ASSEGNATI I RICONOSCIMENTI NELLA CITTÀ … 1-2... · • Astolfo D’Amato Avvocato, Professore di...

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9 L a Fondazione Italia nelle Ame- riche, presieduta da Domenico Porpiglia di San Roberto, Pre- sidente del Distretto AEREC di Mia- mi ha promosso, anche per il 2005, insieme con il quotidiano delle Ame- riche Gente d'Italia e in collabora- zione con il Consolato generale d'I- talia di Miami, l'Istituto italiano di Cultura di Miami, il quotidiano Il Denaro e il periodico Diritto ed eco- nomia dei mezzi di comunicazione, il “Premio internazionale Miami 2005” alla sua seconda edizione. La manifestazione si è svolta sabato 5 novembre con una serata di gala, condotta dalla star italo-americana Jo Champa e ripresa da Rai Interna- tional e dalle più importanti reti te- levisive americane, svoltasi a Miami nella Ball-room Ahlambra del Bilt- more Hotel di Coral Gable. Il Premio internazionale Miami na- sce dalla necessità di promuovere nelle Americhe la lingua e la cultura per il rilancio e la diffusione dell'im- magine dell'Italia, in un momento in cui cresce la domanda di apprendi- mento della lingua e di conoscenza della cultura unitamente a forti cor- renti di simpatia nei confronti dell'I- talia. “E Miami si presta egregia- mente per una 'triangolazione' cul- turale ed economica tra l'Italia e le Americhe” - ha spiegato il console Domenico Porpiglia. “Svolgendo una pur sommaria analisi della realtà di Miami, si evince infatti che la Flori- da, ma questa città in particolare, è la capitale economica dell'America centrale (compresa l'area insulare caraibica) ed una base finanziaria dell'America del Sud. C'è, così, una prima condizione favorevole confor- tata da una robusta presenza etnica latina che, se inizialmente era a schiacciante prevalenza cubana, ora copre tutto l'ampio spettro del mondo latino americano, Brasile compreso”. Partendo da questo presupposto, la Fondazione Italia nelle Americhe of- fre al mondo finanziario, commer- ciale, scientifico ed industriale ame- ricano e latino-americano l'opportu- nità di avvicinarsi alla realtà produt- tiva italiana, grazie ad una vetrina di facile accesso che si apre in una realtà statunitense che ha comun- que una forte attrazione da parte dei latini del Sud. “Qualcosa di più e di meglio insomma del 'made in Italy', che opera sul mondo economico del- le Americhe non solo in loco, attra- verso le nostre rappresentanze di- plomatiche, ma stabilendo rapporti attivi ed istituzionali con le comunità che vivono nella città e più estensi- vamente nella Florida - continua Porpiglia - A parte il settore econo- mico, c'è quello culturale e scientifi- co che si sviluppa con il sostegno della nostra ambasciata a Washing- ton, il nostro consolato generale di Miami, il nostro Istituto di Cultura”. Una validissima occasione per pro- muovere le relazioni tra Italia e le Americhe in un contesto diverso da quanto, ovviamente, già fanno le isti- tuzioni preposte a questo fine. Il Pre- mio Internazionale Miami, quindi, si propone di rilanciare nelle Americhe l'italianità ed il made in Italy attra- verso i suoi elementi più rappresen- tativi nel campo medico-scientifico, imprenditoriale, economico, giorna- listico, finanziario e turistico. Brigitte Sei LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO Il Comitato D’onore del Premio, presieduto da Mirko Tremaglia, Ministro degli Italiani nel Mondo, è composto da: • Franco Frattini, Vice Presidente della Commissione Europea; • Gianfranco Fini, Ministro degli Affari Esteri; • Giuseppe Galati, Sottosegretario alle Attività Produttive; • Franco Danieli, Vice Presidente della Commissione Esteri; • Giancarlo Innocenzi, Commissario delle Autorità delle Telecomunicazioni; • Paolo Faiola, Segretario Generale dell’IILA (Istituto Italo Latino Americano); • Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Ambasciatore d’Italia in Uruguay; • Sergio Vento, Ambasciatore; • Ernesto Carpintieri, Presidente dell’A.E.R.E.C.; • Antonio Giordano, Presidente Sbarro Health Research Organization; • Gianfranco Colognato, Console Generale d’Italia per il Sudest degli Usa. I premiati della II edizione del Premio Internazionali Miami • Tabaré Ramón Vázquez Rosas Presidente della Repubblica dell’Uruguay • Mario Baccini Ministro della Funzione Pubblica • Lucio Stanca Ministro dell’Innovazione Tecnologica • Mauro Masi Segretario Generale della Presidenza del Consiglio • Gianpaolo Bettamio Sottosegretario agli Affari Esteri • Giovanni Castellaneta Ambasciatore d’Italia negli Usa • Pasquale Terracciano Capo ufficio stampa Ministero Affari Esteri • Daniel Spikes Console generale Usa I Premi Miami 2005 “all’Informazione” • Claudio Petruccioli Presidente della Rai • Alfredo Orlando Rai International, “Qui Roma” • Giuseppe Marra Direttore - Editore Adnkronos • Mauro Mazza Direttore del Tg2 • Angela Buttiglione Direttore Rai Regionale • Giampiero Gramaglia Capo della redazione Usa dell’Ansa • Giulio Borrelli Corrispondente dagli Usa del TG1 • Carlo Sartori Direttore Raisat • Italo Cucci Commentatore - Giornalista • Cesare Lanza Opinionista-Scrittore (La Mescolanza) • Guido Crapanzano Rettore dell’Ist. Intern. di Scienze della Comunicazione Milano • Daniela Rosati Giornalista (Tutto Benessere) • Gianni Raso Opinionista (Montevideo) • Angel Guazzo Amministratore del quotidiano “Ultimas noticias” I Premi Miami 2005 “alla Solidarietà” • Michele Pala Console Generale di Montevideo Marta Marie Lotti Director of Press and Public Relations for North America at Alitalia Airlines • Vincenzo Arcobelli Presidente del Comites di Houston • Salvatore Ferrigno Presidente del Comites di Filadelfia • Silvana Mangione CGIE New York • Filomena Narducci CGIE Uruguay • Vincenzo Marra Presidente I.L.I.C.A (New York) • Carmen Seidel Presidente Missione Futuro ONG I Premi Miami 2005 “alla Carriera” • Antonio Bandini, Console generale d’Italia a New York • Renzo Arbore, Showman • Renato Balestra, Stilista • Astolfo D’Amato Avvocato, Professore di Diritto • Roberto Speciale Generale C.A., Comandante Generale della Guardia di Finanza • Micky Arison Chairman &CEO Carnival Corporation, FCCA I Premi Miami 2005 “all’Imprenditoria e al Commercio” • Umberto Vattani, Ambasciatore, Presidente ICE • Claudio Del Vecchio Presidente & Ceo Brooks Brothers New York • Piero Rivolta Presidente Rivolta Group Sarasota • Salvatore Lauro, Armatore • Rosanna Acunzo, Amministratore International Carter Sign Milano • La Camera di Commercio italoamericana di Miami • Piero Salussolia Avvocato (Miami) • Vincent Caruso Ingegnere (Fort Lauderdale) • Tony May Presidente Gruppo Ristoratori Italiani Usa • Adriano Aragozzini, Impresario (presidente Oai) • Rosanna Coscia, Jolly Madison Towers New York • Graziano Sbrogliò, Ristoratore (Miami) • Beppe Lopetrone, Fotografo internazionale (Miami) • Andrea Cozzolino, Assessore alle Attività produttive Regione Campania Premio Miami 2005 “la voce dell’inno d’Italia nel mondo” • Elena Monelli, Cantante – Attrice Uomo dell’anno 2005 • Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset ASSEGNATI I RICONOSCIMENTI NELLA CITTÀ STATUNITENSE Il Premio Internazionale Miami 2005 anche a Missione Futuro Ong Un momento della Serata che ha visto il conferimento del Premio Internazionale Miami. Sul palco, il Presidente dell'AEREC Ernesto Carpintieri, il Presidente del Premio Domenico Porpiglia e il giornalista Rai Franco Di Mare. Nel corso della serata, la Presidente di Missione Futuro Ong Carmen Seidel ha ricevuto il Premio “Solidarietà”.

