ATTI del 7° FORUM «SULLA FAMIGLIA ITALIANA MUSULMANA» · ATTI del 7° FORUM «SULLA FAMIGLIA...

16
Consiglio Islamico di Verona - C.I.V. [Sezione dei Nuovi Musulmani e che parlano lingue diverse dall’arabo] ATTI del 7° FORUM «SULLA FAMIGLIA ITALIANA MUSULMANA» (a cura di Umar A.Frigo) Argomento del Forum «Verso un’Educazione consapevole (tarbiya wà’iyat)» con un dialogo costruttivo e un pensiero equilibrato Ospiti e Relatori del Forum Umar A.Frigo (Vr) Sorella Patrizia Khadija Dal Monte (R.E.) Sorella Katkhouda Souheir (Mi) Shaykh Anwar Al Nehmi (Vr) Kamal Layach (Vi) e con la partecipazione di nuovi musulmani e musulmane italiani di Verona e di altre Città * Domenica 13 Dicembre 2015 - Ore 15,00 VERONA Presso Hotel Holiday Inn San Martino Buonalbergo (Verona)

Transcript of ATTI del 7° FORUM «SULLA FAMIGLIA ITALIANA MUSULMANA» · ATTI del 7° FORUM «SULLA FAMIGLIA...

Consiglio Islamico di Verona - C.I.V.

[Sezione dei Nuovi Musulmani e che parlano lingue diverse dall’arabo]

ATTI del 7° FORUM

«SULLA FAMIGLIA ITALIANA MUSULMANA»

(a cura di Umar A.Frigo)

Argomento del Forum

«Verso un’Educazione consapevole (tarbiya wà’iyat)»

con un dialogo costruttivo e un pensiero equilibrato

Ospiti e Relatori del Forum

• Umar A.Frigo (Vr)

• Sorella Patrizia Khadija Dal Monte (R.E.)

• Sorella Katkhouda Souheir (Mi)

• Shaykh Anwar Al Nehmi (Vr)

• Kamal Layach (Vi)

e con la partecipazione di nuovi musulmani e musulmane

italiani di Verona e di altre Città

*

Domenica 13 Dicembre 2015 - Ore 15,00

VERONA

Presso Hotel Holiday Inn

San Martino Buonalbergo (Verona)

2

Bismillahi r-Rahmani r-Rahim –

In Nome di Allàh, il Misericordioso e il Clementissimo

Programma Lavori del Forum

15,00- Accoglienza

15,30- Recitazione Corano Sorella Moira (italiana)

15,40- Sotto l’ombra di un versetto del Corano Umar A. Frigo

15,50- Il Benvenuto dal Presidente del C.I.V. Guerfi Muhammad

16,00- “Un Dialogo costruttivo” Sorella Khadija Patrizia

16,40- Pausa - Preghiera (Salàt Maghreb) + Pausa Thè

17,10- “L’amore nell’educazione dei figli” Sorella Katkhouda Souheir

17,30- “Educazione cosciente, pensiero equilibrato” Shaykh Anwar Al-Nehmi

18,00- Tavola rotonda con i giovani Kamal Layach

19,30- Termine Forum

*

3

«All’ombra di un versetto Coranico»

Corano Sura 66 At-Tahrim - l’interdizione, vers.6

Umar A. Frigo (italiano)

Bismillahi r-Rahmani r-Rahim - In Nome di Allàh, il Misericordioso e il Clementissimo

E le benedizioni e la pace divine siano su sayydinà Muhammad, sulla sua famiglia e sui suoi Compagni.

Lode ad Allàh per questo dono e favore divino dell’Islâm e ci sia sufficiente questo dono». «Lode ad Allàh che ci ha guidati a questo luogo e a questo incontro, noi non saremmo stati

capaci a bene orientarci, se Allàh non ci avesse guidati». (Corano 7:43) Cari fratelli e sorelle in Allàh e in Adamo, assalamu 'alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu

a tutti voi, ognuno con il suo proprio nome, e grazie di essere qui presenti con noi. Questo è il nostro «7° Forum sulla Formazione della Famiglia Italiana Musulmana» organizzato dal Consiglio Islamico di Verona, nel quale si parlerà del Tema: «Verso un’Educazione consapevole dei figli».

E’ Allàh l’Altissimo, il nostro Signore e il nostro Creatore, sia gloria a Lui, che ci ordina e ci incita nel Suo Corano ad occuparci dell’educazione della nostra famiglia e dei nostri figli.

Questo che leggerò è il versetto Coranico, all’ombra del quale ci metteremo oggi e che ci parla dell’educazione dei figli, dice Allàh l’Altissimo:

«Oh voi che avete fede! Preservate voi stessi e le vostre famiglie dal Fuoco (yà ayyuhà alladhîna àmanù, qù anfusa-kum, wa ahliya-kum), che ha per alimento uomini e pietre, custodito da angeli duri e violenti, che non disubbidiscono ad Allàh in ciò che ordina loro, facendo ciò che viene loro ordinato» (Corano At-Tahrim 66:6)

E dice ancora Allàh all’Inviato sayydinà Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm): «Ordina alla tua famiglia la preghiera, e sii tu stesso perseverante in essa» (Corano Sura

Ta-Ha 20:132) Quest’ordine Allàh l’aveva già dato anche al Profeta Ismail figlio di Abramo (pace su di loro): «E ricorda nel Libro Ismail: era veritiero nella promessa, e fu Inviato (Rasul) e Profeta

(Nabì). Ordinava alla sua famiglia la preghiera e l’elemosina, ed era gradito (mardiyy) presso il suo Signore.» (Corano Sura Maryam 19:54-55).

Alcuni commentari (tafsir) delle parole del versetto:

«Oh voi che avete fede! Preservate (qù’) voi stessi e le vostre famiglie dal Fuoco» E 'degno di nota che la forma imperativa araba قُوا qù ("preservare, mantenere") riflette che

se lasciamo da soli la nostra famiglia e i figli, essi procederanno verso il Fuoco dell’Inferno, spetta perciò a noi il preservarli dal non finire in esso. • Ibn Kathir dice: «Cioè ordinate loro il bene, e proibite loro il male, e non lasciateli incustoditi,

che non li divori il fuoco, il Giorno del Giudizio». • Secondo Ali (Dio sia soddisfatto di lui): "Educateli ed insegnateli (la loro Religione)”. • Secondo Ibn ‘Abbâ: «O voi che credete [a Muhammad (pace su di lui) e al Corano!] Tenete

4

lontano da voi e dalla vostra gente (e le vostre famiglie) mogli e figli, il Fuoco dell’Inferno. Egli dice inoltre: insegnate loro le Buone maniere e fategli conoscere la Bontà, e così facendo potrete salvarli dal Fuoco».

