AUTUNNO 2010

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Le Sante 2 Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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AUTUNNO2010

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Le Sante2Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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In redazioneLaura Di Palma, Marcello Bonomi, Dino Matesich, Loredana Mantovani, Delia Richiedei, Suor Elisa-betta Buffoli, Davide Riccardi

Hanno collaborato a questo numeroDon Tino Decca, Don Andrea Dotti, Tiziana Ossola Baiguera, Tiziana Ragusa Tarallo, Marco Mor, Maria Bonoldi Mottinelli, Filippo, Davide, Anna, Mariagra-zia, Maria, Etiene Bicelli, Azio, Elena Napoletano, Lu-cia, Giuseppe Fidone, Suor Daniela e Suor Sandra, Enrico Boerci, Tommaso, Eleonora e Benedetta Zullo.

Sommario

PRIVACY E CERTIFICATI La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino parrocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la con-ferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’ag-giornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

Festivo Invernale Estivo 8.00 8.00 10.00 10.30 11.15 18.30 18.30Prefestivi e Sabato Invernale Estivo 8.00 18.30 18.30Feriale Invernale Estivo (da lunedì a giovedì) (da lunedì a giovedì) 8.30 8.30 17.30 (venerdì) (venerdì) 20.30 20.30Confessioni il venerdì dalle 18.00 alle 20.00

Don Tino tel. 030 2301955 [email protected] Andrea tel. 030 2301793 [email protected]

Operano nella comunità

ConsiglioPastorale Parrocchiale Parrocchia tel. 030 2301955

Consiglioaffari economici Natale Cosatto tel. 030 2310214Catechisti/animatori Don Andrea tel. 030 2301793Terza età Suor Laura tel. 030 2306856Coro adulti Antonio Idra tel. 030 2306229Coro giovani Tiziana Sbardellati tel. 030 2300359 Sabrina Giambattista tel. 030 2311531

Equipè missionari Marida Canori tel. 030 2310253Associazione pensionati Masserdotti Guido tel. 030 2304297

Ass. dilettantisticasez. calcio Luca Papa tel. 335 1024877sez. pallavolo Alex Guizzo tel. 340 5818707

Redazione Marcello Bonomi tel. 030 2306317Giornalino parrocchiale Laura Di Palma tel. 030 2319767

Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli tel. 030 2306347Commissione Liturgica Francesca Bottari tel. 030 2304064Commissione Carità Marida Canori tel. 333 8555677Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema tel. 030 2304541Consiglio Diret. Oratorio Flavio Nicassio tel. 349 1412836Commissione Cultura Laura Di Palma tel. 030 2319767Iniz. Cristiana Genitori Franco e Cristina Mandonico tel. 030 2310208Lab. evangelizzazione Federico e Luisa Plebani tel. 338 1255987Atelier Betania Maria Mottinelli tel. 030 2310206Gruppo ministranti Don Andrea tel. 030 2301793 Davide Riccardi tel. 030 2319767Coro Bambini Angela Nicassio tel. 030 2311412Gruppo Teatro Giamba Zambelli tel. 030 3531228Caritas Carla Ghidini tel. 030 2304526Biblioteca Franca Crescimbeni tel. 030 2310173Sacrestia Franco Perna tel. 340 3726777Equipè battesimi Salvo Giuffrida tel. 335 1908781

Orario delle Sante Messe

I nostri sacerdoti

“Le 2 Sante” trimestrale della Parrocchia delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa - BresciaDir. resp.: don Tino Decca (ODG elenco speciale) - Autorizzazione del Tribunale di Brescia - n. 46 del 23-11-2007

Casa diventa chiesaChiesa diventa casa 3

Da Gerusalemmea Emmaus 4

Sport nel giornodel Signore? 5

Le 2 Santeper il progetto Africa 6

Missione canossianaad Ariwara 8

Grest 2010 9

L’incredibile estatea Bossico 10

Quando le partisi invertono e i nostri ragazzidiventano catechisti 11

Adorazione eucaristica:sacramento d’amore 12

Laboratoriodi evangelizzazione 14

“Annunciate il vangeload ogni creatura” 15

Dieci annidi Villa Elisa 17

Grazie a voi...fratelli e sorelle 19

La chiesa tutta... una! 20

Anagrafe parrocchiale 22

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Don Tino

Carissimi in Cristo, l’estate è trascorsa e spero bene per tutti! Auspico sia stato un periodo di meritato riposo, un tempo per vivere intensamente gli affetti più cari. Anche noi in Parrocchia ci siamo trovati ogni martedì per pregare e affidare il nuovo anno al Signore! “Restate in città finchè non siate rivestiti dall’alto”. Nel Vangelo di Luce, così si congedava Gesù dai suoi, perché il dono dello Spirito Santo scendesse su di loro e desse loro quella for-za della testimonianza. Anche noi abbiamo chiesto il dono dello Spirito Santo perché i nostri impegni, le nostre scelte, siano guar-dando a Lui. Ma all’inizio di un nuovo anno pastorale, l’ottavo che viviamo insieme, mi chiedo quale sia la caratteristica madre, la nostra peculiarità. O meglio, cosa ci stiamo a fare noi cristiani nel mondo?! Perché non dare un senso a tante cose?! Vi lancio una sfida: la nostra Parrocchia diventi una casa, in mezzo a tante case (le vostre case!). Al di là di ogni retorica desidero sottoporvi al-cune riflessioni. Nel Vangelo leggiamo che quando Gesù parlava del suo atto d’amo-re, la croce, alcuni dicevano: “questo lin-guaggio è duro”… e da quel momento non andavano più con Lui. I discepoli, invece, interrogati se volessero andarsene anche loro risposero: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna! (Gv 6, 68). Così, carissimi, fino ad oggi ci sono persone per le quali è chiaro che le parole di Gesù sono spirito e vita e perciò le seguono. Ad altri, invece, sembrano dure e cercano altrove ben magre consolazioni. Allora, ecco la nostra vocazione! Avvolti dalla dolcezza della voce del Signore, annunciamo a tutti il suo grande amore! Questo è evangelizza-re: portare il Vangelo. Ma come possiamo fare? Le nostre case sono le prime chiese. Se lì abita il Signore, se è uno di casa, se è

lo sposo che i coniugi hanno sposato, pos-sono diventare centri d’irraggiamento del Vangelo. Penso e sono convinto che una riscoperta della nostra casa come Chiesa possa preludere a farci sentire la Chiesa come la nostra casa. Al centro Gesù. Ab-biamo lanciato l’adorazione perpetua per dire che è Lui il Padre buono, colui che ci evangelizza e che ci comunica l’amore del Padre. Ritagliamo un’ora alla settimana per prolungare o preparare l’Eucaristia dome-nicale. Questo è l’appuntamento che ci fa Chiesa…

Vostro don Tino

Casa diventa chiesaChiesa diventa casa

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Don Andrea

Il percorso di Iniziazione Cristiana dei fanciul-li e dei ragazzi della nostra Parrocchia giun-ge ormai a varcare le soglie del suo quinto anno.I fanciulli che percorrono questo itinerario sono accompagnati alla scoperta di Cristo e dei cristiani attraverso un percorso segnato dalla testimonianza degli adulti. Per questo sin dal primo anno al percorso di catechesi per i bambini si associa anche un percorso per i loro genitori.Avviene così per molti che la scoperta della vita di fede dei fanciulli di-venga anche la riscoperta della fede per gli adulti che, investiti del grande compi-to dell’educare, sono posti davanti all’eventualità di poter effettivamente inci-dere anche sulla vita spiri-tuale dei propri fi gli. Il percorso si snoda in cin-que anni di formazione in vista dell’Iniziazione cristia-na vera e propria costituita dalla celebrazione fi nale unitaria dei sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia.A questa straordinaria tap-pa si accompagna un ulteriore anno di ca-techesi a carattere mistagogico (fatto per spiegare ciò che nei sacramenti è avvenu-to). Affi nché anche per i fanciulli questo per-corso non avesse un carattere solamente di-dattico anche la scelta dei nomi dei gruppi è pensata per permettere di visualizzare gli anni come il percorso stesso di Cristo e della chiesa. Per questo le famiglie del primo anno (ex 1 elementare) sono ora del gruppo Bet-lemme. A Betlemme seguono Nazareth, Ca-farnao, Gerusalemme, Emmaus dove Cristo ai discepoli svelò il senso delle Scritture e spezzò il pane con loro.

