Attuare la Costituzione nei suoi valori conquistandone i diritti

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1 Oskar Peterlini Attuare la Costituzione nei suoi valori conquistandone i diritti Un anno di Governo Berlusconi Convegno "Attuare la Costituzione nei suoi valori conquistandone i diritti" Giovedì 21 maggio 2009 convegno sulla Carta Costituzionale a Bolzano Convegno con Onorevole Luciano Violante e Senatore Oskar Peterlini organizzato dalla Città di Bolzano in collaborazione con ANPI, AGB-CGIL, SGB-CISL, SGK- UIL, ASGB, KVW, ACLI, Centro Pace, Comunità Ebraica, PD-Novacella.

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Attuare la Costituzione nei suoi valori conquistandone i diritti

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Oskar Peterlini

Attuare la Costituzione

nei suoi valori

conquistandone i diritti – Un anno di Governo Berlusconi

Convegno "Attuare la Costituzione nei suoi valori conquistandone i diritti"

Giovedì 21 maggio 2009 convegno sulla Carta Costituzionale

a Bolzano

Convegno con Onorevole Luciano Violante e Senatore Oskar Peterlini organizzato dalla

Città di Bolzano in collaborazione con ANPI, AGB-CGIL, SGB-CISL, SGK-

UIL, ASGB, KVW, ACLI, Centro Pace, Comunità Ebraica, PD-Novacella.

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Abstract

Intervento del Dr. Oskar Peterlini

L’intervento individua gli elementi critici che intaccano i valori della Costituzione. Il relatore

individua le seguenti criticità:

I.il mancato rispetto delle prerogative parlamentari quali il sopruso degli strumenti di

emergenza di legislazione, i decreti legge e i voti di fiducia, le leggi delega, il lavoro delle

commissioni, la funzione ispettiva evasa per mancate risposte,

II. il mancato rispetto della Magistratura, le leggi ad personam, quali le Rogatorie con la

Svizzera e la limitazione delle prove ammissibili, la riduzione dei periodi di prescrizione, la

limitazione di punibilità del reato di falso in bilancio, i gravissimi continui attacchi del

Presidente del Consiglio alla Magistratura, il Lodo Meccanico/Schifani , il Lodo Alfano

III. Delegittimazione del voto popolare: tolta al cittadino la possibilità di esprimere il voto

di preferenza, il disprezzo della volontà popolare (politica energetica e nucleare), la crisi della

politica e la sfiducia dei cittadini, i deboli strumenti di democrazia diretta.

IV. In pericolo il bilanciamento dei poteri: L'equilibrio tra questi tre poteri garantisce lo

stato di diritto. Qualora uno di questi poteri prevalga sugli altri sono in pericolo la democrazia

e lo stato di diritto. Si aggiunge la situazione quasi monopolista della tv privata.

V. Le preoccupazioni del Capo dello Stato :"E' del tutto legittimo politicamente" modificare

la Costituzione per rafforzare i poteri del governo e di chi lo presiede rispetto al Parlamento e

al potere giudiziario, ha detto Giorgio Napolitano parlando alla Biennale della Democrazia.

Occorre però, ha sottolineato, tenere conto che i poteri dell'esecutivo sono stati già rafforzati

indirettamente modificando i regolamenti parlamentari, facendo maggior ricorso ai decreti

legge e al voto di fiducia, riducendo il numero di gruppi parlamentari e rafforzando il vincolo

governo-maggioranza.

Zusammenfassung

Referat von Dr. Oskar Peterlini

Italien hat in seiner Verfassung edle Werte verankert, die Italien unter die modernen

Demokratien einreihen. Der Autor zeigt die kritischen Elemente auf, die die Werte der

Verfassung negativ beeinflussen. Er identifiziert die folgenden Problemkreise:

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I. Die Missachtung des Parlamentes als Volksvertretung und die Aushöhlung seiner

Zuständigkeiten durch Missbrauch der Notstandsgesetze und des unkontrollierten Einsatzes

der Vertrauensfrage durch die Regierung, die Delegierung von Aufgaben an die Regierung,

die Arbeit der Ausschüsse, die oft übergangen wird, und die Aushöhlung der Kontrolle des

Parlamentes durch die mangelnde Beantwortung der Anfragen.

