli di HCG e control-lano che non vi sia uno stato di anemia.

Test per escludere la presenza di sifilide, epa-tite B, clamidi, gonorrea e, a volte, H.I.V

T.O.R.C.H: esami del sangue per determinare i titoli ed i livelli anticorpali di alcune malattie infettive, serve a stabilire verso quali di queste si è immuni e verso quali invece bisogna porre particolare attenzione

Pap test per la ricerca del cancro della cervice

Test genetici per fibrosi cistica, anemia me-diterranea, morbo di Tay-Sachs. Vengono fatti solo sotto parere medico.

Glicemia: serve ad indagare sulla probabile tendenza a sviluppare il diabete. In seguito sarà opportuno effettuare indagini più approfondite.

Richiedi la io card. Conviene!

Avellino - Viale Italia, 10 Tel.: 0825 35066

Salerno - Via delle Calabrie, 41 Tel.: 089 301874

L’amniocentesi consiste nel prelevare, a partire dalla 16a settimana di gestazione, una

piccola quantità di liquido amniotico, cioè di quel liquido che avvolge e protegge il feto. È una pratica che permette di

diagnosticare precocemente eventuali anomalie congenite del feto.

Tecnicamente, un'amniocentesi si potrebbe eseguire in epoca più precoce, tuttavia, il rischio di un’amniocentesi anticipata risulta essere più rischiosa, sia in termini di aborti, sia per la minore quantità di cellule presenti nel liquido prelevato. Pertanto si preferisce eseguire un'amniocentesi intorno al quarto mese di gravidanza, periodo considerato ide-ale, sia per la ricchezza di cellule nel prelievo, sia per la minore incidenza di complicanze. Durante l' amniocentesi con il liquido amnio-tico, vengono prelevate delle cellule cutanee del feto. L’analisi dei cromosomi di tali cellule permette di diagnosticare precocemente il sesso e numerose anomalie cromosomiche (ma non tutte) sia congenite che acquisite, le quali comparirebbero alla

nascita sotto forma di svariate malattie. L’amniocentesi è semplice e indolore, tuttavia sia per l’elevato costo, sia per il rischio seppur minimo per la madre e per il feto, viene fatta eseguire solo in casi selezionati:

• per tutte le pazienti in gravidanza di età su-periore ai 35 anni;• per gestanti che hanno già bambini affetti da anomalie cromosomiche;• in conclamata presenza di anomalie cromo-somiche in uno dei genitori;• in presenza di Sindrome di Down (mongoli-smo) o di altre anomalie cromosomiche in un parente stretto di uno dei genitori;• per un indice di rischio elevato evi-denziato dal bi-test o dal tri-test;• anomalie fetali riscontrate dall'ecografia.

Prima di svolgere un'amniocen-tesi è indispensabile ascoltare il parere del proprio medico. Un colloquio permette una maggiore consapevolezza dei rischi e dei benefici connessi alla scelta di eseguirla.Solitamente, al termine di tale colloquio, ai genitori vie-ne fatto firmare un esplicito consenso informato, il qua-le attesta la presa coscien-

za di tutte le informazioni necessarie. Per quanto riguarda i rischi, l’amniocentesi

comporta un rischio di aborto maggiore ri-spetto a quello di base per tutte le gravide, pari all’1%. Molto rara, ma possibile, è anche la rottura del sacco amniotico. La complican-za più temibile risulta comunque la rottura traumatica delle membrane (1 caso su 300) che, tuttavia, accade perlopiù in donne già portatrici di un'infezione, in particolare da Mycoplasma o Ureaplasma. Altre complicanze sono oligoidramnios, am-niotiti, parto pretermine, e, più raramente, distacco intempestivo di placenta. Un altro

rischio dell'amniocentesi è la possibilità di dover ripetere il prelievo di altro li-quido per insuccesso della coltura (per

assenza di cellule vitali nel campione prelevato per primo) o per possibile con-

taminazione del liquido amniotico con materiale materno. Per ovviare a questo errore, tuttavia, si usa gettare via le prime gocce di liquido che fuoriescono dall’ago.

Altro possibile rischio è il riscontro di aber-razioni cromosomiche generatesi durante la coltura, note come pseudomosaicismi. L'amniocentesi permette di diagnosticare la presenza delle sindromi di: Down, Edward, Turner, Klinefelter e del “Pianto del Gatto”. È inoltre possibile individuare i feti affetti da difetti di chiusura del tubo neurale o della parete addominale grazie al dosaggio dell'al-

fafetoproteina sul liquido amniotico.

L’amniocentesiRischi e benefici.

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Tecnicamente, un'amniocentesi si potrebbe eseguire in epoca più precoce, tuttavia, il rischio di un’amniocentesi anticipata risulta essere più rischiosa, sia in termini di aborti, sia per la minore quantità di cellule presenti nel liquido prelevato. Pertanto si preferisce eseguire un'amniocentesi intorno al quarto mese di gravidanza, periodo considerato ide-ale, sia per la ricchezza di cellule nel prelievo, sia per la minore incidenza di complicanze. Durante l' amniocentesi con il liquido amnio-tico, vengono prelevate delle cellule cutanee del feto. L’analisi dei cromosomi di tali cellule permette di diagnosticare precocemente il sesso e numerose anomalie cromosomiche (ma non tutte) sia congenite che acquisite, le quali comparirebbero alla

parente stretto di uno dei genitori;• per un indice di rischio elevato evi-denziato dal bi-test o dal tri-test;• anomalie fetali riscontrate dall'ecografia.

Prima di svolgere un'amniocen-tesi è indispensabile ascoltare il parere del proprio medico. Un colloquio permette una maggiore consapevolezza dei rischi e dei benefici connessi alla scelta di eseguirla.Solitamente, al termine di tale colloquio, ai genitori vie-ne fatto firmare un esplicito consenso informato, il qua-le attesta la presa coscien-

distacco intempestivo di placenta. Un altro rischio dell'amniocentesi è la possibilità

di dover ripetere il prelievo di altro li-quido per insuccesso della coltura (per

assenza di cellule vitali nel campione prelevato per primo) o per possibile con-

taminazione del liquido amniotico con materiale materno. Per ovviare a questo errore, tuttavia, si usa gettare via le prime gocce di liquido che fuoriescono dall’ago.

Altro possibile rischio è il riscontro di aber-razioni cromosomiche generatesi durante la coltura, note come pseudomosaicismi. L'amniocentesi permette di diagnosticare la presenza delle sindromi di: Down, Edward, Turner, Klinefelter e del “Pianto del Gatto”. È inoltre possibile individuare i feti affetti da difetti di chiusura del tubo neurale o della parete addominale grazie al dosaggio dell'al-

fafetoproteina sul liquido amniotico.

