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Anno Accademico 2011/12 - Sessione III ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA SCUOLA DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA - CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE/ARCHITETTURA DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA Tesi di Laurea in Architettura e Composizione Architettonica III (at)tendændo il Cielo progetto per una chiesa a Ottawa CANDIDATO Giacomo Bergonzoni RELATORE Chiar.mo Prof. Alessio Erioli CORRELATORI Prof. Luigi Bartolomei Ing. Giovanni Berti Prof. Stephen Fai

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Tesi di Laurea di GIACOMO BERGONZONI. Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura, Dipartimento di Architettura, Anno Accademico 2011/12. Relatore: Prof. Alessio Erioli. Correlatori: Prof. Luigi Bartolomei, Ing. Giovanni Berti, Prof. Stephen Fai. Progetto per una chiesa cattolica ad Ottawa, capitale del Canada. Nel lotto dove sorgeva la chiesa di Saint Charles su Beechwood Avenue, nel quartiere storicamente francofono di Vanier, si è progettata la nuova chiesa con le annesse opere parrocchiali. Dopo un'attenta analisi del sito sono state identificate le peculiarità storiche, paesaggistiche e socio-culturali della chiesa esistente e nel nuovo progetto si valorizzano i punti di forza del precedente edificio e li si integrano con un'architettura contemporanea. L'architettura sacra è stata sviluppata facendo riferimento all'archetipo della tenda che è, fin dall'origine della storia della salvezza cristiana, il tempio in cui Dio si rivela e in cui si rende presente fra gli uomini: "E il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi" (Giovanni 1, 14). Giacomo Bergonzoni's Thesis. University of Bologna, Building Engineering/Architecture, Academic Year 2011/12. Advisor: prof. Alessio Erioli. Co-advisors: Prof. Luigi Bartolomei, Ing. Giovanni Berti, prof. Stephen Fai. Design of a Ottawa Catholic church, Saint Charles (135 Barrette Street, Ottawa, Ontario, Canada).

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Anno Accademico 2011/12 - Sessione IIIALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

SCUOLA DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA - CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE/ARCHITETTURA

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA

Tesi di Laurea inArchitettura e Composizione Architettonica III

(at)tendændo il Cieloprogetto per una chiesa a OttawaCANDIDATO

Giacomo BergonzoniRELATORE

Chiar.mo Prof. Alessio Erioli

CORRELATORI

Prof. Luigi BartolomeiIng. Giovanni Berti

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al nonno Juff a capomastro e al nonno Tonino esempio di vita e geometra

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INTRODUZIONE

L’architettura sacra è un tema che aff ascina gli archi-tetti da sempre. Subito dopo che l’uomo ha sentito il bisogno di costruire un riparo per sé stesso si è posto

il problema di edifi care una dimora per la divinità. Da quando ho iniziato il percorso da ingegnere/architetto l’idea di progettare una chiesa mi inti-moriva e mi appassionava allo stesso tempo, ho

quindi deciso di aff rontare questa sfi da nello svol-gere la mia tesi. Ho scelto un Paese straniero come sito del mio progetto per cercare di abbandonare l’idea di chiesa che avevo e, uscendo dagli schemi, progettare qualcosa di nuovo. Il viaggio, che porta all’incontro con altre culture, mi ha sempre ispirato, per questo ho deciso di utilizzarlo come strumento progettuale e come occasione di crescita personale.

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SOMMARIO

ANALISI DEL SITO

CANADA ............................................................................ 1

Territorio ....................................................................... 1

Popolazione e Migrazione ..................................... 4

Religioni ........................................................................ 7

Note ............................................................................... 13

OTTAWA ............................................................................ 14

Urbanistica e Monumenti ...................................... 16

Religioni ........................................................................ 16

Localizzazione degli Edifi ci di Culto ................... 18

Chiesa Cattolica ......................................................... 18

Architettura delle Chiese Cattoliche ................. 21

Esempi Signifi cativi .................................................. 25

St. Joseph ............................................................... 25

Sacre Coeur ........................................................... 27

Notre Dame de Lourdes .................................... 27

St. Basil .................................................................... 29

First Unitarian Congregation........................... 29

Note ............................................................................... 29

VANIER ............................................................................... 30

Storia di Vanier ........................................................... 30

Beechwood Avanue ................................................. 33

Beechwood Community Design Plan .......... 36

Parrocchia di Saint Charles .................................... 38

Storia di Saint Charles ........................................ 38

Intervista a Parroco di Saint Charles ............. 39

Stato di Fatto ......................................................... 41

Note ............................................................................... 41

PROGETTO

OBIETTIVI ......................................................................... 44

Una Chiesa Contemporanea ................................. 44

Una Chiesa Canadese .............................................. 45

Note ............................................................................... 45

CONCEPT .......................................................................... 46

(At)tendændo il Cielo .............................................. 46

La Tenda di Dio tra gli Uomini ......................... 46

Il Cielo si tende verso la terra .......................... 47

Il Popolo Nomade della Chiesa Canadese .. 47

Note ............................................................................... 48

PROGRAMMA SIMBOLICO ....................................... 49

3 Pilastri: Fede, Speranza e Carità ........................ 49

Fede: Battistero .................................................... 49

Speranza: Ambone ............................................. 49

Carità: Altare e Tabernacolo ............................. 50

Dialettica fra Geometria e Tessuto ................ 50

Percorsi Liturgici .................................................. 50

Disposizione Liturgica a Due Fuochi ............ 51

Design dell’Arredo Sacro .................................. 51

Le Tracce della Storica Chiesa di Saint Charles 53

Il Campanile .......................................................... 53

Il Transetto ............................................................. 53

Le Fondamenta .................................................... 54

Modulazione della Luce Naturale e Artifi ciale 54

Note ............................................................................... 55

PROGRAMMA FUNZIONALE ................................... 55

La Cappella del Santissimo .................................... 55

Il Parcheggio Interrato ............................................ 56

La Statua della Madonnina .................................... 56

Le Aule del Catechismo .......................................... 56

SUGGESTIONI PROGETTUALI ................................. 58

Saint Mary’s Cathedral, San Francisco, USA ..... 58

Sacra Famiglia, Salerno, Italia ............................... 58

Good Shepherd, Fresno, USA ................................ 58

Gesù Redentore, Modena, Italia .......................... 58

Centre Pompidou, Metz, Francia ......................... 58

ITER PROGETTUALE..................................................... 60

Software di Simulazione Fisica ............................. 60

Evoluzione della Planimetria ................................ 60

Animazione ................................................................. 60

TECNOLOGIE ................................................................... 62

Elemento di Bordo .................................................... 62

Tensostruttura ............................................................ 62

Membrana ............................................................. 62

Frangisole ............................................................... 64

Isolante .................................................................... 64

Note ............................................................................... 64

BIBLIOGRAFIA .......................................... 66

TAVOLE ...................................................... 69

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Province e Territori del Canada. Fonte: Canada News Centre

il Canada nel mondo. Fonte: Wikipedia

ANALISI DEL SITO

CANADA

Il Canada è uno Stato Federale che comprende dieci Province e tre Territori nella parte nord dell’America settentrionale, ed è delimitato dall’Oceano Atlantico ad est, dal Pacifi co ad ovest e dall’Oceano Artico a nord. È, dopo la Russia, il paese più esteso del mon-do e confi na con gli Stati Uniti d’America a sud e a nord-ovest (Alaska).

Il Canada è una democrazia parlamentare e una mo-narchia costituzionale, retta da Elisabetta II in qualità di Sovrano del Canada.1 Il Canada ha ottenuto l’indi-pendenza dal Regno Unito attraverso un lungo pro-cesso di emancipazione, svoltosi tra il 1931 ed il 1982.

È uno Stato multiculturale e bilingue: l’inglese e il francese sono le lingue uffi ciali, con una parità di sta-

tus dal 1969, mentre in precedenza solo l’inglese era riconosciuto come lingua uffi ciale. Tuttavia in Canada, a causa della composizione della popolazione, forma-ta da numerosissime etnie, e dei continui fl ussi immi-gratori, sono parlate numerose altre lingue. Nel 2006 la provincia del Quebec è stata riconosciuta come re-gione. Il bilinguismo impone al governo federale l’ob-bligo di fornire servizi in entrambe le lingue uffi ciali del paese.

Il Canada ha forti legami economici, nel Canada bri-tannico anche culturali, con gli Stati Uniti d’America.

Le temperature medie estive e invernali del Canada variano a seconda della porzione di territorio cui si fa riferimento. Gli inverni sono molto rigidi nella mag-gior parte delle regioni del Paese, particolarmente nell’entroterra dove le temperature medie durante tale periodo oscillano intorno ai −15 °C, con picchi sotto i −40 °C.2

Territorio

Le dimensioni territoriali del Canada sono assai este-se: 9’984’140 km². La diff erenza di fuso orario fra le co-ste orientale ed occidentale è di 5 ore.A parte l’Arcipelago artico canadese, il territorio può essere suddiviso in cinque grandi aree: lo scudo ca-nadese, il sistema montuoso degli Appalachi, i Grandi Laghi e il bacino del San Lorenzo, le pianure centrali e la catena costiera.3

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Ottawa

Montreal

Toronto

New York City

Vancouver

CANADAPopolazione: 34’943’000Superficie: 9’984’670 Km2 Densità: 3,41/Km2

ONTARIOPopolazione: 12’851’821Superficie: 1’076’395 Km2 Densità: 14/Km2

OTTAWAPopolazione: 883’391Superficie: 512 Km2 Densità: 1’724,4/Km2

Ottawa - Toronto

Ottawa - Vancouver9h 350€

58h 200€210€

1h30’400 Km

4610 Km

200€

5h30’ 50€20€

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Bologna

Palermo

Rome

Milan

ITALIAPopolazione: 60’813’326Superficie: 301’338 Km2 Densità: 201,8/Km2

EMILIA ROMAGNAPopolazione: 4’429’766Superficie: 22’446 Km2 Densità: 200/Km2

BOLOGNAPopolazione: 383’949Superficie: 141 Km2 Densità: 2’728,3/Km2

Bologna - Milano

Bologna - Palermo1h30’ 70€

27h 170€

45’210 Km

1290 Km

200€

2h 40€

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La morfologia del territorio canadese ha un’impor-tanza minore rispetto al clima, per quanto riguarda gli insediamenti umani. Il Canada è, infatti, un territo-rio per gran parte pianeggiante, con rilevanti catene montuose solo a occidente e nel senso dei meridiani, per cui le condizioni di abitabilità sono essenzialmen-te in diretta funzione del clima: dove esso è meno po-lare si ha la parte più densamente popolata del Paese. Questa corrisponde alla fascia più meridionale, che si appoggia al confi ne degli Stati Uniti fi no alla costa del Pacifi co. Seguono il “Canada medio” ed il “Canada alto”, dove la nordicità è già molto accentuata; infi ne c’è l’estremo nord, che ha un clima polare.Importanti catene montuose sono le Montagne Roc-ciose Canadesi, poste a occidente, e la Cordigliera Artica nelle terre estreme del Nord. La montagna più alta del Canada è il Monte Logan nello Yukon con i suoi 5’959 metri.

Popolazione e Migrazione

La popolazione del Canada è tuttora molto scarsa, se rapportata all’estensione del paese: poco più di 3 ab./km2 in media; anche escludendo le vastissime superfi -ci sostanzialmente inabitabili dell’Artico, si ottengono valori medi irrisori. La più densamente popolata delle province, la piccola Isola Principe Edoardo, raggiunge appena i 24 ab./km2. Dalla data del primo censimento (1871), tuttavia, la popolazione del Canada è aumen-tata di oltre 7 volte e tuttora presenta un tasso d’incre-mento dell’ordine dell’1% annuo, spettante per circa

tre quarti all’immigrazione, mentre il solo incremento naturale è debolmente positivo, secondo la tendenza comune ai paesi occidentali avanzati. L’andamento demografi co è diff erenziato secondo le varie regioni: in decremento o stazionarie sono le province maritti-me atlantiche (specie Terranova), in sensibile aumen-to quelle occidentali (specie la British Columbia). 4

Considerato che debolissimo e molto disperso era il popolamento indigeno del territorio canadese, e che i discendenti dei popoli originari sono oggi appena circa il 2% del totale, dopo che guerre, diff usione di malattie, cattive condizioni di vita, emarginazione e anche espressi interventi di contenimento demogra-fi co (come la sterilizzazione coatta) avevano depresso questa percentuale a valori anche inferiori, è evidente che il popolamento del Canada è eff etto quasi inte-grale dell’immigrazione. I fl ussi immigratori sono no-tevoli dalla metà dell’Ottocento, anche se presentano un andamento discontinuo. A una prima, lunga fase che ha visto piccole quantità di francesi, dapprima, quindi anche di britannici, stanziarsi prevalentemen-te nelle regioni sudorientali, ha fatto seguito l’avvio di una immigrazione massiccia, dal decennio 1880 all’inizio della Prima guerra mondiale; ripresa dopo la guerra, interrotta dalla Grande Depressione, ripresa fi no al nuovo arresto provocato dalla Seconda guerra mondiale, di nuovo tornata a dimensioni ragguarde-voli nell’immediato secondo dopoguerra, per rallen-tare poi con gli anni 1970 e stabilizzarsi, l’immigrazio-ne ha visto nel suo insieme prevalere largamente la

Etnie maggioritarie presenti in Canada. Fonte: Statistics Canada, 2006 Census

Grafi co delle immigrazioni e delle nascite in Canada dal 1850 al 2000. Fonte: Statistics Canada, 2001 Census

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Questa mappa rappresenta ogni persona presente in Nord America con un punto utilizzando i dati uffi ciali del censimento Americano (2010), Canadese (2011), Messicano (2010). Sono presenti 454’064’098 punti. Fonte: Brandon Martin-Anderson, http://bmander.com

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Zone in cui la densità è maggiore di 20 persone per kilometro qua-drato. Fonte: Derek Watkins 2012 / @dwtkns, dati: CIESIN Gridded Population of the World, 2010

Zone in cui la densità è maggiore di 5 persone per kilometro qua-drato. Fonte: Derek Watkins 2012 / @dwtkns, dati: CIESIN Gridded Population of the World, 2010

composizione religiosa, portando negli ultimi decen-ni a una netta prevalenza dei cattolici (44%) rispetto ai protestanti (29%); seguono coloro che non profes-sano alcuna religione (16,5%) e piccole quote di po-polazione che praticano una varietà di culti diversi. La positiva situazione economica ha, per altro verso, contribuito a fare del Canada uno dei paesi con più alto livello di vita al mondo, in termini sia di reddito sia di sviluppo umano, condizione che certo favorisce la soluzione dei problemi di convivenza. 5

La distribuzione della popolazione rimane fortemente squilibrata: tra le province orientali (Quebec e Ontario da sole ospitano quasi due terzi dei canadesi) e quelle occidentali (essenzialmente per cause di origine stori-ca, legate alla variabile antichità dell’occupazione, che è proceduta da E verso O; fra il S e il N del paese), dove ovviamente prevalgono i motivi ambientali; e poi tra aree urbane (oltre l’80% degli abitanti) e campagne. Le grandi agglomerazioni urbane si riducono, in so-stanza, a tre: da tempo consolidate sono quelle orien-tali di Toronto, con 5,3 milioni di abitanti, e Montreal, con 3,6 milioni; sulla costa occidentale, quella di Van-couver ha segnato una crescita rapidissima che l’ha portata a ospitare 2,2 milioni di abitanti. Ma si tratta palesemente di dimensioni ancora piuttosto conte-nute. Nel resto del paese solo Calgary ed Edmonton, nell’Alberta, superano il milione di abitanti e si distac-cano dalla dimensione media che caratterizza quasi tutte le principali città canadesi: Ottawa, Quebec, Ha-milton e Winnipeg hanno, nelle rispettive agglomera-

provenienza dalle isole britanniche; la popolazione di origine britannica, tuttavia,oggi costituisce poco più di un terzo del totale, mentre meno di un quarto è quella di origine francese: le due componenti prin-cipali, le cui lingue hanno valore uffi ciale nel paese, insieme assommano nemmeno il 57%, mentre circa il 40% della popolazione proviene da una varietà di regioni; fra queste va prendendo sempre maggiore importanza l’area asiatico-pacifi ca (da dove oggi arri-va quasi la metà dei nuovi immigrati) a scapito dell’a-rea europea. Spiccata è la propensione dei nuovi im-migrati per le aree urbane (in primo luogo Toronto e Vancouver, che rispettivamente assorbono gli immi-grati da est e quelli da ovest), così che sono le città principali a presentare la più grande varietà etnica. L’integrazione, tuttavia, procede con una certa rapi-dità, come dimostra l’aumento del numero di colo-ro che si considerano ‘canadesi’ senza specifi cazioni etniche ulteriori (oltre un terzo), mentre le persone che si riconoscono in una sola provenienza etnica sono molto meno numerose di chi si riconosce in più gruppi, in quanto appartenenti a famiglie miste. Gli Italiani sono poco più di 720.000, che salgono a quasi 1,3 milioni tenendo conto anche dei discendenti da famiglie miste. Tra i gruppi meno integrati appaiono i Cinesi (oltre un milione) e gli asiatici in generale, tra quelli più integrati gli abitanti di origine britannica e francese, irlandese, tedesca, e gli europei in generale, ma anche gli appartenenti ai popoli amerindi.

La dinamica migratoria ha fortemente infl uito sulla

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zioni, poco più di 700.000 ab.; sotto il mezzo milione si collocano London e Kitchener.6

Il distacco del Nunavut («nostra terra» nella lingua de-gli Inuit) dai Territori del Nord-Ovest è la più recente modifi ca territoriale del Canada: defi nito nel 1991, de-limitato nel 1993, dotato di un capoluogo (Iqaluit) nel 1995, il nuovo territorio entrò in funzione nel 1999, per rispondere alle richieste della popolazione inuit in termini di autonomia e di ripristino delle condizioni di vita tradizionali, messe in pericolo dall’invadenza, in specie, dello sfruttamento minerario.

Religioni

La grande varietà religiosa rappresenta una delle in-contestabili ricchezze della società canadese, che tan-to sul piano culturale, quanto su quello religioso ha conosciuto una diversifi cazione sempre maggiore nel corso dell’ultimo secolo, con un’accelerazione signifi -cativa negli scorsi cinquant’anni.

