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Azione Performatica Terapia del corpo politico e produzione di soggettivit
Caterina Mengotti
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Azione Performatica. Terapia del corpo politico e
poetica della singolarit
Caterina Mengotti
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Libro Libertario
Quest'opera distribuita con Licenza Creative Commons
Attribuzione 4.0 Internazionale.
copyright Caterina Mengotti
www.azioneperformatica.wordpress.com
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Immagine di copertina: La A di Can Franquesa, Barcellona
Indice
1-Figure del corpo politico pag. 6
2- Territori corporei pag. 32
3- Assemblaggio corporeo pag. 55
4- Processo formativo pag. 78
5- Micropolitica performatica pag. 103
6- Clinica del fuori pag. 118
7- Il paradigma clinico-performatico sperimentale
della schizoanalisi pag. 129
Riferimenti bibliografici pag. 139
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Figure del corpo politico
Il nostro lessico politico ricorre a metafore quali braccio
della legge, organi dello stato, corpo-nazione.
Ma il corpo politico non solo una metafora. E un agente di
trasformazione, un vero e proprio soggetto politico di azio-
ne. In una fase storica in cui tutti gli spazi sono saturati, par-
tire dal corpo un modo possibile per le persone e per i
gruppi di infondere una nuova vitalit ai movimenti sociali.
Ma il nostro corpo politico in sofferenza, essendo la sua
stessa natura occultata. Il corpo politico diventato ora il
corpo di genere, ora il corpo etnico, ora il corpo omosessua-
le. C stato un proliferare di corpi nellarena politica che,
se da un lato ha messo in discussione un immaginario socia-
le secondo cui cera un modello di corpo cui corrispondeva
un modello di cittadinanza, dallaltro si persa la coscienza
di quale sia la natura politica del corpo.
Il corpo politico in virt della sua capacit di dare espres-
sione al potere istituente del soggetto.
Il potere istituente del soggetto , in prima istanza, una
cartografia delle forze corporee, che diventa assemblaggio
corporeo, che diventa movimento di deterritorializzazione,
che diventa azione performatica, che diventa macchina da
guerra, che diventa moltitudine, che diventa soggettivit
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autogestionaria .
E il potere istituente del corpo a essere oggi atrofizzato,
disattivato, indebolito ed per la riabilitazione di tale pote-
re che agisce la terapia del corpo politico.
Linconscio somatico
Il primo a mettere in pratica una terapia del corpo politico
stato il medico Groddeck, coetaneo di Freud.
Nel testo Il libro dellEs Groddek fa dellEs un corpo politi-
co. Latto stesso di attribuire a tale corpo un linguaggio un
atto di riconoscimento politico. E proprio in virt del fatto
che siamo animali dotati di linguaggio a far s che la dimen-
sione del politico sia costitutiva della nostra soggettivit.
Groddeck, la cui fama stata occultata dallascesa di Freud,
stato il padre della medicina psicosomatica contempora-
nea. Egli curava quei corpi che non avevano alcuna cittadi-
nanza e, per questo non potevano neanche ammalarsi. Le
manifestazioni patiche dellEs non erano infatti riconducibili
alle malattie organiche osservabili, n erano curabili attra-
verso le terapie tradizionali. In realt Groddeck non aveva
alcuna intenzione di fare terapia del corpo politico. La sua
psicosomatica era un intervento di tipo medico. Ma possi-
bile oggi cogliere le implicazioni politiche del suo lavoro. Egli
ricondusse delle espressioni fantasmatiche, allucinatorie,
deliranti del soma alla dimensione del simbolico, aprendo
quindi lo spazio per una cura del corpo che andasse oltre il
modello meccanico o igenistico del tempo. Groddeck si di-
scostava anche da un altro esponente significativo degli al-
bori della psicoanalisi, Joseph Breuer. Se Breuer stava spe-
rimentando prima lipnosi e poi il modello catartico, per poi
tornare allipnosi, Groddeck invece cominciava a usare
linterpretazione e la ricostruzione metaforica per dare
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ascolto al sintomo.
Ma ci che rilevante per il procedere di questo testo
riconoscere che il primo corpo politico della modernit
lEs e la prima terapia del corpo politico fu, appunto, ricono-
scere che lEs ha un linguaggio.
LEs di Groddeck era un corpo che non trovava cittadinanza
neanche nella coscienza dello stesso io che abitava quel
corpo. Era un corpo abbandonato, puro flusso deterritoria-
lizzato che la psicoanalisi comincer, da Freud in poi, a cu-
rare con lintento di territorializzarlo, di condurlo entro gli
ambiti della civilt, dei valori etici della metafisica occiden-
tale e delle regole di convivenza regolate dalla morale
borghese.
Ai giorni doggi, la psicosomatica gode di un rinnovato inte-
resse, ma la sua valenza politica rimane assolutamente
ignorata. Se da un lato la psicosomatica si propone come
alternativa non riduzionista rispetto alla medicina conven-
zionale, di fatto la psicosomatica opera applicando una logi-
ca binaria riduzionista, riportando la causa di un sintomo
fisico a un evento psichico scatenante, secondo un sistema
di riferimenti simbolici posti fuori dal campo sociale. Per
certi aspetti, contribuisce ad alimentare la convinzione che
la salute sia una questione individuale/molare e non
collettiva/molecolare.
Alla fine dellOttocento e allinizio del Novecento il corpo
politico ancora non-corpo. Pu esistere solo come Es. I
primi pazienti che sono sottoposti al trattamento proto-
psicoanalitico di Breuer, di Groddeck e di Freud sono sog-
getti che ancora non hanno incorporato i valori del contesto
in cui vivono, soggetti che manifestano anomalie espressive
non inscrivibili nella grammatica del tempo.
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Il corpo bioenergetico
La vera e propria terapia del corpo politico inizia con la ri-
bellione a Freud di Wilhelm Reich. Discostandosi dal mae-
stro, Reich tent una sintesi tra psicoanalisi e marxismo e
ipotizz che la rivoluzione politica dovesse partire dalla libe-
razione della sessualit.
Reich si interrog sui processi psichici che fanno s che le
persone arrivino a desiderare la repressione del loro deside-
rio. Egli ipotizz che una cultura sessualmente repressiva e
colpevolizzante rispetto al piacere sessuale avesse
lobiettivo di favorire la governabilit sui corpi delle persone
da parte dello Stato.
Alexander Lowen, paziente e studioso di Reich, ne port
avanti le ricerche e istitu la psicoterapia bioenergetica. Lo-
wen ide un metodo di lavoro psico-corporeo con i pazienti
che prevede sia la manipolazione delle rigidit muscolari,
delle contratture e dei tessuti connettivi che bloccano la
respirazione, sia classi di esercizi che le persone possono
praticare per liberare la respirazione, lenergia vitale e le
tensioni che indeboliscono il corpo.
La psicoterapia bioenergetica sviluppata da Lowen che ri-
prende le ricerche di Reich sulla relazione fra repressione
sessuale e controllo politico sinscrive nel modello biopoliti-
co teorizzato da Foucault.
Il corpo interiorizza il sistema gerarchico di potere. Sotto-
mettersi allautorit prima di tutto acquisire una certa
forma corporea. Allo stesso modo, proporsi come autorit
significa assumere una certa postura, un certo modo di
guardare, di parlare, di occupare lo spazio.
Indubbio il contributo che Reich e Lowen hanno avuto nel
proporre una visione della salute che prendesse in conside-
razione il contesto socio-politico della persona. Allo stesso
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tempo, la pratica bioenergitica stata e continua a essere
una pratica efficace di empowerment personale e dei grup-
pi. Tuttavia, deve essere anche ricordato che le scuole di
psicoterapia bioenergetica in Italia, e allestero, riconosco-
no come autorit scientifica di riferimento il manuale stati-
stico diagnostico dei disturbi mentali (DSM V) dellAmerican
Psychitratic Association. La psicoterapia bioenergetica ha
abdicato al suo ruolo di analizzatore e si limita ad agire en-
tro i limiti di ci lo Stato definisce, attraverso le politiche
sanitarie, come salute mentale, normalit e benessere. In
altri termini, non ha pi alcuna ambizione a mettere in evi-
denza le contraddizioni sociali, ma si limita ad agire per for-
nire alla societ un soggetto che si adegua a ci che c, af-
frontando in un setting privato la questione dello stress,
dellansia, della depressione. Se la prescrizione a essere per-
formanti, pronti, competitivi, veloci nel raggiungere gli
obiettivi, capaci di realizzare le proprie aspirazioni produce
malessere, le opzioni sono due: o si potenzia il soggetto,
affinch sia in grado di soddisfare questa prescrizione, o lo
si cura nel momento in cui non la soddisfa e si auto-esclude
dalla sfera pubblica. A questo oggi si ridotto lambito
dintervento della psicoterapia bioenergetica.
Questa considerazione non nega limpatto positivo sul pote-
re istituente del soggetto che la pratica bioenergetica conti-
nua ad avere. Semplicemente, la dimensione politica della
bioenergetica viene ignorata dai professionisti che la prati-
cano, talvolta anche causando danno ai pazienti.
Le persone che attraverso la bioenergetica attivano il loro
potere istituente rischiano di precipitare in un disagio mag-
giore di quello che le aveva portate originariamente a ricer-
care la bioenergetica, se non trovano la possibilit di trans-
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durre il loro potere istituente in un progetto di soggettivit
autonoma allinterno della societ.
Foucault distingue due forme di potere esercitate sul corpo:
il potere disciplinare e il biopotere.
