Associazione Collezionisti cambisti LA SOFFITTA · 2016. 11. 22. · battello per la VIA DI NIZZA,...

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NOTIZIARIO INTERNO AD USO DEI SOCI REALIZZATO IN PROPRIO Associazione Collezionisti Scambisti www.aciesse.org LA SOFFITTA VEDI pag. 4 N° 72-73 SETT. DIC. 2016

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  • NOTIZIARIO INTERNO AD USO DEI SOCI REALIZZATO IN PROPRIO

    Associazione Collezionisti Scambistiwww.aciesse.org

    L A S O F F I T T A

    VEDI pag. 4

    N° 72-73 SETT. DIC. 2016

  • Gli articoli firmati impegnano solo i loro estensori. Il Comitato di Redazione e l'ACS declinano ogni e qualsiasi responsabilità, a qualunque titolo ad essi riconducibile per quanto pubblicato.

    La collaborazione al notiziario è gratuita ed aperta a tutti i SociAnnunci , articoli etc. devono pervenire entro il mese antecedente la pubblicazione e non vengono restituiti. Per ragioni di praticità è gradita, oltre alla forma scritta, quella elettronica come “file” di testo

    LA SOFFITTA

    In questo numero:

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    Notiziario trimestrale realizzato in proprio, destinato ai soci ed amici dell' A.C.S.

    È permessa la riproduzione citando la fonte.

    Comitato di Redazione: D. SIMONCINIC. CRISCUOLO D. LO CELSO

    Redazionale di C. Criscuolo pag. 3Pagina di copertina pag. 4

    Un rompicapo...natalizio !! di P. Borrelli pag. 6

    Errore di calcolo di V. De Martino pag. 8Cronaca postale di C. Criscuolo pag. 10

    M. de Cervantes di A. Caminiti pag. 12

    Ma quanto vale? di C. Criscuolo pag. 15

    La modulistica della provincia di Lubiana di M. Zuppello pag. 17

    ASSOCIAZIONE COLLEZIONISTI SCAMBISTICONSIGLIO DIRETTIVO

    Presidente: Carmine Criscuolo via Cucca 120 – 80031 BRUSCIANO (NA)Segretario: Ing. Dario Simoncini via Col di Lana 1 – 01100 VITERBOConsiglieri: Ing. Mario Merone via S.Antonio 5 – 80048 S:ANASTASIA (NA) Dr. Pasquale Borrelli via A. Salieri 45 – 80126 NAPOLI

    RedazionaleCari Amici,anche questa è fatta confermando che la pubblicazione dell’ 2015 “ATTI….” non era una fiammata isolata bensì la prima scintilla per un fuoco che alimentato dal vostro contributo potrà brillare ancora in futuro. E posso anticipare che per 2017… ma ve ne parlerò sul prossimo notiziario anche perché possiate subito volare alle pag. 4/5 dove sono riportate la prefazione e le modalità per ricevere il volume appena sfornato. Confesso di essere particolarmente soddisfatto perché la pubblicazione del volume “…..” mi ha dato la possibilità per un omaggio che consideravo doveroso verso il Maestro Giovanni Chiavarello cui devo moltissimo quale discepolo a volte disattento ma perennemente grato . A quanti hanno in modo diverso hanno reso possibile realizzare tale mio desiderio un GRAZIE di cuore.Avrete notato che ho abbinato i trimestrali settembre / dicembre non avendo potuto altrimenti anche per mantenere la promessa di una cedolista corposa che mi ha impegnato oltre quanto avevo programmato. Comunque anche per questo 2016 possiamo essere soddisfatti dei risultati e se il buon giorno si vede dal mattino il futuro dovrebbe riservarci altre liete sorprese.Attenderemo insieme e nel frattempo vi giunga a nome personale e di tutti i soci l’ Augurio di un Felice Natale

    Criscuolo

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    FOTO DI COPERTINA

    ● I Soci che hanno reso possibile l’ evento anche con contributi volontari riceveranno esemplare dell’ edizione “lusso”● I soci “Charta” ovvero che pagano la quota annuale per ricevere il notiziario in forma cartacea riceveranno esemplare non rilegato al costo delle spese postali di “racc. pieghi libri” (E. 3,63)● I soci “On line” potranno richiedere esemplari non rilegati al puro costo + spese postali di “racc. pieghi libri” (E. 3,63)

    Saranno ovviamente bene accetti contributi volontari che ci consentiranno di pubblicare altro volume già in fase di elaborazione.

