Young at Art

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YOUNG AT ART 22 YOUNG AT ART curatori Massimo Garofalo e Andrea Rodi

description

ll catalogo delle prime 3 edizioni del progetto espositivo itinerante Young at Art indetto dal MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Transcript of Young at Art

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22Collana “Quaderni del Museo”

MACA

Museo Arte Contemporanea Acri

Città di Acri

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Young at ArtMACA Museo Arte Contemporanea Acri

Silvio Vigliaturo, direttore artistico

Boris Brollo, curatore esterno

Curatori delle mostre

Massimo Garofalo

Andrea Rodi

Organizzazione e coordinamento

Oesum Led Icima

Rapporti con gli organi di informazione

Federico Bria, Ufficio Stampa BCC Mediocrati

Andrea Rodi, responsabile Ufficio Stampa MACA

Collaboratori

Antonella Algieri

Ermanno Benna

Pierangelo Cauda

Antonio Tancredi

Valerio Vigliaturo

Claudio Zucca

Giulia Zucca

Zucca Grafica - Pessione, Torino

Stampa:

Stabilimento Tipografico De Rose, Montalto Uffugo, Cs

Comune di San Demetrio Corone

Collegio Sant’Adriano

On.le Cesare Marini, Sindaco

Salvatore Mauro, Consigliere Comunale delegato alla Cultura

Serafina Loricchio, Responsabile Settore Cultura

Comune di Oriolo

Palazzo Giannettasio - Casa della Cultura

Giorgio Bonamassa, Sindaco

Vincenzo Diego, Vicesindaco delegato alla Cultura

Antonella Accattato, Domenico Carelli, Coordinamento

ISBN 978-88-97677-55-0

Oesum led icima - edizione 2014

Regione Calabria

Cultura

Partner:

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MILIZIA

Sin dalla nascita del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), nel giugno del 2006, uno dei nostri principa-li obiettivi è stata la promozione del territorio locale e regionale, attraverso una serie di eventi e mostre cheaprissero le porte del museo agli artisti che di quello stesso territorio sono i portavoce. Dopo aver dato vitaa una serie di mostre dedicate a dei maestri, noti o dimenticati, dell’arte calabrese del secondo Novecento(Luigi Le Voci e Francesco Guerrieri, tra gli altri), abbiamo sentito la necessità di tentare una ricognizione, lapiù ampia possibile, della scena artistica della Calabria e, in particolare, dei suoi rappresentanti più giovani,quelli che in ambito artistico vengono definiti gli “emergenti”. Sin da subito ci siamo accorti della vivacità edella diversità di approcci e proposte dei giovani talenti calabresi. Fare una sola mostra all’anno, all’internodegli spazi statici di un museo, con tanta ricchezza e creatività a disposizione, ci è apparso limitativo. Ladecisione presa è stata quella di trasformare il MACA da spazio statico a promotore attivo del territorio,facendo uscire il museo da se stesso e interagendo e instaurando dei rapporti di scambio culturale conaltre realtà, grandi e piccole, a livello regionale e nazionale. Abbiamo scoperto spazi espositivi non conven-zionali, ma dall’immenso fascino, come il Collegio Sant’Adriano di San Demetrio Corone, comune in provin-cia di Cosenza, con cui abbiamo collaborato per le due prime edizioni, o l’Imbiacheria del Vajro di Chieri(To), prima sede “torinese” del progetto Young at Art, o, ancora, ultimo solo in ordine di tempo, dato cheospiterà la mostra conclusiva dell’edizione 2014, Palazzo Giannettasio, messo a disposizione dal Comunedi Oriolo (Cs) . Portare, quest’anno, il MACA e i suoi giovani artisti dalla provincia alla città, con la mostrapresso il MAM (Museo delle Arti e dei Mestieri) di Cosenza, ci è sembrato un percorso naturale. Con il pas-sare delle edizioni abbiamo sentito la necessità di crescere e di dare la possibilità agli artisti partecipantiall’iniziativa di esibirsi su di un palcoscenico unico in Italia per numero di visitatori, appassionati e addetti ailavori. L’incontro con l’importante manifestazione Paratissima, una via di mezzo tra la vibrante atmosfera diun festival e la qualità dell’offerta di una fiera d’arte contemporanea di alto livello, è stato, e ancora è, il cul-mine di questo percorso di promozione artistica e territoriale. Il progetto Young at Art è nato come unesperimento, ma si è trasformato e perfezionato in corso d’opera diventato una priorità della programma-zione artistica del MACA, allo stesso livello delle grandi mostre che proponiamo annualmente, e continue-rà a esserlo negli anni a venire, convinti che la promozione attiva del territorio sia parte essenziale e impre-scindibile di un’idea nuova e veramente contemporanea di museo.

Silvio VigliaturoDirettore artistico del MACA

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Giunti alla terza edizione, abbiamo pensato fosse arrivato il momento di fare un primo bilancio. Per questo motivo,l’edizione 2014 del progetto espositivo itinerante Young at Art è corredata da questo catalogo che, oltre agli ottoartisti che partecipano quest’anno, presenta i lavori e gli artisti che hanno fatto parte delle due prime annualità,per un totale di ventisette giovani talenti originari della Calabria. Sin dalla prima edizione, nel 2012, è stata nostraintenzione identificare gli artisti che prendono parte al progetto con i prodotti del territorio fertile in cui sono natie di cui, come ogni frutto della terra, sono un’importante manifestazione. Per la prima edizione, si era pensato di intraprendere una ricognizione mirata ai soli artisti residenti nel territoriocalabrese – da qui il titolo I Stay Here (Io rimango qui), ripreso da quello di una serie fotografica realizzata da unoprotagonisti della mostra, ma rappresentativo del pensiero e del forte legame con le proprie origini di tutti gli artistiscelti e di quelli che hanno voluto partecipare al concorso – che non avessero ancora compiuto i trentacinqueanni di età.Nel 2013, in occasione della seconda annualità del progetto, pur mantenendo l’essenziale sbarramento anagrafico,abbiamo deciso di aprire le porte anche ai giovani talenti che hanno scelto, per un motivo o per l’altro, diemigrare e ora operano in un’altra regione o in un altro Stato. L’abbiamo fatto con la ferma convinzione che inun’opera d’arte siano sempre e comunque presenti la storia e le radici di chi l’ha realizzata. Da qui il sottotitolodell’iniziativa: Home is Where the Art is (La casa è dov’è l’arte), dove la parola Art si va a sostituire ad Heart (cuore),sottolineando l’aspetto vitale e passionale della creatività artistica.Quest’anno, il sottotitolo We Art Calabria – dove Art (Arte) va a sostituire tanto il verbo essere (Noi siamo laCalabria), quanto Heart, traduzione inglese di Cuore (Noi amiamo la Calabria) – esplicita l’intenzione di trovare neigiovani artisti il volto e l’anima di una terra che sta vivendo un profondo rinnovamento. Noi siamo convinti che lafertilità di una territorio si misuri non solo dalla qualità dei suoi prodotti, ma anche dalla loro diversità e che proprioda questa diversità derivi il rinnovamento. Per questo motivo, anche quest’anno, abbiamo deciso di selezionareun gruppo di artisti decisamente eterogeneo che copre pressoché l’intera gamma delle possibilità espressivedell’arte contemporanea. Abbiamo altresì deciso di premiare la dimensione progettuale dei lavori selezionati,evidenziando la capacità di ciascun artista di portare avanti un discorso maturo e in grado di evolversi nel tempo,pur mantenendo un’importante coerenza concettuale.In questi primi tre anni, il progetto Young at Art, promosso dall’associazione culturale Oesum Led Icima in colla-borazione con il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), ha promosso l’operato di ventisette giovani talentidella scena artistica calabrese attraverso dieci mostre realizzate in cinque spazi espositivi diversi, perseguendol’obiettivo, non scontato, di far incontrare glia artisti e le loro opere con un pubblico il più ampio possibile. Il talento dei ventisette giovani artisti, e l’elevata qualità delle opere che hanno messo a disposizione del progetto,ci hanno permesso di pensare alle varie occasioni espositive come ad altrettante vetrine allestite appositamenteper mettere in risalto le diversità di un territorio particolarmente ricco e fertile, scegliendo degli esponenti di formeespressive tra loro eterogenee, convinti che proprio questa diversità sia l’indizio principale della ricchezza dellaCalabria artistica, che sta finalmente cominciando a credere in se stessa e nelle proprie potenzialità, e in cui noicrediamo ogni anno di più. Ventisette giovani talenti per ventisette linguaggi nuovi che raccontano della freschezzadi un territorio in rinascita.

