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Attività del Parlamento Europeo in materia di

trasparenza fiscale

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Il Parlamento Europeo sta affrontando un intenso dibattito sulle misure da

adottare e le iniziative da intraprendere per incrementare significativamente la

trasparenza fiscale delle imprese appartenenti all’Unione Europea allo scopo di

contrastare l’evasione/elusione fiscale e di minimizzare l’uso di pratiche fiscali

«non eque» («unfair»).

Risultano operativi sotto tali aspetti i seguenti Comitati:

� Economic and Monetary Affairs Committee

� Committee on Tax Rulings and Similar Measures in Nature and Effect («TAXE

Committee»)

Le attività dei suddetti Comitati si inseriscono nell’ambito dell’ «UE Commission

Action Plan for fair and efficient corporate taxation in the UE».

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Il suddetto Action Plan identifica le seguenti principali aree di azione:

� Rilancio del Common Consolidated Corporate Tax Base (CCCTB)

� Garantire la tassazione dei profitti laddove essi vengono generati

� Incremento della trasparenza fiscale

� Miglioramento del coordinamento a livello europeo.

Le iniziative e le proposte dell’Economic and Monetary Affairs Committee

includono:

� Iniziativa legislativa denominata «Bringing transparency, coordination and

convergence to Corporate Tax Policies in the Union»

� Procedura di consultazione per incoraggiare lo scambio automatico di

informazioni allo scopo di emendare la Direttiva Europea 2011/16/EU

(«Directive regarding Administrative Cooperation and Mutual Assistance in

the field of taxation»)

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L’iniziativa legislativa «Bringing transparency, coordination and convergence to

Corporate Tax Policies in the Union» include, tra le altre, le seguenti proposte:

� Richiesta di un reporting Paese per Paese (Country by Country Reporting –

CBCR) per le imprese multinazionali basato su template standardizzati con

totale disclosure al mercato

� Introduzione su base volontaria della qualifica di «Fair Taxpayer» per le imprese

che soddisfano specifici requisiti

� Richiesta agli Stati Membri di informare circa le misure di incentivo fiscale che

possano avere un impatto materiale sul tax rate delle imprese multinazionali in

altro Stato Membro

� Implementazione di regole comuni per la tassazione del reddito di impresa per

le imprese multinazionali

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� Coordinamento delle regole riguardanti le CFC (Controlled Foreign Corporation)

allo scopo di prevenire disomogeneità

� Migliorare il coordinamento dei tax audits negli Stati Membri

� Introdurre un comune European Taxpayer Identification Number

� Rendere maggiormente coordinato il processo di adesione ai trattati fiscali e

assicurare che i medesimi siano negoziati per conto dell’Unione Europea

piuttosto che dai singoli Stati Membri

� Introdurre una definizione comune di «paradiso fiscale» e di «stabile

organizzazione»

� Introdurre regole comuni in tema di contrasto all’evasione fiscale (General Anti

Avoidance Rule – GAAR)

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Le proposte del TAXE Committee includono, tra le altre, le seguenti proposte:

� Richiesta alla Commissione Europea di adottare opportune linee guida per

chiarire cosa costituisce «aiuto di Stato» (State Aid) sotto il profilo fiscale

� Invito agli Stati Membri di sostenere ed incoraggiare la Commissione Europea a

promuovere quale nuovo standard globale l’«Automatic Exchange of

Information» tra le Autorità Fiscali nazionali

� Conduzione dei tax audits in forma congiunta tra le Autorità Fiscali nazionali

� Richiesta che tutte le regole fiscali, comprese quelle nazionali, siano sottoposte

ad un automatico scambio di informazioni e verificate attraverso un sistema di

«clearinghouse»

� Richiesta di un approccio comune ai paradisi fiscali

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Il 23 maggio 2016 il Consiglio dell’OCSE ha approvato le modifiche apportate, nel

contesto del progetto BEPS, alle Transfer Pricing Guidelines for Multinational

Enterprises and Tax Administration.

Le modifiche hanno l’obiettivo di assicurare certezza e chiarezza giuridica in merito

alla effettiva implementazione delle misure BEPS nel contesto dei prezzi di

trasferimento così come approvate dall’OCSE e dalla comunità internazionale a fine

2015.

In considerazione del fatto che le Transfer Pricing Guidelines sono inserite nella

legislazione nazionale degli Stati Membri dell’OCSE per lo più mediante un

riferimento diretto alle Guidelines medesime, il consolidamento delle modifiche

rappresenta lo step conclusivo del processo di implementazione delle misure BEPS

in tema di transfer pricing.