Accanto alle tradizionali religioni, cattolica, prote-stante (nelle varianti luterana e calvinista), cristia-no-ortodossa ed ebraica, legate ad un immigrazione in provenienza perlopiù dall’Europa, per lungo tem-po serbatoio di immigrazione in Canada, negli ultimi decenni hanno assunto un’importanza sempre mag-giore altre confessioni religiose. Le religioni musul-mana, buddista, taoista hindu, sikh, nonché diversi movimenti e sette religiose minoritarie, legate ad

un’immigrazione più recente in provenienza dai paesi dell’Asia, della regione del Pacifi co e dell’Africa7 han-no contribuito ad accentuare la varietà di confessioni religiose in seno alla popolazione. Va notato peraltro che il fenomeno del passaggio verso una società sem-pre meno omogenea da un punto di vista religioso, determinato dall’arrivo nel Paese di persone aventi origini e culture diff erenti, ha gradualmente preso forma in un contesto caratterizzato da un altro feno-meno di segno opposto, quello cioè della progressiva secolarizzazione della società, segnata da una presa di distanza sempre maggiore dei credenti dai precetti uffi ciali delle chiese ‘tradizionali’ cattolica, protestante e ortodossa8.

In un paese d’immigrazione, quale il Canada, dove si mescolano individui e collettività aventi origini dispa-rate, la religione è spesso espressione anche di identi-tà culturale. La stretta osservanza religiosa presso gli immigranti è talora, infatti, la conseguenza della scelta di far riposare la propria identità personale e comuni-taria su una certa concezione dell’individuo e del suo ruolo all’interno della famiglia e della società, ispirata alla fede. Il rigore religioso diventa così espressione di un’identità culturale che si manifesta attraverso mol-teplici caratteristiche, come i valori morali, le regole di condotta, le abitudini alimentari, i codici di abbiglia-mento e in generale uno stile di vita in cui l’elemento religioso assume un signifi cato primario. In altre pa-role, l’osservanza di certi precetti direttamente detta-ti o anche vagamente ispirati alla credenza religiosa

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Grafi ci della presenza percentuale delle religioni in Italia. Fonte: EURIPES 2009

Grafi ci della presenza percentuale delle religioni in Canada. Fonte: Mostra temporanea “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

-osservanza che probabilmente nel paese d’origine sarebbe attenuata- contribuisce ad aff ermare quel sentimento di appartenenza alla comunità di prove-nienza, orgogliosa fonte di un patrimonio culturale da preservare e trasmettere alle nuove generazioni, specie se nate sul territorio canadese di adozione.

Paese di immigrazione per storia e vocazione, l’aper-tura del Canada e il suo rispetto per la diversità sono riassunti in maniera inequivocabile nell’art. 27 della Carta Canadese dei diritti e delle libertà, sul multicul-turalismo, che recita: “l’interpretazione della presente carta deve concordare con l’obiettivo di promuovere il mantenimento e la valorizzazione del patrimonio multiculturale dei Canadesi”. Tale concetto aff erma il principio fondamentale del pluralismo4 e al tempo stesso denota una sostanziale eguaglianza tra le cul-ture, dove il signifi cato di cultura racchiude anche l’e-lemento religioso. Invero, in diverse occasioni la Corte Suprema ha avuto modo di aff ermare che la religione costituisce parte integrante del patrimonio multicul-turale dei canadesi. Nella misura in cui la religione è parte della cultura, il rispetto del multiculturalismo è incompatibile con un trattamento di favore nei con-fronti di certe religioni rispetto ad altre. Come spiega il Presidente della Corte Dickson, infatti, “una società veramente libera può accettare una grande varietà di credenze, di gusti, di intenti, di costumi e di norme di comportamento” ed “aspira ad assicurare a tutti l’u-guaglianza nel godimento delle libertà fondamenta-li”, che devono “riposare sul rispetto della dignità e dei

diritti inviolabili dell’essere umano”.Del resto, la necessità di assicurare la protezione della dignità umana in tutti i suoi aspetti era alla base delle preoccupazioni dell’ex Primo ministro Trudeau, il qua-le si adoperò per oltre quindici anni per l’adozione della Carta nel 1982. L’operazione di ‘rimpatrio’ della Costituzione rispondeva infatti ad un duplice obiet-tivo. Da un lato, promuovere l’unità nazionale attra-verso la creazione di uno spazio unifi cato nel quale tutti i canadesi potessero riconoscersi come i titolari degli stessi diritti costituzionali, e dall’altro, assicura-re una migliore protezione dei diritti e delle libertà fondamentali della democrazia liberale contempo-ranea8, in un contesto dove l’individuo si realizzasse “nel modo più completo possibile” grazie alla legge e all’impegno dello Stato nella salvaguardia di quei diritti fondamentali di cui la persona dispone e che “nessun governo può negarle”.

Come autorevolmente sottolineato, il concetto stes-so di democrazia liberale contemporanea adottato dal Canada implica che “la democrazia, nell’accezione più forte del termine, non è solo il governo della mag-gioranza per la maggioranza”, e che “un governo che intenda governare con il consenso dei cittadini deve resistere alla tentazione di sacrifi care i diritti della mi-noranza agli interessi della maggioranza”. Ne conse-gue che “lo Stato democratico deve farsi carico non solo della preminenza della maggioranza ma anche dell’uguaglianza dei cittadini e del loro sentimento di appartenenza morale alla comunità”9.

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Dagli anni 50 il Canada è stato fra le poche nazioni nel mondo a praticare un esplicito pluralismo. Nell’ot-tobre del 1971 il governo federale annuncia che la politica uffi ciale riguardo diversità culturale è il multi-culturalismo. Il Canada deve essere un mosaico di cul-ture, di conseguenza i canadesi di diversa estrazione sono incoraggiati a coltivare i loro patrimoni culturali nazionali, è garantita la possibilità di partecipare pie-namente alla vita canadese, condividere le loro cul-ture con gli altri. Il risultato generale, ha dichiarato il primo dell’epoca Pierre Trudeau, è “una vita più ricca per tutti noi”. A seguito della aff ermazione uffi ciale del multiculturalismo, i canadesi sono diventati molto sensibili ai diritti e privilegi di tutti i popoli e le culture, non fanno eccezione tutte le religioni.

L’importante sociologo e sondaggista canadese, Regi-nald Bibby ha intervistato per più di trent’anni i cana-desi sulle loro tendenze religiose. Dai suoi sondaggi emerge una visione chiara sulla situazione della re-ligione in Canada ai nostri giorni. Si può riassumere bene con le parole di una giornalista venticinquen-ne di un giornale cattolico che ha risposto così alle domande poste all’interno del progetto di indagine CAN90, “la religione non ha più tanto potere nelle questioni dello Stato.” Un chimico in pensione allo stesso modo ha commentato: “I problemi più impor-tanti dei nostri giorni mi sembrano avere poco a che fare con la religione e la morale, i fattori economici e politici sono molto più importanti”. C’è stato un perio-do, non molto tempo fa, in cui la religione aveva una

autorità signifi cativa in Canada. La Chiesa Cattolica Romana, che storicamente è stata la chiesa di quasi uno su due canadesi, ha avuto una notevole infl uenza quando ha parlato dei problemi riguardanti la fede e la vita, soprattutto prima del 1960 in Quebec. Per la maggior parte dei parrocchiani, la politica nazionale, il pastore, il prete, il rabbino off rono semplicemente un altro parere, un altro punto di vista in un mondo di aff ermazioni e smentite. Alla fi ne, l’autorità di decide-re quale posizione prendere, dice la nostra cultura, sta nell’individuo. Tutto il resto è visto come non appro-priato: intimidazioni, bullismo, dogmatismo, lavaggio del cervello, una violazione dei nostri diritti e delle li-bertà fondamentali. Questa è la natura dell’individua-lismo attuale.10

Si elencano brevemente le considerazioni principali dell’analisi sociologica di Bibby.1) Situazione polarizzata. La prima cosa che traspare è che i canadesi si confrontano costantemente agli statunitensi nella politica, nell’economia, nel cinema, nello sport, nella televisione e nei valori morali. Ma nella religiosità essi sono più simili alle popolazioni di paesi geografi camente più distanti. Infatti, mentre negli Stati Uniti «una persona su due crede in Dio», in Canada la situazione è sempre più polarizzata, cioè viene sempre progressivamente a mancare la “terra di mezzo”. Sempre più persone infatti prendono «solide decisioni sull’essere o meno credenti o se frequentare la Chiesa» e questa tendenza porta il Canada a somi-gliare a paesi come Israele, Spagna, Russia, Germania

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Presenza diei fedeli Cattolici e Protestanti sul territorio Canadese. Fonte: Mostra temporanea “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

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Chiese Protestanti (maggioranza assoluta)

Chiesa Romana Cattolica (maggioranza assoluta)

Area mista (senza maggioranza assoluta)

OttawaMontreal

Toronto

Vancouver

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Percentuale dei francofoni sul territorio Canadese. Fonte: Statistics Canada, 2006 Census

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93% 1071519

147

31% 9% 4% 0%

Numero di divisioni censuarie

Scarsamente popolato

Percentuale di francofoni

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e Australia. Questi paesi non sono uniformemente religiosi come ad esempio Pakistan, Nigeria, India o Filippine e non sono uniformemente non religiosi (o anti-religiosi) come Giappone, Svezia, Repubblica Ceca, Hong Kong e Cina.

2) Statistiche. Per quanto riguarda le percentuali di credenti/atei, i canadesi frequentano le chiese in ma-niera minore degli statunitensi e ci sono molti più atei, il Canada possiede infatti la maggior parte dei non credenti di tutto il Nord America (16% della popola-zione). Il 26% dei canadesi frequenta la chiesa una volta alla settimana, similmente alla Germania (30%), all’Australia (23%) e Paesi Bassi (26%). Negli Stati Uniti la frequenza settimanale alle funzioni religiose è si-gnifi cativamente più alta e si attesta al 43 per cento. Mentre, secondo il World Values Survey, più di quattro americani su cinque ritengono che “la vita sia più ric-ca con la religione”, in Canada lo sostiene il 63% della popolazione. Anche questo dato rende il Paese mol-to più vicino ai russi che agli statunitensi. Parlando di politica, mentre il 32% degli americani dichiara che gli atei non siano adatti ad avere una carica pubblica, in Canada la percentuale scende al 18%, dato simile ad Australia e Germania.

3) Vita oltre la morte. Un altra questione interessan-te emerge quando i canadesi aff rontano l’argomen-to della morte e ciò che viene dopo essa. Sorpren-dentemente, i dati dei sondaggisti rilevano che su questo argomento gli atei si dividono in tante varie

“credenze”. Il 50% degli atei infatti è: o «insicuro» sulla vita dopo la morte («unsure about life after death»), o crede che sarà reincarnato («will be reincarnated») o crede che “ci debba essere qualcosa oltre la morte” («there must be something beyond death»). Quindi -calcolando- almeno il 33% degli atei canadesi è si-curamente in contraddizione piena rispetto alla sua fi losofi a di vita. Tornando all’articolo, si spiega che questa naturale propensione che ha l’uomo verso il “non accontentarsi” è uno degli argomenti forti che i sociologi usano per sostenere che la religione e la teologia non scompariranno mai, poiché solo esse si preoccupano di fornire risposte adeguate circa l’esi-stenza dell’anima, della morale, della coscienza uma-na e della vita oltre la morte. «Anche con la crescente polarizzazione religiosa in Canada e in tutto il mon-do, non vedremo una diminuzione della propensione della gente a farsi queste domande sulla vita oltre la morte», scrive Bibby.

4) Qualità della vita. I sociologi portano un’altra con-clusione: «senza la religione, la speranza sarà diffi cile da trovare». Questo è ciò che emerge dall’osservazio-ne empirica supportata dai sondaggi. Analizzando le risposte che i canadesi hanno dato circa la morte e la qualità della vita, i risultati dei sociologi canadesi dimostrano che «le persone religiose sono molto più inclini a provare un’emozione verso la vita che, in mol-ti casi, tende a migliorarla».11

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Note

[1] Government of Canada (http://www.canada.gc.ca/home.html).[2] The Weather Network. Statistics, Regina SK (http://www.theweathernetwork.com).[3] Wikipedia, L’enciclopedia libera (http://it.wikipe-dia.org/wiki/Canada).[4] Treccani.it, L’enciclopedia italiana (http://www.treccani.it).[5] idem.[6] idem.[7] Statistics Canada, 2006 Census.[8] J.-L.Baudouin, L’infl uence religieuse sur le droit ci-vil du Québec, in Revue générale de droit, 1984.[9] Astengo, F. (2007). Libertà di religione e principio di eguaglianza nella giurisprudenza della Corte Su-prema del Canada. Diritto e Società, 10-12.[10] Bibby, R. W. (1993). Unknown Gods. Toronto: Stoddart.[11] Bibby, R. W. (2011). Beyond the Gods & Back: Reli-gion’s Demise and Rise and Why It Matters. Lethbrid-ge: Project Canada Books.

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Vista di Ottawa nel 1879. Fonte: http://www.historicmapworks.com

Vista a volo di uccello di Ottawa nel 1876. Fonte: http://www.ot-tawahh.com

OTTAWA

Ottawa è la capitale del Canada (860.928 ab. nel 2006; 1.180.000 ab. nel 2009, considerando l’intera agglo-merazione urbana). È posta sulla riva destra del fi ume omonimo (nella provincia dell’Ontario), circa 100 km a Nord della sua confl uenza nel fi ume San Lorenzo, su una piattaforma rialzata e solcata dal Rideau, che con-fl uisce poi nel fi ume Ottawa. Importante nodo di co-municazioni, possiede industrie della carta, chimiche, tessili, alimentari e meccaniche; è uno dei maggiori poli mondiali del legname ed è un rilevante centro di ricerca scientifi ca e tecnologica (con attenzione an-che alle tematiche dello sviluppo ambientale).

Si chiamò inizialmente Bytown dal colonnello John By, suo fondatore (l’attuale nome fu assunto nel 1855). Il primo insediamento risale al 1826, allorché una deci-na di famiglie si stanziarono qui, attratte dalla cascata della Chaudière, utilizzata per azionare alcuni mulini. La città aveva appena 10.000 ab. quando nel 1853 fu designata alla funzione di capitale federale: la posizio-ne al confi ne fra una provincia franco-canadese e una anglo-canadese fu decisiva per la scelta.

La regione di Ottawa è stata per lungo tempo abi-tata da popolazioni native che facevano parte degli Algonchini, gli Ottawa (Odawa in algonchino) cui la città deve il suo nome. Chiamavano il fi ume Kichi Sibi o Kichissippi, che signifi ca “Grande Fiume”.

Il primo insediamento europeo nella regione fu quel-lo di Filemone Wright, che avviò una comunità sulla sponda dell’attuale Quebec nel 1800. Wright scoprì che era possibile trasportare il legname per mezzo del fi ume dalla Valle dell’Ottawa fi no a Montreal, e la zona ben presto si sviluppò grazie al commercio del legname.

Negli anni successivi alla Guerra del 1812, oltre al ri-congiungimento delle famiglie dei militari presenti in città, il governo incentivò l’immigrazione, soprat-tutto di irlandesi. Questi, insieme ai franco-canadesi del Quebec, rappresentarono il grosso dei lavoratori coinvolti nel progetto del Canale Rideau e nel boom del commercio del legname.

La popolazione della regione crebbe in maniera signi-fi cativa quando il canale fu completato dal colonnello John By nel 1832. Il canale era destinato a fornire un sicuro collegamento tra Montreal e Kingston sul Lago Ontario, by-passando il tratto del fi ume San Lorenzo sul confi ne con lo Stato di New York.

Nel 1828 la cittadina che conta circa 1000 abitanti prende il nome del suo fondatore divenendo Bytown. Bytown diventerà presto il centro dell’industria bo-schiva del Canada. Nel 1855 prende il nome attuale di Ottawa.

Il 31 dicembre 1857, la Regina Vittoria fece cadere su Ottawa la scelta sulla città che sarebbe divenuta ca-

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Mappa di Ottawa nel 1906. Fonte: GeoGratis (API), Government of Canada.

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National Gallery del Canada progettata da M. Safdie nel 1988

Parlamento Canadese ricostruito da L. Pearson e J. Omer Marchand ricostruito nel 1917-1922

pitale della Provincia del Canada (i moderni Quebec e Ontario).

Le ragioni della scelta furono molteplici: Ottawa rap-presentava l’unico importante insediamento posto sul confi ne tra Canada Orientale e Occidentale (Que-bec e Ontario), il che la rendeva l’ideale compromes-so tra le due colonie e i loro popoli, l’uno di lingua prevalentemente francese e l’altro di lingua inglese. La Guerra del 1812 aveva poi dimostrato come fosse-ro vulnerabili le grandi città ad un attacco americano, in quanto poste tutte molto vicine al confi ne, mentre Ottawa allora era circondata da una fi tta foresta e suf-fi cientemente distante dagli Stati Uniti.

In più la città era posta quasi a metà strada tra Toronto e Quebec (circa 500 km), e le sue piccole dimensioni rendevano meno probabile che si creassero assem-bramenti di gente politicamente motivata che andas-se a distruggere gli edifi ci governativi, come era acca-duto nel caso di precedenti capitali canadesi. Il fi ume Ottawa e il Canale Rideau rappresentavano poi un utile collegamento verso Kingston e Montreal, senza per forza dover passare lungo il confi ne con gli USA.1

Urbanistica e Monumenti

Dal nucleo originario ottocentesco, su un regolare piano a scacchiera, la città si è estesa con i sobborghi verso Sud e verso Sud-Est, al centro di un’area metro-politana che comprende Hull, sull’opposta riva del fi u-

me Ottawa. Un importante edifi cio in stile neogotico (1859-65) ospita il Parlamento, inizialmente progetta-to da T. Fuller e C. Jones, con successivi ampliamenti e annessioni (T. Stent, A. Laver ecc.) e ricostruzioni (L. Pearson, J. Omer Marchand).