• Secondo Ibn Abbas: «Agite obbedendo ed Allàh, astenetevi da ciò che Egli ha interdetto, e ordinate ai vostri (famiglia e figli) di ricordarsi sempre di Allàh, e Lui vi salverà dal Fuoco».

• Secondo Moujahid: «Abbiate timore (taqwa) di Allàh e raccomandate anche alla vostra famiglia di avere timore (taqwa) di Allàh».

• Il commento di Qatada è: «Ordinate loro di obbedire ad Allàh e insegnategli a non disobbedirGli. Tu gli educhi ottemperando agli ordini di Allàh, e tu gli aiuti affinché anche loro osservino questi ordini divini. Ogni volta che essi commettono una disobbedienza ad Allàh, glielo devi vietare e li devi rimproverare».

• Ad-Dahak ha detto: «Ogni musulmano deve insegnare ai suoi famigliari le varie obbligazioni verso Allàh, e deve vietare loro di infrangere le Sue Leggi». Analogamente è detto in un hadîth: «Insegnate (o ordinate) ai vostri figli la preghiera quando hanno sette anni, e quando ne hanno dieci correggeteli e richiamateli se non la fanno». E alcuni Sapienti hanno aggiunto: «Insegnate anche il digiuno, al fine che il ragazzo impari tutte le obbligazioni religiose già nell’età della pubertà».

Alcuni Hadith (detti del Profeta) sull’educazione dei figli1 • Si tramanda da Ibn ‘Umar che il Profeta (salla Allàhu ‘alayhi wa sallàm) disse: «Ognuno di

voi è pastore, e ad ognuno di voi sarà chiesto del suo gregge. L’Imam è pastore, e gli sarà chiesto del suo gregge; l’uomo è pastore della propria famiglia, e gli sarà chiesto del suo gregge; la donna è pastore della casa del marito, e le sarà chiesto del suo gregge; il servo è pastore dei beni del suo padrone, e gli sarà chiesto del suo gregge. Ognuno di voi è pastore, e ad ognuno di voi sarà chiesto del suo gregge». (An-Nawawì nr.301)

• Si tramanda da ‘Abd Allàh ben ‘Amr che l’Inviato di Allàh (sas) disse: «Insegnate (o ordinate) ai vostri figli la preghiera quando hanno sette anni, e quando ne hanno dieci date loro un colpo (adribù-hùm)2 [senza esagerare] se non lo fanno e separateli nei letti.» (An-Nawawì nr.302)

• Il Profeta Muhammad (salla Allàhu ‘alayhi wa sallàm) disse: «Sii generoso nei confronti dei tuoi figli, e primeggia nell’insegnare loro il comportamento migliore.» (da Ibn Majah)

• Ibn Umar ha riferito che il Profeta (sallà allahu ‘alayhi wa sallàm) disse: «Cosa lascia di meglio un genitore in eredità a suo figlio, se non una buona educazione?» (Hadith trasmesso da Al Askari e da Ibn al Najjar).

* E’ tramandato che quando fu rivelato questo versetto coranico, un Compagno del Profeta

(sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) gli chiese: «Come posso salvare la mia famiglia dalle fiamme dell'Inferno?» il Nobile Profeta (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) ha risposto: «Attraverso l’ingiungere loro il bene e proibire loro il male. Se essi accettano i vostri suggerimenti e agiscono di conseguenza, si preservano dalle fiamme dell'Inferno. Tuttavia, se essi non

1 Da: “I Giardini dei Devoti (Riyàd s-sàlihìn)” di An-Nawawi - Capitolo 38 (pag 190 Ed.Italiana Al-Qibla/Orientamento) - Di come sia obbligatorio dare ordini ai familiari, ai figli che hanno l’età del discernimento, e a chiunque sia sottoposto alla nostra autorità, di ubbidire ad Allàh l’Altissimo; e di come sia parimenti obbligatorio vietare loro di opporsi [agli Ordini divini], e correggerli impedendo loro di commettere ciò che è vietato -. 2 L’espressione adribù-hum tradotta letteralmente con ‘batteteli’ o ‘colpiteli’, viene intesa dai vari commentatori come ‘dare loro un colpo’ con il fine di ‘forzare’ una certa situazione facendo intervenire un’influenza spirituale benefica (la preghiera). E i commentatori qui ricordano, sulla base di altri hadith profetici, che il ‘colpo’ dato al ragazzetto o alla ragazzetta che non fa la preghiera non deve essere forte, e non può attingere il volto.

5

riescono ad agire secondo i vostri suggerimenti, voi comunque avete adempiuto i vostri obblighi».

E’ anche tramandato che il Prifeta ha detto: «La Misericordia (Rahma) Divina scenderà su coloro che ingiungono alle loro famiglie di partecipare al compimento delle preghiere rituali (salàt) , del digiuno (saum), di pagare la tassa religiosa (zakàt), e la cura per i poveri, gli orfani, ed i vicini, prendendo le distanze dal commettere i peccati.»

Quando arrivano dei figli in una famiglia, la madre è la loro prima educatrice, in quanto con il suo amore ed affetto, li indirizza sin dalla prima infanzia verso il bene, insegnando loro ad allontanarsi da ciò che è male.

Il Migliore esempio per i nostri figli

I giovani, ma anche gli adulti, hanno bisogno di un «esempio» da seguire, per sapere come comportarsi nella vita. E’ perciò molto importante nell’educare i figli riportare loro un esempio di una persona “esemplare”, “perfetta”, cui fare riferimento di come bene operare nella vita.