Il potere disciplinare agiva attraverso dispositivi di sorve-
glianza e di punizione per isolare i criminali, le prostitute, gli
alienati in istituzioni chiuse come le prigioni, i manicomi, gli
ospedali. Stabilendo una netta demarcazione fra chi sta
dentro e chi sta fuori, lo Stato definiva ci che era normale
da ci che non lo era, chi era cittadino da chi non poteva
reclamare questo status. Il potere disciplinare regolava gli
spazi e agiva educando il corpo alla docilit, per regolare la
vita sociale verso la produzione di un soggetto ideale. Il po-
tere disciplinare, inoltre, serviva per connettere lindividuo
allo stato-nazione, nei primi anni del capitalismo. Come ab-
biamo visto, lEs era quel corpo che n stava dentro n sta-
va fuori. Non aveva un territorio n reclamava alcuna forma
di cittadinanza. Man mano che lEs acquisisce un linguaggio,
diventa anche visibile come corpo. Il potere disciplinare che
controllava il corpo dellindividuo allinterno di spazi rego-
lamentati diventa gradualmente biopotere, un potere che
controlla la vita a livello di popolazione, attraverso progetti
estensivi come la salute pubblica, le cure mediche per tutti,
la medicalizzazione della vita. Dal corpo docile che viene
controllato attraverso il sorvegliare e punire (scuole, prigio-
ni, istituti di recupero sociale) si passa al corpo sociale go-
vernato dalle politiche della salute e del lavoro. Quando i
segmenti della societ pi debole non beneficiano di politi-
che sanitarie, la mobilitazione politica diventa mobilitazione
per richiedere assistenza, riconoscimento di diritti di citta-
dinanza, inclusione. Investire in politiche per la salute diven-
tava per lo Stato una questione di legittimit. Rivendicare
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interventi di salute pubblica per determinati segmenti della
popolazione (ad esempio, gli orfani, le prostitute con sifilide,
) significa rivendicare cittadinanza.
Il corpo politico quindi diventa il corpo della salute.
Man mano che il biopotere si intensifica, aumentano le te-
rapie psico-corporee che ambiscono a sottrarre il corpo alla
governabilit. Ma, quello che ancora manca, una chiara
relazione fra corpo, potere, salute, lavoro.
Il biopotere infatti deve produrre, curare e preservare in
buona salute corpi da lavoro: corpi che devono lavorare in
fabbrica, corpi che devono collaborare nella modernizzazio-
ne dellagricoltura, corpi che devono sostenere il consoli-
damento del capitalismo. Il biopotere il potere dello stato
sociale: i lavoratori accettano di vendere la loro forza lavoro
in cambio di sicurezza, salute e igiene ambientale, mentre lo
stato si garantisce un corpo sociale da impiegare nello svi-
luppo industriale. E qui che si innesta la sintesi di psicoana-
lisi e marxismo di Reich. Diventava necessario pensare a una
possibilit per le masse di sottrarsi al biopotere, rivendican-
do quindi il diritto allautogestione dei propri corpi. Le prime
lotte femministe sono lotte per il controllo sulla riproduzio-
ne: possibilit di accedere ai metodi contracettivi, possibilit
di interrompere la gravidanza, reclamare lautonomia della
sessualit femminile rispetto al desiderio del maschio e alla
funzione riproduttiva.
Il corpo politico entra nella sfera pubblica e la terapia del
corpo politico si diffonde come pratica molecolare per
lemancipazione della soggettivit.
LEs era corpo - non corpo che sfuggiva al potere disciplina-
re. Il corpo bioenergetico il corpo che si ribella al potere
biopolitico.
Nel 1947 entra in scena un altro corpo. La sua avventura
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scorre parella a quella del corpo bioenergetico, ma rimane
circoscritto allambito artistico. Nellopera radiofonica Per
farla finita con il giudizio di Dio, Antonin Artaud d parola
al corpo senza organi.
Se la governabilit del corpo favorita dal suo essere un
organismo, i cui organi agiscono in modo integrato, svol-
gendo le loro funzioni, sincronizzandosi rispetto ai processi
specifici, allora per sottrarsi al potere necessario diventare
un corpo senza organi, corpo che sfugge allorganizzazione
anatomica e, corrispondentemente, alla sua integrazione
nel corpo sociale attraverso la medicina.
Il corpo senza organi non si ribella solo al biopotere. Ci
contro cui si mobilita il CSO anche liscrizione morale sul
testo-corpo che avviene attraverso lincorporamento, un
processo di acculturazione che investe la dimensione corpo-
rea e affettiva dellesperienza.
Il corpo come luogo di resistenza al biopotere
Il corpo espressivo
La prospettiva dellincorporamento avanzata dal sociologo
francese Bourdieu, propone una visione del corpo come
qualcosa di situato, contestuale e intessuto nel corpo socia-
le. Il corpo la prospettiva da cui abbiamo accesso al mon-
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do, il nostro canale privilegiato di conoscenza, ma anche
ci che contribuisce a configurare il sistema di relazioni di
potere. Il corpo a un tempo ci che perpetua e ci che
resiste alle disparit politiche.
Il corpo socialmente costruito attraverso lassimilazione
dellhabitus, ovvero di quel sistema di principi, comporta-
menti, gusti ed estetiche in cui siamo immersi in quanto
componenti di un campo sociale. Tuttavia, il processo di
incorporamento non n disciplinato, n interiorizzato.
Non viene incorporato meccanicamente, ma possibile
proprio in virt della funzione ermeneutica della corporeit.
Lacculturazione quindi prevede sempre un certo livello di
agency, da intendersi come la possibilit per un soggetto
(individuale o collettivo) di agire sulla realt.
Il concetto di agency fondativo della politica dei movimen-
ti sociali del post-modernismo. Molte delle pratiche che so-
no state messe in campo dopo il venir meno delle tassono-
mie sociali trovano il loro riferimento ideologico nella teoria
dellhabitus e dellincorporamento. La rivendicazione della
propria soggettivit politica e lespressione della propria
differenza avviene attraverso la manipolazione della sfera
corporea e della dimensione estetica.
Terapia del corpo politico, in relazione allincorporamento,
rimanda alle molteplici possibilit espressive che si sono
diffuse negli ultimi anni novanta e nei primi anni del duemi-
la: arti terapie espressive, teatro terapia, danza terapia, mo-
vimento rituale, pittura libera Ma, anche: tatuaggi, body
art, piercing, yoga, meditazione
Un proliferare di tecnologie corporee che offrivano un si-
stema di segni con cui comporre una corporeit contro-
egemonica rispetto a quella dominante wasp (white anglo-
saxon protestant) .
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La terapia del corpo politico si fa primariamente attraverso
le arti performative della danza contemporanea e del teatro
sperimentale, i principali veicoli di rivendicazione delle dif-
ferenze.
In questi anni negli Stati Uniti vengono istituiti corsi di for-
mazione in somatic psychology, che hanno il loro fulcro
proprio sulla teoria dellincorporamento e dellagency e che
fanno della terapia una pratica attraverso cui favorire
lespressione della creativit.
Allincorporamento come processo di acculturazione segue
la performativit, di cui parla Judith Butler. Facendo specifi-
co riferimento al corpo di genere, Butler afferma la differen-
za fra il sesso, biologicamente attribuito, e il genere, per-
formativamente appreso e attuato. Ogni corpo sessuato si
trova ad agire in un campo sociale impregnato di norme,
regole e prescrizioni rispetto al comportamento cui attener-
si. C un certo modo di camminare, di stringere la mano, di
sedersi, di sistemarsi la cravatta che performa la soggettivit
di genere di un uomo bianco in un ruolo manageriale. C un
certo modo di atteggiarsi, di ancheggiare, di muovere la te-
sta che performa il divenire donna di una ventenne che sfi-
la con le amiche in citt di fronte ad un locale alla moda.
Secondo Butler, il livello di agency, quindi le possibilit di
soggettivizzazione, sono limitate dal sistema di norme cultu-
rali, di valori estetici e di aspettative gender specific.
Terapia del corpo politico significa quindi liberare il corpo da
copioni prescritti e promuovere il maggior grado possibile di
agency. I movimenti sociali agiscono per trasformare i codici
culturali, per esempio il tipo di abbigliamento da indossare
sul luogo di lavoro.
Ma ci che rilevante nel portare avanti un discorso sul
corpo politico il fatto che la prospettiva
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dellincorporamento-performativit ha una relazione con il
lavoro, le cui implicazioni non sono ancora state del tutto
esplicitate. Sia la divulgazione delle arti performative e della
body art da un lato, sia la proliferazione di arti terapie non
cliniche ma, appunto, espressive, contribuiscono a creare
una nuova forza lavoro da offrire al capitalismo, nel passag-
gio dalleconomia industriale alleconomia della conoscenza.
Creativit, libera espressione, ricerca di modi originali attra-
verso cui affermare la propria individualit, appartenenze
collettive definite da mode, stili di vita, gusti ed estetiche
contribuiscono a creare la forza lavoro del cognitariato, per-
sone con competenze nellambito del digitale, della grafica,
della moda, del design, delle arti visive, del teatro e della
danza, dei processi culturali da un lato e della comunicazio-
ne multimediale dallaltro.
Proprio le riflessioni e le pratiche, sia sociali che terapeuti-
che, che si diffondevano per favorire lemancipazione della
dimensione corporea della soggettivit e il potenziamento
delle capacit espressive individuali, contribuivano a fram-
mentare il corpo sociale, indebolendo proprio quelle perso-
ne e quei segmenti sociali che intendevano sostenere.
Il semiocapitalismo ha bisogno di persone che siano state
educate a sfuggire lorganizzazione del cambiamento sociale
attraverso categorie unificanti e che siano invece motivate e
indirizzate verso la gratificazione dei propri gusti.
Il cognitariato/precariato comprende una popolazione che
non ha coscienza della dimensione collettiva del suo deside-
rio. Ogni persona crede di essere isolata nella ricerca del suo
benessere, del suo consolidamento nel mondo del lavoro.
Ognuno dentro di s crede di essere pi speciale dellaltro,
pi originale, interessante: alla fine prenderanno me, si
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dicono i lavoratori delle professioni creative, della
conoscenza e dellinformatica. E non si rendono conto che
tutti quelli nella loro condizione formulano lo stesso pensie-
ro.
Soprattutto, non sono coscienti che chi regola il mercato del
lavoro interviene proprio su quei meccanismi.
