Auto aiuto 02 2013

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AUTO AIUTO Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici TASSA PAGATA / TAXE PERCUE Poste Italiane Spa - Spedizione in abbo- namento postale - D.L. 353/2003 (Conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Bolzano Reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 2/2013 SOLIDARIETà FAMIGLIA A FAMIGLIA Corso di formazione per famigliari di persone che soffrono di disagio psichico

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Auto Aiuto

Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici

tAssA PAgAtA / tAxe PercuePoste italiane spa - spedizione in abbo-namento postale - D.L. 353/2003 (conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DcB Bolzano reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 2/2013

sOLIDARIetà

FAmIgLIAAFAmIgLIA Corsodiformazioneper famigliaridipersoneche soffronodidisagiopsichico

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Solidarietà

Laqualitàdellerelazioni

Solidarietàè...

Crisi,eallora? Convegnointernazionaledipsichiatria

Parolaailettori: Pensieriedomandediunparente

Nuoveprovvidenzeinfavoredelle personecondisabilità:Rielaborazionedella leggeprovincialenr.20/83

Laforzaperaffrontareilfuturo

Patenteemalattiapsichica

Corsodiformazioneperfamiliari FamigliaaFamiglia

ClusterMeetingaMonaco

Preavviso

GiornataMondialedellaSaluteMentale Presentazionedelfilm:„Ilcantodellesirene“

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IndiceiMPressuM

opuscolo informativo quadri- mestrale dell‘Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici

registrato al tribunale di Bolzano: Nr. 17/95 r.st. del 3.7.1995

editore:Associazione Parenti ed Amici di Malati PsichiciVia g. galilei, 4/a39100 Bolzanotel. 0471 260 303 Fax 0471 408 [email protected]

responsabile:Prof.ssa carla Leverato

redazione:Martin Achmüller, Margot gojer, Lorena gavillucci, Laura Kob, car-la Leverato, carmen Premstaller

traduzione:Martin Achmüller, Margot gojer, Klaudia Klammer, carla Leverato, carmen Premstaller

Foto:Archivio, Martin Achmüller, Mar-got gojer, carmen Premstaller, pixelio.de

impostazione e veste grafica:carmen Premstaller

stampa:Karo Druck, Frangarto

La redazione ringrazia per la preziosa collaborazione tutti co-loro che hanno contribuito alla pubblicazione di quest‘edizione. si riserva il diritto di effettuare ab-breviazioni ai testi.

con il sostegnodella città di Bolzano

con il sostegno della

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eDitoriALe

L o so che sono idealista, ma illusa no. infatti credo nella solidarietà

umana come un bene preziosissimo, che inizia coltivando e perfezionando la qualità delle relazioni umane.

in “shantaram” dello scrittore g. D. ro-berts viene descritta in modo mirabile la vita negli slums di Bombay, le ba-raccopoli costruite con ripari di fortu-na dove migliaia e migliaia di persone vivono nella massima povertà condi-videndo tutto quel poco, pochissimo che posseggono e che a volte con-siste in un bicchiere di acqua. chi ha bisogno di qualche cosa non ha mai bisogno di chiedere, perchè qualcun altro si è accorto della sua necessità. Le persone hanno capito che l‘unico modo per sopravvivere consiste nel dare e ricevere solidarietà. in caso contrario si distruggerebbero a vicen-da.

Mi è sembrata una lezione straordi-naria da imparare: si può vivere nella gioia soltanto se si è capaci, e si può imparare a farlo, di non chiudersi nella difesa preventiva da chissà che cosa e chissà chi, non isolandosi, ma apren-dosi invece all‘interesse per gli altri, ai loro bisogni.

in fin dei conti il bisogno di noi tutti è essenzialmente quello di essere ri-conosciuti, stimati ed amati. Noi ab-biamo confuso questo bisogno con quello del possesso – molto spesso di cose inutili – che riteniamo ci facciano stimare dalle persone che ci circonda-no. come se tutto si potesse compra-re, come se tutto avesse un prezzo in denaro.

chi vive nella sofferenza, malati e loro famiglie, ha bisogno invece di sentire di far parte di una famiglia più gran-

de, dove non ci si deve vergognare di star male, perché c‘è sempre qual-cuno che ti ascolta e ti capisce, che ti viene incontro. tocca a noi però aprire la porta, dare e chiedere aiuto, fare il primo passo.

La catena di solidarietà ha qualcosa di misterioso, che però ciascuno di noi può sperimentare. chi ha l‘abitudine di interessarsi degli altri, quando a sua volta ha bisogno di aiuto non lo deve nemmeno chiedere, perchè qualcuno a sua volta si è accorto di lui e della sua difficoltà.

se provassimo a fare il primo passo, distribuendo sorrisi, saluti, sguardi, aiuti anche del tutto minimi, aprendo le nostre porte, metteremo in moto la possibilità di vivere in modo to-talmente diverso, soddisfacente; avremo una vita piena, realizzata, completa...e inoltre non c‘è niente di meglio per uscire dalla solitudine, che non deve essere l‘isolamento che spes-so da soli ci imponiamo.

ciò vale naturalmente non solo nei rapporti privati, ma anche in quelli pubblici, dove pare a volte che re-gnino e domino soltanto le ferree regole burocratiche. esse sono pur-troppo necessarie per l‘organizza-zione di interventi più o meno com-plessi. Ma è forse proibito che esse siano accompagnate da rapporti da persona a persona, che iniziano con uno sguardo attento e amichevo-le, o anche amorevole, come quelli che ho visto rivolgere da infermiere ”umane” alle persone ricoverate in psichiatria?

Buona estate, amici, all‘insegna della solidarietà!

SolidarietàCarla Leverato

Foto:MichaelGrabscheit/pixelio.de

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Itemi della solidarietà, dell’aiuto, della “simpatia” nel senso etimolo-

gico del termine, che significa “sentire insieme”, sono temi che riguardano particolarmente la qualità delle rela-zioni umane.Di questi aspetti, in vario grado e nei vari contesti di vita, ne abbiamo biso-gno tutti, ma chi si trova in condizioni di fragilità e debolezza ne ha un biso-gno imprescindibile ma, purtroppo, essi sono spesso una merce rara.

