Azioni didattiche Proposte per le classi I e II della...

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MODULO 3: EDUCAZIONE FISICA Roma, 23 Maggio 2018 Dott.ssa Monica Tamburri Azioni didattiche Proposte per le classi I e II della primaria

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MODULO 3: EDUCAZIONE FISICA

Roma, 23 Maggio 2018

Dott.ssa Monica Tamburri

Azioni didattiche

Proposte per le classi I e II della primaria

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INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO

EDUCAZIONE FISICA promuove la conoscenza di sé e delle proprie potenzialità nella costante relazione con

l’ambiente, gli altri, gli oggetti

contribuisce alla formazione della personalità dell’alunno attraverso la conoscenza e la

consapevolezza della propria identità corporea, nonché del continuo bisogno di movimento

come una cura costante della propria persona e del proprio benessere. Le attività motorie e

sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui cambiamenti del proprio

corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della crescita e del processo di

maturazione di ogni persona

«stare bene con se stessi» richiama l’esigenza che il curriculo dell’educazione al

movimento preveda esperienze tese a consolidare stili di vita corretti e salutari; come

presupposto di una cultura personale che valorizzi le esperienze motorie e sportive, anche

extrascolastiche, come prevenzione di ipocinesia, sovrappeso e cattive abitudini alimentari,

involuzione delle capacità motorie, precoce abbandono della pratica sportiva e utilizzo di

sostanze che inducono dipendenza

l’attività motoria e sportiva, soprattutto nelle occasioni in cui fa sperimentare la vittoria e

la sconfitta, contribuisce all’apprendimento della capacità di modulare e controllare le

proprie emozioni. Attraverso la dimensione motoria l’alunno è facilitato nell’espressione di

istanze comunicative e disagi di varia natura che non sempre riesce a comunicare con il

linguaggio verbale

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I docenti sono impegnati a trasmettere e far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva

portatrice di rispetto per sé e per l’avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di

responsabilità, di controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza.

Obiettivi di apprendimento:

Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo

Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva

Il gioco, lo sport, le regole e il fair play

Salute e benessere, prevenzione e sicurezza

L’esperienza motoria deve connotarsi come «vissuto positivo», mettendo in risalto la capacità di

fare dell’alunno, rendendolo costantemente protagonista e progressivamente consapevole delle

competenze motorie via via acquisite.

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MOVIMENTO

Movimento Ambiente

è mezzo con

di relazione della Persona

1. Componente essenziale degli essere viventi

2. Modo in cui gli esseri viventi si rapportano con l’ambiente e con gli altri

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MOTILITA’

… capacità di compiere movimenti attraverso meccanismi neuromuscolari …

MOTRICITA’

è il comportamento motorio o anche il grado di capacità del movimento (inteso sia in senso

qualitativo che quantitativo) che un essere umano manifesta solitamente in relazione ad una

tappa dello sviluppo o ad un’età

PSICOMOTRICITA’

capacità di organizzare i movimenti sulla base dei rapporti di qualità del movimento e

dell’attività

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EFFETTI DEL MOVIMENTO

MOVIMENTO

PERSONA

Il movimento provoca nel soggetto dei

cambiamenti che vengono

genericamente chiamati «…effetti o

adattamenti …»

Gli effetti del movimento, quindi,

possono riguardare l’aspetto:

Strutturale

Funzionale

Cognitivo

Comportamentale

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effetti del

movimento immediati ovvero l’insieme delle risposte che

l’organismo … o meglio la persona «da

subito» organizza per «tamponare» la

situazione «…stress…» provocato dal

movimento

dagli effetti

immediati a

quelli

permaneneti

o «adattamenti» … insieme di «cambiamenti stabili» per meglio rispondere alle

situazioni di «stress» che il movimento potrebbe provocare in futuro

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Movimento … Motricità

PROCESSO EDUCATIVO EDUCAZIONE MOTORIA

• processoo tendente alla

crescita dell’individuo in

termini di aumento delle

competenze (capacità) in tutte

le sfere della personalità

• educare = condurre … tirar

fuori … far crescere

• disciplina che utilizza il

movimento per contribuire, al

pari delle altre, alla crescita di

competenze motorie, sociali,

intellettive, affettive

• contribuisce in modo

determinante al processo

educativo dell’individuo

• è suo obiettivo primario lo

sviluppo del grado di motricità

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Educare

il

Movimento

Educare al

Movimento

Educare attraverso

il Movimento

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ATTIVITA’ FISICA (O MOTORIA)

