B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso...

61
B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater aprile 2011 Elab.B Norme Tecniche di Attuazione Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica

Transcript of B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso...

Page 1: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater

aprile 2011

Elab.B Norme Tecniche di Attuazione

Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica

Page 2: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 3: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -1-

INDICE

TITOLO I

CARATTERI DEL PIANO

Capo 1° Generalità pag. 3

Art. 1 Oggetto e finalità

Art. 2 Criteri generali di riferimento

Art. 3 Finalità, applicazione e contenuti specifici

Art. 4 Elaborati di Piano

Art. 5 Classificazione e definizione delle grandezze urbanistiche ed edilizie e degli indici

Art. 6 Categorie d’intervento

Art. 7 Destinazioni d’uso degli edifici

Capo 2° Contenuti progettuali e forma del Piano pag. 9

Art. 8 Gli elementi di struttura dell’impianto urbanistico di progetto

Art. 9 La zonizzazione: le componenti del Piano

Art. 10 Gli standard e il dimensionamento

TITOLO II

DISCIPLINA DELLE COMPONENTI DEL PIANO

Capo 1° Reti, spazi, edifici pubblici pag. 11

Art. 11 Reti e spazi pubblici e di uso pubblico

Art. 12 Rete dei sottoservizi pubblici

Art. 13 Spazi aperti pubblici: luoghi di relazione: piazze, spazi pavimentati e spazi verdi

Art. 14 Servizi pubblici

Capo 2° Parti edificate pag. 14

Art. 15 L’articolazione funzionale

Art. 16 L’articolazione delle superfici fondiarie in rapporto agli interventi: unità minima di intervento edilizio, comparto fondiario, aggregato di comparti

Page 4: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2-

Capo 3° Regole per l’assetto spaziale dell’insediamento pag. 15

Art. 17 L’articolazione delle superfici fondiarie in rapporto alle morfotipologie insediative

Art. 18 Trattamento della superficie di pertinenza

Art. 19 Parcheggi privati

TITOLO III

ATTENZIONI ECOLOGICO - AMBIENTALI

Capo 1° Funzionalità naturale pag. 17

Art. 20 Permeabilità dei suoli

Art. 21 Ciclo delle acque meteoriche

Art. 22 Miglioramento dalla qualità d’aria, riduzione dell’inquinamento atmosferico

Capo 2° Bioarchitettura e risparmio energetico pag. 18

Art. 23 Requisiti, definizione e contenuti

Art. 24 Uso di tecnologie innovative

Art. 25 Misure di contenimento dei consumi di energia per la climatizzazione estiva

Art. 26 Misure di contenimento dei consumi di energia per il riscaldamento invernale

Art. 27 Incentivi urbanistici per il contenimento dei consumi di energia

TITOLO IV

MODALITA’ DI ATTUAZIONE E GESTIONE pag. 20

Art. 28 Assegnazioni

Art. 29 Affidamento in concessione di opere di urbanizzazione

Art. 30 Redazione progetti

Art. 31 Affidamento Progettazioni

Art. 32 Coordinamento della progettazione dei comparti fondiari

Art. 33 Coordinamento Progettuale

Art. 34 Coordinamento della attuazione

Art. 35 Manutenzione delle aree a verde del Piano

TABELLA DIMENSIONAMENTO

Page 5: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -3-

TITOLO I

CARATTERI DEL PIANO

Capo 1° Generalità

Art. 1 - Oggetto e finalità

1 Le presenti norme e gli elaborati di cui al successivo art. 4, salvo quanto indicato al seguente comma 6, regolano l’attuazione del Piano di Zona B34 Casale Rosso quater e costituiscono variante al PdZ B34 Casale Rosso variante ter approvata con Deliberazione C.C. n. 243 del 22/09/2005.

2 Il presente Piano di Zona è redatto ai sensi dell’art. 17 della Legge Regionale Lazio n. 21 del 11/08/2009 e in attuazione della L.18 aprile 1962 n.167 e sue mm. ii. per il piano delle zone da destinare all’edilizia economica e popolare. Per tutto quello non espressamente specificato nelle presenti Norme, si rinvia alla legislazione vigente e in particolare a quanto disposto nel dettato normativo per l’edilizia residenziale della Legge 5 agosto 1978, n. 457.

3 Il presente testo normativo e gli elaborati grafici costituiscono Variante relativamente ai cambi di destinazione urbanistica necessari per la realizzazione del Piano di Zona; ai fini della Variante Urbanistica gli elaborati grafici compresi nell'Inquadramento urbanistico (v. Elab. 1) riguardano lo Stralcio del PRG vigente di Roma Capitale.

4 Il presente Piano di Zona ha valore di progettazione urbanistica esecutiva e, salvo quanto esplicitamente ammesso dalle presenti norme, ogni successiva modifica agli elaborati prescrittivi grafici e testuali comporterà variante al Piano.

5 La disciplina che regola le trasformazioni del presente Piano di Zona è definita dall’insieme delle prescrizioni contenute nelle presenti NTA e negli elaborati prescrittivi di cui al successivo art. 4, che ne costituiscono parte integrante. Nella successiva trattazione il presente Piano di Zona sarà identificato con la dizione semplificata di PdZ.

6 Nella parte non attuata alla data di adozione della presente Variante, relativa ai lotti o comparti fondiari destinati all’edificazione e classificati nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati: Zonizzazione su base catastale (v. Elab. 5) come Superfici fondiarie di conservazione, si applica la disciplina prevista nella variante ter approvata con Deliberazione C.C. n. 243 del 22/09/2005.

Art. 2 - Criteri generali di riferimento

1 I contenuti progettuali del PdZ sono costruiti in riferimento ai principi di sostenibilità ecologica, qualità insediativa ed ambientale, flessibilità attuativa, qualità dell’edilizia. Per rispondere a questi principi il PdZ si avvale di grandezze urbanistiche, ambientali ed edilizie che integrano quelle tradizionali, nonché di classificazioni in grado di attribuire qualità morfologica all’insediamento attraverso la definizione degli spazi pubblici, aperti e costruiti, e del verde pubblico.

Page 6: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -4-

Art. 3 - Finalità, applicazione e contenuti specifici

1 Il PdZ definisce un assetto morfologicamente riconoscibile e coerente con i caratteri spaziali del contesto urbano attraverso: - la definizione dei caratteri urbanistico-architettonici di conservazione e di nuovo impianto per le parti

costruite e per gli interventi di sistemazione degli spazi pubblici (percorsi, strade, piazze, giardini, etc.) di uso pubblico e privati;

e persegue i seguenti obiettivi specifici: - definizione morfotipologica di nuovo impianto;

2 Il presente PdZ regola le trasformazioni per componenti, dettando prescrizioni progettuali e procedimentali che, nel loro insieme, costituiscono la disciplina urbanistica esecutiva e che specificatamente riguardano: - caratteristiche fisiche (quantitative e qualitative) delle trasformazioni; - caratteristiche funzionali (destinazioni e modalità d'uso) della componente trasformata/nuovo

impianto; - requisiti prestazionali della componente trasformata/nuovo impianto; - soddisfacimento degli standard di legge e modalità attuative; - modalità ed atti tecnico-amministrativi per l’attuazione delle trasformazioni.

3 I dati di progetto relativi al PdZ sono riportati nella Tabella allegata alle presenti NTA. Il Piano è definito su tutti gli elaborati, di cui al successivo Art. 4, da un perimetro rappresentato con linea nera a tratto punto.

4 I dati numerici prevalgono sui riferimenti dimensionali grafici. In sede di progetto edilizio dovranno essere precisati detti dati e il riscontro aerofotogrammetrico e catastale dovrà essere verificato documentando la reale consistenza con rilievi puntuali.

Art. 4 - Elaborati di Piano

1 Gli elaborati di progetto del PdZ, sono così articolati: Elab. 1 – Inquadramento territoriale: Destinazioni di PRG scala 1: 10.000 Elab. 2 – Inquadramento territoriale - Vincoli scala 1: 25.000/1:10.000 Elab. 3 – Perimetro del Piano di Zona su base catastale scala 1: 2.000 Elab. 4 – Sistema della mobilità e spazi pubblici su base catastale scala 1: 2.000 Elab. 5 – Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati Zonizzazione su base catastale scala 1: 2.000 Elab. 6 - Partizione e modalità d’uso degli spazi pubblici e privati Regolamento per l’edificazione su base catastale scala 1:2.000 Elab. A – Relazione illustrativa Elab. B – Norme Tecniche di Attuazione Elab. C - Relazione geologica Elab. D - Relazione vegetazionale

Page 7: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -5-

Art. 5 - Classificazione e definizione delle grandezze urbanistiche ed edilizie e degli indici

1 I parametri e le grandezze urbanistiche utilizzate nel presente PdZ sono le seguenti: - Superficie territoriale ST: misura in mq la superficie di un’area la cui trasformazione è sottoposta ad

attuazione indiretta, mediante strumento urbanistico esecutivo, comunque denominato; essa comprende, oltre alle aree private, le aree pubbliche o ad uso pubblico. Alla superficie territoriale si applica l’Indice di fabbricabilità territoriale IT (mc/mq).

- Superficie fondiaria SF: misura in mq la superficie dell’area di sedime e di pertinenza degli edifici, corrispondente all’Unità minima di intervento (comparto). Alla SF si applica l’Indice di fabbricabilità fondiaria IF (mc/mq).

- Superficie di pertinenza Sp: rappresenta la parte di Superficie fondiaria privata non edificata da asservire alla costruzione. Si differenzia in: Superficie di pertinenza privata Spp attribuita agli alloggi del livello terra e Superficie di pertinenza condominale Spc attribuita all’intera unità di progettazione architettonica e di intervento.

- Superficie permeabile SP: misura la Superficie fondiaria conservata o resa permeabile in modo profondo alle acque.

- Capacità insediativa CI: è data dal rapporto tra Volume edificabile Ve, come definito al successivo comma 2, e la misura di mc 80, ed esprime il numero di abitanti insediabili convenzionalmente, al fine del dimensionamento degli standard urbanistici.

- Densità arborea-DA e arbustiva-DAR: esprimono rispettivamente il numero di alberi di alto fusto e il numero di arbusti da mettere a dimora per ogni mq di superficie di riferimento.

- Unità edilizia Ue: rappresenta l’entità costruita, composta da una o più unità immobiliari, organizzata secondo un tipo edilizio e configuratesi - dal punto di vista spaziale, statico e funzionale - come costruzione autonoma, a meno degli spazi di pertinenza condominiale.

- Unità immobiliare Ui: si intende un insieme di vani tra loro collegati, ad uso abitativo o non abitativo, ivi compresi gli spazi accessori coperti e scoperti, dotato di autonomia e unitarietà spaziale, funzionale e distributiva, fatte salve eventuali pertinenze esterne e l’accesso dalla strada, da altro spazio pubblico o da spazio comune situato all’interno dell’unità edilizia a cui l’unità immobiliare appartiene.

- Tipo edilizio Te: modo di comporre, distribuire ed aggregare all’interno di una entità edilizia, uno o più unità funzionali per piano ed eventualmente su diversi piani, caratterizzato dalla soluzione degli accessi (diretto o indiretto), dallo spazio aperto esterno alle unità funzionali e dalla eventuale serialità.

- Unità minima di intervento edilizio Umie: rappresenta una entità edilizia, dotata di uno spazio di pertinenza aperto e/o coperto, con autonomo accesso pedonale e carrabile, composta da una o più unità edilizie e da una o più tipologie edilizie.

- Comparto fondiario Cf: rappresenta una entità insediativa, costituita da più unità minime di intervento e relativi suoli di pertinenza.

- Aggregato di comparti Ac: rappresenta una entità insediativa costituita da più comparti fondiari da sottoporre a progettazione unitaria.

- Sagoma di un edificio Se: è l’inviluppo geometrico di un edificio, con esclusione di eventuali balconi in aggetto e bow-windows, coronamento degli edifici, cornicioni.

- Impronta a terra degli edificio It: è la proiezione a terra della sagoma degli edifici. - Ambito di definizione del massimo ingombro del sedime edificabile Admise: è la superficie a terra

massima entro la quale deve essere ricompreso il sedime edificabile. - Allineamento A: rappresenta la linea a terra cui le facciate degli edifici o le recinzioni delle aree di

pertinenza devono aderire, in tutto e/o in parte.

2 Le grandezze edilizie utilizzate nel presente piano sono le seguenti: - Volume edificabile Ve: misura in mc il volume degli edifici previsti ed è definito secondo le regole e

le modalità di calcolo stabilite antecedentemente al PRG vigente. Il Volume massimo edificabile da

Page 8: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -6-

considerare in sede di Permesso di Costruire è indicato, per ogni comparto, nella Tab. 3 della Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati: Zonizzazione su base catastale (v. Elab. 5) della presente Variante.

- Altezza degli edifici H: misura la differenza in ogni punto tra la quota di sistemazione esterna e la quota della linea di gronda; le quote di sistemazione esterna sono stabilite nel progetto allegato al titolo abilitativo ovvero nel verbale di linee e quote; la linea di gronda è data dall’intersezione tra l’intradosso del solaio di copertura (a falda inclinata o a terrazzo) e il piano di facciata. Qualora il solaio di copertura a falde superi la pendenza del 35%, il risultato della suddetta misurazione è incrementato di metà della differenza di quota tra linea di gronda e linea di colmo. Possono superare l’altezza massima consentita solo i volumi tecnici e gli impianti tecnologici (quali: serbatoi di acqua, extracorsa ascensori, vano scala, camini, centrali di riscaldamento e condizionamento).

- Numero dei livelli di pavimento sovrapposti Nl: corrisponde negli edifici o nelle parti di edificio al numero massimo dei livelli di pavimento sovrapposti, compresi l’eventuale livello interrato e seminterrato purché superiori a ml 1,80, (esclusivamente destinati a ripostigli, cantine e simili, autorimesse singole asserviti agli usi ed alle unità funzionali dei livelli sovrastanti) e il livello sottotetto ove praticabile. Si considera livello di pavimento la superficie coperta praticabile con un’altezza utile minima di ml 2,70.

- Distanza dai confini DC: rappresenta la lunghezza, valutata in senso radiale, del segmento minimo congiungente il punto esterno del muro perimetrale dell’edificio o del manufatto (con esclusione delle canne fumarie, degli impianti tecnologici esterni e degli elementi decorativi) ed il confine. Tale valutazione si applica anche ai piani interrati, nel caso in cui sia stabilita, per questi, una distanza minima ai sensi delle presenti disposizioni.

- Distanza degli edifici dalle strade DS: rappresenta la lunghezza del segmento minimo congiungente il punto più esterno del muro perimetrale dell’edificio o del manufatto (con esclusione delle canne fumarie, degli impianti tecnologici esterni e degli elementi decorativi) ed il confine stradale prospiciente.

- Distanza fuori terra tra edifici DE: rappresenta la distanza minima, fuori terra, tra il muro esterno perimetrale dell’edificio o del manufatto (con esclusione delle scale esterne a sbalzo, delle canne fumarie, degli impianti tecnologici esterni e degli elementi decorativi), ed il muro perimetrale di un edificio prospiciente.

3 Gli indici utilizzati nel presente PdZ sono i seguenti: - Densità territoriale Dt. La densità territoriale è data dal rapporto tra numero di abitanti e superficie

territoriale. - Indice di fabbricabilità fondiaria IF: rappresenta il Volume massimo edificabile realizzabile per ogni

metro quadro di Superficie fondiaria SF del comparto considerato. Il rapporto è espresso in mc/mq. - Indice di fabbricabilità territoriale IT: rappresenta il rapporto tra il Volume edificabile Ve complessivo

nel Piano di Zona, espresso in metri cubi e la Superficie Territoriale ST. Il rapporto è espresso in mc/mq.

- Indice di permeabilità IP: esprime il rapporto percentuale minimo ammissibile tra la Superficie permeabile SP e la Superficie Territoriale ST o Superficie fondiaria SF.

Art. 6 - Categorie d'intervento

1 In coerenza con la vigente normativa, ed in analogia con il PRG vigente, il PdZ identifica gli interventi di trasformazione con le seguenti categorie di intervento urbanistico-edilizie:

Page 9: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -7-

TRASFORMAZIONI URBANISTICHE - Ristrutturazione urbanistica (RU), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. f), del DPR n. 380/2001, che

comprende gli interventi rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati, della rete stradale.

- Nuovo impianto urbanistico (NIU) che comprende l’insieme sistematico di interventi anche diversi (urbanizzazioni, impianti, nuove costruzioni, sistemazioni ambientali) volto alla realizzazione di nuovi insediamenti urbani.

2 In coerenza con la vigente normativa ed in analogia con il PRG vigente di Roma Capitale, le trasformazioni del nuovo assetto devono comprendere l’insieme di interventi e misure volti a ridurre o migliorare l’impatto sulle componenti naturalistiche e paesistiche, conseguente alla realizzazione degli interventi edilizi e urbanistici.

3 In coerenza con la vigente normativa ed in analogia con il PRG vigente di Roma Capitale, il PdZ identifica gli interventi di conservazione con le seguenti categorie di intervento: RECUPERO EDILIZIO - Manutenzione ordinaria (MO), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. a), del DPR n. 380/2001, che

comprende gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti.

- Manutenzione straordinaria (MS), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. b), del DPR n. 380/2001, che comprende le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, che non comportino modifiche delle destinazioni d’uso.

- Restauro e risanamento conservativo (RC), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. c), del DPR n. 380/2001, che comprende gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con esso compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio. Per gli interventi sui beni culturali, di cui al Titolo I, Parte seconda, del D.LGT 42/2004, si applica la definizione di Restauro di cui all’art. 29, comma 4, dello stesso provvedimento.

- Ristrutturazione edilizia (RE), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. d), del DPR n. 380/2001, che comprende gli interventi rivolti a trasformare le Unità edilizie mediante un insieme sistematico di opere che possono portare a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente; tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi e impianti.

NUOVA COSTRUZIONE (NC), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. e), del DPR n. 380/2001, che comprende gli interventi di trasformazione edilizia del territorio volti alla costruzione di singoli manufatti o insiemi degli stessi. In base alle caratteristiche dei manufatti e alle modalità di intervento, si individuano le seguenti principali categorie di intervento edilizio:

DR Demolizione e ricostruzione di edifici con variazione di sagoma; AMP Ampliamenti di edifici all’esterno della sagoma esistente, connessi o non a interventi di ristrutturazione edilizia o demolizione e ricostruzione della parte preesistente; rientrano in tale sotto-categoria gli interventi pertinenziali, intesi quali interventi su spazi accessori alle unità

Page 10: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -8-

edilizie e immobiliari, legati a queste da vincolo di pertinenza, che eccedano il 15% del Volume edificabile (Ve).

Art. 7 - Destinazioni d’uso degli edifici

1 Le destinazioni d’uso previste dalle presenti Norme sono articolate come segue: a) Residenziali: abitazioni singole, abitazioni collettive (studentati, convitti, conventi, collegi, residenze

sanitarie per anziani); b) Commerciali: piccole strutture di vendita (superficie di vendita fino a 250 mq), medie strutture di

vendita (superficie di vendita compresa tra 250 mq e 2.500 mq) le strutture di vendita si intendono al dettaglio e comprensive di depositi pertinenziali, anche localizzati in locali autonomi non contigui;

c) Non residenziali e per servizi: servizi alle persone, amministrativi, sociali, religiosi, mercati rionali, assistenziali, sanitari, istruzione, culturali, fitness, finanziari; artigianato di servizio; attrezzature collettive.

Per destinazioni coerenti con i punti a), b), c) e non esplicitamente richiamate si procederà per analogia di destinazione d'uso.

2 Sono fatte salve le destinazioni d’uso legittimamente in atto alla data di adozione del presente PdZ. La destinazione d’uso legittimamente in atto è quella risultante dal titolo abilitativo della costruzione, in assenza del quale la destinazione d’uso è accertata con l’ausilio della classificazione catastale e delle autorizzazioni amministrative all’esercizio delle attività insediate.

Page 11: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -9-

Capo 2° Contenuti progettuali e forma del Piano

Art. 8 - Gli elementi di struttura dell’impianto urbanistico di progetto

1 Costituiscono elementi di struttura del progetto quelli che assicurano le relazioni con il contesto, e cioè le reti della viabilità, le reti del verde e degli spazi pubblici, la tipomorfologia dell’insediamento in continuità/discontinuità con la morfologia dell’insediamento esistente, le visuali del paesaggio, le preesistenze archeologiche.

2 Nell’elaborato Disciplina sovraordinata e vincoli scala 1: 25.000/1:10.000 (v. Elab. 2) si riporta la disciplina del PTPR della Regione Lazio e viene graficizzata la trasposizione delle aree sottoposte a vincoli archeologici, monumentali, paesaggistici, ecc, sovraordinati e/o istituiti con Decreto Ministeriale specifico, i Beni di qualità individuati nella Carta per la Qualità del PRG vigente di Roma Capitale, nonché le fasce di rispetto dei beni segnalati nella Carta storica-archeologica-monumentale e paesistica del Suburbio e dell’Agro Romano e riportati nelle planimetrie della strumentazione generale vigente (v. Allegato G - Variante delle Certezze); tali aree sono destinate dal PdZ a verde pubblico e come tali concorrono al soddisfacimento degli standard. Per la disciplina di dette aree si assumono le prescrizioni contenute nell’art. 16 delle NTA del PRG vigente di Roma Capitale. Sono inoltre evidenziate le fasce di rispetto e i vincoli di carattere antropico con gli specifici riferimenti alla normativa di legge.

Art. 9 - La zonizzazione: le componenti del Piano

1 Le componenti del PdZ, individuate nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1: 2.000 (v. Elab 5), sono articolate in Reti e spazi pubblici o di uso pubblico (aree per infrastrutture per la mobilità; superfici per attrezzature pubbliche; spazi aperti di relazione; spazi verdi) ed in Parti edificate.

2 Rientrano nelle infrastrutture per la mobilità le sedi viarie ed i parcheggi pubblici, i percorsi pedonali attrezzati e i percorsi ciclo-pedonali attrezzati.

3 Gli spazi per attrezzature e servizi locali sono riservati all’insediamento di edifici pubblici e relative pertinenze per il rispetto degli standard urbanistici di quartiere. Ferma restando la dotazione complessiva di aree pubbliche, per le destinazioni di suolo delle aree con i relativi comparti per servizi pubblici locali, in base alle esigenze eventualmente rappresentate, viene lasciata facoltà al Municipio competente per territorio, attraverso una Delibera di Consiglio municipale, di definire la destinazione degli edifici e delle attrezzature pubbliche, senza la necessità di alcuna variante urbanistica.

4 Gli spazi per attrezzature e servizi generali sono riservati alla conservazione degli edifici pubblici e relative pertinenze per il rispetto degli standard urbanistici di livello urbano.

5 Il PdZ individua gli spazi aperti (piazze, viali, etc.) che assumono specifico significato di luogo di relazione e a questo scopo conformati dall’edificato circostante e dalle relative destinazioni.

6 Gli spazi verdi individuati dal PdZ sono i seguenti: Spazi a verde pubblico per il rispetto degli standard urbanistici, e Verde di arredo.

Page 12: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -10-

7 Le Parti edificate sono articolate in:

TRASFORMAZIONE URBANISTICA - Superfici fondiarie di nuovo impianto con destinazione prevalentemente residenziale soggette a

progettazione unitaria;

Per l’attuazione degli interventi all’interno di tali componenti sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art. 6 commi 1 e 2.

CONSERVAZIONE - Superfici fondiarie di conservazione con destinazione residenziale; - Superfici fondiarie di conservazione con destinazione mista; - Superfici fondiarie di conservazione con destinazione non residenziale.

Fatto salvo quanto previsto dall’art. 1, comma 6 per l’attuazione degli interventi all’interno di tali componenti sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art. 6 comma 3.

8 La disciplina delle componenti di cui al presente articolo e il relativo grado di prescrittività sono contenute nel successivo Titolo II.

Art. 10 - Gli standard e il dimensionamento

1 Il calcolo del fabbisogno di standard urbanistici minimi è stato fatto con riferimento al DM 1444/68, secondo quanto previsto dall'art. 17 della LR 21/2009, considerando il parametro di 80 mc/ab per il calcolo degli abitanti convenzionalmente insediabili.

Tuttavia, come indicazione progettuale nella determinazione della dotazione degli standard di progetto si è considerato come standard urbanistico minimo i 22 mq/ab suddiviso in 4,00 mq/ab parcheggi pubblici; 6,5 mq/ab per servizi pubblici, 11,5 mq per verde pubblico.

Di conseguenza la dotazione degli Standard urbanistici di progetto, con riferimento alla volumetria residenziale, è comunque superiore alle quantità minime complessive degli standard urbanistici di PRG fissati in 22 mq/ab.

In coerenza con quanto sopra, per il calcolo del fabbisogno di Standard urbanistici minimi per la volumetria non residenziale si sono considerati i seguenti parametri: 0,4 mq/SLP per parcheggi pubblici e 0,4 mq/SLP per verde pubblico, dove la SLP è la superficie lorda di pavimento calcolata come rapporto tra la volumetria non residenziale e il parametro convenzionale di 3,20.

Le specifiche quantificazioni relative al dimensionamento e al calcolo del fabbisogno di standard sono riportate nella Tabella allegata alle presenti NTA.

Page 13: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -11-

TITOLO II

DISCIPLINA DELLE COMPONENTI DEL PIANO

Capo 1° Reti, spazi, edifici pubblici

Art. 11 - Reti e spazi pubblici e di uso pubblico

1 Il tracciato generale della viabilità e le sagome di ingombro delle sezioni stradali, nonché le aree destinate a parcheggi pubblici, nel rispetto delle discipline di settore vigenti, sono definiti nel Sistema della mobilità e spazi pubblici (v.Elab.4) e riportate nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1: 2.000 (v.Elab 5).

2 L’impianto della viabilità con le sezioni stradali, nonché le aree destinate a parcheggi pubblici sono definiti nel Sistema della mobilità e spazi pubblici (v.Elab.4); hanno valore prescrittivo ai fini della realizzazione delle opere di urbanizzazione.

3 Nel Sistema della mobilità e spazi pubblici (v.Elab.4) è individuata la gerarchia della rete viabilistica e il relativo uso pubblico. Le reti con le relative fasce di pertinenza stradale sono distinte e devono intendersi separate da quelle per percorsi pedonali attrezzati e/o piste ciclabili. Per dare continuità ad entrambi le reti, il PdZ non prevede strade senza uscita. La rete infrastrutturale assicura la connessione degli spazi pubblici e delle attrezzature e servizi e prevede le integrazioni attraverso strade di uso pubblico all’interno dei Comparti fondiari e percorsi pedonali attrezzati pubblici o di uso pubblico. E’ consentito l’accesso alle superfici fondiarie direttamente dalla viabilità pubblica.

4 Eventuali spostamenti di assi e/o tracciati, per effetto di ritrovamenti di reperti archeologici o per altre motivazioni sovraordinate, sempre che non comportino un ridisegno sostanziale dei comparti edificatori, potranno essere consentiti e realizzati senza necessità di ulteriori atti amministrativi di variante urbanistica, previo l’eventuale parere favorevole delle Soprintendenze interessate e l'approvazione, da parte degli Organi dell'Amministrazione competenti in materia.