Ma quel pensiero-desiderio prenderanno me provoca uno
sballo troppo forte per poter essere ricondotto entro il prin-
cipio di realt. Certo, qualcuno viene preso, qualcuno lo tro-
va il lavoro che desidera. Qualcuno trova il modo di soste-
nersi e di fare ci che gli piace, ma cosa ha conquistato in
termini di rappresentanza istituzionale? E proprio questo il
fatto: tale rappresentanza non interessa, quando diventa
possibile divertirsi, esprimersi, impegnarsi in qualcosa in cui
si crede, attivarsi per la propria auto-realizzazione
Manca, oggi, la coscienza del potere auto-istituente della
soggettivit.
Il corpo senza organi di Deleuze-Guattari rischia di diventare
organi senza corpo, macchina repressiva del desiderio, o un
proliferare di espressioni soggettive di individualit, carne
per il semiocapitalismo.
Ma il concetto filosofico di corpo senza organi , piuttosto,
una domanda: che cosa pu un corpo?
Il pensiero filosofico infatti procede secondo movimenti in-
consueti ed estranei al concatenamento logico-discorsivo
del senso comune. Deleuze e Guattari dicono corpo senza
organi per chiedersi: Che cosa pu un corpo? Si tratta di
una domanda filosofica e, in quanto tale, una domanda
aperta. Quello che un corpo pu, non pu essere detto co-
me opinione. Bisogna partire da una ricostruzione dei pro-
cessi storico-culturali, politico-economici. Oppure, come
propongono Deleuze e Guattari, si possono aprire dei campi
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di indagine, delle piste di ricerca, delle linee di fuga dal pen-
siero corrente e dagli accadimenti storici, per creare qualco-
sa di nuovo.
Se vero che levoluzione del corpo senza organi ha preso
le direzioni citate sopra, possibile ipotizzare
uninvoluzione del corpo senza organi?
Pu il corpo senza organi diventare corpo etico, moltitudi-
ne, macchina da guerra, corpo tecno-sociale e arrivare a
esprimere il potere auto-istituente del soggetto?
Quale terapia del corpo politico necessario inventare, per
sostenere questo movimento?
Le terapie corporee citate fino ad ora, appunto, terapie psi-
cosomatiche o psicocorporee, pur avendo implicazioni poli-
tiche, rimanevano, e tuttora rimangono entro lambito della
medicina. Quando dichiarano di agire fuori dallambito me-
dico, si propongono come strumenti per migliorare il benes-
sere personale, la postura, lefficienza corporea. Non riven-
dicano alcuna implicazione politica.
E con lopera di Antonin Artaud e con il progetto del teatro
della crudelt che il corpo politico entra in scena. La terapia
del corpo politico , in realt, per la produzione del corpo
politico.
La terapia del corpo politico produce un corpo individual-
collettivo, simulatore performatico di singolarit, macchina
da guerra, moltitudine. La funzione del corpo politico
creare un territorio per la cittadinanza del divenire minori-
tario. Tale cittadinanza rivendicher un nuovo concetto di
salute e un nuovo ideale di lavoro.
La terapia del corpo politico una pratica etica-estetica, che
non pretende di fondarsi sul paradigma scientista dei saperi
psi, ma aspira a riabilitare il potere auto-istituente del sog-
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getto.
Proporre una terapia del corpo politico come azione
performatica significa ripartire da pratiche corporee gi dif-
fuse. E possibile attingere ai modelli descritti nelle pagine
precedenti, per radicalizzare la loro prospettiva e
riattualizzarla.
Parlare di performativit significa riconoscere che un corpo
sempre situato in un campo sociale pregno di un sistema
di norme, valori, estetiche. Secondo questa prospettiva, la
cittadinanza un comportamento appreso attraverso
lincorporamento di tale sistema di norme, che vengono poi
performate nella sfera pubblica. La performativit la
possibilit di modificare il concatenamento semantico e di
creare nuovi codici attraverso cui definire lappartenenza a
un gruppo.
In ogni caso, il paradigma incorporamento-performativit
inscritto entro un modello di apprendimento della cittadi-
nanza del divenire maggioritario. La performativit rivendica
equal opportunities for diversity, ambisce a conquistare la
sfera pubblica e a diffondere movimenti che possano artico-
larsi con il divenire maggioritario.
Lazione performatica radicalizza la performativit, poich
intende deterritorializzare la sfera pubblica, fino ad arrivare
a destituirla. Intende innestare una pratica di cittadinanza
del divenire minoritario che sia contro-egemonico rispetto
al divenire maggioritario. Lazione performatica non mette
in scena nulla, non rappresentazione di questioni sociali ai
fini di sensibilizzare lopinione pubblica o fare pressione sul-
le istituzioni. Lazione performatica movimento istituente
del soggetto autonomo.
La performance esprime, rende visibile, attua quel movi-
mento.
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Maggioranza suppone uno stato di dominazione, non linverso. Non si
tratta di sapere se ci siano pi zanzare o mosche che uomini, ma in qua-
le modo luomo abbia costituito nelluniverso un campione rispetto al
quale gli uomini formano necessariamente (analiticamente) una maggio-
ranza. () Non bisogna tuttavia confondere minoritario in quanto dive-
nire o processo e minoranza come insieme o stato. 1
Cosa definisce allora la specificit dellazione performatica?
Non si tratta di istituire una minoranza, non si tratta di ri-
vendicare diritto di cittadinanza per una minoranza, n di
costruire sistemi di rappresentanza che possano essere in-
clusivi di tale minoranza. Si tratta di abilitare una cittadinan-
za del divenire minoritario, di fare del divenire minoritario
una pratica di cittadinanza che deterritorializza la sfera
pubblica, sottrae i corpi al capitalismo cognitivo e produce
un nuovo corpo tecno-sociale.
Lazione performatica geofilosofica, per andare oltre la
dicotomia stato nazione/ordine globale, andare oltre le an-
tinomie del diritto pubblico/privato.
Non esiste il privato in s e per s, non esiste il pubblico in
s e per s. Tutto ci che c il comune. Nel capitalismo
cognitivo tutto ci che c comune perch solo ci che
messo in comune pu generare profitto. Il comune non il
terzo collocato fra il pubblico e il privato, ma la categoria
del politico che sar istituita dal campo istituzionale, di cui il
privato e il pubblico saranno determinazioni possibili, oltre
la dicotomia pubblico/provato.
Il campo istituzionale diventa spazio collettivo di produzione
del comune, non tanto del comune in quanto bene, che
dato, ma del comune in quanto istituto giuridico.
1 Gilles Deleuze, Felix Guattari, Come farsi un corpo senza organi,
Roma, Castelvecchi, 1980, pp. 230-231
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21
Listituzione giuridica del comune deve passare attraverso
azioni performatiche di micropolitica prefigurativa che sov-
vertono legemonia neoliberale del concetto di propriet.
La propriet privata potr essere mantenuta, ma il suo am-
bito di libert sar definito dal comune.
Lazione performatica-terapia del corpo politico non larte
performatica in quanto tale, neanche nella sua variante di
attivismo artistico. A prescindere dalle intenzioni (siano esse
consapevoli o meno), le forme di attivismo che non metto-
no in discussione il concetto di sfera pubblica, contribuisco-
no a legittimare lAltro maggioritario. Il modo in cui il capita-
lismo si rinnovato in semiocapitalismo, e si perpetua come
tale, attraverso la proliferazione di pratiche artistiche,
espressive, culturali che rendono visibile laltro-minoritario
allaltro-maggioritario. Ma il concetto politico di sfera pub-
blica, proprio perch il luogo della rappresentanza, non
pu contenere un altro come contro-forza da cui farsi met-
tere in contraddizione. Quando laltro-maggioritario vede
laltro-minoritario, gi attivo un processo di assimilazione
e di omogeneizzazione. Laltro-minoritario pu co-esistere
con laltro-maggioritario solo se ne accetta il sistema di
norme civiche che regola il meccanismo della rappresentan-
za. Ci che caratterizza la politica liberale, in ultima istanza,
lidea che la differenza non sia qualcosa dirriducibile, ma,
attraverso la comunicazione deliberativa, possa essere in-
clusa.
Le strategie estetiche della contro-cultura, quali la ricerca di
autenticit espressiva, la decostruzione dei codici culturali e
la riarticolazione degli stessi, cos come il rifiuto di categorie
totalitarie e riduzioniste, sono ormai assimiliate nel modo di
produzione del semiocapitalismo. La critica artistica diven-
tata una delle componenti costitutive della produzione capi-
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talistica: da un lato produce la soggettivit creativa, eman-
cipata, generativa di idee, immaginari e figurazioni da cui il
semiocapitalismo attinge come forza lavoro. Dallaltro,
impedisce che tale forza lavoro si coaguli in una soggettivit
collettiva autonoma, contribuendo quindi alla frammenta-
zione delle identit collettive e alla dispersione dei corpi.
Pu fare questo sostituendo il desiderio come fattore politi-
co con la gratificazione estetizzante, particolare e individua-
listica, di ogni aspetto dellesistenza. Limperativo cui le per-
sone sono chiamate a rispondere devi essere originale,
devi comunicare in modo da catturare lattenzione, devi sta-
re bene, devi cercare quelle esperienze estetiche che ti grati-
ficano. E importante discernere che anche le forme di atti-
vismo apparentemente pi radicali rischiano di essere una
forma di appagamento delirante e allucinatorio del deside-
rio. E a questo incrocio di rotte che sinnesta lazione
performatica. Non si tratta di dare un giudizio storico-
politico su tali movimenti di contro-cultura e di critica, ma di
cogliere le energie che tali movimenti hanno reso disponibili
a fare una proposta, che pu essere colta o meno.
Lideologia neoliberale propone il pluralismo come valore,
ma riconosce che non tutte le prospettive possono essere
accolte, incluse, articolate. Ci sono dei limiti empirici, conte-
stuali, temporali che impediscono che il variegato spettro
delle differenze siano rappresentate nella sfera pubblica.