Hai bisogno di un po’ di relax? Muoviti!

Pesantezza, tensione e dolori muscolari sono fastidi

che le donne in gravidanza conoscono molto bene.

A causarli sono l’aumento di peso, la crescita graduale

del pancione ed i cambia-menti fisici ed ormonali

tipici dei nove mesi.

Problemi inevitabili, che però si possono al-leviare praticando un leggero esercizio fisico quotidiano ed imparando a tenere sempre una postura corretta.

Con il procedere della gravidanza, il pancio-ne costringe la mamma ad assumere posi-zioni non corrette. Così, anche stare semplicemente in piedi può diventare fastidioso. Per diminuire il malessere della zona lomba-re è utile correggere la posizione del bacino: basta ruotarlo leggermente in avanti, strin-gendo i glutei e spingendo il pube verso l’al-to per sentire la tensione che si scioglie. In questo modo, infatti, la schiena resta drit-ta ed il peso dell’addome non è più sostenu-to soltanto dai muscoli lombari ma anche da quelli addominali.

Da evitare le posizioni fisse: stare per molte ore di fila in piedi o seduta ad una scrivania, per esempio, può causare forte tensione

muscolare e gonfiore agli arti inferiori, per-ché tutto il peso grava sugli stessi muscoli ed altre condizioni. Per prevenire, o almeno al-leviare, questi problemi è sufficiente sgran-chirsi ogni 15 - 20 minuti, alzandosi, seden-dosi, facendo qualche passo.

Chi cammina molto, invece, deve far atten-zione a come appoggia i piedi terra: ruo-tandoli verso l’esterno, infatti, si accentua la tensione sulla regione lombare e sulle ginoc-chia, provocando possibili indolenzimenti.

Gli esperti concordano: fare regolare attivi-tà fisica è una buona abitudine, che diventa ancora più importante in gravidanza.

Se i muscoli sono bene allenati, infatti, of-frono un sostegno migliore al pancione ed alleviano eventuali dolori alla schiena.

Per il corpo e per la mente: il movimento provoca nel nostro organismo una mag-giore produzione di endorfine, ormoni che, una volta in circolo, regalano una sen-sazione di benessere alla futura mamma ed al suo bambino.

Per ottenere questo risultato non è neces-saria un’attività fisica intensa: l’attività fisi-ca non deve risultare faticosa o dolorosa, ma piuttosto regalare una piacevole sen-sazione di rilassamento. Un corso di attività motorie pre-parto, già dall’inizio del secondo trimestre, è la scelta migliore: la futura mamma potrà così spe-rimentare alcuni semplici esercizi che la

aiuteranno a sciogliere le tensioni muscolari accumulate nell’arco della giornata. Prima di iniziare qualsiasi attività, è comun-que opportuno confrontarsi con il proprio medico.Negli esercizi di rilassamento è importante che i movimenti siano lenti – rotazioni del collo, delle spalle, del bacino; streching dei muscoli del dorso, ‘rotolamento’ della colon-na in modo da portare, vertebra dopo ver-tebra, la testa all’altezza della pancia con le braccia penzoloni.

Questi sono alcuni degli esercizi più indicati per sciogliere le tensioni. Inspirare dal naso ed espirare lentamente dalla bocca con un ritmo regolare permette di eseguire i movi-

a cura della dott.ssa Mariangela Picardi

[email protected]

Gravidanza: attività fisica ok, disturbo ko!

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menti o mantenere le posizioni con più facilità.Un po’ di ansia e qualche apprensione per il parto e per la salute del bambino sono sentimenti comuni in gravidanza: imparare a rilassare la mente insieme al corpo, quindi, è fondamentale per migliorare il benessere generale della futura mamma.Il relax mentale, come quello fisico, comincia dalla corretta respira-zione, profonda e ritmica, accompagnata da esercizi di visualizzazio-ne positiva.

Immaginare il bambino al sicuro e tranquillo nel proprio ventre,

ascoltarne i movimenti, concentrarsi su di lui, sono esercizi che tran-quillizzano la futura mamma e favoriscono un futuro contatto anco-ra più profondo con il nascituro.

Una posizione favorevole, adatta per tutti i nove mesi e da ereditare anche dopo il parto, è sdraiarsi su un fianco con un ginocchio piega-to ed un cuscino tra le gambe.

La cosa migliore che una futura mamma possa fare (per sè stessa e per il suo bambino) è regalarsi tanti brevi momenti di relax nell’arco della giornata: prendersi un attimo di tempo, ovunque si trovi, fare un bel respiro e immaginare qualcosa di piacevole come un paesag-gio, una giornata di sole, il piccolo. Basta poco per migliorare il proprio stato d’animo e far scivolare via, gradevolmente, tutte le tensioni.

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È opportuno che gli orari dei pa-sti non siano rigidi; è consigliabi-le attaccare il bambino al seno tutte le volte che lo richiede (al-lattamento a richiesta).

È meglio non farlo attendere ec-

cessivamente, per evitare che sia troppo affamato e si attacchi in modo frenetico.

Alcuni consigli da seguire sono infatti:attaccare il bambino al seno ogni volta che sembra avere fame, cioè quando gira la testa come se cercasse il capezzolo; non è necessario aspettare che il piccolo pianga.È possibile, soprattutto all’inizio che il bambino voglia attaccarsi al seno molto spesso. La mamma non si deve preoccu-pare e deve assecondarlo. Poiché lo stimolo più importan-te per la produzione di latte è proprio la suzione , quanto più spesso il bambino si attacca al seno, tanto maggiore è la quan-tità di latte prodotto.

Come capire se il latte è suffi-ciente?I principali segni di un’assunzio-ne adeguata di latte da parte di un neonato sono una buona crescita ponderale e una produ-zione di urina adeguata. Il peso del piccolo, dopo il calo fisiolo-gico, dovrebbe tornare a quello iniziale in due settimane circa. Successivamente, nei primi tre mesi, il bambino allattato al seno dovrebbe aumentare di almeno 125-150 grammi la settimana. È importante quindi controllare periodicamente la crescita, per esempio una volta la settimana, pesando il piccolo nudo, prima del pasto, sempre alla stessa ora.È preferibile evitare la doppia pesata (prima e dopo la poppa-ta) che non permette di capire quanto latte abbia effettiva-mente introdotto il bambino ed è una possibile fonte di ansia e preoccupazione per la madre. Un bambino ha una produzione adeguata di pipì se bagna sei o più pannolini nelle 24 ore, con urina chiara.Nella grande maggioranza dei casi, una scarsa produzione di latte può dipendere da una po-sizione scorretta del bambino quando viene attaccato al seno, o da poppate di durata limitata o poco frequenti. Se si correggono questi errori la difficoltà viene superata. La vera ipogalattia materna (ca-ratterizzata da una produzione di latte insufficiente) è infatti un evento estremamente raro (si riscontra in meno di due donne su cento). Le aggiunte di latte ar-

tificiale, se non necessarie, sono sempre sconsigliate perchè por-tano a una minore produzione di latte (se si riduce la suzione, dimi-nuisce ulteriormente la quantità di latte materno).