Idealmente così i fanciulli partono come i pastori di Betlemme ad incontrare la sempli-cità del bambino Gesù: in questo anno gli incontri sono solamente mensili e pensati per introdurre ai volti ed ai luoghi della co-munità.Nel secondo anno (Nazareth) il tema affron-tato è la fi gura diretta di Gesù scoprendone i tratti essenziali.Il terzo anno (Cafarnao) è all’insegna della scoperta del Padre rivelato dalla testimonian-za soprattutto di Gesù. Il quarto anno (Geru-

salemme) è dedicato alla scoperta della storia della Salvezza attraverso le vi-cende del popolo eletto. Siamo ora giunti nell’anno che traghetta verso la Ini-ziazione cristiana.Come i due di Emmaus anche ai nostri fanciulli si fa vicino Cristo per mo-strarsi risorto per sempre e capace di donare lo Spi-rito che anima la Chiesa e che proprio attraverso il processo di iniziazione cri-stiana la rigenera.Coscienti che il dono della fede è grazia che provie-

ne da Dio e che trova terreno favorevole in una comunità che si impegna a trasmetterla non possiamo che scegliere di impegnare la nostra preghiera in questo periodo di ini-zio d’anno proprio per i ragazzi del catechi-smo, i loro genitori e i preziosi testimoni che sono i catechisti sentendo sempre più nostro in questo il mandato di Gesù di annunciarlo ad ogni creatura sapendo che tra queste i privilegiati sono i bambini che Egli desidera sempre avere con sé. Mi permetto di augurare un buon anno di catechismo e ancora di più di comunione a tutti.

Da Gerusalemmea Emmaus

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Don AndreaTiziana

Essere cristiani non è sempre facile: tra le altre cose, richiede coerenza nelle scelte. Alcuni anni fa, portando mia figlia al catechismo ho iniziato ad interrogarmi su tante cose per-ché mi ero accorta che non capivo; “sono cristiana”, infatti, è una frase fatta, detta con semplicità e soprattutto, superficialità. E così, anticipando l'iniziazione cristiana, mi sono messa in cammino accompagnando mia figlia, per cercare di capire e riscoprire la mia fede. Ho iniziato così un cammino lungo, che in parte ho già percorso e che ancora percorrerò negli anni futuri: una cosa, però, mi sembra di averla capita sperimentandola più volte, e cioè che la fede mi porta a dover fare delle scelte nella mia vita, in tanti ambiti, uno dei quali è indubbiamente legato allo sport. Praticare lo sport fa bene, aiuta il fisico e lo spirito, previene malattie e stress... si può anche diventare “famosi” praticando sport, anche se non dobbiamo dimenticare il posto in cui mettiamo il Signore: per un cristiano Lui è e deve sempre essere prima di tutto. Ed ec-co il problema che si materializza: di sabato ci sono gli allenamenti, di domenica le parti-te, le gare, i ritiri di squadra, i saggi...Le partite... le gare... i sag-gi... momenti bellissimi, im-portanti: hai lavorato un anno intero per questo momento, ma… lo stesso giorno hai un incontro im-portante con Gesù come il catechismo, la Messa, il riti-ro, il Sacramento, e tu, devi scegliere: il Signore ti chia-ma alla prova. Sei libero di prendere la strada che vuoi, ma se senti di essere cristiano devi essere forte. È dura, hai un conflitto in-teriore (e pressioni esterne) che ti snervano ma, alla fine scegli di seguire Gesù anche se non sei convinto, non capisci fino in fondo;

solo dopo (e solo dopo puoi sentirlo) com-prendi che non è stata una rinuncia, ma una conquista, un passo in più nel tuo cammino di cristiano.

C'è un film, “Momenti di gloria”, tratto da una storia vera e che mi piace molto: un grande atleta è un reverendo protestante: nonostante questo riesce con fatica e tenacia a far convi-vere gli allenamenti con gli impegni della sua Missione e del suo credo. Un giorno si realizza il suo sogno: viene convocato per le olimpia-di e così parte con la nazionale inglese per partecipare alle olimpiadi di atletica legge-ra; soltanto giunto lì scopre che la sua gara è programmata di domenica. I suoi tentativi per salvare la gara non portano a nulla. “La domenica è il giorno del Signore” sono que-ste le parole con cui rinuncia a un possibile oro olimpico. La storia (nel film come nella realtà) lo vede comunque gareggiare, in un altro giorno, in un'altra disciplina, e salire sul podio: lui aveva già vinto… con Dio!

Sport nel giornodel Signore?

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Carissima comunità delle 2 Sante!!!Vi ricordate il Progetto Africa?... Noooo?!?!?!Allora vi rammentiamo qualche passaggio...Durante lo scorso anno pastorale, la nostra comunità parrocchiale, a seguito delle espe-rienze vissute da Tiziana e da Maria in terra di missione, ha pensato di tenere vivo il rapporto con le comunità sorelle che le hanno accolte.Sono state colte le esigenze che quelle comu-nità hanno espresso come prioritarie, cercan-do di impegnarci a dare un segno concreto. Così, tutti insieme, abbiamo risposto all'invito che ci è stato posto e, con l'impegno e so-prattutto la partecipazione di ciascuno è stato possibile raggiungere dei grandi risultati!Vi ricordate le cassettine della Quaresima distribuite ai ragazzi, le domeniche trascorse a lavorare insieme alle ragazze e ai ragazzi di II media, le offerte raccolte in occasione dello spettacolo in dialetto che si è tenuto in teatro, i cineforum, la bancarella missio-naria e tutti i bellissimi segni di condivisione e solidarietà che anche singolarmente sono stati manifestati a sostegno dei progetti? Tutte queste iniziative hanno permesso di ricevere e raccogliere ben 6.500,00 euro che sono stati equamente suddivisi fra il progetto della co-struzione di un pozzo a Dongora (Ethiopia) e quello della posa della pavimentazione nella chiesa parrocchiale di Kabwe (Zambia).

TIZIANA ci racconta: “Nel mese di agosto ho avuto l'occasione di incontrare Suor Elisabet-ta Ruocci, una delle suore che a Dongora, mi aveva accolta con tanto affetto e che si trova-va in Italia per un breve periodo di vacanza.Le ho chiesto notizie della costruzione del poz-zo per il quale ci eravamo impegnati, come comunità parrocchiale, a dare una mano...ciò che mi ha riferito, con mia grande gioia, è che grazie al contributo delle tante comunità

che, in Italia, hanno scelto di far parte di que-sto progetto, è stato possibile realizzare ben 4 pozzi, di cui 3 manuali ed 1 meccanico!!! È stata davvero una sorpresa meravigliosa che, ancora una volta, mi ha dato l'occasio-ne di riflettere su quanto scrisse Madre Teresa di Calcutta: "Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano, ma se non ci fosse quella goccia, all'oceano mancherebbe!".Ho chiesto a Suor Elisabetta cosa, a questo punto, sarebbe più urgente e, come respon-sabile della clinica della missione e quindi particolarmente sensibile alle esigenze sani-tarie mi ha risposto: "L'acqua è la cosa più importante... per dissetare, lavare, aiutare nella prevenzione delle malattie, ...se solo si riuscisse a costruire altri pozzi...!!!".In 4 delle trenta comunità che fanno capo alla missione di Dongora, la nostra goccia è arrivata... chissà che non si riesca a raggiun-gere anche le altre!!!”.

MARIA ci racconta: “Mantengo i contatti per e-mail con la missione di Kabwe e ho ricevuto due messaggi da Padre Isaac e Suor Piera,

Tiziana e Maria Ottobre missionario

Le 2 Santeper il progetto Africa... Dongora e Kabwe ringraziano

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Ottobre missionario

responsabile, con Padre Alessandro, della ge-stione della Chiesa di Kabwe e ve li trasmetto.

* * *31/05/2010

Ciao Maria,spero che a te vada tutto bene, noi qui stiamo tutti bene. La mia preghiera è che anche que-sto aspetto vada bene. Per la costruzione del-la Chiesa ci stiamo muovendo lentamente. La nostra preghiera è di trovare abbastanza risorse per terminarla.I miei saluti a te, al prete della parrocchia e a tutti i parrocchiani.

Padre Isaac

* * *

29/06/2010 Carissima Signora Maria,solo pochi giorni fa ho ricevuto da Casa Ma-dre, tramite una suora che ritornava qui, la somma di denaro destinata alla costruzione della Chiesa e noi tutti vi siamo molto grati. La lettera era a Lusaka, ma io non sono po-tuta andare prima, e non sapevo di chi era…questo Le spiega la ragione di alcuni giorni di ritardo. Questo gesto di amore verso di noi qui è un segno di comunione con Dio che ci affratella. I vostri sacrifici ci aiutano ad essere migliori, a sentirci parte della stessa famiglia, la famiglia di Dio.