5 Eventuali modifiche tese ad rendere coerente la situazione preesistente con le nuove sezioni stradali di piano e relative modalità di connessione delle sezioni stradali con viabilità esterne al perimetro del PdZ potranno essere effettuate in sede di progettazione unitaria.

6 I parcheggi pubblici sono definiti e quantificati nel Sistema della mobilità e spazi pubblici (v.Elab.4) e sono riportati nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1: 2.000 (v.Elab 5). Le modalità di verifica della dotazione di parcheggi pubblici secondo la strumentazione urbanistica generale vigente vengono riportate nella Tabella allegata alle presenti NTA. Le aree a parcheggio dovranno essere realizzate con materiali impermeabili e tecniche costruttive che impediscano infiltrazioni in falda idrica di sostanze inquinanti provenienti dallo stazionamento dei veicoli.

7 Nella rappresentazione degli Elabb. 4 e 5, oltre ai parcheggi pubblici, alle sedi stradali e alle relative fasce di pertinenza, è indicato il verde di rispetto: per questa destinazione è consentito solo l'arredo e la segnaletica stradale ed eventuali accessi ai comparti fondiari. Il verde di rispetto non partecipa alla quantificazione del fabbisogno di verde da standard.

8 Le reti e spazi pubblici e di uso pubblico di cui al comma 1, sono distinti in: - Sede stradale esistente e/o in corso di attuazione; - Sede stradale da adeguare e/o di progetto; - Parcheggi pubblici esistenti e/o in corso di attuazione e di progetto.

Page 14: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -12-

Art. 12 - Rete dei sottoservizi pubblici

1 La realizzazione delle reti nel sottosuolo dove prevedere soluzioni progettuali integrate e pavimentazioni e chiusini di ispezione volti a garantire alloggiamenti unificati attraverso la realizzazione di appositi cunicoli o gallerie che consentano l’inserimento delle diverse reti e la loro completa ispezionabilità.

2 Nel caso di linee esistenti, al fine di garantire adeguata tutela preventiva ai soggetti più esposti, Roma Capitale può pretendere l’adozione di specifici piani di risanamento ambientale, previo accordo di programma con gli Enti interessati, per definire l’interramento degli elettrodotti esistenti in aree sensibili, ove siano presenti servizi pubblici, verde pubblico, insediamenti residenziali.

3 Tutti gli insediamenti possono essere dotati di sistemi autonomi di collettamento e depurazione delle acque nel rispetto delle prescrizioni del D.Lgs 152/1999.

Art. 13 - Spazi aperti pubblici: luoghi di relazione: piazze, spazi pavimentati e spazi verdi

1 I luoghi di relazione: piazze, spazi pavimentati e gli spazi verdi pubblici sono definiti e quantificati nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1: 2.000 (v.Elab 5). Le modalità di verifica della dotazione di verde pubblico secondo la strumentazione urbanistica generale vigente vengono riportate nella Tabella allegata alle presenti NTA.

2 Nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1:2.000 (v.Elab 5), gli Spazi a verde pubblico comprendono spazi a verde attrezzato e spazi a verde sportivo. I luoghi di relazione: piazze e spazi pavimentati sono intesi come spazi conformati dal costruito legato ai servizi pubblici, alle quinte del costruito e alla loro caratterizzazione funzionale, di transito, sosta e relazione. Particolare cura deve essere riservata alla scelta delle essenze per quanto riguarda il verde e delle pavimentazioni per quanto riguarda gli spazi "minerali".

3 La scelta di vegetazione “morbida” con effetto “naturale” deve fare riferimento al contesto in cui si inserisce e deve essere definita per dare continuità alle direttrici verdi e alle connessioni con il contesto. La selezione di specie vegetali deve tenere conto dell’aspetto ornamentale, della scarsa necessità di manutenzione, della buona tolleranza agli agenti inquinanti e della destinazione di spazi areali per giardini configurati o naturali. In particolare le essenze consigliate riguardano:

- Piantumazione con specie tappezzanti di varie altezze (h. 10 – 60 cm.) tipo ad es.: Ceanothus repens, Cotoneaster dammerii, Cotoneaster horizontalis, Euonymus fortunei, Euonymus radicans, Hedera helix, Mesembrianthemum cooperi sedum spp., Rosmarinus lavandulaceus, Rosa nitida, Santolina, Teucrium chamaedrys, Viburnum carlesii, Vinca major, Vinca minor;

- Piantumazione con siepi di specie arbustive (h. 100 – 200 cm), tipo ad es.: Berberis wilsoniae, Cistus laurifolius, Cistus salvifolius, Cornus sanguinea, Lavandula spica, Lavandula stoechas, Lonicera cerulea, Myrtus, Rhamnus alaternus, Rosa hugonis, Rosa multiflora, Rosa rubiginosa, Rosa rugosa, Rosmarinus officinalis, Spiraea arguta, Viburnum opulus, Viburnum tinus;

- Elementi arborei per ombreggiatura: specie arboree di medie dimensioni ornamentali (massimo 10 m) consigliate dal Servizio Giardini ; ad es.: Albizia julibrissin, Catalpa bungei, Hibiscus syriacus, Lagestroemia indica, Ligustrum japonica, Prunus cerasifera Pissardi, Prunus serrulata, Prunus blijerana.

Page 15: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -13-

4 Le aree interessate da trasformazioni (scavi, terrapieni, piazzali, margini delle strade e dei parcheggi, ecc), incluse quelle utilizzate in fase di cantiere, devono essere oggetto di interventi di ripristino e miglioramento ambientale.

5 La delicatezza dei luoghi, in particolare in prossimità delle aree boscate, richiede particolare attenzione all’inserimento del nuovo intervento, con la necessità di opere di mitigazione e valorizzazione ambientale.

Art. 14 - Servizi pubblici

1 Gli edifici speciali per attrezzature e servizi devono essere progettati in relazione allo spazio pubblico adiacente, in modo da risultare concepiti quali luoghi di relazioni collettive e di identità alla scala della parte urbana. Gli edifici speciali per attrezzature e servizi, almeno quelli prospicienti spazi pubblici devono prevedere una progettazione unitaria, privilegiando una progettazione di elevata qualità architettonica.

2 I parcheggi pertinenziali non devono essere reperiti negli spazi pubblici prospicienti.

3 Per le destinazioni d’uso si rimanda alla Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1:2.000 (v.Elab 5). Una diversa utilizzazione della tipologia dei servizi pubblici, comunque nel rispetto del DM 1444/68, non costituisce variante urbanistica.

4 Per i servizi privati di pubblica utilità (telefonia mobile, etc.) gli impianti dovranno essere localizzati preferibilmente distanti almeno 100 metri lineari dagli edifici ad uso abitativo e scolastico.

Page 16: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -14-

Capo 2° Le Parti edificate

Art. 15 - L’articolazione funzionale

1 Le Parti edificate sono individuate dalla Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1: 2.000 (v. Elab 5).

Esse si articolano in:

- Superfici fondiarie di nuovo impianto con destinazione prevalentemente residenziale soggette a progettazione unitaria;

- Superfici fondiarie di conservazione con destinazione residenziale;

- Superfici fondiarie di conservazione con destinazione mista;

- Superfici fondiarie di conservazione con destinazione non residenziale.

2 Per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e per l’edificazione del Piano, i seguenti elementi rivestono un carattere prescrittivo:

- il perimetro del PdZ, con la definizione della superficie territoriale come riportato nell’Elab.5. La definizione delle superfici fondiarie, come quelle delle superfici per servizi, in sede di progetto attuativo, in presenza di eventuali scostamenti evidenziatisi nella realtà rispetto alla cartografia catastale utilizzata, potranno essere corrette, a mezzo di apposita Determinazione Dirigenziale, senza costituire variante.

- i dati dimensionali dei Comparti fondiari Cf e il numero massimo dei livelli fuori terra degli edifici nei comparti fondiari, come riportati nell’Elab.5.

- gli Allineamenti A di impianto urbanistico come riportati nell’Elab.6.

- il Numero dei livelli di pavimento sovrapposti Nl come riportati nell’Elab.5.

3 Le Superfici fondiarie di nuovo impianto con destinazione prevalentemente residenziale soggette a progettazione unitaria al loro interno possono articolarsi in:

- spazi destinati all’edificazione e spazi privati annessi, di pertinenza diretta dei singoli fabbricati e/o dei singoli alloggi (autorimesse, cantine, sale condominiali, vani scale e ascensori, androni, volumi tecnici, lavatoi, stenditoi, essiccatoi).

- spazi pertinenziali per il verde, comprendenti le aree interne ai comparti da destinare agli spazi di verde condominiale, spazi pavimentati e spazi per il verde di pertinenza diretta dei singoli fabbricati.

- strade private e parcheggi, destinati alla viabilità distributiva interna alle superfici fondiarie, ai percorsi pedonali, ai parcheggi pertinenziali e alle rampe di accesso alle autorimesse interrate.

Page 17: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -15-

Art. 16 - L’articolazione delle superfici fondiarie in rapporto agli interventi: unità minima di intervento edilizio, comparto fondiario, aggregato di comparti

1 Nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1:2.000 (v.Elab 5), le superfici fondiarie sono articolate in Comparti fondiari-Cf, ai quali sono riferiti, in apposite tabelle, i dati relativi alle quantità edificatorie attribuite a ciascun comparto, eventualmente per destinazione.

2 Le Unità minime di intervento edilizio Umie, saranno individuate in sede di progettazione unitaria del comparto con definizione della morfotipologia di riferimento assunta per la progettazione, di cui al successivo art. 17.

Capo 3° Regole per l’assetto spaziale dell’insediamento

Art. 17 - L’articolazione delle superfici fondiarie in rapporto alle morfotipologie insediative

1 Nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1:2.000 (v. Elab 5) sono individuati i Comparti fondiari. In corrispondenza di essi, nella Partizione e modalità d’uso degli spazi pubblici e privati, Regolamento per l’edificazione su base catastale – scala 1:2.000 (v. Elab 6), vengono rappresentate con valore prescrittivo le Impronte a terra degli edifici It, gli Allineamenti A e il Numero dei livelli di pavimento sovrapposti Nl, con riferimento alle morfologie insediative da assumere nella progettazione del comparto fondiario.

2 In riferimento alle possibili combinazioni morfotipologiche d’impianto e alle tipologie edilizie tipo, si rimanda alle indicazioni comprese nell’Allegato alle presenti NTA. Tali indicazioni, nel rispetto delle quantità attribuite al Comparto fondiario, costituiscono suggerimento ai fini della progettazione esecutiva.

3 Per le quantità edificabili nei Comparti fondiari Cf, riportate nelle tabelle contenute nella Partizione e modalità d'uso degli spazi pubblici e privati - Zonizzazione su base catastale - scala 1:2.000 (v. Elab 5) è consentito il trasferimento di volumetrie da un comparto all’altro nella misura massima del 10% della somma delle volumetrie dei comparti interessati, nel rispetto del numero massimo dei livelli consentiti e dei distacchi di norma. Tali trasferimenti non costituiscono variante e sono regolamentati da DD ratificata nei provvedimenti di assegnazione.

4 Eventuali spostamenti e/o rotazioni all’interno del comparto, per effetto di ritrovamenti di reperti archeologici o per altre motivazioni sovraordinate, sempre che restino garantiti i distacchi di legge e le forme e le dimensioni dei comparti edificatori, potranno essere consentiti e realizzati senza necessità di ulteriori atti amministrativi di variante urbanistica, previo l’eventuale parere favorevole delle Soprintendendenze interessate e l'approvazione, da parte degli Organi dell'Amministrazione competenti in materia.

Page 18: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -16-

Art. 18 - Trattamento della superficie di pertinenza

1 La sistemazione delle superfici di pertinenza degli edifici deve assicurare un Indice di permeabilità-Ip di almeno il 50% e comunque rispettare le prescrizioni impartite dal Regolamento edilizio.

2 La Densità arborea-DA deve essere pari a 40 alberi/ettaro e la Densità arbustiva-DR deve essere pari a 60 alberi/ettaro, qualora non sia possibile impiantare all’interno del comparto le quantità arboree derivanti dallo standard sopra indicato, previo atto di impegno, la parte in eccedenza dovrà essere impiantata su aree pubbliche (strade, piazze e percorsi pedonali) secondo le indicazioni del progetto delle OO.UU. primaria.

3 Nel caso in cui il piano di campagna debba subire variazioni di quota per ragioni tecniche, l’altezza del fabbricato è riferita alla quota di sistemazione di progetto delle superfici esterne a diretto contatto con l’edificio, sempreché:

- detta sistemazione, realizzata in terreno vegetale, ghiaia o comunque pavimentata, abbia un andamento di naturale raccordo, con pendenze mai superiori al 30%, con il terreno o la viabilità circostante nel loro assetto preesistente o previsto dal PdZ; in caso diverso l’altezza dell’edificio va calcolata rispetto alla quota della strada preesistente in corrispondenza dell’edificio ovvero di quella prevista dal PdZ;

- detta sistemazione presenti salti di quota o muri di scarpa, in ogni caso trattati con materiali naturali, di altezza non superiore a ml 1,00. In caso di misura superiore, ovvero di trattamento diverso dal salto di quota o del muro di scarpa, l’altezza dell’edificio è misurata a partire dalla loro base.

Art. 19 - Parcheggi privati

1 I parcheggi pertinenziali privati sono ricavati:

• nel sottosuolo, all’interno della proiezione a terra dell’edificio;

• nel sottosuolo anche all’esterno della proiezione dell’edificio;

• i parcheggi pertinenziali possono essere realizzati qualora necessario per esigenze progettuali, nel sottosuolo di aree con destinazione pubblica, previa assegnazione – con Delibera dell’Assemblea Capitolina – del diritto di sottosuolo ed approvazione, con il medesimo atto, del progetto di sistemazione superficiale secondo le previsioni del PdZ;

• all’aperto nella superficie di pertinenza, rispettando comunque l’Indice di permeabilità prescritto.

Page 19: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -17-

TITOLO III

ATTENZIONI ECOLOGICO - AMBIENTALI

Capo 1° Funzionalità naturale

Art. 20 - Permeabilità dei suoli

1 Gli interventi dovranno tenere conto degli aspetti dello sviluppo sostenibile dei cicli naturali e contribuire al ripristino della funzionalità naturale dell’ambito di riferimento urbano. In particolare sono da mantenere e ripristinare le permeabilità del terreno, limitare l’occlusione dei suoli delle parti non edificate garantendo, a seconda delle destinazioni previste, la permeabilità dei suoli ed utilizzando il tipo di pavimentazioni più vicino alle condizioni di naturalità (pavimentazioni permeabili con materiali, pavimentazioni discontinue con presenza di vegetazione, superfici a verde sui solai di copertura dei piani interrati).

Art. 21 - Ciclo delle acque meteoriche

1 Con l’obiettivo di salvaguardare la continuità dei flussi idrici e naturali sia in superficie che in profondità, nonché di ripristinare l’andamento naturale di fossi e corsi d’acqua naturali e utilizzare la disponibilità di acqua all’interno della progettazione degli spazi aperti, gli interventi dovranno utilizzare soluzioni tecnico-architettoniche per raccogliere, conservare, riciclare le acque meteoriche, anche prevedendo, la creazione di piccoli bacini, eventualmente da allocare negli spazi pubblici.

Art. 22 - Miglioramento della qualità d’aria, riduzione dell’inquinamento atmosferico

1 Per favorire la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, i progetti di viabilità e del verde dovranno prevedere una progettazione organica del sistema di piantumazione (corridoi verdi, piantumazione di alberature, anche in filari, o siepi lungo le strade di maggior traffico).

Page 20: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -18-

Capo 2° Bioarchitettura e risparmio energetico

Art. 23 - Requisiti Definizione e Contenuti

1 Gli interventi edilizi inquadrati nel PdZ debbono rispondere a requisiti tecnici esprimibili secondo parametri oggettivi e misurabili, in riferimento alle esigenze di sicurezza, igiene e fruibilità degli utilizzatori. Essi sono raggruppati in famiglie omogenee come sotto riportato:

1) resistenza meccanica e stabilità;

2) sicurezza in caso di incendi;

3) igiene, salute e ambiente;

4) sicurezza nell'impiego;

5) protezione contro il rumore;

6) risparmio energetico e ritenzione del calore;

7) fruibilità e disponibilità di spazi ed attrezzature.

Art. 24 - Uso di tecnologie innovative

1 Il progetto degli edifici introdurrà tecnologie innovative nel campo del risparmio energetico e ambientale per migliorare le qualità igieniche, tecniche, illuminotecniche ed acustiche degli edifici. La progettazione delle opere dovrà essere orientata all’uso efficiente delle risorse e alla riduzione delle emissioni, sia in fase di realizzazione che in fase di funzionamento. In particolare si dovranno privilegiare l’uso di materiali e componenti edilizi durevoli e di facile manutenzione nel rispetto dei requisiti di biocompatibilità ed eco-sostenibilità. Le condizioni bioclimatiche negli alloggi (isolamento termoacustico, rinnovamento dell’aria interna, riduzione dell’inquinamento elettromagnetico, ispezionabilità degli impianti) dovranno essere garantite il più possibile, attraverso una progettazione orientata all’uso efficiente delle risorse e alla riduzione delle emissioni. Si dovrà inoltre, favorire l’utilizzo di coperture con pannelli solari, con soluzioni architettoniche adeguate ad un disegno unitario complessivo. Almeno il 50% del fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda deve essere assicurato mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia e comunque deve rispettare le prescrizioni impartite dal Regolamento edilizio..

Art. 25 - Misure di contenimento dei consumi di energia per la climatizzazione estiva

1 Il requisito “Comfort estivo”, si pone l’obiettivo di migliorare il comportamento dell’organismo edilizio, in termini di efficienza energetica, nella stagione estiva.

2 I progetti delle nuove costruzioni dovranno tendere a mantenere le temperature interne, in assenza dell’impianto di raffreddamento dell’aria, in modo tale da evitare, o ridurre quanto più possibile, il ricorso

Page 21: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -19-

a impianti di climatizzazione. La corretta progettazione dell'involucro costituisce elemento passivo di garanzia del comfort interno estivo.

3 L'inerzia termica dell'edificio nel suo complesso, la ventilazione delle coperture e delle facciate, il corretto uso dei materiali di isolamento, l’attenuazione dell’irraggiamento solare diretto, la corretta esposizione degli ambienti debbono essere valutati in sede di progetto al fine di favorire il controllo del surriscaldamento estivo senza necessità di equilibrare le scelte compositive e strutturali con altre esigenze impiantistiche che richiedano l’uso di energia pregiata.

Art. 26 - Misure di contenimento dei consumi di energia per il riscaldamento invernale

1 Gli edifici vanno concepiti e realizzati in modo da consentire una riduzione del consumo di combustibile per il riscaldamento invernale, intervenendo sull’involucro edilizio, sul rendimento dell’impianto di riscaldamento e favorendo gli apporti energetici gratuiti. I requisiti di prestazione energetica debbono tendere ad un graduale miglioramento, al fine di realizzare costruzioni di elevato risparmio energetico, come previsto dal D.Lgs. 192/05 e dalla Delibera dell’Assemblea Capitolina n. 7 del 14/02/2011.

Art. 27 - Incentivi urbanistici per il contenimento dei consumi di energia

1 Viene consentito di non inserire nel calcolo della volumetria gli elementi di cui all’art. 48/ter comma 1 del Regolamento edilizio come modificato ai sensi della Delibera dell’Assemblea Capitolina n. 7 del 14/02/2011.

2 L’attribuzione e la realizzabilità di quanto espresso nel comma 1, sarà soggetta ad Atto d’Obbligo che il concessionario dovrà sottoscrivere prima del rilascio del Permesso di Costruire. Esso destinerà gli incrementi volumetrici agli usi dichiarati per il miglioramento della qualità edilizia.

Page 22: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -20-

TITOLO IV

MODALITA’ DI ATTUAZIONE E GESTIONE

Art. 28 - Assegnazioni

1 Le assegnazioni agli operatori, ed ogni eventuale affidamento di aree in concessione ed in convenzione, devono obbligatoriamente essere effettuate nel rispetto delle presenti norme e del contenuto del progetto urbanistico.

Art. 29 - Affidamento in concessione di opere di urbanizzazione

1 Eventuali affidamenti in concessione a scomputo dei corrispettivi dovuti, di opere di urbanizzazione o di parte di esse, dovranno obbligatoriamente essere definiti nell’ambito di una valutazione e programmazione complessiva delle opere di urbanizzazione. Tale progetto sarà preventivamente elaborato dall’Amministrazione Comunale di Roma Capitale e sarà esteso a tutte le aree del Programma Urbanistico, ancorché non ancora interessate da assegnazioni ed occupazioni.

Art. 30 - Redazione progetti

1 I progetti dei comparti ad attuazione privata e delle aree di attuazione pubblica, devono obbligatoriamente fare riferimento alle Tavole di Coordinamento edilizio della progettazione unitaria e devono contenere gli elaborati progettuali più significativi degli edifici privati, degli spazi aperti e delle recinzioni.

Art. 31 - Affidamento Progettazioni

1 Al fine di garantire il carattere unitario degli interventi e ottenere un più alto livello qualitativo, l’Amministrazione si riserva, ove lo ritenga opportuno, di affidare a gruppi di professionisti interni ed esterni, attraverso procedure di evidenza pubblica, la progettazione unitaria degli spazi pubblici, delle attrezzature pubbliche, delle aree per il verde attrezzato e dell’arredo stradale. La progettazione rispetterà naturalmente norme e prescrizioni del Piano di Zona. Sarà cura dell’Amministrazione Comunale di Roma Capitale utilizzare le procedure concorsuali di evidenza pubblica per agevolare l’accesso alla professione di giovani professionisti.

Page 23: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -21-

Art. 32 - Coordinamento della progettazione dei comparti fondiari

1 Nel caso di assegnazione di singole unità edilizie o di unità minime di intervento, all’interno di un comparto fondiario a più operatori è fatto obbligo di garantire l'omogeneità e l'unitarietà architettonica; a tal fine gli operatori interessati dovranno presentare, allegata al progetto edilizio per i singoli Permessi di Costruire, una Tavola di Coordinamento controfirmata da tutti gli assegnatari, da cui si evinca inequivocabilmente l’unitarietà architettonica del progetto, pur consentendo l'attuazione per concessioni edilizie diverse.

2 Anche per i singoli comparti è obbligatoriamente richiesta una progettazione coordinata tra i diversi operatori assegnatari. In particolare il coordinamento riguarderà:

- la sistemazione degli spazi aperti di uso comune, di circolazione e di collegamento delle aree non edificate dei lotti, compresa la viabilità interna;

- gli spazi pertinenziali comprese le sistemazioni a verde;

- il sistema degli accessi ai parcheggi privati interrati;

- il trattamento superficiale dei parcheggi a raso;

- le pavimentazioni degli accessi pedonali e dei percorsi pedonali di connessione integrata con gli elementi di arredo e di illuminazione;

- la definizione dei confini verso gli spazi pubblici, delle recinzioni e dei giardini privati.

3 Le Tavole di Coordinamento relative ai punti di cui sopra saranno costituite da una planimetria unitaria in scala appropriata tale da consentire una lettura di dettaglio, integrata, se necessario, da altri elaborati, saranno controfirmate da tutti gli operatori interessati ed allegate ai progetti edilizi presentati per i Permessi di Costruire. Gli elaborati di coordinamento edilizio, firmati da tutti gli assegnatari interessati, dovranno essere consegnati al Gruppo di Coordinamento Progettuale, di cui al successivo Art. 34 ed i progetti per i Permessi di Costruire dovranno ovviamente essere coerenti con essi. Le tavole di coordinamento dovranno inoltre essere oggetto di Atto d’obbligo da parte degli assegnatari, ai fini del rilascio del Permesso di costruire.

Art. 33 - Coordinamento Progettuale

1 Onde garantire una qualità progettuale omogenea all’interno di ciascun PdZ, e verificare la coerenza dei nuovi interventi con le preesistenze urbanistiche, architettoniche, storiche ed ambientali, l’Amministrazione Comunale di Roma Capitale nomina un Gruppo di Coordinamento Progettuale alle dipendenze del Dipartimento competente. La funzione del Gruppo di Coordinamento Progettuale si esplica nel controllare il pieno rispetto delle indicazioni urbanistiche e qualitative contenute nel PdZ, in riferimento alle ulteriori indicazioni di carattere unitario e formale a livello di progettazione dei singoli interventi edilizi.

Page 24: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -22-

Art. 34 - Coordinamento della attuazione

1 Per seguire le specifiche problematiche di carattere amministrativo o tecnico afferenti l’attuazione dei progetti edilizi e delle opere di urbanizzazione, l’Amministrazione Comunale di Roma Capitale nomina un Coordinatore Attuativo, responsabile in merito alla fase realizzativa del Piano.

2- Al fine di promuovere la qualità architettonica del programma, ove nel Piano di Zona siano previsti uno o più comparti di edilizia sovvenzionata, gli stessi dovranno essere realizzati tramite procedura concorsuale di progettazione.

Art. 35 – Manutenzione delle aree a verde del Piano

1 Per garantire un’efficace manutenzione delle aree a verde del Piano l’Amministrazione Comunale di Roma Capitale elaborerà con apposito atto un programma per la gestione delle aree a verde da parte dei soggetti assegnatari ovvero degli affittuari, ovvero dei proprietari.

Page 25: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -23-

PdZ B34 Casale Rosso variante Quater            

DATI DI PROGETTO

ST Superficie Territoriale 50.000 mq

Volumetria Res 66.000 mc

Volumetria non Res (CU/b) 12.240 mc

Superficie Lorda di Pavimento - SLP=Vol. Non Res/3,2 3.825 mq

Stanze/abitanti (80 mc/ab) 825 n

Densità 165,00 ab/ha

Indice di Fabbricabilità Territoriale IT 1,32 mc/mq

VERIFICA DELLA DOTAZIONE DI STANDARD URBANISTICI

Fabbisogno Standard urbanistici minimi da DM 1444/681

Dotazione di Standard urbanistici di progetto 2

Tipologia di Standard

mq/ab mq mq mq/ab

Parcheggi pubblici 2,5 2.063 3.752 4,55

Servizi pubblici 6,5 5.363 5.757 6,98

Verde pubblico 9,0 7.425 9.202 11,15

Des

tinaz

ioni

res

iden

zial

i

Totale 18,0 14.850 18.711 22,68

Fabbisogno Standard urbanistici minimi da DM 1444/68

Dotazione di Standard urbanistici di progetto

Tipologia di Standard

mq/SLP mq mq mq/SLP

Parcheggi pubblici 0,4 1.530 1.530 0,4

Verde pubblico 0,4 1.530 1.530 0,4

Des

tinaz

ioni

non

re

side

nzia

li

Totale 0,8 3.060 3.060 0,8

Fabbisogno Standard urbanistici minimi da DM 1444/68

Dotazione di Standard urbanistici di progetto

Tipologia di Standard

mq mq

Parcheggi pubblici 3.593 5.282

Servizi pubblici 5.363 5.757

Verde pubblico 8.955 10.732

Dot

azio

ni c

ompl

essi

ve

Totale 17.910 21.771 1 Il calcolo della fabbisogno degli Standard urbanistici minimi è stata fatta con riferimento al DM 1444/68, secondo quanto previsto dall'art. 17 della LR 21/2009. 2 La dotazione degli Standard urbanistici di progetto, con riferimento alla volumetria residenziale, è comunque superiore alle quantità minime complessive degli standard urbanistici di PRG fissati in 22 mq/ab.

