ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA · Risoluzione del 20 dicembre 2007 su sfide e...

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Traduzione esterna DV\701889EN.doc EN 242424EN 1 ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA TESTI ADOTTATI nella sessione di giovedì 20 dicembre 2007 EUROLAT_DV-PROV(2007)12-20 EDIZIONE PROVVISORIA AP 100.220v02-00

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Traduzione esterna

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EN 242424EN1

ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA

TESTI ADOTTATInella sessione di

giovedì20 dicembre 2007

EUROLAT_DV-PROV(2007)12-20 EDIZIONE PROVVISORIA AP 100.220v02-00

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TESTI ADOTTATI DALL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA

1. Risoluzione del 20 dicembre 2007 sulle relazioni Unione europea-America latina in vista del quinto vertice di Lima, con particolare riferimento alla governabilità democratica.

2. Risoluzione del 20 dicembre 2007 su sfide e opportunità derivanti dalla globalizzazione per le relazioni economiche e commerciali tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina.

3. Risoluzione del 20 dicembre 2007 sullo sviluppo sostenibile e l’equilibrio ambientale nelle relazioni tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina nell’ottica del riscaldamento del pianeta.

DICHIARAZIONI SCRITTE DELL’ASSEMBLEA PARLAMENTAREEUROPA-AMERICA LATINA

4. Dichiarazione della Delegazione messicana all’Assemblea parlamentare Europa-America latina sulle risposte alle emergenze negli Stati di Tabasco e Chiapas.

5. Negoziato relativo a un accordo di associazione tra l’Unione europea e i paesi dell’America centrale.

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Le relazioni Unione europea–America latina in vista del quinto vertice di Lima, con particolare riferimento alla governabilità democratica

L’Assemblea parlamentare euro-latino-americana,

– viste le dichiarazioni dei quattro vertici dei capi di Stato e di governo dell’America latina e dei Caraibi (ALC) e dell’Unione europea (UE), tenutisi, finora, a Rio de Janeiro (28 e 29 giugno 1999), Madrid (17 e 18 maggio 2002), Guadalajara (28 e 29 maggio 2004) e Vienna (12 e 13 maggio 2006),

– vista la comunicazione congiunta della tredicesima riunione ministeriale fra il gruppo di Rio e l’Unione europea, tenutasi a Santa Domingo (Repubblica Dominicana) il 20 aprile 2007,

– vista la comunicazione congiunta della riunione ministeriale del Dialogo di San José fra la Troika dell’Unione europea e i ministri dei paesi dell’America Centrale, tenutasi a Santa Domingo (Repubblica Dominicana) il 19 aprile 2007,

– vista la sua dichiarazione del 9 novembre 2006, adottata in occasione della riunione costitutiva dell’8 e 9 novembre 2006 a Bruxelles,

– visto l’atto finale della diciassettesima conferenza interparlamentare Unione europea–America latina, tenutasi a Lima dal 14 al 16 giugno 2005,

– vista la risoluzione del 15 novembre 2001 su una partnership globale e una strategia comune per le relazioni tra l’Unione europea e l’America latina1, e la risoluzione del 27 aprile 2006 su una cooperazione rafforzata fra l’Unione europea e l’America latina,

– visto l’articolo 16 del suo regolamento,

– vista la relazione della commissione per gli affari politici, la sicurezza e i diritti umani,

A. considerando che risulta quanto mai necessario raggiungere l’obiettivo finale stabilito dai quattro ultimi vertici fra l’Unione europea e l’America latina e i Caraibi, vale a dire la realizzazione di una reale associazione strategica biregionale,

B. considerando che c’è ancora molto da fare, sia in ambito politico e di sicurezza che per quanto concerne gli aspetti commerciali, sociali e di bilancio dell’associazione, anche se a tale riguardo sono già stati realizzati degli importanti progressi,

C. considerando che l’obiettivo strategico reciproco di un’associazione privilegiata deve fondarsi su impegni condivisi e verificabili in materia di sviluppo e di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, di governabilità democratica e di multilateralismo, basandosi sulla complementarietà economica e la solidarietà sociale,

D. considerando che la dichiarazione finale di Vienna sottolinea chiaramente che la democrazia è un valore universale fondato sulla volontà liberamente espressa dai

1 GU C 140 E del 13.6.2002, pag. 569.

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popoli di determinare il proprio sistema politico, economico, sociale e culturale e che si basa sulla loro piena partecipazione a tutti gli aspetti della loro esistenza; considerando che detta dichiarazione riafferma altresì che, per quanto i sistemi democratici abbiano delle caratteristiche comuni, non esiste un modello unico di democrazia e che la democrazia non è prerogativa di un paese o di una regione; e considerando che il vertice ricorda pertanto che occorre rispettare la sovranità, l’integrità territoriale e il diritto all’autodeterminazione,

E. considerando che l’associazione strategica non avrà pienamente raggiunto il proprio obiettivo fino a quando non avrà permesso un maggiore ravvicinamento fra le società, elevato i livelli di sviluppo sociale e contribuito in modo decisivo a ridurre radicalmente la povertà e le ineguaglianze sociali in America latina, obiettivi a cui devono contribuire la crescita economica sostenibile rilevata nella regione negli ultimi anni nonché gli scambi commerciali, tutte le forme di assistenza e il trasferimento di esperienze in materia di coesione sociale che l’Unione europea può fornire,

F. considerando che l’America latina è ricca di risorse umane e materie prime e inoltre rappresenta un mercato molto importante per l’Unione; che quest’ultima, malgrado l’attuale asimmetria delle relazioni commerciali, è un partner chiave per lo sviluppo economico, industriale, scientifico e tecnologico dell’America latina e può contribuire alla diversificazione della regione, che è tradizionalmente molto legata all’America del Nord ed ha ora legami crescenti con l’Asia (in particolare con la Cina),

G. considerando che la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio impone innanzitutto ai paesi e alle società dell’America latina uno sforzo che alcuni fra loro sono già un grado di affrontare,

H. considerando che, dopo il crollo dei regimi autoritari, in vari paesi sono state elaborate numerose relazioni sui temi della verità e della riconciliazione, contenenti raccomandazioni ancora da attuare affinché la giustizia rappresenti la base di sviluppo delle società democratiche,

I. considerando che l’UE ha una responsabilità morale nei confronti di taluni paesi latinoamericani, per aver fatto mancare loro il necessario accompagnamento successivo alla firma degli accordi di pace,

J. considerando che dove persistono conflitti armati questi vanno risolti unicamente attraverso la via negoziale, facendo ricorso a tutti i possibili strumenti per una soluzione, con l’obiettivo di garantire la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto e di far prevalere la giustizia sociale,

K. considerando che l’associazione UE-ALC può contribuire in modo decisivo alla creazione di un sistema economico mondiale più attento ai bisogni dei paesi meno sviluppati, che consenta loro di progredire efficacemente verso unamigliore governabilità e una maggiore coesione sociale,

L. considerando che il vertice di Vienna ha riconosciuto la necessità di ampliare i benefici della migrazione legale, sia per entrambe le regioni che per gli stessi migranti, e si è impegnato ad avanzare in un dialogo globale sulla migrazione e a proteggere in modo efficace i diritti umani di tutti i migranti,

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M. considerando che risulta urgente dotare di risorse di bilancio adeguate le priorità risultanti dalla rivitalizzazione dell’associazione strategica biregionale,