Molto rilevante è la connessione che c’è fra lo svilup-po della città e l’acqua. Il grande fi ume Ottawa segna il confi ne fra le due maggiori province canadesi: l’On-tario (anglofono) e il Quebec (francofono). Sulla spon-da quebechese del fi ume Ottawa si trova la città di Gatineau, che è strettamente collegata alla capitale. Il Rideau Canal è il canale artifi ciale su cui è nata la città stessa, ma la città è anche attraversata dal fi ume Rideau. Tutti questi corsi d’acqua suddividono natu-ralmente la città in varie zone e creano parchi pubblici lungo le loro sponde che sono occasione di socialità e di svago.

A Ottawa vi sono importanti istituzioni culturali e musei, fra i quali: National Gallery of Canada (nuovo edifi cio di M. Safdie, 1988); Canadian Museum of Ci-vilization (già National Museum of Man, nuova sede di D. Cardinal, 1989); National Museum of Sciences.1

Religioni

Ottawa si pone in una posizione intermedia fra la net-ta maggioranza di cattolici presente nelle città del Quebec e la predominanza protestante ad Iqaluit.Come tutte le altre città canadesi anche ad Ottawa si

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Grafi ci della presenza percentuale delle religioni a Ottawa. Fonte: Mostra temporanea “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

Chiuse della confl uenza del Rideau Canal nel fi ume Ottawa, sullo sfondo le sponde del Quebec con la città Gatineau.

riporta la presenza di un’altissima varietà di religioni.La religione cattolica risulta dominante (55%) seguita dal protestantesimo (22%) e c’è una forte componen-te di persone che non hanno alcuna affi liazione reli-giosa (13%), tutte le altre religioni insieme ricoprono solo l’11% della popolazione.2

E’ interessante confrontare questi dati con quelli delle altre città canadesi:

OttawaCattolici: 55%Protestanti: 22%Senza affi liazione religiosa: 13%Altre religioni: 11%

Toronto:Cattolici: 34%Protestanti: 24%Senza affi liazione religiosa: 17%Altre religioni: 25%

Hamilton:Cattolici: 35%Protestanti: 37%Senza affi liazione religiosa: 18%Altre religioni: 10%

Iqaluit:Cattolici: 20%Protestanti: 64%

Senza affi liazione religiosa: 13%Altre religioni: 3%

Montreal:Cattolici: 74%Protestanti: 6%Senza affi liazione religiosa: 8%Altre religioni: 12%

Quebec City:Cattolici: 92%Protestanti: 1%Senza affi liazione religiosa: 6%Altre religioni: 1%

E’ importante menzionare la mostra temporanea “GO-D(s) A user’s guide” al Canadian Museum of Civiliza-tion nell’estate 2012 in cui vengono presentati studi sulla presenza delle religioni in Canada e si organizza un percorso all’interno delle tradizioni dei vari culti per educare al rispetto e alla conoscenza reciproca.

La stessa tendenza presente sul territorio nazionale riguardo la coincidenza fra maggioranza francofona e maggioranza cattolica è riproposta in piccola scala nella città di Ottawa.

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Schizzo schematico della disposizione degli edifi ci di culto nella maglia centrica stradale di Bologna. Con i pallini rossi sono indicate le chiese e con i cerchi l’area di infl uenza parrocchiale

Schizzo schematico della disposizione degli edifi ci di culto all’inter-no della maglia ortogonale stradale di Ottawa. Ad ogni colore cor-risponde un culto diff erente

Localizzazione degli Edifi ci di Culto

Per analizzare il posizionamento urbanistico degli edifi ci di culto all’interno della mappa della città si è proceduto con un primo schizzo percettivo e suc-cessivamente se ne è verifi cata la veridicità con un’a-nalisi attenta sul territorio. La prima impressione è quella di edifi ci di culto sparsi, senza nessun criterio, nella trama ortogonale di Ottawa. L’architettura non risulta neanche di particolare pregio, molto spesso non nascono con tale funzione e non creano alcuna centralità percettiva, urbanistica o sociale. Così si è proceduto disegnando sagome colorate all’interno del reticolo stradale, ad ogni colore corrisponde un edifi cio di un culto diff erente. Questo schizzo viene poi messo in relazione a una altro schizzo che de-scrive la disposizione degli edifi ci di culto a Bologna per visualizzare meglio le diff erenze. Risulta evidente come la rete stradale centrica bolognese costellata di edifi ci quasi esclusivamente di culto cattolico sia lontana dalla confi gurazione di Ottawa. Risulta subito evidente dallo schizzo la non territorialità degli edifi -ci di culto a Ottawa. In Canada i fedeli si spostano in macchina e decidono a quale chiesa recarsi in base a diff erenti motivazioni. In Italia, invece, si tende ancora a frequentare la parrocchia limitrofa e ci si reca alle celebrazioni principalmente a piedi.

Dopo una prima impressione si è proceduto ad ana-lizzare il territorio sul posto a Ottawa, visitando i vari edifi ci e segnandosi sulla mappa a quale culto ap-

partenessero. Si è elaborata una mappa completa dei quartieri più centrali di Ottawa. Si nota una certa tendenza a concentrare edifi ci di culti diff erenti nel-le vicinanze o addirittura nello stesso isolato. Questo sottolinea la tranquilla convivenza fra le varie fedi che in alcuni casi, soprattutto nell’area protestante, colla-borano.

Chiesa Cattolica

L’Arcidiocesi di Ottawa in origine comprendeva la val-le di Ottawa, attraversata dal fi ume omonimo. La par-te settentrionale di questa diocesi è stata, nel 1882, il Vicariato Apostolico di Pontiac e poi divenne la dioce-si di Pembroke, si è smembrata nel 1908 per formare il Vicariato Apostolico di Temiskamingue. Ottawa ha ancora una superfi cie di 10.000 chilometri quadrati, si estende nelle Contee di Carleton, Russell, Prescott, e Lanark della Provincia di Ontario, e in quelle di Wright, Labelle, Argenteuil, Terrebonne, e Montcalm della Provincia del Quebec. Il censimento uffi ciale del 1901 Dominion si contano nell’arcidiocesi 158 mila cattoli-ci, 128 mila dei quali sono di lingua francese e 30 mila di lingua inglese. Altre poche centinaia di altre lingue.

Nel 1848 la crescente fortuna economica e industriale di Bytown era tale che Roma innalza la fi orente città al rango di sede vescovile. Nel 1855 viene concessa a Bytown l’incorporazione a città, e prende il nome di Ottawa. Joseph-Eugene-Bruno Guigues, primo Ve-scovo di Ottawa (1848-1874) dà alla sua nuova diocesi

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1919

Parliament Hill

Shopping Mall

N

0 500m

Chiesa CattolicaChiesa ProtestanteChiesa OrtodossaCentro IslamicoSinagogaCentro BuddistaAltre ConfessioniCattedraleCimiteroSaint CharlesTraditional Main Street (City of Ottawa Zoning By-law)

NAZI

ONALI

Chiese Protestanti:- Anglicana- Chiesa Unita del Canada

Protestanti Evangelici: - 2/3 Presbiteriani, - Metodisti, - Chiese Congregazionali

- Presbiteriani- Luterani- Battisti- Pentecostali

Altre Confessioni:- Testimoni di Geova- Scientisti- Esercito della Salvezza- Cappella Sacra per tutte le religioni

QUEBEC

ONTARIO

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St. Brigid, James R. Bowes, 1890.Chiesa limitrofa alla cattedrale uffi ciale eretta alla fi ne del XIX seco-lo per la presenza sempre maggiore della comunità irlandese

Notre Dame Cathedral Basilica, Rev. Damase Dandurand, 1866.Cattedrale storicamente franco-canadese

una solida organizzazione, costruisce chiese e scuole, il collegio, il seminario e l’ospedale. Dotato di acuta lungimiranza, il Vescovo Guigues forma una diocesi con le scarse risorse a sua disposizione. Alla sua morte la popolazione cattolica della diocesi era aumentata da 32 mila a 93 mila, e il numero dei sacerdoti da 15 a 80.

Joseph-Thomas Duhamel è il secondo vescovo e pri-mo Arcivescovo di Ottawa, il cui episcopato di 34 anni porta la diocesi al suo prospero stato attuale, fi gurerà nella storia ecclesiastica del Canada, in quanto lavo-ratore prudente, santo e infaticabile. Un parroco di paese prima di salire al trono episcopale, continua a condurre una vita laboriosa di un sacerdote ordinario. Anche se colpito da angina pectoris due anni prima della sua morte, rimane in carica e muore mentre fa visita a una delle sue parrocchie di paese il 5 giugno 1908. Era stato fatto arcivescovo nel 1886.3

Gli altri Vescovi di Ottawa sono:Charles-Hughes Gauthier (1910–1922)Joseph-Médard Émard (1922–1927)Joseph-Guillaume-Laurent Forbes (1928–1940)Alexandre Vachon (1940–1953)Marie-Joseph Lemieux (1953–1966)Joseph-Aurèle Plourde (1967–1989)Marcel André J. Gervais (1989–2007)Terrence Prendergast (2007–presente)

Sin dalla sua nascita la diocesi di Ottawa è sempre

stata caratterizzata dalla dialettica fra le parrocchie francofone e quelle anglofone. Storicamente la Chie-sa Cattolica in Canada è di dominanza francofona e vi è una minoranza anglofona che consiste principal-mente in fedeli di origine irlandese. La diffi coltà di collaborazione fra anglofoni e francofoni è arrivata a picchi tali che la comunità irlandese ha sentito il bi-sogno di costruirsi la proprio “cattedrale”, dedicata a Santa Brigida (St. Brigid), nel 1890 a pochi passi dalla cattedrale uffi ciale con nome francese Notre Dame costruita nel 1847.Per queste ragioni storiche le comunità cattoliche francese e inglese son ben distinte e con una propria identità.

Oggi le parrocchie dell’arcidiocesi di Ottawa son di-stinte in 3 categorie.Le parrocchie anglofone che sono la maggioranza.Le parrocchie francofone che sono in numero mino-re e concentrate principalmente nella zona est della città dove storicamente si insediarono le comunità franco-canadesi.Le parrocchie nazionali che sono sparse sul territorio e si posizionano dove c’è alta concentrazione di immi-grati da un particolare paese. Sono presenti fra le altre le parrocchie per la comunità italiana, cinese, spagno-la e polacca.Nella chiesa di St. Clement viene ancora celebrato il rito preconciliare in latino.

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Saint Charles, J.C. Keefer, 1908.Parrocchia storicamente francofona nel quartiere di Ottawa con maggioranza franco-canadese. Attualmente chiusa

Sainte Anne, J.P. LeCourt, 1873.Parrocchia storicamente francofona, esempio di architettura que-becchese. Oggi parrocchia bilingue dedicata a St. Clement

Architettura delle Chiese Cattoliche

A Ottawa, come nella maggior parte del nord Ame-rica, le chiese sono costruite in stile neogotico. La presenza monumentale del Parlamento Canadese ha sicuramente infl uenzato anche l’architettura sacra in-dividuando come stile “nazionale” di rappresentanza il neogotico, per questo motivo le chiese che si disco-stano da questo stile sono limitate. Un altro stile mol-to presente è il neoromanico.

Sono state analizzate quasi tutte le chiese dei quartie-ri centrali di Ottawa, si è provato ad individuare una regola nello stile cercando di mettere a confronto le parrocchie anglofone e quelle francofone, ma non si è riscontrata nessuna regola evidente, probabilmente anche dovuta al fatto che le chiese hanno una forte “mobilità” e non è raro che una chiesa passi da edi-fi cio di culto cattolico a protestante. Prima dell’anali-si sul posto ci si aspettava di verifi care una tendenza delle chiese delle parrocchie francofoni a rifarsi allo stile neogotico della cattedrale e quelle anglofone a uno stile neoromanico. Non è così, o meglio, si ri-scontra la presenza di chiese anglofone neogotiche e francofone neoromaniche, ma non con una rego-larità che possa far pensare a una pratica consolidata nel tempo.

La tipologia della chiesa a Ottawa è un edifi cio a pian-te rettangolare o a croce latina, il tetto a falde e uno o più campanili posizionati in facciata o a ridosso

della facciata, comunque sempre collegati al fabbri-cato principale. Il campanile è quindi l’elemento fon-damentale di riconoscimento dell’architettura sacra pre-conciliare.Nelle chiese post-conciliari si passa alla pianta centri-ca e il campanile ha meno rilevanza, viene ribassato o in alcuni casi è addirittura assente.

Si può notare una certa omogeneità nel trattamento dei campanili nelle chiese che si aff acciano su St. Pa-trik Street e Beechwood Avenue, questo è il percorso che tradizionalmente collega la cattedrale al cimitero di Ottawa che poi è diventato nazionale. La cattedrale di Notre Dame, la chiesa di St. Brigid, la chiesa di Sain-te Anne (oggi St. Clement) e la chiesa si Saint Charles hanno in comune il rivestimento in stagno delle gu-glie dei campanili. Essendo sia parrocchie francofone che anglofone pare che questa caratteristica sia una conseguenza del loro posizionamento sul tracciato cattedrale-cimitero.

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2222

QUEBEC

ONTARIO

N

1

2

2

1

1

2

34

5

5

3

1

2

23

4

5

1

12

2

3

5

41

French Parish

English Parish

National Parish

Special Parish

Closed Parish

Cemetery

Civil Monument

St Charles

Traditional Main Street

Saint Patric St-Beechwood Av

2

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2323

1. St Jean Baptiste 1. St Patric’s Basilica 1. St Anthony (Italian)

2. Sacre Coeur 2. St Charles (closed)

5. Notre Dame de Lourdes

1. Notre Dame (Catholic)

2. Beechwood (National)

3. Marie Médiatrice

4. St Sebastien

3. St Joseph 3. Holy Korean Martyrs

4. Assumption of Virgin Mary

5. Our Lady of Mount Carmel

2. St Theresa

1. Notre Dame Cathedral

2. St Clement (Latin Mass)originally Ste-Anne

1. St Brigid (Irish Cultural Centre) 1. Parliament Hill

2. Canadian War Museum

3. Canadian Museum of Nature

4. ByWard Market

5. National Art Gallery

2. St Hyacinth (Polish)

FRENCH PARISH ENGLISH PARISH NATIONAL PARISH SPECIAL PARISH CLOSED PARISH CEMETERY CIVIL MONUMENT

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2424

Sainte Anne (today St. Clement) Saint Charles Assumption of the Blessed Virgin Mary Notre Dame Cathedral Basilica Resurrection of Our Lord

St. Joseph St. Theresa of Child Jesus St. Brigid Holy Cross

St. Patrik Basilica Saint Thomas d’Aquin Saint Francois d’Assise Notre Dame de Lourdes

Saint Jean BaptisteSt. Hyacinth Sainte Genevieve St. George Sacre Coeur

Saint Sebastien

Immaculate Heart of Mary

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St. Joseph. Vista dal matroneo della disposizione delle panche av-volgente

St. Joseph, 151 Laurier Avenue East

Esempi Signifi cativi

L’analisi procede prendendo in esame gli edifi ci di culto più signifi cativi. Le caratteristiche che si vanno a considerare sono principalmente le soluzioni archi-tettoniche che rendono una chiesa più fruibile dalla comunità nel momento della celebrazione liturgica. Per questo motivo le chiese pre-conciliari non sono molto interessanti a parte un caso in cui ci sono forti manipolazioni in modo da rendere l’aula liturgica più adatta alle esigenze delle pratiche di fede odierne. Viene presa in considerazione anche una chiesa mul-ticonfessionale per la rilevanza architettonica.

St. Joseph

Questa chiesa cattolica viene ricostruita per la terza volta nel 1930, a seguito di un incendio, in stile neo-gotico.E’ situata nel mezzo del campus universitario della Ot-tawa University, l’università più antica di Ottawa, ed è storicamente una parrocchia molto viva, tollerante verso le fasce più deboli ed emarginate della popola-zione e molto frequentata dai giovani universitari.Questa inclinazione giovanile della parrocchia ha di-verse ricadute sul modo in cui viene abitata e quindi sull’architettura della chiesa che pur avendo un im-pianto decisamente pre-conciliare viene accomodato con accorgimenti di arredo e piccole modifi che per renderla più attuale.L’elemento più particolare è sicuramente il confes-

sionale che viene trasformato in un cucinotto. Visto dall’esterno è impossibile immaginare che il confes-sionale sia in realtà solamente una porta posticcia che aprendosi rivela la presenza di un angolo cottura sempre utile nelle varie occasioni d’incontro convivia-le fra i fedeli.

Un altro particolare interessante è l’area bambini. Sul fondo della chiesa le panche vengono disposte a for-mare un recinto quadrato con un tappeto nel mezzo sul quale poggiano libri e giocattoli. Questo adatta-mento rivela la vivacità della parrocchia e il suo essere frequentata da famiglie giovani con bambini piccoli, in questo modo la comunità mette a disposizione uno spazio per i bambini dimostrando accoglienza.

Nel transetto è ben visibile una scultura riconducibile all’arte delle popolazioni native del Canada. Purtrop-po i Nativi non sono ancora completamente inseriti nella società canadese e questa opera è un segno chiaro di apertura verso queste persone.

La disposizione delle panche è avvolgente, questa è sicuramente una scelta per vivere meglio la celebra-zione della messa secondo le direttive date dal Con-cilio Vaticano II, pur trovandosi in una chiesa a pianta rettangolare si è preferito rinunciare alla disposizione a battaglione.

Infi ne si può notare la personalizzazione del presbite-rio con installazioni ideate dai parrocchiani stessi.

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Sacre Coeur, 591 Cumberland St

Sacre Coeur. Vista del presbiterioSt. Joseph. Installzione autocostruita nel presbiterio

St. Joseph. Opera d’arte delle popolazioni native canadesi

St. Joseph. Area bambini

St. Joseph. Rifunzionalizzazione del confessionale

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Notre Dame de Lourdes, 435 Chemin Montréal

Sacre Coeur. Cappella esagonale per l’adorazione del Santissimo Sacramento

Sacre Coeur

La parrocchia francofona del Sacre Coeur è situata nel cuore del campus universitario della Ottawa Univer-sity. In questo caso l’architettura è spiccatamente post-conciliare, la disposizione dell’assemblea è a quarto cerchio, nel presbiterio sono collocati altare, sede, ambone e fonte battesimale. Una statua del Cristo a braccia aperte con il cuore in rilievo sul petto sovrasta l’altare. La luce fi ltra dalle feritoie ornate da vetrate molto colorate e scende radente le pareti la-terali facendo risaltare la texture grezza del cemento lavorato.