Page 26: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 27: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -24-

Allegato 1 Combinazioni morfotipologiche d’impianto e

Tipologie edilizie tipo

Page 28: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 29: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

1. E

ffica

cia

dell’

impi

anto

urb

ano

L’im

pian

to u

rban

o de

i qua

rtier

i di e

diliz

ia re

side

nzia

le ri

vest

e un

a m

olte

plic

ità d

i ruo

li pe

r il r

ag-

giun

gim

ento

del

la q

ualit

à ar

chite

ttoni

ca. I

l mod

o in

cui

lo s

pazi

o ur

bano

vie

ne d

elin

eato

con

-

corr

e a

defin

ire la

nat

ura

delle

rel

azio

ni c

on il

terr

itorio

circ

osta

nte,

la c

ittà

pree

sist

ente

e le

infra

stru

tture

; inf

luis

ce fo

rtem

ente

sug

li as

petti

am

bien

tali

lega

ti al

mic

rocl

ima;

det

erm

ina

gli

ambi

ti re

lazi

onal

i e d

i soc

ializ

zazi

one

per g

li ab

itant

i.

La c

orre

tta p

roge

ttazi

one

dell’

impi

anto

urb

ano

risul

ta c

entr

ale

per

il ra

ggiu

ngim

ento

della

qua

lità

arch

itetto

nica

com

ples

siva

, inf

luen

do c

on e

gual

e im

port

anza

sug

li as

petti

funz

iona

li e

figur

ativ

i. N

ello

spe

cific

o de

i nuo

vi q

uarti

eri r

esid

enzi

ali p

revi

sti n

el t

errit

orio

del

Com

une

di R

oma,

la

prog

etta

zion

e de

ll’im

pian

to u

rban

o ris

ulta

tan

to p

iù im

porta

nte

poic

hé s

i tra

tta d

i int

erve

nti

che

forn

isco

no u

n pr

imo

cont

ribut

o al

la d

efin

izio

ne d

ella

qua

lità

urba

na. I

n as

senz

a di

un te

ssut

o ed

ilizi

o pr

eesi

sten

te d

otat

o di

car

atte

ristic

he o

mog

enee

e r

icon

osci

bili,

ave

ndo

a

disp

osiz

ione

il s

olo

gene

rico

tracc

iato

infra

stru

ttura

le e

d i m

argi

ni “f

ram

men

tati”

del

la c

ittà

non

pian

ifica

ta, i

nuo

vi q

uarti

eri p

osso

no in

card

inar

e a

livel

lo fo

ndat

ivo

il te

rrito

rio u

rban

o, p

ropo

-ne

ndo

una

rego

la r

icon

osci

bile

per

lo s

vilu

ppo

succ

essi

vo.

Qua

lora

i nu

ovi i

nter

vent

i si c

ollo

chin

o in

are

e di

com

plet

amen

to, g

ià c

arat

teriz

zate

da

pres

en-

ze e

diliz

ie r

icon

osci

bili,

è o

ppor

tuno

che

la n

uova

cos

truzi

one

sia

capa

ce d

i acc

oglie

re g

li

aspe

tti p

ositi

vi d

el s

iste

ma

pree

sist

ente

, sen

za s

oggi

acer

e al

l’irr

egol

arità

dom

inan

te n

elle

are

e

perif

eric

he.

Affi

nché

l’im

pian

to u

rban

o po

ssa

acqu

isire

car

atte

ristic

he d

i qua

lità,

è n

eces

sario

che

ven

ga-

no c

onsi

dera

ti, n

ella

sua

def

iniz

ione

, alc

uni a

spet

ti di

prim

aria

impo

rtanz

a.

1.1

La c

orre

tta r

elaz

ione

con

l’or

ogra

fia e

gli

altr

i ele

men

ti sa

lient

i del

pae

sagg

io

La re

lazi

one

che

si in

stau

ra c

on i

tratti

terr

itoria

li co

stitu

isce

par

te in

tegr

ante

del

l’im

pian

to u

rba-

no, l

addo

ve s

i oss

erva

no o

ggi s

oven

te p

roge

tti c

he n

on p

rend

ono

in c

onsi

dera

zion

e l’a

rtico

la-

zion

e te

rrito

riale

, sv

ilupp

ando

sis

tem

i che

pre

sum

ono

una

cond

izio

ne p

iane

ggia

nte

dei s

iti.

Trat

tand

osi d

i un

aspe

tto d

i par

ticol

are

rilev

anza

sia

per

la c

onfig

uraz

ione

del

dis

egno

urb

ano,

sia

per i

l cor

retto

sfru

ttam

ento

del

le c

ondi

zion

i am

bien

tali

per l

’otti

miz

zazi

one

del m

icro

clim

a,

appa

re im

prop

rio ri

durr

e og

ni tr

acci

ato

ad u

na s

empl

ice

defin

izio

ne p

lani

met

rica.

La r

elaz

ione

con

l’or

ogra

fia s

i riv

ela

fond

amen

tale

sia

per

il p

osiz

iona

men

to d

ei fa

bbric

ati,

di

mod

o ch

e qu

esti

poss

ano

sfru

ttare

app

ieno

le s

peci

fiche

con

dizi

oni a

mbi

enta

li, s

ia p

er la

def

i-

nizi

one

dello

spa

zio

pubb

lico.

Altr

etta

nto

evid

ente

é il

ruol

o ch

e l’o

rogr

afia

può

svo

lger

e ne

lla d

efin

izio

ne q

ualit

ativ

a de

llosp

azio

pub

blic

o, n

onch

é ne

ll’im

post

azio

ne d

elle

vis

uali

rela

tive

agli

elem

enti

ambi

enta

li in

ter-

ni e

con

tigui

ai n

uovi

qua

rtier

i.

Un

ulte

riore

tem

a ch

e ne

cess

ita p

artic

olar

e co

nsid

eraz

ione

è re

lativ

o al

la p

rese

nza

di a

ltri e

le-

men

ti am

bien

tali

di ri

lievo

all’

inte

rno

o in

pro

ssim

ità d

elle

are

e de

stin

ate

allo

svi

lupp

o de

i nuo

vi

quar

tieri.

Tra

ttand

osi p

reva

lent

emen

te d

i zon

e a

bass

a de

nsità

urb

ana,

è s

pess

o po

ssib

ile

indi

vidu

are

al lo

ro in

tern

o si

stem

i idr

ici o

veg

etaz

iona

li ca

ratte

rizza

nti,

la c

ui p

rese

nza

può

chia

ram

ente

pro

durr

e un

ben

efic

io p

er la

qua

lità

urba

na c

ompl

essi

va d

ei n

uovi

qua

rtier

i. La

poss

ibili

tà d

i pre

nder

e in

con

side

razi

one

ques

ti el

emen

ti ne

lla d

efin

izio

ne d

ei n

uovi

impi

anti

urba

ni è

chi

aram

ente

vin

cola

ta, s

opra

ttutto

per

qua

nto

conc

erne

i si

stem

i idr

ici,

al ri

spet

to d

elle

norm

ativ

e di

pro

tezi

one

ambi

enta

le; u

n ul

terio

re p

asso

può

ess

ere

com

piut

o tu

ttavi

a ne

ll’in

clu-

sion

e di

que

sti s

iste

mi o

di a

ltri e

lem

enti

salie

nti n

ella

con

form

azio

ne d

ei n

uovi

impi

anti

urba

-

ni, c

he d

a un

o st

retto

lega

me

con

essi

pos

sono

trar

re n

otev

oli b

enef

ici s

ia in

term

ini d

i qua

li-tà

am

bien

tale

, sia

per

una

più

effi

cace

def

iniz

ione

Par

te I

- 5

Page 30: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

1.2

Rel

azio

ne c

on g

li el

emen

ti ur

bani

pre

esis

tent

i

Que

sta

cond

izio

ne è

am

piam

ente

var

iabi

le, e

ssen

-

do le

gata

alla

con

sist

enza

che

l’in

sedi

amen

to u

rba-

no h

a ra

ggiu

nto

nell’

area

circ

osta

nte

il nu

ovo

quar

-

tiere

. Nel

le z

one

periu

rban

e de

stin

ate

ad o

spita

re lo

svilu

ppo

dei n

uovi

qua

rtier

i è in

gen

eral

e po

ssib

ile

ravv

isar

e du

e di

ffere

nti q

ualit

à di

impi

anto

urb

ano,

spes

so c

ompr

esen

ti in

una

con

dizi

one

di a

ccid

enta

-

le c

ontig

uità

che

non

com

porta

tut

tavi

a un

ver

o

lega

me.

Da

un la

to la

per

iferia

diff

usa,

cos

titui

ta

da g

rand

i qua

ntità

di p

icco

li ed

ifici

spa

rsi s

ul te

rrito

-

rio, s

pess

o co

n ar

ee m

inim

e di

ver

de d

i per

tinen

za;

ques

ta c

ompo

nent

e ur

bana

è il

ris

ulta

to d

ella

cre

-

scita

non

gov

erna

ta d

ella

citt

à, fo

rtem

ente

influ

en-

zata

da

feno

men

i di

spe

cula

zion

e e

abus

ivis

mo.

Tale

cre

scita

, che

ha

prod

otto

un

deva

stan

te “

sac-

cheg

gio”

del

ter

ritor

io p

rimar

io,

cara

tteriz

za u

na

vast

issi

ma

parte

del

le a

ree

perif

eric

he e

ntro

e fu

ori

il G

rand

e R

acco

rdo

Anu

lare

.

Afro

nte

di q

uest

a di

sord

inat

a qu

anto

inco

ntro

llabi

le

espa

nsio

ne, è

pos

sibi

le ra

vvis

are,

in q

uant

ità a

ssai

infe

riore

, la

pres

enza

di i

mpi

anti

urba

ni d

otat

i di

una

stru

ttura

zion

e ric

onos

cibi

le, d

eriv

ati d

a at

ti-

vità

di

pian

ifica

zion

e ch

e so

no s

tate

in

grad

o di

impo

star

e al

men

o tra

ccia

ti vi

ari

coer

enti

ed u

n

sist

ema

di o

ccup

azio

ne r

elat

ivam

ente

om

ogen

eo

del t

erre

no. I

n qu

esti

casi

, pur

in a

ssen

za d

i un

vero

e pr

oprio

“te

ssut

o”

urba

no,

la

defin

izio

ne

degl

i

orie

ntam

enti

e de

lle r

elaz

ioni

dim

ensi

onal

i con

gli

ogge

tti c

ircos

tant

i dev

e ov

viam

ente

ris

pond

ere

ad

una

mag

gior

e qu

antit

à di

indi

cazi

oni c

he,

pur

non

esse

ndo

nece

ssar

iam

ente

vin

cola

nti,

assu

mon

o un

sens

o ne

ll’ot

tica

della

cre

azio

ne d

i un

a co

ntin

uità

con

la c

ittà

pree

sist

ente

.

In te

rzo

luog

o, è

opp

ortu

no o

sser

vare

com

e la

pre

-

senz

a di

gra

ndi i

nfra

stru

tture

indu

stria

li, te

rzia

-rie

o l

egat

e al

la m

obili

tà,

nonc

hé l

’occ

asio

nale

rela

zion

e co

n qu

artie

ri re

side

nzia

li di

pre

cede

nte

real

izza

zion

e, p

osso

no c

ostit

uire

ele

men

ti pr

imar

i

per l

’impo

staz

ione

del

l’im

pian

to u

rban

o.

Ris

ulta

ev

iden

te

quan

to

sia

di

impr

esci

ndib

ile

impo

rtanz

a il

cond

urre

, a m

onte

del

lo s

vilu

ppo

del

prog

etto

urb

ano,

un’

accu

rata

ind

agin

e re

lativ

a a

ques

ta s

ituaz

ione

, pe

r in

divi

duar

e la

più

effi

cace

stra

tegi

a di

inse

diam

ento

da

adot

tare

per

la n

uova

edifi

cazi

one.

In g

ener

ale,

le a

ree

dest

inat

e al

lo s

vi-

lupp

o de

i nu

ovi

quar

tieri

sono

loc

aliz

zate

in

zone

urba

ne a

med

ia o

bas

sa d

ensi

tà, p

rive

di im

pian

ti e

tracc

iati

urba

ni p

reva

lent

i. Le

zon

e ed

ifica

te li

mitr

o-

fe s

ono

gene

ralm

ente

cos

titui

te d

a ed

ilizi

a di

sca

r-

sa q

ualit

à, s

oven

te s

vilu

ppat

asi i

n as

senz

a di

pia

ni-

ficaz

ione

se

non

in d

iffor

mità

risp

etto

agl

i stru

men

ti

urba

nist

ici.

Si p

one

dunq

ue, d

ata

ques

ta s

peci

fica

cond

izio

ne,

l’int

erro

gativ

o ci

rca

qual

e po

ssa

esse

re il

“m

odel

-lo

” ur

bano

più

app

ropr

iato

per

inse

diar

e la

nuo

va

edifi

cazi

one.

L’im

posi

zion

e di

sis

tem

i fo

rtem

ente

ricon

osci

bili,

lega

ti al

l’im

mag

ine

urba

na tr

adiz

iona

-

le, a

gli i

mpi

anti

stra

dali

delim

itati

dai f

ront

i edi

lizi e

dagl

i iso

lati

appa

rireb

be n

on s

uffra

gata

dal

la g

ene-

raliz

zata

qua

lità

subu

rban

a de

lla r

aref

atta

citt

à ci

r-

cost

ante

. Al c

onte

mpo

, la

rinun

cia

alla

chi

ara

enun

-

ciaz

ione

del

l’im

pian

to u

rban

o a

favo

re d

i una

mag

-

gior

e lib

ertà

nel

la d

istri

buzi

one

spaz

iale

dei

vol

umi

può

dare

luo

go a

d un

a so

stan

zial

e as

senz

a di

ricon

osci

bilit

à de

lla c

onfo

rmaz

ione

urb

ana.

Il

diffi

cile

com

pito

ric

hied

e du

nque

l’in

divi

duaz

ione

di u

n le

gitti

mo

stat

o di

equ

ilibr

io c

he p

ossa

con

-

tem

pera

re

aspe

tti

qual

i de

nsità

de

ll’in

terv

ento

,

Par

te I

- 6

Page 31: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

dim

ensi

onam

ento

dei

fab

bric

ati e

deg

li sp

azi u

rban

i, al

linea

men

ti st

rada

li, t

racc

iati

ecc.

Lo

scop

o do

vreb

be c

onsi

ster

e ne

l del

inea

re q

uarti

eri c

he p

ossa

no in

serir

si id

onea

men

te in

am

bi-

ti di

den

sità

med

io-b

assa

sen

za a

ppar

ire d

econ

test

ualiz

zati,

rius

cend

o tu

ttavi

a, s

ul lu

ngo

ter-

min

e, a

sos

tene

re la

cre

scita

del

la c

ittà

senz

a so

ffrire

di u

na lo

ro o

rigin

aria

ubi

cazi

one

mar

-

gina

le. I

n al

tre p

arol

e, ip

otiz

zand

o un

a pr

ogre

ssiv

a cr

esci

ta d

i den

sità

del

le a

ree

circ

osta

nti,

che

ingl

ober

anno

suc

cess

ivam

ente

anc

he le

zon

e pi

ù es

tern

e, i

nuov

i qua

rtier

i dev

ono

pote

r

fond

are

un im

pian

to u

rban

o in

man

iera

aut

osuf

ficie

nte,

rim

anen

do tu

ttavi

a ap

erti

all’i

nteg

razi

o-

ne c

on le

futu

re e

span

sion

i urb

ane.

1.3

La d

efin

izio

ne d

egli

spaz

i pub

blic

i

La d

efin

izio

ne d

egli

spaz

i pub

blic

i all’

inte

rno

dei n

uovi

qua

rtier

i rap

pres

enta

, con

ogn

i pro

ba-

bilit

à, l’

aspe

tto d

i mag

gior

e ril

ievo

e c

ritic

a im

porta

nza

per r

iusc

ire a

def

inire

pos

itiva

men

te la

qual

ità u

rban

a. L

a le

zion

e pi

ù du

ratu

ra c

he p

ossi

amo

dedu

rre

dal p

atrim

onio

edi

lizio

dei

cen

-

tri s

toric

i ci c

onse

nte

di o

sser

vare

com

e, p

ur in

pre

senz

a di

ogg

etti

cost

ruiti

ten

denz

ial-

men

te n

eutr

ali e

d an

onim

i, la

ver

a qu

alità

vie

ne d

efin

ita d

alla

loro

agg

rega

zion

e e

dagl

isp

azi “

vuot

i” c

he s

tabi

lisco

no le

rela

zion

i tra

gli

edifi

ci.

Seb

bene

la fr

amm

enta

zion

e de

lla c

ittà

cont

empo

rane

a, d

i cui

le p

erife

rie ro

man

e so

no e

spre

s-

sion

e dr

amm

atic

a, a

bbia

abi

tuat

o il

citta

dino

ad

un’e

sper

ienz

a ur

bana

car

atte

rizza

ta d

a in

nu-

mer

evol

i dis

cont

inui

tà, i

ncoe

renz

e, s

alti

di s

cala

, acc

iden

talit

à, e

cc.,

appa

re o

ppor

tuno

pro

por-

re, q

uale

mod

ello

alte

rnat

ivo,

un

sist

ema

nel q

uale

la c

oere

nza

e om

ogen

eità

deg

li sp

azi

pubb

lici p

ossa

gar

antir

e, p

ur in

pre

senz

a di

fabb

ricat

i di m

odes

to ri

lievo

sot

to il

pro

filo

stre

t-

tam

ente

edi

lizio

, una

con

form

azio

ne a

ccet

tabi

le d

ell’i

mpi

anto

urb

ano.

Se

in te

mpi

rec

enti

le p

iazz

e e

le s

trade

, da

sem

pre

cons

ider

ate

luog

o di

agg

rega

zion

e pe

r

defin

izio

ne, a

bbia

no p

arzi

alm

ente

per

duto

, sop

rattu

tto n

elle

zon

e ur

bane

per

iferic

he, l

a lo

ro

attra

ttivi

tà a

favo

re d

i altr

i luo

ghi d

i agg

rega

zion

e, a

ppar

e tu

ttavi

a irr

inun

ciab

ile c

onsi

dera

relo

spa

zio

pubb

lico

com

e pu

nto

di p

arte

nza

per

la c

onfig

uraz

ione

del

l’im

pian

to u

rban

ose

cond

o pr

inci

pi c

he n

on s

iano

mer

amen

te q

uant

itativ

i ma

porti

no in

prim

o pi

ano

anch

e as

pet-

ti re

lativ

i alla

sfe

ra e

stet

ica

e re

lazi

onal

e.

1.4

Prob

lem

i rel

ativ

i alla

per

cezi

one

spaz

iale

Dire

ttam

ente

col

lega

to a

l pre

cede

nte,

que

sto

tem

a, p

ur a

ffron

tand

o as

petti

non

stre

ttam

ente

desu

mib

ili d

alla

def

iniz

ione

tec

nica

deg

li sp

azi a

perti

o d

egli

elem

enti

cost

ruiti

, riv

este

una

gran

de im

porta

nza

per

il “s

ucce

sso”

di u

n qu

artie

re d

i nuo

vo s

vilu

ppo.

Se

da u

n la

to a

ppar

e

orm

ai s

uper

ato

il pr

egiu

dizi

o, d

eriv

ato

dal t

ardo

razi

onal

ism

o, c

he a

ssoc

iava

alla

qua

lità

dello

spaz

io a

rchi

tetto

nico

al s

uo d

inam

ism

o, a

lla li

bertà

di d

ispo

sizi

one

degl

i ogg

etti

seco

ndo

rela

-

zion

i di c

arat

tere

ast

ratto

, non

si p

uò tu

ttavi

a af

ferm

are

che

nella

pra

tica

corr

ente

del

la p

roge

t-

tazi

one

urba

na s

iano

sta

ti ac

quis

iti s

trum

enti

che

gara

ntis

cano

mag

gior

i qua

lità

nella

def

iniz

io-

ne d

egli

spaz

i pub

blic

i. Il

ricor

so s

preg

iudi

cato

a m

odel

li “s

tilis

tici”

di d

eriv

azio

ne s

toric

ista

,

senz

a ne

cess

aria

men

te g

aran

tire

la q

ualit

à co

mpl

essi

va d

egli

impi

anti

urba

ni, t

ende

ad

intro

-

durr

e vo

lgar

izza

zion

i ed

equi

voci

che

pos

sono

risu

ltare

, sul

la lu

nga

dura

ta, l

esiv

i.

Uno

deg

li as

petti

fond

amen

tali

è in

fatti

rela

tivo

alla

stre

tta re

lazi

one

che

suss

iste

tra

la c

onfi-

gura

zion

e ar

chite

ttoni

ca d

i que

sti a

mbi

ti e

la r

icon

osci

bilit

à di

spa

zi p

ubbl

ici

ed e

dific

i,ca

ratte

ristic

a fo

ndam

enta

le p

er c

onse

ntire

agl

i abi

tant

i la

“app

ropr

iazi

one”

dei

luog

hi lo

ro d

esti-

nati.

Per

con

sent

ire c

he q

uest

o pr

oces

so d

i ric

onos

cim

ento

si a

vvii,

è n

eces

sario

dar

e ris

alto

,

tra g

li al

tri, a

d un

a se

rie d

i asp

etti

di p

rimar

ia im

porta

nza:

a) S

tabi

lire

un e

quili

brio

tra

seria

lità

e di

ffere

nzia

zion

e, g

aran

tend

o pe

rtant

o la

dis

tingu

ibi-

Par

te I

- 7

Page 32: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

lità

dei s

ingo

li el

emen

ti se

nza

nece

ssar

iam

ente

rico

rrer

e al

la d

isom

ogen

eità

qua

le s

trum

ento

estre

mo

di d

istin

zion

e. Q

uest

o pu

ò si

gnifi

care

anc

he, s

opra

ttutto

nel

la d

efin

izio

ne d

egli

edifi

-

ci, l

’indi

vidu

azio

ne d

i stra

tegi

e ch

e co

ntem

plin

o se

mpl

ici s

iste

mi d

i var

iazi

one

rispe

tto a

lle

qual

ità e

diliz

ie;

b) In

divi

duar

e i l

imiti

dim

ensi

onal

i inf

erio

ri e

supe

riori

per

gli e

dific

i,al

lo s

copo

di e

vita

re

risch

iosi

feno

men

i di c

onde

nsaz

ione

(es.

cor

pi d

i fab

bric

a di

ecc

essi

va lu

nghe

zza)

o d

i dis

per-

sion

e (e

dific

i di d

imen

sion

i min

ime

corr

elat

i da

impi

anti

urba

ni d

isar

ticol

ati c

he r

isch

iano

di

risul

tare

ost

ici p

er l’

orie

ntam

ento

);

c) Im

post

are

atte

ntam

ente

gli

impi

anti

stra

dali,

tara

ndon

e co

n cu

ra g

li as

petti

dim

ensi

onal

i

nonc

hé la

sca

nsio

ne d

egli

allin

eam

enti

e de

lle fu

ghe

pros

petti

che,

al f

ine

di e

vita

re e

ffetti

di s

tra-

niam

ento

der

ivan

ti da

ll’ecc

essi

va d

ilata

zion

e de

lle s

trade

risp

etto

alla

pos

izio

ne d

egli

edifi

ci;

d) A

dope

rare

gli

spaz

i ed

i ser

vizi

pub

blic

i com

e el

emen

ti ce

ntra

li pe

r l’o

rient

amen

to, n

on

solo

per

i nu

ovi q

uarti

eri m

a an

che

per l

e zo

ne u

rban

e co

ntig

ue, d

istin

guen

doli

perta

nto

qual

i

punt

i di r

iferim

ento

priv

ilegi

ati;

Tutte

le m

isur

e so

pra

elen

cate

, che

non

esa

uris

cono

cer

tam

ente

la v

asta

pro

blem

atic

a re

lati-

va a

ll’as

serv

imen

to d

ello

spa

zio

urba

no a

d un

uso

di c

arat

tere

pre

ttam

ente

civ

ico,

dan

no tu

t-

tavi

a la

mis

ura

di q

uant

e e

quan

to c

ompl

esse

sia

no le

ista

nze

da c

onte

mpe

rare

, all’

inte

rno

del

prog

etto

, per

ché

gli e

siti

poss

ano

gara

ntire

una

effe

ttiva

e c

onfo

rtevo

le u

tiliz

zabi

lità

da p

arte

dei r

esid

enti.

La

qual

ità p

erce

ttiva

deg

li sp

azi u

rban

i, ch

e co

invo

lge

aspe

tti s

enso

riali,

cul

tura

-

li e

soci

ali,

è in

fatti

font

e pr

ima

del c

omfo

rt ps

icol

ogic

o de

gli a

bita

nti,

gene

rand

o po

tenz

ialm

en-

te u

n se

nso

di p

rote

zion

e e

sicu

rezz

a. L

a ca

paci

tà d

i pre

vede

re e

gov

erna

re c

on s

empl

ici s

tru-

men

ti qu

esti

aspe

tti s

i pre

sent

a du

nque

com

e in

disp

ensa

bile

com

plem

ento

alle

com

pete

nze

più

stre

ttam

ente

tecn

iche

dei

pro

getti

sti.

1.5

Sole

ggia

men

to e

ven

tilaz

ione

Ben

ché

gli a

spet

ti le

gati

al c

orre

tto o

rient

amen

to e

sol

eggi

amen

to d

egli

edifi

ci, n

onch

é al

rap-

porto

con

la v

entil

azio

ne n

atur

ale

veng

ano

gene

ralm

ente

lega

ti al

la q

uest

ione

del

ris

parm

io

ener

getic

o, è

tutta

via

nece

ssar

io s

otto

linea

re q

uant

o qu

esti

inci

dano

sul

la p

iù g

ener

ale

defin

i-

zion

e de

ll’im

pian

to u

rban

o.

L’in

divi

duaz

ione

del

cor

retto

orie

ntam

ento

dei

cor

pi d

i fab

bric

lega

ta a

d un

a m

olte

pli-

cità

di f

atto

ri, d

alla

tipo

logi

a de

gli e

dific

i alle

dis

tanz

e in

terp

oste

tra

i vol

umi.

L’im

posi

zion

e de

l

mig

liore

orie

ntam

ento

pro

duce

van

tagg

i im

med

iati

in te

rmin

i di q

ualit

à de

gli a

llogg

i e ri

cadu

te

posi

tive

sui c

osti

com

ples

sivi

di c

ostru

zion

e: u

n or

ient

amen

to s

favo

revo

le ri

chie

de in

fatti

, per

cont

rast

are

gli e

ffetti

inde

side

rati

del s

oleg

giam

ento

, l’a

pplic

azio

ne d

i una

ser

ie d

i int

erve

nti d

i

miti

gazi

one

qual

i sch

erm

atur

e, a

dozi

one

di p

acch

etti

cost

rutti

vi d

i mag

gior

e co

mpl

essi

tà e

cc.

