Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO ONA Onlus A t t i d e l l a C o n f e r e n z a A m i a n t o n e l l e s c u o l e , n e l l e c a s e r m e , n e g l i o s p e d a l i e n e g l i a l t r i l u o g h i d i v i t a e d i l a v o r o : e m e r g e n z a s a n i t a r i a e t u t e l a l e g a l e LIVORNO, 26 marzo 2015 Aula Consiliare Comunale

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OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO

ONA Onlus

Atti della Conferenza

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di

vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

LIVORNO, 26 marzo 2015

Aula Consiliare Comunale

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©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus

Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-99182-01-4

Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma

http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email [email protected]

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Atti della Conferenza

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di

vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 Aula Consiliare Comunale

Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali

Prima edizione: 31 maggio 2015

ISBN 978-88-99182-01-4

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Organizzazione del Convegno

Comitato Scientifico

Ezio Bonanni Presidente ONA Onlus

Pietro Sartorelli Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Siena

Direttore Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze

Segreteria Organizzativa Anna Corbi

Donato Angerame

Atti a cura di Lorenza Fiumi

Ricercatore CNR – INSEAN – IIA - Membro Comitato Tecnico Scientifico ONA

Michele Rucco Segretario Generale ONA Onlus

Hanno contribuito Paola Ceccarel

Coordinatore Comitato ONA Valbormida

Carlo Meoni Tecnico CNR - INSEAN -- IIA

Grafica Marco Vinicio Zonin

Architetto

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Programma dei lavori

del 26 marzo 2015 Aula Consiliare del Comune di Livorno

Presiede l’avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto

Apertura dei lavori Ing. Filippo Nogarin, Sindaco di Livorno.

I lavori della Commissione Lavoro del Senato On.le Sara Paglini, senatrice.

Il ruolo del legislatore in materia di amianto On.le Dott. Alberto Zolezzi, deputato

Amianto nei luoghi di vita e di lavoro: emergen za sanitaria e tutela legal e Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus

La scuola “Leonardo da Vinci” di Firenze Avv. Saverio Rossi del Foro di Firenze, signora Antonella Franchi del Comitato Genitori Alunni

Esposti ad Amianto, Luciano Macrì, docente presso l’IIS Leonardo da Vinci di Firenze

La latenza delle malattie asbesto correlate ai fini dell’individuazione dei titolari delle

posizioni di garanzia: il caso del Sig. Romano Posarelli Avv. Isabella Sardella del Foro di Pisa;

L’epidemia di patologie asbesto-correlate e la sorveglianza sanitaria degli ex esposti:

iniziative nazionali ed internazionali Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso l’Università di Siena e membro

del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA

Le azioni poste in essere dal Comune di Livorno per il contrasto delle conseguenze

sanitarie dell’esposizione ad amianto Dott.ssa Ina Dhimgjini, Assessore alla Sanità e al Sociale del Comune di Livorno

I segni dell’amianto all’imaging Prof.ssa Maria Antonietta Mazzei, Docente presso l’Università di Siena

Soggetti responsabili civili e penali. Tecniche d’indagine e ostacoli per l’individuazione

delle imprese Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente delle Procure della Repubblica di Torino, di

Milano e di Trieste

Il ruolo dell’ONA: dalla denuncia alla proposta Dott. Michele Rucco, Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA

Onlus

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Le condutture idriche in amianto Prof.ssa Ginevra Lombardi, Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze per l’Economia e

l’Impresa dell’Università di Firenze

Monitoraggio degli esposti ed ex-esposti ad amianto negli ambienti di lavoro e di vita: costi,

benefici e coperture economiche Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della Repubblica di Milano,

membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA

I danni risarcibili da esposizione ad amianto n egli ambienti di lavoro e di vita , Amianto nei

luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale Avv. Natalia Giuliani del Foro di Pisa;

Nel corso dei lavori, hanno portato il loro saluto:

Massimiliano Posarelli, del Comitato ONA di Rosignano (LI);

Maurizio Cozzani, del Comitato ONA di La Spezia (SP);

Franco Berti, del Comitato ONA di Castelnuovo Val di Cecina (PI);

Giacomo Giannarelli, Candidato alla Presidenza della Regione Toscana per il Movimento 5

Stelle.

E’ stata inoltre proiettata la testimonianza del defunto Vito Matteoli, vittima dell’amianto.

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Appendice 1

PRESENTAZIONI E SLIDES

Alberto Zolezzi

Ezio Bonanni

Pietro Sartorelli

Maria Antonietta Mazzei

Paolo Rivella

Michele Rucco

Paolo Pitotto

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Appendice 2

Rassegna stampa Convegno Livorno 26.03.2015

Locandina Convegno Livorno 26.03.2015

Comunicato stampa ONA 28.03.2015 per l’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze

Avviso affisso nell’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze

Atti di sindacato ispettivo del Consigliere Comunale di Firenze, Arian na Xekalos,

relativamente all’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze

Rassegna stampa relativa all’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze

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Relazioni

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Livorno, 26 marzo 2015 1

Apertura dei Lavori

Filippo Nogarin

Sindaco di Livorno

Gentili ospiti,

è con grande piacere che ospitiamo oggi questa conferenza dedicata al tema dell'amianto sotto il

profilo dell'emergenza sanitaria e della tutela legale.

Di amianto si muore e si continua a morire. Molti fatti di cronaca, tra cui la recente e vergognosa

sentenza Eternit che ha stabilito l'annullamento della condanna dei responsabili del disastro

ambientale di Casale di Monferrato e lo stop ai risarcimenti per i familiari e le loro famiglie, ci

raccontano che siamo purtroppo ben lungi dal trovare una soluzione.

La situazione italiana è incredibilmente allarmante con 6 mila morti ogni anno, migliaia di

tonnellate di materiali contenenti amianto e di siti contaminati.

L'unica ragionevole via di salvezza sarebbe quella delle bonifiche, in modo da evitare le esposizioni

dannose e dunque le patologie presenti e quelle future. Invece, il Governo non sembra finora

intenzionato a recepire questi principi e, nel 2015, succede che di amianto si continua ancora a

morire.

Non è la prima volta che il Comune di Livorno affronta questa tematica di impellente e drammatica

attualità, ma è certamente la prima volta che ospitiamo un consesso di questo livello, che vede

riuniti insieme rappresentanti politici locali, del Senato della Repubblica e della Camera dei

deputati, esperti di medicina, avvocati, ricercatori, associazioni.

E' infatti necessario che tutti, ciascuno per la sua parte, possano dare il proprio contributo per far

luce su questa emergenza dalle proporzioni impressionanti e sulle reali misure da adottare per

risolvere un problema che, prima ancora che, è soprattutto sanitario e sociale.

Corre qui l'obbligo di ringraziare l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, ONA ONLUS,

l'associazione che, fin dal 2008, raccogliendo il dolore e le difficoltà dei lavoratori esposti

all'amianto, dei loro familiari e di quelli delle vittime, troppo spesso abbandonati nella gestione di

un problema che non può e non deve essere considerato un affare solamente privato, svolge

un'intensa attività di supporto e assistenza gratuita a quanti ne facciano richiesta.

Questo grazie a una rete di volontari in tutto il territorio nazionale che in modo gratuito si

adoperano per interdire le condotte dannose e pericolose, e per prestare assistenza fisica e morale ai

cittadini interessati dal problema.

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Quello della tutela della salute dei cittadini è un diritto sancito anche dalla nostra Costituzione

eppure, come testimoniano tanti dolorosi fatti di cronaca ai quali assistiamo rabbiosamente

impotenti, spesso le istituzioni non sono riescono ad essere presenti in maniera adeguata mentre,

d'altra parte, gli enti previdenziali arrivano a negare ogni forma di assistenza e di previdenza perché

influenzate dalle lobby dell’amianto.

Come Amministrazione comunale rinnoviamo l'impegno nell'azione di monitoraggio delle strutture

a rischio e, laddove necessario, della relativa bonifica, con particolare attenzione alle scuole.

Il problema dell’amianto esiste infatti anche sul nostro territorio, è serio e richiede la nostra

massima attenzione, perché non vorremo mai che cittadini inermi debbano pagare la nostra

negligenza, come purtroppo è accaduto e siamo abituati a veder accadere in tante parti del nostro

paese.

Oggi i problemi e i rischi per la salute legati all'amianto sono ben chiari a tutti. Voglio qui citare, tra

i molti, un triste caso molto vicino a noi, quello che ha coinvolto i lavoratori dello stabilimento

chimico di Rosignano Solvay, di cui avremo modo di ascoltare nel corso di questo incontro.

Non possiamo né vogliamo tollerare alcun tipo di atteggiamento lasco o di comportamento dubbio

da parte di nessuno.

Dall'altra parte vogliamo invece sensibilizzare e supportare sempre di più i cittadini affinché

abbiano comportamenti corretti nelle azioni di smaltimento dei rifiuti tossici, perché la tutela della

salute, così come la tutela dell'ambiente, passano soprattutto dall'educazione e dal rispetto personali

e civili.

Anche per la cultura della tutela della salute e dell’ambiente il problema, come dicevano i giudici

Falcone e Borsellino, è infatti di mancanza di cultura.

Rinnovo il mio ringraziamento a ONA Onlus e a tutti i presenti per portare oggi all’attenzione della

città le problematiche legate all’inquinamento da amianto che, se è vero che riguardano tutte le

città, lo è ancor più il fatto che si leghino, in particolare, a quelle portuali come la nostra dove sono

presenti e sono stati attivi negli anni ’60 cantieri navali.

Mi auguro che l'incontro di oggi, nel quale ci confronteremo sui dati che riguardano il nostro

territorio, sia anche l'occasione per fare il punto e analizzare, tutti insieme, ognuno con il proprio

specifico contributo, quanto siamo riusciti fin qui a fare e per capire come possiamo intervenire sul

nostro futuro.

Sono convinto infatti che possiamo fare ancora molto, ed è con questo spirito che vi auguro buon

lavoro.

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I lavori della Commissione Lavoro del Senato

Sara Paglini

Senatrice del Movimento 5 Stelle, Segretario della 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale),

Membro della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro;

email: [email protected]

Grazie a tutti per avere dedicato il vostro tempo per questo incontro che vede una tematica così

importante. Ringrazio l’ONA e l’avvocato Ezio Bonanni che ho avuto modo di conoscere e

apprezzare per il lavoro che fa, insieme a tutti gli altri membri dell’Associazione a livello nazionale,

all’interno della Commissione Lavoro del Senato. Dovete sapere che in questo momento nelle

istituzioni si sta parlando d’amianto in modo spero costruttivo. Se ne sta parlando in Commissione

Lavoro del Senato perché sono stati presentati più disegni di legge tra cui il nostro del M5S che

comprende quasi tutte le sfaccettature che si dovrebbero toccare per risolvere veramente questo

problema e altri, ma non solo.

Facendo parte di una commissione speciale, una commissione legata alla salute e al rischio e agli

incidenti del lavoro, sono anche stata contattata, durante i lavori della commissione, da altri esperti

del mondo dell’amianto che hanno fatto presente che questo problema va risolto perché ogni anno

muoiono circa 6000 persone: il che vuole dire che ogni giorno, anche oggi, 15 cittadini italiani

perderanno la vita e la perderanno proprio perché hanno incontrato durante il loro percorso uno dei

killer peggiori che noi possiamo incontrare cioè le fibre d’amianto. Personalmente questa cosa mi

tocca anche in modo diretto in quanto in famiglia ho assistito ad un caso di questo tipo: vi posso

assicurare che vedere una persona spegnersi nell’arco di 6 mesi in un modo così atroce, vedere una

famiglia distrutta nel più profondo non solo nei sentimenti ma anche nelle certezze esistenziali, è

veramente una cosa che lascia senza parole.

Parlando di amianto, che negli anni ‘70 doveva essere il materiale del futuro, ricordo da bambina le

massicce pubblicità per l’amianto, ci troviamo oggi a capire che è il più terribile dei killer. Ieri con

l’amianto qualche imprenditore si è arricchito e oggi per amianto si muore. Si muore forse

doppiamente perché si perde la vita e perché le Istituzione nei massimi livelli non hanno avuto la

giusta attenzione: per questo anche la nostra battaglia che stiamo portando avanti sia alla Camera

che al Senato ha una doppia valenza. Si continua a morire e dicono che il picco sarà nel 2020.

Proprio due giorni fa nella Commissione speciale per la salute e la tutela del lavoro ho incontrato in

audizione l’ex ministro Balduzzi, che si è occupato di salute durante gli anni della legislatura di

Monti. L’ho ascoltato sull’amianto chiedendogli direttamente cosa si è fatto in quei due anni, se si è

datala giusta trasparenza anche della gestione della tematica in quanto sappiamo che purtroppo,

come spesso succede in Italia, quando si tratta di parlare di fondi, di destinare risorse, energie in una

direzione anziché un’altra, i falchi arrivano e arrivano veloci.

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Comunque per la prima volta all’interno delle Istituzioni c’è una forza politica che sta facendo gli

interessi delle persone e questo è il M5S: pertanto noi saremo dei grandi controllori per cui se

qualcosa non andrà come dovrebbe andare voi sarete i primi a saperlo. I primi a saperlo saranno i

cittadini colpiti da questo terribile male. Io immagino che anche qui a Livorno, come in tutte le parti

d’Italia, abbiate dei siti industriali inquinati perché l’amianto è ovunque, nei porti, nei cantieri, nelle

fabbriche, nei vagoni ferroviari. Nelle fabbriche gli operai hanno continuato a respirare questo killer

fuori legge dal 1992 ed ora queste fibre le respiriamo tutti: infatti non è un caso che i decessi non

coinvolgano più soltanto gli operai ma anche i cittadini che non ne sono mai venuti a contatto

diretto ma che ugualmente sono stati esposti proprio perché le fibre volano ovunque.

Andremo, per questo motivo, a capire come poter risolvere il problema dello smaltimento, della

prevenzione, della cura. A Massa Carrara abbiamo una delle più grandi cave dismesse che è stata

trasformata in una discarica di materiali pericolosi in cui ogni giorno, probabilmente, vengono

portate camionate di materiale pericoloso tra cui l’amianto. Anche se questi siti sono fatti a norma

di legge, sappiate che comunque ci sono le famose infiltrazioni quindi i veleni possono entrare nel

terreno e creare anche problemi che non potremo mai immaginare. Pensiamo al problema

dell’arsenico che abbiamo riscontrato nella nostra zona e che abbiamo trovato nell’acqua. Quindi

noi cercheremo davvero di risolvere il problema dell’amianto anche con i consigli di esperti e di

medici che lo stanno studiando da anni, sperando di dare un aiuto a noi e alle generazioni che

verranno.

Da portavoce dei cittadini devo dire che vedere una città amministrata da dei cittadini e non dai

partiti è veramente una cosa bellissima ed è la prima volta che partecipo in maniera ufficiale di una

situazione di questo tipo. Ringrazio tutti e lascio la parola all’avv. Bonanni.

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Il ruolo del legislatore in materia di amianto

Alberto Zolezzi

Deputato del Movimento 5 Stelle, Membro della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici),

Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite

connesse al ciclo dei rifiuti ambientali d esse correlate

email: [email protected]

Ringrazio per l’invito l’Amministrazione Comunale di Livorno, un’amministrazione a 5 Stelle ed è

un grande orgoglio poterlo dire ed esser qui. Ringrazio l’avvocato Ezio Bonanni con il quale si è

creata una rete che chiaramente non è una rete politica bensì di contenuti che mira a migliorare la

normativa relativa a quello che succede alle persone che sono state a contatto con l’amianto e a

migliorare la gestione di questo rifiuto altamente pericoloso. Una rete che sta approfondendo il tema

a 360 gradi tenendo conto che per alcuni in Italia tutto quello che si maneggia deve portare ad un

guadagno, spesso per pochi e a scapito di tanti.

Dalle diapositive che vi mostrerò, vedrete che anche con l’amianto ci sono troppe persone che

hanno lucrato prima facendo lavorare in modo inadeguato le persone nonostante conoscessero i

danni da amianto e che stanno lucrando ora. E’ passato un anno da quando abbiamo organizzato il

convegno alla Camera dei Deputati per fare un punto della situazione e ci ritroviamo ancora ora,

dopo un anno, con aspetti governativi assolutamente irrisolti. Noi siamo riusciti ad andare avanti

con le ricerche e gli studi. Tralasciamo il fatto che è fin dal 1908 che ci sono state le prime sentenze

che dicevano che l’amianto faceva male quindi molto più di un secolo fa. Arriviamo alla legge

257/92 che impone il bando dell’amianto, un bando che è purtroppo formale come hanno fatto

vedere i dati di stampa degli ultimi mesi.

Una delle prime proposte di legge presentate dal M5s riguarda la gestione degli aspetti legati

all'amianto, partendo da quelli previdenziali fino a quelli ambientali e sanitari, ed è a prima firma

del mio collega Federico D'Incà. In questa proposta di legge si affrontano le priorità per evitare di

creare ulteriori danni quindi l'amianto deve essere mappato e deve essere rimosso in particolare dai

luoghi pubblici. E' vergognoso che ci sia ancora amianto in luoghi pubblici e in particolare nei

luoghi dove il rischio è ancora maggiore quindi dove i bambini possono essere esposti all'amianto.

La vergogna è che anche in questa regione come in tutte le altre ci siano scuole dove l'amianto non

è neppure mappato e questa è la priorità. Poi deve essere rimosso dai luoghi di lavoro.

Abbiamo dato delle tempistiche ragionevoli nel senso che ci deve essere una filiera di smaltimento

e di gestione amianto nella massima sicurezza possibile.

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Anche la rimozione deve essere fatta in sicurezza. Purtroppo ci sono ogni anno in Italia 50 persone

che muoiono d'amianto perché cadono dal tetto o da strutture. Siamo ancora a questo livello. Deve

esserci una sostituzione nei prodotti, una evidenza con etichette della presenza di amianto dove

ancora c'è e devono essere riaperti i termini nella richiesta dei benefici previdenziali, ma non

bisogna fare come è stato fatto nella legge di stabilità 2015 dove si sono riaperti i termini per un

solo mese e solo per alcune aziende fallite. Chiaramente si trattava di un provvedimento ad

aziendam che non ha consentito a tutti i lavoratori che purtroppo sono stati esposti di avere questo

diritto previdenziale che in realtà non avrebbe nemmeno bisogno di coperture particolari.

A volte sembra di riscontrare una sorte di sadismo in questo negare i diritti dei lavoratori che prima

sono stati esposti a questo cancerogeno e adesso non hanno nemmeno il diritto ad avere un

riconoscimento previdenziale. Devono essere collocati in pensione i lavoratori a cui si diagnostichi

una patologia asbesto correlata. Se uno sta ancora lavorando e viene fatta la diagnosi deve andare in

pensione tranquillo. La tragedia delle persone malate che devono stare al lavoro per maturare la

pensione è una tragedia che ancora oggi in Italia nel 2015 si presenta. Questa è una delle tante

vergogne del nostro Paese. Ho provato a mettere all'ordine del giorno emendamenti che almeno

introducessero questo provvedimento, ma neppure questo ha sortito effetto alcuno.

Oggi noi non vogliamo fare un discorso che sia un'apologia di qualche gruppo politico, ma

vogliamo semplicemente dire che chi sta governando non ha alcuna sensibilità su questi temi.

Anche il fatto di lasciare a lavorare un ammalato di tumore di amianto è un aspetto sadico ed è una

vergogna. Abbiamo pensato alle forze armate. Sapete l’amianto in questo settore c’è ancora, che è

stato manipolato dalle forze armate molto oltre al 1992 bensì fino alla fine del 2014 cioè fino a

pochi mesi fa. Deve esserci un registro degli esposti, deve essere rimosso anche l'amianto di edifici

privati con una defiscalizzazione. In questi giorni, forse, finalmente, al Senato qualcosina verrà

stanziato anche se si parla di cifre davvero irrisorie. Chiaramente le prestazioni sanitarie devono

essere gratuite.

Io sono pneumologo e riscontro che i trattamenti delle patologie asbesto correlate sono disomogenei

sul territorio italiano. Le linee guida esistono ma vengono applicate anche a seconda delle

possibilità delle strutture. Non ci sono strutture di riferimento per cui ci possono essere trattamenti

completamente discordanti da una città/regione all'altra: in questo modo non si garantisce nemmeno

la migliore assistenza che purtroppo in molti casi si sostanzia esclusivamente di cure palliativa. Non

c'è neppure alcun investimento nella ricerca e nell'evidenziare quali sono le strutture migliori che in

alcuni casi hanno avuto anche approcci chirurgici con buoni risultati: si tratta di alcuni casi, molto

particolari e per questo non bisogna fornire illusioni a nessuno. Ma non c'è neanche alcun

investimento in ricerca e in screening di come vanno questi trattamenti un po' più sperimentali, un

po' più aggressivi: lo stato italiano non garantisce nemmeno il monitoraggio di questi 50 casi

all'anno che vengono operati per un tumore d'amianto e a me sembra che monitorare 50 casi in

follow up non sia un problema di spesa ma che ci siano altri problemi. Deve esserci un piano

sanitario mirato, ci deve essere una sorveglianza epidemiologica.

Sappiamo che l'amianto viene smaltito male ma perché? Perché se lo smaltisco male posso dare

luogo al turismo dell'amianto. L'amianto è uno dei turisti principali d'Italia. Viene portato

dall'azienda dove è stato lavorato prima nella spiaggia più vicina, poi viene trovato nella spiaggia e

allora lo porto sotto alla massicciata ferroviaria del TAV in Val di Susa o tra Brescia e Padova.

Sappiamo che c'è un'Italia parassitata da persone schifose che purtroppo sono anche dentro ai

palazzi della politica compreso quelli del Parlamento e fanno provvedimenti come il decreto legge

numero 1 del 2015, quindi pochi giorni fa, che prevede che si possono buttare rifiuti pericolosi non

trattati sotto le massicciate ferroviarie e sotto alle strade.

Questo è quanto è entrato nella legge, ma difficilmente lo leggerete sui giornali: sono informazioni

che bisogna raccontare.

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L'offerta epidemiologica. Bisogna capire come sta la popolazione. Io vivo a Mantova ma ho

risieduto in Liguria fino a 10 anni fa. Entrato in Parlamento ho potuto avere accesso ad alcuni dati.

Per esempio nella cantieristica navale, che è un settore chiaramente presente anche in Toscana, i

decessi sono stati circa 1000. I decessi erano stati 600 tra il 1993 e il 2008. Decessi solo per il

mesotelioma pleurico che come dice Bonanni, ma non è che lo dica lui bensì gli studi nazionali,

bisogna raddoppiare se non triplicare per il caso dei tumori totali rispetto ai mesoteliomi che sono

purtroppo anche il tumore del polmone direttamente correlabili all'amianto. Ciò vuol dire che in

Liguria circa 2000 lavoratori hanno perso la vita per tumore da amianto e quindi se uno fa il

conteggio di quanti hanno lavorato in quel settore vuol dire che la percentuale era molto elevata.

Tutto il Ministero della Difesa è chiaramente stato pesantemente toccato.

Ieri è stata pubblicata la mia proposta di legge sul referto epidemiologico cioè bisogna avere lo stato

di salute della popolazione. Io devo capire come sta la popolazione, quante sono le malattie rare,

quante sono le malattie asbesto correlate perché in questo stato i dati vengono comunque raccolti. I

cittadini pagano giustamente per avere i dati, per avere i servizi, per avere le schede di dimissione

ospedaliera, per avere le schede ISTAT della mortalità però poi questi dati non vengono pubblicati e

allora io non so bene quante persone muoiono a Livorno per amianto. Non so il confronto rispetto

ad altri città della Toscana, non so il confronto con altre regioni. Questa è una vergogna: i dati ci

sono, noi cittadini già spendiamo i soldi per avere questi dati, e questi dati devono semplicemente

essere processati, aggregati con l'informatica. La nostra proposta di legge prevede proprio di fare

questa aggregazione dei dati. Non abbiamo neanche ipotizzato la copertura finanziaria perché visto

che i danni ambientali sulla salute sono 48 miliardi di euro all'anno, e non milioni, di sicuro con una

aggregazione così in cui si vedono le patologie ambientali e con cui si vede dove fare un po' di

prevenzione molto probabilmente questa aggregazione si coprirà finanziariamente da sola: basta

avere un software, un minimo di personale tra i servizi delle ASL, tra i servizi che hanno i sindaci,

coordinarli con l'Istituto superiore della Sanità e con l'ISTAT che possono validare questi dati.

E tutto questo non spaventa la gente, non spaventa le persone. La gente sa. Purtroppo a Roma ci

dicono: ma noi non possiamo informare troppo le persone. Io credo che sia il minimo essere

informati ma non spaventati né tantomeno terrorizzati. Essere informati penso che sia il minimo

sindacale, l'informazione sta crescendo, la rete sta crescendo. E' giusto che le persone imparino a

maneggiare le informazioni. E' chiaro che in rete si trova di tutto ma avere un dato coordinato

dall'Istituto Superiore della Sanità, dall'Istituto Superiore di Statica è probabilmente un dato con cui

una persona si rende anche conto. Non gli si racconta che ad esempio che nel mio comune ci sono

tanti morti per una cosa, tanti ammalati per un'altra. Tanti cosa vuol dire? Ci sono dati scientifici per

cui se vedo che in un comune ci sono tanti problemi di salute su determinate malattie, cerco di

intervenire. E' una cosa davvero banale per cui speriamo che vada a buon fine.

Il caso della scuola Leonardo Da Vinci: io già nel novembre 2014 ho firmato un'interrogazione su

questa scuola, sul fatto che in questa scuola si diceva di non camminare in maniera vigorosa sui

pavimenti altrimenti si libera l'amianto. La scuola è agibile o no? Cosa significa non poter

camminare in modo pesante? Magari le persone sopra i 50 kg di peso non possono andare a scuola,

se gli insegnanti sono obesi non possono insegnare in questa scuola. Siamo a dei livelli di indecenza

impressionanti.

Ora cercherò di avere la risposta, e in tutti i modi cercherò di sapere perché non bisogna

mascherare. Chiaro che noi non metteremo i nomi di coloro che hanno avuto patologie da amianto

ma abbiamo il diritto di sapere per capire se quella scuola va chiusa e bonificata o se le persone

possono continuare a frequentarla. Sono 2400 le scuole in Italia con amianto, non è solo la Da

Vinci. In quella, però, ci sono anche i cartelli esposti con su scritto: attenzione amianto. Quindi è il

massimo dell'ipocrisia.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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La produzione di amianto in Italia è stata elevatissima fino al 1987 e purtroppo i suoi effetti vanno

ancora avanti. Adesso sono state studiate delle norme per misurare l'amianto nei vari ambienti. In

ambito militare, anche qui in Toscana, in alcuni ambiti dove si fa manutenzione c'è ancora molto

amianto e purtroppo dalle interrogazioni degli articoli di stampa si è visto che nessuno sapeva di

manipolare l'amianto quindi lo facevano senza alcun tipo di prevenzione individuale. Cosa bisogna

fare di questi 40.000 siti in Italia con presenza di amianto, 400 a rischio elevato? Cercare appunto di

ridurre al massimo il rischio. Ci sono 14 regioni che non hanno nemmeno comunicato i dati sulla

presenza di amianto e sul modo in cui lo smaltiscono. Siamo ancora in ritardo gravissimo

sull'amianto. Dai 5.000 ai 6000 morti per questo problema: è impossibile che siamo ancora così

indietro e che le regioni non abbiano nemmeno un sito, nemmeno una discarica adeguata per

gestirlo. La mappatura deve essere fatta meglio.

Noi adesso abbiamo fatto accogliere un ordine del giorno in merito alla frode ambientale da inserire

nel codice ambientale. C'è questa proposta di legge contro i delitti e reati ambientali che è stata

approvata al Senato. Se arriverà alla Camera vedremo di approvarla così com'è perché a mio parere

è un grande passo avanti perché devono essere inseriti nel codice penale alcuni reati ambientali. Il

reato di frode è un reato molto diffuso e molto pericoloso. Perché se definisco che in un materiale

non c'è amianto significa che non c'è ma se dico che non c'è e poi c'è commetto una frode. La frode

di per sé è punita in maniera inadeguata così come è punito in maniera inadeguata il fatto che io

espongo dei dati truffaldini abbassando il numero di fibre che ho misurato in un certo ambiente.

Questo in Italia succede regolarmente. Chi di voi è stato in qualche comitato e ha provato a fare

analisi, sa che è difficile trovare un laboratorio che faccia analisi in maniera onesta perché buona

parte dei laboratori vivono principalmente grazie alle aziende che danno costantemente degli esami

da fare quindi se il laboratorio vuole sopravvivere deve anche mediamente non fornire elementi che

permettano di attaccare le aziende clienti. Purtroppo siamo in Italia e purtroppo non è facile

cambiare questo sistema, quindi la frode, a mio parere, andrebbe penalizzata maggiormente perché

a quel punto forse ci si pensa un attimino prima di falsificare le risultanze delle analisi.

La risoluzione c’è, il testo per buona parte l'ho redatto io, ed è in corso di discussione in

commissione ambiente: auspichiamo che anche i parlamentari di altri schieramenti approvino, visto

che è stata manifestata l'intenzione di approvare buona parte dei punti...e vedremo come andrà. Noi

del Movimento 5 Stelle non è che non vogliamo collaborare con altri parlamentari anzi, se votano le

nostre cose buone o propongono loro cose buone ben venga. Non si scherza né con la salute né con

la società e quant'altro.

Pensate solo che da una gestione oculata dell'amianto, ossia il metterlo a minor rischio, ci

uscirebbero circa 20.000 posti di lavoro in Italia. Visto che si fanno tanti discorsi il lavoro esce

anche da una gestione ben fatta dal governo: abbiamo chiesto che sia fissato il termine del 2020 per

la bonifica di tutti gli edifici pubblici e privati. Abbiamo chiesto che le discariche diventino impianti

di interesse nazionale. Discariche per amianto, intendo. Visto che è stato fatto per gli inceneritori,

facciamolo anche per discariche di amianto per le regioni che le hanno. Per quelle che non hanno le

discariche da amianto sarebbe necessario la avessero. Almeno una discarica per regione la devono

avere perché tutte le regioni in Italia hanno tanto amianto almeno un milione di tonnellate di

amianto per regione, per cui ognuno deve gestirsi il suo.

Perché se inizio questo turismo dell’amianto, spesso ci sono gli illeciti, spesso si va all'estero e si

spendono circa 50 milioni di euro all'anno per portarlo in Germani o Francia. Spesso non ci arriva e

finisce sotto il tappeto di qualche grande opera e il rischio aumenta. La circolazione di questi rifiuti

pericolosi dovrebbe essere ridotta il più possibile anche perché una discarica di amianto, e ripeto

non vuol dire rischio zero ma vuol dire rischio ridotto al minimo, non è così difficile da impiantare.

Page 18: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 9

Deve essere messa in un ambiente che consenta il minimo di dispersione in aria, nel suolo e nelle

acque. Non è che la puoi fare ovunque, vicino ad un fiume che esonda o in zone critiche. Ogni

regione è necessario che torvi un'area per metterci un milione di tonnellate di amianto. Quello che

dico sempre per fare capire l'argomento è che il volume del palazzo di Montecitorio, il Parlamento,

un palazzo abbastanza grande ma non enorme, il volume di Montecitorio corrisponde a quello di un

milione di tonnellate di amianto. Come se il Lazio dovesse avere un volume come quello di

Montecitorio per metterci l'amianto. Questo per farvi capire quanto è grande una discarica. Non è

una cosa enorme che ogni regione dovrebbe avere. Dico sempre che per come viene trattato il

Parlamento forse sarebbe meglio che venisse messo dentro dell'amianto visto che poi le leggi le

scrivono da altre parti.

Torniamo alla risoluzione: noi chiediamo in maniera più chiara la defiscalizzazione in materia

d'amianto che deve essere data alle regioni che hanno un piano di gestione amianto. E' inutile che lo

defiscalizzo se poi quando lo togli non hai nemmeno un sito in sicurezza dove stoccarlo. Se lo metti

in siti temporanei poi non va bene. In caso contrario è meglio che stia dov'è. L'inertizzazione deve

essere fatta con grande serietà. Ci sono molti brevetti in corso. Io e Bonanni abbiamo un po' studiato

alcuni di questi brevetti. Sia io che lui siamo a favore della ricerca ma un conto è fare ricerca e un

conto è commercializzare. Se io sto facendo ricerca vado avanti con la ricerca e quando arrivo ad un

buon livello di sicurezza inizio a proporlo in ambito scientifico. Non che vendo il brevetto a chi

capita perché devo iniziare a guadagnarci qualcosina perché potrei distruggere il lavoro di centinaia

di ricercatori se penso di lucrare su queste cose.

Abbiamo visto delle slide che dicevano: vi farò guadagnare 5000 euro gestendo l'amianto. Cosa??

Mi sembra un po' strano e siamo andati a vedere chi diceva queste cose. Ho fatto personalmente

delle interrogazioni su questo tema. Il blog di Beppe Grillo ha pubblicato anche il risultato

dell'interrogazione. Questo titolo qua: amianto rifiuto che diventa oro è proprio inteso dal fatto che

ci sono persone che stanno cercando di lucrare dall'amianto per trasportarlo a prezzi folli. La

gestione di una tonnellata di amianto va dai 1000 ai 5000 euro. Ci sono anche persone che possono

dire: gestisco l'amianto oppure te lo metto vicino a casa perché ti spaventi e allora mi paghi per

portartelo via. Siamo in Italia e succedono anche queste cose. Anche l'inertizzazione se è fatta in

maniera poco seria e commerciale rischia di essere solo un modo di fare entrare amianto in un

impianto costosissimo e alla fine di tutti questi processi, anche fantasiosi, esce altro amianto. Io,

quindi, ho speso milioni di euro per costruire l'impianto, milioni di euro di energia per altre cose per

trattarlo e se mi esce amianto a me non va bene. Deve uscire materiale inerte ad una cifra adeguata.

L'INERTAM francese presenta dei costi di gestione molto elevati. La politica è anche questa: se

non ho i soldi per smaltirlo a queste tariffe è chiaro che mi conviene avere dei siti di stoccaggio

definitivi. Seguo la ricerca finché non si trovi un metodo che abbia un buon rapporto tra costi e

benefici.

La legge 257/92 impediva di manipolare, di trattare industrialmente l'amianto che abbiamo presente

in Italia e, chiaramente, impediva anche l'importazione. Invece scopriamo dalla stampa che stiamo

ancora importando amianto dall'India e dalla Cina. Ad esempio i thermos. Si è trovato almeno il

modo per scoprire se c'era amianto perché ci deve essere almeno questo bollino. Purtroppo molti

negozi, non per avercela con i cinesi, ma avere dei thermos dove si beve con dentro l'amianto,

sinceramente credo che non me lo sarei aspettato. Queste sono solo una serie di proposte per ridurre

il rischio, per cercare di andare in una direzione. Non io e nemmeno Bonanni risolviamo il

problema dall'oggi al domani ma lavorando con serietà si trovano anche risorse per dare le cifre

previdenziali che assolutamente credo che siano un diritto.

Grazie.

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Page 19: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 10

Amianto nei luoghi di vita e di lavoro:

emergenza sanitaria e tutela legale

Ezio Bonanni

Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto

Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 0773 663593

e-mail: [email protected]

Buongiorno a tutti.

Sarò molto sintetico per non annoiarvi.

