Atene continua a trasformarsi anche dopo le Olimpiadi · un paese moderno dai lineamenti classici,...

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Un accordo strategico per l'oleodotto Burgas-Alexandroupoli Un accordo strategico per l'oleodotto Burgas-Alexandroupoli Atene continua a trasformarsi anche dopo le Olimpiadi Atene continua a trasformarsi anche dopo le Olimpiadi DOSSIER Artisti greci in Italia: identità in continuo movimento

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Un accordo strategico per l'oleodottoBurgas-AlexandroupoliUn accordo strategico per l'oleodottoBurgas-Alexandroupoli

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DOSSIERArtisti greci in Italia:identità in continuo

movimento

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Foroellenico Anno IX n° 4 2006 pubblicazione bimestrale

a cura dell’Ufficio Stampadell’Ambasciata di Grecia in Italia

00198 Roma - Via G. Rossini, 4Tel. 06/8546224 - Fax 06/8415840

e-mail [email protected]

In copertina:Atene: in basso l’Acrolpoli,

al centro il Faliro Bay Pavillion presso il Faliro Bay Complex,

ed in alto il ristrutturato complesso di “Gazi”

Collaborazione giornalisticaTeodoro Andreadis Synghellakis

Hanno collaborato a questo numeroRudy Caparrini, Elias Constantopoulos,

Vassilios Mesitidis, Roberto Ruvolo

ImpaginazioneEnrico De Simone

Per le foto si ringrazia:ANA (Athens News Agency),

Romanós Kókkas

è possibile consultare la versione digitale di Foroellenico presso il sito internet:

www.ambasciatagreca.itdove potete trovare anche informazioni

sull’attualità politica e culturale della Grecia

Questo numero è stato stampato presso il “Consorzio AGE”,

Via dei Giustiniani, 15 - 00196 Roma

In Questo Numero

4 Il padiglione greco alla X Biennale di Architettura di Veneziadi Elias Constantopoulos

6 Atene dopo le olimpiadi: una città in continua trasformazione.Intervista ad Alexis Tsombanakisdi Teodoro Andreadis Synghellakis

9 La valorizzazione degli impianti olimpici

11 Ascoltando le donne greche,tra memoria e innovazionedi Roberto Ruvolo

14 In viaggio a Hydra, vista con lo sguardo di Bruno Vespa 16 L’accordo Grecia-Russia-Bulgaria per l’oleodotto

Burgas-Alexandroupolidi Rudy Caparrini

18 Le elezioni amministrative in Grecia

20 ARTE: SPECCHIO DELLE SUGGESTIONI

21 Armando Arpaja:Il sentiero degli agapanti

24 Lila Iatruli: il diretto contatto con la natura

26 La capacità di sognare di Julianos Kattinis

28 Aristea Kritsotaki, la materia calda e viva, generatrice di segni

30 Maghi Oikonomidou, il colore della vita

31 L’universalità dell’arte di Georgios Oikonomoy

33 Giorgio Polykratis, il segreto di un’anima

35 Vassilikì Stavrikou, l’attimo della creatività

37 L’impronta “romana” del giovane, ManolisTzombanakis

39 Il sentimento per l’arte, trasmesso da Dimitris Vakalis

42 Il giro del mondo ... in quattordici mesi di Vassilios Mesitidis

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e d i t o r i a l e

Atene, una città senza tempo. In perenne cambiamento pur di riuscire a mantenere il suo volto di sempre.Un volto da città ‘monella’, estremamente vivace, ordinatamente anarchica, forse non esattamente bella masenz’altro affascinante. E Atene città ospitale, cosmopolita, e accogliente. E’ questa la metropoli simbolo diun paese moderno dai lineamenti classici, che abbiamo visitato attraverso lo sguardo critico di un giovanearchitetto e quello distaccato dei numeri. Il bilancio dell’utilizzo delle strutture olimpiche, certifica una grandescommessa vinta. Due anni dopo la sua Olimpiade, in Grecia le grandi opere realizzate per i Giochi “riman-gono patrimonio pubblico, diventando allo stesso tempo utili e redditizie, sia economicamente che social-mente, a favore dei cittadini” come sottolinea il ministro dell’Economia Jorgos Alogoskoufis.

Di grande attualità quindi, anche l’accordo tra Grecia, Russia e Bulgaria per l’oleodotto Burgas-Alexandroupoli.Nell’analisi del collega Rudy Caparrini i passi salienti del progetto grazie al quale la Grecia può ambire didiventare “uno snodo cruciale per l’approvvigionamento di fonti energetiche per l’intera Europa”.

Il nostro dossier parla invece dell’Arte. Arte senza confini, dove luci, ombre ed emozioni sono le uniche lineedi frontiera. Sono infatti gli artisti greci che vivono e lavorano in Italia a parlarci soprattutto attraverso le loroopere della nostalgia per la patria di origine, in perfetta armonia con l’amore per l’Italia, la patria di adozione.In un rapporto intenso con il tempo e le emozioni, pittori, scultori, incisori greci vivono e creano in Italia, par-lando l’esperanto dell’arte, la lingua del mondo che non ha bisogno di uno specifico vocabolario o di regolegrammaticali, là dove il solo colore dell’anima è il vero linguaggio universale.

Un viaggio, anche questo intorno al mondo, nel sogno realizzato del ciclista greco che in quattordici mesi èriuscito ad esplorare un universo di 54 mila chilometri e l’emozione della libertà. La libertà senza compro-messi, nella simbiosi con la natura e la gente di ogni paese.

Così come di libertà parlano Bruno Vespa e Roberto Ruvolo, viaggiando nelle nostre isole tra i miti, i coloridel mare nostrum e i mille volti della Grecia moderna. Una Grecia sconosciuta, osserva Ruvolo, che puntaanche sull’imprenditoria rosa. Donne tra tante difficoltà, ma senza pregiudizi, in prima linea nel valorizzaretradizioni antiche come i merletti di Egina, o impegnandosi nel mercato internazionale del vino pregiato.

Buona letturaViki Markaki

Atene città monella

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Le isole dell’Egeo, cioè le Sporadi, leCicladi, il Dodecanneso, l’EgeoNordorientale, le isole dell’Argo-saroni-co, Eubea e Creta, nei mesi invernali,hanno circa 1.300.000 abitanti.D’estate, questo numero, arriva quasia quadruplicarsi; alcune isole, poi,come Santorini o Mykonos toccanolivelli altissimi, 1.500.000 persone,come abbiamo avuto modo di consta-tare nei mesi scorsi. Si tratta di numeriche corrispondono alle dimensioni diuna grande città. L’Egeo, sotto questoaspetto, ha le caratteristiche di unacittà sparsa, come lo definisce, nel suostudio sulle sue reti e la sua strutturainterna, anche dei secoli passati, lostorico Spiros Asdrachàs.L’Egeo venne percepito come unitàgeopolitica sei secoli addietro, ed èstato chiamato arcipelago daiVeneziani, per esprimere, appunto,attraverso questo significato, lacoerenza sostanziale di queste isole

apparentemente sparse. Testimoni diquesto arcipelago, fino ad oggi uniconel suo genere, sono gli antichi carto-grafi e portolani della marina, nei qualil’Egeo si presenta come un’unica enti-tà, come un Arcipelago.Il mare che circonda leisole dell’Egeo non èun vuoto infinito. Sitratta di strade umide,viali liquidi che rendo-no possibile la comu-nicazione tra le isoleed il passaggio dall’u-na all’altra. Le isole,entità isolate per defi-nizione, distaccate elontane, attraverso l’e-lemento umido, il mare, riescono nuo-vamente ad essere collegate tra loro.Questi luoghi si trovano contempora-neamente assieme e separati.Mantengono le loro diverse identità, isingoli caratteri, mentre, allo stesso

momento fanno parte di un insiemepiù grande, di una società più vasta,quella dell’arcipelago.Le navi che solcano l’Egeo costituisco-no i suoi luoghi pubblici per eccellenza:i ponti, le piazze, i saloni, i posti a

sedere coperti, ancor dipiù di quanto non losiano le piazze deipaesi, sono i luoghidove ci si ritrova nelcorso del viaggio.Persone con diverseorigini e punti di parten-za, con differenti desti-nazioni e obiettivi, cheviaggiano insieme perraggiungere le loro

patrie natie o i luoghi di vacanza, perlavoro o per piacere.Si creano, così, le reti che mettono leisole dell’Egeo in contatto tra loro.Inizialmente, nell’antichità, utili per il tra-sporto dell’ossidiana, in seguito per ali-

L’Egeo, una grande polis alla X Biennale di Architettura di VeneziaL’Egeo, una grande polis alla X Biennale di Architettura di Venezia

Curatori: Elias ConstantopoulosKorina FiloxenidouKaterina KotziaLois Papadopoulos

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menti e materie prime, oggi per il tra-sporto di viaggiatori e turisti. Le isole,hanno acquisito nei secoli reti di comu-nicazione in continuo cambiamento,un filo che collega tutti gli elementi eche ricorda le costellazioni: come leisole della cultura, le isole del pellegri-naggio, ma anche le isole del confino,o le isole della licenziosità e del fasci-no, quelle della commercializzazione ele isole dei collegamenti definiti “ramisecchi” - της α′ γονης γραµµη′ς - rappor-ti di parentela eclettici che traccianonuovamente, a loro volta, le differenzeche si vogliono far risaltare, all’internodella Storia.L’Egeo non è solo turismo o un parcospettacolare pieno di sole per pochimesi all’anno. Oggi è senza dubbioquesto il fenomeno preponderante, masi tratta di qualcosa in più.L’Arcipelago, nella sua totalità, èriuscito a trattenere i suoi abitantimeglio di quanto non abbiano fattoaltre regioni del paese. È dotato diinfrastrutture amministrative (in pas-sato anche produttive, principalmentenel XIX secolo) ed anche oggi è dota-to di un’università sparsa in cinqueisole, ventitré aeroporti (il triplo diquelli della Grecia continentale!) doveatterrano direttamente voli provenien-ti da tutto il mondo, musei e aree

archeologiche invidiabili edospita congressi interna-zionali con specialisti diogni campo e disciplina daogni parte del pianeta.Il tema di quest’anno, alla XBiennale di Architettura diVenezia, ha per titolo “Città,Società ed Architet-tura”.L’area dei Giardini edell’Arsenale, si è riempitadi immagini di giganteschemetropoli da tutti i continen-ti. La vastità e i problemi diamministrazione di questiinsiemi costituisce l’argo-mento di discussione del2006, strettamente legatoall’attualità. In questo dialo-go architettonico, urbanisti-co e sociale, la Grecia, conla sua partecipazione, puòoffrire un’ottica differentedella città contemporanea,una promessa di libertà.Per quanto riguarda il pro-blema dell’enorme espan-sione delle città, può pro-porre di mantenere l’identi-tà dei luoghi e la loro particolarità,attraverso l’autonomia e le loro reti dicollegamento. Ed anche, la coesi-stenza con l’atro, con il diverso, la tol-

leranza verso ciòche è straniero. Lapossibilità, per lepersone, di vivere

insieme e separatamente, mettendocosì in pratica la promessa più pro-fonda di ogni città, la coesistenza inun insieme polimorfo, dalle mille sfac-cettature.

di Elias Constantopoulos

fotografie di Romanós Kókkas

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Come ci potrebbe descrivere ilcambiamento di Atene, negli ultimianni, e, più in particolare, dopo i lavo-ri ed i progetti portati a termine inoccasione dei Giochi Olimpici del2004?

Atene è stata spinta, in occasionedelle Olimpiadi del 2004, ad operareprofonde trasformazioni che hannoriguardato il sistema delle reti infra-strutturali, ma anche quello dei tessu-ti urbani; queste trasformazioni sisono orientate verso una ricerca dellacentralità fisica nel rapporto con ilmare. Parlo di centralità fisica perchéAtene è una città mediterranea, ed inquanto tale questa centralità è sem-pre presente, anche se sottointesa,metaforica.Ripenso spesso, a questo riguardo,ad una frase dello scrittore PredragMatvejevic, che nel suo BreviarioMediterraneo scrive: “Ci sono postiche si trovano proprio sulla costa chenon sono mediterranei o lo sono inmisura minore rispetto ad altri che nesono più distanti”. Questo per direche la mediterraneità delle città che siaffacciano sul Mediterraneo è que-stione sottile e complessa più di

quanto comunemente si è portati acredere, ed Atene sembra rispecchia-re a pieno questa condizione.Innanzitutto bisogna intendersi sui ter-mini: dire Atene significa parlare diun’agglomerazione urbana costituitada poco meno di 50 unità amministra-tive indipendenti; vere e propriemacro-città e micro-città. Macro-cittàè Atene intesa come capitale ammini-strativa, il cui perimetro contiene gros-

somodo il centro storico ottocentescoe le aree limitrofe, macro-città è ancheil Pireo, non sobborgo operaio mavera e propria città-porto, separata daAtene da una vasta area industriale;micro-città sono invece i distretti delleresidenze suburbane borghesi (PaleòFaliro, Kifissià, Psychkò, Cholargòs,Glyfada) e le aree assegnate ai profu-ghi dell’Asia Minore, spesso in adia-cenza ad esse (Nea Smini, Nea Ionia,

Atene dopo le Olimpiadi del 2004:una città in continua trasformazioneA colloquio con l’architetto Alexis Tzompanakis

Atene dopo le Olimpiadi del 2004:una città in continua trasformazioneA colloquio con l’architetto Alexis Tzombanakis

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di Teodoro Andreadis Synghellakis

Il complesso di “Gazi” ad Atene, che attualmente ospita aree espositive, la radio comunale e l’Accademia delle belle arti

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Nea Filadelfia, Nea Eritrea, Kallithea,Vyronas, Tavros). Ne deriva una strut-tura territoriale costituita da tessutiurbani indipendenti e fortementeintroversi che nell’arco del XX secolohanno saturato il territorio senza ricer-care un rapporto organico con il mare.Il Pireo ad esempio, scopre solo oggila sua essenza di città post-industria-le e corre ai ripari cercando di riquali-ficare il fronte sul mare, stretto nellostridente contrasto fra il porto com-merciale e il tessuto adiacente, costi-tuito dagli alti edifici delle compagniedi navigazione, e quel po’ di pittorescorintracciabile nel colle di Kastella, coni due piccoli porti che lo cingono aponente (Mikrolimano o Pasalimani) ea levante (Turkolimano).Le Olimpiadi del 2004 hanno costituitouna forte spinta occidentalizzatrice,ragionando sulla base di interventi allascala della conurbazione, superando iparticolarismi delle singole municipali-tà. Ne è un esempio l’intervento in cor-rispondenza del Golfo del Faliro, gesti-to attraverso un Masterplan che disci-plinava la sistemazione di un’area dilunghezza complessiva pari a circa1500m e di larghezza fino a 300m,dove erano previste attrezzature spor-tive (lo stadio di basket al coperto - esi-stente - e due nuove strutture: la pale-stra coperta e lo stadio per il beach vol-ley). Tale sistemazione ha riguardato,in maniera integrata, sia gli interventisulle infrastrutture, come il migliora-mento della rete viaria per il collega-mento della dorsale costiera (vialePosidonos) con il centro (viale Kifissou,viale Venizelou, viale Singrou), o comeil potenziamento del trasporto pubblicocon due linee di tram ad alta velocità(centro-Pireo e centro Glyfada), maanche interventi alla scala architettoni-ca, come ad esempio la grande expla-nade, uno spazio pubblico sospesoche sovrappassa la dorsale costiera eche permette a questa area, sottrattaal mare, di diventare il waterfront deitessuti urbani che la circondano,aprendola interamente all’uso pubblicodopo la parentesi olimpica.