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La Fondazione Italia nelle Ame-riche, presieduta da DomenicoPorpiglia di San Roberto, Pre-

sidente del Distretto AEREC di Mia-mi ha promosso, anche per il 2005,insieme con il quotidiano delle Ame-riche Gente d'Italia e in collabora-zione con il Consolato generale d'I-talia di Miami, l'Istituto italiano diCultura di Miami, il quotidiano IlDenaro e il periodico Diritto ed eco-nomia dei mezzi di comunicazione,il “Premio internazionale Miami2005” alla sua seconda edizione. Lamanifestazione si è svolta sabato 5novembre con una serata di gala,condotta dalla star italo-americanaJo Champa e ripresa da Rai Interna-tional e dalle più importanti reti te-levisive americane, svoltasi a Miaminella Ball-room Ahlambra del Bilt-more Hotel di Coral Gable.Il Premio internazionale Miami na-sce dalla necessità di promuoverenelle Americhe la lingua e la culturaper il rilancio e la diffusione dell'im-magine dell'Italia, in un momento incui cresce la domanda di apprendi-mento della lingua e di conoscenzadella cultura unitamente a forti cor-renti di simpatia nei confronti dell'I-talia. “E Miami si presta egregia-mente per una 'triangolazione' cul-turale ed economica tra l'Italia e leAmeriche” - ha spiegato il consoleDomenico Porpiglia. “Svolgendo unapur sommaria analisi della realtà diMiami, si evince infatti che la Flori-da, ma questa città in particolare, èla capitale economica dell'Americacentrale (compresa l'area insularecaraibica) ed una base finanziariadell'America del Sud. C'è, così, unaprima condizione favorevole confor-

tata da una robusta presenza etnicalatina che, se inizialmente era aschiacciante prevalenza cubana,ora copre tutto l'ampio spettro delmondo latino americano, Brasilecompreso”. Partendo da questo presupposto, laFondazione Italia nelle Americhe of-fre al mondo finanziario, commer-ciale, scientifico ed industriale ame-ricano e latino-americano l'opportu-nità di avvicinarsi alla realtà produt-tiva italiana, grazie ad una vetrina difacile accesso che si apre in unarealtà statunitense che ha comun-que una forte attrazione da parte deilatini del Sud. “Qualcosa di più e dimeglio insomma del 'made in Italy',che opera sul mondo economico del-le Americhe non solo in loco, attra-verso le nostre rappresentanze di-plomatiche, ma stabilendo rapportiattivi ed istituzionali con le comunitàche vivono nella città e più estensi-vamente nella Florida - continuaPorpiglia - A parte il settore econo-mico, c'è quello culturale e scientifi-co che si sviluppa con il sostegnodella nostra ambasciata a Washing-ton, il nostro consolato generale diMiami, il nostro Istituto di Cultura”.Una validissima occasione per pro-muovere le relazioni tra Italia e leAmeriche in un contesto diverso daquanto, ovviamente, già fanno le isti-tuzioni preposte a questo fine. Il Pre-mio Internazionale Miami, quindi, sipropone di rilanciare nelle Americhel'italianità ed il made in Italy attra-verso i suoi elementi più rappresen-tativi nel campo medico-scientifico,imprenditoriale, economico, giorna-listico, finanziario e turistico.

Brigitte Sei

LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIOIl Comitato D’onore del Premio, presieduto da Mirko Tremaglia, Ministro degli Italiani nel Mondo, è composto da: • Franco Frattini, Vice Presidente della Commissione Europea; • Gianfranco Fini, Ministro degli Affari Esteri; • Giuseppe Galati, Sottosegretario alle Attività Produttive;• Franco Danieli, Vice Presidente della Commissione Esteri; • Giancarlo Innocenzi, Commissario delle Autorità delle Telecomunicazioni; • Paolo Faiola, Segretario Generale dell’IILA (Istituto Italo Latino Americano);• Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Ambasciatore d’Italia in Uruguay; • Sergio Vento, Ambasciatore; • Ernesto Carpintieri, Presidente dell’A.E.R.E.C.;• Antonio Giordano, Presidente Sbarro Health Research Organization; • Gianfranco Colognato, Console Generale d’Italia per il Sudest degli Usa.

I premiati della II edizione del Premio Internazionali Miami• Tabaré Ramón Vázquez Rosas Presidente della Repubblica dell’Uruguay • Mario Baccini Ministro della Funzione Pubblica• Lucio Stanca Ministro dell’Innovazione Tecnologica• Mauro Masi Segretario Generale della Presidenza del Consiglio• Gianpaolo Bettamio Sottosegretario agli Affari Esteri • Giovanni Castellaneta Ambasciatore d’Italia negli Usa• Pasquale Terracciano Capo ufficio stampa Ministero Affari Esteri • Daniel Spikes Console generale Usa

I Premi Miami 2005 “all’Informazione”• Claudio Petruccioli Presidente della Rai • Alfredo Orlando Rai International, “Qui Roma”• Giuseppe Marra Direttore - Editore Adnkronos• Mauro Mazza Direttore del Tg2 • Angela Buttiglione Direttore Rai Regionale • Giampiero Gramaglia Capo della redazione Usa dell’Ansa • Giulio Borrelli Corrispondente dagli Usa del TG1• Carlo Sartori Direttore Raisat • Italo Cucci Commentatore - Giornalista • Cesare Lanza Opinionista-Scrittore (La Mescolanza)• Guido Crapanzano Rettore dell’Ist. Intern. di Scienze della Comunicazione Milano• Daniela Rosati Giornalista (Tutto Benessere)• Gianni Raso Opinionista (Montevideo)• Angel Guazzo Amministratore del quotidiano “Ultimas noticias”