II. Der mangelnde Respekt vor der Justiz, die vielen Gesetze „ad personam“, die

Berlusconi zum eigenen Schutz durchgesetzt hat: z. B. die Immunitätsgesetze (Lodo

Maccanico / Lodo Schifani, Lodo Alfano u.v.a.), die Schwächung des

Rechtshilfeabkommens mit der Schweiz und die Begrenzung der zulässigen Beweismittel ,

die Reduzierung der Verjährungsfristen, die Begrenzung der Strafbarkeit des Delikts der

Bilanzfälschung, die sehr ernsten und andauernden Angriffe des Premierministers gegen die

Justiz.

III. Die De-Legitimierung der Souveränität des Volkes: Das Wahlsystem von 2005 der

Mitterechts-Regierung gibt den Parteien die Möglichkeit, die Kandidaten nach Gutdünken zu

reihen, und nimmt dem Bürger die Möglichkeit, seine Vorzugsstimme zum Ausdruck zu

bringen oder in überschaubaren Wahlkreisen eine echte Personenwahl durchzuführen.

Praktisch wird das Parlament zu 90 Prozent von den Parteien ernannt. Der Autor prangert

auch die Missachtung der Ergebnisse der Volksbefragungen (Energiepolitik und

Kernenergie), die Infrage gestellte Glaubwürdigkeit der Politik und das daraus resultierende

Misstrauen der Bürger an, sowie die schwachen Instrumente der direkten Demokratie.

IV. Gefahr für die Gewaltenteilung: Die Balance zwischen den drei Staats-Gewalten

kommt aus dem Gleichgeweicht, einerseits durch das Übergewicht der Regierung,

andererseits durch die Mediensituation in Italien. Wenn eine Gewalt übergewichtig wird,

bedeutet das eine Gefahr für die Demokratie und die Rechtsstaatlichkeit. Dazu kommt die fast

monopolartige Lage im privaten Rundfunk- und Fernsehsektor.

V. Die Bedenken des Staatsoberhauptes: Auch Staatspräsident Napolitano hat erst kürzlich,

wenn auch sehr vorsichtig, seine Sorgen zum Ausdruck gebracht. "Es ist zwar völlig legitim“,

sagte er auf der „Biennale della Democrazia“, „die Verfassung zu ändern und die Macht der

Regierung gegenüber dem Parlament und der Justiz zu stärken“. Dabei müsse man

allerdings der Tatsache Rechnung tragen, dass die Befugnisse der Exekutive bereits indirekt

durch Änderung der Geschäftsordnung des Parlaments gestärkt wurden, durch die stärkere

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Nutzung der Vertrauensfrage, die Verringerung der Anzahl der Fraktionen und der Stärkung

der Bindung der Regierungsmehrheit.

Parole chiave

Valori della Costituzione, Stato di diritto, criticità, mancato rispetto delle prerogative

parlamentari, Berlusconi, mancato rispetto della Magistratura, leggi ad personam,

delegittimazione del voto popolare, crisi della politica, sfiducia dei cittadini, deboli strumenti

di democrazia diretta, separazione dei poteri, equilibrio tra poteri.

Keywords

Gefahr für Demokratie, Krise Rechtsstaatlichkeit, Aushöhlung Werte der Verfassung, Italien,

Verfassung, Missachtung des Parlamentes, Missbrauch durch Notstandsgesetze, Delegierung,

Vertrauensabstimmungen, mangelnde Respekt vor Justiz, Berlusconi, Gesetze ad personam,

Immunität, Verjährungsfristen, Gefahr für Gewaltenteilung, Übergeweicht Regierung,

Medienmonopol, Gefahr für Gewaltenteilung.

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Intervento di Oskar Peterlini

Attuare la Costituzione

nei suoi valori

conquistandone i diritti – Un anno di Governo Berlusconi

I. Il mancato rispetto delle prerogative parlamentari:

In tutto il Parlamento ha approvato 64 leggi

60 sono di iniziativa governativa (110 ddl presentati al Senato)

solo 4 di iniziativa parlamentare (1429 ddl presentati al Senato)

3 ddl sono stati trasmessi all'Aula del Senato prima della conclusione dell'esame in

Commissione

testamento biologico

decreto Gelmini

ratifica del trattato di cooperazione tra l'Italia e la Libia

su 18 ddl è stata posta la questione di fiducia al Senato e alla Camera

es. decreto fiscale, vari decreti sulla sicurezza, decreto scuola e università, Alitalia,

sanità milleproroghe...