Abbiamo già detto che il rischio morbigeno per esposizione all’amianto, che era già stato oggetto

dei risultati della ricerca scientifica, è stato affermato per la prima volta in sede giurisdizionale dal

Tribunale di Torino con la sentenza del 31 ottobre 1906 che poi è stata confermata dalla Corte

d’Appello di Torino nel 1907. In buona sostanza vi era stato uno sciopero di operai dell’amianto ai

quali volevano intensificare i turni di lavoro e le ore di lavoro. Sostanzialmente il giornale “Il

progresso del Canavese e delle valli di Stura” si era schierato a loro favore e fu oggetto di una

denuncia da parte dell’impresa produttrice di amianto, che chiedeva la condanna dell’editore e del

direttore, che sono stati assolti in tutti i gradi di giudizio, in quanto l’amianto era considerato già

all’epoca dannoso per la salute umana.

Come osservò il Tribunale di Torino, “quando la Britisch scrive che si tratta di dibattito privato fra

lei ed i suoi operai, di privato interesse nel quale nessuno ha diritto di intromettersi, erra a partito

… Non vi fu ingiuria … anzitutto perché giusto ed onesto è lo scopo cui il giornale mirava della

difesa cioè degli interessi degli operai e come esso li intendeva; … perché quando accennava alla

pericolosità della lavorazione dell’amianto e alla grave mortalità che colpisce o colpiva in Nole gli

operai che vi sono addetti in confronto di quella che si verifica, fatta le debite proporzioni negli

operai addetti ad altri generi di industria, diceva disgraziatamente il vero …”.

Le stesse tesi furono poi ribadite dalla Corte di Appello di Torino che ha confermato la sentenza

assolutoria, perché il giudizio sulla pericolosità delle polveri di amianto era coerente con i risultati

della ricerca scientifica.

Nella celebre opera De morbis artificium diatriba Bernardino Ramazzini (1633-1714) si dilungò

molto sui disturbi respiratori degli artigiani, dei minatori, dei cavatori di pietra e di altri lavoratori,

evidenziando i pericoli delle polveri. Successivamente in Inghilterra il Dott. Charles Turner

Thackrah (1795-1833), scriveva che “la polvere è il grande flagello delle industrie manifatturiere,

e sia essa farina, fibra animale o vegetale, o prodotta da minerali, pietra, calce, carbone o metalli,

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 11

danneggia gli organi respiratori, in proporzione all’irritazione meccanica agisce sulla membrana

bronchiale”1. Nel 1881 Paolo Mantegazza, accademico, senatore del Regno e membro del

Consiglio Superiore di Sanità, evidenziava come vi fossero “cento, mille polveri professionali, che

devono inspirare moltissimi operai nell’esercizio della loro professione”2, vergando il seguente

invito: gli “industriali vedano di provvedere a che la loro industria non sia una lenta carneficina di

uomini”3.

Già nel 1908, in occasione del XVIII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna tenutosi a

Roma, il Dott. Scarpa del Policlinico Generale di Torino illustrò la pericolosità delle polveri di

amianto, rilevando che coloro che ne avessero contratto le patologie che era in grado di determinare

avevano una bassissima aspettativa di vita4: questi, dopo aver premesso che su 27.000 casi di

tubercolosi, osservati dal 1894 al 1906, solo trenta erano lavoratori dell’industria dell’amianto, mise

in evidenza come 29 dei 30 soggetti, con esposizione ad amianto, presentassero una patologia con

“caratteristiche di una gravità eccezionale con andamento rapido, quasi galoppante”; e concluse:

“… sembrami … giustificato - per lo meno come grido d’allarme - il sospetto che l’industria

dell’amianto costituisca, forse a motivo dello speciale pulviscolo cui dà luogo, una delle

occupazioni più perniciose quanto a predisposizione verso la tubercolosi polmonare, sì che si

impongano speciali misure d’igiene e speciali misure di lavoro per gli operari che vi si adibiscono

… La classe lavoratrice ha bisogno e possibilità di essere tutelata contro le insidie di quello stesso

lavoro a cui chiede il sostentamento, che paga non di rado a prezzo della propria salute e della

propria esistenza”.

Con Regio Decreto 442/1909, le lavorazioni dell’amianto vennero considerate insalubri, e quindi

interdette alle donne e ai bambini.

Nel 1910, si è laureato in medicina all’Università di Torino il Dott. Giorgio Castagnetti con una tesi

su “un caso mortale di asbestosi complicato da tubercolosi”5 e ciò dimostra ancora meglio come i

danni che l’amianto fosse in grado di determinare alla salute umana fossero ben noti fin dall’inizio

del secolo scorso.

La Corte di Cassazione ha rilevato come la salute sia un diritto fondamentale della persona umana e

abbia anche una dimensione sociale e collettiva già con una sentenza del 1936 che poi viene

richiamata dalle sentenze del 1941, con le quali i datori di lavoro vennero condannati a risarcire i

danni subiti dai lavoratori affetti da asbestosi, anche alla luce della legislazione all’epoca in vigore.

Con le due sentenze “gemelle” del 1941, la Corte di Cassazione è intervenuta proprio per definire i

principi di diritto in ordine ai casi di silicosi e asbestosi, e per affermare la responsabilità del datore

di lavoro (Soc. An. Acciaierie Elettriche di Sesto San Giovanni c. Panceri6 e Soc. An. Acciaierie

Elettriche di Sesto San Giovanni c. Carminati7). I lavoratori malati avevano contestato al datore di

lavoro l’omissione a partire dagli anni venti8, dei necessari mezzi preventivi, e hanno ottenuto

l’accoglimento delle domande risarcitorie: “Il datore di lavoro assume la organizzazione ed il

rischio dell’impresa, egli dispone del potere di supremazia, ma ha il dovere di tutelare i lavoratori

e garantirli dai pericoli insiti al lavoro medesimo. La legislazione sociale viene incontro agli

operai con forme assicurative che li garantiscono anche per talune malattie professionali elencate

tassativamente dalla legge. Ma ciò non dispensa i datori di lavoro da usare la dovuta diligenza

nella propria azienda, tanto meno per inconvenienti compresi nella provvidenza assicurativa; che

anzi se invece i datori di lavoro ne prescindano, essi rispondono dei danni a titolo di colpa

contrattuale, la quale consiste appunto nell’inadempimento degli obblighi che dal contratto

1 C. TURNER THACKRAH, The effects of Arts, Trades and Professions on Health and Longevity, 2° ed., London, 1932, 136. 2 P. MANTEGAZZA, Almanacco igienico popolare. Anno decimosesto, 1881. Igiene del lavoro, Milano, 1881, 96. 3 P. MANTEGAZZA, op. cit., 99 4 L. SCARPA, Industria dell’amianto e tubercolosi, in Lavori dei congressi di medicina interna. Diciottesimo Congresso

tenuto in Roma nell’ottobre 1908, a cura di L. LUCATELLO, Roma, 1909, 358-359 5 Cfr. E.C. VIGLIANI, A glance at the early Italian studies on health effects of asbestos, Med. Lav., 82:489-491, 1991. 6 Cass. Civ., Sez. II, 10 marzo 1941, n. 682, in Rep. Foro it., 1941, voce Lavoro (Regolamento individuale di), nn. 315-315, 922-923. 7 Cass. Civ., Sez. II, 10 marzo 1941, n. 686. 8 Il Carminati aveva iniziato la sua attività lavorativa nel 1926. Il Panceri nel 1934. Entrambi erano stati dichiarati inabili al lavoro nel 1939.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 12

derivano ai datori di lavoro”. Quanto all’estensione di questi obblighi, il giudice di legittimità

ritenne di confermare le pronunce di primo grado, secondo le quali “la natura contrattuale della

responsabilità del datore di lavoro, quando egli non faccia tutto quello che la scienza e la tecnica

prescrivono per evitare al lavoratore danni nei limiti del possibile”. Il giudice di legittimità ha

condiviso l’applicazione delle disposizioni del regolamento per l’igiene del lavoro approvato con

regio decreto del 14 aprile 1927 n. 530. Più nello specifico, ciascuna pronuncia impugnata aveva

così approfondito la responsabilità civile delle acciaierie: “Considerò che non essendo stata la

silicosi annoverata dalla legge fra le malattie professionali coperte da assicurazione, il datore di

lavoro ha, sotto pena di propria responsabilità ai sensi degli art. 1218, 1224, 1227 e segg. cod. civ.,

l’obbligo di usare tutte le misure efficaci e precauzionali che scienza e tecnica suggeriscono, e

menzionò i suggerimenti ufficiali dati a riguardo fin dal 1922. Da questa premessa scese all’esame

della specie. Enumerò in che cosa consiste il lavoro di sbavatore, accennando che polvere finissima

di silice si solleva durante tale lavoro; che la scienza ha consigliato e le autorità han portato a

conoscenza dei datori di lavoro la opportunità di servirsi di aspiratori per captare la polvere e di

fornire di maschere protettive il personale.

Affermò che con violazione degli art. 2 e 17 del R.D. 14 aprile 1927 n. 530 nessuna di tali cautele

avevano usato le Acciaierie … Larga indagine fece poi la Corte degli elementi di colpa delle

Acciaierie … Ritenne a riguardo che non erano stati applicati gli aspiratori, né fornite le maschere,

malgrado l’allarme dato dagli scienziati e che le Acciaierie, solo dopo altri giudizi, avevano

introdotto la bagnatura delle forme e del pavimento, mezzi tardivi ed insufficienti. Particolari

considerazioni la Corte spese per dimostrare la prevedibilità di tali malanni nell’esecuzione dei

lavori suddetti”.

Quindi, la Corte di Cassazione aveva confermato già nel 1941, ma per fatti accaduti negli anni ’30,

la responsabilità del datore di lavoro, e quindi affermato il dovere di adottare “tutte le misure

efficaci e precauzionali che scienza e tecnica suggeriscono” (tra cui l’aspirazione delle polveri e

l’imposizione ai lavoratori dell’utilizzo di protezioni individuali) contro polveri indicate dalla

scienza come produttive di malattie9.

Quindi non può essere messo in dubbio che già nel 1941 erano stati affermati i principi di diritto di

tutela della salute, e soprattutto l’obbligo di adempiere alle regole cautelari, specifiche e generiche,

per proteggere i lavoratori dalle polveri nocive tra le quali quelle dell’amianto.

Era in questo clima che maturò la formulazione dell’art. 2087 c.c., che impone l’utilizzo della

migliore tecnologia possibile, e l’organizzazione del lavoro, per tutelare la salute e l’incolumità

psicofisica e la dignità dei prestatori d’opera, le cui norme furono ulteriormente ancorate e poste al

vertice della gerarchia delle fonti negli artt. 2, 35, 36 e 41 II° co. della Costituzione.

Quindi, sostanzialmente, il rischio amianto era riconosciuto dalla giurisprudenza a partire dal 1906

dal legislatore, a partire, addirittura dal 1909 con il Regio Decreto 442 e poi con la tabellazione

dell’asbestosi nel 1943. Pur tuttavia il consumo di amianto negli anni ’40 in Italia si è incrementato

e questo, addirittura, negli anni ’60-70 fino al 1992, quando venne approvata la legge 257/92 che lo

aveva messo al bando, a partire dall’anno dopo.

Ciò nonostante si avesse la prova ormai inconfutabile del nesso causale tra esposizione ad amianto

ed una serie di patologie asbesto correlate tra le quali, oltre all’asbestosi, anche il tumore polmonare

e il mesotelioma.

9 Purtroppo, come riportato in Vayr c. Fiat Avio S.p.A. e altri, Pret. Torino, Sez. Lav., 30 aprile 1998, n. 3308, Pret. Ciocchetti, deve per inciso ricordarsi che le

controversie che diedero poi origine a tali pronunce della Cassazione ebbero un effetto “collaterale” sul piano della responsabilità civile, quello di spingere il legislatore ad

intervenire di tutta fretta, nonostante la guerra che imperversava, per traslare gli oneri economici dei danni da silicosi (ed insieme a questi quelli da asbestosi) dalle imprese

in capo all’INAIL. Ci si riferisce alla già menzionata legge 12 aprile 1943 n. 455 («Estensione dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi

e all’asbestosi»), la quale - in un contesto in cui indennizzo INAIL e r.c. non convivevano se non di rado - fu per l’appunto così preannunciata già nel 1941 da Guido

Gentile: “l’industria dovrebbe auspicare e gradire un provvedimento di questo genere, il quale eliminerebbe d’incanto dall’arengo giudiziario le numerose cause di

responsabilità civile che sono attualmente in corso, il che significherebbe scaricarsi di un onere molto maggiore che non sarebbe quello del pagamento una volta tanto di

tre annualità di contributi”, G. GENTILE, Relazione al Convegno sulla silicosi tenutosi a Torino nel febbraio 1941, in Resp. Civ. Prev., 1941, 38. Giacomo Mottura,

peraltro, riportò come l’anzidetta legge ebbe pure risvolti negativi sulla prevenzione: l’effetto fu quello di “scaricare con l’espediente dell’indennizzo ogni responsabilità,

nel senso che il ‘liquidare’ l’ammalato … tende a sostituire ogni preoccupazione (e spesa) di prevenzione” (G. MOTTURA, L’ammalato per contratto di lavoro

Considerazioni indotte dallo studio delle malattie polmonari da polveri industriali, in Cultura e realtà, 1950, n. 1, 13).

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 13

E’ interessante osservare come negli Stati Uniti ci fosse un decremento di utilizzo d’amianto a

partire dal 1970 mentre in Italia c’era un picco che continuava a salire ed è rimasto tale fino alla

fine quasi degli anni ’80.

Questo è emblematico e dimostra come la lobby dell’amianto sia riuscita ad essere persuasiva e

pervasiva anche nel nostro Paese.

Sempre in somma sintesi, dobbiamo evidenziare come ancora ad oggi la questione amianto

costituisca un dramma per il nostro Paese, e a ragione dell’Europa e dell’intero pianeta, nella misura

in cui ogni anno se ne producono e lavorano ancora due milioni di tonnellate, il che vuol dire che,

nel mondo dell’economia globalizzata, che nazioni come la Cina e l’India, che l’utilizzano per i loro

prodotti che poi esportano anche in Italia, che non siano terminati i nuovi rischi, che si aggiungono

a quelli legati alla presenza di materiali contenenti il minerale, negli ambienti di lavoro e di vita e in

molti casi in discariche irregolari a cielo aperto.

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha valutato la presenza di materiali in amianto compatto per

circa 32 milioni di tonnellate a cui vanno ad aggiungersi alcuni milioni di tonnellate con amianto

friabile, così da raggiungere circa 40 milioni di tonnellate nel nostro Paese.

Il CNR nel 2009 quantificava circa 300.000, forse 380.000 tonnellate di amianto bonificato nel

nostro Paese. Considerando i dati attuali possiamo, come ONA, valutare in 500.000 tonnellate

l’entità della bonifica effettuata a tutt’oggi. Siamo quindi fermi ancora al 2% dell’amianto

utilizzato. Questo da la dimensione del dramma e dell’inadeguatezza del piano nazionale amianto a

suo tempo approvato dal governo Monti e non ancora operativo perché bocciato dalle Regioni.

Qui c’è il punto chiave e fondamentale dell’attività dell’ONA, che ci deriva dall’insegnamento del

nostro prof Giancarlo Ugazio, che avrete modo di sentire successivamente, e cioè della necessità

della prevenzione primaria, che si fonda sulla bonifica che evita le esposizioni, e anche le future

esposizioni di chi lo è già stato e tutela la salute, secondo quanto sancito dall’art. 32 della

Costituzione, secondo il principio dell’equivalenza tra ambiente inquinato-patologia e ambiente

salubre-benessere psicofisico. La vera prevenzione non è quella della diagnosi precoce, che semmai

si può chiamare prevenzione secondaria, ma è quella di evitare ogni forma di esposizione ad agenti

patogeni e cancerogeni. Naturalmente, poi, il prof Ugazio avrà modo di meglio illustrare, anche dal

punto di vista scientifico, questo fondamentale principio che io ho soltanto enunciato in forma

sintetica e riassuntiva.

Quindi la prevenzione primaria è il perno su cui si deve articolare l’azione delle istituzioni, delle

associazioni, dei cittadini, e degli ordini professionali, che dovrebbero agire in sinergia per

affrontare e risolvere questo problema da cui deriva il dramma e la tragedia di migliaia e migliaia di

cittadini e famiglie, fermo restando che anche la prevenzione secondaria è importante, perché

permette l’intervento tempestivo dei sanitari, che può essere risolutivo, o quantomeno aumentare le

aspettative di una vita più dignitosa e degna di essere chiamata tale, così come la prevenzione

terziaria, attraverso le indagini epidemiologiche che fanno emergere la gravità del problema e

quindi la necessità dell’intervento, per la bonifica, la ricerca scientifica, l’organizzazione di strutture

cliniche, sempre più qualificate, e di interdizione delle condotte dannose e pericolose e di

risarcimento dei danni, in una logica in cui le tre macroaree di intervento debbono considerarsi nella

loro circolarità.

Il piano nazionale del governo Monti non può essere pertanto condiviso dall’ONA, in quanto

prevede unicamente e solamente l’incentivazione alla presa di coscienza, degli sportelli informativi,

la fine della mappatura, ancora in corso dopo 22 anni, e di studiare una soluzione, mentre qui il

bollettino di guerra a cui assistiamo giorno dopo giorno impone una mobilitazione di tutte le forze

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 14

del Paese, che parta soprattutto dal basso e cioè dai cittadini e dalle associazioni, e dalle istituzioni

territoriali e dagli ordini professionali, con progetti di recupero ambientale e ammodernamento

strutturale, capaci di trasformare il problema in una risorsa nei termini che illustrati dal Generale

Giampiero Cardillo.

Intanto, mentre il Governo è fermo, molti altri cittadini e lavoratori rimangono esposti all’amianto,

le cui fibre, attraverso il torrente sanguigno e per contiguità, invadono tutto l’organismo umano, e

oltre a cagionare alle classiche patologie, tra cui l’asbestosi, i mesoteliomi, il tumore polmonare, il

tumore alle ovaie, e agli altri organi delle vie respiratorie, adiuvano l’insorgenza di tutte le altre

patologie neoplastiche, e agiscono in sinergia con gli altri cancerogeni, potenziandone gli effetti.

I dati impietosi sono sotto gli occhi di tutti.

Il Registro Nazionale Mesoteliomi riporta censiti 1422 casi per l’anno 2008 e 1463 casi per l’anno

2007, e molti non vi sono registrati, in quanto in Molise e nella provincia di Bolzano il registro non

è operativo, e in molti casi il mesotelioma non viene diagnosticato come tale.

Riteniamo pertanto che ci siano almeno 2000 casi di mesotelioma ogni anno e facendo una stima

prudenziale di 1500 morti l’anno, e tenendo presente che il tumore al polmone ne causa almeno il

doppio, ecco che la stima di 5000 morti l’anno per esposizione ad amianto, solo in Italia, non è

peregrina.

Nel piano nazionale amianto del governo Monti si fa riferimento ad una stima tra gli 800 e i 1000

decessi l’anno per mesotelioma pleurico. Il dato è giusto ma è fuorviante nel senso che ci sono gli

altri tipi di mesotelioma per cui considerando tutti gli altri tipi di mesotelioma si arriva a quasi

1500. Quindi non è condivisibile e sottovaluta il problema affermare che in Italia c’è una epidemia

per “800-1000 morti per mesotelioma pleurico” (piano nazionale amianto governo Monti), poiché

occorreva fotografare integralmente il quadro e tener conto di tutti gli altri mesoteliomi, dei tumori

polmonari, degli altri tumori dell’apparato respiratorio, di tutti i tumori dell’apparato

gastrointestinale, dei tumori delle ovaie e delle asbestosi e di ogni altra patologia causata

dall’amianto.

Ci sono alcuni documenti emblematici che dimostrano l’operatività nel nostro Paese di una lobby

dell’amianto, cui fa riferimento anche la sentenza eternit, sia in primo che in secondo grado, e che

trova ulteriore riscontro nella giurisprudenza della sezione lavoro del Tribunale di Torino, Giudice

Dott. Ciocchetti.

Stephan Schmidheiny ha raccontato in un suo libro che il padre fosse letteralmente infuriato con il

Prof. Selikoff per i risultati della conferenza internazionale che tenutasi nel 1964 a New York, nel

corso della quale vennero universalmente e unanimemente accettate le sue conclusioni tra

esposizione ad amianto e insorgenza del mesotelioma, e la definitiva affermazione del minerale

come cancerogeno.

Stephan Schmidheiny ordinò che il Prof. Selikoff fosse ignorato e se citato fosse fortemente

contrastato, e che dovesse essere posta in atto una strategia difensiva, alla quale dovessero

partecipare tutti i grandi produttori di amianto, quella che il Prof. Ugazio chiama “la congiura del

silenzio”.

Ci sono precise responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli non solo per il ritardo con il quale

venne approvata la legge 257/92, che peraltro non imponeva l’immediata bonifica, ma soprattutto

per la mancata applicazione delle leggi, pur esistenti, che rimasero lettera morta, sostanzialmente

inapplicate, mentre si faceva mattanza di lavoratori e cittadini, impegnati nella lavorazione

dell’amianto e di cui, giorno dopo giorno, veniva firmata la condanna a morte senza che ne avessero

consapevolezza, le cui vite potevano e dovevano essere salvate, attraverso un’organizzazione del

lavoro e misure di prevenzione tecnica e protezione individuale, che potevano se non evitare,

quantomeno ridurre, l’esposizione, e quindi ciò si sarebbe tradotto in un minor numero di patologie,

e maggiori tempi di latenza, e più chance di sopravvivenza per coloro che si fossero ammalati.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 15

Inutile dire che non può essere condiviso quel provvedimento di indulto varato dal governo Prodi, e

che venne esteso anche ai casi di malattie professionali e infortuni sul lavoro, per i quali non vi era

alcuna necessità, in quanto non vi erano persone in carcere in seguito alla condanna per questi reati.

Cerco di essere il più sintetico possibile, il piano nazionale amianto del governo Monti si propone di

terminare la mappatura che è in corso da 22 anni, di sensibilizzare e informare sul danno che

l’amianto induce sull’organismo umano, di studiare il problema amianto per cercare una soluzione,

di utilizzare soltanto le discariche per quanto riguarda la bonifica e lo smaltimento con una

sottovalutazione, quindi, del problema amianto e dell’epidemia in corso e la limitazione di questo

problema è solo sui siti Eternit e anche Fibronit di Broni, però, in sostanza, con un’attenzione al

solo sito Eternit di Casale Monferrato. Questo naturalmente non può essere accettato perché

l’epidemia è in corso su tutto il territorio nazionale.

Tant’è vero che nello stesso piano nazionale amianto si fa riferimento ad una task force per quanto

riguarda il fatto che Stephan Schmidheiny non adempie all’obbligo di risarcire i danni subiti dalle

vittime, ma non vi è alcuna preoccupazione per il fatto che debbano essere risarcite tutte le vittime,

anche quelle per cui vi è stato il fallimento delle società datrici di lavoro.

In somma sintesi: le direttrici sono quelle della prevenzione primaria, decontaminazione dei luoghi

di vita e di lavoro con la bonifica ma, naturalmente, attraverso un piano pluriennale nazionale di

modernizzazione infrastrutturale di rilancio industriale, con la detrazione fiscale delle spese,

l’utilizzo dei fondi strutturali europei, con i finanziamenti della Cassa deposito e prestiti. Questi

ultimi se forniti ad imprenditori privati devono essere restituiti e ciò per evitare che si aggravi il

bilancio pubblico e che quindi il tutto gravi sulle tasche degli italiani.

Lo Stato, le cui imprese sono state le prime ad utilizzare l’amianto, dovrebbe essere sempre meno

un soggetto imprenditore perché dove lo Stato ha fatto l’imprenditore spesso ha sperperato denaro

pubblico. Lo Stato dovrebbe normare sull’economia in modo che ci siano regole certe e precise che

siano uguali per tutti e cioè che ci siano dei veri imprenditori e non dei finti imprenditori che in

qualche modo siano sempre un tutt’uno con la politica e, quindi, l’intervento dello Stato soltanto per

evitare le distorsioni e per fini sociali valorizzando, come diceva il Gen. Cardillo, le autonomie

locali e la sussidiarietà, e quindi si deve partire dal basso, così come è stabilito nel piano nazionale

amianto dell’ONA ONLUS.

Il piano nazionale amianto dell’ONA non è calato dall’alto, parte dal basso attraverso la

valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà, attraverso la mobilitazione delle

associazioni e dei comitati e quindi di tutte le forze della Nazione. Prevenzione secondaria quindi

ricerca scientifica, valorizzazione delle esperienze e dei risultati conseguiti anche nel nostro Paese,

sorveglianza sanitaria per la diagnosi precoce, istituzione di una cabina di regia unica quindi ci deve

essere un’unica autorità non una sovrapposizione e anche quel complesso di norme va disboscato,

va creata un’unica autorità, un Testo Unico in materia di amianto, un’unica autorità in

collaborazione anche con la Magistratura, anche con gli uffici del Pubblico Ministero. Andrebbe

creato un ufficio ad hoc con repressione del fenomeno criminale legato alle discariche, e quindi

un’unica cabina di regia, coordinata dalla Magistratura, e con il supporto delle Forze dell’Ordine, e

con la possibilità di utilizzare le Forze Armate, per reprimere il crimine ambientale e per il controllo

del territorio, e per poi passare alla fase della riqualificazione del territorio e la valorizzazione del

patrimonio storico, artistico e culturale, e una nuova organizzazione infrastrutturale e tecnico

produttiva, e quindi con l’ammodernamento di tutta l’organizzazione produttiva e istituzionale.

Voglio essere più sintetico e mi avvio a concludere quindi: indagini epidemiologiche serie riferite a

tutte le patologie, un registro degli esposti, un aggiornamento delle tabelle INAIL, poi il Prof.

Ugazio potrà dire di più su questo, tutte le patologie asbesto correlate debbono essere indennizzate,

la istituzione di una Procura Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro in coordinamento e con

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 16

l’utilizzazione quindi di carabinieri, polizia e anche dell’esercito se necessario, una riforma

legislativa, in modo particolare il limite di soglia dell’esposizione all’amianto, abbiamo un limite di

100 fibre/litro che è assolutamente non condivisibile, abrogazione del termine di decadenza per i

benefici contributivi per esposizione all’amianto che è stato inserito alla data del 15 giugno 2005

(non per tutti ma per la maggior parte), il pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie

asbesto correlate, anche qualora non abbiano ancora maturato l’età pensionabile. Mi riferisco a dei

casi di mesotelioma avvenuti anche recentemente dove l’INAIL non ha riconosciuto la patologia

asbesto correlata e quindi il lavoratore ha dovuto ricorrere al Giudice del lavoro, ma nel frattempo è

deceduto, poiché si ha necessità di uno stipendio per vivere e quindi i malati debbono continuare a

lavorare pur malati, se l’ente non riconosce l’origine professionale della patologia, e se l’INPS

ritiene che non si sia raggiunto il grado invalidante per la pensione di inabilità.

Questi casi sono a centinaia quindi si dovrebbe intervenire, in questi casi, per proteggere queste

persone doppiamente sfortunate.

Questa è la sintesi, non mi voglio prolungare oltre, per non sottrarre troppo tempo agli interventi

degli altri relatori, e di coloro che vorranno prendere la parola, e ringrazio tutti per la loro

partecipazione e attenzione e per il sostegno che vorranno continuare ad accordare alla nostra

Associazione.

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La Scuola “Leonardo da Vinci” di Firenze

Saverio Rossi, Luciano Macrì, Antonella Franchi

Avv. Saverio Rossi del Foro di Firenze,

Signora Antonella Franchi del Comitato Genitori Alunni Esposti ad Amianto,

Luciano Macrì, docente presso l’IIS Leonardo da Vinci di Firenze.

L’amianto politico non è cancerogeno?

Mi presento: sono Luciano Macrì, docente di Scienze presso l’IIS Leonardo da Vinci di Firenze,

nonché Sindacalista della Federazione Lavoratori Pubblico Impiego (F.L.P.).

SCUOLE D’AMIANTO, un argomento così tanto sconosciuto che Wikipedia (versione italiana) alla

voce “amianto nelle scuole” riporta un vuoto e ci invita a scrivere sull’argomento.

Anche questo ci dovrebbe far capire che c’è qualcosa che non quadra.

Nel corso degli anni 60/70 furono, come ben sappiamo, costruiti numerosissimi edifici pubblici, case

popolari, scuole, impiegando amianto sia nella realizzazione di pareti che nelle coperture, e certi

Comuni, come quelli nel comprensorio dell’Amiata, quasi intimavano anche ai privati di utilizzare

questo micidiale materiale.

La pericolosità dell’amianto era nota già in tempi remoti, ma l’Italia come al solito arrivava in

ritardo. E’ del 1992 la legge che ne regolamenta l’impiego.

Legge 27 marzo 1992 n. 257

Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto

Testo coordinato con le modifiche apportate dalla Legge 4 agosto 1993 n.271 Capo I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 - Finalità

1. La presente legge concerne l'estrazione, l'importazione, la lavorazione, l'utilizzazione, la

commercializzazione, il trattamento e lo smaltimento, nel territorio nazionale, nonché

l'esportazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono, per la realizzazione di misure di

decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall'inquinamento da amianto, per la

ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi e alla riconversione produttiva e

per il controllo sull'inquinamento da amianto. 2. A decorrere da trecentosessantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente

legge sono vietate l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la

produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto, ivi compresi

quelli di cui alle lettere c) e g) della tabella allegata alla presente legge, salvo i diversi

termini previsti per lacessazione della produzione e della commercializzazione dei prodotti di

cui alla medesima tabella.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 18

Seguono altri 13 articoli che indicano in maniera precisa tutta la procedura da seguire per la totale

eliminazione dell’amianto.

Nel 1992 la Prima Repubblica è saltata e siamo entrati, mi pare, in un ventennio di CAOS con una

unica idea precisa: non spendere soldi in alcuni settori, tra i quali la scuola, la sanità e l’ambiente, e

tutto questo in nome di una spending review che di fatto è iniziata proprio in questo periodo.

E’ in questi anni che cade l’attenzione per il sociale e per l’ambiente, proprio quando, in nome di una

nuova Seconda Repubblica, ci si sarebbe dovuti dedicare alla ricostruzione di una terra martoriata da

amianto e da industrie inquinanti che avevano lasciato il segno in tutta Italia.

Poi piano piano è entrato tutto nel dimenticatoio; per contro la spesa per il sociale, per la scuola e per

l’ambiente è andata via via diminuendo.

Le scuole in amianto in Italia sono tantissime (circa 2400), ma non si riesce ad avere

documentazione certa anche se, ovviamente, dovrebbe esistere un censimento delle medesime.

Gli insegnanti ed il personale ATA degli istituti in amianto conoscono benissimo la situazione delle

loro scuole. Nessuno, o pochissimi, se ne preoccupa poiché gira la leggenda metropolitana che

L’AMIANTO, SE NON LO TOCCHI, NON E’ PERICOLOSO, al massimo provoca “un solo tipo

di tumore”, il mesotelioma, che comunque è “rarissimo”. Le bugie, sappiamo bene, se ripetute più

volte diventano più vere della realtà e anche chi le dice finisce per crederci.

La situazione nelle scuole è drasticamente peggiorata da quando il Ministero della Pubblica

Istruzione, modificato poi in Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), ha istituito

l’autonomia scolastica: di fatto ogni scuola è un piccolo “ente”, qualcosa di simile ad un Comune, ma

dotato di poteri quasi assoluti e poco limitato da Sindacati, Consiglio di Istituto e Collegio Docenti.

L’autonomia consente quindi un esercizio di potere quasi assoluto da parte dei Presidi, nel frattempo

trasformati in Dirigenti Scolastici ed equiparati a dei Manager che spesso non ne hanno la stoffa, ma

si affidano solo ai loro poteri. Le uniche cose che non competono ai Dirigenti scolastici sono la

manutenzione delle strutture e le strutture stesse; è per questo che, nel caso di presenza di amianto, i

Dirigenti Scolastici non si pronunciano e per non perdere il loro lavoro, accettano qualsiasi

compromesso (scuole in amianto, strutture fatiscenti e così via). Il dirigente scolastico, in Italia, è un dirigente pubblico preposto al vertice di una istituzione

scolastica autonoma.

Fino al 1998 la figura del capo d'istituto era suddivisa nei ruoli di preside, preposto a

dirigere scuole secondarie di primo o secondo grado, e di direttore didattico, posto al vertice

delle scuole primarie. A seguito della legge sull'autonomia scolastica (L 59/97 art.21, DPR

275/99), e dell'attribuzione della qualifica dirigenziale (Dlgs 59/98), le due figure si sono

accorpate in quella unica di dirigente scolastico. Le autonomie scolastiche sono 8.639 (dati

Miur per l'a.s. 2013-2014), tuttavia, a seguito dei nuovi parametri sull'assegnazione dei

dirigenti e dei direttori amministrativi, solo le istituzioni scolastiche con un numero di studenti

superiore a 600 (ridotto a 400 per le scuole site in comunità montane o piccole isole) possono

vedersi assegnare vertici titolari: gli istituti sottodimensionati verranno assegnati a dirigenti e

direttori reggenti, già titolari in un'altra istituzione. Le istituzioni scolastiche

sottodimensionate sono pari a 590 pertanto la dotazione organica dirigenziale risulta di 8.193

unità complessive per l'a.s. 2013/2014.

Il Dirigente Scolastico, in materia di sicurezza, assume il ruolo e i compiti che la legge

assegna al datore del lavoro. Tuttavia non può intervenire direttamente, con interventi

strutturali, sugli edifici, in quanto questi rimangono di competenza degli Enti Locali. Il

Dirigente Scolastico è membro di diritto nel C.d.I. (Consiglio d'Istituto) ed è il Presidente

della Giunta Esecutiva del Consiglio d'Istituto, del Collegio dei Docenti, dei Consigli di

Classe, del comitato per la valutazione del servizio dei docenti.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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Reclutamento

I dirigenti scolastici attualmente sono reclutati dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite

concorso pubblico svolto a livello regionale. Requisiti per l'accesso sono il possesso di Laurea

magistrale e l'effettivo servizio in ruolo per almeno 5 anni nella funzione docente. In base al

DL 104/2013 i dirigenti scolastici saranno reclutati mediante corso-concorso presso la Scuola

Nazionale dell'Amministrazione.

Funzioni e ruolo

Il dirigente scolastico, inquadrato nella dirigenza dello stato (Area V della Dirigenza), è

(decreto legislativo n. 165/01, art.25) "responsabile della gestione delle risorse finanziarie e

strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali

scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di

valorizzazione delle risorse umane. In particolare il Dirigente Scolastico organizza l'attività

scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia ed è il titolare delle relazioni sindacali".

Il "Preside", prima quasi primus inter pares, trasformato in Dirigente Scolastico con

l'autonomia scolastica concessa negli ultimi anni, ha ricevuto maggiori responsabilità e

soprattutto una veste nuova.

Il dirigente controlla le risorse finanziarie concesse dallo Stato alla scuola a lui affidata, e

deve fare periodicamente resoconto del bilancio al Consiglio d'Istituto. È sua la firma sotto

ogni circolare o documento emesso dalla scuola, e di conseguenza è anche sua la

responsabilità su ciò che i documenti dicono. In sostanza, col tempo sta avendo sempre più le

funzioni di un normale dirigente d'azienda.

Aver inquadrato esattamente cosa è diventata la scuola adesso, non è un esercizio accademico inutile,

ci permette di capire cosa succede in FABBRICA (la scuola) e quali sono le dinamiche fra i

“lavoratori della conoscenza”, termine con il quale alcuni definiscono gli insegnanti.