Tuttavia, attraverso un processo continuo di negoziazione,
ascolto reciproco, rispetto delle diverse istanze avanzate, si
pu arrivare a unestensione sempre pi ampia della citta-
dinanza. E operativa la convinzione che sia possibile rag-
giungere un consenso universale attraverso la ragione deli-
berativa. Anche lideologia post-moderna, seppur critica
della ragione deliberativa, si fonda sulla convinzione che sia
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possibile rendere visibile laltro-minoritario e ricevere diritto
di cittadinanza preservando la propria differenza. E per
andare oltre questa fiduciosa convinzione (o questa falsa
coscienza!) che la terapia del corpo politico, come azione
performatica, intende mobilitarsi.
Il modello performativo ha esaurito il suo ciclo storico di
efficacia. Affermare che la sfera pubblica non data ma
socialmente costruita, affermare che la sfera pubblica non
uno spazio neutro , ma un campo sociale in cui sono attive
forze egemoniche e contro-egemoniche non produce pi
azioni efficaci di cambiamento sociale. Le esibizioni
performative delle espressioni artistiche, anche quando af-
fermano di rivendicare la visibilit dellaltro-minoritario, in
realt sfruttano tale discorso per istituirsi entro lordine
egemonico. Lestetizzazione della politica ha avuto, e sta
avendo, come conseguenza il fatto che il corpo ha perso
ogni capacit di rendere visibile ci che il consenso intorno
allordine istituito dei significati occulta. In virt di tale ca-
pacit, si dice che il corpo opera come analizzatore.
Svuotare il corpo di tale capacit comporta che il corpo non
pi analizzatore, ma simulacro che viene immediatamente
preso dentro il sistema comunicativo regolato dai
significanti.
La terapia del corpo politico da intendersi come una
pratica etica-estetica. E pi simile quindi a una forma di
attivismo artistico che a una metodologia clinica; avviene
nella sfera pubblica e non nello spazio privato dello studio
di psicoterapia corporea/psicosomatica, n nello spazio
privato sociale delle associazioni che promuovono il benes-
sere della persona. Al tempo stesso, lazione performatica si
propone di rivelare linconsistenza di tale differenziazione di
spazi. La sfera pubblica , in realt, il campo istituzionale
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24
dove coesistono soggettivit idiosincratiche. Il campo istitu-
zionale l dove il soggetto attua il suo potere istituente, lo
esprime e lo performa, ovvero inventa la forma attraverso
cui immetterlo nel divenire minoritario.
La prospettiva pu anche essere ribaltata. Il setting del lavo-
ro corporeo sempre e comunque un microcosmo in cui
possono manifestarsi le configurazioni di potere che
regolano i rapporti sociali nella sfera pubblica. Per questo,
lazione performatica scardina i confini fra le tre sfere
(privato, pubblico, privato sociale), per aprire invece il terri-
torio del campo istituzionale, lunico territorio in cui possa
trovare radicamento il potere istituente del soggetto.
La terapia corporea un processo attraverso cui si accom-
pagnano le persone o un gruppo a prendere coscienza e a
enunciare la dimensione politica della propria corporeit.
Tale implicazione politica , in ultima istanza, il potere isti-
tuente del soggetto. Enunciare tale potere ha implicazioni
etico-estetiche e cliniche. E un atto politico perch afferma
limmanenza mutuale delle identit politiche e la
successione storica come ripetizione delluniversalit del
singolare.
C ovviamente qualcosa da riaffermare del modello per-
formativo. Lincorporamento pu essere incorporamento
della struttura gerarchica del potere. Pu essere
incorporamento delle norme civiche che regolano il discorso
dellaltro maggioritario. Pu essere incorporamento delle
strutture strutturanti la soggettivit. Da una prospettiva di
terapia del corpo politico, tale incorporamento si definisce
interiorizzazione delle identificazioni. La performativit si
definisce invece come reiterazione. Decostruire, disfare,
smantellare gli ingranaggi dellinteriorizzazione pu essere
uno degli ambiti dintervento della terapia del corpo politi-
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25
co, anche dellinteriorizzazione delle forme di coercizione
allespressivit.
Innestandosi alla biforcazione del modello
dellincorporamento-performativit, la terapia del corpo
politico differenzia interiorizzazione da incorporamento,
reiterazione da performativit. Mette in atto quindi dei
dispositivi di auto-alterazione per favorire lincorporamento
della biodiversit soggettiva e la performativit del potere
istituente.
E c qualcosa da riproporre del modello bioenergetico.
Un corpo bioenergetico un corpo sano, vitale, attivo, resi-
stente, performante. Ma, abbiamo visto, non necessaria-
mente un corpo politico. Anzi, la dimensione di analizzatore
del corpo viene clinicizzata dalla psicoterapia bioenergetica
e fatta oggetto di manipolazione, ai fini di re-incorporarla in
un corpo-organismo-organizzato-accorpato al corpo sociale.
Il corpo bioenergetico sopporta bene lo stress da lavoro, la
competizione e la sfida. Al tempo stesso, fa della salute una
questione di energia, potenza, vigore, senza tener conto che
la salute sempre salute di una persona rispetto ad un am-
biente. La ricerca della salute individuale spesso comporta
la rinuncia ad agire sullambiente. Rispetto a un ambiente
inquinato dal punto di vista affettivo, relazionale, sociale
bisogna agire potenziandosi, dominandolo, estraniandosi.
La contraddizione sempre fuori, non mai dentro.
Quando lanalizzatore parla, lintervento terapeutico diven-
ta pi intenso e le influenze dellambiente esterno sempre
pi marginali.
Si prenda il caso del bambino con disturbo
dellapprendimento. Comincia a manifestare anomalie del
comportamento, tic, smorfie, suoni, movimenti inconsulti.
Si rivede la diagnosi e si aumenta la terapia sul bambino.
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Si attuano comportamenti finalizzati a indurre un mutamen-
to nel bambino, la terapia sistemica lo definirebbe paziente-
designato. Mentre invece una prospettiva del corpo politico
prevedrebbe di intervenire sul campo e, quindi, sul corpo
docente e sul sistema classe, per enunciare il fantasma
dellinconscio istituzionale: quali i posizionamenti che nega-
no le enunciazioni, di cui il bambino registra lincongruenza?
Della bioenergetica rimane attuale il concetto di
radicamento e lidea che il radicamento sia necessario per
contenere la dispersione del pensiero in un contesto am-
bientale in cui il flusso dei segni sempre pi accelerato.
La scissione mente-corpo tornata a essere un rischio
effettivo. Se tale scissione veniva originariamente interpre-
tata come reazione difensiva dellorganismo rispetto a un
trauma, oggi tale scissione non pi causata da un trauma,
ma diventata la condizione della maggior parte delle per-
sone, sottoposte a una pressione temporale che impedisce
al corpo di compiere la sua semiosi.
Al tempo stesso, il radicamento, affinch sia efficace,
richiede che ci sia un territorio in cui il soggetto si possa
radicare. Lintervento per il radicamento quindi non pu
riguardare lo schema affettivo-motorio, la respirazione e la
corazza, ma deve prendere in considerazione il campo di
forze in cui il soggetto va radicandosi. Radicarsi significa
crearsi un territorio in un campo istituzionale e le implica-
zioni politiche devono essere prese in considerazione.
Anche il corpo politico ha una sua filogenesi. Ai tempi in cui
fu introdotta la bioenergetica, i corpi erano costretti
dallarmatura caratteriale e da schemi di movimento rigidi e
limitati. Oggi il tessuto connettivo del corpo tende a essere
troppo lasso, le fasce muscolari non ben integrate e i
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movimenti fluidi, scoordinati, disorganizzati. Anche per la
diffusione delle nuove droghe e di pratiche collettive di
transe metropolitana, oltre che per il diffondersi di pratiche
corporee catartiche, i corpi di oggi tendono ad aver bisogno
di essere configurati, di trovare i confini, di sviluppare
propriocezione, di dotarsi di schemi di movimento, a partire
dallincorporamento dello spazio e del tempo. Non pi
tanto necessario intervenire per disinibire, ma, piuttosto per
inibire, nel senso positivo di accompagnare un corpo ad
apprendere come contenere i flussi affettivi, percettivi, sen-
soriali in modo che trovino il tempo di affiorare al subcon-
scio per essere poi elaborati, processed. Il lavoro in bioener-
getica diventa quindi un lavoro di addestramento
dellattenzione in funzione dello sviluppo
dellimmaginazione cinestetica.
Dellinconscio somatico rimane attuale la lezione di Grod-
deck che fa presente come il corpo sia, per sua natura, schi-
zofrenico. Il corpo politico un corpo schizofrenico. La
terapia del corpo politico non intende curare la schizofrenia,
ma, al contrario, liberare il corpo da ogni tentativo di bloc-
care il processo schizofrenico.
Il movimento istituente del processo corporeo segue lo
stesso flusso del movimento deterritorializzato del processo
schizofrenico. Dotare lEs di un linguaggio significa, ai tempi
di Groddeck, riconoscere al corpo una dimensione politica,
dare diritto di cittadinanza a quelle espressioni soggettive
che non trovano ospitalit neanche dentro lio. Oggi si tratta
di riconoscere che il corpo politico deve essere prodotto, a
partire dal movimento della coscienza schizo.
Tale movimento pu essere bloccato dalla diagnosi medica,
oppure pu essere accolto, ascoltato, lasciato libero di scor-
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rere, come pensiero dellimmanenza.
Citando direttamente la fonte, leggiamo:
la parola schizofrenia, che viene usata da qualche tempo con molto ru-
more, ma con scarsa comprensione, vuol dire soltanto che tra il regno
dellanima del ventre e il regno dellanima del petto posta una barriera.