4 voti di fiducia al Senato

14 voti di fiducia alla Camera

NB. Nella scorsa legislatura, il governo Prodi aveva fatto ricorso alla fiducia su

singoli provvedimenti, entro il primo anno di vita per 14 volte ... va ricordata la

maggioranza risicata di cui il governo disponeva in parlamento, specialmente al

Senato

delle 64 leggi approvate: 33 sono di conversione ai decreti-legge (Gelmini, Eluana,

quote latte, agricoltura, sicurezza...

più della metà di quelli approvati

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COSTITUZIONE:

Art. 70 La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

Art. 77 Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che

abbiano valore di legge ordinaria.

Disegni di legge delega:

11 sono le leggi e i ddl in fase di approvazione che prevedono disposizioni di delega

al Governo: es. legge produttività del lavoro pubblico, federalismo fiscale, riforma

pubblica amministrazione, processo civile, collegato sviluppo etc.

Senato/Atti di indirizzo e sindacato ispettivo

Mozioni

- 127 presentate

- 56 iter concluso

Interpellanze + Interrogazioni a risposta orale + interrogazioni a risposta scritta

- 2222 presentate

- 491 concluse = 22%

Ordini del giorno in Assemblea/Senato

- su disegni di legge 709

- su bilancio interno 13

- su mozioni o altri atti 6

- in tutto: 728

- approvati 17 = 2,3%

Berlusconi: "siano solo i capigruppo a votare in Aula" (10 marzo 2009)

Cambiare i regolamenti parlamentari e fare valere il voto del capogruppo per tutti i

suoi deputati/senatori. Berlusconi giustificava la sua proposta con l'esigenza di

"rivedere i regolamenti parlamentari che non sono adeguati per un governo e una

maggioranza che devono avere tempi certi sull'approvazione delle leggi". ''Capisco che

dopo 70-80 votazioni, una persona che non e' tuttologa - dice Berlusconi- possa anche

deprimersi. Ecco perche' io propongo uno snellimento e cioè che molti voti si facciano

nelle commissioni, mentre il voto finale in aula e con questo sistema ovviamente non

ci sono sorprese.

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II. Il mancato rispetto della Magistratura

Rogatorie con la Svizzera:

- limitazione delle prove ammissibili

Il procuratore generale di Ginevra, Bernard Bertossa, boccia con parole severe la

nuova legge italiana sulle rogatorie svizzere e sulla collaborazione giudiziaria

internazionale.

«Questa legge è una catastrofe per la giustizia internazionale. In dodici anni di

collaborazione giudiziaria con Paesi di tutto il mondo, non ho mai visto norme del

genere. Prima d’ora, mai. Queste vostre nuove regole sulle rogatorie sono in contrasto

con tutti gli accordi tra Stati sulla validità delle prove raccolte all’estero: si tratta

chiaramente di disposizioni politiche dirette a far cadere le indagini e i processi più

delicati. Ma anche per il futuro, per noi magistrati svizzeri diventerà molto più

difficile, anzi praticamente impossibile, continuare a collaborare con l’Italia nelle

indagini sulla corruzione, sul riciclaggio dei patrimoni mafiosi e sulle organizzazioni

che finanziano il terrorismo. Non resta che sperare in un intervento di Bush sul vostro

premier Berlusconi: Osama Bin Laden ha soldi in Italia?» Una riforma, o

controriforma, che il centrodestra intende far approvare oggi dal Parlamento. (Dal

Corriere della sera, giovedì 27 Settembre 2001)

- riduzione dei periodi di prescrizione

- depenalizzato il reato di falso in bilancio

Il falso in bilancio è un reato, contemplato in Italia agli articoli 2621 e 2622 (e, in

passato, anche il 2623, poi abrogato) del codice civile (Libro quinto, Titolo XI, Capo

I).

Il governo Berlusconi, con una riforma del 2002, ha inserito alcuni limiti di punibilità:

al di sotto di una certa soglia, il reato viene derubricato a illecito amministrativo.

- gravissimi continui attacchi del Presidente del Consiglio alla Magistratura

- Lodo Meccanico/Schifani

Il cosiddetto lodo Maccanico o lodo Schifani (L.140/2003) è stata una legge dello

Stato Italiano dal 22 giugno 2003, giorno sucessivo alla sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale, al 20 gennaio 2004, data in cui viene dichiarata dalla corte

costituzionale la sua illegittimità costituzionale.