1. ribadisce il proprio impegno a sostenere i lavori dei diversi organi di integrazione regionale in Europa e America latina e a fare tutto ciò che rientra fra le proprie competenze affinché il vertice di Lima rappresenti un progresso effettivo per l’associazione strategica; chiede alla Commissione europea di presentare una comunicazione strategica che identifichi e valuti le sfide e lo stato delle relazioni e dell’associazione strategica biregionale alla vigilia del vertice;

2. conferma il proprio appoggio nei confronti di un’ottica biregionale e del primato dell’associazione strategica biregionale in quanto migliore strumento per tutelare i valori e gli interessi dei partner da una parte all’altra dell’Atlantico e per rafforzare il multilateralismo; giudica essenziale, per tali obiettivi, intensificare le relazioni con i diversi processi d’integrazione regionale e fra i processi stessi e interpretare, alla luce di tale visione globale delle relazioni UE-ALC, i meccanismi privilegiati del dialogo politico sviluppati con i partner bilaterali come il Messico, il Cile e il Brasile;

Approfondimento della dimensione politica e di sicurezza dell’associazione3. propone pertanto una visione strategica d’insieme per l’associazione che non si

limiti a proposte o azioni isolate e che persegua come fine ultimo la creazione di una zona euro latino americana di associazione globale interregionale entro il 2012, compresa l’attuazione di una reale associazione strategica in ambito politico, economico, sociale, culturale e della ricerca in comune di uno sviluppo sostenibile;

4. raccomanda che l’associazione politica e di sicurezza si basi su un dialogo politico regolare, settoriale ed efficace e su una Carta euro-latinoamericana per la pace e la sicurezza che, sulla base della Carta delle Nazioni Unite, consenta di elaborare congiuntamente delle proposte politiche, strategiche e in materia di sicurezza;

5. raccomanda inoltre di promuovere azioni per rafforzare i trattati internazionali esistenti in materia di armi di sterminio di massa – ivi compresa la negoziazione di un nuovo trattato per l’eliminazione totale delle armi nucleari – e le convenzioni internazionali dedicate ad altri tipi di armamenti; sostiene l’inserimento del Codice di condotta europeo in materia di esportazioni di armi nel capitolo dell’agenda biregionale dedicato al dialogo politico;

6. raccomanda altresì il miglioramento dei meccanismi istituzionali attraverso le seguenti misure:

a) istituzionalizzare la nuova Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (EUROLAT) in qualità di organo parlamentare dell’associazione strategica, foro parlamentare di dibattito, controllo e seguito di tutte le questioni relative all’associazione strategica biregionale,

b) istituire un meccanismo interno di coordinamento dei lavori delle varie delegazioni parlamentari per le relazioni con i paesi ALC – che favorisca una stretta relazione con i lavori di Eurolat – per sfruttare le sinergie esistenti in seno al Parlamento europeo;

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c) mantenere la frequenza biennale dei vertici UE-ALC e armonizzare organizzazione, struttura, metodi e ritmi di lavoro di tali incontri, al fine di rafforzare la loro coerenza ed efficacia;

d) trasformare le riunioni ministeriali di Rio e San José in veri e propri centri decisionali congiunti per le questioni politiche concernenti l’associazione biregionale, superando il loro attuale carattere deliberativo e aprendole a nuovi approcci triangolari UE-ALC-Stati Uniti, UE-ALC-Asia e UE-ALC-Africa, laddove i temi, il contesto e le sfide lo giustifichino;

e) creare un Segretariato permanente euro-latinoamericano che dia impulso alle attività dell’associazione nei periodi compresi fra i vertici e la cui composizione comprenda rappresentanti della Presidenza del Consiglio, della Commissione, del Gruppo di alti funzionari e del SEGIB (responsabile dell’organizzazione dei vertici iberoamericani), nonché, nella misura possibile, dell’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, in modo da mettere a profitto e coordinare le sinergie dei diversi attori ed evitare la duplicazione delle risorse,

7. Raccomanda di rafforzare il dialogo politico biregionale sui suoi diversi versanti, il che comporta in particolare:

a) rendere più dinamico e più efficace il dialogo politico ministeriale settoriale, che deve comprendere anche regolari riunioni dei ministri euro-latinoamericani della Difesa e degli Esteri – ed eventualmente di funzionari di alto livello –, in modo che i temi relativi alla pace e alla sicurezza dei partner siano trattati anche al massimo livello,

b) mantenere ed intensificare le riunioni annuali del Meccanismo di coordinamento e cooperazione in materia di stupefacenti UE-ALC, che costituisce l’unica sede biregionale per individuare nuove impostazioni e scambiare proposte, idee ed esperienze nella lotta contro le droghe illegali, sulla base del principio della responsabilità condivisa fra le due regioni,

c) ricercare sistematicamente un consenso euro-latinoamericano nel contesto delle diverse organizzazioni e dei negoziati internazionali, soprattuttonell’ambito delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione mondiale del commercio,

8. Raccomanda in tale contesto di:a) creare un Centro biregionale di prevenzione dei conflitti, la cui funzione sia

di individuare in anticipo le cause dei potenziali conflitti violenti e armati e il modo migliore per prevenirli ed evitare un’eventuale intensificazione,

b) istituire un Centro biregionale di prevenzione delle catastrofi che abbia la funzione di definire strategie comuni e strumenti di contingenza, allerta e preparazione tesi a ridurre la comune vulnerabilità di fronte ai disastri naturali determinati dai cambiamenti climatici e dalle loro diverse manifestazioni, in particolare le eruzioni vulcaniche, i terremoti, gli uragani o le inondazioni,

c) creare una Fondazione euro-latinoamericana, a carattere pubblico-privato, per promuovere il dialogo tra i partner, nel solco degli organismi già esistenti

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per altre aree geografiche come l’Asia o il bacino del Mediterraneo, chiedendo alla Commissione di elaborare una proposta concreta a riguardo,

d) istituzionalizzare un dialogo biregionale regolare tra i governi locali e regionali, sotto gli auspici del Comitato delle Regioni;

e) istituzionalizzare un dialogo imprenditoriale e sindacale biregionale sotto gli auspici dei diversi organi consultivi della società civile dell’Unione europea (Comitato economico e sociale) e degli organi d’integrazione in America latina (Forum consultivo economico e sociale del Mercosur, Comunità Andina, Centro America, ecc.) e migliorare i meccanismi di partecipazione della società civile nella realizzazione dell’associazione;

9. sottolinea che il dialogo UE-ALC rafforza e sostiene il multilateralismo nel contesto politico mondiale, aumentando al tempo stesso il peso politico dei due partner nell’ambito dei fori e delle organizzazioni internazionali;

10. ribadisce la sua convinzione che la stabilità interna di numerosi partner latinoamericani continui a dipendere dalla riforma dello Stato, e specificamente dalla modernizzazione delle sue strutture rappresentative, delle istituzioni e dei partiti politici, dall’integrazione nei processi decisionali di vari settori della popolazione, quali le popolazioni indigene, e dal rafforzamento della governabilità democratica, insistendo in modo particolare sul rafforzamento del ruolo della donna; nonché in alcuni casi anche dallo smantellamento effettivo di strutture parastatali e paramilitari, dall’applicazione incondizionata della giustizia ai membri di tali strutture e dall’accesso alla giustizia per tutti i cittadini e le cittadine;