Que

ste

mis

ure

di c

ontra

sto

cons

ento

no d

i otti

miz

zare

il f

unzi

onam

ento

anc

he d

i edi

fici c

on

orie

ntam

ento

sfa

vore

vole

, cr

eand

o tu

ttavi

a m

aggi

ori

oner

i si

a in

fas

e di

rea

lizza

zion

e si

a

dura

nte

il ci

clo

di v

ita d

egli

edifi

ci.

É c

omun

que

evid

ente

com

e no

n se

mpr

e le

dire

zion

i otti

mal

i di i

mpi

anto

lega

te a

l sol

eggi

a-

men

to c

oinc

idan

o co

n i t

racc

iati

sugg

eriti

dal

tess

uto

urba

no o

dai

sis

tem

i stra

dali

pree

sist

en-

ti o

di p

roge

tto: s

oven

te, a

l con

trario

, tal

i im

pian

ti ge

omet

rici s

i pre

sent

ano

com

e pa

lese

men

-

te d

isco

rdan

ti. L

’otti

mal

e co

mpo

rtam

ento

ene

rget

ico

e la

“for

ma

urba

na”,

avan

zand

o es

igen

ze

cont

rast

anti,

pos

sono

dun

que

pres

enta

rsi q

uali

elem

enti

prob

lem

atic

i per

la d

efin

izio

ne d

ell’i

m-

pian

to u

rban

o.

L’ob

ietti

vo d

el p

roge

ttist

a do

vreb

be d

unqu

e co

nsis

tere

nel

rius

cire

a in

divi

duar

e un

a m

edia

-zi

one

tra q

uest

e di

ffere

nti

esig

enze

, sa

lvag

uard

ando

nei

lim

iti d

el p

ossi

bile

l’u

no e

l’a

ltro

aspe

tto. B

ench

é si

a ev

iden

te q

uant

o qu

esta

med

iazi

one

sia

lega

ta a

lle c

ondi

zion

i pre

esis

ten-

ti, a

lla n

orm

ativ

a ur

bani

stic

a e

ad a

ltri f

atto

ri an

cora

, non

stre

ttam

ente

man

ipol

abili

in fa

se d

i

prog

etta

zion

e, é

sen

z’al

tro n

eces

sario

che

il p

roge

ttist

a si

ado

peri

per

evita

re, s

e no

n al

tro,

solu

zion

i che

si p

rese

ntin

o le

sive

del

l’uno

e d

ell’a

ltro

ambi

to.

Un

ulte

riore

fatto

re c

he s

i agg

iung

e ai

pre

cede

nti,

rend

endo

anc

ora

più

com

ples

sa la

gen

esi d

el

sist

ema

di in

sedi

amen

to, é

lega

to a

lla re

lazi

one

con

i ven

ti do

min

anti,

asp

etto

che

inci

de fo

r-

tem

ente

sul

la b

ontà

del

sis

tem

a am

bien

tale

com

ples

sivo

. Ben

ché

il te

rrito

rio r

oman

o no

n si

a

cara

tteriz

zato

da

vent

i dom

inan

ti di

par

ticol

are

inte

nsità

, é a

ltret

tant

o ve

ro c

he q

uals

iasi

impi

an-

to d

eve

pote

r ga

rant

ire la

“ap

ertu

ra”

rispe

tto a

lla v

entil

azio

ne, d

ato

che

ques

ta p

uò fo

rnire

un

fond

amen

tale

con

tribu

to a

l raf

fresc

amen

to n

atur

ale

degl

i allo

ggi.

Tali

cons

ider

azio

ni ri

chie

dono

infa

tti u

n in

terv

ento

dec

iso

anch

e ne

llo s

vilu

ppo

dell’i

mpi

anto

urb

ano,

sop

rattu

tto n

el s

enso

di

evita

re a

l mas

sim

o fe

nom

eni d

i ecc

essi

va c

hius

ura

e sc

herm

atur

a. I

front

i ecc

essi

vam

en-

te c

ompa

tti, l

a ch

iusu

ra d

ei c

orrid

oi d

i ven

tilaz

ione

, l’e

rrata

dis

posi

zion

e di

are

e pi

antu

mat

e co

n

albe

ratu

re, s

ono

tutti

fatto

ri ch

e in

cido

no n

egat

ivam

ente

sul

mov

imen

to d

ell’a

ria g

ià a

lla s

cala

urba

na. L

’atte

nzio

ne d

eve

natu

ralm

ente

ess

ere

este

sa “a

cas

cata

” sul

la d

efin

izio

ne v

olum

etri-

ca d

egli

edifi

ci, c

he d

ovre

bbe

poss

ibilm

ente

pre

vede

re u

n ce

rto g

rado

di p

erm

eabi

lità

alla

ven

-

tilaz

ione

nat

ural

e, n

onch

é al

la c

orre

tta s

elez

ione

dei

com

pone

nti t

ecno

logi

ci.

É n

eces

sario

sot

tolin

eare

che

, per

pot

er im

post

are

corr

etti

ragi

onam

enti

in m

erito

agl

i asp

etti

di s

oleg

giam

ento

e v

entil

azio

ne, u

rge

trav

alic

are

la s

tret

ta lo

gica

del

la d

efin

izio

ne p

lani

-m

etric

a a

favo

re d

i una

più

art

icol

ata

atte

nzio

ne a

gli a

spet

ti vo

lum

etric

i del

la p

roge

ttazi

o-

ne u

rban

a.

Par

te I

- 8

Page 33: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

2. Q

ualit

à de

llo s

pazio

est

erno

pub

blic

o e

priv

ato

e de

lla re

lazio

ne c

on i

fabb

ricat

i

La d

efin

izio

ne d

egli

spaz

i est

erni

, sop

rattu

tto d

i que

lli d

i nat

ura

pubb

lica,

riv

este

un

ruol

o di

fond

amen

tale

impo

rtanz

a pe

r il

ragg

iung

imen

to d

i un

elev

ato

stan

dard

di q

ualit

à ne

i nuo

vi

quar

tieri

resi

denz

iali.

L’e

sper

ienz

a ita

liana

e ro

man

a de

gli u

ltim

i dec

enni

ha

ampi

amen

te d

imo-

stra

to q

uant

o il

degr

ado

degl

i am

biti

pubb

lici,

anch

e a

front

e di

pre

senz

e ed

ilizi

e di

ele

vata

qual

ità, p

ossa

indu

rre

un g

ener

ale

sens

o di

dis

agio

neg

li ab

itant

i, av

vian

do d

unqu

e ul

terio

ri

feno

men

i di d

egen

eraz

ione

del

lo s

pazi

o ur

bano

.

Que

ste

dina

mic

he s

ono

gene

ralm

ente

pro

voca

te d

a du

e di

stin

ti fa

ttori:

da

un la

to, l

a sc

arsa

iden

tific

azio

ne, d

a pa

rte

degl

i abi

tant

i, ne

gli s

pazi

pub

blic

i, no

n co

nsid

erat

i alla

stre

gua

di

bene

col

letti

vo d

a sa

lvag

uard

are

quan

to p

iutto

sto

“terr

a di

nes

suno

” for

iera

di d

egra

do e

per

i-

coli;

dal

l’altr

o, u

na g

ener

aliz

zata

sca

rsità

di r

isor

se e

cono

mic

he d

a pa

rte d

elle

am

min

istra

-

zion

i, ch

e no

n rie

scon

o pe

rtant

o a

gara

ntire

la c

orre

tta m

anut

enzi

one

degl

i spa

zi p

ubbl

ici,

sopr

attu

tto p

er q

uant

o rig

uard

a gl

i am

biti

verd

i.

Ris

ulta

tutta

via

evid

ente

qua

nta

parte

del

la q

ualit

à co

mpl

essi

va d

ello

spa

zio

urba

no d

ei q

uar-

tieri

deriv

i dal

la p

erce

zion

e de

gli s

pazi

pub

blic

i, se

nza

i qua

li l’e

dific

ato,

sep

pur m

esso

a p

unto

con

la m

assi

ma

coer

enza

, non

può

che

dar

e lu

ogo

ad u

na d

esol

ante

imm

agin

e di

isol

amen

to.

La fu

nzio

ne d

egli

spaz

i pub

blic

i e d

egli

elem

enti

che

li co

mpo

ngon

o pu

ò es

sere

sin

tetic

a-

men

te ri

assu

nta

in tr

e pu

nti:

a) la

cre

azio

ne d

i spa

zi e

luog

hi p

er l’

aggr

egaz

ione

soc

iale

, il t

empo

libe

ro, l

’atti

vità

fisi

ca,

il gi

oco

dei b

ambi

ni e

cc.;

b) il

cor

retto

util

izzo

deg

li sp

azi e

deg

li el

emen

ti pe

r il

ragg

iung

imen

to d

i una

situ

azio

neam

bien

tale

pos

itiva

;

c) la

def

iniz

ione

spa

zial

e de

gli a

mbi

ti di

sep

araz

ione

tra

gli e

dific

i, ru

olo

este

tico

di p

rima-

ria im

porta

nza.

La d

efin

izio

ne d

egli

ambi

ti pu

bblic

i dev

e pe

rtant

o, o

ltre

ad a

ssic

urar

e un

gen

eric

o pr

inci

pio

di

deco

ro, s

usci

tare

un

sens

o di

iden

tific

azio

ne n

egli

abita

nti,

gara

nten

do a

l con

tem

po la

rea-

lizza

zion

e di

ele

men

ti di

faci

le e

d ec

onom

ica

gest

ione

e m

anut

enzi

one.

Seb

bene

i co

sti d

i

impi

anto

di t

alun

e so

luzi

oni p

ossa

no a

ppar

ire e

cces

sivi

ris

petto

agl

i sta

ndar

d ec

onom

ici m

ini-

mi,

sopr

attu

tto n

el c

aso

dell’e

diliz

ia s

ovve

nzio

nata

, app

are

chia

ro q

uant

o un

’acc

orta

def

iniz

io-

ne e

real

izza

zion

e de

gli s

pazi

pub

blic

i e d

egli

elem

enti

che

li de

finis

cono

non

può

che

and

are

a pi

eno

vant

aggi

o de

lla q

ualit

à de

gli i

nsed

iam

enti

già

nel b

reve

per

iodo

, gar

ante

ndo

altre

sì la

mag

gior

e du

rata

del

le a

ttrez

zatu

re e

d un

a m

inor

e in

cide

nza

sui c

osti

di m

anut

enzi

one.

Ulte

riore

tem

a di

un

certo

rili

evo

é qu

ello

rel

ativ

o al

la n

atur

a e

defin

izio

ne d

egli

spaz

i ape

rti

di ti

po p

rivat

o. Q

uest

i spa

zi, n

atur

ale

elem

ento

di t

rans

izio

ne tr

a lo

spa

zio

pubb

lico

e gl

i edi

-

fici,

devo

no e

sser

e in

gra

do, q

uand

o pr

esen

ti, d

i cos

titui

re u

na m

edia

zion

e m

orfo

logi

ca tr

a i

volu

mi e

d il

terr

eno,

ges

tend

o al

tresì

il p

robl

ema

dell’

intro

spez

ione

all’

inte

rno

degl

i allo

ggi.

In

alcu

ni c

asi,

sopr

attu

tto ri

ferit

i alle

tipo

logi

e ed

ilizi

e di

min

ore

dens

ità, q

uest

i spa

zi p

osso

no ra

p-

pres

enta

re u

na q

uota

di r

iliev

o de

lla s

iste

maz

ione

a te

rra,

ass

umen

do p

erta

nto

una

gran

de

impo

rtanz

a ne

lla d

efin

izio

ne d

ell’o

ccup

azio

ne d

el te

rren

o. In

altr

e si

tuaz

ioni

, spe

cific

atam

ente

in p

rese

nza

di c

orti

aper

te, g

li sp

azi i

nter

ni, p

ur p

erm

anen

do d

i fat

to p

ubbl

ici,

assu

mon

o im

me-

diat

amen

te u

na c

onno

tazi

one

alm

eno

parz

ialm

ente

priv

ata,

and

ando

a c

rear

e de

gli

ambi

ti

“pro

tetti

” ad

uso

prev

alen

te m

a no

n es

clus

ivo

degl

i abi

tant

i dei

cor

pi d

i fab

bric

a pr

ospi

cien

ti.

Per

cia

scun

a de

lle ti

polo

gie

spaz

iali

sino

ra c

itate

é p

ossi

bile

indi

vidu

are

alcu

ne s

oluz

ioni

pre

-

fere

nzia

li, c

he p

ossa

no d

are

rispo

sta,

se

corr

etta

men

te a

dope

rate

, ad

alcu

ne d

elle

pro

blem

a-

tiche

di p

iù fr

eque

nte

occo

rren

za n

ella

def

iniz

ione

deg

li sp

azi e

ster

ni p

ubbl

ici e

priv

ati.

2.1

Elem

enti

dello

spa

zio

urba

no p

ubbl

ico

2.1.

1 Pi

azze

Nel

la c

onfo

rmaz

ione

del

l’im

pian

to u

rban

o, la

def

iniz

ione

deg

li sp

azi p

ubbl

ici d

elle

pia

zze

risul

-

ta s

enz’

altro

uno

dei

tem

i di m

aggi

ore

rilie

vo. B

ench

é la

pia

zza

com

e el

emen

to u

rban

o no

n si

a

in g

rado

di e

saur

ire, p

er q

uant

o ac

cura

tam

ente

con

gegn

ata,

tutte

le c

ompl

esse

e d

iver

sific

a-

te e

sige

nze

avan

zate

dal

la c

olle

ttivi

tà u

rban

a, e

ssa

é tu

ttavi

a un

o de

i più

effi

caci

sis

tem

i per

la c

ostit

uzio

ne d

i un’

effic

ace

imm

agin

e ur

bana

.

La b

uona

def

iniz

ione

del

l’am

bito

del

la p

iazz

a pa

ssa

nece

ssar

iam

ente

attr

aver

so d

ue d

istin

ti

fatto

ri: d

a un

lato

l’as

petto

dim

ensi

onal

e e

mor

folo

gico

che

car

atte

rizza

la re

lazi

one

tra e

di-

Par

te I

- 9

Page 34: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

fici e

spa

zio

aper

to, d

all’a

ltro

la c

orre

tta a

ggre

gazi

one

di fu

nzio

ni, s

ervi

zi e

d al

tri e

lem

en-

ti ch

e po

ssan

o co

nfer

ire a

lla p

iazz

a il

nece

ssar

io p

eso

“gra

vita

zion

ale”

per

rend

erla

a tu

tti g

li

effe

tti u

na p

rese

nza

cent

rale

nel

l’am

bito

del

qua

rtier

e.

La d

efin

izio

ne d

imen

sion

ale

e m

orfo

logi

ca é

stre

ttam

ente

lega

ta a

ll’am

piez

za d

ella

pia

zza,

alla

rela

zion

e co

n l’i

mpi

anto

stra

dale

e, s

opra

ttutto

, alla

qua

lità

e di

men

sion

e de

i fro

nti e

diliz

i che

delim

itano

la p

iazz

a st

essa

. Si v

erifi

ca d

unqu

e la

nec

essi

tà d

i ver

ifica

re, s

ulla

bas

e di

prin

ci-

pi d

i pro

porz

iona

men

to, l

’effe

ttiva

coe

renz

a de

gli s

pazi

ape

rti c

he v

engo

no im

post

ati.

Rel

ativ

amen

te a

lla p

osiz

ione

che

lo s

pazi

o de

lla p

iazz

a de

ve a

ssum

ere

nell’

ambi

to d

el n

uovo

quar

tiere

, sus

sist

e un

a ge

neric

a ne

cess

ità d

i con

side

rare

tale

spa

zio

qual

e el

emen

to c

entr

a-le

del

l’im

pian

to u

rban

o. S

ebbe

ne q

uest

a co

nsid

eraz

ione

non

cos

titui

sca

nece

ssar

iam

ente

un ra

gion

amen

to in

mer

ito a

d un

a po

sizi

one

baric

entri

ca ri

spet

to a

lla d

ispo

sizi

one

dei f

abbr

i-

cati,

é tu

ttavi

a im

porta

nte

cons

ider

are

la p

iazz

a co

me

luog

o di

sm

ista

men

to e

acc

essi

bilit

à pr

i-

vile

giat

a ris

petto

a tu

tte le

ulte

riori

artic

olaz

ioni

del

qua

rtier

e. L

a pi

azza

può

per

tant

o fu

nger

e

da s

nodo

per

l’ac

cess

o al

ver

de p

ubbl

ico

di r

iliev

o pr

esen

te a

ll’in

tern

o de

l pia

no, n

on-

ché

alle

prin

cipa

li di

rettr

ici d

i via

bilit

à ca

rrab

ile e

ai p

erco

rsi p

edon

ali.

Rel

ativ

amen

te a

i con

tenu

ti fu

nzio

nali

della

pia

zza,

é p

ossi

bile

con

side

rare

la p

rese

nza

di

spaz

i pre

vale

ntem

ente

ped

onal

i, fu

nzio

ni c

omm

erci

ali (

pian

o te

rra

degl

i edi

fici r

esid

enzi

ali,

anch

e in

spa

zi p

ortic

ati),

eve

ntua

lmen

te c

on fu

nzio

ni d

i gra

nde

dist

ribuz

ione

(cor

reda

ta d

a pa

r-

cheg

gi p

ertin

enzi

ali)

e ve

rde

pubb

lico

(pia

zza

giar

dino

). La

pia

zza

può

altre

sì o

spita

re s

ervi

zi

pubb

lici e

priv

ati,

ed e

sser

e co

rred

ata

da p

arch

eggi

pub

blic

i con

tigui

, al f

ine

di n

on s

ovra

cca-

ricar

e la

via

bilit

à lim

itrof

a co

n au

tove

tture

in s

osta

.

2.1.

2 St

rade

Gli

impi

anti

stra

dali

rapp

rese

ntan

o un

ulte

riore

ele

men

to d

i gra

nde

rilie

vo p

er l’

effic

ace

artic

o-

lazi

one

degl

i spa

zi u

rban

i. Le

tip

olog

ie s

trada

li de

vono

ess

ere

debi

tam

ente

diff

eren

ziat

e a

seco

nda

della

par

ticol

are

dest

inaz

ione

d’u

so d

i ogn

i sin

golo

am

bito

, pro

cede

ndo

dalle

zon

e di

mag

gior

e de

nsità

, con

tigue

gen

eral

men

te a

lla c

entra

lità

della

pia

zza,

sin

o a

quel

le d

i inf

erio

re

perc

orre

nza

nelle

are

e m

argi

nali

del q

uarti

ere.

La v

aria

zion

e de

lla ti

polo

gia

é pr

eval

ente

men

te d

etta

ta d

a tre

dis

tinti

elem

enti:

des

tinaz

ione

fun-

zion

ale

dei f

ront

i, am

piez

za d

ella

sez

ione

stra

dale

, tip

olog

ia d

ella

sez

ione

stra

dale

ste

ssa.

Ope

rand

o ta

li di

stin

zion

i, é

poss

ibile

indi

vidu

are

cinq

ue d

istin

te ti

polo

gie:

a) A

sse

di d

istr

ibuz

ione

prin

cipa

le c

arat

teriz

zato

: si t

ratta

di u

n as

se s

trada

le s

truttu

rant

e

l’int

erve

nto,

con

ass

i sec

onda

ri tra

sver

sali

di d

istri

buzi

one

alle

resi

denz

e. P

uò e

sser

e ca

ratte

-

rizza

to d

a pr

esen

za c

omm

erci

ale,

alb

erat

ure,

fasc

e ve

rdi,

pist

a ci

clab

ile, a

mpi

mar

ciap

iedi

e

parc

hegg

i pub

blic

i;

b) S

trad

a co

rrid

oio:

ass

e ca

ratte

rizza

to d

a un

a st

ruttu

ra c

ompa

tta c

on fr

onti

cont

inui

par

alle

-

li. L

’edi

ficat

o si

svi

lupp

a su

4-5

pia

ni, c

on u

n pi

ano

terr

a co

mm

erci

ale.

L’a

llest

imen

to d

ella

stra

-

da p

reve

de a

mpi

mar

ciap

iedi

, alb

erat

ure

ed u

na s

ede

stra

dale

car

rabi

le c

entra

le;

c) S

trad

a co

n ve

rde

cent

rale

:si t

ratta

di u

na ti

polo

gia

stra

dale

di a

lta q

ualit

à, p

arag

onab

ile

alla

“ram

bla”

. L’a

sse

é ca

ratte

rizza

to d

a un

a st

ruttu

ra c

ompa

tta c

on fr

onti

cont

inui

par

alle

li, u

n

edifi

cato

di 4

-5 p

iani

con

des

tinaz

ione

com

mer

cial

e al

pia

no te

rra,

mar

ciap

iede

, una

sed

e st

ra-

dale

late

rale

, una

pas

segg

iata

alb

erat

a ce

ntra

le c

on p

ista

cic

labi

le, c

ompl

etat

a da

eve

ntua

li

spaz

i com

mer

cial

i o d

a un

“par

co li

near

e”;

Par

te I

- 10

Page 35: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

d) S

trad

a co

n il

verd

e la

tera

le: é

un

asse

car

atte

rizza

to d

a st

ruttu

ra r

esid

enzi

ale

dira

data

a

bass

a de

nsità

. L’e

dific

ato

si s

vilu

ppa

su 2

-3 p

iani

; la

sezi

one

stra

dale

pro

segu

e co

n il

mar

cia-

pied

e, e

vent

ualm

ente

una

sed

e st

rada

le d

i dis

tribu

zion

e al

le re

side

nze,

un

“par

co li

near

e” (p

as-

segg

iata

alb

erat

a co

n pi

sta

cicl

abile

e b

arrie

ra v

erde

) e la

sed

e st

rada

le p

rinci

pale

cen

trale

;

e) A

sse

di d

istr

ibuz

ione

sec

onda

ria e

di a

ttest

amen

to:a

sse

stra

dale

sec

onda

rio d

i esc

lu-

siva

dis

tribu

zion

e de

lle r

esid

enze

. P

uò e

sser

e ca

ratte

rizza

to d

alla

pre

senz

a di

alb

erat

ure

e

dall’

inte

graz

ione

tra

verd

e pu

bblic

o, v

erde

per

tinen

zial

e e

verd

e pr

ivat

o.

2.1.

3 Em

erge

nze

Le e

mer

genz

e co

stitu

isco

no e

lem

enti

salie

nti d

ell’i

mpi

anto

urb

ano

che,

pur

sec

onda

rie ri

spet

-

to a

lle p

olar

ità ra

ppre

sent

ate

dalle

pia

zze,

rich

iedo

no u

na p

artic

olar

e cu

ra n

ella

pro

getta

zion

e.

Tra

ques

te s

i pos

sono

ann

over

are

ambi

ti qu

ali i

l ver

de p

ubbl

ico

attre

zzat

o, s

iste

mi d

i ser

vizi

pubb

lici o

priv

ati c

on le

rel

ativ

e ar

ee d

i acc

esso

, fu

nzio

ni d

i agg

rega

zion

e pu

bblic

a, o

vver

o

sem

plic

emen

te n

odi s

truttu

rali

salie

nti q

uali

incr

oci d

i per

cors

i, le

test

ate

di a

ssi s

trada

li ec

c.

And

ando

ad

abbr

acci

are

una

così

vas

ta g

amm

a di

situ

azio

ni m

orfo

tipol

ogic

he, n

on é

pos

sibi

-

le d

elin

eare

sin

tetic

amen

te le

pro

blem

atic

he p

reva

lent

i. S

i può

tutta

via

sotto

linea

re l’

impo

rtan-

za s

trate

gica

del

la c

orre

tta ri

solu

zion

e de

lle e

mer

genz

e, p

oich

é qu

este

con

corr

ono

alla

def

i-ni

zion

e co

mpl

essi

va d

ell’i

mm

agin

e ur

bana

. Nel

la fa

se d

i pro

getta

zion

e qu

este

dov

rann

o

esse

re p

erta

nto

tratta

te c

on u

na s

trate

gia

omog

enea

, con

side

rand

o ch

iara

men

te a

nche

lo s

vi-

lupp

o vo

lum

etric

o de

gli o

gget

ti pr

opos

ti.

2.1.

4 A

ree

di s

osta

Le a

ree

di s

osta

per

le a

utom

obili

, sia

no e

sse

dest

inat

e ai

par

cheg

gi p

ertin

enzi

ali o

pub

blic

i,

cost

ituis

cono

sic

uram

ente

uno

deg

li el

emen

ti di

mag

gior

e pr

oble

mat

icità

nel

la d

efin

izio

ne d

egli

spaz

i urb

ani.

Seb

bene

sia

da

priv

ilegi

arsi

, la

ddov

e po

ssib

ile,

l’util

izzo

di p

arch

eggi

inte

rrat

i

alm

eno

per l

e ab

itazi

oni,

è tu

ttavi

a im

pres

cind

ibile

l’in

trodu

zion

e di

are

e di

sos

ta p

er s

oddi

sfa-

re g

li st

anda

rd u

rban

istic

i vig

enti.

Dat

o ch

e qu

este

are

e de

vono

tro

vars

i in

pros

sim

ità d

elle

emer

genz

e e

dei s

ervi

zi d

i mag

gior

e at

tratti

vità

, si g

ener

ano

sove

nte

spia

cevo

li si

tuaz

ioni

di

conv

iven

za r

avvi

cina

ta tr

a am

biti

pubb

lici a

nche

ben

org

aniz

zati

e am

pie

zone

di s

osta

che

tend

ono

a riv

elar

si e

lem

enti

di d

istu

rbo.

Una

pos

sibi

le fa

mig

lia d

i sol

uzio

ni c

onsi

ste

nel r

icor

rere

alla

mas

sim

a in

tegr

azio

ne p

ossi

bi-

le tr

a le

are

e di

sos

ta p

er a

utom

obili

e le

pia

ntum

azio

ni v

eget

ali.

Da

un la

to q

uest

e po

s-

Par

te I

- 11

Page 36: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

sono

ess

ere

adop

erat

e pe

r sch

erm

are

visi

vam

ente

i pa

rche

ggi r

ispe

tto a

i fro

nti e

diliz

i, ev

itan-

do a

l con

tem

po l’

ecce

ssiv

o irr

aggi

amen

to c

ausa

to d

al s

urris

cald

amen

to d

elle

sup

erfic

i met

al-

liche

; dal

l’altr

o, è

pos

sibi

le in

trodu

rre

solu

zion

i cap

aci d

i mig

liora

re n

otev

olm

ente

la q

ualit

à di

ques

ti am

biti,

ad

esem

pio

pred

ispo

nend

o un

a fit

ta p

iant

umaz

ione

a f

ilare

lung

o le

fas

ce d

i

sepa

razi

one

dei p

osti

auto

, cos

ì da

dare

luog

o a

parc

hegg

i “ve

rdi”.