QUALUNQUE TIPO DI MOVIMENTO

CHE DETERMINA DISPENDIO

ENERGETICO

ESERCIZIO FISICO

Attività fisica strutturata

che mira a benefici per la

salute

SPORT

Attività competitiva svolta

all’interno di un sistema di

regole e finalizzata alla ricerca di

prestazione

EDUCAZIONE FISICA E MOTORIA

Attività svolta in ambito scolastico con finalità sia specifiche sia

educative trasversali. Attenzione significativa a processi cognitivi

di controllo e apprendimento motorio

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CHE COSA SONO L’EDUCAZIONE FISICA O LE SCIENZE

MOTORIE SPORTIVE ?

LE FINALITA’ SONO:

EDUCARE

FORMARE

PREVENIRE

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SCHEMA CORPOREO

Rappresentazione cognitiva della posizione e dell’estensione del corpo nello spazio e

dell’organizzazione gerarchica dei singoli segmenti corporei, finalizzata principalmente

all’organizzazione dell’azione nello spazio

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ITER EVOLUTIVO SCHEMA CORPOREO

Nascita 12 anni circa, quando il ragazzo conosce tutte le parti del proprio corpo, le sa

utilizzare, le sa immaginare anche in movimento

Solo attraverso il movimento il bambino riesce ad arricchire gradualmente e ad affinare

lo schema corporeo

Le tappe evolutive della sua strutturazione sono:

«corpo subito»

«corpo vissuto»

«corpo percepito»

«corpo rappresentato»

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CORPO SUBITO [0 – 3 MESI]

Alla nascita il bambino ha sviluppato soprattutto la sensibilità tattile, l’odorato e l’udito.

Non esiste integrazione sensoriale.

Si possiedono solo due tipi di automatismi motori:

in relazione ai bisogni vitali

riflessi innati

La motricità manifestata è di tipo manifesta e incontrollata

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CORPO VISSUTO [3 MESI – 3 ANNI]

Scompaiono i riflessi innati e subentra la motricità volontaria.

Cominciano i primi collegamenti funzionali tra le diverse sensibilità (uditiva,

visiva, tattile, cinestetica) ed iniziano a strutturarsi i primi schemi motori di base.

Il bambino comincia a sviluppare il processo di lateralizzazione e di orientamento

nello spazio e si avvia alla conquista del linguaggio.

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CORPO PERCEPITO [3 – 6 ANNI ]

Comincia l’organizzazione delle percezioni (processi mediante i quali il

bambino trae informazioni dal mondo circostante e ne prende coscienza) di:

1) elementi esterni quali forme, dimensioni e distanze (organizzazione dello

spazio)

2) tempo, inteso come apprezzamento della durata e della struttura ritmica

(organizzazione del tempo)

3) proprio schema corporeo, come conoscenza motoria e verbale delle parti

del corpo e della loro interrelazione (sensibilità propriocettiva)

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CORPO PERCEPITO [3 – 6 ANNI]

4) Le informazioni provenienti dal corpo diventano coscienti

(interiorizzazione)

5) Lavoro motorio di tipo percettivo: mettere in relazione le sensazioni

propriocettive con quelle visive, uditive e tattili

6) Compare il disegno dell’ «omino» che gradatamente si arricchirà di

particolari personali

7) Al lavoro percettivo occorre associare quello globale, che consente la

libera espressione e lo sviluppo di una coordinazione dinamica generale

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CORPO RAPPRESENTATO [7 – 12 ANNI ]

Lo schema corporeo è completo dal punto di vista tipografico-posturale, quindi statico.