È un gesto di solidarietà che dice amore verso persone che voi non avete incontrato e cono-sciuto, per cui è genuino, frutto di una testimo-nianza evangelica che ci fa conquistare quel tesoro che non si corrode e si consuma, ma dice amore.Vorrei che il mio e nostro grazie raggiungesse tutti coloro che in un modo o nell’altro hannocollaborato per questo successo. Ebbene grazie. Cristo non ha mani per operare il bene oggi, ma ha le vostre mani per farlo. Cristo non ha cuore per amare oggi, ma ha il vostro cuore per amare i fratelli. Cristo non ha boc-ca oggi per annunciare il regno di Dio, ma ha le vostre bocche.Coraggio e auguri di ogni bene. Dio vi bene-dica e vi ricolmi di gioia e pace.Con profonda gratitudine.

Sr. Piera

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12/07/2010Ciao Maria,spero tu stia bene. Voglio augurarti del be-ne in quello che stai facendo. È bello che tu abbia un cuore delicato verso la gente biso-gnosa, che Dio possa benedirti abbondante-mente.Saluti a tutti i cristiani e al parroco.

Padre Isaac

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Sono stato in missione con il Voica, Volonta-riato internazionale canossiano, dal 7 al 24 agosto ad Ariwara, una piccola cittadina della Repubblica democratica del Congo, molto vicina al confine con l’Uganda. Ero con un gruppo di 7 persone, tutte bresciane tranne una ragazza del Molise, guidato da madre Liliana. Affiancati a noi c’erano due ragazzi volontari che stanno facendo un’esperienza di maggior durata rispetto alla nostra (1/2 anni). Ho raggiunto il mio gruppo dopo una settima-na per motivi di lavoro. La nostra missione era di pulire e ridipingere i sei padiglioni dell’ospe-dale attiguo a un asilo, che fungeva da nostro alloggio, e al convento canossiano retto da madre Marcela. Ci si è dovuti adattare a varie scomodità. D’altronde era la prima volta che si mandavano dei volontari missionari ad Ariwa-ra, ma tra battute e puro spirito pioneristico ci siamo divertiti parecchio. La giornata comin-ciava come quella tradizionale italiana: una buona colazione e poi via verso l’ospedale che aveva un bacino d’utenza non indifferen-te: villaggi e città nel raggio di 100 km. A mez-zogiorno finiva il lavoro mattutino. Si tornava a casa per consumare il pranzo preparato da Maman (una donna che oltre a fare questo custodiva le nostre provviste e ci scaldava l’acqua per la doccia) e per riposare due orette dopodichè si tornava al nosocomio per terminare la giornata lavorativa con l’approssi-

marsi del tramonto che qua è sempre alle 6 di sera. Dopo la cena, preparata da noi a turno, c’era il momento della preghiera con i vespri. Solitamente, dopo il momento di orazione, si rimaneva nel salottino ma quando arrivava il momento di spegnere il generatore alle 22, si coglieva l’attimo per andare a letto, altrimenti chi voleva prolungare la veglia doveva ri-schiarare l’ambiente a lume di candela. Posso affermare che è stata una bella esperienza e mi ha arricchito parecchio interiormente. Ho constatato di persona che la realtà africana è ben differente dalla nostra tra ritmo della vita (il nostro eternamente di fretta), possibilità economiche e sentimento religioso (sicura-mente maggiore quello africano). Ciò che mi ha colpito è stato riconoscere una forte dignità della gente africana nonostante le quotidiane difficoltà. La miseria è visibile in ogni dove ma il continuare a vivere giorno dopo giorno sen-za grandi lamenti e il saper affidare la giornata a Dio rendono queste persone forti nell’anima. Ho giovato della mitezza e della cordialità di queste persone che, oltre a timore e curiosità nei nostri confronti, dispensavano spesso lar-ghi sorrisi. Un’altra cosa che mi ha colpito è stata la celebrazione della messa la domeni-ca mattina. La prima cominciava alle 7 mentre la seconda alle 10. Uno stacco considerevole di tempo tra le due ufficiature che viene giusti-ficato dal fatto che la messa dura… ben 2 ore e mezza!È molto partecipata sia per quantità (tanta gente affollava gli spazi attorno alla chiesa dove venivano adagiati dei tronchi d’albero) che per coinvolgimento corporeo: la gente era spesso in movimento tra battiti ritmici delle mani e gesti coreografici e i canti erano lun-ghi e trascinanti …tutta un’altra cosa rispetto alle nostre messe (con questo non intendo biasimarle). Sono grato, oltre a tutta la gente conosciuta, al Voica che mi ha dato questa possibilità e al gruppo che ha condiviso con me questa notevole esperienza. Mi piacereb-be che ci fossero altre persone che volessero partire per una missione perché troverebbero sicuramente modo di arricchire il proprio spi-rito.

Missione canossiana ad AriwaraRepubblica democratica del Congo

Marco Ottobre missionario

Anche quest’anno, finita la scuola, per tre setti-mane siamo andati al GREST dell’oratorio. Le gior-nate al GREST sono divertenti e sembrano durare pochissimo: in un attimo è già ora di andare a casa… ma quell’attimo è pienissimo di attività e divertimento. Al GREST si gioca, si balla, si canta e si prega. Il tema di quest’ anno è stato “Sotto so-pra: come in cielo così in terra” e parlava di quat-tro amici che costruiscono un tandem capace di entrare nei sogni.Ci ha insegnato che con un poco di fantasia e tanto impegno si può fare tutto.Ogni giorno gli animatori arrivavano puntuali e restavano con noi dal mattino presto fino alle cinque e mezza del pomeriggio: ci facevano divertire e ballare, ci aiutavano nei giochi, coc-colavano un po’ i più piccoli. Loro, don Andrea e suor Pier si sono impegnati anche da prima che cominciasse il GREST e sono stati sempre molto attenti che nessuno si facesse male e che nessuno rimanesse triste ed escluso. Quest’ anno è stato divertente anche partecipare ai laboratori: le mamme ci hanno proposto nuovi lavoretti, mai provati negli anni scorsi. In queste tre settimane è stato molto bello trascorrere la maggior parte della giornata in compagnia dei nostri più cari amici, così vorremmo dire a tutti un grande GRAZIE!

Filippo N. e Davide M.

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Grest 2010 Mamme al Grest: la gioia del donarsi

La nostra è l’esperienza di alcune mamme che hanno collaborato, con gioia, al Grest 2010. Ci siamo lasciate coinvolgere volentieri con la cu-riosità di vedere il Grest “da dentro” e la voglia di offrire il nostro personale contributo. L’Oratorio diventa il cuore vivo del quartiere, dove bambini, animatori, il Don e la suora, vivono la gioia dello stare insieme, condividendo momenti di gioco, preghiera e laboratori. Laboratori… è giusto lì che noi mamme entriamo “in gioco”: per noi è stato molto bello ritrovarci così numerose con il Don e la suora, per decidere e sviluppare i lavori da realizzare con i bambini e i ragazzi del Grest. Bellis-simo, per noi, è stato vederli creare con così tanto impegno ed entusiasmo lavori da noi proposti. Anche se quasi tutte arrivavamo direttamente dal lavoro e quindi sufficientemente affaticate, i loro sorrisi ed i loro visi soddisfatti hanno subito can-cellato qualsiasi stanchezza, oseremmo dire che, quasi ci hanno ricaricato di energie. Ogni fine settimana era straordinario vedere il loro orgoglio nel portare a casa e far vedere ai genitori i lavo-retti creati con materiali semplici divenuti oggetti preziosissimi, perché fatti con le loro mani. Ma non sarebbe stato possibile poter gestire gruppi così numerosi senza la collaborazione reciproca tra noi mamme e gli animatori che, come veri “fratelli maggiori” hanno aiutato bambini e ragazzi nei vari laboratori. I più grandi aiuti sono stati la gui-da e il consiglio del Don e di Suor Piermaria, che, pronti e presenti ci hanno sempre seguite. Questa è stata per noi una splendida esperienza che ci ha fatto comprendere la gioia del donare ed ab-biamo ricevuto più di quanto dato: sinceri sorrisi, dolci sguardi ed abbracci da parte dei bambini e dei ragazzi del Grest. Sicuramente un’esperienza da provare e da ripetere!

