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B r u eg h e l I capolavori dell'arte fiamminga in mostra a Palazzo Albergati di Bologna. Fino al 28 febbraio 2016 Brueghel, un marchio di eccellenza che ha segnato la pittura fiamminga ed europea fra il Cinquecento ed il Seicento, mentre in Italia splendevano il Rinascimento prima ed il Ba- rocco dopo. Brueghel, una stirpe che, snodata- si per cinque generazioni, ha meravigliato il mondo con una pittura rivoluzionaria quanto preziosa. È a questa dinastia di artisti che è de- dicata la mostra «Brueghel. Capolavori del- l'arte fiamminga» in corso a Palazzo Albergati a Bologna. Visitando la mostra si abbandona l'idea, se mai la si abbia avuta, di considerare Rinasci- mento e Barocco come filoni egemoni del- FOTO Pleter Brueghel II Giovane - La trappola per gli uccelli 1601 l'arte europea del XVI e XVII secolo. La pit- tura fiamminga non solo la bilancia, dando ai paesi nordici il giusto peso, ma quasi la con- Brueghel è il nome di una dinastia di- ventata nei secoli passati marchio di eccellenza nell'arte pittorica . Forse la più importante famiglia di artisti fiam- minghi tra il XVI e XVII secolo interpre- te dello splendore del Seicento. La mo- stra ripercorre 150 anni della loro sto- ria portando a Bologna i capolavori di Pieter Brueghel il Vecchio, Pieter Brue- ghel il Giovane, Jan Brueghel il Vec- chio, Jan Brueghel il Giovane, Abra- ham Brueghel, Ambrosious Brueghel. BRUEGHEL. Capolavori dell'arte Pagina 20

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BrueghelI capolavori dell'arte fiamminga in mostraa Palazzo Albergati di Bologna. Fino al 28 febbraio 2016

Brueghel, un marchio di eccellenza che hasegnato la pittura fiamminga ed europea fra ilCinquecento ed il Seicento, mentre in Italiasplendevano il Rinascimento prima ed il Ba-rocco dopo. Brueghel, una stirpe che, snodata-si per cinque generazioni, ha meravigliato ilmondo con una pittura rivoluzionaria quantopreziosa. È a questa dinastia di artisti che è de-dicata la mostra «Brueghel. Capolavori del-l'arte fiamminga» in corso a Palazzo Albergatia Bologna.

Visitando la mostra si abbandona l'idea, semai la si abbia avuta, di considerare Rinasci-mento e Barocco come filoni egemoni del-

FOTO Pleter Brueghel II Giovane - La trappola per gli uccelli 1601

l'arte europea del XVI e XVII secolo. La pit-tura fiamminga non solo la bilancia, dando aipaesi nordici il giusto peso, ma quasi la con-

Brueghel è il nome di una dinastia di-ventata nei secoli passati marchio dieccellenza nell'arte pittorica . Forse lapiù importante famiglia di artisti fiam-minghi tra il XVI e XVII secolo interpre-te dello splendore del Seicento. La mo-stra ripercorre 150 anni della loro sto-ria portando a Bologna i capolavori diPieter Brueghel il Vecchio, Pieter Brue-ghel il Giovane, Jan Brueghel il Vec-chio, Jan Brueghel il Giovane, Abra-ham Brueghel, Ambrosious Brueghel.

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trasta, la contraddice avendo una concezioneetico-filosofica del vivere umano completa-mente diversa.

Mentre il Rinascimento rappresenta in tele,affreschi e sculture un ideale nobile e virtuosodella figura umana e attraverso l'arte di Leo-nardo, Michelangelo e Tiziano ne esalta lagrandezza e le virtù, nelle Fiandre la visionedella figura umana e della sua condizionecambia radicalmente: niente ideali, niente ce-lebrazioni, più quotidianità.

