Attualizzazione del mito nell'orestea di eschilo

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Attualizzazione del mito nell’Orestea di Eschilo Il passato mitico rivissuto dai tragediografi nella riflessione sul presente (Sintesi della prof.ssa Paola Battelli)

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Attualizzazione del mitonell’Orestea di Eschilo

Il passato mitico rivissuto dai tragediografi

nella riflessione sul presente

(Sintesi della prof.ssa Paola Battelli)

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Il momento storicoL’Orestea di Eschilo venne rappresentata

nel 458 a.C.Atene era nella fase della cosiddetta

pentecontetìa, i 50 anni tra la fine della 2a guerra persiana (480-478) e l’inizio (nel 431 a.C.) della guerra del Peloponneso, un periodo di egemonia.

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L’egemonia atenieseLa 2a guerra persiana aveva messo in luce il ruolo di

primo piano della flotta ateniese. Atene nel 477 a.C. costituì una lega navale, la Lega di

Delo o delio-attica. Col tempo vi aderirono quasi tutte le città della Ionia, l’Eubea, le Cicladi Occidentali, varie isole e regioni dell’Egeo.

Le città aderenti dovevano fornire navi in proporzione alle loro possibilità, oppure versare un tributo annuo.

Il tesoro dei confederati era custodito a Delo (nelle Cicladi) da tesorieri ateniesi, e Atene usò la lega per il proprio imperialismo e il denaro comune per le proprie iniziative.

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La politica interna ateniesePartito popolare guidato da Temistocleantispartano e disposto ad accordi con la Persia (non così pericolosa, e disposta a finanziamenti), per estendere egemonia ateniese sul mare e sulla penisola ellenica.[Temistocle per lucido e spregiudicato realismo rovesciò le precedenti posizioni politiche: nella 2a guerra persiana Atene aveva combattuto insieme agli Spartani contro i Persiani]

Partito conservatore guidato da Cimoneopposto ai popolari, quindi filospartano (Sparta rappresentava il modello di oligarchia aristocratica terriera) e antipersiano .[Però prima della battaglia di Salamina i conservatori erano stati antispartani e filopersiani]

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Esponenti di spicco del partito popolareNel Partito popolare Temistocle (eroe della 2a guerra persiana, che a Salamina aveva annientato la flotta del Gran Re) promosse la costruzione

della fortificazione del porto del Pireo delle Lunghe Mura fra Atene e il Pireo (completate da Pericle)

Nel 471 Temistocle fu ostracizzato perché accusato di trattative segrete con la Persia (una volta esiliato, si rifugiò in Persia, e divenne signore di 3 città dell’Asia minore)

Successivamente nel partito popolare emerse Efialte, che propose che l’Areopago si occupasse solo del giudizio dei delitti di sangue (omicidi volontari), e perdesse i propri poteri politici:

la nomophylakìa, cioè la sorveglianza della costituzione e la custodia delle leggi

la censura sui magistratiLa riforma fu approvata (461 a.C.), ma pochi mesi dopo Efialte fu assassinato.Dopo la morte di Efialte, divenne nuovo leader dei popolari Pericle, aristocratico di idee democratiche.

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Origini storiche dell’Areopago L’Areopago ad Atene esisteva già al tempo del governo oligarchico

degli eupatridi, come consiglio degli ex arconti, dotato di ampi poteri politici e anche giudiziari (tribunale cittadino).

Nel 624-620 a.C., per iniziativa del legislatore Dracone/Draconte, che fissò per la prima volta in forma scritta il codice delle leggi, l’Areopago fu affiancato, per le funzioni giudiziarie, da un collegio di 51 efeti:

Una volta avvenuta la denuncia da parte dei parenti della vittima L’Areopago giudicava gli omicidi volontari; L’Efesìa giudicava gli omicidi involontari (colposi e

preterintenzionali). La riforma di Solone, pur affiancando all’Areopago la bulè dei

Quattrocento, ne lasciò intatti i vasti poteri. L’Areopago, di natura oligarchica, vide ridimensionato il proprio

ruolo a seguito delle istituzioni democratiche di Clistene ma riguadagnò potere al tempo delle guerre persiane.