L'articolo 1 della legge venne poi dichiarato incostituzionale, e quindi abrogato, dalla

Corte Costituzionale il 13 gennaio 2004. I giudici lo ritennero infatti in contrasto con i

punti 3, 24 e 111 della Costituzione, che sanciscono l'uguaglianza di tutti i cittadini di

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fronte alla legge e l’obbligatorietà dell’azione penale; i rimanenti articoli non subirono

invece alcuna revoca. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, il

referendum abrogativo della legge 140/2003, per il quale erano state raccolte e

convalidate le firme necessarie, non ebbe luogo.

- Lodo Alfano (L. 124/08)

Il 26 e il 27 settembre 2008 il pubblico ministero di Milano Fabio De Pasquale ha

sollevato il dubbio di costituzionalità della Legge rispettivamente per il processo dei

diritti tv di Mediaset ed il processo Mills, nei quali è imputato il presidente del

consiglio Silvio Berlusconi. I giudici di entrambi i processi, il 26 settembre stesso per

il processo Mills e il 4 ottobre per il processo Mediaset, hanno accolto la richiesta del

pm e presentato alla Corte costituzionale la richiesta di pronunciamento sulla

costituzionalità della legge.

- David Mills, condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari

Mills, una sentenza che vale tre. Uno dei mantra che Berlusconi ripete è: non

sono mai stato condannato, sono sempre stato assolto. È falso, perché molte

“assoluzioni” sono in realtà proscioglimenti per prescrizione o per amnistia o per leggi

ad personam. Ma ora le motivazioni della condanna al suo avvocato britannico David

Mills ci fanno capire il Metodo Silvio per conquistare le “assoluzioni”. Dice la

sentenza: «Emerge con chiarezza che le deposizioni di Mills nei procedimenti n.

1612/96 e 3510+3511/96 erano state quanto meno reticenti».

1. «Nel primo procedimento, “Guardia di Finanza”, è stato accertato, in maniera

definitiva, il fatto storico di cui lì si trattava: che cioè la Guardia di Finanza era stata

corrotta e che le somme erano state pagate affinché non venissero svolte approfondite

indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale

proprietà (…). In esito a tre gradi di giudizio, non sono stati ritenuti sufficienti gli

indizi del collegamento diretto fra i funzionari corrotti e Silvio Berlusconi,

collegamento invece definitivamente provato rispetto ad altro dirigente di Fininvest,

Salvatore Sciascia, responsabile del servizio centrale fiscale della società, condannato

con sentenza irrevocabile».

Dunque: le tangenti alla Guardia di Finanza sono state pagate. Ma Berlusconi non è

stato condannato perché il testimone Mills è stato pagato per dire il falso o tacere il

vero.

2. «Nel secondo procedimento, “All Iberian”, i fatti relativi all’illecito finanziamento a

Bettino Craxi da parte di Fininvest tramite All Iberian sono definitivamente provati,

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visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra essi di

Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito, ma per intervenuta prescrizione.

All Iberian e le società offshore collegate erano state costituite su iniziativa del

Gruppo Fininvest; All Iberian era stata utilizzata quale tesoreria delle altre offshore

inglesi costituite per conto del medesimo Gruppo e dallo stesso finanziate tramite

Principal Finance. La massa di prove poste alla base del giudizio era imponente, ed

esse erano state offerte anche da Mills, che però aveva eluso le domande relative alla

proprietà delle società offshore, in particolare Century One e Universal One, né aveva

prodotto documentazione specifica sul punto».

Dunque: la tangentona miliardaria All Iberian a Craxi è stata pagata. Ma Mills (il

costruttore dell’architettura societaria offshore della Fininvest, da All Iberian a

Century One), pagato anche qui per dire il falso o tacere il vero, ha coperto Berlusconi

non dicendo che quelle società, da cui la tangentona è partita, erano parte integrante

della Fininvest di Silvio Berlusconi.

La sentenza Mills, insomma, pesa su Berlusconi tre volte: afferma che ha corrotto il

testimone David Mills (uno); ricorda che ha imbrogliato le carte nel processo “Guardia

di Finanza” (due) e nel processo “All Iberian” (tre). Ma niente paura: Silvio è salvato

dal Lodo Alfano che lo rende improcessabile e da un altro mantra: è tutto un attacco

dei giudici politicizzati.