Lei ha parlato di un apertura dellacapitale greca verso occidente, diuna “spinta occidentalizzatrice”. Cosaintende dire esattamente?

Intendo come tale la capacità di met-tere a punto strumenti normativi nuovie diversi per rispondere alle necessitàdi un tessuto urbano complesso quale

è quello di Atene, comei programmi integrati oprogrammi di riqualifica-zione urbana, concorsid’idee; strumenti chelavorino sulla definizio-ne di nuovi spazi pubbli-ci non all’interno dei tes-suti ma nelle connessio-ni fra essi, collegandoaree interstiziali, areelibere, aree verdi,manufatti industrialidimessi. Ne è un esem-pio il quartiere di Psyrrì,fino a poco più di 10anni fa degradato eprivo di controllo socia-le, oggi è un vero e pro-prio snodo urbano checollega attraverso un’a-rea interamente pedo-nalizzata il centro stori-co della Plaka e il siste-ma storico-archeologico(il Tempio di Efesto,l’Agorà, la Porta di Atena, la Bibliotecadi Adriano) ad est, con un sistema piùspecificatamente museale (il Museodell’Arte islamica, il Ceramico, l’ex-Gazometro, ora sede dell’Accademiadelle Belle Arti, e il Nuovo MuseoBenaki) ad ovest, definendo così unforte nucleo che interessa il turismo, ildivertimento e la cultura.

Atene e Barcellona. Città mediterra-nee, città che si trovano direttamentesul mare, o comunque a poca distan-za. È possibile proporre dei paralleli-smi, senza ovviamente dimenticare,anche le differenze?

Anche qui si può facilmente dimostra-re come la mediterraneità sia un filorosso che tiene insieme cose, strate-gie e visioni del mondo differenti.Barcellona si è sviluppata, per le sueOlimpiadi, lungo la costa, sopprimen-do il forte limite rappresentato sino aquel momento dalla ferrovia indu-striale.È stato tutto il fronte della città ad aprir-si al mare, dal Parco del Montjuïc finoal Forum delle Culture, per poi specia-lizzarsi in settori cui sono demandatespecifiche funzioni prevalenti, ma que-sto intervento globale è stato affianca-to da interventi satellite, come gli inter-venti di edilizia minuta all’interno delcentro storico. Ad Atene questo siste-ma multifunzionale non è costiero, masi trova in corrispondenza del centro

ed è costituito dalla prosecuzione delsistema descritto in precedenza, chedal Tempio di Efesto prosegue persoest costeggiando le pendici suddell’Acropoli (viale Dionigi l’Areopagita)con i teatri di Erode Attico e di Dioniso,intersecando le riscoperte passeggiatedell’Acropoli e del Filopappo progettatenella seconda metà degli anni ’50 dal-l’architetto Pikionis, fino a raggiungerela Porta di Adriano, le colonne delTempio di Zeus Olimpio, i giardini delZappion e del Palazzo Reale, nelcuore della città neoclassica ottoniana.Un percorso che cinge il centro storicodella Plaka, ricucendo la storia di que-sto piccolo villaggio senza significatostrategico che diventa il luogo dellariscoperta memoria di uno stato nazio-nale.

Atene è riuscita ad assorbire dueondate migratorie molto consistenti:quella dei profughi greci dell’AsiaMinore, del 1922, e quella, più recen-te, dell’immigrazione dell’Europa del-l’Est e non solo, a partire dalla finedegli anni ’80. La capitale greca, non ècaratterizzata di quartieri-ghetto, abi-tati solo da immigrati. Un modello daesportare?

Non credo si tratti di un modello, per-ché non credo che dietro a tutto ciò visia stata una strategia, bensì una con-catenazione fortuita di eventi che hasortito risultati fecondi. Innanzitutto

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non credo che i profughi dell’AsiaMinore, immigrati per forza e di fattostranieri in casa propria, abbianoavuto vita facile; tuttavia credo chestata proprio la loro forma mentis,progressista e cosmopolita, a trasfor-mare la cultura del continente inmaniera radicale rendendola naziona-le in senso realmente moderno (dallamusica ai costumi sociali); viceversal’immigrazione cui assistiamo negliultimi due decenni in Grecia come intutta l’Europa occidentale è un’immi-grazione di necessità. Ma forse è pos-sibile dare delle risposte che possonospiegare, in parte, il fenomeno.Allo shock demografico che ha porta-to Atene a raddoppiare, nel corsodegli anni ’20, il numero dei suoi abi-tanti, è seguita negli anni ’60 unaforte migrazione interna; a questofenomeno di concentrazione urbanaha fatto seguito, dalla metà degli anni’80, il fenomeno inverso della decon-centrazione, ovviamente non verso lecampagne ma verso distretti di caseunifamiliari lontano dal centro. Di con-seguenza il mercato immobiliare èstato improvvisamente reso saturodall’immissione di una altissimaquantità di vani “datati” ma a prezzimolto bassi, localizzati nel centroottocentesco e in aree limitrofe adesso, e immediatamente occupati dainuovi immigrati. Tre ondatemigratorie nell’arco di pocopiù di mezzo secolohanno determinatouna forte mobilità demo-grafica in gran parte dellacittà che ha permesso soloin poche situazioni la creazio-ne di tessuti monoclasse, chesono una delle cause di degrado

sociale e urbano, mentre il controllosociale è demandato al forte senso diidentità e di appartenenza dei cittadi-ni rispetto alle unità amministrative.Mi si perdoni il paradosso ardito, maquesta situazione ricorda molto davicino quanto accaduto a Berlinodopo l’unificazione: quando le resi-denze popolari dell’ovest costruite aridosso del muro si sono venute a tro-vare in pieno centro, a due passi dalparlamento e dalla nuova PotsdamerPlatz; quando gli immigrati turchi dellaBerlino Ovest si sono spostati ad estper via del più basso costo dei fitti;quando le nuove espansioni urbanehanno ospitato in residenze dotate ditutti i confort gli immigrati (questavolta ricchi) dell’Ovest. Atene è la cittàdove il centro non esiste, Berlino quel-la dove il centro si sposta.

Procede il risanamento del centrostorico, la metropolitana continua adestendere il suo tragitto, molte areearcheologiche sono state unificatein un percorso comune. Qualisono, per Atene, le pros-sime sfide?

Ritengo che riuscire a mantenere iltimone su questa rotta e proseguire ilcammino intrapreso sia di per sé unasfida. Questo tentativo di superare iparticolarismi, di pensare che questisistemi lineari di spazi pubblici fra i tes-suti, vere e proprie crepe del tessutocompatto, deve diventare una praticaconsolidata all’interno della città e nonessere solo la vetrina del centro perquei turisti che occasionalmente visi-tano l’Acropoli in attesa di partireverso destinazioni più vacanziere.

La sua doppia identità, figlio di greciche ha studiato in Italia, l’esperienzaspaziale e culturale in cui si fondonoAtene e Roma, due città-simbolo,come e quanto l’ha influenzata sinora?

Indubbiamente si tratta di due univer-si urbani, cromatici, percettivi, com-pletamente diversi; non però opposti.Atene è mediterranea nella sua conti-nua successione di tessuti urbaniintroflessi, così come Roma è medi-terranea nell’alternanza tra il verdedella campagna romana e i tessutiurbani aggrappati alle consolari comeisole alla deriva e alla ricerca di unultimo attracco.Sono l’altra faccia della stessa meda-glia, e ciò mi aiuta a comprenderequanto non esista il bianco e il nero, equanto le cose siano sempre piùcomplesse di quanto si è portati acredere.

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È stata una grande scommessa. Ela Grecia si appresta a vincerla. Ilriutilizzo delle strutture che hannoospitato le gare delle Olimpiadi del2004, non è più solo un piano teorico,ma un progetto che è riuscito a con-frontarsi con le esigenze del mercatoe della realtà culturale, con notevolesuccesso. Già a un anno dalla con-

clusione dei Giochi, era stata comple-tata la definizione della strategia perla valorizzazione dell’eredità olimpi-ca, dando il via ai vari bandi di con-corso.L’intero compito, per snellire procedu-re e iter burocratici, è stato assegna-to alla società Ολυµπιακα′ Ακι′ νητα(Immobili Olimpici), sotto la supervi-

sione del ministero dell’economia eaffari economici e della cultura.L’Olimpiade è stata un successo edoveva quindi esserlo anche la fasepost- olimpica, trasformando le variestrutture in risorse e non in intoppi eaggravi di sorta. Dopo l’estate, si èvoluto procedere ad un primo con-suntivo: il ministro dell’economiaJorgos Alogoskoufis ha reso noto adinizio settembre, che, per i primi noveimpianti, si è già trovata un’adeguatae proficua destinazione d’uso, mentrestanno per essere concluse le proce-dure che porteranno anche alla valo-rizzazione delle restanti strutture.Ad esempio, il centro olimpico dellazona di Nikea, viene dato in uso all’u-niversità del Pireo, per contribuirecosì a risolvere il problema dellacarenza di aule e spazi per la didatti-ca. Il Centro Stampa principale, situa-to a Maroussi, a Nord di Atene, diven-terà la nuova sede del ministero dellasalute e della solidarietà sociale. I seipalazzi in cui è diviso oggi il ministe-ro si concentreranno in un’unicasede, con notevoli vantaggi dal puntodi vista della funzionalità.

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L’EREDITÀ OLIMPICALa Grecia riesce a trovare un’adeguata destinazione per le strutture della XXVIII Olimpiade

in alto lo stadio del beach volleypresso il Faliro Bay Complexa destra il Main Press Centre

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La struttura del tae kun do, nella zonacostiera del Falero, grazie alla colla-borazione tra capitale pubblico e pri-vato, ospiterà il nuovo centro con-gressuale metropolitano di Atene.Il porto turistico (marina) del Faleroviene ceduto alla Federazione VelisticaGreca, perché possa essere trasfor-mato nel centro nazionale degli sportnautici. Mentre un’area di 54.000 metriquadrati, sempre nella stessa zona,passa alla gestione comunale, per lacreazione di spazi verdi, aperti ad atti-vità sportive, di cui usufruiranno gli abi-tanti del quartiere e non solo.È stato pensato in particolareper i giovani e per la loro atti-vità fisica, il parco ecologicoche verrà creato all’altroEstremo del Falero, tra lo sta-dio di beach volley e lo Stadiodella Pace e dell’Amicizia. ACreta, lo stadio Pankritio,viene consegnato anch’essoalla gestione del comune diEraklion, per soddisfare ibisogni della squadra di cal-cio del capoluogo dell’isola,ma anche per poter organiz-zare incontri di atletica e gio-chi della gioventù.“Le strutture olimpiche -come sottolineato dal mini-stro Alogoskoufis - rimango-no patrimonio pubblico, madivengono utili e redditizie,sia dal punto di vista econo-mico che sociale”. Inoltre,particolare non trascurabile,il cittadino non dovrà piùprovvedere, attraverso i suoi

versamenti all’erario, agli elevati costidi manutenzione. Si calcola che ognianno, solo dalle prime tre convenzionisottoscritte, lo stato greco incasseràundici milioni di euro. Per arrivare asuperare, con i vari aumenti previsti, iquattordici milioni di euro. Quello peròche più interessa i responsabili dellagestione post-olimpica, è che lo Stato,ad accordi ultimati, riuscirà a rispar-miare più di cinquantacinque milioni dieuro all’anno, necessari, sinora, acoprire le spese per la manutenzione.Si conta poi anche di creare un indot-

to non indifferente, grazie alle diverseattività che nasceranno negli spazidove si è svolta la XXVIII Olimpiade.Ad esempio, solo nell’ex centroStampa di Maroussi, i nuovi posti dilavoro supereranno i duemila, mentreil centro congressuale del Falerodovrà dare un forte impulso al settoredel turismo.Inoltre, i comuni che ospitano le strut-ture “in trasformazione”, potrannoricevere un contributo pari al 2% sul-l’ammontare totale delle attività ospi-tate nei nuovi centri. Si conta poi diriuscire a moltiplicare le occasioni disvago, di incontri culturali e di eventidi musica e spettacolo a favore deicittadini. Dalla conclusione dei Giochisino ad oggi, le manifestazioni di que-sto tipo, sono state più di duecento.Lo scopo è chiaro: aumentare la col-laborazione tra pubblico e privato,fare in modo che lo stato non sia dan-neggiato dai forti costi di gestione,ma che, al contrario, gli accordi per laconcessione degli impianti, vadano atutto vantaggio del bilancio nazionale.“Si tratta di interventi - come ha volu-to aggiungere il ministro della culturaJorgos Voulgarakis - che attraverso illoro sostegno allo sport, alle sensibi-lità sociali e culturali dei cittadini, pos-sono contribuire a cambiare vera-mente la vita degli ateniesi”.

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Il Faliro Bay Pavillion presso il Faliro Bay Complex

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Sono stato in Grecia due volte. Laprima ventidue anni fa. Era il 1984,con i compagni di scuola. La secondaquest’anno, per realizzare alcunireportage per la trasmissione“Mediterraneo” di Rai3.Il lavoro mi ha condotto in vari Paesi,mi ha permesso e mi permette di

conoscere molte persone. Più uominiche donne e questo dispiace. Ma inGrecia, invece, ho avuto la fortuna diincontrare molte donne. Una fortunacondivisa assieme a due amici e colle-ghi, Giovanni Tomarchio, giornalista-cameraman e Vito Ingoglia, il producerdi molti nostri viaggi di lavoro. Abbiamo

conosciuto volti e voci femminili chehanno raccontato la loro Grecia, illavoro, le gioie ed i dolori di vivere inuna realtà che, come in altri paesieuropei e l’Italia non è esclusa, creadifficoltà alle donne.Secondo i dati diffusi dal Servizionazionale di statistica ellenico, tragennaio e marzo 2005, la percentualedi donne disoccupate è stata più alta,rispetto a quella degli uomini senzalavoro. Più del doppio. Un problemache il governo greco si è impegnatoad affrontare con un programma cheprevede incentivi per le aziende cheassumono donne tra i loro dipendenti.Le donne che ho conosciuto mihanno convinto che qualcosa stiacambiando, nonostante i problemi.Mary Irene Triantafillou è la presiden-te dell’associazione “Greek women ofwine”. L’ho incontrata al roof-garden diun albergo nel centro di Atene. È arri-

Le responsabili di “Greek womanof wine” durante il loro ultimocongresso di Santorini

Ascoltando le donne greche,tra memoria e innovazione

di Roberto Ruvolo, giornalista Rai

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vata di buon mattino accompagnatada Anne Kokotos anche lei dell’asso-ciazione. Eleganti nei loro tailleurs. Mihanno raccontato del loro lavoro daquando, nel 1997, hanno deciso dicreare una sorta di club per pubbliciz-zare la produzione vitivinicola delleloro aziende. Da allora non si sono piùfermate.“C’erano e ci sono problemi – mi hadetto Mary-Irene Triantafillou- e potreidire che all’inizio non ci prendevanomolto sul serio, pensavanoche avessimo bisogno diaiuto, che fossimo incapaci diprendere decisioni”.