11. chiede in particolare ai partner di assumere impegni concreti per rafforzare la legittimità diretta di tutti i parlamenti d’integrazione regionale, promuovendo quanto prima l’elezione a suffragio universale diretto dei membri di tali assemblee;

Intensificazione delle relazioni economiche e commerciali12. propone, nel settore economico e commerciale, la creazione della zona euro-

latinoamericana di associazione globale interregionale si basi su un modello compatibile «OMC-regionalismo» da realizzare in due fasi:a) una prima fase caratterizzata da:

– la conclusione dei negoziati sull’accordo di associazione interregionale UE-Mercosur;

– la conclusione degli accordi di associazione con la Comunità andina e la Comunità centroamericana;

– la conclusione di accordi di associazione economica con i paesi del CARIFORUM, anch’essi in fase di negoziazione,

– il non assoggettamento dei suddetti accordi di associazione a un’eventuale conclusione dei negoziati dell’OMC, che devono tenere debito conto delle asimmetrie delle economie e dei livelli di sviluppo;

– l’applicazione effettiva alle comunità andine e centroamericane del sistema SPG “plus” fino all’entrata in vigore di detti accordi;

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– l’approfondimento degli accordi già esistenti UE-Messico e UE-Cile, che non dovrebbero limitarsi alle disposizioni concernenti l’agricoltura, i servizi o gli investimenti, conformemente alle attuali clausole di revisione, ma che dovrebbero soprattutto approfondire i temi polititi dell’associazione e le forme avanzate di cooperazione in materia di sviluppo e conoscenza reciproca con gli Stati emergenti e i paesi a reddito medio, come i due paesi sopramenzionati,

b) la seconda fase, da attuare entro il 2012, mirerebbe, dal canto suo, a:

– raggiungere un accordo di associazione globale interregionale, che assicurerebbe una base giuridica e istituzionale nonché una copertura geografica completa ai diversi aspetti dell’associazione strategica biregionale,

– dare impulso alla libera circolazione degli scambi biregionali, grazie all’approfondimento degli accordi di integrazione all’interno dell’America latina, da un lato, e del processo d’associazione dell’Unione europea con tutti i paesi e i raggruppamenti regionali, dall’altro,

– stabilire norme e regole comuni di portata generale al fine di agevolare la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, costituendo in tal modo un’associazione quanto più ampia possibile, purché ciò non sia in contrasto con il rafforzamento delle industrie e dei mercati locali e regionali,

– progredire in modo decisivo verso gli obiettivi di coesione sociale e di sviluppo della cultura e della conoscenza;

13. propone a tale proposito che il vertice di Lima chieda di realizzare uno studio di fattibilità sull’accordo di associazione globale interregionale teso alla creazione della zona di associazione globale;

Attuazione di nuove forme di collaborazione a carattere sociale e culturale e nel settore della cooperazione allo sviluppo14. raccomanda una reale associazione in ambito sociale e nei settori della

conoscenza e della ricerca di uno sviluppo sostenibile, in particolare grazie alle seguenti misure:– azioni congiunte incentrate sul fine comune di raggiungere gli Obiettivi di

sviluppo del Millennio entro il 2015,– superamento di un approccio incentrato unicamente sull’assistenza

nell’ambito della cooperazione allo sviluppo con l’America latina, privilegiando piuttosto la cooperazione nei settori della tecnologia, dell’istruzione superiore e dell’innovazione, servendosi delle risorse che il Settimo programma quadro mette a disposizione in questo campo,

– applicazione, nello stesso ordine di idee, del nuovo strumento di finanziamento per la cooperazione allo sviluppo oppure, se necessario, adozione di un nuovo strumento specifico teso a regolamentare la cooperazione dell’Unione europea, compresa la cooperazione economica, con i paesi emergenti o a reddito medio dell’America latina in modo adeguato ai loro bisogni reali,

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– apertura ai paesi latinoamericani dei programmi comunitari in materia di formazione professionale, istruzione, cultura, sanità e migrazione,

– promozione di programmi di cooperazione scientifica e tecnica, di trasferimento di tecnologia e di scambi di ricercatori, ingegneri e studenti,, nonché attività necessarie per favorire una più stretta conoscenza reciproca dell’associazione fra le società delle due sponde dell’Atlantico; propone a tal fine la creazione di un gruppo di lavoro sulla scienza, la tecnologia e l’innovazione facente capo alla commissione di Eurolat per gli affari sociali, gli scambi umani, l’ambiente, l’istruzione e la cultura,

– sostegno ai programmi in materia di riforme istituzionali e fiscali,

– promozione dei mercati regionali e dei progetti relativi al commercio equo e solidale,

– creazione del Fondo di solidarietà biregionale,– stanziamento di risorse di bilancio adeguate alle ambizioni dichiarate;

15. appoggia fermamente la proposta della Commissione di istituire uno “spazio comune d’insegnamento superiore UE-ALC”, ritiene tuttavia che, al fine di esercitare un influsso reale sui modelli culturali e politici di una regione così vasta, sia indispensabile triplicare l’attuale obiettivo, che si prefigge di accogliere nelle università europee per il periodo 2007-2013 un numero pari a 4.000 studenti e professori latinoamericani;

16. propone la creazione di un meccanismo di formazione e di scambio interparlamentare, da sostenere tramite lo strumento finanziario europeo per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo e/o lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo, istituiti dall’Unione europea nel dicembre 2006 allo scopo di migliorare la preparazione e la formazione del personale delle amministrazioni, dei funzionari e degli agenti al servizio delle istanze parlamentari regionali e nazionali dell’associazione strategica;

17. chiede ai partner di adottare delle politiche solide ed efficaci in materia di governabilità democratica e nell’ambito delle questioni sociali, di finanza pubblica e di fiscalità, al fine di accrescere la coesione sociale e ridurre povertà, disuguaglianza ed emarginazione;

18. ritiene indispensabile ottenere risultati concreti e tangibili sulle questioni ambientali nel contesto del dialogo settoriale biregionale; considera necessario raggiungere la concertazione prima dei vertici dei ministri dell’ambiente e dei diversi fori internazionali, in particolare riguardo ai cambiamenti climatici e all’adeguata gestione delle risorse idriche; chiede che siano applicate le convenzioni internazionali sull’ambiente, i cambiamenti climatici e la biodiversità;

19. plaude alle raccomandazioni prodotte dalle prime due riunioni congiunte di esperti UE-ALC sulla migrazione, quali riportate nelle Dichiarazioni dei vertici di Guadalajara e di Vienna; sollecita, nella prospettiva del V vertice di Lima, lo svolgimento della terza riunione di esperti sulla migrazione, in cui si dovranno stabilire i settori specifici di dialogo e cooperazione; propone l’istituzione di un dialogo biregionale sistematico sulla migrazione, sul modello del Meccanismo di coordinamento e cooperazione in materia di stupefacenti UE-ALC;

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20. propone di studiare, in vista del 2012, norme e regole comuni di portata generale tese a agevolare la libera circolazione non solo delle merci, dei servizi e dei capitali, ma anche delle persone, costituendo in tal modo un’associazione quanto più ampia possibile a vantaggio di entrambe le parti e dell’approccio globale in materia di migrazione raccomandato nel quadro delle Nazioni Unite;

