Attraverso gli occhi dei Migranti: la ricerca di un Lavoro Dignitoso

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Con il progetto “Decent Work for All! Making Migration Work for Development”, SOLIDAR e i suoi partner hanno lavorato per dimostrare che il lavoro dignitoso è una necessità per tutti i lavoratori ovunque essi vivano.Con questo fascicolo, vi invitiamo a conoscere, attraverso le testimonianze dirette dei migranti, le ragioni che li hanno spinti alla ricerca di un impiego all’estero e la realtà di un lavoro dignitoso in Europa e nei paesi di provenienza.I sei case studies illustrati in questo libretto sono stati condotti da organizzazioni che fanno parte di SOLIDAR, dai Global Network partners LEARN (Filippine) e PLADES (Perù) come pure Badara Ndiaye (Senegal) e l’Association Malienne des Expulsés (Mali) nel corso dell’estate–autunno 2010.

Transcript of Attraverso gli occhi dei Migranti: la ricerca di un Lavoro Dignitoso

  • decent workdecent life

    Attraverso gliocchi deimigranti:la ricerca di unlavoro dignitoso

  • Repubblica CecaLalto costo delle agenzieper limpiego per migrantivietnamiti

    ItaliaCondizioni migliori manessuna possibilit dicarriera per i lavoratoridomestici filippini

    Asia sud-orientaleLa migrazioneistituzionalizzata nelleFilippine

    SpagnaLunghi orari e solitudine per i lavoratori andini nel settore agricolo

    Africa OccidentalePerdere personale medicovalido dal Mali e dal Senegal

    Paesi andiniSacrificare la vita familiareper guadagnarsi da vivere in Europa

    01.

    02.

    03.

    04.06.

    05.

    Contenuti03_ Prefazione 04_ Introduzione 05_ I case studies23_ Entra in azione: i lavoratori migranti hanno diritti!

    TAKE ACTION

    Migrant work

    ers

    have rights!

  • Prefazione

    ampiamente riconosciuto che la mancanza di condizioni di vita e lavorodignitose una delle principali ragioni che spingono le persone dei paesi in viadi sviluppo a lasciare le proprie terre dorigine. In effetti, il 90% dei migranti -stimati dallOrganizzazione Internazionale del Lavoro in 214 milioni nel 2010 - rappresentato da lavoratori e dalle loro famiglie.

    Ripercorrendo la storia della rete SOLIDAR, la nostra missione sempre stataquella di organizzare la solidariet per le persone espatriate, per i rifugiatipolitici e per i migranti. I nostri membri, per esempio, hanno aiutato i rifugiatidella guerra civile spagnola, dato vita a programmi di ricollocamento dopo laII Guerra Mondiale e offerto Aiuto allUngheria nel 1956. Fin dagli anniSessanta ci siamo andati concentrando sempre di pi sulla cooperazioneinternazionale, sugli aiuti allo sviluppo e sulla migrazione, oltre chesullintegrazione dei migranti in Europa.

    In ogni luogo del mondo, i lavoratori hanno bisogno di un impiego retribuito asufficienza per provvedere a se stessi e alle proprie famiglie, unoccupazioneche preveda un orario di lavoro dignitoso e ferie pagate, che permettaladesione a un sindacato e un sistema di tutele offerto dal diritto del lavoroindividuale e collettivo. In breve, essi hanno bisogno di un lavoro dignitoso.Questultimo una realt per molti cittadini dellUnione Europea, ma non perla maggior parte dei migranti non europei che vivono e lavorano nellUnione.Preoccupa profondamente il crescente sentimento anti-immigrati cheattraversa lEuropa. La crisi ha contributo a esacerbare questo dibattito e unaretorica, che stigmatizza gli immigrati, produce politiche dellimmigrazioneancora pi restrittive. Considerando che la nostra popolazione sta diminuendo, anche nellinteresse europeo riconoscere che abbiamo bisogno dellamigrazione per la nostra stessa prosperit di lungo termine.

    Con il progetto Decent Work for All! Making Migration Work for Development,SOLIDAR e i suoi partner stanno lavorando per dimostrare che il lavorodignitoso una necessit per tutti i lavoratori ovunque essi vivano. Con questo fascicolo, vi invitiamo a conoscere, attraverso le testimonianzedirette dei migranti, le ragioni che li hanno spinti alla ricerca di un impiegoallestero e la realt di un lavoro dignitoso in Europa e nei paesi di provenienza.I sei case studies illustrati in questo libretto sono stati condotti daorganizzazioni che fanno parte di SOLIDAR, dai Global Network partners LEARN(Filippine) e PLADES (Per) come pure Badara Ndiaye (Senegal) e lAssociationMalienne des Expulss (Mali) nel corso dellestateautunno 2010. Vorreicogliere loccasione per ringraziare tutti coloro che vi hanno contribuito. Aderite alla nostra lotta per rendere il lavoro dignitoso una realt per tutti eaffinch le politiche europee rispettino i diritti dei migranti!

    Conny ReuterSegretario generale

    03.

  • 04.

    In ogni caso preso in esame ai lavoratori migranti stato chiesto delle condizioni di vita e lavoro sia nelpaese dorigine che in quello di destinazione, delle ragioni che li hanno portati a scegliere di lasciare lapropria patria e dellattrazione verso il paese ospite. stato anche domandato di descrivere il contributodato sia al paese dorigine che a quello di destinazione, non solo finanziariamente ma anche in termini disviluppo e se la realt ha soddisfatto le attese. Ogni ricerca analizza i diritti dei lavoratori migranti, inparticolare, dal punto di vista del lavoro dignitoso, e comprende la situazione dei migranti regolari e lavulnerabilit dei migranti irregolari.

    Migranti che vivono in Europa

    LALTO COSTO DELLE AGENZIE PERLIMPIEGO PER MIGRANTI VIETNAMITI

    Tom Petrcek et. al., Consiglio cecoper gli affari esteri

    CONDIZIONI MIGLIORI MA NESSUNAPOSSIBILIT DI CARRIERA PER ILAVORATORI DOMESTICI FILIPPINI

    Veronica Padoan

    LUNGHI ORARI E SOLITUDINE PER ILAVORATORI ANDINI NEL SETTOREAGRICOLO

    Maria del Mar Maira Vidal

    Migranti tornati nei paesi dorigine

    LA MIGRAZIONE ISTITUZIONALIZZATA NELLEFILIPPINE

    Verna Viajar et. al., Labour Educationand Research Network (Filippine)

    SACRIFICARE LA VITA FAMILIARE PERGUADAGNARSI DA VIVERE IN EUROPA

    Enrique Fernndez-Maldonado Mujica(autore) e Roco Campana(coordinatore) Programa Laboral deDesarrollo (PADES) Peru);Interviste di: Jhonny Jimnez(Servicio Paz y Justicia Social(SERPAJ) Ecuador), ArnaldoMontero (Centro de Accin al Cambio(CENAC) Bolivia), Guillermo Correa(Escuela Nacional Sindical (ENS) Colombia)

    PERDERE PERSONALE MEDICO VALIDO DALMALI E DAL SENEGAL

    Badara Ndiaye (Senegal) e OusmaneDiarra, lAssociation Malienne desExpulss (Mali)Contributi di: Alassane Dicko / AME(Mali), Fall Fatou Ciss / Enda Diapol(Senegal), Khady Sakho Niang /Panafrican network for Migrantsrights (France), Aminatou Diouf /Alternatives Parcelles Assainies(Senegal) e Ahmed Iyane Sidib.

    I casi di studio

    Panoramica

    01.RepubblicaCeca

    02. Italia 03.Spagna

    04.Asia sud-orientale

    06.Paesiandini

    05.AfricaOccidentale

  • 05.

    LALTO COSTO DELLE AGENZIE PER LIMPIEGO PER I MIGRANTI VIETNAMITI

    01.RepubblicaCeca

    1 Stranieri: per tipo di residenza, sesso ecittadinanza; Direzione di Polizia straniera;Ministero degli interni della Repubblicaceca (30 giugno 2010).