Una rivoluzione nel mondodel vino“Anche oggi - ha continuato -se si va al ristorante capitache il cameriere o il maitre siindirizzino all’uomo seduto altavolo per scegliere il vino,quasi mai alla donna. Stessacosa avviene sul lavoro. Noidonne non occupiamo molteposizioni al vertice ma, credo,le cose adesso stanno cam-biando. Abbiamo l’appoggio dimolte persone, dall’associa-zione dei vinificatori greci alleorganizzazioni internazionali di cate-goria, dal ministero dell’Agricolturaall’organizzazione per le esportazioni:tutti hanno cambiato idea e ormai citengono in grande considerazione. Ilfuturo- ha concluso - è roseo”.L’associazione ha dato vita, qualcheanno fa, alla Federazione internazio-nale delle donne del vino. Sono mem-bri oltre alla Grecia, l’Italia, la Francia,la Spagna, il Portogallo, l’Ungheria.

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...tutti hanno cambiato idea e ormai ci tengono in grande considerazione.

Il futuro... è roseo”.

foto di Claudio Pallard

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Altri paesi come il Brasile, l’Inghilterrae gli Stati Uniti hanno chiesto di farneparte. In questo viaggio nel “mondodel vino in rosa” ho conosciuto ancheun’enologa, Stamatia Antipa.Nello stabilimento dove lavora, a pochichilometri a sud di Atene, viene pro-dotto un milione di bottiglie di vino. Leisi occupa della qualità, possiede auto-revolezza e competenza.“Una professione difficile – ha confi-dato dopo avere decantato un vinobianco – che è sempre stata appan-naggio degli uomini, ma io mi dedicoal mio lavoro con molta passione”.Le donne che ho conosciuto sonotante ma un posto particolare tra imiei ricordi lo occupa un gruppo dipensionate che ho conosciuto adEgina, un’isola nel golfo di Saronico.Non sono manager come le “donnedel vino” ma hanno deciso anche loro

di fare quella chepotrei definire “un’ope-razione di marketing” ecioè riproporre l’anticatradizione del ricamo,l’arte di realizzare pizzie merletti.Si sono riunite in associazione edhanno trasformato la loro passione inun piccolo business, vendendo i rica-mi ai turisti e agli ateniesi in vacanzasull’isola.Maria Margaroni, Flora Alifandi, che èla presidente delle “Donne di Egina” eDimitra Chalikiopoulou quasi ognigiorno si incontrano nel loro circoloper ricamare ma anche per insegna-re alle ragazzine delle scuole ele-mentari e medie l’arte delle nonne.Assieme ascoltano musica, discuto-no, cucinano, ridono.C’è poi un’altra donna che ricordo con

piacere, Theoni titolare del’unicapanetteria di Idra, la splendida isolasenz’auto nel golfo di Saronico, dolceritiro per chi è in cerca di pace e tran-quillità. Ha accolto me ed i colleghi eci ha accompagnato sempre col sorri-so sulle labbra. Le ultime righe aRoxanne Vlamis, interprete sofistica-ta, profonda conoscitrice dell’Italia edella sua lungua. Roxanne è nata aCreta, un’isola magica, come mi haraccontato durante una pausa del suolavoro.Tradizione e modernità, problemi eimpegni, aspirazioni e certezze, bel-lezza e cultura. Hanno tutto questo ledonne greche, artefici del loro destinosempre, come tutte le donne.

...quasi ogni giorno si incontrano nel loro circolo per ricamare

ma anche per insegnare alle ragazzine delle scuole elementari

e medie l’arte delle nonne...

...un’“operazione di marketing”e cioè riproporre l’antica tradizione

del ricamo, ovvero l’arte di realizzare pizzi e merletti

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...É difficile trovare posto nel picco-lo porto di Chora, il capoluogo dell’i-sola. Quasi sempre sarà necessariofermarsi in rada (come al Benetti,anch’esso italiano, che ci seguiva), ameno che non siate fortunati comecapitò a noi, accolti a ridosso dellabanchina da un ormeggiatore dinome Pano riconoscibile per la barbabianca: così lunga che se fosse nera

ne farebbe un Mangiafuoco. Pano èqui da sempre e probabilmente èimmortale.In una grande trattoria del centro(Xerì Elià), bella per i muri sassosidell’interno, ospitale all’esterno sottogli alberi, un tripudio di insalate e dimussakà, di calamari, scorfani ecarni alla griglia non vi farà superarei venticinque euro a persona.

Se volete tuttavia un luogo più fasci-noso e romantico, con dieci euro inpiù cenerete bene in un locale vicinoal porto che non a caso si chiamaSunset, visto che il solo tramonto chesi vede da qui vale il viaggio a Idra.Il Sunset, che sulla terrazza inferioreha anche un delizioso caffè, puòessere il punto di partenza di unalunga e bellissima passeggiata verso

IN VIAGGIO A IDRA, VISTA CON LO SGUARDO

DI BRUNO VESPA

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le zone meno frequentate dell’isola.Dopo aver superato un minuscoloporticciolo di pescatori, la stradadiventa un sentiero affacciato sulmare con un panorama su isole epenisole circostanti da togliere il fiato.La morbidezza della luce del tramon-to s’alterna ai colori tersi e luminosidel primo mattino, quando già sem-bra annunziarsi un autunno ancoralontano.Al contrario delle consorelle argosa-roniche, Idra non ha reperti archeolo-gici interessanti, ma rappresenta daquarant’anni uno dei punti fermi perchi ami il turismo semplice e raffinato.La mondanità non esiste, i negozichiudono prima di mezzanotte, i gior-nali stranieri arrivano con un giorno diritardo nell’unica edicola gestita conpiglio militare: chiude per mezz’oraquando l’aliscafo scarica i pacchi eriapre quando all’ esterno si è forma-ta. una lunga fila di acquirenti.Nessuno ha fretta, il tempo nonconta. Per questo essa è amata dascrittori e pittori. È un’isola lunga,stretta, rocciosa eppure verde. Viconcede il piacere ineludibile di fare ilbagno da soli, scegliendovi il postopiù gradevole e gradito in molte migliadi coste, accessibili soltanto dal

mare. Bordeggiando per molte miglia,abbiamo visto soltanto tre piccolissi-me spiagge attrezzate in modo dis-creto e delizioso (le guide più accura-te ne segnalano sette in tutta l’isola):pochi, ordinatissimi ombrelloni di raf-fia. Potete raggiungerli se avete l’e-

stremo bisogno divedere altre personeche non siano i vostricompagni di viaggio.Altrimenti potrete sce-gliervi la vostra spiag-gia privata, con annes-si scogli e grotte(belle) da esplorare.Dopo una intera matti-nata di solitudine, lanostra barca è stataraggiunta all’ora delpranzo da un gigante-sco «Benetti» conbandiera italiana e unequipaggio smisurato,il cui giovane e adipo-so proprietario decisedi portare a spasso lasua ragazza su unamoto d’acqua, muo-vendosi peraltro condiscrezione. Due bar-che in quella rada cidettero una insoppor-tabile sensazione diaffollamento.Sulla costa settentrio-

nale dell’isola, dove il Passo Petassila divide dalla vicinissima isoletta diDhokos, il paesaggio si fa ancora piùbello. All’orizzonte la baia di Idra èchiusa dall’ incastro incantato diisole e terraferma Ci sembrava dinuotare nel golfo di Napoli. Con trerilevanti differenze. Una, negativa:non c’era il Vesuvio, e non è poco.Due, positive: l’acqua era limpida enuotavamo da soli senza vedereanima viva a perdita d’occhio. Miaccadde così di trascorrere interemezze ore a giocare sui bassi fonda-li con sassi colorati dal padreternocon una dolcezza di colori che mirammentava quelli di Leonardo nelCenacolo di Santa Maria delleGrazie. E sollevando la testa dall’ac-qua, interrompeva il silenzio di quel-la baia solo il frinire delle cicalenascoste tra pinastri di un verdetenerissimo che scendevano finquasi a lambire il mare.Se siete in barca, non perdete l’op-portunità di fermarvi una sera in radanella baia di San Giorgio, semprenella costa occidentale dell’isola. AImassimo potrà farvi compagnia unsolitario pescatore che ha gettato iltramaglio o cerca (e spesso riesce) apescare grosse cernie con la lenza...

Tratto da “Il Giornale di Sicilia”, del 28 agosto 2006

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Il 4 settembre Atene ha ospitato unvertice cui hanno partecipato ilprimo ministro greco CostasKaramanlís, il presidente russoVladimir Putin e il capo di Stato bul-garo Georgy Parvanov. Il summit haprodotto un risultato di grande valo-re, in quanto è stato raggiunto unaccordo per la costruzione di unoleodotto che trasporterà il petroliodai giacimenti della Russia fino alMediterraneo, evitando di attraver-sare gli stretti del Bosforo e deiDardanelli.Sarà realizzata una “pipeline” dellalunghezza totale di 280 chilometri,che collegherà Burgas e Alexan-droupoli. A partire dal 2009, dataprevista per la conclusione dei lavo-ri, dal terminale di Novorossysk il

greggio estratto in territorio russopotrà giungere via mare a Burgas(in Bulgaria) e da lì imboccare l’o-leodotto che lo farà arrivare al portogreco di Alexandroupoli. Questoimpianto avrà una capacità giorna-liera di trasporto di circa 800milabarili, pari a 35 milioni di tonnellateall’anno. La realizzazione dell’oleo-dotto dovrebbe costare circa 700milioni di euro. Per ciò che concer-ne le quote di partecipazione, i det-tagli saranno definiti con un accor-do ufficiale entro la fine dell’anno.Secondo quanto appreso sinora,alla Russia andrebbe 51% delleazioni, mentre il rimanente 49%sarebbe equamente ripartito fraGrecia e Bulgaria.L’intesa raggiunta nel vertice di

Atene è stata salutata con dichiara-zioni entusiastiche dai leader delletre nazioni coinvolte. Il premiergreco Karamanlís ha parlato di“accordo storico per i tre paesi eper la comunità internazionale”.Sulla stessa lunghezza d’onda sicolloca l’opinione del presidenterusso Putin, il quale ha sottolineatoche “l’accesso alle fonti energeticheè garanzia di sviluppo”. Il bulgaroParvanov, da parte sua, ha affer-mato che la costruzione di talestruttura “non poteva più essererimandata”.L’accordo di Atene ha sbloccato unimpasse che durava da lungotempo. Il primo progetto per questastruttura risale al 1993. Da alcunianni, tuttavia, le trattative fra i tre

L’accordo Grecia-Russia-Bulgaria per l’oleodotto Burgas-AlexandroupoliL’accordo Grecia-Russia-Bulgaria per l’oleodotto Burgas-Alexandroupoli

di Rudy Caparrini

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paesi si erano arenate e l’i-dea pareva tramontata.L’insorgere di alcuni fattori haindotto Grecia, Russia eBulgaria a rilanciare il pianoper questa grande opera.Prima di tutto, il forte incre-mento del prezzo del petrolioha convinto le nazioni coin-volte che occorrevano inter-venti di natura strutturale pergarantirsi l’approvvigiona-mento di greggio. In secondoluogo, l’aumento del traffico dellepetroliere attraverso il Bosforo avevafatto crescere i tempi di percorrenza,causando oneri aggiuntivi pesantiper le compagnie petrolifere, stima-bili in circa 500 milioni di euro annui.Infine, la costruzione dell’oleodottoBurgas-Alexadroupoli è divenuta perla Russia una necessità non proro-gabile in seguito alla realizzazionedella pipeline Baku-Ceyhan, che tra-sporterà il petrolio dal Mar Caspio alMediterraneo (esattamente dal-l’Azerbajian alla Turchia). Ulterioriritardi nell’avvio dei lavori dell’im-pianto Burgas-Alexandroupoli a-vrebbero comportato il serio rischioper la Russia di perdere una grossaopportunità, lasciando campo liberonel Mediterraneo al greggio estrattonei paesi del Mar Caspio.L’accordo tripartito greco-russo-bul-garo rappresenta un ottimo affareper le tre nazioni coinvolte. Tuttavia,la maggiore beneficiaria appare laGrecia. Mentre per Bulgaria eRussia l’intesa dovrebbe comporta-re soprattutto vantaggio sotto il pro-filo economico, per la RepubblicaEllenica l’oleodotto Burgas-Alexan-droupoli potrebbe rappresentare ilgrande salto di qualità a livello inter-nazionale.La Grecia è notevolmente avvantag-giata dal punto vista geopolitico,giacché diviene uno snodo cruciale

per l’approvvigionamento di fontienergetiche per l’intera Europa. Igreci ricordano bene le difficoltàdegli anni 80, a causa dell’improvvi-so balzo del prezzo del greggio, chesubì una brusca impennata in con-seguenza della rivoluzione islamicain Iran, del 1979. Le difficoltà vissu-te in quel periodo hanno insegnatoai governanti ellenici quanto siaessenziale investire nel settore cru-ciale dell’energia. Sono in fase direalizzazione altre importanti opere,

fra cui il gasdotto Igi che partiràdalla città greca di Komotinì per arri-vare in Italia attraverso un trattomarino che approderà in Puglia. Ilcontrollo delle fonti energetiche èuno dei fattori cruciali nelle relazioniinternazionali dell’epoca contempo-ranea. Pertanto la possibilità di usu-fruire del nuovo oleodotto Burgas-Alexandroupoli contribuirà a conso-lidare il ruolo di leader della Grecianel contesto dei Balcani e del-l’Europa e sudorientale.

da sinistra:il presidente russo Vladimir Putin,

il primo ministro greco Costas Karamanlís

e il capo di Stato bulgaro Georgy Parvanov

Costas Karamanlís ed il presidente russo

Vladimir Putin

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Domenica 15 e 22 ottobre, la Grecia si è recata alle urne per ilprimo ed il secondo turno delle elezioni amministrative. Su untotale di cinquanta prefetture, il partito al governo di NuovaDemocrazia, ne ha conquistate trenta, mentre i socialisti delPasok, ventiquattro. In due casi, si è dimostrata decisiva la colla-borazione con il partito della sinistra riformista di Synaspismos.I greci sono stati anche chiamati a scegliere i primi cittadini dicinquantuno comuni capoluogo. Nuova Democrazia se ne èaggiudicati ventisei, il Pasok diciannove, mentre altri quattro sin-daci sono stati eletti sempre grazie alla convergenza di socialistie sinistra riformista sullo stesso candidato. Ad Atene, la poltronadi sindaco è andata al candidato del centrodestra NikitasKaklamanis, 59 anni, medico, ex ministro della salute, che si èimposto con il 46,12% dei voti. Al Pireo è stato eletto sindaco,sempre al primo turno, con una percentuale del 45,13%, il socia-lista Panajotis Fasoulas, 43 anni, un ex giocatore di basket, sim-