()La sede della separazione non il cervello, bens il diaframma; non
esiste scissione nellambito del pensiero, ma solo tra la sfera dellanima e
del ventre da un lato, e quella del cuore e del capo, dallaltro. () E nor-
male che tale separazione compaia quotidianamente, a ogni ora, in cia-
scuno di noi. ()
E ancora, si legge:
ogni essere umano tende a un altro essere umano, ma ne rifugge non
appena gli giunto troppo vicino. Non si tratta di una unione fra due indi-
vidui, ma sempre e soltanto di un avvicinamento; cos per i singoli uomi-
ni, per i popoli e per le razze; cos avviene anche nei reciproci rapporti
delle parti che costituiscono luomo, le cellule, i tessuti, gli organi, il capo,
il petto, il ventre.
Innumerevoli esperienze quotidiane ci testimoniano che lEs delluomo, in
particolari condizioni, considera il contenuto dellanima del ventre come
opposto alla natura dellanima del petto e del capo; lo sente perfino ostile
e pericoloso. 2
E una citazione interessante, che apre diverse linee di
interpretazione. Innanzitutto, normale che ci sia una frat-
tura, una scissione fra ventre e petto. Il diaframma, apren-
dosi e chiudendosi, regola il dinamismo della vita psichica.
Groddeck non esclude che tale scissione possa portare a
disturbi patologici, ma si muove in un continuum salu-
te/patologia, tale per cui i confini fra le due condizioni pos-
2 Georg Groddeck, Il linguaggio dellEs, Milano, Adelphi, 1966,
p.147-149)
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sono essere continuamente rinegoziati e ridefiniti. In altri
termini, non ci sarebbe una condizione di schizofrenia fissa
e statica, ma un movimento schizo di diverse intensit.
Data questa considerazione, possiamo aggiungere che la
cura della schizofrenia non ricomporre la scissione, ma,
piuttosto, aprire le linee nel piano corporeo tali per cui il
movimento possa scorrere, crearsi le sue traiettorie, decen-
trarsi. Possiamo aggiungere che se una forma di ricomposi-
zione possibile, lo solo a partire da pi centri. Non c
nel nostro corpo un solo centro, ununica forma possibile di
organizzazione, ma ci sono pi centri e pi possibilit di
composizione del movimento. Le linee scorrono dai centri
alla periferia e dalla periferia ritornano verso i centri, ma
deviando, biforcando e piegando memorie. Infine,
Groddeck, come pi volte affermato, non parla di corpo po-
litico. Tuttavia, egli stabilisce un parallelo fra ci che accade
in ambito politico, delle dinamiche delle alleanze e dei con-
flitti fra gli stati e le nazioni, e ci che accade fra le parti del
corpo: sia gli stati e le nazioni, sia i corpi e le parti del corpo,
cercano di ridurre le distanze spaziali con i propri simili, e,
non appena avvertano la prossimit, tendono a isolarsi e a
chiudersi. Ma se queste forze idiosincratiche che si muovo-
no nellEs seguono lo stesso movimento delle forze che re-
golano i sistemi di alleanze e conflitti fra gli stati e i flussi
delle popolazioni attraverso le nazioni, allora la terapia del
corpo politico di oggi non governare questo flusso, ricon-
durlo a un centro, ma, piuttosto, liberarle, affinch produ-
cano un corpo politico collettivo che possa deterritorializza-
re la sfera pubblica del mercato globale.
Laltro minoritario non pu ricevere diritto di cittadinanza
dallaltro maggioritario, a meno che l'universale singolare
della ripetizione non sia assimilato. A differenza delle forme
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espressive che sispirano al modello dellincorporamento-
performativit, che, come stato detto, ambiscono a creare
una sfera pubblica stratificata, attraversata da flussi cultura-
li contro-egemonici, teatro di forme di dissenso
Lazione performatica produce un corpo politico come
ripetizione delluniversalit sigolare del soggetto auto-
istituente. Questa ripetizione non pu avvenire nella sfera
pubblica n dellideologia neoliberale, n della critica
post-moderna. Lazione performatica piuttosto una tattica
per la de-istituzionalizzazione della sfera pubblica e linnesto
di un movimento istituente della cittadinanza del divenire
minoritario. Lazione performatica produce un corpo politi-
co, analizzatore delle contraddizioni interne allegemonia
neoliberal, attuando le istanze idiosincratiche del processo
corporeo, a livello individuale, collettivo, transnazionale.
Pi specificamente, lazione performatica enuncia la falsa
coscienza di una teorizzazione del mercato come regolatore
razionale di domanda-offerta, in cui la managerializzazione
dellamministrazione della sfera pubblica nasconde una isti-
tuzionalizzazione del potere finanziario transazionale. Solo
creando un altro territorio, non pi sfera pubblica ma
campo istituzionale, sar possibile riprendere la lotta sociale
per lauto-istituzione di un soggetto autonomo. Allora, nel
campo istituzionale, sar possibile rendere visibile il modo
in cui il desiderio come fattore politico stato sostituto dal
godimento. Ci che governa il capitalismo cognitivo non
sono tanto i meccanismi di auto-regolazione del mercato e
la razionalit delle formule matematiche che analizzano i
flussi finanziari, ma il controllo sulla vita della mente, quindi
sul pensiero, sulla memoria, sullimmaginazione, attuato a
tutti i livelli dellorganizzazione sociale. Per questo vogliamo
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produrre un corpo politico, radicato nel campo istituzionale,
capace di aprire linee di fuga, deterritorializzarsi e creare
nuovi mondi possibili, risvegliando limmaginario radicale
del potere istituente.
Oggi il senso di colpa non pi vissuto in relazione a
unautorit morale, non pi senso di colpa rispetto a un
giudizio etico, ma il senso di colpa nel processo di
auto-istituzione del soggetto. C un senso di colpa nel mo-
mento in cui ci si confronta con lautorit, con chi riveste un
ruolo decisionale e fa valere il suo potere. Qual il vissuto
corporeo di un cittadino o di un gruppo di cittadini che ri-
vendica uno spazio collettivo, che lotta per sottrare un edi-
ficio, un territorio, alla speculazione finanziaria? Qual il
vissuto corporeo di quei gruppi o di quelle individualit che
stanno facendo stewardship e sono accusati di occupare
spazi, di violare la legge e di infrangere la propriet privata?
Il corpo che rivendica il comune avr un corpo politico,
individual-collettivo, una moltitudine di singolarit. Questo
corpo da prodursi ed da istituirsi come soggetto di dirit-
to, in virt della sua stessa insopprimibile esistenza.
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Territori corporei
Disagio di cittadinanza
La terapia del corpo politico muove da una visione della
salute non pi tanto, o non pi solo, come assenza di
malattia, ma anche, e soprattutto, come possibilit per un
corpo di generare biodiversit soggettiva. La salute nel
corpo.
La salute una condizione di potenzialit espressiva in
attuazione. Un corpo che ha la potenzialit di esprimere ci
che lo affetta un corpo vibrante, sensibile, polisemico.
Anche quando salute mentale, si rimanda comunque a
una risonanza corporea di un disagio mentale. Non si pu
parlare di sofferenza psichica se non si parla anche del
modo in cui tale sofferenza si manifesta a livello somatico.
Un corpo espressivo un territorio generatore di
biodiversit soggettiva.
Ma come si esprime un corpo? In che modo la biodiversit
soggettiva pu generarsi da un territorio-corpo e trovare
espressione in una pratica collettiva di cittadinanza?
La terapia del corpo politico una pratica collettiva di
auto-cura da un disagio che non trova definizione nei
manuali di medicina.
Viviamo un disagio di cittadinanza ogni volta che il nostro
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divenire non trova appartenenza. E opprimente trovarsi
senza uno spazio in cui poter semplicemente essere, al di l
dei ruoli codificati e dei comportamenti prescritti.
Ogni ambiente in cui si svolge la nostra esistenza ci propone
delle sequenze di comportamento, a partire dall'attribuzio-
ne di ruoli che hanno la funzione di ricondurre la nostra
molteplicit ad un'unica forma accettabile.
In casa siamo mariti, mogli, genitori, figli, fratelli, sorelli,
suoceri... Recitiamo i nostri ruoli ripetendo e attuando ci
che abbiamo osservato nelle nostre famiglie di origine,
contribuiamo a codificare comportamenti stereotipati che
osserviamo e che a nostra volta proponiamo alle persone
che abitano nel nostro quartiere. In molti casi ci compor-
tiamo come le famiglie che vediamo in televisione. In altri
casi, ci mettiamo d'impegno a essere una famiglia modello,
secondo quelli che sono le istruzioni dei manuali di psicolo-
gia.
Ma c' una parte del nostro essere che sfugge tutto questo,
che si sottrae alla codifica, che reclama altro. C' in noi un
corpo senza organi, libero flusso del desiderio, territorio
senza confini, un corpo rizoma che anela a congiungersi con
altri corpi per comporre un corpo collettivo.
Quando il nostro corpo senza organi non trova altri corpi
con cui fare corpo collettivo, quando il nostro divenire
soggetto non trova altri soggetti in divenire con cui legarsi,
implicarsi, annodarsi, quando il nostro desiderio viene bloc-
cato dai comportamenti stereotipati, siamo in sofferenza.
Soffriamo di un disagio di cittadinanza quando non abbiamo
un territorio da abitare, quando non abbiamo uno spazio in
cui sperimentare, quando non abbiamo il tempo per stare,
sedimentare, crescere, respirare.
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Dalla sofferenza pu nascere un'idea, una visione, un
movimento propulsivo che ci porta ad agire per modificare
l'ambiente, per creaci un territorio. Dal disagio di
cittadinanza possono sorgere nuclei umani di resilienza
sociale che si attivano per creare ambienti generativi di
biodiversit soggettiva, spazi in cui il nostro divenire sogget-
to pu diventare una pratica di cittadinanza minoritaria, di
confine, trasformativa.
Come ascoltare il disagio di una persona, di un gruppo, di
una comunit in modo da evitare l'istituzionalizzazione di
tale disagio e tradurlo invece in un'azione generativa di una
nuova realt?