Come alimentarsi quando si allatta?La dieta della donna che allat-ta deve essere quella abituale, senza alcuna restrizione. Alcuni alimenti introdotti dalla madre possono infastidire il lattante, ma non è possibile sapere a prio-ri quali saranno. È quindi importante che la ma-dre mangi di tutto, eliminando solo in un secondo tempo gli alimenti che sembrano dare fa-stidio al bambino. Si consiglia di non assumere su-peralcolici e di non fumare .Non è dimostrato che esistano cibi capaci di aumentare la pro-duzione di latte. Solo lo svuotamento del seno attraverso una suzione effica-ce, e la possibilità di attaccare il piccolo ogni volta che mostra di aver fame garantiscono una buona produzione di latte.

Alcuni consigli:

caffè: non più di due tazzine al giorno, preferibilmente decaffeinato;thè: preferibilmente deteinato;vino: non più di due bicchieri al giorno, ai pasti;birra: non più di una lattina al giorno, ai pasti;latte: a piacere.

(2a parte)

Le posizioni per allattare. a cura del dr. Elio Caggianospecialista in pediatria

Presidente dell’Associazione pediatrica “Per il Bambino”

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Nel numero precedente ci siamo soffermati sulle posizioni per

allattare al meglio il proprio bambino, ma

altre domande che mol-te mamme si pongono riguardano la frequen-

za con cui allattare e l’alimentazione della

mamma.

Chi lo Produce: Nome del Prodotto:

Il ciuccio rappresenta un mezzo fondamentale a di-sposizione del piccolo per trovare consolazione nei momenti di sconforto e per rilassarsi. Rispetto al pollice, cui ricor-

rono spesso molti bambini, l'uso del succhietto ha il vantaggio di poter essere "dosato" dai ge-nitori, perché non è sempre a disposizione del bimbo come il proprio dito.

Il Ciuccio

Qualche informazione in più per scegliere meglio:

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In commercio se ne trovano diversi tipi, vediamone le caratteristiche.La tettarella del ciuccio: in caucciù, lattice, silicone.

in caucciù: è una gomma naturale particolarmente liscia e morbi-da, resistente ed elastica. Risulta indicata nella fase della dentizione (ovvero dai 6 mesi). Ha, però, la tendenza ad assorbire l'acqua, tratte-nere gli odori e a deformarsi dopo un'usura prolungata e diversebolliture o sterilizzazioni.

in silicone: è un materiale chimico atossico, derivante dal silicio, che assicura indeformabilità e igiene; non assorbe gli odori o i sapori, non viene alterato dall'usura o dai frequenti lavaggi e sterilizzazioni. A causa delle lacerazioni provocate dai dentini, è consigliato l’uso nei primi sei mesi di vita.

in lattice: è una gomma naturale, elastica, morbida e molto resi-stente. I succhietti in lattice si possono usare fin dalla nascita ma sono perfetti anche quando si è più grandicelli.

La forma della tettarella:

A ciliegia: è la classica tettarella che richiama la forma del capez-zolo della mamma. Tonda e morbida, è quella che i bambini preferisco-no. Particolarmente indicati per i bambini di pochi mesi, in quanto ri-producono la forma arrotondata del capezzolo.

Anatomica: studiata apposta per adattarsi alle caratteristiche del palato del neonato, ha una forma schiacciata ed ellittica, ripiegata ver-so l'alto. Essa contraddistingue i ciucci realizzati rispettando le caratte-ristiche anatomiche del palato del bebé.

A goccia: si tratta sicuramente della forma più innovativa; ellittica e piatta come l'anatomica ma più sottile e priva di ripiegamenti verso l'alto. Esercita una pressione uniforme sul palato. Riduce al minimo sia l'apertura della bocca sia la pressione interna.

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Gina e il frutto dell’amicizia

La Favola del mese

Gina la formichina era molto piccola, ma come le sue sorelline ogni giorno usciva alla ricerca di cibo. Tutte portavano sempre qualcosa: una mollichina di pane, un seme, un chicco di riso, un rametto per il fuoco; tutti contribuivano alla raccolta per aff rontare l’inverno e quando questo arrivava si riunivano intorno al caminetto stando ore ad ascoltare le storielle dei più grandi mentre sgranocchiavano qualcosa.

Un giorno Gina, non avendo trovato nulla, pensò: “Adesso che torno a casa tutte mi derideranno....”. Mentre si rammaricava, sentì un lamento: “Chi può essere”?“Sono io, qui, su questa roccia. Mi sono incastrato, aiutami!”. Era un bel semino,

e Gina era felice perchè pensava che se l’avesse portato a casa le avrebbero dato una medaglia”!

“No, per favore, ti prego, io vengo da molto lontano, e sono fuggito da un enorme rapace che con il becco mi ha trasportato fi n lassù, vedi?” e indicò un grande nido.

“È grandissimo!”, esclamò Gina ma io ti devo portare a casa così quando viene l’inverno ti mangeremo e saremo tutti contenti.“Ascoltami formichina, se tu mi salvi la vita, io te ne sarò riconoscente. Ti prego sono

piccolo e non voglio fi nire così”.

Gina scorse nel semino una goccia di rugiada che sembrava una lacrima. Era tanto commossa. “Come ti chiami”, gli chiese, “Milo”, e urlò: “presto, sta arrivando l’uccello e se ci vede fi niremo come colazione per i suoi piccoli!”

Con un balzo Gina si arrampicò sulla roccia, aff errò il semino e ruzzolò per la scarpata fi no a nascondersi sotto un bel fungo.

“Grazie”, sospirò Milo. “Allora, mi lasci libero”?“Si”, disse la formichina, “Ma ti metto in un posto sicuro dove quel volatile non potrà

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prenderti”, e lo infi lò in un forellino di terra.“Ciao”, disse. “Ciao, e grazie ancora”, salutò il semino.

Ovviamente tornando a casa Gina pensava alle sorelline che l’avrebbero derisa e a quella medaglia che non le avrebbero mai dato, ma in cuor suo era contenta. Aveva aiutato un amico! Si, aveva un amico.Passarono degli anni, Gina era grande e aveva una famiglia tutta sua con tanti piccoli ai quali ogni tanto raccontava, accanto al camino, la storia di Milo il semino .

Quell’anno l’inverno sembrava non voler fi nire, l’unica cosa che stava fi nendo erano le scorte e anche nel caminetto non c’era quasi più legna da ardere. Era disperata! Di certo non poteva mandare in giro le piccoline a cercare qualcosa. Così si vestì con gli scarponi ed il cappello di lana e si incamminò nella neve.