Pur

non

ess

endo

equ

ipa-

rabi

li a

sist

emi d

i ver

de a

ttrez

zato

, que

sti a

mbi

ti ac

quis

isco

no tu

ttavi

a un

a m

aggi

ore

capa

cità

di in

tegr

azio

ne c

on g

li el

emen

ti ur

bani

circ

osta

nti.

É tu

ttavi

a ev

iden

te c

he d

i prim

aria

impo

rtanz

a ris

ulta

la c

orre

tta lo

caliz

zazi

one

delle

are

e di

sost

a in

fase

di d

efin

izio

ne d

ei p

iani

, poi

ché

in a

ssen

za d

i un’

accu

rata

val

utaz

ione

pre

limin

a-

re q

uest

e ar

ee p

osso

no c

omun

que,

al d

i là

di q

uals

iasi

inte

rven

to d

i miti

gazi

one,

cos

titui

re p

re-

senz

e de

turp

anti

all’i

nter

no d

ei n

uovi

qua

rtier

i.

2.1.

5 El

emen

ti m

orfo

logi

ci d

el v

erde

L’in

tera

zion

e tra

spa

zi a

perti

, edi

ficat

o e

sist

ema

verd

e co

stitu

isce

uno

dei

car

dini

del

pre

sen-

te C

odic

e. L

’atte

nzio

ne p

rest

ata

agli

aspe

tti d

i otti

miz

zazi

one

ambi

enta

le, n

onch

é al

l’util

izzo

degl

i im

pian

ti ve

geta

zion

ali p

er la

def

iniz

ione

del

l’im

mag

ine

urba

na e

d il

mig

liora

men

to c

om-

ples

sivo

deg

li as

petti

vis

ivi e

per

cetti

vi tr

aval

ica

senz

’altr

o la

sem

plic

e qu

estio

ne d

ell’u

so d

el

verd

e qu

ale

elem

ento

del

l’arr

edo

urba

no.

Il pr

inci

pio

cent

rale

per

segu

ito v

ede

la ri

duzi

one

della

sep

araz

ione

trad

izio

nalm

ente

sus

sist

en-

te tr

a gl

i spa

zi d

i nat

ura

“min

eral

e” (p

iazz

e, s

trade

, par

cheg

gi, c

orti,

edi

fici e

cc.)

e qu

elli

di n

atu-

ra “v

eget

ale”

(are

e di

ver

de n

atur

ale

e at

trezz

ato,

fila

ri, b

arrie

re a

rbor

ee e

cc.).

Lo

scop

o di

que

-

sto

prin

cipi

o di

inte

graz

ione

con

sist

e ne

l far

con

fluire

, nei

lim

iti d

el p

ossi

bile

, i v

anta

ggi v

isiv

i

ed a

mbi

enta

li ge

nera

lmen

te re

si p

ossi

bili

dalla

pre

senz

a de

l ver

de n

el p

iù tr

adiz

iona

le im

pian

-

to u

rban

o. L

ungi

dal

vol

er p

rom

uove

re, a

ttrav

erso

que

sta

“inva

sion

e”, l

a di

ssol

uzio

ne d

ell’i

m-

mag

ine

urba

na, q

uest

a te

nden

za a

ppar

e tu

ttavi

a au

spic

abile

sot

to m

olti

prof

ili, t

utti

com

unqu

e

conv

erge

nti v

erso

il ra

ggiu

ngim

ento

di u

na p

iù a

lta q

ualit

à ge

nera

le d

ello

spa

zio

urba

no.

Acc

anto

a q

uest

e rif

less

ioni

iner

enti

l’util

izzo

del

la v

eget

azio

ne s

econ

do p

rinci

pi d

i car

atte

re

este

tico,

é o

ppor

tuno

dis

tingu

ere

le d

iver

se ti

polo

gie

di e

lem

enti

mor

folo

gici

del

ver

de s

econ

-

do u

n ca

ratte

re p

reva

lent

emen

te fu

nzio

nale

:

a) B

arrie

ra v

erde

: pe

r ba

rrie

ra v

erde

si i

nten

de u

n si

stem

a ve

geta

zion

ale

com

post

o pr

eva-

lent

emen

te d

a al

beri

a m

edio

fust

o, d

ispo

sti c

on u

na p

rofo

ndità

sup

erio

re a

l sin

golo

fila

re (e

s.

pian

tum

azio

ne a

qui

ncon

ce).

La f

unzi

one

di q

uest

a si

stem

azio

ne é

chi

aram

ente

lega

ta a

lla

nece

ssità

di s

cher

mar

e il

fron

te d

i un

edifi

cio

o al

tro

elem

ento

edi

lizio

risp

etto

ad

aree

o

Par

te I

- 12

Page 37: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

ogge

tti v

isiv

amen

te d

etur

pant

i (pa

rche

ggi,

pree

sist

enze

di b

assa

qua

lità

arch

itetto

nica

, stra

-

de a

d al

to s

corr

imen

to, e

cc.)

ovve

ro e

lem

enti

che

poss

ano

caus

are

feno

men

i di i

rrag

giam

en-

to d

i cal

ore

o lu

ce (p

arch

eggi

a ra

so).

Le b

arrie

re v

erdi

, se

corr

etta

men

te a

dope

rate

, pos

sono

altr

esì c

ostit

uire

effi

caci

ssim

i ele

men

-ti

di s

cher

mat

ura

rispe

tto a

ll’irr

aggi

amen

to s

olar

e di

retto

, so

prat

tutto

in d

irezi

one

est

e

oves

t (so

le b

asso

). R

ispe

tto a

que

ste

due

dist

inte

funz

ioni

(sch

erm

atur

a vi

siva

e s

cher

mat

ura

sola

re),

é po

ssib

ile s

elez

iona

re o

ppor

tuna

men

te le

ess

enze

da

adop

erar

e: e

ssen

ze s

empr

e-

verd

i per

la s

cher

mat

ura

visi

va, e

ssen

ze c

aduc

ifogl

ie p

er la

sch

erm

atur

a so

lare

, con

sent

endo

così

l’irr

aggi

amen

to d

iretto

in p

rofo

ndità

dur

ante

la s

tagi

one

inve

rnal

e.

Da

un p

unto

di v

ista

mor

folo

gico

, l’e

lem

ento

del

la b

arrie

ra v

erde

può

ess

ere

cost

ituito

da

pian

tum

azio

ni

rego

lari

(dop

pi fil

ari, q

uinc

once

, ecc

.) ov

vero

sec

ondo

disp

osizi

oni d

i car

atte

re p

iù in

form

ale

(bos

chet

to).

b) A

lber

atur

e a

filar

e:il

filar

e d’

albe

ri ra

ppre

sent

a un

sis

tem

a di

pia

ntum

azio

ne p

rimar

io, p

re-

vale

ntem

ente

inte

so p

er e

vide

nzia

re il

trac

ciat

o di

un

perc

orso

stra

dale

. Nat

ural

men

te u

n fil

a-

re,

a se

cond

a de

ll’es

senz

a ad

oper

ata,

può

svo

lger

e un

mag

gior

e o

min

ore

ruol

o ris

petto

all’o

mbr

eggi

amen

to e

alla

sch

erm

atur

a de

gli e

dific

i; la

sua

funz

ione

prim

aria

, tut

tavi

a, p

erm

a-

ne q

uella

lega

ta a

lla d

efin

izio

ne e

stet

ica

ed a

l dec

oro

urba

no.

I fila

ri ar

bore

i, se

acc

oppi

ati s

ui d

ue la

ti di

un

tracc

iato

stra

dale

, pos

sono

dar

e lu

ogo

ad u

n

sist

ema

geom

etric

o di

un

certo

rili

evo;

cos

ì anc

he in

que

i cas

i in

cui v

engo

no d

ispo

sti l

ungo

uno

spar

titra

ffico

o a

iuol

a ce

ntra

le (s

trada

– ra

mbl

a co

n ve

rde

cent

rale

), da

ndo

luog

o ad

una

riser

va “

verd

e” c

he,

oltre

a d

irada

re la

den

sità

edi

lizia

, pu

ò gi

à sv

olge

re u

n ru

olo

rilev

ante

rigua

rdo

al c

ompo

rtam

ento

am

bien

tale

com

ples

sivo

. L’

ombr

eggi

amen

to in

dotto

dag

li al

beri,

infa

tti, f

avor

isce

il m

ovim

ento

del

l’aria

, pro

duce

ndo

di c

onse

guen

za u

na r

iduz

ione

del

la te

m-

pera

tura

dur

ante

le s

tagi

oni c

alde

.

c) A

ree

a ra

so:l

e ar

ee a

ras

o in

clud

ono

gene

ricam

ente

tutti

gli

impi

anti

di v

erde

in c

ui n

on

sian

o pr

esen

ti al

bera

ture

ad

alto

o m

edio

fust

o, in

clud

endo

per

ò ar

bust

i e a

ltre

esse

nze

di p

ic-

cola

dim

ensi

one.

Que

sta

tipol

ogia

di s

iste

maz

ione

a v

erde

è a

dope

rabi

le p

er la

cre

azio

ne d

i

elem

enti

di s

epar

azio

ne n

on in

vasi

vi, p

er il

com

plet

amen

to d

i am

biti

resi

dual

i, pe

r la

delim

ita-

zion

e di

are

e di

par

cheg

gio,

pia

zze,

ecc

.

d) P

oggi

:il t

ratta

men

to a

ver

de d

egli

spaz

i ape

rti p

reve

de a

nche

la p

ossi

bilit

à di

ope

rare

mov

i-

men

ti de

l ter

reno

con

lo s

copo

di c

rear

e vi

sual

i, ov

vero

di s

cher

mar

e co

n m

aggi

ore

effic

acia

aper

ture

inde

side

rate

ver

so z

one

di p

oten

zial

e de

grad

o. È

per

tant

o po

ssib

ile a

dope

rare

rint

erri

per c

rear

e pi

ccol

i ria

lzam

enti

del t

erre

no, e

vent

ualm

ente

da

dest

inar

e a

pian

tum

azio

ne c

on b

ar-

riere

ver

di p

er g

ener

are

più

effic

ient

i sis

tem

i di s

cher

mat

ura

di a

ree

di s

osta

, pre

esis

tenz

e, e

cc.

2.2

Elem

enti

dello

spa

zio

este

rno

priv

ato

Altr

e so

luzi

oni d

i sis

tem

azio

ne a

ver

de in

clud

ono

i gia

rdin

i priv

ati,

gli o

rti,

nonc

hé le

cor

tiin

tern

e ag

li ed

ifici

. Le

prim

e du

e, e

ssen

do d

i per

tinen

za s

tretta

men

te p

rivat

a, la

scia

no a

l sin

-

golo

frui

tore

l’in

izia

tiva

della

pia

ntum

azio

ne e

man

uten

zion

e de

l ver

de; l

e co

rti in

tern

e, ra

ppre

-

sent

ando

una

dim

ensi

one

inte

rmed

ia t

ra p

ubbl

ico

e pr

ivat

o, p

osso

no e

sser

e de

stin

ate

ad

acco

glie

re s

pazi

ver

di d

i util

izzo

com

une,

app

lican

do le

pia

ntum

azio

ni c

on e

ssen

ze a

med

io

fust

o pe

r ge

nera

re p

icco

li am

biti

da c

olle

gars

i pos

sibi

lmen

te c

on i

più

vast

i sis

tem

i rel

ativ

i ai

parc

hi d

i qua

rtier

e. L

a co

ntin

uità

gar

antit

a da

que

sti c

olle

gam

enti

può

pera

ltro

rivel

arsi

assa

i util

e pe

r ass

icur

are

la p

erm

eabi

lità

alla

ven

tilaz

ione

nat

ural

e di

cui

ai p

arag

rafi

pre-

cede

nti.

Va n

otat

o ch

e gl

i spa

zi e

ster

ni p

rivat

i pos

sono

cre

are

un a

mbi

to d

i tra

nsiz

ione

tra

le s

iste

ma-

zion

i a te

rra

di c

arat

tere

pub

blic

o e

gli e

dific

i a d

estin

azio

ne re

side

nzia

le. Q

uest

a po

tenz

ialit

à

si r

ivel

a di

par

ticol

are

impo

rtanz

a ne

i cas

i in

cui c

i si t

rovi

in p

rese

nza

di a

llogg

i dis

post

i al

pian

o te

rren

o. B

ench

é si

con

side

ri ge

nera

lmen

te p

refe

ribile

una

sop

rele

vazi

one

di a

lmen

o un

met

ro r

ispe

tto a

l pia

no d

i cal

pest

io e

ster

no,

al f

ine

di e

vita

re f

enom

eni d

i int

rosp

ezio

ne,

la

dest

inaz

ione

a v

erde

priv

ato

degl

i am

biti

antis

tant

i gli

edifi

ci p

uò s

icur

amen

te c

ontri

buire

alla

crea

zion

e di

mag

gior

e pr

ivac

y e

sens

o di

sic

urez

za p

er g

li ab

itant

i. S

i tra

tta d

unqu

e di

indi

vi-

duar

e ap

prop

riati

sist

emi d

i rec

inzi

one

per

i gia

rdin

i priv

ati,

real

izza

ti in

man

iera

tale

da

pote

r gar

antir

e la

chi

usur

a di

que

sti a

mbi

ti se

nza

nece

ssar

iam

ente

pro

voca

re l’

occl

usio

ne d

if-

fusa

del

la p

erce

zion

e sp

azia

le.

Un

caso

par

ticol

are

è ra

ppre

sent

ato

dalle

cor

ti se

mip

rivat

e in

tern

e ag

li ed

ifici

. Ben

ché

que-

sta

tipol

ogia

di

spaz

io a

perto

non

sia

par

ticol

arm

ente

diff

usa

nell’

arch

itettu

ra r

esid

enzi

ale

rom

ana,

alc

uni p

rege

voli

esem

pi re

aliz

zati

nel c

orso

del

XX

sec

olo,

non

ché

la g

rand

e tra

dizi

o-

ne s

vilu

ppat

asi i

n al

tri c

onte

sti g

eogr

afic

i e c

ultu

rali

dann

o la

mis

ura

di q

uant

o am

biti

di q

ue-

sto

gene

re p

ossa

no a

cqui

sire

un

gran

de v

alor

e su

lla s

cala

del

tess

uto

urba

no. Q

uest

e co

rti,

prev

alen

tem

ente

des

tinat

e ag

li ut

enti

su d

i ess

e pr

ospi

cien

ti, p

osso

no c

omun

que

svol

gere

un

impo

rtant

e ru

olo

nella

cre

azio

ne d

i un

tess

uto

conn

ettiv

o di

ffuso

, dan

do lu

ogo

a pe

rcor

si p

edo-

nali

sepa

rati

dai c

olle

gam

enti

carr

abili

. Attr

aver

so u

n’ad

egua

ta d

islo

cazi

one

di q

uest

i spa

zi

all’i

nter

no d

ei q

uarti

eri è

dun

que

poss

ibile

real

izza

re u

na fi

tta re

te d

i per

cors

i cic

lo-p

edon

a-li

che

poss

ono

inte

grar

e la

via

bilit

à pr

imar

ia e

con

nette

re e

ffica

cem

ente

gli

spaz

i pub

blic

i, le

piaz

ze, l

e ar

ee v

erdi

, ecc

.

Par

te I

- 13

Page 38: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

2.3

Rap

port

o co

n le

funz

ioni

non

res

iden

zial

i

Un

ulte

riore

asp

etto

da

cons

ider

arsi

con

sist

e ne

lla r

elaz

ione

da

stab

ilire

tra

il c

onte

nuto

resi

denz

iale

e le

funz

ioni

non

resi

denz

iali

inte

grat

e ne

gli e

dific

i. C

ome

già

prec

eden

tem

en-

te ri

mar

cato

, le

funz

ioni

non

resi

denz

iali

poss

iedo

no u

n fo

rte p

oten

zial

e di

attr

azio

ne p

er i

resi

-

dent

i dei

nuo

vi q

uarti

eri c

osì c

ome

per g

li ab

itant

i del

le z

one

circ

osta

nti.

Il lo

ro p

osiz

iona

men

-

to p

uò d

unqu

e de

term

inar

e il

succ

esso

o fa

llim

ento

di u

no s

pazi

o pu

bblic

o, d

ando

luog

o ai

traf

-

fici e

d ag

li sc

ambi

che

“atti

vano

” un

ambi

to d

i cen

tralit

à ur

bana

.

Una

vol

ta in

divi

duat

e le

funz

ioni

com

patib

ili, è

nec

essa

rio s

tabi

lirne

la d

islo

cazi

one

all’i

nter

no

delle

are

e re

side

nzia

li: g

ener

alm

ente

son

o da

priv

ilegi

arsi

que

lle p

iù p

ross

ime

alle

cen

tralit

à,

alle

pia

zze

ed a

lle a

ree

com

mer

cial

i, so

prat

tutto

con

side

rand

o il

colle

gam

ento

più

dire

tto p

os-

sibi

le c

on la

via

bilit

à pr

inci

pale

.

Ris

petto

agl

i spa

zi p

ubbl

ici c

entra

li, s

opra

ttutto

nel

cas

o de

lle p

iazz

e, s

i può

ipot

izza

re l’

ado-

zion

e di

am

biti

port

icat

i che

pos

sano

col

lega

re a

ttrav

erso

per

cors

i pro

tetti

una

mol

tepl

icità

di fu

nzio

ni n

on re

side

nzia

li. Q

uest

a so

luzi

one

è pa

rtico

larm

ente

idon

ea p

er g

li sp

azi c

omm

er-

cial

i, si

ano

essi

des

tinat

i alla

ven

dita

al d

etta

glio

o a

lla g

rand

e di

strib

uzio

ne.

In a

ltern

ativ

a, l

a di

sloc

azio

ne d

ei s

ervi

zi l

ungo

il

front

e st

rada

le p

uò r

ivel

arsi

effi

cace

se

acco

mpa

gnat

a da

un

corr

ispo

nden

te a

mpl

iam

ento

del

la s

ezio

ne s

trad

ale.

Il m

arci

apie

de

deve

infa

tti a

ssum

ere

una

larg

hezz

a m

inim

a ta

le d

a po

ter

ospi

tare

il m

ovim

ento

del

le p

erso

-

ne, a

ccog

liend

o al

con

tem

po d

elle

sis

tem

azio

ni d

i arr

edo

o di

ver

de (

spec

ifica

men

te p

iant

u-

maz

ioni

a fi

lare

) tal

i da

pote

r cre

are

degl

i am

biti

prot

etti

per i

l tra

ffico

ped

onal

e.

Nel

l’am

bito

dei

nuo

vi in

sedi

amen

ti, s

aran

no p

revi

sti a

nche

ser

vizi

pub

blic

i di r

iliev

o, c

ome

scuo

le, a

sili,

am

bula

tori,

ecc

. Que

sti f

abbr

icat

i dov

rann

o pa

rteci

pare

del

la p

iù g

ener

ale

logi

ca

inse

diat

iva

dei p

iani

, int

egra

ndos

i il p

iù p

ossi

bile

con

le fu

nzio

ni r

esid

enzi

ali s

ia d

al p

unto

di

vist

a fu

nzio

nale

sia

da

quel

lo m

orfo

logi

co.

Tale

inte

graz

ione

dov

rà e

sser

e pr

esen

te a

nche

nel

cas

o in

cui

i se

rviz

i pre

vist

i all’

inte

rno

del

quar

tiere

sia

no d

i nat

ura

priv

ata

(cen

tri c

omm

erci

ali,

supe

rmer

cati,

gra

nde

dist

ribuz

ione

, ecc

.):

sare

bbe

ausp

icab

ile e

vita

re la

sep

araz

ione

forz

ata

che

ques

te g

rand

i fun

zion

i urb

ane

ten-

dono

ad

assu

mer

e ris

petto

al

tess

uto

resi

denz

iale

. La

seg

rega

zion

e di

que

sti e

dific

i di

cosp

icua

cub

atur

a, s

oven

te is

olat

i da

vast

e ar

ee d

i par

cheg

gio,

cos

titui

sce

oggi

una

del

le p

embl

emat

iche

imm

agin

i del

deg

rado

arc

hite

ttoni

co d

elle

per

iferie

.

Par

te I

- 14

Page 39: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

3. C

oere

nza

e fle

ssib

ilità

del

sis

tem

a tip

olog

ico

La c

onfig

uraz

ione

deg

li ed

ifici

resi

denz

iali

rapp

rese

nta

chia

ram

ente

un

tem

a fo

ndam

enta

le p

er

la d

efin

izio

ne d

ei n

uovi

qua

rtier

i. Il

ricor

so a

d un

sis

tem

a di

def

iniz

ione

lega

to a

lla ti

polo

gia

edi-

lizia

non

vuo

le c

erta

men

te p

rom

uove

re o

ava

llare

una

mod

alità

pro

gettu

ale

che

si e

saur

isca

nell’

adoz

ione

, per

qua

nto

coer

ente

, di m

odel

li in

sedi

ativ

i “ce

rtific

ati”:

la c

once

zion

e de

llo s

pa-

zio

urba

no c

he s

i int

ende

pro

muo

vere

dev

e ne

cess

aria

men

te p

oter

trav

alic

are

le s

oluz

ioni

para

digm

atic

he p

er fo

rmul

are,

cas

o pe

r ca

so, l

e ris

post

e pi

ù id

onee

e s

oddi

sfac

enti.

É

dunq

ue o

ppor

tuno

impo

star

e un

’ope

razi

one

su m

odel

li sp

azia

li pr

efer

enzi

alic

he in

clud

ano,

oltre

ai f

abbr

icat

i, an

che

gli s

pazi

est

erni

, il t

erre

no, l

e re

lazi

oni m

orfo

logi

che

e fu

nzio

nali,

non

-

ché

gli o

gget

ti es

tern

i al s

iste

ma

qual

i pre

esis

tenz

e, a

mbi

ti na

tura

li ec

c. L

e un

ità ti

polo

gich

e

min

ime

elab

orat

e in

que

sta

sede

non

dev

ono

perta

nto

esse

re in

tese

com

e st

rum

ento

con

clu-

sivo

, qua

nto

piut

tost

o co

me

“mat

tone

” di

bas

e la

cui

agg

rega

zion

e, o

rche

stra

ta r

ispe

tto a

lle

spec

ifici

tà d

i cia

scun

’are

a, s

ia in

gra

do d

i for

nire

la ri

spos

ta p

iù a

degu

ata.

Le u

nità

tip

olog

iche

min

ime

pres

enta

te n

el C

odic

e di

pra

tica

devo

no e

sser

e pe

rtan

toin

tese

sec

ondo

due

asp

etti

fond

amen

tali:

a) re

lativ

amen

te a

l dim

ensi

onam

ento

dei

vol

umi e

diliz

i, co

me

indi

cazi

one

di m

assi

ma

dilim

ite s

uper

iore

(ev

itand

o pe

rtant

o il

ricor

so a

ogg

etti

di m

aggi

ore

alte

zza

e pr

ofon

dità

di

corp

o di

fabb

rica)

;

b)pe

r qua

nto

rigua

rda

l’agg

rega

zion

e m

inim

a, c

ome

limite

infe

riore

, allo

sco

po d

i evi

tare

l’ado

zion

e di

sis

tem

i ecc

essi

vam

ente

fram

men

tati

o di

com

parti

trop

po p

icco

li.

3.1

Prof

ondi

tà d

el c

orpo

di f

abbr

ica

e ne

cess

ità d

i ado

zion

e di

allo

ggi a

d af

facc

io c

on-

trap

post

o

L’as

petto

rela

tivo

alla

pro

fond

ità d

el c

orpo

di f

abbr

ica

forn

isce

un

prim

o in

dica

tore

di q

ualit

à di

rilie

vo. N

ella

pra

tica

corr

ente

, la

mas

sim

izza

zion

e di

tale

pro

fond

ità p

rodu

ce e

vide

nti v

anta

ggi

sul p

iano

eco

nom

ico,

rid

ucen

do s

osta

nzia

lmen

te i

cost

i di r

ealiz

zazi

one.

Afro

nte

di q

uest

i

rispa

rmi,

all’u

tent

e fin

ale

vien

e fo

rnito

un

allo

ggio

che

pre

sent

a no

tevo

li ca

renz

e su

l pia

no

della

qua

lità

spaz

iale

inte

rna,

otti

miz

zazi

one

dei c

onsu

mi e

nerg

etic

i, ca

paci

tà d

i ven

tilaz

ione

trasv

ersa

le, i

llum

inaz

ione

nat

ural

e e,

più

in g

ener

ale,

di c

ondi

zion

i igi

enic

he. B

ench

é la

pro

-

fond

ità o

ttim

ale

di u

n co

rpo

di fa

bbric

a si

a in

diss

olub

ilmen

te le

gata

a m

olte

plic

i fat

tori,

tra

cui

l’orie

ntam

ento

dei

fron

ti, la

tipo

logi

a ed

ilizi

a, l’

alte

zza

inte

rpia

no, l

a ge

omet

ria d

elle

buc

atur

e,

la p

rese

nza

di s

cher

mat

ure

sola

ri, e

cc.,

è co

mun

que

evid

ente

che

, a p

artir

e da

una

pro

fond

i-

tà d

i circ

a 12

m, l

a pr

esen

za d

i zon

e “b

uie”

nel

la fa

scia

cen

trale

del

l’allo

ggio

com

inci

a ad

ess

e-

re in

evita

bile

.

Que

sta

cond

izio

ne, s

eppu

re o

ggi c

omun

emen

te a

ccet

tata

nel

l’edi

lizia

resi

denz

iale

pub

blic

a e

priv

ata,

cos

titui

sce

a no

stro

avv

iso

un f

atto

re d

i gra

ve d

etrim

ento

del

la q

ualit

à co

mpl

essi

va

degl

i allo

ggi.

La d

ispo

sizi

one

delle

zon

e um

ide

(bag

ni e

cuc

ine)

e d

i altr

i spa

zi a

cces

sori

in

ques

ta f

asci

a di

min

ore

qual

ità a

mbi

enta

le s

uppl

isce

in m

anie

ra s

olo

palli

ativ

a al

le c

aren

ze

com

ples

sive

pre

sent

ate

da q

uest

e tip

olog

ie.

La p

rofo

ndità

del

cor

po d

i fab

bric

a in

cide

dire

ttam

ente

sul

la p

ossi

bilit

à di

illu

min

are

natu

ral-

men

teog

ni a

mbi

ente

del

l’allo

ggio

, fa

ttore

che

con

tribu

isce

al b

enes

sere

ter

moi

grom

etric

o,

visi

vo m

a an

che

psic

olog

ico

degl

i abi

tant

i. Le

ridu

zion

i in

term

ini d

i con

sum

i ene

rget

ici p

er l’

il-

lum

inaz

ione

e v

entil

azio

ne m

ecca

nica

son

o, b

ench

é no

n en

orm

i, co

mun

que

non

trasc

urab

ili.

Di g

rand

issi

mo

rilie

vo è

nat

ural

men

te a

nche

l’as

petto

del

la v

entil

azio

ne tr

asve

rsal

e. È

evi

-

dent

e qu

anto

il n

orm

ale

ricam

bio

d’ar

ia c

he p

uò e

sser

e ot

tenu

to a

ll’in

tern

o di

un

ambi

ente

ad

affa

ccio

dop

pio

poss

a co

stitu

ire, s

enza

ulte

riori

aggr

avi c

ostru

ttivi

o e

cono

mic

i, un

o st

rum

en-

to p

er la

rid

uzio

ne d

ella

tem

pera

tura

inte

rna.