21. raccomanda, nel frattempo, di intensificare e approfondire la cooperazione e il dialogo internazionale nel quadro della libera circolazione delle persone con i paesi latinoamericani di origine e di transito, basandosi su un criterio globale ed equilibrato, come già avviene con i paesi africani e mediterranei e con i paesi vicini situati ad est e a sudest dell’Unione europea; chiede pertanto che le questioni relative all’immigrazione illegale e le possibilità di migrazione legale occupino una posizione prioritaria nell’ambito di questo dialogo, specialmente con i paesi di origine e/o di transito degli immigranti illegali;

22. chiede pertanto alla Commissione europea di presentare una comunicazione che estenda ai paesi dell’America latina e dei Caraibi la priorità, gli strumenti e le previsioni dell’Approccio globale in materia di migrazione adottato dal Consiglio europeo del dicembre 2005 e integrato da quello del dicembre 2006; propone l’instaurazione di uno stretto dialogo tra i paesi europei destinataridell’immigrazione e i paesi di origine e di transito, nonché lo svolgimento di conferenze ministeriali come quelle di Rabat e di Tripoli del 2006 che consentano di porre le basi di un’autentica associazione basata sul co-sviluppo;

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23. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alla Presidenza del quinto vertice UE-ALC, al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea, ai Parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea e dell’insieme dei paesi dell’America latina e dei Caraibi, nonché al Parlamento latinoamericano, al Parlamento centroamericano, al Parlamento andino e al Parlamento del Mercosur.

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Sfide e opportunità derivanti dalla globalizzazione per le relazioni economiche e commerciali tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina

L’Assemblea parlamentare eurolatinoamericana,– vista la sua dichiarazione del 9 novembre 2006,

– viste le dichiarazioni dei quattro vertici di capi di Stato e di governo dell’America latina e dei Caraibi e dell’Unione europea, tenutisi finora a Rio de Janeiro (28 e 29 giugno 1999), a Madrid (17 e 18 maggio 2002), a Guadalajara (28 e 29 maggio 2004) e a Vienna (dall’11 al 13 maggio 2006),

A. considerando che l’Unione europea e l’America latina condividono una storia e una cultura comuni, nonché un impegno comune in materia di diritti umani, democrazia, multilateralismo ed equa ripartizione dei frutti della globalizzazione nella ricerca di uno sviluppo economico sostenibile e della riduzione delle disparità sociali; considerando che è evidente che entrambe le parti hanno tutto l’interesse a rafforzare i loro legami di alleanza sulla scena internazionale,

B. considerando che l’Unione europea è diventata il primo investitore estero in America latina, il primo erogatore di fondi per la regione e il principale partner commerciale di numerosi paesi della regione,

C. considerando che malgrado il considerevole aumento dei flussi commerciali tra le due regioni nel corso degli ultimi anni, il potenziale di crescita commerciale continua a non essere sfruttato a pieno,

D. considerando che molti paesi latinoamericani sono già potenze mondiali emergenti,

E. considerando che la globalizzazione è un fenomeno inevitabile che deve essere accompagnato da un’adeguata regolamentazione perché comporti una ridistribuzione della divisione economica del lavoro nel mondo e che interessa tutti i paesi e i settori (industria, terziario, agricoltura, tecnologia, finanze, ecc.),

F. considerando che un’adeguata integrazione contribuisce a superare gli squilibri regionali e a rendere più dinamico lo sviluppo economico e sociale interno delle nazioni coinvolte in ogni processo, favorendo l’interdipendenza, l’equilibrio e lo sviluppo economico sostenibile delle parti;

G. considerando che l’integrazione regionale e biregionale, conformemente alle norme multilaterali, è la migliore risposta alla globalizzazione economica, nonché uno strumento fondamentale per il consolidamento della democrazia, la riduzione della povertà e delle disparità sociali e per il rafforzamento dell’importanza delle due regioni sulla scena mondiale,

H. considerando che le relazioni economiche e commerciali tra i paesi dell’UE e dell’America latina devono contribuire alla crescita economica e alla riduzione della povertà in nome del raggiungimento degli “obiettivi di sviluppo del millennio”,

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I. considerando che l’Unione europea e l’America latina sostengono con decisione un sistema multilaterale di commercio libero e giusto che favorisca gli scambi commerciali e contribuisca allo sviluppo sostenibile e alla gestione efficace della globalizzazione nell’interesse di tutti,

J. considerando che le relazioni economiche e politiche tra l’Unione europea e i paesi latinoamericani sono plasmate da diverse impostazioni, che vanno da accordi di libero scambio alla prospettiva di accordi regionali di libero scambio e di partenariati strategici,

K. considerando che l’Unione europea e l’America latina sono attori chiave nel ciclo di Doha dell’OMC e che il successo equilibrato e giusto di tali negoziati è necessario per migliorare le norme multilaterali e stimolare quindi la crescita economica, lo sviluppo e l’occupazione nel mondo nonché un maggior rispetto dell’ambiente, contribuendo efficacemente all’integrazione dei paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale;

1. sottolinea che una delle principali sfide della globalizzazione in America latina e nei Caraibi consiste nel ridurre le forti disparità economiche e sociali nonché la povertà della regione che, nelle zone rurali, riguarda il 65% della popolazione, grazie a un’adeguata integrazione regionale e alla cooperazione con l’Unione europea;

2. riconosce che il rapporto tra commercio e sviluppo e eliminazione della povertà e riduzione delle disparità sociali è estremamente complesso e dipende da particolari circostanze derivanti da numerosi fattori, come la dimensione del mercato interno, le risorse naturali, le distanze e le condizioni fisiche e, soprattutto, da una buona interazione tra politiche interne complementari e commercio estero;

3. rileva che la società civile, le imprese e tutte le parti interessate hanno un ruolo fondamentale da svolgere ai fini del rafforzamento delle relazioni economiche tra l’Unione europea e l’America latina; auspica che tale dialogo arrecherà un contributo al Vertice annuale;

4. sottolinea che, affinché le relazioni commerciali ed economiche tra l’Unione europea e l’America latina apportino vantaggi a entrambe le parti, è necessario che esse

– contribuiscano alla diversificazione e alla modernizzazione degli apparati produttivi nazionali latinoamericani – fortemente dipendenti da pochi rari prodotti d’esportazione, tra cui molti prodotti primari o semilavorati – con alternative tecnologiche efficaci, che avrebbero conseguenze socioeconomiche positive come, ad esempio, la creazione di posti di lavoro e l’aumento dei redditi delle famiglie;

– evolvano da una dimensione prettamente commerciale a una dimensione economica, tenendo presenti le asimmetrie delle economie delle due regioni e la necessità di prestare particolare attenzione alle dimensioni sociale e ambientale, prevedendo piani di trasferimento e di costruzione di capacità in materia di tecnologie ecologicamente pulite, grazie non soltanto alla creazione di investimenti misti biregionali, ma a sistemi di produzione condivisa che

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beneficiano dei vantaggi comparativi e competitivi delle due regioni, in un’ottica di sostenibilità;

– tengano presenti le differenze tra i livelli di sviluppo relativo, il che comporterà la necessità per l’UE di inserire modalità di trattamento speciale differenziato (TSD) nelle sue relazioni commerciali e di cooperazione con i paesi dell’America latina e dei Caraibi, in particolare con quelli il cui livello di sviluppo economico e sociale è il più basso della regione;