Il nostro migliore esempio da conoscere, da amare, da seguire, e da insegnare ai nostri figli, è il nostro amato Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm), come ci ha insegnato il nostro Signore l’Altissimo:

«Voi avete nell’Inviato di Allàh un modello sublime, un esempio perfetto» (laqad kàna lakum fì Rasuli-Llàh uswatun hasanat)3

(Fine)

E Allàh è il più Sapiente, (wa Allahu ‘Alìm) Che Allàh ci aiuti ad essere dei bravi Educatori dei nostri figli

e che li salvi dal Fuoco dell’Inferno, amin. Assalamu ‘alaykum wa rahmatu-Llahi Ta’ala, wa barakatuHu, wa ridwànuHu

3 Corano Sura Al-Ahzab 33:21.

6

(calligrafia araba)

La Testimonianza di Fede (Shahada) - scritta partendo dalla testa verso il basso formando la figura di un uomo in preghiera

«Ashadu an là ilàha illà Allàh,

wa ashadu anna Muhammad Rasul Allàh»

«Testimonio che non c’è divinità all’infuori Allàh, e testimonio che Muhammad è il Suo Inviato»

7

«Dialogo costruttivo (hiwàr bannà’un)» tra Genitori e figli

Sorella Patrizia Khadija Dal Monte

Italiana musulmana, Magistero in Scienze religiose, scrittrice e traduttrice di testi islamici. Membro dell'EMN (European Muslim Network), ex vice-Presidente UCOII (Unione delle Comunità Islamiche Italia)

Bismillahi r-Rahmani r-Rahim - In Nome di Allàh il Misericordioso, il Clementissimo

L'educazione dei figli rappresenta per ogni famiglia certamente il compito più importante e più difficile. Come ben dice il termine stesso, che viene dal latino «educare», ed è composto da «e» (fuori) e «ducàre» per dùcere (condurre, trarre), educare significa: «condurre fuori», «guidare fuori», l'educazione cioè “trae” dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio. E questo termine mi sembra traduca bene quello che dovrebbe essere l'atteggiamento educativo di fondo in una prospettiva islamica: non si tratta tanto di sovrapporre, inculcare degli insegnamenti, ma di guidare il figlio alla scoperta di qualcosa che ha già in sé, che fa parte della sua umanità profonda.

Poiché l'essere umano, secondo la tradizione islamica, plasmato da Dio e animato dal Suo Spirito (Ruh) è nella sua natura originaria (fitra) in relazione con l’Unico, ha dentro di sé la capacità di riconoscerLo: «Rivolgi il tuo volto alla religione come sincero credente, natura originaria (fitra) che Allah ha connaturato agli uomini; non c’è cambiamento nella creazione di Allah.» (Corano XXX,30)

Uno dei nomi del Corano è al-Dhikr, il Ricordo, poiché esso ricorda all'essere umano la sua vera natura e il suo destino.

Per questo il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) disse: “Ogni bambino nasce musulmano, sono i suoi genitori che ne fanno un israelita, un cristiano o uno zoroastriano (adoratori del fuoco).” (o un ateo...). Hadith, che oltre a confermare la naturalità dell'islam, sottolinea anche il grande compito che hanno i genitori: essi possono guidare il bambino a scoprire in se stesso il proprio essere muslim [sottomesso a Dio] e a svilupparlo secondo le linee del retto sentiero che ci è stato rivelato, ma possono anche essere di ostacolo e dirigerlo verso altre strade. La maggioranza dei musulmani pensa che l'acquisizione dell'educazione islamica consista nello studiare il Corano, gli ahàdith, la Sunnah, la sirah, ma essa ha una portata molto più globale: essa consiste nell'aiutare i nostri figli ad acquisire una personalità islamica, così che essi diventino consci delle loro responsabilità nei confronti di Allah e dell’umanità, e anche della creazione tutta, e diventino capaci di essere grati a Lui e agli altri esseri umani.

E' vero che oltre ai genitori, la società è molto importante nel dirigere mente e desideri dei giovani, e questa in cui ci troviamo spesso chiama ad una visione dell'uomo disequilibrata, le realtà spirituali sono messe da parte, e l'apparire [esteriormente], il realizzarsi dal punto di vista economico e lavorativo occupano l'orizzonte del desiderio dei più. Si aggiunga a ciò il grande potere della macchina del divertimento, che è come una nebbia, distrae l'uomo dal riflettere sulla vita, conducendolo in una specie di limbo in cui le responsabilità si attenuano, la coscienza della serietà della vita umana si evanuisce... Lo scherzare troppo4, l'essere sempre immersi in un clima di leggerezza, è forse più nocivo di ogni altro tratto culturale, poiché se un

4 Allah dice nel Corano: «Non siete stati creati per gioco», e in un altro versetto che parla degli impedimenti al credere alla discesa del Corano dice: «essi dubitano e scherzano...».

8

pensiero che è contrario alla religione ci spinge a discutere, e a cercare di approfondire le nostre ragioni, il divertimento porta in un mondo ovattato in cui nulla è importante se non "stare bene" in quel momento.

L'educazione non può prescindere dal ristabilire nella propria vita, all'interno della famiglia una giusta ripartizione del tempo: c'è un tempo per pregare, uno per leggere, uno per studiare, uno per riposare e divertirsi, uno per riflettere e dialogare, etc. La ricerca di questo equilibrio deve tenere conto anche della dimensione individuale, ci sono momenti della vita e della personalità che abbisognano di misure diverse da altre, però rimane indispensabile ricercare un equilibrio nel proprio tempo. La mente non deve stare in uno stand-by perpetuo, altrimenti si finisce piano piano per imbruttirsi.

Abbiamo detto che l'educare non significa solo impartire delle conoscenze, ma che è un ‘processo globale’, che ha il suo punto di partenza nel far scoprire al bambino qualcosa che è presente già nella sua natura: per fare questo il dialogo è certamente il mezzo di comunicazione più adatto, perché il dialogo5 parte dal presupposto che chi ho di fronte abbia qualcosa di positivo.

Il dialogo (dià-logos) è un comunicare tra due o più persone diverse attraverso la parola, e già in questa semplice definizione sono presenti due elementi molto importanti: i soggetti sono due, o più, c'è un “io” e un “tu”, e non un io e un esso. Io e Tu, significa una relazione tra persone, Io-Esso significa considerare gli altri non come persone ma come cose, un proprio possesso, un avere.

