Attivismo Online

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Alberto Carotti Matricola #838960

Project Work per il corso di Social Media Web e Smart Apps di Ca' Foscari

Attivismo OnlineDefinizione

L'attivismo online (in inglese online activism, Internet activism o e-activism) fa uso di strumenti messi a disposizione da Internet per favorire forme di attivismo, difendendo i diritti umani e la libertà di parola o promuovendo l'attuazione di nuove regole o politiche originate dall'etica e dalla moralità.

Efficacia alla portata di tutti

I mezzi utilizzati sono principalmente i social media, in particolare Facebook, Twitter e YouTube, ma anche e-mail e news feed.La loro potenza giace nella facilità di utilizzo: richiede solo le più basilari conoscenze tecnologiche, la comunicazione avviene quasi istantaneamente e, soprattutto sui siti di social media, vi è un altissimo numero di potenziali interlocutori.

Questa opportunità offerta dalla rete consente a chiunque di parlare, esprimere la propria opinione, illustrare una situazione, condividere notizie o informarsi dettagliatamente su un argomento che lo interessi.Tutto ciò è possibile indipendentemente dalla propria locazione geografica.

Attivismo in Internet

I vantaggi messi a disposizione sono di notevole interesse, soprattutto per i seguenti tre scopi.

Creare consapevolezza: un problema ritenuto degno di nota può essere esposto al mondo intero anche da un semplice cittadino.Similmente, qualcuno che voglia aggiornarsi sugli eventi recenti può fruire di una enorme quantità di fonti al contrario delle poche dei media tradizionali come la televisione o il giornale.

Organizzarsi: la messaggistica istantanea combinata con la possibilità di stabilire un posto unico e facilmente accessibile dove discutere o informarsi offre un eccellente metodo di organizzazione ad un costo minimo di tempo.

Convincere: la comodità con cui si può aggregare l'informazione, la sua agevole consultazione e la veloce distribuzione possono essere usate per convincere le persone ad unirsi alla causa.

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Esempi significativi

Negli ultimi tempi si sono verificate numerose proteste contro la disuguaglianza sociale e della distribuzione delle ricchezze, nonché e contro la corruzione.

Uno degli eventi più memorabili è quello di Occupy Wall Street, verificatosi a New York, che criticava il fatto che una minima parte della popolazione disponesse della maggior parte della ricchezza oltre all'eccessiva influenza delle aziende sulla politica.

Durante gli sviluppi, tra i partecipanti è stato fatto ampio uso di Twitter e in generale dei social media non solo per organizzarsi, ma anche per diffondere nel resto del mondo il sentimento di rabbia verso le ingiustizie e per spronare alla ribellione chi lo condividesse.Il primo richiamo all'azione partì dall'organizzazione anti-consumistica canadese Adbusters, con un poster che riportava l'hashtag #occupywallstreet.

Di recente molte proteste sono sorte inoltre nel mondo arabo, conosciute collettivamente come le Rivoluzioni Arabe o la Primavera Araba, causate principalmente dal malcontento della popolazione e dal suo disdegno verso la corruzione. Le maggiori si sono presentate in Egitto, Libia, Tunisia, Yemen e Siria, ed imposero spesso cambiamenti rivoluzionari ai propri governi.

I social media furono largamente utilizzati, tanto che da dei sondaggi tenuti in Egitto e in Tunisia all'incirca una persona su 10 li visitava per reperire le informazioni di cui aveva bisogno per partecipare alle proteste.I governi attuarono delle misure per bloccare questi siti e, benché questi tentativi non resero impossibile la comunicazione, quasi un terzo delle persone ha affermato di aver avuto di conseguenza notevoli difficoltà a organizzarsi.

Proprio in questi ultimi mesi anche la Turchia si è trovata in una situazione simile quando, pochi giorni prima delle elezioni e a seguito della diffusione di informazioni riguardo la corruzione del governo, l'accesso a Twitter è stato bloccato.Due settimane dopo la Corte Costituzionale ha affermato all'unanimità che l'atto violava il diritto alla libertà di parola ed era dunque illegale ed il sito è diventato di nuovo accessibile.

Minacce alla neutralità di Internet

La libertà di parola non è completamente al sicuro in nessun paese: sono spesso sorte delle proposte di legge che hanno costituito per essa una minaccia, sebbene talvolta indirettamente.