Anna, Mariagrazia, Maria

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Laura

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La partenza7 luglio 2010, 53 gradi all’ombra, 83 al sole, umidi-tà ben oltre il 100% (forse non era proprio così, ma certo faceva un bel po’ di caldo): l’auto di papà era già carica di borse e bambini e mancava ancora Simone con la sua valigia: dove ce lo mettiamo?. Chissà poi cosa ci siamo dimenticati, ma alla fine, dopo la conclusione del corso di recupero di mio fratello, imbarcato Simone, siamo pronti!! Certo eravamo molto emozionati e già dalle 6 di mattina (o giù di lì) scalpitavamo per arrivare a Bossico per pranzo. La mamma con un sorriso di sollievo ci aveva salutati e noi urlando eravamo saliti a bordo per la partenza. Ma ecco uno strano suono: cos’è? Il cellulare, Silvia, lei sì, si era dimenticata il suo cellulare e… ci chiedeva di recuperarlo dalla sua mamma, che ovviamente non c’era. Allora di corsa in oratorio, recuperiamo invece il televisore di cartone (a cosa servirà?) e poi, meglio di Supermascherina, si decolla… ehm… si parte con direzione Iseo, poi verso nord, Love-re, Sovere e salitona con un mucchio di curve per arrivare in cima. Ma ecco, nausea di Benni, rallentiamo, fame di Manu, acceleriamo, ma poi, sollievo all’ultima curva, cartello di Bossico, evviva! Altro che Supermascheri-na, siamo a destinazione con solo un’ora di ritardo, ma comunque felici. Ci accolgono festosamente, visto che siamo gli ultimi ad arriva-re e la compagnia è completa, e con un po’ di pazienza ci sfamano, soprattutto rimpinzano Manu che stava già svenendo dalla fame. Alla fine del pranzo un salutone a papà, non prima di aver scaricato le valigione che ci ha preparato la mamma e… siamo finalmente liberi di giocare.

La permanenzaMa non doveva esserci un bel fre-schetto qui su? Le giornate erano comunque piene: sveglia alle otto con musica a tutto volume, pre-ghiera insieme e poi di corsa a co-

lazione. Quindi tutti all’aperto a giocare insieme liberamente oppure a gruppi organizzati dai nostri animatori: certo in paese si saranno spes-so chiesti chi erano quei ragazzi che cercavano bigliettini della caccia al tesoro, o che faceva-no interviste per capire se c’era un po’ di Spirito Santo che correva insieme a noi per le case.A pranzo Walter e Franca si sbizzarrivano in squisite pietanze, che come al solito venivano spolverate in tre minuti (tranne ovviamente le verdure, che restavano per diversi giorni a fare le ragnatele). Poi di nuovo fuori a giocare e a scorazzare per il cortile, quindi Messa alle 17.30 e poi tutti in doccia, dove le nostre ugole dava-no il meglio di sé (o almeno così pensavamo). Alla fine cena, sempre magnificamente prepa-rata da Walter e Franca, e poi nel vicino oratorio dove le partite di calcio vedevano sempre pre-valere i bresciani sui bergamaschi locali. Una volta ogni tanto la giornata veniva variata con una gita a piedi verso la chiesetta dei caduti o la pista di atterraggio dell’elicottero, che ci do-navano un bellissimo giardino dove giocare a bandierina o al gioco del generale, sempre gui-dati dai nostri animatori, Chiara, Silvia, Manu, Si-mone, Luca, Damiano, ovviamente organizzati

L’incredibile estate a Bossico

Tommaso, Eleonora, Benedetta

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da Don Andrea, mentre Suor Piermaria era stata poco bene ed era rientrata accompagnata da tutto il nostro affetto.

Il cambio della guardia11 luglio 2010, meglio che a Buckingham Pa-lace, con un’incredibile organizzazione, per il cambio della guardia è arrivato un corteo di auto dei genitori che, con grande confusione (c’erano valigie dappertutto), hanno scaricato ragazzi e valigie e hanno caricato bambini e valigie. Alla fine tutte le borse hanno preso la via giusta, altro che lo smistamento bagagli di Fiu-micino, e le stanze della casa di Bossico si sono animate di nuove voci e nuovi visi. Ancora alle otto sveglia a tutto volume, preghiera, colazio-ne, uscita, pranzo, uscita, Messa, docce, cena e oratorio, ma ora con un nuovo gruppo di ra-gazzi, quelli delle medie che avevano sostituito quelli delle elementari, ma anche con nuovi animatori, Jessica, Luisa, Marco e Michele, ma sempre con i magnifici cuochi, Walter e Franca, nonché l’insostituibile Don, aiutato da Davide il seminarista. Questa volta le giornate venivano variate da lunghe passeggiate fra cui spicca quella alla Croce, durante una torrida giornata

che ci aveva quasi disidratato, da cui però ci hanno salvato i nostri indistruttibili animatori, comunque meglio di Supermascherina. Le gior-nate scorrevano divertenti, ma inesorabili fino a fine settimana.

Tutti a casaSabato 17 luglio, fine della vacanza a Bossico: con un misto di tristezza per la fine del campeg-gio, ma anche un po’ contenti di tornare a casa dai nostri genitori, si preparano le borse, cer-cando di capire come fosse possibile richiuder-le nonostante all’andata fosse stato così facile aprirle. Ma ecco all’improvviso il pullman che ci richiama, su le valigie, tutti dentro e via verso Brescia: un saluto alle suore della casa di Bossi-co che ci hanno accolto con molta gentilezza, poi percorso al contrario: Sovere, Lovere, Iseo e quindi la nostra chiesa delle Due Sante.Più o meno è andata così, alcune cose non le ricordiamo bene e altre non le abbiamo scritte perché appartengono ormai alla leggenda, che si tramanda a voce fra noi partecipanti al campeggio. Un ultimo ringraziamento al papà che ha scritto per voi quello che gli abbiamo raccontato un po’ disordinatamente.

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Quando le parti si invertonoe i nostri ragazzidiventano catechistiAll’inizio di un nuovo anno di catechismo viene spontaneo guardarsi alle spalle e ricordare alcuni tra i momenti più belli, in grado di alimentare entusia-smo, da condividere con i bambini parlando di Ge-sù. In questo mio pezzo mi piacerebbe condividerne qualcuno con voi. In preparazione al Sacramento della Confessione si parla dell’esame di coscienza: che cos’è, come lo si fa, perché è bene farlo spesso e, facendo sintesi, si chiede ad un bambino che cosa è per lui.Risponde: ”E’ un parlare con Gesù della mia gior-nata; per le cose belle siamo contenti insieme e per le meno belle gli chiedo scusa, così, in confidenza, come ad un caro amico.Una ragazzina, il giorno dei morti, va con la mamma al cimitero. Dopo essersi soffermate sulle tombe di parenti e conoscenti defunti, si avviano all’uscita. D’un tratto la ragazza si ferma ad una tomba senza fiori e in disordine: la mamma la vede e le chiede se conoscesse il defunto: “no” risponde “ma è una buona cosa recitare una preghiera per le persone di cui pochi si ricordano, me lo diceva la catechista”.

Un ragazzo delle superiori si incontra fuori dalla Chie-

sa, con la ex catechista, do-po la S. Messa domenicale; era tempo che non si vedeva-no. Dopo un saluto affettuo-so si parla di come va la vi-ta, la scuola e del motivo di questa lunga assenza dall’Oratorio. Il ragazzo con semplicità dice:”Ho provato a lasciar perdere un po’ tutto come fanno in tanti, ma non sta-vo bene dentro e sto ricominciando dalla S. Messa: ora sto meglio.”E’ proprio vero, i ragazzini sanno rimandare i mes-saggi, rielaborati e caricati di personali esperienze. Il Signore agisce nei loro cuori con maggiore efficien-za perché li trova liberi e pronti a rispondere alle sue ispirazioni.Incominciamo di buona lena l’anno nuovo lascian-do a Gesù più spazio possibile.