Dal 1998 siamo entrati, come dice la legge, in una situazione di FABBRICA, una fabbrica non

moderna e allineata ai tempi, ma obsoleta. Se il Dirigente è illuminato, ovvero se è più Preside che

Dirigente, avremo una situazione più spostata verso la scuola tradizionale, altrimenti si sfocia verso la

fabbrica (nel senso negativo del termine). La situazione attuale non è idilliaca e in alcuni casi mi

sembra che le scuole siano paragonabili ad una vecchia fabbrica dei paesi dell’est, come ad esempio la

Tesla di Praga, che era di proprietà Philips e dopo la guerra fu nazionalizzata. Nel 2004 visitai la

fabbrica Tesla rimanendo colpito dal fatto che i padiglioni e la struttura erano rimasti quelli della sua

fondazione, ridotti in uno stato pietoso di abbandono, mentre la fabbrica era ancora in funzione.

Questa è spesso la situazione delle nostre scuole: se le strutture sono state costruite in epoca

antecedente la “follia amianto” possono essere fatiscenti, ma “belle”; quando sono in amianto sono

fatiscenti, brutte e di una pericolosità estrema.

In ogni città italiana sono ancora aperte moltissime strutture in amianto e solo poche vengono buttate

giù e ricostruite: questo è semplicemente inaudito. Il motivo addotto è sempre il solito: non ci sono

soldi. Troppo poco come giustificazione. E pensare che l’attuale Governo parla di Bella Scuola.

Dopo gli anni 90 si iniziò a non parlare più dell’amianto e cominciò a circolare la novellina, già

ricordata che l’amianto se non lo tocchi non fa nulla. Eravamo già in crisi (SME, prelievo forzoso di

Amato, eccetera) e così ci siamo dimenticati del killer sempre in agguato.

Le scuole con l’amianto nel frattempo hanno continuato a mietere vittime, o almeno crediamo che sia

successo così: quanti colleghi, appena andati in pensione, ci hanno lasciato …

Quando muore una persona colpita da un tumore i familiari cadono in uno stato di prostrazione totale

e non pensano più a nulla. Pochi pensano al certificato di morte, nessuno pensa al Referto

Epidemiologico da cui evincere la causa della morte. Se a questo si aggiunge che, secondo alcune

fonti da verificare, spesso il certificato di morte reca scritto ARRESTO CARDIACO, la storia finisce

lì.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 20

Anche gli insegnanti, dal canto loro, non difendono i propri diritti, forse perché i Dirigenti scolastici

esercitano il loro potere con il pugno di ferro al quale diventa difficile opporsi.

A Firenze la situazione relativa alle scuole in amianto è catastrofica; siamo a conoscenza di ben 4

istituti di istruzione superiore che andrebbero abbattuti: l’Antonio Meucci, il Galileo Galilei, la

Sassetti Peruzzi, il Buontalenti, il Niccolò Rodolico.

Tra questi non ho menzionato il Biennio dell’Istituto Tecnico Industriale Leonardo da Vinci, scuola

dove ho studiato e insegno tuttora da 31 anni. Nella mia scuola fin dalla fine degli anni 90 alcuni

insegnanti si sono occupati dell’amianto arrivando persino nel 1997 ad una “determina di chiusura” da

parte della ASL, con indicazione di costruzione di un nuovo plesso. Dal 1998 il Biennio è però

rimasto aperto e così siamo arrivati fino al 2005, anno in cui fu chiuso in attesa della costruzione di un

nuovo edificio. Nel 2007, in occasione del passaggio della scuola da gestione comunale a gestione

statale, il nuovo Dirigente riaprì il Biennio in base a criteri e permessi che rimangono ancora un

mistero tutto da chiarire.

Dal 1998 in poi le rassicurazioni da parte della Dirigenza, peraltro in maggior parte verbali,

puntavano sul fatto che l’amianto non è pericoloso, basta lasciarlo stare!...tant’è che nelle aule sono

stati affissi dei comunicati dove si raccomanda ai ragazzi di non correre, di non saltare (ma che deve

fare un ragazzo di 14/15 anni?), di non urtare le pareti, di non fare fori nelle medesime …

Contemporaneamente la Presidenza aveva provveduto ad eseguire periodicamente delle analisi

concernenti la rilevazione delle fibre di asbesto nell’aria in periodi durante i quali la scuola non era

in attività. Tali misurazioni non sono mai state prese in carico dalle competenti autorità sanitarie.

Negli ultimi 3 anni il sottoscritto insieme al collega professor Massimo Rossi, in qualità di sindacalisti

della Federazione Lavoratori del Pubblico Impiego che da anni si occupa dell’amianto e delle sostanze

cancerogene in uso nelle scuole e negli ambienti di lavoro, abbiamo sollecitato a più riprese con

lettere scritte e protocollate la risoluzione del problema amianto, ricevendo in cambio pochissime

evasive risposte. Della questione Biennio ITI se ne stanno occupando in Consiglio Comunale a

Firenze alcuni consiglieri di opposizione a cui, per fortuna, stanno molto a cuore le problematiche

ambientali e di salute dei cittadini. Se la situazione all’ITI Da Vinci è perlomeno conosciuta e

denunciata da anni, nelle altre scuole in amianto, spesso non esiste tanta sensibilità da parte degli

insegnanti tanto da non rendersi conto che stanno lavorando in strutture pericolose, in molti casi la

Presidenza assicura che non esiste nessun problema. Ripetiamo che le scuole in amianto in Italia

sono circa 2.400.

Stiamo vivendo da anni in un “cloud politico” dove il POTERE COSTITUITO ha in mano

saldamente l’informazione, quella che gira, che tutti vedono, e dobbiamo dire che la cultura di base e

quella scientifica, nel nostro paese, sono veramente ad un livello bassissimo. Persino le trasmissioni

di Quark, infatti, non tirano più.

Per concludere vorrei dire che è semplicemente incredibile il trend che il nostro paese ha intrapreso:

hanno una risposta domande come “Abbiamo assistito ad una importazione clandestina di amianto

dall’India?”, oppure “La nostra Toscana è crivellata da Centrali Geotermiche che seminano la morte?”

Tali centrali geotermiche inquinano così tanto che non sarebbero permessi nei paesi del terzo o

quarto mondo. E l’acqua incanalata in tubi in amianto (definiti non pericolosi)?”

Vediamo siti inquinati in ogni dove, senza che nessuno se ne occupi.

Esiste dunque un comun denominatore fra tutti questi killer e i relativi problemi connessi?

E allora ben vengano i Comitati, i Movimenti, le Liste Civiche, i Sindacati autonomi che stanno

risvegliando una coscienza ambientale e sociale che attualmente è anestetizzata.

E non dobbiamo scordarci del prof. Giancarlo Ugazio e dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto,

ben presente sul web.

E’ chiaro che non rimane altro che fare intensa opera di divulgazione per poter arrivare alla scuola dei

nostri figli che sia AMIANTO FREE, nonostante la POLITICA. Altrimenti se non abbiamo i soldi

per costruirle nuove chiudiamole, oppure facciamo i doppi turni o utilizziamo le vecchie caserme.

Di seguito alcune illustrazioni tratte dalle pubblicazioni del professor Giancarlo Ugazio.

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Vie d’ingresso asbesto nell’organismo

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Localizzazione patologie da asbesto

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La latenza delle malattie asbesto correlate ai fini

dell’individuazione dei titolari delle posizioni di garanzia:

il caso del Sig. Romano Posarelli

Isabella Sardella

Avvocato del Foro di Pisa – Via Renato Fucini, 49 – 56127 Pisa (PI)

Tel. 050598036 – Email: [email protected]

Questo mio breve intervento tre spunto dal caso del Sig. Romano Posarelli, deceduto nel novembre

2010 per adenomacarcinoma polmonare, dovuto all’esposizione all’amianto nel periodo in cui lo

stesso aveva lavorato presso lo stabilimento Solvay di Rosignano (1974 – 1993), svolgendo la

mansione di tubista saldatore, presso il Reparto Calderai dello stabilimento e, solo a partire dal

luglio 1979 fino all’epoca del pensionamento (1993), come addetto alla vigilanza / guardia giurata.

Il caso del Sig. Posarelli ci interessa per esaminare le problematiche connesse al manifestarsi della

malattia dopo decenni dall’avvenuta esposizione, ai fini dell’individuazione dei responsabili, quali

titolari delle posizioni di garanzia, ovvero le persone gravate dell’obbligo giuridico di impedire che,

durante il ciclo produttivo, si verifichino eventi dannosi o pericolosi per la salute: solo questi

soggetti, infatti, avrebbero potuto, nel corso degli anni, adottare le misure cautelari idonee ad

impedire che insorgessero le malattie.

In particolare, nel caso che del Posarelli, la patologia tumorale si è manifestata nel settembre 2010,

già in fase avanzata e lo ha condotto al decesso dopo solo due mesi.

A seguito della denuncia presentata dai familiari nell’anno 2010, si è aperto il processo penale,

tutt’ora pendente, in fase di dibattimento dinanzi al Tribunale di Livorno, che vede quale unico

imputato l’Ing. Piero De Gaudenzi - che ha ricoperto l’incarico di direttore dello stabilimento dal

1975 fino al 1982 - per i reati di cui “agli artt. 589, 113 c.p. in relazione all’art. 21 DPR 303/56

“perché quale direttore dello stabilimento, per colpa consistita in negligenza, imprudenza,

imperizia, nonché inosservanza dell’art. 21 DPR 303, non adottando mezzi di protezione

individuale ed in particolare mascherine per lo svolgimento della mansione di tubista all’interno

del reparto officina Calderai e comunque non controllando che MP fossero effettivamente utilizzati,

nonché omettendo di informare i lavoratori sul rischio specifico dell’esposizione ad amianto di R.P.

che, quale dipendente della Solvay con mansioni di tubista dal 74 al 79, intervenendo su tubi

coibentati con preliminare rimozione dei coibenti e conseguente notevole diffusione di fibre di

amianto in aria veniva esposto a massicce fibre di amianto”.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 27

L’eventualità emersa nel corso del dibattimento, che ritengo in linea generale rappresenti un rischio

concreto per buona parte dei procedimenti penali in materia di lesioni gravi o gravissime o decesso

dovuto a malattie asbesto correlate per esposizione all’amianto, riguarda la sospensione del

processo per sopravvenuta incapacità dell’imputato, ormai 94enne, a partecipare in modo cosciente

e consapevole al processo, secondo quanto disposto dall’art. 71 c.p.p..

Su richiesta della difesa, è stata disposto accertamento peritale ex art. 70 c.p.p. che ha confermato

l’incapacità dell’imputato di partecipare al processo per un diagnosticato disturbo della memoria

all’interno di un quadro di demenza tipo Alzheimer non complicata di grado moderato; conclusioni

contestate dal nostro CTP che, al contrario, ha evidenziato come le condizioni del De Gaudenzi

rappresentino uno stato di “vecchiezza fisiologica” che non altera la sua capacità di intendere e

volere e quindi di presenziare utilmente al processo.

Il CTP delle parti civili ha evidenziato, infatti, che tale dato obiettivo deve tener conto

necessariamente del dato cronologico e dell’esistenza di normali, inevitabili fenomeni involutivi

dell’età senile; altrimenti, osserva il CTP che, la conseguenza paradossale comporterebbe che tutti i

soggetti di una certa età sarebbero per legge o da prosciogliere per vizio di mente o da ritenere

incapaci e circonvenibili.

Il problema dell’accertamento della capacità processuale dell’imputato a partecipare al processo è

stato affrontato dalla giurisprudenza di legittimità che, a più riprese, ha affermato che la presenza di

una situazione patologica cronica e legata all’età imputato, come è nel caso del De Gaudenzi, ove

non sia tale da impedirne la presenza in udienza o la sua partecipazione consapevole al

procedimento, non costituisce legittima causa di sospensione del processo, né il rinvio dello stesso

(Cass. Penale, sez. III, 3.11.2011 n. 1371). Infatti, sempre secondo l’orientamento della Suprema

Corte, per valutare la capacità processuale, non si deve considerare la presenza della malattia tout

court ma l’espressione quantitativa della stessa; infatti, per poter stare in giudizio non è richiesta

l’assenza totale di malattia ma è sufficiente quel minimo di capacità per utilmente partecipare al

dibattimento: l’infermità mentale deve essere talmente grave da escludere la sua totale capacità di

porsi nel procedimento (Cass. pen., Sez. I, 12.7.1985).

A seguito di detto accertamento peritale, il Giudice del dibattimento ha disposto la sospensione del

processo,, giudizio ad oggi confermato a seguito di integrazione peritale sulla persona

dell’imputato.

Inoltre, adducendo l’irreversibilità dello stato mentale dell’imputato a partecipare al processo, la

difesa ha chiesto la pronuncia della sentenza ai sensi dell’art. 129 c.p.p. per mancanza di una

condizione di procedibilità (capacità processuale dell’imputato), richiesta respinta dal Giudice del

dibattimento che, accogliendo la tesi difensiva delle parti civili, ritenendo che la rimozione dello

stallo processuale non può avvenire con una declaratoria di improcedibilità del giudizio, atteso

chela disciplina dell’improcedibilità dell’azione penale rientra nella sfera di discrezionalità del

legislatore.

Il timore diffuso è che il lungo periodo di latenza delle malattie asbesto correlate, il cui rischio

maggiore di manifestazione è di molti decenni (dai 30 fino ai 50 anni) dall’esposizione (come è

avvenuto nel caso del povero Sig. Posarelli) rendono spesso difficile da parte delle varie Procure

l’identificazione ancora in vita dei titolari delle posizioni di garanzia all’epoca dei fatti, con la

conseguenza che spesso i procedimenti penali aperti su denuncia dei familiari delle vittime vanno

incontro a richieste di archiviazione per tali ragioni o, come avvenuto nel caso di specie, ci troviamo

di fronte ad un processo penale sospeso per sopravvenuta incapacità dell’imputato a partecipare al

processo.

Tutto questo se da un punto di vista strettamente giuridico è plausibile e compatibile con le regole

penali, dal lato delle vittime dell’amianto e dei loro familiari non può che confermare il timore che

la loro sete di giustizia possa rimanere inappagata.

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Livorno, 26 marzo 2015 28

L’epidemia di patologie asbesto-correlate e la sorveglianza

sanitaria degli ex esposti: iniziative

nazionali ed internazionali

Pietro Sartorelli

Ordinario di Medicina del Lavoro presso l’Università di Siena e

Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA

Riassunto

Malgrado il diffuso fenomeno della sottonotifica delle malattie professionali da asbesto, in questi

anni si osserva un drammatico aumento delle patologie asbesto-correlate, in particolare di tipo

neoplastico, nelle popolazioni di lavoratori ex esposti, dovuto al loro lungo tempo di latenza.

Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi di screening si rende oggi

necessario sottoporre gli ex esposti a sorveglianza sanitaria per motivi non solo strettamente clinici,

ma anche medico-legali, epidemiologici e di giustizia sociale. Nel Febbraio 2014 i partecipanti alla

International Conference on monitoring and surveillance of asbestos-related diseases

sottoscrivevano un documento denominato Dichiarazione di Helsinki che stabilisce i principi che

devono regolare l’azione di contenimento dell’epidemia delle patologie asbesto-correlate nel

mondo. Alla Dichiarazione di Helsinki ha fatto seguito la pubblicazione dei Criteri di Helsinki che

aggiornano l’analogo documento del 1997 sulla diagnosi e l’attribuzione all’asbesto delle fibrosi

interstiziali polmonari e dei cancri. Anche a livello nazionale negli ultimi anni si sono osservate

iniziative che dovrebbero portare nel prossimo futuro alla realizzazione di programmi di

sorveglianza sanitaria degli ex esposti basati su criteri scientifici e correttamente impostati in

termini di costo/beneficio e rischio/beneficio.

L’epidemia di patologie asbesto-correlate L’epidemia di patologie asbesto-correlate nel mondo è tutt’altro che terminata. Secondo stime

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità più di 107.000 persone all’anno muoiono per malattie da

amianto contratte durante l’attività lavorativa (10).

Questa stima potrebbe anche essere troppo ottimista non tenendo conto del possibile aumento di

casi nei Paesi Emergenti dove la produzione di manufatti in amianto è stata delocalizzata dopo

l’introduzione dei divieti nelle Nazioni Occidentali (8).

A causa del lungo periodo di latenza il burden delle patologie asbesto-correlate è massimo in

Europa dove questo minerale è stato utilizzato massivamente nei decenni passati (6).

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Livorno, 26 marzo 2015 29

Il rischio da asbesto è in grande prevalenza di tipo respiratorio essendo nota da più di un secolo la

sua capacità di indurre negli esposti una forma di fibrosi polmonare definita asbestosi. Fino agli

inizi degli anni ’70 le Agenzie Internazionali più autorevoli (in particolare l’American Conference

of Industrial Hygienists – ACGIH) proponevano limiti occupazionali di concentrazione in aria

anche superiori alle 10 fibre/ml che tenevano conto esclusivamente del rischio di contrarre

l’asbestosi. Verso la metà degli anni ’60 però gli studi di Selikoff avevano definitivamente

dimostrato la cancerogenicità dell’asbesto per la pleura. Non potendo più essere riconosciuto uno

specifico valore limite in riferimento solo al rischio di induzione della fibrosi asbestosica, nel corso

del decennio successivo i limiti si riducevano di quasi due ordini di grandezza.

Mentre esiste un largo consenso in campo scientifico sul fatto che tutti i tipi di asbesto possano

causare nell’uomo sia la fibrosi polmonare che le malattie neoplastiche, esistono potenti lobby

interessate a continuarne l’uso che sostengono la possibilità di un impiego sicuro del crisotilo. Ciò

malgrado gli studi epidemiologici dimostrino come l’esposizione a crisotilo aumenti l’incidenza di

cancro del polmone nelle popolazioni esposte (8). A tale proposito l’International Agency Research

on Cancer (IARC) ha riscontrato sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo di tutti i tipi di

amianto. La stessa IARC, oltre che per il mesotelioma maligno ed il cancro del polmone, riconosce

il ruolo dell’esposizione professionale ad asbesto anche nella genesi del cancro del laringe e del

carcinoma ovarico. Anche se si osserva un’associazione positiva (al limite dell’evidenza) per il

tumore del colon-retto, del faringe e dello stomaco, al momento attuale il rischio gastroenterico e a

carico di altri organi non risulta invece sufficientemente dimostrato (5).

Nel nostro Paese per le sue caratteristiche di resistenza l’amianto è stato impiegato diffusamente in

molti settori industriali quali la produzione di cemento-amianto, i cantieri navali, gli zuccherifici e

la costruzione delle carrozze ferroviarie. A metà degli anni ’90 il suo uso è stato vietato per legge

determinando la presa di coscienza collettiva sugli effetti per la salute già noti da tempo in campo

scientifico ed i conseguenti problemi ambientali tuttora irrisolti. Malgrado il diffuso fenomeno della

sottonotifica delle malattie professionali da asbesto, in questi anni si osserva un drammatico

aumento di queste patologie, in particolare di tipo neoplastico, nelle popolazioni di lavoratori ex

esposti, dovuto al loro lungo tempo di latenza (in qualche caso anche oltre i 50 anni). Le stime

avanzate dagli studi recenti che prevedono per il futuro un numero terrificante di morti, riguardano

praticamente solo il mesotelioma pleurico, non tenendo conto del cancro del polmone molto più

frequente e delle patologie asbesto-correlate non neoplastiche estremamente diffuse nelle

popolazioni esposte. Dalle iniziative di sorveglianza sanitaria realizzate in Toscana e in altre

Regioni queste ultime sembrano infatti interessare più del 25-30% dei lavoratori ex esposti con una

larga prevalenza di placche pleuriche benigne. Per la sua complessità diagnostica anche il

mesotelioma pleurico sembra essere interessato dal fenomeno della sottonotifica. Uno studio non

più recente su serie di autopsie individuava la possibilità che a Trieste il 45% dei mesoteliomi

potesse essere non diagnosticata (2).

Tutti i cittadini in alcuni momenti della vita sono esposti a basse concentrazioni di asbesto presente

nell’aria, nell’acqua e nel suolo, ma la grande maggioranza di loro non contrae malattie derivanti da

questa esposizione. Le patologie asbesto-correlate si riscontrano in massima parte nei lavoratori

esposti a concentrazioni rilevanti per lunghi periodi di tempo.

In particolare l’asbestosi e il cancro del polmone sono dose-dipendenti e come tali insorgono

generalmente nei soggetti maggiormente esposti.

D’altra parte i familiari dei lavoratori più esposti possono avere un aumentato rischio neoplastico

derivante sia dall’asbesto veicolato in casa dalle vesti da lavoro, che dalla vicinanza delle abitazioni

agli impianti industriali. Però in questi casi difficilmente l’esposizione è tale da causare asbestosi e

cancro del polmone, mentre non frequentemente può essere responsabile dell’insorgenza di

mesotelioma pleurico.

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Livorno, 26 marzo 2015 30

Attuazione della sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto

Indipendentemente dall’inserimento dei lavoratori in programmi di screening (tendenzialmente da

riservare alle popolazioni più a rischio per intensità di esposizione, familiarità e abitudine al fumo),

si rende oggi necessario sottoporre gli ex esposti a sorveglianza sanitaria per motivi non solo

strettamente clinici, ma anche medico-legali, epidemiologici e di giustizia sociale (la

consapevolezza del rischio suggerisce stili di vita più salutari). I due tipi di iniziative, spesso

confusi tra loro, in realtà seguono metodologie assai diverse. Gli screening, in particolare quelli

oncologici, applicano su popolazioni considerate a rischio protocolli diagnostici standardizzati la

cui efficacia è stata provata con metodi statistici. La sorveglianza sanitaria è invece caratterizzata

dall’approccio clinico basato sulle evidenze, attraverso il quale si arriva a definire un percorso

diagnostico che tiene conto delle caratteristiche espositive e delle eventuali ipersuscettibilità del

singolo soggetto. In tale ambito si deve definire un profilo di rischio individuale che consenta di

impostare correttamente la tipologia e la frequenza degli accertamenti sanitari in termini di

costo/beneficio e rischio/beneficio.

E’ evidente come prestazioni sanitarie di tipo preventivo non debbano essere gravate da pagamenti

che nel caso in questione, data la complessità degli accertamenti, graverebbero notevolmente su

popolazioni a basso reddito costituite prevalentemente da operai spesso pensionati. In realtà ciò è

già previsto in alcune Regioni (che comunque costituiscono una minoranza), ma in modo assai

differente. Inoltre tale “regionalizzazione” impedisce di fatto ai lavoratori ex esposti di scegliere

liberamente i medici ai quali affidarsi, creando frequentemente scontento e anche un clima di

sospetto legato a presunte influenze che la grande industria potrebbe esercitare localmente. Una

regolamentazione nazionale che preveda l’accesso gratuito alla sorveglianza sanitaria per i

lavoratori ex esposti a cancerogeni e in particolare ad amianto permetterebbe la libera circolazione

degli interessati senza gravare maggiormente sulle spese a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

L’attuale esistenza di difficoltà di tale genere anche nello stesso ambito regionale risulta poi

inaccettabile oltre che privo di significato dal punto di vista economico generale.

La sorveglianza sanitaria degli ex esposti risulta di particolare complessità dovendo

necessariamente prevedere criteri diagnostici rigorosi che utilizzino tra l’altro tecniche

standardizzate per la TC e l’impiego nella sua lettura della classificazione ICOERD (The

International Classification of High resolution CT for Occupational and Environmental

Respiratory Diseases), mentre la determinazione di indicatori di esposizione quali le concentrazioni

corpuscoli e fibre di asbesto nell’escreato e nel liquido di lavaggio bronco alveolare, di grande

utilità in alcune popolazioni lavorative, dovrebbero essere effettuate da parte di laboratori esperti.

La Dichiarazione di Helsinki e i Criteri di Helsinki 2014

Nel Febbraio 2014 i partecipanti alla International Conference on monitoring and surveillance of

asbestos-related diseases organizzata dal Finnish Institute of Occupational Health sottoscrivevano

un documento denominato Helsinki Declaration dalla sede della Conferenza (7).

La Dichiarazione di Helsinki, approvata tra l’altro anche dall’ICOH (International Commission on

Occupational Health), stabilisce che le patologie asbesto-correlate debbano essere diagnosticate più

precocemente possibile sia per l’impiego appropriato delle misure preventive e terapeutiche

disponibili, sia per il loro riconoscimento medico-legale.

Per le popolazioni lavorative a maggior rischio inoltre si raccomandano gli screening del cancro del

polmone. Viene poi puntualizzato come i lavoratori ex esposti debbano essere informati del

significato degli accertamenti effettuati e che i loro costi non possano in alcun modo gravare sui

lavoratori stessi.

Alla Dichiarazione di Helsinki ha fatto seguito la pubblicazione di un consensus report (9) che

aggiorna i noti Helsinki Criteria del 1997 sulla diagnosi e l’attribuzione all’asbesto delle fibrosi

interstiziali polmonari e dei cancri (1).

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Livorno, 26 marzo 2015 31

Nel documento si stabilisce che un programma generale di follow-up nei lavoratori esposti

all’amianto dovrebbe essere stratificato in funzione dell'intensità, latenza e durata dell'esposizione

dando forte priorità ai gruppi ad alto rischio inclusi i lavoratori in pensione. Dato che sia il

peggioramento della funzionalità polmonare, che quello rilevabile radiologicamente possono

verificarsi molto tempo dopo l'esposizione all’amianto, viene proposto che il follow-up dei

lavoratori altamente esposti all'amianto venga proseguito fino a 30 anni dopo la cessazione

dell'esposizione. Secondo il consensus la diagnosi istologica dell’asbestosi richiede l'identificazione

di una fibrosi interstiziale diffusa e la contemporanea presenza di corpuscoli di amianto o un

conteggio di fibre di amianto che rientri nel range registrato per l’asbestosi da quello stesso

laboratorio. E’ importante notare che l’esito negativo della concentrazione di corpuscoli e fibre di

asbesto non esclude né una potenziale esposizione pregressa, né la possibilità di insorgenza di

patologie asbesto-correlate. Con un risultato positivo invece la probabilità di seri danni alla salute è

aumentata (8). Per confrontare a livello internazionale studi su gruppi esposti all'amianto, i Criteri

di Helsinki 2014 raccomandano l'uso della classificazione ICOERD della TC (3). Per quanto

riguarda i biomarcatori ematici quali le proteine della famiglia della mesotelina (serum soluble

mesothelin-related peptides - SMRP) al momento non sono ritenuti sufficientemente

sensibili/specifici per impieghi diagnostici e di screening, potendo invece risultare utili nel follow-

up del mesotelioma e essere di aiuto nella sua diagnosi precoce in soggetti con segni o sintomi di

malattia.

I progetti CCM 2012 del Ministero della Salute

L'attività del CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie) del Ministero

della Salute è incentrata sull'attuazione di progetti, in collaborazione con le Regioni e partner

istituzionali diversi, in numerose aree di intervento che fanno riferimento alle aree tematiche di

maggior interesse per la prevenzione. Tale attività è rivolta a supporto di progetti strategici di

interesse nazionale che si basano su consolidate evidenze scientifiche e devono garantire la loro

trasferibilità sul territorio (4).

Nel 2012 sono stati varati in contemporanea due importanti progetti CCM riguardanti

rispettivamente la sorveglianza sanitaria degli ex esposti e l’istituzione di “sportelli amianto”.

Il primo dal titolo Sperimentazione e validazione di un protocollo di sorveglianza sanitaria dei

lavoratori ex esposti ad amianto ai sensi dell'art. 259 D.lgs. 81/08 vede come Ente Partner la

Regione Veneto e ha come obiettivo definire una proposta di protocollo di sorveglianza sanitaria dei

lavoratori ex esposti ad amianto secondo principi di efficacia, appropriatezza, risparmio e utilità

sociale. Il progetto propone che le Regioni e le Provincie Autonome mettano a disposizione

un’offerta di assistenza sanitaria calibrata sulle disponibilità e le necessità locali rivolta agli ex

esposti dimessi e coloro che sono tuttora in servizio presso aziende diverse da quelle dove sono stati

precedentemente esposti.

Tale assistenza deve essere offerta dai Servizi di Prevenzione delle ASL e dalle Unità di Medicina

del Lavoro presenti all'interno delle Aziende Ospedaliere, seguendo i modelli organizzativi

regionali. Secondo i principi enunciati tutti i lavoratori ex esposti ad amianto devono avere garantita

un'assistenza sanitaria su domanda.

In alcuni specifici casi è possibile utilizzare la modalità della convocazione attiva, ovvero le ASL

del territorio potranno richiamare attivamente i soggetti di cui è nota la pregressa esposizione. In

tale ambito si ritiene importante stabilire i criteri per i quali tale assistenza sanitaria permetta di

minimizzare i costi, ridurre il numero di esami invasivi e ottimizzare i possibili risultati

raggiungibili, avendo chiara la differenza tra quello che è l’offerta di assistenza sanitaria che le

Regioni e le Province Autonome mettono a disposizione degli ex esposti ad amianto e un

programma mirato di screening.

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Il secondo progetto ha come Ente Partner la Regione Lazio e si intitola Assistenza delle persone

esposte ad amianto: sportelli informativi e sorveglianza epidemiologica. Il programma si propone

di definire un anello di congiunzione tra cittadino/lavoratore ex esposto e Servizio Sanitario

Regionale (SSR) rappresentato da “sportelli-amianto” territoriali, ovvero inseriti nell’assetto

organizzativo dei Servizi di Prevenzione. Tali sportelli avrebbero il compito di informare, fare

counselling, fornire eventuale assistenza medico-legale agli ex esposti e orientare i soggetti

sintomatici verso percorsi diagnostici-terapeutici “protetti”.

Alla luce di tali premesse la fase attuativa del progetto prevede di:

realizzare, a livello di singola ASL, l’apertura di “sportelli amianto” per persone che riferiscono

una condizione di pregressa o attuale esposizione, allo scopo di informazione, assistenza e

eventuale orientamento in percorsi diagnostico-terapeutici;

realizzare l’apertura di “sportelli amianto” che si relazionino attivamente (con chiamata

individuale) a persone la cui condizione di ex esposti è definita dalla loro presenza in coorti

selezionate dal COR, al fine di informarli sui rischi connessi all’amianto e sugli eventuali

accertamenti sanitari più corretti da effettuare nell’ambito delle prestazioni del SSR sulla base

della stima della pregressa esposizione;

promuovere e gestire in soggetti sintomatici con pregressa esposizione lavorativa la presa in

carico da parte dei SSR;

promuovere attività di counselling sul fumo (cessazione dell’abitudine o non inizio o

esposizione a fumo passivo);

fornire l’assistenza medico-legale nel riconoscimento delle patologie professionali e favorirne il

riconoscimento previdenziale;

implementare uno strumento che valuti i dati sulla concentrazione di fibre in un determinato

luogo di lavoro e/o di vita, al fine di cercare di ricostruire i livelli di esposizioni più probabili,

consentendo al personale degli “sportelli-amianto” una valutazione semi-quantitativa dei livelli

di esposizione ad amianto del soggetto;

individuare parametri biologici e anamnestici di supporto alla definizione del percorso

diagnostico-terapeutico più appropriato per ciascun lavoratore che si rivolga allo “sportello-

amianto”.

Entrambi i progetti CCM 2012 sull’amianto sono in fase conclusiva e dalla loro definizione

dovrebbero derivare linee di indirizzo attuabili nell’ambito dei singoli SSR.

Linee di indirizzo della Regione Toscana sulla sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad

amianto

Il Gruppo tecnico di lavoro per la definizione delle specifiche linee di indirizzo (approvato con

Decreto Dir. n.1826 del 26.04.2012 della Regione Toscana) ha prodotto un documento nell’Ottobre

2013, ora in fase di definizione finale. Il Gruppo di lavoro è coordinato dall’Istituto per lo Studio e

la Prevenzione Oncologica di Firenze (ISPO) e vede la partecipazione di Medici del Lavoro e

esperti provenienti da ISPO, Dipartimento di Prevenzione e Aziende Ospedaliere Universitarie.

Nei suoi lavori si è tenuto conto del Piano Nazionale Amianto 2013, delle pregresse esperienze di

sorveglianza sanitaria in ambito nazionale e regionale, dei due specifici progetti CCM 2012 in

corso, nonché dei risultati degli studi epidemiologici. E’ stata avviata una fase di sperimentazione

per l’approfondimento dei problemi aperti legati alla definizione delle esposizioni che attivano la

sorveglianza sanitaria, alle procedure di comunicazione e follow-up e ai costi. Nella valutazione di

questi ultimi si dovranno comunque tener presenti le risorse già utilizzate nell’ambito del SSR per

l’effettuazione di esami su richiesta dei singoli lavoratori che così vengono spesso sottoposti ad

accertamenti non standardizzati presso strutture senza la necessaria esperienza di diagnostica

occupazionale.

Al termine di questa fase la Regione Toscana potrà deliberare specifici atti che diano operatività al

programma di sorveglianza sanitaria proposto.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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Bibliografia e Sitografia

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3. http://airp.umin.jp/ICOERDviewer.html

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5. International Agency for Research on Cancer. Arsenic, Metals, Fibres and Dusts. A review of

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Diseases, 10–13 February 2014, Espoo, Finland. http://bit.ly/1yzubRk

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Work Environ Health 2015; 41: 1-4

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10. World Health Organization (WHO). Asbestos: elimination of asbestos-related diseases. Fact

Sheet 343 WHO, Paris, 2010

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Livorno, 26 marzo 2015 34

I segni dell’amianto all’imaging

Prof.ssa Maria Antonietta Mazzei

Docente Università degli Studi di Siena - Dipartimento di Scienze Mediche,

Chirurgiche e Neuroscienze - Diagnostica per Immagini

Il rischio da amianto è in primis di tipo respiratorio e questo è il motivo per cui la maggior parte

degli esami di diagnostica per immagini che vengono richiesti negli esposti sono esami mirati alla

valutazione del torace.