La copertura è una reticolare spaziale nella quale sono integrati gli elementi illuminanti e i ventilatori a soffi tto. In tutte le chiese si è riscontrata la presenza di ventilatori sia a terra che appesi al soffi tto per risol-vere il problema del calore estivo, ma in questo caso sono ben inseriti nell’architettura stessa senza creare eccessivo danno estetico.

Le statue dei santi sono inserite in bacheche appese al muro che riprendono sia nei materiali che nelle for-me l’arredo sacro dell’altare, ambone, sede e del sup-porto al cero pasquale.

Dall’esterno si può notare un’appendice di forma esa-gonale che funge anche da campanile, all’interno è situata una cappellina di adorazione del Santissimo

Sacramento con ingresso autonomo che può rima-nere sempre aperta per gli studenti che sempre fre-quentano quella zona della città.

Notre Dame de Lourdes

Questa parrocchia francofona è situata proprio a ri-dosso del cimitero cattolico di Ottawa.Dall’esterno non ha un’architettura accattivante, ma ci sono alcuni accorgimenti progettuali che la rendono particolarmente funzionale e comunque denotano una cera sensibilità del progettista.

L’ingresso è integrato con un campanile appena ac-cennato e la statua della Madonna quasi sempre pre-sente nei sagrati delle chiese di Ottawa, inoltre l’in-gresso coperto è rivolto verso l’enorme parcheggio, scelta sensata perché la maggior parte dei fedeli si reca alla Santa Messa in automobile.

La pianta della chiesa è ripartita in 3 spicchi che si pos-sono rendere autonomi, in questo modo la chiesa ha 3 confi gurazioni: quella con solamente 100 posti per le messe feriali che si può espandere a 300 e 500 per le occasioni con numerosi fedeli. Le parti autonome sono anche attrezzate per diventare sale da pranzo questo perché capita soventemente che si celebrino i funerali e si organizzi un rinfresco per i parenti del deceduto. Guadagnando molto sul piano della fun-zionalità l’edifi cio perde molto dal punto di vista sim-bolico ed evocativo.

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St Basil. Battistero

St Basil. PresbiterioNotre Dame de Lourdes. Ala della chiesa adibita ai rinfreschi fune-rari

Notre Dame de Lourdes. Vista della disposizione dell’assemblea

Notre Dame de Lourdes. Vista del presbiterio da una delle due ali della chiesa

St Basil, 940 Rex Ave

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First Unitarian Congregation. Interno

First Unitarian Congregation, 30 Cleary Avenue

St. Basil

La parrocchia anglofona di St. Basil è situata nel quar-tiere di Westboro che è uno fra i più ricchi di Ottawa.La pianta è centrale e la disposizione dell’assemblea completamente avvolgente.

Il presbiterio è sovrastato da una vela inclinata che nella forma ricorda quella il piano dell’altare, è inte-ressante la presenza di un altare mobile per la cele-brazione delle messe feriali.

Il battistero è situato in una cappella separata dall’au-la principale, è posizionato al centro e intorno non c’è possibilità di sedersi, questo luogo è ben caratte-rizzato, ma probabilmente non sfruttato al massimo, infatti poteva essere una buona localizzazione per un luogo adibito al raccoglimento.

First Unitarian Congregation

Questo edifi cio di culto è il luogo di ritrovo di una co-munità multi confessionale particolarmente attenta al rapporto dell’uomo con la natura e alla sostenibi-lità.Gli architetti Craigh & Kohler nel 1967 hanno proget-tato un edifi cio ben riconoscibile dall’esterno per la guglia particolarmente appuntita ed hanno creato un luogo accogliente grazie al sapiente utilizzo del legno canadese.

Note

[1] Treccani.it, L’enciclopedia italiana (http://www.treccani.it).[2] Mostra temporanea “GOD(s) A user’s guide”, Cana-dian Museum of Civilization 2012.[3] Alexis, Histoire de la Province ecclesiastique d’Ot-tawa (Ottawa, 1897).

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Pianta stradale con toponomastica del’odierno quartiere di Vanier. Fonte: Museoparc Vanier Museopark (http://www.museoparc.ca)

Posizione di Vanier. Fonte: Museoparc Vanier Museopark (http://www.museoparc.ca)

VANIER

Vanier è uno dei quartieri della città di Ottawa. Fino al 2001 si trattava di un comune indipendente, sebbene piccolo, ma successivamente è stato inglobato nella città. Si trova nella parte est di Ottawa, oltre il Rideau River.1

Se fi no agli anni ’80 il 60% della popolazione era fran-cofona (soprattutto per questo motivo Vanier era ri-masta staccata dal comune di Ottawa, principalmente anglofono), oggi lo è solo il 40%, soprattutto a causa di una massiccia migrazione verso altre zone da parte della popolazione più giovane.A partire dagli anni ’80, il quartiere ha subito un lento declino, che l’ha portato ad essere una delle zone più malfamate della città, con un alto tasso di criminalità.Dal 2007 in poi è stata messa in atto una forte opera di riqualifi cazione dell’area che le ha permesso di essere oggi un quartiere residenziale che attrae nuove fasce di popolazione, soprattutto persone di origine africa-na di lingua francese (è molto presente, per esempio, la comunità congolese).La popolazione è di circa 31.000 abitanti, di cui circa il 20% è sotto i 19 anni, il 55% è tra i 20 e i 55 anni, il 25% al di sopra dei 54 anni. Dopo un calo abbastanza forte negli anni ’90, a causa della migrazione delle giovani famiglie verso Ottawa, oggi il numero è piuttosto sta-bile.2

Storia di Vanier

1792 – prima metà del XIX° secoloLa storia di Vanier comincia alla fi ne del 18° secolo, quando nel 1792 la zona fu per la prima volta esplora-ta dai coloni. Otto anni dopo nasce la Contea di Car-leton. L’insediamento è un lento e diffi coltoso proces-so che attraversa tutta la prima parte dell’Ottocento. Gradualmente il terreno paludoso viene bonifi cato e vengono disboscate alcune zone per permettere la coltivazione, cosicchè si insediano le prime comunità.Sempre nello stesso periodo viene eff ettuata la co-struzione del Rideau Canal (che oggi attraversa Ot-tawa), che va dal 1826 al 1832. Tale canale permetterà il grande sviluppo che interesserà queste zone nei de-cenni successivi.3

1870 – 1890In questi anni nascono numerosi villaggi, sia anglofo-ni che francofoni, come Clandeboye e Janeville.Viene costruita Beachwood Avenue, che oggi è una delle arterie principali del quartiere di Vanier. Essa compare per la prima volta sulle mappe della zona solo dal 1870.In quel periodo è usata principalmente per raggiun-gere il cimitero protestante, chiamato appunto Be-achwood Cementary. Esso acquisisce in quegli anni sempre maggiore importanza, non solo nelle strette vicinanze, ma in tutta la regione: è dunque diventa-ta un’esigenza della comunità avere una strada che giunga ad esso.4

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3131

Francofoni nel 1971 (2006 Census) Francofoni nel 2006 (2006 Census)

Percentuale di Francofoni (2006 Census) Percentuale della Popolazione con basso reddito (2006 Census)

CentretownGatineau

Vanier

Rockcliffe Park

Lindenlea

Manor Park

Overbrooke

New Edinburg

Little Italy

Chinatown

The Glebe

Old Ottawa East

Sandy Hill

Lowertown

QUEBEC

ONTARIO

Centretown

Gatineau

Vanier

Rockcliffe Park

Lindenlea

Manor Park

Overbrooke

New Edinburg

Little Italy

Chinatown

The Glebe

Old Ottawa East

Sandy Hill

Lowertown

QUEBEC

ONTARIO

QUEBEC

ONTARIOQUEBEC

ONTARIO

keerbrookok

10.0% 19.9%

20.0% 33.2%

33.3%+ 15

41

55

138< 10.0%11.7%

2

Num di Distretti

Non disponibile

perc censimento aree metropolitane

Suddivisioni di CensimentoVie Principali

a

a

1 punto rappresenta 500 francofoni

sottodivisioni del censimento

divisioni del censimento

Saint Charles

38

27

45

138

3

98%

78%

53%

26%

0%

Num di Distretti

Non disponibile

Suddivisioni di CensimentoVie Principali

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Ristorante El Meson, 94 Beechwood Avenue, 1890. Fonte: Venier Now (http://vaniernow.blogspot.it), photographer Mike Steinhauer

Scuola Saint Charles, unico edifi cio vincolato nell’area di Beechwo-od Avenue. Fonte: Museoparc Vanier Museopark (http://www.mu-seoparc.ca/vanier_sur_outaouais/ecoles_en.html)

1890 – Inizio del XX° secoloIn questi anni un numero sempre maggiore di pionie-ri raggiunge la zona. Sono pionieri a maggioranza di origine francese. Essi si insediano a sud di Beachwood Avenue, fondando il villaggio di Clarkstown.

Viene Costruito il ristorante El Meson cucina raffi na-ta di specialità portoghesi e spagnoli. Questa casa di mattoni rossi è un perfetto esempio di stile neo Que-en Anne (1880-1910), ed è riccamente decorato con legno e colonnine, circondata da grandi portici e ve-rande in legno. Il tetto in metallo bianco si distingue dalle case vicine e si coniuga bene con il campanile di Saint Charles perchè è fatto dello stesso materiale. La casa rientra nei beni del patrimonio della città di Ottawa. 5

1909A inizio Novecento si assiste a una grande espansione di questa zona: essa non è più un avamposto pionie-ristico, ma sono sorti vari e sempre più grandi villaggi. Numerose discussioni in quegli anni sorgono in meri-to al destino di questi piccoli centri, ormai molto vici-ni alla città di Ottawa, che intanto si sta sviluppando grandemente. Se per alcuni un rapido inglobamento nelle strutture sociali e politiche della città sarebbe auspicabile, per altri mantenere l’indipendenza è un punto fermo, soprattutto per difendere la propria cul-tura francofona dalla cultura inglese di Ottawa. Tre di questi villaggi, Janeville, Clarkstown e Clandeboye, decidono di unirsi in un’unica cittadina che prende

il nome di Eastview e che sarà il nucleo abitativo di quello che diventerà il quartiere di Vanier.Beechwood Avenue diventa una sorta di confi ne con Ottawa, nonché motivo di scontro in merito alla sua gestione. Si coglie già in ciò il forte senso di appar-tenenza alla propria comunità francofona che carat-terizzerà anche nei decenni successivi gli abitanti di Vanier.6

1913Eastview si espande sempre più, raggiungendo le di-mensioni di una cittadina. La popolazione dell’epoca è di 3.169 abitanti.7

1921In questo anno viene costruita la linea tramviaria che attraversa l’intera Beechwood. Questo pemette un ul-teriore sviluppo, infatti vengono aperte attività com-merciali, ristoranti e luoghi di incontro.8

1949Nasce la prima scuola pubblica candese uffi cialmen-te bilingue: inglese e francese. E’ chiamata Eastview High School. E’ un momento molto importante per la comunità franco canadese, che fi nalmente vede la propria lingua al pari di quella inglese.Nel 1969, questa scuola cambierà nome in An-dré-Laurendeau, diventando così la prima scuola su-periore pubblica di lingua solamente francese di tutto l’Ontario.9

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Stemma di Vanier che deriva direttamente dal precedente stemma di Eastview. Fonte: Museoparc Vanier Museopark (http://www.mu-seoparc.ca)

Acquerello su tela, vista di Beecwood Avenue. Fonte: Museoparc Va-nier Museopark (http://www.museoparc.ca)

1953Sorge il primo ospedale interamente francofono di tutto l’Ontario, il Montfort Hospital, che rimarca nuo-vamente la vitalità e l’importanza della comunità di origine francese, nonché l’unicità culturale e sociale della cittadina di Eastview che, ormai accerchiata dal-le propaggini della grande Ottawa, vuole mantenere la propria indipendenza.

1969Eastview cambia nome e diventa Vanier, in onore di Georges-Philéas Vanier, primo governatore generale del Canada francofono, che aveva governato dal 1959 al 1967. All’epoca Vanier contava una popolazione di circa 20.000 abitanti, in un territorio di soli 2,7 chilometri quadrati, risultando così una delle comunità più den-samente popolate di tutto il Canada. Di questi 20.000 abitanti, i due terzi sono francofoni.10

1980 – 1990Durante questo decennio Vanier conosce un periodo di lento declino. La zona subisce, soprattutto, l’abban-dono delle famiglie più giovani che spesso decidono di andare a vivere nella periferia della vicina Ottawa, che nel frattempo si sta rapidamente sviluppando, promettendo così prospettive maggiori di lavoro.

2001Agli inizi del XXI secolo, lo sviluppo di Ottawa è diven-tato tale da espandersi fi no alle cittadine che le sorge-

vano intorno, tra cui Vanier. La zona perde così la sua autonomia e diventa uno dei quartieri periferici della città. Tuttavia il quartiere mantiene un’identità ben distinta grazie alla vitalità della comunità francofona che ancora è molto numerosa. 11

Beechwood Avanue

Beechwood Avenue è la strada centrale di Vanier, luo-go delle principali attività commerciali, della scuola e della chiesa della comunità. Essa collega il quartie-re alle zone circostanti di New Edinburgh, Rockcliff e Park e Lindenlea. Oggi è al centro di una forte opera di riqualifi cazio-ne, che mira a ridare prestigio ad una zona che nel decennio passato ha conosciuto un forte degrado, salvaguardando quelli che sono gli edifi ci simbolo di questa comunità come la chiesa di Saint Charles e il ristorante El Meson.

Il territorio circostante è principalmente usato per fi ni residenziali. In Rockcliff e Park, il tipo di costruzio-ni è prevalentemente case singole,a bassa densità di popolazione. A Lindenlea, New Edinburgh e Vanier prevalgono gli appartamenti, mentre sorgono anche alcuni grattacieli in zone più altamente popolate nei dintorni.

Su Beechwood Avenue si trovano le maggiori attività di utilità pubblica, come la clinica veterinaria, lo stu-dio oculistico, la stazione dei pompieri, ma anche il

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3434

Vanier

Lindenlea

New Edinburgh

Lowertown

Rockcliffe ParkCattedrale

Cimitero

Richelieu Park

00 110000mm Nconfini del quartiere

mix funzionale (negozi, uffici)

confini di Vanier (fino al 2001)

area della Strada Principale Tradizionale

ristoranti, fast food, pub

alimentari

aree giochi

scuole

case di cura

parchi

Chiesa di St Charles

8

9

10

13

4 5

7

6

2

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3535

1 5 9

102 6

3 7

4 8

typical village-style houses

Area giochi Optimiste Park

Cimitero Nazionale e Militare di Beechwood

Capanna dello zucchero dentro la foresta d’aceri nel Richelieu Park

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Illustrazione dal modello 3D che mostra le modifi che dello spazio aperto e l’addizione di un edifi cio residenziale su Barrette Street. Fonte: Beechwood Community Design Plan (http://ottawa.ca)

Mappa funzionale di Ottawa. Giallo: Residenziale, Rosso: uso misto, Azzurro: Istituzionale, Verde: spazi aperti. Fonte: Beechwood Com-munity Design Plan (http://ottawa.ca)

parco pubblico, la scuola, la chiesa e il cimitero.La via non è tuttavia omogenea, infatti ci sono zone diff erenti che gli abitanti apprezzano e riconoscono, come il centro che mantiene ancora le architetture di inizio Novecento, la zona ovest ricca di piccoli negozi e la zona est, maggiormente residenziale.Il suo tragitto sinuoso lascia scoprire ad ogni angolo architetture molto diff erenti e caratteristiche, uniche nel loro genere in tutta Ottawa, poichè Beechwood Avenue è una delle poche strade con edifi ci tradizio-nali rimaste.Ma se molte sono le costruzioni tipiche e ancora in stile di inizio Novecento, solo un edifi cio svetta, carat-terizzando in modo defi nitivo il paesaggio e diven-tando così simbolo della comunità: la chiesa di Saint Charles con il suo campanile.

Altri punti nevralgici sono le zone verdi. I due parchi maggiori sono a ovest il parco che costeggia il Rideau River e a est il parco del Cimitero di Beechwood, ap-parentemente una vera e propria foresta fra le abita-zioni. Tra questi due poli, si estendono altre zone che dovrebbero essere collegate da percorsi pedonali e ciclabili.12

Beechwood Community Design Plan

Fra il 2005 e il 2006 si sono svolte nel quartier di Vanier una serie di riunioni di consultazione fra amministra-zione locale e cittadini che portano alla redazione del Beechwood Community Design Plan, un esempio di

progettazione urbanistica partecipata.Dopo un’attenta fase di analisi in cui si individua la suddivisione funzionale del territorio, i bisogni dei cittadini e gli edifi ci simbolo e più caratteristici della zona, si passa alla fase propositiva. L’analisi demogra-fi ca ha mostrato una tendenza al’aumento della po-polazione nell’area e di conseguente richiesta di nuo-ve abitazioni.13

Nel piano viene sottolineata la rivelanza storica della via e i cittadini sottolineano un forte attaccamento al fronte di questa strada, in particolare sentono come segno d’identità il campanile della chiesa di Saint Charles. Si sente però il bisogno di densifi care l’area senza deturpare il paesaggio urbano, inoltre è impor-tante tenere più in considerazione i percorsi pedonali e ciclabili.

In generale il piano propone alcune linee guida per aumentare la densità inserendo edifi ci che siano co-erenti con le tipologie già presenti lunga la via, il fi ne è sicuramente lodevole, ma gli esempi che vengono posti non sembrano così coerenti con i principi enun-ciati.

In particolare per l’area di Saint Charles si propone di restituire la piazza antistante alla comunità eliminan-do le siepi presenti e aggiungere un fabbricato aff ac-ciato u Barrette Street ad uso residenziale. Si propone anche di inserire nella piazza un’area per i giochi dei bambini e la possibilità di inserire un mercato setti-manale di contadini.