    2 Banca Mondiale (2010) Country Pagesand Indicators, 06.

    Profilo del caso

    l Lespansione industriale e laccresciuta modernizzazione hanno aumentatola richiesta di lavoro nella Repubblica Ceca, trasformandola in un paese didestinazione per i lavoratori migranti.

    l Nel 2004, nella Repubblica Ceca, cerano 31.179 abitanti vietnamiti1 (ilprincipale gruppo di minoranza non europea). Quasi tre quarti di loroviveva nelle citt pi estese e nelle principali aree urbane e lavoravasoprattutto nel settore dei servizi e nelle piccole imprese. Secondo alcunestime, per il 90% si tratta di autonomi anche se, in realt lavorano acontratto, in genere alle dipendenze di familiari nel settore del catering edel commercio.

    l Nel 2007 il flusso complessivo delle rimesse dallestero al Vietnamammontava a 3,5 miliardi di euro, cifra che rappresentavaapprossimativamente il 7% del Prodotto Interno Lordo vietnamita2.

    Sono stati intervistati dieci migranti vietnamiti che vivono nella RepubblicaCeca, solo uno di essi donna. Let varia dai 20 ai 55 anni, e, dal punto divista della formazione scolastica, si passa dai laureati a un uomo che avevasolo il diploma elementare.

  • 06.

    4 Ondrej Hofrek, Michal Nekorjak (2010) Od psu ke stnku - a zpet? Promenyekonomickch aktivit Vietnamcu v Ceskrepublice.

    5 Stranieri registrati dagli uffici del lavoro,Ministero del lavoro e degli affari sociali (31 marzo 2010)

    Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti nella Repubblica Ceca.

    Secondo lUNESCO3, la legislazione ceca ampiamente in linea con laconvenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratorimigranti e dei membri delle loro famiglie. La situazione giuridica, e quindi ditutela, dei migranti vietnamiti pu essere comunque precaria, in particolare,qualora non siano coperti dalla Carta Verde, recente iniziativa del governoceco, ideata per facilitare lingresso dei lavoratori migranti. In genere essiarrivano con un visto di lavoro ottenuto attraverso propri familiari o agenzie.Per ottenere un permesso di lavoro e un permesso di soggiorno permanenteo di lungo termine nella Repubblica Ceca, i migranti vietnamiti devonodimostrare di essere assunti nel rispetto delle norme ceche sul lavoromigrante. Molti aggirano questo requisito ottenendo un certificato dimpresaper mettere su unattivit in proprio. In alternativa, i lavoratori possono arrivareattraverso agenzie per limpiego, ma queste ultime sono motivo di seriapreoccupazione. Alcune sono di propriet di membri della diaspora nellaRepubblica Ceca che reclutano manodopera per imprese locali vietnamite. Illoro status legale e le loro pratiche possono essere problematiche: esigonoenormi pagamenti da parte dei lavoratori e raramente garantiscono la sicurezzasociale. Ci sono anche agenzie consolidate, legali, di propriet ceca che offronoperlopi occupazioni temporanee nellindustria. I lavoratori si trovanocomunque in una condizione precaria perch vengono affittati alle aziendedalle agenzie con contratti brevissimi, spesso mensili, e ci influenza la lorocapacit di pagare lassicurazione sanitaria o la previdenza sociale.

    Vivere e lavorare in patria in Vietnam

    In Vietnam c unenorme differenza nelle condizioni di vita e lavoro di chi hastudiato e chi no, delle aree urbane e di quelle rurali. Lo standard di vita generaleresta relativamente basso ma, come spiega Trong, 55 anni, negli ultimi anni sisono registrati miglioramenti significativi. Nelle grandi citt si possono trovarestandard di vita paragonabili a quelli delle citt europee. Ma in alcuni villaggi dimontagna non ci sono ancora acqua potabile o elettricit: Persino allinternodelle aree urbane, tuttavia, disuguaglianze sono forti e il sistema di welfare noncopre tutti i bisogni essenziali. Bisogna pagare per tutto dice il 23enne Thao.Quasi l80% delle persone non ha denaro per pagare servizi di qualit, inparticolare nel settore sanitario, ma anche in quello dellistruzione.

    Si pu trovare lavoro, ma non necessariamente unoccupazione dignitosa.Listruzione fa unenorme differenza. In Vietnam, senza uneducazione, nonhai nessuna possibilit di trovare un impiego ben retribuito. dice Kim-ly, 42anni, lunica donna nel gruppo. Inoltre, loccupazione nel settore privato onellagricoltura si associa spesso a unattivit fisica molto pesante eimpegnativa, senza prospettive di miglioramento.

    Vivere e lavorare nella Repubblica Ceca

    Nel 2008 quasi un terzo dei vietnamiti economicamente attivi nella RepubblicaCeca, poco pi di 16700 persone4, era dipendente. La maggior parte lavoravanei settori del catering e del commercio dove comunque le occupazioni sonotemporanee e i salari pi bassi della media.

    3 Risponde ai requisiti della Convenzione delleNazioni Unite riguardo la tutela dei diritti deimigranti.

    Non sono qui per divertirmi maper fare il mio lavoro e mandarequalche soldo alla mia famiglia.

    Sinh, uomo, 25.

  • 07.

    Sulla scia della crisi economica, nel 2010, il numero dei vietnamiti registraticome dipendenti crollato a 3386. Coloro che gestiscono le proprie piccoleattivit nel catering o nella distribuzione alimentare considerano le propriecondizioni di vita relativamente buone, nonostante limpatto della crisi. Si trattageneralmente di aziende a gestione familiare che forniscono lavoro o contattia parenti o amici appena arrivati. Coloro che cercano impiego nelle aziendeceche attraverso le agenzie si trovano, invece, in una situazione pi difficile.Non sono a conoscenza n dei salari n delle condizioni di lavoro chetroveranno e spesso devono chiedere prestiti oltre i 7000 euro per coprire icosti dei voli e dellagenzia, portandosi dietro enormi debiti. Sono consideratilavoratori di terza classe e molti affrontano attivit dure e paghe molto pi bassedi quanto si aspettassero. In genere hanno contratti di breve termine, senza glistessi diritti e le stesse tutele dei dipendenti. I pi aspramente colpiti sono quelliche hanno perso limpiego temporaneo per via della crisi, alcuni di essi voglionotornare in patria.

    Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    Sebbene alla generazione pi anziana di migranti manchi lo stile di vitavietnamita e il resto della propria famiglia, trovano che la qualit della vita nellaRepubblica Ceca sia migliore e vogliono restare per il bene dei propri figli chevi sono cresciuti. Essi sono ben istruiti, parlano ceco e hanno amici cechi.Ritengono di avere prospettive di carriera al di fuori delle attivit commercialitradizionali della comunit vietnamita. Molti membri di questa secondagenerazione ben istruita vogliono dare il proprio contributo al Vietnamtornando l per almeno un paio danni, trasferendo le proprie conoscenze ecompetenze e investendo in attivit economiche. Alcuni hanno costruito hotel,aiutato a sviluppare il turismo e fondato aziende di successo. Anche inviare ilproprio denaro alle famiglie in patria importante, come spiega Sinh, 25 anni.Quelli arrivati pi di recente hanno la maggior parte dei contatti con la lorofamiglia in patria e inviano la maggiore quantit di denaro, mentre coloro chelavorano per le agenzie affrontano unincertezza che limita la loro capacit disostenere le famiglie.