Compare lo schema d’azione, che rappresenta l’aspetto dinamico dello schema corporeo, e

dovrà tenere conto delle coordinate spazio-temporali.

Mentre finora la motricità era stata pre-operazionale, ora la capacità di rappresentare il

corpo in movimento consente di pensare l’azione prima di eseguirla (anticipazione).

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LA POSTURA

Situazione apparentemente statica del corpo

Posizione che un corpo vivente occupa nello spazio, sia nel suo insieme, sia nelle

singole parti

Atteggiamento ben bilanciato in perfetta armonia con la forza di gravità

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SCHEMI MOTORI DI BASE

Sono le forme di coordinazione più semplice, a fondamento di tutti i più complessi

gesti motori

Si tratta di spostamenti globali a corpo libero

Il loro esercizio tende a favorire l’automatizzazione e l’arricchimento degli stessi

Compaiono spontaneamente nello sviluppo psicomotorio

A 4-5 anni circa il bambino con uno sviluppo psicomotorio normale li possiede tutti

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LOCOMOTORI

• Procedere carponi

• Strisciare

• Scavalcare

• Atterrare

• Saltare

• Rotolare

• Camminare

• Correre

• Arrampicarsi

NON LOCOMOTORI

• Afferrare

• Lanciare/Colpire

• Attaccare/Difendere

• Calciare

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SCHEMI MOTORI DINAMICI

Atti motori globali che quando avvengono comportano una variazione di postura o una

traslocazione nello spazio

… SPOSTAMENTO GLOBALE DEL CORPO NELLA DIMENSIONE SPAZIO-

TEMPORALE

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SCHEMI POSTURALI

Atti motori segmentari che coinvolgono solo alcune parti e che avvengono senza

modificare sostanzialmente la posizione del corpo

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SCHEMI POSTURALI PIU’ COMUNI

Flettere – Estendere

Elevare – Abbassare

Piegare – Estendere

Addurre – Abdurre

Inclinare

Oscillare

Ruotare – Circondurre

Slanciare

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ASSI E PIANI DEL MOVIMENTO

ASSI:

LONGITUDINALE

TRASVERSALE

SAGITTALE

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PIANI:

FRONTALE

SAGITTALE

ORIZZONTALE

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I Programmi didattici per la scuola

elementare del 1985 introducono il

Gioco - sport come elemento di grande

novità.

Il neologismo è composto da due

termini in apparenza inconciliabili:

• gioco, spazio di libera espressione e

divertimento, per antonomasia

prediletto dal bambino;

• sport, spesso sinonimo di prestazione,

competizione, selezione.

Era un obiettivo didattico previsto e da

proporre nel «secondo ciclo» della

scuola elementare (che comprendeva le

classi 3^, 4^, 5^).

Nelle Indicazioni nazionali per il

curricolo 2012 è stato considerato

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Rilevanza dei giochi di squadra e individuali e delle attività

pre‐sportive.

• NON È AVVIAMENTO PRECOCE allo sport.

• NON È UN MINI SPORT.

• Facilita un successivo avviamento sportivo .

• Si differenzia dallo sport perché le sue “regole” non sono

codificate.

• Si sviluppa su «livelli di capacità e sul patrimonio di schemi

acquisiti in precedenza» e non può e non deve rappresentare un

surrogato, un sostituto dell’attività motoria di base.

7-8 anni educazione ludico motoria di base

9-10 gioco-sport

11-12 si potrebbe proporre una corretta ed equilibrata attività

multilaterale polisportiva come orientamento al multisport

13-14 con il dovuto rispetto della soggettività delle fasi

biologiche e psicologiche del giovane possibile inizio

dell’avviamento allo sport

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Dagli 8‐11 anni si ristabilisce un equilibrio

peso‐statura, l’accrescimento e lo sviluppo di

organi, apparati e sistemi porta ad una buona

efficienza motoria e incremento apprezzabile

delle capacità coordinative e condizionali.