    LE QUOTE SOCIALI, I CONTRIBUTI VOLONTARI, ETC. POSSONO ESSE-RE VERSATI A MEZZO BONIFICO SUL C.C.P. intestato a:Carmine Criscuolo IBAN: IT73 H076 0103 4000 0100 8667 378

    PREFAZIONE

    Sin dall’ immediatezza della scomparsa, or più di un decennio, e da più parti si è ipotizzato la realizzazione di una raccolta degli scritti dell’ esimio perito partenopeo G. CHIAVARELLO. In attesa che alle dichiarazioni d’ intenti seguano i fatti così che tale “opera omnia” possa vedere finalmente la luce, l’ A.C.S. ha creduto opportuno pubblicare un “estratto” degli articoli apparsi nelle riviste specializzate. Concatenati logicamente gli obiettivi prefissi: un doveroso “tributo pubblico” all’ umanità e alla disponibilità che nel nostro Principe oltrepassavano persino la cosmica professionalità e la vastissima cultura presente negli “scritti da recuperare” come patrimonio inestimabile specie per quella “lotta ai falsari” di cui fu sempre in prima linea. Non deve essere sembrato vero alla sempre vegeta schiatta di falsari, truccatori e simili avere finalmente campo libero al punto da osare, per una sorta di rivincita ignobile perché assente la controparte, di produrre non solo contraffa.zione di sigle e firme ma persino falsificazione di certificati peritali.

    Valga dunque questa pubblicazione pur modesta a dimostrare a quanti molto chiacchierano ma poco o nulla fanno che se si vuole si può ma soprattutto possa in qualche modo svegliare gli assonnati affinché si attivino per la salvaguardia del buon nome del nostro Principe cui moltissimi devono e non poco.

    Un ringraziamento non formale al giovane Dr. P. Borrelli, che, come per il volume precedente, si è in pratica sobbarcato il peso dell’ intera operazione. Sarebbe piaciuto al nostro Principe, espertissimo nella chimica dei colori, l’ Amico Pasquale che applica alla dimensione collezionistica, naturalmente sentimentale, la razionalità propria della ricerca scientifica e si presenta a pieno titolo erede di quella tradizione filatelica partenopea che ha tenuto banco dai Ravel, dai Russo, dai Diana, etc. del 1° Congresso Filatelico del 1910 e attraverso i Chiavarello e i Merone fino ai nostri giorni.

    L’ obiettivo di contrastare per quanto possibile l’ azione ormai a tutto campo dei falsari neppure avrebbe potuto ipotizzarsi se non grazie alla disponibilità dell’ Ing. M. Merone, che quale esperto della produzione peritale del principe e da sempre in guerra con falsari e detrattori ha reso disponibile le ricerche di questi anni nella parte dedicata alle falsificazioni.

    Neppure la realizzazione sarebbe potuta andare a buon fine senza il prticolare sostegno dell’ Amico D. Arena, collezionista e operatore commerciale milanese, e di quanti hanno partecipato con la pubblicità. A loro il ringraziamento dell’ ACS e mio personale.

    In ultimo, ma solo in senso cronologico, un grazie di cuore ai soci che hanno fattivamente contribuito rendendo possibile, ancora una volta, una ipotesi da molti definita non realizzabile così come quella già in cantiere per il prossimo anno. Ci riusciremo? Certamente se con l’ apporto di voi tutti.

    Il coordinatore A.C.S.

    C. Criscuolo

    IL PRINCIPE DEI PERITIGIOVANNI CHIAVARELLO

    Il volume raccoglie un estratto degli scritti pubblicati, in oltre mezzo secolo di attività peritale, sulle più prestigiose riviste specializzate. In aggiunta una importante sezione per riconoscere sigle, firme e certificati falsi che dalla scomparsa dell’ insigne esperto hanno invaso il mercato.

    Appena sfornato il volume in 120 copie numerate, di cui 20 con rilegatura “lusso” e numerazione romana riservata ai soci contribuenti, è disponibile con le seguenti modalità:

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    UN ROMPICAPO... NATALIZIO !!Auguro Buon Natale e felice capodanno a tutti i soci con una missiva viaggiata

    in tale periodo di festività del 1855/6. Spedita da ditta commerciale di Palma de Mallorca per Napoli ricevette il 21 dicembre il timbro BALEARES e inoltrata con battello per la VIA DI NIZZA, città ove pervenne il giorno di Natale e da dove, transitando per Genova il giorno di S. Stefano e attraversato lo Stato Pontificio, giunse a destinazione il 2 gennaio.