Primo aspetto del Dialogo con i figli: rispetto della persona 1. Condizione del dialogo è il riconoscere che davanti a me ho una «persona», non qualcosa

che posso possedere. Il genitore non ha davanti a sé una proprietà, ha davanti a sè una creatura che Allah gli ha donato per crescerla e custodirla al meglio, ma che pian piano diventa capace di esprimere una sua propria visione delle cose. La storia ci porta diversi esempi della possibilità che i genitori concepiscano il figlio come una proprietà, dai matrimoni imposti, in cui si viola la libertà fondamentale del figlio di scegliere se sposarsi con una determinata persona, finanche al disporre della sua vita: il sacrificio dei figli è una realtà che troviamo anche nella storia umana e anche preislamica, pensiamo ad esempio alla realtà dell'uccisione delle figlie femmine o al sacrificio dei figli come nella storia del nonno del profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, o alla storia di Abramo6 (pace su di lui). Il problema dell'eccesso di autorità storicamente e psicologicamente tocca soprattutto le figure maschili, ma le madri non sono esenti da atteggiamenti sbagliati verso i figli che vanno da forme di attaccamento morboso che impediscono la loro autonomia, a poca assunzione della propria responsabilità 5 Dialogare è un termine oggi molto usato e abusato, a tutti i livelli della vita, politico, religioso. E' un termine antico nella cultura occidentale lo troviamo già tra gli antichi filosofi greci, conosciamo l'importanza che aveva il dialogo per Socrate che fonda il suo metodo proprio su questo, che per le sue caratteristiche è chiamato anche "maieutico". Il termine maieutica viene dal greco maieutiké (sottinteso: téchne) e significa "arte della levatrice". Socrate si abbassava al livello culturale del discepolo ponendogli domande e rendendolo partecipe delle proprie. Solo in questo modo e mediante il dialogo, Socrate riusciva a fare il lavoro della levatrice. Come la levatrice porta alla luce il bambino, Socrate portava alla luce le piccole verità dal discepolo. La maieutica quindi non è l'arte di insegnare ma l'arte di aiutare. 6 “Ricorda nel Libro Abramo. In verità era un veridico, un Profeta. Disse a suo padre: “O padre, perché adori ciò che non vede e non sente e non può proteggerti da alcunché? 1 O padre, mi è stata data una scienza che tu non hai avuto, seguimi e ti condurrò sulla retta via. O padre, non adorare Satana: egli è sempre disobbediente al Compassionevole. O padre, temo che ti giunga un castigo del Compassionevole e che tu divenga uno dei prossimi di Satana”. Disse: “O Abramo, hai in odio i miei dèi? Se non desisti, ti lapiderò. Allontanati per qualche tempo”. Rispose: “Pace su di te, implorerò per te il perdono del mio Signore, poiché Egli è sollecito nei miei confronti.” (Corano XIX, 41-47). Il racconto mette in crisi l'idea che i grandi, nella fattispecie i padri, sappiano sempre di più dei figli. Dice Abramo, (pace su di lui): “O padre, mi è stata data una scienza che tu non hai avuto”.

9

educativa. Forme estreme di despotismo verso i figli sono grazie a Dio superate, nessuno si sogna di

sacrificare un figlio, ma alcuni problemi legati ad una concezione errata della autorità genitoriale ancora sussistono, come il problema dei matrimoni imposti7, e possono sussistere come disposizione istintiva in ciascuno di noi.

Ciò significa che nel dialogo tra genitori e figli bisogna abolire ogni differenza8, sul modello del dialogo tra amici?

No, credo di no, il riconoscimento del ruolo diverso dei genitori non è di impedimento ad un dialogo sincero. L’autentico dialogo, e quindi ogni reale compimento della relazione interumana, significa accettazione dell’alterità. (Buber), di questa alterità, nel dialogo tra genitori e figli, fanno parte anche i diversi ruoli, a meno che questi siano usati per sopprimere ogni valore dell'altro. Se i genitori debbono riconoscere davanti a loro la persona nel figlio e non una proprietà, i figli debbono alla stesso modo riconoscere e onorare il ruolo dei genitori, anche nel dialogo. I genitori non sono gli amici di un momento, ma le persone che lo hanno portato al mondo per volere di Allah, e che hanno il compito di educarlo, che lo amano più di tutti, e un atteggiamento di fiducia e rispetto verso queste persone è essenziale. Sono tanti i versetti e gli hadith che ricordano questo obbligo: “Abbiamo imposto all’uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: “Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me.” (Corano XXXI,14)

Ed è essenziale l'umiltà: essere giovani non vuol dire capire di più, di capire meglio. Ci sono figli che dentro di loro diminuiscono i genitori, magari continuano a volere loro bene, ma non riconoscono a loro la capacità di guidarli, tutto ciò che dicono è retrogrado, meno luccicante ai loro occhi dei messaggi della televisione: sono superati, vecchi, non capiscono i giovani… la loro esperienza della vita è relegata in un cantuccio e si pensa che non abbia nessuna rilevanza nella vita di oggi. Anche qui dobbiamo evidenziare l'influenza culturale [moderna], ci troviamo immersi in una società che esalta la giovinezza, l'innovazione, e non dà alcun valore all'esperienza, alla saggezza che solo attraverso di essa si acquisisce. Il senso di ‘rispetto dei