I Premi Miami 2005 “alla Solidarietà”• Michele Pala Console Generale di Montevideo • Marta Marie Lotti Director of Press and Public Relations for North America at Alitalia Airlines• Vincenzo Arcobelli Presidente del Comites di Houston• Salvatore Ferrigno Presidente del Comites di Filadelfia• Silvana Mangione CGIE New York• Filomena Narducci CGIE Uruguay• Vincenzo Marra Presidente I.L.I.C.A (New York)• Carmen Seidel Presidente Missione Futuro ONG

I Premi Miami 2005 “alla Carriera”• Antonio Bandini, Console generale d’Italia a New York• Renzo Arbore, Showman• Renato Balestra, Stilista• Astolfo D’Amato Avvocato, Professore di Diritto• Roberto Speciale Generale C.A., Comandante Generale della Guardia di Finanza• Micky Arison Chairman &CEO Carnival Corporation, FCCA

I Premi Miami 2005 “all’Imprenditoria e al Commercio”• Umberto Vattani, Ambasciatore, Presidente ICE• Claudio Del Vecchio Presidente & Ceo Brooks Brothers New York• Piero Rivolta Presidente Rivolta Group Sarasota• Salvatore Lauro, Armatore• Rosanna Acunzo, Amministratore International Carter Sign Milano• La Camera di Commercio italoamericana di Miami• Piero Salussolia Avvocato (Miami)• Vincent Caruso Ingegnere (Fort Lauderdale)• Tony May Presidente Gruppo Ristoratori Italiani Usa• Adriano Aragozzini, Impresario (presidente Oai)• Rosanna Coscia, Jolly Madison Towers New York• Graziano Sbrogliò, Ristoratore (Miami) • Beppe Lopetrone, Fotografo internazionale (Miami)• Andrea Cozzolino, Assessore alle Attività produttive Regione Campania

Premio Miami 2005 “la voce dell’inno d’Italia nel mondo”• Elena Monelli, Cantante – Attrice

Uomo dell’anno 2005• Fedele Confalonieri, Presidente Mediaset

n ASSEGNATI I RICONOSCIMENTI NELLA CITTÀ STATUNITENSE

Il Premio InternazionaleMiami 2005 anche aMissione Futuro Ong

Un momento della Serata che ha visto il conferimento del Premio Internazionale Miami. Sul palco, il Presidentedell'AEREC Ernesto Carpintieri, il Presidente del Premio Domenico Porpiglia e il giornalista Rai Franco Di Mare. Nelcorso della serata, la Presidente di Missione Futuro Ong Carmen Seidel ha ricevuto il Premio “Solidarietà”.

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sciamo nel secolo scorso. Sicura-mente noi ricercatori dobbiamo ab-bandonare quelle che sono le no-stre cattedrali, spesso nel deserto,in cui ci sono i nostri laboratori eaprirci alle istanze della società civi-le. Io ritengo fondamentale fissaredei parametri, dei 'paletti' che ogginon possiamo scavalcare. Perchéquando si parla di bioetica, la bioe-tica è quella che ognuno di noi, conla propria coscienza, deve essere ingrado di sentire e di partecipare al-la comunità per quel che riguarda ilnostro bene superiore: noi siamotutti dei tasselli di un mosaico”.“Io sono stato un virologo oncologo,uno dei primi in Italia. Oggi possia-mo dire senza ombra di dubbio chese esiste qualche vaccino contro itumori, è venuto nel campo della vi-rologia. Il primo vaccino, come voisapete, è stato quello per il virusdell'epatite B. Purtroppo non ha ri-solto tutti i problemi, esistono anchealtri virus dell'epatite, in particolarequello C, oggi una delle malattie piùfrequenti anche nel nostro paese;anche nel campo dell'HIV c'è unvaccino specifico, si parla del 50% dipossibilità di guarigione. È stato unfatto importante, nonostante tuttoquello che si dice della nostra ricer-ca, in Italia, con tutti i problemi checi sono come quelli della poca meri-tocrazia, della nostra gerontocrazia,della burocrazia, della scarsa orga-nizzazione. Io già nel 1973, in unaconferenza, osservai come la per-centuale del prodotto interno lordodestinata alla ricerca in Italia fossedell'1%; oggi, a distanza di oltretrent'anni, è rimasta la stessa per-centuale. Nel campo della ricerca,insomma, siamo sempre delle cene-rentole.”“Vorrei dirvi che la prevenzione di-venta sempre più un fatto fonda-mentale nel nostro ambiente: sem-brerà banale dirlo, ma se vogliamointervenire perché scorre dell'acquaè inutile che ci affrettiamo ad asciu-gare il pavimento, dobbiamo chiu-dere il rubinetto.”

È stato quindi il turno del Prof. An-tonio Giordano, un medico italiano

di nascita ma da molti anni, ormai,trasferitosi negli Stati Uniti dove èDirettore dello Sbarro Institute forCancer Research, uno dei più im-portanti istituti di ricerca statuni-tensi.“Negli ultimi 20 anni il mio maggiorinteresse è stato quello di studiarela genetica dei tumori. La mia istru-zione e il mio training sono in medi-cina e anatomia patologica, quindinello studio delle malattie a livellodegli organi e dei tessuti. Durante imiei anni di medicina notai la gran-de limitazione tecnologica che esi-steva a livello sia dei metodi diagno-stici sia terapeutici, e il mio grandedesiderio era quello di poter impa-rare una nuova tecnologia, senzaignorare i problemi etici che stannosorgendo.”“Affermare che le radici delle ma-lattie si trovano all'interno dei no-stri geni, è il punto di partenza utileper capire il significato dello svilup-po o del cambiamento di una cellulanormale in cellula maligna o tumo-rale o in qualsiasi altro tipo di pato-logia, come il diabete o le malattiecardiovascolari.”“Cerchiamo di capire quali sono icambiamenti che portano una cellu-la normale a diventare una cellulatumorale. Abbiamo sentito del se-quenziamento del genoma umanoche è stato un atto, un gesto tecnicodi tecnologia incredibile, grazie allaforza economica americana. Nonera una sorpresa, perché oramai latecnologia era lì. Però il sequenzia-mento del genoma umano non è chepoteva significare riuscire a capirecome un individuo funzionasse nor-malmente e ciò è fondamentale.Dalla cellula maligna tumorale cer-chiamo di andare a ricostruire quel-lo che potrebbe essere il normalefunzionamento delle cellule del no-stro organismo. Con questo lavoro aritroso, e quindi sperimentale, si so-no venuti a fare passi incredibili,metodi diagnostici e terapeutici in-teressantissimi che pian piano stan-no cambiando il concetto di fare me-dicina, diagnosi e terapia.”“Il nostro organismo è controllatoda due classi di geni, che sono delleforze positive e delle forze negative,e questi geni vengono chiamati geniche promuovono la crescita cellula-re e geni che inibiscono la crescitacellulare. Quindi noi abbiamo comeun semaforo rosso e un semaforoverde. Questo equilibrio così delica-to che esiste fra queste due forze,quindi tra questo numero incredibi-le di geni, porta all'equilibrio dellacrescita cellulare.”“Noi sappiamo che una cellula, esembra quasi un paradosso, perfunzionare normalmente deve avereun proprio ruolo, crescere e poi mo-rire. Questo fenomeno si chiama'morte cellulare controllata'. La cel-lula tumorale invece non muore, èimmortale. Ecco uno dei grandi dog-mi della ricerca scientifica, riuscire