    In pratica la lettera impiegò l’ intero periodo, oggi vacanziero, documentando l’ attività lavorativa dei servizi postali anche in giorni sacralmente festivi.

    - NIZZA 25 DIC 55 – GENOVA 26 DIC 55- PER LO STATO PONT

    - NAPOLI 2 GEN 1856

    AGDPAmministrazione Generale Delle Poste

    BALEARES 21 DIC 55

    Ed ecco il rompicapo: secondo il tariffario promulgato il 13 dicembre 1853 e in forza della stipulata Convenzione xxxxxfranco-napoletana del 1° gennaio 1854 il costo sarebbe dovuto ammontare a 37 grana di cui 24 per lettere con provenienza da Spagna/Portogallo/Gibilterra + 10 per distribuzione fino al confine con lo Stato Pontificio + 3 per la tassazione napoletana.

    Ma le cifre riportate sul fronte della lettera non riproducono tale totale.

    P. Borrelli

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    ERRORE DI CALCOLO

    Può capitare per tariffe complesse che includono servizi accessori e porti multipli un qualche errore che se per difetto torna utile al mittente che risparmia. Ad esemplificare tale casistica la busta che propongo all’ attenzione del lettore.

    Mi piace supporre che l’ assicurata per L. 5.000 (Cinquemila), inoltrata da Trieste Centro il 21 marzo 1919, contenesse francobolli di alto valore (Kr. 10 e simili?) da periziare considerato il “pregasi non perforare” e il destinatario Emilio Diena inequivocabilmente da identificarsi con il grande esperto.

    Comunque la busta, inviata da ufficiale in forza alla “Commissione di Censura Postale”, riporta al recto l’ annotazione a matita blu verisimilmente apposta dall’ addetto postale “18 gr X 4,65” quali dati che identificano il peso dell’ involucro e l’ importo da esigere. Difatti l’ affrancatura con valori sovrastampati in c.mi di corona (c. 45 + sette c. 60 di cui due apposti al recto) corrisponde nel totale alla predetta cifra di 4,65. Però i conti non tornano nel senso che secondo il tariffario vigente dal 1.3.19 (D.L. n. 68 del 26.1.19 e D.L. n. 320 del 27.2.19) l’ importo totale doveva inclu-dere L. 0,25 per Lettera 1° (gr. 20) + L. 0,30 (Raccomandata) + L. 5,10 (pari a 17 porti L. 0,30 ciascuno per ogni L. 300 di valore assicurato) per complessive L. 5,65.

    La perfetta rispondenza dei decimali suggerisce il trattarsi di errore peraltro non rilevato nelle fasi di smistamento e consegna che venne regolarmente effettuata, il 25 seguente.

    Altra ipotesi? Improbabile ma pur sempre possibile nella consapevolezza che solo lo sciocco è certo della propria infallibilità.

    V. de Martino

    HELP!! IL socio ALBERTO CAMINITI è interessato per un articolo sulla “GUERRRA DI SPAGNA” a corrispon-denze inoltrate da appartenenti alle xxxxx “BRIGATE INTERNAZIONALI”. Se qualche lettore

    dispone di tale materiale può inviare email ad: [email protected]

    mailto:[email protected]

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    CRONACA POSTALE le nuove emissioni nell’ ottica storico-postale

    Da sempre le riviste specializzate hanno presentato le nuove emissioni filateli- che in rubriche CRONACA DELLE NOVITÀ riproducendo la vignetta e riportando la tiratura, le caratteristiche tecniche ed altri dettagli “filatelici” ma, per quanto rammento, mai è stato considerato il valore facciale in riferimento ai possibili usi tariffari ovvero del tutto ignorati i risvolti più genuinamente postali. Un mio sugge- rimento avanzato negli anni ottanta del secolo scorso, quando la complessità del tariffario lasciava ampie possibilità di usi differenziati, fu disdegnato dalle riviste specializzate che preferivano osannare varietà, fosforini, nuovi Stati (Malta, Man, Guersney, etc.) ed altre assurdità che hanno riempito le tasche di alcuni ma tanti danni hanno prodotto al collezionismo filatelico spingendo alla fuga il vero zoccolo duro del sistema ovvero i collezionisti di medio livello.Forse oggi con le nuove emissioni, che non trovano sbocco nonostante le tirature ridotte ma introvabili allo stato di usato, potrebbe risultare interessante per il colle- zionista lungimirante un approccio che, trattandosi di contemporaneità, definirei “cronaca postale” nella convinzione che “cronaca” oggi significa “storia” domani.E chissà che qualche mercante non sappia vedere oltre il grigio orizzonte proponendo come “novità” non solo nuovi e usati sciolti ma anche su oggetto postale in tariffa. Certamente ci sono collezionisti solitari che già perseguono tale strada realizzando in proprio (“provocando” é il termine dal sapore spregiativo utilizzato dai puristi) ma sono convinto che una iniziativa commerciale possa trovare ampio riscontro anche per le difficoltà pratiche derivanti da alcune tariffe per estero che presuppongono collegamenti per la restituzione del materiale.Comunque sia vediamo insieme le emissioni dell’ anno in corso in funzione del valore facciale:

    ● Le emissioni con facciale 0,95 sono tutti utilizzabili, secondo il tariffario vigente, per gli invii di formato standard 1° porto diretti all’ interno con le modalità POSTA 4

    ● Europa E. 1,00 utilizzabile per invii di formato standard 1° porto diretti a Paesi esteri classificati come ZONA 1 (Europa e bacino del Mediterraneo) di cui 4 con le modalità POSTAMAIL INTERNATIONAL

    ● Emissionidi 8 francobolli ordinari appartenenti alla serie “Piazze d’Italia” con facciale convenzionale (B):

    E. 0.95 Roma p.za repubblica posta4 interno 1° gr. 20E. 1,00 Napoli p.za plebiscito postamail international zona 1 gr. 20 E. 2,20 Palermo p.za R. Settimo postamail international zona 2 gr. 20E. 2,55 Milano p.za duomo posta4 interno 2° gr. 50E. 2,70 Torino p.za S. Carlo postamail international zona 1 gr. 50E. 2,90 Bologna p.za maggiore postamail international zona 3 gr. 20E. 3,70 Genova p.za de Ferrari postamail international zona 2 gr. 50E. 4,60 Firenze p.za della signoria postamail international zona 3 gr. 50

    Interessante nell’ ottica collezionistica la serie “piazze” che come “ordinaria” dovrebbe essere estremamente diffusa mentre di fatto, come la Leonardesca gia in corso da oltre un anno, è introvabile presso gli uffici postali che spesso ignorandone l’ esistenza si trovano in difficoltà innanzi ad oggetti postali affrancati con valori privi del facciale. Ergo è presumibile che la mancata diffusione e lo scarso utilizzo siano condizioni perché in futuro risultino non di facile reperibilità allo stato di usati e ancor meno su oggetti postali viaggiati in tariffa.

    C.Criscuolo

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    MIGUEL DE CERVANTES(1547 – 1616)

    PREMESSASarebbe bastato che Cervantes avesse scritto la propria vita anzichè quella di

    don Chisciotte, e la trama sarebbe stata ancor più avventurosa. Ufficialmente egli è stato romanziere, drammaturgo ed anche militare al servizio del Re di Spagna, ma fu anche cameriere, agente delle tasse, informatore/spia del governo, nonché schiavo dei pirati saraceni, carcerato più volte e perseguitato dalla sfortuna. Fu ferito a Lepanto e visse sempre in ristrettezze economiche. Non lo possiamo chiamare grafomane ma scrisse tanto e quando ricevette l’Estrema Unzione sul letto di morte, aveva la penna in mano e dieci minuti più tardi morì con la penna ancora stretta nella mano. La Spagna avrebbe voluto onorarlo nel 1916, ma allora in tutto il mondo c’era la prima guerra mondiale. Quest’anno – a 400 anni dalla morte – si è aperta tutta una serie di celebrazioni in Spagna e nell’intero mondo : perché Cervantes è uno scrittore universale. A Torino, il 15.3.2016 si è aperto il Convegno per rendere omaggio sia al grande letterato spagnolo che a Shakespeare; per entrambi, a 4 secoli dalla loro morte, studiosi e letterati accademici d’ogni nazione rinnovano studi e commemorazioni sulle opere fondamentali di ambedue questi grandi poeti e drammaturghi; Cervantes è addirittura il simbolo stesso della lingua spagnola, detta appunto “di Cervantes” ed a lui è dedicato l’Istituto nazionale di lingua e cultura spagnola.