– stimolino l’integrazione latinoamericana;

5. ricorda che l’integrazione economica, sociale e correttamente mirata al rispetto dell’ambiente è molto importante per incoraggiare lo sviluppo sostenibile, ridurre la povertà e rispettare i diritti economici e sociali della popolazione; sottolinea che l’integrazione comporta dei vantaggi, poiché contribuisce a diversificare e ampliare i mercati regionali dei paesi, ad accorciare le catene di produzione e le distanze tra produzione e consumo, ad aprire i mercati di esportazione, ad attirare e a regolamentare adeguatamente gli investimenti esteri, a consentire il trasferimento e l’assorbimento di tecnologie produttive e a incoraggiare competenza ed efficacia;

6. ritiene che l’integrazione potrebbe permettere di raggiungere tre obiettivi comuni: 1) la realizzazione di un migliore mercato interno, che consenta economie di scala e incoraggi la concorrenza, che sia interessante per gli investimenti esteri diretti e la cooperazione pubblica nei settori orizzontali chiave come quello energetico, i servizi finanziari, l’ambiente, l’insegnamento superiore, nonché la ricerca e l’interconnessione delle reti infrastrutturali; 2) il rafforzamento della capacità negoziale nei fori multilaterali e bilaterali e nei rapporti con le imprese multinazionali; 3) la realizzazione di una convergenza politica, cioè di una cooperazione, persino di un coordinamento macroeconomico e di una collaborazione ai programmi di riforma che producono effetti indiretti positivi per tutta la regione in materia di crescita e di coesione sociale;

7. ritiene che la conclusione e l’efficace applicazione di accordi d’associazione tra l’UE e l’America latina che siano completi, ambiziosi ed equilibrati e che contribuiscano alla crescita economica e alla riduzione della povertà e delle disparità sociali in modo complementare rispetto al multilateralismo dell’OMC costituisca un obiettivo strategico in un contesto internazionale caratterizzato da una maggiore interdipendenza, dalla crescita economica e dalla comparsa di nuove potenze economiche, e che pone un sempre maggior numero di sfide a livello mondiale;

8. ritiene che gli accordi di associazione debbano basarsi su tre pilastri: uno politico e istituzionale che rafforzi il dialogo democratico e la concertazione politica, uno legato alla cooperazione che incoraggi lo sviluppo economico e sociale sostenibile, e uno commerciale dotato di un vasto programma che tenga debitamente conto delle asimmetrie esistenti tra le economie delle due regioni;

9. rileva l’importanza di una più stretta cooperazione nelle materie e nei settori connessi alla ricerca; raccomanda pertanto di consentire l’accesso ai ricercatori su base reciproca;

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10. ritiene che l’UE e l’America latina, in quanto partner privilegiati, debbano realizzare una più stretta cooperazione nei negoziati commerciali multilaterali, in particolare nell’ambito dell’OMC, in cui condividono (soppressione) interessi comuni rispetto alla futura liberalizzazione del commercio mondiale e alla probabile conclusione del ciclo di negoziati di Doha per lo sviluppo; invita l’UE e l’America latina ad adottare un’iniziativa comune in vista di una riforma dell’OMC volta a renderla maggiormente efficiente;

11. rileva che la conclusione di un accordo di associazione tra l’UE e Mercosur complementare al multilateralismo dell’OMC e rispettoso degli interessi prioritari dell’intera America latina debba essere considerato un obiettivo strategico per le relazioni esterne dell’UE, al fine di preparare genuinamente la via verso lo sviluppo di relazioni economiche tra l’UE e l’America latina;

12. rileva che i paesi dell’UE e dell’America latina sono attori fondamentali per una conclusione positiva del ciclo di negoziati di Doha per lo sviluppo e hanno sottoscritto l’impegno assunto alla Conferenza ministeriale dell’OMC di Hong Kong di raggiungere nel 2006 una conclusione positiva del ciclo di negoziati lanciati a Doha, sulla base di risultati lungimiranti ed equilibrati per tutti i settori oggetto di negoziazione;

13. sottolinea che i parlamenti nazionali, il Parlamento europeo e le organizzazioni interparlamentari, in qualità di rappresentanti legittimi dei cittadini, devono svolgere un ruolo attivo nelle relazioni commerciali ed economiche tra le due regioni e nei dibattiti su temi come il commercio multilaterale, che ha ripercussioni su tutti gli aspetti della vita della società, appoggiando nel contempo l’intensificazione del dialogo tra la società civile e gli organi governativi;

14. ritiene che i parlamenti nazionali, il Parlamento europeo e le associazioni parlamentari debbano creare organismi di monitoraggio e controllo del rispetto degli impegni, delle raccomandazioni e delle risoluzioni adottate in materia di commercio e cooperazione internazionale;

15. è convinto che sia essenziale per entrambi i partner lavorare insieme sulle questioni connesse al commercio e al cambiamento climatico; raccomanda che entrambi i partner individuino obiettivi precisi nel quadro della cooperazione strategica orientata all’energia; raccomanda che la cooperazione nell’individuare norme sui biocombustibili operi a livello globale e promuova la sostenibilità; raccomanda pertanto una stretta cooperazione al fine di plasmare l’ordine del giorno del Comitato commercio e ambiente dell’OMC;

*

* *16. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alla presidenza

del V Vertice UE-ALC, al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea, nonché ai parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea e dell’insieme dei paesi dell’America latina e dei Caraibi, al Parlamento latinoamericano, al Parlamento centroamericano, al Parlamento andino e al Parlamento del Mercosur al Segretariato generale del SICA (Sistema di integrazione centroamericana), alla CARICOM (Comunità caraibica), al Segretariato generale della CAN (Comunità andina), alla Commissione di

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rappresentanti permanenti del MERCOSUR e al Segretariato permanente del SELA (Sistema economico latinoamericano).

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TA_EUROLAT_(2007)003

Sviluppo sostenibile ed equilibrio ambientale nelle relazioni tra l’Unione europea e i paesi dell’America latina nell’ottica del riscaldamento del pianeta

L’Assemblea parlamentare eurolatinoamericana,

– viste le dichiarazioni finora adottate al termine dei quattro vertici dei capi di Stato e di governo dell’America latina e dei Caraibi (ALC) e dell’Unione europea, tenutisi a Rio de Janeiro (28 e 29 giugno 1999), a Madrid (17 e 18 maggio 2002), a Guadalajara (28 e 29 maggio 2004) e a Vienna (12 e 13 maggio 2006),

– visto il comunicato congiunto della XIII riunione ministeriale tra il gruppo di Rio e l’Unione europea, tenutasi a Santo Domingo (Repubblica domenicana), il 20 aprile 2007,

– visto il comunicato congiunto della riunione ministeriale del dialogo di San José tra la troika dell’Unione europea e i ministri dei paesi dell’America centrale, tenutasi a Santo Domingo il 29 aprile 2007,

– vista la dichiarazione del 9 novembre 2006 da essa adottata in occasione della riunione costituente dell’8 e 9 novembre 2006, a Bruxelles,

– visto l’atto finale della XVII Conferenza interparlamentare Unione europea –America latina, tenutasi a Lima dal 14 al 16 giugno 2005,