    Mi chiamo Kim-ly , ho 42 anni,sono una lavoratrice autonoma evengo da Phu Tho in Vietnam.Sono partita perch avevo soloun certificato professionale e conquello non possibile trovare unlavoro ben retribuito a casa. Lecondizioni di vita in molti villaggivietnamiti sono miglioratesignificativamente, ma sonoancora misere se confrontate conquelle delle citt ceche. InVietnam i salari sono bassi e illavoro fisicamente pesante. Permolti, per, la realt nellaRepubblica Ceca pu esserescioccante. Lavoriamo dallamattina presto fino a sera, avolte persino sette giorni asettimana. Abbiamo poco tempoda trascorrere con i nostri figli enon si pu parlare di tempolibero.

    6 Ondrej Hofrek, Michal Nekorjak (2010) Od psu ke stnku - a zpet? Promenyekonomickch aktivit Vietnamcu v Ceskrepublice.

    7 Non il vero nome. Tutti i nomi in questostudio sono stati modificati

    07.

  • 08.

    CONDIZIONI MIGLIORI MA NESSUNA POSSIBILIT DI CARRIERA PER I LAVORATORI DOMESTICI FILIPPINI

    02. Italia

    8 Dati Istat. www.istat.it (1 gennaio 2009)

    9 Ministero degli Interni, www.demoistat.it (2008)

    10 Istat, Sondaggio sulla forza lavoro,www.istat.it (2006)

    11 Dati UN-INSTRAW, Factsheet sulla migrazione filippina in Italia.

    Profilo del caso

    l Nel gennaio 2009, in Italia cerano 113000 filippini, tra cui 66000 donne(si tratta della sesta comunit di migranti pi ampia nel paese)8.

    l 83500 hanno permessi di soggiorno9. L80% circa vive nelle citt pigrandi e lavora perlopi nel settore domestico e assistenziale. Solo il 4%ha un impiego qualificato10.

    l Nel 2008 le rimesse dei migranti nelle Filippine ammontavano a 12 miliardidi euro, pi del 10% del PIL. Nel 2007 lItalia era la quarta fonte pi ampiadi rimesse per le Filippine11.

    A dieci lavoratori migranti filippini, sette donne e tre uomini tra i 30 e i 60anni, stato chiesto della loro vita in Italia. Hanno gradi di istruzionedifferenti, alcuni hanno frequentato solo le scuole elementari, altri hannocompletato la loro educazione superiore e persino luniversit. Anche la loroesperienza professionale, nelle Filippine, era diversa: tra di loro ci sono un exfunzionario statale, due insegnanti, un attore, unimpiegata con mansioni disegreteria. In Italia, per, lavorano tutti nel settore domestico edellassistenza familiare. Hanno tutti il permesso di soggiorno.

  • 09.

    Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti in Italia

    La legge Martelli del 1991 riconosce sia i diritti che i doveri degli immigrati,mentre una legge del 2009 che riguarda la pubblica sicurezza introduce il reatodi immigrazione clandestina. Gli stranieri che desiderano restare in Italia perpi di tre mesi devono fare richiesta di permesso di soggiorno entro 8 giorni.I permessi possono essere concessi fino a sei mesi per lavoro stagionale(nove in agricoltura) e fino a due anni per lavoro autonomo, permanente, o perricongiungimenti familiari. Una legge del 1998 regola i flussi di ingresso,stabilendo un piano triennale e una quota annuale, noti come decreto flussi,per gli stranieri ammessi in Italia per lavoro e ricongiungimento familiare.

    Vivere e lavorare in patria nelle Filippine

    La maggior parte degli intervistati non aveva mai avuto un contratto di lavoronel proprio paese, e cerano assai poche informazioni per definire le lorocondizioni di lavoro. Accordi verbali permettevano loro di godere di ferie emalattia e alcuni avevano lassicurazione sanitaria. In molti casi, i salari nonerano sufficienti a coprire le spese fondamentali. La funzionaria statale avevaun contratto stabile ma nessuna opportunit di fare carriera. I meno qualificatiavevano iniziato a lavorare aiutando le famiglie, senza diritti o tutele. A cinqueanni gi sapevo tutto del lavoro nei campi dice Teresa, ora 33enne. I servizidi welfare nelle Filippine sono gestiti principalmente da aziende private e i costiper leducazione dei figli o per una visita medica hanno un impatto pesante suibilanci familiari. Come spiega Olivia, 31 anni: Ogni tipo di servizio nelleFilippine molto costoso. Con il salario medio, possono essere soddisfattesolo le necessit fondamentali. Come la maggior parte degli altri migranti,Olivia ha scelto di partire in cerca di migliori condizioni di vita e di lavoro e diun futuro migliore per i propri figli.

    Vivere e lavorare in Italia

    La maggior parte degli intervistati arrivata con un visto turistico, utilizzandoi contatti di familiari e conoscenti per trovare un posto dove stare. statoproprio per via di questi contatti che hanno scelto lItalia. In genere, hannotrovato un lavoro irregolare nel giro di qualche settimana. Alcuni hanno attesoanni per un contratto scritto perch hanno dovuto aspettare la prima amnistia12per ottenere un permesso di soggiorno. Eppure anche senza un contratto,molti hanno dichiarato che i propri datori di lavoro concedevano loro ferie,malattie e permessi retribuiti, inoltre essi riuscivano a risparmiare, poichvivevano, in genere, nella casa dei propri datori di lavoro senza pagare laffitto.Il lavoro, per, era duro dal punto di vista fisico e lorario lungo. Alla fine,ottenere un permesso di soggiorno ha significato per loro contributi pagati,meno ansia e la possibilit di tornare a visitare il proprio paese dorigine.Nessuno degli intervistati maggiormente qualificati riuscito a trovare impiegoin un altro settore che riflettesse le proprie competenze ed esperienze. NelleFilippine, se studi puoi trovare unoccupazione migliore dice Benjamin. Ilsentimento diffuso tra gli intervistati che in Italia tutti i filippini sono trattatiallo stesso modo, come manodopera scarsamente qualificata.

    Mi chiamo Gill. Hosessantanni. Quando vivevonelle Filippine, avevo un impiegonel servizio civile, ma nessunaopportunit di carriera. In Italiasiamo finiti tutti occupati nellostesso tipo di lavoro, che implicaprendersi cura delle famiglie, deiloro bambini e degli anziani.

    12 Lamnistia una norma del governo chepermette a tutti i cittadini non europei chevivono in Italia senza permesso disoggiorno di restare per presentare unarichiesta di sanatoria (regolarizzazione) eottenere un nuovo permessoindeterminato, in uno specifico e limitatoperiodo di tempo.

  • Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    La presenza della Chiesa Cattolica stata estremamente importante per aiutarei filippini a sentirsi a casa in Italia. Amo lItalia perch un paeseprofondamente cattolico e io ho ricevuto uneducazione cattolica. SpiegaCeleste, 39 anni. Le chiese gestite dalla comunit filippina svolgono anche unforte ruolo sociale. Faccio parte di un coro di chiesa, dice Gloria, 37 anni ci incontriamo una volta a settimana per fare pratica. Per noi la comunit unriferimento importante, ci tiene uniti e ci rafforza. Tutti i filippini intervistatifanno parte di unassociazione, in genere culturale (musicale, ecc.) o di unsindacato. Molte associazioni sono gestite per e da donne e modellate in baseai loro bisogni e interessi. Le associazioni culturali sono frequentate da filippinisoltanto, ma le performance teatrali sono eseguite in italiano per renderleaccessibili a chiunque. Oltre a fornire una struttura sociale, possono aiutarele persone in patria. Sioni, 55 anni, spiega cosa fanno lei e le sue amiche:Ogni anno organizziamo uno spettacolo e raccogliamo fondi da inviare alleassociazioni nelle Filippine. Altri si sono iscritti e hanno iniziato ad avere unruolo attivo nei sindacati, come Willy, 47 anni: Sono entrato nel sindacatoperch avevo bisogno di assistenza fiscale. Poi ho iniziato ad aiutarli, con ipermessi e le traduzioniPer tutti gli intervistati i servizi italiani sono migliori che nelle Filippine. InItalia ogni cosa funziona meglio rispetto alle Filippine dice Celeste. Per loro una buona ragione per restare. I bambini sono un importante fattore nelladecisione di rimanere in Italia, poich sono abituati a vivere l, e alcuni vi sonoanche nati. I miei figli sono quasi italiani. Parlano italiano, scrivono in italianoe hanno molti amici italiani. dice Gloria.