Era allo stremo delle forze quando sentì una grossa voce: “Gina, Gina sei tu”?Si voltò e vide un albero maestoso. “Chi sei?”, disse. “Sono io, Milo, quel semino, ti ricordi”?

“Ooohhhh, ma quanto sei cresciuto!” e gli raccontò la sua triste storia...“Non ti preoccupare”. Un ramo si mosse verso di lei porgendole una bellissima mela. “Va’, portala dai tuoi e ogni volta che vuoi vieni, ce n’è per tutti”.

“Grazie” disse Gina. Questa volta non era la rugiada, ma una lacrima che le sgorgava dagli occhi.

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© Babymagazine.it

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Bonding e attaccamento

“Lo scorrere di tutta la vita inizia con la reciproca interazione tra genitore e neonato”. (Bowbly)

a cura della dott.ssa Valentina Funicelli -Logopedista,

insegnante di Massaggio Infantile IAIM.

Attaccamento e Bonding si ri-feriscono a due fenomeni in con-nessione reciproca coinvolti nella creazione del rapporto iniziale tra il bambino e chi si prende cura di lui. Il Bonding si manifesta nel periodo immediatamente successivo alla na-scita, quando il bambino e i genitori sono perfettamente in grado di co-noscersi reciprocamente. Lorenz e Harlow studiarono il comportamento degli animali e il momento in cui si instaura il Bon-ding, che avviene al momento della nascita. Spesso se il cucciolo viene allontanato dalla madre alla nascita, e riunito in seguito, subi-sce un rifiuto da parte della ma-

dre per cui è destinato a morire.Kennel e Klaus evidenziarono un pe-riodo particolarmente sensibile alla creazione di questo legame nell’es-sere umano, ma non rigido come negli animali, il processo di attacca-mento può avvenire anche in un se-condo momento e così pure i legami affettivi ad esso correlati. Il Bonding è un processo di attacca-mento, nasce pian piano, come l’in-namoramento; inizia già nella madre nel periodo della gestazione. Subito dopo la nascita, si conosce il bambino reale diverso da quello im-maginario; è proprio questo il mo-mento in cui si riconosce il bambino come il proprio bambino, e si può fa-cilitare il processo di attaccamento.

Bowlby ha studiato le caratteri-stiche del processo di attacca-

mento: un attaccamento sicuro dà una certa solidità e stabilità allo sviluppo del bambino. I bambini che hanno solide

basi nel futuro diventeranno persone equilibrate, sane, in

grado di mantenere un lavoro, nei rapporti sociali, una vita di re-

lazione normale;

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un attaccamento insicuro si ha quando ge-nitori problematici o intenti a risolvere i loro problemi non instaurano una relazione col bambino. Questa situazione di instabilità emotiva spesso genera nel bambino momen-ti di aggressività o chiusura in sè stesso, am-bivalenze nei confronti degli altri, sempre alla ricerca di qualcosa che è mancante.Il Bonding si basa quindi sulla reciprocità ge-nitore/bambino.

Gli elementi che compongono il bonding sono:

Contatto La pelle è l’organo più esteso del corpo e il tatto è il primo senso che si sviluppa in utero. Attraverso il contatto sviluppiamo endorfi-na, serotonina, e la mamma produce più os-sitocina (ormone che aiuta l’utero a contrar-si, chiamato anche ormone dell’amore), e più prolattina (non solo favorisce la produzione di latte ma è anche l’ormone del prendersi cura di…e del senso materno); inoltre si abbassa-no gli ormoni dello stress ACTH, cortisolo.Al momento della nascita la mamma e il bambino hanno lo stesso identico dosag-gio ormonale; quando il bambino nasce, tutta l’ossitocina e il cortisolo, necessari per il momento del parto, sono alti. Al primo contatto con la mamma è come se ricevesse

un segnale di stop alla produ-zione di ACTH, cortiso-

lo, un messaggio di fuori pericolo

dopo il parto. Si è notato che nei bam-bini nati da parto cesa-

reo e poi al-lontanati dalla

mamma, i tassi di ACTH rimangono alti per molto più tempo, e se mantenuto a lungo, i bambini cominciano ad essere più irritabili, dormono meno, hanno difficoltà di crescere.Dagli studi di Tiffany Field, sul massag-gio a bambini ricoverati si sono avuti: crescita più rapida, reazione migliore alle cure e dimissioni più veloci.

Odorela mamma e il bambino si riconoscono dall’odore; il colostro ha un odore simile al liquido amniotico.

TemperaturaIl neonato non è in grado di auto-termore-golarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mante-nere quella del piccolo.

Ritmi e Bioritmi Quando una donna partorisce c’è una remis-sione della neo-corteccia e un lasciar emer-gere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico; è come se prendessero il sopravvento le emozioni e l’istinto che per-mettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino.

VoceIl bambino riconosce la voce della mamma, la mamma riconosce il pianto del suo bam-bino (è anche il modo che ha il bambino di accattivare la mamma).

AllattamentoDurante l’allattamento il bambino aumenta le difese immunitarie, e nella mamma vi è l’aumento di ossitocina e prolattina.

Sguardo “Il primo sguardo non si scorda mai”, gli

occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e mette a fuoco cose rotonde e scure, (come il capezzolo della mamma e gli occhi). Il Bonding, un processo lungo una vita, è un legame affettivo e tattile, che con il massag-gio infantile viene intensificato e garantisce un buon sviluppo per il futuro.

È stato dimostrato che......L’unica necessità che hanno i neonati nei primi minuti è di essere asciugati e avvol-ti in un tiepido e morbido telo. Ogni altra cosa, oltre a non essere utile, è di ostacolo al bonding e pertanto dovrebbe essere rimandata.

...Lasciando in intimità genitori e bambi-no, quest’ultimo smette di piangere a po-chi secondi dalla nascita e si tranquillizza con grande velocità.

...Favorire il bonding fin dai primi momen-ti permette un migliore avvio dell’allatta-mento al seno, riduce il rischio di depres-sione materna, aumenta la fiducia in sè stesso del bambino e lo rende, in seguito, più aperto al contatto con gli altri.

...Nella prima settimana di vita la fase di veglia tranquilla (lo stato nel quale il bam-bino può aprire gli occhi, guardare i geni-tori, ascoltare la loro voce, cercare il seno della mamma) è molto breve, circa due ore al giorno, pertanto perdere questo momento speciale subito dopo il parto, significa rimandare di almeno una giorna-ta la possibilità di far conoscere al neonato noi stessi e tutto ciò che c'è intorno.