    Fig. 1 = La serie commemorativa del 1916 per il 300° della morte diCervantes; Yvert 514-517

    Fig. 2 = Il valore – stilizzato – emesso nel 2016, a 400 anni dalla morte (Yvert 4743)

    CENNI BIOGRAFICIMiguel nacque ad Alcalà de Henares il 19 settembre 1547 e morì a Madrid il

    23 aprile 1616. La sua famiglia era di origini modeste e Miguel era il quarto di sette figli. Suo padre era Rodrigo e la madre Leonor de Cortinas. Per via delle scarse entrate paterne, la famiglia si spostava continuamente e nel 1568 si trovava a Madrid, dove Miguel studiò nel collegio “El Estudio“. Nel 1570 però, ingiustamente accusato del ferimento di un tale Antonio de Segura, Miguel preferisce scappare per evitare processi e probabile pena. Va a Roma e viene assunto quale “domestico di camera” dal cardinale Giulio Acquaviva. Irrequieto, Miguel si arruola poi quale archibugiere nel reggimento di fanteria di Miguel de Moncada, che allora era al servizio di Marcantonio Colonna. Per cui lo troviamo a bordo della galea “Marquesa“ che fa parte della flotta della Lega Santa che si batte contro i Turchi a Lepanto (7 ottobre 1571). Quel giorno, Miguel era stato autorizzato a stare in infermeria perché afflitto da una forte gastroenterite, ma all’atto dello scontro è sul ponte della nave col suo archibugio; viene colpito al braccio sinistro e cade ferito. Lo ritroviamo, al rientro della flotta vittoriosa, a Messina presso il locale ospedale. Malgrado le cure, perderà per sempre l’uso della mano sinistra. In seguito combattè ancora a Navarino (1572) ed a Tunisi (1573). Buon militare, riceve lettere di raccomandazione per il comando di una Compagnia di fanti, ma mentre parte da Napoli per la Spagna, la galea “Sol“ viene intercettata e catturata dal rinnegato albanese Arnaut Mamì, sicchè Miguel finisce ad Algeri come schiavo e poi ai remi per cinque anni sulle galee dei pirati. Venne alla fine (1580) riscattato da una di quelle confraternite (la Missione di San Giovanni de Matha) nate per riscattare i meno abbienti che non potevano essere aiutati dalla famiglia. Rientrato in Spagna, continuarono le sue tribolazioni economiche e gli umilianti lavori. Nel 1584 Miguel sposò la ventenne Catalina de Salazar y Palacios e prese dimora ad Esquivias, vicino a Toledo. I pimi tempi del matrimonio sembrarono sereni pur se non nacquero figli. L’irrequietezza di Miguel era – però – inarrestabile. Mollò moglie e tutto, andò in Andalusia dove ottenne un posto governativo di procacciatore di viveri per la flotta spagnola e poi l’ufficio di riscossione delle tasse. Era un lavoro difficile che rendeva Miguel inviso a tutti gli abitanti, in quanto egli spesso doveva togliere loro il grano e requisire i loro poveri beni. La sfortuna ancora una volta incalzava ed ecco che gli pervennero da Siviglia (1597) gravi accuse per sottrazione di denaro pubblico; venne incarcerato per sette mesi a Siviglia. Probabilmente (sul nostro scrittore sono scarse le notizie letterarie) è qui che iniziò ad ideare il suo capolavoro: Don Chisciotte. Finita l’incarcerazione, recuperò la moglie ed andò ad abitare a Valladolid con essa, la nipote, due sorelle e la figlia Isabel, nata dalla relazione con una certa Anna de Rojas. Vivono in promiscuità e ciò fa parlare le malelingue della città circa la (presunta) immoralità delle due sorelle e della stessa Isabel. Fatto sta che quando viene trovato, vicino alla loro casa, il cadavere del cavalier Gaspar de Ezpeleta, i sospetti immediatamente cadono sullo scrittore. È nuovamente incarcerato; poi, per fortuna, viene riconosciuto innocente. Amareggiato e triste, Miguel finalmente si trasferisce a Madrid e, malgrado gli stenti che non l’abbandonano mai, sforna il meglio della sua produzione.