    10.

    Nelle Filippine, nessuno puaiutarti, molto difficile.

    Celeste, 39

  • LUNGHI ORARI E SOLITUDINE PER I LAVORATORI ANDININEL SETTORE AGRICOLO

    03.Spagna

    13 Ministero del lavoro e dellimmigrazione,giugno 2010.

    11.

    Profilo del caso

    l La rapida espansione del settore agricolo spagnolo nel corso degli ultimitrentanni si accompagnata a un aumento del numero delle occupazioniprecarie e temporanee.

    l I lavoratori migranti che arrivano in Spagna senza un permesso di lavoroin genere trovano il loro primo impiego nellagricoltura, laddove salaribassi e condizioni difficili fungono da deterrente per la manodoperaspagnola.

    l Se i lavoratori stranieri costituiscono il 10% della popolazione attiva dellaSpagna, raggiungono il 30% nel settore dellagricoltura13.

    Dieci lavoratori migranti provenienti dai paesi andini di Ecuador (7), Bolivia (1),Colombia (1), e Per (1) sono stati intervistati sulle loro esperienze di lavoronel settore agricolo spagnolo. Tutti sono stati in Spagna almeno per tre anni eora sono impiegati regolarmente nel paese, anche se alcuni di loro inizialmenteerano irregolari.

  • Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti in Spagna

    I permessi di lavoro devono essere ottenuti nel paese di origine, sulla base diun accordo bilaterale. Solo quattro paesi dellAmerica latina (Colombia,Repubblica Domenicana, Ecuador e Per) hanno accordi bilaterali con laSpagna sulla migrazione che oltre a regolare i flussi contengono clausole cheproteggono i diritti dei lavoratori migranti (si veda la sezione sui paesi andini).I migranti che arrivano irregolarmente possono ottenere un permesso dopoaver firmato un contratto di lavoro. Un permesso di soggiorno permanentepu essere ottenuto dopo 5 anni di residenza regolare e lavoro in Spagna. Ipermessi di soggiorno temporanei possono essere concessi per qualche mesee sono o senza restrizioni ma non rinnovabili, o limitati a un settore e a unaprovincia e rinnovabili. Dopo un anno le restrizioni di settore e territoriali nonsono valide.

    Vivere e lavorare in patria nei paesi andini.

    I lavoratori migranti intervistati avevano un lavoro o gestivano piccole impresenei propri paesi dorigine, ma i loro redditi erano troppo bassi per garantireloro uno standard di vita dignitoso. Le loro condizioni di lavoro in patria eranoaccettabili e, in alcuni casi, meno dure che in Spagna, sebbene essi dovesseroaffrontare linstabilit.

    Vivere e lavorare in Spagna.

    Alcuni degli intervistati avevano gi un contratto quando sono arrivati e lamaggior parte aveva familiari in Spagna. Coloro che sono venuti con un vistoturistico hanno avuto difficolt a trovare un impiego senza un permesso. Perme cercare un lavoro stato molto difficile. Trascorrevo tutto il giorno in cercadi unoccupazione, senza niente da mangiare. ha spiegato Angel, 37 anni,dallEcuador. Per molti nella situazione di Angel, il primo un impiegoirregolare di cui i datori di lavoro approfittano. Ti fanno lavorare piduramente, pi velocemente e tu non puoi dire nulla. Se fai straordinari nonsono retribuiti. Quando non hai documenti, possono semplicemente cacciarti.Una volta che la tua situazione regolare, puoi esigere i tuoi diritti.La maggior parte dei migranti trovano la realt del lavoro in Spagna pi difficiledi quanto si aspettassero, lavorando per molte ore e non essendo in grado ditornare in patria o portare le proprie famiglie nei tempi che si erano prefissati.Il salario pi alto tuttavia permette loro di inviare del denaro a casa e digarantire uno standard di vita dignitoso alle loro famiglie in patria. In Spagnaguadagno ogni mese (lavorando nellagricoltura) quanto avrei guadagnato inEcuador (come insegnante di scuola superiore) in 10 mesi afferma Cleopatra,38 anni, dallEcuador. Ma tutto questo ha un costo: alcuni hanno dichiarato dinon avere tempo libero e di non essere stati in grado di prendersi una vacanzanel giro di anni.Coloro che hanno vissuto in Spagna per qualche tempo hanno apprezzato laqualit dellistruzione pubblica, del servizio sanitario, del congedo di maternit,degli ammortizzatori sociali, ecc. Lavorare in Spagna mi ha permesso dibilanciare la vita lavorativa e personale meglio di quanto avrei potuto in Per.Mia madre, in Per, non ha una pensione n gode di congedi per malattiadice Gina, 29 anni. Quasi tutti, comunque, tornerebbero in patria se ritenesserodi potersi mantenere gestendo le proprie attivit. Alcuni vorrebbero che le loroqualifiche venissero riconosciute in Spagna in modo da poter trovareunoccupazione migliore, ma pensano che ci sia improbabile.

    14 Nel settore agricolo spagnolo, ci sono diversiraccolti nel corso dellanno. Le giornate di lavorospesso sono lunghe e stancanti mentre loffertadi lavoro si sposta lungo il paese per seguire idiversi raccolti.

    Mi chiamo Zoila, ho 34 anni esono separata. I miei due figlivivono ancora in Ecuador. L,avevo la mia piccola impresa,ma ora lavoro qui nei campi. Nelmio paese vedi che la gente chevive in Spagna invia denaro,costruisce case, compraautomobili e pensi che vivanomolto bene. Non immaginiquanto sia difficile. Qui inSpagna lavoriamo lontano dacasa, dobbiamo svegliarci alle 3e mezzo di mattina, prepararcidel cibo per la giornataTorniamo a casa dal lavoro tardi,andiamo a letto alle 11,mezzanotte o luna e dobbiamosvegliarci di nuovo alle 3 o allequattro di mattina. A voltelavoriamo dalle nove alle dieciore al giorno. molto dura.14

    12.

    MARA DEL MAR MAIRA VIDAL

  • Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    La cosa pi difficile per i migranti il distacco dai figli, che pu esseredoloroso e stressante. Possono volerci almeno uno o due anni per guadagnaredenaro sufficiente per portare in Spagna il proprio coniuge e i figli e affrontarela burocrazia. Non mi separerei mai di nuovo dai miei bambini, sono passatisette anni dal mio arrivo in Spagna e loro sono ancora in Ecuador diceZoila, madre 34enne proveniente dallEcuador. Anche agli uomini mancano ifigli e il resto della famiglia. A volte mi sono sentito molto depresso, cossolo dice Manuel. Molti lavoratori migranti fanno amicizia con altrilavoratori del proprio paese o della stessa regione dorigine, e costruisconodelle reti sociali. Tutti inviano rimesse in patria alle loro famiglie per aiutarle acostruire abitazioni, finire gli studi, ecc. Essi considerano il loro contributoverso la Spagna duplice: contribuiscono allo sviluppo del settore agricolofacendo attivit che gli spagnoli non vogliono fare, e alleconomia localeattraverso le tasse e i contributi alla previdenza sociale. Tutti gli intervistati sisono iscritti alla centrale sindacale spagnola UGT (Union General de losTrabajadores), in alcuni casi dopo aver avuto problemi con i datori di lavoroper salari non corrisposti, ecc. Come spiega Vincente, 31 anni, provenientedallEcuador: In Spagna le aziende a volte non pagano gli stipendi emaltrattano i lavoratori. I sindacati aiutano le persone.