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Non è facile occuparsi contempora-neamente di due neonati. Dopo il lie-

to evento i neo-genitori si dovranno occupare dei gemelli con impegno ed una buona capacità organizzati-va, indispensabile per far fronte alle

“doppie” incombenze quotidiane. Doversi occupare di due bebè con-temporaneamente non è semplice,

ma è una sfida che si può vincere ottenendo gratificazioni raddop-

piate. Ecco qualche consiglio.

Gemelli, che fatica!

ta di pannolini (ne servono circa 12 o 14 al giorno) e un frigorifero pieno di cibi pronti o semplici da cucinare. Al ritorno a casa, le energie della mamma devono essere dedicate solo ai bambini che saranno attaccati al seno contemporaneamente. In que-sto modo i piccoli sincronizzeranno i loro tempi di poppata.

Bisogna offrire da mangiare ai due bambini nello stesso momento an-che se è solo uno a chiedere la pop-pata, alternando i seni, dato che spes-so uno risulta più pieno dell’altro, e usando un cuscino da allattamento a forma di U da infilare sotto le braccia per sostenerli meglio. È bene tenere un calendario delle poppate in cui segnare gli orari e an-che l’alternanza dei seni. Se i piccoli sono allattati al biberon vanno alimentati separatamente e, ogni mattina, sarà necessario prepa-rare scorte di latte sufficienti per le 24 ore successive da conservare in frigorifero.

I cambi e il bagnetto Per quanto riguarda l’igiene, è bene effettuare in successione anche i cambi del pannolino visto che di soli-to il cambio viene fatto dopo il pasto. Se la mamma ha a disposizione un aiuto (nonna, partner o baby-sitter) può affidargli un gemello mentre cambia l’altro.Se così non fosse, è necessario ada-giare il secondo bimbo in uno spazio

sicuro in cui possa essere osservato dalla mamma, in modo da non dover-si allontanare dal fasciatoio mentre si sta occupando del primo. Nei primi mesi è preferibile fare il ba-gnetto separatamente nel lavandino o nell’apposita vaschetta, con la ne-cessità, però, di una persona che ven-ga in aiuto per prendersi cura dell’al-tro gemello.

Per il bagnetto insieme sarebbe me-glio aspettare l’anno di età, dopo aver messo sul fondo della vasca un tappetino antiscivolo.

L’appuntamento con la nanna Di solito l’allattamento simultaneo tende a determinare ritmi di sonno simili tra i due gemelli. Nel primo mese, però, i risvegli not-turni alternati potrebbero essere davvero frequenti e impedire alla mamma di dormire per più di tre ore di fila. Meglio, quindi, seguire alcuni consigli come, per esempio, dormire tutte le volte che i bambini lo fanno, anche durante il giorno. È bene richiedere la collaborazio-ne del partner e tentare di ridurre le poppate notturne, dopo le prime settimane, evitando di attaccare su-bito uno o entrambi i piccoli al seno appena lo/li si sente il piangere. Non bisogna temere, infatti, che il pianto dell’uno possa svegliare l’al-tro, poiché il sonno dei bambini nei primi mesi è molto profondo. I gemelli dovranno dormire sullo stes-

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Dopo la nascitaSubito dopo il parto, è necessario che la neomamma si riposi il più possibile, approfittando del sostegno of-ferto dall’ospedale e dal personale della struttura. È importante che parenti ed amici riducano la fre-quenza delle loro visite e che il papà prenda in mano la gestione dei rapporti. È necessario che la casa sia già pronta ad accogliere i gemelli, in modo che la mamma non sia costretta a spendere preziose energie per le faccende domesti-che, con un guardaroba organizzato, una buona scor-

so lettino nelle prime settimane: poi-ché hanno condiviso il pancione della mamma per nove mesi, gradiranno la presenza l’uno dell’altro e si sentiranno rassicurati dagli spazi particolarmente raccolti. Passato questo periodo, dovranno dor-mire, pur se vicini, in due lettini sepa-rati.

Organizziamo il “trasporto” Come trasportarli? Innanzitutto biso-gna valutare le dimensioni degli in-gressi attraverso i quali si è soliti pas-sare (porta di casa, portone, ascensore) prima di scegliere il passeggino, valu-tando con attenzione i modelli “doppi”

perché troppo ingombranti. Finché i bimbi sono piccoli, vanno ada-giati su una sola carrozzina. Se la mamma deve uscire da sola, poi potranno essere portati uno nel marsu-pio e l’altro nella carrozzina.

È molto importante la sicurezza in automobile: i bimbi vanno tenuti uno davanti e uno dietro, ricordandosi di disattivare l’airbag del lato passegge-ro, e utilizzando gli infant-sit o i baby pullman da fissare saldamente con le cinture di sicurezza. In prospettiva, è bene considerare l’ipotesi d’acquisto di un modello familiare con un bagagliaio sufficientemente spazioso.

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Gemelli da… record!

Il primo caso mondiale di nascita di sette gemelli è quello degli americani McCaughey, nell'Iowa (Stati Uniti), nati il 19 novembre 1997.

Il primo caso mondiale di sestupli viventi (6 ge-melli!) è invece dei sudafricani Rosenkowitz, nati a Città del Capo l'11 gennaio 1974.Lo stesso giorno di 6 anni dopo è avvenuto il primo parto esagemellare italiano (e secondo al mondo), all'ospedale Careggi di Firenze: si trattò dei 6 gemelli Giannini, residenti in provincia di Arezzo.I loro nomi? Eccoli: Linda, Roberto, Francesco, Fabrizio, Letizia e Giorgio.

Andando su con le cifre, abbiamo trovato il caso di 9 gemelli (ebbene si, nove!) nati a Sidney, in Australia, il 13 giugno del 1971. 5 maschi e 4 femmine, la stessa composizione di un'altro caso simile successo nel 1999 in Malesia.

C'è un caso solo in tutta la storia di 10 gemelli, nati il 22 aprile del 1946 in Brasile; in questo caso 8 bimbe e 2 maschietti.

E poi il record, 11 gemelli (una squadra di calcio!), un caso riportato da Pico della Mirandola nel lontano 1400.Purtroppo qui manca una conferma storica, infatti lo stesso Pico assegnava a questa signora da record un'altro parto di altri 9 (nove...) gemelli.

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Speciale NutrizionePoppata antigermi

Dal latte alle pappe

Il Bambino che non mangia

Una poppata a prova di germi

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Ogni biberon va lavato accuratamente e il latte che dovrà contenere va prepara-

to al momento oppure, se non è possibile la prima ipotesi, conservato in frigorifero,

intiepidendolo subito prima del pasto.