Delia

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Testimonianze degli adoratoridella Parrocchia Santissima Trinità -Fiesso D'Artico (VE) - 2005

I ragazzi ai quali faccio catechismo hanno speri-mentato una nuova vita. Mentre all'inizio, quando gli ho proposto di fare dieci minuti di adorazione, molti di loro erano assai perplessi e dubbiosi su quanto avrebbero retto in silenzio, poi, passato il tempo della loro adorazione, sono venuti a dirmi di averci preso gusto e di voler riprovare. È nato il progetto girasole. Da Dio abbiamo ottenuto molte grazie, alcune strepitose. La fatica nel mettersi in adorazione e nel portare avanti l’impegno per tre anni è stato pienamente ripagato. È nata una più profonda conoscenza del Signore, che molti han-no seguito e poi si sono impegnati a testimoniarlo presso i loro amici e conoscenti.L’ adorazione è stata per me una fonte di vita rin-novata, che ha riempito e rigenerato il vuoto che il mondo lascia nei cuori. E stata un forte aiuto nel vivere i rapporti con gli altri; ho iniziato ad interce-dere per il mondo giovanile.L’adorazione è un punto di riferimento importante per persone provenienti non solo da questa par-rocchia ma anche da tanti luoghi diversi, e un luogo dove attingere e dove "scaricarsi" dei propri pesi. Specie la notte ha una ricchezza straordina-ria, avevo molte paure, ma varcata la soglia di casa le mie paure sono finite nel nulla per lasciare il posto ad una indicibile gioia, via via che mi avvi-cino alla cappella di adorazione. È una "valvola di sfogo" dove posso dire tutto al Signore, senza timore e senza essere giudicato da lui. Non posso più fare a meno di adorarlo di trascorrere il mio tempo con lui. È Dio stesso che provvede a comporre il mosaico della vita e dei tempi di adorazione, interviene quando ci sono problemi di riempimento di ore rimaste vuote. Ho ri-trovato la forza nella mia sofferenza e nel dramma della malattia sentendomi avvolta dalla preghiera dei fratelli e dall'amore di Dio che ha alleviato le mie sofferenze.Nei momenti critici della vita, se non hai la fede non c'è niente da fare. Ho trasformato in preghiera i miei problemi. Bisognerebbe inventare l'Adora-zione Eucaristica Perpetua, se non ci fosse. Un'ora solo è poco!Gesù ha esaudito i desideri del mio cuore. La mia é una lode continua, intercedo perché Dio raggiun-ga tutti i cuori.

Esperienza entusiasmante. Ha cambiato la mia vita ed il mio modo di pormi con Dio. Gioia interioregrande, mai provata prima. Sono passato da una preghiera egoistica ad un‘attenzione agli altri. Ho Scoperto l'amore di Dio e la sua misericordia. Se hai fede Dio ti ascolta e soddisfa anche le tue esigenze materiali. La fede è la chiave. Me lo hai promesso. .. lo devi dare.Tante guarigioni fisiche. Mi costringo a pubblicizza-re l’adorazione. Nonriesco ad ascoltare, ma parlo sempre io.Ho fatto una vita di turni, e mi sono detto che non avrei mai più fatto unanotte! Sono adoratore della notte, e come una "droga".In un paese come questo. .. comunista, non avrei mai creduto!Mi ha cambiato interiormente, sento di avere un amico che mi ama. Niente mi fa più paura. Vado avanti dritta, Gesù trova la strada.Mi sembrava di salire una montagna, in tre anni e tre mesi non sono mai mancata, niente mi può fermare.Per me Fiesso è un centro di irradiazione, ovunque vada parlo dell'Adorazione Eucaristica Perpetua.Inizio dell‘adorazione eucaristica perpetua.C’e gente che già da tre anni passa un'ora ogni settimana davanti al Santissimo.La faccenda dell'Adorazione Perpetua è nata così: in una settimana di quaresima a tutte le Messe è venuto a parlare nella nostra Parrocchia di Fies-so d'Artico Don Alberto Pacini della Basilica di S. Anastasia al Palatino in Roma. Questa Chiesa, che sorge in una delle zone più suggestive dei ri-oni di Roma, è dedicata all'adorazione perpetua. Com‘era da aspettarsi, parlò della sua esperienza di Adorazione. E alla fine fece una proposta: "Per-ché non, anche qui ?" Circa 200 persone aderirono alla sua proposta e si impegnarono davanti al Signore. Il tabellone con le 168 ore della settimana cominciava a riempirsi. Vedendo quanto la gente fosse disponibile, si cominciò a pensare che fosse proprio possibile realizzare l'adorazione e si fissò una data: la Domenica "Laetare", 10 Marzo 2002. Venne quel giorno. Alla processione, dopo la mes-sa delle ore 11 c‘era la chiesa stipata. Il canto di adorazione riempiva la chiesa. A mezzogiorno il Signore fu esposto sull'altare della Cappellina e da quel momento cominciarono ad alternarsi gli ado-ratori. Non hanno più smesso, e sono passati tre anni. Dopo tre anni l'Adorazione perpetua ha mes-

Adorazione eucaristica:sacramento d’amore

Testimonianze

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so radici profonde nella vita parrocchiale. Prima di tutto abbiamo visto che l'Adorazione è per tutti: chi sostiene questo impegno é la gente semplice delle nostre comunità, né più santa né più impe-gnata di tante altre. Lo straordinario sta in questo: non hanno preso il loro impegno come un dovere, né come un atto eroico. Abbiamo visto la forte azione del Signore su tutti quelli che si rivolgono a Lui. In primo momento alcuni lo facevano perché si sentivano in dovere (i buoni cristiani sentono sempre l'obbligo di partecipare a tutte le iniziative che il parroco — siano valide o no — propone lo-ro) poi hanno scoperto che il Signore è veramente vivo e consola, illumina, da forza alla vita. All'inizio si sentiva qualche brontolamento, ora non più. Qualcuno parla di grazie e di miracoli e noi ne siamo felici con loro. Ma ciò che è meraviglioso, ciò che diventa il gran segno di Dio è il conforto e la speranza che, davanti all‘Eucaristia, molti ri-cevono. Confrontando la loro vita con il passato molti possono dire: "Non mi riconosco più”.Ci sono poi tante associazioni in Parrocchia e ciascuna sente il bisogno di difendere la propria identità ma di fronte al Signore esposto sull'alta-re non ci sono più differenze: tutti sono davanti all'unico Signore. Ci sono anche tante situazioni nelle famiglie. Orari impossibili e rapporti mala-ti: tutto passa davanti all'altare. È commovente vedere gente che, dopo essere stata fuori di casa dieci e più ore tra lavoro e trasferta, trova ancora tempo, nella serata, di passare davanti al Signo-re, aggiungendo magari alla preghiera un buona confessione. Non é più il Parroco il centro del-la Parrocchia ma é Gesù nell'Eucaristia. Qualcuno può trovarsi in situazione di conflitto con il Parroco e fargli il muso, ma non sa rinunciare all'incontro con Gesù : é Lui il vero Pastore della Parrocchia. La gente arriva da tutti i paesi attorno e anche da più lontano. Molti si ram-maricano che nella loro Parrocchia non c'e que-sta grande risorsa. Molti riescono pure a convin-cere i loro parroci di fare almeno qualche ora di adorazione nella Chie-sa Parrocchiale. Questa grande grazia che ci è stata fatta sta annuncian-

do a molti sacerdoti una cosa grande: l'Adorazio-ne è possibile. La gente non si tira indietro di fronte a questo atto d'amore verso il Corpo di Gesù. Occorre, certo, un po' di coraggio ed anche un po' di rodaggio ma è un‘opera che il Signora vuole e benedice. Tutto questo conferma la Parola profetica di Papa Giovanni Paolo II: " La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno di questo culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo sacramento dell'amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andare ad incontrarlo nell'adorazione, nella con-templazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione". Scriveva il Vescovo di Padova: "...Ho appreso con viva soddisfazione che nella parrocchia di Fiesso d'Artico sta per essere avviata una ‘adorazione perpetua effettiva, cioè giorno e notte, per tutti i giorni della settimana e che l’importante iniziativa di preghiera ha trovato pronta e generosa rispo-sta da parte dei fedeli... Di tutto cuore appoggio ed incoraggio l‘iniziativa col fervido auspicio che siano sempre più numerosi i fedeli che accoglie-ranno l'invito di farsi adoratori di Gesù Eucaristia per cercare l'intima comunione di vita con Lui e condividerne l'anelito di Salvatore del Mondo fin-ché ogni uomo possa giungere alla conoscenza di Dio e adorarlo in spirito e verità.”

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Il laboratorio di evangelizzazione è nato dalla constatazione che non si può pensare solo alla cura delle persone che normal-mente frequentano la parrocchia, ma dob-biamo essere capaci di fare da lievito, di divenire amore contagioso che attira altre persone a Gesù.Fondamento e base del laboratorio è la certezza che noi siamo solo uno strumento nelle mani del Signore , unico vero Maestro, unico vero Evangelizzatore.