    Allinizio tutti i lavoratorimigranti vengono per un anno,ma quando arrivi scopri che lecose sono diverse da come avevipensato. Innanzitutto devi trovareun lavoro, poi devi restituire ildenaro che avevi preso inprestito per arrivare quiQuando sono arrivato pensavo direstare in Spagna per uno o dueanni e sono passati dieci anni

    Nieves, 37 anni, Ecuador.

    13.

  • LA MIGRAZIONE ISTITUZIONALIZZATA NELLE FILIPPINE

    04.Asia sud-orientale

    14.

    15 Philippines National StatisticalCoordination Board (gennaio 2010).http://www.nscb.gov.ph/secstat/d_labor.asp

    16 S. Ruggunan, 2005

    17 Dati UN-INSTRAW, Factsheet sullamigrazione filippina in Italia

    18 Migration Policy Institute 2010.www.migrationpolicy.org/datahub

    Profilo del caso

    l Le Filippine si classificano al 97 posto nellIndice di sviluppo umanomondiale 2010, e quinte nella regione del Sud-est asiatico.

    l Il prodotto interno lordo pro capite ammontava a 1746 USD (1283 euro)nel 2008 (secondo i dati delle Nazioni Unite).

    l Con una popolazione di 93,3 milioni il paese ha un tasso di disoccupazioneal 7,3% e la sottoccupazione al 19,7%15.

    l Ogni anno lAgenzia filippina per limpiego allestero tratta oltre 200milapratiche di filippini che desiderano lavorare allestero.16

    l Si stima che 8,7 milioni di filippini vivano allestero e nel 2009 le rimessedai lavoratori impiegati oltre confine ammontavano a 12,4 miliardi di euroovvero il 10,4% del prodotto interno lordo del paese.17

    l Solo il 10% di questa somma tuttavia viene dallEuropa, poich la met ditutti i migranti filippini lavorano in altri paesi asiatici.18

    l I migranti lavorano in unampia gamma di settori comprese manifattura,edilizia, servizi sanitari e domestici.

    Quattro lavoratori, tre dei quali sono ritornati dallEuropa e un potenzialemigrante verso lEuropa sono stati intervistati sulla loro esperienza.

  • Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti nelle Filippine

    La migrazione stata istituzionalizzata nel 1995 con la legge sui lavoratorimigranti e sui filippini allestero, che sancisce maggiori protezioni per i dirittidei lavoratori migranti e delle loro famiglie. Essa vieta il reclutamento illegalee stabilisce le norme per i servizi, comprese le informazioni e lassistenzalegale ai migranti.

    Vivere e lavorare in patria nelle Filippine

    Lattuale salario minimo giornaliero nelle Filippine ammonta a 404 pesosfilippini, (6,75 euro) al giorno, eppure la Commissione nazionale per i salari ela produttivit stima che il salario minimo dovrebbe essere almeno di 917pesos (15,31 euro) al giorno. Due delle tre donne intervistate avevano lavoriscarsamente retribuiti nelle Filippine: una, Neneth, vedova 56enne con settefigli, emigrata perch non riusciva a guadagnare abbastanza comeinsegnante part-time per poter mandare a scuola i suoi bambini; laltra, Paz,52 anni, si prendeva cura dei suoi 4 figli da sola e, nonostante avesse undiploma di scuola superiore, aveva lavorato come operaia, cuoca e venditrice.La terza, Aida, partita appena terminati gli studi per lavorare in Kuwait, aHong Kong e in Italia. Ha preso questa decisione assieme al marito poich luinon riusciva a trovare un impiego nelle Filippine. In cambio lui ha accettato diprendersi cura dei figli mentre Aida lavorava allestero. Quando i suoi figlihanno iniziato a frequentare la scuola e il marito soffriva di diabete, Virginiaha deciso di andare allestero per aiutarli. Eddie, single 29enne, non riuscivaa trovare unoccupazione di lungo termine nelle Filippine nonostante la doppialaurea in economia e management.

    Vivere e lavorare in Europa

    Il lavoro in Europa ha permesso ai lavoratori migranti intervistati diraddoppiare il proprio reddito. Anita guadagnava tra i 600 e gli 800 euro almese lavorando come domestica in Italia. Un aumento enorme confronto ai400 HK$ (40 euro) di salario mensile di Hong Kong. Paz riusciva a integrareil suo salario di 100 euro in Francia accettando impieghi part-time come dog-walker, ecc. Eddie, che progetta di raggiungere la madre che sta invecchiandoe la nonna in Italia questanno, si aspetta di guadagnare pi di quanto ottienecon il suo lavoro nelle Filippine. Eddie dice che sta puntando a un impiego dacassiere in una caffetteria di propriet del fratello del capo della madre. Tra gliintervistati, solo Anita stata in grado di auto-finanziare il suo viaggio inEuropa, utilizzando i risparmi racimolati dopo aver lavorato per dieci anni aHong Kong. Paz e Virginia sono state portare in Europa dei loro ex datori dilavoro che erano cittadini dellUnione Europea. Oltre ai costi del viaggio, anchele rigide norme che regolano lingresso in Europa rendono difficile larrivo deilavoratori domestici filippini nel vecchio continente, costringendo alcuni ascegliere unentrata secondaria. Il caso di Anita un esempio classico: hasborsato unenorme quantit di denaro per un falso datore di lavoro di HongKong che poi ha disposto il suo visto Schengen per lEuropa. Secondo idocumenti viaggiava con un datore di lavoro in vacanza in Europa. Anita

    Mi chiamo Anita. Sono andatain Italia nel 2004 come migranteirregolare e ho lavorato nellepulizie domestiche. Inizialmentesono stata con la mia sorellastra,poi in vari dormitori, ma le miecondizioni di vita erano semprepoco confortevoli. Potevo pulirefino a tre case al giorno perguadagnare pi denaro, ma mistancavo molto. Non avevo unacarta sanitaria perch avevo soloun visto turistico. Non avevoquello che l chiamano permessodi soggiorno. Bevevo bevandeenergetiche per tirarmi su. Holasciato lItalia nel 2007, soffrivodi stress ed ero esausta.

    15.

    Eddie. Documenti quasi pronti.Non ci vorr molto prima cheparta per lItalia.

    2010 LABOR EDUCATION RESEARCH NETWORK /ALYSSA KARLA FADERA

  • arrivata in Italia via Mosca e Parigi e poi si procurata un visto turistico e halavorato come domestica. Avere un contratto regolare ha un impatto enorme sulle condizioni di lavoro.Paz e Virginia avevano entrambe dei contratti e godevano della relativaprotezione legale dei propri datori di lavoro mentre erano impiegate in Europa.Anita, daltro canto, aveva dovuto arrangiarsi poich non aveva documentiregolari o un contratto dimpiego. Non aveva giorni di riposo, nessun bonus,nessuna assicurazione e assistenza medica. Non poteva neppure andare inospedale per paura di essere arrestata dalle forze dellordine. La mancanza diaccesso ai servizi sanitari unita al sovraccarico di lavoro e al trasferimentocontinuo da unabitazione a unaltra le costata la salute. Ha sofferto di unesaurimento a causa della stanchezza e dello stress e pi tardi le statadiagnosticata la leucemia. tornata in patria nel 2007, separata da suo maritoe dai figli.

    Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    I migranti sostengono le loro famiglie in patria attraverso le rimesse. Una partedi queste va al governo e, di conseguenza, essi finanziano anche lo Stato.Come ha sottolineato Neneth, pagando listruzione per i propri figli, i migranticontribuiscono al futuro del proprio paese riducendo il numero di bambiniprivi di istruzione e il numero di cittadini poveri e senza aiuti. Per Aida, i suoisforzi personali di lavoratrice migrante hanno contribuito poco allo svilupposociale ed economico della comunit di origine e alla societ che la ospita.Per lungo tempo, ha dovuto ripagare lagenzia per il contratto di impiegoallestero a danno della sua famiglia e della sua vita personale. Secondo lei lasua vita non migliorata dopo tredici anni di lavoro oltre confine. statodifficile riconquistare laffetto dei suoi figli e ricostruire le relazioni familiari;inoltre ha dovuto lottare per correggere i giudizi sbagliati e la cattivareputazione legati al suo essere una lavoratrice domestica allestero. Almeno, stata in grado di versare lanticipo per un terreno su cui costruire la casa edi mandare a scuola i suoi figli. Nei paesi ospitanti, i migranti hanno percepito che il loro contributo principale stato quello di sollevare i propri datori di lavoro dai compiti domestici diroutine. Paradossalmente, liberando le donne europee perch potesserorestare nel mercato del lavoro dopo la maternit, prendendosi cura dei lorofigli, queste donne migranti non hanno potuto stare con i propri bambini. Gliintervistati tornati in patria hanno dichiarato che non avrebbero scelto dilavorare allestero se nelle Filippine i lavoratori domestici ricevessero il salariominimo normale e i contributi previdenziali.

    Lavorerei come collaboratricedomestica nelle Filippine seavessi buoni salari, contributiprevidenziali, assistenzasanitaria, ferie retribuite econgedi di malattia.

    Paz, 52 anni, madre single con 4 figli,originaria della citt di Tarlac

    16

  • LOSING VALUABLE MEDICAL STAFF FROM MALI AND SENEGAL

    05.Africaoccidentale

    19-22 IOM

    23 Si vedano le pubblicazioni dello IOM sul Mali:http://publications.iom.int/bookstore/free/Mali_Profile_2009.pdf e sul Senegal:http://publications.iom.int/bookstore/free/Senegal_Profile_2009.pdf

    24 Omar Nd, Agosto 2006, Working Paper n.95 (Centro per lo Sviluppo globale)Rapporto della CECAC sulle questionirelative allHIV/AIDS. In Senegal, nel2003, pi del 50% dei personale medicoformato esercitava la professioneallestero. (Ndoye, O . 2010)

    Profilo del caso

    l Mali e Senegal si classificano entrambi in basso secondo lIndice dellosviluppo umano, rispettivamente al 160 e al 144 posto (su 169) nel 2010.

    l Nel 2009 il prodotto interno lordo pro capite era stimato sugli 852 euro inMali e sui 1288 euro in Senegal19.

    l Secondo le stime 312mila persone sono emigrate dal Mali nel periodocompreso tra il 1988 e il 1992, su una popolazione totale di circa 13 milionidi abitanti.20

    l Nel 2007, 112 milioni di euro sono stati spediti in Mali dagli emigratimaliani, circa il 3,3% del prodotto interno lordo21.

    l Per il Senegal le statistiche ufficiali per il 2003-2004 stimano il numerocomplessivo degli emigrati attorno alle 648600 unit, su una popolazionetotale di 12,9 milioni di abitanti22.

    l Le rimesse ufficiali inviate in Senegal ammontavano allequivalente di 832milioni di euro nel 2007 con almeno altrettanto denaro inviatoinformalmente. Le rimesse totali rappresentavano il 9,1% del PIL nel 200723.

    l La grande maggioranza dei migranti dellAfrica occidentale restano nelcontinente africano per vivere e lavorare, ma una parte importante e crescentesi muove verso lEuropa, in particolare, i pi istruiti e il personale medico.

    l La met dei medici formati in Senegal ora vive e lavora allestero24.

    stato intervistato personale medico qualificato proveniente dal Mali e dalSenegal. Le domande hanno riguardato le esperienze di lavoro nel paesedorigine, in altri paesi del continente africano e nei paesi del Nord.

  • Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti nellAfrica occidentale

    Sia la Comunit economica degli Stati dellAfrica occidentale (ECOWAS) chelUnione economica e monetaria dellAfrica occidentale (WAEMU) hannointrapreso iniziative per facilitare il dialogo sociale tripartito e lintegrazionedel lavoro dignitoso nelle politiche nazionali, in collaborazione conlOrganizzazione internazionale del lavoro. Il WAEMU ha istituito un consiglioper il dialogo sociale, sebbene non abbia alcuna politica specifica perproteggere i lavoratori migranti. Il protocollo ECOWAS del 1979 assicura latutela per i lavoratori migranti nella regione. In realt, queste tutele sonoindebolite dalla natura della cooperazione finanziaria internazionale, come ipatti di partnership economica che vanno contro lo spirito degli accordi e delleconvenzioni internazionali che proteggono i lavoratori migranti. In negoziatirecenti intercorsi tra lUnione Europea e lUnione africana, tuttavia, c statauna maggiore attenzione sulla protezione sociale e sul lavoro dignitoso. A livello dellUnione Europea, la cosiddetta direttiva della Carta Blu fornisce unquadro di riferimento per lingresso e per loccupazione di lavoratori migrantialtamente qualificati che sono ben accetti e a cui vengono accordati diritti.Allo stesso tempo, la bozza della direttiva non ancora adottata sul lavorostagionale ha puntato ai lavoratori meno qualificati a cui verr concesso dientrare temporaneamente nellUnione Europea, con molti meno diritti e tutele.

    Vivere e lavorare in patria nellAfrica occidentale

    I medici di Mali e Senegal hanno citato ripetutamente la mancanza dicondizioni di lavoro dignitose, in particolare, i salari bassi, la povert delleinfrastrutture e un sistema gestito malamente nei loro paesi di origine. I medicisenegalesi ritengono di essere sottopagati, considerato il livello della loroqualifica. Alcuni, come il pediatra Cheikh, si sono lamentati della scarsa qualitdella strumentazione con cui dovevano lavorare e della difficolt del viaggioverso il posto di lavoro. In Mali, dice Maiga, medico cinquantenne a capo diuna clinica comunitaria, i medici si ritrovano con paghe basse (lequivalentein media di 183 euro al mese per neo-medici) e strumentazione povera, comepure con una formazione scarsa e con la mancanza di una strutturaprofessionale che prefigura poche o nulle prospettive di carriera. Samba, 37anni, anche lui direttore di un centro sanitario comunitario, ha spiegato chesebbene il suo salario fosse corretto secondo la struttura salariale del serviziocivile, non rifletteva in alcun modo la qualit o la quantit del suo lavoro.Inoltre, il carico di lavoro pesante (35 visite al giorno pi le mansioniamministrative) aveva conseguenze negative sullefficacia delle sueprestazioni. Alcuni non sono riusciti a trovare un impiego adeguato alle propriecompetenze, come Traor dal Mali, medico generico qualificato, che si dovuto adattare a occupazioni strane compreso il lavoro di parrucchiere, sartoe persino riparatore di pneumatici, per guadagnarsi da vivere, o come iradiologici che sono emigrati perch in Mali semplicemente non avevanolattrezzatura necessaria per il loro lavoro.

    Mi chiamo Cheikh e sono unpediatra del Senegal. L eradifficile lavorare adeguatamente,non avevo la strumentazioneappropriata, anchesemplicemente arrivare al lavoroera complicato e il mio salarionon corrispondeva alle miecompetenze o al mio carico dilavoro. Ho firmato un contrattocon lospedale di Chartres(Francia), perci sono emigratolegalmente. Significa che possolavorare con strumenti migliori,che sto imparando molto eguadagno di pi. Il costo dellavita alto perci non possopermettermi di andare a trovarela mia famiglia e c una qualchediscriminazione razziale.

    18.

    25 Direttiva 2009/50/EC del 25 maggio 2009sulle condizioni di ingresso e soggiorno dicittadini di paesi terzi che intendano svolgerelavori altamente qualificati.