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    PRODUZIONE LETTERARIA.Prima di fare un’elencazione delle sue opere, dobbiamo stabilire alcuni punti fissi:

    ●scrisse nelle condizioni più sfavorevoli ed all’inizio non ebbe successo;●contava di ricavare denaro e gloria, ma in vita non vi riuscì;●non seguiva schemi precisi né le correnti letterarie del tempo ; con gli umanisti di quegli anni vi fu una totale e reciproca indifferenza ;

    ●malgrado le sue continue tribolazioni giudiziarie ed economiche, le sue opere sono soffuse di un lieve umorismo e di vivacità interpretativa .

    Opere in prosa : ●La Galatea, romanzo pastorale ( 1585 ) ;●El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha ( 1605 ) ;●Novelas ejemplares (1613 ) ; 12 storie brevi ;●Viaje del Parnaso ( 1614 ) : critica dei poeti del suo tempo ;●Segunda parte del ingenioso caballero don Quijote ( 1615 ) ;●Los trabajos de Persiles y Segismunda , romanzo del 1617.

    Cinque opere poetiche; otto commedie; nove Intermezzi teatrali. Il critico letterario Fernando Savater (La Stampa – 15.3.2016) afferma che il Don Chisciotte è il primo romanzo “europeo“, dove tale aggettivo è usato per indicare l’universalità del personaggio, la sua appartenenza – solo apparente – alla realtà. È questo in definitiva il carattere pregnante delle opere di Miguel: il rifiuto della realtà, perché solo in tal modo si possono superare le “ naturali” angustie della vita quotidiana.Concludiamo, ricordando che chiaramente l’uscita del romanzo diede una certa fama a Cervantes e la sua popolarità fu al massimo, talmente che già ai suoi tempi con l’appellativo di “ Don Chisciotte” veniva indicata una persona strana e velleitaria. Non potevano mancare per Miguel le solite tribolazioni, in quanto vennero pubblicati da vari scrittori ignoti delle copie apocrife del romanzo che lo misero in grave angustia. Morì nel 1616 e le cronache dicono che venne tumulato nel convento dei Trinitari Scalzi, ma – malgrado ogni ricerca – a tutt’oggi non è mai stata ritrovata la sua tomba.

    Figg. 3 – 4 = Cartolina postale emessa nel 1938, in versione nuova ed usata con annullo di Malaga, spedita dall’Arciprete di Campillos. BIBLIOGRAFIA :Fernando Arrebal : Uno schiavo chiamato Cervantes (Spirali – Milano – 1996)

    A. Caminiti

    MA QUANTO VALE ?

    Capita che oggetti postali simili per tipologia, affrancatura, qualità, etc. vengano valutati differentemente dai venditori anche con scarto di consistente entità così da disorientare l’ acquirente. Escludo la condizione di necessità per il venditore di una cessione immediata seppure in perdita così come la supervalutazione dettata da una momentanea artificiosa richiesta di mercato riferendomi a quella disparità generata, quanto non dall’ ignoranza, dall’ utilizzo di parametri differenti di scarsa o nessuna certezza come la personale esperienza, ovvero la quantità di cui si ha conoscenza, oppure la deduzione secondo un percorso illogico perché mancante di qualsivoglia oggettività. Probabilmente da siffatta incertezza il successo dei “singoli isolati” che facilmente e oggettivamente possono posizionarsi in base ad alcuni semplici parametri sulla scala della rarità.

    La durata del periodo d’ uso è un parametro da cui non si può prescindere perché è incontrovertibile che uno stesso oggetto postale se affrancato in perfetta tariffa con francobollo il cui uso è stato possibile per un periodo limitato debba essere valutato di maggiore rarità.

    Accademia Navale L. 1,25 in tariffa Lettera 1° estero su busta Ministero Aeronautica da Roma 8.12.31 a Barraquilla (Colombia)11.1.32 - Validità della serie dal 29.11.31 al 31.5.32 - Quotazione Sassone E. 50 ovvero acquisibile con i consueti sconti a circa E. 15. Provate a trovarla!!!

    Siracusana E.2,17 varietà “testa e dentellatura spostate” venduto fino a qualche anno addietro da E. 50 a 150 con certificazione peritale e oggi a prezzo che neppure copre il costo del certificato.