7 Pertanto esistono, per quanto riguarda l’islam, dei testi chiari che mettono in evidenza la libertà della donna di decidere chi sposare. Ecco, ad esempio, la storia di Barira, una schiava di ‘Aicha, da lei poi affrancata. Barira era sposata ad un giovane uomo di nome Mughit che ella non aveva mai amato. Liberandola dalla sua schiavitù, il Profeta Muhammad (sas) le lasciò la scelta tra continuare la vita in comune col suo sposo o divorziare. Ella scelse di separarsi da colui che le era stato imposto suo malgrado, essendo schiava, ma Mughit era ancora perdutamente innamorato di Barira e la tradizione racconta come la seguisse dappertutto, la barba inondata dalle lacrime che non riusciva a frenare. Il Profeta, commosso da questa scena, domandò a Al-Abbas che era con lui : “Non sei stupito anche tu dell’amore di Mughit per Barira e dell’odio di lei per lui?” Al-Abbas, gli propose allora di cercare di riconciliarli. E’ ciò che fece il Profeta, che domandò a Barira: «Perché non riprendi la vita in comune con Mughit?». Ella rispose: «E’ un ordine da parte tua, o Profeta?». «Sono qui solo per intercedere in suo favore» rispose lui. Allora Barira rispose: «Se è così, no, non lo voglio più». Il Profeta non si permise di obbligare la donna a sposare qualcuno che non voleva, davanti al Profeta si poteva dire no, non lo voglio. Un altro esempio che va nello stesso senso è quello contenuto in un hadîth che riporta la vicenda di “una giovane recatesi dal Profeta per lamentarsi del fatto che il padre l’avesse sposata senza chiederle il suo parere ad un cugino”. Il Profeta allora le lasciò la scelta di separarsi dal marito, se tale fosse stato il suo desiderio. Ella rispose in questo modo: «Io alla fine ho accettato questo matrimonio, ma sono venuta a lamentarmi da te, per dimostrare alle donne che i nostri padri non debbono prendere le decisioni al posto nostro». 8 La diversità, non è cosa cattiva nella rivelazione islamica, anzi, sembra essere una cifra che contrassegna tutto il creare di Dio, fa parte della bellezza e del sapore della vita: «Non hai visto che Allah fa scendere l'acqua dal cielo e che suscitiamo da essa frutti di diversi colori? E le montagne hanno striature bianche e rosse, di diversi colori e anche nere, corvine. E in egual modo anche gli uomini, gli animali e le greggi, hanno anch'essi colori diversi. Tra i servi di Allah solo i sapienti Lo temono. Allah è il Potente, il Perdonatore.» (Corano XXXV, 27-28). Proprio la diversità motiva la vocazione alla reciproca conoscenza: «O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato.» (Corano XLIX,13)

10

genitori’ è molto vivo nelle culture tradizionali ma si è perso quasi del tutto in questa nostra società moderna, anche in base alla tendenza che vede in qualsiasi differenza tra le persone come un difetto, invece certe differenze sono positive e fondamentali per la vita familiare e sociale. I giovani musulmani debbono stare attenti a non perdere questo tesoro, influenzati dal comportamento dei loro compagni. Ricordiamo la storia coranica di un figlio che credeva di sapere tutto, in realtà non faceva che obbedire al pensiero comune della sua società, disobbedisce al padre e va in rovina. Il Profeta Noè (su di lui la pace) annuncia la venuta del castigo per un popolo corrotto, che si rifiuta di pentirsi e i versetti coranici ci dicono: «Coloro che avevano creduto insieme con lui, erano veramente pochi.» (Corano XI,40). La maggioranza del popolo non crede alle parole di Noè, e suo figlio fa altrettanto: «Disse allora [Noè]: “Salite, il viaggio e l'ormeggio sono in nome di Allah. In verità il mio Signore è perdonatore misericordioso”. [E l'Arca] navigò, portandoli tra onde [alte] come montagne. Noè chiamò suo figlio, che era rimasto in disparte: “Figlio mio, sali insieme con noi, non rimanere con i miscredenti”. Rispose: “Mi rifugerò su un monte che mi proteggerà dall'acqua».(Corano XI,41-43). Mi sembra che il racconto ironizzi sull'intelligenza di questo giovane, o forse sulla cecità di chi ha già deciso di non credere, sottolineando che “le onde sono alte come montagne” e lui dice: “Mi rifugerò su un monte che mi proteggerà dall'acqua”!

Il racconto ci mostra come essere giovani non significa essere liberi dall'influsso del contesto, spesso si cambia solo ambito di influenza. Questo ragazzo crede ciò che crede la maggioranza del suo popolo e non si sblocca neanche di fronte al castigo che rendendosi manifesto prova le ragioni del padre. E qui, per attualizzare [questo racconto] ai nostri tempi, dovremmo pensare a tutte quelle promesse di felicità, della cosiddetta libertà, che risuonano nel contesto in cui viviamo. In realtà quello che si propone è l'adeguamento a un modello unico, fuori del quale non si crede possa essere esistere libera scelta. Ma quale libertà? Se noi guardiamo il mondo dei giovani vediamo il ripetersi di discorsi e pure di abbigliamenti di serie. Si dice non credo in Dio, è la mia libertà, pensando di essere intelligenti e superiori, spiriti critici... Invece non si fa che obbedire alla cultura di massa che prevede ciò, anzi suggerisce proprio queste frasi. Non è che alla sera si va a letto con l'”Essere e il nulla” di Sartre. Si fa un partita con la playstation, o si ficca nelle orecchie qualche musica assordante e poi si dorme e ci si sveglia convinti di essere più illuminati che mai. Così è per il velo che copre i capelli della donna (hijab), si è liberi di svestirsi ma non di vestirsi. Vestirsi è mancare di libertà, svestirsi è essere creature liberate, senza accorgersi che anche qui non si esercita il libero pensiero, ma come pecore del gregge non si fa che seguire il pensiero dominante. Però si è moderni.

Secondo aspetto del Dialogo con i figli: affetto e fiducia 2. Il dialogo prima di essere fatto di parole è fatto di “sentimenti”, coinvolge cioè “la sfera

affettiva”: se non c'è fiducia reciproca non si può dialogare. Mio figlio e mia figlia avranno fiducia in me, mi apriranno il loro cuore, prima di tutto se da me si sentono amati, accettati. E' molto difficile che un genitore non ami un figlio e tuttavia, è possibile che lo ami in modo sbagliato, sia con un atteggiamento esageratamente autoritario, sia viziandolo troppo e abbandonando il suo compito di educatore, che consiste anche nel dare delle regole. Oggi, in Occidente, a differenza delle Società tradizionali, si soffre della sindrome di carenza di autorità, e invece le regole sono necessarie, oltre a guidare il bambino, hanno una funzione di rassicurazione, sollevandolo da un'estenuante oscillazione tra il senso di onnipotenza e la constatazione di impotenza, sono motivo di autoverifica e graduale conquista di libertà.