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Le elezioni amministrative in Grecia

Sopra il neosindaco di Atene Nikitas Kaklamanis

a sinistra il sindaco di SaloniccoVassilis Papegheorgopoulos

Il municipio di Atene

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bolo della nazionale di pallacanestroe della squadra dell’Olympiakos.Salonicco ha dovuto aspettare ilsecondo turno, dal momento che nellaprima tornata elettorale, nessuno deicandidati sindaci aveva superato lasoglia del 42%, necessaria per l’elezio-ne. Riconfermato, per il terzo mandatoconsecutivo (un record eguagliato,nella seconda città della Grecia, solonel lontano 1869) il sindaco uscenteVassilis Papagheorgopoulos, con il52,62%. Ha lavorato come medicodentista sino al 1981, quando ha deci-so di passare alla politica attiva, conNuova Democrazia. A Patrasso, sem-pre al secondo turno, si è aggiudicatola corsa elettorale il candidato delPasok Andreas Fouras, 60 anni, a cui

è andato il 53,15% delle preferenzedegli abitanti del capoluogo dell’Acaia.Laureato in legge, è stato eletto depu-tato del Partito Socialista a partire dal1989.Tra i risultati più importanti delle pre-fetture, l’elezione della socialista FofiJennimatá alla super prefettura del-l’Attica, con il 43,39% dei voti al primoturno e la riconferma, per NuovaDemocrazia, di Panajotis Psomiadis aquella di Salonicco, con una percen-tuale del 48,20%. A Creta, vittoria asorpresa di Panajotis Archontakis,candidato del centrodestra nella pre-fettura di Canea. Mentre il Pasok, alsecondo turno, è riuscito ad imporre isuoi candidati, in due prefetture dove ilrisultato veniva giudicato incerto sino

all’ultimo, a Serres (nella Grecia NordOrientale) e nella Magnesia (una dellequattro prefetture della Tesssaglia). AdAtene, infine, performance indubbia-mente soddisfacente per i due partitidella sinistra: Alexis Tsípras, il giovanecandidato della sinistra riformista diSynaspismos, 32 anni, ingegnere, haraccolto il 10,51% dei consensi. SpirosChalvatzìs, del partito comunista Kke(59 anni, entrato in politica già da ado-lescente) ha catalizzato l’8,77% dellepreferenze.L’affluenza è stata del 72,43%, rima-nendo, sostanzialmente, sugli stessilivelli delle precedenti consultazioniamministrative del 2002, quandoaveva votato il 72,62% degli aventidiritto.

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in alto Andreas Fouras eletto sindaco a Patrasso

a destra il nuovo sindaco del Pireo, Panajotis Fasoulas

in alto Panajotis Psomiadis, prefetto di Salonicco

a sinistra Fofi Jennimatá super-prefetto dell’Attica

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Foroellenico rende omaggio ad alcuni tra i più rappresentativiartisti greci residenti in Italia. Si tratta di pittori, scultori, incisori,che da vari anni hanno scelto di vivere e creare nelle città italia-ne. Città che sono state, e continuano ad essere, fonte di ispira-zione e di continua reintepretazione del reale. In un caso, poi, sitratta dell’esatto contrario: di come la Grecia è riuscita a “rapi-re”, a far suo, un pittore italiano.Artisti che hanno proposto alla nostra rivista, questa particola-re e crediamo interessante presentazione, alla quale altre neseguiranno. Abbiamo scelto di farli parlare in prima persona,attraverso le loro biografie essenziali e le loro esperienze esuggestioni, limitando il pur prezioso intervento dei critici,nella speranza di permettere così ai nostri lettori di conosce-re più da vicino ciascun personaggio.Un “primo contatto”, che speriamo possaportare a nuove, più vaste, iniziative.

DOSSIER

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ARTE:SPECCHIO DELLE SUGGESTIONI

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Armando Arpaja:Il sentiero degli agapantiPiega, se puoi,sul mare scuro dimenticando la musica d’un flauto sopra quei piedi nudiche cavalcarono il tuo sonno in quell’altravita ormai sommersa.

Jorgos Seferis: “Santorini”

Sbarcando con la macchina nel porto di Patrasso, laprima immagine che si presentò ai miei occhi fu la “fenice”della giunta militare che ancora governava la Grecia. Eral’estate del 1972. La ritrovai per quasi tutto il tragitto checonduceva da Patrasso ad Atene. Sul ponte di Corinto,sulle colonne circostanti, in cima ai grigi palazzi di cemen-to sedi di polizia o stazionamenti governativi.Avevo degli amici ad Atene, uno dei quali conosciuto aFirenze e laureato in architettura; fui suo ospite e iniziaicosi la mia esperienza “ellenica”.Di quel periodo, mi restano impresse le serate con gliamici nelle taverne; ce n’erano moltissime allora, ed erabellissimo scoprirne ogni sera una diversa, nei vecchi cor-

foroellenico 21Atene, Kafenion “To Neon”, olio su lastra di rame 30x60

Negli occhi del mito, Olio su tavola cm 30x40

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tili tra le case basse di Atene e delPireo. Ci si stordiva bevendo retsinae si discuteva fino all’alba di politica.C’era molta inquietudine tra i giovani,che genererà poi i fatti del Politecnicoe il crollo della dittatura.Viaggiai tutta l’estate per le Cicladifino a Santorini dove decisi di fermar-mi per qualche tempo; da lì a dueanni avrei iniziato a dipingere imma-gini della Grecia.Nel 1974 a Roma, entrai in una galle-ria del centro, vicina alla Scuola d’ArtiOrnamentali dove avevo iniziato deicorsi di Affresco, e rimasi affascinatoalla vista delle pitture di JannisTsaroukis.Decisi di incontrarlo e, attraversoEudoxia Karajannis, direttrice delrestauro della Pinacoteca di Atene,arrivai a Maroussi dove Tsaroukisabitava e aveva lo studio.Lo seguii nel suo lavoro cercando diapprendere il più possibile; quando sitrasferì a Parigi lo raggiunsi, era il1978.In quello stesso anno feci una mostraa Parigi che lui propose e presentò.Tornai in Grecia: stabilii il mio studio aSantorini, soggiornai a Creta e sulMonte Athos.Il fato mi ha concesso “ò Kairos”, l’oc-casione cioè di vivere la Grecia in unastagione straordinaria, in cui ho avutola sensazione che gli Dei si potesseroancora occupare della mia sorte.Le opere che realizzai in quel periodo

sono forse quelle di maggior impegnocompositivo: riportavo su cartoni epoi su tela ogni immagine impressanella mente: oggetti popolari, facciatedi vecchie case, finestre, e ancoragiovani e marinai che la notte danza-vano tzebetico nelle antiche taverneal suono rebetiko dei bouzuki, offren-domi rakì e coinvolgendomi nelle lorodanze e nei loro canti.Tali sensazioni ispirano ancora le miepitture imprimendo in esse tematiche

e forme scaturite dal fascino che lacultura greca, classica e contempora-nea, suscita in me.

P.S. Agapanto: Genere di piante delleLilacee con la sola specie”Agapanthus orientalis” dell’Africaaustrale. Erba perenne con foglienastriformi. (Lat. Scient. Agapanthus,comp. Del greco agapè “amore” eànthos “fiore”). significato del fiore :unione sociale.

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DDOO

SSSS

IIEERR

...riportavo su cartoni e poi su tela ogni immagine impressa nella mente:oggetti popolari, facciate di vecchie case, finestre, e ancora giovani e marinai...

Natura morta con bouzouki, Olio su lastra di rame cm 30x40 Ritratto di donna,Olio su lastra di rame, cm 30x40

Sensazioni elleniche, Olio su tavola, cm 55x63

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BIOGRAFIA Nato a Roma, ha frequentato la Scuola ArtiOrnamentali del Comune di Roma, trasferendosi poi,per un certo periodo, ad Atene per lavorare comeallievo nella “bottega” di Jannis Tsaroukis, che consi-dera il suo Maestro ed espone più volte sia ad Ateneche a Salonicco.

Armando Arpaja si può definire un pittore errante, chepur non tradendo le sue radici ed origini, ha saputocogliere sfumature ed emozioni dai luoghi che lo ospi-tavano per poi fissarle nelle sue tele.

“La Terra può trasmettere un senso, un invito, nonchiedendo nulla, non rifiutando e soprattutto nonescludendo nessuno”. L’Arte non conosce frontiere, nési lascia suggestionare o condizionare da integralismipolitici o religiosi.

Nel 1991 e 1994, Arpaja è stato invitato ad esporre inEgitto negli Istituti italiani di Cultura del Cairo e diAlessandria; nello stesso periodo, tiene varie lezioni astudenti dell’ultimo anno della facoltà di Belle Artidell’Università di Helwan.

Nell’ottobre 1994,si reca in Giordania, per esporre alRoyal Cultural Centre di Amman; in questo periodo, Mons.Maroun Lahnan, Rettore del Latin Patriarcal Seminary di BeitJala (Betlemme), gli dà incarico di dipingere una serie di qua-dri ispirati alla vita di San Francesco de Jasu y Xavier per laCappella a lui dedicata e realizza il grande dipinto della“Crocifissione”.

Con il patrocinio del Consolato d’Italia e del Centro Culturale“Dante Alighieri”, inaugura il 2 giugno 1997 una personale al“Centre Culturel de Sidi Belyout” di Casablanca in Marocco.

Nel novembre dello stesso anno, mostra le sue opere nella“Galerie Cerf’Art” di Parigi; nel mese di luglio 1998 a “Le Clubdes Arts” Palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo e suc-cessivamente a Bruxelles eCopenaghen.

Nell’aprile del 1999, l’Am-basciata d’Italia ad Algeri riaprel’attività dell’Istituto di Culturacon una sua personale e in col-laborazione con il Governato-rato di Algeri, gli da incarico diallestire insieme ad Artisti alge-rini, degli “ateliers” per la praticae l’insegnamento delle varietecniche.

Espone poi nel novembre 1999presso l’Università di Ankara,di Smirne e, nel settembre del2000, all’Istituto Italiano diCultura de Il Cairo.

In occasione del Giubileo del2000, raccoglie materiale peruna Guida sulla Roma ebraica-palestinese ed elabora un pro-getto per una mostra sull’AnnoSanto, attraverso la Storia, laLetteratura e l’Arte proponen-dolo alla CommissioneArtistico Culturale del GrandeGiubileo dell’anno 2000, rice-vendone approvazione.

Nel mese di settembre 2001,l’Assessorato alla Cultura per il

Portogallo e l’Ambasciata d’Italia presentano una retrospettivadelle sue opere (1976-2001), alla Biblioteca Municipale Belèmdi Lisbona.

Prende parte, inoltre, alla Commissione Artistica di valutazionedei progetti presentati dagli studenti, nell’ambito della mostradelle “Scuole Italiane Associate all’Unesco e il Nuovo Millennio”presso il centro del Ministero dei Beni Culturali, in Roma.

Segnalato dal Centro Europeo per il Turismo e lo Spettacolo, incollaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali delComune di Roma, Armando Arpaja riceve in Campidoglio l’11dicembre 2001 il premio come artista internazionale, con laseguente motivazione: “Esaltazione delle diverse etnie privile-

giando la Cultura in funzione dellacostruzione della Pace, l’ugua-glianza e la fratellanza deiPopoli”.

L’Ufficio Culturale dell’Am-bascia-ta d’Italia, in collaborazione conl’Office Raidh El-Feth, nell’aprile2003, organizzano ad Algeripresso la Galerie ESMA una suamostra intitolata “Coesistenze -Alger et sa Casbah” ed a maggio,inaugurata dal Presidente dellaRepubblica di Cipro, il Comune diLefkara presenta una sua perso-nale nel locale del Museo d’ArtePopolare.

Nell’agosto dello stesso anno èinvitato dall’UNAC ad esporre al1° Salon Mediterranée des ArtsPlastiques “Mediart 2003” adOran, Algeria.

Nel 2004 propone le sue pittureall’Istituto Italiano di Cultura diAddis Abeba, all’Ambasciatad’Italia in Khartoum, e allaGalleria “Cassiopea” di Roma.

Nel giugno del 2005 a New York,l’IIC promuove le sue opere conuna mostra dal titolo “Under onesky only”.

Roma, Balcone in Via della Lungara, Olio su tavola cm 49x70

Odos Asomaton, Olio su tela, cm 40x50

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Mi ricordo di essere sempre stataaffascinata dall’Italia da quando erobambina.L’ho visitata come turista nel ’89 esono rimasta talmente colpita, chequando ho sentito che la mia vita adAtene non mi dava le soddisfazioniche mi aspettavo, mi sono trasferita aRoma all’età di trent’anni con miafiglia di soli sei anni.La mia è stata una scelta di vita.A Roma mi sono sentita a casa sindall’inizio. Una città affascinante -basta fare una passeggiata al centro eattraversi tanti secoli di storia. Poi l’ar-te è presente con tutte le sue espres-sioni - dalla musica lirica, all’architettu-ra, dalla scultura alla pittura con gliaffreschi delle chiese e dei palazzi.Mi domando spesso se tutto questoha influenzato la mia ricerca nell’arte.È difficile dare una risposta preci-sa,ma penso di si. Sicuramente mi hasensibilizzato e mi ha aperto mental-mente.Tornando con la mente alla mia infan-zia ad Atene, mi ricordo di avere sem-pre dipinto o giocato con i colori.