Il latte, soprattutto se a temperatura ambiente, è il terreno ideale per lo sviluppo dei batteri, che una volta insediati nell’intestino del piccolo possono provocare una gastroenterite. Molto meglio infatti, attendere qualche mese per l'utilizzo del biberon, e lascia-re che il bambino si nutra dal seno, garanzia perfetta di salute e tenerezza. Anche in questo caso comunque la sterilità è impor-tante: la mamma infatti dovrà pulire con acqua e sapone o con apposite soluzioni disinfettanti il capezzolo sia prima di offrirlo al bambino, sia dopo la poppata, per eliminare i residui di latte e saliva che favoriscono l'insorgenza delle ragadi del capezzolo e la proliferazione di germi. Se si allatta artificialmente, la sterilizzazione è necessaria almeno per i primi 6 mesi di vita. Dopo tale periodo, considerando che il bambino comincia a portarsi alla bocca le manine e qualsiasi oggetto riesca a raggiungere, la sterilizzazione diventa una scelta individuale, potendo essere sufficiente un adeguato lavaggio. Bi-beron, tettarelle e tutto l'occorrente usato per preparare i pasti va accuratamente lavato con acqua calda, detersivo e spazzola dopo ogni poppata. Se i fori delle tettarelle sembrano ostruiti, è bene pulirli aiutandosi con una spilla da balia. Bisogna poi sciac-

quare tutto, ripetuta-

mente sotto l'acqua calda corrente, e procedere alla sterilizzazio-ne, che può essere effettuata utilizzando il metodo a caldo o il metodo a freddo.

Il metodo a caldoLa sterilizzazione a caldo si fonda sull’azione disinfettante e batte-ricida dell’acqua bollente. Questa tecnica può impiegare direttamente l’acqua ad alte tem-perature o sfruttare il vapore che si sprigiona quando questa inizia a bollire. Con l’acqua. È il sistema più classico, quello delle nostre nonne. In una pentola a coperchio chiuso o in un apposito contenitore si fanno bollire su un fornello per almeno 20 minuti gli oggetti da di-sinfettare, controllando che siano completamente ricoperti d’ac-qua. Una volta conclusa l’operazione si getta l’acqua e si lasciano sgocciolare gli oggetti sterilizzati, senza toccarli con le mani. I bi-beron poi vanno rimontati con le mani pulite e con la tettarella girata verso l’interno. Il vantaggio di questo metodo è che è molto economico e prati-co, poiché non richiede particolari attrezzature in quanto per la sterilizzazione è sufficiente un fornello e una comune pentola da cucina. Con il vapore. Questo metodo richiede l’uso di specifici apparec-chi che producono e sfruttano il vapore acqueo che va a distrug-gere i microrganismi nocivi. Ne esistono di due tipi: elettrici o per forni a microonde. I primi sono formati da un bollitore a corrente

elettrica, un cestello in cui porre i biberon, un termostato per tenere la temperatura costante e una valvola di sicurezza.

All’interno dell’apparecchio viene fatta bollire una pic-cola quantità d’acqua che sprigiona il vapore che in

una decina di minuti disinfetta gli oggetti. Gli steri-lizzatori per forni a microonde invece sono com-posti da un contenitore a chiusura ermetica e un cestello portabiberon. I vantaggi degli sterilizza-tori a vapore è la velocità in cui si esegue l’opera-

zione: 10-15 minuti con gli apparecchi elettrici, 4-8 minuti con il microonde.

Il metodo a freddo È un metodo chimico, che prevede l’uso di appositi disinfettanti liquidi o in compresse effervescenti, assolutamente non tossici per il bambino, da sciogliere nell’acqua fredda in

I consigli per mantenere al meglio igiene e sterilità.

beron, tettarelle e tutto l'occorrente usato per preparare i pasti va accuratamente lavato con acqua calda, detersivo e spazzola dopo ogni poppata. Se i fori delle tettarelle sembrano ostruiti, è bene pulirli aiutandosi con una spilla da balia. Bisogna poi sciac-

quare tutto, ripetuta-

gere i microrganismi nocivi. Ne esistono di due tipi: elettrici o per forni a microonde. I primi sono formati da un bollitore a corrente

elettrica, un cestello in cui porre i biberon, un termostato per tenere la temperatura costante e una valvola di sicurezza.

All’interno dell’apparecchio viene fatta bollire una pic-cola quantità d’acqua che sprigiona il vapore che in

una decina di minuti disinfetta gli oggetti. Gli steri-lizzatori per forni a microonde invece sono com-posti da un contenitore a chiusura ermetica e un cestello portabiberon. I vantaggi degli sterilizza-tori a vapore è la velocità in cui si esegue l’opera-

zione: 10-15 minuti con gli apparecchi elettrici, 4-8

Dal latte alle pappe

cui sono immersi gli oggetti da sterilizzare. Questa sostanza chimica antibatterica agi-sce in 30-90 minuti (a seconda del prodotto) e non essendo necessario il risciacquo gli oggetti possono essere lasciati immersi fino al momento dell’uso (la soluzione va rinno-vata ogni 24 ore). Anche se rispetto agli altri

il metodo a freddo presenta una spesa mag-giore, per l'acquisto periodico del disinfet-tante, il suo punto di forza è la praticità, vi-sto che a differenza del metodo a caldo, che necessita sempre di un fornello, di una presa di corrente o di un forno a microonde, può essere usato facilmente anche fuori casa.

Secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondia-le della Sanità, il passaggio da un’alimenta-zione a base esclusiva di latte a quella mista, dovrebbe iniziare al sesto mese compiuto. È importante, però, procedere gradualmen-te e senza forzare il bambino, così da lasciar-gli il tempo di abi tuarsi alle nuove pappe e, soprattutto, di capire quali sono i suoi gusti. In questo modo potremo anche accorgerci

di eventuali reazioni allergiche al contatto con i nuovi ali menti.

Quando iniziare.Per i piccoli allattati al seno è consigliabile aspettare fino ai sei mesi compiuti, perio-do in cui il latte matemo dovrebbe essere l’unico alimento somministrato al bambino perché da solo risponde al suo fabbisogno nutrizionale. Questo suo compito lo esegue egregiamente perché, la sua composizione è perfettamente adeguata alle esigenze di crescita del bebè almeno fino ai sei mesi di vita. Inoltre, il latte materno è costituito da un’equilibrata combinazione di elementi prezio si (proteine, zuccheri, grassi, acqua, vi-tamine e sali minerali) e protegge da virus e batteri per ché la sua composizione contiene

importanti fattori di difesa (come le immu-noglobuline).Anche per i bambini alimentati con latte arti-ficiale è sconsigliato iniziare lo svezzamento prima del compimento del quinto mese, età in cui sono generalmente pronti, a livello fi-sico e psicologico, ad accettare serenamente un nuovo stile di vita.Alla fine del 6° mese, quindi, si può iniziare lo svezzamento rispettando, però, i tempi e i modi consigliati dal pediatra.La gradualità nell’introdurre i nuovi cibi serve a scoprire se il bimbo è allergico a uno degli ele menti introdotti. È bene ricorda-re, comunque, che questa è un’eventualità molto remota: solo l’uno, il due per cento dei bambi ni è veramente allergico a un preciso alimento.