O nel dare, invece troppe regole, senza prendere in considerazione le possibilità del figlio (facendo sempre paragoni con i più bravi...) possibilità che si iscrivono ancora una volta in un

11

contesto personale ma anche sociale. Bisogna stare attenti a non sovrapporre dei modelli culturali ai dettami religiosi, e ciò è facile per chi proviene da un'altra cultura, ma è possibile anche per chi entra in una religione, che spesso viene proposta in veste "araba" e non propriamente islamica.

E qui entriamo nel terzo aspetto del dialogo: spiegazione razionale Se indispensabile per un dialogo autentico è riconoscere l'altro come persona, e ciò deve

prodursi in un rapporto affettivo ed educativo corretto: 3. Il dialogo, a differenza di un discorso che si basa solo sull'autorità, obbliga a riflettere, a

saper motivare le proprie posizioni: oggi non è sufficiente dire ad un figlio devi fare così perché è giusto, o perché l'ha detto Allah, mi devi obbedire perché sono tuo padre o tua madre, bisogna saper mostrare quella razionalità che è insita nelle norme che proponiamo, ogni passo del retto cammino ha una sua logica, non è irrazionale.

Noi sappiamo che la religione islamica ci insegna a conseguire il meglio in questa vita e nell'altra, ha al suo centro la nozione di “equilibrio”, non vuole privarci dei piacere, non vuole farci soffrire, vuole fare di noi persone equilibrate, capaci di assumere la nostra umanità. Questa piena umanità è fatta prima di tutto di un equilibrio fra tutte le componenti umane, il corpo ha dei diritti su di noi, la psiche ha i suoi diritti, lo spirito guida questo processo di unificazione della persona.

Avere delle posizioni critiche, capaci di svelare il senso delle regole, non è richiesto solo ai genitori, la stessa capacità critica è chiesta anche i figli, che immersi in un ambiente culturale lontano da una concezione islamica della vita, devono ben distinguere tra ciò che è buono per l'essere umano tra le istanze di questa cultura, e invece quello che semplicemente "ci piace"... Una cosa non è buona perché la fanno tutti, la mostra la televisione..., ci sono comportamenti ampiamente condivisi che di per sè sono deleteri.

La necessità di spiegare e di volere delle spiegazioni è "angelico" non diabolico: Un bell'esempio di dialogo lo troviamo nella sura al-Baqara tra Allah e i Suoi Angeli alla

creazione dell'essere umano (Adamo): gli Angeli partono da ciò che loro sembra vero, e in effetti lo è, ma ciò è solo una parte della verità, Allah dapprima risponde loro ricordando che solo Lui conosce fino in fondo la realtà e i cuori: «E quando il tuo Signore disse agli Angeli: “Porrò un vicario (khalifa) sulla terra”, essi dissero: “Metterai su di essa qualcuno che vi spargerà la corruzione e vi verserà il sangue, mentre noi Ti glorifichiamo lodandoTi e Ti santifichiamo?”. Egli disse: “In verità, Io conosco quello che voi non conoscete”».(Corano II,30)

Quindi Allàh mostra agli Angeli in modo pratico (non si poggia solo sulla Sua autorità) come la loro conoscenza, per quanto altissima, viene da Lui, ed essi possono sapere solo ciò che Egli ha permesso che sappiano, e ci sono cose, ci dice il versetto, di cui ha riservato la conoscenza agli uomini e non agli Angeli: «Ed insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose, quindi le presentò agli Angeli e disse: “Ditemi i loro nomi, se siete veritieri”. Essi dissero: “Gloria a Te. Non conosciamo se non quello che Tu ci hai insegnato: in verità Tu sei il Saggio, il Sapiente”(...) E quando dicemmo agli Angeli: “Prosternatevi ad Adamo”, tutti si prosternarono, eccetto Iblîs, che rifiutò per orgoglio e fu tra i miscredenti.» (Corano II,31-34)

Il versetto si conclude con la prostrazione (sujùd) degli Angeli ad Adamo, con un atto di umiltà. L'umiltà9 è molto importante, è ciò che ha contraddistinto gli angeli da Iblis, il quale è

9 E l'umiltà contrassegna anche i dialoghi tra Abramo e il Suo Signore: “Quando Abramo fu rassicurato e apprese la lieta novella, cercò di disputare con Noi a favore del popolo di Lot. Invero Abramo era magnanimo, umile, incline al

12

per il suo orgoglio che si perde: «Cosa mai ti impedisce di prosternarti, nonostante il Mio ordine?”. Rispose: “Sono migliore di lui, mi hai creato dal fuoco, mentre creasti lui dalla creta”. “Vattene! - disse Allah - Qui non puoi essere orgoglioso. Via! Sarai tra gli abietti.» (Corano VII,12,13)

Conclusione Il dialogo tra genitori e figli, ci appare come metodo e come atteggiamento educativo, più

adeguato per conseguire un'educazione islamica, che come ricordato, non equivale solo ad impartire delle conoscenze, ma è guidare il figlio e la figlia verso una presa di coscienza del suo essere muslim (sottomesso a Dio), fatto di responsabilità verso Allah e verso il mondo, e l'essere capaci di gratitudine verso Allah e verso gli uomini.

Il dialogo esige un pieno riconoscimento reciproco, come persone diverse, che si attua allontanando da una parte, la tentazione di considerare il figlio come una proprietà e dall'altra, riconoscendo il ruolo di genitore ed educatore. Il dialogo ancora esige umiltà, nessuno sa tutto (come diceva Socrate 'so di non sapere'), e coinvolge l'affettività, che si declina in fiducia, che permette l'apertura del cuore, verso l'altro.

«O Signore, sii misericordioso nei loro confronti (dei genitori), come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo» (Corano XVII,23-24).

I figli si debbono sentire avvolti da questa misericordia (rahma), non solo perché sono nutriti e vestiti dai genitori, ma anche perché sono accettati prima di tutto come essi sono, con i loro pregi e difetti. La Misericordia, prima di essere ricevuta, deve essere data, come ci ricorda il versetto coranico.

Il dialogo esige che si sappia argomentare ciò che si afferma come giusto, con parole giuste, c'è un gran lavoro in questo senso da fare all'interno della comunità islamica per tradurre in termini culturali più consoni le argomentazioni che giustificano gli insegnamenti che si debbono trasmettere.

