Azione del freddo su una sola parte della crisalide di Lepidotteri

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This article was downloaded by: [University Of Maryland] On: 17 October 2014, At: 10:42 Publisher: Taylor & Francis Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Bolletino di zoologia Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/tizo19 Azione del freddo su una sola parte della crisalide di Lepidotteri Filippo Cavazza Published online: 14 Sep 2009. To cite this article: Filippo Cavazza (1951) Azione del freddo su una sola parte della crisalide di Lepidotteri, Bolletino di zoologia, 18:4-6, 171-174, DOI: 10.1080/11250005109439123 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11250005109439123 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content.

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Bolletino di zoologiaPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/tizo19

Azione del freddo su unasola parte della crisalide diLepidotteriFilippo CavazzaPublished online: 14 Sep 2009.

To cite this article: Filippo Cavazza (1951) Azione del freddo su una sola partedella crisalide di Lepidotteri, Bolletino di zoologia, 18:4-6, 171-174, DOI:10.1080/11250005109439123

To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11250005109439123

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ElLIPPO OAYAZZA

Azione del freddo su una sola parte

della crisalide di Lepidotteri.

Per diversi decenni ho fatto esperienze sull'azione di agenti C-sici c chimici sul soma di animali di diversi gruppi, sia agendo sulle uova (vergini o fecondate) sia sulle larve, sia sulle crisalidi (insetti) c°me su giovani e anche adulti (anfibi, uccelli). Non sto ad accen-cennare in queste poche parole ai risultati ottenuti ne al confronto eke ne no fatto, volta per volta, con i risultati delle numerose espe-rienze dei diversi esperimentatori.

Le reazioni con espressioni morfologiche dei diversi organismi risultano nettamente specifiche e legate alia costituzione fisiologica di ciascuno di essi, quindi in ultima analisi si debbono ritenere p re -determinate nel tipo di variazione, nella direzione di essa e talvolta nella ampiezza, dalla costituzione genetica dell'individuo sottoposto allo stimolo.

I gruppi animali sui quali bo ripetutamente operato con diversi ageriti, o per meglio dire le specie, sono le seguenti : Lepidotteri — Vanessa urticae e Vanessa io (azione della temperatura e della umidita ambientale), Malacosoma neustria (freddo temperato sulla crisalide, ossigeno sulla crisalide e sulle larve, modificato nutrimento) - Bom-bix mori (sulle larve con diversi sali minerali acidi, e alcali per 6 anni) ; Anfibi : Triton vulgaris (idem) - liana esculenta e Rana rufa (modificazione delYabitat); - Uccelli - Coturnix coturnix (azione della umidita ambientale e di una modificata dieta alimentare), Anas pla-tiryncha (modiOcazioni delle secrezioni interne delle gonadi, gona-dectomia, rigenerazione, inversione, innesto - cio valutando le varia-zioni come somazioni).

Confrontando i risultati ottenuti con quelli dei numerosissimi autori cbe hanno sperimentato i piu diversi agenti esterni sulle piu diverse specie del regno animale, si viene alia conclusione eke le modiGcazioni somaticbe, le somazioni, sono predeterminate, sia come

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forma di variazione sia come ampiezza di csse, dalla possibility e dal tipo di reattivitii propria dcH'organismo ; sono . cioe in ultima analisi determinate dal patrimonio ereditario (cromosomico c ci to-plasmico) delPessere vivcnte sotloposto all'azione ambientalc, e cio assai spesso indipendentemente dalla vicinanza sistematica, dalla af-fioita di struttura generale di essi esseri viventi, come spesso indipen­dentemente dagli stessi tipi di stimolo fisico o cbimico che, modi-ficando I'equilibrio normale di quel dato organismo, determinato il passaggio da potenza in atto della reazione possibile e speciGca p ro -duttrice della variazione di forma;

Sappiamo benissimo che le reazioni fisiologiche di interi gruppi di organismi sono collegate a certi fondamentali tipi di stimoli, sono cioe omologhe, ma le le risposte morfologiche secondarie, somaticbe, che derivano da esse modificazioni fisiologiche, dipendono dalla c o -6tituzione ereditaria di ciascun organismo ; specie, razza, genotipo. Cio dimostra una volta ancora la enorme coinples3ita della cellula vivente e in modo speciale della costituzione della cellula ^gamete* che predispone e Iimita in potenza non solo le fuuzioni fisiologiche del soma che da essa deriva e le sue reazioni primarie semplici, fi­siologiche e neuro-sensitive, ma anche quelle secondarie e morfolo­giche che si traducono nelle variazioni di caratteri che si definiscono come somazioni.