RICEVEREPer questo motivo il laboratorio di evan-gelizzazione si baserà innanzitutto su espe-rienze forti dell’amore di Dio fatte da noi in prima persona:• l’adorazione settimanale;• un’Eucaristia in giorno feriale oltre a quel-la domenicale, appena possibile;• la preghiera costante;partecipazione a weekend o seminari di spiritualità.Dobbiamo avere l’umiltà e la gioia di venire evangelizzati noi per primi e, una volta rico-nosciuto il grande dono ricevuto, desidera-re di comunicarlo ad altri.

DONARELa seconda fase è quella operativa: essere da supporto perché altri possano incontra-re il Signore, tramite:• organizzazione e gestione della scuola di evangelizzazione;• preparazione e lancio delle comunità fa-miliari di evangelizzazione;• dono ad altri di week end e seminari di spiritualità.Chiunque vorrà partecipare verrà coinvolto in questo dinamismo del ricevere per poter dare, del «vieni, impara a seguire Gesù, poi vai ad annunciare il suo Vangelo!», in una continua sperimentazione di nuove espe-rienze e nuovi linguaggi da proporre poi se opportuno nella nostra comunità.Non si tratterà principalmente di incontrarci tra tutti coloro che vengono coinvolti, se non in poche occasioni, ma di condividere questo spirito e questa passione evangeliz-zatrice.Ognuno è benvenuto, non occorrono ca-ratteristiche o preparazioni particolari, solo il desiderio di mettersi in gioco e di restituire la propria vita a GesùChi è interessato contatti Luisa e Federico 338/1255987

Laboratoriodi evangelizzazione

Piante e Fiori

di Casa d’EsteVia Giorgione, 7

Tel. 030 2304185

Centro Comm.le Margherita d’Este

B R E S C I A

FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

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“Annunciate il Vangeload ogni creatura”

Scuola di Evangelizzazione

La Scuola di Evangelizzazione che vi presen-tiamo si rivolge a tutti i “praticanti” che non si accontentano della fede solo per se stessi ma che sentono di prepararsi a rispondere alla domanda che ci verrà fatta nel giudizio finale: “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9).Nasce dal tentativo di far convergere in un metodo due “verità”, che provengono dal senso stesso della Chiesa: l’Evangelizzazio-ne e la Famiglia.“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15) è il grande mandato di Gesù, che definisce la missione della Chiesa come la sua stes-sa identità: “Essa esiste per evangelizzare” (Evangelii nuntiandi 14).

Perché parteciparealla Scuola di evangelizzazione?Ogni giorno veniamo a contatto con per-sone che non credono o non praticano e quindi mancano di ciò che è più bello ed essenziale nella vita.• Come poter comunicare la fede ad al-

tre persone? Sono tante le persone che vivono situazioni di sofferenze interiori, fisiche o materiali, e in questi momenti cercano una parola diversa: di conforto, di speranza o di fede; ma molto spesso non c’è nessuno che sappia donarla.

• Cominciare a pensare che la mia fede può essere donata ad altri mi conduce, inevitabilmente, ad approfondirla perso-nalmente nei contenuti e nella testimo-nianza.

• Vogliamo essere una parrocchia che non si impegna solo per il 10%, circa, di persone che frequentano la chiesa, ma diventare una comunità “Cristiana” che pensa al 90% che non viene in chiesa o non crede.

• Nel 90% degli “assenti” può esserci, an-che oggi o in futuro, una persona a te molto cara o una persona di famiglia. Pensiamoci insieme.

Programma degli incontri 2010/2011

14 NOVEMBRE 2010La Chiesa esiste per evangelizzare

28 NOVEMBRE 2010Evangelizzazione e ambiente di vita

12 DICEMBRE 2010Evangelizzazionee preghiera nello Spirito Santo.

16 GENNAIO 2011Evangelizzazione e servizio

30 GENNAIO 2011Evangelizzazionee condivisione dell'esperienza di fede

13 FEBBRAIO 2011Evangelizzazionee accompagnamento personalizzato

27 FEBBRAIO 2011Evangelizzazionee affidamento della vita a Gesù

13 MARZO 2011La comunità familiare di evangelizzazione

27 Marzo 2011Discepolato e comunità familiari

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CORSO FIDANZATI... VERSO IL MATRIMONIO

I percorsi che la nostra parrocchia ha attivato per accompagnare i fidanzati durante questo “tempo di Grazia” sono diversi, questo per poter essere vicini, nelle modalità e nei contenuti, alle esigenze di ogni singola coppia.Corso fidanzati tradizionale: è la proposta che la parrocchia fa alle coppie in procinto di sposarsi; si tratta di qualche mese di preparazione intensa sul significato del sacramento del matrimonio per una scelta ancor più consapevole. Riferimento: Italo e Giulia Crema tel. 3398279282.

Percorso “L'Acqua & il Vino: verso Cana”: questo cammino è indirizzato ai giovani che si preparano al matrimonio e che desiderano approfondire le scelte della loro vita e di fede. È per chi, pur non avendo prospettive immediate di matrimonio, è interessato a vivere il fidanzamento nel dialogo, nel confronto, nella preghiera. E’ un percorso di durata biennale e si svolge in gruppo. Ciascun gruppo è guidato da una coppia di sposi a cui si affianca un sacerdote. Riferimento: Federico e Luisa Plebani tel. 3381255987Le iscrizioni si raccolgono in sacrestia; chi desidera ulteriori informazioni può rivolgesi a uno dei sacerdoti.

Gli incontri si svolgeran-no la domenica mattina dalle ore 09,15 alle ore 11,00 nella sala della Co-munità (via Botticelli 5 – Brescia)

• E’ previsto, per tutti gli incontri, il servizio baby-sitter, con ac-coglienza dalle ore 09,00, nelle salette adiacenti il teatro.

• L’iscrizione deve es-sere consegnata al più presto a don Tino, o anche inviata via email a [email protected] oppure telefonare a Luisa e Federico Plebani allo 0302304134, cell. 3381255987 segnalando l’eventuale presenza dei vostri figli per-

ché possa essere organizzato nel miglior modo possibile il servizio di animazione.

• Per ulteriori informazioni rivolgersi a uno

dei sacerdoti (don Tino o don Andrea).

Emma e Veniero, 10 aprile 2010

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"Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri." Gv. 15,17“Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo é stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo é debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo e igno-bile e disprezzato e ciò che é nulla per ridurre a nulla le cose che sono” 1° Corinzi. 1, 27-28Dopo la scomparsa della mia cara mamma, in seguito ad una malattia che le procurò tan-te sofferenze, sentii e capii quanto era impor-tante che le persone che soffrono non deb-bano sentirsi sole, ma amate e sostenute. Da qui nacque in me il desiderio di aiutare le per-sone anziane e volentieri aderii alla proposta di don Palmiro, che, su invito dei responsabili di Villa Elisa, stava organizzando un gruppo di volontariato a servizio degli anziani della Casa di Riposo. Ripercorro nella memoria il tempo passato, ricordando i primi approcci con i pazienti: davanti ai miei occhi vidi tante persone, tutte con caratteristiche diverse, do-vute alla malattia e all’invecchiamento. Avrei voluto scappare, perché l’impatto era troppo forte. Chiesi allo Spirito Santo l’aiuto per supe-rare Ia prova e lo scoraggiamento si tramutò in impegno e voglia di fare. Quanti ospiti ho incontrato in questi anni, ognuno con un volto e una storia diversi! Chi aveva gli occhi spen-ti, chi uno sguardo perduto nel vuoto e tutti richiedevano tenerezza e attenzione. Basta una carezza e chiamar per nome con rispet-to per dare loro la dignità di persone, come tali creature di Dio. Non ascoltare il dolore dell’altro non solo è una mancanza, ma so-prattutto è perdere un’opportunità di crescita e di maturazione personale nell’amore e di grazia per la comunità. Dio può operare una svolta nella storia della salvezza proprio at-traverso la fragilità dei corpi deboli e anziani. Molti ospiti da noi assistiti nel corso degli anni hanno raggiunto la Casa del Padre, abbia-mo appreso la scomparsa di ognuno di loro con tristezza, ma consapevoli che il Signore ha il potere sulla vita e sulla morte, accettare la realtà della morte ci insegna ad amare la vita e a valorizzarla. Quante volte davanti a queste persone ho riflettuto sul senso della vita

e della fede: il tanto affanno, i tanti egoismi, la tanta cattiveria e la tanta superficialità del mondo mi hanno fatto capire che la fede sen-za la carità e le opere è morte per i cristiani. Nella debolezza della malattia e nei limiti che la terza età comporta, l’aiuto dato in nome di Gesù è segno del sopravvento del bene sul male. Sono passati dieci anni e il gruppo, diventato esiguo, continua la sua opera con impegno e responsabilità,consapevole che ognuno di noi non fa questo per se stesso, ma in nome di Qualcuno molto più grande. Sia-mo ben inseriti, oltre che tra gli ospiti, anche tra il personale con cui condividiamo l’ami-cizia, cerchiamo di renderci utili nel rispetto e nella fiducia reciproca, comprendendo la fatica fisica ed emotiva del loro servizio.