Massimo Garofalo e Andrea Rodi

Il Collegio Sant’Adriano, istituito nel 1794 da Federico IV di Borbone, è stato per molti anni unfaro di cultura il cui raggio di luce andava ben oltre il comune di San Demetrio Corone, diventando un

riferimento educativo nell’ambito degli studi umanistici e teologici per l’intera Calabria. “Fucina di diavoli” lo definiro-no i Borboni, per via della partecipazione di parecchi suoi studenti e insegnanti ai moti risorgimentali calabre-si con non poco contributo di sangue versato per l’Unità d’Italia. Il Collegio fu a lungo un luogo di illuminazioneintellettuale, in cui nascevano e fermentavano delle idee forti e coraggiose, capaci di criticare e combatterel’oscurantismo culturale e la pavidità da esso generata. Non è forse questo uno degli scopi principali della cultu-ra in genere e, nello specifico, dell’arte contemporanea? Sin dall’avvento delle avanguardie del ‘900, l’arte ha tro-vato il suo motore primario nella critica e nella messa a nudo delle incongruenze e dei problemi della società,ponendosi, in molti casi, in contrasto con le istituzioni e il loro pensiero dominante. Proprio come accadde aglistudenti e agli insegnanti del Collegio, che si scagliarono contro i Borboni in difesa degli ideali dell’UnitàNazionale. Non c’è modo migliore, dunque, per ricordare il glorioso passato culturale della Città, che farlo rivive-re attraverso la presenza, all’interno delle sue mura più rappresentative, di alcuni dei nomi più importanti e signi-ficativi della ricca stagione artistica del secondo ‘900: i protagonisti dei movimenti artistici che, allora, rappre-sentarono al meglio l’esigenza di cambiamento, rinnovamento estetico e poetico e la necessità di rivoluzionare l’ar-te dall’ interno, superando gli accademismi statici e vetusti e contribuendo alla liberazione della creatività dai suppor-ti e dai linguaggi tradizionali. La presenza di questi artisti rivoluzionari diventa ancor più interessante nel momen-to in cui essa viene affiancata a quella di una collezione di giovani talenti originari della nostra Regione, facendorinascere il fondamentale binomio allievo-maestro, connaturato a questi spazi intrisi di storia. L’augurio è che la VIIedizione della Biennale d’Arte Contemporanea “Magna Grecia” faccia scaturire un nuovo dialogo tra i grandinomi del passato e i giovani talenti del futuro. Young at Art, faccia sì che le opere dei primi trasmettano ilcoraggio e la spregiudicatezza dei loro autori ai secondi.

On.le Cesare Marini, Sindaco Città di San Demetrio Corone

2013

Questa iniziativa si colloca all’interno di una più ampia strategia di valorizzazione del nostropatrimonio storico-artistico, finalizzata ad ampliare l’offerta culturale attraverso approcci differen-

ziati, aprendoci a particolari segmenti dell’arte, come appunto quella contemporanea, in sinergia con le prin-cipali istituzioni che la promuovono non solamente in ambito regionale. In tale prospettiva nasce la collabo-razione con l’associazione culturale Oesum Led Icima - cui è promotrice degli eventi del Maca – sotto la dire-zione artistica del Maestro Vigliaturo. Young at Art approda così anche ad Oriolo. Gli spazi settecenteschi di Palazzo Giannettasio, nel cuore delcentro storico, dialogano con l’espressione più vivace e attuale dell’arte calabrese: una suggestiva fusione tranuovo e antico, premessa di un processo di contagio culturale, stimolante e fecondo per il territorio. We Art Calabria!

Giorgio Bonamassa,Sindaco Città di Oriolo

2014

Salvatore MauroConsigliere comunale delegato alla Cultura

Città di San Demetrio Corone

Vincenzo Diego Assessore alla Cultura, Città di Oriolo

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2012Young at Art. I Stay Here

MACA Museo Arte Contemporanea Acri14 aprile - 27 maggio

COLLEGIO SANT’ADRIANO, San Demetrio Corone (Cs) “Aspettando la Biennale” 28 luglio - 19 agosto

