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DIFFUSIONE GRATUITA Mensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e dintorni ANNO IX/2 - febbraio 2000 Associazione Culturale Photo Club “CONTROLUCE” - Via Carlo Felici, 18/20 - Monte Compatri Sommario pag. 2 VISTO DA... pag. 3 I NOSTRI DIALETTI pag. 4-14 I NOSTRI PAESI pag. 16 PARLIAMO DI ANIMALI pag. 16 MEDICINA E COSTUME pag. 17 ARCHITETTURA pag. 18 ARCHEOLOGIA pag. 19 L’ANGOLO DELLA POESIA pag. 20 DOVE VIVIAMO? pag. 21 ARTE pag. 22 CURIOSITÁ STORICHE pag. 23 SATIRA E COSTUME pag. 23 NOTARELLE DI NOTE VISITATECI SU WEB!!! Ogni mese dispari, a partire da maggio 1999, Notizie in… CON- TROLUCE esce nell’edizione Web, in formato A4, in modo da poterlo stampare per proprio con- to. Ai soli soci sostenitori verrà invece inviata a casa una copia tipografica del numero, così come già avviene per l’edizione tradi- zionale del mensile. ELETTRICA MASTROFRANCESCO Viale Mazzini, 8 - Monte Compatri Tel. e Fax 06 9485594 [email protected] Il costo della parabola da 80+LNB 0,7 sarà di L. 45.000 anziché L. 99.000 (fino ad esaurimento scorte) STREPITOSA OFFERTA riservata ai nuovi abbonati D+ o Stream

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DIFFUSIONE GRATUITAMensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e dintorni ANNO IX/2 - febbraio 2000

Associazione Culturale Photo Club “CONTROLUCE” - Via Carlo Felici, 18/20 - Monte Compatri

Sommariopag. 2 VISTO DA...pag. 3 I NOSTRI DIALETTIpag. 4-14 I NOSTRI PAESIpag. 16 PARLIAMO DI ANIMALIpag. 16 MEDICINA E COSTUMEpag. 17 ARCHITETTURApag. 18 ARCHEOLOGIApag. 19 L’ANGOLO DELLA POESIApag. 20 DOVE VIVIAMO?pag. 21 ARTEpag. 22 CURIOSITÁ STORICHEpag. 23 SATIRA E COSTUMEpag. 23 NOTARELLE DI NOTE

VISITATECI SU WEB!!!

Ogni mese dispari, a partire damaggio 1999, Notizie in… CON-TROLUCE esce nell’edizioneWeb, in formato A4, in modo dapoterlo stampare per proprio con-to. Ai soli soci sostenitori verràinvece inviata a casa una copiatipografica del numero, così comegià avviene per l’edizione tradi-zionale del mensile.

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La ricerca genetica continua a sor-prenderci ed accesissima è la pole-

mica tra fautori e contrari alla continua-zione degli esperimenti, che diventa piùsentita tra la gente nel momento in cui il«modificato geneticamente» entra nellecase... sotto forma di cibo, per esempio!Greenpeace è uno dei principali prota-gonisti nella battaglia agli OGM, ovve-ro Organismi Geneticamente Modifica-ti, che potrebbero contenere potenzialirischi legati all’uso di ingredienti tran-sgenici.Fin da quando, nel 1996, iniziarono leprime coltivazioni di mais e soia geneti-camente modificati negli U.S.A., in tut-to il mondo Greenpeace ed altre asso-ciazioni ne richiesero il blocco: da allo-ra sono state portate avanti campagneper l’informazione, proteste, richieste alivello politico, ricorsi legali. Alcunipassi avanti sono stati fatti: nel Marzo’99 è nato il primo Consorzio di Super-mercati Europei che rifiutano di vende-re con il loro marchio prodotti alimen-tari geneticamente modificati. Anche inBrasile la Multinazionale delle biotec-nologie Monsanto, a seguito di pressio-ni da parte di ambientalisti, di consuma-tori, di scienziati e di forze politichebrasiliane, ha rinunciato a coltivare lasoia transgenica nel Paese. E questo èun caso eclatante, poiché il Brasile è ilsecondo esportatore mondiale di soia,che viene utilizzata, nel 60%, per pro-durre biscotti, yougurt, gelati, alimentiche si trovano nei supermercati.Greenpeace non si accontenta, e nel giu-gno ’99, in occasione del Consiglio deiMinistri Europei dell’Ambiente in Lus-semburgo, protesta chiedendo di vietaretutte le colture di OGM, in particolarequelle di mais transgenico, che potreb-bero mettere in pericolo migliaia di spe-cie di farfalle e falene, come mostra unostudio della Cornell University.Alessandro Giannì, responsabile dellaCampagna sulle Biodiversità di Green-peace, sostiene che nell’Unione Europeal’autorizzazione al rilascio di organismitransgenici si basa su dati di dubbia qua-lità, insufficienti e parziali, e accusa leautorità di ignorare i potenziali effettidevastanti degli Organismi Genetica-mente Modificati sull’ambiente, a van-taggio delle multinazionali delle biotec-nologie. Denuncia inoltre l’importazionedei «polli alla diossina», un compostoche, come afferma il direttore delle Cam-pagne di Greenpeace in Italia Fabbri,«oltre ad essere classificati come sicuricancerogeni per l’uomo, sono in gradodi indurre alterazioni del sistema endo-crino, riproduttivo ed immunologicoanche a concentrazioni nell’ordine delmiliardesimo di grammo».Durante la riunione in Lussemburgo si èarrivati ad una moratoria de facto all’in-troduzione di nuove specie di OGM inEuropa (come patate e pomodori), finoa quando non entreranno in vigore lenuove norme contenute nella Direttiva90/220 C.E.E. per il rilascio deliberatodi Organismi Geneticamente Manipola-ti. Infatti inizialmente la legislazioneeuropea, attraverso tale Direttiva, impo-neva di indicare sull’etichetta la presen-za di OGM solo nel caso in cui vi fossela proteina o il DNA interi, il mais o lasoia interi per esempio, escludendoquindi i derivati, come oli, lecitine eamidi.Nell’ultimo World Trade Organization(Organizzazione Mondiale del Com-mercio) tenutosi a Seattle, uno dei pun-ti del meeting è stato proprio la questio-ne dell’uso della genetica in campo ali-

mentare, e si è cercato di stabilire rego-le comuni per gli scambi internazionalidi tali alimenti.L’enfasi è stata posta in parte sui bassicosti dell’industria di OGM sull’agri-coltura e sulle maggiori rese di produ-zione; l’Europa ed altri stati hanno pro-posto una etichettatura obbligatoria suiprodotti transgenici, progetto criticatodagli Stati Uniti anche da un punto divista scientifico, poiché non è semprepossibile individuare la presenza o l’as-senza di ingredienti transgenici.In che modo porsi allora di fronte ad unevento così poliedrico? Cosa determinaquesto stato di tensione? Probabilmenteuna superficiale informazione di massae una scarsa conoscenza tecnica; ed èproprio nel desiderio di comprendereche sarebbe più utile risiedesse il sensodelle critiche e delle proteste.L’immissione sul mercato di organismitransgenici (nei cui confronti la preoc-cupazione è lecita, non conoscendoancora gli effetti positivi o negativi sul-la nostra salute e su quella dell’ambien-te) deriva infatti da esperimenti, studi epassione di scienziati che perseguono ilSapere e la comprensione della realtà.Sembra riduttivo quindi parlare di espe-rimenti non necessari, ponendosi cosìsu una posizione reazionaria, di rifiutototale nei confronti della scienza e dellaricerca, attività che l’uomo ha da sem-pre coltivato.La costruttività della protesta dovrebberisiedere nella richiesta non di bloccaregli esperimenti, ma di potenziarli, dicontinuare a conoscere, per poter averecertezze rispetto alle regole e ai sistemidi certificazione dei cibi, e che i suppo-sti potenziali rischi siano analizzati daun organismo comunitario in grado difornire garanzie scientifiche, poiché ilprogresso e la ricerca scientifica porta-no in sé il genio umano, la sua sete diconoscenza e, in un certo senso, il signi-ficato della sua esistenza.

Elisa Chiarotto

VISTO DA…2 Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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Organismi Geneticamente ModificatiL’uso della genetica in campo alimentare

NOTIZIE IN… CONTROLUCEMensile di attualità e cultura dei Castelli Romani e dintorni

EDITOREAssociazione CULTURALE PHOTO CLUB CONTROLUCE

Via Carlo Felici 18-20 Monte Compatri (RM)tel. 069486821 – 069485935 – 069485336

fax 069485091 – e-mail [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE: Domenico Rotella

REDAZIONE: Mirco Buffi, Stefano Carli, Alberto Crielesi, C. M. Di Modica, Nicola D’Ugo, Armando Guidoni, Mauro Luppino, Tarquinio Minotti, Salvatore Necci, Francesca Vannucchi

REGISTRAZIONE TRIBUNALE ROMA N.117 DEL

27 FEBBRAIO 1992Gli articoli ed i servizi sono redatti sotto la respon-sabilità degli autori. Gli articoli non firmati sono acura della redazione. Tiratura 11.000 copie.Finito di stampare il10 febbraio 2000 presso la tipolito-grafia SPED.IM - Tel. 06 9486171 Via Maremmana Km3.500 – 00040 – Monte Compatri (RM)

HANNO COLLABORATO: Francesco Barbone, Michele Bettini, FloridoBocci, Antonio Botticelli, Bruna, Paolo Cappai,Elisa Chiarotto, Silvia Del Prete, Gabriella Dora-to, Anna Faccenda, Riccardo Faini, AngeloGabrielli, Gerardo Gatti, Valentina Gerardi,Mario Giannitrapani, Fausto Giuliani, MonicaIani, Marco Maiorano, Carlo Marcantonio, Luca Marcantonio, Bruno Martellotta, GelsinoMartini, Marina Medici, Massimo Medici, AnnaPeppoloni, Roberto Proietti, Riccardo Simonetti,Cinzia Tomassini, Sergio Troìa, Lorenzo VillaFotografie di: M. Luppino, T. Minotti, G. Giovan-netti, S. Troìa, R. CatoniIllustrazioni di: Roberto ProiettiIn copertina: Il dono di Monte Compatri al PapaIl giornale viene distribuito gratuitamente neiseguenti centri:Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino,Colonna, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone,Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Velletri, Zagarolo.

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Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000I NOSTRI DIALETTI…

GROTTAFERRATA

COLONNA

ROCCA PRIORA

FRASCATIMONTE COMPATRI

Zorro a colori‘Na sera steo passenno pe’ sbaju denanzi a u televisoree te vedo ‘nciccione co’i baffi, che me ricordea quaduno…Ma quillu nun è u sergente Garzia?Quillu che stea sempre a fa’ na storia co’ Zorro?Eh si, era proprio issu! E, pe’ giunta, tuttu a coluri!Ma comme, rifanno Zorro ‘ntelevisione!Don Diego de la Vega…io che me credeo fusse solol’idolu nostru… ma allora campa ‘ncora!‘A Tivvù dei ragazzi nun è morta!Braccobaldo,Yoghi e Bubu, la nonna del Corsaro Nero…co’ Nicolino che zagajeva…I Ragazzi di Padre Tobia…chi trova un amico trova un tesoro…Ivanhoe…. Il magico Alvermann…fafifurni, fafifurni….Chissà chi lo sa?Co’ Febo Conti a presenta’ u giocu tra ‘e scole….Mah, ‘e faranno rivede’ tutte ‘ste cose?Penzo proprio che toccherà ‘ccontentasse de Zorro,de u sergente Garzia e de u servu sordomutu….

Fausto Giuliani

U scherzo a GiuffridaI personaggi de ‘stu fattaréllu so’ tre, comme i Rremaggi:Giustinu, dittu u Panzone, che faceva u vetturinu,Checco Bigelli u biciclettaru, che teneva e zamperotte (e delli tempi cammineva co’ du bastuni),Giuffrida, che faceva u carzolaru a la piazzetta de’Scoli Pie.Erenu amici tutti e tre, ma quanno ce gireva u boc-cinu, nun se’ tirivenu ‘nghiètro, pe fasse qua dispet-tu.Lla vòta toccà a Giuffrida. Era d’istate, sull’ore cal-le e issu steva co ‘u banchittu da carzolaru fòra debottega, sott’all’arbeùni che stannu ‘ntorno a ‘afuntana che mo nun ce sta più. Teneva ‘na manic-ciatélla de semèmze ‘n bocca (comme fannu tutti ‘icarzolari) che via via venéva mettènno co ‘u martèl-lu attorno a certe toppe sott’a sola de ‘n par de scar-pacce sfonnate.Panzone, co’ Checco Bigelli, stìvenu a chiacchieràspaparacchiàti sopre a carrozza a For’e Porta, e ‘ntenènno gnènte da fa, ce passà p’a capòccia de ì a fa‘n tiru bìrbu a Giuffrida, che spìssu e volentieri, aquell’ora, se faceva ‘na pennichèlla appoggiatu co’‘e braccia sopr’u banchìttu.Panzone se messe au postu de guida e Bigelli rima-se de rèto comme’m gran signore, co’ i bastuni ‘nmezz’a ‘e zampe.Iìnnu su vers’a piazzetta d’e Scoli, ‘na frustata aucavallu, e peggio de ‘n furmine passìnu davanti aGiuffrida che ‘llu giorno ‘nvece stéva a lavorà.Bigelli allungà ‘ ‘bastone e co’ u manicu aggancià‘pe ‘na zampa u banchittu da carzolaru e s’u portàvia.Figurètive quello che succèsse. Lli due continuìnnuco’ a carrozzèlla e spariscìnnu pe’ i vicoli, Giuffri-da invece rimase comme ‘n tùrzu de bròcchelu co’u martellu ‘n mani.Averìa volutu tiràccelu appréssu lu martellu, ma‘ndo i iéva a ritrovà? ‘E semènze che tenéva ‘n boc-ca pocu ce mancà che (ritirènno u fiatu) ce iìserugiù p’u gargaròzzu. Diventà de tutti i colùri: biancud’a paura,rùssu p’a rabbia e verde p’a bile. Pareva abanghièra italiana.U banchittu era itu a fenì ‘na diecina de metri lon-tanu e sparsa pe’ tutta a piazzètta ‘a róbba che cestéva sopre: e seménze, u filu de spagu, i capocciù-ni, ‘e tenaie, sùbbie, lésine, pèce, cortélli pe tajà ‘asòla, forme de lìgnu, barattolìttoi, tuttu.‘Ntantu Giuffrida ièva zompènno pe’ tutt’a piazzèt-ta comme ‘n crìccue urléva ‘mpropèri comme lupumanàru.«Bell’amici che tèngo. Quìssi so’ scherzi da fasse?Ve possàte scapicollà: vùi e ‘a carròzza che veporta a spassu. ‘N pòru cristo sta a lavorà p’ari-mediasse ‘a stozza e ss’amici der… (disse proprioche amici èrènu) te fannu pèrde tèmpu! Me poz-zen’ammazzàmme se li vojo più vedè. So’ ‘n fìu de‘na… ( e disse de chi) se a’lu panzonàcciu, co’ ucortèllu d’a sòla ce faccio ‘n buciu a ‘llu panzònepijnu de vermèni, così escenu e se vannu a magnàquill’atru zoppàcciu!». S’era riddunata ‘n saccude gente: chi rideva, chi dicéva «poveràcciu», chicerchèva de carmà Giuffrida che continuéva a giràp’a piazzetta comme ‘n pìcchiu, da i nervi cheteneva addossu e continuéva a strillà che «a strag-ge dell’innocenti era statu ‘n cherzo pe’ quello cheaveria issu». Lu doppuprànzu nun fece dormì gni-sùnu. Chi cerchéva de rènnise utile riccapezzènnotutta ‘lla ròbba sparsa pe’ tèrra e rimettènno tuttu-sopr’a ‘u banchìttu; chi ‘nvece deva consij da ‘efinèstre.Mo’ però nun ve stete a preoccupà, de ‘lli témpi ischerzi, puru quìlli ‘n po’ pesanti nun feniscevenumai male, co’ ‘o sangue!Doppu tutta ‘lla sfogata,’na bella bevuta d’acquafresca ce fece carmà i bollenti spiriti. E ‘a stragge?P’ ‘a verità ‘a stragge ce stette ‘a sera: tutti e trefacinnu ‘na stragge de Foette all’osteria, andò rifa-cinnu pace.

Florido Bocci

Sandi e peccaturiCapita spissu de sendi’ parla’ male de li preti, pareche tutte le gorpe e le cose storte de stu munnu letenerèmo da mette ‘n gundu a issi (mo qua’ vota purua lu governo). ‘N è che ne so’ conosciuti tandi, macingue o sei si! Sò ‘n bo’ pochi pe’ giudica’ ‘na cate-goria, ma ‘n mezzu a sì pochi sò conosciutu lu san-du, l’ereticu, lu frocio, e quillu normale, pe’quessono’ rennescio a capi’ comme se fa a fa’ de tutta ‘nerba ‘n vasciu.Sta vota vojo recorda’ lu primu, «lu sandu»! Pe’ l’anagrafe, don Agostino Zanoni. Priore e po’capu reconusciutu, puru da vecchiu, de l’Abazia deFarfa. Quanno lu conoscì tenea diec’anni io, issu ‘n ottan-dina, me dette l’impressiò de ’n vecchiu nonno sag-giu, era de ardezza normale, tenea ‘na capoccia ton-na tutta bianca, du’ occhi vivi, serini, che emettenuna carma che... puru nui che tenèmo l’argentu vivuaddossu recepèmo e quanno ce parlea remanèmo avocca ‘rroperta a sendillu. Era statu esploratore emissionariu ‘n Africa; rendo a la torre de l’Abazia cistenu ‘du cambore, jembe d’animali ‘mbarzamati,sassi, oggétti strani, piande, armi, ch’èra reportatudall’Africa,… ‘n museo!Dicenu ch’èra puru scenziatu, e qua’ ccosa de quelloch’èra fattu, lo tenea repostu rendo a ‘n ara camborareservatali all’Istituto Filippo Cremonesi ‘n do’ ste-mo ‘lloggiati nui monelli: una de sse cose èra ‘napparecchio collegatu a ‘na specie de microfono cheppoggiatu ‘n bettu a la jende fecea sendì li battiti delu core (oggi è ‘n apparecchio comune, ma pare chequillu fattu da issu fusse lu primu ‘n Italia). Ci stenupo’, tra l’are cose, du’ lampade tipu neon che tenenu‘na particolarità, doppu ‘n bo’ che stenu ppicciatecambienu colore, giallu, biancu, aranciò, rusciu,marrò; nui comme cambiea colore, ce vardémo ‘nvaccia e ridèmo comme matti perché cambièmocolore puru nui. Ma le cose che ce lascenu de stuccue ce ‘ffascinenu de più, quanno ce le mettea ‘n fun-ziò, eru du’ macchinari che nui chiamèmo de «li fur-mini», tenenu du’ colonne pedunu, lu primu le teneaa distanza de ‘n metro e mezzu,’ l’aru de tre metri,da la ponda de ’na colonna nnescea ‘nvasciu de lam-bi che unennose all‘aru capu scatenea furmini e saet-te. Durante la guerra èra sarvatu ‘n zaccu de jende arischiu de la vita sea, nnesconnennole ‘n bo’ per tut-ta l’Abazia.

(Tarquinio Minotti continua a pagina 7)

Natale (quasi) 2000Annu doppo annu, giornu doppo giornu, semo rivati au 2000!! Dice che so prenotati, tutti i viaggi in tere stra-niere. Chi và ‘nmontagna, chi và a u mare, pare, che acasa sia, cè ne rimanino pochi. Io so una dé quilli!!Vò dì, che staremo più larghi, sì jamo a notte déCapu D’Annu ‘mpiazza a festeggià, cò i parenti e ipaesani. Armeno, si cè scambiemo l’auguri, sé capi-scemo!Io credo, che u primu pensieru, u tenemo da rivorgea Dio, che c’ha fattu rivà e, po’, a tutti lì poracci che‘ncè so rivati e, quadunu, è mortu puro rammaricatu,dè ‘nun vedè stu 2000. Chissà che se credeva!! Maall’infori dè i compiuter, de’i telefonini (che te’ rom-pino puro) i video giochi, e machine più veloci (pe’fatte ‘mazzà). Po’ c’è Internet (che te confonne u cer-vellu) l’aroplani e a nave saranno più sofisticati (manoiatri stemo ‘ncora ‘ttaccati a Titanic); o resto è‘ngran casinu!!!L’ommini, sé mazzino frà fratelli, e calamità natura-li so sempre devastanti, i regazzi so scontenti, e gue-re fanno sempre ‘nzaccu de morti e po’, co’ st’aper-tura a sinistra e a destra, tenghi dà stà solu attenti a’ecorente d’aria, perché a mi pare, che tuttu stù collo-quiu, ‘ncè! Oh……….. Io vorio proprio sbajamme!Fortuna che c’è rimastuu bambinellu, che gnì tantucè cambino l’orariu, ma nasce sempre a Natale.Armeno, quandu vedi u presepiu, lu bambinellusopra a paia, è vero che tè senti più bonu (ma nu ziumiu, da munellu s’ha magnatu, perché era de zuc-chero). Pe’ fortuna che sé fanno ‘ncora i spaghetti co’o tonno e i broccheli fritti, perché ci’ hanno provatua fa precotti, surgelati e quattro sarti ‘mpadella, ma agente ha capitu e stà a rii a, ‘a natura. Perciò chissàche se credessimo e u monnu è u stessu, puro si imonnaroli, vonno fa l’emancipati.

Bruna

Tutti li perché de compare ScenzoVorria sapè perché la gente più robba te, più è scantenta.Ma perché tutti dicu, era mejo ‘na vota, e po’ non secontentanu mai.La robba na vota era più bbona, ma sarà stata la famede allora!Ma perché li spini crisciu sempre d’istate, e niciunu litaja.Ma perchè a Roccapriura manca sempre l’acqua l’istate,quanno serve de più.Ma perché tutti li problemi dellu munnu scoppianu l’istate.Ma ‘nsaria mejo se l’istate non venesse pe gnente.

Nicola Pacini

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«SATELLITE EARTH OBSERVATION FOR THEMANAGMENT OF PROTECTED AREAS», ossial’osservazione satellitare della terra come valido stru-mento di supporto per la gestione integrata delle areeprotette. Questo è stato il tema del Convegno interna-zionale che si è tenuto a Milano, il 26 novembre scor-so nella Sala Convegni del Touring Club italiano.Il workshop è una tappa del progetto biennale prima-vera (Park Resources Information MAnagment ViaEnvironmental Remotely sensed data Analysis), pro-mosso da un Consorzio internazionale di enti e impre-se, cofinanziato dalla Commissione Europea, dg xii.L’obiettivo è la definizione di strumenti operativi divalutazione da mettere a disposizione dei soggetti

I NOSTRI PAESI4 Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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CASTELLI ROMANI

Convocazione di assemblea

L’Associazione Culturale PHOTO CLUB CONTROLU-CE convoca i soci ordinari e soci vitalizi per l’as-

semblea ordinaria annuale che si terrà presso la sede divia Carlo Felici 18-20 in Monte Compatri il 9 marzo2000 alle ore 8.00 e, in seconda convocazione, il 10marzo 2000 alle ore 20. 00 con il seguente ordine delgiorno:

Ordine del giorno:– bilancio consuntivo del 1999– programma delle attività per il 2000– bilancio preventivo del 2000– varie ed eventuali

Si chiede la partecipazione anche dei soci sostenitoriche contribuiscono, con le loro quote, a mantenere vivele attività associative ed, in particolare, quelle editoria-li legate anche al giornale CONTROLUCE.