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3737

2 3

Rockcliffe Parck founded in 1864, Distretto di Patrimonio Vincolato dal 1998

Case dei Veterani, 1940

Ex Scuola Pubblica Eastview (oggi Scuola Secondaria Pubblica L'Alternative), 1910

El Meson Restaurant, 1900

2

1

43

4

1

Distretto di Patrimonio Vincolato

Edifici presenti nella Lista di Monumenti di Importanza Storica

Edifici inseriti nell’Atto del Patrimonio dell’Ontario

Traditional Mainstreet area definite nel Piano Ufficiale come "strade che offrono alcune dell più significative opportunità per la densifica-zione abitativa, un abitabile mix di funzioni e strade ben fruibili a piedi. Queste si sono principalmente sviluppate prima del 1945.”

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I nove fondatori dell’Ordine di Jacques-Cartier celebrano il 25° an-niversario dell’ordine a Ottawa il 28 settembre 1952. Fonte: Museo-parc Vanier Museopark (http://www.museoparc.ca)

Chiesa di Saint Charles nel 1960. Fonte: Museoparc Vanier Museo-park (http://www.museoparc.ca)

Parrocchia di Saint Charles

La zona della chiesa di Saint Charles è quella centrale di Beechwood Avenue. La parrocchia stessa è sempre stata centrale non solo dal punto di vista religioso, ma anche dal punto di vista culturale, sociale e po-litico. Non bisogna dimenticare che proprio presso questa parrocchia fu fondato nel 1926, dal parroco François-Xavier Barrette, l’Ordre de Jacques Cartier che per decenni ha promosso e difeso l’identità dei franco–canadesi non solo a Vanier, ma in tutto il Ca-nada.

La chiesa è una pietra miliare del patrimonio franco-fona della zona e l’edifi cio dominante su Beechwood Avenue, un simbolo visibile della presenza francofona in Vanier.

Storia di Saint Charles

1908Sorge la chiesa di Saint Charles, ancora oggi simbolo della comunità francofona di Vanier.J.C. Keefer, ricco possidente del luogo, decide di do-nare alla comunità un lotto di terreno boschivo inu-tilizzato, per la costruzione di una chiesa, che venisse incontro alle esigenze di una popolazione sempre crescente. Fino a quel momento le persone avevano frequentato altre due chiese di Ottawa, Notre Dame de Lourdes e Saint Anne, ma cominciano a ritenerle troppo lontane dalle loro abitazioni, perciò sul nuovo

terreno donato cominicia la costruzione della chiesa di Saint Charles.La nuova chiesa in mattoni rossi divenne il centro di una parrocchia che si estendeva su entrambi i lati di Beechwood Avenue. Il primo parroco fu un Monforta-no, padre Louis-Marie Fillaudeau.14

1912Il primo parroco della parrocchia di Saint Charles, Pa-dre Louis Marie Fillaudeau, dell’ordine francese dei Monfortani, lascia l’incarico in quanto diventa Supe-rior alla Casa Manfortana di Dorval, vicino Montreal. Al suo posto giunge Padre Francois-Xavier Barrette che conclude, nell’anno successivo, la costruzione della chiesa.

1926Il 22 Ottobre 1926 viene fondata la società segreta dei Commandeurs de l’Ordre de Jacques Cartier presso il presbitario della parrocchia di Saint Charles. Essa è frutto dell’idea del parroco François-Xavier Barrette e di altri quattordici cittadini franco-canadesi. Lo scopo di questa società, esclusivamente maschile, è quello di tentare di acquisire potere nella società civile, per difendere i diritti e le attività lavorative della comu-nità dei cattolici francofoni canadesi, infi ltrandosi sia nel settore pubblico che in quello privato. I francofo-ni, infatti, erano una minoranza fortemente radicata sul territorio, ma che non possedeva organizzazioni importanti a propria difesa. Perciò la nuova società segreta avrebbe dovuto contrastare l’infl uenza anglo

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Lo storico parroco di Saint Charles Padre Barrette con alcuni Zuavi Pontifi ci. Fonte: Museoparc Vanier Museopark (http://www.museo-parc.ca)

– protestante, soprattutto di società segrete molto forti, quali la Massoneria.15

1961Padre Francois-Xavier Barrette, il parroco di Saint Charles, muore dopo ben 49 anni di servizio alla co-munità. La società da lui fondata riceve un duro colpo e comincia ad attraversare un periodo travaglio.

1965L’Ordre de Jacques Cartier si dissolve a causa dei dis-sidi tra gli abitanti francofoni del Quebec e delle altre zone del Canada. Al massimo della sua attività aveva raggiunto gli undicimila iscritti ed era riuscita ad ot-tenere grandi vittorie politiche e civili per la minoran-za francofona. Aveva, infatti, ottenuto: bilinguismo sulla valuta canadese, forme di assicurazione contro la disoccupazione, servizi pubblici e privati bilingue (come la compagnia telefonica principale Bell Cana-da), nonché una presenza capillare di rappresentanti francesi sia nelle scuole che in ambito ecclesiastico, ovvero nelle parrocchie.Dal dissolvimento dell’Ordine nascerà il Club Riche-lieu, un’organizzazione che ancora oggi si occupa del-la promozione della cultura e alla valorizzazione del patrimonio franco-canadese.16

1969La chiesa parrocchiale di Saint Charles viene rinnova-ta completamente. Il suo aspetto viene modernizzato, si eliminano buona parte delle decorazioni, optando

per uno stile maggiormente sobrio ed attuale, se-guendo le indicazioni del Concilio Vaticano II.

1980-1990La parrocchia di Saint Charles, un tempo centro fi o-rente non solo religioso, ma anche culturale, viene ac-corpata alle altre due parrocchie più piccole di Vanier, la chiesa di Marie Médiatrice e la comunità di Saint Frère André, avendo perso buona parte dei suoi fe-deli.

1996Saint Charles torna ad essere una parrocchia autono-ma, con un territorio più vasto. Essa diventa anche il punto di incontro della comunità Congolese emigra-te.17

2007La parrocchia di Saint Charles viene chiusa per pro-blemi di staticità ed infi ltrazioni d’acqua. I parrocchia-ni di Saint Carles fanno riferimento alla chiesa di Marie Médiatrice.

Intervista a Parroco di Saint Charles

Padre Pascal Nizigiyimana è parroco di Saint Charles da ormai 8 anni, conosce bene i suoi parrocchiani ed è ben inserito nel quartiere di Vanier.Viene riportata l’intervista .Giacomo Bergonzoni: Per quale motivo la chiesa di Saint Charles è attualmente chiusa?

Chiesa di Marie Médiatrice, sede attuale della parrocchia di Saint Chearles dopo la chiusura dovuta a problemi statici.

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L’attuale parroco di Saint Charles Padre Pascal Nizigiyimana all’in-terno della chiesa attualmente chiusa.

Pascal Nizigiyimana: Il problema principale è statico, infatti il campanile non è sicuro e non è più possibi-le celebrare la messa all’interno dell’edifi cio. Inoltre si verifi cano infi ltrazioni d’acqua consistenti. Secondo i preventivi richiesti il restauro costerebbe intorno a 1250000$, per questo anche la diocesi di Ottawa pro-pende per demolire e costruire una nuova chiesa.GB: Cosa è necessario in una chiesa parrocchiale?PN: Prima di tutto penso che per vivere bene la ce-lebrazione della messa l’assemblea debba avvolgere l’altare e non essere posizionate a battaglione come è nell’attuale chiesa. Penso che sia importante che la chiesa sia fl essibile nel numero di posti a sedere, ci devono essere varie confi gurazioni che variano da un luogo per 20 persone per messe feriali, fi no a 500 fe-deli per le grandi celebrazioni.Credo che sia necessario anche una cappella aperta 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 in cui i fedeli possono sem-pre recarsi per pregare sentendosi sempre accolti.Nel complesso ecclesiastico dovrebbero essere pre-senti almeno 3 aule dove poter insegnare catechismo.GB: Crede che la demolizione dell’attuale Chiesa di Saint Charles possa creare scontento fra i parrocchiani e i cittadini di Vanier?PN: Sicuramente la chiesa di Saint Charles ha una po-sizione di rilievo nel cuore dei cittadini di Vanier per la sua valenza storica legata ai franco-canadesi, ma anche per il suo impatto sul paesaggio. In particolare il campanile che sovrasta i tetti delle case vicine è un punto di riferimento importante per gli abitanti della zona.

GB: Da chi era frequentata la parrocchia di Saint Char-les prima della chiusura?PN: Storicamente era frequentata da franco-canadesi, anche tutte le case intorno alla chiesa erano abitate da francofoni, ma sono ormai diversi anni che la po-polazione anglofona sta aumentando. Saint Charles ha sempre richiamato a sé i cattolici franco-canade-si provenienti da tutta Ottawa. La maggior parte dei fedeli si reca a messa in macchina e non provienene dalle zone vicine.Ultimamente nella zona di Vanier si era instaurata una numerosa comunità di congolesi ed avevano una messa domenicale dedicata a loro.La posizione della chiesa di Saint Charles è molto par-ticolare perchè si trova su Beechwood Avenue che è il confi ne fra diversi quartieri. A sud Vanier che è un quartiere povero, mentre a nord Rockliff e è uno dei quartieri più ricchi in cui risiedono molti professori universitari. Per questo motivo i parrocchiani di Saint Charles provengono da diverse estrazioni sociali.GB: Ritiene che sia possibile costruire una nuova chie-sa nel lotto della chiesa attuale?PN: E’ molto diffi cile trovare i fi nanziamenti, ma penso che sia possibile. La modalità più praticabile sarebbe quella di trovare un investitore che acquisti il terreno, costruisca una nuova chiesa e nuovi condomini.GB: Come sono i rapporti fra la Chiesa Cattolica e le altre religioni a Ottawa?PN: I rapporti sono buoni, vengono gestiti principal-mente a livello diocesano, i singoli preti non hanno molti contatti con gli altri credi religiosi.

L’attuale parroco di Saint Charles Padre Pascal Nizigiyimana sul sa-grato della chiesa. Fonte: Le Droit, Charles Thériault, 27 settembre 2010

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Facciata di Saint Charles dall’ingresso nel sagrato da St. Charles Street

Facciata di Saint Charles dal sagrato della chiesa

Stato di Fatto

La chiesa di Saint Charles è attualmente chiusa al pub-blico e ai fedeli, ma rimane una presenza importante nel quartiere di Vanier e in particolare su Beechwood Avenue. Purtroppo rimane in disparte rispetto la vita quoti-diana del quartiere a causa di un’alta siepe che si alza lungo tutto il perimetro dell’isolato rendendola quasi invisibile da vicino. La siepe si apre solo in tre punti dove un sentiero asfaltato porta il fedele ai sei gradini che bisogna salire per entrare nella chiesa. Il posizio-namento dei percorsi pedonali nella piazza e il loro imbocco sulle strade perimetrali è discutibile, non si ritrova nessun riscontro con l’eff ettivo collegamento a centralità limitrofe.Percorrendo la via quando si è ancora lontani dalla chiesa il suo campanile è ben visibile e si staglia nel cielo sovrastando le basse case vicine. Il campanile ha la sommità rivestita in stagno che l’accomuna alle chiese che si trovano su St. Patrick Street: Notre Dame Cathedral Basilica, St. Brigid, Sainte Ann.L’architettura è neogotica, la pianta a croce latina, il rivestimento esterno in mattoni posticci, la struttura in legno. il campanile è posto al centro della facciata leggermente aggettante.All’interno si individuano tre navate, ma la ripartizio-ne non coincide con quella esplicitata in facciata. La navata centrale e coperta da una volta a botte mentre le laterali hanno una copertura piana, le colonne sono in stile corinzio.

Note

[1] Muséoparc Vanier Museopark (http://www.muse-oparc.ca/circuitvanier).[2] Beechwood Community Design Plan (http://ot-tawa.ca/en/city-hall/planning-and-development/).[3] Bourassa, A. (1975). La petite histoire de Vanier. Va-nier: Association des citoyens de Vanier.[4] idem.[5] idem.[6] Cornelius, J. J. (1993). Les Franco-Ontariens. Ot-tawa: University of Ottawa Press.[7] idem.[8] idem.[9] idem.[10] Bock, M., Gervais, G., & Arseneault, S. (2004). L’On-tario français : des Pays-d’en-Haut à nos jours. Ottawa: Centre franco-ontarien de ressources pédagogiques.[11] idem.[12] Planning and Growth Management Department City of Ottawa. (2006). Beechwood Community Desi-gn Plan. Ottawa: City of Ottawa.[13] idem.[14] Paquette, L. (1992). Paroisse Saint-Charles. Vanier: Entreprises Jeanneville.[15] Laliberté, R. G. (1983). Une société secrète : l’Or-dre de Jacques-Cartier. Montreal: Hurtubise HMH.[16] idem.[17] Archdiocese of Ottawa. (2010). A Brief History and Parishes of the Archdiocese of Ottawa. Ottawa: Éd. du Signe.

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Interno della chiesa di Saint Charles verso l’abside

Interno della chiesa di Saint Charles verso la facciata

Vista del complesso di Saint Charles dal parcheggio su Barrette Stre-et. All’edifi cio di culto sono stati annessi adifi ci residenziali inizial-mente per l’abitazione del parroco ora in affi tto

Vista del la chiesa di Saint Charles dal retro lungo Beechwood Ave-nue all’incrocio con Jolliet Street

Vista del campanile di Saint Charles dall’ingresso al centro commer-ciale su Beechwood Avenue

Vista del campanile dall’incrocio fra Beechwood Avenue e St. Char-les Street, l’alta siepe percorre tutto il perimetro del lotto

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0 10

Beechwood Avenue

Champlain Avenue

Barrette

Street

St Charles Street

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Copertina del numero del marzo 1966 della rivista Progressive Ar-chitecture

Nel 1965 L’architetto Alvar Aalto mostra al cardinale Giacomo Ler-caro il plastico della chiesa che verrà edifi cata a Riola di Vergato. Foto Walter Breveglieri

PROGETTO

OBIETTIVI

Una Chiesa Contemporanea

“Non basta dare agli uomini una casa; occorre accan-to a quella degli uomini, costruire la Casa del Signore, che sia Casa della Famiglia di Dio, la quale vi si raduni intorno al Padre.Ma non sarà casa del Signore se non l’ispirerà in tutte le sue linee un vivido senso religioso; e non sarà casa accogliente per la famiglia di Dio, se non ne soddisferà le esigenze liturgiche e non ne rifl etterà gli spiriti.Vi è così, per le perenni istanze della religiosità e della liturgia, uno schema, che l’evolversi dei tempi e del-le tecniche via via interpreta con note nuove; e ogni secolo canta una sua strofa nell’inno perenne che l’ar-

te Sacra innalza alla lode della Bellezza e dell’Amore eterno.” 1

Queste parole del Cardinale Giacomo Lercaro espri-mono perfettamente l’importanza della continua sperimentazione e rinnovamento dell’arte e dell’ar-chitettura sacra. Ogni secolo, aggiungo, e ogni luogo, si esprime in modo diff erente per glorifi care Dio e in-terpretare la fede Cattolica, gli architetti sono chiama-ti a dare voce e forma a queste diff erenti sensibilità.Una chiesa cattolica contemporanea non può pre-scindere dalle sostanziali innovazioni liturgiche por-tate dal Concilio Vaticano II. Questo Concilio segna sicuramente un punto di rottura rispetto alla con-cezione della Messa e della liturgia dei secoli prece-denti, questa rottura deve avere le sue conseguenze anche nell’architettura sacra che si costruisce intorno alla liturgia.

L’aff ermazione che si è sentito spesso ripetere nell’am-bito dell’architettura sacra secondo la quale “il dogma della progettazione religiosa che l’architettura dev’es-sere plasmata dalla celebrazione liturgica, non la ce-lebrazione dall’architetto”2 è stata messa in discussio-ne proprio negli anni sessanta durante il Concilio. La complessità della società moderna e contemporanea ha reso impossibile la coincidenza fra dogmi religiosi e stile architettonico. Oggi l’architetto contempora-neo è costretto da una società frammentata ad elabo-rare una propria fi losofi a e a spiegare le implicazioni formali del suo lavoro, guidando i fedeli alla visione personale dell’architetto della teologia e del rito. L’ar-

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Scorcio di Ottawa con il parlamento sullo sfondo

Bandiera canadese esposta affi anco all’ambone di St. Patrick il gior-no della commemorazione dell’unità nazionale, il Canada Day

chitetto collabora alla creazione di uno spazio del rito non è quindi un servo della teologia, ma un suo inter-prete compiendo un atto con implicazioni teologiche e liturgiche.3

Una Chiesa Canadese

La Chiesa Cattolica è universale, ma non si posso-no trascurare le tradizioni locali che sono presenti in ogni Stato, regione o città. La Chiesa canadese ha sempre subito una forte infl uenza dall’Europa dovuta al suo passato coloniale, questo è chiaramente visi-bile nell’architettura delle chiese che sono sempre in stile revivalista. Oggi la Chiesa Canadese ha una sua identità caratterizzata da una grande accoglienza e apertura verso le altre religioni, un forte ecumenismo, questa identità deve poter esprimersi anche in una nuova architettura delle chiese, sperimentare nuovi spazi che si adattino di più alle esigenze dei cattolici canadesi contemporanei senza eliminare completa-mente il passato e le tradizioni.

Note

[1] Discorso del Cardinale Giacomo Lercaro il 6 genna-io 1956a Bologna.[2] F.W. (1966). Does Architectural Design Shape litur-gy? Progressive Architecture 47 (3), 138-139.[3] Kieckhefer, R. (2004). Theology in Stone: Church Architecture from Byzantium to Berkeley. New York: Oxford University Press.

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I 3 pilastri simbolo delle 3 virtù teologali sovrastati dal velo del Cielo, uno di questi pilastri è lo storico campanile di Saint Charles

La vecchia chiesa di Saint Charles

CONCEPT

(At)tendændo il Cielo

Il titolo del progetto racchiude in sé le idee principali che hanno guidato lo sviluppo di tutta l’architettura, dal punto di vista formale, spaziale e materico.Il gioco di parole fra “attendando” e “tendendo” che si uniscono nel dittongo æ formando una terza parola “attendendo” esprime i concetti fondamentali di que-sta architettura: la tenda, la tensione del cielo verso la terra, la speranzosa attesa del Regno dei Cieli.Il Cielo è con la “C” maiuscola perché si fa riferimento a Dio utilizzando la fi gura retorica semantica della si-neddoche.