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Il 17 giugno 2016 il Consiglio ECOFIN ha raggiunto l’accordo politico sulla

proposta di direttiva della Commissione Europea contenente misure volte a

contrastare pratiche fiscali elusive (cosiddetta “Anti Tax Avoidance Directive” o

ATAD).

L’accordo è stato raggiunto a poco più di quattro mesi dalla presentazione della

proposta della Commissione, a testimonianza della determinazione dell’Unione

europea nel realizzare progressi concreti in materia di lotta all’evasione e

all’elusione fiscale.

Nel primo semestre dell’anno il Consiglio aveva infatti già adottato la direttiva

2016/881 del 25 maggio 2016, che ha introdotto l’obbligo per le imprese

multinazionali europee di presentare annualmente una rendicontazione Paese per

Paese (cosiddetto Country by Country reporting) di talune informazioni fiscali, che

poi saranno oggetto di scambio automatico tra Paese della capogruppo e Stati

membri in cui le società controllate sono localizzate.

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Le regole previste dalla direttiva costituiscono uno standard minimo comunitario

che tutti gli Stati membri sono obbligati a rispettare, ferma restando la facoltà di

prevedere a livello nazionale disposizioni più stringenti di quelle contenute nella

direttiva.

La direttiva adottata fissa in particolare regole comuni in materia di:

� limiti alla deducibilità degli interessi passivi da parte delle imprese: per

contrastare l’erosione delle basi imponibili effettuata dai gruppi di imprese che

collocano i prestiti infragruppo in Paesi ad alta tassazione, per beneficiare della

deducibilità degli interessi passivi, e i profitti in Paesi a bassa tassazione, la

direttiva prevede che gli interessi passivi siano deducibili fino al 30%

dell’EBITDA (margine operativo lordo);

� società controllate estere: per prevenire lo spostamento di profitti in

giurisdizioni a bassa tassazione, all’interno e fuori dell’UE, la direttiva prevede

che le società controllate estere siano tassate secondo aliquote e regole di

calcolo della base imponibile del Paese dell’impresa controllante quando la CFC

è localizzata in un Paese con tassazione sensibilmente inferiore e non svolge

un’attività economica effettiva;

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� clausola antiabuso generale: tale disposizione consente di disconoscere a fini

fiscali operazioni effettuate dalle imprese al solo fine di ottenere un vantaggio

fiscale, e quindi senza valide ragioni economiche;

� tassazione in uscita dei beni di impresa: sono introdotte regole comuni per la

tassazione delle operazioni di trasferimento in altri Paesi di stabili

organizzazioni, rami d’azienda, asset societari;

� strumenti e entità ibride: la direttiva contiene una disposizione volta a

contrastare fenomeni di doppia non tassazione derivanti dai disallineamenti

delle qualificazioni giuridiche che i diversi ordinamenti attribuiscono a

strumenti finanziari o entità, generando doppie deduzioni o deduzioni e non

tassazione di talune categorie di reddito in Paesi diversi.

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La direttiva ATAD entrerà in vigore dal 1 gennaio 2019, con l’eccezione della

misura sulla tassazione in uscita dei beni di impresa che andrà applicata dal 1°°°°gennaio 2020. Inoltre, in materia di limiti alla deducibilità degli interessi passivi gli

Stati membri potranno continuare ad applicare misure nazionali vigenti con effetti

equivalenti a quelli previste dalla direttiva fino a quando i Paesi OCSE non avranno

adottato le raccomandazioni BEPS e comunque non oltre il 1 gennaio 2024.

Nell’ordinamento italiano sono già presenti misure antielusive che soddisfano

gran parte degli standard minimi contenuti nella direttiva. La direttiva

antielusione rappresenta la prima fase di una strategia di più lungo termine della

Commissione, che prevede entro la fine del 2016 la presentazione di una nuova

proposta in materia di base imponibile comune consolidata per le imprese con

attività transnazionale.

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Sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 24 giugno 2016 è stata pubblicata

la decisione del Parlamento Europeo di costituire una commissione d'inchiesta

incaricata di indagare sulle asserite inadempienze e sui casi di cattiva

amministrazione nell'applicazione del diritto dell'Unione in relazione al riciclaggio

di danaro, all'elusione fiscale e all'evasione fiscale. La commissione d'inchiesta

dovrà presentare la sua relazione entro un termine di 12 mesi dall'approvazione

della presente decisione.

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