  • Condizioni di vita e lavoro in Europa

    Le esperienze di vita e lavoro allestero degli intervistati sono state moltodiverse. In generale, hanno trovato salari migliori ma a volte orari di lavorolunghi, molti hanno menzionato discriminazioni razziali e il fatto che mancavaloro la famiglia. Unesperienza assai positiva di migrazione sud-sud stataquella di Goita, medico generico maliano di nuova qualifica che gradualmenteha perso la vista. Grazie a un accordo di cooperazione con la Tunisia, hastudiato l per quattro anni e ha ottenuto il titolo di fisioterapista. Purtropponon mai riuscita a trovare un impiego in Mali. Ha anche apprezzato lepossibilit di lavoro in Europa. I paesi europei hanno pi opportunit per idisabili, in particolare se altamente qualificati. Alkaou, un medico 31ennespecializzato in radiologia, ha parlato della sua esperienza negativa nel vecchiocontinente. In Europa spesso veniamo trattati male e ci vengono offerti lavorial di sotto del nostro livello di formazione. Quando ero a Tolosa, ho incontratoatteggiamenti razzisti. Mi chiamavano negro anzich per nome e unistruttore disse che aveva visto addetti alle pulizie e portantini di colore, mamai radiologi neri. Alassane, 33 anni, specializzato in neuro-radiologia, hauna considerazione pi positiva del lavoro in Francia, notando comunque chepoteva lavorare con strumentazioni assai pi specializzate e che quindi il lavoroera pi soddisfacente. Il mio obiettivo era ottenere una migliore formazioneclinica di base. In Mali non abbiamo i materiali giusti o formazione sufficiente.

    Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    I migranti che sono andati a vivere in Europa sentono che il loro contributoprincipale al paese di origine attraverso il pagamento delle tasse. Allo stessotempo vi contribuiscono inviando denaro alle famiglie, che per molti sonostate il motivo principale per decidere di emigrare. Secondo il Ministero degliesteri senegalese, le rimesse dai connazionali che vivono allesteroammontavano al 7,6% del PIL nel 2008. Stime del 2002 dimostrano che lerimesse dei migranti maliani verso il proprio paese ammontavano al 6,67%.La migrazione di ritorno considerata molto positivamente, poich chi rientrapu riportare competenze ed esperienza e innalzare gli standard del propriopaese natale, contribuendo al suo sviluppo. Molti intervistati, tuttavia, hannoespresso dubbi sullipotesi del rientro. Conoscono la situazione e alcuni sonoemigrati per la seconda volta dopo non essere riusciti a trovare un lavorodignitoso nel proprio paese dice Traor. Un altro problema secondo Djlika,ostetrica 32enne, che alcune persone sono formate allestero su competenzespeciali che semplicemente non possono trovare applicazione in Mali, il che uno spreco di risorse e unenorme perdita per un paese in via di sviluppo.Per restare o tornare in patria, gli intervistati vorrebbero vedere salari migliori,migliore formazione, pi investimenti in strumentazioni e infrastrutture e unamigliore struttura professionale.

    Se le condizioni di vita e lavoroin patria fossero migliori,tornerei indietro.

    Cheikh

    19.

  • 20.

    SACRIFICARE LA VITA FAMILIARE PER GUADAGNARSI DAVIVERE IN EUROPA

    06.Paesiandini

    26 Julio Gamero Migrantes y migracin en la regin Andina (2009), AndeanConsultative Labour Council.

    Profilo del caso

    l LAmerica Latina ha uno dei pi alti livelli di migrazione al mondo con 19,72milioni di persone che, secondo lIndice per lo sviluppo umano, hannolasciato il Sud America per il nord del continente nel 2009 e altri 3,13milioni andati in Europa.

    l Nonostante 15 anni di crescita economica (Colombia, Per ed Ecuadorora si classificano come paesi a sviluppo medio-sostenuto secondolIndice per lo sviluppo umano), la migrazione dai quattro paesi andini diBolivia, Colombia, Ecuador e Per cresciuta in maniera consistente acausa degli alti e persistenti livelli di disoccupazione, esclusione sociale edisuguaglianza. Linstabilit economica e politica come pure i conflittiviolenti sono tra le forze principali che spingono alla migrazione. Quasi lamet dei migranti (47,42%) va verso altri paesi del Sud America, peresempio Argentina e Cile, mentre il 28,52% emigra verso il Nord Americae il 12,5% in Europa26.

    Cinque migranti dalla regione, due dal Per, uno dalla Bolivia, uno dallaColombia e uno dallEcuador sono stati intervistati sulla loro esperienza di vitae lavoro in Spagna e, nel caso del peruviano, anche in Italia e in Inghilterra.

  • Quadro di riferimento giuridico per i lavoratori migranti andini

    Sono stati siglati accordi con la Spagna, la prima destinazione europea daipaesi andini, volti a proteggere i diritti dei lavoratori migranti. LAccordo per laregolamentazione dei flussi migratori di lavoro tra Spagna e Colombia, peresempio, stabilisce che i lavoratori di entrambi i paesi hanno diritto a lavorarein condizioni regolari come migranti, mentre lAccordo sulla Sicurezza Socialecerca di migliorare la politica sulle migrazioni tra i due paesi. Laccordo per lacooperazione sulla migrazione tra Spagna e Per tenta di promuovere laformazione per il personale che opera su questioni legate alla migrazione e loscambio di informazioni per migliorare la cooperazione. Molti migranti, tuttavia,non godono di status legale e, quindi, non sono protetti da questi accordi.

    Vivere e lavorare in patria nei paesi andini

    Le donne intervistate non erano riuscite a trovare unoccupazione nei propripaesi, tranne Milagros che si barcamenava per vivere grazie alle entrateprovenienti da attivit poco retribuite nel campo delleconomia informale.Uno studio sul settore agricolo in espansione suggerisce comunque che lecondizioni di lavoro sono misere. Secondo una ricerca del Programma diSviluppo del Lavoro (PLADES) del 2008-2009, per esempio, i salari medidellindustria agricola nella regione Ica del Per (che impiega un alto numerodi donne poco qualificate) ammontava a 19,5 soles (4,60 euro) al giorno, per11 ore al giorno. Le condizioni di salute e sicurezza erano rischiose, poich illavoro implicava lesposizione al sole, a improvvisi cambiamenti ditemperatura e a fertilizzanti e pesticidi. Alcuni lavoratori non sono coperti dallaprevidenza sociale e, quindi, non godono di assistenza sanitaria a meno chenon la paghino per proprio conto. Secondo gli studiosi dellUniversit cattolicadel Per, il 52% dei lavoratori da loro intervistati non aveva un contratto diimpiego, e il 44% una copertura sociale. Il salario medio mensile del 59% eradi 585 soles (152 euro), solo 30 soles al di sopra del salario minimo. Perquanto riguarda le organizzazioni sindacali, ce ne sono pochissime, i datori dilavoro le vietano e minacciano coloro che ne fanno parte.

    Vivere e lavorare in Spagna

    In Spagna i lavoratori andini tendono a occupare posti di lavoro scarsamentequalificati nei servizi o nel settore agricolo, con poca sicurezza sociale. Molti sitrovano nel paese illegalmente e, di conseguenza, non godono dei diritti dellavoro o sociali. I migranti uomini spesso trovano occupazioni precarienelledilizia, nel commercio e nellagricoltura e nei livelli pi bassi dellindustriadei servizi anche se hanno diplomi universitari; la paga, comunque, pi alta diquello che sarebbe in patria. Le donne migranti tendono a lavorare soprattuttonei servizi domestici, come pure nellassistenza a bambini e anziani o, a volte,nel turismo. Spesso possono essere esposte allo sfruttamento e a restrizionisevere. Claudia, dallEcuador, ricorda quando era impiegata come baby-sitter:Lavoravo 12, a volte, 15 ore al giorno, e non potevo uscire nei weekend. I suoidatori di lavoro lavevano aiutata a fare richiesta per lo status legale, ma le suedomande erano state respinte pi volte. Maria Teresa, dalla Colombia, ha dettoche quando lavorava in un bar, aveva un orario di ingresso prestabilito ma nonaltrettanto valeva per luscita. A volte lavoravo fino alle tre del mattino. Se iclienti volevano restare fino alle cinque, restavo fino alle cinque. Non ero pagataquanto un cameriere spagnolo, ma era comunque un buon salario. Milagros,

    Mi chiamo Miguel e vengo dallaBolivia. Non c possibilit dilavorare l, e ho dovuto trovare unmodo per mantenere mia moglie emia figlia. Per questo sono arrivatoin Spagna, come aveva fatto miofratello prima di me. Ero unimmigrato irregolare ma ho trovatoun impiego nel settoredellagricoltura. I braccianti inSpagna non sono pi istruiti diquanto siano in Bolivia e, a causadella loro ignoranza, ho incontratoatteggiamenti razzisti. I lavoratorimigranti soffrono le violenze dellapolizia, sono stato trattato malepersino al supermercato dove hodovuto dare la precedenza ai clientispagnoli.