La Tenda di Dio tra gli Uomini

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Giovanni 1,14)Il prologo del quarto vangelo chiarisce con precisione la tensione tra origine celeste e nascita terrena di Dio. Si dovrebbe tradurre più precisamente: “e ha montato la sua tenda in mezzo a noi”. venne ad abitare in greco è “eskènosen”, cioè “piantò la sua tenda”. Per il bedui-no, uomo del deserto, la tenda è la sua casa e quindi piantare la tenda diventa sinonimo di abitare. L’abita-zione di Dio in mezzo al suo popolo attraversa tutta

la tradizione biblica (l’arca, il tempio, Sion) e approda qui al suo punto massimo.Nella tenda posta alla base del Sinai, “a una certa di-stanza dall’accampamento”, Dio è presente come co-lui che rivela; nella tenda Mosè può parlare con Dio “faccia a faccia” (Es 33, 9 ss.). Gesù è l’esegeta escato-logico di Dio, il suo corpo è il vero tempio, tramite il quale Dio viene “adorato in spirito e verità”.La tenda, però, è il santuario del Popolo di Dio pelle-grino. Il tempio è saldo sulla terra, ma la tenda con-duce Israele verso il suo pellegrinaggio nel deserto, rappresentando Dio come Colui che cammina con il suo popolo. Questa teologia dell’esodo, dal punto di vista cristologico, assume dimensioni nuove. La rea-le presenza di Gesù è una presenza viatorica, avendo egli montato la sua tenda tra gli uomini nel segno di una promessa il cui adempimento avverrà nella pie-nezza del Regno di Dio, al di là della morte e al di là di questo mondo. Il pellegrino sa apprezzare gli alberghi nei quali si ferma lungo il cammino. Vi rimane con tut-to se stesso, perché sa che se ne deve andare; se ne deve andare, perché sa di avere dinanzi a sé una meta irrinunciabile.Secondo il nostro modo di vivere e secondo l’inter-pretazione dell’architettura sacra pre-conciliare, la casa di Gesù dovrebbe essere stabile, una dimora fi s-sa in cui abitare. Invece Lui non per caso sceglie una tenda. Gli ebrei erano per tradizione pastori nomadi, in continuo spostamento con le loro tende ed è pro-prio sotto una tenda (Shekinah) era stata posta l’Arca dell’Alleanza, con le tavole della legge donate da Ja-

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La tenda viene viene ancorata a terra da 7 tirnati

La tenda del Cielo si posa sui 3 pilastri

vhé‚ a Mosé.Gesù per abitare tra noi sceglie proprio la tenda per-ché una dimora fi ssa lo avrebbe relegato in un solo posto, lontano dagli esseri umani.Una chiesa contemporanea è più vicina alla instabilità dell’uomo moderno, non si mostra come monumen-tale, solida, immutabile, ma leggera, temporanea e fl essibile.

Il Cielo si tende verso la terra

Dio (il Cielo) si avvicina agli uomini (la terra) tramite l’incarnazione di Gesù. Questa tensione è simboleg-giata dalla tenda, il velo che si appoggia su 3 pilastri e viene teso da 7 tiranti. In questo modo il Cielo si tende e si stende sulla terra dando un senso di protezione e di accoglienza.Il velo del Cielo è vincolato a 3 pilastri che lo sorreggo-no, ma allo stesso tempo lo tengono sollevato, lo ten-gono lontano e non coincidente al terreno permet-tendo la nascita di uno spazio sacro abitabile fra i due piani, quelle celeste e quello terreno. Questi pilastri simboleggiano le 3 virtù teologali: fede, speranza e carità. Ognuna di queste virtù è sostegno della Chie-sa Cattolica, ma allo stesso tempo dimostra l’alterità di Dio rispetto all’Uomo, allontanando il Cielo di Dio permette di vederLo meglio. I 7 tiranti che tendono la copertura e la aggrappano saldamente a terra rappresentano i 7 doni dello Spi-rito Santo: consiglio, sapienza, fortezza, intelletto, pietà, timor di Dio, scienza.

Il Popolo Nomade della Chiesa Canadese

La tenda, oltre a richiamare le origini veterotestamen-tali della storia della salvezza, ha un forte collegamen-to con le origini del popolo canadese.I nativi nord americani erano infatti nomadi e viveva-no in tende. La tenda è stata anche abitazione per gli esploratori europei che hanno messo radici nei terri-tori dell’attuale Canada.Anche se oggi la tenda non è più la casa dei canadesi, rimane comunque il simbolo della vocazione migra-toria di questa nazione. Nel solo 2004 il Canada ha ricevuto 235.824 nuovi im-migrati. I primi dieci paesi di provenienza sono stati la Cina con 37.280, l’India 28.183, le Filippine 13.900, il Pakistan 13.011, l’Iran 6.491, gli Stati Uniti 6.470, la Romania 5.816, il Regno Unito 5.353, la Corea del Sud 5.351 e la Colombia 4.600.Al censimento del 2001 il Canada contava 34 gruppi etnici con più di 100.000 persone ciascuno, e di questi dieci ne possedevano più di 1.000.000.In tutto, il Paese nordamericano, vanta 250mila immi-granti permanenti e altrettanti visti temporanei. 1

Sono cifre che fanno capire quanto questo Paese sia multiculturale, ma a diff erenza di altre nazioni non si cerca di eliminare la cultura dei Paesi di origine degli immigrati. Il Canada è meta di uomini e donne prove-nienti da tutto il mondo proprio per la sua politica di accoglienza, chi arriva non deve adeguarsi ad un’altra cultura, ma può portare la sua e convivere con tutte le altre già presenti, si crea così un “mosaico culturale”, in

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Una giovane Oglala seduta davanti al suo Tipi nel 1981.Fotografo: John C.H. Grabill

Ricostruzione dell’antica tenda ebraica defi nita Shekinah

opposizione al modello statunitense del melting pot (letteralmente: “crogiolo”) dove le culture di origine si fondono insieme per crearne una nuova.La tenda diventa quindi abitazione per eccellenza del canadese che non ha una vera e propria fi ssa dimora, ma si sente appartenente a più luoghi perché la sua vita è caratterizzata dallo spostamento. Il nomadismo di oggi non è solo inteso come emigrazione, ma an-che come spostamento all’interno del Canada stesso, infatti è molto comune che ci si sposti da una parte all’altra del Paese per studiare o lavorare.

Note

[1] Statistics Canada, 2006 Census.

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Il battistero sovrastato dalle due passerelle che lo collegano agli al-tri due fuochi liturgici: l’altare e l’ambone

PROGRAMMA SIMBOLICO

3 Pilastri: Fede, Speranza e Carità

I 3 pilastri che sorreggono tutto la chiesa hanno un forte valore simbolico. Rappresentano le 3 virtù teo-logali che si riferiscono direttamente a Dio. Esse di-spongono i cristiani a vivere in relazione con la San-tissima Trinità. Hanno come origine, causa ed oggetto Dio Uno e Trino. Le virtù teologali fondano, animano e caratterizzano l’agire morale del cristiano. Sono in-fuse da Dio nell’anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi fi gli e meritare la vita eterna. Sono il pegno della presenza e dell’azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell’essere umano.1

Ad ogni virtù corrisponde un fuoco liturgico associato per le sue caratteristiche intrinseche, in questo modo si viene a creare uno spazio policentrico ed ogni fuo-co acquista la dignità di un vero e proprio luogo e non di un semplice elemento di arredo. Il policentrismo dello spazio è sicuramente più adatto per una chie-sa che vuole interpretare al meglio le indicazioni del Concilio Vaticano II.

Fede: Battistero

La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che

la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede ”l’uomo si abbandona tutto a Dio li-beramente”. Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio.Il Battesimo è il sacramento della fede (Mc 16,16). La fede richiesta per il Battesimo non è una fede perfetta e matura, ma un inizio, che deve svilupparsi. Al cate-cumeno o al suo padrino viene domandato: “Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?”. Ed egli risponde: “La fede!”.La preparazione al Battesimo conduce soltanto alla soglia della vita nuova. Il Battesimo è la sorgente del-la vita nuova in Cristo, dalla quale fl uisce l’intera vita cristiana.2

Il battistero è posizionato alla base del pilastro più vi-cino all’ingresso principale proprio perché è la porta della vita nella fede.

Speranza: Ambone

La speranza è la virtù teologale per la quale deside-riamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fi ducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo. Si esprime e si alimenta nella preghiera, in modo particolarissimo nella preghiera del Signore, sintesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare. 3

L’ambone è il luogo dove si proclama la parola di Dio, ma è anche segno e motivo di gioia per chi la procla-ma e per chi l’ascolta: “Beato chi legge e coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in

Vista dell’altare e dell’ambone dalla sede del sacerdote posizionata nel presbiterio

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pratica le cose che vi sono scritte” (Ap 1,3). La lettura è un annuncio coinvolgente e induce a seguire e met-tere in pratica il messaggio, è un annuncio pasquale che riabilita l’uomo alla vita di grazia e alla speranza di una vita nuova che non conosce tramonto.L’ambone sta alla base del pilastro più basso perché è proprio tramite la Parola che si incarna in Gesù Cristo che Dio si avvicina di più agli uomini.

Carità: Altare e Tabernacolo

La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossi-mo come noi stessi per amore di Dio.4 L’amore di Dio raggiunge il suo apice nell’Eucarestia dove Egli off re il Suo corpo e il Suo sangue per noi. L’altare è il luogo del sacrifi cio per amore di tutti gli uomini. Il corpo e il sangue di Cristo sono custoditi nel tabernacolo che diventa segno della carità di Dio. L’altare e il tabernacolo sono posti alla base del pila-stro più ampio, cioè il vecchio campanile della Chiesa di Saint Charles.

Dialettica fra Geometria e Tessuto

Il linguaggio architettonico è quello di un equili-brio fra forme geometriche ben riconoscibili e for-me complesse derivate dalla tensione di un tessuto elastico. Per questo motivo alle forme morbide della tenda sono state affi ancate forme altrettanto mor-

bide nell’arredo urbano esterno, ma più squadrate e geometriche nell’architettura interna alla chiesa. Pa-rallelepipedi, cubi e cilindri si appoggiano e si interse-cano sotto la grande copertura curvilinea a tenda. In questo modo si equilibra l’istanza razionale e quella irrazionale che sono entrambe presenti nell’uomo di fede.

Percorsi Liturgici

I percorsi d’ingresso all’edifi cio di culto e soprattutto quelli al suo interno sono alla base dell’architettura sacra. L’ingresso è a un livello inferiore rispetto a quel-lo stradale, il fedele si vede costretto a scendere e ad andare sotto la tenda sacra. La discesa dispone a un atteggiamento di umiltà. Gli scalini portano ad una piazza coperta, un luogo intermedio fra l’interno e l’e-sterno che è molto importante per ambientare il frui-tore all’importanza dello spazio sacro in cui si accinge ad entrare.

La porta principale è all’interno di un lungo cilindro che crea un tunnel che si percorre prima di entrare o nell’area del battistero o nell’aula principale. L’ingres-so secondario è attraverso un parallelepipedo a base quadrata molto allungato. Il quadrato di base è in-scritto nella circonferenza del tunnel, creando così un rapporto equilibrato. Il tunnel è parzialmente tagliato dalle pensiline che collegano i fuochi liturgici, si intui-sce da subito l’ingresso in uno spazio policentrico.A questo punto il fedele può decidere se recarsi

Vista prospettica dalla passerella sopraelevata che collega il batti-stero al tabernacolo

Vista prospettica della struttura del campanile integrata con il ta-bernacolo: un parallelepipedo da cui si divampa un tessuto elastico rosso deformato da 3 croci

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Vista dall’interno del tunnel d’ingresso presso l’acquasantiera, si può notare il battistero posizionato alla base del pilastro sulla de-stra e la statua di San Carlo Borromeo sulla sinistra

Ingresso principale

nell’aula principale o sostare nell’area del battistero in cui arriva uno dei 3 pilastri che sostengono l’intera struttura.Uscendo dal tunnel d’ingresso verso il presbiterio si trovano le acquasantiere, ma non si entra subito nell’aula principale ci si ritrova prima una zona di ulte-riore fi ltro, infatti il matroneo presente al primo piano crea un soffi tto appena si sbuca dal tunnel facendo solo intravedere l’altezza della copertura.Infi ne si oltrepassa il matroneo entrando nell’aula della celebrazione vera e propria in cui l’altare con il campanile-pilastro-presbiterio-tabernacolo attrag-gono subito l’attenzione, in un secondo momento lo sguardo si sposta sull’altro pilastro inclinato alla cui base si trova l’ambone.

L’ingresso secondario è quello che porta alla cappella del Santissimo Sacramento. Queste porte rimarranno sempre aperte permettendo la preghiera individuale in qualsiasi momento. Nel corridoio si instaurano gli spigoli dei box contenenti le aule del catechismo e il vano scale creando un percorso più movimentato. Alla fi ne si trova l’ingresso alla cappella caratterizzata dal colore rosso della carità.

La processione d’ingresso del parroco con i chieri-chetti parte dalla sagrestia e arriva all’altare passando per l’ambone. Sia l’altare che l’ambone sono collegati fi sicamente al battistero tramite due passerelle sopra-elevate. Queste passerelle esplicitano il rapporto fra i fuochi liturgici e permettono una visuale preferen-

ziale sul battistero. Inoltre creano dei percorsi interes-santi per tutti i fedeli anche all’interno della struttura del vecchio campanile.

Disposizione Liturgica a Due Fuochi

La scelta della disposizione a due fuochi è stata una diretta conseguenza dell’impianto simbolico com-plessivo. Poiché ad ogni pilastro corrisponde un fuoco liturgico ne è scaturito un posizionamento dell’altare e dell’ambone molto lontani fra loro mentre l’assem-blea si dispone intorno. La disposizione delle panche è infl uenzata anche dalle linee di forza della struttura della copertura creando continuità fra le sedute e ciò che le sovrasta.

Design dell’Arredo Sacro

Anche per l’arredo sacro il linguaggio artistico è basa-to sull’equilibrio fra forme geometriche regolari e tes-suto deformato e stirato. In ogni elemento d’arredo vi è una componente razionale e una irrazionale. Le forme più curvilinee e complesse nascono comun-que da una forma regolare. Utilizzando software che simulano il comportamento di un tessuto elastico si è partiti da una forma geometrica regolare, inserendo negli angoli o in altre posizioni dei punti di ancorag-gio per il tessuto, il programma elabora l’azione delle forze fi siche del tessuto che si tende e sia adatta cre-ando la minima superfi cie possibile.

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Vista da Beechwood Avenue

Ingresso secondario per la Cappella Del Santissimo

Usando questa tecnica si è disegnato l’altare dove la forma geometrica è un parallelepipedo, mentre quel-la del tessuto nasce sempre da un parallelepipedo al quale si sono inseriti 4 punti di ancoraggio, uno per ogni angolo.

L’ambone è un prisma a base quadrata tagliato obli-quamente in sommità creando l’appoggio per la Sa-cra Bibbia, la superfi cie irregolare nasce sempre da un parallelepipedo sul quale sono stati inseriti 10 punti di ancoraggio posizionati in modo da creare un sup-porto alla struttura principale dell’ambone.

Il battistero ha la sua parte razionale in una semisfe-ra cava dove è contenuta l’acqua santa, mentre l’e-lemento irrazionale scaturisce da un prisma a base ottagonale in cui ogni spigolo è punto di ancoraggio in modo che la forma tradizionalmente del battistero viene stirata formando una grande vaca.Ha una forte rilevanza simbolica il fatto che l’acqua del battistero scaturisca direttamente da un rubinetto posto nel pilastro che diventa quindi allo stesso tem-po sorgente della fede e sostegno della chiesa. Inol-tre il design del rubinetto rimanda immediatamente all’immagine della tecnica squisitamente canadese dell’estrazione della resina d’acero per la produzione dello sciroppo d’acero. Questo è ancora più rilevante se si pensa che a poche centinaia di metri si trova l’u-nica foresta di tutto il Nord America che sia attrezzata per la raccolta dello sciroppo d’acero ubicata all’inter-no di un territorio urbano.

Il tabernacolo è l’elemento più particolare. Ha una base semplice, un parallelepipedo a base quadrata, dalla sua sommità parte una superfi cie complessa. Una tela rossa si ancora al tabernacolo e si innalza verso l’apice del campanile, lungo il tragitto di ascen-sione viene deformata da 3 croci che la stirano fi no a farla uscire dai confi ni della struttura del campanile. Una seconda superfi cie complessa di colore bianco trasparente si ancora agli spigoli della struttura di so-stegno del campanile e viene deformata dalle stesse 3 croci. In questo modo queste due superfi ci creano un gioco di volumi complessi e di trasparenze che ricor-da la fi amma che divampa perpetuamente dal taber-nacolo. Il punto in cui la tela rossa tocca il tabernacolo è simbolicamente l’unico punto in cui la tenda tocca terra acquistando un enorme signifi cato simbolico.Queste due superfi ci, una bianca e una rossa, fungo-no anche da presbiterio in cui la croce è sopra l’altare dando un senso di tensione drammatica.

Le panche rientrano all’interno del design comples-sivo, sono semplici e funzionali, hanno un accorgi-mento importante dal punto di vista simbolico: gli schienali sono di altezze diverse. La diff erenza degli schienali fa in modo che l’assemblea venga percepita non come una massa di persone indistinte, ma riporta più alla mente l’idea di tante sedie e di conseguenza il concetto che ogni fedele abbia il suo posto diverso e particolare all’interno del popolo della chiesa.