a capire questo equilibrio esistentefra forze negative e forze positive eperché questa cellula che natural-mente programma la propria mortediventa immortale.”“Studiare questo tipo di processocellulare ci permetterà di capire ilfenomeno del cancro, e di capire co-me fare per riuscire a spingere nuo-vamente la cellula a programmarela propria morte, come naturalmen-te dovrebbe essere.”“Fra tutte le cause associate alla ge-nesi del tumore, possiamo parlaredi problemi genetici, di insulti atmo-sferici, di stress e tante altre cose.L'insieme, le sinergie di questi effet-ti multipli che bombardano le nostrecellule, portano il danno. Le nostrecellule formano una macchina per-fetta, pensiamo quanti insulti questecellule devono subire affinché cipossa essere un cambiamento! Svi-luppiamo una cellula tumorale alsecondo, pensate con che forza ilnostro organismo deve riuscire amantenere questo equilibrio intat-to.”“A cosa ha portato questa ricerca?A generare tutta una serie di farma-ci nuovi. Perché il farmaco chemio-terapico crea danni, è un farmacoche non ha nessuna educazione. Ilfarmaco deve avere un bersaglio al-l'interno della cellula, il bersagliosono i geni, sono le proteine prodot-te da questi geni. Più è precisa emaggiore è la conoscenza del bersa-glio, più è preciso e intelligente ilfarmaco, come smart bomb, bombeintelligenti; più intelligente è il ber-saglio di questi farmaci all'internodella cellula e più si può riuscire arevertire o a controllare l'anomaliaal livello della cellula.”“Sentite spesso dire che con la stes-sa diagnosi di tumore al polmone,un paziente risponde, un altro pa-ziente non risponde, uno sopravvive5 anni, un altro solo sei mesi, non-ostante la diagnosi sia la stessa. Tut-ta queste serie di molecole che inte-ragiscono tra loro hanno dei dannidifferenti che danno delle caratteri-stiche biologiche differenti a questitumori. Quindi che significa 'cucirela terapia'? Significa che oggigiornoil tumore deve essere caratterizza-

to. Avete sentito parlare di genomi-ca, postgenomica, proteomica: si-gnifica che si può riuscire a capire ilprofilo genetico del paziente e deltumore in particolare e andare a di-segnare e a cucire la terapia secon-do quel profilo; e significa anchediagnosi precoce, perché da quelprofilo genetico si può riuscire a ca-pire anche l'aggressività o no del tu-more, e quindi dare finalmente alclinico l'opportunità di agire in ma-niera più intelligente. Oggigiorno ilclinico usa un protocollo, per dei ti-pi di tumore, il protocollo x che pri-ma esisteva solo in alcuni ospedali,oggi si può trovare anche nell'ospe-dale più isolato al mondo. Si fa alcomputer.”“Dopo di me, interverrà il Prof. Gua-rino che è un chirurgo. Anche il chi-rurgo cerca di capire la biologia del-la patologia, perché anche lui vuoleintervenire non come un tecnico, co-sì alla cieca, ma in maniera intelli-gente per riuscire a capire il profilodel tumore, la caratteristica. Eccoche si parla di 'bridge', di ponte traricerca di base e ricerca applicata,perché poi la traduzione di questescoperte viene fatta dal clinico e ilclinico deve avere la sensibilità di ri-uscire a interpretare le difficoltà an-che concettuali.”.

Come anticipato dal Prof. Giordano,la parola è stata data quindi al Prof.Enrico Guarino, chirurgo oncologi-co, Presidente Associazione ItalianaOncologia Apparato Digerente.“Si è parlato, negli autorevoli inter-venti che mi hanno preceduto, diprevenzione ad origine, la preven-zione primaria. Purtroppo siamomolto lontani da ciò e nonostante igrandi passi in avanti, l'unica armache abbiamo al momento è la pre-venzione secondaria, che anch'essa,culturalmente, non è ancora entratanelle teste di noi occidentali.”“Oggi di cancro al seno si muore dimeno, si sopravvive meglio, si fauna diagnosi precoce: un primo sta-dio permette la sopravvivenza a 5anni al 90 per cento; idem per il tu-more del colon. Un tumore al quar-to stadio permette sei mesi di vita.Questo per farvi capire la differen-za. Quindi è importante l'interazio-ne con una diagnosi precoce, secon-daria, non primitiva. Il nostro inter-vento, cioè quello chirurgico, è solosuccessivo, in un secondo step. Ilchirurgo, parlando in maniera spe-cifica del mio intervento, nel mo-mento in cui interviene sul primostadio ha una possibilità di guarigio-ne maggiore per il paziente soprat-tutto perché il problema allo statoattuale è nella oncologia; la chemio-terapia, la radioterapia sono tratta-menti altamente aggressivi che nondistinguono tra cellula positiva ecellula negativa. Ci sono invece al-cune specificità per alcuni tipi di tu-more. Prenderli in considerazionenon vuol dire riuscire a risolvere il

SEGUE DA PAGINA 1

Il Prof. Giulio Tarro, Presidente della Fondazione Teresae Luigi de Beaumont Bonelli per le Ricerche sul Cancro

Il Prof. Enrico Guarino, chirurgo oncologico, PresidenteAssociazione Italiana Oncologia Apparato Digerent