Infine, il dialogo tra genitori e figli deve essere attuato, come ogni dialogo, con modi buoni: «Dì ai Miei servi che parlino tra loro nel migliore dei modi, poiché Satana semina

fra essi la discordia. Satana è per l’uomo un nemico manifesto.» (Corano XVII, 53)

(Fine)

E Allàh è il più Sapiente (wa Allahu ‘Alìm)

pentimento…” (Cor. XI,74-75) . “E quando Abramo disse: «Signore, mostrami come resusciti i morti», Allah disse: «Ancora non credi?» «Sì, disse Abramo, ma [fa] che il mio cuore si acquieti.» Disse Allah: «Prendi quattro uccelli e falli a pezzi, poi mettine una parte su ogni monte e chiamali: verranno da te con volo veloce. Sappi che Allah è eccelso e saggio».” (Cor. II,260)

13

«La Via verso un’Educazione consapevole e un pensiero equilibrato» (At-Tariqa ilâ tarbiya râshida, wa fikra wâ’i)

Shaykh Anwar Al-Nehmi

Shaykh Anwar Al-Nehmi è originario dello Yemen, laureato in Scienze Islamiche all’Università di Sanà Yemen, Imâm della Moschea di Verona, Insegnante (Mu’allim) delle Lezioni dei Corsi che si svolgono alla Scuola ‘Conoscere l’Islam’ di Verona, Presidente dell’Associazione Islamica Italiana degli Imâm e delle Guide Spirituali. NB- Questo intervento è stato fatto durante il Forum con l’aiuto di diapositive proiettate su uno schermo, in questa raccolta ne viene riportato solamente il testo.

Bismillahi r-Rahmani r-Rahim - In Nome di Allàh il Misericordioso, il Clementissimo Un giovane investì un’anziana con la sua bici. Invece di chiedere scusa e darle una mano per

alzarsi, cominciò a ridere, e continuò il suo percorso. L’anziana lo chiamò dicendo: «Guarda che hai perso qualcosa». Il giovane allora tornò indietro di corsa per cercare quello che aveva perso, ma non la trovò. L’anziana lo fermò, dicendogli di non cercare troppo, perchè ciò che egli aveva perso : «era la sua dignitàa», e non avrebbe più ritrovato questo oggetto perso; La vita non ha valore se non si possiede più l’educazione, la gentilezza, e il rispetto.

Che cos’è l’educazione? Preparare l’essere umano a svolgere gli impegni e le responsabilità della vita.

Perché l’educazione? • Perché è un obbligo da parte di Allàh: «O credenti! preservate voi stessi e le vostre famiglie,

dal fuoco che ha per alimento uomini e pietre» (Cor.66:6) • Perché è una responsabilità davanti ad Allàh: Il Profeta (che la pace sia su di lui) disse:

“Allàh chiederà ad ogni responsabile se ha preservato o no, cosi pure verrà interrogato ogni capo famiglia.” (Al-Bukhari).

• Disse anche: “Ognuno di voi è pastore (responsabile), e ad ognuno di voi sarà chiesto del suo gregge.” (Al-Bukhari)

• Tramite l’educazione, viene costruita la personalità adatta ad ogni aspetto della vita: (adorazione, lavoro, comportamento, condotta, sviluppo civile dell’individuo e della nazione, e sviluppo della sanità e dell’intelletto.

• L’individuo è il mattone fondamentale nello sviluppo della società, e la spinta principale verso la sua rovina.

Il bisogno dell’educazione matura (hàjatanà tarbiya ràshida) • L’ornamento della vita: “La ricchezza e i figli sono l’ornamento della vita”. • La Legge della vita: “Tuo padre ti ha educato, tu educhi tuo figlio, e tuo figlio educherà suo

figlio”. • Un nostro guadagno nell’Aldilà (Akhira). Il Profeta (benedizioni e pace su di lui) disse:

“Quando l’uomo muore, la sua adorazione s’interrompe eccetto tre cose: l’elemosina che continua (sadaqàt jàryat), una scienza utile, un figlio sano che prega per lui.” (Muslim)

• Il figlio a cui hai insegnato l’Islam, sa che pregare per i suoi genitori fa parte dell’onorarli. • L’Imam Ibn Al-Qaym disse: “Allàh l’Altissimo interroga il padre prima di interrogare il figlio”. • E’ stato detto: “Un padre rimproverò il figlio per avergli mancato di rispetto, e il figlio

rispose: o padre mio, tu non mi hai rispettato quando ero piccolo, e io non ti rispetto adesso che sono grande, e mi hai trascurato quando ero bambino, e io ti trascuro adesso che si anziano”.

14

Quando si inizia ad educare il bambino • La scelta della Mamma. E’ stato riportato in un hadith: “Chi sposa una donna per preservare

se stesso, e per rafforzare i legami della famiglia, Allàh lo benedice”. • La scelta del Marito: Il Profeta (benedizioni e pace su di lui) disse: “Se qualcuno venisse da

voi per sposare vostra figlia, e siete soddisfatti della sua religione (din) e della sua condotta e qualità morale (khuluq), dovreste accettare la sua richiesta; se non lo fate, ciò creerebbe disordine e grande corruzione sulla terra”.

STRUMENTI PRATICI DELL’EDUCAZIONE MATURA

Il metodo del “Buon Esempio” (uswatun hasanat) • Il sublime Corano ha confermato questo metodo per quanto riguarda il destino dell’uomo, e

ha invitato i musulmani a studiare la vita del Profeta Muhammad (benedizioni e pace su di lui) e di prenderlo come un Buon Esempio da seguire con queste parole: «Voi avete nell’Inviato di Allah un modello sublime, un esempio perfetto, per chi spera in Allah e nell'Ultimo Giorno, e ricorda Allah frequentemente» (Cor.33,21)

• Questo metodo è molto influente sulle generazioni future per i seguenti motivi: - Porta il comportamento dalla parte teorica alla parte pratica. - Fa realmente applicare il comportamento ed influisce perciò maggiormente rispetto all’applicazione teorica. - La gente desidera assomigliare alle persone che amano e che rispettano. • Questo metodo era il metodo dei Profeti e degli Inviati, Allàh ha detto: “Ricorda che il ricordo

giova ai credenti” (Corano…) • Predicare attraverso il racconto, è un metodo efficace per attirare l’attenzione del bambino,

è il metodo più efficace in assoluto. • L’educazione attraverso il dialogo è un metodo che attira l’attenzione e allontana la noia, il

modo in cui viene presentato il consiglio crea interesse da parte del bambino e permette all’educatore di conoscere i dubbi del bambino, e di chiarirli con saggezza.