– vista la sua risoluzione del 15 novembre 2001 su una partnership globale e una strategia comune per le relazioni tra l’Unione europea e l’America latina1, e la sua risoluzione del 27 aprile 2006 su un partenariato rafforzato tra l’Unione europea e l’America Latina,

– visto il protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 e ratificato finora da 175 paesi,

– visto il IV rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) pubblicato nel 2007,

– visto il rapporto sullo sviluppo umano 2007/2008 (sottotitolo “Lotta ai cambiamenti climatici: solidarietà umana in un mondo diviso”), pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo,

– visto l’articolo 16 del suo regolamento,

– vista la relazione della commissione degli affari sociali, degli scambi umani, dell’ambiente, dell’educazione e della cultura,

A. considerando che il diritto a un ambiente sano è un diritto umano di terza generazione e che deve essere al centro della coscienza democratica, sia dei cittadini che dei governi,

B. considerando che all’inizio del XXI secolo cresce il consenso sul fatto che il cambiamento climatico costituisce una delle principali sfide che l’umanità deve raccogliere,

C. considerando che, secondo le conclusioni della relazione dell’IPCC, se non si tiene sotto controllo la situazione, i cambiamenti climatici raggiungeranno

1 GU C 140 E del 13.6.2002, pag. 569.

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dimensioni drammatiche entro il 2050; i paesi dell’America latina, essenzialmente situati a basse latitudini e che dovrebbero registrare un innalzamento della temperatura di 2,5° C, ne risentiranno forse molto gravemente,

D. considerando che nella relazione Stern sull’economia del cambiamento climatico si prevede che il cambiamento climatico potrebbe provocare una perdita globale del 20% del PIL; considerando che la relazione Stern giunge alla conclusione che sarebbe necessario l’1% del PIL globale all’anno in investimenti per prevenire gli effetti peggiori del cambiamento climatico,

E. considerando che l’IPCC ha raccomandato un insieme di strategie comprendente misure di adeguamento e attenuazione, di sviluppo tecnico e di ricerca (climatologia, impatto, adeguamento e attenuazione) suscettibili di limitare i rischi associati al cambiamento climatico,

F. considerando che il quadro giuridico internazionale attualmente più importante si basa sulla Carta della Terra, che, pur essendo una semplice dichiarazione non vincolante, rappresenta comunque una pietra miliare in termini di presa di coscienza, a livello internazionale, dei problemi ambientali ed è completata e sviluppata da numerosi trattati internazionali,

G. considerando che il meccanismo per uno sviluppo pulito (CDM), creato nell’ambito del protocollo di Kyoto, ha registrato progressi, anche se pochi paesi in via di sviluppo ne hanno beneficiato,

H. considerando che il protocollo di Kyoto, che scadrà nel 2012, ha lo scopo di ridurre le emissioni mondiali di gas a effetto serra del 5,2% rispetto ai livelli del 1990 per il periodo 2008-2012, e considerando che successivamente a tale data dovranno proseguire gli sforzi onde controllare il riscaldamento globale e che la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (CCNUCC), che si svolgerà a Bali nel mese di dicembre 2007 offre un’opportunità eccellente,

I. considerando che benché negli ultimi anni i paesi dell’America latina abbiano aumentato le emissioni prodotte, è verosimile che gli Stati membri dell’UE possano conseguire gli obiettivi di Kyoto non solo attuando politiche ambientali più rigorose, ma anche trasferendo in paesi meno sviluppati molte attività che consumano energia e risorse naturali,

J. considerando che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta per lo sviluppo sostenibile e che il 7° obiettivo di sviluppo del millennio (OSM) mira a garantire una maggiore sostenibilità dello sviluppo,

I. considerando che la biodiversità è una risorsa comune che tutti hanno il dovere di preservare; considerando inoltre che tale biodiversità è fonte di ricchezza per i paesi che presentano un particolare interesse da tale punto di vista, soprattutto se questi ultimi possono trarne benefici non trascurabili sul piano turistico,

L. considerando che per i fondi destinati alle misure di adeguamento e attenuazione del cambiamento climatico per i paesi in via di sviluppo sono stati stanziati soltanto 232 milioni di dollari, mentre secondo la Banca mondiale sarebbero necessari 10-40 miliardi di dollari l’anno per l’adozione delle indispensabili misure di adeguamento in tali paesi,

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M. considerando che una crescita eccessiva della produzione di biocarburanti può provocare una deforestazione su vasta scala e aumentare l’uso di fertilizzanti artificiali e pesticidi nonché influenzare negativamente i prezzi degli alimenti;

N. considerando il ruolo svolto sia dall’integrazione regionale nella creazione di una politica europea per l’ambiente, che dal miglioramento delle politiche nazionali di protezione ambientale,

1. chiede che nel calendario politico comune dell’Unione europea e dei paesi dell’America latina si tenga conto dell’interesse internazionale per il cambiamento climatico, e che sia data la priorità alle attività di cooperazione mirate ad affrontare il cambiamento climatico, nonché alle politiche mirate alla prevenzione del riscaldamento globale;

2. chiede ai governi nazionali di adottare strategie in materia di adeguamento e di attenuazione del cambiamento climatico inserendole in piani di sviluppo nazionali e/o nelle differenti politiche governative, dando ampia divulgazione pubblica alla necessaria informazione sul cambiamento climatico e sullo sfruttamento sostenibile dell’energia e delle risorse naturali; sollecita che nel processo di pianificazione siano coinvolte le comunità locali, specialmente quelle autoctone, nonché le ONG con attività riconosciuta in questo settore, potenziando la partecipazione pubblica nella definizione delle politiche ambientali;

3. chiede che siano adottati obiettivi ambiziosi per quanto riguarda le emissioni di CO2 a livello nazionale e internazionale e che le partnership tecnologiche e il CDM possano contribuire a uno sviluppo economico sostenibile; ritiene che uno sforzo significativo di riduzione delle emissioni possa essere concomitante con lo sviluppo economico e costituisca perfino la premessa per uno sviluppo economico sostenibile nel corso dei prossimi decenni;

4. ricorda che la forza ecologica dell’America latina e dei Caraibi potrebbe comportare un’evoluzione positiva nelle relazioni eurolatinoamericane, evoluzione che sarebbe favorevole allo sviluppo sociale; ricorda inoltre che il multilateralismo si riflette nella ricerca comune dell’universalizzazione delle convenzioni internazionali in materia di ecologia, grazie alla partecipazione di importanti attori internazionali, finora restii a sostenere determinati strumenti di tale causa comune dell’umanità;

5. ricorda a tal proposito che l’alleanza dell’Unione europea con l’America latina riveste una considerevole importanza, alla luce dell’interesse di entrambe le parti nel promuovere lo sivluppo sostenibile e un equilibrio ambientale che dovrebbe sfociare in un sostegno reciproco in relazione alle rispettive iniziative internazionali in campo ambientale; sottolinea che per questo è importante lavorare all’adesione dei grandi produttori di emissioni di gas che ancora non hanno sottoscritto il protocollo di Kyoto, rafforzare e coordinare le posizioni dell’alleanza in occasione dei negoziati relativi agli strumenti internazionali in materia di riscaldamento del pianeta, e stimolare in modo significativo l’attuazione del commercio delle emissioni tra le due regioni;