Osservazione da satelliteUn metodo per la gestione delle aree protette

Zone vulcaniche di Bracciano e Colli Albani riprese da satellite

impegnati nella gestione di parchi e aree protette.I partner che collaborano nella ricerca, l’Osservatorionazionale e l’Istituto di metereologie di Atene noa -impae e il dipartimento di Geografia dell’Università diNottingham, hanno preso 4 casi pilota per l’elabora-zione dei dati e la discussione del progetto: due in Ita-lia, il Parco Regionale dei Castelli e il Parco Regiona-le della Maremma, il greco Parco Nazionale Pindos eil Sussex Downs in Gran Bretagna.L’Italia è stata rappresentata dal Touring Club, dallaVitrociset di Roma (società aerospaziale e leader del-l’intero progetto), dal CeSIA - Accademia dei Georgo-fili, dall’Istituto per l’agrometereologia e l’analisiambientale applicata all’agricoltura di Firenze e dal-l’Earth Observation di Frascati, divisione dell’AgenziaSpaziale Europea.

Elisa Chiarotto

Corpo dei Vigili Urbani dal Papa

In perfetta uniforme delle grandi occasioni, i VigiliUrbani, guidati dal loro Comandante, tenente Guido

Scarpato, sono stati ricevuti dal Papa, insieme ai colle-ghi provenienti da molte parti d’Italia. Hanno preso posto nel lato destro del sacrato guardan-do la Basilica ed anche nei riquadri di San Pietro e SanPaolo, unitamente ai familiari.Il Santo Padre ha rivolto parole affettuose e di elogio atutti i vigili presenti per l’opera che quotidianamentesvolgono in tutto il territorio nazionale a difesa del ter-ritorio stesso e dei cittadini, specialmente per la loroincolumità nei centri abitati. Il tenente Guido Scarpato,con voce commossa, ha confessato che l’evento rimarràindimenticabile per tutti coloro che erano presenti.

Carlo Marcantonio

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Domeniche a piedi nelle città

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Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000I NOSTRI PAESI

La proposta del Ministro Ronchi di introdurre il 23ed il 30 gennaio 2000 due domeniche di blocco

totale del traffico motorizzato privato con esclusionedei soli veicoli elettrici è cosa che riguarda solo alcu-ne grandi città e non i piccoli centri come i Comunidei Castelli Romani. Tuttavia, poiché anche noi, abi-tanti dei Castelli, siamo cittadini italiani, non sarà inu-tile fare qualche considerazione sulla proposta delMinistro. L’iniziativa viene giustificata anche da mol-ti Sindaci, da Associazioni Ambientaliste (e la cosa ècondivisa anche a livello di Unione Europea) con l’e-sigenza ecologica di rendere più pulita l’aria che sirespira nelle grandi città e, in definitiva, di salvaguar-dare la salute dei cittadini. Che il blocco del trafficodei veicoli a motore a combustione comporti unasignificativa riduzione degli inquinanti scaricati daiveicoli nell’atmosfera è cosa ovvia al punto da nonrichiedere neppure accertamenti analitici sulla qualitàdell’aria per verificarne l’efficacia. È però opportunotenere presente che l’atmosfera, al di fuori dei feno-meni a livello planetario (vedi l’effetto-serra imputa-bile prevalentemente all’accesso di anidride carbonicache soprattutto i Paesi industrializzati scaricano inessa), non è caratterizzata da marcati fenomeni diaccumulo, per cui la diminuzione degli apporti inqui-nanti che si verifica in una giornata di blocco del traf-fico comporta la quasi immediata diminuzione degliinquinanti dell’atmosfera cui fa seguito, il giorno suc-cessivo, un altrettanto aumento con la ripresa del traf-fico veicolare. Ciò significa che il blocco della circo-lazione per una sola giornata ha un effetto pratica-mente nullo sui livelli di inquinamento atmosfericorilevabili nei giorni di traffico; pertanto il provvedi-mento, oltre ad un auspicabile effetto educativo, potràcomportare soltanto una migliore vivibilità domenica-le per quei cittadini che avranno la possibilità di muo-versi a piedi o in bicicletta, con i mezzi pubblici o congli scarsissimi mezzi non inquinanti. Non sono anco-ra noti gli orari del divieto e le modalità del trasportoalternativo. Al momento ci poniamo, fra gli altri, ilseguente problema: a che ora dovranno partire dalle

città, con le proprie vetture ed a che ora potranno rien-trare in città quei cittadini che avessero intenzione diusare i propri mezzi per raggiungere le localitàextraurbane nelle domeniche di divieto? Arriviamoora al punto nodale della questione. Il problema del-l’inquinamento atmosferico da traffico veicolare deveessere affrontato seriamente, con strategie coraggiosee di lungo respiro; è il caso di usare i servizi di tra-sporto pubblico, in particolare Metropolitane e mezzia trazione elettrica (i meno giovani di noi ricorderan-

no che la città di Roma disponeva di questi ultimi).Tali strategie devono comprendere, in primo luogo, losviluppo di una discreta rete di filobus i quali, permotivi a noi ignoti, sono stati, parecchi anni fa,dismessi per essere sostituiti da autobus i quali con-corrono, in modo non trascurabile, all’inquinamentoatmosferico cittadino. Il tentativo di risolvere il pro-blema dell’inquinamento atmosferico da traffico vei-colare attraverso l’impiego della super senza piombo edelle vetture munite di speciali dispositivi (marmittecatalitiche, ecc..) sta mostrando chiaramente i suoilimiti, come è dimostrato dalla recente iniziativa delMinistro Ronchi. La recente disposizione comunitariache pone fuori-legge la super con piombo e chedovrebbe essere applicata in Italia fra il 2000 ed il2001, sta creando non pochi problemi ai milioni diautomobilisti che possiedono vetture non catalizzate

in quanto di molte di esse sarà imposta, di fatto, la rot-tamazione. In verità la differenza di prezzo di pochelire al litro fra benzina verde e super con piombo haindotto molti automobilisti ad impiegare benzina ver-de su alcuni tipi di vetture non catalizzate, con conse-guente aumento del recapito di inquinanti pericolosiper la salute nell’atmosfera. Questa cattiva abitudinedi molti automobilisti giustifica, in una certa misura,la rottamazione forzata delle vecchie vetture. Vi sonofondati motivi di ritenere che l’uso della super senzapiombo sia uno dei motivi della presenza di alcuniinquinanti nell’atmosfera delle città. Tale fatto sembraimputabile, oltre che all’uso della benzina verde nellevetture non catalizzate, come accennato sopra, ad altredue circostanze che, in genere, non vengono sufficien-temente valutate: la scarsa efficienza di alcune mar-mitte catalitiche non controllate periodicamente e lainefficienza della marmitta catalitica prima che vengaraggiunta la temperatura di regime. È ancora da sottolineare che l’impiego di alcuni addi-tivi per rendere utilizzabile la benzina verde in alcunitipi di vecchie vetture costituisce un ulteriore pericoloper la salute dei cittadini.In zone non fortemente urbanizzate, come i CastelliRomani, vengono largamente utilizzati attrezzi agrico-li di piccole dimensioni (tosaerba, decespugliatori,ecc.) il cui funzionamento è spesso legato all’impiegodi super con piombo. Largamente utilizzati, a causa deifrequenti black-out elettrici soprattutto nelle zone col-linari, sono i gruppi elettrogeni ad uso familiare e quin-di di modesta potenza, che generalmente sono alimen-tati con benzina con piombo, la cui prevista elimina-zione dal commercio creerà ulteriori problemi. Non sipuò fare a meno di notare come gli interessi dell’indu-stria automobilistica mondiale, abilmente camuffatti inchiave ambientalista, non siano estranei ad alcunedecisioni prese, sia a livello nazionale che di UnioneEuropea, che comportano, nella sostanza, l’obbligo dirinnovare il parco macchine attraverso l’imposizionedelle vetture catalizzate e della benzina senza piombo.

Lorenzo Villa

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La Befana a San PietroXV edizione del corteo storico folcloristico VIVA LA BEFANA

L’Associazione EUROPAE FAMI.LI.A.con la collaborazione del Gal Colli

Tuscolani, del Parco dei CastelliRomani ed il patrocinio della GiuntaRegionale del Lazio e dell’Assessora-to alle attività Produttive della Provin-cia di Roma, ha organizzato il 6 gen-naio 2000, la XV edizione del corteostorico folcloristico VIVA LA BEFA-NA. La manifestazione nacque nel1985, quando, abolita dallo Stato Ita-liano la festività dell’Epifania, ungruppo di genitori e di nonni, per sol-lecitare il ripristino del giorno festivosul calendario civile, idearono il primocorteo, nel quale sfilarono anche ottoelefanti. Da allora, per celebrare emantenere viva nella tradizione popo-lare questa festività cara alle famiglie,

gli organizzatori fanno arrivare i treRe Magi, ogni anno da una differentelocalità del Lazio, alla quale vengonoispirati i costumi e le scenografie delcorteo, ricco di simbologie e di riferi-menti culturali. I Re Magi di questo 6gennaio, a simboleggiare la fratellanzatra i popoli e l’universalità della fami-glia, sono arrivati dai sedici comunidei Castelli Romani, accompagnati dairispettivi Sindaci, con i gonfaloni del-le loro città. Di seguito hanno sfilatooltre 700 figuranti in costume d’epo-ca, cavalli, gruppi folcloristici, bandemusicali, carri con riproduzioniambientali e tre rare automobili dacollezione. Storia, cultura, folclore,risorse e prodotti tipici del territoriocastellano sono stati i principali ingre-dienti di questa spettacolare manife-stazione e sono stati presentati e fatticonoscere al grande pubblico nel loroscenario naturale. Il corteo ha sfilatoalle ore 11.00 in Via della Conciliazio-ne fino a Piazza S. Pietro, dove ha poipartecipato all’Angelus. Al termine,come tradizione, i Re Magi hanno rag-giunto la Casa Pontificia per recaresimbolici doni a S. Santità GiovanniPaolo II.L’onore di aprire il corteo quest’annolo ha avuto la Banda Musicale di Mon-te Compatri: Corpo Folkloristico Com-patrum che senz’altro ha destato note-vole ammirazione non solo per la buo-na preparazione musicale ma ancheper l’effetto coreografico delle sue bel-le e simpatiche majorettes.Una nota curiosa e simpatica, è venu-ta dalla rappresentanza di Monte Por-

zio Catone la quale, forte della presen-za della banda musicale (MPC Super-band 83), del gruppo Scout, delladelegazione della CRI, del gruppoCasa Famiglia ( Centro di accoglienzaper i malati terminali di AIDS) e delcorteo in costume storico, ha fatto sfi-lare anche un personaggio perfetta-mente vestito da Pontefice che voleva

rappresentare papa Gregorio XIII ilquale, il 24 maggio 1582 a Villa Mon-dragone, firmò la Bolla che sanciva lariforma del calendario Giuliano. Sipassò infatti, dal 4 ottobre al 15 otto-bre 1582 eliminando 10 giorni, prov-vedimento resosi necessario per cor-reggere l’errore presente nel vecchiocalendario.

CASTELLI ROMANI MARINO

Il 15/12/99 devo fare una visita orto-pedica in Roma P.za della Libertà.

Da buon cittadino decido di andare inmetropolitana, onde evitare e parteci-pare al solito caos cittadino.Ore 9.00 parto da casa, prendo l’auto-strada esco al raccordo, naturalmenteintasato, e mi avvio in zona metro. Ilavori sono in corso (così come in tut-ta la città), mi accingo a parcheggiare,sono le 9.25. Ad una prima ricognizio-ne mi rendo conto dell’enorme man-canza di posti, e dei lavori ancora inalto mare. Non sono quasi 30 anni cheesiste la stazione Anagnina? Continuoa girare, nelle strade dietro gli ufficiINPS, niente. Chiedo nei pochi par-cheggi a pagamento, improvvisati suiprati dai cittadini, nulla di fatto.Riprendo la strada per uscire e faccioun tentativo di fermarmi a bordo stra-da. Scendo, è impossibile attraversare.Fradicio (piove, governo ladro!!) risal-go in auto, riparto per l’ennesimo giro,sono le 9.40. Uno stato d’ansia miassale, alle 10.30 ho l’appuntamento.

Mi chiedo: sono in Italia, potenza eco-nomica, nella capitale o dove altro?Provo una nuova fermata, subito mirendo conto di intralciare il passaggiodei pullman, sono le 9.50. Riparto,l’ansia diventa sconforto, idee viaggia-no nella mente, dove mi trovo? Hotimore e vergogna del luogo dove vivo.Vedo un cancello del cantiere, è chiusonon si lavora, piove da tre giorni e ilfango è alto. Un cartello di divieto e dirimozione forzata, sono le 9.55 devoessere alle 10.30 alla visita, mi fermonon ho più interesse per le regole.Evito di parlare della metropolitana,per rispetto delle persone che la utiliz-zano regolarmente tutti i giorni. Sonoal centro medico, sempre più fradicio,rassicurato dal normale caos di ungiorno di pioggia.Lo so! Vi chiederete: ma questo dovevive? Sono un artigiano, che regolar-mente svolge il suo lavoro nella capita-le per il 60/70 %, e che normalmente sitrova nel caos per un minimo di 2–3ore.

Ho deciso di scrivere quest’articoloproprio per abbattere il muro della«normalità». Ogni giorno le auto dei«signori della politica e della società»passano scortate chiedendo strada.Ogni giorno per le strade dei castelli citroviamo incolonnati come soldatini.La domenica, giorno dedicato al ripo-so, dobbiamo solo decidere dove anda-re a fare una bella coda, al lago, neiprati od anche solo nei nostri centriurbani. Ci sono anche altre soluzioni,restare chiusi in casa nell’attesa del-l’ordinario caos del lunedì. Orbene,tutto questo è dichiarato e subito nor-male.Non condivido questa normalità.M’innervosisco per ogni fila dovutaall’incuria dei politici o di cittadiniincoscienti. La domenica voglio usci-re, con la mia famiglia o da solo evivere il mio tempo libero. Chissà seun giorno, noi dei castelli, compren-deremo cosa abbiamo perso delnostro territorio?

Gelsino Martini

Castelli – Roma: viaggio nell’assurdo

Mostra avicola

Nei giorni 3 - 4 - 5 dicembre scorso siè svolta la Prima mostra avicola e

Quarta mostra sociale di Colombi sele-zionati, allestita all’interno del VivaioVivinatura di Marino, al km 4300 di Viadei Laghi. Due sono le associazioni chehanno organizzato l’esposizione: l’AVI-LA (Associazione avicoltori laziali) el’Associazione colombofila laziale.Circondata dal verde delle piante delvivaio, la mostra trasmetteva l’interes-se e la passione degli organizzatori e di

tutti coloro che vi partecipavano.C’erano molti animali, tacchini, maia-li, topolini, conigli, anche se protago-nisti indiscussi sono stati polli ecolombi: galline Padovane, Livornesi,Orpington, Cocincine, galli combat-tenti, slanciati e nerboruti, con piumesetose o vellutate, con barbe fluttuanti,slanciati o goffi, nani ma eleganti, tutticomunque con un temperamento viva-ce! I soci avevano un gran da fare, chicon l’allestimento della mostra, chicon la spiegazione delle caratteristichedelle varie razze e soprattutto dei cam-pioni. Sì, perché c’è stato un vero eproprio «concorso di bellezza», i cuigiudici, due membri della FIAV (Fede-razione Italiana Associazioni Avicole)hanno scelto per ogni razza l’esempla-re che meglio rispondeva agli esigentirequisiti: dal collo al colore del piu-maggio, dal dorso al portamento!Il sig. Balduzzi, proprietario delvivaio, nonché Presidente dell’AVILA,ha spiegato a noi di Controluce che«l’Associazione degli avicoltori lazialiè nata circa un anno fa dalla volontàdi alcune persone di coltivare la pas-sione per gli animali da cortile e diimpedire l’estinzione di alcune razze,come quella della gallina padovana oquella siciliana, di cui rimangonopochissimi esemplari».

Elisa Chiarotto

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Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

Presepe in cantina, è stato un picco-lo grande successo per i monticia-

ni, che nessuno potrà sminuire, e cheporta la sua grandezza nella meravi-gliosa ricchezza di significati che lalingua italiana attribuisce nei vari cam-pi della vita, al protagonista: il Prese-

pe; significati tutti applicati, ancheinconsapevolmente dagli autori deipresepi.Dal latino praesepium o praesepe, ha ilsignificato di mangiatoie. Nel linguag-gio comune stà ad indicare la rappre-sentazione della nascita di Gesù duran-te il Natale; dalle rappresentazioniliturgiche della Natività, S. Francescotrasse l’idea del presepe, poi diffusodai francescani, domenicani e gesuiti.In ognuno dei nostri presepi, la nativitàe gli altri personaggi principali ricon-ducono al significato e al valore reli-

gioso che sono primari nell’atmosferae nello spirito del natale. Ma il «Prese-pe» era anche il locale dove venivanocustoditi i bambini delle mamme ope-raie durante gli orari di lavoro; e tantisono stati i bambini e le mamme a visi-tare i presepi. Scientificamente il pre-sepe, è un ammasso di stelle nellacostellazione del cancro, uno dei primioggetti osservati da Galileo col suocannocchiale; la genialità, l’applica-zione tecnica riversate nelle varie rea-lizzazioni, non è scienza quella? Dopoqueste digressioni passiamo al conte-nuto più intimo della manifestazione.Presepe in cantina, ha ricevuto dei con-sensi, inaspettati sia dall’amministra-zione che l’ha organizzata, sia dai par-tecipanti. L’afflusso di pubblico è statonumericamente importante, ed il cuoredel paese, rappresentato dal centro sto-rico, da anni non era così vissuto emovimentato durante l’arco delle festenatale-capodanno-befana.Oltre laquantità a colpire, è stata la qualità del-le persone che percorrevano il paese:sorridenti, divertite, interessate ai vico-li, alle splendide cantine, agli oggetticaratteristici, al vino ed agli altriassaggi che trovavano lungo la strada,meravigliati dalle grotte, dalla «foglia»appoggiata nelle cantine, dalle botti-glie piene d’acqua davanti alle porteper non far avvicinare i gatti, (tuttecose normali per noi, non per i fore-stieri), e poi, quanti monticiani ho sen-

tito dire lungo il percorso «Quant’annierano che non passavo da qui!». Èquesta forse la cosa più bella, la risco-perta del nostro paese! Presepe in can-tina, è da un lato un chiaro segnale sucome indirizzare alcuni discorsi politi-co amministrativi, riguardanti la valo-

rizzazione ed il risanamento del paese,dall’altro è una manifestazione sempli-ce e ricca allo stesso tempo, che puòsenz’altro essere migliorata nei parti-colari organizzativi, ma che deve resta-re attaccata fermamente alla sponta-neità, ai valori ed ai sentimenti chevisitatori e partecipanti le hanno dato,regalandole caratteristiche ben precise.Per questo la difficoltà sarà nella con-tinuità e nella messa a punto dell’orga-nizzazione, senza renderla troppo spet-tacolare, o particolarmente impreziosi-ta da premi, ma mantenendo quel velo

di accogliente famigliarità e quel valo-re di «arte povera», che sono sbocciatinaturalmente. A prescindere dalle preferenze chesono state espresse, i presepi sono sta-ti tutti belli, e tutti gli autori sono meri-tevoli di nota. Il presepe classico, quel-lo più lavorato, quello dai significatipiù profondi, quello più strano, quellidei bambini, ognuno ha espresso qual-cosa di importante, da ognuno è emer-sa la voglia di impegnarsi, partecipare;le numerose visite e gli apprezzamentisono stati una forte gratificazione pergli autori; si è creata una grande atmo-sfera di «accoglienza», la volontà didonarsi di comunicare, ogni presepe èstato motivo ed occasione di incontro,di chiacchiere serene e di auguri, adimostrazione che la gente vuole ed habisogno di rapporti umani veri, liberi, ela natività, come punto focale, denomi-natore comune al più piccolo ed al piùgrande presepe, ha dato al natale ilgiusto spirito ed il vero significato,cosa che da molti anni non accadeva aMonte Compatri. Tutto questo ha inoltre contribuito adare un senso all’entusiasmo verace dimolti, un esempio per tutti? L’amicoGattò!!

Riccardo Simonetti

Presepe in cantinaUn successo per i Monticiani

MONTE COMPATRI

Buon compleanno Colonna!Festeggiato il 150° anniversario della propria elevazione a Comune libero

COLONNA

Acavallo del nuovo anno, Colonnaha festeggiato il 150° anniversario

della propria elevazione a Comunelibero. L’Amministrazione Comunaleha inteso ricordare tale avvenimento inmodo solenne, legittimando quella cheper tutti i Colonnesi è stata una vera epropria conquista politica.Accadde proprio 150 anni fa, esatta-mente il 12 Dicembre 1948; in taledata il Principe D. Giulio CesareRospigliosi, amministratore della Pri-mogenitura Pallavicini, cedette gratui-tamente alla Santa Sede i locali diColonna occorrenti per la residenzagovernativa del paese.A partire dal 28 Dicembre dello stessoanno, infatti, divenne esecutivo l’attodi rinuncia ai feudi di Gallicano eColonna, con cessazione dell’eserciziodella giurisdizione baronale.Nell’ambito delle varie manifestazio-ni, il Consiglio Comunale, nella sedutadel 28 Dicembre 1999, ha inteso con-ferire alla Principessa Maria CamillaPallavicini la cittadinanza Onorariaquale erede della famiglia Pallavicini

che ha governato le terre del CastrumColumnae fino alla sua elezione aComune libero.Domenica 9 Gennaio scorso, poi, ifesteggiamenti si sono conclusi con lacerimonia ufficiale svoltasi nella matti-nata alla quale hanno partecipato varie

autorità locali e regionali. Da segnala-re la presenza del Presidente dellaRegione Lazio Piero Badaloni, dell’on.Vincenzo Vita, dei Consiglieri Regio-nali Carella e Marroni, del ConsigliereProvinciale Bruno Astorre, dei Sinda-

ci, con rispettivo gonfalone, dei Comu-ni di Rocca di Papa, Grottaferrata,Monte Porzio Catone, Frascati, MonteCompatri, Zagarolo e del Presidentedella Banca di Credito Cooperativo delTuscolo Angelo Zaratti.Il corteo si è diretto verso la Chiesa Par-rocchiale di San Nicola di Bari, dove ilVescovo di Frascati S.E. Matarrese haofficiato la S. Messa; al termine in Piaz-za Vittorio Emanuele il Sindaco diColonna Gaetano Bartoli ha ricordato atutti i presenti l’importanza di tale avve-nimento, non dimenticando di eviden-ziare il significato della presenza deiSindaci dei paesi vicini uniti da un gran-de spirito di aggregazione, al disopra diogni intendimento campanilistico.Al termine dei vari interventi, tra i qua-li quello di Badaloni e di Vita, è statainaugurata, presso la Sede Comunale,una mostra, organizzata dai responsa-bili della locale Biblioteca Comunale eda un gruppo di volontari, sui principa-li documenti storici conservati nell’Ar-chivio.