Lo studio del torace, in radiologia, può avvenire attraverso lo studio radiologico tradizionale, quindi

attraverso il radiogramma del torace, che non è altro che un'indagine di sommazione dove nella

stessa immagine è possibile veder rappresentati il parenchima polmonare, con le strutture bronco-

vascolari, ma anche il cuore ed i profili cardio-mediastinici, che rappresentano il limite tra le

restanti strutture mediastiniche ed il parenchima polmonare. Grazie al contrasto che si crea tra

l'aria, che è all’interno dei polmoni, ed i tessuti molli, è possibile inoltre valutare anche quelle che

sono le interfacce tra parenchima polmonare e mediastino, tra parenchima polmonare e parete

toracica o tra parenchima polmonare e diaframma e cioè le superfici pleuriche, nonché l’interstizio

sub-pleurico ed infine l’interfaccia che si crea tra parenchima polmonare e strutture bronco-

vascolari ci consente di valutare anche l’interstizio centrale ovvero il connettivo lasso che supporta

il polmone. Ovviamente quando il radiogramma del torace non è sufficiente per la diagnosi, il passo

successivo è la Tomografia Computerizzata (TC), che non si chiama più Tomografia Assiale

Computerizzata (TAC) perché non realizza più solo immagini assiali bensì consente di ottenere

delle immagini su tutti i piani anatomici del nostro organismo (piani coronali, sagittali o coronali

obliqui, sagittali obliqui ed assiali obliqui). Ovviamente la TC consente di vedere bene il

parenchima polmonare, con una risoluzione spaziale nettamente maggiore rispetto al radiogramma

del torace, le strutture mediastiniche, e di nuovo l’ interfaccia tra il parenchima polmonare, il

mediastino, la parete toracica ed i diaframmi, e tra parenchima polmonare e strutture bronco-

vascolari, che rappresenta appunto rispettivamente la superficie pleurica e l’interstizio sub-pleurico

e centrale. In TC, le stesse immagini e quindi le immagini ottenute da un’unica acquisizione,

utilizzando valori di finestra e di livello diversi, che consentano di modificare i grigi percepibili

dall’occhio imano, possono essere utilizzate sia per la valutazione del parenchima polmonare che

delle strutture mediastiniche nonché per lo studio della pleura.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 35

Da qualche anno in radiologia è stata inoltre introdotta un'altra tecnica che consente di studiare il

torace: la tomosintesi con tecnica digitale. Essa rappresenta un’ indagine radiologica che realizza

immagini simili all’esame radiologico del torace, ma su più piani, quindi con tecnica tomografica

(simile alla vecchia tomografia) e può essere considerata un utile approfondimento del

radiogramma del torace in doppia proiezione (postero-anteriore, PA e latero-laterale, LL),

risolvendo molti dubbi diagnostici prima di ricorrere ad una eventuale indagine TC. In particolare

essa offre la possibilità di migliorare le prestazioni diagnostiche rispetto della radiografia

convenzionale, eliminando il problema della sommazione della proiezione radiografica e

rappresentando in maniera più dettagliata sia lesioni parenchimali che pleuriche oltre che offrire una

miglior visualizzazione di strutture anatomiche complesse come ad esempio il mediastino. Da studi

recenti, la tomosintesi si è dimostrata più accurata del radiogramma del torace per il rilevamento

delle placche pleuriche e più sensibile per il rilevamento delle alterazioni parenchimali [1]. Le

alterazioni che il radiologo deve andare a cercare nel caso di sospetta patologia amianto correlata

sono in primis le placche pleuriche, alterazioni benigne e molto frequenti negli esposti, e l'asbestosi,

ovvero l’interessamento fibrotico del parenchima polmonare, quest’ultimo comunque molto più rara

rispetto al ritrovamento delle placche, ma che può facilmente essere riscontrato negli esposti

soprattutto da lungo tempo e ad elevate dosi. Infine non deve essere trascurata la

broncopneumopatia da inalazione di tossici, che, sostanze come l’amianto possono determinare, e

la patologia neoplastica, il cancro del polmone, soprattutto nei soggetti che sono anche fumatori, ed

il mesotelioma pleurico. Le placche pleuriche si possono vedere al radiogramma del torace, quando

sono grossolane e calcifiche, ma anche quando sono più sottili, utilizzando delle proiezioni oblique

in aggiunta a quelle standard (PA e LL). Sempre dal radiogramma del torace possiamo evidenziare

segni di interessamento fibrotico del parenchima polmonare, non solo quando la fibrosi è in fasi

avanzate ma anche in fasi molto iniziali, andando a cercare nelle porzioni più periferiche dei

polmoni, soprattutto in sede basale, vicino alla pleura, sottili linee perpendicolari a questa che altro

non sono che ispessimenti dei setti interlobulari, espressione di iniziale coinvolgimento interstiziale

e quindi segni iniziali di fibrosi. Ovviamente tutto ciò deve essere affidato ad un radiologo dedicato

che ben conosce i problemi legati all'esposizione all'amianto.

Il radiogramma del torace si rivela tuttavia in molti casi, soprattutto nella patologia asbesto-

correlata minima o iniziale, non sufficiente. Esso infatti può perdere fino al 60% delle placche

pleuriche (sia per i limiti intrinseci della tecnica sia per il fatto che non tutti i radiologi sono

preparati allo stesso modo nella valutazione della patologia asbesto correlata) e non sempre

consente di valutare adeguatamente le alterazioni parenchimali. In tutti questi casi è necessario

ricorrere all’indagine TC.

La TC nel sospetto clinico di patologia asbesto-correlata deve essere eseguita con tecnica ad alta

risoluzione (High Resolution Computed Tomography, HRCT), ovvero deve essere eseguita con

spessori di strato molto sottili (in genere compresi tra 0.5 e 1.5mm) e seguendo altre caratteristiche

tecniche specifiche che consentano di ottenere immagini di elevata qualità del parenchima

polmonare, soprattutto per quanto riguarda la risoluzione spaziale [2]. Questo purtroppo non accade

quasi mai nella pratica clinica odierna, dove la maggior parte delle TC sono realizzate con spessore

di strato di 3 o di 5 mm, che sono assolutamente insufficienti per valutare la patologia asbesto

correlata in fase iniziale, generando pertanto diversi falsi negativi.

Anche all’indagine TC le alterazioni da ricercare sono le placche pleuriche, l'asbestosi, ovvero

l’interessamento fibrotico del parenchima polmonare, la broncopneumopatia da inalazione di tossici

e la patologia neoplastica (cancro del polmone e mesotelioma pleurico).

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Non ci sono problemi nella visualizzazione alla TC delle placche pleuriche grossolane e magari

anche calcifiche. Tuttavia spesso le placche pleuriche possono essere non calcifiche, molto sottili o

addirittura puntiformi, per la cui visualizzazione è necessaria una TC eseguita con spessori di strato

molto sottili. Effettuare TC con spessori di strato sottili ed intervalli di ricostruzione in genere che

risultino pari almeno alla metà dello spessore di strato, è molto utile per la visualizzazione di

placche puntiformi o sottili, in particolare se localizzate sulla superficie diaframmatica (sede

frequente di localizzazione delle placche asbesto-correlate). Infatti per la visualizzazione di placche

in tali sedi è necessario spesso ricorrere a ricostruzioni su piani coronali o sagittali e tali

ricostruzioni risultano di qualità ottimale solo se la TC risulta essere eseguita con tecnica adeguata,

viceversa la presenza di artefatti (veri e propri “scalini” sull’immagine) dovuti a spessori di strato o

intervalli di ricostruzione elevati, non consentono di ottenere ricostruzioni di qualità diagnostica

ottimale.

La TC consente inoltre una ottimale valutazione del parenchima polmonare, poiché l'amianto non

colpisce solo la pleura nel torace ma anche il parenchima sotto forma di fibrosi. La fibrosi asbesto-

correlata si manifesta nelle sue fasi iniziali intorno alle piccole strutture che ci permettono di

respirare, ossia i bronchioli, essa infatti è una fibrosi peribronchiolare. E’ necessario quindi andare a

studiare le pareti dei bronchioli, che rappresentano la parte terminale delle vie di conduzione che ci

permettono di fare arrivare l'aria a livello della membrana alveolo-capillare, responsabile degli

scambi gassosi col sangue. Le vie di conduzione diminuiscono via via, a partire dalla trachea fino

agli alveoli, il loro calibro, e le strutture bronchiolari dove possiamo cogliere i primi segni di fibrosi

asbesto-correlata presentano un calibro compreso tra 0.5 e 1 mm, motivo per cui, anche per lo

studio di queste strutture anatomiche è necessario l’impiego di una TC ad alta risoluzione. La

fibrosi asbesto-correlata interessa l’interstizio, ovvero il tessuto lasso peribronchiolare,

successivamente si estende al restante interstizio (interstizio intralobulare) polmonare all’interno dei

lobuli secondari, vere e proprie piccole unità funzionali in cui sono suddivisi i nostri polmoni.

Anche l’ interstizio intralobulare può essere studiato con la TC ad alta risoluzione.

Una descrizione fedele delle alterazioni fibrotiche asbesto-correlate è stata realizzata da Akira M

che già nel 1991 pubblicava su Radiology il primo manoscritto riguardante le alterazioni precoci

dell’asbestosi valutate alla TC ad alta risoluzione del torace [3], descrivendo come caratteristici

segni di fibrosi iniziale micronoduli peribronchiolari a bassa densità in sede subpleurica, soprattutto

basale posteriore, che via via confluiscono realizzando bande curvilinee parallele alla pleura, aree di

ground-glass dovute ad ispessimento dei setti intralobulari ed infine ispessimenti anche dei setti

interlobulari. Nelle fasi più avanzate le alterazioni fibrotiche guadagnano il resto del parenchima

polmonare subpleurico fino alla realizzazione di spazi cistici sovrapposti che corrispondono al

cosiddetto polmonare ad alveare (“honey-combing”).

Anche per la rilevazione della fibrosi la tecnica TC è molto importante. Ed un accorgimento tecnico

fondamentale nei pazienti con storia di esposizione all’asbesto è quello di realizzare l’esame sempre

posizione prona ed eventualmente acquisire in una fase successiva alcune immagini anche in

posizione supina, qualora necessario. I motivi per cui l’esame TC deve essere eseguito in posizione

prona sono i seguenti: a- la patologia asbesto-correlata interessa prevalentemente i lobi inferiori, in

sede postero-basale; b- i lobi inferiori e soprattutto le porzioni sub-pleuriche posteriori di questi lobi

si espandono meglio in posizione prona, evitando così anche eventuali artefatti legati alla non

completa espansione a causa della gravità che agisce invece in posizione supina; c-infine la maggior

parte di parenchima dei nostri polmoni occupa la porzione posteriore del torace e quindi con la

posizione prona facilitiamo l’espansione di queste zone. Nei casi con placche pleuriche molto

estese, alle alterazioni fibrotiche parenchimali si associano anche alterazioni disventilatorie che col

perdurare della condizione di scarsa espansione polmonare realizzano vere e proprie strie fibrotico-

disventilatorie o fenomeni atelectasici anche grossolani. Espressione di quest’ultima condizione

sono le atelectasie rotonde che possono anche mimare una patologia espansiva all’imaging.

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Ovviamente la TC riveste un ruolo fondamentale anche nella patologia neoplastica asbesto-

correlata. Non solo nel mesotelioma pleurico, dove spesso è utile anche in fase diagnostica oltre che

di stadiazione e di controllo di risposta al trattamento, ma anche nella valutazione della patologia

neoplastica parenchimale polmonare ed in particolare nella valutazione delle lesioni parenchimali

polmonari neoplastiche iniziali che spesso possono essere rappresentate anche da millimetrici

noduli. Anche in questo caso la tecnica TC è importante perché uno studio adeguato consente nella

maggior parte dei casi di realizzare la diagnosi differenziale tra lesioni nodulari maligne e lesioni

nodulari benigne, anche quando di piccole dimensioni, laddove altre tecniche diagnostiche,

compresa la Positron Emission Tomography (PET) risulterebbero inadeguate per la

caratterizzazione e spesso fonte di molti falsi positivi, soprattutto perché molte alterazioni nodulari

del parenchima polmonare possono rappresentare processi flogistici che poi vanno incontro a

risoluzione.

La TC sta assumendo particolare importanza oggi anche per la modificazione dell’epidemiologia

del cancro del polmone. In particolare oggi risultano molto più frequenti gli adenocarcinomi

polmonari la cui forma di presentazione è nella maggior parte dei casi la lesione nodulare periferica

spesso di ground-glass o con aspetto misto (solido e di ground-glass). Queste forme che entrano in

diagnosi differenziale con le flogosi, hanno spesso crescita lenta ed iperfissano raramente

all’indagine PET, motivo per cui la TC rappresenta uno strumento fondamentale sia per la

rilevazione, che per la caratterizzazione, mediante studio morfologico, o l’eventuale follow-up,

anche con tecniche avanzate per il calcolo volumetrico per una stima precisa della crescita della

lesione nella sua interezza o della crescita della sola componente solida rispetto a quella di ground-

glass, che spesso ne suggerisce la malignità.

Nonostante la TC presenti numerosissmi vantaggi per la valutazione della patologia toracica asesto-

correlata, bisogna comunque ricordare che essa impiega radiazioni ionizzanti e che esiste un rischio

di oncogenesi radio-indotta e quindi l’impiego di questa tecnica deve essere giustificato. E’

necessario comunque ricordare che il rischio di sviluppare una neoplasia in seguito ad esami

radiologici ripetuti è strettamente legato all'età e si riduce drasticamente dopo i 50 anni. Inoltre la

dose di radiazioni impiegata può essere ridotta sensibilmente mantenendo una qualità di immagini

che consenta la diagnosi, e questo perché oggi la maggior parte degli apparecchi TC sono dotati di

software che, se correttamente utilizzati dal radiologo, consentono di ridurre la dose radiante

almeno del 40% rispetto allo standard.

Infine è necessario ricordare che per la valutazione dell’imaging dei soggetti esposti all’asbesto è

fondamentale una stretta collaborazione tra il medico del lavoro ed il radiologo, questo per almeno

tre motivi: a- non sempre la storia di esposizione all’asbesto è nota e non sempre è possibile

conoscerla dettagliatamente al momento dell’esecuzione dell’indagine radiologica qualunque essa

sia; b- il medico del lavoro può sensibilizzare un radiologo scarsamente edotto sull’argomento; c-

l’esperienza acquisita dal radiologo nella collaborazione col medico del lavoro può svelare storie di

esposizione all’asbesto che giustifichino alterazioni riscontrate all’imaging in pazienti in cui non vi

sia il sospetto clinico.

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Bibliografia essenziale:

1. Lee G, Jeong YJ, Kim KI, Song JW, Kang DM, Kim YD, Lee JW. Comparison of chest

digital tomosynthesis and chest radiography for detection of asbestos-related pleuropulmonary

disease. Clin Radiol. 2013; 68(4):376-82. doi:10.1016/j.crad.2012.05.022. Epub 2012 Nov 21.

2. Webb WR, Muller NL, Naidich DP, 2009 Technical Aspects of High-Resolution computed

Tomography, In High-Resolution of CT of the Lung, Fourth Edition, Ed. Lippincott Williams &

Wilkins.

3. Akira M, Yokoyama K, Yamamoto S, Higashihara T, Morinaga K, Kita N, Morimoto S,

Ikezoe J, Kozuka T. Early asbestosis: evaluation with high-resolution CT. Radiology. 1991; 178

(2):409-16.

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Soggetti responsabili civili e penali. Tecniche d’indagine

e ostacoli per l’individuazione delle imprese

Paolo Rivella

Commercialista e consulente delle

Procure della Repubblica di Torino, di Milano e di Trieste

1. Introduzione

L’individuazione dei responsabili in sede penale è una materia più complessa di quanto può

sembrare a prima vista.

L'anagrafe delle imprese commerciali è tenuta in Italia dalla Camera di Commercio. La cosa più

facile sarebbe che il Pubblico Ministero chiedesse alla Camera di Commercio stessa, di estrarre i

dati e poi di analizzarli.

Si è constatato che questo non è sufficiente.

Vedremo il perché, facendo alcuni esempi concreti.

Prima ancora, però, voglio ricordare che quando parliamo di amianto e salute nelle fabbriche,

dobbiamo tornare indietro nel tempo, fino a quaranta o cinquant'anni fa.

In questa sala sono molti che me lo possono insegnare: la svolta è venuta nel 1964, quando il Prof.

Irving Selikoff organizza a New York una conferenza sul pericolo dell'amianto. Per la prima volta

viene rotto il muro di silenzio che la lobby dell'amianto era fino ad allora riuscita ad imporre a volte

anche con metodi spietati.

E poi ancora, voi tutti mi insegnate che il mesotelioma può manifestarsi anche con diversi decenni

di ritardo dall'esposizione alla fibra di amianto.

Dunque, oggi nelle aule di giustizia si contestano lavorazioni industriali avvenute tra gli anni '60 e

gli anni '80.

Le domande a cui il consulente deve rispondere sono:

chi era in allora l'impresa che gestiva le lavorazioni?

chi l'amministrava?

chi è oggi questa impresa, se ancora esiste?

E se invece non esiste più, chi ne ha eventualmente assunto le responsabilità?

Nel lunghissimo periodo di latenza del mesotelioma, accade quasi sempre che l’impresa originaria:

abbia cambiato denominazione;

abbia venduto o conferito lo stabilimento;

sia stata incorporata in un'altra società;

oppure infine che sia fallita.

Senza contare che magari, lungo il percorso, può essere comparsa una società con la stessa

denominazione della società che usava l'amianto, ma che magari è estranea ai fatti del processo.

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2. Le risposte inadeguate dell'anagrafe italiana delle imprese

Concludiamo qui l'accenno al lungo periodo di tempo da ricostruire. Torniamo invece alle risposte

che le Camere di Commercio solitamente forniscono al Pubblico Ministero che chiede loro chi

gestiva lo stabilimento e che fine ha fatto oggi.

Quando la Camera di Commercio risponde al PM, la risposta è quasi sempre ambigua se non

addirittura sbagliata. In questi casi, il problema è che ci si accorge dello sbaglio quando è troppo

tardi, ovvero a processo iniziato. Infatti - e dico un'ovvietà - la difesa conosce di prima mano i dati

che le sono stati forniti dai suoi clienti. Forte di questa superiorità, giocherà poi a spendere il nostro

errore davanti al giudice, e ad amplificarlo fino a far sorgere il dubbio sull'intera ricostruzione della

storia delle società e degli amministratori.

Cosa accade quando la Procura della Repubblica interpella la Camera di Commercio? Un

volenteroso funzionario svolge la ricerca richiesta e stampa i certificati di tutte le imprese in cui

compare il nome indicato. Se l'impresa è inserita in un gruppo societario, il nome comparirà molte

volte.

Ecco così che invece di consegnare l'ago richiesto, la Camera di Commercio consegna alla

Procura un pagliaio all'interno del quale, forse, è presente l'ago.

A questo punto cosa succede?

Il Pubblico Ministero non ha il tempo per dedicarsi al certosino lavoro di selezione dei documenti

grezzi e di loro valorizzazione in una ricostruzione plausibile delle vicende. Incarica allora la

Polizia Giudiziaria oppure nomina suo consulente tecnico un commercialista libero professionista.

Il vero lavoro comincia a questo punto.

Anzi, nella realtà dei fatti il Pubblico Ministero presso addirittura evita di chiedere i documenti alla

Camera di Commercio, ed incarica invece il suo consulente tecnico di farlo. Questo è saggio, perché

così il consulente tecnico avrà memoria anche di quei documenti che non sono entrati nel fascicolo

delle indagini e poi eventualmente del processo.

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3. Ostacoli all'identificazione delle imprese responsabili

Abbiamo appena visto che la Camera di Commercio finisce di consegnare documenti grezzi e

abbiamo anche visto come intervengano a porvi rimedio o la Polizia Giudiziaria o un consulente

tecnico commercialista.

Vediamo ora un esempio di come lavora il consulente tecnico (o la Polizia Giudiziaria) che abbia

ricevuto un simile incarico.

Il consulente tecnico procede prima di tutto evitando i tanti tranelli in cui può cadere.

Proviamo insieme ad esaminare tre di questi tranelli. Sono quelli che vedete scritti sulla diapositiva

che viene proiettata in questo momento.

A) Registro Imprese vs Registro Società

Il 19 febbraio 1996 le Camere di Commercio hanno iniziato a gestire e digitalizzare il Registro

Imprese. Questa data può generare equivoci anche gravi perché le visure camerali delle società

preesistenti indicano proprio il 19 febbraio 1996 come data di iscrizione al Registro anche se

l'impresa era già attiva precedentemente.

Prima del 1996 faceva fede il Registro Società, tenuto dalla Cancelleria Società dei Tribunali.

Questo registro documentava le variazioni delle sole società commerciali, escludendo gli

imprenditori individuali. Il Registro Società consisteva in fascicoli cartacei aperti al pubblico. E

questo rappresenta, quasi sempre, garanzia di disordine. Se la società ha poca storia, riordinare il

fascicolo è solo questione di tempo e pazienza. Se la società è grande e ha una lunga storia, il

fascicolo si compone di decine e decine di faldoni. In questo caso, il disordine nella collocazione

degli atti diventa un ostacolo insormontabile. Ma vi è di peggio: spesso alcuni documenti risultano

mancanti.

Non basta, altri problemi complicano la ricerca: i luoghi e i metodi di archiviazione.

Al momento del passaggio di consegne, i Tribunali hanno trasmesso alle Camere di Commercio i

loro voluminosi archivi cartacei. Queste, a loro volta, li hanno trasferiti in capannoni normalmente

distanti dagli uffici camerali, anche centinaia di chilometri. Quando un utente oggi chiede di

consultare un atto precedente al 1996, la Camera di Commercio impiega giorni, a volte settimane

per recuperarlo. Le Camere di Commercio inoltre, non sempre si muovono bene negli ex archivi dei

Tribunali: archivi che non hanno creato loro, che erano gestiti con criteri diversi da quelli attuali e

che sono arrivati già in disordine. Questo è uno dei motivi che causano il problema visto sopra,

delle risposte generiche e a volte errate delle Camere di Commercio alle richieste di informazioni

del Pubblico Ministero.

B) Cessato vs Trasferito

Esistono tanti Registri Imprese quante sono le Camere di Commercio. Ciascun Registro Imprese è

autonomo, anche se la gestione informatica è centralizzata a Padova. Quando una società

commerciale trasferisce la sede legale da una provincia ad un'altra, il Registro Imprese della

provincia di origine registra che la società "cessa". Chi legge un certificato o una visura camerale,

non deve mai pensare che la parola cessata, riferita ad un'impresa, significhi estinta. Molto spesso

vuol dire solo trasferita. Se l'impresa è trasferita, bisogna continuare la ricerca, consultando il

Registro Imprese di destinazione.

Il percorso di ricerca è però lungo, dispersivo, costoso e denso di ostacoli, nonostante si possa

svolgere online. Negli atti troverete alcuni esempi delle difficoltà che si incontrano.

C) Nomi nuovi vs nomi vecchi

Nell'odierno archivio gestito dalla Camera di Commercio, le imprese sono censite solo secondo

l'ultima denominazione assunta. Le denominazioni precedenti cessano di essere ricercabili

telematicamente.

Sembra assurdo ma è così. Vediamo cosa implica.

Nel campo dell'amianto, tipicamente una ricerca parte dalla fotocopia di un libretto di lavoro, ove è

scritto che l'operaio tal dei tali ha lavorato per la Zeta Spa tra il 1960 e il 1980. È un esempio di

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fantasia, naturalmente. Se la Zeta ha cambiato denominazione, la mia ricerca presso la Camera di

Commercio, o attraverso altre società, risulterà nulla. Non troverò la società, anche se questa esiste.

Solo se ho il codice fiscale sono in grado di trovare la nuova denominazione assunta dalla

società. Ma nel 1960 il codice fiscale ancora non esisteva. E anche dopo l'introduzione del codice

fiscale, nel 1972, i timbri societari sui libretti di lavoro spesso continuavano a non indicarlo.

Senza codice fiscale inizia una ricerca al buio, consultando più fonti contemporaneamente,

incluso internet, Google e persino Facebook. Farà sorridere, ma proprio su gruppo di amanti di

veicoli storici di Facebook nel 2011 ho trovato il nome di una società che tre Camere di Commercio

avevano cercato inutilmente, anche se pungolate dalla Procura della Repubblica. E non si trattava di

una società sconosciuta: era stata quotata alla borsa di Milano per trenta e più anni, tra il 1899 e il

1935.

Se invece ho il codice fiscale troverò, la visura della ex Zeta, oggi, ad esempio, diventata Ipsilon

SpA. Anche con la visura, in ogni caso, non avrò mai una tabella dove sono elencate tutte le

denominazioni assunte dalla società nel corso del tempo. Dovrò invece cercare il cambio di

denominazione nell'elenco cronologico di tutte le variazioni che la società ha presentato alla

Camera di Commercio. Questo elenco è lunghissimo, centinaia di pagine, migliaia per una società

"storica". Cercare un cambio di denominazione è come cercare uno specifico numero di telefono

nella guida telefonica. Non il nome dell'abbonato, ma proprio il numero di telefono.

4. Identificazione dei soggetti responsabili come complessa indagine indiziaria

Credo di aver dimostrato che l'identificazione dell'impresa responsabile dell'uso di amianto non è

un'attività meramente meccanica o compilativa, ma una complessa indagine indiziaria.

Quando uso la parola "indizi" intendo non solo i dati forniti dalla Camera di Commercio, che come

abbiamo visto spesso sono di difficile reperimento e interpretazione, ma anche le testimonianze dei

lavoratori e dei sindacalisti, le buste paga, le notizie reperite su Internet, a volte i testi di storia

economica e altro ancora. Utilizzare più fonti è indispensabile.

La ricerca dell'impresa finisce spesso di essere un'indagine vera e propria: si individuano gli indizi,

si fanno ipotesi, si verificano, si scartano quelle ritenute false e si continua a cercare, sempre

sapendo che purtroppo l'unica conferma definitiva è quella che emerge dal dibattimento al processo,

quando la controparte fornirà la sua versione dei fatti.

5. Una proposta sulle fonti d’indagine

In chiusura, presento un'idea per il futuro: utilizzare come fonte d’indagine gli archivi INAIL e

INPS.

Finora, gli archivi dell'INAIL sono stati utilizzati soprattutto dagli epidemiologi, ma contengono

dati interessanti sulle varie sedi dell'impresa, il relativo numero dei lavoratori e le variazioni nel

tempo della forza lavoro occupata.

I commercialisti forensi potrebbero ricavare da questa fonte - e dalla fonte parallela degli archivi

INPS - notizie preziose da elaborare a favore del Pubblico Ministero.

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Il ruolo dell’ONA: dalla denuncia alla proposta

Michele Rucco

Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus

email: [email protected]

Buonasera a tutti. Cercherò di essere breve vista e considerata l'ora e cercherò anche, per quello che

lo consente la materia, di essere possibilmente un po' meno pesante degli oratori che mi hanno

preceduto con argomenti necessariamente ben più ponderosi.

Qual è il ruolo dell'ONA? L'ONA è nata essenzialmente come un centro studi, si è trovata ad

affrontare una situazione di sofferenza e di dolore, che è stata descritta dalle testimonianze delle

vittime e dei familiari delle vittime; ha trasformato questa situazione in una denuncia, in una

battaglia fatta in tutte le sedi (ne avete avuto cognizione dalle cose dette dall'avv. Bonanni, dal dott.

Rivella e dalle tante persone che mi hanno preceduto) ma oggi ci rendiamo conto che non basta

denunciare. Bisogna andare oltre. Cercherò di spiegarvi il perché bisogna andare oltre ossia passare

ad una fase di proposta.

Il nostro compito è quello di promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della

vita umana. Cosa significa? Significa prevenzione primaria ossia riduzione del rischio, tendere al

rischio zero. Significa prevenzione secondaria ossia riduzione del danno, che si attua con la

diagnosi precoce e con le cose che ci hanno detto poc’anzi la dott.ssa Mazzei, il dott. Sartorelli e

tutti gli altri medici che sono impegnati in questa battaglia. E poi significa prevenzione terziaria

ossia riduzione delle conseguenze del danno. Questo dà alla battaglia contro l'amianto un respiro

internazionale perché si lega al principio sancito nel Trattato dell’Unione Europea del “chi inquina

paga” ed è qui che nascono poi i problemi di cui stiamo discutendo e di cui la sentenza Eternit

ultima è un esempio in negativo.

L'altro nostro compito è rappresentare, tutelare e assistere moralmente e materialmente i lavoratori e

i cittadini esposti ad amianto. Nel nostro statuto c'è scritto anche esposti ad altri agenti patogeni

perché noi siamo convinti dell’esistenza di questa esposizione e non vogliamo assolutamente fare

solo la battaglia dell'amianto che potrebbe essere una battaglia di retroguardia: ci sono centinaia di

altri prodotti tossici che impattano tutti i giorni con la nostra vita e con la vita di migliaia di persone

che non sono conosciuti, o meglio, di cui gli esposti non sono adeguatamente informati.

In questo nostro compito c'è anche uno stimolo morale che ci spinge perché vogliamo tutelare i

diritti costituzionalmente garantiti ad ogni persona e questi diritti sono l'essenza della persona

umana, della dignità umana. Questa frase può sembrare una provocazione. Parlare di dignità umana.

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Livorno, 26 marzo 2015 44

Però io mi sono ricordato che qualcuno ha detto “al centro di ogni questione, anche di quella

lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità”. Chi l'ha detto? L'ha detto una persona molto

conosciuta perché è da un paio d'anni che lo vediamo combattere una battaglia che sicuramente non

è di retroguardia, ossia Papa Francesco.

Queste sue parole mi fanno però pensare ad un paradosso descritto benissimo da Oscar Wilde:

“l'esperienza è l'insegnante più difficile ed esigente. Prima ci fa l'esame e poi ci insegna la lezione”.

In questo l'amianto, la storia dell'amianto è veramente l'emblema di come questo paradosso

funziona. Noi abbiamo usato l'amianto, ce ne siamo innamorati come lavoratori perché ci dava

ricchezza, benessere, prosperità in quel momento e non ci siamo resi conto, siamo stati ingannati,

non ci siamo domandati un sacco di altre cose e oggi ne paghiamo le conseguenze. Stiamo

imparando la lezione e la dobbiamo imparare perché la battaglia dell'amianto è essenzialmente una

battaglia di informazione, di notizie, di controinformazione. Sulla storia dell'amianto sono stati

scritti volumi falsi, sono state fatte perizie in tribunale false, sono stati nascosti documenti e sono

state escluse e tacciate le persone. Credo che l'avvocato Bonanni poi ricorderà quei documenti usciti

dall'Archivio di Stato che riportano i verbali delle riunioni tenutesi nelle associazioni industriali in

cui si diceva di negare sistematicamente certe evidenze e allora, così, per essere un po' leggero,

faccio qualche esempio di controinformazione usando Vauro e altri disegnatori satirici che riescono

a cogliere molto bene questa situazione: “morti sul lavoro? I media continuano ad ignorarli. Sarà

per il rispetto della privacy”. Sicuramente! La privacy loro ossia non far sapere quanti ne uccidono.

Oppure quest'altra caratterizzata da due industriali che dicono: “dovrebbero essere loro a risarcirci

perché si sono portati via l'amianto nei polmoni”. Oppure: “babbo, che cos'è il trattamento di fine

rapporto? La chemio” Più chiaro di così!

Le azioni dell'ONA quali sono? Rimanere a fianco delle persone perché non è giusto che persone

che soffrono o che hanno sofferto rimangano sole. Purtroppo, spesso e volentieri, di fronte all'INPS

ci devi andare da solo, gli impiegati ti fanno un sacco di difficoltà perché purtroppo il sistema li ha

messi in condizione di fare quel lavoro in quel modo. Dobbiamo stare al fianco delle Istituzioni

perché non è vero che sono tutte latenti e vanno solo messe in mora. Vanno anche aiutate con una

funzione sussidiaria. Ed è quello che facciamo sistematicamente. Per esempio in sede legislativa

partecipando alle Commissioni. Abbiamo qui due testimoni di questo nostro lavoro: l’onorevole

Zolezzi e la senatrice Paglini. Anche a livello regionale e comunale. Ci muoviamo e partecipiamo a

tutte le istanze che chiedono il nostro contributo. Siamo a fianco della magistratura fornendo le

informazioni che ci pervengono da voi, dai vari lavoratori, che non possono essere portate

direttamente al magistrato perché ci sarebbe una responsabilità penale di chi le ha pronunciate. Noi,

attraverso le nostre indagini, verifichiamo quello che viene detto e lo portiamo, come associazione,

diamo il nostro contributo, forniamo materiale e documenti alla magistratura per fare il suo lavoro.

Noi diamo il nostro contributo, come ha detto il Sindaco Nogarin oggi, a titolo gratuito perché

siamo un'associazione di volontari, presente in tutta Italia, che fa tutte queste cose e per questo ci è

stato riconosciuto lo status di ONLUS, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale. So che può

essere difficile crederlo a chi ha avuto una esperienza diversa perché ci sono organizzazioni che non

lo fanno gratuitamente ma, mi si consenta un pizzico di polemica che non volevo fare ma ci sono

costretto da questo intervento così poco rituale venuto dal pubblico, continuano a chiedere i soldi e

magari sono loro stessi i responsabili di certe situazioni:

perché io non posso credere che le organizzazioni sindacali presenti nelle fabbriche da anni con

l'incarico di tutelare la salute dei lavoratori, non sapessero cosa stava succedendo. O erano tutti

cretini e nessuno studiava; ma io ho scoperto che tutti i sindacalisti entrati in Parlamento sono tutti

laureati quindi come hanno fatto a non sapere mai nulla dell'amianto? Oppure, diversamente, come

ci risulta, erano conniventi con i datori di lavoro e nello stesso tempo si facevano pagare la tessera.

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Livorno, 26 marzo 2015 45

Noi vogliamo lavorare insieme alle associazioni compresi anche i sindacati perché purtroppo quello

che è il grosso problema di questa materia è la controinformazione, la confusione che viene fatta

per diffondere ignoranza lasciando campo aperto a chi sa di poter sfruttare le situazioni.

Che cosa fare? Noi stiamo portando avanti i risultati del Convegno che abbiamo fatto alla Camera

dei Deputati circa un anno fa. Sono stati approfonditi diversi argomenti, abbiamo lavorato insieme a

professori di fama internazionale, con Deputati e Senatori. Poc’anzi, l’onorevole Zolezzi ci ha

illustrato come sta procedendo la proposta di legge che elaborammo in quella sede e che fu

presentata in quella sede. Facciamo anche tante altre cose: abbiamo predisposto un nostro piano

nazionale per l'amianto alternativo a quello elaborato dal governo Monti che non è mai partito e che

è praticamente ancora fermo. Abbiamo costituito un dipartimento di ricerche per la cura del

mesotelioma con attività di consulenza gratuita ai pazienti che hanno necessità di assistenza: in

questo modo spesso si evita di spendere migliaia di euro in operazioni che non darebbero effetti

positivi e questo è di fondamentale importanza per i pazienti, specialmente per quelli affetti da

mesotelioma. Tutto questo si affianca alla consulenza legale che è sempre stato un servizio erogato

gratuitamente. Abbiamo un laboratorio oncologico on line al quale si possono rivolgere le persone

semplicemente con una mail. Abbiamo costituito la guardia nazionale amianto. Stiamo

predisponendo un ricorso alla corte europea e stiamo preparando delle pubblicazioni tecniche e

scientifiche per fare controinformazione.

Chiudo il mio intervento con la citazione che uso sempre in queste circostanze. E' una frase di

Albert Schweitzer, premio nobel del 1952, grande amico di Einstein, apostolo laico del rispetto

della vita: “quello che ognuno di noi può fare è solo una goccia nell'oceano, ma è ciò che dà

significato alla nostra vita”.

Vi ringrazio per l'attenzione.

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Page 55: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 46

Le condutture idriche in amianto

Ginevra Lombardi

Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze per l’Economia

e l’Impresa dell’Università di Firenze

Buonasera. Il mio intervento riguarda un'altra sorgente di contatto per il nostro organismo con

l'amianto che è quella dell'ingestione. L'ingestione dell'amianto è considerato un pericolo anche da

una recente risoluzione dell'ONU che è stata votata per eliminare le minacce per la salute sul luogo

di lavoro legate all'amianto. In questa risoluzione, all'art 37, si fa preciso riferimento al rischio che

l'amianto porta alla salute dell'uomo attraverso l'ingestione.

L'ingestione è soprattutto dovuta a condutture in amianto. Qual è la situazione in Toscana?

Abbiamo l'acqua più cara d'Italia ma questo non ci salvaguarda dal rischio di avere condotte in

amianto. In Toscana abbiamo circa 2000 km d'amianto. Un amianto che è sempre sfuggito ai piani

di sostituzione cioè le aziende del servizio idrico non hanno mai ritenuto di adottare un piano di

sostituzione dell'amianto. Amianto che è fonte di rischio per chi beve l'acqua e per gli operai in

quanto le frequenti rotture di queste tubature sono fra l'altro le più vecchie, ovviamente, perché

l'amianto non può più essere utilizzato. Ciò porta gli operai a lavorare in condizioni di esposizione

all'amianto anche per inalazione. Quello che è stato detto in Toscana è che l'amianto per ingestione

non costituisce un rischio.

Nonostante questa risoluzione sia stata votata dal Parlamento europeo da forze politiche che

amministrano anche questa regione, quando si è trattato di mettere in atto tutta una serie di azioni

che mettessero a tutela la salute dei cittadini ci siamo appellati alla mancanza di evidenze

scientifiche. Ossia non ci sono evidenze scientifiche che l'amianto inalato, ingerito sia dannoso

quanto quello inalato. Abbiamo noi trovato come Forum dell'Acqua alcune ricerche, anche recenti,

una del 2004 ma ce ne sono anche di più recenti, che testimoniano quanto l'esposizione ad amianto

ingerito possa incrementare il rischio di cancro all'apparato digerente. Adesso c'è un documento

dello IARC che è l'Istituto di Ricerca sul Cancro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che

conferma: è valida quanto meno la correlazione tra l'esposizione e la digestione dell'amianto e

l'incremento del rischio di malattie neoplastiche cioè di neoplasie all'apparato digerente.