    21.

    In Spagna mi sono sentito soloe mi mancava il mio paese. Sareitornato a casa molto prima, maera difficile risparmiare perch lavita pi costosa di quanto sipensi. Non avrei mai lasciato ilmio paese se l avessi avutomigliori opportunit.

    Miguel, Bolivia.

    SERVICIO PAZ Y JUSTICIA SOCIALJHONNY JIMNEZ

    MARA DEL MAR MAIRA VIDAL

  • migrante peruviana, lavorava in una linea di assemblaggio cd, dove aveva turnidi otto ore senza pausa e non le era concesso neppure di sedere. La pagacomunque era buona (5,75 euro lora) confronto a quanto avrebbe guadagnatoa casa. Un altro problema citato dalle donne la discriminazione come pure leumiliazioni a cui erano sottoposte da parte dei colleghi spagnoli, dovute allascarsa considerazione dei latino-americani in Spagna.

    Limpatto della migrazione sui migranti e il loro contributo alla societ

    Secondo la Inter-America Development Bank (IADB), le rimesse dei migrantiin Bolivia ed Ecuador ammontavano rispettivamente al 9% e all8% del PIL,mentre in Colombia e Per rappresentavano il 3% del PIL. Il denaro erautilizzato principalmente per sostenere le famiglie dei migranti, per pagare icosti dellistruzione e dei servizi sanitari dei membri delle famiglie e perinvestire in propriet e attivit imprenditoriali. Con i miei risparmi hoacquistato un appartamento a Lima e lo sto sistemando per affittarlo diceMilagros dal Per. Le rimesse, comunque, dovrebbero calare comeconseguenza della recente crisi economica internazionale che ha significatomeno lavoro per i migranti negli Stati Uniti e in Spagna. A livello piindividuale, la migrazione pu avere un forte impatto sulla vita familiare. Laseparazione che impone molto difficile per le famiglie coinvolte e pumodificare la loro intera struttura, lassegnazione dei ruoli e i rapporti familiari. In senso pi ampio, le rimesse contribuiscono allo sviluppo del paese diorigine mentre i migranti stessi, una volta tornati, possono diventare agenti disviluppo portando con s il proprio capitale umano e finanziario e, in alcunicasi, il capitale sociale (relazioni e accesso ai sistemi finanziari).

    ConclusioniIn base agli studi europei, chiarissimo che, per la maggior parte dei migranticoinvolti, la motivazione principale che li ha spinti a migrare stata la mancanzadi opportunit di lavoro e/o di un salario e di condizioni di lavoro dignitosi. In alcunicasi per esempio per il personale medico privando i loro paesi di manodoperaqualificata. Molti hanno dichiarato che se le condizioni in patria fossero state migliorinon sarebbero partiti. Gli studi regionali tratteggiano un quadro simile ma mostranoanche che, in base ai flussi, la migrazione allinterno della propria regione assaimaggiore che verso lEuropa o il Nord America, sebbene le tendenze siano soggettea variare.

    22.

    27 Secondo la Banca Mondiale, nel 2007 lerimesse ammontavano a pi del doppio degliaiuti allo sviluppo ufficiali. Inoltre mentre nonci sono cifre globali per confermare questodato, le donne sembrano inviare pi denaro acasa rispetto agli uomini per via dei fortilegami familiari e della preoccupazione per ilbenessere dei propri figli.

    28 ANSIN, JJuan, Rosa Aparicio e Pedro Nel(curatori). Ms all de las remesas. Familiasde migrantes en Amrica Latina. (Italiano:Oltre le rimesse: le famiglie dei migranti inAmerica Latina). CISEPA, FederacinInternacional de Universidades Catlicas(FIUC). Lima, 2009. pp. 32.

  • Oltre ai diritti umani e alla tutele fondamentali di cui tutti i migranti dovrebberogodere, c una serie di convenzioni internazionali applicabili nello specifico ailavoratori migranti, in particolare:

    l La Convenzione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratorimigranti e i membri delle loro famiglie

    l La Convenzione ILO n. 97 sulla migrazione per lavoro l La Convenzione ILO n. 143 sui lavoratori migranti.

    Eppure se molti paesi del sud del mondo hanno ratificato la Convenzione dellONU,non un solo stato membro dellUnione Europea ha fatto altrettanto. Allo stesso modo,soltanto 8 Stati membri (Belgio, Cipro, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna eRegno Unito) hanno ratificato la Convenzione ILO n. 97 mentre solo 4 Cipro, Italia,Slovenia e Svezia hanno ratificato la n. 143.

    Dai il tuo sostegno e:l Chiedi al tuo governo di ratificare queste tre convenzioni crucialil Interessati ai dibattiti nazionali sulla migrazione e lo sviluppol Contribuisci a organizzare la associazioni di lavoratori migranti nella tua cittl Incoraggia i lavoratori migranti a iscriversi al sindacato

    ENTRA IN AZI

    ONE

    I lavoratori m

    igranti

    hanno diritti

    !

    Il progetto Decent Work for All! Making Migration work for Development un progetto triennale(2010-2013) che mira ad accrescere, tra i cittadini e i policy-maker europei, laconsapevolezza dei legami che corrono tra sviluppo, migrazione e lavoro dignitoso,come pure della necessit di garantire uguali diritti fondamentali per tutti i lavoratorinellUnione Europea, indipendentemente dalla loro origine o dal loro status legale.

    SOLIDAR realizza questo progetto assieme a sette organizzazioni che fanno parte dellasua rete: ADO SAH ROM (Romania), Consiglio Ceco sugli Affari Esteri (Repubblica Ceca),ISCOD (Spagna), ISCOS (Italia), Solidarit Laque (Francia), Pour la Solidarit (Belgio) eProgetto Sviluppo (Italia).

    Per saperne di pi www.solidar.org

    Il lavoro dignitosoI quattro obiettivi strategici del lavoro dignitoso:

    l accesso a unoccupazione scelta liberamente (comprende parit di trattamento e pariopportunit);

    l principi e diritti fondamentali al lavoro e standard internazionali del lavoro (compreso ildiritto ad associarsi e a contrattare collettivamente e la libert dalle discriminazioni);

    l protezioni e sicurezza sociale; l dialogo sociale e tripartitismo (compreso il diritto a essere rappresentati)

  • Questa pubblicazione stata prodottacon il sostegno dellUnione Europea.Il contenuto responsabilit esclusivadi SOLIDAR e non riflette in alcunmodo le posizioni dellUnioneEuropea

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    SOLIDAR una rete europea di Ong per lapromozione della giustizia sociale in Europa e nelmondo.

    SOLIDAR d voce alle istanze dei suoi membri pressole istituzioni europee e internazionali in tema dipolitiche che coinvolgono gli affari sociali, lacooperazione internazionale e la formazione continua.

    Direttore responsabile: Conny ReuterCuratrice: Sara HammertonCoordinatrice del progetto: Steffi RosenbuschCoordinatrice della pubblicazione: Abigail Goundry

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