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problema, ma va detto che sono tan-tissimi gli effetti collaterali ad esse-re diminuiti nel tempo. “Io ho un'associazione di volontaria-to con la quale insieme ad alcunicolleghi, facciamo un lavoro di pre-venzione nei centri per anziani. Cisiamo inventati questo approccioperché in Italia purtroppo non c'è lacultura della prevenzione e delladiagnosi precoce, non esiste. Moltagente dice: 'io fare una visita? no, ese poi trovo qualcosa...'. La culturadella prevenzione manca tra i citta-dini ma anche a livello politico. Pen-so a quello che ci diceva il prof. Tar-ro sul Pil: è vero, non si spende nel-la prevenzione perché i risultati del-la prevenzione si vedranno soltantofra 5, 10, 15 anni, e non potrannoessere rivendicati da chicchessia.Ciò è grave: la cosa più importante èla cultura della prevenzione. Quelloche vorrei che capisse la politica,quelli che gestiscono i nostri soldi, èquanto costa un paziente malato:costa come guarirne un milione nel-la fase iniziale della malattia. Pen-sate che un farmaco chemioterapicoparte da 700 euro a fiala: non aveteidea di quanto costa una personache sta male, quanto costa la suagestione a lui e ai suoi parenti, pen-sate solo all'ospedalizzazione.”“Un'altra cosa importantissima che

nessuno mette mai in evidenza: lacultura della prevenzione va fatta aigiovani, non esiste nella nostrascuola un processo di educazione al-la salute. Certo, è stata fatta unalegge sul fumo, per la quale chi vuo-le fumare può farlo ma non davantiad altre persone che non vogliono.Nessuno, però, ci dice quali sono lepatologie che porta il fumo. Non so-no soltanto la cardiopatia o il tumo-re al polmone. Nel tumore del colon,un paziente su tre è fumatore, enessuno ne parla.”“I giovani sono il nostro futuro, ilproblema fondamentale della nostrasocietà è di guardare all'oggi e anon guardare avanti. La cultura del-la prevenzione costa pochissimo: ioho fatto in 5 anni con la nostra asso-ciazione 1800 visite gratuite all'in-terno dei centri anziani di Roma eprovincia. In una stanza giocano a

carte, in una si fa l'uncinetto o siguarda la televisione, in un'altra noivisitiamo. Abbiamo trovato 180 poli-pi. 18 tumori, in persone che stava-no bene, tra quelli che giocavanotranquillamente a carte. Questo adimostrazione del fatto che la dia-gnosi precoce la devi attuare quan-do non c'è nulla; quando uno va daldottore perché sta male, sente lamassa al seno, respira male, siamogià arrivati tardi. Non resta altro allavoro del chirurgo che si sarebbepotuto evitare.”“Tutto ciò che è stato detto prece-dentemente dai colleghi è affasci-nante, anche io sostengo la validitàdella ricerca abbinata; sapere qualè la predisposizione genetica, ancheper me che vado a fare un interven-to, sicuramente anche dal punto divista biologico, è una cosa positiva.Una differenza fra oncologo e chi-rurgo è che l'oncologo lavora perprotocolli, ha degli schemi e quella èla terapia. Il chirurgo anche se hadegli schemi di trattamento, nel mo-mento in cui si trova ad operare perqualsiasi patologia, lavora su quelloche trova. Segue mentalmente unprotocollo di base, il tipo di tratta-mento che deve essere fatto se è unprimo, un secondo, un terzo o quar-to stadio, ma poi all'atto pratico de-ve adeguarsi a quello che si trovadavanti. Forse è per questo che ilchirurgo è più contento di avere col-leghi che gli possano dare messaggipiù chiari sul proprio operato.”

L'intervento successivo è stato affi-dato al Dott. Carlo Gargiulo, un me-dico di base che si è guadagnatol'affetto e l'attenzione di molti tele-spettatori per la capacità di affron-tare temi difficili con grande capaci-tà divulgativa e comunicativa nellanota trasmissione della Rai “Elisir”.“Quando si parla di prevenzione èindifferente che si parli di preven-zione dei tumori piuttosto che diprevenzione di malattie cardiologi-che o di broncopneumopatie. Quan-do si parla di prevenzione, dicosempre che c'è una rima ben preci-sa: quella con informazione; se nonsi è informati non si riesce a fareuna prevenzione corretta, se non sisa a che cosa si va incontro con de-gli stili di vita non adeguati. È veroche oggi abbiamo delle terapie chesono ad altissimo livello, abbiamo fi-nalmente raggiunto un giusto mixfra chirurgia e chemioterapia; è ve-ro che oggi riusciamo ad operare incondizioni ancora più difficili, si ri-esce ad arrivare su pazienti ancorapiù difficili e dopo si hanno degli ot-timi risultati associando la chemio-terapia; ma il nostro obbiettivo èquello di mettere in pensione il chi-rurgo, è quello di riuscire ad arriva-re a capire che il chirurgo dovrà in-tervenire soltanto di fronte ai trau-mi, a quelle situazioni che non sonoprevedibili. La prevenzione diventauna necessità. Non c'è un limite di

età per la prevenzione, questo è unaltro di quegli elementi forti, di mes-saggi forti che cerco di far passarein trasmissione. Non c'è un limite dietà perché a qualunque età si posso-no cominciare a correggere alcunistili di vita e correggerli significaevitare che, ammesso che ci sianodelle malattie croniche, queste pos-sano dare vita ad ulteriori compli-canze.”“Qui nasce proprio il problema del-l'informazione che ancora trovaqualche resistenza proprio nellaclasse medica. Sembra strano a dir-si ma le critiche più forti alla miatrasmissione le trovo generalmentequando vado ai convegni dei colle-ghi, soprattutto dai colleghi di medi-cina generale; la tendenza è quelladi ripetermi, 'eh sì, tu la domenicaparli, e il lunedì noi ci troviamo glistudi pieni di persone che hanno vi-sto Elisir e che vengono perché...'.Ma ben venga, anche se fosse solta-no un caso. Era emblematico il dis-corso del Prof. Guarino sulle visiteeffettuate nei centri anziani e quin-di dello scoprire anche chi non haidea di avere una patologia.”“L'altro dato fondamentale è quellodi cercare di convincere che dobbia-mo lavorare molto sui nostri ragaz-zi. I nostri ragazzi hanno il diritto diessere informati nel modo giusto, eil dovere di seguire alcune informa-zioni che diamo loro per cercare dievitargli alcuni errori che abbiamofatto noi. Loro dovranno fare piùsforzo fisico di quanto non abbiamofatto noi, mangiare un po' di meno,curare di più anche i problemi delsovrappeso che non riguardano soloil cuore o i bronchi, ma riguardanoanche la patologia neoplastica. Laprevenzione è prevenzione, non sipuò più fare un discorso di preveni-re una malattia invece che un'altra,bisogna riuscire a capire questopassaggio, quindi informarsi nelmodo corretto e giusto utilizzandoquelle informazioni che sono certifi-cate e che sono giuste, corrette,scientificamente approvate. Para-frasando una frase non mia: fino adadesso la scienza ci ha aiutato adaggiungere anni alla vita, adesso ègiunto il momento di aggiungere vi-ta agli anni. E questo è soltantocompito vostro e nostro.”