Fauso Giuliani

I NOSTRI DIALETTI

Sandi e peccaturi(...continua da pagina 3)

‘Gni tandu revenea quaddunu a troval-lu portennoli qua’ regalu, certe votieccezionali, comme quella vota che,era l’annu 1959, li porteru una delleprime radio che jea co’ li raggi de lusòle.A parte tuttu quello che èra statu com-me omo, èra quanno venea a faccequa’ converenza (predica) che rennescì‘n bo’ a capì quello che lì ardea rendo;ce mettea ‘na forza e ‘na dorgezza aparla’ de certe cose che te fecea credea tuttu quello che dicea, parea che stes-se già ‘n baradiso a godesse tuttu quel-lo ‘n gui credea. E po’ quanno diceaMessa..., l’ari preti fecenu le curze achi feniscea prima, la sea durea arminu‘n ora e ‘mezza e quanno stea a la con-sacraziò dell’ostia, remanea ‘ncon-demplaziò come ‘n trance, ce pareaquasi de sendillu parlà co’ Cristo,remanèmo a vardallu comme se da ‘nmomindu a l’aru tenesse da sparì, enui che quanno la dicenu l’ari preti, lamessa, no’ vedemo l’ora de nescì, co’issu ‘n ge fecemo casu, lu tembu pas-sea veloce puru pe’ nui. Eru passati diversi anni quanno vennea sapì che s’èra mortu, me diceru ches’èra spintu pianu pianu, felice de ìfinarmende à godè de la grazia de luPare Eterno. …Potesse tenè io, ‘n genicu de la fedesea.

Tarquinio Minotti

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L’atto finale del gemellaggioMONTE COMPATRI – CALAHORRA ROCCA PRIORA – SAARLOUIS

COLONNA

MONTE COMPATRI

Nello scorso mese di ottobre alcuni rappresenantidell’amministrazione comunale di Monte Com-

patri sono stati invitati a Calahorra per concordare ilprogramma per l’atto finale del gemellaggio tra ledue città. Ora fervono i preparativi. A Monte Com-patri è stato riconvocato il Comitato per il gemellag-gio, costituito in occasione del primo incontro tenu-tosi nell’ottobre del 1998 tra le due comunità, perorganizzare al meglio la trasferta a Calahorra, che siterrà dal 25 al 28 del prossimo mese di maggio.Anche tra i calagorritani fervono i preparativi, le ini-ziative da portare avanti sono molte e impegnative erichiedono la partecipazione di numerose persone. A Calahorra sono in programma riunioni tra i varisettori professionali, industriali, agricoli; tra societàsportive e associazioni culturali, verranno effettuateesposizioni culturali, folcloristiche e economiche.Stanno andando avanti alacremente i lavori nellapiazza che verrà intitolata a Monte Compatri.Molti sono i cittadini monticiani che cercano diinformarsi sul prossimo evento spagnolo e che chie-dono di partecipare alla trasferta, ma finché non saràdefinito completamente il programma non si potran-no dare risposte certe.

Dieci anni di scambi culturali (1989-1999)Una lettera da Saarlouis ci mette a conoscenza dei rapporti tra le due cittadine

Accorato appelloIl Sindaco di Colonna Gaetano Bartoli ci ha inviato copia del manifesto che in questi ultimi giorni ha fattoaffiggere per le vie del paese per condannare i gravi atti vandalici che vengono continuamente perpetrati aidanni dell’intera cittadinanza. Vi riproponiamo tale accorato appello, affinchè tutti possiamo responsabiliz-zarci nel combattere tali ignobili azioni.

ANTICAIE & PIETRELLEANTICAIE & PIETRELLE

Restauro

Ogni tanto una bella notizia

Ci è stata recapitata da un cittadino di MonteCompatri copia di un attestato di benemerenza al

merito civile rilasciato dal Ministero dell’Interno adun nostro concittadino. È con immenso piacere chene diamo notizia. Al Vigile del Fuoco permanente Emanuele Catoni: «Inoccasione di un incendio sviluppatosi al quarto pianodi un fabbricato, con alto senso civico ed elevatacapacità professionale, interveniva insieme ad un col-lega riuscendo a trarre in salvo quattro persone.Roma, addì 9 novembre 1999 Il Ministro Jervolino»

CAVE

Gara di Karting

Il gruppo amatoriale di Karting ha organizzato unagara nel circuito cittadino, a Cave, zona Morino,

nello spazio Anfiteatro. In verità ne è venuto fuori unavvenimento di vivo interesse, con la partecipazionedi piloti esperti che hanno dato alla gara momenti dieccezionale suspence. Una gara perfetta sotto ognipunto di vista, merito indiscutibile degli organizzato-ri, fra questi il presidente Tommaso Mangiapelo, ildinamico Fausto Flavi e Antonio Peluso. Ha vintoper la classe 125 Valentini (Tony-IM), seguito daGalassi; per la classe 100 - 1°Glorioso, 2° Cervonie per la classe 60 minikart si è classificato 1° Attana-si, seguito da Scipiani e Flavi. Una manifestazione dialto interesse sportivo di cui i cittadini di Cave van-no orgogliosi.

Carlo Marcantonio

Tutto è cominciato nel 1969 quando un cittadinodi Rocca Priora, Ennio Fiore, trasferì la sua esi-

stenza in una città della Germania, Saarlouis. Colpassare degli anni Ennio si andò sempre più ambien-tando nella società di accoglienza, dove approfondìle conoscenze dell’associazionismo italiano e tede-sco, in virtù della sua professione di operatore socia-le per la comunità italiana all’estero. Nel 1987, nondimenticando il suo vecchio amore per il pallone,divenne segretario dell’Associazione Sportiva StellaSud di Saarlouis. Una societàcomposta da italiani e tede-schi molto apprezzata dalleautorità locali per il lavoro diintegrazione che svolge,attraverso lo sport, tra lediverse popolazioni. Ennio, convinto che questolavoro di integrazione sareb-be stato più efficace se le duepopolazioni avessero pro-mosso scambi reciproci alivello culturale e sportivo,riprende i contatti con la S.S. Rocca Priora, incontrai dirigenti della Società e vengono gettate le basi perdare inizio ad incontri e scambi intercomunali. Ven-gono coinvolte le popolazioni e le amministrazionicomunali, sotto il patrocinio della Consulta Emigra-zione.Si arriva così, nel maggio del 1989, al primo viaggioa Rocca Priora della società sportiva Stella Sud

rimasto indimenticabile anche per la visita alle bel-lezze dei Castelli Romani, di Roma, per l’udienzadel Papa e per il calore umano elargito dalla S.S.Rocca Priora e dall’Amministrazione Comunale. Negli anni successivi si susseguono numerosi gliincontri; cittadini di Saarlouis visitano Rocca Prioracon l’intento di sviluppare i rapporti commerciali; laStella Sud, organizza una gita in Romagna, dove vie-ne raggiunta dalla S.S. Rocca Priora; viene stipulatoun gemellaggio tra le società (1991). La S.S. Rocca

Priora si reca a Saarlouis(1992) e partecipa ad un tor-neo internazionale.Impossibile elencare tutta l’at-tività svolta tra le due cittadinein questi anni, gli scambi tra lepopolazioni sono continuicome continua è la partecipa-zione alle manifestazioni chesi svolgono delle due cittadine.L’ultimo incontro c’è stato nelmese di luglio dello scorsoanno quando la Banda Folclo-

ristica Corbium di Rocca Priora ha tenuto un con-certo a Saarlouis e partecipato ad un festival interna-zionale di musica a Rehlingen. Poche sono le città italiane che possono vantarescambi così rigogliosi, questo è merito soprattuttodelle amministrazioni comunali e delle due societàsportive, le quali hanno capito l’importanza di questirapporti per la costruzione di una Europa dei popoli.

Cittadini,dal giorno in cui (lo scorso 13 Giugno) la nuova amministrazione, che mi onoro di guidare in qualità diSindaco, si è insediata nella Casa Comunale, e dal momento in cui con i miei consiglieri ho messo apunto un piano di rinnovamento riguardante soprattutto l’apparato amministrativo; ebbene, nel corso diquesti pochi mesi, a Colonna sono avvenuti degli strani atti di sabotaggio, purtroppo molto gravi.L’ultimo accaduto proprio pochi giorni fa, precisamente Domenica 16 Gennaio; nel corso della notte èstato introdotto un certo quantitativo di gasolio all’interno del nostro depuratore arrecando un enormedanno economico ed ecologico nei confronti dell’amministrazione comunale ma soprattutto nei con-fronti di tutta la popolazione, con evidente intenzione di attentare alla salute di tutti Noi.Tali atti vandalici ci portano a pensare (e come potrebbe essere altrimenti?) che in mezzo alla nostracompagine sociale si annidi qualcuno che vuole solo e soltanto il male di Colonna e combatte cosìvigliaccamente quel rinnovamento amministrativo fortemente voluto ed attuato dalla mia coalizione digoverno.Vi chiedo pertanto, carissimi concittadini, di mettere in mostra, proprio in tali momenti difficili, tutta lavoglia di agire che vi contraddistingue.Aiutateci a vigilare costantemente affinchè vengano smascherati una volta per tutte coloro che con taliatti di vandalismo dimostrano soltanto di volere il male del nostro paese.

Colonna, 18 Gennaio 2000 Il SindacoGaetano Bartoli

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Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

Chiese diocesanePer conoscerle, apprezzarle, recuperarle

Opere in arrivoErogati i fondi della Regione

Il 10 gennaio di questo nuovo millen-nio è stato presentato, nell’episcopio

di Albano Laziale Chiese della Dioce-si di Albano. Alla presentazione c’eral’uscente vescovo Dante Bernini, l’au-siliare Mons. Gillet e due studiosi dialtissimo calibro Sandro Benedetti(responsabile dell’attuale restauro del-la Basilica Vaticana) per l’architetturae Mariano Apa, profondo conoscitoredella storia dell’arte locale. Tante per-sonalità per accogliere l’opera prima diuno studente di architettura, DimitriTicconi che ha condotto un approfon-dito studio di tutte le Chiese della dio-cesi di Albano. Il libro si propone, consuccesso, di essere un percorso analiti-co del nostro patrimonio artistico,architettonico, spirituale, culturale,così come ci viene presentato dagliedifici dedicati al culto Cattolico.Data la novità di una diocesi che patro-cina tali pubblicazioni, ci siamo rivoltiall’autore del testo per capire cometale libro sia nato e con quale scopo.Signor Ticconi, come è nata l’idea diuna tale imponente pubblicazione?Tutto è nato quasi per caso. Una seraparlando con Mons. Bernini (ex Vesco-vo della diocesi, oggi sostituito daMons Agostino Vallini n.d.r.) abbiamocominciato a pensare che non c’erauna catalogazione chiara e pubblicatadi tutte le Chiese della Diocesi, nono-stante il loro valore artistico, architet-tonico e spirituale. Ha iniziato così aprendere forma all’idea di una talepubblicazione. Come ha condotto le ricerche?Ho iniziato a prendere contatti con tut-ti i sacerdoti della Diocesi ed ho

cominciato a pensare come impostaretutta l’iniziativa con il Professor Bene-detti della Facoltà di Architettura del-l’Università di Roma La Sapienza.Devo profondamente ringraziarlo perla sua partecipe ed acuta supervisione. Qual è lo scopo che vi siete prefissi contale opera?Innanzi tutto creare un regesto dellestrutture ecclesiastiche presenti nellanostra diocesi che, non lo dimentichia-mo, è tra le più antiche esistenti dopoquella di Roma e di Ostia e compren-de non solo la zona dei Castelli Roma-ni con le vicarie d Albano Ariccia eMarino, ma si spinge fino al mare conquelle di Pomezia, Aprilia e Nettuno.Inoltre, ci è sembrato veramenteopportuno e doveroso, alle soglie delterzo millennio, capire a che puntoeravamo. È stato come un mettere unpunto e a capo: finora siamo qui rela-tivamente alla conoscenza del nostropatrimonio di opere architettonichededicate al culto…da questo momentoin poi, abbiamo chiaro ciò che posse-diamo. In un certo senso, non abbiamopiù scusanti rispetto alla profondaconoscenza e alla necessaria e conse-guente manutenzione di alcune opereimportantissime presenti sul nostroterritorio. Il testo si pone come unostudio aperto a nuovi contributi econoscenze. È al tempo stesso la chiu-sura di un capitolo e l’inizio di unonuovo.Insomma una duplice valenza di que-sta opera…Sì, fondamentalmente una valenza dinatura artistica ed architettonica edun’altra di valore culturale e spiritua-le. Cosa abbiamo, cosa lasceremo aiposteri e, soprattutto, come lo lascere-mo. Tutte queste opere fanno partedella nostra cultura, della nostra sto-ria. Avevamo bisogno di catalogarleper poi rendere loro lo splendore diuna volta, dargli la giusta fama. Gliedifici che abbiamo davanti sono unmonito che ci deve indurre alla sco-perta delle nostre tradizioni, dellanostra cultura. Nel momento in cuirischiamo di perderli, rischiamo diperdere parte di noi, di quello che sia-mo stati e di quello che lasceremo ineredità. Qualunque cosa provenga dalpassato ci ricorda cosa eravamo, comeeravamo. Non bisogna dimenticareinfatti che ogni edificio non nasce percaso, ma è generato da ragioni storico-antropologiche. È anche questo cheabbiamo voluto riportare alla luce. In

alcuni casi abbiamo cercato di darenuovo lustro ai fondamenti scientificialle tradizioni.Ad esempio?Ad esempio la Madonna dell’Acqua-santa, che fu fondata grazie ad un cul-to spontaneo, estemporaneo. La tradi-zione vuole che nel luogo dove sorgela Chiesa ci fosse una sorgente e che lìsi verificasse un’apparizione, su di unaroccia di peperino, della Beata Vergi-ne. Fin qui la tradizione. Poi, attraver-so una serie di scoperte, dovute ad unrestauro dell’immagine sacra dellaMadonna, è stata rinvenuta un’anticaedicola davanti alla quale passava unasorgente. Da lì si partì per la costru-zione dell’attuale Chiesa.Quindi avete anche messo in evidenzail valore di alcune tesi?Certo. Non bisogna mai dimenticareche la narrazione scritta va confrontatacon le testimonianze storiche, visibili,documentabili.Il libro, oltre al corpo centrale compo-sto da una scheda descrittiva per ognichiesa diocesana, è corredato da unapresentazione del nostro ex VescovoDante Bernini e dai contributi del Pro-fessor Benedetti e di Mariano Apa. Iltesto è reperibile presso la vicaria diAlbano e su richiesta nelle Chiese dio-cesane. Essendo una pubblicazionedella diocesi non c’è alcun contributoda versare per l’acquisto. Ma dato ilgrande valore, l’opera merita almenouna offerta libera.

Silvia Del Prete

Stanziamenti ingenti sono stati desti-nati alla città di Zagarolo, con gran

soddisfazione del sindaco Sandro Val-lerotonda che potrà così dare il via anumerose gare d’appalto. Ad erogare ifondi è stata la Regione Lazio, che haelargito circa cinque miliardi dando lapossibilità di intervenire su numerosipunti bisognosi di lavori. A Valle Mar-tella saranno realizzate fognature emigliorato lo stato delle strade interne.Miglioramento della viabilità ancheper il centro del paese, nella zonaforense, su Corso Garibaldi e su Viadella Selva. Un miliardo servirà inveceper eseguire lavori di consolidamentoal costone ovest del paese. Soldi ancheper le chiese, provenienti in parteanche dalla Provincia di Roma, per ilrestauro dell’Annunziata e di SantaMaria. Infine, sembra finalmente desti-nata ad avere una pacifica risoluzione,sempre grazie ad uno stanziamentodella Regione, la lite giudiziaria tra icomuni di Zagarolo e San Cesareo sul-le pendenze a favore di quest’ultimo inconseguenza della separazione avve-nuta quasi dieci anni fa. Zagaroloavrebbe dovuto versare tre miliardi(giudicati troppi) a San Cesareo (che ligiudica pochi), successivamente alladivisione patrimoniale del 1990. Laregione, appunto, ha deciso di porrefine alla querelle di ricorsi versando leistessa la somma nelle casse di SanCesareo.

Luca Marcantonio

ALBANO

SAN CESAREO

ZAGAROLO

Le vetrine

Èun appuntamento che si ripete pun-tualmente ogni anno. Una simpati-

ca iniziativa che abbraccia la maggiorparte dei negozianti di San Cesareo.Forse (e senza forse) l’idea di abbellirecon spirito artistico, o almeno con buongusto, sta a coinvolgere e sollecitare lafantasia dei singoli operatori. Le vetri-ne sono state articolate, sul piano dellecomposizioni, in diverse tematiche, econcepite come un racconto a puntate,man mano che si snodano lungo le stra-de interessate. Il fiore è presente lungoogni possibile percorso, laddove c’èuna vetrina in concorso. Arianna Bellei,componente la giuria, ha tenuto a pre-cisare, con il suo noto spirito di equità,che non è stato facile comporre la gra-duatoria. Ma il concorso lo imponeva, e

allora eccoci ai premiati: primo classi-ficato la pasticceria di Pino Miglio,principalmente per la festosità cromati-ca; seconda «L’artigiana Deco Vetro»di Andrea Schina per il fermento crea-tivo e l’accurata disciplina tecnica del-le composizioni; terzo «Edelweiss» diMaria e Fabiana, vetrine pregne di lin-guaggi decorativi in omaggio al buongusto e alla ricerca, il più delle volte,del pezzo classico-storico nell’involu-cro del realismo moderno: insomma,l’essenza della pura visione creativa. Segnalati con merito Bar Remo, la cor-niceria di Celeste, la Video’s Companydi Serenella Loreti, Pianeta Oro e lalussurreggiante, ricca tavolozza florea-le di Leonardo e Maurizio Matteucci.

Carlo Marcantonio

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I NOSTRI PAESI10 Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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Il Tuscolo, tre millenni e…I Conti di Tuscolo

Efinalmente siamo arrivati a parlare di Marozia. La perfida, la cattivissima, lacorrotta, l’intrigante, l’ambiziosa, la diabolica Marozia. E chi più ne ha più

ne metta. Tutte le fonti concordano e convengono nel descriverla a fosche tinte,che più nere e più fosche non si potrebbe. Mi ricorda quei cuscinetti in uso allesarte, che servono a radunare e conservare gli spilli: appena capita loro uno spil-lo del quale non sanno che fare, subito per non pungersi le dita, lo infilano conmovimento rapido nel cuscinetto porta-spilli, che così diventa come il dorso diun riccio. Oppure come il bersaglio di paglia nelle gare di tiro con l’arco: tutti glitirano addosso le frecce cercando di fare centro. Tanto lui è di paglia, se le pren-de tutte, e gli arcieri fanno una tal bella figura… Gli storici, almeno in questo caso, mi sembra che abbia-no agito come le sarte e come gli arcieri. E noi, poveriposteri, abituati alla limpidezza ed alla cristallina tra-sparenza della politica mondiale ed in particolare a quel-la italiana dei secoli passati (ed a quella presente) arric-ciamo il naso, sgraniamo gli occhi e, dopo aver portoattento orecchio, non possiamo frenare un castoooooohhhh di meraviglia. Dimentichi di ciò che leggia-mo nei giornali; di gente che dopo aver ammazzatoqualcuno, se ne va a spasso dopo qualche giorno di arre-sti domiciliari. Dimentichi dei furti, delle rapine, delleestorsioni, dei pizzi, di tangentopoli, dei contenitorilasciati al sole, delle pensioni d’oro, dei rapimenti a sco-po di estorsione o col successivo avvio alla prostituzio-ne e relativo sfruttamento; dimentichi di tutto questo e dimolto altro ancora, quando si tratta di Marozia vogliamoessere noi pronti a gettare la nostra pietruzza affinchévada ad unirsi al grosso mucchio che già opprime quel-la lontana storia? Gli astronomi, dopo secoli che siaffannavano ad osservare la luna, prima ad occhio nudoe poi con cannocchiali sempre più potenti, l’avevano guardata tanto attentamen-te che gli sembrava di conoscerla come le loro tasche. Ma venne il giorno che unapiccola navicella spaziale le girò intorno e ci mandò le foto dell’altra faccia.Ebbene, noi vorremmo fare lo stesso, non prima però, di aver attentamente lettocosa abbiano scritto gli storici sull’argomento in tutti questi secoli. Gireremo poiintorno a Marozia, a cavallo della nostra penna, per osservarla meglio anche dal-l’altra parte, armati della nostra esperienza di uomini liberi e moderni, con lamente sgombra da pregiudizi, col distacco che ci consentono i secoli passati econ l’aderenza alla realtà che è propria di un’analisi serena. Ebbene, Marozia,figlia di Teofilatto e di Teodora, donna bellissima, intelligente, spregiudicata edavida di potere, va in sposa ad Alberico la cui storia è stata narrata nel capitoloprecedente. Abbiamo visto che fine abbia fatto quel signore coraggioso maimprudente. Marozia ne rimase vedova, giovane, bella ed evidentemente moltoconsolabile. Insieme ad Alberico suo marito era entrata nell’ambiente della Romache conta del suo tempo. Insieme a lui ne era assurta addirittura al governo, cosaquesta che pur essendo costata la testa al consorte, le aveva dato l’ebbrezza delcomando. Il ricordo ed il piacere di tale ebbrezza non dovevano più abbandonar-la e le condussero per mano l’intera vita spingendola alle azioni più audaci chene segnarono tutta l’esistenza. Inseguendo, quindi, il suo sogno di potenza, Marozia andò sposa in seconde noz-ze al marchese Guido di Toscana, che era uno dei più importanti feudatari del suotempo.Sarebbe potuta stare tranquilla accanto al suo nuovo marito, ricco ed importante,ma il suo carattere la spingeva a nuovi sogni di potenza e di potere. Nella vita,credo, i grandi dolori ed i grandi drammi, come la morte e le grosse malattie, civengono incontro e non possiamo far nulla contro di loro; ma le piccole malattiee le normali grane della vita ce le tiriamo addosso quasi sempre da soli.Se qualcuno si ricorda il titolo di queste povere righe, era il Tuscolo, tre millen-ni e… la «magistra vitae». Ebbene Marozia aveva forse tratto esperienza da talemaestra? Si era ricordata che il suo primo marito, bello, giovane, forte e corag-gioso, era morto per aver troppo osato? Macché! Marito nuovo, sogni di potenzanuovi. Anzi vecchi. Cominciò, o meglio, ricominciò a spadroneggiare in Roma.Il Papa Giovanni X, che era il vincitore della battaglia del Garigliano, in que-st’impresa fortemente aiutato dal primo marito di Marozia, vedendo che questa,insieme al secondo marito, ricominciava ad avvicinarsi troppo al potere, cercò diostacolarla. Quel papa, che la conosceva piuttosto bene, ne temeva l’ambizione enon voleva che, attraverso il suo secondo matrimonio, vi fosse un rafforzamentodi quell’aristocrazia romana che da sempre era tesa al governo di Roma. Egli alcontrario voleva rafforzare l’autorità della Chiesa (leggi la propria) ed a tal finecercò di allearsi con Ugo di Provenza, fratellastro di Guido di Toscana che era