Fragilità e debolezza in un mondo esasperatamente competitivo come il nostro, dove tutto deve essere veloce e vincente, significano quasi automa-ticamente emarginazione e solitudi-ne. Non penso solo ai malati psichici, ma ai malati in generale, agli anziani, ai migranti, a chi si trova in difficoltà e rischia di diventare “trasparente” per una società, che gli passa accanto e non sa vederlo.

Accanto ai casi, purtroppo ora non infrequenti, stando alle cronache di questa lunga crisi, di tragica disat-tenzione alle situazioni delle persone, è g i u s t o ricono-

scere che provvidenze e cure sono ancora abbastanza garantite e, so-prattutto in ambito locale, il livello di Welfare è buono e la funzione sussi-diaria (che mai deve trasformarsi in sostitutiva!) del volontariato è diffusa ed efficace.

e c’è anche un altro pianeta, abita-to da persone, che con la semplice spontaneità del loro essere si metto-no in ascolto dell’altro, attente a chi vive loro accanto e che, nell’ambito di un’associazione, o tante volte a livel-lo puramente privato e individuale, si occupano, ad esempio, del vicino di casa anziano o straniero, anche solo suonando alla sua porta e chiedendo se sta bene, se serve qualcosa; oppu-re si prendono cura di un malato, non certamente sostituendosi ad un’infer-miere, ma con visite che fanno com-pagnia. Altri ancora mettono il loro sapere di artigiano o professionista, di casalinga o di artista a disposizione di malati psichici o disabili, per trasmet-tere conoscenza, favorire esperienza.Non sono né angeli, né alieni: sono

persone come noi. o quasi.

La solidarietà e la generosità non si impongono, ma si possono suscitare, stimolare, se si recupera la visione di un mondo con valori più umani, dove l’uomo, non il vitello d’oro, è al centro di tutto.

Un problema piccolo, a cui pochi cercano soluzio-ne, diventa un problema gigantesco; un problema gigantesco a cui tanti cer-cano soluzione, diventa un problema piccolo.

ripeto un concetto in cui credo: il ruo-lo “pubblico”, il dovere dell’istituzione nei confronti del cittadino deve esser-ci ed essere adeguato: è una questio-ne di civiltà. Ma è irragionevole, anche nel migliore dei casi, pensare che da parte delle istituzioni pubbliche pos-sa essere offerto tutto il tempo, tutta l’attenzione, anche a quei piccoli det-tagli, di cui chi soffre ha bisogno. ser-ve un di più e quel di più, quella mag-giore quanto necessaria qualità della relazione, possono essere dati solo dalla presenza solidale di chi si mette

a disposizione per “simpatia”.

cerchiamo allora di costruire un mondo in cui ci ren-

diamo tutti

le qualità delle relazioni umaniLuce, familiare

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più simpatici, un mondo di persone solidali, in cui tutti almeno ci provano a non giudicare, specialmente dall‘ap-parenza, a tener conto della sensibi-lità delle persone, a non dare “buoni consigli”, ma cercano invece di rispet-tarsi l‘un l‘altro, di condividere emo-zioni anche senza bisogno di parole, di far sentire all‘altro che non è solo ad affrontare i suoi problemi.

Ancor più bisogno di solidarietà han-no i familiari di malati psichici.se mi chiedessero, e la domanda non è per niente banale, che cosa vorrei dagli altri in quanto familiare di un malato, proverei a rispondere in que-sto modo.

se per altri si intendono figure pro-fessionali, gli “esperti”, i servizi, le isti-tuzioni, la risposta potrebbe anche essere semplice: competenza. Ma la competenza si declina e si esprime anche in una serie di fattori, primo dei quali secondo me, quando si tratta di persone, è proprio il rispetto della persona.e questa, in fondo, è anche l’aspettati-va che ho nei confronti di tutti gli altri, di qualunque persona con cui entro in contatto e questo a prescindere dal fatto di essere o no familiare di un ma-lato psichico.

cosa vorrei inoltre dagli altri, intesi come cerchia più ristretta, parenti, amici, colleghi? come persone che mi sono vicine in autobus o per strada? La cassiera del supermercato o l’im-piegato allo sportello o il cameriere al ristorante?Dalle persone “lontane”, dal contat-to occasionale, quando sono con il mio familiare vorrei nei suoi con-

fronti, ma anche nei miei, rispetto e

gentilezza, magari discrezione, che a volte significa distogliere lo sguardo e non costringerti a leggere negli occhi degli altri lo stigma e la disapprova-zione, o quell’orrendo sentimento di pietà.Nell’ambito più ristretto, vorrei comportamenti improntati ad una maggiore autenticità, ma mi rendo conto di chiedere tantissimo; di chie-dere qualcosa che nemmeno io trop-po spesso so avere, con tutta la mia attenzione e buona volontà.

Rispetto, autenticità, solidarietà: sono questi in definitiva i valori che danno qualità ai rapporti, alle relazioni umane.

in quanto al rispetto, certamente vor-rei rispetto vero, non quello formale: spesso, però, a dire la verità mi accon-tenterei anche solo di quello formale! L’autenticità, invece, non può mai es-sere questione di forma, ma è un dif-ficile sentiero in salita, che deve supe-rare la paura di sbagliare, di suscitare reazioni che poi non so controllare, la paura di fare del male e ferire.

Anche se poi penso che i sentimenti e gli stati d’animo “filtrano” al di là anche delle nostre

intenzioni: se ti voglio bene davvero, se ti rispetto davvero, se ho un atteg-giamento positivo nei tuoi confronti, qualunque cosa io dica o faccia tu percepirai comunque questa positivi-tà. Almeno lo spero.gli amici e parenti sanno che il pen-siero del familiare malato c‘è sempre, anche se non lo si menziona conti-nuamente, anche se come è logico e umano non mi impedisce di vivere e di vivere bene, e quando capita, an-che in allegria.