Ancora sulla divulgazione scientifi-ca, l'ultimo intervento è stato quelladi Daniela Rosati, la popolare con-duttrice di tanti programmi sullamedicina, attualmente sugli schermidella Rai con il programma “Tutto-benessere”.“Da comunicatore scientifico - per-ché questo è il mio ruolo, dico che losforzo che faremo quest'anno sarà dirivolgerci prevalentemente alla co-municazione scientifica, perché lenovità della ricerca sono importanti,sono in divenire. Io ho identificato trepunti fondamentali. Bisogna arrivarea capire come migliorare quella tec-

nologia che porterà a una prevenzio-ne migliore e a delle terapie mirate. Ipatologi clinici dovranno essere co-me dei grandi sarti, dovranno esserein grado di cucire addosso a ognunodi noi, singolarmente, individual-mente (perché ognuno di noi è un'en-tità differente dagli altri, genetica-mente siamo uguali ma le connessio-ni genetiche di ognuno di noi sono di-verse) la cura che ci compete. Questasarà la genomica, sarà la proteomi-ca, sarà la nuova era della medicina,della scienza, ed è di questo che iovorrò parlare nella mia trasmissione,dando spazio a tutti coloro che stan-no facendo questo sforzo, e ci rendia-mo conto di quale sforzo sia. Daremovoce a scienziati di tutto il mondo,anche se noi siamo in Italia e quindicercheremo di avere soprattuttoscienziati italiani”.“In questi giorni si sta svolgendo Te-lethon che è un momento molto im-portante di solidarietà. Ma proprioin queste occasioni bisogna ricorda-re, che dobbiamo stare attenti econcentrati sulla rigorosità sia nellache della ricerca. Cercheremo diavere mensilmente un resoconto diquello che Telethon sta facendo, dicome questi soldi che gli italiani ge-nerosamente danno alla ricercavengono spesi e con quali risultati.Credo che sia molto importante, vi-sto che viviamo in un paese dove perora non si è fatto tantissimo dalpunto di vista economico per la ri-cerca. Si farà anche perché appa-rentemente è nella volontà di tuttele persone con le quali ho parlato.Tutti mi dicono 'noi vogliamo daregrande spazio, forza e introiti allaricerca'. E io ho imparato questodiscorso sull'etica e sul rigore inse-gnando negli Stati Uniti alla TempleUniversity di Philadelphia propriocomunicazione scientifica, e perquesto ringrazio di cuore il Prof.Giordano per la preziosa occasioneche mi ha offerto”.”

Brigitte Sei

Una versione estesa della relazionesul Convegno è contenuta sul sitowww.aerec.org

Il Prof. Antonio Giordano, Direttore dello SbarroInstitute for Cancer Research.

Il Prof. Carlo Gargiulo, il medico che ha acquisito unagrande popolarità con la sua partecipazione alprogramma televisivo “Elisir”.

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gli altri relatori del “Third Common-wealth-India Small Business Com-petitiveness Development Program-me” che si svolgerà attraverso cin-que giornate e in diverse sezioni.Sediamo allo stesso lavoro di lavoro,al 20esimo piano di un albergo conuna vista mozzafiato su New Delhi,insieme agli esponenti di tanti go-verni del Commonwealth, comel’Australia, il Sud Africa, la GranBretagna, il Canada, il Pakistan, l’U-ganda, lo Sri Lanka e la Nuova Ze-landa, solo per citare i paesi piùgrandi. Con loro ci sono anche espo-nenti della Banca Mondiale, dellaCanadian Bank e di altri organismi.Nei giorni seguenti avremo diverseoccasioni per intraprendere contattipersonali con alcuni di questi perso-naggi, scambiare esperienze ed opi-nioni, e valutare la possibilità di col-laborazione.Dopo un piccolo lunch a buffet, nonavendo altri appuntamenti nel pri-mo pomeriggio ed essendo domeni-ca, decidiamo di fare un piccolo tourper la città. Il quartiere storico è af-follatissimo ed il nostro autista hanotevoli difficoltà ad avanzare neltraffico, congestionato dalla presen-za di tante bancarelle e venditoriambulanti. L’impressione è che cisiano milioni di persone per le stra-de. Ammiriamo le opere d’arte, i mi-nuetti e palazzi antichi dall’internodell’automobile finché non scendia-mo per fare una breve passeggiataintorno al Forte del Water Gate e al-l’India Gate per vedere il palazzopresidenziale ed i palazzi del gover-no.Alle 18 ha inizio la cerimonia uffi-ciale di inaugurazione della sessio-ne Commonwealth-NSIC presso unasala del nostro albergo. Oltre al Pre-sidente e Direttore Generale dellaNSIC, che avevamo conosciuto nelcorso della mattinata, erano presen-ti il Presidente della “Export-ImportBank of India”, esponenti del Com-monwealth Secretariat, il Segretarioed il Ministro dell’Unione per le Pic-cole Industrie e le Industrie Agro-rurali dell’India, On. Mahabir Pra-sad, oltre ai partecipanti delle variesessioni. Il Ministro, in particolare,

ha osservato che il punto chiave delprogramma della conferenza è lacondivisione delle esperienze nellacompetizione accresciuta. “Per otte-nere questo obiettivo” – ha afferma-to tra l’altro – “è necessario stabili-

re una cooperazione tra le piccole,le medie e le grandi imprese. Le pic-cole e medie imprese hanno un ruo-lo vitale nella crescita acceleratadelle economie dei paesi in via disviluppo. La competenza tecnica de-ve essere migliorata per migliorarela qualità e la produttività, ma biso-gna anche riconoscere i bisogni del-le PMI per formulare le politiche esoddisfare le aspirazioni. Il mio Mi-nistero rappresenta un agenzia no-dale in India per lo sviluppo dellePMI. Attualmente esistono quasi11,8 milioni di piccole imprese nelsettore organizzato e non, che pro-ducono più di 8000 prodotti chevanno dai beni tradizionali ai pro-dotti hi-tech e ai pezzi di ricambioche serviranno nei vari settori. Que-sto settore registra circa il 39% delvalore aggiunto nel settore manifat-turiero e contribuisce per quasi il35% alle esportazioni nazionali. So-no impiegati direttamente 28.2 mi-lioni di persone. Le piccole impreseindiane sono presenti in quasi tutti isettori dell’economia come la tra-sformazione in agricoltura, l’inge-gneria, l’industria manufatturiera, ilpellame e i prodotti in pelle, la ce-

ramica e l’informatica.”Dopo aver assistito alla firma diun protocollo d’intesa tra NSIC ela PIFS FIJI, Exim Bank-SME Bankof Sri Lanka, siamo ospiti di unacena ricca di gustosissime pietan-

ze locali ma anche di cucina inter-nazionale (c’è persino la pasta ita-liana!), durante la quale approfon-diamo la conoscenza di alcuni per-sonaggi.Lunedì, 21 novembreAlle ore 9.30 ha inizio la sessione“Piccole Imprese e Sviluppo Econo-mico; una prospettiva globale”,quella che ci riguarda direttamente.Dopo l’introduzione del Segretariodel Ministero per le piccole industrieed industrie agro-rurali del governoindiano e di un esponente del Mini-stero dell’Industria del governo delBahrain e le esperienze esposte dairelatori australiani, neozeolandesi edelle Mauritius, arriva il momentoin cui il nostro Presidente Carpintie-ri deve esporre le esperienze dellepiccole e medie imprese italiane nelmondo. Il suo intervento suscitagrande interesse anche se penaliz-zato, nei tempi, dalla traduzionedall’italiano in inglese. Il pubblicoresta molto colpito dalla fine dell’in-tervento, sottolineando con un ap-plauso lungo e convinto le paroleconclusive del Presidente Carpintie-ri: “Scendendo dall’aereo, ho vistoun manifesto che diceva ‘IncredibleIndia’, mentre io sono convinto chel’India sia ‘Credible’!”Nel pomeriggio siamo al “quartiergenerale” della NSIC dove sono sta-ti fissati alcuni appuntamenti indivi-duali e personalizzati tra imprendi-tori indiani attivi in vari settori enoi, in rappresentanza delle aziendee degli operatori italiani.Dobbiamo ammettere che la NSICha fatto un gran lavoro, individuan-do le controparti indiane con moltacura, scegliendoli sulla base dei pro-fili aziendali che noi abbiamo invia-to nella fase di preparazione dellamissione.