Ma è in questo paese che hotrovato la mia strada nell’arte.(in Italia ho partecipato a piùdi 37 mostre collettive, hofatto 29 personali, invece inGrecia ancora nessuna).Dopo il mio grande amore perRoma, ho scoperto Fregene.Ho approdato là per rimanercisolo due mesi, nell’estatedell’94 e non mi sono piùmossa. Nata e cresciuta alcentro di Atene, mi era sem-pre mancato il diretto contattocon la natura, il ritmo di vitapiù umano, meno frenetico.Questo vivere a Fregeneimmersa nella natura è lafonte della mia inspirazionevisto che i miei soggetti sonopiccoli particolari di essa. Penso chel’essere umano, specialmente oggi,ha bisogno, per ridimensionare la suaesistenza e ritrovare il suo equilibriointeriore, di osservare profondamentetutto quello che lo circonda rendendo-si conto che è solo un anello dellacatena naturale e non una eccezione

onnipotente.È vero che l’artenon ha frontiere,ovunque mi trovoadesso sul pianetaè fonte di inspira-zione, ma non sose avrei trovato lamia strada senzala mia pluriennaleesperienza quoti-diana di vivere inItalia.Sono ormai più didieci anni cheespongo le mieopere qui, l’acco-glienza della genteè molto calorosavisto che ha reagi-to con entusiasmo

nei confronti del mio lavoro, mentre lacritica rimane perplessa, escluse alcu-ne persone sensibili, le quali percepi-scono la profonda essenza del miolavoro.Il primo critico d’arte che ha saputovedere molto più degli altri è statoGiuliano Serafini:Nel tempo la pittura di Lila Iatruli vasomigliando sempre più a un para-dosso, almeno per quanto riguarda lametodica e gli esiti di forma e di con-tenuto che ne derivano.Quello che voglio dire è questo: chepiù l’approccio dell’artista ateniesesi traveste da indagine ricognitiva, ose si vuole, “scientifica”, sul sogget-to - fiori, farfalle e conchiglie chesiano - cioè quanto più il suo avvici-namento al modello referente diven-ta ricerca dell’infinitesimale, tantopiù penetriamo in un universo cheperde la propria fisionomia naturali-stica, spesso la propria riconoscibili-tà, per diventare “altro”: qualcosache è così dentro alla realtà da sfio-rare la sua entità molecolare, il suocodice genetico, insomma la suamateria prima. E a questo punto l’im-

Conchiglia

Particolare di rosa

LILA IATRULI: IL DIRETTO CONTATTOCON LA NATURADD

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magine non potrà più appartenere all’ordine visibile,almeno così come lo si intende in natura.In un dialogo di qualche anno fa la Iatruli mi avevaaccennato a questa sorta di ossessione che la risuc-chiava all’interno del soggetto dei suoi dipinti.Che alla base di questa attrazione ci fosse una sortadi culto o di mistica della ϕυ′ση , bastava già a legitti-mare la scelta ; ma non si trattava solo di questo. Ciòche appariva più significativo e non dal punto di vistaconcettuale, bensì da quello squisitamente poetico,era che il suo “sguardo” sembrava volersi fare sostitu-to dello sguardo di una minima entità zooica, quasil’artista intendesse stringere un patto di complicitàcon chi la natura e il mondo li osserva con altre risor-se e potenzialità visive.Si trattava cioè di regredire allo stato di insetto, diappropriarsi del suo “occhio” (che poi dal punto divista tecnico per la Iatruli voleva dire utilizzare varielenti d’ingrandimento che le consentissero una visionequanto più macroscopica possibile).A questo punto sarebbe però un errore accostare ilsuo lavoro alla vague iperrealistica che intorno aglianni Settanta, e in area soprattutto statunitense,intendeva riprodurre una realtà più “vera” del reale,per poi ribaltare anche qui i termini del procedimentocreativo: dove sta la realtà e dove la finzione?Qui la strepitosa maestria della resa pittorica, il sen-suale, favoloso universo vegetale e animale entro cuianche noi siamo calamitati fino a perderci, portanopiuttosto la magnificazione dell’immagine a valore diparadigma d’esistenza: come se il taglio e l’inquadra-tura selezionati dall’artista contenessero l’assolutodell’immagine stessa. Matisse era solito dire che uncentimetro quadrato di blu non è meno blu di un metroquadrato dello stesso colore.In fondo il discorso vale anche per la Iatruli”.

BIOGRAFIA

Lila Iatruli, nata ad Atene nel 1962 si trasferisce a Roma nel1992. Ha partecipato in 37 mostre collettive, ha fatto 26mostre personali ed una azione ecologica.

Le più significative sono: MOSTRE COLLETTIVE:

1993: “CONTRASTS”, I.A.M. Artshowroom Santa Fe, U.S.A curatore: D.L. Coromilas, organ:ccce

1997: VIII Biennale dei giovani artisti dell’Europa e delMediterraneo, Torino, sez. ALTAMAREA

2000: XI ARTE PADOVA, Padova, organ:Art Point Black curatore: Rolando Giovannini

2001: Artisti a Torino, Javits Convension Center, New York,U.S.A. organ.galleria Alba“KUNSTMESSE” Salzburg, Berheim, Austria organ:Art Point Black Sacro, Misterico, Magico, LA TERRATrestina, organ.ALKAESTIATRULI E’ STATA PREMIATA

2002: “L’UOMO E LA SUA DIMENSIONE RELIGIOSA IN EUROPA”Carlo Magno, Città del Vaticano, org: W000SIATRULI RAPRESENTA LA GRECIA

2003: 9° Biennale Internazionale del Cairo, EI Opera, Cairo, Egitto organ:ccce,curatore: Carmi ne Siniscalco, Studio SIATRULI RAPRESENTA LA GRECIA

2005: Luoghi Interiori, Trestina, organ: ALKAEST IATRULI È STATA PREMIATA

Mostre personali:

1998: Manifesto Artistico, Castel San Giorgio, Maccarese, 2001: “Crescendo”, retrospettiva 1995-2001, MuseoComunale Ponza,

CON IL PATROCINIO DELL’AMBASCIATA GRECA INITALIA

2002: “Ceci est une fleur” ass. via Borgognona e piazzetta Bocca di Leone, Roma, organ:ccce, curatore: GiulianoSerafini“Bioili” Premio Fregene 2002, Maccarese organ:ccce curatore D.L. Coromilas

2003: “Ceci est une fleur” Mirabili Firenze organ:ccce, curatore: Giuliano Serafini

2005: “Macrocosmi” Studio S, Roma, organ:ccce,curatore:Carmine Siniscalco “Bescada Macrocosmos i microcosmos” Grekisk Kulturcentrum, Stocholma, SveziaMicrocosmi galleria del Circolo Artistico, Bologna, curatori: Bartolomeo De Gioia, Giusy Gualtieri,introduzione: Vittorio Riguzzi

2006: Macrocosmi, Casina Pompeiana Villa Comunale, Napoli, organ:ccce CON IL PATROCINIO DEL CONSOLATO GRECO DI NAPOLI E DELL’ASSESSORATO ALLA CULTURA DEL COMUNE DI NAPOLI

AZIONE ECOLOGICA1997: 1° azione ecologica al sostegno della ecologia

interiore, opera 400x400 cm.Comunità IL PORTO, Moncalieri, Torino

Fili di farfalla

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Conversando con un filosofo, mio figlio, su una definizionesintetica dell’arte, ricordavo la citazione di Leonardo da Vinci,e cioè che “la pittura è una cosa mentale”, o quella di PabloPicasso per il quale “la pittura è politica”..E la capacità creativa dell’artista? Come definirla e dove inse-rirla?“Se vogliamo identificare in qualche parte dell’animo dell’arti-sta la fonte della sua capacità creativa, la dobbiamo cercarenella sua facoltà immaginativa, che è, essenzialmente, tra-sformazione, o meglio metamorfosi”, mi ha risposto.Ho riflettuto e mi sono accorto che questa frase includeva ilpensiero dei due grandi ed anche il mio; poiché con l’immagi-nazione, che è una facoltà della mente, frutto della sintesi dipercezioni, emozioni ed idee, l’artista ha l’abilità di trasforma-re in continuazione colori e linee in oggetti d’arte.Inoltre, tramite la sua arte, egli raccoglie il pensiero filosofico,del passato e lo accosta, lo amalgama, o lo contrappone alpresente, esprimendo in tal modo il suo pensiero dialettico, ecioè politico.Io aggiungo qualcosa a tutto questo. L’artista si serve dell’abi-lità di cui è maestro, quella della metamorfosi, per restituirealla gente ciò di cui essa ha perso la memoria. Egli recuperai miti e le grandi filosofie di Esiodo, Platone, Omero, proiet-

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La capacità di sognare di Julianos Kattinis

sopra “San Giorgio”, 1974 olio su tela 80X100 cm

sotto l’artista al lavoro nel suo studio

La capacità di sognare di Julianos KattinisDD

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a sinistra “Moto vita”, 1982 olio su tela 120X100 cm

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tandoli nella storia in una dimensione onirica,sottoponendoli ad una metamorfosi continuadi un passato che diventa presente e precor-re il futuro.È questa la mia filosofia di artista che, insie-me ad una grande vitalità intellettuale e all’in-dipendenza ideologica, che non mi permetto-no alcun tipo di compromesso, ha segnatotutta la mia vita.E con tutta la forza della mia immaginazio-ne, tramite il mio lavoro, contrappongo tuttociò alla corsa contemporanea al consumo,all’uso meccanicistico e privo di pensierodella tecnologia attuale che ha fatto degliuomini di oggi nient’altro che dei primitivitecnologici.Suggerisco di osservare l’arte in silenzio emeditazione: l’arte è un dono fatto agli uominial fine di restituire loro qualcosa che hannodimenticato, la capacità di sognare.

BIOGRAFIAJulianos Kattinis è un pittore Greco naturalizzato italiano. Ènato a Damasco nel 1934 da famiglia greca ateniese. Ha stu-diato arte a Damasco, Gerusalemme, Beirut, Cairo, Parigi,Atene, Monaco di Baviera e Roma, dove si è diplomatoall’Accademia Nazionale di Belle Arti AA-BB nel 1964.

Artista di fama internazionale, presente alla XXXII BiennaleInternazionale di Venezia nel 1964, ha realizzato 250 mostrein Italia e all’estero in prestigiose Gallerie e Musei, fra cui ilPalazzo Braschi a Roma (1972) Palazzo delle Esposizioni diPireo-Atene (1977), Museo d’Arte d/Gener. Ital. Del 900 GBargellini, (2003), Pieve di Cento- Bologna (Italia). Ha rice-vuto numerosi premi e riconoscimenti ,tra cui il premioMontecitorio per l’ Arte contemporanea e la medaglia d’ Oro,VII Gentes, Palazzo delle Esposizioni, Roma.

Ha inoltre realizzato grandi opere di affreschi e murali in Italiae all’estero. Dal 1970 vive ed opera a Roma.

Si può prendere visione del suo lavoro nei seguenti siti:http://www.aquilagrafica.ithttp://www.pittori.ksm.it/kattinishttp://www.web.tiscali.it/metropoliarte

sopra “L’uomo del futuro”, 1972 olio su tela 80X100 cm

a destra “Vittoria auriga”, 1976, olio su tela 80X100 cm

...tramite la sua arte,egli raccoglie il pensiero

filosofico, del passato e lo accosta, lo amalgama,

o lo contrappone al presente

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Sono fiera e mi considero privi-legiata per essere nata nell’isoladi Creta, con le sue bellezze natu-rali e le sue tradizioni, culla dellaciviltà minoica e patria di El Grecoe di Kazantzakis. È forse propriola vista del mare sconfinato che fanascere e maturare la curiosità, lafantasia, finanche il sentimento dilibertà…Ho scoperto molto presto il piace-re del disegno e ad esso comin-ciavo ad associare i sogni e leaspettative legate ai miei studi. E’stata l’Italia, una volta conseguitala maturità classica, a diventare lameta di questo entusiasmo; unaborsa di studio dell’Istituto Italianodi Cultura di Atene mi ha permes-so di studiare con grande serenità.Roma mi affascinava allora, e miaffascina tuttora quotidianamen-te, sia per i suoi materiali inerti, lepietre e i selciati, che per le sueisole di natura, le Ville ma anchei Lungotevere, le palme e i plata-ni d’autunno; grane, tessiture,sovrapposizioni: tutto ciò chelavora nel Tempo e col Tempo; uncolloquio quotidiano, serrato esilenzioso con Roma. E Roma hacontraccambiato dandomi innan-zitutto se stessa, il suo essere

proprio la città che è; con la den-sità e la forza dei suoi segni èsempre stata ispirazione per ilmio mondo interiore. La storia,quella dei Musei, e gli eventi dellacittà mondana rimangono sullosfondo. Così nascono alcuneserie di incisioni con i titoli:Palme, Impressioni, Ricordi,Ricostruzioni, Paesaggi di Città,Ombre sul Manifesto.Nella quotidianità dell’Accademiadi Roma ho cercato e creato lamia realtà; ho trovato dei maestri(Marcello Avenali, Lino BianchiBarriviera, Mario Mafai, PeppinoPiccolo) che senza esitazionehanno creduto in me, e con i lorosapienti consigli ho costruito lamia identità.Gelosa, in quegli anni, dei mieidisegni ed appunti, ho scelto diapprendere ed approfondire latecnica dell’incisione perché miconsentiva di tenere sempre perme le matrici documentando ognipasso dell’iter creativo; così la miaricerca sembrava avvicinarsi edassomigliare sempre di più al miocarattere: paziente semplice eleale. Queste le qualità dell’incisio-ne, che non consente alcun truccoe riflette più di qualsiasi altra

materia la volontà dello spirito.Ho collaborato come assistentedei professori Lino BianchiBarriviera e Guido Strazza; diquesti maestri, oltre alla didatticaaccademica ho potuto conoscerel’etica e la vita, scoprendo i segre-ti del mestiere.Il ricordo di quel laboratorio mi èsempre vicino, avvolto in unanube scura, legato ai suoi odori dibitume, di cera e di un masticeche io portavo dalla Grecia perpreparare un impasto speciale dicera per l’incisione, ma legatoanche a quegli aneddoti che dopotanti anni fanno ancora sorridere,come i marrons glacés distribuitidal professor Barriviera alla finedelle faticose giornate di stampa,ai numerosissimi allora borsisti,che come me avevano sceltoRoma per i loro studi.Quando ho avuto la mia cattedradi incisione presso l’Accademiaho cercato di mettere insieme tuttii tasselli della mia ricerca inciso-ria, creando una mia scuola chedopo trenta anni continua a darmisoddisfazioni. La ricerca trova unsuo diretto campo di applicazioneed approfondimento ulteriore nelladidattica, attraverso la quale si è

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IIEERR ARISTEA KRITSOTAKI, la materia

calda e viva, generatrice di segniARISTEA KRITSOTAKI, la materiacalda e viva, generatrice di segni

“Ombre sul manifesto” 2005, xilografia, mm 370x750

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potuta approfondire ed estendere, poiché sonosempre stata del parere che con gli studenti non sidevono avere segreti per ottenere risultati.Ho lavorato cercando un metodo, lasciando lontanida me linguaggi e gusti, ho cercato di guardare nelprofondo per trovare quel mondo che è in ciascunoinesauribile ed irripetibile. Questo mondo artistico,strettamente individuale, quando si allontana daaltri sentimenti quali superbia, superficialità, arrivi-smo, diventa la definitiva necessità che si trova allabase dell’espressione.La scelta della xilografia è vicino alla mia espres-sione artistica, al bisogno del contatto diretto con lamateria calda e viva, generatrice di segni. Pochistrumenti che lasciano agire la fantasia e la speri-mentazione trasformando in immagini pensieri edesideri in modo semplice ed assoluto, attraversoun’infinita ed inesauribile gamma del bianco e neroin diverse tonalità; dal buio profondo della materiacerco la luce tagliente e precisa, con segni calibra-ti ma al contempo gestuali e dinamici nella loroimmediatezza.