Nella vita c’è spazio per tutto, per il dolore e per la gioia.

ed inoltre c’è un’altra cosa che vor-rei non mancasse mai: la solidarietà. Quando si ha un problema, un dolore, sentire la vicinanza e la condivisione degli altri dà tanta forza: questa è una certezza, che mi deriva dall’esperien-za diretta. solidarietà è davvero fare luce nel buio.

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Solidarietà è......un piccolo gesto che genera anche in te il desiderio di collaborare....sentire che non sei solo....allegria....la vita che aiuta la vita....la forza della cooperazione.

Foto:CarstenJünger/pixelio.de

tutte le persone che hanno raccontato queste storie soffrono di depressione. ciò nono-stante hanno imparato a dare e chiedere aiuto e solidarietà, scoprendo che in tal modo anche le loro giornate acquistano senso e valore, ma soprattutto che ogni minimo gesto di attenzione per l‘altro ha un valore incommensurabile per chi lo riceve... e per chi lo fa.

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Sehr geehrte Damen und Herren,

jeder vierte Mensch erleidet im Laufe seines Lebens eine schwere psychische Krise – Krisen sind damit in der Biografie eines Men-schen nichts Ungewöhnliches. Leider münden sie nicht selten in eine psychische Erkrankung oder eine seelische Behinderung, die heute der Hauptgrund für das vorzeitige Ausscheiden aus dem Arbeitsleben sind. Eine gute ambulante Krisenversorgung trägt wesentlich dazu bei, frühzeitig die Entstehung einer psychischen Erkrankung oder einer seelischen Behinderung zu verhindern. Sie reduziert die Notwen-digkeit stationärer Krankenhausaufenthalte und wirkt chronischen Krankheitsverläufen oder einer Hospitalisierung entgegen.

Das wichtige Thema der „ambulanten Krisenversorgung“ steht im Mittelpunkt der Internationalen Psychiatrietagung der Länder Oberbayern, Tirol und Südtirol, die im März 2013 bereits zum siebten Mal stattfindet. Die Tagung im Zweijahresturnus ist inzwischen zu einer angesehenen Tradition geworden. Sie bringt auch dieses Mal die relevanten Akteure der sozialpsychiatrischen Versorgung zusammen, um gemeinsam aktuelle Themen der psychiatrischen Landschaft zu diskutieren.

Oberbayern, Tirol und Südtirol:7. Internationale Psychiatrietagung

Soziales | Gesundheit | Bildung | Kultur | Umwelt | Heimatpflege15. - 16. März 2013 Kloster Seeon – Kultur- und Bildungszentrum des Bezirks Oberbayern

Ich freue mich, dass Oberbayern dieses Mal als Gastgeber an der Reihe ist und darf Sie als Schirmherr herzlich zu dieser länderüber-greifenden Fachtagung einladen. Ich wünsche der Veranstaltung viel Erfolg und Ihnen einen angenehmen Aufenthalt in unserem Kultur- und Bildungszentrum Kloster Seeon.

Josef Mederer Bezirkstagspräsident von Oberbayern

„Psychische Krisen. Was nun?“ Krisenhilfen im internationalen Vergleich.

Prim. Univ.-Prof. Dr. Andreas ConcaLeiter des psychiatrischen Dienstes BozenAndrea DietzelSozialbürgerhaus Laim-Schwanthalerhöhe Psychologischer Dienst, Landeshauptstadt MünchenMag. Norbert ErlacherObmann, Hilfe für Angehörige psychisch Erkrankter TirolDr. Robert FiedlerLeiter start pro mente – Sozialtherapeutische Arbeitsgemeinschaft TirolMag. Malini HäuslmeierLeiterin Tageszentrum start pro mente – Sozialtherapeutische Arbeits-gemeinschaft TirolProf. Dr. Heiner KeuppLudwig-Maximilian-Universität MünchenMargit MoriniMitglied „Verband Angehöriger und Freunde psychisch Kranker“ Bozen Prim. Dr. Roger PychaLeiter des psychiatrischen Dienstes Bruneck

Walter SchälOSPE OberbayernDr. Gabriele SchleuningChefärztin kbo-Isar-Amper-Klinikum Atriumhaus, Vorstand des Krisendienstes der Psychiatrie MünchenPetra SchweiglSelbsthilfeorganisation „Lichtung“ SüdtirolPrim. Dr. Martin SchmidtLeiter der Abteilung für Psychiatrie Bezirkskrankenhaus LienzPrim. Dr. Josef SchwitzerLeiter des psychiatrischen Dienstes BrixenHermann StemmlerKoordination Selbsthilfe, Bezirk OberbayernPrim. Dr. Lorenzo ToresiniLeiter des psychiatrischen Dienstes MeranDr. Michael WelscheholdOberarzt kbo-Isar-Amper-Klinikum Atriumhaus, Ärztlicher Leiter des Krisendienstes der Psychiatrie MünchenWiltrud WystrychowskiLeiterin Psychologischer Dienst für Ausländer München

Referentinnen und Referenten:

L ‘importante tema sul come af-frontare la crisi è stato in primo

piano durante il settimo convegno internazionale di psichiatria dei pae-si Nordbaviera, tirolo e Alto Adige, al quale ho partecipato in qualità di Presidente della nostra Associazione. A metà marzo infatti si sono incontra-ti per uno scambio di opinioni nell‘ex convento seeon, centro culturale e di formazione di chiemgau, insieme con esperti provenienti dal campo medi-co e dalle strutture anche rappresen-tanti delle associazioni di familiari e di pazienti

Ma che cosa è la crisi?La crisi è una situazione nella quale i sintomi della malattia si aggravano in misura tale da non poter essere controllati con le loro sole forze nè dai malati stessi, nè dai loro familiari. Dipende dalla particolarità dei singo-li aspetti della malattia se i pazienti sono in grado di accorgersi dell‘ag-gravamento, mentre i familiari se ne accorgono più chiaramente. Prima che lo stress prenda loro la mano, quando le forze e la pazienza sono agli sgoccioli, allora è il momento di trovare il coraggio di chiedere aiuto agli specialisti

Quali cause può avere una crisi?una crisi può avere molte cause e in ogni crisi c‘è bisogno di un aiuto in-dividuale. e‘ molto diverso il modo in cui funziona l‘aiuto professionale nei singoli paesi partecipanti. inoltre l‘assistenza nei periodi di crisi dipen-de dalle condizioni sociali e in una grande città come Monaco essa può essere organizzata ben diversamente da quello che succede nel nostro ba-cino di utenza.