Martedì, 22 novembreQuesta mattina andremo a visitare

la “India International Trade Fair” ela “Techmart”. La puntuale e co-stante assistenza dei collaboratoridella NSIC ci consente di evitare lalunghissima fila all’ingresso, dovutaalle rigorose misure di sicurezza.Veniamo invece condotti in una salariservata ai diplomatici, dove reste-remo in attesa di una navetta che cicondurrà direttamente nel luogodelle esposizioni.

Quando arriviamo nel padiglioneTechmart, la fiera organizzata di-rettamente dalla NSIC per presenta-re i prodotti e servizi dei loro asso-ciati, il Direttore Generale in perso-na ci sta aspettando con un grandemazzo di fiori tra le mani. Siamodavvero molto colpiti e compiaciutidall’estrema gentilezza con la qualeveniamo accolti e trattati ovunque:in questa circostanza, il DirettoreGenerale tiene ad accompagnarcipersonalmente tra gli stand e a pre-sentarci le aziende, offrendoci infineil pranzo nei suoi uffici.Nel frattempo, abbiamo il tempo didare una rapida occhiata alla fierainternazionale che si presenta comeuna città, composta di migliaia distand che rappresentano centinaiadi settori. Comprendiamo che, inuna prossima occasione, dovremmocontemplare almeno un paio di gior-ni solo per visitare la grande esposi-zione.Per il pomeriggio, abbiamo in agen-da alcuni appuntamenti per appro-fondire i rapporti instaurati negli ul-timi due giorni.Di grande importanza per noi è l’in-contro alla J. Sagar Associates checome ho già scritto è uno dei più fa-mosi studi legali della capitale in-diana, annoverando tra i propriclienti aziende del calibro di Pepsi,Reebok, Gillette, Perfetti, Piaggio,Philip Morris, Kraft, Deutsche Bank,World Bank, Tata oltre a tante altremultinazionali ed importanti azien-de indiane.Fin dal lavoro preliminare alla mis-sione, la J. Sagar Associates si èmessa a nostra disposizione perdarci tutte le informazioni necessa-rie alle condizioni legali per le ope-razioni commerciali ed imprendito-riali da effettuare in India, sul loroavviamento, sulle pratiche fiscaliecc. e anche per trovare e segnalareeventuali partners dei nostri Acca-demici.La missione principale della J. Sa-gar Associates è di accompagnarel’impresa che vuole affacciarsi sulmercato indiano dalle primissimefasi, a partire cioè dalla ricerca dimercato allo studio di fattibilità, dal-la ricerca di partner locali compe-tenti e seri al reperimento di stabili-menti e uffici, dalla stesura di atti econtratti all’autorizzazione e regi-strazione delle aziende e l’eventualericerca di finanziamento, per poi ga-rantire l’assistenza completa duran-te l’avviamento e la gestione quoti-

SEGUE DA PAGINA 1

Con il Presidente e Direttore Generale della National Small Industries Corporation Ltd. (NSIC), Dott. H. P. Kumar

Con il Direttore dell’Istituto per il Commercio con l’Estero, Dott. Giancarlo Lamio e con il Direttore dell’ufficioeconomico e commerciale dell’Ambasciata d’Italia, Dr. Raffaele Langella.

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diana, come anche ovviamente l’as-sistenza legale in caso di controver-sie. Gli avvocati della J. Sagar Associa-tes ci informano, tra l’altro, che ilgoverno indiano prevede diversi in-centivi speciali e fiscali per l’investi-tore straniero. Giusto per fare qual-che esempio: chi investe nel settoretelecomunicazioni o minerario, hadiritto ad un’esenzione fiscale per iprimi 5 anni; per la produzione edistribuzione di energia elettrica o il

settore stradale e autostradale, l’e-senzione copre addirittura i primi10 anni. Sono previste, inoltre,esenzioni totali per le spese per im-pianti antinquinamento e macchina-ri ecologici.Per incoraggiare le esportazioni, in-vece, il governo offre particolari in-centivi a chi promuove in India laproduzione di beni destinati all’este-ro offrendo delle aree preferenzialiattrezzate e la semplificazione diaspetti burocratici, come ancheprezzi agevolati per le materie pri-me locali. In questi casi l’investi-mento straniero può arrivare ancheal 100%.Nel settore dell’elettronica esistonoaddirittura dei siti che hanno lo sta-tus di zone franche.Ci viene confermato che attualmen-te in India ci sono possibilità di inve-stimento in moltissimi settori, maper conquistare il mercato locale ènecessario che l’investitore abbia leidee chiare. Sapere, ad esempio, seegli abbia intenzione di aprire im-pianti per la produzione di beni de-stinati all’esportazione, avvalendosidel basso costo manovale e approfit-tando delle agevolazioni fiscali edelle zone franche, o se piuttosto vo-glia mettere a disposizione il suoknow-how (per esempio nel campodell’ingegneria) alle imprese india-ne. In quest’ultimo caso, per il pro-fessionista è opportuno aprire unostudio di rappresentanza.Apprendiamo che il prodotto italia-no gode di un mercato crescente inIndia. Nonostante la tassa di impor-tazione altissima, sia i vini che i pro-dotti come la pasta e quelli agro-ali-mentari sono sempre più apprezzatidal ceto medio alto. E attualmentesono stimati in India circa 100 mi-

lioni di consumatori concentrati in 4grandi metropoli!Veniamo informati che alla base diogni collaborazione, è opportunoche ci sia un accordo scritto e firma-to tra l’imprenditore straniero equello indiano che scongiuri qual-siasi diatriba legale. Non sono rari,infatti, i casi in cui siano stati avvia-ti rapporti di collaborazione consuccesso, poi naufragati a causa diincomprensioni e disattese degli im-pegni assunti solo verbalmente. È

pressoché necessario, infine, cono-scere bene le leggi locali per non in-ciampare in difficoltà non previste,come ad esempio i casi in cui la leg-ge non prevede la possibilità di rim-patriare gli utili o gli investimentidell’investitore straniero.