appunto il marito di Marozia. Cominciò con lo spedirgli alcuni ambasciatori chelo incontrarono a Pisa. Poi egli stesso andò a trovarlo a Mantova e concluse conlui un trattato. È probabile che papa Giovanni X gli offrisse la corona d’Italia eche Ugo si obbligasse, in cambio, a liberarlo dai suoi nemici, primi fra tuttiMarozia ed il marito Guido di Toscana. Tuttavia i contatti dei suoi legati, il viag-gio di lui stesso e tutti i negoziati ed accordi che ne seguirono, furono messi nelnulla dal notevolissimo potere che Marozia esercitava in Roma, sia sulla classenobile che sul popolo minuto. Ella, anzi, proprio in quel periodo stava accen-tuando la sua influenza su Roma, ed appena comprese che lo scopo dei contatti

del papa con Ugo di Provenza era proprio quello di col-pire lei ed il marito, cercò di rafforzare ulteriormente lasua posizione facendo affluire, in città, soldatesche a leifedeli.Nel frattempo, il pontefice era tornato a Roma senzaessere riuscito a creare un asse politico-militare contro ilpatriziato romano che, di fatto, lo aveva quasi spodesta-to dal governo dell’Urbe. I successivi due anni furonotravagliati da tumulti ed egli stesso si sentiva minaccia-to dai suoi nemici, prima fra tutti Marozia che volevafortemente raggiungere il vertice del governo di Roma.Essa, quindi, ruppe gli indugi e temendo che il papa cer-casse di nuovo di accordarsi con qualcuno per rafforza-re il suo potere, prevenne ogni sua mossa e fece attacca-re dalle sue milizie il Palazzo Lateranense, residenza delpontefice. Una volta all’interno, gli armati raggiunserole stanze private del papa e lo arrestarono trascinandoloin catene a Castel S. Angelo. Il popolo era favorevoleche il governo cambiasse di mano ed era favorevoleanche che cambiassero i papi, che in quel periodo, cidicono gli storici, non erano degni della loro tiara,

essendo assurti al Soglio di Pietro nei modi più avventurosi e meno cristiani. Laplebe inoltre sembra vagheggiasse un nuovo saccheggio al Laterano, e per que-sto assecondò quel rivolgimento. Era l’anno 928 e gli storici affermano che que-sti avvenimenti accaddero nel mese di giugno. Papa Giovanni X restò per unanno nella sua cella angusta di Castel S. Angelo e vi fu lasciato morire di fame.Così finì Papa Giovanni X e Marozia, l’ambiziosa e corrotta senatrice di Roma,divenne finalmente arbitra incontrastata del Soglio Pontificio, nonché del gover-no dell’Urbe. Da questo momento alcuni papi saranno eletti, ma sarebbe forsemeglio dire nominati, da Marozia, che ormai poteva disporre a suo piacimentodel potere in Roma. Leone VI fu il primo della serie e fu completamente alledipendenze della spregiudicata senatrice romana.Riuscì a stare sul seggio di Pietro solo dal maggio al dicembre 928, mentre il suopredecessore languiva in carcere. A questo punto è appena il caso di sottolineare che, per alcuni mesi, vi furonodue papi: uno dentro e l’altro fuori. Ah! Meglio non aprire il vaso di Pandora del-le considerazioni. Torniamo a Marozia. Ella era, ormai, al di fuori e al di sopradi ogni legge. Impone un altro papa: Stefano VII che regnò per poco più di dueanni. Sia questo che il precedente non lasciarono segni di qualche importanza delloro passaggio. Erano stati semplicemente posti da Marozia sul Soglio di Pietroal fine che ella potesse gestire, con la più completa libertà di azione, il governodi Roma.Ma il capolavoro dell’attivissima e spregiudicata signora, fu quello di far nomi-nare papa il proprio figlio che prese il nome di Giovanni XI. Marozia madre delpapa! Chi la ferma più? Ella era di diritto l’autorità più alta della città di Roma;di fatto, la più alta della chiesa. La storia ci narra che il padre di Giovanni XI fos-se il Papa Sergio III, che non risulta essere stato il marito di Marozia. Bah!«mater semper certa est, pater unquam!».Il potere della «senatrice» non ha più limiti: in una mano Roma; nell’altra ilpapato.Il secondo marito, il povero Guido di Toscana, pensò bene, in quei giorni, di pas-sare a «miglior vita». E non c’è da fare uno sforzo di immaginazione se la vitanel mondo dei più fosse migliore di quella che aveva trascorso, fino allora, a fian-co di una simile moglie.Marozia, appena rimase vedova, asciugate in fretta le lacrime, non perse tempoe, con fulminea audacia, si offrì sposa ad Ugo, Re d’Italia; cioè al fratellastro delsuo secondo marito defunto da poco. Da notare che le leggi canoniche della chie-sa vietavano, a quel tempo, il matrimonio fra cognati. Ma per Marozia….

(continua)Massimo Medici

(parte IV)

Marozia

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Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

Il Vulcano LazialeOsservazioni sul nostro territorio. Pochi sanno che Velletri ne fa parte

GENZANOUniversità per tutti!

Il Lazio ha vari vulcani, tra cui quello geologicamente maggiore - ovvero il vul-cano primordiale, o Vulcano Laziale per antonomasia - all’interno del quale si

sarebbero create successivamente altre bocche. Il territorio a sud-est di Roma,correntemente chiamato Castelli Romani, o Colli Albani, è in effetti, dal punto divista geologico, la parte centrale di un grande vulcano originale, il quale è statodenominato (non essendoci pervenuto alcun nome più proprio) il Vulcano Lazia-le ed ha un diametro di circa 50 km.Circa 700.000 anni fa la regione in oggetto era un grande golfo dove l’onda delTirreno batteva direttamente sui fianchi dell’Antiappennino. Fu la nascita del vul-cano laziale a colmare il golfo e a trasformarlo lentamente, con successive eru-zioni, nell’ameno paesaggio che oggi noi ammi-riamo. Il cratere inglobava perfino gli attuali terri-tori di Palestrina, Torrenova, Capannelle, Campo-leone, Malatesta (ben oltre Velletri), Lariano....La cerchia del primitivo vastissimo cratere ogginon appare più in superficie, essendo stata colma-ta dalle successive eruzioni e livellata dagli agentiatmosferici, ma la si ritrova facilmente sotto l’hu-mus ogni qual volta vi si scavi per una qualsiasiragione, generalmente per costruire strade e case. Circa 500.000 anni or sono, si è formata una cintapiù ristretta, delimitante una caldera ancora visibile,che andava da Tuscolo (Tusculum) a Nemi, che viendenominata Tuscolano-Artemisia. Quando siformò, raggiungeva, secondo i geologi, 1.500 metridi quota. Oggi raggiunge soltanto gli 800 metri dialtezza col Maschio di Lariano. Misura al ciglio cir-ca 12 km di diametro, mentre al fondo ne misuracirca 10. Il centro del vulcano era la località oggichiamata Campi di Annibale. È da escludersi che tale toponimo possa essere cosìstato battezzato in memoria del condottiero Cartaginese Annibale Barca, perché losi deve attribuire quasi certamente ad Annibale Annibaldi dei Signori della Molara.L’arco occidentale è venuto a mancare, perché rotto dai crateri eccentrici (Nemi,Ariccia, Albano, Valle Marciana....).Circa 300.000 anni or sono sempre dallo stesso camino, e quindi concentrica, siformò un’altra caldera, situata oggi dietro Rocca di Papa, e alta circa 1.000 metri(Monte Albano = 949 metri, Monte delle Faete = 956 metri - Monte delle Faete= Faggete, o Monte dei Faggi).L’ultimo episodio rilevante, avvenuto circa 35.000 anni fa, è quello che condussealla formazione dei piccoli crateri eccentrici, alcuni dei quali divennero dei laghi,come l’Albano (il più famoso, formato da ben 5 crateri) e il Nemorense (formatoda due ben distinti crateri ancora esistenti). V’erano anche quelli prosciugati (oprosciugatisi) di Ariccia e Turno (cioè il secondo di Castel Gandolfo, situato doveoggi c’è un campo di golf), di Prataporci (sotto Monte Porzio Catone), Valle Mar-ciana (in territorio di Grottaferrata), il Laghetto, Pantano Secco e Pantano Bor-ghese (sulla Via Casilina), il Lago di Castiglione, o di Gabi (in territorio, non con-giunto, di Monte Compatri). È bene ricordare che oggi i comuni non aventi con-tinuità territoriale sono quelli di Monte Compatri, Rocca Priora e Grottaferrata.Occorre aggiungere che il lago più grande di tutti, fin qui ancora non nominato,era probabilmente, ovvero certamente, quello della Doganella, sicuramente esi-stito, ma recentemente definitivamente prosciugato, che era anche quello piùprossimo alla Via Latina e perciò il più frequentato dai primi abitanti del Lazio.

Questo lago oggi sarebbe sorto quasi interamente nel comune di Rocca Priora,uno dei vari comuni che non hanno continuità territoriale. Questo lago, che qual-cuno ha voluto ipotizzare come «già Lago Regillo» senza prove perentorie, a dif-ferenza di quasi tutti gli altri, non era di origine craterica e era prossimo a variealtre presenze lacustri paludose. Non sembrerebbe che tale lago potesse essereprofondo, tuttavia qualcuno afferma che lo era e che comunque fosse «lo spec-chio d’acqua più utile e più utilizzato che potesse esservi nell’antico Lazio!»In quanto alla flora, alla fauna e all’insediamento umano è chiaro che il continuosusseguirsi di fenomeni vulcanici rese la vita difficile a tutti gli esseri viventi. Cilimitiamo a segnalare alcuni punti sicuri:

a) Considerato che le ultime eruzioni devono esse-re avvenute circa 30/35.000 anni or sono e che nel-la valle intercraterica fra l’Artemisio e i Campid’Annibale furono raccolti negli anni ’70 repertilitici (cioè di pietra) databili a circa 20/25.000 annior sono, si pone la domanda: «Vi erano stati porta-ti dall’uomo?». Al di sotto delle pendici del vulca-no laziale c’è una preistoria tutta da scoprire! Nonci sono tracce di reperti più recenti. Ciò dimostrache la presenza d’acqua rese la zona pressoché ina-bitabile... almeno fino ad epoca recente.b) I vasti boschi di castagni che oggi abbellisconoi Colli Albani non sono quelli originali. Al loroposto c’erano in basso querce, più in alto faggi. Icastagni furono piantati tra il 1.500 e il secolosuccessivo, per produrre filagne, cioè lunghi ediritti travicelli di legno.c) Le tombe poste sul Monte Artemisio (circa

70!), forse originalmente non soltanto tombe, oggiin stato di quasi totale abbandono, sono certamente preromane! ...ma Roma(Rauma) esisteva già... E allora?!Prima domanda: Se Albalonga non è mai esistita, come ha affermato un convegno del-la seconda Università di Roma (Tor Vergata) quale nome aveva il Monte Artemisio pri-ma del 500 avanti Cristo? Tanto pieno di tracce che non parlano, ma fanno tanto pen-sare? Cosa vieterebbe di pensare che Albalonga fosse il toponimo originale dell’Arte-misio, oggi diviso tra cinque comuni? Tra l’Artemisio e l’isola Tiberina esisteva un cor-done ombelicale naturale: la Via Latina, unica strada esistente nel Lazio primordiale. Seconda Domanda: Velletri è da considerarsi località dei Castelli Romani? Geolo-gicamente sì. Il Colle dei Cappuccini è un cono vulcanico già facente parte del IIcratere. Il territorio urbano di Velletri è un probabile cratere sepolto, i cui prodotti,tufi grigi, granulari, non affiorano, ma sono stati rincontrati con perforazioni. Velletri originalmente ha una esigua popolazione latina e viene occupata dai Vol-sci (letteralmente da Vol-osci = popoli umbri), provenienti dall’Umbria. Nellaricerca di uno sbocco verso il mare, respinti strada facendo, dagli Etruschi, daiSabini, dai Romani e dai Latini, si stabiliscono a Velletri. Più tardi il territorioverrà romanizzato, ma il carattere veliterno rispetto a Roma, ossia al potere costi-tuito, rimarrà fino ad oggi transfuga nel bene e nel male.Il vino di Velletri è considerato vino dei Castelli.C’è poi il tram dei Castelli che ha avuto un capolinea a Velletri.Resta il fatto che la mentalità è ben lontana da quella degli altri castellani e restaassai prossima a quella delle regioni poste più a sud.

Michele Bettini assistito da Bruno Martellotta

Sono stati avviati, il 20 Gennaio, presso l’Enoteca Comunale di Genzano, inuovi cicli didattici dell’Università Popolare Europea rivolta agli adulti. Que-

st’anno i corsi in programma sono tre: Storia dell’opera, Storia Romana e Storiadell’arte. L’iniziativa coordinata dal responsabile dell’Università europea popo-lare, Pasquale Granturco, è stata voluta dall’Assessorato alle Politiche Educativee Sociali del comune di Genzano e patrocinata anche dall’Amministrazione pro-vinciale di Roma. È un’iniziativa veramente interessante per dare nuovi stimoli achi, abituato a lavorare per moltissimi anni, una volta libero si trova un po’ spae-sato e non sa a che attività darsi o a coloro che vogliono approfondire qualcheargomento attraverso nuovi strumenti e metodologie, che, in tal modo, vengonomesse a disposizione di tutti. Ci si può iscrivere ai corsi lo stesso giorno dellelezioni che si terranno tutti i giovedì fino all’inizio dell’estate.

Silvia DelPrete

GENZANO20.000 volti!

Non vuoi esserci anche tu?

Sta continuando, presso il centro culturale Carlo Levi di Genzano la raccolta difotografie degli abitanti di Genzano, residenti o domiciliati che vogliono pas-

sare alla storia! Poco prima di Natale anche i consiglieri comunali e la giunta hanno dato vitaad una manifestazione nella residenza comunali, nel corso della quale hannoufficialmente consegnato le loro foto per aderire all’iniziativa. Anche le scuo-le, così come i gruppi scout della zona, si sono attivate ed hanno ottenuto unelevatissimo numeri di adesioni, ma… ancora non siamo arrivati alle circa22.000 foto. Forza e coraggio! Cosa aspettate!? Di passare inosservati per tut-ta la vostra vita?

Silvia DelPrete

Foto aerea del Vulcano Laziale

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I NOSTRI PAESINotizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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Patrocinata dal Comune di San Cesa-reo e organizzata dalla Style Art e

dal Dipartimento di Scienze della Terradell’Università «La Sapienza», è stataallestita presso la biblioteca comunaleun’eccezionale mostra sui dinosauri. L’amministratrice della Style Art,Maria Grazia Antonini, comunica chein mostra ci saranno alcuni reperti digrande importanza come uova conembrione scoperte in Cina, piste fossi-li, un Archaeopteryx, artigli, denti, unMesosauro, un Notosauro, e, comesupporto, video della American Scien-

Con la realizzazione del Presepenella chiesa parrocchiale del Duo-

mo in Rocca di Papa, continua una bel-la tradizione che, ormai da diversianni, vede come protagonisti l’artistaMiro Fondi, Fernando Castri e RoccoGiudice coadiuvati per l’occasione daMaurizio Gatta, Giuseppe Melchiorri,Roberto Pizzicannella, Eugenio Pizzi-cannella e Antonella Calicchia, tuttisupervisionati dall’impareggiabile Par-roco don Giovanni Busco.Quest’anno è stato realizzato un singola-re presepe: la Natività è stata inserita alcentro della riproduzione in scala diPiazza San Pietro. L’idea tende a porre ilMistero della Natività al centro dell’uni-verso. Non ci sono ulteriori statue che

possano indurre ad altre interpretazioni;in questo modo qualsiasi visitatore puòcollocare idealmente se stesso vicino allesacre immagini e sentirsi unito in unideale abbraccio alla popolazione dei

cinque continenti. Un mistero della Nati-vità semplice ma carico di significati.

Sergio Troìa

tific e materiale multimediale. Perso-nale della «Sapienza», coordinato dalprof. Carmelo Petronio, docente dipaleontologia, sarà a disposizione delpubblico per fornire chiarimenti erisposte. Non solo mostra quindi, maanche confronto con esperti dato chel’esposizione, ben lontana da quantoirrealisticamente ci viene propinato neifilm, nasce con lo scopo di divulgare inmodo didattico, scientifico e non sce-nografico, notizie sul mondo misterio-so ed affascinante dei dinosauri.

Luca Marcantonio

Libro sul santuario Madonna del tufo Dinosauri in mostraNella biblioteca comunale un’eccezionale mostra

Presepe nella chiesa parrocchiale

ROCCA DI PAPA SAN CESAREO

ROCCA DI PAPA

Atletica TusculumFRASCATI

Tremila auguriAlla prima monticiananata nel terzo millennio

MONTE COMPATRI

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La Bottega dell’Antichiere

Sabato 18 dicembre 1999, nel San-tuario della Madonna del Tufo, è

stato presentato il libro di padre Paolo

Cipollone sul Santuario Mariano: IlSantuario della Madonna del Tufo,Storia e Arte. Triplice messaggio spiri-tuale.Alla presenza del Vescovo della Dioce-si di Frascati, mons. Giuseppe Matar-rese, del Parroco di Rocca di Papa,mons. Giovanni Busco, del Padre Pro-vinciale dei Padri Trinitari e di nume-rosi roccheggiani è stato presentato illibro che svolge un ruolo di completa-mento ai libri scritti sul Santuario neidecenni precedenti, con un messaggiospirituale. Tutti i libri precedenti hannoriassunto quella che è stata la storia delSantuario, le varie trasformazioni, i

dati di cronaca, ma di essi nessuno hadedicato formale attenzione al messag-gio spirituale. L’uomo di oggi – l’uomo che è ognunodi noi – è l’uomo segnato da un sensi-bile risveglio religioso. Ma è anchel’uomo esposto a un non piccolorischio di soddisfare l’esigenza religio-sa per vie insufficienti o addiritturaequivoche, sbagliate e controprodu-centi. Il libro in oggetto intende pro-porsi, nel riferimento alla Madonna delTufo, come contributo per soddisfarenel modo retto la menzionata esigenzareligiosa. Questo libro esce in concomitanza conla conclusione di notevoli lavori disistemazione all’interno del Santuario,che è stato dotato di nuove artistichevetrate opere del pittore siberiano Pio-tr Merkury (lavori che sono stati ese-guiti in vista del Grande Giubileo delDuemila) ed il Santuario è stato dichia-rato dal vescovo di Frascati ChiesaGiubilare della Diocesi. A coloro che avranno l’opportunità difare una sosta interiore presso il San-tuario consigliamo di arricchire la lorobiblioteca acquistando il libro.

Sergio Troìa

Piano bar - cucinaLive music - Cabaret

Mercoledì chiuso

Uno splendido locale del ‘700 per trascorrere le tue serateMonteporzio C. - Via Cavour, 6 - Tel. 06 9447788

Sarebbe opportuno che ognuno dinoi mettesse una mano sulla pro-

pria coscienza e una nel portafoglioperché una nostra concittadina staattraversando un periodo particolare elo scrivente non vede motivazioni vali-de per decidere di non aiutarla. Stiamoparlando di Alessandra, una donna gio-vane e mamma di un bambino, colpitada una grave malattia. Una soluzioneci sarebbe, e consisterebbe in un viag-gio negli Stati Uniti, dove una delicataoperazione potrebbe portare Alessan-dra sulla via della guarigione. Ovvia-mente però, viaggio, operazione edegenza hanno un costo altissimo. Perquesto motivo, si sono mobilitati ilComune, la Diocesi, la Naca, le asso-

ciazioni sportive, l’AssociazioneDonatori Sangue Volontari, cittadini,comitati, associazioni culturali e stam-pa locale. Il sogno è quello di racco-gliere la somma necessaria per questoviaggio della speranza, ma è necessa-rio l’aiuto di tutti. Già sono state orga-nizzate serate, come quella curata dalCentro Anziani, e manifestazioni alloscopo di raccogliere fondi, ma ancorac’è il gran bisogno che la gara di soli-darietà vada in porto. Per questo moti-vo, chi volesse versare il proprio con-tributo può farlo presso la filiale di SanCesareo della Banca Popolare delLazio, sul conto numero 520027 inte-stato a «Una speranza per la vita».

Luca Marcantonio

Una mano ad AlessandraROCCA DI PAPA

Mostre fotograficheAutore: Simone Pilli Autore: Paolo GambettiTitolo: Emozioni (stampe a colori) Titolo: Venezia in MascheraDate: 12-13-14 febbraio 2000 Date: 11-12-13- Marzo 2000Luogo: Spazio espositivo BREAK Via Cellomaio 48 –AlbanoPer informazioni tel. 06.93.05.485

FOTO CLUB CASTELLI ROMANI organizza le seguenti

Il 15 gennaio 2000 è stata ufficial-mente presentata l’Atletica Tuscu-

lum, sintesi dell’atletica Amatori Fra-scati e Rocca Priora, con la partecipa-zione d’atleti dei comuni della zonatuscolana. Alla manifestazione, insie-me agli atleti, familiari e simpatizzan-ti, ha preso parte il Sindaco di FrascatiFranco Posa e l’Ass. ai Lavori P. edallo Sport F. Buccione olimpionico dimarcia per l’Italia a Montreal.Il relatore, avv. Claudio Boazzelli,ricalca le fasi che, in tempi brevi conl’impegno dei direttivi e sotto l’azionedi Leandro Croce (nominato presiden-te dell’Atl. Tusculum), hanno realizza-to il sodalizio sportivo tra le duesocietà.Il sindaco Posa rileva l’importanza del-la fusione, che per prima individua nel-la nostra area un motivo d’unione,aggregando nell’atletica un polo di tuttii comuni (Frascati, Rocca Priora, Mon-te Compatri, Monte Porzio C., Colonna,Grottaferrata). Esempio, prosegue ilsindaco, da seguire per tutti gli ammini-stratori e le attività ludico sportive.Nelle parole dell’ass. Buccione, ilricordo dello sport pulito degli anni 70.Quella stessa passione di vivere losport, attuale forza degli amatori,offrendo la forza d’unione tra le diver-se realtà locali.Il Presidente, nel ringraziare le autoritàpresenti, gli sponsor (Banca di C.Coop. Del Tuscolo – Rocca P. e le

società Sikkens e Dokken), ha puntua-lizzato l’importanza del lavoro svoltodai direttivi delle due ex società. Rivol-to agli atleti, ha illustrato il programmadi gare e le prospettive future per l’or-ganizzazione di alcune gare, a Rocca P.per la sagra del Narciso, a Monte C. ilripristino della Corsa dell’Angelo ed aFrascati per il Giro delle Ville o il ripri-stino di una vecchia gara (fermatasialla 5° ed.) la Roma – Frascati. Obiet-tivi ambiziosi realizzabili solo conl’aiuto e la volontà degli amm. Localidei vari paesi. In chiusura, i due exPresidenti (oggi segretari della Tuscu-lum) Gizzi e Martini, invitano gli atle-ti ad una partecipazione e collabora-zione attiva, pronti a riappropriarsi delterritorio dei castelli sopraffatto dallacementificazione dell’Urbe. Per finire,come in tutte le manifestazioni di rilie-vo, per tutti ciambelle e vino deicastelli.