Il capostipite della famiglia Brueghel, Pie-ter il Vecchio (1525-1570), che pure ben co-nosce ed apprezza la pittura italiana, si dedicaalla realtà quotidiana della vita umana. Ne in-daga tutti gli aspetti, compresi quelli più cru-di e realistici, soffermandosi sui vizi e sullefatiche del vivere dei contadini; ma anchesull'allegria, spesso sguaiata e rozza dellagente di campagna. Il pittore si guarda intor-no e descrive nei dettagli ciò che vede e, no-nostante gli eccessi anche volgari dei com-portamenti del popolo, mantiene spesso il to-no ironico e caricaturale. Insomma, Pieterpunta impietosamente l'occhio sulla vita co-

FOTO Pleter Brughel il Giovane - Danza nuziale all'aperto 1610 ca

me realmente si svolge nelle fredde e nebbio-se campagne delle Fiandre.

La sua capacità di osservazione e riprodu-zione del mondo reale viene ripresa dai figliPieter il Giovane e Jan il Vecchio che, a lorovolta, la trasmetteranno ai discendenti, dandovita ad una straordinaria tradizione d'arteche, nell'arco di due secoli, si estende perquattro generazioni.

Anche la rappresentazione della natura di-vide la pittura italiana da quella fiamminga. Senel Rinascimento la natura si limita a fare dasfondo alla superiorità estetica e plastica dellafigura dell'uomo, nello stile dei Brueghel lanatura assume il ruolo di vera protagonista,rappresentata con una cura del dettaglio ed unabellezza compositiva che non hanno egualinella pittura europea dell'epoca. Di più, la pit-tura fiamminga rappresenta una natura forte evigorosa che sovrasta l'uomo che talvolta ap-pare succube della sua potenza.

Seguendo l'itinerario espositivo, articolatoin sette sezioni, il visitatore percepisce piena-mente la rivoluzione copernicana della pitturafiamminga che non considera l'uomo qualecentro dell'Universo ma parte di un mondo ar-ticolato e complesso.

A tal proposito, particolare attenzione va

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riservata a «Danza nuziale all'aperto» (1610)di Pieter Brueghel il Giovane: un'istantaneadi vita vera con uomini segnati nel fisico dal-la fatica del lavoro ma che pure hanno la gio-ia di vivere. Mangiano, bevono, corteggianomostrando una virilità esagerata. È l'uomorappresentato nella sua complessità fisica epsicologica.

In «Paesaggio fluviale con bagnanti»(1595) di Jan Brueghel il Vecchio si celebral'apoteosi della natura: le figure umane non

hanno rilievo particolare, sono soggetti del-l'opera alla stregua degli uccelli che volteggia-no in cielo. Stesso concetto si ritrova in «Trap-

pola per uccelli» (1601) di Pieter il Giovane incui un imponente paesaggio innevato inglobauomini e donne intenti a camminare, giocare,

cacciare.

Tel. 051 /0301015Web www. palazzoalbergati.com

Nella parte finale della mostra prevalgonole nature morte con fiori di cui i Brueghel sono

magistrali esecutori. In «Fiori in un vaso di ar-gilla» (1645), Jan Brueghel il Giovane sceglie

come vaso un'urna cineraria come volesse ri-cordare la caducità dei fiori e dell'essere uma-no. In «Vaso di tulipani» (1650) di Ambrosius

Brueghel c'é l'esaltazione del fiore che diven-terà fonte di ricchezza e simbolo delle Fiandre.Siamo nella prima metà del Seicento. In Italia

il Caravaggio con il celebre «Cesto di frutta»(1596) aveva già dato piena dignità alla pitturadi nature morte fino ad all'ora considerata pit-

tura minore.L'esposizione bolognese è di grande inte-

resse, anche scientifico, per numero e qualitàdelle opere presenti, ma se c'è una critica dafare agli organizzatori è quella di non averpensato di presentare anche un numero, sia pu-re ristretto, di opere del Rinascimento e delBarocco italiano. Sarebbe stato il modo mi-gliore per mettere il visitatore nella condizionedi valutare le profonde differenze fra le piùgrandi correnti pittoriche del '500 e '600. •

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