Come interpretare un disagio di cittadinanza e collaborare a
fianco delle persone che vivono tale disagio, in una
prospettiva di espressione, potenziamento, soggettivizza-
zione e non di contenimento?
Per istituzionalizzazione di un disagio si intende quel pro-
cesso tale per cui fenomeni che sono considerati "interfe-
renze" rispetto al governo della realt sono codificati come
degrado sociale, emarginazione, malattia mentale, disordi-
ne, ribellione o, al meglio, pressione. Si pu tracciare un
continuum che va da situazioni estreme in cui si verificano
atti di violenza, di vandalismo, di miseria esistenziale fino ad
arrivare a un altro estremo in cui anche l'azione di un
gruppo di persone che chiede un dialogo con le amministra-
zioni per far presente istanze, necessit, bisogni o per avan-
zare richieste e proposte considerato disturbante, una
fastidiosa interferenza con cui necessario interagire ai fini
della costruzione del consenso. L'istituzionalizzazione del
disagio la negazione da parte delle istituzioni, ma anche
da parte delle persone la cui professione le investe di un
ruolo istituzionale, della natura sistemica, strutturale e
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trasversale del disagio e la riconduzione dello stesso a un
fenomeno governabile attraverso la pianificazione, gli inter-
venti di rete, i dispositivi progettuali, le metodologie di
consultazione.
Per "contenimento" di un disagio si intendono quelle azioni
intraprese dalle istituzioni, dalle amministrazioni e dai
professionisti incaricati, finalizzate a ricondurre il disagio a
una situazione di governabilit, in modo da sottrarre alla
critica la componente sistemico-strutturale (interessi eco-
nomici, gerarchie di potere, speculazioni finanziarie, processi
di acculturazione... ) che interviene nella produzione del
disagio. A monte del contenimento del disagio, sta una
scelta politica finalizzata a bloccare il movimento istituente
di una persona, di un gruppo, di una comunit, per
preservare la struttura gerarchica dei processi decisionali e
il controllo delle decisioni che riguardano l'allocazione delle
risorse.
La cittadinanza del divenire minoritario
L'azione performatica azione del divenire minoritario.
Inventa movimenti, immagini, comportamenti che fanno
saltare le semiotiche significanti, aprendo linee di fuga dalle
identit binarie uomo/donna, mente/corpo; istituzio-
ne/gruppo... L'azione performatica azione attraverso cui
una persona o un gruppo agiscono per l'espressione del
proprio movimento istituente differenziale.
Oltre la dialettica istituente/istituito, l'azione performatica
intende listituente non tanto come una forza che delegitti-
ma listituito per istituire qualcosa di nuovo, ma come un
movimento che piega listituito per reimmetterlo nel diveni-
re. La funzione dellazione performatica creare un territo-
rio esistenziale nuovo per il propagarsi delle differenze.
L'azione performatica anche l'espressione del movimento
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istituente della soggettivit autogestionaria.
La soggettivit autogestionaria in s non n individuale n
collettiva, bens trans-individuale. L'azione della soggettivit
autogestionaria avviene attraverso il gruppo soggetto,
ovvero attraverso un gruppo che sia in grado di riflettere
sulle sue modalit operative interne. I gruppi
auto-organizzati e auto-gestiti non sono necessariamente
espressione di una soggettivit autogestionaria. Ci sono
anche gruppi autogestiti che rimangono assoggettati. Ci
che fa la differenza l'applicazione del metodo da parte del
gruppo nel rapporto con le istituzioni. I gruppi che operano
come movimento di cittadinanza attiva, rivendicando, non
mettono in discussione l'autorit e l'organizzazione
gerarchica dei processi decisionali. E quando un gruppo
preme per la de-istituzionalizzazione e innesta un
movimento istituente che diventa possibile parlare di
gruppo-soggetto. Questo non pu prescindere
dallinvenzione di un linguaggio inedito, che possa
enunciare ci che stato occultato.
Con il nostro corpo creiamo un territorio. Il modo in cui
camminiamo, la nostra postura, lo sguardo, il tono della
voce, la piega della testa, l'arco delle sopracciglia. ...
"Mamma, perch fai quella faccia?", dice il bambino. Chie-
de: che cosa sta accadendo? In che territorio mi trovo? Che
animale devo diventare per abitare questo territorio?
La terapia del corpo politico ha un fine politico, pi che te-
rapeutico. Si propone di produrre singolarit, ma intende
anche arginare la dispersione, ricondurre la biodiversit
soggettiva a una pratica collettiva di cittadinanza del diveni-
re minoritario, fare corpo politico per diventare una molti-
tudine che possa sottrare la sfera pubblica allegemonia
neoliberale e la riterritorializzi, diffondendo un nuovo
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linguaggio. Creare un territorio politico significa diffondere
un nuovo linguaggio. Inventare una nuova sfera pubblica,
performativa, transnazionale, una cittadinanza del divenire
minoritario, una moltitudine, e un corpo simulatore-
performatico macchina da guerra che lotta per legemonia
un flusso di comunicazione dissidente collettiva. Una
sfera pubblica transnazionale, territoriale. Non nella rete,
non fatta di social network, ma di isole In grado di compe-
tere con il capitalismo in termini di velocit. Un corpo
simulatore-performatico che diventa una macchina da guer-
ra, che diventa una moltitudine, che diventa un flusso di
comunicazione dissidente che deterritorializza la sfera
pubblica internazionale e va istituendo un nuovo territorio
di azione. Non ci pu essere azione politica infatti se non c
un territorio. La terapia del corpo politico come pratica di
incorporamento, semiosi del processo formativo corporeo
per la produzione di soggettivit transitoria, nomadica e
essa stessa destinata a destituirsi, trasformarsi, divenire
altro. La terapia del corpo politico non una pratica rivolu-
zionaria, non una strategia politica. E una forma di
resistenza ecosofica, una tattica e una fase transitoria.
Diventer, nel tempo, il paradigma ecosofico che rivoluzio-
ner la psichiatrica, le politiche della salute e il concetto
stesso di lavoro, agendo su molteplici piani; terapia del cor-
po politico, per contenere gli effetti della dispersione,
dispersione causata dalla fine di un certo modo di pensare e
istituire il lavoro; terapia della dispersione causata dal venir
meno delle categorie sociali di classe, genere, razza,
meta-categorie che riconducevano la molteplicit alluno.
Lazione performatica terapia del corpo politico, fin tanto
che agisce per riabilitare limmaginario radicale del potere
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istituente della soggettivit autogestionaria.
Dal corpo-panico al corpo politico, corpo simulatore-
performatico, moltitudine che deterritorializza la sfera
pubblica, istanze idiosincratiche diventano cittadinanza del
divenire minoritario. Ricomporre la dispersione, senza
tornare a categorie riduzioniste, ma abilitando il molteplice.
La cittadinanza del divenire minoritario diventa performati-
va, nel senso che enuncia e, enunciando, attua, istituisce,
il diritto al lavoro felice, il lavoro sottratto al morto capitale
e restituito alla vita.
Il corpo politico simulatore performatico il corpo che
produrr un nuovo corpo tecno-sociale, una macchina da
guerra in accelerazione.
Lattributo politico del corpo nella capacit del corpo di
produrre la salute. La salute una virtualit del corpo.
Non del corpo in quanto tale; del corpo fabbrica ecosofi-
ca di biodiversit soggettiva.
Conoscere il corpo, comprendere il corpo, significa aprire
una sperimentazione a partire dalla domanda: Che cosa
pu un corpo? E perch pu qualcosa che il corpo
produce salute, il corpo deve poter qualcosa, per diventare
sano. La salute non come condizione data, n acquisita
attraverso lintervento esterno, ma la salute come divenire
del corpo.
Il modello biopolitico espropria il corpo della salute.
Il modello disciplinario non considera la salute come una
questione del corpo, ma come una questione del corpo
sociale. E il corpo sociale che deve essere mantenuto sano.
Nelle societ primitive e nelle formazioni dispotiche, la salu-
te non questione del singolo corpo, dellindividuo. Non
un
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diritto politico. La salute una questione del corpo sociale.
Le istituzioni sono i codici che regolano la produzione
sociale di salute e malattia e la distribuzione della cura.
La figura dello sciamano, luomo medicina, cura attraverso il
suo corpo lintero corpo sociale. Cura il corpo del malato,
che viene considerato come parte del corpo sociale. Ci
accade anche nelle formazioni dispotiche. Nel capitalismo la
salute viene considerata qualcosa di astratto. Cos come il
lavoro astratto, anche la salute astratta. E astratta
proprio nel senso che viene estratta dal corpo sociale.
E astratta nel senso che viene formalizzata dal modello
quantitativo della scienza positivista. E astratta nel suo di-
venire diritto della persona, in quanto privata e non pi cor-
po sociale. Anche se la rivendicazione per il diritto alla salu-
te avviene attraverso la mobilitazione di un soggetto collet-
tivo, il portatore di salute il corpo-individuo.
E qui si innesta il biopotere. E, come ribellione al biopotere,
il corpo individuale si scompone in una molteplicit di
dividualit. Non diviene molteplicit ma proliferazione di
dividualit, contribuendo, nel ciclo, al consolidamento del
potere arbitrario, tale per cui lautorit rispetto alla
questione della salute e della malattia diventa qualcosa che
riguarda i centri di ricerca delle multinazionali farmaceuti-
che da un lato, e i manuali statistico-diagnostici dallaltro.
Ogni aspetto della nostra esistenza pu venire
medicalizzato. Da un lato, la medicalizzazione invocata
come liberazione dallo stigma sociale, dallaltro, contesta-
ta come svuotamento della dimensione esistenziale, nega-
zione della vita. Allora, pensare alla salute, il divenire sano,
non tanto come a un processo di guarigione, n come al
risultato di una cura, ma come a un processo di produzione
di eterogeneit, come espressione di potenza di esistenza,
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ma anche il divenire sano come un desiderio di salute, quin-
di come un movimento, un flusso evolutivo. Pensare anche
alla guarigione come ad unevoluzione aparallela. Salute
molecolare, senza pi distinguere corpo e mente. Non sia-
mo nella dimensione della psicosomatica, ma della schizoa-
nalisi.