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    Si potrebbe obiettare che a nulla serve conoscere la rarità effettiva perché un oggetto anche rarissimo se non richiesto vale, nell’ ottica economica, poco o nulla come sembrerebbe aver dimostrato in tempi non lontani il famoso “Gronchi rosa” raggiungendo quotazioni abnormi in riferimento alla reale offerta dal momento che per decenni non vi è stata vendita o asta che non abbia presentato singoli, quartine e anche fogli di questo “raro” farncobollo. Secondo la mia modesta opinione tale affermazione ignora volutamente la tendenza, congenita al “Collezionista”, di perseguire il possesso del “raro” oggettivamente tale e contestualmente ne offende l’ intelligenza supponendo che questi per un oggetto comune sia disposto a sborsare la stessa somma che gli consentirebbe di acquisirne un esemplare raro. Il mercante ha bisogno soprattutto di oggetti disponibili in non irrisoria quantità altrimenti esaurirebbe in breve il proprio ciclo commerciale ma rivolgendo la propria attività ad una particolare utenza che ricerca il non comune gli appare necessario trasformare, per mezzo di manovre più o meno artificiose, il “multiplo” in “unico” così da renderlo appetibile al collezionista che, come sappiamo, ricerca la rarità. Ergo non è il collezionista a preferire il comune ma il mercante ad offrirglielo come rarità. Anche nel settore cosiddetto storico-postale, ma in quantità estremamente più limitata rispetto alla filatelia tradizionale, le mode generate da ben orchestrate campagne pubblicitarie hanno sbandierato illusorie “rarità” che hanno prodotto al risveglio la perdita di ampi strati dell’utenza. A volte è stata la diretta conseguenza di operazioni commerciali ad alterare le quotazioni degli usi postali come nel caso del 1° periodo repubblica i cui francobolli allo stato di usati sono stati oggetto di una “campagna di moda” che li ha portati a quotazioni non rispondenti alla reale consistente disponibilità. Ad esempio per un Montecassino L. 55 usato sciolto quotato euro 67,50 appare naturale che su oggetto postale sia valutato almeno cinque volte anche tenendo presente la tendenza che per decenni ha spinto collezionisti e commercianti a staccare i francobolli dai supporti. Dunque non campata in aria la proporzione di 1 a 5 ma del tutto illogica, stante la tiratura e il diffuso uso all’ epoca dei valori postali sull’ intero territorio nazionale, la quotazione dell’ usato sciolto per cui altrettanto assurda quella conseguente su oggetto postale. Ben diversamente se si partisse da un quotazione reale per l’ usato di E. 15 e conseguentemente E. 70 per l’ uso su documento completo nella tipologia e tariffa più comune. Ovviamente non mi riferisco all’ uso “isolato” che è stato possibile per breve periodo specie per l’ uso interno (18.6.51 – 31.7.51) su raccomandata aperta. Altre volte è da addebitarsi a strombazzamenti storico-postali per cui un L. 100 della serie “Democratica” appare come dotato di una rarità intrinseca indipendentemente dal periodo e dalla tipologia d’ uso così che si richiedono E. 50,00 per questo valore non isolato su raccomandata del 1950. Orbene se si tiene conto la mole di corrispondenze verso le nazioni con consistenti presenze di emigrati italiani e il supplemento aereo da assolversi per siffatte destinazioni ci si rende facilmente conto del massiccio uso che fu fatto di tale valore anche in multiplo. Ben diversamente per la tipologia “isolato” causa le limitate possibilità offerte dai tariffari, in periodo di validità, che consentivano tale particolare uso.

    C. Criscuolo

    LA MODULISTICA DELLA PROVINCIA DI LUBIANA.

    Questa parte del territorio della Slovenia, occupato dagli italiani dopo l'offensiva contro gli jugoslavi iniziata domenica 6 aprile 1941, divenne il 3 maggio 1941 , con il Regio decreto legge n. 291, la Provincia autonoma di Lubiana annessa al Regno d'Italia.

    Il 9 settembre 1943, alle quattro del mattino, le truppe tedesche della 71° divisione occuparono Lubiana ed il suo territorio.

    Uno dei moduli di cui troviamo testimonianze di utilizzo solo nella provincia di Lubiana ed in ciascuna delle fasi storiche sopra citate è l'assegno vaglia.

    Si tratta di un singolare mezzo di “pagamento nei confronti di terzi” che nasceva come assegno e dopo una apposita procedura che prevedeva l' applicazione di un timbro a forma di scudo da parte della Cassa di Risparmio Postale di Lubiana,la presentazione all'ufficio postale,l' invio all'ufficio postale corrispondente all'indirizzo del beneficiario, si trasformava in vaglia.