BIOGRAFIA

Aristea Kritsotaki è nata in Grecia a Heraklion nel 1945. Dopo glistudi classici ha ottenuto due borse di studio di cui una dell’IstitutoItaliano di Cultura di Atene, per l’Italia. Si è diplomata in Decorazionee Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (1963-1970).Nel biennio 1970-1972 ha collaborato alle esecuzioni scenichedel Teatro dell’Opera di Roma. Nel 1986-87 ha tenuto un corso diXilografia presso la “Scuola della Calcografia” dell’Istituto Nazionaleper la Grafica di Roma. Titolare alla cattedra di Tecniche dell’Incisioneall’Accademia di Belle Arti prima a Napoli e attualmente a Roma.Tra i riconoscimenti ricevuti, la medaglia d’oro della Presidenza delConsiglio dei Ministri a Roma; nel 1988 Premio Valori Grafici al"Premio Internazionale d' Arte Contemporanea", Campobello diMazara; nel 1990 Premio della “Città di Winterthur”(dalGewerbemuseum), in Svizzera; nel 1997 Premio alla “2nd EgyptianInternational Print Triennale”, il Cairo, Egitto; nel 2000 Premio dellaGiuria alla “3rd Egyptian International Print Triennale" il Cairo, Egitto;nel 2006 Prix d’Honneur alla “5th Egyptian International PrintTriennale" il Cairo, Egitto.Ha tenuto 10 mostre personali tra Roma, Atene, Heraklion e Spoleto eha partecipato ad oltre 90 tra le più importanti Esposizioni Nazionali edInternazionali di Incisione, quali le Biennali di Alessandria d’Egitto,Carpi, Firenze, Cittadella, Biella, Varna, Bratislava, Katowice,Heidelberg, Lubiana, Tuzla, ecc.Ha preso parte nel 1974 alla Quadriennale di Roma, nel 1973, 1975,1987 alle Panelleniche di Atene, nel 1988 all’Esposizione “Incisionegreca del dopoguerra”(Pinacoteca Nazionale di Atene).E’ stata invitata alle Triennali di Grado (1984), XYLON InternationalWinterthur, (1984, 1987, 1990,1994,1997). XYLON Museum,Schwetzingen, (1992, 1994, 1999). Fredrikstad (X^ edizioneInternazionale di Grafica Norvegese,1992). XYLON Italiana, Genova(1988-95). 2^, 3^, 4^ e 5^ Internazionale di Grafica, il Cairo (1994,1997, 2000, 2003, 2006). Belgrado 3^ e 4^ Biennale Internazionaledi Grafica (1994,1996). New Delhi XIII edizione, 1994. Gyor,Ungheria 5^ e 6^ edizione di Grafica Internazionale 1999, 2001.“Small Graphic Forms, Lodz, Polonia (1996,1999, 2002).1993,1997, viene inserita una sua scheda nel volume “Repertoriodegli incisori italiani, Comune di Bagnacavallo.1998, partecipazione alla mostra:“Incisione nelle istituzioni artisticheitaliane”, Accademie di Belle Arti: Roma e Palermo, Comune diMonsummano Terme (Pistoia).1998, inaugura una mostra permanente al Comune di Archanes inGrecia, (Collezione Archanes 6).1999, Mostra delle “Accademie Roma-Milano”, Comune diColonnella (Teramo).Nel 2000 ha partecipato alla 1^ Triennale dell’Incisione grecaContemporanea, Pinacoteca Pierides, Glyfada, Atene.2002, “Profumo d’inchiostri”, Museo dell’Illustrazione, Ferrara.2003 “Il Segno Inciso”, S. Sebastiano, Ostra Vetere, Ancona.“Segni d’Artista”, Grafica dell’Accademia di Belle Arti di Roma,Centro di Grafica, Formello.2a Triennale Internazionale d’Incisione “Premio Città di Chieri”Imbiancheria del Vajro, Torino, (mostra itinerante): Edimburgo –Primavera 20042004-‘05 XII Biennale della Xilografia (18 dic. – 20 feb.), Emil Nolde,Cinque Xilografe italiane; Museo della Xilografia, Sala dei Cervi,Palazzo del Pio, Carpi.2006 International Print Triennial, Contemporary Art Gallery,Cracovia, Polonia.“Prove d’autore”, Mostra dei docenti dell’Accademia di Belle Arti diRoma, Spazio Vertecchi, Roma14^ Space International Print Biennial, Museum of Art, Seoul, SudCorea“Ode all’Ulivo” Accademia di Atene (Centro di Ricerca delle Arti eTradizioni Popolari), New York

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MMaagghhii OOiikkoonnoommiiddoouu,,il colore della vitail colore della vita

Quello che prima di tutto mi appas-siona, nel tema che scelgo, è il colo-re: “forse anche un qualche ritmocromatico che riesco a riconoscere.Il primo, piccolo, slancio della pas-sione”, come dice Bonnard. Sarà ilcolore, quindi, a farmi lavorare intor-no ad esso, sulle tonalità.

Mi attirano le tonalità del rosso equelle piccole differenze nei toni dicolore, che rendono l’oggetto affa-scinante ai miei occhi. Preferiscoevitare i forti contrasti di luce, ecerco di fare in modo che il paesag-gio o il ritratto siano il risultato di unalunga elaborazione, di un pensieroche giunge da lontano.

I grigi differenti dei tronchi invernali,ed i diversi ocra e gialli degli scoglidell’ estate, sono sufficienti per farpartire la ricerca....

BIOGRAFIAMaggy Oikonomidou è greca e vive a Roma.Ha studiato pittura ed incisione presso l'Accademia delle Belle artidi Roma dal 1982 al 1987 con i professori Brunori e Di Coste.

Mostre:• Collettiva degli Studenti dell'Accademia, Roma 1987;• Collettiva "Perla Pace", Pratola Peligna, 1987;• Concorso Internazionale "Ex Libris G. D'Annunzio ", Pescara,

1988;• Personale, Galleria "Ersi", Atene, 1988;• Collettiva, Bolsena, 1989;• Collettiva, Roma, 1990;• Collettiva, Roma, 1991;• Collettiva di scultura e pittura alla "Pinacoteca comunale di

Nafplion", Grecia, 1991;• Collettiva, alla libreria "Odos Panos ", Atene, 1992;• Personale, al centro culturale "Remo croce ", Roma, 1993;• Personale, Galleria "Ersi", Atene, 1993;• Collettiva, alla "Torre di Marcello ", Egina, Grecia, 1993;• Collettiva, Karystos, Grecia, 1995;• Collettiva, Galleria "Diana", Atene, 1996;• Personale, Galleria "Ersi", Atene, 1997;• Collettiva di pittori greci, Larissa, Grecia, 1997;• Collettiva “Artisti Greci", Roma, 1999;• Collettiva, Accra, Ghana, 1999;• Personale, Spazio "Fores Domus ", Roma, 2003.

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Nudo di donnaFinestra

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Georgios Oikonomoy, è un artistauniversale, architetto, pittore nato adAtene nel 1947 ormai da anni vive inItalia a Genova.Scrive Vittorio Sgarbi di lui sul recentevolume della mostra personale alCastel dell’Ovo a Napoli: “ConOikonomoy ci troviamo di fronte a unfactotum post-rinascimentale che con-cepisce secondo una sostanziale unitài mestieri di architetto, designer, pittore,scultore.... C’è un senso antico dell’ar-te, in queste capacità poliedriche diOikonomoy, una disponibilità a consi-derare ciò che si è in grado di fare noncome qualcosa di individuale, ma comerisorsa da mettere al servizio degli altriperché risulti di beneficio comune”.Le opere di Oikonomoy sono stateospitate in occasione delle Olimpiadidel 2004 di Atene, presso laPinacoteca “Melina Mercuri” adAtene, dove il tema che più dominavale opere per la circostanza, era il rap-porto dell’uomo moderno, e di quellomediterraneo in primo luogo, con laclassicità antica, quella greco-romanainnanzitutto, ma anche quella rinasci-mentale che ad essa si ispirò.“Questa riflessione sul tema dellaclassicità, così importante nello stabi-

lire l’identità storica e spirituale del-l’uomo moderno, di quello europeo emediterraneo in primo luogo, la trovoriposta per exempla figurati nelleopere “olimpiche” di Oikonomoy, conle sue certezze ma anche con le sueprecarietà.Per essere moderni bisogna ricordare,per ricordare bisogna conservare: èquesto il messaggio altamente civileche proviene dal e opere di Oikonomoy,non solo elogiativo della tradizioneclassica, ma criticamente volto al recu-pero di un rapporto diretto con il passa-to, nella coscienza della sua diversità,ma anche delle. sua necessaria conci-liabilità con il presente”.Dopo gli studi classici ad Atene si tra-sferisce in Italia e si laurea in architet-tura.Negli anni ‘70 ha inizio la sua attivitàprofessionale partecipando a mostrecollettive e personali in Italia e all’e-stero, ottenendo numerosi ed impor-tanti riconoscimenti.Esegue numerose opere per leNazioni Unite e l’Unicef, vince il con-corso internazionale indetto dallaRepubblica di San Marino per la rea-lizzazione del monumento bronzeo“Per la Pace”.Tra le sue opere citiamo:

I francobolli per “L’Anno Internazionaledella Gioventù”, la grande vetrata acampata unica per la chiesa di SantaMaria e San Giustino a Genova.Realizza la grande scultura in maioli-ca “Giannina Gaslini un gesto univer-sale” presso l’omonimo ospedalepediatrico di Genova, inaugurata dalpresidente della repubblica OscarLuigi Scalfaro. Disegna su invito dellaCEE ed in occasione della manifesta-zione “L’Europa dipinge” tenutasi aFrancoforte, le due facciate dellamoneta europea EURO.Esegue numerosi ritratti, tra cui deicardinali Boetto, Canestri eTettamanzi nonché del presidentedegli Emirati Arabi.Le sue opere sono collocate pressocollezioni pubbliche e private.Partecipa all’esposizione collettiva “IGiochi Olimpici” promossa e organiz-zata dal Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali della Repubblica Italianapresso il Palazzo Reale di Napoli.Presso il complesso gotico della“Scuola Grande di San GiovaniEvangelista a Venezia” e con ilpatrocinio della Regione del Venetae del Comune di Venezia viene ospi-tata la mostra personale “Armonie

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L’universalità dell’arte di Georgios Oikonomoy

Ulisse alla ricerca della sua Itaca è l’uomo di sempre alla ricerca di se stesso.Ma l’uomo di oggi non trova approdi - Olio su tela 160x130

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nell’arte classica nella pittura diOikonomoy”.Il centro studi di Arte e Cultura diNapoli gli conferisce in questoanno il premio internazionale“Sebetia-Ter” per la pittura.E, appena conclusa, presso ilCastel dell’Ovo a Napoli la perso-nale di Oikonomoy, inauguratadal sindaco Rosa RussoJervolino, con il patrociniodell’Asses-sorato alla Cultura delComune di Napoli e delConsolato Generale della Grecia.Il catalogo con testo critico diVittorio Sgarbi, di cui i riferimentisono riportati nel presente sunto.La permanenza in Italia come hainfluenzato la sua arte?È fuor di ogni dubbio che l’Italia èil paese che lascia un ricordoindelebile ad ogni visitatore,anche al più sprovveduto.Diventa quindi paese determi-nante per un giovane comeOikonomoy, che appassionatodell’arte, nato all’ombra del-l’Acropoli di Atene dove finiti gli studiclassici tra le sculture di Fidia e diPrassitele, si trasferisce in Italia per glistudi universitari.Le sue due città di formazione saran-no Genova e Firenze. Cambia la “luce”cambiano le “ombre”, qui si aggira laquotidianità con la massima normalitàall’ombra di Palazzo Vecchio con ilputto del Verrocchio, del Davide diMichelangelo, il monumento equestredi Cosimo I de’ Medici opera delGiambologna, e della Facciata diSanta Croce, delle Madonne di Giotto,Raffaello, Ghirlan-daio, insomma Atre,Arte, Arte.Indubbiamente l’Arte e la Cultura nonsono fenomeni a se stanti, ma espri-mono oltre che il gusto e la sensibilitàdei governanti del Rinascimento aFirenze, anche quello del popolo edella gente che fino ad oggi convivonocon essa e la conservano, e della “fisio-nomia” del territorio che li ospita, e que-sto perché anche la gente e il contestoambientale dei percorsi di Oikonomoysono stati elementi determinanti per lasua formazione intellettuale e artistica.Infatti, se per cultura si intende l’intra-prendere l’insieme di diverse discipli-ne attraverso la storia e la tradizione,chi potrebbe essere migliore testimo-ne di tale processo del cittadino loca-le che per generazioni trasmette cul-tura intuitivamente intrapresa.

Quindi per Oikonomoy, attento osser-vatore per natura e profondo studiosoper passione, vivere per quarant’anni inItalia, nel paese dell’Arte significa averrelazionato e parlato di cultura e arte

con la gente e respirato il profu-mo del tempo che attraversal’affresco Paleocristiano, toccatole pietre squadrate delle chieseRomaniche, bagnato dalla lucedella vetrata Gotica, estasiato difronte ai colori mesti diMasaccio, i rossi di Andrea delSarto, vivendo la quotidianitànel bel mezzo del RinascimentoFiorentino, per approdare suc-cessivamente nello splendidoBarocco Genovese unico scri-gno d’Arte nel suo genere, doveVan Dyk, Rebrand, Strozi,Parodi, Asseretto, Ansaldo,Antonello da Messina sono dicasa.E tutto questo è stato deposi-tato come immensa emozionenel profondo del suo cuoreper essere lungo gli anni,come per magia, trasmessonel cervello dove insieme conla nostalgia dell’“ombra” per-duta, la sua amata Grecia, sisono elaborate le ultime belle

composizioni che via via mandano lemani con i pennelli sulla tela. Eccoperché possiamo dire senza dubbioche l’Italia è la terra della sua forma-zione artistica ed intellettuale.