Qual è la situazione di Livorno? Livorno è uno dei comuni più interessati dall'amianto. Ha circa 150

km di amianto su 450 km di rete dell'acquedotto quindi un'incidenza piuttosto elevata. La situazione

del monitoraggio delle acque in Toscana è praticamente a zero. E' stata fatta un'unica ricerca negli

anni 90 in varie aree campione fra cui anche Livorno e Livorno è risultato uno dei comuni con

campioni positivi. I campioni positivi a Livorno sono stati quelli del porto con 37.700 FF/ll di

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Page 56: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 47

crisolito, crocidolite e amosilite e 1600 ff/ll nella zona del centro cittadino riconducibili ad amianto

di tipo crisotilo.

Praticamente da allora non sono stati fatti più monitoraggi dell'acqua. Adesso l'Assessore

all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, ha chiesto, a seguito di una petizione portata avanti dal Forum

dell'Acqua attraverso la campagna No amianto Publiacqua, (è nata per i territori Publiacqua ma

l'assessore ha fatto in modo che si ponesse la questione per tutto il territorio) che a dicembre

iniziasse un piano di monitoraggio di cui ancora non si sa niente se non il fatto che nell'acquedotto

del Fiora è stato terminato e sono stati riscontrati campioni positivi ma a questo punto la Regione si

appella al fatto che non ci sono soglie limite per l'amianto nell'acqua.

L'assessore Bramerini sostiene che anche in quelle zone dove abbiamo riscontrato migliaia di

fibre/litro, l'acqua è comunque sicura quando invece ci sono evidenze scientifiche anche attraverso

documenti prodotti dall'ONA e interviste fatte a centri di ricerca dove si dice che un cancerogeno è

un cancerogeno qualsiasi sia la forma di contatto con l'organismo.

L’avvocato Bonanni ricorda che a margine di una assemblea tenutasi a Carpi, in Emilia Romagna, è

stato esaminato un tumore gastrointestinale e all'interno della massa tumorale sono state trovate

fibre di amianto. Poiché il portatore non è stato esposto ad amianto per motivi lavorativi, si può

ritenere che il tumore derivi dall'ingestione delle fibre con acqua potabile. C'è stato anche un

documentario della prof.ssa Belpoggi che parlava anche di mesoteliomi in sede della sierosa

gastrica e che diceva che lì il mesotelioma causato dalle fibre di amianto è sicuramente trasportato

dall'acqua.

Qual è il punto da chiarire ulteriormente? Il punto è che nonostante in Toscana si paghi l'acqua più

cara d'Italia e nonostante le aziende abbiano omesso di fare centinaia di migliaia di euro di

investimenti all'anno, intascati con le tariffe (si parla per Publiacqua di 69 milioni di euro intascati e

non investiti), nonostante questo le tubature dell'acqua continuano a mantenere un elevato rischio

per la salute degli utenti e per la salute dei lavoratori. Questo è un fatto molto grave, è un fatto che

segnala l'assoluta inadeguatezza del nostro sistema per garantire la prevenzione primaria, è un fatto

molto grave perché da una parte, a Bruxelles, la politica ha consapevolezza del rischio che i

cittadini corrono bevendo acqua, dall'altra chi amministra localmente continua ad ignorare questo

rischio e questa è una storia, praticamente, che ci fa ripercorrere ciò che è successo per l'amianto

inalato.

La stessa cosa! Ed è incredibile come nelle nostre comunità non si riesca a fare memoria di quello

che è accaduto. E' inaccettabile questo fatto perché mette un rischio per la salute in un bene

primario che è quello dell'acqua. E' un fatto molto grave perché mette in evidenza che la gestione di

un bene primario come l'acqua quando è in mano al privato non da garanzie, quando è in mano al

pubblico non da altrettante garanzie. Segnale che viviamo in un Paese in cui la politica non riesce a

fare un ruolo terzo dall'economia. Questo è un po' l'insegnamento che l'amianto continua a darci,

ossia: il pericoloso e veramente insensato legame che c'è tra politica ed economia, tra chi dovrebbe

tutelare la salute e chi invece specula sulla salute.

Questo pone la nostra vita nelle mani di nessuno quindi dobbiamo riprendercela e tutelarcela.

L'unico modo di farlo con l'acqua è proibire e opporci a qualsiasi forma di privatizzazione.

L'amianto nell'acqua fa male ma il profitto nell'acqua uccide più dell'amianto perché attraverso il

profitto nell'acqua entra di tutto. Vi ricordo che noi a Pistoia abbiamo in questi giorni analizzato

l'acqua come gruppo di cittadini appoggiati dal Forum dell'Acqua e ci abbiamo trovato dentro i PCB

(policlorobifenili) che sono dei cancerogeni micidiali. Sono in concentrazione 700 volte superiori

alla norma, a quello che è previsto. Come ha detto prima il dottor Rucco nel suo intervento,

approcciarsi al problema dell'amianto significa diventare sensibili al problema di tutte le minacce

per la salute. Una di queste minacce deriva proprio dalla collusione che c'è tra politica ed economia.

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Page 57: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 48

Monitoraggio degli esposti ed ex-esposti ad amianto

negli ambienti di lavoro e di vita: costi,

benefici e coperture economiche

Paolo Pitotto

Medico Chirurgo Specialista in Medicina del Lavoro,

Gozzano 15 bis I 10132 Torino - 28 Op der Sterz Lux 5823 Fentange,

tel.: +39337/200888 - +390118195622 (Q - Fax) - [email protected]

È noto che in passato l’amianto, materiale assai apprezzato per le sue caratteristiche ignifughe e

insonorizzanti, è stato impiegato in modo pressoché ubiquitario in tutti i settori dell’industria e

dell’edilizia. Proprio per questo motivo ancora oggi, complici il tardivo recepimento delle

normative internazionali volte a contenere l’esposizione, l’effetto delle deroghe tecniche1 e la

mancata o incompleta bonifica, si può affermare che l’esposizione all’amianto negli ambienti di

vita e di lavoro continua! È dunque in atto un’emergenza sanitaria in cui dobbiamo affrontare non

soltanto una nuova onda di patologie amianto-correlate ma un vero e proprio tsunami, che oltre alla

tutela sanitaria necessita anche di quella legale.

Amianto nell’ambiente di lavoro - Tecnicamente l’esposizione diretta o indiretta ad amianto viene

ricondotta a due tipologie commerciali: amianto friabile e amianto compatto. Amianto friabile: i

tubi venivano rivestiti da coppelle, cioè semicilindri accoppiati che avvolgevano i condotti con una

corona circolare di amianto friabile (soprattutto anfiboli e crocidolite), oltre a materiale inerte quale

magnesio e calcio silicato. Il coibente era poi rivestito da una sottile rete metallica, intonacata con

cemento e fibretta di amianto, al fine di impermeabilizzare l’isolante. I rivestimenti che dovevano

essere rimossi di frequente, detti anche coibentazioni mobili (cuscini o materassi), erano realizzati

in tela di amianto e riempiti di fiocchi di crocidolite, per evitarne la riduzione di spessore con l’uso.

La tenuta degli assi rotanti delle valvole o degli agitatori era assicurata tramite baderne, vale a dire

corde di amianto (crisotilo o crocidolite) di sezione quadrata, trattate con lubrificanti; tali corde

rientravano nell’amianto friabile perché durante la manipolazione, il taglio, la sagomatura e

l’applicazione, rilasciavano fibre. Anche i teli e i nastri appartengono a questa categoria, in cui

liberazione di fibre aumenta in rapporto all’usura, alla temperatura e alla quantità di anfiboli

presenti. Nel 2010 nella Solvay, nonostante che le operazioni di smaltimento fossero iniziate da

tempo, erano ancora presenti oltre 500 tonnellate di amianto friabile! - Amianto compatto: le

coperture e le pareti divisorie delle strutture edilizie industriali erano molto spesso di eternit, cioè di

una miscela di cemento-amianto che utilizzava crisotilo o crocidolite in rapporto 9:1; in alcuni casi

1 Pitotto P., Amianto: in Italia l’esposizione continua ! – Atti di indirizzo, benefici contributivi e deroghe tecniche, in Seconda Conferenza Internazionale “Lotta

all’amianto: il diritto incontra la scienza” Roma 20/03/2014 – Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi Parlamentari.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 49

l’amianto blu era presente in quantità maggiore, perché per produrre pannelli di eternit venivano

utilizzati anche scarti di manufatti contenente crocidolite, e con il degrado da queste coperture si

liberavano fibre più pericolose perché maggiormente biopersistenti. Anche le guarnizioni di

accoppiamento tra le flange dei segmenti di condotti e di unione dei condotti ai serbatoi erano

fabbricati con un impasto di gomma e amianto crisotilo, detta amiantite o sirite o ammiragliato, e

considerato un materiale di consistenza compatta, soprattutto al momento dell’installazione.

L’amianto compatto rilascia fibre solo se forato, segato o ammalorato. Rientrano in questa categoria

anche i pattini frenanti o ferodi utilizzati per frenare carriponte, gru e altri macchinari. In questo

caso le fibre si liberavano durante l’uso, nonché nel corso della loro sostituzione.

Biopersistenza o durabilità – Le fibre inalate hanno un’elevata biopersistenza non solo nel tessuto

polmonare ma anche nel grosso intestino, nel quale pervengono sia quelle assunte con i cibi liquidi

sia quelle inalate e riportate in esofago dalla trachea attraverso la clearance muco-ciliare. A questo

riguardo, il crisotilo è caratterizzato da una biopersistenza minore, in quanto le sue fibre ricurve

tendono a spezzarsi in senso longitudinale, risultando più facilmente espulse. Invece le fibre

aghiformi di crocidolite e degli anfiboli, rigide e rettilinee, sarebbero facilitate proprio dalla loro

forma ad una migrazione verso la pleura, grazie ai continui movimenti della gabbia toracica e dei

polmoni, mentre la peristalsi intestinale ne favorirebbe la penetrazione nella parete dell’intestino. In

entrambi i casi le fibre sarebbero maggiormente cancerogene rispetto a quelle di crisotilo. Proprio

per l’elevata biopersistenza i danni fibrotici e oncogeni non cessano nel momento in cui si

interrompe l’esposizione e per tale motivo sono previste visite di revisione INAIL per valutare gli

aggravamenti della fibrosi polmonare cronica ed ingravescente. La diagnostica per immagini

tradizionale relativa agli assicurati affetti da pneumoconiosi viene conservata dall’Istituto

assicuratore a tempo indeterminato negli archivi delle diverse radiologie, a differenza di quanto

avviene per gli infortuni e le altre MP, le cui pellicole vengono smaltite secondo la normativa

vigente, sia per ridurre il carico di incendio sia per ricavare l’argento dalle procedure di macero.

Richiami giuridico-legislativi – Negli anni abbiamo assistito ad un decalage del livello di

esposizione, determinato dal progresso delle conoscenze scientifiche e regolato da nuove norme:

- Il Comitato Tecnico per la definizione dei valori-limite di esposizione, facente capo all’ENPI, nel

1978 indicava la possibilità di un’esposizione per 15 minuti al giorno ad un livello di 10 ff/cc.

- La Direttiva CEE del 19/09/1983 n. 4772, relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi connessi

con l’esposizione ad amianto (recepita in Italia con D. Leg. 277/91, in considerevole ritardo per

l’ostruzione degli imprenditori3), pone il limite di 0,5 ff/cc riferito alle 8 ore di lavoro per la

crocidolite, e di 1 ff/cc per gli altri tipi di amianto. La Direttiva rappresenta uno dei 5 atti normativi

previsti dall’art. 189 del Trattato CEE, insieme al Regolamento, alla Decisione, al Parere ed alla

Raccomandazione. Le fonti internazionali del diritto comprendono poi gli atti normativi OIL/BIT

(Organizzazione Internazionale del Lavoro); le strutture dell’OIL sono suddivise in Ufficio

Internazionale del Lavoro, Consiglio d’Amministrazione con funzione amministrativa, e

Conferenza Generale. Gli atti normativi OIL sono la Raccomandazione e la Convenzione.

- Ordinanza Ministero della Sanità del 26/06/19864, emana delle restrizioni all’immissione sul

mercato della crocidolite e dei prodotti che la contengono, non applicabili al settore dei trasporti, ex

art. 1. Con Circolare n. 45 del 10/07/865, il Ministero della Sanità si occupa dei rischi connessi con

2 Direttiva CEE 83/477, Sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione all’amianto durante il lavoro, G.U. CEE 24/9/83. Nel 1983 gli Stati

membri erano 10 (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito); gli altri 18 hanno aderito successivamente e avranno

recepito la legislazione comunitaria in base alla loro data di adesione; (il sito " www.touteleurope.eu " contiene l'elenco di tutti gli Stati con relative date di adesione) - la

direttiva 83/477/CEE è stata modificata 4 volte (direttive 91/392/CEE, 98/24/CE, 2003/18/CE, 2007/30/CE), quindi tutti i paesi hanno dovuto recepire in seguito le

modifiche. 3 Verbale riunione presso Assocemento-Roma,17/11/....Arch. Di Stato di Torino, prot. n. 10184/IX-4-2, sez. I Reg. Copie n. 106, conservato nella serie: Società

Amiantifera di Balangero - mazzo 1869-fascicolo “Ass: amiantieri (corrisp. -verbali- statuto) copia conforme 24/12/96. 4 Ordinanza Ministero Sanità del 26/06/86, Restrizioni all’immissione sul mercato e all’uso della crocidolite e dei prodotti che la contengono, G.U. n. 157 del 09/07/1986. 5 Circolare Ministero Sanità n. 45 del 10/07/1986, Piano di interventi e misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego di materiali

contenenti amianto in edifici scolastici e ospedalieri pubblici e privati, G.U. n. 169 del 23/07/86.

Page 59: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 50

l’impiego di amianto negli edifici, segnalando che “l’OMS ha recentemente riconosciuto

l’impossibilità di individuare per l’amianto una concentrazione nell’aria che rappresenti un

rischio nullo per la popolazione, date le proprietà cancerogene di questo inquinante”; sul

documento vengono poi stabilite delle norme volte a localizzare le strutture edilizie contenenti

amianto, a determinare il livello di contaminazione e a fornire direttive tecniche per la bonifica.

- Direttiva della Commissione CEE del 03/12/19916, nella quale, dopo aver ricordato tutti i

provvedimenti precedenti relativi all’amianto, si vieta l’immissione sul mercato e l’uso di 5 anfiboli

(crocidolite, amosite, antofillite, actinolite e tremolite), e si regolamenta l’uso del crisotilo,

vietandone l’immissione sul mercato in 14 diverse situazioni (es. giocattoli, filtri, tessuti ecc.).

- Legge n. 257 del 27/03/19927, nella quale sono contenute le norme relative alla cessazione

dell’impiego dell’amianto. Con questo provvedimento si impedisce l’estrazione, l’importazione, e

la lavorazione dell’amianto in tutti i settori produttivi.

Politica sanitaria - Contenere gli sprechi in periodi di ristrettezze è diventato oggi un imperativo

categorico, per cui nel SSN sono state prese in considerazione sotto questo aspetto anche le spese

per gli esami strumentali. A differenza di altri capitoli di spesa (ad es. quello relativo al sostegno

degli anziani fragili) questo settore non solo non era stato contenuto, ma era continuato a crescere in

modo esponenziale. A giustificazione di questo incremento era stata indicata la strategia di

“medicina difensiva” adottata da molti medici, anche se diverse sentenze dimostrino ormai in modo

inequivocabile l’infondatezza di questa interpretazione. In un presunto caso di malasanità spetta

infatti al paziente dimostrare la colpa del medico, e tale principio di recente è stato ribadito dalla I

Sezione civile del Tribunale di Milano, in una nuova sentenza (n. 1430 del 2 dicembre 2014).

Tuttavia il Ministro della Salute Lorenzin continua ad affermare “Esami inutili legati a medicina

difensiva ci costano 13 mld di euro l’anno. Al lavoro su norme per evitare gli sprechi”.

12.03.2015 - Il ministro della Salute nel corso di un liveblog presso l’Ansa ha

parlato anche dei nuovi Lea. A mio avviso l’eccesso degli esami strumentali

deriva da incompetenza o corruzione del medico. Un bravo clinico, capace di

utilizzare al meglio l’anamnesi e l’esame obiettivo del paziente, riesce a

prescrivere in modo mirato e spesso dagli esami riceve la conferma di quanto

aveva già intuito. Bisogna rendere operativi i progetti CCM/2012 riguardanti la

sorveglianza sanitaria degli ex esposti e l’istituzione di “sportelli amianto”.

Anche le Regioni e le Asl hanno affrontato il problema cercando di razionalizzare le strutture. In

Toscana, Rossi e Marroni ce l’hanno fatta: la riforma della sanità regionale è legge. Accorpate le

ASL: dal gennaio 2016 scendono da 12 a 3! Occorre ora attivare la sorveglianza degli ex esposti8.

11.03.2015 - La riorganizzazione prevede tre aziende, una per area vasta

(Centro, Nord Ovest e Sud Est) che diventa sede di attuazione della

programmazione strategica regionale. La zona-distretto viene confermata come

ambito territoriale ottimale di valutazione dei bisogni sanitari e sociali delle

comunità. Dal 1° luglio le Asl saranno commissariate e le nuove risorse per il

monitoraggio degli ex esposti ad amianto potranno derivare dalla rivalsa9 del

SSN sulle spese sostenute per infortuni, MP e gravi incidenti stradali.

6 Direttiva 91/659/CEE, G.U. CEE 31/12/91. 7 Legge n. 257 del 27/03/1992, Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto, s. o. G.U. n. 87 del 13/04/1992. 8 Il Gruppo tecnico di lavoro per la definizione delle linee di indirizzo (ex D. Dir. n.1826 del 26/04/2012 R. Toscana) ha prodotto un documento nell’ottobre 2013. Il

Gruppo, coordinato dall’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze (ISPO), vede la partecipazione di Medici del Lavoro, esperti ISPO, Dipartimento di

Prevenzione e Aziende Ospedaliere Universitarie. Si è tenuto conto del Piano Nazionale Amianto 2013, delle esperienze di sorveglianza sanitaria nazionali e regionali, dei

due progetti CCM 2012 in corso, nonché dei risultati degli studi epidemiologici. 9 Carapelle R., Risorse economiche da non dimenticare: l’azione di rivalsa delle spese sanitarie nei confronti del terzo civilmente responsabile, in Prospettive assistenziali

n.168, ottobre-dicembre 2009: 8-9.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 51

Spesso i paletti della prevenzione sono posti in modo discutibile e sono piuttosto frequenti

cambiamenti anche rilevanti delle strategie preventive. Ad esempio di recente si è detto che lo

screening dell'aneurisma aortico addominale negli uomini over 65 andrebbe ripensato, dato che non

è affatto chiaro se i benefici superano i danni. È quanto riporta il British Medical Journal in un

articolo compreso in una serie di studi sull'eccesso diagnostico10

. Le persone vengono inutilmente

trasformate in pazienti, scatenando una comprensibile reazione ansiosa; inoltre 37 dei 176 uomini

sovradiagnosticati vanno inutilmente incontro a chirurgia preventiva e di questi 1,6 muoiono di

conseguenza. Lo screening in questo caso ha cambiato il significato della diagnosi di aneurisma

aortico addominale, facendola passare da una condizione di pericolo di vita ad un vero e proprio

fattore di rischio, e tutto ciò a fronte di studi che dimostrano un calo della prevalenza di aneurisma

aortico addominale negli ultimi decenni (probabilmente legato alla riduzione del numero di

fumatori). Risulta pertanto necessario fare una revisione dei programmi di diagnosi precoce per

questa patologia, dati i ridotti benefici per la popolazione e i potenziali danni suggeriti dagli ultimi

studi. In analogia con questo esempio, bisogna che tutti i monitoraggi vadano programmati con

molta prudenza e siano sottoposti a revisione periodica e nel caso degli ex esposti ad amianto

occorre anche tenere conto delle indicazioni sull’andamento temporale e sulla latenza del rischio di

neoplasie emerse dai più recenti studi sull’argomento11

. La migliore prevenzione si fa non solo

monitorando gli esposti e gli ex esposti, ma anche e soprattutto riducendo l’esposizione, estendendo

il divieto di estrazione, produzione di manufatti e loro commercializzazione alle nazioni dove tutto

ciò è ancora permesso e promuovendo la bonifica dei siti inquinati laddove l’utilizzo è stato vietato.

Monitoraggio preventivo periodico degli ex esposti - Il DPR 1124/65 prevedeva già da oltre 40

anni l’esecuzione di un Rx torace a cadenza annuale, mentre il DM 21/01/1987 ha permesso di

sostituire l’accertamento radiologico con la ricerca di alcuni indicatori: corpuscoli dell’asbesto e

siderociti nell’espettorato, rantolini crepitanti basali, insufficienza respiratoria restrittiva,

compromissione della diffusione alveolo-capillare dei gas. Purtroppo, sino ad ora, questo

monitoraggio12

è stato attuato tramite i medici competenti solo su alcuni dei cosiddetti ex-esposti

ancora al lavoro, mentre sono pochissimi i casi di accertamenti sanitari anche dopo la cessazione

dell’attività lavorativa, nonostante che l’art. 29 del D. Lgs 277/9113

lo preveda espressamente.

Questo deriva dal fatto che solo alcune regioni virtuose, a più di 20 anni dal dettato legislativo, si

sono organizzate per tutelare la salute di chi non lavora più; si cita ad esempio il piano di esenzione

stabilito dalla regione Veneto14

per gli ex-esposti ad amianto, che prevede: visita medica

specialistica, emocromo e VES, esami immunoistochimici, mesotelina e osteopontina, esami

istologici, esami citologici (siderociti e corpuscoli dell’amianto nell’espettorato), Rx torace, TC

torace15

e addome, PET, ecografia cardiaca e addominale, funzionalità respiratoria, ECG, biopsia

TC guidata, e quota di iscrizione al corso di disassuefazione al fumo. Le regioni inadempienti

debbono essere sanzionate in ambito, giudiziario, ed il ministro della Sanità pro tempore deve

sollecitare l’attivazione di provvedimenti preventivi confacenti su tutto il territorio nazionale.

10 Johansson M., Hansson A., Brodersen J., Estimating overdiagnosis in screening for abdominal aortic aneurysm: could a change in smoking habits and lowered aortic

diameter tip the balance of screening towards harm? BMJ.2015 Mar 3;h825.doi;10.1136/bmj.h825. 11 Barone-Adesi F., Andamento temporale del rischio di tumore negli ex-esposti ad amianto, Population Health Research Institute St. George’s, University of London in

“Dopo la 2° Conferenza governativa sull’Amianto – Identificazione, diagnosi precoce dei tumori polmonari e sorveglianza sanitaria degli ex esposti”, Padova 4 dicembre

2014. 12 Gli screening applicano su popolazioni a rischio protocolli diagnostici standardizzati la cui efficacia è provata con metodi statistici. La sorveglianza sanitaria invece è

caratterizzata dall’approccio clinico basato sulle evidenze, attraverso il quale si arriva a definire un percorso diagnostico che tiene conto della natura ed entità delle

esposizioni e delle ipersuscettibilità. Si definisce così un profilo di rischio individuale che consenta di personalizzare la tipologia e la frequenza degli accertamenti sanitari

considerando anche i rapporti costo/beneficio e rischio/beneficio. 13 Pitotto P., La medicina e la tutela della salute nel rapporto di lavoro, in “Amianto tra scienza e diritto” Pisa 18.07.2013 - Aula Magna Scuola Superiore di Studi

Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna. 14 Bisogna dare atto che si tratta di una regione molto avanzata, basti pensare che il maggior consumo di anestetici rispetto alle altre regioni non deriva da malaffare ma dal

loro impiego nelle colonscopie preventive, che avvengono sempre in anestesia totale. 15 Da leggere utilizzando la classificazione ICOERD (The International Classification of High resolution CT for Occupational and Environmental Respiratory Diseases).

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 52

L’importanza di questo monitoraggio preventivo periodico16

è rafforzata dalla lunga latenza tra

esposizione ed insorgenza della patologia neoplastica (le fibre assorbite dall’organismo continuano

a manifestare nel tempo il loro effetto sclerogeno ed oncogeno) per cui il problema riguarda

soprattutto gli ex-esposti. Purtroppo, in Italia, in questa categoria rientrano pochissime persone,

perché di fatto le proroghe sino ad esaurimento scorte17

e/o le deroghe per motivi tecnici18

, oltre che

la mancata bonifica degli stabilimenti dall’amianto19

, nonché molti casi di impiego perdurante e non

dichiarato20

, hanno permesso che il divieto di utilizzo fosse aggirato con numerosi espedienti, che

ancor oggi espongono molti operai ad amianto nell’ambiente di lavoro. Molte di queste esposizioni

sono ancor oggi possibili a causa dei numerosi provvedimenti legislativi, pubblicati anche di recente

sulla Gazzetta Ufficiale, senza un apparente disegno organico che li colleghi in qualche modo al

recepimento della direttiva comunitaria21

. Non bisogna poi dimenticare le esposizioni indirette in

ambienti confinati, che possono anch’esse determinare un significativo rischio di malattia (come

ben esemplificato dal caso degli impiegati amministrativi che lavoravano nel palazzo della

Comunità Europea di Bruxelles, di recente sottoposto a bonifica radicale). Se si considera che in

media si effettuano 15 atti inspiratori al minuto, con uno scambio gassoso complessivo di circa 8

litri, e che buona parte delle fibre inspirate vengono trattenute nel polmone, si può ben comprendere

come nel tempo si venga a determinare una sclerosi molto dannosa per la diffusione alveolo-

capillare dei gas, che normalmente avviene su una superficie di oltre 100 m2.

In questo contesto è poi necessario considerare anche l’esposizione ad amianto nell’ ambiente di

vita, dovuta alla persistenza di tetti in eternit22

degradati e di manufatti in cemento-amianto (canne

fumarie, sfiati, scarichi, calate della spazzatura, tubazioni dell’acqua e canalizzazioni stradali dei

cavi telefonici). Vi è quindi tuttora un’ampia e ubiquitaria possibilità di inspirare o ingerire fibre di

amianto, e se non valutata in modo appropriato questa componente ambientale può fungere da

modificatore di effetto e/o fattore di confondimento negli studi epidemiologici che considerano

l’insorgenza dei casi dovuti ad esposizione lavorativa. La sorveglianza deve essere conforme ai

criteri previsti dalla International Conference on monitoring and surveillance of asbestos-related

diseases (Finnish Institute of Occupational Health, Helsinki Declaration, 2014) approvata anche

dall’ICOH (International Commission on Occupational Health), che stabilisce come le patologie

asbesto-correlate debbano essere diagnosticate più precocemente possibile sia per l’impiego

appropriato delle misure preventive e terapeutiche, sia per il loro riconoscimento medico-legale. Per

le popolazioni lavorative a rischio inoltre si raccomandano gli screening del cancro del polmone.

Il medico competente deve farsi carico di tutti gli ex-esposti che lavorano, mentre i medici di base

devono monitorare con particolare attenzione i pensionati che in passato sono stati esposti

16 Pitotto P, Linee guida dell’ONA Onlus per la diagnosi e cura delle patologie asbesto correlate non neoplastiche, in Seconda Conferenza Internazionale “Lotta

all’amianto: il diritto incontra la scienza” Roma 21/03/2014 – Regione Lazio – Sala Tirreno. 17 L’Acquedotto Pugliese ha ottenuto l’autorizzazione per utilizzare tubi di cemento-amianto fino ad esaurimento delle scorte, e pertanto senza neppure un termine

temporale. 18 La Solvay Chimica Italia s.p.a. di Rosignano nel 2000 utilizzava ancora guarnizioni per cloro a base di amianto (dette star-chimico) acquistate dalla ditta Colombo di

Milano responsabile di numerose tecnopatie neoplastiche amianto correlate insorte nei suoi dipendenti; pare che questa ditta, nota in tutta Italia, possedesse una cava di

amianto in Valtellina ed ha verosimilmente fabbricato e certamente commercializzato manufatti in amianto ben dopo il divieto di legge! Testimoni raccontano che

venivano convocati telefonicamente il sabato e la domenica per maneggiare oltre 1200 Kg di lastre di amianto, da tagliare e riporre in magazzino senza nessun mezzo di

protezione individuale. 19 Nel 2010 la Confindustria si è opposta a portare a termine la rimozione dell’amianto ancora presente negli stabilimenti, utilizzato in passato soprattutto come coibentante

e insonorizzante ignifugo. Cfr. www.confindustria.it, Audizione di Confindustria alla Commissione Lavoro del Senato dell’11/02/2010, in occasione della discussione del

disegno di legge S-173, recante “Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti all’amianto e dei loro famigliari, nonché delega al Governo per

l’adozione del testo unico in materia di esposizione all’amianto”. 20 La GTT di Torino utilizza ancora in oltre ottanta tram serie 3100 e 2800 resistenze con oltre mille rondelle in amianto per vettura nonostante che in procedimenti

giudiziari presso il tribunale Civile sez. Lavoro la dirigenza abbia escluso di impiegare ancora materiale rotabile con amianto. La stessa cosa avviene per il materiale

rotabile utilizzato a Milano dalla ATM. Anche gli aeroporti internazionali risultano ancora inquinati per la dispersione di fibre di amianto e fosterite da pastiglie per i freni

installate su vettori aerei provenienti da paesi in cui la commercializzazione dell’amianto non è ancora stata vietata. I pescherecci che fanno manutenzione in Africa hanno

pastiglie dei verricelli con amianto commercializzate in loco. 21 Tutte queste norme sono attualmente oggetto di una ricerca specifica, al fine di valutare esattamente natura ed entità del materiale contenente amianto utilizzato a

tutt’oggi, anche in relazione al divieto di commercializzazione vigente da lunga pezza. Su La Stampa di domenica 11 gennaio 2015 a p.13 Massimiliano Peggio tratta

l’argomento in un pezzo dal titolo “Il giallo dell’amianto importato in Italia dall’India…” 22 Brevettato nel 1901 dall’austriaco Ludwig Hatschek che lo battezza Eternit (dal latino aeternitas), fu prodotto a partire dal 1903, e di eterno possiede più che la durata la

capacità di inquinare l’ambiente: infatti, soprattutto per azione delle piogge acide, il cemento si sgretola liberando le fibre di amianto (crisotilo ma spesso anche amosite e/o

crocidolite derivante dagli scarti di altri manufatti riciclati in questo particolare tipo di ondulina). Da qualche anno la manutenzione dei logori tetti in eternit non

rappresenta più un costo per le aziende bensì una risorsa, in quanto è possibile l’affitto pluriennale del tetto a ditte che lo bonificano e che installano su di esso

pannelli per la produzione di energia elettrica, poi rivenduta a dei distributori specializzati. Questa iniziativa è ora praticabile anche per tetti di civili abitazioni.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 53

all’amianto nell’ambiente di lavoro e tutti quelli che sono stati o sono esposti negli ambienti di vita.

Purtroppo gli elenchi disponibili fanno capo all’INAIL e l’istituto assicuratore inserisce solo i

titolari di rendita e lavoratori per i quali è stato pagato il premio aggiuntivo per asbestosi; dato che

le aziende tendono a sottostimare le esposizioni per motivi economici, tali elenchi risultano

largamente incompleti. È quindi necessario che il medico di medicina generale (MMG), mediante

un’accurata raccolta anamnestica, segnali tutte le esposizioni significative ad una struttura regionale

specialistica, che dovrà verificare i dati e provvedere a inviare all’INAIL tutti i casi di pertinenza,

aggiornando un elenco che comprenda lavoratori, ex lavoratori e cittadini, con piano personalizzato.

Si ricorda che gli obblighi del medico connessi al riconoscimento di una patologia amianto correlata

sono: referto all’autorità giudiziaria (procuratore della Repubblica o Ufficiale di Polizia Giudiziaria

ex art. 365 c.p. e art. 334 c.p.p., configurandosi la fattispecie di lesione personale colposa

perseguibile d’ufficio ex art. 590 c.p.) - denuncia della malattia professionale (Ispettorato del

Lavoro, ex art. 139 DPR 1124/65 e art. 10 D. Lgs. 38/2000). Non obbligatoria ma dovuta è invece

la redazione del certificato medico di Malattia Professionale (Mod. 5 SS scaricabile dal sito INAIL)

da consegnare direttamente al paziente e necessario per richiedere il riconoscimento della

tecnopatia. Poiché per un medico il codice deontologico è superiore a tutte le norme di legge, si

evince l’effettiva “obbligatorietà” di questo certificato, che invece molto spesso è disatteso dagli

MMG e dagli specialisti delle varie branche. L’eventuale mancata certificazione potrebbe poi

esporre il sanitario ad una richiesta di risarcimento per i danni economici emergenti a carico del

paziente (v. Nuovo Codice di Deontologia Medica, 03/10/98 titolo 3 “Rapporti con il cittadino”,

capo 1 “Regole generali di comportamento”, art. 22 “Certificazione”: il medico non può rifiutarsi di

rilasciare direttamente al cittadino certificati relativi al suo stato di salute e nel redigerlo deve

valutare e attestare soltanto dati clinici che abbia direttamente constatato”). Il referto all’autorità

giudiziaria e la denuncia di M.P. sono obbligatori e gratuiti, mentre certificato medico di M.P.

risulta a pagamento (come tutte le certificazioni INAIL) e deve contenere anche la valutazione

percentuale del grado invalidante.

Variabilità del tasso assicurativo - Le tecnopatie e gli infortuni sono generalmente sottostimati

perché l’omissione del referto e della segnalazione all’INAIL di MP ed infortuni può consentire alle

ditte di beneficiare della riduzione del premio assicurativo23

, calcolato sulla base degli infortuni e

delle malattie professionali presentate nel triennio precedente, in rapporto alla media nazionale del

settore. Chi denuncia pochi infortuni e malattie professionali ha uno sconto del 30%, mentre chi

presenta valori superiori ha un aumento del 30 %. Alla FIAT negli anni ’80 questa modalità di

pagamento permetteva un risparmio del 60% pari a dodici miliardi di lire! Proprio per questo

motivo il Direttore del Servizio Sanitario disponeva persino di un autista personale, cosa abbastanza

insolita nell’industria privata. Attualmente la materia è regolata dal DM 12/12/2000 “oscillazione

del tasso”. All’epoca le ditte spesso non pagavano la maggiorazione del premio per gli esposti ad

amianto, ma ciò non deve essere considerato indice di bassa esposizione, in quanto l’INAIL ex DPR

1124/65 prevedeva l’aumento della polizza assicurativa sull’asbestosi solo per coloro che

utilizzavano direttamente l’amianto come materia prima, o per lavorazioni che solitamente

presentavano esposizioni superiori al 50% dei TLV adottati in allora negli USA (5 ff/cc).