Gelsino Martini

Il 3 gennaio alle ore tredici e trenta ènata Michelle Bramati. È la prima

monticiana nata nel nuovo millennio.La redazione di Notizie in… Controlu-ce si unisce alla gioia di mamma SilviaMartorelli, papà Vittorio, dei nonni edella bisnonna Teresa, ed augura allapiccola Michelle tanta felicità.

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I NOSTRI PAESI 13http://www.controluce.it visitate la nostra pagina web

Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

ROCCA PRIORA ROCCA DI PAPA SAN CESAREO

COMUNICATO STAMPA

Parcheggio selvaggio Fiera, VI edizione

Comune di Colonna

Notizie in breveFesta di santa Barbara Domenica 5/12/99 L’Associazione degli Artiglierifesteggia la Santa protettrice con : raduno e sfilataper le vie del vecchio Borgo, Messa in suffragio deicaduti di tutte le guerre, deposizione di una coronad’alloro al monumento dei caduti, per finire un rin-fresco offerto dalla Associazione a tutti gli interve-nuti. – La statua della Santa rubata rubata alcunigiorni fa, non è stata ancora ritrovata.

Seminario all’Ospedale CartoniPubblico delle grandi occasioni all’ospedale Car-toni in occasione del seminario sulla legge 42/99sulla formazione del personale infermieristico, alquale hanno presenziato oltre a numerose persona-lità della ASL RM H, il ministro alla sanità RosyBindi il senatore Severino Lavagnini il il consi-gliere provinciale Bruno Astorre ed il sindaco diRocca Priora Giuseppe Giovannetti: Moltoapplauditi gli interventi. La speranza è che gliintervenuti si siano resi conto della posizione stra-teggica del Cartoni nel comprensorio, e che vistolo stato di abbandono della struttura la stessa ven-ga rilanciata.

Concerti organizzati dal ComuneOrmai tradizionali nel mese di dicembre, sono stateorganizzate con il contributo della Banca del Tusco-lo manifestazioni musicali: «Musica Popolare»;«Musica Jazz»; «Concertus Romae»

Iniziata la bonifica della discarica del PiscaroFinalmente dopo 50 anni il terreno è stato sgombra-to dai rifiuti. Due ruspe lo hanno ripulito, livellato epreparato per una totale disinfestazione. La discari-ca era a ridosso delle sorgenti della Doganella e dal-lo stesso sito, sgorga acqua utilizzata per abbeverarele greggi e usata dai cinghiali della zona.

Nuova segnaletica sulla via Tuscolana Nel tratto di propria competenza, ai confini con ilcomune di Monte Compatri, è stata installata unanuova segnaletica, un semaforo a luce intermittente,e un limite di velocità di 50 Km orari. Si spera checon questo e con le prossime assunzione di nuovivigili si riesca a ridurre gli incidenti che annualmen-te avvengono su questo tratto di strada.

Centro anziani Concluso con una solenne cerimonia l’anno mondia-le dell’anziano. Oltre 220 anziani hanno affollato laparrocchia di santa Maria Assunta per assistere allaMessa officiata dal cappellano don Leonardo, dopodi ché tutti al locale della Nuova Tavernetta dove si èsvolta l’assemblea annuale per l’approvazione delbilancio.

Gli anziani tra i ricoverati di Villa MargheritaIl Comitato di gestione del Centro Sociale Anziani,accompagnato da circa 30 soci ha voluto trascorrereper il tradizionale scambio di auguri un pomeriggiocon gli 80 ospiti indigenti in «Villa Margherita». Ilpomeriggio è stato allietato con canti natalizi, cantidialettali romani e napoletani accompagnati da fisar-monica, chitarra etromba abilmente suonati davolontari soci e amici degli anziani.

Nicola Pacini

In merito al problema del caos causato dalle mac-chine, «se Roma piange, di certo Rocca di Papa

non ride».Il parcheggio selvaggio fa da padrone nelle strade diRocca di Papa: si parcheggia in prossimità delle curve,nelle strade strette, dove la marcia è a due sensi (legga-si: Viale Madonna del Tufo; Viale Enrico Ferri); le piaz-ze interne al paese si trasformano in caotiche aree di par-cheggio dove i pedoni si devono destreggiare tra unamacchina posta in seconda fila e una di traverso (legga-si: Piazza Garibaldi; parte alta del Corso; Piazza dellaRepubblica). Molte volte occorre essere dei buoni equi-

libristi, transitando a piedi per Corso Costituente, perevitare di essere investiti dalle macchine in transito che,a causa delle macchine parcheggiate male, si spostanosul lato destro della strada, e occorre accostarsi ancoradi più a destra di essa; inoltre, se non si fa attenzione, sirischia di cadere sulle scalette di accesso ai negozi.Molti commercianti del centro storico lamentano lascarsa affluenza dei clienti con notevole riduzionedei loro guadagni, non tenendo conto che sempre piùraramente la gente si muove a piedi e soprattutto chesono loro a occupare la quasi totalità dei parcheggivicino ai negozi con le loro macchine.L’istituzione, da parte dell’attuale amministrazionecomunale, dei parcheggi a orario era stata salutata connotevole soddisfazione da parte dei cittadini, ma aquesta iniziativa non è seguita l’attività di controllo eregolamentazione del traffico (i Vigili Urbani dovesono? sono sufficienti?). È vero che fare multe a spa-da tratta inasprirebbe solo il problema ma occorre dareun segno per sradicare le cattive abitudini di moltipseudo-automobilisti abituati al parcheggio selvaggioche non riflettono sul fatto che, pur di lasciare la mac-china, parcheggiano male, non pensando che possonoimpedire il transito a un qualsiasi mezzo di soccorso.Si pensi poi al fatto che è stato spostato il mercato set-timanale dalla sua sede in Viale Madonna del Tufo a ViaRoma –circa 1 chilometro fuori dal paese– perché ladislocazione dei banchi delle merci non avrebbe potutoconsentire il transito di una ambulanza per i casi diemergenza. Stante il perdurare di questa situazione, cono senza mercato l’ambulanza non passerebbe lo stesso;e il mercato dura dalle 5 alle 6 ore solo il venerdì mat-tina, mentre il parcheggio selvaggio è continuo.

Sergio Troìa

Anche quest’anno si svolgerà presso l’ex consor-zio ortofrutticolo di Via Maremmana III, tra il

casello autostradale e il centro abitato, la Fiera diSan Cesareo, giunta alla sesta edizione. Un appun-tamento molto importante, sia per gli espositori siaper i visitatori. Lo scopo è quello di far conoscere leaziende locali, anche se la possibilità di avere unostand è aperta a tutti, al fine di dare un incentivo alcommercio e alla produzione, settore che ancoranon riesce ad uscire dalla crisi degli ultimi anni.Soprattutto per i paesi della zona quindi, la fiera èun’occasione da non perdere per far conoscere lerealtà commerciali ed artigianali che spesso nonhanno la possibilità di avere un’adeguata eco tra iconsumatori. I cittadini dal canto loro, potrannorendersi conto delle enormi potenzialità espressedai commercianti ed artigiani locali, avendo quindimodo di conoscere meglio quello che i paesi posso-no offrire nei vari settori merceologici. Spesso,infatti, non è necessario andare altrove per averedeterminati beni o servizi, quando se ne potrebbeusufruire con l’ulteriore scopo di sfruttare e far cre-scere le risorse locali. Spazio anche per la cultura:gli allievi della Scuola d’Arte di Casa Romanaesporranno le loro opere. La Fiera è organizzatadalla Nuova Associazione Commercianti, Artigianie Liberi Professionisti di San Cesareo (NACA) colcontributo dell’Agenzia San Cesareo, del Comune,di Radio Radio e della Confcommercio di Roma.L’apertura è prevista per venerdì 3 marzo, la chiu-sura domenica 12. Nei giorni feriali, l’orario di visi-ta sarà dalle 15,00 alle 21,00; sabato e domenicadalle 10,00 alle 22,00.

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi ai numeri 06-9588623 e 0338-1260354.

Luca Marcantonio

L’Amministrazione Comunale di Colonna ha ricevu-to una serie di finanziamenti dalla Regione Lazio peri seguenti interventi :– Ristrutturazione della Sede Comunale in Piazza

Vittorio Emanuele II (1 miliardo);– Completamento rete fognaria in Via dei Mattei

(140 milioni);– Completa funzionalità delle Scuole locali (132

milioni);– Impianto di sollevamento in località Osteria a

sostegno del depuratore (100 milioni);– Risistemazione del Lavatoio in località Borgo

Fontana (120 milioni erogati dal Gruppo AzioneLocale)

Tutti i lavori, assicura il sindaco Bartoli, inizierannoquanto prima.

CLUB ALPINO ITALIANO S/Sezione di Velletri - Via Orti Ginnetti 32 CALENDARIO GITE SOCIALI (febbraio-aprile) e-mail [email protected]

Data Itinerario Difficoltà Note Accompagnatori13 feb. Monte Cavo E con A.G./con Sez.Frascati C. Bisini19 mar. Monte Viglio Alp D.Costanzi / E.Cupellaro16 apr. M.Cagno da Nord (Canali) Alp P.Simonetti/D.Costanzi30 apr. M.Rinsaturo–M.Lupone da Tirinsanola E S.Sposato/A.Leoni

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I NOSTRI PAESI14 Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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Le navi di NemiL’intervento dello Stato (sesta parte)

Negli articoli precedenti abbiamo visto come levoci, le leggende ed i racconti dei pescatori del

Lago di Nemi sull’esistenza di navi o di città som-merse avessero interessato alcune persone colte esensibili alla storia di Roma. Queste, dopo aver esa-minato i reperti rimasti impigliati nelle reti deipescatori e da questi portati a riva, si erano attivatead azioni di recupero di quelli rimasti sul fondo dellago. Tali azioni erano autonome, pienamente liberee sottratte a qualsiasi controllo e portarono, per que-ste ragioni, alla dispersione di molti di quegli ogget-ti ed al danneggiamento di ciò che era rimastosott’acqua. A questo punto, era il 1895, lo Stato Ita-liano intervenne per raggiungere un obiettivo che,oggi, sembra ovvio ma che allora non era parso tale:la salvaguardia, il recupero e la conservazione deireperti antichi. Al fine, quindi, di impedire ai priva-ti l’ulteriore distruzione di quelle cose antiche, ilMinistro della Pubblica Istruzione, Guido Baccelli,sollecita all’Ammiraglio Morin, Ministro dellaMarina, la sua collaborazione. Più precisamente glichiede l’intervento di un ingegnere navale e di unbravo palombaro per effettuare un’accurata ispezio-ne e stabilire il modo migliore per recuperare quellecostruzioni sommerse nel lago. Interviene, così, ilGenio Navale che incarica sia il Tenente ColonnelloIng. Vittorio Malfatti che un espertissimo palomba-ro, il nome del quale non è pervenuto fino a noi.Quest’ultimo, dopo molte immersioni e diligentiaccertamenti, permette all’Ing. Malfatti una serie diidentificazioni, di rilievi e di studi che questi riuni-sce in un interessante libro a carattere tecnico. Inquesto volume l’ingegnere propone anche cosa sidovesse fare per recuperare le navi. Egli relazionache la prima nave dista dalla riva circa cinquantametri e precisa che è quella esplorata dall’Alberti,dal De Marchi e, probabilmente, dal Fusconi. (Vedi,sull’argomento, gli articoli precedenti). È da questache il Borghi trasse il suo ricco bottino ed è adagia-ta sul fianco sinistro ad una profondità da cinque adodici metri. Questa «strana» profondità è spiegabi-le come segue: poiché il fondo del lago vulcanico èfortemente conico e la nave vi riposa avendo unaestremità verso la riva e l’altra verso il centro, lerilevazioni del fango ed il resto dell’imbarcazionesemi coperta da materiali diversi. Emergono solo leestremità degli scalmi e sono evidenti i danni causa-

ti dai ripetuti tentativi di recupero che ne hannostrappato, or qui or là, intere parti. Lontano duecen-to metri, ad una profondità da quindici a venti metricirca, giace la seconda nave, anch’essa adagiata sullato sinistro ed anch’essa semi coperta dal fango. Èinteressante la tecnica usata per il rilevamento delledimensioni di entrambe: si riportarono alla superfi-cie dell’acqua i contorni delle strutture per mezzo dipiccoli gavitelli assicurati dal palombaro alle partiestreme delle navi. L’Ing. Malfatti analizza anche illegname, i bronzi e le paste vitree al fine di stabilir-ne lo stato di conservazione. Si vuole sottolineare, aquesto punto, la meticolosità e la competenza con lequali furono fatte queste ricerche al fine di dimo-strare, se ve ne fosse ancor bisogno, quale sia la dif-ferenza con quelle che fino ad allora le avevano pre-cedute. Tuttavia i tempi non erano ancora maturipoiché il grande pubblico non era coinvolto dal pun-to di vista culturale e, salvo pochi spiriti eletti cuiinteressava la cosa dal lato scientifico, quei pochiche la seguivano erano sollecitati solo dalle storiepiù o meno fantastiche che favoleggiavano di ricchitesori. Inoltre c’è anche da considerare che l’Italiaera unita da pochi anni, i problemi erano enormi, lesoluzioni lontane ed il popolo minuto, comprensi-bilmente, vuoi perché assorbito dalla soluzione diquelli, vuoi per scarsa cultura, era piuttosto lontanodall’interessarsi fattivamente delle Navi di Nemi.Nonostante questo vi furono campagne di stampa edi scritti sull’argomento che tentavano di trascinarel’adesione della gente a prendere parte al problemadel recupero di quelle navi, ma…..non lo si sentivaancora come un problema comune. Vi furono alcuneproposte da parte di vari personaggi; alcune eranostudi seri e fattibili, molte altre solo fantasticheriedalla realizzazione impossibile. Si parlò addiritturadi «regge natanti imperiali ricolme di ogni prezio-sità» e, mentre si favoleggiava di scenografichevisioni, il pubblico, il grande pubblico, si allontana-va sempre più dalla vera essenza della questione.Passarono così molti anni che videro il fiorire discritti ed opuscoli che descrivevano quelle imbarca-zioni con molta fantasia riaccendendo le leggendedel lago di particolari fantastici e romantici. Vi furo-no delle ricostruzioni così dette «ideali» di queinatanti e si aggiunsero e crearono particolari cheerano di pura fantasia. Finalmente nell’anno 1926 si

torna a trattare delrecupero di quellenavi con serietà edimpegno. Si crea unaCommissione di Stu-dio affidandone la pre-sidenza al SenatoreCorrado Ricci che viinfonde il suo entusia-smo sereno e fattivo,tutto teso al consegui-mento del risultatofinale. Si esaminanostudi e progetti sce-gliendoli e valutandoli con criteri selettivi escluden-do i tanti che propongono soluzioni impossibili darealizzare, quando addirittura di fantasia. Dopoattenta selezione dei numerosi progetti, la Commis-sione ritiene idoneo il metodo di lavoro proposto dalMalfatti: l’abbassamento del livello del lago fino afar emergere le due navi. Il 9 aprile 1927, in undiscorso alla Reale Società Romana di Storia Patria,il Capo del Governo, Benito Mussolini, annuncia ladecisione di recuperare le due grandi navi sommer-se. Ricorda la grandezza di Roma, della sua storia,della sua civiltà. Afferma come, questo, sia un debi-to d’onore verso la cultura classica e verso la dignitàdel nostro Paese. Riassume i lavori della Commis-sione di periti nel campo delle antichità classiche edell’ingegneria idraulica che, sotto la guida delSenatore Ricci, ha lavorato per alcuni mesi studian-do ed esaminando i numerosi progetti che le veniva-no sottoposti. Parla di come sia previsto lo svuota-mento parziale del lago e di come si effettuerannoindagini archeologiche sulle navi allorché sarannoall’asciutto. Tali ricerche saranno estese anche alleloro immediate vicinanze al fine di recuperare even-tuali reperti caduti fuori bordo. Infine si svuoteran-no e si solleveranno gli scafi che saranno trasportatie sistemati in un museo appositamente costruito nel-la parte pianeggiante della sponda. Questo discorsoè l’inizio ufficiale del coinvolgimento dello Statoche si assume l’iniziativa e l’esclusiva del recuperodi quelle due antiche navi romane. Antiche e sfortu-nate navi romane.

(continua)Massimo e Marina Medici

Il programma italiano nell’Antartide è stato illu-strato dall’Ing. P. Giuliani durante la riunione del

30 novembre del Rotary Club Castelli Romani.Dopo una premessa, è stato brevemente illustratol’immenso continente di 14 milioni di Kmq, il piùfreddo e l’unico non abitato della terra, vuoi per leproibitive condizioni ambientali, vuoi per l’enormedistanza che lo separa alla terra più vicina(CapoHorn è a circa 1000 km); è un territorio praticamen-te incontaminato da attività umane e la popolazione(tutti ricercatori) raggiunge nel periodo estivo (fineottobre fine febbraio) le 5.000 unità.

Pare proprio che questo nuovo Parroco, sacerdotedi lunga militanza di cappellano in vari corpi

militari, dall’esercito, alla marina, all’aeronautica, aicarabinieri, abbia sentito la viva necessità di abbrac-ciare lo spirito sacerdotale; questo perché necessita-va in lui un campo di lavoro pastorale. Anche unacollaborazione, così aveva chiesto al Vescovo, con unparroco titolare. In verità, dice don Marcantonio,sento di mantenere nel mio pensiero e nella mia azio-ne una vocazione sacerdotale attiva in un campo diapostolato. È andato dal Vescovo di Palestrina, S.E.Eduardo Davino, che noi vorremmo più attivo nellevisite alle parrocchie, offrendo la sua disponibilità. Eil Vescovo di tutta risposta lo ha invitato a tornarenella Diocesi originaria, vale a dire quella di Pale-strina. Eccolo ora a San Cesareo, cittadina di frontie-ra, non facile da gestire, alla parrocchia di San Giu-seppe, dove c’è stato, fino all’arrivo di don Marcan-tonio, un andirivieni di parroci. Ora il nuovo haabbracciato con amore e fervore questa parrocchia,una delle più grandi della Diocesi, e spera di avere uncollaboratore fisso, considerata la gran mole di lavo-ro che dovrà svolgere.

Carlo Marcantonio

ero pacepoi mi trovarono nelle loro storie

“momenti” antonio 12 dicembre 1998

L’Antartide e il programma italiano di ricercheIllustrato durante una riunione del Rotary Club Castelli Romani

Marcantonio Tulli nuovo parroco

FRASCATI SAN CESAREO

Sull’Antartide le attività umane sono regolate dalTrattato Antartico, sottoscritto da 45 paesi. È vietataogni attività di sfruttamento minerario. Il relatore passa a parlare dell’attività svolta dallespedizioni di ricerca italiane nel quadro del pro-gramma Nazionale di ricerche in Antartide. Si èormai giunti alla XV spedizione nella base di BaiaTerra Nova e l’attività all’interno del continente con-tinua a Dome C dove è in corso una trivellazioneprofonda in ghiaccio. Le principali linee di ricercadel programma italiano sono la geologia, la geofisi-ca, l’oceanografia, la biologia, l’astrofisica e la fisicadell’atmosfera. Vi è molta cooperazione internazio-nale in Antartide, uno scambio di dati scientifici e ungran numero di programmi comuni. La protezionedell’ambiente è una costante preoccupazione e que-sto porta anche ad una grande cooperazione in cam-po logistico. La validità scientifica dell’Antartide èstrettamente legata alla natura incontaminata del-l’ambiente. Molti fenomeni ed effetti che sarebberonon avvertibili nelle aree popolate e contaminate delmondo sono chiaramente osservabili in Antartide.L’interessantissima conversazione, oltre a tener destal’attenzione, ha sollecitato nei presenti non pochecuriosità, tutte appagate dalle tante e bellissime diapo-sitive che, oltre ad illustrare questo «immenso labora-torio naturale per lo studio dei grandi problemi delfuturo» hanno mostrato la vita degli studiosi in quel-l’immenso deserto di ghiaccio.

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PARLIAMO DI ANIMALI

MEDICINA E COSTUME

16 Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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La storia di Floo Cronaca di ordinaria burocrazia

Attenzione alla FilariosiÈ provocata da un parassita che si trasmette attraverso la puntura di una zanzara

Medicina e chirurgia senza sangueAumenta la richiesta

Lo scorso dicembre, lungo una strada di Monte Por-zio, è stato investito un cucciolo, incrocio pastore

tedesco, di circa tre mesi. Il cane aveva notevoli frattu-re ad un arto posteriore e varie problematiche agli altriarti. Alcune persone che avevano visto l’accaduto han-no semplicemente ignorato gli eventi pensando che unanimale è semplicemente un rifiuto da abbandonare ase stesso. Non è certo una giustificazione, ma capitache la gente non sappia a chi rivolgersi per una primaemergenza, magari presso un canile o un veterinario.Sollecitata dalle persone, che momentaneamente han-no in custodia il cane, segnalo alcuni numeri di enti eassociazioni che possono fornire informazioni utili sucome comportarsi, in quei casi estremi, nei quali sonocoinvolti animali feriti. (Uno speciale ringraziamentoalla dott.ssa Eliana Romagnoli di Frascati).

Associazioni TelefoniUSL Montecompatri 06/94288070Canile di Roma Porta Portese 06/5810078ANPA 06/35450097ANPANA (ore 16:00) 06/57409160ASTA 06/4506162ANIMALISTI 06/23232569 - 06/3314569ENPA 06/4827121Lega Difesa del cane 03358184067- 06/39722215LAI 06/22420585Mondo Cane & Co. 03471806449LIDA 06/3224919Telefono blu (Emerg. cani) 06/85302465 0338/8244851Ufficio Diritti Animali (Roma) 06/6896997Prestare soccorso a qualsiasi vivente è un atto di pietàe di civiltà, un gesto bello non soltanto a Natale. Acoloro che invece hanno deliberatamente abbandona-to il cane, rischiando di causare un drammatico inci-dente, auguriamo un 2000 nel quale le loro aspettati-ve non si realizzino mai. Anna Faccenda

La tragedia dell’AIDS ha costretto scienziati emedici a prendere ulteriori precauzioni per

aumentare la sicurezza in sala operatoria. Ovviamen-te, questo ha significato sottoporre il sangue a scree-ning più severi. Secondo gli esperti, però, nemmenoqueste misure garantiscono trasfusioni a rischio zero.Non sorprende che molti medici stiano diventandoprudenti nel somministrare il sangue, e che anche lagente comune cominci a rendersi conto dei pericolidelle trasfusioni. D’altra parte l’art. 19 del D.M.15/1/1991 affermava: «la trasfusione di sangue, diemocomponenti e di emoderivati costituisce una pra-tica terapeutica non esente da rischi»…Esiste un’alternativa: la medicina e la chirurgia sen-za sangue, non più considerata «l’ultima spiaggia»,ma una metodica d’elezione, e con buone ragioni. S.G. Pollard, primario di chirurgia in Gran Bretagna,osserva che coloro che vengono operati senza sanguehanno tassi di morbilità e mortalità «almeno buoniquanto quelli dei pazienti che ricevono sangue, e inmolti casi si risparmiano le infezioni e le complica-zioni postoperatorie spesso imputabili al sangue».