Appunti di un sogno

Il mare, specchio della sofferta libertà dell’uomo - Olio su tela 100x100

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Giorgio Polykratis nasce nel1931, ad Apirantos, nell’isola diNaxos.Nel 1960 si diploma in sculturaall’Accademia di Belle Arti diAtene.Nel 1961 ottiene una borsa di stu-dio, per un perfezionamento nelletecniche per la scultura in bronzo,alla Fondazione Artistica di BrunoBearzi di Firenze.Lascia la Grecia nel febbraio del1962 e decide di trasferirsi aFirenze, per mantenere un contat-to diretto con i grandi Maestridell’Arte Italiana.Come spiega lui stesso: “dentro dime nutrivo quel vigore giovanileche può permettere di vivere dellapura gioia della scoperta e dell’ap-prendimento di cose nuove.Distaccatomi ormai dal rapporto

decennale di discepolato cheavevo intrattenuto con i miei mae-stri di Atene - soprattutto MichalisTombros - dotati di eccellenticonoscenze tecniche e buonsenso, pensai a nuovi maestri, eforse peccai di superbia.Quei nuovi maestri, in realtà, ave-vano più di cinque secoli e a queltempo non erano così individual-mente distinguibili e neppureerano, forse, nel mio immaginario,figure concrete.L’intero palcoscenico della città diFirenze, bene offriva all’ebbra fan-tasia di un giovane, segrete e tuttepersonali alchimie dell’interiorità.Un “luogo”, nel quale, la secessio-ne da Bisanzio da parte di Duccioe l’eresia storica di Giotto diventa-vano i mattoni fondamentali diquella sensibilità atta ad appren-

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Giorgio Polykratis, il segreto di un’animaGiorgio Polykratis, il segreto di un’anima

“Maternità”, 1973, cm 70x50

a destra “Composizione, 1982, cm 30x40, olio su tela

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dere la stessa luce ideale di Pierodella Francesca, così come la corpo-reità totale delle figure di Masaccio.Come ho detto, queste alchimie, sicreavano in me, mettendomi davantiad inaspettate realtà, anelli mancantidi una concezione profonda, presen-te in me forse già da prima, che atten-

deva quel contenuto che costituisce ilnocciolo ineliminabile ed invariabiledella sensibilità di un Artista.Posso esprimere questa impressionesolo nei termini di una descrizioneapprossimativa:L’Arte Greca, e in particolare l’ArteGreca Arcaica, presente con i suoi

Kouroi e i suoi idolicicladici nella mia isolanatia, non era per mequalcosa di concluso.L’Arte Greca arcaica,non era solo un punto dipartenza, un contenutoastratto che sacrifica sestesso ad infinite varia-zioni creative nel corsodella Storia. Era, anzi,qualcosa di atemporal-mente vivo.L’Arte Greca arcaica, eraper me un vortice calmoe profondo, le cui spiralierano in realtà rette geo-metriche, linee di fugasevere e luminose, ingrado di fecondareanche ciò che apparivatroppo distante da essa.Fu questo, per riprende-re un passo di Platone, ilparto nel bello, che lascuola fiorentina operòin me.Questo, per quantoriguarda ciò che piùprofondamente è celato

in noi, l’atemporale storia dell’anima,il destino di un singolo essereumano, che l’immagine “riuscita”, ilproprio stile, può forse esprimere apieno.A Firenze perfezionai la conoscenzadelle tecniche scultoree, realizzandoopere in bronzo per vari committenti.Il passaggio alla pittura avvenne perun imponderabile connubio di gioco enecessità, così com’è la vita stessa.In quegli anni, Firenze, forse vivevagli ultimi lustri di una vita vera, popo-lana e sincera.Quella Firenze, gli amici greci e fio-rentini, furono i catalizzatori della miaattività.Privilegiai la pittura, qualche criticoscrisse della inconfondibilità del miostile, basti citare, uno per tutti, il poetaAlfonso Gatto.Ancora oggi, mi chiedo se quella sen-sazione intima, fondamentalmente,sia stata ben compresa da altri, addi-rittura da me stesso. In fondo, è ilsegreto di un’anima.Forse l’essenziale di questa intuizio-ne può essere espressa anche conalcuni versi:

Dappertutto ti vedo Dappertutto ti sentoDappertutto ti cerco

Luce dalla tua luce bevo E mi disseto

Luce dalla tua luce bevo E sospiro

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sopra “Concerto” 1998, cm. 80x60.

a destra “Dalle rovine del mio Paese” 1973, cm 40x50

a sinistra “Nudo” 1982, cm 50x70

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È impossibile sfuggire il destino

È per questo motivo che ho studiato Belle Arti, ed è perquesto che sono rimasta a Roma, dopo aver terminatol’Accademia:

mentre mi preparavo a tornare in Grecia, squillò il telefono.

Era il maestro Camillo Parravicini, che mi invitava a torna-re nel suo studio, da dove ero appena passata, per salu-tarlo. “Stiamo preparando una grande opera, mi disse, «IlBarbiere di Siviglia». Ho pensato che ti potresti occuparedella scenografia. Sarebbe un’ottima opportunità per te,dal momento che è quello che hai studiato”.

Ho accettato con entusiasmo. Come rifiutare, d'altronde,una simile opportunità? Poter lavorare vicino a un grandemaestro, soprannominato “il mago della scenografia”, figliodi Angelo Parravicini, scenografo de La Scala .Mentre sta-vano per concludersi le rappresentazioni di quest’opera,che sono continuate per sette mesi, mi hanno chiamato aCinecittà, accanto a un altro grande maestro americano,per la scenografia de “La Bisbetica domata”, di FrancoZeffirelli. Così, il lavoro senza sosta, fra cinema ed opera,ha fatto sì che rimanessi in Italia.

Parallelamente, continuavo ad esprimermi anche con la pit-tura, come avevo iniziato a fare sin da molto piccola.L’esperienza della scenografia mi ha sicuramente influenza-to, ma nella mia fantasia hanno avuto un peso fondamenta-le le composizioni mitologiche e storiche dell’antica Grecia.

Tuttavia, il vero stimolo, la base per la mia ispirazione, èRoma, con la sua bellezza unica e personale, che ti rapi-sce. Già l’idea di vivere e lavorare nel centro della città, sti-mola la mia creatività. Tutte le mie opere più importanti,sono nate qui. Basti pensare a ciò che si prova visitando imusei e ammirando le loro opere, particolarmente quelledel Rinascimento: la varietà cromatica dei costumi, l’unitàdelle scene, le pettinature di rara bellezza.

L’autore che riesce a emozionarmi più di tutti è ilCaravaggio, con i suoi singolari effetti di luce naturale e arti-ficiale. Il primo grande ciclo religioso, dopo il Rinascimento,inizia con questo autore. In particolare, non smetto mai diammirare tre delle sue opere, a cui si sono ispirati pittori dimezza Europa: “San Matteo e l’angelo”, “L’Angelo e il mar-tirio del santo”, e “la Vocazione”. Si trovano nella chiesa diSan Luigi dei Francesi, nel centro di Roma.

Ho viaggiato per il mondo ed ho dipinto in diverse città.Sempre, però, non vedevo l’ora di ritornare qui, di entraree rientrare nei musei, di ammirare nuovamente i capolavo-ri, studiando e meditando sulla sottile sensibilità dei pittori,sulla loro silenziosa lotta dell’animo, nell’attimo della crea-tività. Sono felice di vivere a Roma, con la sua gente felice,cordiale e sensibile.

Natura trasformata, 1999, cm 60x70

Vassilikì Stavrikou l’attimo della creatività

Vegetazione subacquea, 1996, cm 60x80

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Vasiliki Stavrikou è nata in Grecia a Xilokastro (Corinto).ha terminato a Roma gli studi accademici d’arte, specia-lizzandosi in scenografia, pittura, decorazione e arreda-mento.Per 12 anni ha frequentato lo studio del Prof. CamilloParravicini in Roma, ha collaborando alla progettazione aalla realizzazione degli spettacoli teatrali di lirica, di prosa etelevisivi per l’Italia e per l’Estero.Nell’anno 1971 ha collaborato per la scenografia dell’ope-ra, “Boris Gudonov”, con regia di Giancarlo Menotti, alfestival dei due mondi a Spoleto (Teatro Nuovo).Ha collaborato con Prof. Camillo Parravicini per l’opera,“Ballo in Maschera” alla Scala di Milano e per l’opera“Gioconda” per il “Deutsche Opera” in Berlino.Nel campo cinematografico ha collaborato per le scenogra-fie di molti films con noti registi come Franco Zeffirelli, JohnHuston, Christian Marcan (“La bisbetica domata”,“DoctorFaustus”,“Riflessi in un occhio d’oro”,“Montecarlorally”,“Lettera del Cremlino”,“Candy” di cui è stata direttriceper la realizzazione delle scene).

Per la TV Italiana ha collaborato al film “La vita degliApostoli” con regia di Roberto Rosselini. Ha esposto nelleprincipali città Italiane ed estere partecipando a concorsiinternazionali.

PREMI

1970 1° premio Artisti Sranieri a Roma (Centro Culturale)1970 Premio “Personality” (Trofeo Capitale), Roma1971 Medaglia d’oro dell’Accademia S. Nicola di Grecia,

Roma1973 Premio internazionale con medaglia d’ oro (Palazzo

Sormani), Milano1977 Premio “Patarina” dell’“Club Romano” (Hotel Hilton),

Roma1978 Nominata accademica dell’“Accademia ITALIA”,

Salsomaggiore Terme) con medaglia d’ oro 1978 Medaglia d’oro come membro “honoris” dell’Ac-

cademia Internazionale d’Arte (Tommaso Cam-panella) Roma.

BIOGRAFIA

LE MOSTRE PIÙ IMPORTANTI

1965 – Museo “Palazzo Espositione”, Roma1966 – Galleria “Marguta”, Roma1967 – Galleria “San Marco”, Roma1970 – Centro Culturale, Roma1971 – Museo, “Woburn Abbey’Bedfordshire”, Inghilterra1972 – Personale Festival di due mondi -Spoleto/Italia1973 – “Palazzo Sormani”, concorso di pittura (Premio

internazionale), Milano1974 – “Principautè de Monaco” Grand Prix, mostra cul-

turale internazionale sotto il patrocinio della prin-cipessa Grace Kelly

1974 – Museo “Picardie”, Biennale Amien, Francia1975 – Museo “Palazzo Strozzi”, Firenze, Italia (La televi-

sione Italiana nel programma “Cronaca Italiana” siè lungamente interessata dl suo lavoro)

1977 – Personale – Hotel Tamanaco patrocinata dalConsole Greco di Caracas/Venezuela

1978 – Personale Galeria “Felix”, Caracas/Venezuela1979 – Personale al Consolato Greco di New York1983 – All’ambasciata Greca di Roma (Collettiva degli

artisti Greci che operano in Italia), patrocinata daS.E. d’ ambasciatore di Grecia a Roma.

1985 – Mostra internazionale inclusi: Picasso, Dali,Giorgio de Chirico, Todi/Italia

1986 – Mostra internazionale inclusi: Picasso, Dali,Giorgio de Chirico, Todi/Italia

1986 – Mostra internazionale “Omaggio a Firenze”, capi-tale d’Europa (chiostro di S. Spirito), inclusi:Picasso, Dali, Firenze/Italia

1987 – Galleria “La Conca”, personale, Milano1990 – Personale Steigenberger PARKHOTEL,

Düsseldorf sotto il patrocinio del stesso Hotel edel consolato generale della Grecia in Düsseldorf,Germania

1991 – Galleria “M” Wilhelmshafen, personale, Germania1998 – Galleria “Canova”, Roma (23 artisti Greci in Italia)

sotto il patrocinio dell’ ambasciata Greca a Roma2000 – Museo “Stadtmuseum” in Düsseldorf, personale, Germania2003 – Museo Salvini, Cocquio-Trevisago, (VA), Italia sotto il patroncinio del Semestre Greco della Communita Europea

E membro dell’UNESCO, partecipa ai convegni internazionali dell’Accademia ITALIA di Salsomaggiore Terme. Le sueopere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Sue opere si trovano al museo “Stadtmuseum diDüsseldorf”.

Ferita fisica, 1997 cm 70x100

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L’impronta “romana”del giovane

MMaannoolliiss TTzzoommbbaannaakkiiss

Nella piccola città dove sono natole iniziative culturali erano pressochéassenti; malgrado ciò all’interno del-l’ambito familiare, mio padre, espertoebanista e disegnatore di mobili, mitrasmise sin dai primi anni di scuolaun amore profondo per il disegno.Così, sin dalle prime classi elementa-ri, riempivo i muri della mia scuola edella nostra casa con i disegni deglieroi della storia nazionale, mentre aundici anni già scolpivo i ritratti deimembri della mia famiglia. A sedicianni dirigevo il settore del disegnoall’interno dell’atelier di famiglia. Lì hocominciato a sognare l’Italia comemeta per lo studio dell’arte.A diciotto anni si è realizzato il miosogno, arrivando a Firenze, dove,ovviamente, rimasi stregato.Con gli insegnamenti di mio padre edel mio maestro Venanzo Crocetti,cominciai a girare instancabilmente,a tutte le ore del giorno e con qual-siasi tempo, disegnando le strade e imonumenti della città. Un anno dopo

seguii a Roma il mio mae-stro; a Roma, inaspettata-mente, si presentò ai mieiocchi un altro mondo, percerti versi profondamentediverso: il mondo dellaRoma antica, che mi haaiutato in maniera determi-nante a comprendere laGrecia classica, il mondodel Barocco ma anche laRoma contemporanea e ilsuo spirito, che ho potutoconoscere nel modo piùsemplice.Nei dintorni dell’Accade-mia (Piazza del Popolo,Via Ripetta, piazza diSpagna, via dell’Oca) dovein genere mi aggiravo, sitrovava infatti un’osteria, l’Osteriadell’Oca, dove ero abbonato mensil-mente per il pranzo di tutti i giorni. Inquesta osteria, per mia grande fortu-na, erano soliti venire anche perso-naggi che influenzavano e che avreb-

bero influenzato per molti anni anco-ra lo spirito e la cultura dell’Italia,come Mafai, Maccari, Ungaretti,Fazzini, Greco, ed altri. Arrivavanoalla spicciolata e quando, chi più chimeno, avevano terminato il pranzo,

cominciavano i discorsie le riflessioni che ioseguivo da giovanespettatore. In genereseguivano le letture dinuove poesie o di nuovitesti, insomma c’era unconfronto diretto, intempo reale, mentreancora si stavano elabo-rando, con i lavori ditutti; sempre accompa-gnati da una chitarra,mentre non poche voltequesti incontri si conclu-devano con l’intonazio-ne di stornelli romani.Questo era il clima in cuiho passato gran partedei miei anni da studen-te, mentre il mio maestromi insegnava, da parte

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La fuga, 1993-97, cemento armato, 6.00x2.80x1.60

Danza erotica. 1996, beton armée, 2.85x1.10x0.80

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sua, a pensare, vivere ed operare come uno scultore.Ho deciso quindi che il migliore dei luoghi possibili pervivere e portare avanti la mia ricerca fosse Roma; ecosì è successo. Da allora prendo parte alle iniziativeculturali ed artistiche della capitale con mostre perso-nali e collettive, come la Biennale di Roma, mantenen-do parallelamente una forte presenza nelle vicendedell’arte a livello internazionale.

BIOGRAFIA

Nato nel 1943 in Grecia, a Creta, vive e lavora tra Roma ela Grecia dal 1963. Diplomato in Scultura e Decorazione enel 1967 assistente di scultura all'Accademia di Belle Arti diRoma. Invitato nel 1974 all'International SculptureSymposium, Oregon University. Ha ricevuto diversi premi inmostre e concorsi internazionali. Ha eseguito opere monu-mentali in varie città (Salonicco, Sitia, Kalavrita, Heraklion,Agios Nicolaos, Myrtià, Atene, Hersonissos, Alikarnassos,Eubea, Archanes).Dal 1971 al 1990 ha organizzato 21 personali in gallerie pri-vate, tra cui a Roma presso le gallerie Schneider e dei DueMondi, ad Atene la Jolas Zoumboulakis, Trito Mati,Pierides. Ha esposto alla Pinacoteca Nazionale di Atene ealla Pinacoteca Comunale di Salonicco. Dal 1981 al 1987 èstato ospite del Contemporary Sculpture Center a Tokyo ea Osaka, in Giappone. Ha preso parte ad oltre 40 esposi-zioni internazionali, alla Quadriennale di Roma nel 1975 enel 1977, alle Panelleniche di Atene nel 1972, 1975,1985,1987, alla Biennale di Budapest nel 1975, allaBiennale di Ravenna nel 1979, alle Biennali di Salonicco edi Basilea nel 1986.Nel 1998 apre ad Archanes (Creta) lo studio e la collezio-ne permanente della sua opera.