6. insiste sull’urgenza di un accordo sul regime post-Kyoto da adottare in occasione della Conferenza sulla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (CCNUCC), che si svolgerà a Bali (Indonesia) nel mese di dicembre 2007; chiede pertanto all’Unione europea (alla Commissione e agli Stati membri)

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e ai governi latinoamericani di esprimersi con una sola voce a Bali, al fine di formare un blocco unico e forte a favore di una politica attiva per la lotta al riscaldamento del pianeta;

7. ricorda che la conferenza di Bali deve rappresentare un successo che fornisca al settore industriale un quadro giuridico in cui operare, compreso il sistema per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra dopo il 2012;

8. sottolinea la necessità di un allineamento tra sviluppo economico e sviluppo sostenibile e a tal proposito sostiene i paesi più svantaggiati nel loro duplice sforzo di ridurre le emissioni inquinanti e di promuovere il loro progresso e il benessere sociale;

9. ricorda che il raggiungimento degli OSM nel corso del prossimo secolo richiede l’attuazione risoluta ed urgente di politiche precise e, in particolare, di politiche legate al 7° OSM sulla sostenibilità ambientale, alla luce della consapevolezza che, se quest’ultimo non fosse raggiunto, il cambiamento climatico sarebbe ancor più rapido e risulterebbe impossibile raggiungere gli altri obiettivi;

10. sottolinea che i cambiamenti climatici possono provocare e aggravare i fenomeni meteorologici estremi e le catastrofi naturali (inondazioni, siccità estreme e incendi), che si verificano con crescente frequenza su scala mondiale, con conseguenti danni in termini di perdita di vite umane, di degradazione ambientale e di riduzione delle attività economiche;

11. ricorda che le popolazioni più povere, soprattutto quelle indigene, sono le prime vittime del cambiamento climatico e del degrado ambientale;

12. ricorda che la biodiversità deve essere considerata una ricchezza, che la sua preservazione deve essere oggetto della massima attenzione, e che gli interessi economici di breve termine non devono avere la meglio sui benefici garantiti dalla preservazione della biodiversità a lungo termine;

13. ricorda che per contrastare l’aumento delle emissioni di gas a effetto serra è indispensabile un piano di razionalizzazione del consumo di energia, segnatamente nei trasporti, nell’edilizia e nell’industria, che punti alla ricerca, alla maggiore efficienza energetica e allo sviluppo sostenibile;

14. ricorda che resta ancora molto da fare in materia di risparmio energetico e pone l’accento sulla promozione delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la riduzione della domanda di energia, l’agricoltura organica, il trasporto pubblico, nonché la ricerca per nuovi tipi di motori e combustibili che costituiscono valide armi per combattere il riscaldamento climatico; segnala pertanto che le autorità dovrebbero mettere a disposizione del pubblico le informazioni utili ai fini dell’efficienza energetica e sulle possibilità di utilizzare fonti energetiche rinnovabili nella vita di ogni giorno;

15. ricorda che i carburanti ecologici e il bioalcol rappresentano una risorsa preziosa nella lotta al riscaldamento globale e che è tuttavia importante non dimenticare i potenziali rischi che tale settore implica in termini di deforestazione, eccessivo sfruttamento delle terre coltivabili, impiego crescente di fertilizzanti artificiali e pesticidi oppure orientamento dell’agricoltura di alcune regioni verso la monocoltura; propone che si valutino i vantaggi e ogni incidenza negativa della produzione di biocarburanti, nonché il ciclo di vita degli stessi nell’ambiente;

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ritiene doveroso attribuire particolare importanza allo sfruttamento dellabiomassa per la produzione di biogas, segnatamente a partire dalla biomassa di origine urbana;

16. sottolinea il fatto che non è sufficiente porre i paesi in via di sviluppo di fronte alle loro responsabilità, dal momento che il riscaldamento climatico, problema mondiale dalle cause e dalle conseguenze mondiali, richiede una risposta a livello mondiale;

17. ritiene che l’appropriazione privata dell’acqua ne rende difficile l’accesso alle popolazioni e porta a un degrado della qualità di ciò che costituisce una risorsa essenziale per la vita, in quanto sono sempre più numerose le persone escluse dall’accesso ad acqua di buona qualità per l’alimentazione e l’igiene nonché in quanto risorsa fondamentale a fini produttivi; chiede a tutti i paesi europei, latinoamericani e caraibici di fornire un accesso universale all’acqua, di promuovere lo sviluppo del servizio di captazione e approvvigionamento di acqua e di offrirlo come servizio pubblico essenziale, benché la gestione di tale risorsa possa essere lasciata, grazie a una concessione amministrativa, all’iniziativa privata;

18. ricorda che il commercio è un fattore di produzione di CO2 di rilevanza maggiore o minore a seconda dei metodi produttivi, del mezzo di trasporto e delle distanze percorse e pertanto le politiche e le legislazioni commerciali, a tutti i livelli, compreso quello multilaterale, devono puntare a sostenere e promuovere metodi produttivi e di trasporto con un tenore di carbonio ridotto il più possibile;

19. incoraggia cittadini e parlamentari a mostrarsi attivi e partecipi, a livello individuale o organizzato, i governanti a mostrarsi sensibili, responsabili e diligenti rispetto alle questioni ecologiche, e i funzionari nazionali, sopranazionali e internazionali a mostrare efficienza nel loro lavoro;

20. chiede di definire un quadro più preciso in materia di costi economici, sociali e sanitari del cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo e di giungere a un “accordo globale” sulla base dell’impegno morale e storico, della cooperazione internazionale e il trasferimento di tecnologie tra le due regioni, tenendo in conto il potenziale di miglioramento e i limiti dei differenti paesi;

21. ricorda che la politica comunitaria per l’ambiente ha consentito a tutti gli Stati membri dell’Unione di fare passi avanti sulla strada della protezione ambientale e che il bilancio dell’Unione europea ha svolto un ruolo essenziale attraverso il sostegno delle politiche comuni e l’attivazione di dispositivi di solidarietà intracomunitari; che il sistema delle quote di emissione costituisce un’importante iniziativa innovativa e risoluta adottata nell’UE e nel resto del mondo;

22. incoraggia la creazione di meccanismi comuni e la cooperazione con organismi internazionali dell’America latina e dei Caraibi (come l’Organizzazione del Trattato di. cooperazione amazzonica) allo scopo di intervenire nella protezione e nello sviluppo sostenibile delle grandi riserve naturali del pianeta (come la regione dell’Amazzonia) a situate in tale continente, e di finanziarle;

23. ricorda che la cooperazione tra l’Unione europea e l’America latina a favore dei loro rispettivi processi di integrazione, attraverso l’acquisizione di importanti contenuti ideologici, la progettazione, il finanziamento e la realizzazione di

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politiche ecologiche comuni in ciascuna regione, nonché attraverso l’armonizzazione delle legislazioni ambientali, è l’espressione fondamentale dell’alleanza strategica eurolatinoamericana;

24. chiede alla Commissione europea di sostenere e promuovere lo sviluppo delle politiche ambientali nei paesi dell’America latina; occorre rafforzare la cooperazione in materia di prassi migliori, con successivo riscontro nella politica di finanziamento e di aiuto allo sviluppo attuata dall’UE; inoltre le politiche europee non dovrebbero portare a un calo dell’efficacia ambientale, compresa la perdita di biodiversità, in paesi fuori dell’UE;

25. plaude alla proposta avanzata dalla commissione temporanea sul cambiamento climatico del Parlamento europeo, consistente nell’inserire nel programma di lavoro per il 2008 una visita in un paese latinoamericano (probabilmente il Brasile) per trattare la spinosa questione del cambiamento climatico;

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* *26. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alla presidenza

del V Vertice UE-ALC, al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea, nonché ai parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea e dell’insieme dei paesi dell’America latina e dei Caraibi, al Parlamento latinoamericano, al Parlamento dell’America centrale, al Parlamento andino e al Parlamento del Mercosur.