Diagnosi precoce e prevenzione delle patologie amianto correlate - Occorre attuare una

sorveglianza sanitaria dei cosiddetti ex-esposti, volta alla diagnosi precoce di tutte le patologie

correlate all’esposizione, tra cui sono comprese non solo l’asbestosi, il tumore al polmone e il

mesotelioma ma anche altre neoplasie quali, il tumore laringeo, il tumore del colon e i linfomi non

Hodgkin. Nel caso dell’asbestosi, notoriamente dose-dipendente, vengono normalmente effettuate

un Rx torace e la spirometria completa con DLCO; tuttavia questi accertamenti risultano alterati

solo per pneumoconiosi di grado medio-grave, per cui spesso le pratiche amministrative vengono

23 Di Credico N., Merluzzi F., Grieco A., Proposta di un metodo di raccolta di elaborazione e controllo dei dati relativi al fenomeno infortunistico in fabbrica, Assessorato

Sanità Regione Lombardia, 1980.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 54

chiuse negativamente anche in presenza di iniziale tecnopatia. L’Rx torace, anche se ben svolta e

correttamente confrontata con le lastre campione fornite dall’ILO, non evidenzia i quadri di

asbestosi con minimo interessamento anatomico24

e senza compromissione funzionale, quali la

bronchiolite respiratoria; quest’ultima, pur essendo aspecifica e riscontrabile anche nelle esposizioni

ad altri irritanti (polveri, fumo di tabacco), in ambito civile-assicurativo deve, nel dubbio, essere

riconosciuta come amianto-correlata, in quanto in Italia l’asbestosi è una patologia tabellata e per le

patologie tabellate l’onere di prova contraria spetta all’INAIL. Queste forme, così come le fibrosi

iniziali, sono ben evidenziabili con HRCT torace purché svolta con tecnica appropriata per spessore

di strato e per intervalli di scansione adottati, e con scansioni in espirazione che possono persino

evidenziare precoci segni di intrappolamento aereo. Per quanto riguarda la spirometria, negli stati

iniziali dispnea e deficit di ossigeno non possono essere evidenziati neppure sotto sforzo, per cui

non è accettabile definire “nella norma” soggetti non monitorati in modo più approfondito.

All’estero in questi casi si ricorre alla biopsia polmonare, tecnica peraltro invasiva che è bene

riservare nei casi post-operatori o autoptici. Molto più utile e praticabile è la ricerca dei corpuscoli

dell’amianto sull’espettorato e delle fibre di amianto sul liquido di lavaggio bronchiale (BAL).

Nel caso del tumore polmonare, anch’esso dose-dipendente, risulta opportuno sostituire l’Rx

torace in proiezioni P-A/L-L con una TC spirale a bassa dose senza mezzo di contrasto, da ripetere

con periodismo variabile a seconda della natura ed entità dell’esposizione, dell’età e della abitudine

al fumo, che notoriamente costituisce un importante effetto sinergico25

. Questo esame espone a una

dose di radiazioni di 0,75 mSv (inferiore a 1 mSv/anno/persona raccomandata per indagini

radiologiche finalizzate a scopi diagnostici), decisamente superiore a quella di una Rx torace (0,05

mSv) ma con precisione diagnostica nettamente superiore all’esame radiografico tradizionale.

Poiché non si impiega il mezzo di contrasto, il costo della TC low-dose per screening risulta

abbastanza contenuto, ed il tempo di esecuzione (circa 10 secondi) consente di mantenere

l’inspirazione forzata per tutta la durata dell’esame, con elevata capacità di discriminare le lesioni in

quanto sono apprezzabili formazioni di diametro inferiori ad 1 cm. In caso di noduli non calcifici e

di dimensioni superiori al mezzo centimetro, il passaggio alle procedure diagnostiche invasive di

secondo livello comporta il rilievo di un elevato numero di falsi positivi, oltre a lesioni che non

sarebbero mai divenute clinicamente evidenti nel corso della vita, con conseguente rischio di

eccesso diagnostico. Tuttavia, considerando che alcuni tipi di neoplasie polmonari precocemente

diagnosticate sono ormai curabili con successo e che non vi sono altre procedure più vantaggiose, se

si vuole fare davvero prevenzione non rimane che seguire questa via, fornendo al paziente anche un

supporto psicologico che gli consenta di non allarmarsi eccessivamente se viene riscontrata qualche

anomalia. Gli studi autoptici26

dimostrano che 1/6 dei tumori polmonari evidenziati all’autopsia non

erano stati riconosciuti clinicamente prima della morte, per cui ben si comprende la perplessità di

attuare con eccessivo rigore questo percorso preventivo, nel quale (in considerazione del sinergismo

moltiplicativo27

fumo-amianto noto dal 1978) occorre invece inserire una massiccia campagna di

disassuefazione al fumo. Per quanto riguarda il mesotelioma, occorre segnalare che l’insorgenza di

questa particolare neoplasia, per cui non è stata riscontrata una sinergia con il fumo di tabacco, può

avvenire molti anni dopo l’assorbimento delle fibre e anche in caso di esposizioni minime. Per

quanto riguarda i mesoteliomi, la correlazione lineare tra esposizione ad amianto a basse dosi e

morte da mesotelioma è nota da tempo, e già nel corso degli anni novanta ciò è stato posto in

evidenza ed accertato con dovizia di approfondimenti anche dalla nostra giurisprudenza28

. I più

24 Definiti “bronchiolar wall fibrosis o asbestos airways disease” dall’Asbestosis Committee of the College of American Pathologists and Pulmonary Pahology Society

2010 25 Hammond E.C., Selikoff I.J., Relation of cigarette smoking to risk of death of asbestos-associated disease among insulation workers in the United States ,Cancer 28, 87-

99, 1978. 26 Chan C.K., Wells C.K., McFarlane M.J., Feinstein A.R., More lung cancer but better survival. Implications of secular trends in “necropsy surprise”, rates. Chest 1989;

96:291-6. 27 Pitotto P., Serio A., Ugazio G., Interazione tra agenti nocivi nell’ambito lavorativo: considerazioni cliniche e modelli sperimentali, Atti IV Convegno sulla patologia da

tossici ambientali ed occupazionali, Cagliari maggio’83. 28 Va menzionata la pronuncia Vayr c. Fiat Avio S.p.A. e altri, Pret. Torino, Sez. Lav., 30 aprile 1998, n. 3308, Pret. Vincenzo Ciocchetti, la quale, unitamente alla perizia

del C.T.U. Dott. Paolo Pitotto (parte integrante di tale sentenza insieme ai suoi preziosi allegati), costituisce un punto di riferimento assolutamente fondamentale per

qualsiasi studio e controversia in materia, ancorché, stante la sua mole, non risulti essere mai stata pubblicata nelle riviste giuridiche.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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importanti e recenti studi epidemiologici hanno segnalato che in vicinanza dei siti manifatturieri e/o

di attività con specifica esposizione ad amianto vi è un aumento anche delle neoplasie mesoteliali,

dimostrando quindi anche per queste neoplasie un incremento dose-correlato. Nonostante questi

risultati, spesso nei procedimenti giudiziari si parla ancora di dose innescante e di patologia non

dose-correlata, mentre il TLV dell’amianto29

, utilizzabile in ambito preventivo solo per l’asbestosi,

viene ancora proposto come soglia al di sotto della quale si nega la possibilità di contrarre neoplasie

da amianto. Si ricorda che il mesotelioma presenta una diagnosi clinica e istologica talvolta molto

complessa, soprattutto per le forme extra-toraciche, e per un monitoraggio preventivo è possibile

effettuare periodicamente il dosaggio di indicatori ematologici, quali ad esempio la mesotelina.

Tuttavia la prognosi di questa particolare neoplasia risulta ancora infausta anche in caso di diagnosi

precoce.

Nel caso delle altre neoplasie amianto correlate, sono consigliati di volta in volta i diversi

accertamenti relativi al caso: la ricerca del sangue occulto nelle feci per il carcinoma del grosso

intestino, una visita ORL con eventuale laringoscopia per le patologie laringee, mentre per i linfomi

non Hodgkin è utile ricorrere ad una consulenza ematologica.

E’ poi indispensabile ribadire sempre l’importanza della prevenzione primaria attuata mediante lo

stile di vita, eliminando l’abitudine voluttuaria del fumo, adottando una dieta ricca di antiossidanti e

assumendo eventualmente acido caprilico e cilantro.

Sindrome ansioso-depressiva amianto correlata - Rientra tra i danni permanenti riscontrabili

negli ex esposti, e la sua crescente incidenza ha indotto alcune regioni ad adottare un monitoraggio

specifico ed un piano di supporto psico-terapeutico. La consapevolezza di aver respirato delle fibre

cancerogene ad elevata biopersistenza nell’organismo, nonché il coinvolgimento emotivo legato

alle sofferenze e ai decessi dei colleghi affetti patologie amianto-correlate, innesca inevitabilmente

un meccanismo reattivo che si manifesta con ansia e umore depresso, svariate forme di

somatizzazione, alterazioni del ritmo sonno-veglia e disturbi del comportamento alimentare; diventa

pertanto necessario un supporto psicologico e, nei casi di maggior gravità (di competenza

psichiatrica), talora anche farmacologico. Tale sintomatologia non solo incide negativamente sulla

qualità della vita, ma si ripercuote anche sulla capacità di lavoro degli assicurati, poiché è noto che i

disturbi psicologici determinano un aumento degli infortuni. In ambito medico-legale è quindi

molto importante valutare anche questa patologia, spesso non riconosciuta o sottostimata. A tale

proposito, si ricorda che esistono ormai numerosi test comportamentali che consentono di separare

la componente ansiosa individuale da quella strettamente lavorativa, consentendo una definizione

affidabile e oggettiva del quadro clinico che spesso deve essere affidato a specialisti del settore.

Occorre infine considerare che le ripercussioni psicologiche delle patologie amianto-correlate si

estendono anche ai famigliari degli esposti, soprattutto in caso di decesso, con manifestazioni

differenti a seconda del contesto ambientale e dell’età dei congiunti.

Il disastro ambientale - Già nel 1969 Vigliani al IV Congresso Nazionale della Società Italiana di

Cancerologia, avalla la proposta inglese che abbassa bruscamente i meno drastici limiti americani,

ed afferma che “la ragione del forte abbassamento dei limiti tollerabili dell’amianto, consiste

nel fatto che l’asbestosi predispone all’insorgenza del cancro polmonare e del mesotelioma

della pleura. [...] L’azione oncogena dell’amianto fa trascendere il problema dei suoi effetti

biologici dal campo della patologia professionale a quello della medicina preventiva e

dell’igiene pubblica. [...] In alcuni paesi, si è incominciato a tenere un registro dei mesoteliomi.

[...] Nella polvere dell’atmosfera delle città, sono contenute fibre di amianto, come è stato di recente

29 I TLV di fatto sono delle soglie e non dei confini tra benessere e malattia, perché non coprono statisticamente il 100% degli esposti ed in particolare i soggetti

ipersensibili; inoltre tutti i valori proposti nei vari ambiti scientifici ed istituzionali si riferiscono solo all’effetto sclerogeno dell’amianto e non a quello oncogeno – Il DM

06/09/94 indica come rischio ambientale di esposizione 0,1 ff/ml o 100 ff/litro, ma durante le bonifiche prevede la chiusura temporanea del cantiere per esposizioni

superiori a 50 ff/litro e non consente di certificare l’avvenuta bonifica nel caso di valori superiori alle 2 ff/litro. Inoltre lo stesso provvedimento impone campioni superiori

ai 480 litri o 240 x 2, mentre molto spesso vengono proposti campionamenti di un numero inferiore di litri, di fatto non attendibili. Inoltre in alcuni casi vengono

campionati parti di ambiente di lavoro che non riflettono l’esatta esposizione del lavoratore, per cui meglio sarebbe ricorrere a campionamenti personali.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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osservato anche a Torino”.30

Per quanto riguarda le coperture in eternit, in attesa di censimenti

esaustivi, si rimanda ai rilievi fotografici già in uso negli anni ’60, che sarebbe bene richiedere agli

uffici cartografici della Provincia e che dovrebbero consentire di evidenziare lo stato di

conservazione delle coperture. Risulta necessaria una verifica delle modalità di controllo e di

bonifica delle medesime tramite rimozione e/o incapsulamento delle onduline deteriorate o almeno

spruzzatura di fissativo al vinavil con pompa air-less (lastre di 15-20 Kg).

Da queste affermazioni emerge chiaramente che il disastro ambientale era già stato annunciato alla

fine degli anni ’60, favorito in alcuni casi dall’adozione negli ambienti di lavoro di aspiratori31

che

non trattenevano le fibre. In presenza di amianto il reato di disastro ambientale non si prescrive

dalla fine dell’esposizione, perché (com’è noto dall'inizio del '900) amianto e silice mantengono il

loro effetto sclerogeno nel polmone anche molti anni dopo l'assorbimento. Per questa peculiarità, in

pieno conflitto bellico e in seguito ai numerosi ricorsi, la silicosi e l'asbestosi sono state assicurate e

aggiunte all'elenco delle tecnopatie indennizzabili in allora vigente; inoltre solo per queste due

tecnopatie l'INAIL prevede d'ufficio visite di revisione periodiche, dato che si tratta di patologie

cronico-ingravescenti che non si arrestano dopo la fine dell'esposizione. Nel caso Eternit, si deve

parlare di disastro ambientale anche perché gli aspiratori utilizzati, progettati per la silice, erano

muniti solo di un cassone di recupero delle polveri, quindi non risultavano idonei a trattenere le

sottilissime e leggerissime fibre di amianto (miss Deane 1898...) aspirate nell'ambiente di lavoro,

che di fatto venivano rilasciate negli ambienti di vita. La cosa è ancora più grave se si pensa che i

cicloni32

erano in uso già da metà ‘800, e questi apparecchi – purché di lunghezza appropriata-

avrebbero risolto in buona parte il problema in quanto sarebbe stato possibile trattenere una gran

parte di fibre. Tutti gli studi epidemiologici sono concordi nell'evidenziare che a Casale l'aumento

dei mesoteliomi riscontrati nella popolazione era direttamente proporzionale alla vicinanza

dell'abitazione dalla fabbrica33

, a dimostrazione che il rischio dell’ambiente di lavoro in questo caso

si estende agli ambienti di vita limitrofi34

. Questo importante fattore espositivo va considerato

soprattutto nello studio delle neoplasie polmonari, le quali, potendo derivare da diversi agenti

eziologici, vengono spesso attribuite al fumo di tabacco, quando invece l'amianto risulta essere

almeno una concausa efficiente, portando così ad una sottostima dei tumori polmonari amianto

correlati. La stessa cosa si può affermare nel caso delle fibrosi polmonari, ancora oggi definite

prevalentemente idiopatiche. Il fumo di tabacco spesso viene impropriamente chiamato in causa

anche nei casi di patologie amianto correlate non neoplastiche (fibrosi parenchimali e BPCO35

) con

il precipuo scopo di negarle, senza tenere conto del fatto che gli ex fumatori – a differenza degli ex

esposti ad amianto - con la sospensione dell’abitudine voluttuaria presentano innegabili

miglioramenti del loro quadro, clinico e radiologico. Un recentissimo articolo36

conferma la

possibilità di regressione delle alterazioni fumo-correlate dopo la cessazione del fumo

(particolarmente vero per bronchiolite respiratoria e istiocitosi a cellule di Langerhans ed in minor

misura per enfisema, che ovviamente non ripara ma perlomeno non dovrebbe progredire).

30 Vigliani E.C., Criteri per la determinazione delle concentrazioni massime tollerabili di silice e amianto nell’aria, Med. Lav. vol. 60 n. 2, 1969. 31 Pitotto P., La battaglia delle polveri, in “Intorno a una bandiera - Le Società di Mutuo Soccorso di Brosso e i suoi Minatori” a cura di Bianca Gera, Centro Studi

Piemontesi, Torino 2008. 32 Ventilazione industriale srl, cicloni, via Adamello 9 Lissone – email [email protected] 33 C. Magnani, B. Terracini & al., Pleural malignant mesothelioma and non-occupational exposure to exposure to asbestos in Casale Monferrato, Italy, Occup. Eniron.

Med. 1995; 52: 362 – 367. 34 Pitotto P., In località sane ed amene – le abitazioni delle Società Operaie, in Le Società Operaie di Mutuo Soccorso, il Risorgimento e l’Unità d’Italia, p. 27, Marco

Valerio ed., Torino 2011. 35 Zanardi F., Pitotto P., Bonsignore A.D., Pieri P., Ciaccia A., Papi A., De Vecchi S., Ricci P., Le broncopneumopatie ambientali, A.N.M.A.F.S. Bologna 1988. 36 Dhariwal J., Tennant R.C., Hansell D.M., Westwick J., Walker C., Ward S.P., Pride N., Barnes P.J., Kon OM., Hansel T.T., Smoking cessation in COPD causes a

transient improvement in spirometry and decreases micronodules on high-resolution CT imaging, Chest. 2014 May;145(5):1006-15. doi: 10.1378/chest.13-2220.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

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Focalizzazione della colpa dell’imprenditore - La ricerca dei segni radiologici di patologie

amianto-correlate non neoplastiche, anche iniziali, non è finalizzata solo alla concessione dei

benefici amianto ex comma 7 art 13 L 257/92 ma costituisce soprattutto un indice di assorbimento

di fibre ad elevata biopersistenza e ad effetto protratto, che inchiodano l'imprenditore alle sue

responsabilità per non avere adottato tutti i mezzi di buona tecnica volti a ridurre l'esposizione

ambientale (es. aspirazione), e a limitarne l'assorbimento (mezzi di protezione individuali efficaci).

Questi elementi, aggiunti alla testimonianza delle vedove (che lavavano a casa vestiti da lavoro) e

dei compagni di lavoro (che confermano la carenza di un'efficace aspirazione centralizzata e

localizzata, e l'assenza e/o l'inadeguatezza dimezzi di protezione individuali) consentono di

dimostrare la colpa del datore di lavoro nel corso del dibattimento, e quindi di spuntarla anche nel

caso di patologie che riconoscono diversi agenti eziologici (es. K polmonare), dimostrando in

modo incontrovertibile almeno una concausa efficiente. Ulteriori aiuti possono derivare dalla

ricerca dei corpuscoli e delle fibre nel lavaggio bronchiale, dalla conta delle fibre per grammo di

tessuto polmonare nel blocchetto paraffinato perilesionale, da svolgere sempre in contraddittorio,

dei pazienti operati per K polmonare o mesotelioma pleurico, ed in quest'ultimo caso dagli esami

immunoistochimici. Questa attività di gruppo (medici del lavoro, radiologi, anatomo patologi,

epidemiologi, psicologi e ingegneri37

) può portare, con l’ausilio delle nuove tecnologie, ad un

maggior numero di diagnosi precoci di MP, utili anche in ambito amministrativo e giudiziario per la

concessione dei benefici amianto ex comma 7 art 13 L 257/92. Particolare attenzione va poi posta

nell'inquadrare correttamente l'abitudine voluttuaria del fumo, dato che – come già detto - i danni da

questa indotti, regrediscono almeno in parte nel corso degli anni, mentre quelli provocati

dall'amianto sono caratterizzati dalla persistenza/ingravescenza dei segni radiologici (come ormai

facilmente documentabile tramite le moderne tecniche di imaging).

Riguardo alla sentenza della Cassazione sul caso Eternit, penso sia opportuno ed appropriato il

ricorso in ambito comunitario per cercare di veder riconosciuto quanto noto da anni, cioè che nel

caso di esposizioni ad amianto il calcolo della prescrizione scatta solo dalla data della morte dei

pazienti affetti da tecnopatia amianto correlata, o in subordine almeno dalla data di insorgenza della

tecnopatia (che in alcuni casi ha una latenza di oltre 40 anni!). Visto che di recente ci sono state

anche altre soccombenze (es. centrale ENEL di Turbigo) sarebbe necessario sviluppare meglio tutta

una serie di questioni relative alla colpa del datore di lavoro, come quella della "dose grilletto",

delle maschere che non trattenevano le fibre di piccole dimensioni (prodotte sino agli anni '90), del

rapporto tra BPCO e amianto, degli aspiratori e dei danni da fumo. Bisognerebbe anche evidenziare

in modo più approfondito il problema dell'utilizzo in deroga38

dell'amianto ancora oggi, del

mancato/incompleto smaltimento e dei campionamenti personali e ambientali taroccati ecc.,

finanziando con la rivalsa sia le spese sostenute dal SSN per la diagnosi e cura di infortuni e MP sia

il monitoraggio preventivo periodico degli ex esposti ex art. 29 del D. Lgs 277/91.

37 A Torino, nel 1900, veniva pubblicata la rivista Ingegnere Igienista, avente come condirettori il prof. di Igiene della Regia Facoltà di Medicina Luigi Pagliani e

l’ingegnere civile Carlo Losio; in essa venivano trattati i problemi comuni alle due discipline, sviluppati in modo più dettagliato in un corso di igiene applicata ai vari rami

dell’ingegneria, ai sensi dell’art. 6 del R. Decreto 19 maggio 1898 (Ministero della Pubblica Istruzione). Il corso era tenuto dal prof. Pagliani, dalle 10 alle 12 della

domenica, per consentire l’accesso non solo degli studenti ma anche degli ingegneri e degli architetti già attivi nella professione. 38 Ministero della Salute – Direzione Generale della Prevenzione – Ufficio X Procedura per le autorizzazioni alle deroghe per le guarnizioni in amianto a favore delle

aziende del settore cloro-soda e della polimerizzazione dell’etilene ad alta pressione (ex L. n. 426 del 09-12-1998 art. 4, comma 29 e D. interministeriale industria-

ambiente-sanità 10-09-99 custodito presso il Min. Ind.) in scadenza il 31-10-2000.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 58

Conclusione - Tengo a precisare che questo incontro potrà differenziarsi da tutta una lunga serie di

iniziative, tanto lodevoli quanto sterili, svoltesi negli ultimi anni a livello nazionale ed

internazionale (Conferenze Governative sull’Amianto, Piano Nazionale Amianto, Giornata

Internazionale della Vittima dell’Amianto, tavole rotonde sulla sorveglianza degli ex esposti,

convegni di altre associazioni per la tutela delle vittime dell’amianto – AIEA di Milano, Bepi Ferro

di Padova ecc.) solo se si riuscirà a coinvolgere anche i datori di lavoro responsabili di buona parte

di quanto accaduto. Spesso si sono difesi dicendo che conoscibilità non equivale a conoscenza, ma

certamente chi non conosceva è da considerare colpevole dell’ignoranza… Nonostante che in

questo convegno gli imprenditori siano sul banco degli imputati, non mancano esempi di impegno e

di buona gestione nella prevenzione dei rischi, come quello dimostrato dalla Solvay nel

contenimento degli infortuni sul lavoro39

, attraverso la partecipazione di uno psicologo del lavoro40

(anche se non vi era nessun obbligo di legge). Questa figura professionale era stata conosciuta dai

dirigenti apicali durante la loro formazione, mentre gli stessi dirigenti non avevano avuto modo di

formarsi in modo altrettanto efficace circa la prevenzione delle tecnopatie; inoltre questo grosso

gruppo multinazionale – a differenza di altre aziende - non ha mai iscritto il proprio responsabile

sanitario41

al gruppo dei dirigenti dei servizi sanitari

italiani, che negli anni ’80 si riuniva alla Fondazione

Carlo Erba di Milano, coordinata dal prof. Vigliani.

Questo illustre e compianto clinico, già direttore della

Clinica Devoto e presidente dell’Associazione

Internazionale Medici del Lavoro, ha sempre invitato

noti ricercatori ed esperti di varie tendenze per illustrare

in modo esaustivo le tecnopatie più rilevanti,

permettendo ai medici del lavoro di portare in azienda

conoscenze fondamentali non solo a livello teorico ma

anche sul piano operativo. Infine, anche lo Stato ha le

sue colpe, in quanto - influenzato dall’ingente fatturato

dell’indotto - prima ha stipulato accordi internazionali

volti a favorire il commercio di questi manufatti e

successivamente ha consentito alla lobby dell’amianto di

procrastinare il recepimento delle direttive comunitarie

(per non parlare poi della vendita di tabacco, in regime di

monopolio, in spregio a tutte le patologie cagionate dal

fumo ed all’arcinota sinergia moltiplicativa tra amianto e

fumo nella genesi del K polmonare).

39 All’epoca i media parlavano, spesso impropriamente, di incremento degli infortuni sul lavoro: di fatto nella cifra complessiva erano stati inseriti anche gli infortuni in

itinere, per cui ai classici incidenti in fabbrica erano stati aggiunti anche quelli – talora mortali - avvenuti nel tragitto di andata/ritorno dal lavoro. 40 Cavallari S., Infortuni come evitarli ed aumentare la sicurezza sul lavoro – Aspetti psicologici nella prevenzione degli infortuni, Studio SC, dicembre 1999 Arese

(Milano) 41 Rubino G.F., Pettinati L., Scansetti G., Berra A., Pizzetti M., Pitotto P., Elementi di medicina del lavoro, Torino 1987

Page 68: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 59

Bisogna che tutti, e soprattutto gli imprenditori, si ricordino che le maestranze sono sempre un

investimento, per cui la tutela della salute degli operai e delle loro famiglie non rappresenta una

spesa ma una risorsa. La stessa impostazione va applicata ai luoghi di lavoro ed agli ambienti

limitrofi, di cui gli imprenditori sono responsabili a tutti gli effetti e che devono essere inseriti in

un’unica ed efficace opera di prevenzione. Chiudo con una fotografia, più eloquente di tanti

discorsi: si tratta del “monte di carbone” presente all’interno dello stabilimento Solvay ed in altri

stabilimenti, quali ad esempio l’Ilva di Taranto. Da esso si libera una consistente quantità di

benzopirene, sostanza cancerogena presente anche nel fumo di sigaretta, che le correnti d’aria

trasportano in direzione delle vicine case operaie42

. I lavoratori sono pertanto esposti sia durante

l’orario di lavoro sia nelle ore trascorse nell’ambiente domestico, e questa componente espositiva

coinvolge anche i loro famigliari. A quante sigarette fumate equivale l’aria respirata in queste zone

limitrofe allo stabilimento? I casi di neoplasie correlate vanno attribuite all’ambiente di vita o a

quello di lavoro?

Queste riposte devono essere date dagli Istituti di Medicina del Lavoro, che vanno potenziati

laddove invece, come per i laboratori di igiene industriale, si parla della loro riduzione e/o chiusura,

Attualmente le tecnopatie sono diventate molto più insidiose, perché l’automazione dei processi

lavorativi più pesanti e rischiosi, unitamente alla riduzione dell’orario di lavoro, hanno portato a

quadri clinici molto sfumati di cui spesso si riconosce solo un’eziologia extra-lavorativa. In questo

contesto pervenire tempestivamente alla giusta diagnosi richiede competenze ed esperienze che solo

i medici del lavoro possono fornire, grazie alle loro specifiche conoscenze dei cicli lavorativi, alla

conseguente capacità di raccogliere un’approfondita anamnesi lavorativa e di quantificare il danno

in ambito INAIL. Per soddisfare queste esigenze non sono più necessari i tradizionali posti-letto,

ma occorre disporre di Day Hospital e di attrezzati ambulatori polispecialistici che valorizzino la

collaborazione interdisciplinare.

42 Quanto avvenuto a Casale prova purtroppo l’importanza di questa affermazione, ripresa dalle raccomandazioni contenute a pagina 130 del libro di E. Roth, Malattie

professionali e igiene del lavoro, traduzione dr. L. Carozzi, prefazione prof. L. Devoto, Treves Ed., Milano 1909!

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 60

Riassunto

Livorno è famosa per il suo spirito anarcoide e insofferente alle regole, tanto che qui si dice "Se vòi

fa' come ti pare vai a Livorno". Tuttavia per una prevenzione efficace occorre il rispetto reciproco

delle regole ed un organizzato lavoro squadra, come si cercherà di spiegare nell’incontro “Amianto

nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale” - Convegno ONA, Aula consiliare Comune di Livorno 2015/03/26 16,30.

In Italia il ritardato recepimento delle direttive volte a contenere l’utilizzo di amianto, la

concessione di deroghe tecniche e l’incompleta bonifica unita spesso ad uno smaltimento non

appropriato, espongono tutt’oggi al rischio amianto, con persistente esposizione sia negli ambienti

di lavoro sia negli ambienti di vita. La contemporanea presenza di altri numerosi agenti tossici,

irritativi e oncogeni comporta anche a Livorno e dintorni, così come in vicinanza dell’ILVA di

Taranto e nella cosiddetta “terra dei fuochi” , una vera e propria emergenza sanitaria. Un tempo da

queste parti, a chi avesse bisogno di qualche protezione o rito speciale a sua salvaguardia, si diceva

"Fatti benedì da' Greci", con riferimento al lunghissimo rito delle messe nella chiesa della comunità

greca locale. Oggi, in assenza di appropriate contromisure da parte della pubblica amministrazione

(finanziate con la rivalsa sulle spese del SSN per la cura degli infortuni sul lavoro e le malattie

professionali), è possibile rivolgersi all’ONA e affidarsi alla tutela legale, per difendere la propria

salute, per vedersi riconosciuto il diritto di monitoraggio preventivo come ex esposti e per ottenere i

benefici previdenziali previsti per chi ha contratto una tecnopatia amianto correlata, anche di

modesta entità. Poiché l’inquinamento da amianto determina un assorbimento di fibre a elevata

biopersistenza, ingenerando forme di fibrosi polmonare cronico-ingravescenti e neoplasie con

latenza fino a 50 anni, si può parlare oggi di un reato di disastro ambientale, che non può e non

deve considerarsi prescritto dopo dieci anni dall’interruzione dell’esposizione. Per ridurre

l’esposizione negli ambienti di vita le onduline in eternit deteriorate vanno cosparse con fissativo al

vinavil e pompa air-less. Occorre anche attivare senza indugio la sorveglianza sanitaria

personalizzata.

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Livorno, 26 marzo 2015 61

I danni risarcibili da esposizione ad amianto

negli ambienti di lavoro e di vita,

Amianto nei luoghi di vita e di lavoro:

emergenza sanitaria e tutela legale

Natalia Giuliani

Avvocato del Foro di Pisa – Lungarno Mediceo, 30 – 56127 Pisa (PI)

Tel. 050.3138717 – Email: [email protected]

Sono stata invitata a partecipare a questo convegno dall’Avv. Bonanni, che ringrazio, per affrontare

un tema particolare quello dei danni che hanno subito e subiscono i lavoratori esposti all’amianto,

ma anche i loro familiari ed in generale tutti colori che vengano a contatto quotidianamente con tale

pericolosa sostanza.

Come è ormai tristemente noto il rischio connesso all’esposizione all’amianto non interessa solo i

lavoratori che hanno operato sui materiali contenenti amianto ma anche tutte le persone che

abbiano frequentato ambienti in cui l’amianto era presente.

La pericolosità dei materiali contaminati dall’amianto dipende infatti dalla eventualità che nel

maneggiarli siano rilasciate nell’ambiente fibre aero disperse, che possono per le loro

caratteristiche facilmente essere inalate, come purtroppo è avvenuto in tanti innumerevoli casi.

Molte sono le caratteristiche che rendono la “questione amianto” del tutto particolare.

1) Anzitutto è enorme il numero dei soggetti esposti in materia significativa, ossia potenzialmente

tale da determinare l’insorgenza di patologie gravissime.

2) In secondo luogo, l’arco temporale durante il quale le malattie da asbesto possono manifestarsi, è

estremamente ampio, con la conseguenza che le persone che ne siano venute in contatto,

professionalmente o no, sono costrette per tutto il resto della loro vita a convivere con il timore di

vedersi diagnosticata una malattia gravissima. Non è quindi difficile immaginare come tutto questo

possa riflettersi negativamente sulla sfera psichica delle persone coinvolte.

La situazione descritta pone quindi anzitutto la domanda su quali siano i danni effettivamente

risarcibili.

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Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 62

I danni effettivamente risarcibili

Certamente la voce di danno più coinvolta è quella del danno alla salute che deriva dall’insorgenza

della malattia.

In questo caso il danneggiato potrà agire per il riconoscimento della natura professionale della

malattia, in caso di esposizione di natura professionale ed anche direttamente nei confronti del

proprio datore di lavoro.

L’esposizione, com’è noto, è causa di malattie gravissime, patologie polmonari importanti come

l’asbestosi o il tumore polmonare, malattie che hanno effetti negativi sull’intero organismo,

riducendo le difese immunitarie e così favorendo l’insorgenza di altre patologie.

Nelle ipotesi di patologia connesse all’esposizione all’amianto tale voce di danno, potrà essere

riconosciuta non solo in favore delle vittime, ma anche nei confronti dei congiunti, che potranno

chiedere il ristoro dei danni non patrimoniali e patrimoniali ingiustamente patiti, per effetto della

lesione di diritti fondamentali della persona, riconosciuti e tutelati dal nostro ordinamento giuridico

(come il diritto alla salute, alla integrità familiare e del patrimonio).

La ulteriore questione che si pone è se i danni risarcibili nei casi di inquinamento da amianto

debbano essere per così dire limitati a quelli che derivano dall’insorgere della malattia o se possano

essere estesi anche ai danni connessi al rischio al quale la persona è sottoposta a causa dell’illecita

esposizione all’amianto.

Su questa domanda, vi sono state in Europa ed in Italia alcune pronunce giurisprudenziali che

hanno riconosciuto la possibilità di ottenere il risarcimento di tale peculiare danno.

Ad esempio, in una sentenza della Cassazione risalente al 2006, la Corte respinse le richieste di

risarcimento del danno morale, inteso come turbamento psichico subito a causa della semplice

esposizione alla sostanza pericolosa, avanzate da lavoratori non ancora ammalati (ma

evidentemente il discorso può estendersi anche ai familiari), ritenendo non assolto l’onere della

prova in ordine all’effettivo danno psichico subito.

Quindi possiamo dedurne che esiste nel nostro ordinamento la possibilità di ottenere il risarcimento

del danno da inquinamento ambientale anche in mancanza della lesione all’integrità fisica della

persona, purché sia data prova del danno.

La paura di ammalarsi in modo grave a causa della patita esposizione, alimentata dal venire a

conoscenza che molte persone del proprio ambiente si sono ammalate e sono decedute, rappresenta

una condizione esistenziale che compromette in modo rilevante la vita dell’individuo nella sua

dimensione non solo individuale ma anche sociale. Il danno psichico, quindi, purché provato, può

essere riconosciuto e risarcito.

La prova potrà essere data anche indirettamente attraverso la dimostrazione di circostanze

presuntive, quali la presenza di malattie psicosomatiche, insonnia, disturbi del comportamento,

l’esistenza di evidenze fisiche benigne, la regolare sottoposizione dell’interessato a controlli medici

periodici ed anche la conoscenza diretta di persone che si siano ammalate e con le quali si sia

condiviso l’esperienza tragica.

Page 72: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 63

Il nesso di causa

Affinché possa essere riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni che abbiamo sommariamente

indicato è essenziale che sia provato il nesso di causa tra l’esposizione e l’evento dannoso.

Per quanto attiene all’esposizione di natura professionale, il datore di lavoro è responsabile quando

abbia omesso di rendere edotti i lavoratori dei rischi per la salute insiti negli ambienti contaminati

da amianto; abbia omesso di sottoporre i lavoratori a regolari controlli sanitari relativi al rischio

esistente nell’ambiente di lavoro inquinato; abbia omesso di dotare i lavoratori degli idonei mezzi di

protezione individuale; abbia omesso di adottare idonee misure atte ad impedire o ridurre, secondo

le possibilità della tecnica conosciute o comunque conoscibili, il diffondersi delle polveri

d’amianto.

La nocività dell’amianto è nota da epoche remote: la legislazione dei primi del ‘900 già indicava

l’amianto tra le sostanze pericolose per la salute, tanto da vietarne le lavorazioni alle donne ed ai

fanciulli, norme degli anni 60 prevedono i contributi supplementari per le lavorazioni per le quali è

obbligatoria l’assicurazione contro l’asbestosi e la silicosi.

Alla luce del quadro normativo solo sommariamente indicato, il datore di lavoro non potrà a propria

difesa sostenere di non aver avuto conoscenza di tale nocività.