Etiene

Anch’io, come mia moglie, faccio il volonta-rio a Villa Elisa. In tutti questi anni ho incon-trato tante persone, ma ne voglio ricordare una che, nonostante la sua disabilità fisica, è davvero speciale. Nella sua stanza le pareti sono coperte di fotografie, cartoline, santini e libri. E’ una persona informata su tutto, sa so-stenere bene il dialogo e mi accoglie sempre con un sorriso. La simpatia è quindi reciproca.

Azio

La mia esperienza di volontariato a Villa Elisa e recente (sono solo al secondo anno), ma posso già dire che sono contenta. L’impegno è minimo e non serve essere degli esperti, ba-sta esserci: con la presenza, l’attenzione, una parola gentile, una carezza. I nostri anziani si accontentano di poco e rispondono con un sorriso. Ed è questo che mi dona lo spirito giusto per rivolgermi a loro. All’inizio pensavo di dover "fare" di più. Poi mi sono accorta che davvero la gioia reciproca sta nelle piccole cose. Dare loro da mangiare può essere un pretesto per porci un po’più vicino, farli sentire meno soli e più amati. Quando esco da Villa Elisa, sono sorridente anch’io e con una mar-cia in più: e ho fatto così poco! Che sia vero...che è nel dare che si riceve?

Elena Napoletano

Dieci anni di Villa Elisa

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Villa Elisa: da sempre attenti alle esigenze degli ospitiIl termine “volontariato” è diffi cile da defi nire, se non per alcune caratteristiche peculiari, quali la gratuità e la solidarietà verso i bisognosi. I volontari sono persone che, in base alla loro motivazione, mettono a disposizione gratuitamente il proprio tempo e le proprie competenze provando a dare risposte concrete alle esigenze dei più deboli; essi prestano un servizio libero e disinteressato per motivi di pubblica utilità, in particolare per le necessità sociali di persone fragili come gli anziani. Le caratteristiche principali di un volontario sono, la solidarietà, ossia il superamento di chiusure, egoismi e confl itti; la gratuità, ossia la donazione personale senza tornaconto o interesse alcuno; la condivisione, cioè l'offerta di qualcosa di sé e non una semplice elargizione o carità; l'universalità e il pluralismo, quindi l'apertura a tutti e a tutto; la concretezza e la creatività, cioè l'attenzione ai bisogni e al loro evolversi, dando risposte precise e adeguate; la preparazione, sia sul piano della formazione professionale che su quello tecnico, perchè con la vita delle persone non si improvvisa; la continuità. All'interno della Residenza Socio Assistenziale Villa Elisa, c'è stata una formazione dei volontari per migliorare la qualità del loro servizio nella struttura, attraverso incontri tenutesi presso la Parrocchia delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa. Il programma di questi incontri verteva su alcuni temi come: gli utenti (l'invecchiamento della popolazione e le

modifi che del tessuto sociale; l'evoluzione dei bisogni sanitari, sociali, economici; l'autonomia come criterio di riferimento per lo stato di salute; le malattie croniche/invalidanti; la qualità e l'ottimizzazione dei costi); la rete dei servizi (a bisogni diversi, risposte diverse; nuovi luoghi per nuove accoglienze; il ricovero come casa); il personale (la formazione; il lavoro; il gruppo); la presa in carico dell'ospite (la storia personale; la storia sanitaria; il PAI, obiettivi e azioni personalizzate).Gli incontri sono stati condotti da due ASA, una caposala, un medico, un'animatrice e una fi sioterapista. I volontari, formati, hanno apprezzato questa serie di interventi e tuttora chiedono informazioni alle diverse fi gure professionali, riguardo ai bisogni degli ospiti e al funzionamento della struttura. Importante è la loro presenza all'interno della struttura, poiché aiutano gli operatori in alcune attività di lavoro, soprattutto durante i pasti (imboccando, dando da bere, preparando la merenda) e negli spostamenti con le carrozzine. Inoltre, i volontari hanno collaborato e collaborano con l'animazione per feste ed eventi. Si è instaurato quindi un buon rapporto tra i volontari , gli operatori e le altre fi gure per un obiettivo comune: un'assistenza attenta alle esigenze degli ospiti. La RSA Villa Elisa ha, perciò, avuto giovamento dall'aiuto dei volontari che continuano a condividere le problematiche degli ospiti in diffi coltà.

Fu la gioia di donare un poco del mio tem-po che mi portò ad accettare quello che è diventato ormai un appuntamento troppo importante per me con i nonni di “Villa Elisa”. Il sabato mattina portarli da Te, Signore nel-la chiesetta del ricovero per il rosario e la S. Messa settimanale è sempre una ricca espe-rienza. Scopro quanto sono preziose le loro preghiere, Signore: ognuno ti offre quello che può, chi il sorriso, il canto, la sofferenza, l'in-fermità, chi solo la presenza e qualche volta anche il sonno.Uniti nella preghiera, ricordando i bisogni del-la Chiesa e della Comunità, ci sentiamo una grande famiglia. Che bello, Signore, vederTi

in ognuno di loro e ti chiedo perdono per le volte che manco di carità. Che bello Signore vederli sereni! È solo un'ora alla settimana, Signore, ma io ti ringrazio di avermi dato la gioia di sperimentare quanto sono vere le tue parole che, a chi ti da poco, tu restituisci cento volte di più!Grazie!

Lucia

Vivendo la mia esperienza di solidarietà fra gli anziani di Villa Elisa, ho imparato che per amare la Vita è sufficiente far sorridere un nonno.

Giuseppe Fidone

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Suor Daniela e Suor Sandra

Vogliamo rendere grazie al Signore per il tempo che ci ha donato di vivere con que-sta comunità parrocchiale.Abbiamo percorso insieme un tratto di stra-da, entrambe abbiamo vissuto qui una par-te significativa del nostro cammino forma-tivo iniziale, fino alla Professione Perpetua, nella quale abbiamo risposto al Signore

con il nostro “si” per sempre. Questa par-rocchia, la nostra comunità religiosa, i volti di ciascuno di voi sono stati il luogo privile-giato in cui il Signore ci ha incontrate e si è preso cura di noi.Di cuore ringraziamo anche don Tino, don Andrea, don Palmiro e don Angelo, per l’esperienza di comunione e di condivisione vissuta insieme. Grazie per la stima e l’affet-to ricevuti, e per i tanti e generosi segni di attenzione che in questi anni non sono mai venuti meno.Nella complementarietà delle diverse vo-cazioni ci siamo aiutati reciprocamente a seguire Gesù , a tenere fisso lo sguardo su di lui e a fare della nostra vita un dono.Anche se lontane geograficamente conti-nuiamo a partecipare con voi del dono di carità che le nostre Sante ci hanno conse-gnato. Loro l’hanno vissuto e testimoniato in una vita spesa totalmente per i più biso-gnosi.Bartolomea in una sua lettera scrive “l’ami-cizia, essendo vera, non può cancellarsi quantunque gli individui che la compongo-no siano divisi e lontani fra loro”. Pur nella fatica del distacco oggi più che mai sentia-mo vere queste parole.Il nostro andare è prezioso in quanto ci ricorda nuovamente e ricorda a quanti ci circondano il senso della nostra vita consa-crata.Vi assicuriamo di cuore il nostro ricordo da-vanti a Gesù eucarestia. Chiediamo anche a voi di accompagnarci con la preghiera nella nostra nuova missione, nella comu-nità di Venezia, al servizio della mensa dei poveri, e nella comunità di S. Gregorio Magno, in Campania, per la pastorale sul territorio.Con Bartolomea e Vincenza “mettiamo tut-ta la nostra confidenza in Gesù, sicure di es-sere aiutate… Faccia Gesù Redentore che siamo sue vere seguaci”.