MACA Museo Arte Contemporanea Acri “Esperimenti Dada” 15 settembre - 6 ottobre

IMBIANCHERIA DEL VAJRO, Chieri (To) “Young at Art(issima)” – 10 - 25 novembre

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Walter Carnì (Siderno, 1979), vive e lavora a Milano, consegue la Laurea all’Accademia di Belle Arti diBologna, nel 2005. Le installazioni di Carnì trovano la loro origine nell’estrema attenzione che l’artista volge alla materia e allesue infinite declinazioni. Dopo un iniziale approccio al gesso, al polistirolo e alla resina, indirizza succes-sivamente la sua ricerca ai materiali di recupero, intesi come materia capace di riscattare il lavoro manualedell’artista. Le sue opere sono contraddistinte da un forte impatto visivo che nasce dall’abilità nel ricono-scere e sfruttare al meglio la teatralità dello spazio a sua disposizione. Da subito si rende conto che ancheun pavimento, nella sua bidimensionalità, può essere qualcosa d’altro rispetto a come appare. La comuni-catività delle opere di Carnì è un altro loro aspetto fondamentale, lampante sin dai titoli, spesso ironici ecapaci di creare uno spiazzante senso di ambiguità, e ricercata ulteriormente nel loro aspetto relazionaleche nasce dall’idea che l’arte debba sempre farsi tramite di un messaggio.Nel 2009, viene selezionato per partecipare alla II Biennale d’Arte Giovani – Proposte d’Arte Urbana diBologna e alla Biennale Arte Giovani di Gambettola (FC). Nel 2009 realizza il Monumento ai Caduti per ilcomune di Caulonia e, l’anno successivo, il Busto di Tommaso Campanella. Tra l’aprile 2009 e il maggio 2010partecipa alla mostra Forward>>Looking presso gli spazi espositivi Macro Future di ROMA.

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Giuseppe Lo Schiavo (Vibo Valentia, 1986) vive e lavora a Londra. Studia Architettura all’Università LaSapienza di Roma e si specializza in Architectural 3d Visualization. L’unione tra la moderna computer gra-fica e la fotografia rende possibile la realizzazione delle sue sperimentazioni. Per l’artista la macchina foto-grafica è il braccio del pittore, prima che del fotografo, pronto a dare forma al suo immaginario, nel tenta-tivo di svincolare il mezzo fotografico dalla realtà.I Stay Here è la realizzazione visiva e artistica di una presa di posizione di Lo Schiavo nei confronti dell’emi-grazione forzata dei giovani dal Sud Italia. Avere i piedi piantanti, come radici, nel fertile terreno calabresenon significa abbandonarsi a un avvenire compromesso. Qui si può sognare, arricchendo i proprio sognicon il nutriente humus di questa terra, come fa l’artista in Levitation, giocando con le suggestioni surrealistedi matrice magrittiana. I lavori di Lo Schiavo sono stati scelti per numerose mostre in musei e gallerie a livello internazionale, tra cuila Saatchi Gallery di Londra, l’Aperture Foundation di New York e La Mixer Gallery di Istanbul. Nell’autunno2014, lo spazio espositivo Burning Giraffe Art Gallery gli dedica la sua prima personale, dal titolo BeyondReality. Beyond Photography. La stessa mostra verrà riproposta, nell’inverno 2014-2015, presso la Galleriaper la fotografia contemporanea Ingo Seufert di Monaco di Baviera.

I Stay Here A

Levitation – Partenone10_11

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aoArmando Sdao (Rogliano, 1979) si dedica alla pittura sin dalla giovane età. La serie di opere proposta perYaA si riallaccia alla poetica delle Nature Morte di Giorgio Morandi. Se il grande pittore bolognese avevarinnovato il tema della natura morta sostituendo degli oggetti d’uso quotidiano alle più consuete figure difrutta o fiori, Armando Sdao trova nei giochi, nei palloni e nelle biglie, i suoi soggetti prediletti. L’artista man-tiene la stessa atmosfera di solitudine tipica dei dipinti di Morandi, pur rendendola attraverso un stile iper-realista in cui le tinte accese e i giochi di luci e ombre la fanno da padroni. Gli oggetti appaiono dimenti-cati, abbandonati frettolosamente da un bambino che ha trovato di meglio da fare che giocare con essi,simboli perfetti di un’epoca tramontata di recente, soppiantata dalla virtualità e dalla frenesia dell’era delgioco digitale, ma che appare già antica di secoli. Accarezzati dal sole come reperti riaffiorati dal terreno,attendono che qualcuno si ricordi di loro, che li raccolga, o che un piede li calci, come accade inSupersantos, restituendogli la loro funzionalità e, al contempo, una ragione d’esistere.La prima personale di Sdao risale al 1999, presso l’associazione Il Graffio. Successivamente le sue operevengono esposte in ordine cronologico alla galleria Marano di Cosenza, alla galleria Rosso Cinabro di Roma,alla galleria L'incontro di Torino e alla New Art Gallery di Cosenza.

Le cose perdute

Supersantos

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Valentina Trifoglio (San Lucido, 1987) consegue il Diploma in Arti e Discipline dello Spettacolo pressol’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nel 2010. I lavori in mostra fanno parte di un ciclo di performance e fotografie intitolato Stati d’animo, che nasce daun tentativo atto a esprimere sensazioni, emozioni, talvolta disagi “utilizzando” il corpo, l’involucro delnostro essere, che ci permette il contatto con il mondo e talvolta il distacco da esso. L’intenzione di que-ste figure mimetizzate, avvolte da luci, colori e tratti grafici, è quella di fondersi nel contesto, creando un’in-terazione con lo spettatore e lasciando spazio al suo io, in uno scambio reciproco di intimità emotive. Lapoliedricità di Valentina Trifoglio risiede in una mescolanza di tecniche capace di abbattere i confini tra lediscipline. Il processo di realizzazione inizia con l’esecuzione a mano libera di segni puramente istintivi,che in seguito vengono traslati su diapositive; dopodiché, su alcune di esse l’artista agisce incidendoledirettamente, o applicandovi all’interno dei piccoli oggetti. Le stesse vengono successivamente proiettatesu uno o più corpi completamente dipinti di bianco e uniformati al fondo, così da trasformarsi in schermoo tela.Partecipa alle edizioni del 2008 e del 2011 della mostra Zone Scoperte, presso il palazzo della Provinciadi Catanzaro e al Museo Venanzio Crocetti di Roma. Sempre nel 2011 vince il premio Limen Arte – PromesseCalabresi di Vibo Valentia.

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ri Giuseppe Vecchio Barbieri (Polistena, 1983) si diploma in grafica pubblicitaria a Vibo Valentia, nel 2002.Prosegue gli studi a Roma, presso l' Accademia di belle arti RUFA, specializzandosi in Grafica Pubblicitariae Design. Successivamente inizia a sperimentare forme pittoriche con il supporto della computer graficaappassionandosi e trovando il suo stile nelle immagini vettoriali. La proposta artistica di Giuseppe Vecchio Barbieri si presenta allo sguardo dello spettatore come un ele-gante ibrido. L’artista destruttura il volto umano in ritratti grafici che coniugano un’iconografia di matrice Popa uno spiccato gusto informale per i vortici cromatici. Il tutto viene realizzato attraverso una tecnica che eglistesso definisce “pittografica”, in cui gli armonici mulinelli cromatici che circondano, riempiono e svuota-no i volti, rendendoli pressoché irriconoscibili a livello somatico, simulano le tracce lasciate da un pennel-lo. Non è la pedissequa riproposizione dei tratti fisici a donare riconoscibilità a un viso, ma l’astrazione rag-giunta tramite il colore e il modo in cui esso è distribuito. Per Vecchio Barbieri impossessarsi di icone popquali Robert De Niro nel film Taxi Driver di Martin Scorsese, non significa semplicemente riallacciarsi a unadelle correnti più vitali dell’arte contemporanea, ma anche rinnovarla a livello tecnico, mostrando che l’ar-te grafica digitale e l’illustrazione vettoriale possono essere tanto dinamiche e calde quanto la pittura.