• L’educazione fatta portando degli esempi, aiuta ad avvicinarsi al senso generale di ciò che si vuole veicolare, ed aiuta chi ascolta a comprendere meglio.

• L’educazione fatta commentando un evento che è già accaduto, ogni qualvolta che esso accade (ad esempio commentare le guerre e la distruzione che queste producono), è un metodo che l’educatore deve sfruttare.

Il metodo dell’educare con l’osservazione (Al-tarbiya bi-l-malahazat) Lo scopo di questo metodo è di osservare il comportamento dei figli, in tutti gli aspetti della vita, attraverso una osservazione attenta, ne troppo esagerata, ne troppo scarsa, ma che sia un giusta via di mezzo. I Benefici: • Permette all’educatore di scoprire per tempo gli errori dei figli. • Incoraggia il comportamento corretto, e corregge quello scorretto. Il metodo di invogliare e l’intimidazione • Questo metodo è in armonia con la natura dell’essere umano in qualsiasi circostanza. • Quando l’individuo ha desiderio di qualcosa, l’interessa aumenta, e di conseguenza questo

desiderio diventa una attività che riempie la vita. • Individuare la pericolosità di una cosa, e far si che l’individuo ne sia il più lontano possibile. • Però in questo metodo serve la massima cautela. Perché?

Il metodo della pratica e di formazione (abitudine)

15

• Con la ripetizione, il lavoro diventa facile per l’individuo, fino a diventare un’abitudine, questo è un metodo molto efficace nell’educazione pratica.

• E’ un metodo che limita lo sforzo umano, e che serve a trasformare il comportamento desiderato in una facile abitudine. I campi dell’educazione dei figli

• Educazione sessuale • Educazione intellettuale • Educazione lavorativa • Educazione spirituale (ruhiya) e dell’anima (morale) (nafsiya)

Come educare i nostri figli • E’ un’educazione sessuale, o spirituale e morale? • Educhiamo i nostri figli per noi stessi e per gli altri, oppure per loro stessi? • Li educhiamo per questa vita terrena (dunyà), oppure per la vita terrena e anche per la vita

eterna (akhira)? • E’ un’educazione dell’istante (temporanea) (mawqaf) o è un’educazione fondamentale e

preziosa (jawhar), cioè che porta dei benefici nel tempo? • E’ un’educazione casuale, oppure è un’educazione metodologica e signoriale (rabbaniya)? • E’ un’educazione di durezza (crudeltà) (qasawat), oppure è un’educazione di misericordia

(rahma)? Differenza tra l’educazione dell’istante (momentanea) e quella specifica nel tempo:

• Educazione momentanea: Reazione; paura; opinione degli altri; viene condizionata solo per gli errori fatti; correzione veloce del comportamento; utilizzo della forza e della crudeltà.

• Educazione specifica: per il futuro; rafforzamento della fiducia; a prescindere dalle opinioni degli altri; correzione dell’errore e conservazione della dignità del figlio; correzione del comportamento con il dialogo; utilizzo della misericordia e della gentilezza. Come complimentarsi e criticare i nostri figli

• I complimenti costruttivi: Sii sincero; complimenti dopo un opera, azione compita; privilegia prima l’opera svolta e poi il figlio; attenzione ai complimenti senza motivo; i complimenti portano ad essere fieri di sè stessi; valorizza un valore davanti agli altri.

• La critica costruttiva: Lo scopo della critica deve essere quello di riformare e orientare e non la distruzione; Sii preciso nella critica, non generalizzare; critica il comportamento non la persona; Usa la terza persona plurale (noi) anziché la prima persona (io); evitare le critiche davanti agli altri; scegliere il momento giusto; abbi fiducia di tuo figlio. Le caratteristiche dell’educatore ideale

• Il buon esempio. • La pazienza e la prudenza. • La pietà ed essere lontani dalla corruzione. • Un cuore misericordioso. • Scegliere la cosa più facile (che sia lecita). • Morbidezza e flessibilità. • Controllare l’ira. • Moderazione e mediazione nell’educazione, in ogni dettaglio della vita. • Fare la predica ogni tanto non sempre. • La costanza. • La giustizia. • Le invocazioni (du’à) e le suppliche a Dio.

16

Il comportamento e l’orientamento con i figli e i loro bisogni/necessità

Bisogni religiosi Bisogni intellettuali Bisogni fisici Bisogni sociali Bisogni di comportamento Bisogni di emotività Bisogni di amore Bisogni di sicurezza Bisogni di rispetto Bisogni di farsi notare (di attenzione) Bisogni di essere onorati e considerati nella Società

Consigli utili • Tuo figlio è un bugiardo……tu lo interroghi troppo. • Tuo figlio non ha fiducia in se stesso……tu non lo incoraggi. • Tuo figlio parla poco……tu non dialoghi con lui. • Tuo figlio ruba……tu non gli regali niente. • Tuo figlio è un vigliacco……tu lo difendi. • Tuo figlio non rispetta gli altri……tu non abbassi la voce quando parli. • Tuo figlio è sempre arrabbiato……tu non lo privilegi. • Tuo figlio è aggressivo……tu sei violento. • Tuo figlio è debole……tu usi la maniera del terrore. • Tuo figlio è geloso……tu lo ignori. • Tuo figlio ti disturba……tu non lo abbracci e non lo baci. • Tuo figlio non ti ubbidisce……tu chiedi troppo. • Tuo figlio è asociale……tu non gli dedichi il tempo necessario per lui.

(Fine) *

Che Allàh accetti i nostri sforzi. Che perdoni i nostri errori e dimenticanze.

Che Allàh accresca la Fede (imàn) nei nostri cuori. Che tenga i nostri passi nella Retta Via (siràt al mustaqim).

Amin, Amin, Amin