CriSi, e allora?Convegno internazionale di psichiatria a Seeon (Germania)Siglinde Jaitner, presidente

Interventi di primari, familiari e utenti dell‘Alto AdigePer l‘Alto Adige hanno parlato il dott. Lorenzo toresini, Primario del-la Psichiatria di Merano e dott. Josef schwitzer, Primario della Psichiatria di Bressanone della rete di prevenzione ed intervento in caso di crisi.

il dott. toresini ha riferito che i ricoveri ospedalieri sono diminuiti in favore dei trattamenti sul territorio e nell‘am-biente sociale. i fatti dimostrano che è per lo più sufficiente e nella maggior parte dei casi consigliabile, effettuare trattamento e cura all‘interno dell‘am-biente sociale, con un programma graduale di sostegno al di fuori del-l‘ospedale, nel territorio e nel conte-sto sociale. La prima prevenzione in ambito psichiatrico deve essere quel-la dall‘ospedalizzazione.

il dott. Josef schwitzer ha parlato di due reti che sono state introdot-te nel giugno del 2011: quella per la salute psichica sul posto di lavoro e quella per la prevenzione delle crisi. esse hanno come obiettivo forma-zione continua e rafforzamento del coinvolgimento dei medici di base,

dei farmacisti, degli psicologi, degli psichiatri dei sacerdoti e degli inse-gnanti. inoltre si cercherà di rafforza-re il ruolo dei gruppi di auto aiuto e un più stretto contatto con i servizi di consulenza privati sul territorio, quali il nostro „Punto di sostegno” o il “tele-fono Amico”.

La nostra ex-presidente Margit Morini ha riferito su come i familiari vivono la crisi e della difficoltà di non farsi con-tagiare dalle emozioni dei malati. Pe-tra schweigl, membro della Lichtung, ha raccontato in modo toccante la sua personale storia di crisi e di supera-mento di essa.

come familiari e amici noi siamo soli-tamente i primi a poter intervenire. La crisi è una situazione che ci costringe ad agire. e‘ allora di sollievo non essere soli; perciò è importante per il malato cercare al più presto un aiuto profes-sionale. se come accompagnatori vo-gliamo impedire il ripetersi di una crisi, dobbiamo confrontarci anche con le cause e farci aiutare anche in questo. Per quanto una crisi sia drammatica, essa tuttavia – limitatamente nel tem-po può essere per lo più un‘occasione per risolvere una situazione che stava sempre più peggiorando.

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Pensieri e domande di un parente

e ‘ ben comprensibile che quando ci si ammala ben presto ci si ponga anche la domanda „Perchè?“ e subito dopo „Perchè proprio a me?“.

Queste domande hanno qualcosa a che fare con „colpa“, anche se „la colpa“ o „il colpevole“ pratica-mente non cambiano niente riguardo alla cura, ma piuttosto possono al massimo essere significative per la prevenzione.

Ancor più brucianti sono queste domande nel caso di malattia psichica, specialmente per i familiari. Purtroppo si sprecano insensatamente a questo riguardo molte energie e molto tempo, invece di investirli nella cura, nell‘accompagnamento e nella guarigione. ed è proprio a riguardo della malattia psichica che spesso ci si rifugia nella difesa, nel rifiuto, nel distacco, nelle scuse, nel negare, nel mini-mizzare... invece di accettare, e tutto ciò spesso proprio da parte dei familiari.Da parte dei malati esiste il grande pericolo che essi rifiutino la malattia e insieme la cura adatta; da parte dei familiari può capitare che si rifiuti la malattia e insieme (del tutto inconsapevolmente) anche l‘ammalato.

Le molte informazioni date dai media hanno fatto sì che le malattie psichiche non facciano più tanta paura; esse sono state in parte „destigmatizzate“. Però non è naturalmente ancora cosi riguardo ai malati psichici. Basta pensare alle possibilità abitative o di lavoro per i malati psichici confrontate con quelle per le persone con un danno fisico o intellettuale, oppure agli „sconsiderati“ titoli sui giornali quando succedono casi „strani“ (e tutti purtroppo sanno di che cosa sto parlando).

che cosa possono fare i familiari per non cadere in questa trappola? Anzitutto devono essere consapevoli di questo pericolo. Poi si devono chiedere continuamente se lo „strano“ comportamento, spesso molto difficile da sopportare, del malato psichico non li porti a rifiu-tarlo anche soltanto per l‘incapacità di affrontarlo.

i familiari dovrebbero sempre tener presente che si tratta di sintomi della sua malattia e non di „cattive-ria“ nei loro confronti. Naturalmente può comunque capitare di arrivare ai limiti della sopportazione. in tal caso questo è il momento di cercarsi aiuto, magari ricorrendo al „Punto di sostegno“ della nostra Associazione oppure anche ad un gruppo di Auto Aiuto, o prendendosi un po‘ di spazio con una va-canza, per il malato o per noi senza di lui.

ed inoltre nel caso di un evidente peggioramento, ma anche di una malattia relativamente „a breve termine“, deve essere diritto dei familiari ricevere le relative informazioni dal team curante, senza farsi convincere di non averne diritto nè a motivo della privacy, nè della mancanza di tempo. Anche qui si potrebbe avere più sostegno attraverso le organizzazioni di pazienti.

si emarginano anche da soli i familiari, isolando socialmente se stessi e il loro malato? Parlano sempre soltanto della malattia o ci sono anche altri temi? come parlano della malattia e del malato? con chi?

Non succede spesso che anche i familiari facciano fatica ad accorgersi di un miglioramen-to? che cosa c‘è veramente dietro la domanda „stai meglio?“. e‘ un desiderio, è sol-tanto qualcosa che „si deve“ dire oppure è vera partecipazione? e l‘osservazione „oggi stai meglio“ è proprio sincera‘? siamo veramente consapevoli che una guarigione richiede molto tempo? Abbiamo abbastanza pazienza? Abbiamo sufficienti informazioni? come affrontiamo i nostri dubbi? con chi ne possia-mo parlare? come affrontiamo la stanchezza, la nostra ma anche quella del nostro familiare mala-to?