    Periodo della occupazione italiana:venivano usati i moduli jugoslavi; il vaglia veniva compilato in dinari ed riscosso in dinari.Qui sotto un esemplare presentato all'ufficio postale di Lubiana 30 aprile 1941:

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    Periodo della annessione al Regno d'Italia:il vaglia veniva compilato in dinari e riscosso in lire con qualche incertezza sul

    cambio dinaro/lira inizialmente fissato in 30 dinari per 100 lire e successivamente in 38 dinari per 100 lire.

    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

    Periodo della annessione al Regno d'Italia:il vaglia veniva compilato in dinari e riscosso in lire con qualche incertezza sul

    cambio dinaro/lira inizialmente fissato in 30 dinari per 100 lire e successivamente in 38 dinari per 100 lire.

    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

    Periodo della annessione al Regno d'Italia:il vaglia veniva compilato in dinari e riscosso in lire con qualche incertezza sul

    cambio dinaro/lira inizialmente fissato in 30 dinari per 100 lire e successivamente in 38 dinari per 100 lire.

    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

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    cambio dinaro/lira inizialmente fissato in 30 dinari per 100 lire e successivamente in 38 dinari per 100 lire.

    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

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    cambio dinaro/lira inizialmente fissato in 30 dinari per 100 lire e successivamente in 38 dinari per 100 lire.

    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

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    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

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    Esaminando gli esemplari sotto riprodotti si può constatare che l' importo del cambio in lire veniva indicato, probabilmente al momento della riscossione, con una scritta a penna in inchiostro rosso.

    Nell'esemplare di seguito riprodotto, presentato all'ufficio postalce di Lubiana 22 giugno 1941, troviamo la solita scritta in inchiostro rosso con il cambio a 30 lire ed una scritta a matita, sul bordo alto del vaglia, con l'indicazione del cambio a 38 lire per 100 dinari:

    Periodo del governo tedesco in attesa dell'annessione al Reich:venivano usati anche i moduli bilingui stampati durante l'annessione all'Italia. Il vaglia veniva compilato in lire e riscosso in lire. Il timbro a forma di scudo impresso all'atto della presentazione dell'assegno alla Cassa di Risparmio Postale di Lubiana probabilmente nella parte finale del 1944 cambia colore e passa dal verde al rosso e non ha al centro lo stemma della banca.Qui di seguito un esemplare bilingue stampato dagli italiani nel 1941 e presentato

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  • all'ufficio postale il 28 gennaio 1944 ed un esemplare in sloveno stampato nel 1944 , con il timbro in rosso invece che in verde, presentato all'ufficio postale il 20 aprile 1945:

    Bibliografia:● V. Astolfi, Occupazioni ed annessioni italiane nella seconda guerra mondiale, Milano 1996● M.Cuzzi, L'occupazione italiana della Slovenia, Roma 1998

    M. Zuppello

    Grazie ad uno stile “giornalistico” che gli è congeniale l’ autore ha evitato che un contenuto naturalmente arido per riferimenti, tabelle, grafici, schemi, etc. potesse risultare pesante al lettore che, invece, si ritrova a percorrere con i personaggi del tempo la strada della Storia che dalla Legione Romulea lo porterà alla massima espansione territoriale possibile e alla seguente decadenza fino all’ ineluttabile declino. Molto è stato scritto nei secoli sui singoli argomenti: ogni battaglia è stata studiata da storici e strateghi, ogni avvenimento analizzato da punti di vista diversificati da esperti settoriali ma il nostro autore ha tentato una visione unitaria attraverso la lente “militare” nella consapevolezza che senza una efficiente macchina bellica Roma mai avrebbe potuto ambire a essere “caput mundi”.

    CAMINITI ALBERTO – LE LEGIONI DI ROMA ALLA CONQUISTA DEL MONDO

    Ediz. Aracne - Roma 2016 pg. 355 E. 25,00PER I SOCI SCONTO 30% richiedendolo con numero di tessera all’ autore: [email protected].

    Una nuova opera storica del nostro socio A. CAMINITI che ci trasporta questa volta nel mondo della Roma caput mundi.Non si tratta, come potrebbe apparire dal titolo, di un manuale tecnico-operativo ma della storia di Roma rivisitata attraverso quella poderosa struttura militare che le consentì di sottomettere l’ intero mondo allora conosciuto. Dalla “Legione Romulea” al de-clino imperiale il lettore è coin-volto in un crescendo di avveni-menti che potrebbero apparire parto di eccitata fantasia se non fosse per il rigore scientifico che traspare come punto essenziale della ricerca storica.

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