Con

side

rare

ad

affa

ccio

dop

pio

un e

dific

io

che

occu

pi d

ue a

ngol

i adi

acen

ti di

un

corp

o di

fabb

rica,

sen

za d

unqu

e la

pos

sibi

lità

di in

durr

e

il ris

cont

ro tr

asve

rsal

e d’

aria

, rap

pres

enta

una

sol

uzio

ne d

i effi

caci

a di

gra

n lu

nga

infe

riore

.

La p

ossi

bilit

à di

impo

star

e af

facc

i con

trapp

osti

indu

ce a

nche

not

evol

i mig

liora

men

ti ne

lla q

ua-

lità

del s

oleg

giam

ento

nat

ural

e pe

r l’in

tern

o de

gli e

dific

i. L’

orie

ntam

ento

sec

ondo

l’as

se e

lio-

term

ico,

priv

ilegi

ato

dall’

arch

itettu

ra r

azio

nalis

ta, d

a un

pun

to d

i vis

ta d

i con

teni

men

toen

erge

tico

è sv

anta

ggia

to ri

spet

to a

d un

orie

ntam

ento

ruot

ato

di 9

0°. I

n qu

este

con

dizi

o-

ni, o

vver

o co

n co

rpi d

i fab

bric

a or

ient

ati a

ll’in

circ

a es

t-ove

st, l

a ne

cess

ità d

i ado

pera

re a

llogg

i

ad a

ffacc

io c

ontra

ppos

to d

ivie

ne q

uasi

obb

ligat

oria

, al f

ine

di e

vita

re a

bita

zion

i mon

oaffa

ccio

rivol

te a

nor

d.

Ris

petto

a q

uest

e co

nsid

eraz

ioni

, è p

ossi

bile

ded

urre

che

, per

con

sent

ire la

real

izza

zion

e de

lm

aggi

ore

num

ero

poss

ibile

di a

llogg

i ad

affa

ccio

con

trap

post

o è

nece

ssar

io c

he la

pro

-fo

ndità

com

ples

siva

dei

cor

pi d

i fab

bric

a ve

nga

cont

enut

a en

tro

mis

ure

non

ecce

ssiv

e.

Ris

petto

alle

arti

cola

zion

i dis

tribu

tive

delle

uni

tà t

ipol

ogic

he m

inim

e di

seg

uito

pro

post

e, s

iin

tend

e pr

opor

re c

he t

utti

gli a

llogg

i di t

aglio

med

io-g

rand

e ab

bian

o la

pos

sibi

lità

diot

tene

re u

n af

facc

io c

ontr

appo

sto,

ris

erva

ndo

l’affa

ccio

sin

golo

esc

lusi

vam

ente

agl

ial

logg

i di t

aglio

pic

colo

e, s

olo

in c

ondi

zion

i par

ticol

ari,

a qu

elli

med

i. Le

sol

uzio

ni a

ngol

ari,

ladd

ove

pres

enti,

dov

rann

o co

mun

que

tent

are

di re

cupe

rare

la c

ontra

ppos

izio

ne d

egli

affa

cci.

Par

te I

- 15

Page 40: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

3.2

Alte

zza

degl

i edi

fici

Il nu

mer

o de

i pia

ni fu

ori t

erra

da

adop

erar

si n

ella

def

iniz

ione

deg

li ed

ifici

si p

one

com

e fa

ttore

di n

otev

ole

impo

rtanz

a pe

r la

conf

igur

azio

ne d

ell’i

mm

agin

e ur

bana

. Dat

a la

dis

loca

zion

e pr

e-

vale

ntem

ente

sub

urba

na d

elle

zon

e da

svi

lupp

arsi

, non

app

are

oppo

rtuno

, com

e gi

à pr

ece-

dent

emen

te s

otto

linea

to, a

vval

ersi

di t

ipol

ogie

par

ticol

arm

ente

inte

nsiv

e ch

e po

ssan

o cr

eare

cont

rast

i ris

petto

a c

onte

sti d

i car

atte

re ru

rale

o c

omun

que

a de

nsità

med

io-b

assa

. Allo

ste

s-

so te

mpo

, l’ip

otes

i di m

ante

nere

un

num

ero

limita

to d

i pia

ni p

uò c

ondu

rre

ad u

n us

o ec

cess

i-

vo d

ella

sup

erfic

ie te

rrito

riale

, las

cian

do d

i fat

to p

oco

resp

iro a

gli s

pazi

non

edi

ficat

i da

dest

i-

nars

i eve

ntua

lmen

te a

d am

biti

pubb

lici v

erdi

.

L’ip

otes

i più

aus

pica

bile

pre

vede

dun

que

lo s

vilu

ppo

di c

ase

bass

e ad

alta

den

sità

, pre

ve-

dend

o pe

rtant

o un

’ele

vazi

one

mas

sim

a di

cin

que

pian

i fuo

ri te

rra,

incl

usi,

ladd

ove

prev

isti,

uno

o du

e pi

ani d

i fun

zion

i non

resi

denz

iali.

L’a

lta d

ensi

tà v

iene

com

ples

siva

men

te ra

ggiu

nta

attra

-

vers

o l’a

dozi

one

di u

nità

tipo

logi

che

prev

alen

tem

ente

con

tinue

, che

pos

sano

mas

sim

iz-

zare

lo s

frutta

men

to d

ella

sup

erfic

ie fo

ndia

ria s

enza

ecc

essi

vam

ente

gra

vare

sul

la ri

sors

a te

r-

ritor

io.

Ben

ché

le u

nità

di t

ipo

punt

uale

pos

sano

ess

ere

adop

erat

e co

n ec

celle

nti e

siti

nella

conf

igur

azio

ne d

i am

biti

di in

terc

onne

ssio

ne c

on i

sist

emi v

erdi

, l’a

dozi

one

di a

ltri s

iste

mi c

he,

a pa

rità

di n

umer

o di

pia

ni, s

iano

in g

rado

di s

vilu

ppar

e fro

nti p

iù e

stes

i, in

crem

enta

ndo

dun-

que

il ra

ppor

to p

iano

di a

ppog

gio

– su

perfi

cie

utile

, é c

erta

men

te p

refe

ribile

.

Il nu

mer

o di

pia

ni fu

ori t

erra

dei

fabb

ricat

i dev

e es

sere

acc

urat

amen

te m

isur

ato

in ra

ppor

to a

lle

mor

folo

gia

prop

osta

, so

prat

tutto

per

evi

tare

esp

edie

nti p

roge

ttual

i che

, pu

r es

send

o am

pia-

men

te a

pplic

ati n

ella

pra

tica

com

une,

tend

ono

a da

re lu

ogo

a si

tuaz

ioni

non

del

tutto

idon

ee

per i

l rag

giun

gim

ento

di u

n el

evat

o st

anda

rd d

i qua

lità:

a) la

pre

senz

a di

vuo

ti in

tern

i agl

i edi

fici(

chio

strin

e, c

aved

i, po

zzi d

i ven

tilaz

ione

e d

i illu

-

min

azio

ne,

ecc.

) de

ve e

sser

e su

bord

inat

a ad

un’

atte

nta

calib

razi

one

in r

appo

rto a

ll’al

tezz

a

dell’

edifi

cio

stes

so.

Vann

o as

solu

tam

ente

evi

tate

le

solu

zion

i ch

e pr

oduc

ano

volu

mi

vuot

i

dest

inat

i alla

sol

a pr

esa

d’ar

ia d

egli

spaz

i di s

ervi

zio,

com

e ve

ngon

o so

vent

e re

aliz

zati

in e

di-

fici i

n lin

ea c

on n

otev

oli p

rofo

ndità

di c

orpo

di f

abbr

ica;

b) le

cor

ti in

tern

e ag

li ed

ifici

dev

ono

pote

r god

ere

di u

n ad

egua

to s

oleg

giam

ento

sul

le fa

c-

ciat

e in

tern

e m

a an

che

sul p

iano

oriz

zont

ale,

al f

ine

di e

vita

re la

cre

azio

ne d

i am

biti

cost

ante

-

men

te o

mbr

eggi

ati c

he p

osso

no ri

vela

rsi n

egat

ivi s

ia s

ul v

ersa

nte

mic

rocl

imat

ico

sia

su q

uel-

lo d

ella

per

cezi

one

spaz

iale

;

c) la

rela

zion

e tr

a l’a

ltezz

a de

gli e

dific

i ed

il lo

ro d

ista

nzia

men

to d

eve

esse

re c

orre

ttam

en-

te m

isur

ata;

d) l’

alte

zza

degl

i edi

fici p

uò e

sser

e m

isur

ata

anch

e in

rela

zion

e al

l’and

amen

to o

rogr

afi-

co d

el t

erre

no:

parti

cola

ri si

tuaz

ioni

con

ter

reni

in

pend

enza

, po

trebb

ero

richi

eder

e un

a

gest

ione

div

ersi

ficat

a de

ll’al

tezz

a de

i fa

bbric

ati,

di m

odo

che

ques

ti po

ssan

o or

gani

zzar

si

lung

o il

pend

io g

aran

tend

o al

con

tem

po l’

aper

tura

del

la v

isua

le p

er i

volu

mi p

iù a

rret

rati.

Al f

ine

di d

are

risal

to a

i pun

ti cr

itici

sop

ra e

spos

ti, s

areb

be o

ppor

tuno

che

, sep

pure

con

le d

ebi-

te e

ccez

ioni

, ven

isse

ro ri

spet

tate

le s

egue

nti i

ndic

azio

ni:

a) n

on p

reve

dere

la p

rese

nza

di e

dific

i con

alte

zza

infe

riore

a q

uattr

o pi

ani c

he in

clud

a-no

funz

ioni

non

resi

denz

iali

al p

iano

terr

eno:

un

num

ero

di p

iani

min

ore

impl

iche

rebb

e un

o

svilu

ppo

resi

denz

iale

su

due

soli

pian

i, re

nden

do s

prop

osita

to il

rapp

orto

tra

gli s

pazi

com

mer

-

cial

i o c

omun

que

di s

ervi

zio

e la

cub

atur

a re

side

nzia

le;

b) in

tens

ifica

re a

l mas

sim

o lo

svi

lupp

o in

alte

zza

entr

o i l

imiti

sug

gerit

i da

cias

cuna

unità

min

ima:

que

sta

indi

cazi

one

ha lo

sco

po d

i con

tribu

ire a

lla s

alva

guar

dia

della

riso

rsa

ter-

ritor

io, r

iduc

endo

per

qua

nto

poss

ibile

la d

imen

sion

e de

ll’ap

pogg

io a

terr

a de

i fab

bric

ati,

con

evid

enti

cons

egue

nze

posi

tive

mis

urab

ili in

ter

min

i di p

erm

eabi

lità

del t

erre

no,

inte

graz

ione

con

il ve

rde,

per

mea

bilit

à pe

dona

le, e

cc. A

nche

dal

pun

to d

i vis

ta e

cono

mic

o il

mag

gior

e sv

i-

lupp

o in

alte

zza

dei f

abbr

icat

i ris

ulta

van

tagg

ioso

, rid

ucen

do l’

inci

denz

a de

i cos

ti di

fond

azio

-

ne, d

i im

pian

to d

i can

tiere

, ecc

.

3.3

Dis

tanz

a tr

a gl

i edi

fici

Com

e gi

à so

pra

acce

nnat

o, il

fatto

re d

ista

nza

tra g

li ed

ifici

è d

iretta

men

te le

gato

allo

svi

lupp

o

in a

ltezz

a de

i cor

pi d

i fab

bric

a: v

olum

i più

alti

rich

iedo

no, p

er la

sol

a so

ddis

fazi

one

dei r

equi

-

siti

min

imi i

mpo

sti d

agli

stru

men

ti ur

bani

stic

i, di

stan

ze p

iù c

onsi

sten

ti tra

i fro

nti.

Ferm

o re

stan

-

do c

he q

uest

e di

stan

ze m

inim

e rim

ango

no in

valic

abili

, è p

ossi

bile

tutta

via

ragi

onar

e su

que

lli

che

sono

gli

effe

tti im

med

iati

della

var

iazi

one

della

dis

tanz

a tra

i co

rpi d

i fab

bric

a.

Ris

ulta

chi

aro

quan

to il

dis

tanz

iam

ento

tra

i cor

pi d

i fab

bric

a no

n co

stitu

isca

un

fatto

re m

era-

men

te q

uant

itativ

o le

gato

all’

occl

usio

ne d

ella

vis

uale

e d

el s

oleg

giam

ento

, ma

inci

da ra

dica

l-

men

te a

nche

sul

lo s

vilu

ppo

della

for

ma

urba

na.

Il ra

gion

amen

to s

chem

atic

o tip

ico

delle

Siedlungen

del r

azio

nalis

mo,

che

lega

va in

diss

olub

ilmen

te l’

alte

zza

dei f

abbr

icat

i alla

dis

tan-

za tr

a qu

esti

in re

lazi

one

al s

oleg

giam

ento

otti

mal

e ha

orig

inat

o, n

elle

sue

form

e pi

ù de

terio

ri,

una

serie

di e

siti

che,

sep

pur p

erfe

ttam

ente

giu

stifi

cabi

li so

tto il

pro

filo

dell’

igie

ne a

mbi

enta

le,

offri

vano

poc

a po

ssib

ilità

per

l’in

stau

rars

i di u

n ve

ro s

pazi

o re

lazi

onal

e di

nat

ura

pret

tam

ente

Par

te I

- 16

Page 41: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

urba

na. A

l con

trario

, il m

odel

lo tr

adiz

iona

le d

el te

ssut

o ed

ilizi

o, s

ebbe

ne p

iù e

ffica

ce p

er la

rea-

lizza

zion

e di

am

biti

urba

ni, p

rodu

ce a

sua

vol

ta e

ffetti

neg

ativ

i leg

ati a

ll’ec

cess

iva

dens

ità d

ei

fabb

ricat

i.

La d

ista

nza

inte

rpos

ta tr

a i v

olum

i cos

truiti

dev

e pe

rtant

o es

sere

def

inita

mira

ndo

all’in

divi

dua-

zion

e de

l giu

sto

equi

librio

tra

dens

ità e

dira

dam

ento

, ten

endo

con

to c

he q

uest

o sp

azio

inte

r-po

sto

non

va c

onsi

dera

to v

uoto

o p

rivo

di q

ualit

à, q

uant

o pi

utto

sto

il ve

ro in

vaso

del

lasp

azia

lità

urba

na. A

ques

to s

copo

le s

oluz

ioni

tipi

che

per l

e si

stem

azio

ni s

trada

li pr

eced

ente

-

men

te d

escr

itte,

pos

sono

forn

ire u

n’in

dica

zion

e di

mas

sim

a su

lle q

ualit

à pi

ù st

retta

men

te a

rchi

-

tetto

nich

e e

spaz

iali

che

ques

ti am

biti

poss

ono

acqu

isire

. Se

si ti

ene

cont

o ch

e l’e

cces

siva

dila

-

tazi

one

delle

dim

ensi

oni p

uò ri

sulta

re d

anno

sa q

uant

o la

com

pres

sion

e de

ll’im

pian

to u

rban

o, è

poss

ibile

ded

urre

mod

alità

ope

rativ

e ch

e po

ssan

o co

ntem

pera

re le

div

erse

esi

genz

e.

3.4

Vist

e pr

ivile

giat

e

L’ot

timiz

zazi

one

della

per

cezi

one

spaz

iale

cos

titui

sce

un a

spet

to s

trate

gico

alla

sca

la d

ell’i

m-

pian

to u

rban

o, c

ome

prec

eden

tem

ente

esa

min

ato,

ma

anch

e in

rela

zion

e al

sin

golo

edi

ficio

ed

alla

con

figur

azio

ne d

egli

spaz

i deg

li al

logg

i. In

pre

senz

a di

situ

azio

ni a

mbi

enta

li di

par

ticol

are

rilie

vo ri

sulta

sen

z’al

tro o

ppor

tuno

avv

aler

si d

elle

vis

te m

iglio

ri pe

r ele

vare

la q

ualit

à de

lla p

er-

cezi

one

urba

na. R

igua

rdo

ai v

olum

i edi

lizi,

ciò

può

vole

r di

re p

rodu

rre

un’a

rtico

lazi

one

degl

i

allo

ggi t

ale

da c

onse

ntire

a c

iasc

una

unità

, fer

mo

rest

ando

il c

orre

tto o

rient

amen

to p

er il

sol

eg-

giam

ento

, la

vist

a pr

ivile

giat

a ve

rso

l’est

erno

. Si t

ratta

dun

que

di a

dope

rare

uni

tà ti

polo

gich

ech

e si

pre

stin

o a

ques

to s

copo

, for

nend

o du

nque

a c

iasc

un a

llogg

io la

pos

sibi

lità

diaf

facc

io in

una

det

erm

inat

a di

rezi

one.

Tal

e ris

ulta

to s

i può

otte

nere

priv

ilegi

ando

sis

te-

mi c

on m

inor

e pr

ofon

dità

del

cor

po d

i fab

bric

a.

É t

utta

via

evid

ente

che

anc

he l

a di

spos

izio

ne p

lani

met

rica

dei

sing

oli

fabb

ricat

i in

cide

note

volm

ente

sul

la p

ossi

bilit

à di

otte

nere

que

sto

risul

tato

: un’

adeg

uata

dis

loca

zion

e, c

he n

on

prod

uca

feno

men

i di o

stru

zion

e de

lla v

isua

le, è

nec

essa

ria p

er p

oter

otti

miz

zare

le v

isua

li da

cias

cuna

uni

tà a

bita

tiva.

3.5

Parc

hegg

i int

erra

ti

L’ad

ozio

ne d

i par

cheg

gi p

rivat

i nei

pia

ni in

terr

ati d

egli

edifi

ci a

des

tinaz

ione

resi

denz

iale

cos

ti-

tuis

ce u

na s

celta

stra

tegi

ca c

he, s

eppu

re c

ondi

zion

ata

da u

n m

aggi

ore

inve

stim

ento

e s

ubor

-

dina

ta a

lla fa

ttibi

lità

deriv

ante

dal

le c

ondi

zion

i geo

logi

che

ed id

rogr

afic

he d

i cia

scun

’are

a, c

on-

tribu

isce

forte

men

te a

l rag

giun

gim

ento

di u

na p

iù e

ffica

ce im

mag

ine

urba

na. L

a pr

esen

za d

i

gran

di q

uant

ità d

i aut

omob

ili p

arch

eggi

ate

a ra

so r

appr

esen

ta in

fatti

sen

za d

ubbi

o un

o de

i

mag

gior

i ele

men

ti di

dis

turb

o ne

lla c

ittà

cont

empo

rane

a, p

rodu

cend

o de

grad

o vi

sivo

, pro

ble-

mi d

i irr

aggi

amen

to s

olar

e, q

uest

ioni

di s

icur

ezza

, ecc

.

Per

min

imiz

zare

l’in

vest

imen

to n

eces

sario

per

rea

lizza

re i

parc

hegg

i sot

terr

anei

, è o

vvio

che

ques

ti de

bban

o lim

itars

i ad

occu

pare

un

solo

pia

no s

otto

la q

uota

di c

ampa

gna.

Ris

petta

ndo

gli s

tand

ard

urba

nist

ici v

igen

ti sp

esso

la c

ubat

ura

del p

arch

eggi

o no

n pu

ò es

sere

com

plet

a-

men

te o

spita

ta a

l di s

otto

del

l’im

pron

ta d

el fa

bbric

ato

cui q

uest

i per

teng

ono.

In ta

li ca

si s

arà

dunq

ue n

eces

sario

pre

vede

re u

na fu

oriu

scita

del

pia

no d

ei p

arch

eggi

dal

la s

agom

a de

l-l’e

dific

io, c

onsi

dera

ndo

che

il pi

ano

inte

rrat

o de

ve a

ltres

ì osp

itare

spa

zi p

er le

can

tine

e va

ni

tecn

ici.

Div

iene

dun

que

rilev

ante

il c

orre

tto p

osiz

iona

men

to d

elle

ram

pe d

i acc

esso

ai p

arch

eggi

inte

rrat

i, fa

cend

o sì

che

que

ste

veng

ano

disl

ocat

e se

nza

cost

ituire

ele

men

ti di

dis

turb

o ris

pet-

to a

lla s

iste

maz

ione

a te

rra

degl

i edi

fici.

É p

erta

nto

ausp

icab

ile u

na lo

ro d

ispo

sizi

one

sul m

ar-

gine

dei

lotti

, ca

libra

ndo

atte

ntam

ente

il d

imen

sion

amen

to d

egli

spaz

i di p

arch

eggi

o pe

rché

ques

ti po

ssan

o es

sere

rea

lizza

ti se

nza

il ra

ddop

piam

ento

del

le r

ampe

di a

cces

so im

post

o

dalla

nor

mat

iva

vige

nte.

3.6

Atta

cco

a te

rra

Com

e gi

à pr

eced

ente

men

te a

ccen

nato

, il s

iste

ma

di a

ttacc

o a

terr

a pe

r i fa

bbric

ati c

he a

bbia

-

no a

l pia

no te

rren

o de

stin

azio

ne d

’uso

res

iden

zial

e è

impo

rtant

e pe

r l’o

tteni

men

to d

i un’

ade-

guat

a si

stem

azio

ne d

el p

arte

rre.

In a

ssen

za d

i spa

zi v

erdi

priv

ati,

è au

spic

abile

pre

vede

re u

n

dist

acco

min

imo

rispe

tto a

lla s

ede

stra

dale

, otte

nibi

le a

ttrav

erso

la fr

appo

sizi

one

di a

ree

sist

e-

mat

e a

verd

e pu

bblic

o, in

terr

otte

in c

orris

pond

enza

deg

li ac

cess

i agl

i edi

fici.

Per

evi

tare

l’in

trosp

ezio

ne a

ll’in

tern

o de

gli a

llogg

i dal

lo s

pazi

o pu

bblic

o, è

com

unqu

e ne

cess

a-

rio p

reve

dere

che

la q

uota

inte

rna

degl

i allo

ggi s

ia s

opra

elev

ata

di a

lmen

o un

met

ro r

ispe

tto

al li

vello

del

la s

ede

stra

dale

.

In p

rese

nza

di a

ree

verd

i per

tinen

zial

i, sa

rà s

uffic

ient

e pe

r int

rodu

rre

adeg

uati

sist

emi d

i rec

in-

zion

e ch

e, p

ur n

on p

rodu

cend

o fo

rti o

stru

zion

i nel

la p

erce

zion

e de

lla c

ontin

uità

del

lo s

pazi

o

urba

no,

poss

ano

gara

ntire

un

oppo

rtuno

live

llo d

i priv

acy

e si

cure

zza

per

gli a

bita

nti d

egli

allo

ggi d

ispo

sti a

i pia

ni te

rren

i.

In g

ener

ale,

il p

rinci

pio

da p

erse

guire

con

sist

e ne

lla r

ealiz

zazi

one

della

mas

sim

a co

ntin

ui-

Par

te I

- 17

Page 42: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

tà t

ra e

dific

i e

part

erre

, di

mod

o da

rid

urre

al

min

imo

indi

spen

sabi

le l

e se

para

zion

i e

le

disc

ontin

uità

che

si p

rese

ntan

o al

l’int

erno

del

l’am

bito

ped

onal

e de

l qua

rtier

e.

3.7

Cor

pi s

cala

e s

pazi

di d

istr

ibuz

ione

Un

ultim

o el

emen

to s

alie

nte

che

può

esse

re c

onsi

dera

to c

omun

e a

tutti

i si

stem

i tip

olog

ici p

ro-

post

i è ra

ppre

sent

ato

dal c

orpo

sca

la. S

i tra

tta d

i un

elem

ento

dal

chi

aro

sign

ifica

to a

rchi

tetto

-

nico

, leg

ato

tutta

via

anch

e ad

asp

etti

quan

titat

ivi d

ei c

ompa

rti m

inim

i. In

fatti

, a s

econ

da d

el

sist

ema

tipol

ogic

o, la

qua

ntità

di c

orpi

sca

la c

he v

engo

no a

ggre

gati

forn

isce

anc

he u

na d

imen

-

sion

e re

lativ

a al

com

parto

min

imo,

ovv

ero

al n

umer

o di

abi

tant

i che

ver

rann

o in

sedi

ati i

n ci

a-

scun

o di

que

sti.

Il si

stem

a de

lla s

cala

va

inte

rpre

tato

anc

he n

ella

sua

con

ness

ione

agl

i spa

zi d

i acc

esso

ai f

ab-

bric

ati e

anc

he a

lla s

ua p

oten

zial

ità p

er c

ostit

uire

un

sist

ema

di v

entil

azio

ne v

ertic

ale

dire

tta-

men

te in

tegr

ato

con

la v

olum

etria

del

l’edi

ficio

. Ai d

iver

si p

iani

sar

à du

nque

opp

ortu

no p

reve

-

dere

la p

rese

nza

di s

pazi

di d

istri

buzi

one

di u

na c

erta

am

piez

za, n

on s

tretta

men

te v

inco

lati

dalla

mas

sim

izza

zion

e de

lla s

uper

ficie

resi

denz

iale

, di m

odo

che

attra

vers

o qu

esti

spaz

i pos

-

sano

avv

enire

anc

he fe

nom

eni d

i ven

tilaz

ione

nat

ural

e.

Aqu

esto

sco

po, è

di f

onda

men

tale

impo

rtanz

a il

cont

rollo

del

num

ero

di a

llogg

i ser

viti

dal

corp

o sc

ala

per

cias

cun

pian

o: s

areb

be o

ppor

tuno

non

sup

erar

e m

ai la

sog

lia d

i qua

ttro

allo

ggi,

dato

che

oltr

e qu

esto

num

ero

gli s

pazi

dis

tribu

tivi t

endo

no a

ess

ere

ridot

ti al

min

imo.

Un

num

ero

di a

llogg

i anc

ora

min

ore

può

gara

ntire

la fl

essi

bilit

à e

aper

tura

nec

essa

rie p

er o

tte-

nere

sis

tem

i di m

aggi

ore

qual

ità a

rchi

tetto

nica

e m

icro

clim

atic

a.

In a

lcun

i cas

i è a

ltres

ì aus

pica

bile

impo

star

e si

stem

i di d

istr

ibuz

ione

pas

sant

i, ch

e at

tra-

vers

ino

l’int

era

prof

ondi

tà d

el c

orpo

di f

abbr

ica

sia

per

otte

nere

una

mag

gior

e fle

ssib

ilità

di a

cces

so, s

ia a

nche

per

con

sent

ire la

mas

sim

a ve

ntila

zion

e na

tura

le a

ll’in

tern

o de

ll’ed

ifici

o.