Parola ai lettori:

Foto:ThomasMaxMüller/pixelio.de

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nuove provvidenze in favore delle perSone Con diSabilitàRielaborazione della legge provinciale nr. 20/83Martin Achmüller, vicepresidente

N el maggio di quest‘anno la Pro-vincia ha invitato varie associa-

zioni, fra cui la nostra, per far presente l’intenzione di rielaborare la legge 20/83 nota come “legge sugli handi-cappati”.

Una rielaborazione o an-che una nuova stesura ri-sultano infatti necessarie, dati i molti e grandi cam-biamenti che nel frattem-po sono avvenuti.

Del resto molti articoli della legge sono già stati rielaborati e nel frat-tempo è cambiato anche il modo di considerare l‘handicap, o meglio la disabilità: da persone con handicap, a persone portatrici di handicap (mo-dello medico), alle condizioni che im-pediscono inclusione e partecipazio-ne (modello biopsicosociale).ed inoltre sono anche in parte cam-biate le sfere di competenza: diversi servizi, ad esempio, sono stati trasfe-riti ad organismi territoriali e per l‘in-serimento lavorativo il responsabile è l‘ufficio del Lavoro.

Niente su di noi senza noiAlla base di questa riforma ci dovreb-be essere da una parte il motto “Nien-te su di noi senza noi”, e dall’altra la convenzione onu per i Diritti delle persone con disabilità. Purtroppo però sembra che solo in Austria sia in funzione un osservatorio sul rispetto di questi diritti.

Deludente

è anche il fatto che siano ancora da chiarire preliminariamente le possibi-lità giuridiche e che ci sia l‘intenzione di formare tre “focus groups” senza avere le idee chiare sulla composizio-ne o la funzione di questi gruppi.

Nell’interesse dei soci della nostra Associazione ab-biamo proposto di formare un gruppo specifico per i malati psi-chici e i loro familiari, facendo pre-sente che i malati psichici spesso vengono definiti “handicappati mentali” senza però avere a di-sposizione i benefici di cui godono altri gruppi di “handicappati”.

inoltre abbiamo ricor-dato che anche l’inse-rimento lavorativo e abitativo per malati psichici risulta quasi impossibile. Abbiamo chiara-mente espresso la nostra disponibi-lità a collaborare per migliorare la qualità di vita per i malati psichici e i loro familiari. Purtrop-po sembra che i gruppi di lavoro pos-sano iniziare solo nel 2014.

Foto:ThorbenWengert/pixelio.de

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Anche in situazioni, nelle quali sem-bra non vi siano soluzioni, ci possono essere barlumi di luce e possibilità di azione, che devono soltanto essere resi visibili e riconoscibili.

in gravi situazioni (incidenti, comu-nicazione di diagnosi, improvvisi lut-ti dovuti a incidenti o a suicidio) ma anche in situazioni croniche stressan-ti che durano da lungo tempo (ac-compagnamento e cura di familiari, problemi nell‘ambito familiare o del lavoro) pare non esista più possibilità di azione. si scivola nella passività, cioè non si reagisce più, ci si limita a „funzio-nare“.

Perchè qualcuno non riesce a rimettersi in piedi e altri invece sì?

ci sono persone che hanno una resi-lienza molto più spiccata di altri. essa è la capacità di dominare le crisi ricor-rendo a risorse personali o socialmen-te trasmesse e considerandole occa-sione di crescita. Nei bambini questa capacità è solitamente ben marcata: a loro riesce più facilmente che agli adulti uscire velocemente da situazio-ni stressanti e „fare il pieno“ di nuova forza e nuove energie.

una psicologa riferisce un caso cono-

L ‘Associazione girasole di Bruni-co ha recentemente organizzato

a Brunico e a Vipiteno insieme con il KVW una tavola rotonda su questo tema.una psicologa, una suora e altre per-sone hanno dato concrete indicazioni su quanto può essere o è stato di aiu-to in situazioni di crisi.

La psicologa dott.ssa Verena Pescol-derung ha iniziato le sue riflessioni con la frase:

la forzaper affrontare il futuroPensieri dal punto di vista psichologico, spirituale ed esperienze vissuteAssociazione Girasole

Foto:AndreasHermsdorf/pixelio.de

„Le piccole stelle brillano sempre, mentre il grande sole tramonta spesso.“ (etiopia)

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sciuto nel suo lavoro: una bam-bina di 8 anni, il cui padre stava per morire, riusciva a distrarsi giocando e a tratti anche a ridere di cuore. Alla domanda se non fosse tri-ste, rispondeva la bambina che sì era triste, ma non sempre. e aggiungeva: „essere sempre tristi non va bene, non sarebbe possibile sopportarlo.”

Lo sociologo dott. Aaron Antonovsky parte dal presupposto che tutte le persone dispongono di varie e svaria-te risorse, alle quali possono ricorrere per superare situazioni di stress. si è chiesto: „che cosa mantiene sane le persone?“ Ha preso le mosse da qui per sviluppa-re il concetto di salutogenesi. Questo è anche il punto di partenza del lavo-ro degli psicologi. essi non studiano il sorgere delle malattie (patogenesi) me si occupano delle forze e delle azioni che mantengono gli uomini in salute (salutogenesi).

Che cosa rende forte lo spirito?

Fondalmentalmente sono le cose re-lativamente semplici da eseguire che rendono forte lo spirito:

Aver cura di sèBenessere nel quotidiano (che cosa

ho vissuto oggi di piacevole?)Fonti di piacere (che cosa mi da

gioia?)Procurarsi consapevolmente il be-

nessere (che cosa posso fare a me stesso di bene?)

rete sociale e sostegno socialechi fa parte di me?chi mi fa bene?

Autoefficacia Fiducia nelle proprie risorse

senso e valoriQuali valori mi guidano?Quali obiettivi mi pongo?