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Struttura del nuovo campanile integrata con la sommità preesi-stente, il tabernacolo e l’arrivo della passerella

Le Tracce della Storica Chie-

sa di Saint Charles

Dalla ricerca sulla parrocchia di Saint Charles emerge un evento storico importantissimo per la comunità franco-canadese cioè la fondazione dell’associazione segreta dell’Ordine di Jacques-Cartier che ha avuto luogo proprio in questa chiesa. Questo basterebbe per avere riguardo nel trattare questo edifi cio, ma bi-sogna aggiungere anche il legame di tutta la comuni-tà di Vanier anche per coloro che non sono cattolici o franco-canadesi. Il campanile è sicuramente l’elemento architettonico di maggiore rilievo, più caratteristico e che conferi-sce una forte identità al luogo. Si è cercato quindi di mantenere il più possibile le tracce della precedente chiesa per lasciare i segni della storia alle generazio-ni future. Questo atteggiamento di rispetto verso la storia è particolarmente importante in Canada dove gli edifi ci storici sono pochi e non c’è un vasto patri-monio culturale che possa dare un senso d’identità nazionale, bisogna quindi valorizzare al massimo ciò che rimane.

Il Campanile

La decisione di mantenere la sommità in stagno del campanile storico nasce anche da un’istanza simboli-ca: per costruire una chiesa contemporanea bisogna rompere con il passato, ma senza eliminarlo comple-tamente è più sensato integrarlo e trasformarlo nel

contemporaneo. Il precedente campanile diventa quindi un simbolo di continuità e legame con il pas-sato, con le origini della parrocchia di Saint Charles e con la storia della comunità franco-canadese. Da un punto di vista più generale il campanile è sim-bolo della tradizione della Chiesa che è una caratteri-stica peculiare del Cattolicesimo, uno dei punti fon-damentali che lo distinguono dal Protestantesimo, è quindi un segno forte che contraddistingue una chie-sa cattolica all’interno di un panorama così religiosa-mente variegato come il Canada.Il campanile ha anche un valore paesaggistico, è par-ticolarmente visibile e dà identità alla zona di Bee-chwood Avenue. Inoltre il suo rivestimento in stagno lo accomuna alle chiese che si trovano nel tragitto che collega il cimitero nazionale alla cattedrale. Su Patrick Street troviamo St Sainte Anne, poi St Brigid e infi ne Notre Dame Cathedral Basilica tutte chiese con le guglie dei campanili rivestite in stagno che brillano alla luce del sole.

Il Transetto

Nell’ampio lotto della chiesa ci deve essere spazio an-che per un edifi cio residenziale per allinearsi alle diret-tive di densifi cazione delineate nel Beechwood Com-munity Design Plan. Per lasciare un ulteriore segno della precedente chiesa si sono evdenziati gli spigoli dell’edifi cio del transetto con una struttura il legno. All’interno del nuovo edifi cio sarà collocata anche la canonica in modo che il legame con la storia sia ulte-

Lo storico campanile di Saint Charles viene inserito nella tensostrut-tura della nuova chiesa

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riormente sottolineato. Il volume viene poi riempito con un edifi cio a gradoni che soddisfa la legislazione corrente. Essendo un’Area della Via Principale (Main Street Area) non è permesso costruire edifi ci più alti di 2 piani che aff acciano su Beechwood Avenue e questi devono essere ad uso commerciale. Progettando un edifi cio a gradoni si ottiene la maggior superfi cie edi-fi cabile nel rispetto della piano urbanistico.

Le Fondamenta

Le fondamenta della chiesa rimangono e sono tra-sformate in parcheggio interrato. Questo non è irrile-vante, infatti la maggior parte dei fedeli si recherà alla messa domenicale in automobile. Parcheggiando nel luogo che fu il basamento della vecchia chiesa il fe-dele si sentirà all’interno di un percorso strettamente collegato alla chiesa sin dal suo uscire dall’auto.Trattando con un materiale grezzo e lapideo le pareti del parcheggio si potrà enfatizzarne la pianta a croce latina e la sensazione di trovarsi nelle antiche fonda-menta.

Modulazione della Luce Na-

turale e Artifi ciale

L’utilizzo della luce nell’architettura sacra è fonda-mentale. La scelta di utilizzare una copertura a tenda non può obbligare ad accontentarsi di una semplice luce omogeneamente distribuita. La luce è l’elemento

che Dio stesso ha utilizzato per descrivere Se stesso, ha un forte signifi cato simbolico e serve per enfatiz-zare i fuochi liturgici.Si è deciso di inserire un sistema di frangisole che per-mette di modulare la luce naturale esterna durante il giorno e integra al suo interno la luce artifi ciale che si accende durante la notte.Un pattern triangolare si modifi ca sulla superfi cie della copertura in modo da creare aperture maggiori dove la tenda si alza e si va ad attaccare ai pilastri di sostegno, chiudendosi nelle pareti laterali e nei punti più lontani dagli ancoraggi. In questo modo in corri-spondenza dei fuochi liturgici si avrà la massima illu-minazione e il fedele guardando in alto vedrà fi ltrare maggiormente la luce proprio nei punti più alti, quelli più vicini al Cielo, coerentemente con la simbologia del progetto della chiesa. Infatti con la sua morte e la sua Risurrezione Gesù Cri-sto ci ha “aperto” il cielo. La vita dei beati consiste nel pieno possesso dei frutti della Redenzione compiuta da Cristo, il quale associa alla sua glorifi cazione cele-ste coloro che hanno creduto in lui e che sono rima-sti fedeli alla sua volontà. Il cielo è la beata comunità di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui.5

Vista da Beechwood Avenue del nuovo edifi cio residenziale nel vo-lume del vecchio transetto della chiesa

Vista prospettica del presbiterio dalla pensilina che collega ambone e battistero, la luce esterna viene modulata attraverso i frangisole per raggiungere la massima intensità sopra i fuochi liturgici

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Vista prospettica dalla prima panca della cappella del Santissimo Sacramento, in alto a destra si può notare l’arrivo della pensilina

Vista da Barrette Street della rampa d’ingresso al parcheggio sot-terraneo

Note

[1] Chiesa Cattolica. (1999). Catechismo della Chiesa Cattolica. Città del Vaticano: http://www.vatican.va.[2] idem.[3] idem.[4] idem.[5] idem.

PROGRAMMA FUNZIONALE

Sulla base del Beechwood Community Design Plan; l’intervista al Parroco di Saint Charles, Padre Pascal Nizigiyimana; le direttive date dal Concilio Vaticano II per la progettazione delle chiese; si è proceduto a progettare spazi funzionali oltre che dall’alto conte-nuto simbolico.

La Cappella del Santissimo

Come richiesto dal parroco il progetto prevede una Cappella del Santissimo Sacramento aperta al pubbli-co 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.Questa particolare funzione ha avuto importanti rica-dute nella disposizione degli ingressi e nel percorso che i fedeli devono fare dal parcheggio sotterraneo fi no ad entrare nella chiesa. Nella piazza coperta sono situati due ingressi, uno circolare principale e uno quadrato secondario sempre aperto. Lungo il corrido-io si trova l’ingresso all’aula della celebrazione della messa, la porta dalla quale arrivano i fedeli che hanno parcheggiato nel sotterraneo e infi ne si arriva all’in-gresso alla cappella del Santissimo ben visibile per-ché di un materiale rosso. La cappella da 30 posti può essere utilizzata per le messe feriali, per le confessioni, ma soprattutto per la preghiera individuale. Il taber-nacolo e il tessuto rosso che lo sovrasta e lo collega al cielo creano uno spazio che favorisce il raccoglimento e l’elevazione dello spirito.

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Madonnina della chiesa di Marie Médiatrice.Luogo adibito alla preghiera alla Madonna all’esterno sotto la co-pertura a tenda della chiesa

Ingresso dal parcheggio della chiesa Our Lady of Mount Carmel

Il Parcheggio Interrato

Il parcheggio interrato ricavato nelle fondazioni della vecchia chiesa non ha solo un signifi cato simbolico.Il tema del parcheggio della chiesa è stato analizza-to con particolare cura perché nell’analisi sul luogo si è riscontrata una totale assenza della progettazione dei posteggi auto. Si è ritenuto che questo tema non sia trascurabile, anzi abbia una valenza maggiore ri-spetto a quella che ha ad esempio in Italia perché ad Ottawa la maggioranza dei fedeli si reca in chiesa in automobile. Mentre negli esempi delle chiese di Ot-tawa il percorso posteggio-ingresso è completamen-te lasciato al caso senza alcun tipo di progettazione, qui il percorso è stato studiato cercando di renderlo un avvicinamento alla celebrazione della messa.

La Statua della Madonnina

Dall’analisi delle chiese di Ottawa si è riscontrata la tradizione di porre una statua della Madonna nelle vicinanze della chiesa attorniata da panche in modo che potesse essere un punto di preghiera all’aperto, si è voluto continuare questa tradizione collocando la statua all’esterno, ma comunque sotto alla tenda.

Le Aule del Catechismo

I box sotto la grande copertura possono chiudersi con porte a soffi etto diventando aule o sale per bambini.

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Ingresso dal parcheggio della chiesa di St. JosephIngresso dal parcheggio della chiesa Resurrection of our LordIngresso dal parcheggio della chiesa Canadian Martyrs

Madonnina della chiesa Resurrection of our Lord Madonnina della chiesa Immaculate Heart of MaryMadonnina della chiesa di St. Patrick

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Copertura della cattedrale di San Francisco, Saint Mary.Fotografo: Liao Yusheng. Fonte: http://www.archdaily.com

Vista dell’esterno della cattedrale di San Francisco, Saint Mary.Fotografo: Liao Yusheng. Fonte: http://www.archdaily.com

SUGGESTIONI PROGETTUALI

Saint Mary’s Cathedral,

San Francisco, USA

1971, Architetto Pier Luigi Nervi

La cattedrale di San Francisco evoca l’unione fra cielo e terra. La grande copertura bianca, continua e com-plessa ha ispirato quella di Saint Charles, soprattutto nel pattern triangolare visibile dall’interno. Anche qui una grande volta è sostenuta da pochi pilastri, in que-sto caso quattro.

Sacra Famiglia, Salerno, Italia

1970, Architetti Paolo Portoghesi e Vittorio Gigliotti

Il progetto di Portoghesi non è stato un’ispirazione formale quanto simbolica e concettuale. Infatti l’idea che lo spazio e la forma stessa della chiesa potesse scaturire dal posizionamento dei fuochi liturgici e dal-la loro interazione è nata studiando questo progetto.Anche la presenza di lucernari circolari sulla copertu-ra è stata fonte d’ispirazione.

Good Shepherd, Fresno, USA

1982, Architetti L. Gene Zellmer Associates

Questa chiesa luterana è il primo edifi cio di culto pro-gettato con una copertura a membrana. Il rimando alla tenda è immediato, è interessante notare la rile-vanza iconica di questa chiesa luterana.

Gesù Redentore, Modena, Italia

2005, Architetto Mauro Galantino

La chiesa di Gesù Redentore è stata studiata per la di-sposizione assembleare a due fuochi.In questo caso le panche sono posizionate su una li-nea leggermente curvilinea che permetta una buona visuale dell’altare e dell’ambone da tutte le posizioni.

Centre Pompidou, Metz, Francia

2006, Architetto Shigeru Ban

Questo museo è stato preso come spunto per la co-pertura sinuosa sostenuta da una struttura che crea un pattern variabile. Si è studiato anche l’attenzione con cui elementi geometrici semplici come parallele-pipedi sono stati inseriti all’interno di una geometria complessa.

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Interno del Centro Pompidou-Metz.Fotografo:Olivier H. Dancy

Aula liturgica della chiesa del Gesù Redentore.Fonte: http://www.archisquare.it

Esterno del Centro Pompidou-Metz.Fotografo:Olivier H. Dancy

Chiesa luterana Good Shepherd.Fonte: Ishii, K. (1999). Membrane Designs and Structures in the Wor-ld. Tokyo: Shinkenchiku-sha Co. Ltd.

Aula liturgica della chiesa della Sacra Famiglia.Fonte: http://www.chiesacattolica.it

Il tracciato geometrico generatore del progetto di Portoghesi-Gi-gliotti della chiesa della Sacra Famiglia. Fonte: Nuove Teconologie, 1970

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Simulazione di membrana con Kangaroo, step 2

Simulazione di membrana con Kangaroo, step 1

ITER PROGETTUALE

Software di Simulazione Fisica

Per poter gestire la complessità delle tensostrutture è stato necessario utilizzare un software di simula-zione del comportamento fi sico delle membrane. In questo caso si è scelto Kangaroo una estensione di Grasshopper un plug-in di Rhinoceros. Sono stati fatti diversi tentativi prima di trovare la giusta grandezza della maglia e la giusta forza da applicare ai tiranti per ottenere una forma soddisfacente che permettesse la funzionalità dell’edifi cio.

Evoluzione della Planimetria

La nuova chiesa di Saint Charles è essenzialmente una unica grande copertura, questo ha creato problemi dal punto di vista della disposizione in pianta di tutte le funzioni e di conseguenza degli spazi necessari.Si è partiti con l’idea di avere dei veri e propri muri a delimitare lo spazio in pianta, ma questo avrebbe fatto perdere la forza iconica e simbolica di un’unica grande tenda, dall’ancoraggio ai pilastri fi no all’attac-co a terra coi tiranti. Dopo varie possibilità si è prefe-rito optare per dare maggiore coerenza all’opera ar-chitettonica trattando a membrana tutte le superfi ci e inserendo sotto l’unica grande copertura dei box

geometrici che permettessero di contenere le funzio-ni diff erenti.Unica eccezione è il muro ad altezza variabile e a for-ma di U rivolta verso Beechwood Avenue: una linea sinuosa che parte dal marciapiede ed invita ad entra-re il fedele, creando una piazza coperta, spazio fi ltro necessario.

Animazione

Si è proceduto all’elaborazione grafi ca di una anima-zione tridimensionale. Si è scelto questo strumento per comunicare il progetto per dare maggiore rile-vanza ai percorsi, tema fondamentale che ha guidato la progettazione. Grazie a un’animazione è possibile verifi care e comunicare le sensazioni spaziali che si proveranno nell’architettura costruita riproducendo-ne un modello virtuale dettagliato.

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Frame intermedio dell’animazione tridimensionale

Primo frame dell’animazione tridimensionale

Fase progettuale intermedia con l’utilizzo di muri perimetrali

Fase progettuale intermedia della planimetria

Simulazione di membrana con Kangaroo, step 4

Simulazione di membrana con Kangaroo, step 3

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sacristyreception

rectory

residence

underground parking

condo

hall

baptistery

altar

ambo

tabernacle

chapel

statue of Virgin Mary

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Ice Skating Rink, Monaco, Germania, 1983, Kurt Ackermann and Partners. Fonte: Ishii, K. (1999). Membrane Designs and Structures in the World. Tokyo: Shinkenchiku-sha Co. Ltd

L’elemento di bordo in relazione agli altri elementi distributivi inter-ni alla chiesa di Saint Charles

TECNOLOGIE

Elemento di Bordo

Optando per l’utilizzo di una tensostruttura ci si è ri-trovati con la necessità di ancorare i cavi lungo tutto il perimetro dell’edifi cio. L’attacco dei tiranti è relati-vamente delicato ed è meglio non renderlo facilmen-te accessibile. Per questo motivo si è progettato un elemento di bordo che è presente su tutto il perime-tro della chiesa creando un ostacolo al contatto acci-dentale con la struttura. Questo elemento è di legno e costituito da due geometrie create dall’estrusione lungo una curva di un rettangolo. La sezione rettan-golare, variando le sue dimensioni lungo la curva di estrusione, crea dei volumi diff erenti che possono es-sere utilizzati per svariate funzioni. Così in alcuni luo-ghi, come ad esempio la sagrestia, questo elemento si trasforma in un armadio o in una seduta. In altri spazi l’arredo di bordo diventa una scalinata, delle rampe con il corrimano o ancora nicchie in cui posizionare le statue dei santi.

Tensostruttura

Le tensostrutture sono molto delicate e complesse da progettare, ma permettono di creare un’architettura molto leggera che altrimenti sarebbe impossibile con

altri materiali.Sono stati realizzati molti grandi progetti con questa tecnica per questo ci sono svariati esempi a cui riferir-si e si può ritenere la struttura in questione realizzabi-le con alcuni semplici accorgimenti.La struttura è composta da 3 pilastri, 2 a forma di fuso ed inclinati e uno composto da 4 pilastri reticolari con-troventati a formare una torre particolarmente solida.A questi 3 pilastri è ancorata la struttura principale composta da cavi d’acciaio del diametro di 60 mm, a questi è vincolata una rete di cavi perpendicolari di un diametro di 11,5 mm.Gli esempi di strutture di questo genere sono svariati, ma sicuramente è da menzionare il grande maestro Otto Frei e il suo progetto per il padiglione tedesco all’esposizione universale tenutasi a Montreal (Cana-da) nel 1967.

Membrana

Sono presenti sul mercato diversi tipi di tessuto, per questo progetto si utilizza il tessuto di fi bra di vetro rivestito di PTFE perché è un multi-componente con una elevata durabilità e traslucenza grazie alla spal-matura in PTFE, che risulta molto stabile ai raggi UV e alla radiazione infrarossa. La membrana non può es-sere colorata, ma l’aspetto varia dal grigio sabbia del tessuto appena prodotto al bianco dopo circa sei mesi di esposizione all’esterno. Questo eff etto è dovuto all’esposizione ai raggi UV ed è quindi indispensabi-le che la membrana sia esposta alla radiazione solare

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Frangisole in legno appesi alla maglia di caviTensostruttura con tiranti e caviTessuto esterno

Pacchetto murario con isolante in poliestere. Meme Meadows Expe-rimental House, Hokkaidō, Giappone, 2012, Kengo Kuma and Asso-ciates. Fonte: Kengo Kuma & Associates

Meme Meadows Experimental House, Hokkaidō, Giappone, 2012, Kengo Kuma and Associates. Fonte: Kengo Kuma & Associates

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63

Page 68: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Studente: Giacomo Bergonzoni - Relatore: Prof. Alessio ErioliCorrelatori: Prof. Luigi Bartolomei, Ing. Giovanni Berti, Prof. Stephen Fai

Corso di Architettura e Composizione Architettonica III

(at)tendændo il Cielo - Progetto - Tecnologie

Università di Bologna - Scuola di Ingegneria e Architettura - Dipartimento di Architettura

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Caratteristiche tecniche dell’isolante in fi bra di poliestere riciclato.Fonte: Manifattura Maiano

in maniera omogenea. Il tessuto è non combustibi-le in condizioni normali. Viene comunemente usato nell’ambito dell’architettura tessile, garantisce ottime prestazioni di durata e inerzia chimica verso agenti atmosferici e la radiazione solare. La particolare tra-slucenza delle fi bre di vetro e la omogenea diff usione della luce lo rendono adatto laddove siano necessari elevati livelli di illuminamento negli ambienti coperti.La rigidezza delle fi bre di vetro e la diffi cile malleabi-lità del PTFE tuttavia lo rendono inadatto all’impiego in edifi ci temporanei o trasformabili che prevedono ripetuti piegamenti della membrana; la traslucenza è pari circa al 14% mentre la proprietà di rifl ettere i rag-gi solari è quasi del 74%. Viene largamente utilizzato per applicazioni in edifi ci di carattere permanente, in particolare per le coperture di stadi, aree fi eristiche e siti archeologici.1

Frangisole

I frangisole sono interni e di forma triangolare, vengo-no fi ssati con chiodi a una struttura in legno appesa ai cavi metallici della tensostruttura. Oltre ad avere funzione schermante sono anche utili per contenere al proprio interno l’isolante trasparen-te Per ottenere ogni pezzo diff erente dell’altro si può ricorrere all’utilizzo di macchine a controllo numerico per il taglio delle lastre di legno.