Alcuni autori definiscono questo come il

«periodo d’oro della motricità».

Si passa dalla fase dell’egocentrismo a quella del

sociocentrismo che portano ad una maggiore

propensione verso gli altri e l’accettazione delle

regole.

Il gioco di gruppo o di squadra diviene efficace e

gradito dai bambini.

Affiora una giusta dose agonistica (inizialmente

nel genere maschile) che fa propendere verso ciò

che nel contesto scolastico è definito come

giocosport e le esperienze di orientamento allo

sport.

Il processo di crescita ed

organizzazione dell’individuo, legato

alla crescita fisica e psicologica

nell’ambiente sociale, nel periodo che

va dalla nascita fino all’età della

maturazione sessuale e la piena

integrazione nell’ambiente sociale,

solitamente viene diviso in cinque fasi:

la prima prima infanzia (da 0 a 2

anni)

la seconda infanzia (da 2 a 6 anni)

la fanciullezza (da 6 a 10 anni)

la preadolescenza (da 10 ai 14 anni

in poi)

Stratz (1904)

Turgor primus: 2-4 anni

Proceritas prima: 5-7 anni

Turgor secundus: 8-11 anni

Proceritas secunda: periodo prepuberale

Turgor tertius: periodo postpuberale

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.. SINTETIZZIAMO QUANTO DETTO

PERIODO ATTIVITA’ MOTORIE DA PREFERIRE

0-2 anni Stimolazioni propriocettive

2-4 anni Tugor primus Stimlazioni propriocettive e schemi

motori di base

5-7 anni Proceritas prima Schemi motori di base e prevenzione

posturale

8-11 anni Tugor secundus Esercizi coordinativi generali e inizio

specializzazione sportiva

Prepuberale proceritas secunda Capacità motorie – Trofismo

muscolare preventivo

Post-Puberale turgor tertius Condizionamento muscolare

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Gli alunni della classe prima e seconda (sopratutto prima) hanno molte caratteristiche tipiche

degli alunni della scuola dell’infanzia

Principali caratteristiche del modo di pensare del bambino di classe 1^ e 2^

ANIMISM

O ANIMISMO

IL MAGISMO

L’ARTIFICIALISMO

IL FINALISMO

IL FETICISMO

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La necessità di riprodurre un’AMBIENTAZIONE FANTASTICA. Ricreare una situazione

LUDICO-MOTORIA inserita in uno sfondo integratore GIOCODRAMMA (personaggi, oggetti,

contesto creano la magia del gioco).

Tale strategia può essere utilizzata come forma privilegiata in questa fascia di età ma anche in

seguito sarebbe opportuno non abbandonarla mai completamente.

NELLA MAGIA DEL GIOCO:

TUTTO DIVENTA «VERO»

È importante affermare l’idea di una

«destrutturazione» dell’attività ludico-

motoria

L’educazione ludico-motoria non si fa

solo in palestra e con attrezzi

convenzionali

L’educazione ludico-motoria si può

svolgere in qualsiasi spazio (nel rispetto

delle norme di sicurezza) e con i più

disparati attrezzi anche non

convenzionali o costruiti con materiali

vari (poveri e di recupero).

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SIGNIFICATIVITA’ AI FINI

DELL’APPRENDIMENTO E

DELLO SVILUPPO

POLIVALENZA MULTILATERALITA’

ASPETTI METODOLOGICI

DELL’INSEGNAMENTO

ASPETTI DIDATTICI

DELL’INSEGNAMENTO

utilizzo di metodologie diverse,

senza scelte unilaterali,

valorizzando le potenzialità di ogni

metodo

programmazione e realizzazione di

attività di sviluppo di tutte e di

ciascuna capacità motoria e di

apprendimento del massimo numero

di abilità motorie

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… un esempio di

polivalenza

un percorso misto composto da:

