Autorità di Bacino pilota del fiume Serchio · Il fiume Serchio: conoscerlo, amarlo, rispettarlo...

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Progetto educativo 2015-2016 Pagina 1 di 6 Il fiume Serchio: conoscerlo, amarlo, rispettarlo (percorso guidato per piccoli lucchesi alla scoperta del Serchio) Autorità di Bacino pilota del fiume Serchio L’EVOLUZIONE DEL SERCHIO NEI SECOLI Abbiamo visto che il fiume Serchio nasce nella parte alta della Garfagnana e sfocia nel Mar Tirreno, percorrendo circa 103 Km. Il Serchio non è sempre stato come noi lo vediamo oggi: vicino a Lucca si divideva in due rami che circondavano l’antica città. Per capire come era fatto il Serchio nella zona intorno a Lucca guardiamo le vecchie cartine della città. Nel Medioevo (intorno all’anno 1000) si chiamava in un altro modo: - il ramo principale era chiamato Auser e passava a est della città; - il secondo ramo, l'Auserculus , passava a nord della città: da questo nome e da questo tracciato deriva l’attuale Serchio; - c'era poi un terzo ramo che partiva dal primo e si ricongiungeva al secondo a sud di Lucca: lo vediamo ancora, in forma di un canale, il canale Ozzeri.

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Il fiume Serchio: conoscerlo, amarlo, rispettarlo (percorso guidato per piccoli lucchesi alla scoperta del Serchio)

Autorità di Bacino pilota del fiume Serchio

L’EVOLUZIONE DEL SERCHIO NEI SECOLI

Abbiamo visto che il fiume Serchio nasce nella parte alta della Garfagnana e sfocia nel Mar

Tirreno, percorrendo circa 103 Km.

Il Serchio non è sempre stato come noi lo

vediamo oggi: vicino a Lucca si divideva in due rami

che circondavano l’antica città.

Per capire come era fatto il Serchio nella zona

intorno a Lucca guardiamo le vecchie cartine

della città.

Nel Medioevo (intorno all’anno 1000) si chiamava in

un altro modo:

- il ramo principale era chiamato Auser e passava a

est della città;

- il secondo ramo, l'Auserculus , passava a nord

della città: da questo nome e da questo tracciato

deriva l’attuale Serchio;

- c'era poi un terzo ramo che partiva dal primo e si

ricongiungeva al secondo a sud di Lucca: lo vediamo

ancora, in forma di un canale, il canale Ozzeri.

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Il Serchio a Lucca:

Lucca

Piana di Lucca

Monti Pisani

Colline lucchesi

Fiu

me Se

rch

io

Auser

Auserculus

percorso oggi percorsi nei secoli (in giallo)

La foce del Serchio:

percorso oggi percorsi nei secoli (in giallo)

In questa cartina vediamo invece come era il fiume addirittura 20.000 anni fa (periodo

PALEOLITICO, cioè quando in Europa si diffonde l’Homo sapiens) :

(Verso l’Arno)

Linea

di costa

attuale

Corso attuale

del fiume Serchio

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In questa cartina vediamo invece come era il fiume alla fine del 1800:

Un po’ di storia.

Secondo alcuni studiosi la parola Lucca deriva dall’antica parola Luk che significa “palude,

luogo paludoso” : questo ci fa capire la presenza dell’acqua nella storia della città.

La piana di Lucca venne conquistata dai Romani nel 180 a.C. : i Romani fecero grandi opere di

regimazione e di bonifica delle acque attraverso canalizzazioni e arginature. Nel periodo

romano infatti passavano da Lucca varie strade importanti , quindi la regimazione e il controllo

delle acque era fondamentale per garantire vie di comunicazione sicure e stabili.

Inoltre il fiume non aveva gli argini e quindi invadeva la campagna in modo libero ed anche la

città era soggetta a frequenti alluvioni, creando danni continui e paura alla popolazione. Per

questo proprio a Lucca nell’Alto Medioevo è avvenuto uno dei principali eventi della storia

delle opere idrauliche nella Toscana: la deviazione del Serchio.

La leggenda racconta che verso l’anno 570 d.C. , mentre i lucchesi si affaticavano invano per

deviare il corso del Serchio, San Frediano, Vescovo di Lucca , a causa della paura e dei danni

causati dal fiume si recò 2 miglia a nord della città e, dopo essersi raccolto in preghiera,

prese un rastrello e cominciò a tracciare un solco sul terreno . Quando il fiume iniziò a

traboccare, Frediano ordinò al Serchio di fermarsi e di seguire il percorso di quei solchi,

dicendo le parole “acque seguitemi”: da allora il Serchio scorse lontano dalla città.

La chiusura del grande ramo che passava a est della città è stata la sistemazione

idraulica a protezione della città più importante della Toscana dell'epoca.