Isolante

La fi bra di poliestere è un isolante termico e un fono-assorbente, specifi catamente studiato per l’edilizia. Composto al 100% di poliestere proveniente in gran parte dalla raccolta diff erenziata, è un riciclato a bas-sissimo contenuto di energia grigia. Completamente riciclabile, non contiene sostanze tossiche, può essere maneggiato e posto in opera in totale sicurezza. Le caratteristiche tecniche e i contenuti ecologici ne fan-no il prodotto ideale per ogni genere di struttura ar-chitettonica. Mantenendo inalterate le proprie carat-teristiche meccaniche e di isolamento termoacustico, la fi bra di poliestere assicura al progetto un valore im-mutato nel tempo.Kengo Kuma and Associates nel progetto Meme Me-adows Experimental House a Hokkaidō ha elaborato un prototipo di casa con isolamento traslucido realiz-zato sempre con il poliestere. In questo modo le otti-me caratteristiche di fonoassorbimento, termoassor-bimento si sommano alla possibilità di far passare la luce naturale.2

Note

[1] Canobbio Textile Architecture (http://www.canob-bio.com)[2] Kengo Kuma and Associates (http://kkaa.co.jp/works/memu-meadows/)

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Ringraziamenti

Prima di tutto ringrazio la mia famiglia: Car-lo, Maria Grazia, Andrea, Sara, la nonna Sandra e lo zio Luca che mi hanno sempre dimostra-

to aff etto e mi hanno aiutato nei momenti più faticosi della mia carriera universitaria.Ringrazio Serena per la pazienza, il soste-gno e l’interesse verso il mondo dell’archi-

tettura che mi ha sempre dimostrato.Ringrazio il prof. Alessio Erioli per la sua compe-

tenza; il prof. Luigi Bartolomei che mi ha insegna-to come progettare e come criticare, rendendo le revisioni interessanti, fruttuose e divertenti.

Ringrazio il prof. Stephen Fai per la sua immensa accoglienza, per avermi dato l’opportunità di vive-re un’esperienza di studio e di crescita personale a

Ottawa; l’ing. Giovanni Berti per la sua disponibilità e sincera passione; il prof. Claudio Sgarbi perché senza di lui questa tesi non sarebbe stata possibile. Ringra-zio l’arch. Luca Ladinetti per avermi dato la possibili-tà di sperimentare la progettazione di una chiesa ac-compagnandomi all’ingresso nel mondo del lavoro.

Ringrazio tutti i miei compagni di università, ma-tricole dell’anno accademico 2006/7 per il clima di aiuto reciproco che hanno saputo creare, in

particolare i Five Core, Stefania, Stefano, Eleonora, Alessandro, Gianluca, Anna, Alice e Michelangelo.Ringrazio tutti gli amici della parrocchia di San Sil-

verio di Chiesanuova e del gruppo Scout Bologna 6° per avermi formato e affi ancato in questi sei anni.

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67

Page 72: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Ottawa

Bologna

Montreal

Toronto

Palermo

Rome

Milan

New York City

Vancouver

CANADAPopulation: 34’943’000Area: 9’984’670 Km2 Density: 3,41/Km2

PROVINCE OF ONTARIOPopulation: 12’851’821Area: 1’076’395 Km2 Density: 14/Km2

OTTAWAPopulation: 883’391Area: 512 Km2 Density: 1’724,4/Km2

Ottawa - Toronto

Ottawa - Vancouver

Labour Mobility insiede the Country every year: 200’000

ITALYPopulation: 60’813’326Area: 301’338 Km2 Density: 201,8/Km2

REGION OF EMILIA ROMAGNAPopulation: 4’429’766Area: 22’446 Km2 Density: 200/Km2

BOLOGNAPopulation: 383’949Area: 141 Km2 Density: 2’728,3/Km2

Bologna - Milan

Bologna - Palermo

Labour Mobility insiede the Country every year: 300’000

Km2

mo

insiede the Country every year: 300’000

45’ 200€ 2h 40€

1h30’ 70€ 27h 170€

9h 350€ 58h 200€210€

1h30’400 Km

4610 Km

210 Km

1290 Km

200€ 5h30’ 50€20€

Page 73: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

93% 1071519

147

31% 9% 4% 0%

Numberof CDs

Sparsely populated

Percentage of francophones

2006 Census Divisions (CDs)

Protestant Churches (absolute majority)

Roman Catholic Church (absolute majority)

Mixed Area (no absolute majority)

Ottawa

Ottawa

QUEBEC

ONTARIO

MANITOBA

SASKATCHEWAN

ALBERTA

NUNAVUTNORTHWEST TERRITORIES

YUKON

BRITISH COLUMBIA

NEW FOUNDLAND AND LABRADORC

PRINCE EDWARD ISLAND

NUOVA SCOTIA

NEW BRUNSWICK

Montreal

Toronto

Vancouver

No religious affiliation

Other Religions

Oriental Religions

Sikhism

Hinduism

Buddhism

Judaism

Shiah and Sunni Islam

Other Cristian Churches

Orthodox Churches

Protestant Churches

Roman Catholic Church

OTTAWA-GATINEAUPopulation: 1’063’664

Exhibition “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

CANADAPopulation: 34’943’000

Exhibition “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

ITALYPopulation: 60’813’326

EURISPES 2009

Exhibition “GOD(s) A user’s guide”, Canadian Museum of Civilization 2012

Page 74: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Parliament Hill

Shopping Mall

N

0 500m

Catholic ChurchProtestant ChurchOrthodox ChurchIslam CentreSynagogueBuddhist CentreOther confessionsCathedralCemeterySt CharlesTraditional Main Street (City of Ottawa Zoning By-law)

NATI

ONAL

Protestant Churches:- Anglican- United Church of Canada

Evangelical Protestant: - 2/3 Presbyterian, - Methodist, - Congregational Churches

- Presbyterian- Lutheran- Baptist- Pentecostal

Other confessions:- Jehovah's Witnesses- Scientist- Salvation Army- Sacred Chapel for all religions

QUEBEC

ONTARIO

Page 75: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

QUEBEC

ONTARIO

N

1

2

2

1

1

2

34

5

5

3

1

2

23

4

5

1

12

2

3

5

41

French Parish

English Parish

National Parish

Special Parish

Closed Parish

Cemetery

Civil Monument

St Charles

Traditional Main Street

Saint Patric St-Beechwood Av

2

Page 76: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

1. St Jean Baptiste 1. St Patric’s Basilica 1. St Anthony (Italian)

2. Sacre Coeur 2. St Charles (closed)

5. Notre Dame de Lourdes

1. Notre Dame (Catholic)

2. Beechwood (National)

3. Marie Médiatrice

4. St Sebastien

3. St Joseph 3. Holy Korean Martyrs

4. Assumption of Virgin Mary

5. Our Lady of Mount Carmel

2. St Theresa

1. Notre Dame Cathedral

2. St Clement (Latin Mass)originally Ste-Anne

1. St Brigid (Irish Cultural Centre) 1. Parliament Hill

2. Canadian War Museum

3. Canadian Museum of Nature

4. ByWard Market

5. National Art Gallery

2. St Hyacinth (Polish)

FRENCH PARISH ENGLISH PARISH NATIONAL PARISH SPECIAL PARISH CLOSED PARISH CEMETERY CIVIL MONUMENT

Page 77: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Sainte Anne (today St. Clement) Saint Charles Assumption of the Blessed Virgin Mary Notre Dame Cathedral Basilica Resurrection of Our Lord

St. Joseph St. Theresa of Child Jesus St. Brigid Holy Cross

St. Patrik Basilica Saint Thomas d’Aquin Saint Francois d’Assise Notre Dame de Lourdes

Saint Jean BaptisteSt. Hyacinth Sainte Genevieve St. George Sacre Coeur

Saint Sebastien

Immaculate Heart of Mary

Page 78: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Francophones on1971 (2006 Census) Francophones on 2006 (2006 Census)

Percentage of Francophones (2006 Census) Percentage of the Population in Low Income (2006 Census)

CentretownGatineau

Vanier

Rockcliffe Park

Lindenlea

Manor Park

Overbrooke

New Edinburg

Little Italy

Chinatown

The Glebe

Old Ottawa East

Sandy Hill

Lowertown

QUEBEC

ONTARIO

Centretown

Gatineau

Vanier

Rockcliffe Park

Lindenlea

Manor Park

Overbrooke

New Edinburg

Little Italy

Chinatown

The Glebe

Old Ottawa East

Sandy Hill

Lowertown

QUEBEC

ONTARIO

QUEBEC

ONTARIOQUEBEC

ONTARIO

kerbrookok

Numberof CTs

Census Subdivision

Major road

10.0% to 19.9%

20.0% to 33.2%

33.3%+ 15

41

55

138< 10.0%

CMApercentage

11.7%

Not available 2

Census Subdivision

Census Tract

1 dot represents 500 francophones

St. Charles

38

27

45

138

3

98%

78%

53%

26%

0%

Numberof CTs

Census Subdivision

Major road

Not available

Page 79: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

1908St Charles Church was built on a wooded lot donated by J.C. Keefer since Notre Dame de Lourdes and Saint Anne d’Ottawa churches were too large. First priest was Father Louis Marie

Fillaudeau

2007St Charles Church closed

for static problems

1969St Charles Church under-went extensive renovations and lost most of its decora-tions, gaining a more

modern and sober look

1996St Charles was again an autonomous parish with an enlarged territory. The parish began to host the

Congolese community

1961Father Francois-Xavier

Barrette die.

1965Dissolution of the Ordre de Jacques-Cartiermay. At its peak, the Ordre had 11000 members. They demand and obtain: bilingualism in Canadian currency and forms of unemployment insurance, services in French companies utilities, many French ecclesiastical appointments in schools and parishes across the

country

1926The secret society of the Commandeurs de l’Ordre de Jacques- Cartier was formed at the presbytery of Saint-Charles Parish by François-Xavier Barrette and a small group of French Canadian civil servants. The mandate of this exclusively male society was to ensure the public interest of the Frenchspeaking Catholics

in Canada1912

The first parish priest left the parisht o become the Superior at the Montfortain House in Dorval, near Montreal. His replacement was Father Francois-Xavier

Barrette

1890sSlowly, a number of pioneers arrived, mostly of French Canadian origin. They settled south of this road and established the

village of Clarkstown

1870sBeechwood Avenue is one of the main thoroughfares of Quartier Vanier. It appears on maps since 1870s. It was used mainly to reach the Protestant cemetery which bore the

same name.

1980sThe neighbourhood and parish population was declining as young families were moving to the rapdly developing suburbs of Ottawa. The parish was marged with two other neighboring

parishes

1909The villages of Janeville, Clarkstown and Clande-boye would be joined together in the new village of Eastview, former name of Vanier

1913Eastview was incorpo-rated as a town. By this time, it had reached a population of 3,169

inhabitants

1949Eastview High School, the first canadian bilingual public high school, found-ed in 1969, became Ontario’s first totally French-speaking public

high school.

1969The village of Eastview was renamed Vanier, after Georges-Philéas Vanier, Canada’s first French Canadian Gover-

nor General. Population: 20,000

area: 2.7 Km2

It was one of the most densely populated communities in Canada

2001Vanier was amalgamat-ed with the City of Ottawa, becoming one of Ottawa’s neighbour-

hoods

1921Streetcars on Beechwood Avenue, and this attract-ed several businesses and

restaurants

1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

VANIER

SAINT

CHARLES

Page 80: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

2 3

Rockcliffe Parck founded in 1864, Heritage Conservation Districts since 1998

Post-war Veterans’ homes, 1940

Former Eastview Public School (now École secondaire publique L'Alternative), 1910

El Meson Restaurant, 1900

2

1

43

4

1

Heritage Conservation Districts

Buildings listed on the Heritage Reference List

Buildings under the Ontario Heritage Act

Traditional Mainstreet area defined in the Official Plan as "streets that offer some of the most significant opportunities in the city for intensification through more compact forms of development, a lively mix of uses and a pedestrian-friendly environment. These are developed primarily before 1945.”

Page 81: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

Vanier

Lindenlea

New Edinburgh

Lowertown

Rockcliffe ParkCathedral

Cemetery

Richelieu Park

00 110000mm N

neighborhoods boundaries

mixed use (shops, offices)

City of Vanier boundaries (until 2001)

Traditional Main Street area

restourants, fast food, pubs

grocery stores

playgrounds

schools

senior housing

parks

St Charles Church

8

9

10

13

4 5

7

6

2

Page 82: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

1 5 9

102 6

3 7

4 8

typical village-style houses

Optimiste Park playground

National and Military Beechwood Cemetery

Sugar Shack inside the maple forest of Richelieu Park

Page 83: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

altar/altare

ambo/ambone

tabernacle/tabernacolobaptistery/battistero

Charity/Carità

Men/Uomo

Charity/Carità

Faith/Fede

Faith/Fede

Hope/Speranza

Hope/Speranza

God/Diotent/tenda

Canadian Roots Wedge Tent/Tipi

Nomadism/Immigration

Shekinah

Canadian Society

Salvation History

Storia Canadese

Società Canadese

Storia della Salvezza

ndo il Cielo(at)tendæstretching the Sky

The Word became flesh and made his dwelling among us E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi

tented Sky/attendando il Cielo+

waiting the Sky/attendendo il Cielo+

stretching the Sky/tendendo il Cielo=

(at)tendændo il Cielo

Page 84: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa
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Università degli Studi di Bologna - Scuola di Ingegneria e ArchitetturaCorso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura - Dipartimento di ArchitetturaTesi di Laurea in Architettura e Composizione Architettonica

Relatore: Prof. Ing. Alessio ErioliCorrelatori: Prof. Luigi Bartolomei, Prof. Stephen Fai, Ing. Giovanni Berti stretching the Sky

(at)tendændo il Cielo

FLOOR 0scale 1:200

02

A

B

B

A

-1 m

0 m

0 m

+0.5 m

+0.5 m

-0.2 m

-2.7 m

+0.5 m

-0.2 m

north elevation

west elevation

east elevation

chapel

rectory

sacristy

Virgin’ statue

nursery

meeting rooms

baptistery

ambo

presbytery

Page 86: (at)tendaendo Il Cielo, progetto per una chiesa a Ottawa

north elevation

west elevation

east elevation

A

B

B

A

-1 m

0 m

0 m

+0.5 m

+0.5 m

+2 m

+2 m

-0.2 m

-2.7 m

+0.5 m

-0.2 m

choir

chapel

rectory

sacristy

matroneum

baptistery

ambo

presbytery

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(at)tendændo il Cielo

FLOOR 1scale 1:200

03

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(at)tendændo il Cielo

FLOOR -1scale 1:200

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East Elevation

West Elevation

North Elevation

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(at)tendændo il Cielo

ELEVATIONS

05

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Sezione CC

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SECTION A-Ascale 1:100

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(at)tendændo il Cielo

SECTION B-Bscale 1:100

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1

1

1

2

2

2

2

3

455

5

6

6

7

8

9

10

10

11

12

13 14

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01 roof: Fiberglass PTFE02 Welding seam03 Synthetic resin section04 Drip cap05 Bolt M806 Boundary cable 60 ø07 Boundary caple clamp metal08 Bolt M20x120 10.909 Nut M20 10.910 Cable net 11.5mm11 Clamp metal12 Cable net clamp metal13 Nut DIN 98014 Insulated disc15 Synthetic resin spacer16 Bolt DIN931 M16x110-8.817 Pulley18 Z-shaped steel plate19 Polyester insulator20 Timber 4x6cm21 Nail22 Wood panel23 Steel plate 200/60x824 Joint steel plate25 Bolt M8

01 Fiberglass PTFEIt is a commonly used fabric in textile architecture that provides excellent performance in terms of durability and chemical inertness to atmospheric agents and solar radiation. The particular translu-cency of the glass fibers and the homogeneous diffusion of the light make it suitable where high levels of illumination are required in the covered environments.

ExampleGood Shephard Luteran Church, Fresno, USA, 1982L.Gene Zellmer Associates

19 Polyester insulatorBetween the two layers (external membrane and internal wood), a polyester insulator recycled from PET bottles is inserted that pene-trates the light. This composition is based on the idea that by convecting the air in-between, the internal environment could be kept comfortable because of the circulation. Moreover this insulator is transparent so the natural light can filter during the day and the artificial light can be seen from outside during the night.

ExampleMême residence, Hiroo District, Japan, 2012Kengo Kuma

10 Cable net

ExampleGerman Pavillion in EXPO’67, Montreal, Canada, 1967Frei Otto, Rolf Gutbrod

20 Timber

ExampleIce Scating Ring, Munich,

Germany, 1983Kurt Ackermann and Partner

Università degli Studi di Bologna - Scuola di Ingegneria e Architettura Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura - Dipartimento di ArchitetturaTesi di Laurea in Architettura e Composizione Architettonica

Relatore: Prof. Ing. Alessio ErioliCorrelatori: Prof. Luigi Bartolomei, Prof. Stephen Fai, Ing. Giovanni Berti stretching the Sky

(at)tendændo il Cielo

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