III. Delegittimazione del voto popolare

tolta al cittadino la possibilità di esprimere il voto di preferenza

La normativa attualmente in vigore prevede le liste bloccate dei candidati di ogni partito

e, così facendo, ha tolto la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti,

chiamandoli soltanto ad approvare elenchi decisi dai partiti. Inoltre impedisce alle donne

di essere adeguatamente rappresentate poiché, in presenza di liste bloccate, non vi sono

disposizioni che garantiscano una selezione interna dei candidati di ciascun partito equa

o paritaria tra uomo e donna, come previsto dall’articolo 51 della Costituzione.

Ho presentato un ddl (n. 29) per la reintroduzione del voto di preferenza, la cui

abolizione ha azzerato il rapporto tra territorio e rappresentanza. Il parlamentare,

attualmente, viene letteralmente nominato da oligarchie partitiche e non è scelto dal

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corpo elettorale in funzione della sensibilità agli interessi reali, lì dove essi si

manifestano davvero.

L’articolo 49 della Costituzione, che rende i cittadini soggetti della partecipazione

politica e i partiti meramente strumentali al perseguimento di questo obbiettivo, nonché

gli articoli 56 e 57, per entrambi i quali l’elezione delle Camere avviene a suffragio

universale e diretto, appaiono dunque clamorosamente violati.

La seconda modifica da me proposta nel ddl è data dall’abolizione delle cosiddette

candidature plurime, ossia dall’eliminazione della possibilità che viene data al

candidato di candidarsi in più di una circoscrizione per poi optare (entro otto giorni dalla

data dell’ultima proclamazione) per una di esse. La natio di tale disposizione è che

servirebbe a nazionalizzare la competizione ed a rafforzare la leadership. Ma ciò non è

vero, visto che molti leader europei che si presentano con candidatura unica non per

questo sono carenti di leadership. L’eletto in più circoscrizioni (il «plurieletto») è infatti

signore del destino di tutti gli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria

opzione. Questo fenomeno coinvolge circa un terzo dei parlamentari e l’elemento più

grave è che induce inevitabilmente atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità verso il

plurieletto, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della

funzione parlamentare.

Disprezzo della volontà popolare

La politica energetica del Governo nel (ddl sviluppo), ossia il ritorno al nucleare,

contraddice la volontà popolare massicciamente espressa nel referendum del 1987 nel

quale l'80,6% dei votanti si era espresso contro la costruzione di centrali nucleari. Punta

invece su una tecnologia pericolosa, molto costosa, che non aiuta a risolvere il problema

della dipendenza italiana dall'importazione di materie prime e che, implicando la

produzione di scorie difficili da smaltire, è irresponsabile nei confronti delle future

generazioni. L'Italia dovrebbe invece seguire l'esempio degli Stati Uniti, della Germania

e della Provincia autonoma di Bolzano e investire con decisione le proprie risorse sul

risparmio energetico e sullo sviluppo delle energie alternative. Su una tematica così

delicata sono state escluse le Regioni e le autonomie locali. Ciò pare a dir poco

paradossale, se si considera che il Parlamento abbia recentemente approvato una riforma

dello Stato in senso federale, fortemente voluta dal Governo.

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Crisi della politica e sfiducia dei cittadini

Democrazia diretta: favorire partecipazione dei cittadini

La crisi della politica e la perdita di fiducia nelle istituzioni, dimostrano che gli

strumenti di cui oggi dispongono i cittadini per attivarsi sulle questioni di loro interesse

non sono sufficienti. Servono dunque strumenti più efficaci per favorire la

partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica e politica.

Ho presentato un disegno di legge di modifica costituzionale al fine di aumentare gli

strumenti di democrazia diretta.

La democrazia diretta è un concetto ben più ampio rispetto ai limitati diritti referendari

oggi presenti in Italia. L’Assemblea costituente del 1947 non aveva voluto affidare

all’elettorato italiano gli strumenti dell’iniziativa legislativa popolare.

Il mio ddl mira dunque al riconoscimento del potere legislativo effettivo dei cittadini

tramite il recupero dei due strumenti essenziali della democrazia diretta:

1. l’iniziativa popolare per dare spazi d’azione ai cittadini

2. il referendum confermativo facoltativo anche per le leggi ordinarie dello Stato per

consentire ai cittadini di fermare delle leggi che presumibilmente non hanno il

consenso della maggioranza dell’elettorato.