3.8

Tagl

i deg

li al

logg

i

Nel

lo s

vilu

ppo

delle

uni

tà m

inim

e è

stat

o co

nsid

erat

o un

rapp

orto

pro

porz

iona

le c

osta

nte

per

il di

men

sion

amen

to d

egli

allo

ggi,

che

può

esse

re ri

assu

nto

com

e se

gue:

20%

allo

ggi d

i tip

o A

, sup

erfic

ie n

etta

mq

45,0

0, p

er n

ucle

i di 1

-2 p

erso

ne;

40%

allo

ggi d

i tip

o B

, sup

erfic

ie n

etta

mq

60,0

0, p

er n

ucle

i di 2

-3 p

erso

ne;

25%

allo

ggi d

i tip

o C

, sup

erfic

ie n

etta

mq

75,0

0, p

er n

ucle

i di 3

-4 p

erso

ne;

15%

allo

ggi d

i tip

o D

, sup

erfic

ie n

etta

mq

90,0

0, p

er n

ucle

i di 5

-6 p

erso

ne.

La d

efin

izio

ne e

d il

dim

ensi

onam

ento

deg

li al

logg

i son

o st

ati c

ondo

tti ri

fere

ndos

i alle

nor

mat

i-

ve v

igen

ti (D

.M. 1

444

del 1

968,

L. 5

14 d

el 1

977,

L. 4

57 d

el 1

978,

DM

236

del

198

9, e

cc.).

Va s

otto

linea

to c

he le

pos

sibi

lità

di a

ggre

gazi

one

degl

i allo

ggi a

ll’in

tern

o de

i sin

goli

fabb

ricat

i

non

rispe

ttano

cos

tant

emen

te le

pro

porz

ioni

sop

ra in

dica

te,

che

devo

no e

sser

e co

mpu

tate

sullo

svi

lupp

o co

mpl

essi

vo d

ei c

ompa

rti m

inim

i.

Per

qua

nto

rigua

rda

l’ado

zion

e di

dop

pi a

ffacc

i con

trap

post

i, qu

esti

devo

no e

sser

e ne

ces-

saria

men

te in

trod

otti

per

tutti

gli

allo

ggi d

i tip

o C

e D

, non

ché,

ladd

ove

poss

ibile

, neg

lial

logg

i di t

ipo

B. G

li al

logg

i di t

ipo

A, e

ssen

do d

i tag

lio in

ferio

re, p

osso

no e

sser

e re

aliz

zati

con

affa

ccio

sin

golo

.

Per

ogn

i allo

ggio

, ind

ipen

dent

emen

te d

al ta

glio

, va

prev

isto

uno

spa

zio

pert

inen

zial

e es

ter-

no p

rivat

o (lo

ggia

, bal

cone

, gia

rdin

o pr

ivat

o), d

a co

lloca

rsi p

ossi

bilm

ente

in c

orris

pond

enza

della

zon

a de

i ser

vizi

.

3.9

Le u

nità

tipo

logi

che

min

ime

Le u

nità

tipo

logi

che

min

ime

di s

egui

to p

rese

ntat

e si

rife

risco

no a

sis

tem

i sch

emat

ici d

i agg

re-

gazi

one

che

devo

no e

sser

e in

tesi

com

e m

atric

e di

rife

rimen

to d

imen

sion

ale

per

la d

efin

i-zi

one

dei

fabb

ricat

i a

dest

inaz

ione

pre

vale

ntem

ente

res

iden

zial

e. A

ttrav

erso

que

ste

unità

ven

gono

dun

que

norm

aliz

zate

le d

imen

sion

i rel

ativ

e a:

- com

part

o m

inim

oe

dist

anza

del

vol

ume

edili

zio

rispe

tto a

i mar

gini

di d

etto

com

parto

;

- num

ero

di c

orpi

sca

la e

dis

tanz

a tr

a gl

i acc

essi

(svi

lupp

o lin

eare

in e

leva

zion

e);

- pro

fond

itàde

l cor

po d

i fab

bric

a;

- num

ero

di p

iani

fuor

i ter

ra.

Da

un p

unto

di v

ista

qua

litat

ivo,

le u

nità

forn

isco

no a

ltres

ì ind

icaz

ioni

di m

assi

ma

rispe

tto a

:

- rel

azio

ne tr

a i f

abbr

icat

i e l’

area

di p

ertin

enza

a te

rra,

con

indi

cazi

oni g

ener

ali s

ulla

nat

u-

ra e

sul

trat

tam

ento

deg

li sp

azi a

perti

(ver

de, v

iabi

lità,

sup

erfic

ie n

on re

side

nzia

le, c

orti

inte

r-

ne, r

ampe

di a

cces

so a

i par

cheg

gi in

terr

ati,

ecc.

);

- pos

sibi

lità

di a

ggre

gazi

one

degl

i allo

ggi,

degl

i spa

zi d

i dis

tribu

zion

e e

degl

i am

biti

liber

i al

pian

o te

rren

o ed

ai l

ivel

li su

perio

ri, c

on r

iferim

ento

anc

he a

sol

uzio

ni a

ggre

gativ

e sp

ecia

li(a

ngol

i, co

rti, e

cc.);

Par

te I

- 18

Page 43: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

- art

icol

azio

ne v

olum

etric

a di

mas

sim

a ch

e co

mpr

enda

la p

rese

nza

di s

pazi

ape

rti p

rivat

i ai

pian

i (lo

gge,

bal

coni

, ecc

.).

Lo s

vilu

ppo

prop

osto

non

inte

nde

inve

ce f

orni

re in

dica

zion

i in

mer

ito a

gli a

spet

ti pi

ùst

retta

men

te c

ompo

sitiv

i, al

l’art

icol

azio

ne d

elle

ape

rtur

e, a

lle p

ossi

bili

defin

izio

ni d

iat

tacc

o a

terr

a o

atta

cco

a ci

elo.

Le

volu

met

rie s

chem

atic

he e

labo

rate

nel

la s

ezio

ne d

el

Cod

ice

di p

ratic

a no

n de

vono

ess

ere

perta

nto

inte

rpre

tate

com

e pr

ospe

zion

i nel

mer

ito d

el-

l’est

etic

a de

gli e

dific

i. Le

pos

sibi

li so

luzi

oni t

ecni

che

e co

stru

ttive

ven

gono

esp

licat

e ne

ll’ap

po-

sita

par

te d

el C

odic

e.

Cia

scun

o de

i qua

ttro

sist

emi p

ropo

sti è

con

cepi

to p

er a

rtico

lare

sol

uzio

ni s

pazi

ali,

funz

iona

li

ed a

mbi

enta

li di

vers

ifica

te e

, a

seco

nda

dello

svi

lupp

o in

alte

zza

e de

lla q

uant

ifica

zion

e di

unità

min

ime

conn

esse

, è in

gra

do d

i arti

cola

re u

na d

ata

quan

tità

di s

uper

ficie

util

e lo

rda,

com

-

puta

ta n

ella

tabe

lla c

oncl

usiv

a (U

M) p

osta

a c

hius

ura

della

rela

tiva

sezi

one

nel C

odic

e di

pra

-

tica.

Nel

la d

efin

izio

ne d

egli

impi

anti

urba

ni s

areb

be a

uspi

cabi

le d

efin

ire u

n pr

inci

pio

di a

ltern

anza

e ac

cost

amen

to d

i diff

eren

ti un

ità ti

polo

gich

e. Q

uest

o fa

ttore

può

ris

ulta

re m

olto

effi

cace

sotto

div

ersi

asp

etti:

- min

imiz

zazi

one

della

ric

orsi

vità

deg

li sp

azi u

rban

i;

- fle

ssib

ilità

del

le s

oluz

ioni

di i

mpi

anto

, ind

ispe

nsab

ile p

er g

aran

tire

la ri

solu

zion

e di

com

-

parti

pla

nim

etric

amen

te c

ompl

essi

o c

arat

teriz

zati

da a

ndam

enti

orog

rafic

i arti

cola

ti.

3.9.

1 U

nità

line

ari

Le u

nità

line

ari r

appr

esen

tano

sic

uram

ente

il s

iste

ma

che

disp

one

della

mas

sim

a ve

rsat

ilità

e ad

atta

bilit

à a

front

e de

lle d

iffer

enti

cond

izio

ni c

he s

i pos

sono

pre

sent

are

all’i

nter

no d

ei n

uovi

inse

diam

enti

resi

denz

iali.

Lo

svilu

ppo

linea

re g

aran

tisce

la p

ossi

bilit

à di

def

inire

attr

aver

soi v

olum

i edi

lizi i

fron

ti st

rada

li, d

elin

eand

o pe

rtant

o le

car

atte

ristic

he q

ualit

ativ

e de

ll’in

vaso

pubb

lico.

Allo

ste

sso

tem

po,

può

esse

re d

ispo

sto

con

orie

ntam

enti

tras

vers

ali

rispe

ttoal

l’im

pian

to s

trad

ale,

and

ando

dun

que

a ca

ratte

rizza

re la

qua

lità

e la

rela

zion

e tra

am

biti

di

viab

ilità

e s

pazi

ver

di.

Per

il s

uo im

pian

to b

asat

o su

l cor

po d

i fab

bric

a so

ttile

, il s

iste

ma

a un

ità li

near

i si p

rest

a ot

ti-

mam

ente

alla

rea

lizza

zion

e di

allo

ggi

a do

ppio

affa

ccio

con

trap

post

o, c

onte

mpl

ando

anch

e va

rie s

oluz

ioni

ang

olar

i sul

la te

stat

a de

gli e

dific

i.

Le u

nità

min

ime

di ti

po U

L1 e

UL2

rapp

rese

ntan

o du

e va

riazi

oni p

arag

onab

ili d

i que

sto

sist

ema,

diff

eren

ziat

e ris

petto

alla

pro

fond

ità s

ugge

rita

del c

orpo

di f

abbr

ica:

nel

prim

o

caso

m 1

0,80

, nel

sec

ondo

m 1

2,00

. Le

unità

di t

ipo

UL1

rich

iedo

no, a

par

ità d

i SU

Le

di n

ume-

ro d

i pia

ni, u

n m

aggi

ore

svilu

ppo

linea

re, i

ncre

men

tand

o du

nque

anc

he l’

este

nsio

ne d

el c

om-

parto

min

imo.

L’ag

greg

azio

ne d

i allo

ggi s

ui p

iani

pro

pone

, per

ent

ram

bi i

sist

emi,

il di

sim

pegn

o di

tre

abita

-

zion

i per

pia

no: q

uest

e un

ità p

osso

no e

sser

e ge

nera

lmen

te o

rgan

izza

te d

i mod

o da

com

pren

-

dere

due

allo

ggi d

i tag

lio m

aggi

ore

(tipi

B, C

, D) o

rgan

izza

ti su

i lat

i del

cor

po s

cala

, con

dop

-

pio

affa

ccio

con

trapp

osto

, ed

un a

llogg

io d

i dim

ensi

oni i

nfer

iori

(tipo

A)

in p

osiz

ione

cen

trale

con

unic

o af

facc

io.

Nei

due

sis

tem

i UL1

ed

UL2

la v

aria

zion

e è

intro

dotta

, in

rela

zion

e al

la d

iffer

enza

nel

la p

rofo

n-

dità

del

cor

po d

i fab

bric

a, d

alla

dis

posi

zion

e de

l cor

po s

cala

. Nel

la s

oluz

ione

UL1

l’in

gom

-

bro

della

sca

la p

uò e

sser

e di

spos

to p

aral

lela

men

te a

l fro

nte

este

rno,

nel

la U

L2 è

pre

ferib

il-

men

te tr

asve

rsal

e, la

scia

ndo

dunq

ue li

bera

una

mag

gior

e po

rzio

ne d

i fac

ciat

a pe

r gli

allo

ggi.

In e

ntra

mbe

le v

aria

nti U

L1 e

d U

L2 s

i pre

vede

la p

ossi

bilit

à di

svi

lupp

are

da tr

e a

cinq

ue p

iani

fuor

i ter

ra, c

on e

vent

uale

des

tinaz

ione

d’u

so n

on re

side

nzia

le a

l pia

no te

rren

o pe

r le

varia

nti

Par

te I

- 19

Page 44: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

a qu

attro

e c

inqu

e pi

ani.

Rel

ativ

amen

te a

ll’or

ient

amen

to, i

l più

favo

revo

le p

er e

ntra

mbe

le s

oluz

ioni

è d

i circ

a +1

rispe

tto a

ll’as

se e

st-o

vest

, co

n la

zon

a gi

orno

riv

olta

a s

ud e

la z

ona

notte

riv

olta

a n

ord.

L’or

ient

amen

to m

eno

favo

revo

le è

ruot

ato

di 9

0° ri

spet

to a

que

sto.

Una

var

iant

e so

stan

zial

e de

l sis

tem

a a

svilu

ppo

linea

re, i

ndic

ato

com

e U

L3, p

reve

de l’

adoz

io-

ne d

i due

cor

pi d

i fab

bric

a co

ntra

ppos

ti, im

post

ati s

u un

a pr

ofon

dità

rid

otta

di m

7,8

0.La

par

ticol

arità

di

ques

to s

iste

ma

cons

iste

nel

la c

ollo

cazi

one

dei

corp

i sc

ala

all’i

nter

node

llo s

pazi

o in

terp

osto

fra

i due

cor

pi d

i fab

bric

a, m

isur

ato

su u

na d

imen

sion

e di

m 1

0. T

ali

corp

i sca

la d

isim

pegn

ano,

su

cias

cun

pian

o, d

ue a

llogg

i per

lato

, sem

pre

con

dopp

io a

ffacc

io

cont

rapp

osto

e a

ccos

tati

con

note

vole

fles

sibi

lità.

Que

sta

parti

cola

re c

onfig

uraz

ione

del

l’im

pian

to t

ipol

ogic

o, d

i mag

gior

e co

mpl

essi

tà r

ispe

tto

alle

pre

cede

nti s

oluz

ioni

, del

inea

un

sist

ema

dive

rsifi

cato

di a

ffacc

io, c

on z

one

gior

no e

not

te

rivol

te v

erso

l’es

tern

o ed

i se

rviz

i esp

osti

sulla

cor

te in

tern

a. Q

uest

o si

stem

a è

inol

tre in

gra

do

di c

ostit

uire

aut

onom

amen

te u

n am

bito

priv

ato

o se

mip

rivat

o in

tern

o al

fab

bric

ato,

che

può

assu

mer

e qu

alità

arc

hite

ttoni

ca c

ome

corte

per

tinen

zial

e se

deb

itam

ente

trat

tata

a v

erde

.

La s

eque

nza

dei c

orpi

sca

la a

ll’in

tern

o de

llo s

vilu

ppo

linea

re è

inol

tre in

tesa

per

cos

titui

re u

na

sudd

ivis

ione

di q

uest

e co

rti, r

ende

ndo

ques

ti sp

azi p

iù p

rope

nsi a

d un

feno

men

o di

“app

ropr

ia-

zion

e” d

a pa

rte d

egli

uten

ti. Q

uest

e co

rti s

ono

inte

rrot

te a

l pia

no te

rra

per c

onse

ntire

l’ac

ces-

so d

all’e

ster

no.

Le u

nità

min

ime

di ti

po U

L3 p

osso

no e

sser

e re

aliz

zate

su

alte

zze

di tr

e e

quat

tro

pian

i fuo

rite

rra:

una

mag

gior

e al

tezz

a pr

odur

rebb

e in

fatti

un

ecce

ssiv

o om

breg

giam

ento

nel

la c

orte

inte

rna.

Dat

a la

par

ticol

are

natu

ra d

ell’i

mpi

anto

arc

hite

ttoni

co, n

on s

i pre

vede

la p

rese

nza

di

spaz

i a d

estin

azio

ne n

on re

side

nzia

le a

l pia

no te

rren

o.

L’or

ient

amen

to o

ttim

ale

delle

uni

tà è

, in

ques

to c

aso,

sec

ondo

l’as

se n

ord-

sud,

poi

ché

i

due

corp

i di f

abbr

ica

cont

rapp

osti

cons

ento

no u

na r

iduz

ione

del

l’irr

aggi

amen

to d

a es

t e

da

oves

t, di

min

uend

o pe

rtant

o i c

aric

hi te

rmic

i com

ples

sivi

.

3.9.

2 U

nità

line

ari c

hius

e

Le u

nità

line

ari c

hius

e ra

ppre

sent

ano

una

varia

zion

e ris

petto

ai s

iste

mi U

L1 e

d U

L2 d

estin

ata

a co

nfig

urar

e si

stem

i a c

orte

ape

rta

o se

mia

pert

aqu

ale

spaz

io v

erde

sem

ipriv

ato.

Lo

svi-

lupp

o lin

eare

dei

fabb

ricat

i non

diff

eris

ce ri

spet

to a

i sis

tem

i UL1

ed

UL2

; vie

ne in

vece

pro

po-

sta

una

gam

ma

di s

oluz

ioni

ang

olar

i che

pos

sano

osp

itare

ele

men

ti di

strib

utiv

i ed

allo

g-gi

ann

ulla

ndo

even

tual

i fen

omen

i di i

ntro

spez

ione

sul

fron

te in

tern

o. L

’am

piez

za c

onsi

-

dere

vole

del

le c

orti

inte

rne

cons

ente

per

altro

di r

ealiz

zare

affa

cci d

i gra

nde

resp

iro, p

oten

-

zial

men

te v

alor

izza

ti da

lla p

rese

nza

di s

iste

maz

ioni

a v

erde

.

I div

ersi

bra

cci d

ei fa

bbric

ati p

osso

no e

sser

e or

gani

zzat

i su

prof

ondi

tà v

aria

bili:

si t

ratta

di f

atto

di p

ossi

bili

acco

stam

enti

di p

orzi

oni d

i uni

tà U

L1 e

d U

L2.

Le d

ue u

nità

min

ime

prop

oste

, ULC

1 ed

ULC

2, s

i diff

eren

zian

o pr

eval

ente

men

te p

er la

dim

en-

sion

e de

l lot

to m

inim

o: n

ella

ULC

1 si

trat

ta d

i un

sist

ema

di m

aggi

ore

ampi

ezza

, mis

urat

o

sulla

bas

e di

un

com

parto

di m

100

,00x

114,

60. L

a di

men

sion

e de

lla c

orte

inte

rna

è pe

rtant

o

cosp

icua

, con

dim

ensi

oni i

ndic

ativ

e di

m 6

0,60

x72,

80. I

l sis

tem

a è

conc

epito

per

riv

olge

re il

front

e ch

iuso

, ev

entu

alm

ente

con

des

tinaz

ione

d’u

so n

on r

esid

enzi

ale

al p

iano

terr

a, v

erso

l’im

pian

to s

trada

le p

rinci

pale

, ris

erva

ndo

all’a

pertu

ra d

ella

cor

te u

n’es

posi

zion

e pr

otet

ta d

al

traffi

co s

trada

le. I

l num

ero

di p

iani

del

l’uni

tà U

LC1

può

varia

re d

ai tr

e ai

cin

que,

con

des

ti-

nazi

one

d’us

o no

n re

side

nzia

le a

par

tire

dai q

uattr

o pi

ani f

uori

terr

a.

L’un

ità U

LC2

prev

ede

lo s

vilu

ppo

di u

na m

aggi

ore

dens

ità e

diliz

ia, c

on u

n co

mpa

rto m

inim

o

di m

91,

20x9

0,90

, ed

uno

spaz

io a

perto

inte

rno

di d

imen

sion

i app

ross

imat

ive

m 3

7,20

x46,

90.

Par

te I

- 20

Page 45: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Dat

a la

min

ore

dim

ensi

one

del c

ompa

rto, q

uest

a as

sum

e un

a m

aggi

ore

fless

ibili

tà ri

spet

to a

l

tracc

iato

stra

dale

, pot

endo

rivo

lger

e du

nque

il fr

onte

chi

uso

com

e an

che

l’ape

rtura

del

la c

orte

vers

o la

via

bilit

à pr

inci

pale

.

L’un

ità U

LC2

dovr

ebbe

ess

ere

adop

erat

a es

clus

ivam

ente

per

uno

svi

lupp

o in

ele

vazi

one

di

cinq

ue p

iani

fuor

i ter

ra, e

vent

ualm

ente

con

des

tinaz

ione

d’u

so n

on re

side

nzia

le a

l pia

no te

r-

reno

in c

ontig

uità

con

l’af

facc

io s

u st

rada

.

L’or

ient

amen

toot

timal

e de

lle u

nità

di t

ipo

linea

re c

hius

o è

dire

ttam

ente

der

ivab

ile d

alle

con

-

side

razi

oni i

n m

erito

alle

uni

tà li

near

i sem

plic

i: ch

iara

men

te la

dis

posi

zion

e ad

ang

olo

rend

e

impr

atic

abile

la r

ealiz

zazi

one

di a

ffacc

i om

ogen

eam

ente

dis

post

i. La

sis

tem

azio

ne a

ver

de

della

cor

te in

tern

a pu

ò tu

ttavi

a fu

nger

e da

otti

mal

e si

stem

a di

sch

erm

atur

a in

pre

senz

a d

i

espo

sizi

oni s

favo

revo

li.

3.9.

3 U

nità

pun

tual

i

Per

uni

tà p

untu

ali s

i int

endo

no i

corp

i di f

abbr

ica

di p

icco

le d

imen

sion

i, co

n la

rghe

zze

epr

ofon

dità

equ

ival

enti.

Si t

ratta

per

tant

o di

un

sist

ema

a m

inor

e de

nsità

edi

lizia

che

può

tut-

tavi

a co

ncor

rere

alla

cre

azio

ne d

i allo

ggi d

i buo

na q

ualit

à, in

virt

ù de

lla p

ossi

bilit

à di

real

izza

-

re a

ffacc

i est

erni

mul

tipli.

L’ut

ilizz

o di

que

ste

unità

dev

e es

sere

tutta

via

atte

ntam

ente

sot

topo

sto

ad u

na v

erifi

ca s

ull’a

r-

ticol

azio

ne d

ell’i

mpi

anto

urb

ano

com

ples

sivo

. L’

uso

este

nsiv

o di

que

sti f

abbr

icat

i può

infa

tti

cond

urre

ad

un’e

cces

siva

fram

men

tazi

one

del t

essu

to u

rban

o, n

onch

é ad

una

rela

zion

e in

ef-

ficac

e tra

ogg

etti

edili

zi e

trac

ciat

o vi

ario

. Per

ren

dere

più

om

ogen

eo l’

impi

anto

urb

ano

com

-

ples

sivo

è p

erta

nto

nece

ssar

io c

alib

rare

atte

ntam

ente

il r

appo

rto tr

a le

uni

tà e

d il

com

parto

min

imo,

che

dov

rebb

e se

mpr

e co

stitu

ire, g

ià in

par

tenz

a, u

n si

stem

a di

agg

rega

zion

e ba

sato

su d

ue c

orpi

di f

abbr

ica.

Le d

ue u

nità

pro

post

e, U

P1

ed U

P2,

son

o pe

rtant

o in

tese

per

ess

ere

utili

zzat

e in

cop

pie,

pre

-

ferib

ilmen

te in

con

com

itanz

a co

n al

tre u

nità

tipo

logi

che

che

poss

ano

adeg

uata

men

te fo

ndar

e

l’im

pian

to u

rban

o.

Rig

uard

o le

dim

ensi

oni,

l’uni

tà U

P1

prev

ede

indi

cativ

amen

te u

n’im

pron

ta q

uadr

ata

di m

18,

00

x 18

,00,

la U

P2

di m

24,

00 x

24,

00. L

o sv

ilupp

o in

alte

zza

della

UP

1 è

di q

uattr

o o

cinq

ue p

iani

,

per

la U

P2

di c

inqu

e pi

ani f

uori

terr

a; in

ent

ram

bi c

asi è

pos

sibi

le in

trodu

rre

la d

estin

azio

ne

d’us

o no

n re

side

nzia

le a

l pia

no te

rra.

Ris

petto

alla

trad

izio

nale

tipo

logi

a de

lla p

alaz

zina

le u

nità

pun

tual

i pre

sent

ano

una

note

vole

diffe

renz

a in

eren

te la

com

patte

zza

del c

orpo

di f

abbr

ica.

L’u

nità

UP1

pre

vede

la c

ollo

ca-

zion

e de

l cor

po s

cala

in p

osiz

ione

cen

tral

e al

l’int

erno

del

l’edi

ficio

, con

la p

ossi

bilit

à di

disi

mpe

gnar

e tre

o q

uattr

o al

logg

i per

cia

scun

pia

no. B

ench

é si

a ch

iara

men

te p

refe

ribile

rea-

lizza

re a

llogg

i con

affa

cci c

ontra

ppos

ti, p

er la

sua

ste

ssa

mor

folo

gia

l’uni

tà U

P1

si p

rest

a pi

ù

effic

acem

ente

all’

artic

olaz

ione

ang

olar

e. Il

cor

po s

cala

può

ess

ere

orga

nizz

ato,

in a

lcun

e so

lu-

zion

i, pe

r con

sent

ire u

n m

iglio

ram

ento

del

la v

entil

azio

ne n

atur

ale

all’i

nter

no d

ell’e

dific

io.

Par

te I

- 21

Page 46: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

L’un

ità U

P2, p

ur a

vend

o un

mag

gior

e sv

ilupp

o de

lle fa

ccia

te, d

eve

nece

ssar

iam

ente

pre

ve-

dere

un

ampi

o in

vaso

inte

rno

di v

entil

azio

ne c

he s

erva

anc

he c

ome

ambi

to d

istri

butiv

o,

nonc

hé p

er r

ealiz

zare

un

forte

dira

dam

ento

del

la m

assa

edi

lizia

. Tal

e rid

uzio

ne d

i den

sità

è

fond

amen

tale

per

con

sent

ire il

ragg

iung

imen

to d

i una

mig

liore

qua

lità

ambi

enta

le p

er i

sing

oli

allo

ggi.

La d

imen

sion

e co

mpl

essi

va d

el fa

bbric

ato

cons

ente

dun

que

la re

aliz

zazi

one

di q

uat-

tro a

llogg

i per

cia

scun

pia

no, c

olle

gati

da u

n co

rpo

scal

a in

pos

izio

ne c

entra

le e

da

un s

iste

-

ma

di p

erco

rsi c

omun

i int

erni

che

pos

sano

ess

ere

succ

essi

vam

ente

tras

form

ati i

n sp

azi a

bita

-

tivi,

cont

ribue

ndo

perta

nto

alla

fles

sibi

lità

com

ples

siva

del

la ti

polo

gia.

Dat

a la

sim

met

ria d

ella

figu

ra g

eom

etric

a, l’

orie

ntam

ento

del

le u

nità

UP

1 e

UP

2 è

indi

ffere

n-

te.

3.9.

4 U

nità

a s

vilu

ppo

oriz

zont

ale

Le u

nità

a s

vilu

ppo

oriz

zont

ale

conf

igur

ano

una

parti

cola

re s

oluz

ione

spa

zial

e ch

e si

ren

de

idon

ea a

ll’in

sedi

amen

to in

are

e ur

bane

car

atte

rizza

te d

a te

ssut

i a b

assa

den

sità

, non

ché

da

una

stre

tta re

lazi

one

con

il ve

rde.

Si t

ratta

di s

iste

mi a

bas

sa in

tens

ità, d

eriv

anti

da u

na ri

visi

-

tazi

one

della

più

trad

izio

nale

tipo

logi

a a

schi

era.

Ris

petto

a q

uest

a, le

UO

1 e

UO

2 co

nsen

to-

no la

real

izza

zion

e di

am

biti

verd

i int

erni

ana

logh

i a p

icco

le c

orti

di p

ertin

enza

priv

ata.