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Sterilizzare biberon e tettarelle: è importante, ma attenzione a non esagerare.

Un neonato non ha bisogno di vivere in un ambiente sterilizzato.

La salute non si basa, infatti, sulla to-tale assenza di questi ospiti terrestri (sterilità), ma su un “normale” rappor-to con loro, basato su ottime abitudini di vita igieniche (ma non fobiche), e soprattutto su buone difese immu-nitarie personali, da conquistarsi con una corretta alimentazione, un sano stile di vita generale, una crescita

graduata nel tempo degli strumenti di difesa di cui siamo geneticamente dotati fin dalla nascita.

È importante che si crei un clima più casalingo e meno sanitario intorno al momento alimentare del bambino: nutrirlo non significa dare una medici-na, e il biberon non è una “siringa” con cui somministrare un “liquido curati-vo”, ma è semplicemente un bicchiere dalla forma un po’ particolare con cui far mangiare il bambino.

La carica batterica normalmente presente nel mondo circostante il

bambino (sui giocattoli, il lenzuolo, le mani dell’adulto, il vestiario, ecc.) è par-te integrante dell’ambiente, che deve essere “conosciuto” dal piccolo e contro il quale svilupperà idonee difese.

Una limitata, normale, presenza di germi nel biberon non è dannosa: es-senziale però è che questi germi non abbiano l’opportunità di moltiplicarsi a dismisura.

Lo svezzamento è uno dei momenti più

impegnativi per il bam-bino verso l'autonomia.

È importante aiutarlo con amore ad accettare

questo cambiamento.

Chiudere con forza le labbra o tirar fuori la lingua

impedendo al cibo d’entrare, procurarsi il vomito,

lasciare la bocca socchiusa facendo cadere il

contenuto, girare la testa di lato, respingere il piatto…

Il rifiuto del cibo in infanzia è uno dei comportamenti che genera uno stato di ansia e preoccupazione in molti genitori e costituisce una cate-goria diagnostica ad alta prevalenza documentata tra l’altro dai numerosi ricorsi al pediatra ed a professionisti esperti in dinamiche psicopedago-giche

Perché spesso un bambino si rifiuta di mangiare? Si tratta di un argo-mento di estrema complessità che di certo non può essere trattato in un breve articolo. Mi limiterò a fare solo talune osservazioni rimandando per gli approfondimenti alla vasta lette-ratura disponibile.Il rifiuto del cibo costituisce una problematica che varia ovviamente in relazione all’età del soggetto (al-lattamento materno, svezzamento, ingresso al nido o alla scuola dell’in-fanzia, etc..) alla sua indole e al suo temperamento.

Una volta esclusi i fattori di tipo orga-nico e i disturbi di rilevanza clinica è importante sapere che l’alimentazio-ne in età infantile è teatro dell’emo-zione e dei vissuti che connotano la relazione genitore-figlio; ciò a signi-ficare che spesso alla base dell’inap-petenza vi è da parte del bambino un desiderio di comunicare un di-sagio cui gli adulti devono dare una risposta adeguata. Il momento dell’alimentazione, in-

fatti, non è solo finalizzato alla nu-trizione, ma è il luogo privilegiato di uno scambio relazionale tra madre e bambino, intendendo che oltre che degli alimenti il figlio si nutre anche delle emozioni e delle affettività che gli trasmette la figura di accudimen-to. Quello che passa attraverso questo canale raggiunge un livello profondo e se utilizzato in modo appropriato può proteggere il bambino da even-tuali disagi e blocchi.

Basti pensare al momento dell’allat-tamento al seno: il neonato speri-menta un grande piacere nel sentirsi riempire da una sostanza calda e nel contempo si sente contenuto in un abbraccio che lo accoglie tutto. L’ali-mentazione non è solo il simbolo del legame madre- figlio, ma anche del loro successivo e progressivo distac-co.

Il momento dello svezzamento, in-fatti, si configura come un primo ten-tativo di fisiologica separazione di questa diade e di perdita di un con-tatto così intimo che verso il secondo ed il terzo anno di vita del bambino si sostanzia nel passaggio all’alimenta-zione autonoma.

I bambini di questa età spesso mo-strano l’evidente desiderio di nutrirsi da soli: impugnano come possono le posate e portano il cibo alla bocca.

Il bambino che non mangia

a cura della dott.ssa Nanda Santoro

- sociologo pedagogista clinico

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temperamento.

Una volta esclusi i fattori di tipo orga-nico e i disturbi di rilevanza clinica è importante sapere che l’alimentazio-ne in età infantile è teatro dell’emo-zione e dei vissuti che connotano la relazione genitore-figlio; ciò a signi-ficare che spesso alla base dell’inap-petenza vi è da parte del bambino un desiderio di comunicare un di-sagio cui gli adulti devono dare una risposta adeguata. Il momento dell’alimentazione, in-

Qualche consiglio pratico:

Usate preferibilmente prodotti genuini, meglio se di preparazione casalinga, compatibilmente con il tempo a disposizione e con i prodotti disponibili sul mercato. Una pappa “fatta in casa” è un gesto d’amore.

Nella sua alimentazione non fate mancare mai an-che cibi tipici della tradizione mediterranea, come i cereali, le verdure, la frutta, l’olio extravergine d’oliva e il pesce.

Nei primi tempi non bisogna insistere se il piccolo mostra di non volere la pappa, perchè fatica ad ac-cettare la novità. Non è assolutamente necessario che lo svezzamento inizi proprio al sesto mese e un ritardo non gli comporterà di certo problemi o carenze nutrizionali di alcun tipo. Se passa troppo tempo, però, è inutile temporeggiare: meglio as-sumere un atteggiamento determinato, anche se mai aggressivo.

Una volta avviato lo svezzamento, occorre rispet-tare le reali esigenze del piccolo, assecondandone i segnali di fame, sazietà e gusti. L’imposizione potrebbe dare il risultato opposto o convincerlo che solo mangiando otterrà la vostra approvazione.

Alla fine del primo anno di vita il bambino può finalmente mangiare tutto quello che mangiamo anche noi adulti, con le dovute accortenze riguar-do certi alimenti e componenti (cibi piccanti, con presenza di caffeina, ecc.).