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DC_EUROLAT_(2007)001

DICHIARAZIONE DELLA DELEGAZIONE MESSICANA ALL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA SULLE RISPOSTW ALL’EMERGENZA NEGLI STATI DI TABASCO E CHIAPAS

La delegazione messicana in sede di questa prima riunione plenaria dell’assemblea parlamentare Europa-America latina coglie l’opportunità per ringraziare profondamente, in nome di popolo del Messico, per l’inestimabile dimostrazione di solidarietà, l’aiuto umanitario e l’assistenza tecnica offerte da tutti i governi e i popoli amici, nonché dalle organizzazioni internazionali e della società civile dell’America latina e dell’Unione europea, in occasione delle inondazioni che hanno travolto il Tobasco e il Chiapas.

Grazie a questo sostegno è stato possibile attenuare i pesanti danni subiti dalle popolazioni delle comunità di Tabasco e di Chiapas durante la fase di emergenza.

La delegazione desidera altresì cogliere questa opportunità per esprimere il proprio favore per le proposte avanzate da vari forum internazionali riguardo all’istituzione di meccanismi efficaci atti a rispondere ai disastri naturali, in particolare quelle presentate nel quadro del XVII vertice iberoamericano tenutosi nel novembre 2007 a Santiago de Chile, al pari della proposta di creare un Centro biregionale di prevenzione delle catastrofi di cui al paragrafo 8, lettera b), della risoluzione presentata dalla commissione Affari politici, sicurezza e diritti umani di questa Assemblea.

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DC_EUROLAT_(2007)002

DICHIARAZIONE DELL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA

CONSIDERANDO:che il Parlamento europeo ha adottato il documento P6_TA-PROV(2007)0079 sulla NEGOZIAZIONE DI UN ACCORDO DI ASSOCIAZIONE TRA L’UNIONE EUROPEA E I PAESI DELL’AMERICA CENTRALE che contiene le raccomandazioni di cui tener conto nel processo negoziale, e che sottolinea le asimmetrie esistenti, nonché elementi tra cui disposizioni particolari concernenti la cooperazione allo sviluppo sostenibile e alla coesione sociale;

CONSIDERANDOche il parlamento dell’America centrale ha adottato in data 24 maggio 2007 la risoluzione n. AP/4-CXCI-2007, CHE RACCOMANDA ALLA RIUNIONE DEI PRESIDENTI DELL’AMERICA CENTRALE DI INCLUDERE NELL’AGENDA DI NEGOZIATO DELL’ACCORDO DI ASSOCIAZIONE TRA L’AMERICA CENTRALE E L’UNIONE EUROPEA, AZIONI ATTE A PROMUOVERE E GARANTIRE I DIRITTI FONDAMENTALI DEI VARI SETTORI DELLA SOCIETÀ CENTROAMERICANA NELLA PROSPETTIVA DI PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA REGIONE, con cui ha definito la propria posizione in merito al processo negoziale, alla firma e all’attuazione dell’Accordo di associazione biregionale;

CONSIDERANDO:che la IV riunione dei presidenti delle commissioni di integrazione e relazioni esterne dei congressi e delle assemblee legislative dell’America centrale e della Repubblica dominicana con la commissione di integrazione, commercio e sviluppo economico del parlamento centroamericano, tenutasi il 27 giugno nella città di Santo Domingo nella Repubblica dominicana, nella “DICHIARAZIONE PARLAMENTARE DI SANTO DOMINGO” ha manifestato il suo incondizionato sostegno a favore della risoluzione adottata dal PARLACEN in merito ai negoziati sull’Accordo di associazione UE-CE, evidenziando che quest’ultimo deve trascendere il piano della potenzialità e rappresentare uno strumento valido, in conformità del principio della “prosperità condivisa” e sulla base del pieno rispetto del diritto dei nostri popoli all’autodeterminazione, del consolidamento del processo di integrazione e di democrazia, dello Stato di diritto, del rispetto incondizionato dei diritti umani e dell’istituzione di un’alleanza strategica biregionale che permetta di creare condizioni migliori di vita per i nostri cittadini;

CONSIDERANDO:che il Parlamento dell’America centrale nella sua dichiarazione AP/1-CXCV-2007 sul processo negoziale relativo all’Accordo di associazione tra l’Unione europea e l’America centrale, formulata il 25 ottobre 2007, ha chiesto agli organi regionali che partecipano ai negoziati di impegnarsi per far sì che il processo garantisca l’obiettivo fondamentale del Sistema di integrazione centroamericana (SICA); che si

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promuovano meccanismi di informazione e ampia partecipazione; che nell’ambito del processo di adozione il PARLACEN esprima il proprio parere preliminare; e che vi sia conformità tra il PARLACEN stesso, quale organo parlamentare dell’America centrale, e le competenze legislative degli Stati che lo compongono;

CONSIDERANDO:che il comitato consultivo del Sistema di integrazione centroamericana, quale organo di rappresentanza della società civile a livello regionale, ha presentato alcune proposte in relazione all’Accordo di associazione UE-America centrale scaturite dal Secondo forum sulla società civile Europa-America centrale “Prospettive verso un Accordo diassociazione”, svoltosi nel marzo 2007 a Tegucigalpa (Honduras);

CONSIDERANDO:che il PARLACEN, nella veste di organo politico, ha il compito di rappresentare davvero il nostro popolo ponendosi quale interlocutore naturale nelle questioni che il popolo stesso solleva riguardo all’integrazione, e che alla data odierna ha avanzato la proposta di un protocollo che modifica il suo trattato costitutivo, il quale gli permetterà di svolgere un ruolo maggiore e più efficace, con nuove attribuzioni di poteri, e che la riunione dei Presidenti e dei capi di Stato dei paesi dell’America centrale dovrebbe approvare nel minor tempo possibile;

L’ASSEMBLEA PARLAMENTARE EUROPA-AMERICA LATINA:

1. Ritiene importante sottolineare alle parti coinvolte nel processo negozialedell’Accordo di associazione Unione europea-America centrale che, per quanto attiene al controllo di tali consultazioni, esse possono fare affidamento sui corrispondenti organi parlamentari che, nelle loro vesti di interlocutori politici naturali a nome dei popoli delle rispettive regioni, possono contribuire all’avanzamento di tale processo.

2. Reputa necessario includere nell’Accordo il disegno del meccanismo specifico finalizzato all’istituzionalizzazione e al controllo del dialogo politico nell’ambitodella società civile di entrambe le regioni, onde garantire la partecipazione strutturata di quest’ultima.

3. Esprime il proprio sostegno al parlamento dell’America centrale nel processo inteso a modificare il suo trattato costitutivo e chiede all’organo sovrano del Sistema di integrazione di affrontare la questione quanto prima possibile.