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Il partito conservatoreIl leader del partito conservatore era Cimòne (figlio di Milziade, il vincitore di Maratona), che si era conquistato il favore dei concittadini con atti di liberalità privata. Cimone continuò a sviluppare l’egemonia marittima ateniese:

attaccò nel 470-469 a.C. la base navale persiana presso la foce del fiume Eurimedonte (in Panfilia, nell’odierna Turchia meridionale), distruggendo la flotta nemica.

Sottrasse ai Persiani la Tracia meridionale, Bisanzio, la Caria e la Licia, garantendo il controllo greco dell’Egeo.

Fondò nuove colonie attiche nell’Egeo settentrionale. Impose ingressi forzati nella Lega di Delo.

Cimone nel 462 mandò aiuti (4000 opliti) a Sparta impegnata nel Peloponneso contro la rivolta degli Iloti (3a guerra messenica, 464-455 a.C.), ma i soldati ateniesi, simpatizzanti con i ribelli, combattevano con poca efficacia e vennero rimandati indietro dagli Spartani.

L’affronto subìto fece prevalere la fazione popolare e portò Atene alla rottura con Sparta (abrogazione dell’alleanza antipersiana stipulata fra le due città nel 481 a.C. [Tucidide I, 102, 4]) e all’alleanza di Atene con Argo, tradizionale nemica degli Spartani nel Peloponneso.

 Nel 461 Cimone fu ostracizzato (esilio per 10 anni) per l’umiliazione ateniese nella 3a guerra messenica e perché si era opposto alla riforma dell’Areopago di Efialte.

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Eschilo attualizza l’Orestea nel contesto della politica estera

Nell’Agamennone l’ambientazione subisce uno spostamento da Micene ad Argo.

Alla fine delle Eumenidi, l’ultima tragedia della trilogia, Oreste, assolto dal tribunale ateniese dell’ Areopago con il voto decisivo di Atena, si allontana garantendo eterna alleanza fra Argo e Atene.

L’intenzione eschilea è di attualizzare il mito con un riferimento, che per il pubblico doveva essere evidente, alla nuova alleanza conclusa tre anni prima da Atene.

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Eschilo attualizza l’Orestea nel contesto della politica internaNelle versioni tradizionali del mito la vendetta dell’assassinio di

Agamennone da parte di Oreste era legittimata da Apollo tramite l’oracolo di Delfi.

E’ innovazione eschilea l’assoluzione di Oreste da parte dell’Areopago di Atene, creato appositamente dalla dea Atena.

Nel dibattito contemporaneo sui compiti dell’Areopago quale posizione prende Eschilo? Difficile dirlo.L’Areopago viene presentato come tribunale sacro fondato

da Atena.Tuttavia l’Areopago nelle Eumenidi giudica un delitto di

sangue (in conformità con la riforma di Efialte), quindi le posizioni di Eschilo non devono essere necessariamente identificate con quelle conservatrici.

(Del resto anche l’alleanza con Argo, miticamente giustificata nell’Orestea, era stata stipulata per iniziativa del partito popolare).

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La giustizia pubblicaIl tribunale che assolve Oreste è simbolo dell’autorità statale, garante dell’ordine e della legalità della polis. A Eschilo preme ribadire il diritto esclusivo della comunità di amministrare la giustizia (Dìke). La giustizia privata compiuta dalla famiglia dell’ucciso con la legge

del taglione mirava a difendere la comunità dalla violazione della legge e dalla contaminazione introdotta dal delitto, ma innescava spesso una catena inarrestabile di faide fra famiglie e di stragi.

Per superare questo problema la comunità assume direttamente l’amministrazione della giustizia. La giustizia statale in qualunque caso (assoluzione o condanna) consente la pacificazione sociale e garantisce la convivenza nella polis.