- 4 coni - 3 cerchi

- 3 over - materassino

possiamo utilizzare

varie metodologie

A – Metodo misto (scelta tipo deduttivo):

faccio vedere come eseguire il percorso

faccio vedere come si eseguono le varie parti

del percorso

faccio eseguire ciascuna parte del percorso

faccio eseguire l’intero percorso

B – Metodo scoperta guidata (scelta tipo

induttiva):

costruiamo insieme il percorso

lo «trasformiamo» in un grande «gioco»

chiediamo ai bambini come possiamo

usare i vari attrezzi

Effetto polivalente: scarso sul piano cognitivo

ed emotivo, i bambini sono poco coinvolti;

buono sul piano motorio

Effetto polivalente: elevato sul piano cognitivo,

emotivo, sociale; meno rilevante sul piano

motorio

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FAIR – PLAY = GIOCO LEALE

un concetto chiave espresso dal Codice Europeo di Etica Sportiva – Consiglio d’Europa (1992)

Essere leali nel gioco e nella vita quotidiana

EDUCARE ALLA LEGALITA’ EDUCARE AL RISPETTO

SE STESSI: conoscere e rispettare il proprio corpo e i

propri limiti

GLI ALTRI: compagno, avversario, allenatori, arbitro,

tifosi

LE COSE: non danneggiare impianti e strutture

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EDUCAZIONE LUDICO-MOTORIA NELL’OTTICA DEL CIASCUNO

«E’ una condizione nella quale ciascun bambino vive il successo della propria azione,

qualunque siano le sue capacità» (Serafino Rossini, 2002)

BAMBINO

SOGGETTO E

NON OGGETTO

LA MOTIVAZIONE AL

«FARE» SCATURISCE

DALLE

OPPORTUNITA’ DI

SUCCESSO

PERSONALE

SENTIRSI IN GRADI

DI … SIGNIFICA

MOTIVARE E NON

ABBANDONARE

Tale contesto

sarà

importantissimo

anche per gli

alunni con

B.E.S.

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STILI DI INSEGNAMENTO E METODI DIDATTICI

Stile di insegnamento Centrato su: Orientamento

pedagogico

Metodo didattico

Direttivo Insegnante Deduttivo • Metodo

prescrittivo-

direttivo

• Metodo misto

(sintetico-

analitico-sintetico)

• Metodo

dell’assegnazione

dei compiti

Non direttivo Allievo Induttivo • Metodo della

risoluzione dei

problemi

• Metodo della

scoperta guidata

• Metodo della

libera esplorazione

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ORIZZONTALITA’

EDUCATIVA OBLIQUITA’

EDUCATIVA Modalità «classica» che «prevede degli

esercizi proposti in modo uguale a tutti e

i bambini devono confrontarsi con essi:

il risultato discriminerà i capaci dai

meno capaci». (Nicolodi, 1992, p.11)

«Quando nell’attività agita ciascuno sente

di riuscire, nonostante abilità diverse dagli

altri è presente una uguale forma di

obliquità educativa». (Rossini, 2002, 44).

ADEGUATEZZA -

INADEGUATEZZA

LIBERTA’ DI SCELTA

OPPORTUNITA’ DI

SUCCESSO

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ASPETTI METODOLOGICI DELL’INSEGNAMENTO DI ATTIVITA’

LUDICO-MOTORIA/ABILITA’

a) Presentazione e sostegno dell’esperienza

di apprendimento

b) Organizzazione dell’esperienza di

apprendimento

c) Trasferibilità e metacognizione

Formulazione degli obiettivi

(stabilire obiettivi precisi di

prestazione-risultato, adattare

gli obiettivi all’allievo,

stabilire obiettivi difficili ma

realistici, coinvolgere l’allievo

nella formulazione degli

obiettivi

Presentazione del compito

Correzione dell’errore e

rinforzo motivazionale Quantità di esperienza

Variabilità delle

proposte

Organizzazione della

variabilità

Stimolare la ricerca di soluzioni

autonome ai problemi

Evidenziare punti in comune tra

apprendimenti nuovi e

acquisizioni passate

..metacognizione…

Far riflettere sul risultato delle

proprie e altrui azioni

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L’ATMOSFERA che l’INSEGNANTE