16_17 Chirurgia plasticaSpazio interiore

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MILC {movimentomilc} è un duo di artisti visivi composto da Michele Tarzia (Vibo Valentia, 1985) e Vincenzo

Vecchio (Vizzini, 1984) che lavora in stretta relazione tra immagini in movimento e installazioni. Usa il lin-guaggio del cinema come mezzo di sperimentazione verbale, in continua indagine sulle forme di espres-sione artistica, si addentra negli archivi storici come in quelli della mente per scoprire dinamiche nascosteche la parola o un suono rinnovano alla luce del movimento.I due filmati proposti sono altrettante riflessioni sullo spazio come fonte di disagio collettivo e individuale,tra denuncia sociale e frammentarietà dell’io. In Méduses, il viaggio dei migranti è avvicinato al movimentodelle meduse. Movenze sinuose in alto mare divengono pericolo e goffo agire in acque basse. Me SangNoir, invece, mette in mostra l’ambiguità di una persona, il suo difficile rapporto con lo spazio, il sangue,l'acqua, la doppia personalità, rinchiuse in uno ambito claustrofobico, riflettendo sullo stato sensoriale diuna situazione surreale.Nel 2012, lo spazio espositivo The Studio, di Gioia Tauro, gli dedica la prima personale, dal titoloINtenzioni IN video. L’anno successivo, partecipano alla mostra Oltre il ponte, a cura di Fabio De Chirico,presso la Fondazione Orestiadi, a Gibellina. Nel 2014, espongono a Cittanova, nell’ambito della mostraCalabria Contemporanea – Il bello educa, a cura di Laura Caccia, e, successivamente, nella mostra Artsiders,presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, a Perugia.

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Méduses

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2013Young at Art.Home is wherethe Art is

MACA Museo Arte Contemporanea Acri 20 aprile - 16 giugno

COLLEGIO SANT’ADRIANO,San Demetrio Corone (Cs)“Biennale d’Arte Contemporanea” Magna Grecia” – 3 agosto - 2 settembre

Ex MOI, Torino“Paratissima 9” – Young at Art @ PIX 6 - 10 novembre

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Anna CapolupoAnna Capolupo (Lamezia Terme, 1983), laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, presso la scuo-la di pittura del prof. Adriano Bimbi, vive e lavora tra Firenze e Torino.Sulle sue tele si mescolano colori acrilici, tempere, gessi e grafite per dare vita ad appassionati studisulla natura dello spazio. Le stanze, colme di oggetti di uso quotidiano apparentemente abbandonati,e gli scorci urbani e suburbani sono insiemi che restituiscono una sensazione di estremo realismo, tra-scendendo la somma delle loro singole parti: le forme precise geometriche dei palazzi austeri o deidispenser di sapone liquido; le macchie cromatiche informali delle foglie autunnali degli alberi berli-nesi o di una spugna appoggiata sul bordo di un lavandino.Nel 2011, il CAT di Tarquinia ospita una sua personale dal titolo Dettagli, Firenze, Berlino. Nel 2012, pren-de parte alle collettive Rigenera, a Catania, e Dentro fuori, fuori dentro, organizzato dall’associazioneNon fatelo a casa, presso il Chiosco di San Domenico, a Lamezia Terme. Nel 2014 espone con il collet-tivo internazionale Magma, nell’ambito della mostra Mnemonic City, presso Biagiotti Progetto Arte, aFirenze. Nello stesso anno, lo spazio espositivo Burning Giraffe Art Gallery, di Torino, ospita la sua per-sonale dal titolo TorinoNowhere. Inconscio metropolitano vol. 1. Nel 2015, nell’ambito del ProgettoBancartis di BCC Mediocrati, il MACA le dedicherà una personale, la prima in un’istituzione museale.

Ordine

Elettrica

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Maurizio CariatiMaurizio Cariati (Cosenza, 1983), laureato in Arti Visive, indirizzo Pittura, presso l’Accademia di BelleArti di Brera, Milano, vive e lavora tra Sartano (Cs) e il capoluogo lombardo. I suoi ritratti deformati nascono da un sapiente e innovativo uso della tecnica dell’estroflessione dellatela, di eredità novecentesca. Introdotta in ambito astrattista a metà del secolo scorso da AgostinoBonalumi ed Enrico Castellani, l’estroflessione, nelle mani di Maurizio Cariati, si trasforma in un espe-diente per rivitalizzare l’antica arte del ritratto, regalando allo spettatore la sensazione intima di osser-vare dei primissimi piani attraverso la piccola lente bombata di uno spioncino. Nel 2011, è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla mostra calabrese legata alPadiglione Italia della 54° Biennale di Venezia, tenutasi presso Villa Genoese Zerbi, Reggio Calabria. Nel2012, ha partecipato alla collettiva La Verità è la Luce, trentatré giovani artisti per un pensiero d’autore,presso il Centro per l’Arte Contemporanea Open Space di Catanzaro. Nel 2013, la galleriaArtespressione di Milano gli dedica una personale dal titolo Appunti di viaggio, e, successivamente, laLoft Gallery di Corigliano Calabro ospita delle sue opere nell’ambito della collettiva La linea concreta.Nel 2014, la stessa galleria, gli dedica una personale, intitolata Texture, tra i mesi di ottobre e novem-bre.

Lino nel buio!

Che cavolo ti ridi!

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Salvatore ColloridiSalvatore Colloridi (Polistena, 1978), diplomato geometra e agente di commercio dal 2003, vive aCinquefrondi. Scopre e si dedica allo studio della fotografia come autodidatta dal 2010. Fotografo ama-toriale dotato di sensibilità e delicatezza, Salvatore Colloridi, nell’opera Pescatori, cattura la quotidiani-tà dell’attesa delle mogli che scrutano l’orizzonte in cerca delle sagome delle imbarcazioni dei mariti,i quali hanno passato a jornata a mmari. L’attesa è trascesa in un bianco e nero pastoso, in cui si mesco-lano auliche figure letterarie e melodrammatiche – dall’Arianna del mito greco, che guarda salpareTeseo, alla Madama Butterfly della romanza Un bel dì vedremo, di Giacomo Puccini – con la poesiagrottesca dei Ciprì e Maresco di Cinico Tv. Nel 2012, viene selezionato tra i migliori 100 giovani fotogra-fi del concorso internazionale Leica Talent. Nel 2013, a Cinquefrondi, si tiene la sua prima personale, daltitolo Diem.