La sentenza del tribunale umano è garantita dalla giustizia divina (le Erinni vengono convinte da Atena ad accettare il verdetto dell’Areopago e a diventare Eumenidi) e subordinata a questa (nella sentenza l’Areopago si spacca: 6 contro 6 giurati, quindi per l’assoluzione è determinante il voto di Atena).

Atene si autocelebra quale culla del nuovo diritto civile, prima depositaria di un’alta corte di giustizia.

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Antinomìa divinaProblema di antitesi fra due ordini di giustizia divina:La giustizia di Apollo, divinità olimpica (vendicare

l’assassinio del padre).La giustizia delle Erinni, dee della terra (punire il

matricidio).Tale antinomia divina è la conseguenza del contrasto storico-sociologico fra l’antica struttura matriarcale preellenica

(mediterranea), in cui prevaleva il vincolo naturale madre-figlio (physis, «natura»),

e la struttura patriarcale (indoeuropea), che afferma un nomos («una legge») basato anche sulle convenzioni della polis.

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La pacificazione cosmica tra divinità antiche e nuove nella tragedia EumenidiNel prologo delle Eumenidi la profetessa pitica del

santuario di Delfi racconta il passaggio incruento del trono delfico da Gea a Temi, a Febe, infine ad Apollo.

In realtà secondo la teologia tradizionale (ad es. cfr. Teogonia di Esiodo) il passaggio del potere profetico dalle antiche divinità (a seconda delle versioni il serpente Python o Temi) ad Apollo era avvenuto in modo violento.

Eschilo modifica la storia sacra, trasformando l’aspro conflitto fra divinità preelleniche ctonie e divinità elleniche olimpiche in un passaggio senza contrasti, così il prologo anticipa il tema della pacificazione cosmica con cui culmina la tragedia: le Erinni che diventano Eumenidi (Benevole).

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Contesto sociale: il rapporto marito-moglie nell’Agamennone Nella tragedia l’elemento forte della coppia è quello femminile, con un apparente rovesciamento rispetto alle consuetudini sociali greche:Agamennone: reduce stanco, eroe macchiato di colpe ancestrali

e personali, fra necessità fatale e responsabilità individuale, si lascia indurre a commettere un’altra hybris (camminare sul tappeto purpureo) e si lascia uccidere facilmente.

Clitemnestra: vera protagonista della tragedia, è caratterizzata da odio, volontà di dominio, fredda simulazione calcolatrice, orgoglio, smania omicida.

La spingono al delitto il rancore verso il marito che le ha ucciso la primogenita Ifigenia; la dedizione all’amante Egisto, cugino di Agamennone, che vuole vendicare le atrocità commesse da Atreo nei confronti di suo padre Tieste; la gelosia di fronte alla concubina Cassandra.

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Ruolo paradossale e contraddittorio della donna ateniese di buona famiglia [Cfr. Philip E. Slater]

Posizione sociale insignificante, ruolo pubblico inesistente.Potenza e influenza psicologica nella sfera privata: controllo delle

finanze domestiche e del quartiere femminile della casa, che comprendeva i figli, la maggior parte degli schiavi e il centro economico della famiglia (laboratori ecc.).

Donna era oggetto di disprezzo e di antagonismo sessuale da parte del maschio adulto, che voleva esercitare su di lei un totale controllo: la moglie non doveva essere né più vecchia né più colta del marito, meglio se era un’adolescente immatura e ignorante totalmente dipendente. In realtà gli uomini sembravano quasi provare di fronte alle donne timore e senso di inferiorità, come se non potessero competere con le mogli in condizioni di parità (Età consigliate: 14 anni lei, 30 lui).

Il matrimonio era concordato dalle famiglie per consolidare alleanze, ed era finalizzato a dare alla stirpe del marito figli maschi che garantissero il culto funerario.

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Contesto sociale:Il rapporto ambivalente madre - figlio Il maschio ateniese adulto viveva prevalentemente fuori di casa, pertanto il bambino ateniese cresceva nei primi cinque - sei anni di vita in un

ambiente domestico dominato interamente dalle donne, sottoposto al controllo totale e agli eventuali capricci della madre.