Come si possono attivare le proprie risorse interiori?

Quali possibilità e interventi per atti-vare le proprie risorse interiori la rela-trice ha elencato:

rafforzare le risorse sociali (curare le relazioni familiari, con gli amici)

••

••

cambiare il modo di vedere – quale possibilità di cambiamento si trova in ogni crisi?

impegnarsi seriamente in attività antistress (uno sport leggero ma continuativo sollecità la produzione dei cosidetti ormoni del benessere).

uso di metodi complementari (ago- puntura, omeopatia, massaggi, chi- nesiologia...)

importanti sono soprattutto la si- curezza e la stabilità attraverso uno svolgersi ordinato delle attività quotidiane.

cura del corpo e igiene: concedere attenzione e benessere al corpo, an- che se malato.

trattamento farmacologico e soste- gno da persone con la specifica competenza (medici, psicologi).

Anche la spiritualità può mobiliare l’energia

suor Klara, la superiora provincia-le delle suore terziarie ha detto che la spiritualità è un‘ottima possibilità per mobilitare le energie. il cammino per progredire verso lo sviluppo del-

Fotos:KatrinSchindler/pixelio.de

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Foto:KatrinSchindler/pixelio.de

la personalità e il superamento delle difficoltà della vita non è mai conclu-so ed esso contribuisce a rafforzare le persone. La spiritualità si pone queste doman-de: che cosa da senso alla mia vita? Dove posso ricaricarmi di energie? Dove trovo fiducia? Di che cosa si nu-tre la mia spiritualità? si tratta dunque di mobilitare energie, che qualche volta hanno soltanto bisogno di esse-re liberate dagli impacci, ricordando che:

il tempo è un donospesso lo trascuriamo e non ne siamo consapevoli, ma in ogni età ci sono periodi di rifioritura della vita che vale la pena di scoprire: tempo per me (vo-lermi bene), tempo per gli altri (amo-re per il prossimo), tempo per Dio (riflettere, considerare, approfondire), avere tempo, donare tempo, usare il tempo.

Luoghi e spaziDipende da noi strutturarci spazi vita-li: luoghi preferiti, passeggiate, mete, spazi con le persone (stare insieme con gli altri, con il partner), spazi di pensiero: ho trovato la mia isola, spazi per il silenzio.

relazionici vengono donate e affidate e sono sottoposte a un doloroso cambia-mento (costruire - lasciar andare). ci offrono possibilità di sviluppo nel confrontarci con tutto ciò che fa parte di una relazione.

compiti e sensosenso nella vita ed anche forza e con-vinzione da ciò risultanti per un con-tinuare ad andare avanti nella vita danno il compito, la missione che io ho nella famiglia, nell‘ambito profes-sionale, nel mio ambito come volon-tario.

riassumendo, suor Klara ha detto:

Dopo le due brevi relazioni hanno preso la parola una signora, amma-lata di tumore al seno e una coppia, che anni fa ha perso improvvisamen-te un figlio, raccontando come si sono sentiti, come hanno vissuto la loro si-tuazione ed anche che cosa ha dato loro nuovamente la forza per andare avanti.

Malata di tumoreAlla signora malata di tumore, dopo la diagnosi, è sembrato inizialmen-te che le cadesse addosso il mondo. solo lentamente si è potuta riprende-re e stabilizzare. L‘aiuto le è venuto dai colloqui con gli specialisti, una vita quotidiana regolata, i colloqui con i medici.Meno, anzi per niente utili le sono sta-ti tutti i buoni consigli che le persone

si sentivano in dovere di darle.

Ha cercato nella natura, nelle passeg-giate, nell‘ascolto delle voci interiori sicurezza, punti di appoggio e fidu-cia. Molto le sono servite le proposte di scrittura terapeutica, la pittura nei gruppi di auto aiuto e i colloqui con gli psicologi. Ha trovato una strada per convivere con la malattia e oggi

descrive la sua vita più profonda e più piena. soprattutto sa godere mag-giormente la vita e presta attenzione particolarmente a quello che le fa bene e di cui ha bisogno.

Il figlio è mortoLa coppia ha raccontato di come dopo la morte del figlio tutti i punti fermi che avevano retto la loro vita non reggevano più.tutti i loro pensieri erano rivolti al lut-to, alla perdita. il figlio morto occupa-va tutto lo spazio, al punto che gli altri figli erano come se non esistessero. ciascuno stava solo con il suo dolore e non era facile sostenersi reciproca-mente. i ricordi del figlio morto erano pieni dei momenti più belli e delle qualità positive che lui aveva. in un gruppo di auto aiuto per l‘elaborazio-ne del lutto hanno avuto dagli altri genitori molta solidarietà, compren-sione e sostegno. Più tardi si sono perfino assunti il ruolo di facilitatori, ed hanno così potuto essere buoni accompagnatori di genitori che ave-vano vissuto una simile esperienza.entrambi hanno raccontato che il do-lore ritorna sempre ed anche il pen-siero di che cosa sarebbe, se vivesse ancora... Nello stesso tempo essi pro-vano anche una profonda gratitudine per il tempo vissuto e sofferto insie-me.il loro rapporto è diventato più pro-fondo, la loro vita più preziosa e am-pia.

„Vivo la mia vita nelle giornate buone e in quelle difficili, e nelle notti buie... in luo-ghi buoni mi creo spazi vitali, vivo relazioni e adempio ai miei compiti: allora sorge spiritualità dalla quale io attingo l‘energia necessaria.“„Siamo stati inviati nel nostro tempo, abbiamo spazi vitali e relazioni da formare... e così troviamo la nostra missione.“

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Auto Aiuto

„Vivo la mia vita nelle giornate buone e in quelle difficili, e nelle notti buie... in luo-ghi buoni mi creo spazi vitali, vivo relazioni e adempio ai miei compiti: allora sorge spiritualità dalla quale io attingo l‘energia necessaria.“„Siamo stati inviati nel nostro tempo, abbiamo spazi vitali e relazioni da formare... e così troviamo la nostra missione.“

L a validità delle patente di classe A e B cambia secondo l’età. Fino a

50 anni la validità è di 10 anni, dopo 5 anni fino al compimento del 70esimo anno di età, dopo 3 anni, e dal com-pimento degli 80 anni, la validità è di due anni.Alla scadenza ci aspettano visite pres-so diversi uffici, compilazione di mo-duli, pagamenti. Bisogna sottoporsi a visite mediche. ciò vale anche per lo stesso primo rilascio.Nella maggior parte dei casi è suffi-ciente la visita presso l’igienista di-strettuale del comune.A Bolzano ci si può rivolgere al com-prensorio sanitario, servizio di igiene Pubblica in via Amba Alagi 33.