Sono state perciò applicate metodiche che non pre-vedono l’uso di sangue durante interventi e procedu-re d’emergenza che tradizionalmente richiedevano latrasfusione. «Interventi importanti di chirurgia car-diaca, vascolare, ginecologica e ostetrica, ortopedi-ca e urologia si possono eseguire con successo sen-za usare sangue o prodotti ematici», osserva D. H.W. Wong sul Canadian Journal on Anaesthesia.Quali sono alcune metodiche usate? Fluidi: Lattatodi Ringer e destrano per mantenere il volume pla-smatico, altri fluidi in fase di sperimentazione sonoin grado di trasportare ossigeno. Farmaci: proteineprodotte con tecniche di ingegneria genetica sono ingrado si stimolare la produzione di globuli rossi, dipiastrine e di vari tipi di globuli bianchi, o di ridurrenotevolmente il sanguinamento in fase operatoria.Emostatici biologici: tamponi a base di collagene ecellulosa vengono usati per fermare il sanguinamen-to mediante applicazione diretta; spugne di fibrina aaltre colle possono occludere ferite da punta o copri-re ampie regioni di tessuto sanguinante. Ricupero delsangue: esistono macchine in grado di ricuperare il

sangue che si perde durante un intervento. Il sanguepuò essere filtrato ed essere reinfuso (si possonoricuperare in alcuni casi litri di sangue). Strumentichirurgici: alcuni dispositivi cauterizzano i vasi san-guigni nel momento stesso in cui li tagliano, altripossono fermare il sanguinamento in regioni estesedi tessuto.Lavorando con pazienti Testimoni di Geova (cherifiutavano le trasfusioni per motivi religiosi) i medi-ci hanno perfezionato molte metodiche che non pre-vedono l’uso del sangue. I progressi fatti hannoindotto molti a prendere in considerazione la medici-na senza sangue. Quali saranno gli sviluppi futuri? Ilprof. Luc Montaigner, lo scopritore del virus del-l’AIDS, afferma: «L’evoluzione delle nostre cono-scenze in questo campo indica che un giorno le tra-sfusioni di sangue dovranno sparire». Nel frattempole alternative al sangue stanno già salvando dellevite.

Congregazione Cristiana dei Testimoni di GeovaTratto dalla rivista Svegliatevi! (8 gennaio 2000)

Nella città di Lanuvio, presso l’ex fabbrica artigia-nale di proprietà della Icea sud Srl in fallimento,

sono accolti circa 300 cani fra adulti e cuccioli. Custoditi da una associazione animalista della zona,gli animali saranno presto senza un rifugio. Infatti indata 5 ottobre il tribunale di Velletri ha emesso unanotifica n. 8235 all’associazione, contenente lo sfrat-to del canile. Ai volontari sono stati accordati 60 gg.dal tribunale durante i quali dovranno trovare unanuova struttura e traslocare.Nonostante le leggi in materia di «Tutela degli animali erandagismo» fra cui la Legge 34/97, il Comune di Lanu-

Attenzione alle punture di zanzara. C’è una malat-tia cardiopolmonare che colpisce i cani ed è pro-

vocata da un parassita che si trasmette attraverso lapuntura di una zanzara. Questo tipo di parassita silocalizza proprio nel cuore.È possibile vaccinare il cane, somministrando dei far-maci, e il periodo propizio è tra maggio e ottobre. Lamalattia in questione è la filariosi e colpisce partico-larmente i cani adulti. Esistono diverse specie di zan-zare (2000 come riportano alcuni testi) e vivono inogni parte della terra. Alcune sono dannose ma altresono tristemente note perché trasmettono malattiecome la febbre gialla, la malaria oppure l’elefantosi ofilariosi. Per comprendere a quale gruppo le zanzareappartengano, bisogna osservarle quando si posano.I gruppi principali delle zanzare sono due: le culici-ne e le anofeline.Ali delle culicine: trasparenti oppure appena colora-te.

Ali delle anofeline: hanno chiazze scure e chiare.Quando si posano le culicine, hanno il corpo oriz-zontale rispetto la superficie, invece le anofeline han-no il corpo inclinato verso l’alto.Attenzione alle ciotole d’acqua dei cani: esse videpongono le uova. Le anofeline depongono le uovain modo separato, mentre le culicine le depongono amo’ di massa compatta.Sappiamo che le zanzare hanno una capacità straor-dinaria di sopravvivere nelle condizioni più avverse.Ci sono zanzare che vivono nel deserto e depongonole uova con guscio molto resistente da schiudersidopo un anno o due e pensate... anche dopo 10 anni!L’igiene è sempre la via più indicata per prevenire.Quindi, oltre alla ciotola d’acqua che deve esseresempre pulita e fresca, si può pensare anche ad untrattamento preventivo con farmaci per immunizzareil cane.

Cinzia Tomassini

vio deve ancora provvedere alla costruzione di un cani-le, anche in consorzio con altri comuni. Il 15 febbraio laforza pubblica farà sgomberare il rifugio lasciando ani-mali e volontari nella mani della burocrazia.Il nostro è l’eterno paese dell’emergenza, tutto èlasciato nelle mani del volontariato, i quali pur eser-citando un servizio utile per l’intera comunità, nonhanno mai degli effettivi riconoscimenti, ma continuedifficoltà. Pertanto ai volontari in prima linea, augu-riamo di resistere e lottare per questa «battaglia per laciviltà», per tutti noi e i nostri amici a quattro zampe.

Anna Faccenda

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L’architettura nell’età repubblicanaIl santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina

La complessità e la ricchezza degli scambi delmondo etrusco con l’Ellenismo non poterono non

lasciare tracce anche nel modo di concepire l’archi-tettura sia religiosa che civile. Ci troviamo così difronte troppo spesso a quel principio di assialità efrontalità che trasmesso ai romani, dalle popolazioniantecedenti, ne caratterizzò e mutò il modo di «vede-re» e di realizzazione delle opere nei secoli a venire. Possiamo pensare alla composizione generale delcomplesso superiore del santuario della Fortuna Pri-

migenia e scorgere, come elemento principale, uncortile chiuso da portici su tre lati come nei modelliellenistici dell’Asia minore: da Pergamo a Priene, daMagnesia sul Meandro a Lindo. Vi manca però iltempio che costituiva il fulcro di questo ordinamentoe quindi l’asse rimane aperto ad un seguito di visua-li che si concludono nell’esedra. Una notevole novitàè rappresentata dall’adozione, così come anche neglialtri grandi santuari del Lazio (Ercole a Tivoli e Gio-ve Anxur a Terracina), dell’arco a tutto sesto e delsistema voltato realizzato nella nuova tecnica a con-crezione elaborata. L’arco e la volta a botte non sonoinvenzioni romane; fecero la loro prima apparizionegià nell’architettura dell’oriente antico, ma è presso iromani che cambiarono sostanzialmente il propriosignificato architettonico attraverso una gradualesostituzione dell’architrave greco convenzionale.Quella novità, figurativamente ardita ma pienamentelogica dal punto di vista costruttivo, era conseguentea una tendenza per cui gli ordini persero la loro fun-zione, esclusivamente strutturale, per essere impiega-ti anche in una varietà di modi interamente o parzial-mente decorativi. Il contributo propriamente romano consistette nelcombinare quest’uso superficiale, puramente decora-tivo, degli ordini greci, con l’impiego dell’arco e nelsuperamento di pregiudizi ed incertezze, valorizzan-do le possibilità costruttive offerte dal calcestruzzo.Lo «opus caementitius», materiale rivoluzionario,prettamente romano, nacque probabilmente per casocome espediente di cantiere e si presentò come sur-rogato economico ma efficace nei materiali edilizi.Sebbene in antichità il termine si applicasse ad ognitipo di mescolanza di pietrisco e malta, dopo la sco-perta, l’uso più moderno e appropriato del terminevenne a riferirsi alla combinazione più illustre del-l’impasto di inerti (caementa) con calce e pozzolana

dando vita ad un tenacissimo conglomerato attoanche a solidificare sott’acqua. L’uso di questo mate-riale, combinato al diverso significato culturale estrutturale degli ordini e dell’arco, influenzò, comevedremo, l’evolversi dell’architettura da quelmomento in poi. Un aspetto singolare fu anche la selettività con laquale veniva scelta la sua applicazione: per alcunitemi architettonici, come templi e basiliche, si preferìper un certo arco di tempo tuttavia rimanere ancora-ti all’antico e sperimentato metodo di costruzione,ereditato dalle tradizioni, tanto da arrivare in alcunirari casi a nascondere le volte dietro facciate di mate-riali convenzionali. La nuova tecnica prese piedenegli edifici commerciali come gli acquedotti, ponti,terme e teatri. Come si viene dunque a collocare nel mosaico del-l’evoluzione costruttiva e strutturale il grande san-tuario della Fortuna Primigenia? Insieme ai santuari di Tivoli e Terracina più di qual-siasi altro grande gruppo di edifici dà un’idea dell’e-norme potenziale architettonico che gli eventi politi-ci del II e III sec. a.C. avevano iniziato a svilupparenell’Italia centrale proprio perché si può affermareche questi edifici si esplicano in alcune fondamenta-li caratteristiche dell’architettura romana che andavanascendo.Tanto per le dimensioni che per la novità della con-crezione, specialmente per l’originalità degli ele-menti e delle stesse strutture, il grande santuario èuno dei monumenti più imponenti dell’antichità clas-sica. La data del complesso varia, secondo i diversipareri, tra la metà del II sec. a.C. e il periodo imme-diatamente successivo alla distruzione della città (80a.C.). Il santuario, posto sull’asse stesso della stradaprincipale, fu costruito sopra una serie di terrazze sulpendio ripido della collina e comprendeva due grup-pi principali di edifici: ai piedi della collina la cosìdetta area sacra, contenente il fuoco sacro che diffe-renziava un santuario da un tempio, e sopra di essac’era il vasto complesso a scale che ora è conclusodall’edificio del palazzo Barberini. L’elemento cen-trale del gruppo inferiore doveva essere molto proba-bilmente un grande ambiente trasversale a quattronavate, introdotte da due porticati sovrapposti di sti-le dorico nella parte inferiore e corinzio in quellasuperiore, e sul lato opposto, verso il monte, vi erauna parete munita di finestre alte e strette, e pannellisagomati tra le semicolonne decorative. Il secondoordine era sormontato da una serie di archi ribassati.A sinistra di questo corpo centrale vi era la grottadegli oracoli che costituiva il nucleo dell’antico san-tuario latino e si addentrava nel masso come un’absi-de semicircolare con tre nicchie ciascuna delle qualisosteneva un ordine di semicolonne ioniche incassa-te e nicchie rientranti che probabilmente conteneva-no statue.Alle spalle di questo impianto, per tre ripiani finoad un muro che costituiva il basamento, si salivafino alla parte superiore. Si giungeva qui, per mez-zo di due rampe laterali, sostenute da una parete in«opus cementitium», ad una terrazza chiamata «del-le Esedre»; il portico dorico che la dominava erainterrotto, a destra e a sinistra, da due emicicli con

un colonnato di ordine ionico. Da qui, attraversouna scalinata, si arrivava ad un’altra terrazza detta«dei Fornici» dotata di una serie di arcate si soste-gno e poi ad un ampio piazzale delimitato da unporticato su tre lati avente nel mezzo un emicicloche racchiudeva una cavea a gradinate. Il tutto ter-minava con una tamponatura a chiusura, da un dop-pio portico corinzio, al quale posteriormente venneaddossata una splendida rotonda. Come già prece-dentemente detto, il santuario rivestì un’importanza

eccezionale per lo studio dello sviluppo dell’archi-tettura romana. In esso emergevano evidenti i moti-vi ellenistici del gusto scenografico e dei singolielementi architettonici con l’impiego, già citato,dell’ordine come mezzo espressivo, dei porticati,degli spazi aperti come riflesso di un messaggio;altresì troviamo caratteri di assialità così precisi,così profondamente già radicati che appare difficilepensare che non fossero già stati codificati per otte-nere quell’effetto di complessità dell’impianto taleda conferire un dialogo ed un legame stretto tra ilpaesaggio e la tecnica costruttiva. Tutto questoassolutamente non fu mai riconoscibile e riconduci-bile a nessun’altra opera ellenistica, neanche aglispendidi esempi di santuari passati, come il com-plesso a terrazze del santuario di Asclepio a Cosoppure del tempio di Athena a Lindo. Il santuario fu disposto simmetricamente lungo unasse centrale ma in modo tale che il visitatore potes-se averne esperienza solo gradatamente, terrazzadopo terrazza. Si trattava di una notevole anticipa-zione delle concezioni romane più tarde, attuate peresempio nei grandi edifici imperiali delle terme o delforo di Traiano a Roma basato sul carattere dellarivelazione progressiva e della grande simmetricità,oppure, come nell’anfiteatro Flavio, (Colosseo) nellatecnica della sovrapposizione degli ordini. Notevole fu l’uso del cassettone nelle volte degliemicicli, primo esempio dell’impiego di questi ele-menti nella nuova tecnica cementizi. L’arco divennel’elemento espressivo prevalente, quasi contrappostoalle semicolonne che ne formavano l’inquadramento.L’ampio piazzale terminale rappresenta la rampa dilancio sulla quale la successione continua delle arca-te rappresenterà un motivo che in futuro avrà infinitisviluppi…

Riccardo Faini

Chi volesse consultare i numeri arretrati del giornale e i testi dellacostituenda biblioteca specializzata sui Castelli Romani e Lazio, puòfarlo gratuitamente tutti i lunedì e martedì dopo le ore 20 ed i mer-coledì dalle 17 alle 19 presso la nostra sede in Monte Compatri, viaCarlo Felici 20. Chi volesse sostenere il nostro giornale e con essol’offerta al pubblico di divulgazione della cultura, delle tradizioni edell’attualità del comprensorio dei Castelli, può farlo sottoscrivendouna tessera di Socio Sostenitore con un versamento di £ 25.000 sulc/c postale n. 97049001. Scrivendo il suo nome ed indirizzo sulla cau-sale riceverà a domicilio per un anno tutti i numeri di Notizie in…Controluce (anche quelli dei mesi dispari, che escono solo sul nostroSITO INTERNET!).

ARCHITETTURA 17http://www.controluce.it visitate la nostra pagina web

Notizie in… CONTROLUCEfebbraio 2000

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Soffermandosi sulla «reale essenza» dell’uomonella sua integralità, vediamo come nella natura

individuale di ogni essere vi siano due elementi diordine diverso: il lato interno e attivo, ciò che l’esse-re è in se stesso, il lato esterno e passivo, l’insiemedegli influssi dell’ambiente in cui esso si manifesta.L’essere si manifesterà dunque rivestendosi, per cosìdire, di elementi desunti dall’ambiente, elementi lacui «cristallizzazione» sarà determinata dall’azioneoperata su tale ambiente dalla sua natura interna (laquale, in se stessa, è da considerarsi di ordine essen-zialmente sopra-individuale) e nel caso dello statoindividuale umano, questi elementi appartengononaturalmente alle varie modalità di tale stato, cioè siaall’ordine corporeo che all’ordine sottile o psichico.L’errore moderno è nel ridurre l’intero essere alla suasola manifestazione individuale, e ignorando allostesso modo ogni principio trascendente rispetto aquesta.10 Alla base di tutte le concezioni modernedell’essere umano sta sempre l’idea della dualità car-tesiana «corpo-anima», che di fatto equivale in modopuro e semplice alla dualità di fisiologico e psichico,indebitamente considerata come comprensiva neisuoi termini di tutto l’essere, rappresentando invecequesti ultimi solo gli aspetti superficiali ed esternidell’essere manifestato. Si pensi invece alla figuradello yogi che muore agli occhi del mondo profano,abbandona la famiglia, cambia nome e a volte lingua,oppure all’insegnamento del Buddha e alla «maieuti-ca» di Socrate, alla metafora di Filone sul parto perdesignare l’accesso alla via dello spirito: la valenzadella «tortura e messa a morte dei metalli» nell’al-chimia al fine di perfezionarli, di trasformarli in oroe il conseguimento della pietra filosofale e dell’oroquindi, che coincide con la nuova personalità dell’al-chimista.11 Altro dato importante, che conferma con-siderazioni precedentemente svolte, è quello per cuil’immagine personalizzata, contraddistinta da unnome - la firma del «qualcuno» - sembra rarissimotrovarla anteriormente dell’età del Ferro (1000 a. C.,circa). Prima della Grecia classica, l’immagine del«qualcuno» era difatti anonima, nell’arco di interimillenni le molteplici statuine, rappresentazioni e

dipinti, raramente sono contraddistinte da grafemi osegni in cui si possa riconoscere la mano dell’autore.Debita conseguenza è il carattere tutto moderno econtemporaneo della personalità «autografa», del-l’eccessivo valore conferito al personalizzare tutto,quasi fino a volerne indicare un proprio possesso.L’insegnamento del mondo antico e di alcune cre-denze ancor oggi sopravvissute, ci ricordano invece

come tutto ciò di cuifacciamo uso nonappartenga a noi maa qualcosa di piùgrande, non com-mensurabile al sem-plice «ego». Ilnostro stesso io èparte di un disegnoche non è riconduci-bile entro gli strettie angusti limiti del-l’esistenza ordina-ria. I resti delle anti-chissime civiltàsembrano suggerire

non tanto una volontà di «originalità composita», di«peculiarità» e «individualismi» nelle soluzioni for-mali architettoniche, quanto una selezione di formenaturali già esistenti, un far esprimere alla rocciacontenuti che in lei sono già insiti. L’attenzione danoi oggi riposta nell’osservare la maestà solenne diun tempio greco è appunto nel coglierne lo spazio«pieno», le colonne, le trabeazioni, i capitelli ledecorazioni: diversamente un tempo questa attenzio-ne poteva esser rivolta alle parti vuote, agli spazi nonriempiti, al senso di immobilità e ieraticità, che pri-ma ancora delle statue, esprimevano gli spazi sacri diun themenos o dell’anaktoron, aree sacre del tempio,ove la comunione con la divinità era intima e solen-ne. Lo stesso linguaggio delle prime pietre usate dal-l’uomo, le vetuste «amigdale» preistoriche, primaancora di esprimere una valenza «funzionale» od«utilitaria», (unici particolari che l’uomo «accecato»dalla bruta materialità è in grado di cogliere) erano la

forma originaria dell’essere, la forma primigenia, lamadre di tutte le immagini, l’archetipo degli archeti-pi, che in sé conteneva in nuce tutte le forme: dal-l’uovo cosmico alla croce, dall’ascia, simbolo diresurrezione e del fulmine che spezza, alla immaginefemminile, complemento dell’uomo (molto fortisono anche le analogie tra il coccige e l’amigdala),dall’albero, axis mundi, alla mandorla (greco: amig-dalos) seme per eccellenza, o il nocciolo, centrosegreto del cuore, dal fallo alla falce lunare, simboloan-iconico della gran madre.12 L’arte antica, prima diuna sua corruzione, se poi è lecito definirla tale(proiettando nostri termini e concezioni in tempi incui non esistevano le nostre «categorie mentali»), eraopera di composizione di un mosaico già esistente,era selezione di forme e disegni non di certo inventa-ti dall’uomo, ma forniti a quest’ultimo dal cosmo.Così anche la figura del commerciante è anacronisti-co volerla proiettare indietro nei millenni, quandociò che serviva era raggiunto ed ottenuto, senza sof-fermarsi sul «valore» o sui «circuiti economici» diprobabili rotte commerciali nella vita di ere lontanis-sime. Non a caso le prime forme di scambio o dibaratti, non conoscevano le moderne valenze «mone-tarie» ed «economicistiche» che sempre più ottene-brano l’immaginario collettivo, bensì le prime formedi circolazione dei beni vedevano un reciproco«dono» nella sua integrale valenza «sacra» o «reli-giosa». Non è credibile immaginare «utilitarismi» o«praticismi» per un uomo del IV o del III millennioprima dell’era volgare: i complessi megalitici, tem-plari, l’enorme sforzo che coinvolgeva intere popola-zioni nella costruzione di piramidi, ziggurat, cosapoteva avere di utile in una chiave strettamente pro-duttiva od economicistica?(fine IV ed ultima parte)

Mario Giannitrapani

10 R.Guènon, Essere ed ambiente, in La Grande Triade,(ed. cons. 1994), pp. 109-111.11 M.Eliade, La prova del Labirinto, pp.145-146.12 G.Sermonti-R. Fondi 1980, Il simbolo della pietra inDopo Darwin -critica dell’evoluzionismo pp. 121-131.

VISTO DA…18 Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

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!"#$%&#', ()"su, personaPhersna - L’Individuo e la Maschera

Salvatore Spoto 1999, Roma Esoterica, Newton & Compton Ed.

Grande pregio dell’autore è quello di saper rac-contare e coinvolgere nelle figure mitiche e

rituali dall’antica Roma fino al Rinascimento, ancheil lettore meno esperto, usando una tecnica dialogicaparticolarmente efficace che dimostra la professiona-lità del vero giornalista. Tutte le principali divinità e figure leggendarie sonocontemplate ed inserite nel loro preciso riferimentocontestuale: Giano, Saturno, gli Argei, i Lupercalia,i riti matrimoniali, i Salii, Anna Perenna, le XII Tavo-le, i Matralia, i libri Sibillini, i culti egizi fino al cele-bre Cagliostro, divengono le chiavi di volta per spie-gare la storia dietro le quinte che solo un’analisiprofonda può individuare. Sono poi particolarmente avvincenti i resoconti rela-tivi alle trasmissioni segrete del «mestiere» effettua-

te tra le streghe, con tutti gli interessanti risvolti sto-rici ed esoterici che determinate pratiche sortironodrammaticamente sull’opinione pubblica del tempo:l’Esquilino alla luce delle considerazioni svoltepotrebbe veramente esser visto con altri occhi.Anche Pico della Mirandola, i Rosacroce e la PortaMagica di p.zza Vittorio sono attentamente citate estudiate in una trama consequenziale che l’autoreabilmente, e non dando nulla per scontato, sa rico-struire attentamente e minuziosamente. Altresì, sin dalle prime pagine, si avverte invecequello che in tutto l’iter dell’opera, ci sembra essereun’interpretazione forse un po’ troppo orientaleg-giante, a tratti esasperata, dei costumi e delle tradi-zioni occidentali romane, in specie ove poi vadanoapprese sub specie interioritatis. Ecco perciò che

anche la prisca romanità sembra divenire spiritualitàlevantina, le teorie migrazioniste in supporto del soli-to ex oriente lux, e la luce «esoterica» di Romaandrebbe così ad acquisire fulgore solo se inquadra-ta nella trama vicino-orientale dei costanti riferimen-ti storici e religiosi.Nell’insieme l’opera forse è quanto di più sinteticoed avvincente possibile si può oggi trovare sul mer-cato, condensando appunto circa più di una ventinadi secoli, indagati con un profilo mirato a coglieregli aspetti nascosti, occulti e molto suggestivi che lacittà plurimillenaria di Roma-Amor-Orma ci ha for-nito nel tessere attraverso le vicende sacrali arcai-che, quel destino immortale di ineguagliabile splen-dore.