Grazie a voi...fratelli e sorelle

All'inizio dell'anno catechistico di seconda media ci è stata data la grande possibilità di “sincronizzarci” con due persone prove-nienti da differenti missioni dell'Africa, Tiziana e Maria. La prima ha accompagnato il gruppo del sabato, la seconda quello del martedì. Noi, gruppo del sabato, abbiamo avuto l'occasione di conoscere una parte di Etiopia, nello specifico la regione del Sidamo ed all'interno di essa la parrocchia di Dongora, i ragazzi del martedì, invece, hanno approfondito l'esperienza vissuta da Maria a Kabwe, in Zambia.La vocazione missionaria dei cristiani è ben descritta dagli ultimi versi del Vangelo di Matteo:E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".Inizialmente abbiamo preso coscienza di cosa avesse spinto la “nostra” Tizi a vivere questa esperienza: durante un'incontro ci ha esposto attraverso la testimonianza e le immagini alcune delle situazioni reali da lei viste e vissute. In seguito abbiamo cercato, attraverso il dialogo, alcune possibili soluzioni.Senza perdere il contatto con la concretezza di queste tematiche, accompagnati da Tiziana, abbiamo puntato l'attenzione sulle forze che possono davvero muovere le realtà africane sulla strada dello sviluppo: la forza dell'istruzione, del gruppo, delle competenze locali, della sanità e non ultima la forza dell'impegno contro la denutrizione, problema ancora troppo presente in quei paesi. Dopo una serie di riflessioni siamo arrivati a definire che la speranza per il

loro futuro risiede nei bambini e, scoperto il valore della cultura millenaria che caratterizza queste popolazioni abbiamo concluso capendo l'importanza di una corresponsabilità di ciascuno di noi, perché dobbiamo ricordare che...

... FUORI DA NOI C'E' UN MONDO!

Numerose son state le domande e gli interessamenti da parte dei nostri ragazzi, nate dalla visione delle foto e dall'ascolto della testimonianza. Dall'ultima frase presa come motto si sono susseguite lungo tutto l'arco dell'anno diverse attività, in parte promosse da noi catechisti e in parte direttamente dai ragazzi i quali hanno saputo partecipare alle diverse iniziative anche quando questo comportava un impegno supplementare rispetto agli incontri di catechismo del sabato. I ragazzi si son resi partecipi donando diversi momenti del loro quotidiano per tale progetto. Hanno iniziato una corrispondenza con i ragazzi di Dongora, hanno realizzato e gestito il loro settore della bancarella missionaria il cui ricavato era destinato ai loro nuovi amici, hanno vissuto una giornata di ritiro presso i Missionari Saveriani,.... Concretamente si sono impegnati per i progetti proposti a livello parrocchiale: la costruzione di un pozzo per l'acqua a Dongora e la realizzazione della pavimentazione della chiesa di Kabwe.Attraverso questa iniziativa si è presentata la possibilità per noi catechisti di conoscere meglio i nostri ragazzi ed è stata offerta loro l'occasione di incontrarsi, accorpando le due classi di catechismo per un unico obbiettivo: conoscere il mondo fuori da noi e condividerne le necessità!

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Enrico Ottobre missionario

La chiesa tutta... una!

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Ottobre missionario

CCategorie Calcio: Scuola Calcio (no campionato) anni 2004-05-...

Allenamenti: giovedì 17,00/18,30

Under 10 (CSI) anni 2001-02-03 Allenamenti: martedì/giovedì 17,00/18,30

Aspiranti (ANSPI) anni 1998-99-00 Allenamenti: mercoledì/venerdì 17,00/18,30

Adolescenti (ANSPI) anni 1994-95-96-97 Allenamenti: martedì/giovedì 18,30/19,45

Top Junior (CSI) anni 1989-90-91-92-93

Allenamenti: martedì/giovedì 19,45/21,00 E infine i vecchietti Dilettanti A/B anni 88-87-86… e fino a quando ce la fate Info: Sacchi Giuliano 3483306017 Angeloni Roberto 3460684145

Inizia la stagione sportiva al nostro Oratorio. L’ ASD LE 2 SANTE è pronta ad accogliervi… Vi aspettiamo numerosi…

pSSport all’Oratorio… UUn’ occasione ddi crescita

CCategoria PPallavolo Mista:

92-91-90…e fino a quando saltate…senza molle Alex 3405818707

AAttività KKarate: bambini/e fino alle elementari …Bruce Lee impallidirebbe martedì 17-18.30 venerdì 16-17.30 Chiara: 3290257145

AAttività DDaanza:

elementari e medie e vai con il tutù e i nuovi Nureyev!!! Mercoledì pomeriggio Monica 3489012019

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“Nessuno che non abbia sperimentato le tentazioni potrà entrare nel regno dei cieli.

Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato!” S.Antonio Abate

CATECHESI 2010-2011

LA LOTTA LA LOTTA LA LOTTA SPIRITUALESPIRITUALESPIRITUALE

“Nessuno che non abbia sperimentato le tentazioni potrà entrare nel regno dei cieli.

Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato!” S.Antonio Abate

“Nessuno che non abbia sperimentato le tentazioni potrà entrare nel regno dei cieli.

Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato!”S.Antonio Abate

In base a ciò che abbiamo appreso dalla no-stra stessa esperienza e dalle innumerevoli testimonianze della Scrittura, dobbiamo con-vincerci che, se non fossimo sostenuti dall’aiuto che Dio solo può darci, non saremmo mai capaci di vincere dei nemici tanto potenti con le nostre sole forze, ed è a lui che dobbia-mo attribuire ogni giorno tutto il merito delle nostre vittorie”

Cassiano

argomenti e temi: introduzione la tentazione in gen 3 le tentazioni di Gesù il cuore la dinamica della tentazione la lotta le armi della lotta spirituale otto pensieri ingordigia lussuria avarizia collera tristezza accidia vanagloria orgoglio

lunedì 22 novembre ore 20.45 lunedì 29 novembre ore 20.45 lunedì 6 dicembre ore 20.45 lunedì 13 dicembre ore 20.45 lunedì 24 gennaio ore 20.45 lunedì 31 gennaio ore 20.45 lunedì 7 febbraio ore 20.45 lunedì 21 febbraio ore 20.45 lunedì 28 febbraio ore 20.45

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CONFESSIONIOgni venerdì dalle 18 alle 20 e ogni sabato o vigilia di solennità dalle 15 alle 18.

NASCITESu comunicazione dei famigliari viene dato l’annuncio della nascita dei bambini alla comunità con il suono festoso delle campane.

BATTESIMIPer la celebrazione del battesimo si stabiliscono alcune date in solennità importanti: Epifania, Bat-tesimo di Gesù, Pentecoste, Immacolata concezione o altre domeniche esclusi i tempi di Avvento e Quaresima. Momento privilegiato e importante è la grande Veglia Pasquale. Si battezza sempre all’interno della Messa. Il papà e la mamma prendono contatto con il Parroco per chiedere il bat-tesimo e fissare la data. Una coppia di sposi farà visita alla famiglia per la preparazione.

MATRIMONII fidanzati che decidono le nozze si rivolgono al Parroco almeno un anno prima per concordare, oltre la data delle nozze, anche la preparazione. Sarebbe auspicabile una preparazione remota all’esperienza matrimoniale.

AMMALATIPer garantire l’assistenza spirituale agli ammalati, don Tino intende dedicare il venerdì mattina alla visita nelle case o negli ospedali e chiede di essere informato per tempo della situazione dai famigliari. Chi desiderasse l’Eucaristia a casa può contattare i ministri straordinari.

Anagrafe parrocchialeRINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO“Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parla-re i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”

Michele Prezioso (di Alfonso ed Elena)Jacopo Caterino (di Massimo e Sara)Federico Nevola (di Daniele e Simona)Giorgia Di Niro (di Francesco e Luigia)Isabella Mafezzoni (di Fabio e Katia)Capodilupo Chiara (di Alessandro ed Elena)Cola Vanessa (di Gianluca e Rossana)Mattei Giorgia (di Paolo e Roberta)Mena Tommaso (di Samuel e Rossella)Baronio Mattia (di Gabriele e Paola)

UNITI NEL MATRIMONIO CRISTIANO“Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Si, con la grazia di Dio, lo voglio”

Sergio Benedetto e Ilaria Voltolini(12 giugno 2010)Cristian La Rocca e Federica Cannavò(12 giugno 2010)Cristian Pasetti e Irene Vairani(17 luglio 2010)Daniele Di Meo e Angela Pittera(19 settembre 2010)Davide De Luca ed Emanuela Pasquardini(16 ottobre 2010)

“Io credo : il Signore è risorto e vive, e un giorno anch’io risorgerò con Lui”

MORTI IN CRISTO GESU’

Mario AgolaRosa BonadonnaLucia Zambelli

Valeria TagliapietraMaria AlbertiMichela Vittoni

Evaristo ScandellaAmalia CarliMaria Tratto