Crema di carotine: Ingredienti: Scaldare due mestoli di brodo vegetale. Aggiungere due carotine dolci lessate e frullate. Portare a ebollizione e versare la quantità di crema di riso necessaria per raggiungere la consistenza che preferite. Mescolar bene e condire con un po’ d’olio e parmigiano. Aggiungere liofilizzato, omogeneizzato o 40 g. di for-maggio (crescenza o caprino)

Patate alla crema Ingredienti:800gr Patate - 1/2 Bicchiere Latte - 400gr For-maggio Fresco, 3 Cucchiai Aromi Tritati (basilico, Timo, Origano) - Olio D'oliva - Sale

Lavare bene la buccia delle patate, asciugarle e cuocerle in forno caldo a 200 gradi un’oretta. La-vorare il formaggio unendo poco alla volta il latte. Incorporare, mescolando, sale, le erbe tritate e 3 cucchiai di olio. Sbucciare le patate, schiacciarle e versarvi sopra la salsa.

12mesi

Pasta con i würstel Ingredienti: 400 g di maccheroni (piccoli), 120 g di burro, 250 g di würstel, basilico, 100 g di parmigiano grattugiato.

Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata.Sbollentare per pochi minuti i würstel, eliminare la pelli-cina esterna e tagliarli a rotelline. In una padella scioglie-re il burro e unitevi il würstel e un pò di basilico.Lasciare rosolare a fuoco lento per circa 5 minutiScolate la pasta e condirla con burro, parmigiano e la salsina di würstel.

3anni

6mesi

...qualche ricetta alternativa

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Può accadere in questi casi che la figura di accudimento assuma un atteggiamento in-trusivo, ostinandosi ad imboccare (magari solo per accelerare i tempi del pasto) e ciò può determinare un comportamento oppo-sitivo attraverso il quale il bambino esprime il bisogno di sentire rispettati i suoi confini.

A questo punto solitamente la madre attua una sorta di “pressing”, cerca di far giocare il figlio in modo tale che, approfittando dei momenti di distrazione possa imboccarlo, oppure lo alimenta durante le ore di sonno, caricando all’inverosimile il biberon; ci sono donne che precipitano in un tale stato d’an-sia, perché temono che il figlio possa “morire di fame” che lo costringono ad aprire la boc-ca, magari turandogli il naso.

Si configura uno scenario di lotta, connota-to da stress e da grande tensione, dal qua-le spesso è il bambino ad uscire vincitore. Attraverso il rifiuto e la contrattazione egli

riesce ad acquisire maggiore potere decisio-nale sull’ambiente familiare condizionando a suo piacere la relazione con la figura di ac-cudimento. Si innesca così un circolo vizioso: il bambino percepisce il cibo come un’arma usata con-tro di lui e rifiutando anche gli alimenti che prediligeva incrementa le paure della madre. Alla fine, il figlio userà il cibo per richiamare l’attenzione su di sé o per punire i genitori. Vi è dunque un intima correlazione tra le cause dei disturbi alimentari in età precoce e l’atteggiamento apprensivo ed ansioso della madre. In questi casi sarà necessario rivolgersi ad uno specialista affinché si pos-sa accedere ad una chiara lettura del disagio per la definizione di adeguate strategie edu-cative. In un tale scenario variegato, sovente sono erroneamente inclusi anche quei casi di pseudo inappetenza dettati dall’acquisizio-ne, da parte dei bambini, di errate abitudini alimentari quali il ricorso frequente a snack

“spezza fame” durante l’intero arco del-la giornata, o il non rispetto degli orari dei pasti, imputabile ai ritmi poco gestibili dei genitori. Ci sono effettivamente dei bambini che mangiano poco, ma quasi sempre, se an-diamo a vedere quanto cibo introducono, ci accorgiamo che assumono calorie a suffi-cienza: il rischio è che i genitori, preoccupati, pur di farli mangiare, diano loro merendine, succhi di frutta o altri alimenti preconfezio-nati al di fuori dei pasti, praticando così una dieta scorretta e disordinata.

Può succedere che questi bambini, non edu-cati ad una corretta alimentazione, vedano in parte compromessa la regolazione del ciclo fame-sazietà e sviluppino un atteggia-mento solo apparentemente oppositivo in presenza della madre, mentre con altre figu-re di riferimento, ad esempio la nonna e l’in-segnante (più attente al rispetto delle buone prassi) manifestano un normale appetito.

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AvellinoUfficio Anagrafe 0825 200364Misericordia 0825 21522 Protezione Civile 0825 760408 Croce Rossa 0825 74758 Guardia Medica notturna e festiva

0825 292013 Telefono Azzurro 0825/25333 ASL - Ufficio Relazioni con il pubblico 0825 292029 Azienda Ospedale Moscati 0825 203111 ASL/AV 2 0825 291111 Malzoni S.p.A. 0825 381427961ASL/AV 1 0825 809503 ASL Atripalda 0825 293225Asilo Pubblico, Ctd. San Tommaso, 39

0825 72007 Asilo Pubblico, Rione G. Mazzini

0825 72620Asilo Pubblico, Prol. Contr.Valle Mecca 1 0825 21873

Benevento Ufficio Anagrafe: 0824 772811Misericordia: 0824/24069 - 333 8664467Protezione civile: 0824/43544 348 8059092 Croce Rossa: 0824/315000 - 335 1881042 Guardia Medica: 0824 363387ASL BN1: 0824 308111 Asl-Urp: 800 187 514

Asilo Pubblico Contr. Cretarossa 0824 51944 Asilo Pubblico P.za San Modesto, 18

0824 64423

Caserta Ufficio Anagrafe: 0823 273917 Misericordia: 0823 444064 338 1053433Protezione civile: 0823 452242 Croce Rossa: 0823 321204Guardia Medica: 0823 279691 ASL Caserta1: 0823 279691

Asilo Pubblico, Via Cilea 0823 341220 Asilo Pubblico, V. Ferrarecce 0823 326311 Asilo Pubblico, V. Giuseppe Maria Bosco 0823 442548Asilo Pubblico, V. Ferdinando Rossi 0823 371500 Asilo Pubblico, Via Benevento 0823 353342 Asilo Pubblico, V. Tifatina 0823 386052

Napoli Ufficio Anagrafe: 081 7958437 Misericordia: 081 5645393 Protez. civ. “Falchi del Sud”: 081 770 7178 392 940 0228Croce Rossa: 081 5522869 Guardia Medica: via Carlo de Marco, 2 - 081 7517510 via Cotugno, 3 - tel:

081 2542424ASL Napoli: 081 2541111

Salerno Ufficio Anagrafe: 089 662152 Misericordia: 089 795100 Protezione civile: 089 330373 Croce Rossa: 089 339284 - 338 524 331872 Guardia Medica: 089 339574 ASL Salerno: 089 691111

Asilo Pubblico, V. San Domenico Savio 089 2580181

Asilo Pubblico, V. Martiri Ungheresi 10 089 721256

Asilo Pubblico, V. Trebazio Caio Testa 089 712298

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