I

fabb

ricat

i ass

umon

o pe

rtant

o l’a

spet

to d

i vol

umi r

elat

ivam

ente

com

patti

, tu

ttavi

a ge

nero

sa-

men

te s

vuot

ati a

ll’in

tern

o qu

asi a

form

are

una

mas

sa s

pugn

osa.

La

sequ

enza

di v

uoti,

se

debi

-

tam

ente

trat

tati

a ve

rde,

può

a tu

tti g

li ef

fetti

cos

titui

re u

na s

orta

di “

rete

” am

bien

tale

cap

ace

di

mig

liora

re s

ensi

bilm

ente

la q

ualit

à de

llo s

pazi

o ur

bano

. Il l

imite

di q

uest

a un

ità m

inim

a ris

iede

evid

ente

men

te n

ella

bas

sa d

ensi

tà,

che

pres

ume

un a

mpi

o sf

rutta

men

to d

el t

erre

no e

d un

incr

emen

to n

ell’i

ncid

enza

dei

cos

ti.

Le U

O1

e U

O2

sono

impo

stat

e su

cor

pi d

i fab

bric

a di

rid

otta

pro

fond

ità, p

ari r

ispe

ttiva

-

men

te a

m 7

,80

e 9,

60. I

cor

pi s

ono

poi a

ggre

gati

seco

ndo

uno

sche

ma

a C

con

trapp

oste

che

cons

ente

, in

cias

cun

caso

, la

defin

izio

ne d

elle

pic

cole

cor

ti in

tern

e. G

li al

logg

i son

o ar

ticol

ati

in m

odo

da e

limin

are

i fen

omen

i di i

ntro

spez

ione

reci

proc

a.

Per

la lo

ro n

atur

a m

orfo

logi

ca, l

e U

O1

e U

O2

poss

ono

esse

re re

aliz

zate

su

alte

zze

mas

si-

me

di d

ue p

iani

fuor

i ter

ra, p

er n

on c

ausa

re fe

nom

eni d

i ecc

essi

vo o

mbr

eggi

amen

to a

ll’in

-

tern

o de

lle c

orti;

ciò

esc

lude

nat

ural

men

te l’

intro

duzi

one

di fu

nzio

ni n

on re

side

nzia

li.

La d

ispo

sizi

one

ottim

ale

delle

UO

1 e

UO

2 è

para

llela

risp

etto

all’

impi

anto

stra

dale

pre

vale

nte.

Rig

uard

o al

l’orie

ntam

ento

, è p

refe

ribile

l’as

se e

st-o

vest

.

La p

rinci

pale

dis

tinzi

one

tra l

e du

e un

ità a

ltern

ativ

e co

nsis

te n

el p

osiz

iona

men

to d

ei c

orpi

scal

a: n

ella

UO

1 qu

esti

veng

ono

disp

osti

cent

ralm

ente

, cr

eand

o de

gli a

mbi

ti di

acc

esso

e

disi

mpe

gnan

do q

uattr

o al

logg

i per

pia

no; n

ella

UO

2, le

sca

le s

ono

collo

cate

sul

fron

te e

ster

-

no e

dis

impe

gnan

o du

e al

logg

i per

pia

no.

Par

te I

- 22

Page 47: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

5. A

spet

ti di

abi

tabi

lità,

frui

bilit

à e

fless

ibili

tà d

egli

spaz

i int

erni

e d

egli

allo

ggi

Ris

petto

alla

seq

uenz

a di

men

sion

ale,

l’ul

timo

livel

lo q

ualit

ativ

o ch

e de

ve e

sser

e co

nsid

erat

o è

rela

tivo

agli

aspe

tti d

i abi

tabi

lità,

frui

bilit

à e

fless

ibili

tà d

egli

spaz

i int

erni

e d

egli

allo

ggi.

Si t

rat-

ta, i

n ge

nera

le, d

i acc

orgi

men

to p

roge

ttual

i di g

rand

e se

mpl

icità

che

non

com

porta

no s

oluz

io-

ni o

nero

se o

com

ples

se, m

a ch

e po

sson

o tu

ttavi

a co

ncor

rere

al m

iglio

ram

ento

glo

bale

del

la

qual

ità a

rchi

tetto

nica

di s

pazi

priv

ati e

com

uni a

ll’in

tern

o de

gli e

dific

i res

iden

zial

i.

Gli

aspe

tti s

alie

nti d

i que

sto

tem

a so

no e

sem

plifi

cati

nella

rela

tiva

sezi

one

del C

odic

e di

pra

ti-

ca e

pos

sono

ess

ere

riass

unti

nei s

egue

nti p

unti:

a) E

lem

enti

di ra

ppre

sent

ativ

ità;

b) Il

rapp

orto

inte

rno-

este

rno;

c) F

less

ibili

tà e

d es

pand

ibili

tà d

egli

allo

ggi;

d) D

efin

izio

ne d

egli

spaz

i int

erni

.

Elem

enti

di r

appr

esen

tativ

ità

Gli

elem

enti

di ra

ppre

sent

ativ

ità c

ostit

uisc

ono

un im

porta

nte

stru

men

to p

er c

onse

guire

la ri

co-

nosc

ibili

tà d

egli

edifi

ci re

side

nzia

li, a

gend

o su

l sis

tem

a di

var

iazi

oni e

ntro

la s

eria

lità

che

con-

tribu

isco

no a

d ev

itare

i fe

nom

eni d

i stra

niam

ento

che

met

tono

a re

pent

aglio

una

san

a re

lazi

o-

ne tr

a gl

i abi

tant

i e g

li sp

azi c

he li

acc

olgo

no. “

Rap

pres

enta

tività

” sig

nific

a in

sos

tanz

a is

titui

-re

un

sist

ema

sem

antic

o ch

e si

a in

gra

do d

i con

nota

re c

iasc

uno

spaz

io f

unzi

onal

e di

mod

o da

dis

tingu

erlo

que

l tan

to c

he b

asta

per

con

sent

irne

il ric

onos

cim

ento

e l’

appr

opria

zio-

ne d

a pa

rte d

egli

uten

ti. Q

uest

o as

petto

si r

ivel

a fo

ndam

enta

le p

er tu

tti g

li el

emen

ti di

car

atte

-

re p

ubbl

ico,

qua

li in

gres

si, s

pazi

dis

tribu

tivi,

ecc.

a) L

’ingr

esso

L’in

gres

so, p

orta

del

l’edi

ficio

, è il

prim

o el

emen

to d

ella

rapp

rese

ntat

ività

. Gra

zie

ad u

n’at

tent

a

defin

izio

ne d

i que

sto

elem

ento

, il f

abbr

icat

o rie

sce

ad a

fferm

are

la p

ropr

ia s

ingo

larit

à ed

iden

-

tità.

L’in

gres

so d

eve

esse

re ri

cono

scib

ile, p

rote

gger

e l’a

cces

so d

agli

agen

ti at

mos

feric

i, fa

vo-

rire

l’illu

min

azio

ne n

atur

ale

e fo

rnire

una

car

atte

rizza

zion

e m

orfo

logi

ca d

ella

facc

iata

. Pos

sibi

li

solu

zion

i inc

ludo

no lo

svu

otam

ento

del

la fa

ccia

ta (a

d es

. par

ete

vetra

ta s

u du

e pi

ani d

i alte

z-

za c

he fo

rnis

ce il

lum

inaz

ione

nat

ural

e e

vent

ilazi

one

all’a

trio)

, l’a

vanz

amen

to o

arr

etra

men

to

rispe

tto a

l pia

no d

ella

facc

iata

, l’in

serim

ento

di e

lem

enti

arch

itetto

nici

qua

li pe

nsili

ne, c

orni

ci,

agge

tti, e

cc.,

inte

si p

er s

otto

linea

re il

pun

to d

i acc

esso

.

b) L

’atr

io

L’at

rio d

eve

esse

re p

roge

ttato

con

side

rand

o at

tent

amen

te le

geo

met

rie e

le d

imen

sion

i del

-

l’edi

ficio

ed

in fu

nzio

ne d

ei p

erco

rsi c

onne

ttivi

. É a

uspi

cabi

le la

sua

illu

min

azio

ne n

atur

ale

e

può

dive

ntar

e lu

ogo

della

vita

com

unita

ria. Q

uest

o sp

azio

può

dun

que

svol

gere

una

funz

ione

di s

ocia

lizza

zion

e, d

ovre

bbe

esse

re il

lum

inat

o na

tura

lmen

te e

cor

reda

to d

a se

rviz

i acc

esso

ri.

Alc

une

poss

ibili

sol

uzio

ni in

clud

ono:

- atri

o pa

ssan

te, c

he a

ttrav

ersa

l’ed

ifici

o da

par

te a

par

te in

mod

o da

mig

liora

rne

la v

entil

azio

ne;

- atr

io a

dop

pia

alte

zza,

arr

etra

to o

ava

nzat

o ris

petto

al f

ilo d

ella

facc

iata

, tal

e da

con

ferir

gli

un m

aggi

ore

grad

o di

rapp

rese

ntat

ività

e d

i illu

min

azio

ne n

atur

ale;

- atr

io in

pos

izio

ne c

entr

ale

a tu

tta a

ltezz

a, c

ontin

uo s

ia in

oriz

zont

ale

che

in v

ertic

ale.

Sul

vuot

o ce

ntra

le p

osso

no a

ffacc

iars

i alc

uni s

pazi

col

letti

vi. C

iò c

onse

nte

di m

iglio

rare

l’ar

eazi

o-

ne e

l’ill

umin

azio

ne n

atur

ale

dell’

edifi

cio;

- atr

io c

ome

spaz

io-s

erra

, può

fung

ere

da s

iste

ma

di c

ontro

llo c

limat

ico

nonc

hé c

ome

spa-

zio

di a

ggre

gazi

one.

Gli

spaz

i acc

esso

ri de

ll’at

rio, q

uali

depo

siti,

sal

e co

ndom

inia

li, la

vand

erie

, loc

ali t

ecni

ci, s

pazi

per l

e ca

sset

te p

osta

li, e

cc.,

devo

no e

sser

e ub

icat

i in

man

iera

da

cons

entir

ne u

na fa

cile

acc

es-

sibi

lità,

sen

za c

rear

e os

taco

li sp

azia

li né

fisi

ci a

ll’in

tern

o de

ll’at

rio. E

vent

ualm

ente

, la

sala

con

-

dom

inia

le p

uò a

vere

acc

esso

dire

tto a

nche

dal

l’est

erno

.

c) Il

van

o sc

ala

Il va

no s

cala

, oltr

e al

la fu

nzio

ne d

i con

-

ness

ione

, qu

alifi

ca l

o sp

azio

del

l’atri

o

e, s

e co

lloca

to in

facc

iata

, anc

he il

pro

-

spet

to d

ell’e

dific

io. S

i può

ver

ifica

re la

fusi

one

tra il

van

o sc

ala

e l’a

rea

del-

l’atri

o, c

ome

nel c

aso

della

sol

uzio

ne

cent

rale

a t

utta

alte

zza.

Il v

ano

scal

a

Par

te I

- 23

Page 48: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

deve

ess

ere

pref

erib

ilmen

te il

lum

inat

o da

luce

natu

rale

e c

omun

que

fung

ere

da e

lem

ento

rapp

rese

ntat

ivo

per l

’edi

ficio

. Il v

ano

scal

a pu

ò

esse

re o

rgan

izza

to s

econ

do d

iver

se s

oluz

ioni

:

- va

no s

cala

in

facc

iata

, co

n ill

umin

azio

ne

natu

rale

late

rale

;

- van

o sc

ala

in p

osiz

ione

cen

tral

e, c

on il

lu-

min

azio

ne p

rove

nien

te d

all’a

lto.

La p

osiz

ione

cent

rale

fa

sì c

he l

’am

bien

te d

el v

ano

scal

a

poss

a co

ntrib

uire

ad

una

mig

liore

are

azio

ne

dell’

ambi

ente

;

- va

no s

cala

coi

ncid

ente

con

l’at

rio,

situ

a-

zion

e ch

e si

ver

ifica

qua

ndo

il va

no s

cala

si

posi

zion

a al

l’int

erno

del

l’atri

o. In

que

sto

caso

è po

ssib

ile o

ttene

re u

n m

iglio

ram

ento

del

la

qual

ità s

pazi

ale

inte

rna;

- van

o sc

ala

com

e el

emen

to a

rchi

tetto

nico

,

si p

uò a

dope

rare

qua

ndo

la fo

rma

e la

pos

izio

-

ne d

ella

sca

la e

del

l’asc

enso

re q

ualif

ican

o lo

spaz

io a

rchi

tetto

nico

all’

inte

rno

dell’

edifi

cio.

Nei

cas

i in

cui l

a sc

ala

si tr

ova

inse

rita

in u

n at

rio a

tutta

alte

zza,

è p

ossi

bile

elim

inar

e le

par

e-

ti de

l van

o sc

ala.

L’e

lem

ento

arc

hite

ttoni

co a

cqui

sisc

e un

a m

aggi

ore

rapp

rese

ntat

ività

.

I pia

nero

ttoli

disp

osti

ai d

iver

si li

velli

, se

di d

imen

sion

i ade

guat

e, p

osso

no e

sser

e ad

oper

ati p

er

lo s

volg

imen

to d

i at

tività

col

letti

ve e

di

aggr

egaz

ione

per

gli

abita

nti

dell’

edifi

cio.

Que

sti

ambi

enti

poss

ono

esse

re d

estin

ati a

d ar

ea g

ioco

per

i ba

mbi

ni e

com

e sp

azi p

er il

tem

po li

be-

ro. A

ques

to s

copo

è p

ossi

bili

delim

itarli

con

par

eti t

rasp

aren

ti o

pann

elli

mob

ili.

Il ra

ppor

to in

tern

o-es

tern

o

Atu

tti i

pian

i deg

li ed

ifici

resi

denz

iali,

ma

sopr

attu

tto n

egli

allo

ggi d

ispo

sti a

l pia

no te

rra,

il ra

p-

porto

tra

spaz

io in

tern

o e

spaz

io e

ster

no ri

sulta

di f

onda

men

tale

impo

rtanz

a pe

r otte

nere

una

cont

inui

tà v

isiv

a ch

e po

ssa

cont

ribui

re a

ll’ac

quis

izio

ne d

i una

mag

gior

e qu

alità

arc

hite

ttoni

ca,

cons

ider

ando

l’es

tern

o co

me

natu

rale

est

ensi

one

dello

spa

zio

dell’

allo

ggio

. É p

erta

nto

ausp

icab

ile fa

vorir

e la

con

tinui

tà p

er-

cetti

va a

ttrav

erso

l’u

so d

i ve

trate

e

l’ado

zion

e di

sis

tem

i di p

avim

enta

zio-

ne c

ontin

ui tr

a in

tern

o ed

est

erno

. La

cont

inui

tà s

pazi

ale

può

esse

re in

cre-

men

tata

anc

he p

reve

dend

o la

pos

si-

bilit

à di

ape

rtura

tot

ale

delle

par

eti

vetra

te,

crea

ndo

un u

nico

am

bien

te

aper

to

sul

verd

e.

La

priv

acy

degl

i

spaz

i int

erni

ed

este

rni a

l pia

no te

rre-

no p

uò e

sser

e ga

rant

ita a

ttrav

erso

lo

sfal

sam

ento

dei

live

lli p

ubbl

ici e

priv

a-

ti, c

he c

onse

nte

pera

ltro

l’are

azio

ne

delle

aut

orim

esse

inte

rrat

e.

La s

tess

a co

ntin

uità

tra

spaz

io in

tern

o

ed e

ster

no p

uò e

sser

e ot

tenu

ta p

er le

logg

e ed

i ba

lcon

i, ut

ilizz

ando

nuo

va-

men

te a

mpi

e ap

ertu

re v

etra

te e

sis

te-

mi d

i pav

imen

tazi

one

cont

inui

. Anc

he

in q

uest

o ca

so, l

a co

ntin

uità

spa

zial

e

può

esse

re

enfa

tizza

ta

attra

vers

o

l’ado

zion

e di

par

tizio

ni t

rasp

aren

ti a

scom

pars

a.

Nel

cas

o de

lle l

ogge

, è

poss

ibile

con

sent

irne

la t

rasf

orm

azio

ne,

dura

nte

la s

tagi

one

inve

rnal

e, in

ser

re o

gia

rdin

i d’in

vern

o, g

aran

tend

o il

mas

sim

o sf

rutta

men

to d

ella

radi

azio

-

ne s

olar

e su

lle fa

ccia

te r

ivol

te a

sud

. Ciò

può

ess

ere

reso

pos

sibi

le a

ttrav

erso

l’ad

ozio

ne d

i

sist

emi d

i vet

rate

mob

ili. S

i han

no d

unqu

e qu

attro

con

figur

azio

ni p

ossi

bili

in b

ase

alle

div

erse

esig

enze

spa

zial

i (co

ntin

uità

– s

epar

azio

ne) e

clim

atic

he (s

oleg

giam

ento

– o

mbr

eggi

amen

to).

In p

rese

nza

di u

na z

ona

gior

no a

perta

su

due

logg

e co

ntra

ppos

te, o

ltre

agli

evid

enti

bene

fici

dati

dalla

ven

tilaz

ione

tras

vers

ale,

è p

ossi

bile

gen

erar

e un

a co

ntin

uità

per

cetti

va d

oppi

a tra

l’int

erno

e l’

este

rno,

der

ivat

a da

l “ca

nnoc

chia

le p

rosp

ettic

o” c

he s

i vie

ne a

gen

erar

e.

La c

ontin

uità

può

ess

ere

otte

nuta

anc

he a

ttrav

erso

l’us

o di

per

cors

i spa

zial

i e v

isua

li pa

ralle

li

alle

par

eti e

ster

ne, i

nter

ni a

gli a

llogg

i o p

assa

nti a

ttrav

erso

la lo

ggia

.

Par

te I

- 24

Page 49: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

Fles

sibi

lità

ed e

span

dibi

lità

degl

i allo

ggi

Uno

dei

cap

isal

di d

ella

nuo

va c

once

zion

e de

gli s

pazi

abi

tativ

i mira

alla

val

oriz

zazi

one

del f

at-

tore

di f

less

ibili

tà, f

onda

men

tale

per

con

sent

ire a

gli a

llogg

i di r

ispo

nder

e al

le m

utev

oli e

sige

n-

ze d

egli

abita

nti.

La v

aria

bilit

à de

ve p

oter

inve

stire

sia

il b

reve

per

iodo

(cam

biam

enti

d’us

o

su b

ase

gior

nalie

ra o

sta

gion

ale)

sia

il lu

ngo

term

ine

(pos

sibi

lità

di a

mpl

iam

ento

e tr

asfo

rma-

zion

e de

ll’al

logg

io a

ttrav

erso

inte

rven

ti di

rist

ruttu

razi

one)

.

Altr

o te

ma

di n

otev

ole

impo

rtanz

a è

lega

to a

lla f

less

ibili

tà a

ggre

gativ

a: c

iò c

onsi

ste

nella

poss

ibili

tà, a

ll’in

tern

o di

uno

ste

sso

invi

lupp

o, d

i org

aniz

zare

div

erse

sol

uzio

ni d

i acc

osta

men

-

to d

egli

allo

ggi.

Aqu

esto

sco

po è

fon

dam

enta

le p

reve

dere

un’

adeg

uata

dis

posi

zion

e de

idi

scen

dent

i deg

li sc

aric

hi d

elle

acq

ue n

ere

e de

gli e

vent

uali

cave

di d

i ven

tilaz

ione

, uni

ci

elem

enti

che

riman

gono

fiss

i.

Rel

ativ

amen

te a

lla v

aria

bilit

à de

gli a

mbi

enti

all’i

nter

no d

i un

med

esim

o al

logg

io, p

arte

ndo

dalle

posi

zion

i inv

aria

nti d

i sca

richi

e c

aved

i, è

poss

ibile

otte

nere

un’

ampi

a va

rietà

nel

la d

istri

buzi

o-

ne in

tern

a in

allo

ggi d

i un

med

esim

o ta

glio

attr

aver

so p

icco

li sp

osta

men

ti di

logg

e e

tram

ezzi

.

Sul

lung

o pe

riodo

, al v

aria

re d

el n

umer

o, d

ella

com

posi

zion

e e

delle

esi

genz

e de

gli a

bita

nti

dell’

allo

ggio

, si p

uò p

reve

dere

l’in

trodu

zion

e di

alc

uni a

ccor

gim

enti

per

cons

entir

e un

a fa

cile

adat

tabi

lità

degl

i spa

zi, t

rasf

orm

ando

la d

imen

sion

e e

dest

inaz

ione

d’u

so d

ei s

ingo

li am

bien

ti.

Èal

tresì

ipot

izza

bile

pre

vede

re, d

uran

te la

fase

di p

roge

ttazi

one,

le fu

ture

esp

ansi

oni d

ell’a

l-

logg

io. Q

uest

a fle

ssib

ilità

può

ess

ere

otte

nuta

attr

aver

so d

ue d

istin

te s

trate

gie:

la s

atur

azio

-ne

di s

pazi

com

uni,

anda

ndo

ad o

ccup

are

even

tual

i am

biti

dist

ribut

ivi c

omun

i, ov

vero

la c

hiu-

sura

di

logg

e e

balc

oni.

Le m

odal

ità d

i que

ste

trasf

orm

azio

ni d

evon

o te

nere

con

to d

elle

espo

sizi

oni d

el c

orpo

di f

abbr

ica,

priv

ilegi

ando

le a

ddiz

ioni

sul

lato

nor

d.

La fr

azio

nabi

lità

degl

i allo

ggid

eve

pote

r ess

ere

prev

ista

, sop

rattu

tto p

er le

uni

tà d

i mag

-

gior

e ta

glio

des

tinat

e ad

osp

itare

nuc

lei f

amili

ari n

umer

osi o

ute

nze

spec

iali.

Ado

ttand

o

appo

siti

acco

rgim

enti

nella

dis

tribu

zion

e de

gli a

mbi

enti,

si p

uò g

aran

tire

mag

gior

e pr

iva-

cy n

onch

é la

sep

araz

ione

del

l’allo

ggio

in d

ue z

one

parz

ialm

ente

o to

talm

ente

aut

onom

e.

Ris

ulta

dun

que

poss

ibile

inse

rire

un u

lterio

re a

cces

so c

he p

ossa

aum

enta

re il

gra

do d

i

auto

nom

ia fr

a le

par

tizio

ni.

Def

iniz

ione

deg

li sp

azi i

nter

ni

Lo s

tudi

o ge

omet

rico

e di

strib

utiv

o de

gli a

mbi

enti

cost

ituis

ce u

n ul

terio

re fa

ttore

per

l’ac

quis

i-

zion

e di

una

buo

na q

ualit

à ar

chite

ttoni

ca.

Il di

men

sion

amen

to d

egli

ambi

enti,

in

base

alle

dive

rse

attiv

ità c

he v

i si s

volg

ono,

dev

e ris

pond

ere

alle

esi

genz

e di

frui

bilit

à e

fless

ibili

tà.

Rel

ativ

amen

te a

lle c

amer

e da

letto

, è n

eces

sario

che

que

ste

sian

o or

gani

zzat

e in

rela

zion

e

Par

te I

- 25

Page 50: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto

alle

com

pone

nti d

i arr

edo

ed a

lla p

osiz

ione

del

l’acc

esso

. Gli

arre

di p

osso

no e

sser

e m

obili

o fi

ssi,

even

tual

men

te p

osiz

io-

nati

in c

orris

pond

enza

del

le tr

amez

zatu

re e

tali

da g

aran

tire

l’im

pieg

o di

ele

men

ti st

anda

rd d

ella

pro

duzi

one

corr

ente

.

Il so

ggio

rno

può

esse

re c

once

pito

com

e sp

azio

pas

sant

e

con

acce

sso

alla

cuc

ina,

con

sent

endo

per

tant

o il

dopp

io

affa

ccio

e l

a do

ppia

illu

min

azio

ne p

er z

ona

livin

g, c

on l

a

poss

ibili

tà d

i ins

erire

par

eti m

obili

per

cre

are

un a

mbi

to d

i

sepa

razi

one

dalla

cuc

ina.

La c

ucin

apu

ò es

sere

org

aniz

zata

con

una

logg

ia d

i per

-

tinen

za d

a de

stin

are

a lo

cale

ste

ndito

io.

Par

te d

ella

log-

gia

può

esse

re c

hius

a e

utili

zzat

a co

me

ripos

tiglio

(loc

ale

a se

rviz

io d

ella

cuc

ina)

e p

uò c

ostit

uire

un

elem

ento

per

la c

arat

teriz

zazi

one

e la

def

iniz

ione

mor

folo

gica

del

la fa

c-

ciat

a de

ll’ed

ifici

o.

Il ba

gno

può

esse

re c

once

pito

com

e sp

azio

pas

sant

e, p

re-

vede

ndo

attra

vers

o qu

esta

sol

uzio

ne la

real

izza

zion

e di

due

bagn

i com

unic

anti

per

cons

entir

e l’a

reaz

ione

e il

lum

inaz

io-

ne c

on u

na s

ola

pare

te fi

nest

rata

. L’u

tiliz

zo d

i que

sto

sist

e-

ma

è co

nsig

liabi

le p

er o

ttim

izza

re la

dis

tribu

zion

e e

la c

on-

figur

azio

ne d

egli

allo

ggi d

i tag

lio m

edio

-pic

colo

.

Le a

ttrez

zatu

re e

gli

arre

dipo

sson

o es

sere

util

izza

ti co

me

spaz

i fu

nzio

nali

acce

ssor

i (r

ipos

tiglio

, ca

bine

arm

adio

) e

com

e ar

mad

iatu

re (

mob

ili o

int

egra

te a

ll’in

tern

o de

lle t

ra-

mez

zatu

re),

allo

sco

po d

i otti

miz

zare

la q

ualit

à di

strib

utiv

a

ed il

sis

tem

a di

acc

esso

e c

ircol

azio

ne a

ll’in

tern

o de

ll’al

log-

gio.

Il s

iste

ma

delle

arm

adia

ture

o c

abin

e ar

mad

io, i

nteg

ra-

to a

ll’in

tern

o di

spa

lle d

i m

urat

ura,

può

ess

ere

utili

zzat

o

com

e el

emen

to p

er is

olar

e ac

ustic

amen

te g

li am

bien

ti de

gli

allo

ggi.

Le s

palle

di

mur

atur

a po

sson

o es

sere

ado

pera

te

anch

e co

me

elem

enti

di s

epar

azio

ne e

fraz

iona

men

to d

ello

spaz

io d

ell’a

llogg

io, i

n gr

ado

di s

uppo

rtare

l’in

serim

ento

di

porte

, par

eti f

isse

o c

onte

nito

ri d’

arre

do.

Par

te I

- 26

Page 51: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 52: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 53: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 54: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 55: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 56: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 57: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 58: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 59: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 60: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto
Page 61: B34 Piano di Zona Casale Rosso Variante Quater · 2018-09-19 · Piano di Zona B34 Casale Rosso quater Elab. B Norme Tecniche di Attuazione maggio 2011 -2- Capo 3° Regole per l’assetto