Pescatori

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Marco ColonnaMarco Colonna (Cosenza, 1984) è un fotografo professionista. Ha studiato fotografia presso OfficineFotografiche a Roma seguendo corsi con Guido Fuà.Le due opere in mostra, seppur apparentemente distanti l’una dall’altra, si rapportano entrambe conl’aspetto inquietante, desolato e violento della vita trasformata in un microcosmo chiuso in se stesso.Scena di un crimine traduce le prime indagini sul luogo di un delitto nel linguaggio complesso e minia-turizzato degli scacchi. La finestra dei sogni suggerisce una via di fuga dall’abbandono di una casavuota e diroccata. Oltre la finestra spoglia si distende un paesaggio che si apre in un cielo libero e infi-nito in cui il pensiero naufraga dolcemente. A inizio 2013, ha vinto il concorso FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Nel febbraio2014 espone nell’ambito della mostra fotografica internazionale Vedere l'Altro, Vedere la Shoah, pres-so l’Università Marin Barleti di Tirana. Successivamente, la stessa mostra viene trasferita a Zagabria, occa-sione in cui il suo lavoro ottiene una menzione speciale. A Maggio 2014, viene selezionato per la mostraitinerante FIAF Forme di famiglia.

Scena di un crimine28_29La finestra dei sogni

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Giovanni FavaGiovanni Fava (Polistena, 1981) vive e lavora a Taurianova. Nel 1999 comincia a frequentare lo studiodell'artista Cesare Berlingeri, diventando suo assistente. Nel 2001 si iscrive all'Accademia di Belle Arti diReggio Calabria, ritirandosi dopo quasi quattro anni, con l’intento di sviluppare un discorso artisticoestremamente libero e personale, senza condizionamenti accademici. L’influenza del Maestro calabrese è palpabile nelle opere di Giovanni Fava, sia nella ricerca di materialiinconsueti, che negli accostamenti cromatici puliti, netti e, al contempo, dirompenti e fortemente evo-cativi. Fava sottopone i suoi quadri a una metamorfosi scultorea, così come le opere tridimensionalidiventano superfici per accogliere segni arcaici che si rivolgono direttamente all’inconscio dell’uomo. Nel 2009, ha preso parte alla mostra Mondi Paralleli / Parallel Worlds, evento collaterale della 53°Biennale di Venezia. Nel 2012, ha esposto le sue opere nella personale Segni infranti, a Catanzaro, a curadi Gregorio Raspa. Nello stesso anno, partecipa alla rassegna Equilibri precari, presso il Museo delPresente di Rende (Cs). Del 2014 sono le mostre I-n-v-e-r-t-e-r, presso l’Ex Convento del Ritiro, eVAM_Vietato ai Maggiori, presso il Centro Culturale Moon, tenutesi entrambe a Ortigia (Sr).

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Giuseppe GuerrisiGiuseppe Guerrisi (Cinquefrondi, 1984), laureato con il massimo dei voti presso l’Accademia di BelleArti di Reggio Calabria, indirizzo scultura, vive e lavora a Cittanova. La sua ricerca si basa sulla sperimen-tazione di un linguaggio che metta in relazione lo spirito e l'anima con la natura.Le opere di Giuseppe Guerrisi vivono al confine tra scultura e installazione, nascendo dal curato assem-blaggio di materiali di recupero. Residui naturali e artefatti si mescolano per restituire freschezza all’an-tico genere della natura morta. Rami, muschi, fili d’erba, pietre e ossa si adagiano in una cassetta dilegno (Natura morta) o, in un’altra, restano sospe-se all’intreccio di fili tesi (Stacco dimensionale),dando vita, alternativamente, a sottoboschi minia-turizzati e totem arcaici di resti animali e vegetali(Senza titolo). Sono lavori dal sapore mistico, mastrettamente legati alla terra, oggetti plasmati daltempo e dal territorio che racchiudono in se stes-si una storia e una spiritualità.Nel 2012, partecipa al Premio Limen Arte, a ViboValentia e a Expo Bari, in rappresentanza dellaScuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti diReggio Calabria. Nel febbraio 2013, prende parteal progetto Via Artis. Sulle rotte mediterranee,tenutosi a Reggio Calabria. Vince con il duo081zeroottouno, fondato insieme a Davide Negro,la XXVII edizione del Premio Pandosia. Nel 2014partecipa alla collettiva NET exibition, a Cittanova.

Senza titoloStacco dimensionale

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Salvatore InsanaSalvatore Insana (Oppido Mamertina, 1984) vive e lavora a Roma. Ha frequentato il Dams dell'Universitàdi RomaTre, concludendo il suo percorso magistrale, nel 2010, con un elaborato sul concetto di inuti-le. Con Elisa Turco Liveri, attrice, coreografa e performer, ha creato, nel 2011, la compagniaDehors/Audela. Salvatore Insana è un artista poliedrico capace di sviluppare discorsi ricercati e coerenti in ambito mul-tidisciplinare, passando dalla video-arte al teatro, fino alla fotografia. Le tre opere fotografiche in mostra,parte del progetto Space time lapse, intrise di teatralità, sovrappongono un’intensa dimensione oniricaa un paesaggio cupo e inquieto. Il video Davanti – In front of rielabora la stessa inquietudine traspor-tandola in una dimensione di voyeurismo urbano, tra il tremore del sentirsi osservatore sotto osserva-zione, impostore nell'atto del guardare di nascosto, registratore senza permesso. Nel 2013, ha preso parte agli eventi Fear Time, al Circolo degli Artisti di Roma, Visioni d’arte, pressoCa’Foscari Cinema, a Venezia e Entrée Video, presso l’Espace Synesthesie di Saint Denis, Parigi.Salvatore Insana è uno degli autori invitati a far parte del progetto 100X100=900 (100 videoartist to tella century), e fa parte del catalogo di VISUAL CONTAINER, italian videoart platform, del C.A.R.M.A. (cen-tro d'arti e ricerche multimediali applicate) di Roma, e di P'SILO, vidéothèque del festival Image contreNature, di Marsiglia. Con il collettivo Strategia K ha vinto, nel 2014, il premio 014 Video in Cantiere, pres-so Electa Creative Arts, Teramo.