Cosi si spiega che gli agenti piu disparati, sia fisici che chimici, producono il piu delle volte somazioni simili in un dato organismo, mentre producono variazione diversa in organismi anche sistemati-camente vicini.

Non mi addentro in questa discussione generale che non e og-getto di questa breve esposizione,. ma ho creduto utile accennarvi perche da ragione della esperienza che per sommi capi espongo.

J\ei lepidotteri I'azione della temparatura, della umidita, de l -l'aria sovraccarica di ossigeno, di uaa • modificata alimentazione e stata da molti autori speriinentata e da me per parecchi decenui.

Nella Vanessa urticae e nella Vanessa io I'azione del freddo sulla crisalide produce (come in tutti gli insetti) un prolungamento del periodo di ninfosi e in queste specie una evidente e talvolta forte variazione melanica.

Dopo aver ripetuta la prova per parecchi anni agendo sull 'in-tero organismo, volli tentare di esperimentare I'azione del freddo prolungato su di una sola parte delta crisalide per vedere se il m o -dificato equilibrio prodotto dall'anormale azione esterna pro.duceva

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la somasione, la variazione somatioa, su tutto l'organismo o sola -incntc sulla-parte di esso sottoposta all'azione.

Appena formata la crisalide da larve vissute ed alimcntate in condizioni normali, le divisi in tre gruppi: il primo, di controllo, seguitava fino alia formazione dell'imago in condizioni normali; il secondo, di 100 esemplari, veniva messo in una casetta di legno ae -rata e quasi buia il cui interno veniva mantenuto ad una tempera-tura che oscillava dai 4 ad un massimo di 12 eg, nelle 24 ore ; i 100 esemplari del tcrzo venivano, crisalide per crisalide, Cssati con plastilina in un foglio di ebanite a buchi di misura simile alia cr i ­salide vista latcralmente, e tale foglio serviva da coperchio ad una scatola identica a quella dove stavano le larve del secondo gruppo. In tal modo una meta laterale di ogni crisalide era volta in alto nel-l'ambiente normale con temperatura che ha oscillato da 18 a 26 eg., mentre l'altra meta volta in basso era nella cassetta tenuta alia bassa temperatura come quella del gruppo secondo.

Come negli anni precedenti le crisalidi tenute al freddo nelle suddette condizioni per 15 giorni (gruppo secondo) presentarono un allungamento medio della ninfosi di 9 giorni e morfologicamente un evidentissimo melanismo nella colorazione delle ali con la quasi scom-parsa delle zone bianche ed il cambiamento delle zone normalmente pigmentate in ro§so, in giallo, marrone. La mortalita fu minima, 3 su 100.

Le crisalidi del terzo gruppo, che furono tenute con una sola meta del corpo al freddo per lo stesso periodo di tempo, hanno p re -sentati 4 fenomeni: 1° una mortalita del 12 %; 2° una minfosi p ro-lungata in media di 6 giorni, e cioe poco meno che in quelle del gruppo secondo; 3° una leggera, sebbene variabile'da individuo a individuo, diminuzione di sviluppo degli arti e dell'antenna del lato raffreddato : 4° II tipico melanismo delle ali della sola parte colpi-ta dall'azione del freddo.

II fatto della mortalita aumentata e dello sviluppo deficiente degli arti e antenna colpiti dall'azione del freddo, sono spicgabili col fatto che mentre gli organi esposti al calore normale si sviluppavano con ritmo normale, quelli che stavano al freddo avrebbero dovuto avere un maggior periodo di tempo per completare il loro sviluppo, ma cio non fu concesso per effetto della parte normalmente svilup-patasi. II prolungamento infatti della ninfosi, che fu di 9 giorni (da 7 a 11) per gli esemplari stati tutti al freddo, c ridotto in quelli del

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gruppo terzo a 6 giorni che non sono sufficicnti alia completa ine-tamorfosi dcgli organi che hanno avuto sviluppo ritardato.

La variazione melanica e comparsa, in certi casi piu attcnuata, nella sola parte direttamente colpita dalVazione esterna senza ues-suna ripercussione sulla pigmentazione e il disegno delle ali forma­tes! nella meta corporea esposta alia temperatura normale.

Non mi dilungo in interpretazioni, ma ho voluto esporre b r e -vemente i risultati di questa esperienza che mi pare dimostrino la potenziale. reattivita specifica dei singoli tessuti del soma quasi i n -dipendentemente dalla azione di quella modiGcazione generale del metabolismo che I'agente esterno e logico produca neH'organismo intero.

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