3. Ciò significa dare in mano ai cittadini sia l’acceleratore sia il freno di emergenza in

politica: accelerare quando riforme importanti e urgenti non partono e non vanno

avanti nel Parlamento, frenare quando la maggioranza politica cerca di imporre le

sue scelte ad una presumibile maggioranza contraria nell’elettorato.

Il ddl prevede inoltre la cancellazione del quorum di partecipazione del 50%,

imponendo in sostituzione che in tutte le votazioni referendarie siano approvate le

proposte se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

IV. In pericolo il bilanciamento dei poteri

la funzione legislativa è attribuita al parlamento

la funzione amministrativa è attribuita agli organi che compongono il governo e, alle

dipendenze di questo, la pubblica amministrazione, i quali costituiscono il potere

esecutivo;

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la funzione giurisdizionale è attribuita ai giudici, che costituiscono il potere

giudiziario.

L'equilibrio tra questi tre poteri garantisce lo stato di diritto. Qualora uno di questi poteri

prevale sugli altri sono in pericolo la democrazia e lo stato di diritto !!!

attribuzione delle tre funzioni pubbliche - legislazione, esecuzione e giurisdizione - a tre

distinti poteri dello stato, intesi come organi dello stato indipendenti dagli altri poteri: il

potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario

l'informazione mediatica, considerata il 4. potere

- In Italia la libertà di stampa è sancita dall'Art. 21 della Costituzione.

- il presidente del Consiglio possiede gran parte dei media: possiede metà delle

televisioni Italiane, controlla l’altra metà (RAI), controlla/possiede parte della stampa e

controlla il mercato pubblicitario, attaccare duramente l'informazione ancora libera

- Ogni anno l'organizzazione Reporter Senza Frontiere stabilisce una classifica delle

nazioni in termini della loro libertà di stampa: Il rapporto del 2008 vede l'Italia al 44°

nella classifica della libertà di stampa nel mondo

- Anche 'organizzazione americana Freedom House l'ancia l'allarme e sostiene che

L'Italia è il fanalino di coda d'Europa in termini di libertà di stampa, in buona parte per

la «situazione anomala a livello mondiale» sul piano della proprietà dei media puntando

l'indice sul ruolo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nel rapporto 2009 di

Freedom House, infatti il nostro Paese viene declassato da Paese 'libero' (free) a

'parzialmente libero' (partly free), unico caso nell'Europa Occidentale insieme alla

Turchia.

V. Le preoccupazioni del Capo dello Stato

Napolitano, legittimo rafforzare i poteri del governo

"E' del tutto legittimo politicamente" modificare la Costituzione per rafforzare i poteri

del governo e di chi lo presiede rispetto al Parlamento e al potere giudiziario, ha detto

Giorgio Napolitano parlando alla Biennale della Democrazia. Occorre però, ha

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sottolineato, tenere conto che i poteri dell'esecutivo sono stati già rafforzati

indirettamente modificando i regolamenti parlamentari, facendo maggior ricorso ai

decreti legge e al voto di fiducia, riducendo il numero di gruppi parlamentari e

rafforzando il vincolo governo-maggioranza.

La Costituzione non è un residuato bellico - ''La Costituzione repubblicana non e' una

specie di residuato bellico come da qualche parte si verrebbe talvolta fare intendere'.

Nacque guardando lontano, e poggia ''sui valori maturati nell' opposizione al fascismo,

nella Resistenza'' e fu concepita aprendosi alle ''imprevedibili evoluzioni e istanze del

futuro. Non fu mai un manifesto ideologico o politico di parte, e legge fondamentale,

architrave dell'ordinamento giuridico e dell'assetto istituzionale''.

Nessuno può ignorare i limiti della Costituzione - La Costituzione regola le modalità

in cui viene esercitata la volontà sovrana del popolo, disciplinandone le forme

rappresentative ed elettive e ponendo ''limiti che non possono essere ignorati nemmeno

in forza dell'investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa. Rispettare la

Costituzione - sottolinea Napolitano - e' dunque espressione altamente impegnativa, ben

al di la' di una superficiale e generica attestazione di lealtà. Significa anche riconoscere

il ruolo fondamentale del controllo di costituzionalità e dunque l'autorità' delle

istituzioni di garanzia'' quindi, conclude il capo dello Stato, queste istituzioni possono

essere oggetto di riserve e critiche ma mai ''di attacchi politici e giudizi sprezzanti''.