Space Time Lapse, out of this time Space Time Lapse, finendoci dentro

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Giulio ManglavitiGiulio Manglaviti (Reggio Calabria, 1982) vive e lavora a Reggio Calabria. Nel 2006, consegue la laurea inDecorazione presso l’Accademia di Belle Arti della sua città natale. Il linguaggio pittorico di Giulio Manglaviti affonda le radici nell’astrattismo novecentesco di matriceinformale e, come per i suoi esponenti più vigorosi – da Emilio Vedova a Wols –, è l’estroversione arti-stica della parte più profonda dell’anima. Si tratta di veri e propri autoritratti dell’Io dell’artista e dellasua incessante mobilità. Per questo motivo, Manglaviti li definisce “studi egoistici”: sono “-ismi”, istan-tanee, singole manifestazioni dell’instancabile attività dell’Ego. Nel 2012, ha partecipa a una collettiva d’arte contemporanea presso la New Art Gallery di Cosenza e,nello stesso anno, è stato segnalato nella seziona pittura del Combat Prize, indetto dal Comune diLivorno. Nel 2013, è finalista del Premi Nazionale delle Arti, a Bari. L’anno successivo, partecipa alle col-lettive NET (New Temporary Exhibition), a Cittanova, InVisula Artists, presso Palazzo Foti, a ReggioCalabria, e partecipa a Small Print, a Urbino, ricevendo il Premio Accademia per la grafica d’arte.

Egoismo

Egoismo rosso

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Domenico MendicinoDomenico Mendicino (Lamezia Terme, 1979) vive e lavora a Lamezia Terme. È membrodell’Associazione P.Art e titolare della Galleria Studio Gallery.Gli scatti di Domenico Mendicino trascendono la dimensione fotografica restituendo l’essenza sculto-rea e totemica naturale dei tronchi e dei rami degli alberi, che si trasformano in arterie, vene, capillariche trasportano la linfa del pianeta. Lo spettatore, immerso in un irreale silenzio materico ha l’impres-sione di cogliere la sensazione tattile delle cortecce rugose, di calpestare le foglie secche sparse nelsottobosco e di venire avvolto, insieme agli alberi stessi, in una fitta nebbia che segna il passare deltempo e la caducità delle cose e delle loro singole esistenze. Nel 2010, gli spazi espositivi di Palazzo Nicotera, a Lamezia Terme, ospitano una sua personale dal tito-lo L’Arte Nelle Mani, tracce di antichi mestieri nella tradizione. Nel 2011, espone l’opera Natura Oltre,presso il Museo del Presente di Rende (Cs). Nel 2013, partecipa alla mostra Petits Bijoux, presso BabylonGallery, a Roma. Nello stesso anno prende parte alla manifestazione promossa dalla Regione Calabria,La Calabria in un click, a Milano. Nel 2014, partecipa alla mostra Visioni del futuro, presso il CastelloDucale di Corigliano Calabro.

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Mirella NaniaMirella Nania (Cinquefrondi, 1981) è art director, illustratrice, graphic designer e aiuto-regista presso ilTycho Creative Studio. Consegue la laurea in Arti visive e discipline dello spettacolo, indirizzo Graficad’arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. I collage digitali di Mirella Nania celano un’eredità antica dietro un linguaggio visivo estremamente fre-sco e accattivante. L’opera My body is a cage appare come una rielaborazione contemporanea delleillustrazioni settecentesche, in cui volumi di anatomia e di storia naturale si intrecciano in un inno al lega-me di appartenenza dell’uomo alla natura. Le opere della serie 19XX mescolano gli stessi richiami aglierbari e ai bestiari con la presenza delicata di ritratti di bambini, gli stessi che sono i protagonisti delcollage dal sopore metafisico di Vita Nova, in cui la città di Cosenza si fa piazza ludica di bambinisenza tempo, che fluttuano su delicatissime bolle d’aria. Nel 2011, partecipa alla collettiva Punto critico, presso il Museo del Presente di Rende. Nel 2012, pren-de parte alle mostre No Land Borders, presso la galleria Terrain Vague di Cosenza e Le strade del pae-saggio - Percorsi / Tempi Diversi, presso la Galleria d’Arte Provinciale Santa Chiara, Cosenza. Nell’autunnodel 2014, lo spazio espositivo Terrain Vague, di Cosenza, le dedica la sua prima personale, dal titoloTimeless Spaceless.

19XX #1

Vita Nova

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Gregorio PaoneGregorio Paone (Lamezia Terme, 1986), nel 2013 consegue la laurea magistrale in Scienze della comu-nicazione pubblica e sociale presso l’Università di Bologna. Vive tra Maida (Cz) e il capoluogo emilia-no. L’arte fotografica di Gregorio Paone riflette da vicino il suo percorso universitario. Si tratta di scatti estre-mamente comunicativi che in un solo fermo-immagine dalla grande forza evocativa riescono a restitui-re scorci sociali significativi di realtà molto distanti l’una dall’altra. È l’acqua a fare da filo conduttoredelle due opere in mostra. Gli schizzi generati dall’impeto delle onde che si schiantano contro la ban-china, avvolgendo di un manto d’acqua un pescatore, si rispecchiano nelle fitte gocce di pioggia checadono sulla medesima esistenza solitaria, incarnata in un altro corpo, in un’altra parte del mondo. Nel 2012, in occasione del Calafrika Music Festival di Jacurso (Cz), ha esposto una raccolta di sue operesotto il titolo Il viaggio come metafora della vita. Nel 2013, partecipa al Premio Internazionale LimenArte, presso Palazzo Gagliardi, a Vibo Valentia. Nel 2014, espone nell’ambito della mostra NuoviSguardi, a cura di Valeria Tassinari, presso Magi'900 (Museo delle eccellenze artistiche e storiche), diPieve di Cento (Bo). Nello stesso anno, lo spazio espositivo La Botega Instabile di Bologna gli dedica laprima personale, dal titolo Colori all’olio.

Pioggia

Pescatore

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Giusy PirrottaGiusy Pirrotta (Reggio Calabria, 1982) consegue il Master Degree in Belle Arti presso il Central Saint MartinCollege of Art & Design di Londra, città in cui attualmente vive e lavora. Chroma è uno studio sulla percezione del reale esperito attraverso il filtro della finzione filmica, capa-ce di giustapposizioni visive e sonore che ricreano scenari inesistenti, ma perfettamente verosimili. Ilfilm, spiega l’artista, studia l’ambiguità della messa in scena tra reale e cinematografico, tra quello chelo spettatore percepisce e come questo è modificato attraverso i mezzi di produzione e nello spaziodi produzione e fruizione dell’opera. Nel 2011, vince il Red Mansion Art Prize della Red Mansion Foudation di Londra, partecipando succes-sivamente alla mostra curata da Eliza Bonham Carter presso la Royal Academy of Art. Nel 2013, prendeparte alle collettive Journey to the center of my mind, presso lo spazio Bunkhouse di Madrid e Le figliedi Eva, presso la Fama Art Gallery di Verona. Nello stesso anno viene selezionata per partecipare allamostra dei finalisti del Premio Combat, presso il Museo G. Fattori di Livorno. Nel 2014, la galleriaMassimo De Luca di Venezia gli ospita una sua personale dal titolo Tanto tempo fa, quando la terra erapiatta, a cura di Alice Ginaldi. Dello stesso anno è la partecipazione alla mostra collettiva Esercizi distile, a cura di Marina Bastianello e Andrea Bruciati, presso la Galleria Maurizio Nobile di Bologna.