All’interno di una autodichiarazione bisogna dare informazioni sulle pro-prie condizioni psicofisiche. Vengono posti quesiti, tra l’altro su vista, cuore, malattie psichiatriche, assunzione di farmaci, diabete mellito, a cui si ri-sponde scegliendo tra le opzioni “sí, no, in passato” viene anche richiesto il verbale di una eventuale invalidità e se la malattia psichiatrica sia primaria o causata per es. da un trauma o da un intervento.

Nell’ambito dell’odierno convegno ”Mobility day” riguardo alle novità nel settore della mobilità di persone con handicap, organizzato dalla coopera-tiva sociale Handicar ormai per il terzo anno l’Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici ha offerto come con-tributo la relazione “Malattie psichia-triche e idoneità alla guida”.Questo è un tema cruciale perché vi è troppa poca informazione concreta sullo svolgimento, quando e perché bisogna essere visitati in commissio-ne, situazione che rende insicuri gli interessati ed i loro congiunti.rispondendo alla voce delle patologie

malattie pSiChiatriChe e idoneità alla guida

psichiatriche “sì” o “in passato” è pos-sibile che il medico decida un invio in commissione Multizonale Patenti via g. galilei n. 10 a Bolzano affinché venga verificata l’idoneità psicofisica alla guida. Questo avviene attraverso una serie di accertamenti medici. solo dopo la verifica dell´idoneità alla gui-da, eventualmente per un periodo li-mitato per esempio di 2 o 5 anni, può essere ottenuta la patente o il suo rin-novo. oltre a questo la commissione può richiedere un accertamento da parte della psicologia viaria del com-prensorio di Bolzano per accertare, tra l’altro, i tempi di reazione, la percezio-ne visiva e l’attenzione.

La relatrice dott.ssa Maria cristina salerno, presidente supplente della commissione Multizonale Patenti ha spiegato che si tratta di valutare la malattia e non solo gli effetti dei far-maci e, secondo legge, di qualunque farmaco non solo degli psicofarmaci. Ha inoltre illustrato come determina-te malattie psichiatriche aumentino il rischio di incidente a causa di facile distraibilità, ridotta valutazione del ri-schio, stanchezza, riduzione delle fun-zioni visivo – spaziali).

L’idoneità alla guida può essere rico-nosciuta in presenza di malattie psi-chiatriche quando la situazione clinica è sufficientemente stabile, la collaborazione con il medico curante buona anche

in relazione alla necessità di eventuali ricoveri. Nella maggior parte dei casi la validità ha una limitazione tempo-rale, che può essere allungata nel cor-so di visite successive a seconda del decorso della malattia.una maggiore severità viene richiesta dalla legge quando si tratti di patenti superiori anche relativamente alla du-rata della validità.

se la malattia viene dichiarata guarita dallo psichiatra curante, ad esempio per una depressione reattiva, l’utente può essere liberato per il futuro dai controlli in commissione.

una validità limitata è prevista per molte patologie quali ad esempio l’epilessia, l’insufficienza renale, le apnee notturne e rappresenta su si-stema di una protezione anche per il paziente.esistono, inoltre, molti farmaci oltre agli psicofarmaci che hanno un effet-to sulla guida: ad esempio farmaci per la pressione alta, antistaminici, gocce oculari e questo è noto ai medici che si occupano di idoneità la guida men-tre in alcuni casi, come ad esempio il diabete è la stessa legge che fa distin-zione tra varie classi di farmaci.

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Nell‘ambito della „international conference on recovery“ che si

è tenuta all‘eurac a Bolzano dall‘08 al 10 maggio 2013 una delle tematiche trattate è stata il lavoro dei e con i fa-miliari. Due relatori hanno presentato il modello psicoeducativo „Famiglia a Famiglia“ per familiari di malati psi-chici, allo scopo di farlo conoscere ed attuare anche da noi in Alto Adige.

il modello proviene dagli stati uniti, dove l‘Associazione NAMi (National Alliance on Mental illness) ha già or-ganizzato corsi di formazione negli usA e in Messico per più di 300.000 persone.L‘associazione milanese di volonta-riato „Progetto itaca“ ha tradotto in italiano il progetto di formazione, con l‘autorizzazione della NAMi, e offre i relativi corsi in tutto l’italia.

i referenti di questi corsi non sono operatori professionisti, ma essi stes-si familiari, che a loro volta hanno frequentato il corso e una specifica formazione. essi trasmettono quanto hanno appreso ad altri familiari, che vivono nel quotidiano le stesse espe-rienze con il componente malato del-la loro famiglia.

La formazione comprende 12 lezioni, durante i quali i familiari si confron-tano con i complessi effetti scambie-voli che esistono fra le tre dimensio-ni, quella biologica, quella psichica e

quella sociale).Queste tre dimensioni si influenzano reciprocamente; nessuna può fare a meno della conoscenza delle altre due; se ci si concentra su un solo pia-no, ciò non e sufficiente per un effi-ciente processo di guarigione.

Pertanto la conoscenza di prognosi, diagnosi, medicamenti ed effetti col-laterali, ricerca e strategie adatte per la guarigione e soluzione dei proble-mi è altrettanto importante quanto esercitare empatia e comprensione e conoscere tecniche, con l‘aiuto delle quali i familiari possono affrontare stress e rischio di burn out e riuscire a risolvere strada facendo situazioni di crisi .ed inoltre occorre anche la conoscen-

za delle offerte di aiuto in loco.

il feedback dei circa 300 parte-cipanti che ne-

gli ultimi due anni in ita-

lia han-no fre-

Corso di formazioneper familiari di persone

che soffrono di disagio psichico

Foto:S.Hofschlaeger/pixelio.de

quentato i corsi di formazione è stato sempre positivo. Anche i parte-cipanti al workshop a Bolzano sono convinti dell‘efficacia di questa forma-zione.