Il corpo politico in quanto produce salute, salute come
potenza di esistenza. Il corpo politico in quanto pu essere
affettato e pu affettare altri corpi. Ma, anche, il corpo
politico perch il suo generare salute, come movimento del
desiderio, avviene sempre in un campo istituzionale, pu
avvenire solo l dove limmaginario radicale e limmaginario
sociale si intersecano, nel campo istituzionale.
La psico-analisi dellinconscio agisce per ricondurre la
potenza di esistenza alluno, larchetipo-re, e riportare il
movimento schizo allorigine, alla fine arrivare a chiedere
protezione allAltro egemonico. LEdipo postula linconscio
come triade e regola i rapporti di forza fra il molteplice, per
ricondurre il molteplice alluno, per ricondurre la differenza
allAltro.
Dare diritto di cittadinanza alle parti del corpo deterritoria-
lizzate, significa anche dare diritto di cittadinanza ai connet-
tori, alle figure che sfuggono agli archetipi, ma sfuggono
anche la codifica sociale. La funzione delle istituzioni nelle
societ primitive era quella di sussumere limmaginario
radicale nellimmaginario sociale. La codifica delle istituzioni
teneva limmaginario sociale ancorato a quello sociale.
Le localizzazioni psichiche quando rilasciano lenergia psi-
coide degli archetipi, emettono dei connettori. Che territo-
rio trovano questi connettori? Il nostro corpo organizzato,
prodotto in modo da espellere i connettori; larmatura, la
corazza caratteriale, gli schemi posturali, le fasce, le espres-
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sioni facciali sono tali da segmentare il corpo. Tutto il nostro
corpo segmentato. La segmentazione funziona per
sovrasignificare, ci che sta dentro la linea istituito, ci
che sta fuori sovrasignificato. La terapia del corpo politico
applica levoluzione parallela, un divenire altro per fare
corpo politico con la manifestazione patica, per designificar-
la.
La psichiatria funziona come dispositivo di controllo a
servizio del capitalismo cognitivo. Controllo della vita della
mente, quindi controllo del pensiero, dei flussi di pensiero e
di come i pensieri si propagano nel corpo. La terapia del
corpo politico non salute mentale radicale, non neanche
salute olistica, ma designificazione della manifestazione
patica. Considera le manifestazioni patiche come snodi della
singolarizzazione, linee di deterritorializzazione che non
devono essere ricondotte al centro, ma che hanno la
potenzialit di creare nuovi territori. Ma questo possibile
superando la concezione della sfera pubblica che postula
una pratica di cittadinanza come civitas, come
incorporamento-performativit dei valori dellAltro egemo-
nico. Non si tratta di dire: il panico che assale sempre pi
persone nello svolgimento della vita quotidiana sta al
panico dei mercati rispetto agli andamenti della borsa.
Tantomeno, il panico dei mercati causa il panico nella socie-
t. Il panico (cos come depressione, sindrome bipolare,
ecc.) rappresentano il limite del capitalismo, il blocco. E tale
blocco riguarda, continua a riguardare, il potere istituente
del soggetto che il capitalismo da un lato ha bisogno di
produrre, dallaltro deve bloccare.
Lalbero genealogico dellinconscio
Edipo larchetipo sovrano che governa lalbero
genealogico dellinconscio.
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Il complesso di Edipo ha la funzione di controllare che il
nostro processo di individuazione, il dispiegarsi delle forze
psichiche non vada in direzione della molteplicit, ma vada
in direzione delluno. E per un divenire maggioritario del
soggetto. Lindividuazione deve avvenire attraverso un
processo di assimilazione allaltro egemonico.
Nella schizoanalisi, invece, lindividuazione un processo di
divenire minoritario, di disgiunzione delle parti, di scompo-
sizione dellaggregato io, dellassemblaggio corpo, del con-
catenamento enunciativo soggettivo. Per poter essere
scomposti i soggetti devono prima essere prodotti, ma
una produzione che tale in quanto scomposizione, non in
quanto istituzione. Listituzione istituisce luno che diventa
lAltro egemone cui le parti del s devono essere ricondotte.
La psicoanalisi istituisce lautorit come Altro egemonico,
che dentro il campo sociale, ma costituisce il punto di
arresto del processo di deterritorializzazione.
In che termini lEdipo ancora attivo? E ancora attivo come
dispositivo tale per cui la differenza, invece di istituirsi per
s e da s, chiede allistituzione di essere riconosciuta e
inclusa.
La linea si quindi spostata: la proliferazione di differenze
che articolano identit collettive per competere nella sfera
pubblica proponendo un discorso culturale contro-
egemonico non pu pi essere considerato un movimento
radicale, ma deve essere considerato un modo di far politica
inscritto entro laccettazione dellassiomatica neoliberal.
Il corpo politico perch il corpo produce salute, salute
come potenza di esistenza.
La salute non ancora potenza di esistenza. Solo un corpo
politico pu esprimere salute come potenza di esistenza,
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come evoluzione creativa. Neanche il corpo del modello
incorporamento-performativit potenza di esistenza.
E corpo depotenziato rispetto alla sua capacit di significa-
zione. E comunque assoggettato alla dittatura del signifi-
cante, collocato ancora dentro il modello della rappresenta-
zione.
La performativit come reiterazione e rappresentazione non
la performance del performatico, come espressione e in-
venzione.
Il capitalismo deve sfruttare il movimento istituente del
soggetto, ma deve anche evitare che tale movimento diven-
ti auto-istituzione. Il teatro dell'Edipo il dispositivo che
regola il processo di soggettivizzazione, il modo in cui il sog-
getto dispone e organizza la molteplicit che ha in s. Il pro-
getto della psicoanalisi governare il processo di soggetti-
vizzazione, produrre il soggetto attraverso l'Edipo, ovvero
assimilare la differenza che il soggetto produce nel suo
movimento di auto-alterazione ad un Altro egemonico.
Il soggetto tale perch in relazione ad un Altro che lo
istituisce e lo istituisce assimilandolo. La schizoanalisi
propone invece di destituire il soggetto, ripartendo da ci
che era disponibile nel setting prima di Freud: l'Es, il corpo
senza organi, il flusso deterritorializzato del desiderio. La
schizoanalisi propone il processo di individuazione psichica,
la genesi di singolarit nel divenire altro del soggetto. In
questo divenire altro, il soggetto una fase del processo di
individuazione e, in quanto tale, qualcosa che deve essere
superato. C' un divenire minoritario nel processo d indivi-
duazione che il soggetto riconduce a s. Liberare questo
divenire minoritario dall'assoggettamento al soggetto una
frattura interna che apre a una nuova inserzione nel
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processo di individuazione, per la genesi di singolarit. Ma la
singolarit non l'individuo, sempre espressione di una
molteplicit. La singolarit individuazione di una moltepli-
cit-rizoma.
Apparentemente, lEdipo ha perso valenza. Demolito scien-
tificamente, difficile da pensare in termine di nevrosi da
inibizione, o di nevrosi da repressione sessuale. Difficile
pensare allEdipo in termini universalistici. Eppure, sembra
pi universale e pi attivo che mai. Man mano che si
estende il progetto della globalizzazione e legemonia
neoliberal, lEdipo diventa una macchina astratta,
dispositivo impersonale di autoregolazione dei flussi,
organizzatore della nostra vita psichica, del modo in cui si
stratificano gli affetti.
Perch uno dice sono depresso? Linsorgere di una mani-
festazione patica ha origine nel corpo, quando una deterri-
torializzazione corporea viene bloccata, ricondotta entro un
territorio. Dire panico, depressione, ansia, mania, sindrome
bipolare, sindrome borderline, significa gi aver bloccato
una deterritorializzazione corporea identificandola con un
affetto. Ma questo affetto transindividuale, non mai solo
della persona che lo vive; del campo di forze che
attraversano la persona. E lo stesso per quanto riguarda
comportamenti devianti, sono sempre e comunque espres-
sioni corporee che sono tanto pi patologiche quanto pi
si distanziano dallincorporamento dei valori della civitas.
Nella prospettiva della terapia del corpo politico, linsorgere
della manifestazione patica va considerata sullo sfondo del-
la sfera pubblica, il set in cui vengono incorporati e perfor-
mati i valori del patriarcato neoliberal. La terapia del corpo
politico non fa una critica dei valori, ma fa corpo politico con
le manifestazioni patiche, designificandole e riarticolandole
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in un corpo collettivo del divenire minoritario. Non si tratta
di rilanciare una militanza di anti-psichiatria, n di attivismo-
artistico, contribuendo a consolidare la linea di segmenta-
zione fra lAltro maggioritario e laltro minoritario. Si tratta
di fare corpo politico con laltro minoritario, di lasciarsi de-
territorializzare dallaltro minoritario, divenire altro in se
stesso.
Non c pi il complesso di Edipo, perch il soggetto ormai
edipico.
La psicoanalisi ha portato a termine il suo compito, essendo
ormai lEdipo il dispositivo che regola il legame
soggetto/istituzione. Il soggetto tale perch Edipizzato. E
lEdipizzazione del soggetto si completa con
lincorporamento del corpo sociale della legge. La recente
pubblicazione del DSM V, anche se criticata dagli psicoanali-
sti, in realt il compimento del progetto della psicoanalisi.
Istituisce la salute come espressione della soggettivit
edipica. La persona sana il soggetto edipizzato, che accet-
ta di ricevere una diagnosi e di diventare un caso clinico.
Anche se la psicoanalisi critica questa de-umanizzazione/
oggettivizzazione del vissuto, in realt, la matrice operativa
comune. Non si discute su cosa sia salute e cosa sia malat-
tia. Il sintomo c. Allora, si discute sulla cura: farmaco o
psicoanalisi? Ma, dalla prospettiva della terapia del corpo
politico, la domanda da formulare, piuttosto, come pu
avvenire lincorporamento dellEdipo? Pu avvenire
lincorporamento dellEdipo senza produrre malattia?
