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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ISTRUTTORI ALLENATORI DI TIRO CON L'ARCO

BOLLETTINO TECNICO TRIMESTRALE

A cura del Consiglio di Presidenza dell'ANIATA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ISTRUTTORI ALLENATORI DI TIRO CON ARCO Segreteria: Maria Pina Pignataro –

presso Arco Sport - Via Prenestina, 252/e - 00177 ROMA tel. (06) 2148351, fax (06) 272892

Banca Popolare dell’Emilia e Romagna succ. “0” - Viale Irpinia, 7 - 00177 ROMA c/c n° 653383/35 ABI 05387 CAB 03213. IBAM IT09M0538703213000065338335

ALL’INTERNO:

SANTE SPIGARELLI LONDRA 2012

ANONIMO ARCERIA TOTALE , CAP. 5

SANTE SPIGARELLI MONITORAGGIO TECNICI

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PRIMO PIANO

Di Sante Spigarelli LONDRA 2012

Raccontare una Olimpiade dove si è vinta la

medaglia d’oro più prestigiosa del proprio sport non è una impresa facile.

Ci proverò con tutte le lacune e le sviste che questo inevitabilmente comporta.

Dopo Pechino si sapeva che ripetere l’impresa di una medaglia non sarebbe stato affatto facile per la grande crescita che moltissime squadre Nazionali avevano evidenziato. I il gruppo dei nostri atleti facenti parte dei gruppi Nazionali era consistente e forte, nel maschile, ma molto meno nel femminile, lo staff tecnico non era privo di lacune e tensioni, quindi necessitava di un non facile rinnovo .

Dopo l’indisponibilità di venire a lavorare per noi del famoso e blasonato tecnico Coreano Kisik Lee, si poneva la necessità di trovare dei buoni tecnici , in grado di portare validamente le squadre verso Londra.

Con queste premesse la dirigenza FITARCO ha fatto le scelte necessarie ed iniziato il cammino verso LONDRA 2012.

Il quadriennio che ha preceduto l’anno

olimpico è stato costellato da tantissimi successi e da qualche momento di difficoltà , che ha richiesto ulteriori aggiustamenti dello staff tecnico e l’inserimento di nuovi atleti nella rosa dei papabili per le olimpiadi.

Specie nel femminile sono state inserite nuove atlete, per infoltire un gruppo che con in testa la Valeeva avesse delle possibilità di qualificazione, ed è stata presa ad allenare queste atlete la Park , una brava e affidabile tecnica coreana , alla quale è stata affiancata la nostra Paola Bertone , in veste sia di aiuto allenatrice che di interprete.

Come tutti voi sapete l’accesso alle

Olimpiadi si ottiene per qualificazione , e quindi il momento in qualche modo più importante dell’olimpiade stessa sono state le qualificazioni ai mondiali di Torino , dove la nostra squadra con l’inserimento a fianco della Valeeva, della Sartori e della Tommasi, sebbene con un pizzico di buona sorte, si è non solo qualificata , ma ha vinto il titolo mondiale.

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Nel maschile la qualificazione è stata

ottenuta non senza qualche patema, con un ottimo terzo posto finale che ci ha dato le tre agognate carte olimpiche.

Da quel momento spianata la strada per

Londra sono rimasti in pochi in lizza , oltre ai sei che avevano conquistato la qualificazione erano realisticamente ancora in corsa per il posto, nel femminile la Lionetti e la Tonetta e nel maschile il sempre verde Di Buò ed il giovane Melotto. I criteri di selezione nelle gare antecedenti l’olimpiade ci hanno dato le due squadre, più forti, invariata quella maschile e con l’inserimento della Lionetti al posto della Sartori, passata riserva nel femminile.

L’altro posto di riserva è andato al giovane Melotto come investimento per il futuro.

La finale contro gli USA e gli scontri precedenti credo siano stati visti da tutti voi e qualora vogliate rivederli basta andare su you tube per farlo, pertanto credo sia più interessante parlare più di come era il contorno.

Il famoso stadio del cricket ha una enorme superficie all’interno delle sue tribune, e qui all’interno di questo grande spazio è stato costruito lo “stadio” del tiro con l’arco che era suddiviso in due grandi aree, il campo di riscaldamento senza tribune , ed il campo di gara con le due tribune che coprivano parzialmente i settanta metri della distanza dei paglioni.

Sulla destra sotto le bandiere si nota la tribuna esterna dello stadio del cricket, e sotto i bersagli del campo di riscaldammento senza tribune laterali, al centro il campo di gara con le due tribune laterali che coprivano parzialmente il percorso della freccia.

In più alle spalle dei tiratori a circa 30 metri c’era l’edificio storico della sede del Cricket Royal Club dove i tiratori si preparavano prima della discesa in

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campo.