Mario Giannitrapani

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La magia di una fitta nebbiaposata su una strada non ancora asfaltata,le pietre in discesa su una via di montagna,l’erba coperta da una chiara neve.Poi un abbracciopiù dolce di mille parolee la mia sofferta domandaPerché mai pronunci il mio nome?

Valentina Gerardi

L’ANGOLO DELLA POESIA 19http://www.controluce.it visitate la nostra pagina web

Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

L’AutunnoL’Autunno è una bugiacome questa vitaora piena di pioggia.

Ed anche il nostro cuore.

L’Autunno è una bugiacome questo tempoora pieno di vento.

Ed anche il nostro amoreAngelo Gabrielli

Sezione aurea di una perla ritrovata

Guardando attraverso un vetro smerigliatomi fisso su un cavalluccio marino

semplificato che portavanella sua sacca

una grossa perla in PVC.Il giorno trascorre lento

con la sua luce cianotica mentreil ventre del cavalluccio marino

si schiude & la perlarotola su un tappeto cremisi

adagiato su un piccolo stagno dicobalto fuso (il blu mi stordiscele vene del cranio affaticato da

eccesso di capelli...)....il vetro si scioglie & la vista

si annebbia......riesco a osservare il cavalluccio marinoche si allontana gentilmente attraversando

una rete di tungsteno......si volta...mi guarda...sorride (virtualmente)

...& lascia il ricordo luminoso diun’umile perla ritrovata.

Marco Maiorano XXIV/II/MCMXCVIII

Benvenuto «Anno duemila»

Benvenuto «sor Du’mila»…Da quel dì che t’aspettiamo!Un per uno,tutti in fila,salutarti noi vogliamo.

Ti crediamo non egualeAim di te predecessori,cui da loro, bene o male,

«salvi» siamo usciti fuori.Con attesa si paziente,cominciando da quest’anno,noi speriamo ardentementeche le cose cambieranno.

Senza fretta… vai silente…Purchè arrivi in conclusione.Or ci basta solamenteQualche tenue illusione.

Si, puoi tutto migliorare,se tu al bene sei avezzo…ma non farcelo «pesare»,ne pagare a caro prezzo.

Sii tu contro l’arrivismo,ambizion, odio e terrore…

alfier sii del progressismo,in un mondo unicolore.Noi non ti chiediamo tanto,desio nostro è questo qua:coll’amor dacci soltanto,giustizia, pace e libertà!

Luigi Cerilli

Se mi incontri un giornochiedimi se ho bisognose ho fame, se sono felicechiedimi se le strade che percorro mi ridono dietroo se non si accorgono neanche se passoLasciami andare, non tenermi prigioniero nelle tue ricche maniLasciami essere sporco, ubriacoLasciami cantare e ridereLasciami non fare niente, gridare, magari gioire della vitaNon voglio produrre falsa ricchezza per voiNon voglio ridurre la mia vita, maiVorrei un giorno creare la mia felicitàNon voglio essere guidato da voi verso la mia stessa emarginazioneNon voglio sfidarti, non voglio colpirti, non voglio odiareMa tu mi provochi, mi schernisci, mi fai maleNon voglio punirti, non voglio ferirti, non voglio odiareMa tu mi usi, mi consumi, mi fai male

Elisa Chiarotto

Giochiamo ad unire gli interessi di alcuni potentiin questa Europa che segna cedimentiBisogna collaborare, questo è normalealtrimenti saresti un asocialeNon interessa se le fondamenta sono poggiatesui cadaveri di città affamateE poi se hai pazienza e costanzapuoi salire sul pullman della speranzaTutto sommato se fai attenzionepotrai passare senza eccezioneSolo quella che sarai uno stranieroimpiegato nello zeitarbeit o nel lavoro neroe poi ti chiameranno spaghetti, mafioso ma tu senza frettamandi giù aspettando il giorno della vendettaE quando al tuo paese potrai tornareforse all’incrocio di una strada ti sarà possibile incontrareuno dell’est o un marocchino e quello non ti potrà direche un giorno lasciò il suo paese per non morireE così facciamo finta di abbattere le frontierementre la nostra diffidenza ha innalzato quelle vere

Cinzia Tommasini(dalla raccolta «Occhio per occhio...»)

Chi sei tu, che accendi la vita in me,che raccogli quanto dico e lo alimenti,come la calda terra nutre la piantinae la rende albero,che con lo sguardo ridente mi tocchi nell’intimoe mi fai risuonare come un’arpafacendomi sentire unico e speciale;perché mi basta solo guardartiper sentire che quello che diconasce finalmente dalla sorgente,da me, proprio da me,così nudo e vulnerabile eppure così importante?O dolce ispiratrice non tradire le mie attese,sorridimi ancora,così ch’io possa cantare il canto della vita,da troppo tempo sepoltonella palude fangosa di un’inerte accettazione.

Paolo Cappai

Guardo.....pensoGuardo un fiore, penso.Guardo un sasso, penso.Guardo il cielo, penso.Guardo un Uomo, .......

Gelsino Martini

MI DISPERDO INSIEME A MEPER SALIRE SU UNA MONTAGNA

DI SABBIACALDA.

IL CORPOE LE SUE CATENE

SONO SALVI.(MA IO HO SETE)

Monica Iani

SensibilitàSensazioni impalpabili,felicità oltre misura,profondo dolore.Ricettività a tutto campo,analisi circoscritta,finezza sentimentale,altruismo buono.

Tentare di dimostrarlaè come tentare di nasconderla.

Non ci si riesce:a volte è male interpretata,a volte mal ricompensata:fonte di innumerevoli problemi.

Io la posseggo:per questo ne soffro.

Gabriella Dorato

La sfida della nevePulita, spensierata, onesta e allegraSembra il contrario dell’umanitàContro ogni legge e mai con un orario,ballonzolando copre ogni dolore.

Su tutto il mondo e la sua serietà,la neve, «chiotta» e silenziosa scende,la gente la ringrazia per la sfidadi aver reso la vita un po’ a «pois».

Riccardo Simonetti

Ai confini del mondoNoi ci siamo incontratiAi confini del mondoQuando aleggiava nell’ariaIl primo alito di primaveraIl cielo più teso che maiSplendeva di sole e di azzurroAi confini del mondoMi hai presa per manoE il fruscio delle prime foglieMi ha portato la pace nel cuore.

Anna Peppoloni

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Nel Lazio sono destinati a sparire 8 degli attualiimpianti d’emissione radiotelevisiva. In partico-

lare, a Roma saranno smantellati i siti di MonteMario, Monte Cavo, Monte Artemisio e CapranicaPrenestina, il cui spostamento è estremamente urgen-te. Lo stabilisce il Piano territoriale di coordinamen-to per il sistema televisivo regionale (Ptci) che indi-ca la disciplina d’uso e le modalità d’intervento perla localizzazione, la razionalizzazione e il trasferi-mento degli impianti, in attuazione del Piano nazio-nale di assegnazione delle frequenze per la radiodif-fusione televisiva. Il Ptci del Lazio, primo in Italia, è stato approvato loscorso dicembre dalla Giunta regionale su proposta

dell’assessore all’Urbanistica, Salvatore Bonadonna,che nel corso di una conferenza stampa ne ha illu-strato i contenuti, insieme al presidente Piero Badalo-ni e all’assessore all’ambiente, Giovanni Hermanin.Oltre agli otto siti da delocalizzare e riqualificare, ladelibera individua 6 nuovi siti e ne conferma 13,oltre a prevedere 4 localizzazioni alternative in con-siderazione delle richieste avanzate dai comuni inrelazione alla presenza di beni culturali o per esigen-

Ènotizia di questi giorni che, entro la metà del2001, circa 140 mila cabine telefoniche pubbli-

che (pari al 237% del totale) spariranno da strade,piazze, locali pubblici, ecc.. La decisione di Tele-com Italia sembra basarsi sullo scarso utilizzo dimolte cabine telefoniche (con conseguente scarsaredditività) e sul superamento dello standard euro-peo (2,8 telefoni pubblici ogni 1000 abitanti); in Ita-lia risulterebbero, secondo Telecom Italia, 6,7telefoni pubblici ogni 1000 abitanti. Non intendia-mo entrare nel merito della asserita scarsa redditi-vità di alcune cabine telefoniche pubbliche. Attual-mente nel nostro Paese (e nell’Europa dell’Euro) ildio profitto è divenuto l’unico parametro di riferi-mento sostituendosi alle norme morali e civili che,secondo alcuni, dovrebbero trovarsi alla base delvivere degli uomini. Per quanto riguarda l’asseritapresenza di 6,7 telefoni pubblici ogni 1000 abitanti,ci sia consentito di dubitare dell’attendibilità dellacifra fornita da Telecom Italia. È nota a tutti la diffi-coltà di riuscire a trovare un telefono pubblico fun-zionante, sia nelle grandi città, sia nei piccoli centri.Vorremmo azzardare una stima intorno al 50% dellecabine non funzionanti; ciò porterebbe a poco più di3 telefoni pubblici attivi in Italia ogni 1000 abitanti.La annunciata decisione di ridurre drasticamente ilnumero dei telefoni pubblici ci offre anche l’oppor-tunità di fare una ulteriore considerazione. Questariduzione costituirà l’occasione, volutamente cerca-ta, di un ulteriore incremento della telefonia mobilein Italia. Già le utenze superano i 20 milioni, conuna facile previsione di continuo aumento, anche inrelazione alla comparsa di nuovi gestori. Si discuteoggi animatamente circa i probabili effetti nocivisulla salute della popolazione legati alla sempremaggiore utilizzazione delle radiofrequenze. Nel

caso specifico della telefonia mobile, il rischio è daindividuare nella esposizione individuale dell’uten-te, ma soprattutto nel rischio indebito cui le stazioniradio-base espongono la popolazione (compresicoloro che non sono utenti della telefonia mobile).Esistono posizioni differenziate, anche nell’ambien-te scientifico, circa il livello di certezza della noci-vità dei campi elettromagnetici. È tuttavia acquisitoche si possono escludere effetti nocivi, anche a lun-go termine, e ciò impone l’adozione di misure dicautela preventiva. Da questa preoccupata acquisi-zione si dissociano di norma i gestori dei sistemiradioelettrici di trasmissione e telecomunicazione(ci mancherebbe altro!!). Sembrano comunqueopportune, anche se forse non sufficienti, le recentiiniziative assunte dal governo e quelle in via diapprovazione da parte del Parlamento intese a tute-lare la pubblica salute. La soluzione del problemadel risanamento degli impianti trasmittenti radio-televisivi è stata già individuata, nella nuova norma-tiva, attraverso soprattutto la «delocalizzazione»degli impianti in siti idonei. Il fatto che tale soluzio-ne non sia ancora operativa è dovuto alla resistenzaattiva e passiva dei gestori dell’emittenza ed allainerzia delle autorità locali, soprattutto di alcuneregioni. La soluzione del problema di risanare il set-tore della telefonia mobile, in particolare, delle sta-zioni radio-base, per motivi tecnici, non è facilmen-te individuabile attraverso la delocalizzazione.Occorre, a tal fine, l’adozione di strategie mirate allasoluzione adottabile nelle singole situazioni, ilrispetto di distanze idonee da insediamenti di parti-colare sensibilità e l’impiego di tecnologie innovati-ve da parte dei gestori. È ovvio però che un semprepiù esteso impiego della telefonia mobile comportila conseguente moltiplicazione delle stazioni radio-

base e la sempre maggiore difficoltà di arginare l’in-cremento dei livelli dei campi elettromagnetici cuila popolazione è indebitamente esposta. Anche perquesto è da ritenere particolarmente riprovevole ladecisione di Telecom Italia di ridurre il numero del-le cabine telefoniche pubbliche.

Lorenzo Villa

ze sanitarie.«La Regione Lazio, con questo Piano, da un contri-buto importante alla difesa del territorio e dellasalute dei cittadini - ha affermato il presidente Bada-loni - Siamo la prima Regione in Italia a compierequesto passo, che ci consente tra l’altro di avviare asoluzione l’annoso problema dell’inquinamento elet-tromagnetico in una zona così densamente popolatacome Monte Mario».Attraverso lo studio condotto dal gruppo di lavorointerno presieduto da Daniele Jacovone dell’assesso-rato all’Urbanistica, si realizza un quadro di localiz-zazioni in grado di fornire copertura all’intero terri-torio regionale, senza però interferire con gli inse-diamenti residenziali e nel massimo rispetto possibi-le dei valori paesaggistici e ambientali. «La fase del-le installazioni selvagge è finita. Dal giorno dell’ap-provazione del Ptci in Consiglio regionale, previstoper i prossimi giorni, partiranno i 60 giorni entro iquali i Comuni interessati potranno elaborare levarianti ai piani regolatori necessarie – ha sottoli-neato l’assessore Bonadonna - Quindi si procederàall’esproprio delle aree dove si prevedono le nuoveinstallazioni, aree che diventeranno comunali e chesaranno date in uso di superficie ai gestori degliimpianti». «Il Piano riguarda sia l’emittenza pubblica che quel-la privata – ha aggiunto Hermanin - Le antenne del-le emittenti radiotelevisive nel Lazio saranno tuttelocalizzate lontano almeno un chilometro dalle casesparse e a distanze ancora maggiori dai centri abi-tati e in posizione tale da garantire un ridotto impat-to paesistico, utilizzando le migliori tecnologiedisponibili e razionalizzando anche gli impianti giàesistenti. Il numero delle antenne dovrebbe ridursi acirca un quinto: su ogni traliccio saranno installati 2o 3 sistemi radianti, ognuno dei quali può supporta-re mediamente tre canali, realizzando una sorta diconsorzio tra le emittenti».L’azione esecutiva delle amministrazioni comunali

nell’ambito del processo di delocalizzazione e ricol-locazione delle antenne sarà sostenuta con un miliar-do stanziato a questo scopo dal bilancio preventivoper 2000, appena approvato dalla Pisana.

Elenco delle localizzazioni nella provinciaSiti da delocalizzare e riqualificare:Monte Mario, sostituito da un sito in località SortiLunghi, Monte Cavo, sostituito da Capranica Prene-stina, Monte Artemisio (Velletri), sostituito da Bas-siano, Guadagnolo, sostituito in parte da Colle Anfa-gioneSiti nuovi:Monte Cerella (Capranica Prenestina), località SortiLunghi (Roma)Siti confermati:Monte Paradiso (Civitavecchia), Segni (centro stori-co), San Biagio (Subiaco)Siti alternativi:Monte Traiano in sostituzione del sito di Segni cen-tro storico, Colle Anfagione in sostituzione del sitosul Monte Cerella a Capranica Prenestina.

Armando

DOVE VIVIAMO?20 Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

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Il piano antenne tv per Roma e LazioTraslocano Monte Mario e Monte Cavo e nascono 6 nuovi siti

L’uso del telefonino diverrà di fatto obbligatorio?

Il gigante biotecnologico Monsanto, dopo aver per-seguito politiche aziendali tanto arroganti quanto

maldestre, ha dovuto cedere alle pressioni dei grandiazionisti. Il 19 dicembre, con un comunicato cheannunciava la fusione con la Pharmacia & Upjohn, lamultinazionale Monsanto di St. Louis ha pratica-mente ufficializzato la sua decisione di scorporare ilsettore farmaceutico da quello agroalimentare, dalquale emergerà una nuova compagnia separata dallamadre. Le due compagnie hanno tempo fino al 31dicembre 2000 per completare la fusione, e la pena-le di 575 milioni di dollari stabilita per una eventua-le rottura delle trattative, scoraggiando azioni esterneespresse con offerte alternative al progetto, dovrebbeconsentire all’affare di andare in porto con buoneprobabilità. La Monsanto e la Pharmacia & Upjohnhanno fatto un comunicato congiunto con il qualehanno annunciato le caratteristiche della nuova(ancora anonima) compagnia: un capitale di circa 50miliardi di dollari, un giro d’affari intorno ai 17miliardi di dollari e un complesso e numeroso listinodi farmaci di punta.

Armando

La Monsanto scorporail settore agroalimentare

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Foto Esordio ’99 approda a Palazzodelle Esposizioni: la seconda e la

terza sezione della mostra fotograficaorganizzata dal Mifav in collaborazio-ne con l’Assessorato alle politiche gio-vanili del Comune di Roma e Romaeu-ropa Festival saranno in mostra dal 21gennaio 2000.Giovani artisti provenienti dalla Ger-mania, Svezia e Ungheria e autoriunder 35 esporranno i loro lavori nellaprestigiosa sede di via Nazionale. Anche in questa occasione, come èavvenuto per i giovani che hanno pre-sentato i loro lavori all’Università «TorVergata» (cfr. Notizie in… Controluce,novembre 1999), i partecipanti potran-no usufruire di uno spazio espositivo edella possibilità di far sentire la propriavoce, di comunicare attraverso l’im-magine.Sono giovani ricchi, pieni di entusia-smo, alla ricerca di un proprio linguag-gio espressivo, di uno stile originale, diun’identità artistica. Un’indagine cheha portato alla realizzazione di operedavvero interessanti.Per molti autori «Foto Esordio» rap-presenta un punto di partenza, per altriè forse una conferma della strada intra-presa. È comunque un punto di incon-tro per quanti amano esprimersi attra-verso il linguaggio fotografico. Èun’opportunità per confrontarsi, peruscire allo scoperto, per verificarsi.«Foto Esordio» è soprattutto l’occasioneper proporre l’utilizzo dell’immaginefotografica come linguaggio, in cui latecnica sia posta al servizio di una ricer-ca che incoraggi a percorrere strade lin-guistiche e contenutistiche autonome.L’inaugurazione di «Foto Esordio ’99»è avvenuta il 12 ottobre 1999 con lasezione dedicata alle scuole italiane. APalazzo delle Esposizioni saranno inmostra i lavori di ventidue autori, sele-zionati da una esperta commissionecostituita da Rossana Buono, SandroIovine, Anna Maffi e Simona Sanso-netti.La manifestazione è a cura di: AnnaMaffi, Simona Sansonetti, FrancoSoda e Francesca Vannucchi.Per informazioni:[email protected]

Francesca Vannucchi

Presso le scuderie papali al Quirinale,trasformate mirabilmente in spazio

espositivo dall’architetto Gae Aulenti,sono in mostra (fino all’11 giugno2000) cento capolavori impressionistiprovenienti dal Museo dell’Ermitage diSan Pietroburgo. Tra le tele selezionate,diciannove le opere di Matisse, sei diGauguin, quattro di Cezanne, due diRenoir, diciotto di Picasso.Con questa esposizione il Quirinalecelebra la riapertura, dopo il restauro,delle ex Scuderie papali, capolavorodell’architetto Alessandro Specchi, arti-sta della scuola del Barocco romano.Il Palazzo sorge su parte del basamen-to del tempio di Serapide, edificatointorno al 210-230 d.C., il quale si tro-vava su un terrazzamento artificialeraggiungibile da una scalinata, i cuimuri di sostegno sono ancora visibilinell’attuale giardino Colonna.

La costruzione delle Scuderie Papali inpiazza del Quirinale venne iniziata daAlessandro Specchi intorno al 1720 eportata a compimento solo nel 1730-1732 da parte di Ferdinando Fuga –che sioccupò anche del Palazzo della Consulta,della Manica Lunga, della Palazzina delSegretario delle Cifre e di altri lavori– suincarico del pontefice Clemente XII.Nel corso dell’Ottocento l’edificiosubì delle modifiche: il pontefice PioIX affidò a Virginio Vespignani l’inca-rico di «ripensare» la piazza. In questaoccasione furono demolite le rampe diaccesso al piano-terrazza e il porticoangolare, in seguito alla riorganizza-zione del percorso che ascende al colledel Quirinale (la cosiddetta «Dataria»).Le Scuderie vengono così a comporsidi due parti: la nuova (che coincide conl’area inferiore del palazzo) e la vec-chia (che corrisponde al settore supe-riore, rimasto inalterato).Dopo il recente restauro – terminato il15 dicembre – l’edificio ha ritrovato ilcolore che era stato scelto nel restaurodel 1865 (i risalti architettonici sono intravertino, le specchiature in terrad’ombra naturale), in quanto benearmonizza con il contesto monumenta-le della piazza.Per motivi di sicurezza è stato necessa-rio creare un ulteriore collegamento tra

il primo e il secondo piano. Evitandodi toccare la struttura, Gae Aulenti hadisegnato una scala esterna vetrata cheriserva ai visitatori una inedita vedutadi Roma con le straordinarie rovine deltempio di Serapide.Il rispetto dall’edificio storico è stato ilpunto di partenza dell’adattamentodelle Scuderie a spazio espositivo. Pernon intaccare le strutture originali, GaeAulenti ha inserito nelle due grandigallerie del primo e del secondo piano,una sequenza di contropareti in carton-gesso sulle quali sono esposte le operee che accolgono la sofisticata rete degliimpianti tecnologici per la climatizza-zione, la sicurezza, l’illuminazione.Con questa soluzione, Gae Aulenti haevitato qualunque interferenza con lacostruzione settecentesca, riservandoallo stesso tempo il massimo di risorsetecnologiche e di libertà nell’allesti-mento. A Gae Aulenti, si devono alcuni deimaggiori interventi di recupero a fineespositivo di palazzi storici in Europa,dal Museo d’Orsay di Parigi, ricavatodall’omonima stazione sul Lungo Sen-na, al Museo d’Arte della Catalognasistemato nel Palau Nacional di Bar-cellona. Per informazioni: 06/83138313.

Francesca Vannucchi

I cento capolavori dell’ErmitageNelle Scuderie papali al Quirinale

Premio di poesia «La Repubblica delle Lettere»Alla prima edizione per iniziativa di Mario Michele Pascale Editore

«La notizia» pubblica «Chi non c’è… non c’è»Raccolta di grafica satirica di Borghesani

Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di RomaEspone il gruppo PAN-IKON

ARTE 21http://www.controluce.it visitate la nostra pagina web

Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

Palazzo delleEsposizioni:II e III sezione diFoto Esordio ‘99

Fra le varie iniziative culturali del-l’editore Mario Michele Pascale,

già fondatore della rivista I Nipoti diRameau, desidero segnalarvi il concor-so di poesia «La Repubblica delle Let-tere». Si tratta di un premio letterario divisoin due sezioni, che è alla sua prima edi-zione. Il premio è rivolto ad autori inlingua italiana che, in data 1° aprile del2000, non abbiano compiuto i trenta-cinque anni di età.Nella prima sezione, dedicata agli«autori esordienti», è richiesto l’inviodi almeno venti poesie per un massimodi cinquanta cartelle complessive, cheandranno indirizzate alla segreteria delpremio (Premio «La Repubblica delleLettere» c/o Mario Michele PascaleEditore, Viale Alessandrino 133, scala

B, interno 2 – 00172 Roma) entro il 15marzo del 2000, con allegato, in bustachiusa e separata dalle poesie, il nome,il cognome, i recapiti postale e telefo-nico (ed eventualmente quello infor-matico), nonché un breve curriculumdell’autore. Il vincitore della sezioneverrà pubblicato gratuitamente daMario Michele Pascale Editore.La seconda sezione è dedicata alleopere di poesia edite entro il 31 dicem-bre 1999. In questo caso occorre invia-re, sempre alla segreteria del premio,quattro copie di ciascun volume inconcorso entro il 15 marzo del 2000,con allegato il curriculum dell’autore.Il vincitore riceverà un’opera d’arte diAnnalisa Pastori.La giuria è composta da Donato di Sta-si, Chiara Gamberale e Alberto Scar-

poni. La premiazione avverrà nell’am-bito della manifestazione culturale «LaRepubblica delle Lettere» che si terrà,dal 7 al 14 aprile di quest’anno, pressoi locali dell’associazione «Opera Pae-se» a Roma, in via di Pietralata 157.Oltre ai vincitori, la giuria potrà segna-lare altri autori, che potranno esserepubblicati sulle riviste di Pascale edi-tore o su Internet. Fate attenzione alla vostra timidezza,giacché chi concorre dovrà esseredisposto, se segnalato, a declamare ipropri versi in pubblico. Il che puòessere una buona palestra per chi ritie-ne che la poesia non sia solo qualcosadi scritto su un foglio per un anonimolettore del futuro, ma che abbia un vol-to in ascolto nel pubblico di oggi.