Lincorporamento dellEdipo avviene segmentando il corpo
senza organi, tracciando linee rigide fra salute e malattia.
Come si riconosce una persona depressa? La postura, curva,
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il petto incassato, la testa piegata, landatura lenta, la voce
che fatica a uscire, lo sguardo spento. La depressione il
corpo del depresso. La mania il corpo del maniaco. La di-
pendenza il corpo del dipendente. E, al tempo stesso,
perch qualcuno dice: mi sento depresso, sono ansioso, ho
un attacco di panico, sento delle voci Dove qualcuno ha
imparato ad associare un certo flusso di affetto ad una
parte del corpo, dove qualcuno ha imparato a pensare che
un certo comportamento sia proprio della depressione, o
dellansia, o della mania, fino a comporre affetto-corpo-
comportamento in un aggregato esistenziale che viene
preso come gi dato?
Perch nessuno si interroga sul campo sociale come sfondo
dal quale si viene a comporre quellaggregato esistenziale?
La schizoanalisi si pone questa domanda. La terapia del
corpo politico si interessa di quel campo sociale; analisi
delle linee che dal campo sociale vanno a segmentare il cor-
po senza organi, componendo un aggregato corporeo di
affetto-comportamento-pensiero che viene giudicato salute
o malattia.
Perch giudicato?
Perch sempre pi nel parlare comune alimentato dalla
psicologia, la salute sembra essere una questione di virt e
la malattia una questione di vizio: puoi cambiare la tua vita,
diventa ci che sei, guarisci i conflitti interiori e sarai sano,
impara a perdonare e non soffrirai pi di mal di testa.
Controlla la fame emotiva e vedrai che il tuo corpo ti dir di
cosa ha bisogno
Ma, soprattutto, lincorporamento dellEdipo depoten-
ziamento di esistenza. Il giudizio morale stato sostituito
dal giudizio clinico. La diagnosi, proprio per la sua assoluta
oggettivit, cos a-scientifica da essere un giudizio, una
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valutazione aleatoria soggettiva. Il procedimento diagnosti-
co inverso al procedimento scientifico: non c unipotesi
che deve essere verificata; ma c qualcosa che gi stato
verificato e che viene usato per corroborare valutazioni
soggettive. Ma, ovviamente, si nega che siano valutazioni
soggettive perch, appunto, si dice, mistificazione, che ci
che si osservato. Senza tener conto che ci che si osser-
vato, lo si osservato gi applicando un metodo di osserva-
zione che fa un calco della realt.
Il fatto che non sia pi possibile essere senza sintomo diven-
ta la forma del nuovo potere arbitrario sui corpi.
Senza sintomo
La vita come zo la vita dentro la vita. In greco si distingue
la vita come bios, vita in generale dalla zo, la vita come
singolarit. Il biopotere potere sul bios, sulla vita intesa
come ciclo di vita di un individuo, di un gruppo, di una
popolazione. Ma il potere arbitrario sulla vita dentro la
vita.
La vita che scorre dentro la vita, come forza pura, quella vita
che il fantasma della macchina.
Senza sintomo perch il sintomo continuamente evocato,
tutto sintomo di qualcosa, noi ragioniamo in termini di
sintomo. Tutto il nostro discorso una sintomatologia;
perch questo sintomo di questo che sintomo di quello,
in un rimando infinito. Il sintomo rimanda a qualcosa, ma, al
tempo stesso, ci cui rimanda che lo fa essere sintomo
(siccome c questo, e questo c), allora questo un
sintomo di questo e, quindi, quel sintomo c. Questo il
potere arbitrario. Questo il modo in cui funziona
lassiomatica della psichiatria, da cui derivano tutte le
assiomatiche di regolazione del corpo sociale. Ma, al tempo
stesso, il sintomo anche auto-indotto come blocco del
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processo di deterritorializzazione. Meglio avere un sintomo
che essere deterritorializzati! Indursi un sintomo un modo
per rendersi riconoscibili, per inscriversi in unassiomatica.
Avere un sintomo diventa necessario per individuarsi. Se
nella societ del controllo non ci sono pi individui, ma
dividualit, indursi il sintomo una possibilit per indivi-
duarsi, per ricomporre la dispersione.
Ma il capitalismo ha gi superato la linea, gi diventato un
sistema decodificato di appropriazione in cui non c pi
alcuna capacit di codificare. Il sintomo diventato una
copia della copia, un simulacro. Per questo il soggetto-Edipo
senza sintomo, ma il sintomo ritorna come copia del
sintomo, sintomo che viene evocato, auto-indotto,
suggerito, attribuito, performato e diagnosticato.
Senza sintomo perch il sintomo non ha un referente empi-
rico, ma ha valore in quanto il significante in un discorso,
permette il processo di identificazione simbolica, senza il
quale ci sarebbe il deserto. O il vuoto o il soggetto Edipico.
Non per questo il sintomo-simulacro non ha effetti!
Ma come vengono accolti e interpretati questi effetti? Ven-
gono sovrasignificati o vengono designificati?
Il corpo rizoma delleconomia della conoscenza non un
corpo senza organi. Non il corpo che ha incorporato la
gerarchia del potere, i valori dellideologia egemone e che
attua il comportamento prescritto dallorganizzazione
sociale dei ruoli. E un corpo deterritorializzato, espressivo,
rizomatico. Ma anche un corpo-sintomo, il corpo del
soggetto-Edipo, corpo segmentato in linee di salute e di
malattia; qui sto bene, l sto male.
Il soggetto-Edipo diventa corpo Edipo, poich lEdipo
funziona come dispositivo di regolazione dei flussi di affetti,
li aggrega in vissuti emotivi, stati mentali, pensieri, identifi-
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cazioni simboliche. LEdipo nel corpo cattura il potere
istituente del soggetto, orientandolo in direzione dellauto-
istituzione: io. Ma il potere istituente del soggetto non
per istituire qualcosa, per disarticolare listituito. Il potere
istituente del soggetto segue il movimento della dialettica
negativa, riassorbire nel divenire ci che pretende istituirsi
come qualcosa che perdura, di fisso e di stabile. Il movimen-
to positivo del potere istituente non per istituire qualcosa,
ma per abilitare la molteplicit, oltre il soggetto stesso:
non-io.
Il soggetto -Edipo del capitalismo cognitivo il soggetto in
salute, senza sintomo. E un soggetto ideale, fittizio, pura
astrazione. Al tempo stesso, lidentificazione simbolica con
questo soggetto ideale funzionale allautoistituzione del
soggetto, in quanto punto di arresto del movimento
istituente del processo di individuazione. Il punto di arresto
non pu che produrre un sintomo, che gi copia del sin-
tomo, simulacro.
La schizoanalisi tutta una demistificazione del sintomo,
ma, anche, un riportare il desiderio verso il desiderio di un
mondo. Perch il desiderio non mai desiderio di qualcosa,
non neanche desiderio astratto, ma desiderio di un mon-
do.
La genesi di manifestazioni patiche sono le forze di anti pro-
duzione del capitalismo, che sono altres necessarie al capi-
talismo per perpetuare la produzione, avendo ormai rag-
giunto il limite dellappropriazione. Ma, appunto, ricondurre
le manifestazioni patiche a sintomi, inscriverle in un discor-
so di salute, mentale, fisica, olistica, non importa cosa, a
questo punto non fa differenza, significa rinunciare a vedere
in queste manifestazioni il germe della biodiversit sogget-
tiva.
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Lazione performatica non una messa in scena di qualcosa,
non rappresentazione, invenzione di forme che non pos-
sono essere pensate a priori. La composizione dellazione
performatica processuale, immanente. Nellazione
performatica accade qualcosa di inatteso, non pianificato.
Non n improvvisazione, n esecuzione di copione. E la
graduale composizione di un assemblaggio macchinico di
inconscio, campo istituzionale, corpo senza organi, che
genera unecceit, un accadimento, inserzione nel divenire.
Avanza unidea della salute che non muove dalla coppia
binaria salute/malattia, pertanto la salute non disordine
ricondotto ad un ordine. Si tratta di tracciare linee di salute
non secondo la veridicit scientifica, ma secondo le
coordinate del desiderio. Nella prospettiva schizoanalitica la
malattia non qualcosa di esterno che accade, non qual-
cosa di estraneo che si insinua nel corpo. E un flusso che
attraversa il campo sociale e che interseca un corpo, un
corpo che in quel momento pu essere affettato. Essere
affettato, come perdita della salute, depotenziamento, ma
la possibilit di essere affettato anche massimo grado di
potenza. E la condizione da cui diventa possibile incontrare
alleati poetici con cui produrre un corpo politico.
Linconscio istituzionale
Secondo lideologia neoliberal, la funzione della sfera
pubblica quella di distribuire gli interessi dei gruppi sociali
in organizzazioni, ai fini di riarticolare lutile individuale con
linteresse di un gruppo. Attraverso la ragione deliberativa, i
gruppi competono per acquisire egemonia nella sfera
pubblica, negoziando la propria capacit di influenzare i
processi decisionali e ricercando collettivamente di raggiun-
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gere il consenso per la realizzazione del bene comune.
Questa ideologia sostenuta da una concezione delle istitu-
zioni come rete di organizzazioni. In quanto reti di reti, le
istituzioni contengono sempre un surplus, la loro capacit di
dare rappresentanza, proponendosi come il contesto
allinterno del quale avvengono le interazioni fra gli attori
sociali. Le istituzioni quindi, sono rappresentative in quanto
contengono le regole, le norme, i codici e i valori che
regolano linterazione nella sfera pubblica. Le istituzioni
spingono il soggetto a uscire dallimmaginario per entrare
nel registro simbolico del reale. La loro funzione diventa
quella di educare alla sublimazione di quelle passioni che
altrimenti rischierebbero di deteriorare il tessuto sociale:
avidit, avarizia, lussuria, vanit.
Le i