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2014Young at Art. We Art Calabria

MACA Museo Arte Contemporanea Acri12 luglio - 31 agosto

MAM Museo delle Arti e dei Mestieri, Cosenza22 settembre - 5 ottobre

TORINO ESPOSIZIONI, Torino“Paratissima 10” 5 - 9 novembre

PALAZZO GIANNETTASIO, Oriolo (Cs)dicembre - gennaio

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miNasce nel 1987 a Reggio Calabria, dove vive e lavora. Nel 2006 consegue il diploma di maturità

presso il Liceo Artistico Mattia Preti di Reggio Calabria. Nel 2013 i suoi lavori vengono selezionatiper il progetto KALABRYE, presso Leucò Art Gallery, Milano.Nel soffio della notte, prima di toccare il paesaggio appeso oltre le stelle, il poeta, l’artista, loscrittore sa fermarsi sul meditato silenzio. La tempesta delle epidermiche ore del giorno, adessotace mentre la polvere coltivata nell’empirico spazio delle dolorose memorie prosegue a carica-re grigi fardelli. Esausto, il tetto del Sogno di Erica dorme sul letto sfatto da assenti lavoratori. Lamuta del luogo in Identità cromatiche cancella o liquida negli abissi i tradizionali ruoli industrialie striscia sulle ferite insanguinate dallo sfruttamento economico. Un giallo fascio di luce inGiacenza divide la fatalità delle visioni. Ancorato alla fessura del soffitto una parte del raggio resi-ste, mentre l’altra metà è lì, morta sulla fredda rete del disastro. Le stanze, ammutolite dalle cami-cie di forza della storia, lasciano con In pegno l’ultima sedia. È la sedia senza candela e tabaccodi Vincent Van Gogh che annuncia la mutilata solitudine nei progetti dell’esistenza lasciati comecauzione al destino. Cristina Comi libera l’assenza desolante che sommerge l’infinita tragedia,fotografa, come un reporter sul fronte, un futuro non restituito e scientificamente bombardato cheemargina un legittimo appartenersi.

Ghislain Mayaud

Serie Spazialita EmpiricheIdentita Cromatiche

Serie Spazialita EmpiricheIl Pegno

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Nasce a Cosenza, nel 1988. Frequenta il Liceo Artistico Statale della sua città natale, indirizzoArchitettura, e consegue la maturità nel 2006. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro,dove, in particolare, segue il corso di Pittura del Prof. Luigi Magli. Nello stesso istituto consegue,nel 2010, il Diploma Triennale di I livello in Arti Visive e Discipline per lo Spettacolo, indirizzoPittura. Nello stesso istituto consegue, nel 2012, il Diploma Specialistico di Secondo Livello in ArtiVisive e Discipline per lo Spettacolo, indirizzo Pittura.L’artista studia il corpo umano come oggetto in costante mutamento. La serie di pannelli, tramitetrucchi, maschere e giochi di luce, trasfigura l’immagine dell’autrice, rendendola irriconoscibile,in gioco di destrutturazione che ricorda l’approccio pittorico cubista applicato e rivisitato in chia-ve fotografica.Tra il 2011 e il 2012, partecipa alla rassegna Zone scoperte III – Omaggio all’Italia, presso il Palazzodella Provincia di Catanzaro. Sempre nel capoluogo calabrese prende parte alla mostra La veritàè luce – trentatré giovani artisti per un pensiero d’autore, presso il Centro per l’arte contempora-nea Open Space. Nel 2013, esone nell’ambito della mostra Ecce Artist, presso lo spazio esposi-tivo Fabbricaimmagine di Roma.

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Nasce a Lamezia Terme nel 1983. Dopo essersi diplomato al liceo artistico di Catanzaro, si spo-sta a Firenze, dove, nel 2007, si laurea in pittura contemporanea presso l’Accademia di Belle Artie inizia la sua personale e identificatrice ricerca artistica. Attraverso le sue opere esplora l’utilizzo di materiali poveri e di matrice industriale – plastica egomma piuma – per dare vita a una serie di sculture/giocattolo che sfociano a un teatrino di per-sonaggi tanto ironici quanto inquietanti; bambole postmoderne dissacranti, che mettono a nudocerte ipocrisie del comportamento umanoNella sua finora breve carriera ha fatto parte di numerosi eventi collettivi e concorsi in tutta Italia,di cui tra i maggiori si ricorda: Festival della Creatività di Firenze, nel 2007, a cura di UmbertoBorella e Giovanna Fezzi; rassegna Video minuto presso il Museo Pecci di Prato, nel 2008;Vincitore della sezione scultura al Premio Arte Mondadori, nel 2008; nel 2009 prende parte aGeneratiON’80 – 8 opere di 8 artisti nati negli anni ’80, presso due spazi espositivi,: la GalleriaMOdenArte di Venezia, e l’Atrio del Tribunale di Pistoia. Nel 2011, si tiene la sua prima persona-le, dal titolo To Inspect, presso lo spazio espositivo Angel Art Gallery, a Milano.

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llitiNasce nel 1984, a Scilla. Nel 2003 consegue il diploma presso il Liceo Artistico Mattia Preti di

Reggio Calabria, indirizzo Architettura. Nel 2009 consegue il diploma di laurea pressol’Accademia di Cinema e Televisione Griffith – Scuola di Cinema di Roma, indirizzo Montaggio.L’anno successivo termina il suo percorso di studi presso l’Accademia di Belle Arti di ReggioCalabria, con una tesi sulla storia del videoclip musicale. Le sue opere sono brevi e minimali racconti ad immagini delle ansie e delle difficoltà della vitacontemporanea. Attraverso due video dal forte impatto emotivo, in cui lo spettatore è chiamatoa immedesimarsi in inaspettati punti di vista – un cane affamato in posizione di punta davanti aun negozio di alimentari e un voyeur ossessionato che fa di una singola donna il suo punto foca-le nel mezzo di una folla di persone –, Mortelliti evidenzia le conseguenze sociali della crisi del-l’epoca consumistica.Nel 2012 partecipa al concorso V.A.M Video Arte Mediterraneo, dove vince il terzo premio. Lostesso anno, una sua opera viene proiettata presso La Fabbrica del Vapore di Milano, e prendeparte alla rassegna I ragazzi terribili alla Casa delle Letterature di Roma, a cura di Cecilia Casorati.Nel 2014, prende parte al progetto online nel progetto 2video, sul sito undo.net, a cura diGiovanni Viceconte.