SOPA (Stop Online Piracy Act) è la più famosa: nata nel 2011 negli Stati Uniti, con l'obiettivo di combattere la pirateria, era costruita in maniera molto vaga e dava ampio potere al governo, mettendo a rischio praticamente ogni sito Internet americano.

PIPA (PROTECT IP Act), altrettanto conosciuta e proveniente anch'essa dagli Stati Uniti, condivideva con SOPA gli stessi obiettivi e la stessa pericolosità per la neutralità della rete.

CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act) nacque anch'essa dagli Stati Uniti, ma con l'obiettivo di proteggere le reti dalle intrusioni e dagli attacchi virtuali attraverso la condivisione dell'identità degli utenti fra gli ISP e il governo Americano, con

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conseguenti problemi di privacy. Tra SOPA, PIPA e CISPA nessuna riuscì a ricevere il consenso necessario ad essere attuata.

ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) è un accordo internazionale con lo scopo di stabilire degli standard per la protezione dei diritti d'autore che fu rifiutato dal Parlamento Europeo ma che, benché non ancora attuato, non è stato respinto dal mondo intero.

Infine in Italia, nel 2007, il disegno di legge Levi-Prodi tentò di obbligare chiunque conducesse un sito di tipo editoriale a registrarsi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), ad eseguire varie operazioni legali nonché a pagare un bollo, con il rischio di essere imputabile per reato sulla stampa nel caso di mancanza di conformità.

La legge avrebbe colpito blog, enciclopedie, siti culturali e così via, ma potenzialmente anche ogni sito che contenesse qualcosa di sufficiente a farlo ricadere nella categoria. Nonostante l'apparente arresto, l'operazione di annullamento è stata abbastanza vaga da non potersi sentire completamente tranquilli.

Importanza per la politica

Grazie alle opportunità offerte da Internet, il suo uso al fine di informarsi e discutere è in continuo aumento anche sulle faccende riguardanti la politica.

Uno studio dell'IPDI (Institute for Politics, Democracy and the Internet) sulle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti del 2004 ha rilevato la fondamentale importanza della rete in campo politico.L'istituto indica con il nome di Influentials i cittadini il cui parere importa particolarmente in quanto sono in grado di influenzare le idee dei conoscenti e, sostanzialmente, di dare una direzione al loro voto. Gli Online Political Citizens (OPC) sono coloro che svolgono determinate attività sulla rete legate alla politica, come visitare il sito di un partito o partecipare a chatroom sull'argomento.Lo studio ha riportato che il 10% dei cittadini, il 13% degli utenti di Internet e ben il 69% degli OPC sono Influentials, riconoscendo quanto sia fondamentale per un candidato prestare attenzione al Web.

Il crowdfunding, il finanziamento di un progetto da parte di chiunque sia interessato, praticato solitamente sotto forma di donazioni, si è rivelato un potentissimo strumento capace di abbattere il muro insormontabile dei fondi necessari per poter concorrere ad un posto importante come la presidenza.MoveOn.org, ad esempio, un'organizzazione non-profit con l'obiettivo di sostenere i candidati che considera progressisti, ha raccolto nel 2004 decine di milioni di dollari da donazioni con una media di 50$.

Hacktivism

L'hacktivism richiede una maggiore esperienza tecnologica ed è solitamente concentrato sul difendere i diritti umani e la libertà.

I due metodi più conosciuti sono infiltrarsi nei server o nei siti dell'obiettivo individuato, per danneggiare o alterare i contenuti, e gli attacchi DoS (Denial of Service,

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ovvero sovraccaricare un servizio per renderlo non disponibile).

Sotto la stessa definizione ricade anche l'introduzione di nuovi servizi: un esempio è Speak To Tweet, creato congiuntamente da Google e Twitter durante il periodo di oscuramento di Internet in Egitto per permettere agli Egiziani di twittare i loro messaggi telefonando a determinati numeri.

Attivismo per le aziende

Un'azienda può essere interessata a dei cambiamenti che la favoriscano economicamente e sostenere di conseguenza un movimento per supportarli.Questo talvolta accade in modo poco nobile, fingendo che i sentimenti di protesta e di necessità di innovazione nascano in modo spontaneo dai cittadini: questa pratica è detta astroturfing.

Gli esempi sono estremamente vari e vanno da birrai che chiedono un calo delle tasse sulla birra alla Coalition to Protect Patients' Rights che si oppone ad un sistema ospedaliero a prezzi abbordabili.