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In epoca successiva i lucchesi continuarono costantemente a regimare le acque del fiume per

allontanarle dalla città in modo da evitare che devastassero le campagne. Furono

progressivamente realizzati lavori per portare la maggior parte delle acque a scorrere

nell'attuale percorso, chiudendo e canalizzando i vari rami a sud est della città.

Dal 1500 a Lucca nascono delle figure professionali che si occupano di fare progetti di ponti,

fare le manutenzioni, nuove arginature, ecc. : l’ ufficio che si occupava solo di questi lavori era

l“Offizio del fiume Serchio”. Secoli dopo, nel 1800, era la “Soprintendenza delle Acque e

Strade” a svolgere questi compiti e i lucchesi continuarono a spendere forze e denaro in

queste opere: il sistema attuale di argini fu ideato tra la fine del 1700 e la il 1830.

Per l’impegno e gli sforzi umani ed economici dei lucchesi, è nato il famoso modo di dire

“costa più del Serchio ai lucchesi”.

A Lucca la presenza dell’acqua è stato sempre un valore per la vita e per le attività umane:

l’acqua era utilizzata per la campagna e per le coltivazioni ma anche per le attività artigianali

come la produzione della seta. Una parte dell’acqua del Serchio entrava in città dai “fossi” e

da qui le botteghe artigiane attingevano l’acqua necessaria per colorare i tessuti.

San Frediano devia le

acque del Serchio

(Chiesa di San Frediano)

Lucca

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Inoltre il fiume Serchio era utile anche perché era navigabile in molti tratti, quindi

costituiva una importante via di comunicazione che collegava la Media Valle del Serchio

fino al porto di Pisa (attraverso il lago di Bientina).

Anche Lucca aveva un suo piccolo porto, detto Porto “della Formica” o “dei navicelli”. Si

trovava a sud di Porta San Pietro, vicino agli spalti, esisteva dal tempo dei Romani e aveva

carattere commerciale: gli studiosi hanno scoperto esisteva addirittura un’organizzazione di

trasporti di piccole imbarcazioni che dal porto, tramite il lago di Sesto, il Lago di Bientina

e il fiume Arno, arrivavano al mare Tirreno. Se riguardiamo la vecchia cartina di come era

Lucca nel 1800 possiamo vedere bene quale era il suo percorso: dal mare si poteva arrivare a

Pisa e a Lucca e proseguire fino alla Garfagnana.

Molti tratti erano navigabili e molto spesso le barche erano trainate da cavalli o da buoi.

Lucca necessitava di un porto non solo per importare cereali e cibarie ma per mantenere il

flusso di commerci che i mercanti lucchesi avevano un po’ in tutta Europa. Infatti dopo che

nell’846 la città iniziò la lavorazione della seta il Porto acquisì in brevissimo tempo grande

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importanza. Il Porto venne utilizzato intensamente anche per il trasporto di pietre, terra e

materiale per la costruzione delle Mura di Lucca.

L'importanza della funzione del Porto cessò presumibilmente con l'arrivo della ferrovia (metà

del 1800), anche se la navigazione commerciale sul Fosso Formica è documentata almeno fino

al 1899.

La presenza dell’acqua nei nomi delle località

Abbiamo già detto che il nome Lucca deriva dalla parola Luk, che significa località paludosa.

L’importanza e l’impronta del fiume Serchio e quindi dell’acqua si trovano anche nei nomi di

località intorno a Lucca, infatti molte di essi derivano da parole che sono legate all’acqua:

Antraccoli = località inter acquas, cioè “tra le acque”

Lammari = località lama, cioè luogo paludoso, con molta acqua

Lunata = località nella quale il fiume formava una mezza luna

Nave = località nella quale si trovava una barca per attraversare il fiume

Il Serchio oggi

Negli ultimi 500 anni il Serchio ha provocato 36 alluvioni che hanno messo in difficoltà la

popolazione, l’agricoltura, le attività industriali e artigianali, spesso interrompendo le vie di

comunicazione.

L’ultima alluvione importante è avvenuta nella notte di Natale del 2009: le piogge intense e

prolungate hanno provocato la rottura degli argini del Serchio nella zona di Santa Maria a

Colle e vicino a Migliarino Pisano, in provincia di Pisa.

Ancora oggi, quindi, i lucchesi devono fare i conti con il fiume Serchio: devono fare opere per

tenerlo dentro agli “argini”, che sono stati rafforzati nei punti dove si erano rotti, devono

costruire nuove “opere di difesa” come le “casse di espansione”, devono tenere pulito il fiume…

tutto questo per evitare che le sue acque “esondino”, cioè invadano il territorio.

Quindi il fiume Serchio ha sempre influenzato la vita dei lucchesi, fin dall’antichità, e

certamente continuerà a condizionare le nostre abitudini, il nostro lavoro e la nostra vita.