La responsabilità del datore di lavoro ha natura contrattuale, deriva dalla violazione dell’art. 2087

c.c. che è norma di chiusura del sistema antinfortunistico diretta a sanzionare, anche alla luce delle

garanzie costituzionali del lavoratore, l’omessa predisposizione di tutte le misure idonee a

preservare l’integrità psicofisica e la salute del lavoratore nell’ambiente di lavoro, che costituiscono

parte del contenuto del contratto di lavoro. Avendo natura contrattuale, ai fini dell’accertamento

della responsabilità, il lavoratore che lamenti di aver subito a causa dell’attività svolta un danno

alla salute, avrà l’onere di dimostrare la nocività dell’ambiente lavorativo ed il danno subito; mentre

graverà sul datore di lavoro l’onere di provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il prodursi

del danno.

Un’altra problematica attinente al nesso di causa, che tipicamente si affronta nelle vertenze aventi

ad oggetto il riconoscimento dei diritti di cui stiamo parlando, è quella dell’ inalazione della

sostanza nociva in occasione di precedenti rapporti di lavoro. Il datore di lavoro può difendersi

sostenendo che, in caso di tumori, quali il mesotelioma, che trova causa nella inalazione anche di

poche fibre e dove l’accumulo delle dosi inalate non rileva, non vi è prova che proprio la condotta

di quel datore di lavoro abbia determinato l’insorgenza della patologia. In altri termini, se è vero che

il tumore è stato causato dall’inalazione avvenuta magari 30 anni 40 anni prima dell’insorgenza

della malattia, questa potrebbe dipendere da dose inalata presso un datore di lavoro diverso. Sotto

questo profilo, la Giurisprudenza ha viceversa affermato, ormai costantemente, che la responsabilità

del datore di lavoro non è esclusa dal fatto che il danneggiato abbia potuto inalare le fibre di

amianto in occasione di precedenti rapporti di lavoro. Infatti il nesso causale è governato dal

principio della equivalenza delle condizioni, in base al quale ogni antecedente ha efficienza causale

del danno, ossia ogni antecedente è da considerarsi causa del danno, salvo l’esistenza di un fattore

da solo sufficiente alla produzione dell’evento.

Pertanto possiamo conclusivamente affermare che ormai sono pochi i dubbi interpretativi sulla

materia risarcitoria dei danni da esposizione da amianto; la giurisprudenza ha stabilito in modo

definitivo che tutti i danni sofferti dalle vittime dell’amianto devono essere integralmente risarcite

con importi congrui, con la consapevolezza che gli strumenti civilistici e persino anche quelli

previsti dalle norme del codice penale, sono inadeguati poiché intervengono solo dopo che il danno

incalcolabile è divenuto irreparabile.

Page 73: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno, 26 marzo 2015 64

Merita infine accennare al tema della prescrizione dei diritti al risarcimento dei danni che abbiamo

sommariamente indicato, ossia l’estinzione in ambito civilistico di tali diritti. Si tratta cioè di

verificare se in caso di malattie lungo latenti, come quelle dipendenti dalla esposizione all’asbesto,

tali diritti possano essere esercitati nonostante il decorso del tempo.

L’art. 2697 c.c. stabilisce al riguardo che il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito si

prescrive in 5 anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.

Al comma 3 del medesimo articolo è poi aggiunto che se il fatto è considerato dalla legge come

reato e per il reato è prevista una prescrizione più lunga questa si applica anche all’azione civile.

Tuttavia, la prescrizione inizia a decorrere da quando il diritto può essere fatto valere.

Per i danni di cui stiamo trattando, il termine iniziale di decorso della prescrizione, c.d. dies a quo, è

stato individuato nel momento in cui il soggetto danneggiato abbia avuto la consapevolezza, o

meglio la conoscenza sufficiente, o nel momento in cui avrebbe dovuto averla usando l’ordinaria

diligenza, tenuto conto della diffusione delle conoscenze scientifiche, del rapporto causa effetto tra

il fatto illecito e il danno subito. In altri termini possiamo individuare il termine di inizio del

decorso della prescrizione dalla diagnosi della malattia asbesto correlata, perché è da quel momento

che il danno si manifesta all’esterno e diventa oggettivamente percepibile e riconoscibile da parte

del titolare del diritto.

Pisa – Livorno, 26.03.2015

Avv. Natalia Giuliani

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Page 74: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Appendice 1

PRESENTAZIONI E SLIDES

Page 75: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Il ruolo del legislatore in materia di amianto

On.le Dott. Alberto Zolezzi

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Page 76: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
Page 77: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza CONFERENZA INTERNAZIONALE

20 marzo 2014, Aula dei Gruppi Parlamentari, Montecitorio, Roma

Il RUOLO DEL LEGISLATORE in materia di AMIANTO

Alberto Zolezzi,

Commissione Ambiente, Camera,

Movimento 5 Stelle

Page 78: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

UN PO’ DI STORIA 1906: prima sentenza in cui venne riconosciuta la “pericolosità” dell’amianto Regio Decreto 442/1909: necessità di evitare l’esposizione dei bimbi all’amianto Legge 455/1943: riconoscimento dell’asbestosi come patologia professionale Legge 257/1992: vietata la produzione e la lavorazione dell’amianto, Interventi previdenziali per i lavoratori esposti

Page 79: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

IL TRIBUNALE DI TORINO, CON UNA SENTENZA DEL 1908,

aveva definito la causa iscritta al n. 1197/1906, promossa dalla societa anonima The British Asbestos company Limited contro l’avvocato Carlo Pich,

aveva rigettato la domanda risarcitoria sul presupposto che « le acquisizioni del

Congresso internazionale di Milano sulle malattie professionali indicavano fra le cause le polveri fibrose fra cui spicca l’amianto”

Page 80: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Procedure infrazione: L’Italia non aveva recepito la direttiva 83/477/ CEE, « Sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con una esposizione ad amianto durante il lavoro », entro il termine del 1o gennaio 1987

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Page 83: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

recepimento della direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,

del 30 novembre 2009,

sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro,

per la bonifica dell’amianto e dei materiali contenenti amianto nei locali pubblici o aperti al pubblico,

per la progressiva sostituzione dei materiali in amianto con altri

prodotti di uso equivalente, nonche in materia di eguaglianza nell’accesso ai benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto

Page 84: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 1 Nei LOCALI PUBBLICI e aperti al pubblico, compresi scuole e ospedali, e fatto OBBLIGO ALLE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI E AI PROPRIETARI PRIVATI di PROVVEDERE ALLA BONIFICA dell’amianto o dei materiali con- tenenti amianto ENTRO IL 1° GENNAIO 2020

Page 85: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 2 Nei LUOGHI DI LAVORO dove i lavoratori sono, o possono essere, esposti alla polvere proveniente da amianto o da materiali contenenti amianto ivi presente, IL DATORE DI LAVORO, DEVE PROVVEDERE ALLA BONIFICA DI TALI MATERIALI ENTRO IL 1° GENNAIO 2020.

Page 86: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 3

OPERAZIONI DI BONIFICA dell’amianto o dei materiali contenenti

amianto di cui agli articoli 1 e 2, gli interventi di rimozione di coperture, tettoie e altri rivestimenti di immobili su edifici esistenti sono eseguiti in modo che le

successive azioni di verifica, manutenzione e riparazione delle opere stesse e delle loro pertinenze, comprese le componenti tecnologiche,

avvengano in condizioni di sicurezza per i lavoratori 50 decessi all’anno per caduta da tetti di amianto sfondati

Page 87: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 4 Fuori dei casi previsti dagli articoli 1 e 2,

e fatto obbligo di diminuire progressivamente il rischio di esposizione all’amianto attraverso la progressiva sostituzione dei materiali in amianto con altri prodotti di uso equivalente non contenenti amianto e

altre sostanze cancerogene

Page 88: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 5

Entro il 1° gennaio 2015, la PRESENZA DI AMIANTO, in qualunque

luogo, deve essere evidenziata con l’apposizione di un’etichetta chiara e

visibile recante l’indicazione della presenza di amianto e il simbolo del teschio raffigurante la morte.

Entro la stessa data terminare la mappatura

Page 89: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 6.

Riaperti i termini di richiesta dei benefici previdenziali ai lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto che intendono

ottenere il riconoscimento dei benefici di cui al comma 1 dell’articolo 47 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, devono presentare domanda agli enti previdenziali presso i quali sono iscritti entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Per gli addetti alle bonifiche o per coloro che lavorano in ambienti nei

quali sono presenti fibre di amianto, al fine del riconoscimento dei benefici di cui al citato comma 1 dell’articolo 47 del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito, con

modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, non e fissato nessun termine per la presentazione della relativa domanda.

Page 90: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 7.

Collocazione in pensione dei lavoratori affetti da patologie asbesto correlate.

1. I lavoratori affetti da patologie asbesto-correlate di origine professionale, qua- lora non abbiano ancora raggiunto i requisiti per la maturazione del diritto alla pensione, anche dopo la rivalutazione del periodo contributivo ai sensi dell’articolo 13, comma 7, legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, possono comunque accedere al pensionamento anticipato, con il sistema contributivo

Decessi di malati ancora al lavoro il giorno del pensionamento

Page 91: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 9 e 10.

(Maggiorazioni contributive per il personale militare).

Gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia, compresi l’Arma dei carabinieri e il Corpo della guardia di finanza,

che nel corso dell’attivita di servizio prestata nelle installazioni o a bordo

di naviglio dello Stato sono stati esposti all’amianto per oltre dieci anni hanno

maggiorazioni contributive con un coefficiente pari all’1,5 del periodo di esposizione, lo stesso vale per la stessa tipologia di

soggetti a cui sia stata diagnosticata una patologia professionale

Page 92: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 11.

Istituzione del Registro nazionale dei lavoratori esposti all’amianto e dei casi accertati di patologie asbesto-correlate.

1. E istituito, d’intesa con le regioni, il Registro nazionale dei lavoratori esposti all’amianto e dei casi accertati di patologie asbesto-correlate, realizzato mediante

la raccolta e l’analisi dei dati rilevati a livello territoriale, dei dati contenuti nei registri tumori e dei dati rilevati delle associazioni delle vittime dell’amianto.

Page 93: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Art. 12

Rimozione dell’amianto da edifici privati Inserimento dell’intervento fra le spese detraibili per interventi di recupero del patrimonio edilizio

72% defiscalizzazione

Page 94: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 13.

PRESTAZIONI SANITARIE PER I LAVORATORI ESPOSTI ED EX ESPOSTI ALL’AMIANTO. I lavoratori esposti ed ex esposti all’amianto hanno diritto a fruire gratuitamente dei necessari controlli sanitari ai fini della diagnosi precoce e, in caso di patologia ai trattamenti sanitari specifici.

Page 95: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ART. 14.

FONDO per il RISANAMENTO DEI LOCALI PUBBLICI E APERTI AL PUBBLICO Per l’attuazione della bonifica dei locali pubblici e aperti al pubblico di cui all’articolo 1, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del

mare e istituito un apposito fondo. La dotazione del fondo e stabilita in 100 milioni di euro fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da

ripartire » dello stato di previsione del MEF

Page 96: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

OLTRE ATTI DI SINDACATO ISPETTIVO RISOLUZIONE NUOVA PROPOSTA DI LEGGE

Page 97: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

DATI SANITARI: LINEE GUIDA DEFINITE,

MA TRATTAMENTI DISOMOGENEI SUL TERRITORIO NAZIONALE, COSTI VARIABILI DEI DIVERSI INTERVENTI E PRESIDI,

MANCA REPORT E REGISTRO DEGLI OUTCOME, QUALITÀ E QUANTITÀ DI VITA,

Ad esempio DEI CIRCA 80 INTERVENTI ALL’ANNO DI PLEUROPNEUMONECTOMIA EXTRAPLEURICA, NEOPLASIE PLEURICHE PATOLOGIA RARA, CIRCA 1300 CASI ALL’ANNO, UN REGISTRO AIUTEREBBE A RENDERE PIÙ OMOGENEO IL TRATTAMENTO E A

INDIRIZZARE GLI INVESTIMENTI IN ASSISTENZA

(PERSONALE, ASSISTENZA OSPEDALIERA E DOMICILIARE), E IN RICERCA

Page 98: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

PREDISPORRE PIANO SANITARIO MIRATO,

Gli AFFETTI DA GRAVE PATOLOGIA PROFESSIONALE AMIANTO CORRELATA SONO STATI Già OFFESI DALLA RAGIONE DI STATO, RICORDO LA SENTENZA DEL 1906, i dati erano ben noti durante tutto il periodo in cui sono stati esposti tutti gli attuali malati Per cui lo Stato dovrebbe farsi carico dell’assistenza ai malati rivalendosi sulle imprese italiane e straniere coinvolte in questa strage di Stato

Page 99: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

Necessario potenziamento dei registri mesoteliomi

Attuale approccio volontaristico, questionari che tenderanno ad essere incompleti e imprecisi se non supportati da personale dedicato Importanza di avere il REFERTO EPIDEMIOLOGICO della popolazione per avere indicazioni sullo stato di salute della popolazione

Page 100: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

DATI: Cosa ci dicono i centri operativi regionali (COR) che afferiscono i dati al registro mesoteliomi nazionale (RE.NA.M.) INAIL? In Liguria circa 1600 mesoteliomi pleurici maligni stimati fra il 1993 e il 2008 600 casi in lavoratori della cantieristica navale Ministero della Difesa

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SCUOLA LEONARDO DA VINCI DI FIRENZE

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Il Fatto Quotidiano 18 gennaio 2014 Stefano Feltri Interrogazione Zolezzi et al. n. 501767 Dati ONA

Page 105: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Inchiesta di Torino e di Padova È necessario dare sicurezza ai lavoratori e riconoscere loro i diritti previdenziali

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Dati produttivi L’Italia e stata uno dei maggiori produttori ed utilizzatori di amianto fino alla fine degli anni ‘80. Dal dopoguerra al bando del 1992 sono state prodotte 3.748.550

tonnellate di amianto grezzo. Il periodo tra il 1976 ed il 1980 e quello di picco nei livelli di produzione con piu di 160.000 tonnellate-anno prodotte. Fino al 1987 la produzione non e mai scesa sotto le 100.000 tonnellate-anno per poi decrescere rapidamente fino al bando. Le

importazioni italiane di amianto grezzo sono state pure molto consistenti mantenendosi superiori alle 50.000 tonnellate-anno fino al 1991. Complessivamente l’Italia dal dopoguerra al 1992 ha importato 1.900.885 tonnellate di amianto. Per il costo contenuto e l’ampia disponibilità, l’utilizzo dell’amianto e avvenuto in numerosissime applicazioni industriali sfruttando le proprietà di resistenza al fuoco, di isolamento e insonorizzazione.

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Quante fibre respirate durante la manutenzione in ambito militare senza dispositivi di protezione individuale? Esistono ambiti civili dove ancora si manipola sistematicamente amianto senza avere informazioni i nmerito?

Page 110: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

40mila siti in Italia con presenza di amianto, 400 ad elevato rischio Riduzione del rischio Dove stoccare l’amianto? Discariche a norma di legge, studiare situazione estera, dati Germania Dove a breve non sarà più possibile inviare amianto Gallerie dismesse? Evitare stoccaggi insicuri (cave), senza fondo consolidato

Page 111: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Regioni prive di discariche È necessaria una filiera corta di smaltimento (rischio da trasporto, speculazioni, ribonifica ecc) Richiesta di dati regionali in merito ai siti individuati Necessaria comunicazione puntuale Partecipazione della popolazione Sicilia e Calabria nessun dato di mappatura amianto

Page 112: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

SCUOLE Al 2012 SOLO 6 REGIONI HANNO COMUNICATO I DATI REGIO DECRETO DEL 1908… ONA stima 2400 scuole italiane con presenza di amianto Latenza malattia

Page 113: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Mappatura Dati di monitoraggio satellitare (AGEA)

Page 114: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Proposta di legge Reati ambientali nel codice penale (passaggio al Senato) Mio Ordine del giorno accolto il 26 febbraio in merito all’inserimento della frode ambientale nel codice penale Amianto mescolato in maniera truffaldina con altri materiali, speculazione sulla gestione, 300 euro a tonnellata di MCA

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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE AMBIENTE: IMPEGNI AL GOVERNO: amministrazioni competenti e proprietari privati provvedano alla bonifica dell'amianto o dei materiali contenenti amianto entro il 1o gennaio 2020, anche assumendo iniziative normative per introdurre nel codice

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A riconoscere le DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI CONTENENTI AMIANTO QUALI IMPIANTI DI SMALTIMENTO DI PREMINENTE INTERESSE NAZIONALE, ai sensi del comma 1, lett. f) del decreto legislativo 3 aprile

2006, n.152 Ad individuare, alla luce della dichiarazione di cui sopra, nel rispetto delle

attribuzioni costituzionali delle Regioni, PER CIASCUNA REGIONE ALMENO UN SITO DI DISCARICA PER RIFIUTI PERICOLOSI CONTENENTI AMIANTO, AL FINE DI GIUNGERE AL PROGRESSIVO DIVIETO DI CIRCOLAZIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI PERICOLOSI CONTENENTI AMIANTO, con

l’indicazione degli stanziamenti necessari per la realizzazione di tali siti .

Page 117: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Ad intervenire sull’art. 182 del citato decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152,

IMPEDENDO LA CIRCOLAZIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI CONTENENTI AMIANTO laddove la regione sia dotata di idonei impianti di smaltimento di tale tipologia di rifiuto in osservanza del principio di autosufficienza e prossimità.

Page 118: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

a predisporre misure di DEFISCALIZZAZIONE PER GLI INTERVENTI DI RIMOZIONE DELL'AMIANTO dagli edifici privati; a prevedere per gli interventi eseguiti entro il 31

dicembre 2019, anche su capannoni agricoli e strutture montane che

dall'imposta lorda si detragga un importo pari al 72 per cento delle spese documentate, fino a un ammontare complessivo delle spese non

superiore a 96.000 euro per unità immobiliare correlando tali iniziative

all’attivazione nelle REGIONI DOTATE DI UN PIANO DI GESTIONE AMIANTO, comprensivo in particolare di siti di discarica di capienza adeguata ai quantitativi di amianto mappati sul rispettivo territorio regionale;

Page 119: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

a finanziare appositi programmi di RICERCA nel settore DELL’INERTIZZAZIONE DELL’AMIANTO, valutando i brevetti in essere ed eventuali progetti in corso di autorizzazione e attuazione in particolare in merito alle emissioni inquinanti, alla dispersione di fibre di amianto nei vari elementi, alla composizione dei reflui con riferimento alla presenza residua di amianto e alla gestione dei reflui stessi.

Page 120: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
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Page 123: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nei luoghi di vita e di lavoro:

emergenza sanitaria e tutela legale

Avv. Ezio Bonanni

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Page 124: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Conferenza sull’amianto Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali

e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza

sanitaria e tutela legale

26.03.2015 ore 16.30

presso Aula Consiliare del Comune di Livorno

Page 125: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Il Tribunale di Torino

affermò per la prima

volta che le fibre di

amianto sono

dannose per la

salute umana con la

Sentenza del 31

ottobre 1906.

Sentenza del Tribunale di Torino

31 ottobre 1906

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro:

emergenza sanitaria e tutela legale

Page 126: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Sentenza della Corte di Appello

di Torino del 1907

Nel 1907,

la Corte d'Appello di

Torino conferma la

decisione del Tribunale, e

rigettava definitivamente le

richieste risarcitorie avanzate

da industriali dell’amianto e ha

assolto l’editore e il direttore del

giornale “Il progresso del

Canavese e delle Valli di Stura”

che avevano sostenuto le

rivendicazioni dei lavoratori

dell’amianto, affermando che le

loro aspettative di vita erano di

molto inferiori rispetto al resto

della cittadinanza.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

Page 127: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

5

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

“E’ … certo ed incontestabile che l’integrità

personale dell’uomo e la sua salute (sommi beni

che trascendono dalla sfera dell’individuo per

assurgere ad importanza sociale, come

necessaria premessa della conservazione e del

miglioramento della specie) sono protette non

soltanto dal contratto, ma altresì da numerose

leggi di pulizia sanitaria e perfino dal Codice

Penale” (Corte di Cassazione Civile, Sentenza

n. 2107 del 28.04.1936, pubblicata il

17.06.1936), e “le forme assicurative

predisposte per garantire gli operai contro talune

malattie professionali tassativamente elencate,

non dispensano i datori di lavoro dall’obbligo

contrattuale di usare la dovuta diligenza nella

propria azienda, per evitare danni ai lavoratori

(anche se compresi nella previdenza

assicurativa), adottando tutti i mezzi protettivi

prescritti o suggeriti dalla tecnica e dalla

scienza”.

Sentenza della Corte di Cassazione

28 Aprile 1936 n. 2107

Il diritto alla salute nella

sua dimensione individuale e collettiva

Page 128: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Il dovere di prevenzione, che l’art. 17 r.d. 14

aprile 1927, n. 530, sull’igiene del lavoro,

impone per il lavoro che si svolga in ‘locali

chiusi’ va osservato in tutti quei casi in cui il

luogo di lavoro, pur non essendo

completamente chiuso, non sia tale da

permettere comodamente e senza pericolo la

uscita dei vapori e di qualsiasi materia

nociva”: la colpa risiede nell’assenza di

“aspiratori” in “locali non perfettamente

chiusi” e di “maschere per i lavoratori” e nella

negligenza e imprudenza rispetto “allarme

dato dagli scienziati” sulla pericolosità delle

polveri (Cass. Sent. n. 682 del 20.01.1941,

pubblicata il 10.03.1941, Soc. acciaierie

elettr. c. Panceri) …

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

Sentenza della Corte di Cassazione

20 gennaio1941 n. 682 Il rispetto delle norme di

prevenzione tecnica e protezione individuale

Page 129: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

“…né può costituire un esonero il fatto che “gli

operai non avevano mai denunziato disturbi […]

perché la silicosi insidia insensibilmente

l’organismo del lavoratore fino alle manifestazioni

gravi che causano l’incapacità al lavoro sicché il

lavoratore non è in grado di accorgersene in

precedenza”, poiché l’art. 2 del r.d. 530 del 1927,

“prescrive al datore di lavoro di avvertire

preventivamente il lavoratore del pericolo, di

indicargli i mezzi di prevenzione adatti” e l’art. 17

“prescrive l’aspirazione della polvere

immediatamente vicino al luogo ove viene

prodotta” (Corte di Cassazione, II^ Sezione

Civile, Sentenza n. 686 del 17.01.1941), cui

corrisponde la norma di chiusura di cui all’art.

2087 c.c. (r.d. 16.03.1942, n. 262), con la quale

si impone all’imprenditore di “adottare

nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo

la particolarità del lavoro, l'esperienza e la

tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità

fisica e la personalità morale dei prestatori di

lavoro”.

Sentenza della Corte di Cassazione

7 gennaio1941 n. 686

Page 130: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

poiché per le “malattie professionali

non garantite da assicurazione

obbligatoria il datore di lavoro non

può esimersi da responsabilità se

l’evento dannoso si sia prodotto per

sua colpa” (Corte di Cassazione,

Sentenza 17.01.1941, Soc. off.

elettroferro Tallero c. Massara)

Sentenza della Corte di Cassazione

17 gennaio1941 Obbligo di riconoscimento ed indennizzo

anche per le malattie non inserite nelle tabelle

Page 131: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Con la legge n. 455

del 12.04.1943,

l’asbestosi viene

contemplata tra le

malattie di origine

professionale

indennizzabili

dall’INAIL.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 132: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

PRODUZIONE E IMPORTAZIONE DI AMIANTO

IN ITALIA DAL 1946 AL 1992

Fonte: O.N.A.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 133: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Produzione nazionale di amianto grezzo Italia e

Stati Uniti d'America; tonnellate; anni: 1945-1992

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria

e tutela legale

Orange:

United States

Red:

Italy

Page 134: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

L’amianto in Italia

Materiali contenenti amianto in matrice

compatta 32 milioni di tonnellate

Amianto friabile alcuni milioni di

tonnellate

Amianto bonificato 500mila tonnellate

(meno del 2% del totale)

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria

e tutela legale

Page 135: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Principio

di precauzione

e rischio zero come

forma di prevenzione

primaria.

Mondo pulito = Salute

Mondo inquinato = Malattia

(René Truhaut e Giancarlo Ugazio)

Patologia

Ambientale

Salute

Ambientale

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 136: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

AMIANTO KILLER

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Page 137: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Dati pubblicati nel 2012 nel “Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM – Inail - ISPESL) –

Quarto Rapporto”, che mostra l’aumento dei casi di mesoteliomi in Italia:

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 138: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Fonte INAIL

Page 139: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

E’ confermato che in Italia più di 5.000 persone ogni anno perdono la vita in

seguito a patologie asbesto correlate (stime prudenziali che non tengono conto

delle altre patologie asbesto correlate).

I dati dell’epidemia in corso:

Source O.N.A. 2010

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Stime ONA

Page 140: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

La lobby dell'amianto (1) Relazione scritta il 20 dicembre

1976, da Ermanno Martini,

ingegnere e dipendente della

ditta "Amiantifera" di

Balangero (Torino). La relazione

è stata utilizzata nel corso

tenuto a Neuss(Dusseldorf)

dal 13 al 18 dicembre

1976 a Wirtschaftsverband Asb

estzement e V. (WVAZ)

[Unione dei produttori di

cemento-amianto], organizzato

da Stephan Schmidheiny. In

questo rapporto è possibile

leggere la frase

"Dissociarsi da ogni

discussione delle idee del

dottor Selikoff e astenersi

dal citarlo".

Vi fa riferimento la Sentenza

del Tribunale di Torino n. 565

del 2012 (caso Eternit)

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 141: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

La lobby dell'amianto è

riuscita ad influenzare le

decisioni del Governo Italiano

affinché in Italia non fossero

introdotti i limiti di soglia: Nota scritta a mano su un

"incontro" presso

la "Assocemento" di Roma, il

17 novembre 1978.Questa nota è

stata trovata fra le carte del

Consiglio di Amministrazione della

società"Amiantifera di

Balangero" (Torino) e ora si

tiene presso l'Archivio di Stato di

Torino. (Società di produzione di

amianto chiedere di rallentare la

questione della normativa sui limiti

di esposizione legati alla

produzione dei

lavoratori, "l'ENPI ha aderito a

questa richiesta ... Il ministro della

Salute ha confermato questo

fatto." - Torino, Archivio di Stato).

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 142: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

tutela legale

Il Tribunale di Torino,

con la Sentenza n.

565 del 2012, ha

condannato Stephan

Schmidheiny a sedici

anni di reclusione.

La decisione è stata

poi confermata dalla

Corte di Appello di

Torino, che ha

aggravato la pena a

18 anni di reclusione,

poi annullata dalla

Cassazione. Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte

Presidente del Consiglio e già Presidente dell’Unione

Europea, Prof. Romano Prodi

Page 143: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Piano nazionale amianto del Governo Monti

Termine della mappatura;

Sensibilizzazione ed informazione;

Studio del problema amianto, per cercare una soluzione;

Utilizzo delle discariche;

Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto e dell’epidemia in corso;

Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e a pochi altri).

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Page 144: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Piano nazionale amianto dell’ONA Onlus

I. PREVENZIONE PRIMARIA. Decontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con la bonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale di modernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale, attraverso la detrazione fiscale delle spese, l’utilizzo dei fondi strutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi e prestiti;

Governo pubblico dell’economia, attraverso una costituzione dell’economia, che detti regole precise, con lo Stato arbitro, in grado di intervenire per interdire eventuali distorsioni del libero mercato e per fini sociali;

Valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 145: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Piano nazionale amianto dell’ONA Onlus

II. PREVENZIONE SECONDARIA. Ricerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze e dei risultati conseguiti a livello internazionale;

Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti a fibre di amianto;

Istituzione di una cabina di regia, per la costituzione di un unico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologie asbesto correlate.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 146: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Piano nazionale amianto dell’ONA Onlus

III. PREVENZIONE TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIME DELL’AMIANTO. Indagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate;

Istituzione del Registro degli esposti ad amianto;

Aggiornamento delle tabelle INAIL, con l’indennizzo di tutte le patologie asbesto correlate;

Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro;

Riforma legislativa, che porti all’abrogazione della norma di cui all’art. 254 del D.Lgs. 81/08;

Abrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi per esposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il 15 giugno 2005;

Pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate, anche qualora non abbiano ancora età pensionabile.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 147: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

“Quante vite

umane

potevano

essere salvate

se gli studi di

Gardner non

fossero stati

censurati!”

(Abrams)

Grazie.

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri luoghi di vita e lavoro: emergenza sanitaria e

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Page 148: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

L’epidemia di patologie asbesto-correlate e

la sorveglianza sanitaria degli ex esposti:

iniziative nazionali ed internazionali

Prof. Pietro Sartorelli

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Page 149: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

L’EPIDEMIA DI PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE E LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI:

INIZIATIVE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI

Prof. Pietro Sartorelli

Medicina del Lavoro Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e

Neuroscienze Università degli Studi di Siena

CONFERENZA ONA

Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri

luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno 26 Marzo 2015

Page 150: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

World Health Organization WHO

Più di 107.000 persone all’anno morte per malattie da amianto contratte nell’attività lavorativa

La IARC ha riscontrato sufficiente evidenza

di cancerogenicità per l’uomo di tutti i tipi di

amianto

Page 151: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
Page 152: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Le stime riguardano praticamente solo il mesotelioma pleurico

non tengono conto del cancro del polmone molto più frequente e delle patologie asbesto-correlate non neoplastiche che

interessano > 25-30% dei lavoratori ex esposti con una larga prevalenza di placche pleuriche benigne

Per la complessità diagnostica anche il mesotelioma pleurico sembra essere sottonotificato

possibilità che a Trieste il 45% dei mesoteliomi fosse non diagnosticata

Delendi e coll. IARC 1991

Page 153: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Il rischio da amianto è sicuramente di tipo

respiratorio

IARC 2012 → ruolo dell’esposizione prof. ad asbesto per mesotelioma maligno, cancro polmone, laringe e ovarico

Rischio gastroenterico non dimostrato ↓

associazione con cancro colon-retto e faringe al limite dell’evidenza

Page 154: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Agenzia Anno Concentrazione Limite

ACGIH 1968 12 ff/mL

ACGIH 1970-1974 5 ff/mL

OSHA 1972 5 ff/mL

OSHA 1976 2 ff/mL

NIOSH 1976 0,1 ff/mL crocidolite

ACGIH 1978-1980 0,2 ff/mL crocidolite

0,5 ff/mL amosite

2,0 ff/mL crisotilo e altre forme

OSHA 1976

1986

1990

2.0 ff/mL

0.2 ff/mL

0,1 ff/mL

Concentrazioni limite di asbesto raccomandate

Page 155: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

National Institute of Public Health Stoccolma 1997

Fumo di tabacco 9,0%

Consumo di alcool 8,4%

Sovrappeso 3,7%

Rischi occupazionali 3,6%

Basso consumo di frutta e verdura 3,5%

Povertà relativa 3,1%

Disoccupazione 2,9%

Droga 2,4%

Inattività fisica 1,4%

Dieta con contenuto elevato di

grassi saturi 1,1%

Inquinamento ambientale 0,2%

Fattore Causale Contributo all’insieme del

burden of disease

Contributo di alcuni fattori di rischio all’insieme del Burden of Disease nella UE

Page 156: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Attuazione della sorveglianza sanitaria degli ex esposti

Programmi di screening da riservare alle popolazioni più a rischio

Necessaria sorveglianza sanitaria degli ex esposti per motivi

• clinici

• medico-legali

• epidemiologici

• di giustizia sociale

Devono essere impiegati criteri diagnostici standardizzati in particolare per la TC

Prestazioni sanitarie di tipo preventivo che non devono essere gravate da pagamenti

Page 157: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Screening: protocolli diagnostici standardizzati applicati su popolazioni a rischio → efficacia provata con metodi statistici

Sorveglianza sanitaria: attraverso l’approccio clinico si arriva a definire un percorso diagnostico che tiene conto di esposizione e ipersuscettibilità del soggetto

↓ si deve definire un profilo di rischio individuale per impostare

correttamente tipo e frequenza degli accertamenti sanitari in termini di costo/beneficio e rischio/beneficio

Page 158: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Dichiarazione di Helsinki 2014

• Le patologie asbesto-correlate devono essere diagnosticate più precocemente possibile sia per l’impiego appropriato delle misure preventive e terapeutiche disponibili sia per il loro riconoscimento medico-legale

• Per le popolazioni lavorative a maggior rischio si raccomandano gli screening del cancro del polmone

• I lavoratori ex esposti devono essere informati del significato degli accertamenti effettuati i cui costi non possono in alcun modo gravare sui lavoratori stessi

Page 159: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Criteri di Helsinki 2014 sulla diagnosi e l’attribuzione all’asbesto

delle fibrosi interstiziali polmonari e dei cancri

• Un programma generale di follow-up nei lavoratori esposti all’amianto dovrebbe essere stratificato in funzione dell'intensità, latenza e durata dell'esposizione

• Follow-up dei lavoratori altamente esposti proseguito fino a 30 anni dopo la cessazione dell'esposizione

• Raccomandato l'uso della classificazione ICOERD della TC

• Biomarcatori ematici quali le proteine della famiglia della mesotelina al momento non sufficientemente sensibili/specifici per impieghi diagnostici e di screening

Page 160: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Criteri di Helsinki 2014

• Diagnosi istologica dell’asbestosi: fibrosi interstiziale diffusa con presenza di corpuscoli o conteggio di fibre di amianto che rientri nel range registrato per l’asbestosi

l’esito negativo della concentrazione di corpuscoli e fibre di asbesto non esclude né una potenziale

esposizione pregressa né la possibilità di insorgenza di patologie asbesto-correlate

con un risultato positivo invece la probabilità di seri danni alla salute è aumentata

Page 161: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Progetti CCM 2012 del Ministero della Salute

Attività CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo

delle malattie) rivolta a supporto di progetti di interesse nazionale che si basano su consolidate evidenze scientifiche e devono

garantire la loro trasferibilità sul territorio

• Sperimentazione e validazione di un protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto ai sensi dell'art. 259 D.lgs. 81/08 Ente Partner: Regione Veneto

• Assistenza delle persone esposte ad amianto: sportelli informativi e sorveglianza epidemiologica Ente Partner: Regione Lazio

Page 162: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Sperimentazione e validazione di un protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto ai sensi dell'art.

259 D.lgs. 81/08

• OBIETTIVO: definire una proposta di protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto secondo principi di efficacia, appropriatezza, risparmio e utilità sociale

• Propone che le Regioni e le Provincie Autonome mettano a disposizione un’offerta di assistenza sanitaria calibrata sulle disponibilità e le necessità locali rivolta agli ex esposti

• Tutti i lavoratori ex esposti ad amianto devono avere garantita un'assistenza sanitaria su domanda (in specifici casi è possibile la convocazione attiva)

Page 163: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Assistenza delle persone esposte ad amianto: sportelli informativi e sorveglianza epidemiologica

OBIETTIVO: creare un anello di congiunzione tra lavoratore ex esposto e SSR rappresentato dagli sportelli-amianto territoriali

SPORTELLI-AMIANTO:

• erogano informazione, assistenza e orientamento in percorsi diagnostico-terapeutici

• informano su rischi e accertamenti sanitari più corretti da effettuare sulla base della stima della pregressa esposizione

• promuovono attività di counselling sul fumo

• forniscono l’assistenza medico-legale nel riconoscimento delle patologie professionali e del riconoscimento previdenziale

Page 164: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Gruppo tecnico di lavoro coordinato da ISPO che tiene conto di:

• Piano Nazionale Amianto 2013

• esperienze di sorveglianza sanitaria nazionali e regionali

• specifici progetti CCM 2012 in corso

• risultati degli studi epidemiologici

Avviata fase di sperimentazione per:

• definizione delle esposizioni che attivano la sorveglianza sanitaria

• procedure di comunicazione e follow-up

• costi

Al termine di questa fase la Regione Toscana potrà deliberare atti attuativi del programma di sorveglianza sanitaria proposto

Linee di indirizzo della Regione Toscana sulla

sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto (Decreto Dir. n.1826 del 26.04.2012 della Regione Toscana)

Page 165: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Page 166: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

I segni dell’amianto all’imaging

Prof.ssa Maria Antonietta Mazzei

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Page 167: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

M.A. MAZZEI

Università degli Studi di Siena. Dip. di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze.

AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE

Diagnostica per Immagini (Dir. Prof. L. Volterrani)

Livorno 26 Marzo 2015

I SEGNI DELL’ AMIANTO all’ IMAGING I SEGNI DELL’ AMIANTO all’ IMAGING

Page 168: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

RX TC TOMOSINTESI

IL RISCHIO DA AMIANTO è in primis DI TIPO RESPIRATORIO

Page 169: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Diagnostica per Immagini

I segni dell’amianto: cosa cerchiamo?

PATOLOGIA DA AMIANTO

NON NEOPLASTICA: PLACCHE PLEURICHE, ASBESTOSI

complicanze BC ed Enfisema

TBC (storica)

Cuore polmonare cronico

NEOPLASTICA:

K laringeo (discusso)

K polmonare (associazione con fumo di sigaretta)

Mesotelioma pleurico

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

Page 170: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

PLACCHE PLAURICHE IN-PROFILE AND FACE-ON

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Page 172: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

TOMOSINTESI

Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze. Diagnostica per Immagini

Page 173: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Page 174: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

TC e Asbesto: perché?

Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Diagnostica per Immagini

Perché l’ esame radiologico spesso non è sufficiente: Perché l’ esame radiologico spesso non è sufficiente:

- Può perdere fino al 60% delle placche pleuriche (soprattutto placche sottili e non calcifiche)1

- non sempre consente di ricondurre alterazioni parenchimali ad una

esposizione lavorativa

- non consente una precisa definizione della patologia parenchimale

1 Gefter WB, Conant EF, J Thorac Imaging 1988 Oct; 3(4): 11-28

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Page 175: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

TC e Asbesto: quale?

Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Diagnostica per Immagini

HRCT: High Resolution Computed Tomography HRCT: High Resolution Computed Tomography

SPESSORE di STRATO:

<1.5mm, minimo possibile

INSPIRIO (eventuale ESPIRIO)

BONE KERNEL

ASSIALE (meglio parenchima)

SPIRALE (meglio pleura)

FUOCO FINE

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Posizione PRONA (ev SUPINA)

Page 176: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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PLEURA

Page 177: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Tecnica e fibrosi

CRISOTILO 517;

ANFIBOLI 517

fibre tot 1034

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TC e Asbesto: placche

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1.25mm/1.00mm, standard 3.00mm/3.00mm, standard

TC e Asbesto: placche

FN e tecnica

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Page 181: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ASBESTOSI: Istologicamente è definita come una fibrosi polmonare interstiziale

associata alla presenza in sede intrapolmonare di corpi o fibre di asbesto

le fibre di asbesto si depositano in

primis nei bronchioli respiratori e nei

dotti alveolari, successivamente

si accumulano in sede subpleurica

nei pazienti con asbestosi le prime

alterazioni fibrotiche si

documentano nella regione

peribronchiolare, viene poi coinvolta

la parete alveolare e solo

successivamente la periferia del

lobulo ed il setto interlobulare

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TC e Asbestosi: semeiotica

Sedi: zone posteriori e lobi inferiori

Spesso in corrispondenza degli ispessimenti pleurici

Page 182: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Vie di conduzione

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Page 183: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Interstizio polmonare (Weibel, 1979)

Lobulo secondario (1-2,5 cm.)

Contiene 4-12 acini

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Scarsamente visibile lo è invece

spesso in caso di patologia polmonare

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Page 184: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Grade Descritpion

Grade 0 No appreciable peribronchial fibrosis confined to the

bronchiolar wall

Grade 1 (b) Fibrosis confined to the walls of respiratory bronchioles and

the first tier of adjacent alveoli

Grade 2 (b) Extension of fibrosis to involve alveolar ducts and/or ≥ 2 tier

of alveoli adjacent to the respiratory bronchiole, with sparing

of the least some alveoli between adjacent bronchioles

Grade 3 Fibrotic thickening of the walls of all alveoli between ≥ 2

adjacent respiratory bronchioles

Grade 4 Honey-combing changes

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Histologic Grading Scheme for Asbestosis (AMERICAN COLLEGE OF PATHOLOGY 2010)

CARATTERISTICHE ANATOMO-PATOLOGICHE

IL COLLEGE OF AMERICAN PATHOLOGISTS E LA PULMONARY PATHOLOGY SOCIETY PER IDENTIFICARE LA

FIBROSI DELLE PARETI BRONCHIOLARI DA ASBESTO UTILIZZANO LA DIZIONE DI ASBESTOS AIRWAYS DISEASE

•An average score is obtained for an individual case by adding the score for each slide (0 to 4 ),

then dividing by the number of slides examined.

• Grade 1 and, to lesser extent, grade 2 need to be distinguished from smoking-induced

peribronchiolar fibrosis and mixed-dust pneumoconiosis.

Page 185: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

TC e Asbestosi

Ruolo fondamentale insieme alla anamnesi lavorativa

HRCT FINDINGS IN ASBESTOSIS

Findings of fibrosis (i.e. traction bronchiectasis or bronchiolectasis,

intralobular interstitial thickening, irregular interlobular sptal thickening ,

irregular interface) a,b

Honeycombing in advanced disease

Supleural dotlike opacites in early disease (peribronchiolar fibrosis)a,b

Subpleural lines a

Parietal pleural thickening or plaques a,b

Parenchymal bands particularly in association with pleural thickening a,b

Earliest abnormalities posterior and basal

Ground-glass opacity

a most common findings b findings most helpful in differential diagnosis BASAL PREDOMINANCE!

Akira (2003) predominanza basale

nel 98% dei pazienti analizzati

Page 186: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Subpleural dotlike opacities in early disease FIBROSI PERIBRONCHIOLARE

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Subpleural dotlike opacities in clusters in early disease

subpleural curvilinear opacities when confluent

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Subpleural dotlike opacities in clusters in early disease

Interlobular interstitial thickening

Subpleural lines

subpleural curvilinear opacities when confluent

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Honey combing

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2009 2013 Tecnica e fibrosi: FP

SUPINO PRONO

Page 192: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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HRCT: perché in prono ?

migliore espansione delle porzioni posteriori

la patologia è spesso posteriore

la maggior parte del

parenchima è posteriore!

Page 193: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Page 194: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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73-92 ufficiale di macchina su navi da carico e

petroliere coibentate con amianto.

Ha coibentato e decoibentato con forbici e mole

92-2013 c/o esposto a sost.chimiche come glicole

etilenico, ac.isoftalico, ac.teraftalico con aggiunta

di catalizzatori e stabilizzatori

BALF: 13/07/12 CRISOTILO 0; ANFIBOLI

472ff/ml

Discrepanze: rapporto fibrosi/palcche

Page 195: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Cantieri navali Livorno:

con mascherine usa e getta

10.000ff/ml BALF,

Prevalentemente anfiboli

Discrepanze: rapporto fibrosi/palcche

Page 196: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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FIBROSI SUB-PLEURICA

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

Page 197: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Strie atelectasiche vicino

a ispessimenti pleurici

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

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Atelectasia rotonda

Focolaio di polmonite nel Gennaio 2012

Marzo 2012 TC (anamnesi non nota al

momento delle indagini radiologiche)

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

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19/03/12 bx transbronchiali: n.s.

24/04/12 bx TC-guidata lesione LSS : materiale

ematico, no cellule.

07/06/12 BAL: non atipie citologiche; batteriologico:

neg; Non corpuscoli di AB

Bx chirurgica Istologico: FIBROSI PLEURICA E

PLACCHE FIBROIALINE con FB ASBESTO

Page 200: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Università degli Studi di Siena, Dipartimento Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze. Diagnostica per Immagini

Mesotelioma

sarcomatoide

linfoistiocitoide

TNM/IMIG. Pericardio interno

stadio IV. Inoperabile

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MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

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DD del NPS

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

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Università degli Studi di Siena, Dipartimento Medicina, Chirurgia e Neuroscienze. Diagnostica per Immagini

Page 204: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ott. 2011

ott. 2004

ott. 2009

dic. 2012

nov. 2012

SUV 1,8

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Page 205: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Università degli Studi di Siena, Dipartimento Patologia Umana ed Oncologia – Sez. di Scienze Radiologiche. Diagnostica per Immagini

Page 206: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Decremento del rischio con incremento dell’età

L’irradiazione nella donna

espone ad un rischio del

30-40% superiore rispetto

ai maschi

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Page 207: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

HRCT / TC torace

Spiral

Axial

Mammella

Ss 0,625 mm

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Page 208: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Università degli Studi di Siena, Dipartimento Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze. Diagnostica per Immagini

CONCLUSIONI

Paziente con esposizione nota Paziente con esposizione NON nota

Radiologo edotto/sensibilizzato

Radiologo NON edotto/

NON sensibilizzato

(RILETTURE!)

COLLABORAZIONE

MEDICO DEL LAVORO/RADIOLOGO

ANAMNESI

IMPORTANZA DEI PRECEDENTI

(DD interstiziopatie professionali/altre interstiziopatie)

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

Page 209: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Diagnostica per Immagini

1.25mm/1.00mm, standard 3.00mm/3.00mm, standard

FN e tecnica

TC e Asbesto: placche

MA Mazzei I segni dell’amianto all’ imaging

Page 210: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

TORACE

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Page 211: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Soggetti responsabili civili e penali.

Tecniche d’indagine e ostacoli per

l’individuazione delle imprese

Dott. Paolo Rivella

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Page 219: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Il ruolo dell’ONA: dalla

denuncia alla proposta

Dott. Michele Rucco

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dott. Michele Rucco

Segretario Generale

Amianto: emergenza

sanitaria e tutela legale Livorno - 26 Marzo 2015

Page 221: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

IL RUOLO DELL’O.N.A.:

dalla denuncia

alla proposta.

Page 222: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

promuovere e tutelare la salute in ogni

ambito di esplicazione della vita

umana:

1. − prevenzione primaria

2. − prevenzione secondaria

3. − prevenzione terziaria

Page 223: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

rappresentare, tutelare, assistere

moralmente e materialmente i

lavoratori ed i cittadini esposti ad

amianto e ad altri patogeni

tutelare i diritti costituzionalmente

garantiti a ogni persona

Page 224: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

“Al centro di ogni

questione, anche

di quella lavorativa,

va sempre posta

la persona e

la sua dignità”

Page 225: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

L’esperienza è l’insegnante

più difficile ed esigente:

Prima ti fa l’esame,

Poi ti insegna la lezione

Oscar Wilde

Page 226: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

ovverosia la migliore e più eloquente

rappresentazione di questo paradosso

Page 227: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
Page 228: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
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Page 230: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

a fianco delle persone

a fianco delle istituzioni

a fianco della Magistratura

a fianco delle strutture mediche

a fianco ed insieme ad altre

Associazioni

Page 231: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
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Page 233: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Dipartimento Ricerca e Cura del

Mesotelioma

Ambulatorio oncologico on line

Guardie Nazionali Amianto

Ricorso alla Corte Europea

Quaderni tecnico scientifici

Page 234: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Quello che tu puoi fare

è solo una goccia nell’oceano,

ma è ciò che dà significato

alla tua vita.

Albert Schweitzer

Page 235: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Page 236: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Monitoraggio degli esposti ed ex-esposti ad

amianto negli ambienti di lavoro e di vita:

costi, benefici e coperture economiche

Dott.Paolo Pitotto

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Page 237: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Amianto: emergenza sanitaria e tutela legale

Livorno - 26 Marzo 2015

Monitoraggio degli esposti ed ex-esposti ad amianto negli ambienti di lavoro e di vita:

costi, benefici e coperture economiche.

Dott. Paolo Pitotto

Page 238: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Agli inizi del ‘900 si credeva che l’asbestosi fosse preceduta dalla tubercolosi

“.... ritengo giustificato il sospetto che l’industria dell’amianto costituisca, forse a motivo dello speciale pulviscolo a cui dà luogo, una delle occupazioni più perniciose quanto a predisposizione verso la tubercolosi polmonare, sì che si impongano speciali misure d’igiene e speciali misure di lavoro per gli operai che vi si adibiscono. ....La classe lavoratrice ha bisogno e possibilità di essere tutelata contro le insidie di quello stesso lavoro a cui chiede il sostentamento, che paga non di rado a prezzo della propria salute e della propria esistenza”.

L. Scarpa, Lavori dei Congressi di Medicina Interna- Industria dell’amianto e tubercolosi (XVIII Congresso tenuto in Roma nell’ottobre 1908), Roma marzo 1909 .

Page 239: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
Page 240: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

La correlazione tra k polmonare e amianto è emersa prima di quella con

il mesotelioma.

Questa tabella, estratta dalla tesi di laurea di Portigliatti in seguito direttore della Medicina

Legale di Torino, lo conferma.

M. Portigliatti Barbos, Considerazioni sull’associazione: Asbestosi e carcinoma polmonare,

Giorn. Acc. Med. di Torino, 118 (1-6): 91-107,1955.

Page 241: Atti Convegno Livorno 26.03.2015
Page 242: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atto di indirizzo

Al fine di facilitare il riconoscimento dei benefici amianto, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, a firma di un sottosegretario, in concertazione con le organizzazioni sindacali, ha emanato nel corso degli anni numerose linee di indirizzo volte al riconoscimento dei benefici previdenziali conseguenti alla massiccia esposizione ad amianto per i lavoratori di alcune imprese e per quelli delle ditte in appalto che operavano all’interno delle medesime imprese con mansioni equivalenti.

Tali benefici erano riconosciuti per un determinato arco di tempo, e in alcuni casi per lo stesso impianto produttivo vi sono provvedimenti successivi che hanno esteso il periodo di esposizione riconosciuto.

Risulta pertanto evidente che il politico che ha firmato tali documenti, essendo sottosegretario, aveva una qualifica amministrativa vincolante per i destinatari del provvedimento: INAIL, DC pensioni e CONTARP.

Page 243: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atto di indirizzo Gli atti di indirizzo sono atti amministrativi che:

1) laddove siano frutto di normativa delegata ed abbiano l'effetto di istituire diritti, benefici, ecc. hanno anch'essi un valore normativo;

2) qualora si reggano su accertamenti condotti da pubblici ufficiali e cioè li presuppongano, i fatti ivi accertati non possono essere contestati semplicemente negandoli, ma si renderebbe necessaria contestazione formale o sul piano penale oppure amministrativo, sicché, pur con tutte le cautele del caso, può sostenersi come le attestazioni ivi contenute non possano essere contraddette ed abbiano valore vincolante (perlomeno fatta prova contraria).

Questo tipo di provvedimento ministeriale è iniziato nel 1996 raggiungendo il massimo nel 2000-2001, ed è stato disposto per meno di 200 ditte in tutta Italia, a fronte delle migliaia di aziende che di fatto utilizzavano l’amianto.

Page 244: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo

N° Impianto Località Gruppo Settore Atto Prot.

001 Officine S. Giorgio Padova Materferro 10/11/00 42

002 Firema Trasporti Cittadella (Pd) Firema Materferro 10/11/00 44

003 Firema Trasporti Oms Padova Firema Materferro 10/11/00 45

004 O.

Veronesi/Galtarossa Verona Materferro 21/11/00 47

005 Fervet Viareggio (Lu) Fervet Materferro 22/11/00 52

006 Fervet Castelfranco (Ts) Fervet Materferro 22/11/00 54

007 O.me.ca. Reggio Calabria Breda Ansaldo Materferro 22/11/00 55

008 O.m.fe.sa ex Nomef Tropuzzi (Lo) Materferro 22/11/00 56

009 Fiat Ferroviaria Colleferro (Rm) Fiat Ferrovia Materferro 22/11/00 57

010 S.g.l. Civitanova (Mc) Materferro 22/11/00 58

011 C.s. Ilva Taranto Ilva-Italsider Siderurgia 6/12/00 61

012 Kuwait Raffinazione Napoli Chimica 6/12/00 (316)

Page 245: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (2)

012 Kuwait Raffinazione Napoli Chimica 6/12/00 (316)

013 Officine Fiore Ercolano (Na) Firema Materferro 12/12/00 63

014 SIGE Ferroviaria Casagiove (Ce) Materferro 12/12/00 65

015 Firema Trasporti Caserta Firema Materferro 12/12/00 67

016 ICMI Napoli 18/12/00 (344)

017 Imprese Appalto NCA Carrara M.na (Ms) Navalmec.ca 20/12/00 69

018 Nuovi Cantieri

Apuania Carrara M.na (Ms) Navalmec.ca 20/12/00 70

019 Rodriquez C.N. Messina Navalmec.ca 20/12/00 71

020 C.S. Ilva Bagnoli (Na) Ilva-Italsider Siderurgia 28/12/00 73

021 Imp. Appalto Ilva Bagnoli (Na) Varie/Finsider Siderurgia 28/12/00 73

022 Imp. Appalto Ilva

(Icrot) Bagnoli (Na) Varie/Finsider Siderurgia 8/8/01 77

023 ICMI Napoli Ilva/Italsider Siderurgia 8/8/01 79

024 Imp. Appalto Ansaldo

En. Italia Elettromec.a 9/2/01 81

Page 246: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (3)

025 Imp. Appalto

Ansaldo, Fin. Italia IRI Elettromec.a 9/2/01 81

026 Ansaldo Ener. Tecnici Italia Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 82

027 Ansaldo Sampierdarena(Ge) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 83

028 Ansaldo G.M. Campi (Ge) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 86

029 Ansaldo C.M.I. Fegino Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 88

030 Ansaldo Motori Sestri Ponente(GE) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 90

031 Ansaldo EX ASGEN Monfalcone (Go) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 92

032 Termosud Gioia del Colle (Ba) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 94

033 Ansaldo En. Ex F.

Tosi Legnano (Mi) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 96

034 Ansaldo Energia S.S. Giovanni (Mi) Ansaldo Elettromec.a 9/2/01 99

035 F.B.M. Hudson

Italiana Terno d'Isola (Bg) Ex Fochi Elettromec.a 22/2/01 101

036 Imprese Appalto FBM Italia Elettromec.a 22/2/01 102

037 FBM Hudson Tecnici Terno d'Isola (Bg) Ex Fochi Elettromec.a 22/2/01 104

Page 247: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (4)

038 Imp. Appalto

Ansaldo Tra. Italia Materferro 23/2/01 105

039 Ansaldo Trasporti

Tec. Napoli Ansaldo Materferro 23/2/01 107

040 Ansaldo Trasporti Napoli Ansaldo Materferro 23/2/01 108

041 Ansaldo Trasporti S.S. Giovanni (Mi) Ansaldo Materferro 23/2/01 110

042 Cn F.lli Neri Livorno Navalmec.ca 16/3/01 113

043 Imprese Appalto F.lli

Neri Livorno Navalmec.ca 7/3/01 114

044 Imprese Appalto

Enichem Brindisi Impiantistica 7/3/01 115

045 Imprese Appalto

Enichem Marghera (Ve) Impiantistica 7/3/01 115

046 Imprese Appalto

Enichem Ravenna Impiantistica 7/3/01 115

047 Cn Pesaro Pesaro Navalmec.ca 7/3/01 117

048 Imprese Appalto Cn

Pesaro Pesaro Navalmec.ca 7/3/01 118

049 Magliola Santhià (Vc) Materferro 7/3/01 119

050 C.N. Tommasi Ancona Navalmec.ca 7/3/01 121

Page 248: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (5)

051 C.N. Morini Ancona Navalmec.ca 7/3/01 123

052 C.N. A. C.R.N. Ancona Navalmec.ca 7/3/01 125

053 IPZS Ist. Poligrafico

Zecca Stato Foggia 8/3/01 (479)

054 IPZS Ist. Poligrafico

Zecca Stato Foggia 2/5/01 (601)

055 LIPS Italiana Livorno Fincantieri Navalmec.ca 16/3/01 127

056 Imp. Appalto A.F.

Servola Servola (Ts) Siderurgia 8/3/01 129

057 Imp. Appalto A.F.V.

Beltr. Marghera (Ve) Siderurgia 8/3/01 129

058 Imp. Appalto Acc.

Piomb. Piombino (Li) Lucchini Siderurgia 8/3/01 129

059 Imprese Appalto ICMI Napoli Siderurgia 8/3/01 129

060 Imprese Appalto Ilva Bagnoli (Na) Siderurgia 8/3/01 129

061 Imprese Appalto Ilva Cornigliano (Ge) Siderurgia 8/3/01 129

062 Imprese Appalto

Iritecna Campi (Ge) Siderurgia 8/3/01 129

063 A.F.V. Beltr e Italsider Marghera (Ve) Ex Italsider Siderurgia 8/3/01 131

Page 249: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (6)

064 C.s. Iritecna Campi (Ge) Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 135

065 Acciaierie Piombino

Tecnici Piombino (Li) Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 139

066 Acciaierie Piombino Piombino (Li) Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 140

067 C.s. Ilva O. Sinigaglia

(2) Cornigliano (Ge) Siderurgia 8/3/01 145

068 C.s. Iritecna tecnici Campi (Ge) Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 146

069 C.s. O. Sinigaglia tecn. Cornigliano (Ge) Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 147

070 Firema Trasporti Tito (Pz) Firema Materferro 8/3/01 151

071 C.s. Ilva (2°) Taranto Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 153

072 Impr. Appalto C.s.

Ilva Taranto Siderurgia 8/3/01 154

073 C.s. Ilva - tecnici Italia Ilva Italsider Siderurgia 8/3/01 155

074 Breda Pistoiesi (2°) Pistoia Breda Ansaldo Materferro 8/3/01 159

075 Imprese Appalto C.le

Enel Genova Impiantistica 8/3/01 161

076 Imp. Appalto

C.Add.Enel Piacenza Impiantistica 8/3/01 161

Page 250: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (7)

077 Imprese Appalto C.le

Enel Augusta Impiantistica 8/3/01 161

078 Imprese Appalto C.le

Enel Bari Impiantistica 8/3/01 161

079 Imprese Appalto C.le

Enel Bastardo Impiantistica 8/3/01 161

080 Imprese Appalto C.le

Enel Brindisi Nord Impiantistica 8/3/01 161

081 Imprese Appalto C.le

Enel Casella Impiantistica 8/3/01 161

082 Imprese Appalto C.le

Enel Chivasso Impiantistica 8/3/01 161

083 Imprese Appalto C.le

Enel Caorso Impiantistica 8/3/01 161

084 Imprese Appalto C.le

Enel Fiumaretta Civ.chia Impiantistica 8/3/01 161

085 Imprese Appalto C.le

Enel Fiumesanto Impiantistica 8/3/01 161

086 Imprese Appalto C.le

Enel La Spezia Impiantistica 8/3/01 161

087 Imprese Appalto C.le

Enel Livorno Impiantistica 8/3/01 161

088 Imprese Appalto C.le

Enel Mercure Impiantistica 8/3/01 161

089 Imprese Appalto C.le

Enel Monfalcone Impiantistica 8/3/01 161

Page 251: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (8)

090 Imprese Appalto C.le

Enel Napoli Levante Impiantistica 8/3/01 161

091 Imprese Appalto C.le

Enel Ostiglia Impiantistica 8/3/01 161

092 Imprese Appalto C.le

Enel Pietrafitta Impiantistica 8/3/01 161

093 Imprese Appalto C.le

Enel Piombino Impiantistica 8/3/01 161

094 Imprese Appalto C.le

Enel Porto Corsini Impiantistica 8/3/01 161

095 Imprese Appalto C.le

Enel Porto Empedocle Impiantistica 8/3/01 161

096 Imprese Appalto C.le

Enel Porto Marghera Impiantistica 8/3/01 161

097 Imprese Appalto C.le

Enel Porto Tolle Impiantistica 8/3/01 161

098 Imprese Appalto C.le

Enel Portoscuso Impiantistica 8/3/01 161

099 Imprese Appalto C.le

Enel Priolo Gargallo Impiantistica 8/3/01 161

100 Imprese Appalto C.le

Enel Rossano Impiantistica 8/3/01 161

101 Imprese Appalto C.le

Enel S. Barbara Cavriglia Impiantistica 8/3/01 161

102 Imprese Appalto C.le

Enel S. Filippo del Mela Impiantistica 8/3/01 161

Page 252: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (9)

103 Imprese Appalto C.le

Enel Santa Gilla Impiantistica 8/3/01 161

104 Imprese Appalto C.le

Enel Sulcis Impiantistica 8/3/01 161

105 Imprese Appalto C.le

Enel Tavazzano Impiantistica 8/3/01 161

106 Imprese Appalto C.le

Enel Termini Imerese Impiantistica 8/3/01 161

107 Imprese Appalto C.le

Enel Torvaldaliga Sud Impiantistica 8/3/01 161

108 Imprese Appalto C.le

Enel Trino Vercellese Impiantistica 8/3/01 161

109 Imprese Appalto C.le

Enel Turbigo Impiantistica 8/3/01 161

110 Imprese Appalto C.le

Enel Vado Ligure Impiantistica 8/3/01 161

111 Imprese Appalto C.le

Enel Fusina Impiantistica 8/3/01 161

112 Imprese Appalto C.le

Enel Piacenza Impiantistica 8/3/01 161

113 Imp. Appalto Campog.

Enel Larderello Impiantistica 8/3/01 161

114 Imprese Appalto

Dalmine Bergamo Siderurgia 9/3/01 167

115 Imp. Appalto Dalmine

Tps Bergamo Siderurgia 9/3/01 167

Page 253: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (10)

116 Dalmine Tecnici Dalmine (Bg) Ilva Siderurgia 9/3/01 168

117 Dalmine TPS Tecnici Sabbione (Bg) Ilva Fochi Siderurgia 9/3/01 168

118 Dalmine spa Dalmine (Bg) Ilva Siderurgia 9/3/01 169

119 Dalmine T.P.S. Sabbio Berg. (Bg) Ilva Fochi Siderurgia 9/3/01 170

120 Acciai Speciali Terni Torino Ilva Italsider Siderurgia 14/3/01 171

121 Ilva Laminati Piani Torino Ilva Italsider Siderurgia 14/3/01 171

122 Whirlpool Europe Napoli Whirlpool Eldom 4/4/01 175

123 C.s. Ilva Taranto Ilva Italsider Siderurgia 5/4/01 179

124 Ilva Taranto 17/4/01 (562)

125 Ilva Taranto 20/4/01 (574)

126 Ilva Taranto 23/4/01 (575)

127 Ilva Taranto 23/4/01 (576)

128 Ilva Taranto 6/6/01 (643)

Page 254: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (11)

130 Nuovo Pignone Massa Carrara N. Pignone Elettromec.a 6/4/01 185

131 Michelin Torino Pneumatici 6/4/01 (554)

132 Imp. Appalto A.F.

Servola Servola (Ts) Siderurgia 17/4/01 189

133 Imp. Appalto A.F.V. Marghera (Ve) Siderurgia 17/4/01 189

134 Beltrame

135 Imprese Appalto

Acciaierie Piombino (Li) Lucchini Siderurgia 17/4/01 189

136 Imprese Appalto AST Siderurgia 17/4/01 189

137 Imprese Appalto ICMI Napoli Siderurgia 17/4/01 189

138 Imprese Appalto Ilva Bagnoli (Na) Siderurgia 17/4/01 189

139 Imprese Appalto Ilva

L.P. Torino Siderurgia 17/4/01 189

140 Imp.App. Ilva O.

Sinigaglia Cornigliano (Ge) Siderurgia 17/4/01 189

141 Imprese Appalto

Iritecna Campi (Ge) Siderurgia 17/4/01 189

142 S.G.I. Civitanova M. (Mc) Materferro 18/4/01 191

Page 255: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (12)

143 Cereol Italia Ancona Marche 19/4/01 (570)

144 Nuova SIET Taranto Siderurgia 5/4/01 193

145 C.s. Ilva (chiarimenti) Taranto Ilva Italsider Siderurgia 23/4/01 195

146 C.s. Ilva Taranto Siderurgia 23/4/01 197

147 Ansaldo Italtrafo S. Palomba (Rm) Ansaldo Materferro 23/4/01 199

148 Ansaldo Italtrafo tecn S. Palomba (Rm) Ansaldo Materferro 23/4/01 203

149 CIMA Mantova Materferro 23/4/01 205

150 O.ME.CA (2°) Reggio Calabria Breda Ansaldo Materferro 23/4/01 209

151 CNL ex Breda (2°) Marghera (Ve) Fincantieri Navalmec.ca 23/4/01 211

152 Off. Firema (2°) Cittadella (Pd) Firema Materferro 23/4/01 213

153 CNL Fincantieri (2°) C.mare di Stabia Fincantieri Navalmec.ca 23/4/01 215

154 Vetreria Zignago Portoguraro (VE) 23/4/01 (580)

155 Nuova siet

(chiarimento) Taranto Siderurgia 2/5/01 217

Page 256: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di indirizzo – (13)

156 MecFond Napoli Siderurgia 11/5/01 219

157 Bari Fonferie Merid. -

BFM Bari Finmeccanica Siderurgia 28/05/01 223

158 Materit Casale Mon. (Al) Materit Pannelli 8/6/01 227

159 Materit Ferrandina (Mt) Materit Pannelli 8/6/01 227

160 AVIS C.mare Stabia (Na) Breda Ansaldo Materferro 18/1/01

161 AVIS C.mare Stabia (Na) Breda Ansaldo Materferro 1996

162 Breda Pistoiesi Pistoia Breda Ansaldo Materferro 4/9/99

163 Cnl Palermo Fincantieri Navalmec.ca 1996

164 CA.MED. Napoli ex Fincantieri Navalmec.ca 1998

165 COLGED Lucca varie 16/11/00

166 FIAT Ferroviaria Savigliano (Cu) Fiat Ferrovia Materferro 1/6/99

167 Imprese Appalto

AVIS C.mare Stabia (Na) Materferro 18/1/01

168 SEBN Napoli ex Fincantieri Navalmec.ca 1998

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Atti di indirizzo – (14)

169 SOFER Pozzuoli (Na) Breda Ansaldo Materferro 1996

170 SOFER Pozzuoli (Na) Breda Ansaldo Materferro 6/2/01

171 Porto di Trieste Trieste

172 Porto di Palermo Palermo

173 Porto di Chioggia e

Venezia Chioggia e Venezia

174 Porto di Genova Genova

175 Porto di Napoli Napoli

176 Porto di Savona Savona

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Deroghe tecniche

In Italia vi è stato un tardivo recepimento della direttiva comunitaria che impediva l’estrazione, l’utilizzo e la commercializzazione di manufatti contenenti amianto a decorrere da 365 giorni dall’entrata in vigore della L. 257/1992 (G.U. n.87 del 13/04/1992 S.O.), con deroga biennale per: - lastre di amianto piane o ondulate di grande formato; - tubi, canalizzazioni e contenitori per lo stoccaggio e il trasporto dei fluidi ; - guarnizioni di attrito per veicoli a motore, macchine e impianti industriali; - altri prodotti contenenti amianto.

Page 259: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Deroghe tecniche

Pertanto dal 28/04/1994 il divieto risultava esteso a tutti prodotti ed il mancato rispetto di questa norma doveva essere sanzionato con ammenda da 10 a 54 milioni di lire. Tuttavia negli anni successivi si sono verificati casi di proroghe sino ad esaurimento scorte e/o di deroghe per motivi tecnici, che di fatto hanno consentito in molti settori di continuare ad impiegare questo materiale, con conseguente rischio delle maestranze; in altri casi vi è poi stato un impiego perdurante e non dichiarato, ed il divieto di utilizzo è stato aggirato con espedienti che tuttora espongono molti operai ad amianto nell’ambiente di lavoro.

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Deroghe tecniche

Tutte queste norme sono attualmente oggetto di una ricerca specifica, al fine di valutare esattamente natura ed entità del materiale contenente amianto utilizzato a tutt’oggi, anche in relazione al divieto di commercializzazione vigente da lunga pezza. -.

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Tutti gli studi epidemiologici evidenziano che a Casale l'aumento dei mesoteliomi riscontrati nella popolazione era direttamente proporzionale alla vicinanza dell'abitazione alla fabbrica, a dimostrazione che il rischio proprio dell’ambiente di lavoro in questo caso si estende agli ambienti di vita limitrofi.

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Nonostante che in questo convegno gli imprenditori siano sul banco degli imputati, non mancano esempi di impegno e di buona gestione nella prevenzione dei rischi, come quello dimostrato dalla Solvay nel contenimento degli infortuni sul lavoro, attraverso la partecipazione di uno psicologo del lavoro (anche se non vi era alcun obbligo di legge). All’epoca i media parlavano, spesso impropriamente, di incremento degli infortuni sul lavoro: di fatto nella cifra complessiva erano stati inseriti anche gli infortuni in itinere, per cui ai classici incidenti in fabbrica erano stati aggiunti anche quelli – talora mortali - avvenuti nel tragitto di andata/ritorno dal lavoro. Cavallari S., Infortuni come evitarli ed aumentare la sicurezza sul lavoro – Aspetti psicologici nella prevenzione degli infortuni, Studio SC, dicembre 1999 Arese (Milano)

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“monte di carbone” presente all’interno dello

stabilimento Solvay ed in altri stabilimenti, quali ad esempio l’Ilva di Taranto. Da esso si libera una consistente quantità di benzopirene, sostanza cancerogena presente anche nel fumo di sigaretta, che le correnti d’aria trasportano in direzione delle vicine case operaie. I lavoratori sono pertanto esposti sia durante l’orario di lavoro sia nelle ore trascorse nell’ambiente domestico, e questa componente espositiva coinvolge anche i loro famigliari. A quante sigarette fumate equivale l’aria respirata in queste zone limitrofe allo stabilimento? I casi di neoplasie correlate vanno attribuite all’ambiente di vita o a quello di lavoro? Quanto avvenuto a Casale prova purtroppo l’importanza di questa affermazione, ripresa dalle raccomandazioni contenute a pagina 130 del libro di E. Roth, Malattie professionali e igiene del lavoro, traduzione dr. L. Carozzi, prefazione prof. L. Devoto, Treves Ed., Milano 1909!

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Le guide telefoniche permettono di ricostruire dove erano situate le fabbriche che producevano manufatti in amianto. Fino a metà ‘900 queste fabbriche si trovavano nei centri abitati. Spesso questo portava ad un disastro ambientale anche perché gli aspiratori utilizzati, progettati per la silice, erano muniti solo di un cassone di recupero delle polveri, quindi non risultavano idonei a trattenere le sottilissime e leggerissime fibre di amianto (miss Deane 1898...) aspirate nell'ambiente di lavoro, che di fatto venivano rilasciate negli ambienti di vita. La cosa è ancora più grave se si pensa che i cicloni erano in uso già da metà ‘800, e questi apparecchi – purché di lunghezza appropriata- avrebbero risolto in buona parte il problema in quanto sarebbe stato possibile trattenere una gran parte di fibre.

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Page 288: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Locandina Convegno

Livorno 26.03.2015

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Page 290: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Comunicato stampa ONA

28.03.2015 per

l’ITI Leonardo Da Vinci di Firenze

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Page 293: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Avviso affisso nell’ITI

Leonardo Da Vinci di Firenze

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Page 294: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

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Page 295: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Atti di sindacato ispettivo del

Consigliere Comunale di Firenze,

Arianna Xekalos, relativamente all’ITI

Leonardo Da Vinci di Firenze

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Page 303: Atti Convegno Livorno 26.03.2015

Rassegna stampa relativa all’ITI

Leonardo Da Vinci di Firenze

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