La madre, socialmente frustrata e sola nell’ambiente estraneo della famiglia maritale, aveva verso i figli un atteggiamento ambivalente: nello stesso tempo su di essi sfogava parte dei propri risentimenti e dei propri impulsi distruttivi inconsci e in essi trovava una terapia per le proprie umiliazioni.

Infatti, risentendo della superiorità del coniuge, inconsciamente puniva nel figlio l’arroganza (o scoraggiava i suoi primi accenni di mascolinità), oppure lo usava come «capro espiatorio» da colpire per vendicarsi del marito (Cfr. mito di Medea).

D’altra parte il figlio maschio era la sua principale fonte di soddisfazione emotiva e il suo principale mezzo di prestigio e di riscatto, sia in quanto espressione e realizzazione dell’ambizione materna, proiezione di sé in una libertà (quella del figlio) di movimenti e di azione che le erano preclusi, e antidoto per «l’invidia del pene» femminile, sia in quanto possibile surrogato idealizzato dello sposo, garante di protezione una volta cresciuto (Cfr. i miti di figli protettori delle madri, come Perseo figlio di Danae e Achille figlio di Teti).

Conseguenza: omosessualità o bisessualità sviluppata dai figli e coltivata dagli uomini adulti (fuori di casa con uomini ed etere).

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Società e teatroPer via di questo rapporto disturbato fra donna e uomo presente nella società greca, le donne nelle tragedie sono spesso rappresentate come persone aggressive dalla personalità dominante.

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PER RIPASSARE L’età di Pericle: la politica interna

Pericle di fatto fu al potere per quasi 20 anni [462-429 a.C.], fino alla morte, perché continuamente rieletto stratego.

Politica interna: maggiore partecipazione politica delle classi popolari attribuzione ad Ekklesìa e Bulè del controllo dell’applicazione delle leggi,

prima di competenza dell’Areopago zeugìti ammessi all’arcontato istituiti stipendi (misthoforìa = indennità giornaliera) per gli Eliàsti (giudici

di Elièa) e poi per tutte le altre cariche (così il 60% dei cittadini aveva uno stipendio pubblico). A tale scopo soldi presi dal tesoro della Lega.

istituiti sussidi per orfani di guerra e invalidi istituito il theoricòn (pagamento statale di ingresso in teatro per i cittadini

più poveri) magistrature assegnate mediante sorteggio, e quindi dequalificate; eletti

solo gli strateghi (magistratura determinante) (dal 451 al 429) cittadinanza ateniese riconosciuta ai figli di genitori

entrambi ateniesi (per limitare il numero dei beneficiari della spesa pubblica)

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La politica estera: l’imperialismo ateniese (democrazia ateniese a spese degli alleati)

Conflitti contemporaneamente contro Sparta e contro Persia Dal 460 al 446 contro SPARTA, per egemonia in Grecia: conquista di

Beozia ed Egina. Con Pace trentennale (446) divisione di sfere di influenza: Atene ottiene primato in Egeo, imposizione di ingresso in lega. Dal 460 al 454 Atene sostiene con le sue navi la ribellione degli

Egiziani alla PERSIA: sconfitta ateniese. Pace di Callia (449): liberazione di città greche della Ionia. Divisione di sfere di influenza: a Persia Cipro ed Egitto, ad Atene il mar Egeo. Il tesoro della lega fu trasferito ad Atene.

deduzione di cleruchìe (colonie vincolate a madrepatria, strategiche per imperialismo)

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Bibliografia Eschilo in D. Del Corno, Letteratura greca, ed. Principato 1988,

pp. 164-179. E. Savino, L’«Orestea» nella storia della Grecia, prefazione

all’Orestea di Eschilo, ed. Garzanti 1989, pp. XXXIII-XLVII. Slater P. E., Il rapporto madre-figlio in Grecia: sue origini e

conseguenze, in Beye C. R., La tragedia greca, ed. BUR 19912, pp. 157-176.