C i fa molto piacere poter an-nunciare che possiamo offrirvi

la possibilità di frequentare questo validissimo, famoso corso di for-mazione per familiari di persone che soffrono di disagio psichico quest’autunno.

Le persone interessate saranno in-vitate ad un colloquio preliminare della durata di 45 minuti con i refe-renti nell‘ufficio dell‘Associazione. i colloqui si terranno nel pomerig-gio di venerdì 27 settembre e nella giornata (mattina e pomeriggio) del 28 settembre 2013. La data e l‘ora del colloquio verranno con-cordate con gli interessati.

È obbligatoria la frequenza dell‘intero corso. Non è ammes-sa la frequenza di alcune lezioni soltanto.

richiedete il programma detta-gliato all‘ ufficio dell‘Associazione (tel. 0471 260 303). Lo troverete anche sulla nostra Homepage www.auto-aiuto.it

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Il seminario si terrà nei se-guenti fine settimana presso la Casa Kolping, a Bolzano:

1° incontro (lezione 1 - 3)venerdì, 11 ottobre 2013 (ore 15:30 - 18:00)sabato, 12 ottobre 2013 (ore 09:00 - 11:30 e 13:00 - 15:30)

2° incontro (lezione 4-6)venerdì, 25 ottobre 2013 (ore 15:30 - 18:00)sabato, 26 ottobre 2013 (ore 09:00 - 11:30 e 13:00 - 15:30)

3° incontro (lezione 7-9)venerdì, 08 novembre 2013 (ore 15:30 - 18:00)sabato, 09 novembre 2013 (ore 09:00 - 11:30 e 13:00 - 15:30)

4° incontro (lezione 10-12)venerdì, 22 novembre 2013 (ore 15:30 - 18:00sabato, 23 novembre 2013 (ore 09:00 - 11:30 e 13:00 - 15:30)

Durata:5 incontri (fine settembre - fine novembre)

Luogo:casa Kolping BolzanoLargo Adolph Kolping 3

Lingua:il corso si tiene interamente in lingua italiana. Anche il materiale fornito è in lingua italiana.

Numero dei partecipanti:il numero ottimale dei partecipanti è fissato a 15.

Contributo spese:190 euro 150 euro - scontato per i soci dell’Associazione)

Iscrizione per iscritto entro:venerdì, 13 settembre 2013

a MonacoMartin Achmüller, vicepresidente

CluSter-meeting

s u proposta e invito dell‘euFAMi (organizza-zione delle associazioni europee di familia-

ri) si sono incontrati in maggio i rappresentanti di lingua tedesca delle associazioni di familiari di germania, Austria, svizzera e Alto Adige per un breve scambio di opinioni.

Gli stessi problemi in ogni paeseÈ stato in un certo senso confortante sentire che in tutti i paesi si incontrano gli stessi pro-blemi (numero e inervento dei soci, finanzia-mento delle attività...); deludente è stata la di-chiarazione che da altre parti si possono anche trovare politici „comprensivi“ che credono a quanto dicono i pazienti e i familiari e cercano di venire loro incontro.

La collaborazione ha comunque un sensoAnche se un rafforzamento della collaborazio-ne pare dispendioso, però esso avrebbe alla lunga un senso (vedi l‘articolo sull‘incontro a seeon) anche se è stato chiaramente dichiara-to che non è detto che tutte le attività e tutte le iniziative possano e debbano avere ovunque la stessa riuscita.

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preavviSosensibilizzazione e informazione della popolazione sono anche quest‘autunno obiettivo primario dell‘Associazione. A tale scopo si terranno infatti tre serate con dibattito finale (in lingua tedesca):

Le malattie psichichein età avanzata

referenti: Dott. christian Wenter, Primario della geriatria MeranoDott.ssa Verena Perwanger,psichiatra - Merano

Data: 14 novembre 2013orario: ore 20:00Luogo: Lana

Testamento, eredità e amministrazione di sostegno

referente: Dott.ssa Marion Brugnara,avvvocato, mediatrice in ambito familiare

Data: 7 novembre 2013orario: ore 20:00Luogo: Bressanone

Fede e religionee disagio psichico

referente: da stabilire

Data: novembre 2013orario: ore 20:00Luogo: Brunico

giornata mondiale della Salute mentale Presentazione del film: „Il canto delle sirene“

O gni persona ha una voce interiore e qualcuno è in continuo contatto con essa. Dal tre al cinque per cento di tutte le persone sentono voci del tutto reali, che però solo esse possono sentire.

esse possono avere un diverso volume e un diverso carattere. Possono essere percepite come protettive ed essere perfino un arricchimento per la propria vita. Però possono essere vissute come minaccio-se e arrecare sofferenza e insicurezza. Possono essere di aiuto informazioni obiettive e il confronto con altre persone che sentono le voci. il problema maggiore di solito non è sentire le voci, ma conviverci. Molti ma-lati non hanno il coraggio di parlare della loro esperienza, per paura di essere considerati „matti“.

L‘Associazione italiana „rete italiana Noi e le Voci“ lotta da anni contro lo stig-ma, informando e sensibilizzando la popolazione.

in occasione della giornata Mondiale della salute Mentale la nostra Associazione in collaborazione

con „rete italiana Noi e le Voci“ presenta il film in lin-gua italiana „il canto delle sirene“, con al termine di-

scussione con gli spettatori.

8 ottobre 2013ore 20:00

Filmclub Bolzano

trailer del Film: www.youtube.com/watch?v=kgpLF481WNQ

PreseNtAzioNe DeL FiLM e DiscussioNe FiNALe coN:

Donato robustella, regista del film

cristina contini, vicepresidente dell‘Associazione italiana “rete italiana Noi e le Voci”

Dott. Luigi Basso, psichiatra, responsabile del centro di riabilitazione „grieserhof“