Critiche

Assieme all'attenzione, l'attivismo online e i social media hanno raccolto anche varie critiche.

Innanzitutto viene sottolineato come la necessità di un dispositivo in grado di navigare sul Web e il dover essere sufficientemente pratici da saperlo utilizzare possa impedire a molti individui di partecipare.

Alcuni mettono invece in dubbio la legittimità dei dibattiti online, sostenendo che quando le persone discutono sulla rete cercano di ignorare i pareri contrari ai propri e di trovare solamente interlocutori che concordino con le loro idee.

La critica più diffusa etichetta questa tipologia di attivismo come slacktivism o talvolta clicktivism, affermando che molti utenti pensano di aver dato un contributo significativo semplicemente dando un like su Facebook o retweettando un messaggio, anziché passando effettivamente all'azione.

Conclusioni

Benché le critiche siano legittime, è innegabile che Internet e in particolare i social media siano, per via della loro facilità d'uso ed efficienza, insostituibili per comunicare ed organizzarsi ad un costo minimo.Non è inoltre ignorabile la loro capacità di sensibilizzare le persone verso un argomento o problema di rilievo, che è il primo passo verso l'azione e che è impossibile senza prima essere a conoscenza degli eventi.

Infine non ci si può purtroppo sentire sempre sicuri che il mattino dopo avremo accesso ad Internet liberamente e senza combattere ed è quindi importante prestare

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attenzione agli sviluppi e ai rischi che la neutralità della rete può dover affrontare.

Fonti

http://en.wikipedia.org/

http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0055957#pone.0055957-Byrne1

http://www.thenational.ae/news/uae-news/facebook-and-twitter-key-to-arab-spring-uprisings-report

http://news.softpedia.com/news/Turkey-Blocks-Twitter-433378.shtml

http://punto-informatico.it/2092327/PI/News/governo-vara-internet-tax.aspx

http://www.lucaspinelli.com/attualita/attenzione-il-ddl-levi-coinvolge-non-solo-i-blog-225

http://www.lucaspinelli.com/politica/levi-e-le-proteste-sul-suo-ddl-384

http://technews.tmcnet.com/news/2014/04/04/7761288.htm

https://web.archive.org/web/20040407090353/http://www.ipdi.org/UploadedFiles/political%20influentials.pdf

http://fpc.state.gov/193458.htm

http://www.allvoices.com/contributed-news/8056094-googles-speak-to-tweet-gives-egyptians-an-internet-voice

http://www.businessweek.com/stories/2004-01-11/talk-show

http://www.sourcewatch.org/index.php?title=Coalition_to_Protect_Patients%27_Rights

https://web.archive.org/web/20030216042234/http://www.siliconvalley.com/mld/siliconvalley/5093013.htm

http://www.cato-unbound.org/2012/05/11/rebecca-mackinnon/internet-activism-lets-look-specifics

https://internetactivism.wordpress.com/

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attenzione agli sviluppi e ai rischi che la neutralità della rete può dover affrontare.

Fonti

http://en.wikipedia.org/

http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0055957#pone.0055957-Byrne1

http://www.thenational.ae/news/uae-news/facebook-and-twitter-key-to-arab-spring-uprisings-report

http://news.softpedia.com/news/Turkey-Blocks-Twitter-433378.shtml

http://punto-informatico.it/2092327/PI/News/governo-vara-internet-tax.aspx

http://www.lucaspinelli.com/attualita/attenzione-il-ddl-levi-coinvolge-non-solo-i-blog-225

http://www.lucaspinelli.com/politica/levi-e-le-proteste-sul-suo-ddl-384

http://technews.tmcnet.com/news/2014/04/04/7761288.htm

https://web.archive.org/web/20040407090353/http://www.ipdi.org/UploadedFiles/political%20influentials.pdf

http://fpc.state.gov/193458.htm

http://www.allvoices.com/contributed-news/8056094-googles-speak-to-tweet-gives-egyptians-an-internet-voice

http://www.businessweek.com/stories/2004-01-11/talk-show

http://www.sourcewatch.org/index.php?title=Coalition_to_Protect_Patients%27_Rights

https://web.archive.org/web/20030216042234/http://www.siliconvalley.com/mld/siliconvalley/5093013.htm

http://www.cato-unbound.org/2012/05/11/rebecca-mackinnon/internet-activism-lets-look-specifics

https://internetactivism.wordpress.com/