Premi e riconoscimenti:1968 Medaglia d'oro al “Premio Internazionale” UNO-A-

Erre, Arezzo1974 1°, 2°, e 3° Premio al Concorso Nazionale di

Scultura, Comune di Salonicco, per una sculturaall'aperto2° Premio al Concorso Nazionale di Scultura, Cittàdi Rodi

1979 Medaglia d’oro “Città di Ravenna” alla IV BiennaleIntemazionale del Bronzetto Dantesco, Ravenna

1988 Assegnazione del Premio “Nikos Kazantzakis” delComune di Heraklion per il suo operato nel campoartistico

1989 Presentazione della sua opera all’aperto “Omaggioal Mare”

1993 1° Premio al concorso per il monumento dedicatoalla Lotta Liberazione dell'isola di Creta (Grecia).

Le opere di Manolis Tzombanakis figurano presso:Pinacoteca Nazionale di Atene; Città di Atene, Città diSalonicco; Banco di Credito Commerciale, Atene; FirstBoston Bank, Londra; Museo della Xilografia, Carpi; Città diHeraklion; Comune di Barbari (Museo Kazantzakis),Heraklion; Aghiokambos, Eubea; Fondazione “Teloglion”,Museo Borres, Atene; Museo Pierides, Atene;Contemporary Sculpture Centre, Tokyo; “KallimanopoulosFoundation” Kalavryta, Grecia, Monastero Toplou, Sitia,Grecia; Pinacoteca di Salonicco; Agios Nicolaos, Creta,Grecia; Nea Alikarnassos, Creta, Grecia; BibliotecaBikelaia, Heraklion, Creta; Ambasciata Ellenica di Roma.

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Morte bianca, 1985, legno, 3.70x2.50x1.00

Cittadini, 1979-80, cemento armato, 20x0.80x0.40

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Sono nato 49 anni fa ad Atene.Nel 1963 mio padre Dimitris vinceuna borsa di studio per frequentareper un anno l’Istituto Centrale per ilRestauro di Roma, scuola direstauro fondata nel 1939 dallo sto-rico dell’arte Cesare Brandi uno deiteorici più importanti che ha dato lebasi al restauro moderno, ed unadelle scuole più famose al mondo.Un anno più tardi partecipa al con-corso di ammissione al corso trien-nale e lo vince.In previsione di un suo soggiornocosì lungo decide di portare aRoma anche il resto della famiglia.Nel 1964 quindi, quando avevo 7anni, partiamo dal Pireo, con miamadre e mia sorella Sofia, alla voltadi Brindisi e poi in treno a Roma:ancora forti i ricordi di quel primoviaggio e l’arrivo in quella chesarebbe stata la mia città d’adozio-ne.Andremo ad abitare nel popolare eper questo molto vivace, quartieredi San Lorenzo dove passerò i suc-cessivi vent’anni della mia vita.Mio padre nutrirà sempre la spe-ranza di tornare in Grecia, ma perun motivo o per un altro ciò nonaccadrà, se non per periodi ditempo relativamente brevi.Lavorerà come restauratore, svilup-pando un rapporto preferenzialecon la Calabria dove il paesaggio ela gente gli ricordava la sua terraper la quale continuerà sempre asentire una struggente nostalgia.Ma il restauro rappresenterà esclu-sivamente il lavoro che gli permet-terà di far vivere lui e la sua fami-glia: la sua vera passione rimanesempre la pittura.È un pittore nel senso “romantico”del termine, solitario, inquieto, manello stesso tempo solare, lontanodai circuiti commerciali; questo glipermette di rimanere “libero” senza

cedere a compromessi: lavora tan-tissimo, nel suo studio di SanLorenzo, un appartamento con unterrazzo dove non mancano mai lepiante di timo, basilico e oleandro.La sua è una ricerca, una speri-mentazione continua sia dal puntodi vista stilistico che tecnico: tem-pere, olio, tecniche miste ed affre-sco, tecnica questa che negli ultimianni lo conquista sempre di più perla freschezza che riesce a conferireai colori.In Grecia fa ritorno per un più lungosoggiorno verso la fine degli anni’70, dove dirige per quasi un anno il

laboratorio di restauro dellaSoprintendenza ai Beni Culturali diAtene.Alla sua morte, nel 1993, lascia ungrande numero di dipinti.Due mostre antologiche gli sonostate dedicate dopo la sua morte,una a Roma e una ad Atene, matutta la sua vicenda artistica, rac-chiusa in un corpus di opere anco-ra quasi integro, necessita e meritadi essere studiata.Tornando a me, il restauro segnacomunque la storia della mia fami-glia: dopo mio padre è mia sorella afrequentare l’Istituto Centrale per il

Vakalis spiega ad alcuni studenti cinesi di Beijing l’approccio alla teoriae alle tecniche di restauro nell’ambito di un progetto di formazione delMinistero degli Affari Esteri italiano

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Restauro di Roma e dopo di lei arri-va il mio turno: vengo ammesso aicorsi triennali al termine dei qualiotterrò il diploma per l’esercizio dellaprofessione di restauratore nel 1979.Da allora ho svolto esclusivamentequesta professione, pur sentendoanch’io la necessità di esprimermiattraverso la pittura, senza peròaver avuto mai il tempo per poterlofare.Per due decenni ho lavorato aRoma e nelle regioni dell’Italia cen-trale restaurando numerosissimi

manufatti di varie epoche, materialie dimensioni: dipinti su tela e tavo-la, dipinti murali ed affreschi, statuee monumenti in materiale lapideo.Ho lavorato quasi esclusivamenteper il Ministero ai Beni Culturali ita-liano, ma anche per altri enti pubbli-ci e privati.Un monumento molto noto di cui hoeseguito il restauro sono le due fon-tane gemelle di Piazza Farnese,lavoro svolto nel 1993, ma nonpochi sono i dipinti su tela e tavola,facenti parte di collezione di Musei

come quelli Capitolini o PalazzoBraschi a Roma.Negli ultimi 8 anni mi sto dedicandoanche all’insegnamento del restau-ro, partecipando attivamente a pro-grammi di formazione organizzatida istituzioni italiane ed internazio-nali.Questo mi porta spesso a viaggiarein giro per il mondo, Africa, StatiUniti, Estremo Oriente.Ho una collaborazione costantecon l’Università del Wisconsin chetiene dei corsi estivi a San Gemini,piccolo paesino dell’Umbria, doveinsegno tecniche di restauro dellapietra e degli affreschi.Nell’ambito dei programmi di coope-razione del Ministero degli AffariEsteri italiano ho partecipato ad unprogetto di formazione in Cina, siaper quanto riguarda la teoria e lapratica di laboratorio, a Beijing, cheper un cantiere didattico nell’affasci-nante sito di Longmen, provinciadello Henan, dove con gli studenticinesi abbiamo restaurato due delle2.500 grotte completamente scolpi-te con immagini dell’olimpoBuddista risalenti al 7° secolo d.C..Un lavoro svolto nell’arco di 3 indi-menticabili mesi.L’ultimo lavoro impegnativo che hocondotto in ambito didattico è statonella città di Milwaukee, negli StatiUniti, dove per conto dell’Universitàdel Wisconsin ho elaborato un pro-getto per il restauro di una casa

Trittico di guerra - Affresco + sgraffito

Nudo femminile sdraiato - Olio su tela

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progettata da Frank LloydWright nel 1916.Ma malgrado questo miogirovagare, il mio legamecon la Grecia rimane fortis-simo.Una potente nostalgia mipervade - sentimento che èparte probabilmentedell’“eredità paterna” - eappena posso torno, perimmergermi in quel mondo,in quella cultura alla qualecomunque, sento fortemen-te e indissolubilmente anco-ra di appartenere malgradoi 40 anni e più vissuti inItalia e sebbene la mia “for-mazione culturale” sia italia-na, avendo avuto la possibi-lità di frequentare, inGrecia, solo la prima ele-mentare.Finora ho avuto l’occasionedi lavorare solo due volte inGrecia: la prima come con-sulente, invitato dallaComunità del Monte Athos,per esaminare lo stato disalute di quegli impressio-nanti, per qualità e bellezza,affreschi di EmmanouilPanselinos nella Chiesa delProtaton a Karies.La seconda volta, un occasione incui ho avuto modo di vivere laGrecia per un periodo di tempomaggiore rispetto a quello che erastato possibile fare fino a quelmomento, è stata per l’esecuzionedi cinque diverse opere di decora-

zione, prevalentemente dei trompel’oeil, all’interno di abitazioni priva-te; è stata una necessaria parente-si “creativa”, all’interno del lavorodi restauro (che peraltro, vacomunque detto, implica anch’es-so, ma in maniera completamentediversa, una buona dose di “creati-vità”).

A volte mi domando come sareistato se mio padre non avesse vintoquella borsa di studio e fosse rima-sto in Grecia: e mi reputo fortunatodi aver potuto “amalgamare” in medue culture così importanti, cosidiverse, ma anche così simili al con-tempo, visto il comune denominato-re del Mediterraneo-Mesogeios.

E senza dimenticarequell’apporto di culturanel suo complesso “bal-canica” e “orientale” chele origini della mia fami-glia mi hanno portato asentire sempre comelatente ed a cercarecontinuamente con gran-de curiosità dentro dime: mio padre era delPeloponneso, mentremio nonno materno, pro-veniva dalle costedell’Asia Minore. Piùprecisamente, dalla piùgreca delle città dell’AsiaMinore, Kydonies-Aivalì.

Melodia di guerra - Affresco

Melograni - Affresco

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Il 3 maggio del 2005 sono partito daSalonicco, dando così inizio ad al miogiro ciclistico del mondo. Dopo quat-tordici mesi, il 6 luglio del 2006 sonotornato a casa avendo percorso54.000 chilometri in quaranta paesi diquattro continenti. Purtroppo, a causadi vari problemi politici, non sonoriuscito a raggiungere i paesi africani,come inizialmente avevo programma-to.Ho visitato la Turchia, Iran, Pakistan,India, Vietnam, Cambogia, Malesia,Singapore, Australia, Nuova Zelanda,Canada, Usa, Messico, Guatemala, ElSalvador, Onduras, Nicaragua, CostaRica, Panama, Ecuador, Peru, Bolivia,Cile, Argentina, Brasile, Portogallo,Spagna, Svezia, Danimarca, RegnoUnito, Irlanda, Francia, Svizzera,Austria, Italia, per tornare, infine, inGrecia.Lo scopo di questa “esplorazione”,nasceva principalmente dal sogno diun fanciullo, dalla volontà di “cono-scere il mondo”, riuscire a venire incontatto, in modo profondo, con luo-

ghi e culture, a rapportarmi con lepersone nel loro ambiente, parlandola loro lingua.Parallelamente, già prima di partire,avevo deciso di sostenere l’organiz-zazione umanitaria PRAKSIS,(www.praksis.gr) che opera ad Atenee Salonicco, offrendo gratuitamenteservizi medici e di aiuto psicologico amigranti e popolazioni che non hannoun accesso adeguato al sistemasanitario.Ho voluto informare le comunità gre-che dei paesi che ho visitato riguardoall’attività della PRAKSIS e sul modoin cui avrebbero potuto sostenerla,ove fosse possibile.Col passare delle settimane, e dopoaver compreso che sarei stato ingrado di portare a termine quest’av-ventura, le ho voluto dare il nome di“giro del mondo in bicicletta compiutoda un greco”. Un aiuto fondamentaleper il successo di questo mio proget-to, è arrivato dalle autorità grecheall’estero, dalle Ambasciate, i conso-lati e gli uffici stampa.

Nel corso di questi quattordici mesi,ho vissuto in modo molto semplice,quasi ascetico. Dormivo dove erapossibile fermarmi, sia in aperta cam-pagna che in zone abitate (vicino apompe di benzina, parchi, ovunque cifosse una copertura per ripararsidalla pioggia). Questa scelta mi haportato a diretto contatto con le per-sone, che non si sono mai sentiteminacciate dalla mia presenza e sisono avvicinate a me senza timore.L’interesse, l’amore e l’ospitalità chemi hanno offerto (greci e stranieri) intutti i punti della terra da me visitati,mi hanno aiutato in modo determi-nante, per riuscire ad andare avanti.Ho conquistato una grande esperien-za di vita e mi sono sentito, per dav-vero, “vivo”. Mi sono arricchito inmodo vero e profondo, e vorrei riusci-re a condividere il più possibile le mieesperienze e le mie emozioni.Ho scelto la bicicletta perché offreuna grande serie di vantaggi:- Per la velocità con qui procedi, cheti permette di stare ininterrottamente

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Il giro del mondo ... in quattordici mesi

Il giro del mondo ... in quattordici mesi

di Vassilios Mesitidis

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in contatto con la natura e le persone.- Per il fatto che il tuo corpo si trovasotto continua sollecitazione e i tuoisensi funzionano sempre al massi-mo, in uno scambio diretto con l’am-biente circostante. Naturalmente, ledifficoltà, viaggiando in bicicletta, nonmancano: sei comunque esposto alleintemperie, a tutte le buone e cattiveintenzioni della natura e degli uomini.Mi sono imbattuto ed ho lottato con-tro fenomeni atmosferici davveroestremi: gran caldo e freddo, pioggia,grandine. Ma ripeto, la mia esperien-za nei rapporti con gli abitanti è statapiù che positiva, con piccoli episodispiacevoli che si possono, però, veri-ficare ovunque.Sono convinto di aver fatto bene adecidere di viaggiare da solo e senzaaver cercato degli sponsor. Ho avutocosì la libertà e la flessibilità neces-saria per cambiare il mio programma,per scegliere il ritmo da seguire,senza dover rispettare degli obblighiverso terzi. La mancanza di un com-pagno, per il ciclista, non significasolitudine. Al contrario, quando le

persone ti vedono solo, senza uno opiù compagni vicino, ti si avvicinanomolto più facilmente.Il mio passaggio dall’Italia è stato rela-tivamente veloce, dal momento che sitrattava dell’ultimo paese prima delmio ritorno in Grecia, e la nostalgia dicasa si faceva sentire. Sono partito dalNord Italia, attraverso le Dolomiti, illago di Garda, Pisa, Firenze, Siena,Orvieto per arrivare a Roma e scen-dere poi in direzione di Bari. Molti ita-liani hanno mostrato interesse per lamia impresa e mi hanno chiesto mag-giori informazioni. Nel tragitto daNapoli verso Bari, sono passatoanche per molte zone isolate e mi

sono accorto che la mia presenzaha destato sorpresa tra gli abitanti.Di quei giorni, ricordo anche il grancaldo, con la temperatura che supe-

rava i quaranta gradi, per gran partedella giornata.Uno dei messaggi che ho cercato difar passare è stato quello della pacetra i popoli. La realizzazione di unsogno - per quanto possa apparireimprobabile - che è parte, in ultimaanalisi, della costanza e dell’energiacon cui ho comunicato con tutti colo-ro che ho avuto modo di conoscere.Il mio essere in continuo movimento el’avvicendarsi di immagini e paesaggi,il mio contatto con l’ignoto, fannoormai parte del passato. La vita conti-nua con i suoi alti e i suoi bassi, comesuccede sempre e ovunque. Il mioprossimo obiettivo e scrivere un libro,sperando di poter così contribuire all’i-spirazione degli uomini, alla liberaespressione ed a far diminuire, i “tanticompromessi della nostra vita”.

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...sulle dolomiti

Dormivo dove era possibile

fermarmi, sia in aperta

campagna che in zone abitate

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