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Nasce a Catanzaro nel 1985. La sua formazione artistica ha inizio all’Accademia di Belle Arti diReggio Calabria. Si trasferisce quindi a Roma dove frequenta il Centro Sperimentale di FotografiaAnsel Adams. Collabora con la casa editrice Voland, che pubblica in copertina alcuni dei suoiscatti. Torna a Reggio Calabria per concludere il suo percorso formativo, iscrivendosi al bienniosperimentale dell’Accademia di Belle Arti.Con le sue opere studia le diverse possibilità di fruizione multimediale dell’opera d’arte offertedalle nuove tecnologie, ricostruendo situazioni intime attraverso suggestioni uditive semplici, mafortemente realistiche, e focalizzando l’attenzione dello spettatore su soggetti di piccole dimen-sioni entro spazi ristretti, adottando il filtro di una camera digitale. Al contempo, riporta in vita,con una profonda e toccante raccolta fotografica, il passato di un mestiere dimenticato, dimo-strando poliedricità tecnica e un’acuta sensibilità.Nel 2011, è tra i finalisti del III Contest Internazionale di Fotografia Camera Oscura #3. Nel 2013,viene invitato alla Biennale Democrazia di Torino, con il progetto selezionato per il concorso inter-nazionale Posterheroes III. Vince, in coppia con Giuseppe Guerrisi, la XXVII edizione del PremioPandosia. Nel 2014, partecipa alla mostra NET Exhibition, collettiva di 14 artisti calabresi, pressogli spazi dell’ex mercato coperto di Cittanova (Rc).

Il cimitero delle bambole

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ioNasce a Vibo Valentia, nel 1985. È una visual designer specializzata nel campo della fotografia edella grafica. Ha conseguito la laurea e la specializzazione in Arti Visive e Discipline delloSpettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. È art director presso la home gal-lery Lo Studiolo, a Pizzo (VV). Nelle sue opere fotografiche indaga lo spazio come scenario di infinite esternazioni emotive e ilcorpo come loro tramite privilegiato, in scatti di intensa naturalezza, che raccontano l’abbando-no, la reclusione, la solitudine e la follia, in cui lo spazio e il soggetto che lo occupa diventanouno riflesso dell’altro.Nel 2008 vince il primo premio per il concorso fotografico Le donne fotografano le donne. Nel2011 espone alcune sue opere al Palazzo Reale di Milano. Nel 2012 il suo progetto fotografico“Oggettivamente Donna” approda a Roma, presso la Casa Internazionale della Donna. Nel mesedi luglio in occasione del contest fotografico “Beyond Calabria” organizzato dal FAI, viene sele-zionata e pubblicata una sua opera sul catalogo edito da Rubettino editore. La stessa immagineè stata scelta come prima di copertina dell'inserto D-di Repubblica. Nel 2014 è vincitrice deiProfessional Awards 2014.

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Nasce a Catanzaro nel 1989. Nel 2012 consegue il diploma di laurea in Pittura presso l’Accademiadi Belle Arti di Roma. Nel 2013, partecipa alla collettiva Paesaggi possibili, presso la GalleriaMoitre di Torino. L’anno successivo, ha luogo la sua prima mostra personale, dal titolo GalleriaMuta, presso il Because Art Space di Lamezia Terme. Sempre nel 2014, è presente nella sezioneIndependents di Art Verona con la galleria Art Lab di Grosseto.

Dalla fenomenologia del linguaggio, Paolo Scarfone trae i presupposti per un’analisi sulla diversi-tà dei linguaggi e le inerenti sottrazioni di senso. Il suo lavoro si basa su sature identità relaziona-li, laddove, nella generale massificazione, anche le immagini e la gestualità non rappresentano piùil grado zero della comunicazione: tutto è sovraccarico di informazioni e nulla è univoco. L’artista,procede quindi per addizioni e detrazioni, spesso attraverso non usuali cardini espressivi, atte-stando indefinite esperienze, proprie dell’interlocutore. È l’emblema di colui che parla, impegna-to a farlo innanzitutto con se stesso, e di colui che ascolta e proietta le parole dell’altro sul pro-prio vissuto, illudendosi così di capire. Ne deriva una ricerca artistica fondata su un ossimoro con-cettuale: le parole ridotte a meri simboli testimoniano una presenza puramente estetica. È l’este-tizzazione della ripetizione, proiezione della frammentarietà postmoderna. C’è una mancanza,un’assenza, un qualcosa di non detto, poiché paradossalmente incomunicabile.

Rossella Della Vecchia

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anoNasce a Cinquefrondi nel 1991. Nel 2009 si diploma con il massimo dei voti al Liceo Artistico

Mattia Preti di Reggio Calabria. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove con-segue il diploma di primo livello, indirizzo Pittura. Attualmente frequenta il Bienno di specializ-zazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, indirizzo Grafica d’Arte. Nei suoi dipinti, spesso realizzati usando come supporto dei materiali di recupero, riporta l’at-tenzione sui neonati e la loro potenza evocativa attraverso una pittura pura, precisa e realistica,priva di inutili eccessi descrittivi, in cui le cromie intense e nette traducono il peso dei desideri edei ricordi.Nel 2012, partecipa alla mostra Arte x l’Africa, presso l’Istituto Portoghese su Sant’Antonio inRoma. Nello stesso anno, viene selezionato alla XXVI edizione del Premio Pandosia (I LIKE DIFFE-RENCES) a Marano Principato (CS). Nel 2013, viene selezionato al Premio Nazionale delle Arti diBari, ed è vincitore della XXVII edizione Premio Pandosia a Marano Principato (CS).

Quale Futuro

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Cortometraggio, realizzato dagli studenti del Liceo Classico e Scientifico “V. Julia” di Acri chehanno preso parte al progetto educativo Scuola Movie, sotto la guida delle professoresse MariaCristina Chimento (Esperta), Cecilia Donato e Liliana Fusaro (Tutors)Progetto realizzato nell'ambito dei progetti PON (Piano Operativo Nazionale). Obiettivo FPromuovere il successo scolastico, le pari opportunità e l'inclusione sociale Azione 2 Interventiper promuovere il successo scolastico per le scuole del secondo ciclo. G.O.P. (Gruppo opera-tivo di Piano)D.S. Prof.ssa Rosa Pellegrino; D.S.G.A. Signora Maria Sposato; Prof.ssa Catia Scaglione(Facilitatore); Prof. Saverio Biafora (Valutatore).

Il futuro comincia… adesso