dovrebbe ricreare nel contesto

educativo-didattico

• incoraggiare ad essere attivi

• favorire la natura personale

dell’apprendimento

• ammettere l’idea che essere differenti è

cosa accettabile

• riconoscere e tollerare l’errore

• incoraggiare la fiducia in sé

• dare la sicurezza di essere rispettati ed

accettati

• facilitare la scoperta e l’elaborazione

individuale

• porre l’accento sull’autovalutazione

Tutto questo può contribuire ad incrementare

VISSUTI POSITIVI degli alunni

AUTOSTIMA

GIOVANE, IN SEGUITO ADULTO E

ANZIANO AMANTE

DELL’ATTIVITA’ MOTORIA E/O

SPORTIVA

STO BENE

CON ME

STESSO

STO BENE

CON

GLI ALTRI

MI ESPRIMO

ADEGUANDO

MI

ALLA NUOVA

SITUAIZONE

IMPARO AD

ASCOLTARMI

RICONOSCO ED ACCETTO

LE MODIFICAZIONI DEL

MIO CORPO

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INTERAZIONE TRA METODO E STILE

INSEGNAMENTO

Interazione tra

docente e allievo

APPRENDIMENTO

SITUAZIONE

DIDATTICA

Caratterizzazione

TECNICA

METODO

Organizzazione dei

contenuti

Caratterizzazione PSICOPEDAGOGICA

STILE

Qualità delle

interazioni

ALLIEVO

INSEGNANTE

CONTENUTI

CLIMA

EDUCATIVO

AMBIENTE

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I PRINCIPI DIDATTICI DI BASE DELL’EDUCAZIONE LUDICO

MOTORIA SONO:

SOCIALIZZAZIONE

INTEGRAZIONE

LUDICITA’

MULTIDISCIPLINARIETA’

VARIABILI DA CONSIDERARE QUANDO SI PROPONE UN GIOCO:

rispetto delle regole

età e genere

tempi, durata del gioco

spazi e dimensioni del campo di gioco, anche in relazione alla prevenzione e

alla sicurezza

equilibrio nel proporre giochi conosciuti e nuovi

cambiare spesso le squadre per favorire la socializzazione

conoscere le principali finalità dei giochi e quelle secondarie

flessibilità dei giochi (più semplici o più difficili)

tutti protagonisti, nessuno escluso

ideare giochi nuovi

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IL GIOCO

Particolare significato acquisiscono il gioco ed il saper giocare in ambito educativo e

sportivo. È una dimensione fondamentale nella vita di ogni bambino. Nel gioco egli si

muove, scopre, si inventa, si relazione con gli oggetti, con l’ambiente, col gruppo dei pari. Il

gioco favorisce lo sviluppo di tutte e 3 le aree della personalità:

AREA COGNITIVA AREA AFFETTIVO-

RELAZIONALE (O

SOCIALE)

AREA MOTORIA

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COME PROGRAMMARE LA NOSTRA LEZIONE ?

COME SI COSTRUISCE UNA LEZIONE ?

In modo schematico possiamo ricordare che ogni lezione dovrebbe contenere almeno 5

momenti:

1) l’orientamento o l’accoglienza

2) l’attivazione

3) la parte centrale con uno o più obiettivi specifici

4) la parte ludica (che può essere contemporanea alla valutazione)

5) il defaticamento (ritorno alla condizione di normalità del ritmo cardio-respiratorio)

con la sintesi finale

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...IL GIOCO E’ L’UNICA ESPERIENZA CAPACE DI RISPONDERE E

SODDISFARE I BISOGNI FONDAMENTALI DEL BAMBINO

Bruno Bettelheim

GRAZIE A TUTTI PER

L’ATTENZIONE!!!

Contatti: [email protected]