Nicola D’Ugo

Chi volesse consultare i numeri arretrati delgiornale, può farlo gratuitamente tutti i lunedì e martedì dopo le ore 20 presso la nostra sede in Monte Compatri, via Carlo Felici 20.La didascalia del frontespizio preci-

sa: «Galleria di personaggi prene-stini ritratti da Giorgio Borghesani».Una ridda di nomi e di personaggi, gio-vani e anziani, ricchi e...poveri, teste«coronate» e semplici mortali. Tuttinella simpatica carrellata. Una faticatadi nulla...!Indubbiamente si evidenzia in questo«trattato» di vizi e virtù una limpidaverve psicoanaltica, una vitale intelli-genza di analisi sui vari personaggidella vita sociopolitica prenestina, conl’apporto scritto di Antonio Gamboni. Giorgio Borghesani è nato in quella

terra, l’Emilia, illuminata d’arte, nelprimo novecento, dai vari Morandi,Borgonzoni, Mandelli ed altri. Borghe-sani è l’artefice della parte grafica diquesta pubblicazione che inizia a pagi-na 9 e termina alla 160. Personaggidisegnati con fluidità grafica, che indi-ca sicurezza di mestiere, graffianti epulsanti. L’energia grafica di GiorgioBorghesani è anche una intima e seriaadesione alla vita quotidiana dei ritrat-tati; ma il concetto di questo artista vaanche indicato come letteratura sostan-ziosa e geniale della realtà.

Carlo Marcantonio

Dal 14 marzo al 30 aprile 2000 ifotografi Pietro D’Agostino,

Alessandro Vescovo e Nicola Foren-za, dando vita al gruppo PAN-IKON,esporranno le loro immagini fotogra-fiche nella sede della Galleria Nazio-nale d’Arte Moderna e Contempora-

nea in Roma. L’iniziativa dei tre foto-grafi si propone di considerare la lucecome mezzo di accesso ad una realtàinteriore, essa viene usata per creareun varco, un passaggio, che metta incomunicazione i due mondi, l’inte-riore e l’esteriore.

Veduta del Quirinale

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Uno dei primi ad accennare alla depressione delcarrierista mancato, nell’Inghilterra di molti

secoli fa, anche allora patria d’elezione di individuispleenetici e melanconici, fu Sir Yhomas Elyot(?1490-1546), diplomatico, membro del parlamento,scrittore e traduttore, nonché allievo, senza però con-seguire la laurea in medicina, di Thomas Linacre,medico di Henry VIII. Questo suo eclettismo gli per-mise di pubblicare nel 1539 The castel of helth, unlibro di consigli medici indirizzato al grosso pubbli-co e che gli attirò, ovviamente, le ire di molti medicidi professione, specie perché questi, in ultima anali-si, non ne sapevano molto di più di quanto scritto inquell’opera. Nell’elencare le cause della depressio-ne, questo autore scrive:Spesso una promozione attesa e non ottenuta è cau-sa di sconforto, ma è bene che tu rifletta se uominidal retto giudizio considererebbero veramente giustoquel tuo tale avanzamento, e non invece che esso siacosì solo nel tuo desiderio e nelle tue fantasie.Questo interno travaglio, allora tipico del cortigiano,deve avere occupato spesso le menti degli uomini delpassato, se uno dei grandi moralisti del Seicento, ilLa Bruyère, scrive lapidariamente: La corte non ren-de felici, ma impedisce di esserlo altrove.Sull’argomento torna anche l’Encyclopédie di Dide-rot e D’Alembert, testo di riferimento del sapere set-tecentesco, nell’articolo sui vapori, un termine dalsuono gentile con cui all’epoca veniva indicata ladepressione. Per prevenire questo male sarebbe rac-comandabile:1°. Un regime controllato, mangiare solo se si hafame e mangiare poco, evitare gli alimenti speziati, iliquori, le passioni violente, le veglie, il gioco e leperdite che vi si fanno, e la dissolutezza di ogni spe-cie; desiderare poco, ovvero delle cose giuste e pos-sibili; lavorare molto e più di quanto non si mangi,sono i rimedi più sicuri di qualsiasi pozione tonifi-cante.2°. Formarsi un’idea giusta del proprio piccolo valo-re e merito, convincersi di essere sempre favorito siadalla fortuna, sia dal principe, sia dalla natura, eben al di là dei propri talenti, ascoltare la ragione eseguire dei buoni costumi, sono tutte cose che pre-servano contro i vapori.A quanti, lusingati dai propri falsi talenti, crederannodi essere veramente malati, e di avere bisogno di unamedicina che invece non li può affatto risollevare, eperciò non vorranno seguire questi precetti di igienementale, vengono suggeriti, anzi ingiunti, dei rimedipurgativi, degli amari (atti, secondo la medicina dell’e-poca, ad aumentare la tensione delle fibre degli organidella digestione, e a sostituirsi alle funzioni digestivedella bile), degli aperitivi (rimedi atti, sempre secondoi medici del tempo, a diluire gli umori ispessiti e arimuovere le ostruzioni) combinati a dei tonici. Allo scopo vengono elencati, tra l’altro, i seguentipreparati:- Tintura di castoro Secondo il Dizionario Enciclopedico Treccani, ilcastoreo è un liquido untuoso, di odore penetrante epiuttosto sgradevole, secreto da ghiandole contenutein due borse sottocutanee del castoro, sboccanti inprossimità dell’apparato urogenitale. È stato assaiusato nel passato in medicina come emmenagogo,antispasmodico, antiemetico, sotto forma di polvere,di tintura alcolica, eterea; si impiega ancora in pro-fumeria come fissativo.Secondo la stessa Encyclopédie:Lo strutto di castoro è utile per ammorbidire le par-ti indurite, ed è molto efficace nei tremiti, nellemalattie dei nervi, nella paralisi ecc.; lo si usaungendo le parti interessate. Il castoreo attenua gliumori viscosi, fortifica il cervello, eccita le regole, ela traspirazione; lo si impiega nell’epilessia, nellaparalisi, nell’apoplessia e nella sordità. Si brucia ilcastoreo e se ne fa respirare l’odore fetido alle don-ne isteriche durante gli attacchi.- Sciroppo di karabé, detto anche succino Il karabé è più noto come ambra gialla. Secondol’Encyclopédie serve come base per la preparazione

di diverse composizioni antispasmodiche e nervine[cioè con effetto benefico sui nervi. NdR]; inoltre,nei parossismi dei vapori isterici, lo si applica sottole narici facendone annusare un flacone, e se ne faanche un uso molto singolare e verosimilmente inu-tile, strofinandovi il pube e la vulva, e addiritturaintroducendo nella vagina un pressario di esso imbe-vuto. Anche oggi è largamente usato come intermedio nel-la sintesi di composti di interesse farmaceutico (anti-spasmodici, espettoranti, diureutici, ecc.).- Pillole di cachou Il catechu prende il nome da alcune specie di acacie(Acacia catechu, Acacia suma), i cui derivati, secon-do l’Encyclopédie alla voce cachou, avrebbero pro-prietà medicinali che li rendono adatti contro il feto-re dell’alito, per rassodare le gengive, per aiutare ladigestione, per arrestare il vomito, la diarrea e ladissenteria.Secondo il Dizionario Enciclopedico Treccani (voce

catecu), esso è dotato di proprietà espettoranti,astringenti e antisettiche, sfruttate, queste, nel tratta-mento di alcune forme entero-colitiche croniche;talora si usa nella preparazione di colluttorî e di pol-veri e paste dentifricie. Inoltre esso viene usato dagliindigeni per preparare con altri componenti unmasticatorio detto betel.- Liquore minerale di HoffmanMiscuglio composto da una parte di etere solforico etre di alcole etilico, usato in passato come analgesico.

***Questo elenco, apparentemente di medicine nontroppo terrifiche, potrebbe portare a credere che ivapori fossero considerati come una classe di lieviindisposizioni depressive. Ma già quell’accenno aipurganti ci dovrebbe richiamare alla mente l’ellebo-ro, erba dai devastanti effetti emetici e purgativi, cosìcaro agli autori della Grecia classica. Inoltre non vasottaciuto che, nel corso dello stesso articolo suivapori, gli enciclopedisti accennano al fatto che tut-to sarebbe dovuto all’irritazione delle fibre nervosedelle viscere contenute nel basso ventre, come ilfegato, la milza, lo stomaco e l’utero, che influenza-no per simpatia il cervello. Perciò sarebbero utilissi-mi quei rimedi che abbiano il potere di indirizzaregli spiriti animali proprio in altro luogo o causareun’irritazione differente.Tutto questo si spiegava con il fatto che gli spiritianimali erano ritenuti responsabili delle comunica-zioni sensoriali e della trasmissione dei comandi aimuscoli; per questa ragione una qualsiasi irritazioneavrebbe interrotto questa pernicioso collegamento trafibre delle viscere e cervello.Gli irritanti potevano essere di vario tipo, quali:1) Setone, consistente in un nastro o una filaccia dicotone, canapa, cuoio o simile, che veniva cucita sot-topelle, a contatto col primo tessuto cellulare, inmodo da generare una suppurazione continua2) Moxa, processo di cauterizzazione, che consistevanel far bruciare un batuffolo di cotone, previamentecucito alla pelle3) Cauterizzanti, sostanze vescicatorie, frizioni irri-tanti, frizioni al mercurio.

Ancora alla fine del Settecento il Chiarugi, direttoredell’ospedale di Firenze, accoglieva i malati di men-te con i vessicanti, sottoponendoli poi spesso a fusti-gazioni con l’ortica, forse in ricordo delle nerbate acui si ricorreva quando la terapia musicale non avevaavuto ragione della melanconia più ostinata.

***Passando ora al giovin signore, basta ricordare comei giovanotti eleganti del Settecento usassero portareappresso pasticche di oppio, ottimo per scacciarequalche ventata di melanconia, come fa il protagoni-sta di Il giorno del Parini (versi 885-897), che custo-disce in una elegante scatoletta

Quel che il CamaranoFa gemere latte dall’inciso capoDe’ papaveri suoi; perché, se maiNon felice amor l’alma t’attristaLene serpendo per li membri acqueteA te gli spirti, e ne la mente inducaLieta stupidità che mille aduneImmagin dolci e al tuo desio conformi.

Quando poi questi giovanotti venivano presi da sem-pre più frequenti attacchi di melanconia, il consigliodel medico era quello di farli distrarre con un viag-gio in Europa e in Italia, il cosiddetto Gran Tour. Manon si deve pensare che il giovamento venisse essen-zialmente dalla contemplazioni di sublimi bellezzepaesaggistiche e artistiche. I medici, infatti, ripone-vano molte speranze negli sbatacchiamenti a cuivenivano sottoposte le viscere dei viaggiatori dallecondizioni disastrose delle strade dell’epoca; questescosse avrebbero favorito, secondo loro, il distaccodelle concrezioni dell’umore melanconico deposita-to per gravità nelle zone più basse del corpo, e, per lostesso motivo, erano prescritte ai più atletici tumul-tuose cavalcate. Si pensò addirittura a costruire degliaggeggi che permettessero l’esercizio in casa, cosìcome noi oggi ci serviamo di una ciclette; ci fu chipropose un cavallo meccanico e chi qualcosa chesimulasse il moto di una gondola, da alcuni ritenutopiù adatto per il suo dolce ritmo. Propugnatore degliscuotimenti forti fu anche l’abate de Saint-Pierre,che fece realizzare un portentoso trémoussoir, di cuiriferisce ammirato il prestigioso Mercure de Francenel numero di dicembre del 1734:Abbiamo visto il 31 di questo mese il primo seggio daposta. Esso può essere messo in tre posizioni diver-se: una è all’inizio, là dove lo châssis mobile, chesostiene la seggiola, è appoggiato su un perno alcentro del suo movimento. È là che lo scuotimento èmeno forte. Facendo scorrere la seggiola un piede dipiù verso il mezzo dello châssis, si sente uno scuoti-mento sensibilmente più forte, e quando essa è ad unpiede più prossima alla circonferenza dell’arco delsuo movimento, lo scuotimento è ancora più forte. Lafrequenza dello scuotimento dipende dalla velocitàcon cui si fa girare la ruota della manovella. (...)Locazione a domicilio 3 livres per il primo giorno e25 soldi per i successivi [Centomila delle nostre lireil primo giorno e una trentina per i seguenti. NdR]Per mezzo di questa macchina, la cui costruzione èsemplice e l’uso agevole, può essere fatto un tipo diesercizio appropriato. Ciò poiché tutte le parti delcorpo e soprattutto le viscere del basso ventre si tro-vano soggette a dei dimenamenti, a delle compres-sioni e a delle scosse frequentemente ripetute, di cuisi può regolare la vivacità a proprio piacimento, chesono così brusche e rapide da procurare gli stessieffetti della carrozza di posta, e che possono esserevariate all’infinito secondo i bisogni ed essere inol-tre procurate con facilità, con modica spesa, e senzaessere distolti dalla cura dei propri affari, a cui sipuò attendere nello stesso tempo che si è nella seg-giola.Voltaire, uomo sempre attento, da buon ipocondria-co, alle novità in campo medico, ne parla con entu-siasmo nella sua corrispondenza.

(continua)Valmont

CURIOSITÀ STORICHE22 Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

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La depressione nei tempi antichiParte III: La depressione del cortigiano in carriera e la melanconia del giovin signore

Cura con la musica e cura con la flagellazione - XIII sec.

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Gli esseri umani si dividono in duepartiti: quello dei pennichisti e

quello dei non pennichisti. È noto che la digestione assorbe leenergie del fisico, distogliendole dallealtre funzioni. Dopo pranzo si è quindiin preda a: stanchezza, torpore (ceca-gna), difficoltà di fare attenzione e diapplicarsi. I pennichisti di tutto il mon-do risolvono la questione schiacciandoun pisolino (pennichella, siesta, con-trora). I non pennichisti non disdegna-no comunque il relax di una poltronacon giornale. Se si è in viaggio, quella è «L’ora del-lo zingaro». Anzi, peggio: ci si sentegitani senza patria e senza roulotte. Inquel momento si darebbe un regno peruna brandina al buio! E invece, quan-do il trattore ci porta la sambuca conil conto, il momento è tragico. Questaè l’ora fisica dello zingaro. Poi, quan-do si viaggia, c’è l’ora morale dellozingaro: è quella che secondo padreDante: «volge al desio - e ai navigan-

ti intenerisce il core». Per tutto ilgiorno esterni o interni «pubblici»:autostrade, vie, parchi, musei, catte-drali. All’imbrunire, in strada, alzatelo sguardo verso le finestre illuminatedalle prime lampade; immaginate, aldi là dei vetri, il calore di un «inter-no» familiare, una tazza di tè, duechiacchiere in relax. E invece, zingarierranti, vi attende tutt’alpiù in albergol’anonima accoglienza della recepzio-nista nella hall, dove un viaggiatore dicommercio sonnecchia davanti alTelegiornale. Si potrebbe quindi con-cludere che, invece di viaggiare e per-nottare in albergo, sarebbe meglioessere ospitati da amici? Calma e ges-so. L’ospite è come il pesce: dopo tregiorni puzza. «Ma oggi ci sono le cel-le frigorifere...» azzarda il mio amicoRodolfo, grande specialista delloscrocco e noto perciò come lo «scroc-cone scientifico». Spiacente: qui valel’antico, come per i supplì al telefono.Se quest’ultimo fosse cellulare, sareb-

bero senza mozzarella. Il rapportoravvicinato tra ospitante e ospitato,combattuti tra l’istinto di Abele(socializzazione) e quello di Caino(difesa armata della privacy), è desti-nato a finire a schifìo. E ciò quantopiù è piccolo lo spazio a disposizione.«Perchè hai rifiutato l’invito in barcadei Rossi?» chiese stupito un mioamico alla moglie. «Perché ai Rossi citengo e non ci voglio litigare!» rispo-se l’illuminata donna. Nessuna amici-zia resiste all’appiccicume e alleregole sempre violate di una vacanzain barca. La maggioranza degli esseri umanipreferisce essere ospitata, anzichèospitare: ciò perché così la partita fini-sce uno a uno. «I Bianchi sono deirompiscatole, però, in fondo, sono bra-vi: ci hanno ospitato». L’ospitanteinvece perde due a zero: «I Verdi sonoasfissianti; e li abbiamo pure ospita-ti!». Ma questo è niente: il drammaautentico è che gli ospitati sono quasi

sempre preda della «Sindrome delMaharajà deficiente»: ritengono undiritto essere serviti e riveriti comesceicchi, mentre di loro si impadroni-sce una beatitudine idiota da regressio-ne infantile. Tale sindrome fa sì cheessi, irresponsabilmente rilassati, di-vengano incapaci:A)di sorbire un caffè senza versarvelosul tappeto; B)di fumare una sigaretta senza bucar-vi le tende; C)di non spanarvi il rubinetto del lava-bo, torcendolo dalla parte sbagliata; D)di non dozzinarvi il servizio dellanonna, giunto indenne a voi, infran-gendo la chicchera e il piattino fuoru-sciti dalla cristalliera in loro onore. Mache dico! L’ospite è sacro, l’ospitalitàha da essere regale: gli eroi di Omeroricevevano con grandi onori gli ospiti,che facevano ripartire onusti di donipreziosi. Ma... non è stato Omero araccontarci dei Proci?

Francesco Barbone

L’ora dello zingaro e il maharajá deficiente

Claudio Baglioni: vero o falso?

SATIRA E COSTUME

NOTARELLE DI NOTE

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Notizie in� CONTROLUCE

febbraio 2000

«Ragazzo mio (come direbbe Ten-co), ti piace Claudio Baglioni?».

«Cerrrrtoche sì!» (risponderebbeGreggio). Egli è bravo; si è fatto dasé, non si è piazzato in un posto con laraccomandazione. Guadagna perchéle sue canzoni piacciono e tu ragazzo,come tanti altri, compri i suoi dischi.

Il disco è un prodotto che esiste per-chè c’è un imprenditore (produttorediscografico) che noleggia lo studiod’incisione, ingaggia e paga tecnici emusicisti, la quota più consistenteovviamente a Claudio, cantante eautore. Il disco viene stampato edistribuito (cioè mezzi grandi e picco-

li di trasporto lo fanno pervenire intutti i negozi di dischi d’Italia). UnCD (vero) di Claudio lo lo paghi35.000, uno falso, 8.000. Per retribui-re l’impresa occorrono i soldi dellacopia legale, che serviranno a produr-re il prossimo disco. Se la spesa supe-ra l’impresa, questa fallisce; poichénon si può produrre in perdita, non sifaranno più dischi del tuo Claudio.Certo che per far quadrare i soldi del-la paghetta, la tentazione di comprareil falso sul marciapiede è forte. Forteperché il consumatore fa il suo inte-resse e gioca al ribasso. «Chi disprez-za compra» dicevano i nostri nonni. Eavevano ragione: una volta sceltol’oggetto,il problema è quello di«disprezzarlo» (dus, prefisso negativogreco), farne scendere il prezzo per

portarselo via a due lire. Ma il falso èdelitto e, come tale, non paga. Ragaz-zo mio, potrai prendere il diploma digeometra copiando all’esame, maquando progetterai la casa, questacrollerà. Le banconote false generanoinflazione (poiché se aumenta la cartamoneta in circolazione, ma l’oro diriferimento è sempre lo stesso, la car-ta perde valore d’acquisto). Il falso,peraltro, essendo delitto, esercita ilsuo fascino funesto. È una scorciatoia

troppo comoda per il successo. Beatiquelli che non si possono falsificare(svelato il sogno segreto dei presiden-ti di Football clubs: acquistare dal vucumpra’ una copia di Roberto Bag-gio!). Però si esibiscono nelle seratedanzanti sosia di Elton John e diMichael Jackson. Non è una trovata dioggi. Anni fa De Sica bloccò l’uscitadi un suo film rifiutando di doppiarsi.Il Produttore fece doppiare De Sica daCarlo Croccolo e nessuno si accorsedel falso! C’erano una volta i piratiMalesi (amati anche da Cesare Pave-se). Oggi il pro-pro-nipote di San-dokan, un lampo negli occhi di fuoco,solleva la scimitarra (un barbaglio nelsole) e spacca come cocomero uncomputer IBM per poi farlo rifare pre-ciso preciso dai suoi prodi. La tigrerisparmia sui costi della ricerca e sulcosto del lavoro (i tigrotti lavoranosedici ore al giorno per una ciotola diriso e un calcio in c...). Yanez esportai computers a un quarto del prezzoIBM e la Perla di Labuan amministrai conti nel Paradiso fiscale. Per com-petere con quei costi gli operai occi-dentali dovrebbero lavorare diciottoore giornaliere per mezza ciotola diriso e due calci in c...; improbabile!Un altro delitto nel campo della crea-tività il falso lo compie violando ildiritto d’autore. Per ogni disco vendu-to una percentuale va all’autore e, sesi suona in luogo pubblico occorreriempire un bollettino della SIAE,indicando autore ed editore dei branieseguiti. Insospettabili 007 eseguonoaccurati controlli, e guai a sgarrare! Epensare che -non esistendo all’epocaquesta legge, né l’ente preposto allatutela e all’incasso dei diritti d’auto-re- per tirare a campare, Mozart si liti-gava con Salieri le lezioni di pianodella contessina! Ragazzo mio, pensa-ci un po’ su e poi ascoltiamoci un beldisco di Claudio Baglioni (vero, miraccomando!).

Francesco Barbone

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AvvisoDomenica 19 marzo 2000, in occasione della Festa del Papà ed in contemporanea con la Mostra-Mercato di Antiquariato e Artigiana-to, con la collaborazione dell’Ass.to alla Cultura e Turismo del Comune di Montecompatri, verrà organizzato un concorso di disegnoaperto a tutti i bambini, dal titolo Papà 2000. Tutti coloro i quali volessero partecipare dovranno ritirare il foglio di partecipazione pres-so lo spazio messo a disposizione dall’organizzazione in Piazzale Busnago entro le ore 10,00. Tutti i lavori dovranno essere consegnatialle ore 15,00 per essere esposti. Alle ore 18,30, nello spazio riservato all’organizzazione, una giuria premierà i primi tre classificati. Perinformazioni: tel. 0348/73.55.707-0360/81.43.24

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