Questa situazione logistica bella e

funzionale era perfetta in assenza di vento, ma creava delle condizioni difficilissime da gestire con il vento, vento che ha caratterizzato la maggior parte delle giornate dedicate alle gare individuali.

Abbiamo vinto la medaglia d’oro e non può esserci risultato più ambito e gratificante, ma ho sentito da tutti coloro che mi hanno avvicinato una nota di delusione per i risultati individuali, in special modo nel maschile, proprio dopo l’oro a squadre, e quindi parliamone !!!

Molti hanno voluto attribuire la non eclatante prestazione individuale dei nostri tre campioni ad un calo di tensione motivato dal soddisfacimento ottenuto con la medaglia vinta , io non credo sia proprio così, anzi sono più propenso a ritenere che psicologicamente l’aver vinto la medaglia aveva dato loro una ulteriore forza per far bene nell’individuale,

sgravati dal peso di dover “portare a casa una medaglia” con tutta la pressione che gli arcieri Italiani, il Coni e tutti i mas media avevamo posto sulle loro spalle con questa aspettativa.

Stando sul posto le costatazioni possibili,

che danno una reale spiegazione ai risultati degli scontri , sono di più sottile, meno sofisticata ma più tecnica spiegazione.

Le bandiere di Londra in una giornata delle gare

individuali . Il vento “incomprensibile” è stato il

protagonista degli scontri. Tutti gli atleti arrivavano sul campo di gara dopo aver effettuato il riscaldamento nel campo a fianco orientato ovviamente nella stessa direzione ma privo di tribune e quindi con un effetto diretto sia sull’arciere che sulle frecce.

Situazione completamente diversa sul campo di gara, dove il vento sull’arciere arrivava lateralmente dopo aver superato le prime tribune dello

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stadio e poi le tribune posticce degli spettatori , con ovviamente un turbinio non certo costante, mentre le frecce viaggiavano in un corridoio protetto dalle tribune posticce per poi sbucare in campo molto più aperto dopo circa quaranta metri .

Ovviamente queste situazioni si sono modificate più volte nell’arco della giornata , sia per intensità che per direzione del vento, impedendo anche una corretta informazione tra chi aveva tirato prima e chi ha tirato dopo

La situazione che si è creata e stata la seguente:

Gli arcieri che con la prima o la seconda

freccia hanno subito trovato un riscontro corretto con il mirino “fatto” nel campo di prova hanno ottenuto sia praticamente, come punti, che psicologicamente come sicurezza di tiro, un riscontro positivo, mentre quelli che non sono andati subito in “centro “ con le prime frecce, hanno cominciato a contromirare , ma non sapendo però di quanto e da quale parte!!! ed in un attimo hanno perso sicurezza nel tiro e di conseguenza lo scontro.

Questo è quanto è accaduto a Galiazzo ed a Frangilli ,

che come diciamo a Roma “non ci hanno capito niente “ col vento, ed hanno fatto errori a destra e sinistra, senza riuscire ad individuare in tempo il punto di mira .

Diversa la situazione di Nespoli, che ha tirato magnificamente facendo tutte belle rosate, aiutato in questo dall’alto libraggio utilizzato , purtroppo però le rosate non erano centrate , ed ha perso lo scontro per un soffio, due soli punti , con due otto, contro i sette otto fatti da Frangilli ed i due sette e tre otto di Galiazzo .

Una riprova di quanto asserisco la si ha

rivedendo il filmato dello scontro perso del campione Coreano IM DONG , che dopo aver realizzato il record mondiale ed olimpico sul doppio 70metri con 699, nello scontro con il vento , cosa che non si era mai vista prima, perde la metà del tempo disponibile per girarsi è chiedere all’allenatore dove C….. mirare !!! dato che le frecce gli andavano dappertutto meno che nel cwntro , ed ha perso lo scontro facendo due sette e due otto !!!!

Il vento è stato anche più che determinante nella prova a squadre delle nostre donne, dove sia la Pia che la Gessica hanno compromesso uno scontro che sembrava già vinto con due brutte frecce portate nel nero dal vento.

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La Lionetti si è poi rifatta nell’individuale

, praticamente in assenza di vento, macinando tutte le avversarie e chiudendo con un eccellente settimo posto assoluto che la qualifica come la migliore prestazione olimpica di una arciera nata in Italia.

IMMAGINI DA LONDRA

Premiazione con i medagliati a Casa Italia

Pia Lionetti esulta dopo lo scontro vittorioso.

che gli frutta il settimo posto.

Le lacrime Michelone

Tra una freccia e l’altra

Festeggiamenti a Casa Italia