Mercoledì, 23 novembreLa giornata è dedicata agli incontriistituzionali.Il primo appuntamento è con il Di-rettore dell’Istituto per il Commer-cio con l’Estero, il Dott. GiancarloLamio e con il Direttore dell’ufficioeconomico e commerciale dell’Am-basciata d’Italia, Dr. Raffaele Lan-gella.Da loro apprendiamo che il mercatoin India, dal 1991 in poi, ha subitogradualmente una transizione versomodelli economici più liberali. L’In-dia è oggi un paese perfettamenteintegrato nel sistema multilateraledegli scambi e offre la garanzia diun sistema politico democratico estabile nonché di un affidabile qua-dro giuridico-legale.L’agricoltura indiana sta adottando,non senza fatica, metodi di produ-zione più moderni per consentirle ditenere il passo con la più agguerritaconcorrenza internazionale e nonmancano opportunità di cooperazio-ne con consorzi di produttori ed en-ti locali. Oggi, l’80% della raccoltaagricola in India deperisce prima digiungere al consumatore finale perla mancanza di sistemi di trasfor-mazione e conservazione adeguati eper l’inaffidabilità dei sistemi di tra-sporto e di distribuzione. In unaespressione: per l’inefficienza gene-rale del sistema. Solo il 2% dell’orto-frutta e il 15% della produzione dilatte vengono processati, nonostan-

te i settori rappresentino il 6,3 % delPIL, il 13% delle esportazioni e il 6%degli investimenti industriali attira-ti. Oltre al settore delle macchineagricole, sembrano molto interes-santi i settori delle apparecchiaturespecializzate, delle tecnologie perl’agricoltura biologica, quello dei si-stemi di irrigazione e quello della“catena del freddo”. Attualmentesono allo studio di alcuni gruppi in-dustriali indiani, dei progetti finaliz-zati alla costruzione di centri com-

merciali con offerta di servizi ban-cari, vendita di sementi, di macchi-nari e la promozione di corsi di for-mazione.La gioielleria e l’oreficeria indianenonché l’industria conciaria vanta-no un’antica tradizione e dispongo-no di manodopera adeguatamentequalificata. La creazione di “zoneeconomiche speciali” rendono possi-bile ipotizzare forme di collabora-zione tra aziende italiane ed indianedel settore.

TERZO PROGRAMMA/CONFERENZA/WORKSHOP SULLO SVILUPPO DELLA COMPETITIVITA’ DELLE PICCOLE IMPRESE DEL COMMONWEALTH E DELL’INDIA

Le piccole e medie imprese (PMI) sono la spina dorsale di tutte le econo-mie della famiglia Commonwealth, India compresa. Sono vitali sia per losviluppo economico e la creazione di impieghi gratificanti sia per l’utiliz-zo delle risorse. Le PMI dell’India e di altri paesi membri del Common-wealth affrontano insieme problemi comuni di sviluppo cercando di con-dividere i vasti potenziali e le opportunità che sorgono dalla globalizzazio-ne e dalla tecnologia. È necessario un impegno concertato per la crescitasostenibile ad ampio raggio per mettere i paesi in condizione di affronta-re le sfide della riduzione della povertà e l’investimento nello sviluppoumano. La promozione della competitività delle PMI è di vitale importan-za per ottenere questo traguardo. Il Commonwealth Secretariat ammini-stra gli ideali dell’insieme dei governi del Commonwealth. Promuove co-operazione sociale, economica e tecnica, management training, program-mi per la gioventù e la salute, organizza conferenze e meetings nei varipaesi aderenti e amministra il Commonwealth Fund for Tecnical Co-ope-ration (CFTC).

Il Commonwealth Secretariat e il NSIC hanno organizzato insieme il “Pan-Commonwealth Institutional Building Programme on Small BusinessCompetitiveness Development” (Il programma su sviluppo istituzionaledel Pancommonwealth e sullo sviluppo di competitività della piccola im-presa).Questo programma è focalizzato sulla creazione e sullo sviluppo della ca-pacità istituzionale in politiche e strategie competitive per i paesi delCommonwealth in via di sviluppo. Rientra nel lavoro del Commonwealthriguardante lo sviluppo sostenibile delle piccole imprese e della missionedi NSIC di promuovere la loro competitività.In questa edizione del 2005, grande rilievo è stato dato alla condivisionedelle cross country best practices (la migliore prassi di tutti i paesi ade-renti) su elementi selezionati che promuovono la competitività delle PMIed i ruolo delle PMI nella crescita dei Paesi poveri.

AEREC è stata invitata ad intervenire al “Third Commonwealth-IndiaSmall Business Competitiveness Development Programme” per illustrarele esperienze delle Piccole e Medie Imprese italiane nel contesto della glo-balizzazione. In questa circostanza, l’Italia è stato l’unico paese non ap-partenente al Commonwealth ad essere stato invitato tramite l’AEREC adesporre le proprie esperienze e ciò ha rappresentato un privilegio esclu-sivo per la nostra istituzione.

La delegazione dell’AEREC in visita all’ “India International Trade Fair”

L’intervento del Presidente Carpintieri, unico rappresentante italiano al Convegno di New Delhi.

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La chimica farmaceutica in India ècresciuta enormemente. Essa ècompetitiva nella produzione di far-maci generici ed il governo sta svi-luppando capacità di ricerca e svi-luppo di nuove molecole. La coope-razione con l’industria italiana po-trebbe rappresentare una ulterioreopportunità di cooperazione.Per quanto concerne le infrastruttu-re, il governo si è impegnato negliultimi anni nell’adeguamento dellevie di comunicazione interne e conl’estero. Nel settore sono previsti in-genti investimenti, che comprendo-no tra l’altro il finanziamento del“Ponte di Mumbai” (880 milioni didollari). I principali porti dell’India sono at-tualmente in piena conversione altraffico “container” con un significa-tivo coinvolgimento dei privati. Neiprossimi anni sono previsti massicciinvestimenti anche nel settore dellaproduzione e distribuzione di ener-gia elettrica. Nel settore elettrico,tra l’altro, sarebbe molto gradita lacompetenza tecnica italiana che allostato attuale non è ancora disponi-bile sul mercato indiano. Va detto, quindi, che le più impor-tanti banche italiane sono presenticon uffici di rappresentanza ma noncon sportelli operativi e che vannoconsiderate, sul piano operativo, al-cune problematiche come la buro-crazia estremamente lenta ed unquadro normativo mutevole. Particolare attenzione va riservataalla impostazione del progetto. Al ri-guardo, ci è stato fornito un esempiosignificativo: la Coca Cola, leader delmercato mondiale delle bevandegassate, alcuni anni fa ha tentato di

conquistare il mercato indiano. Perl’avviamento ha incaricato un mana-ger americano che però, non cono-scendo il mercato e la mentalità lo-cali, non è riuscito ad inserire il pro-dotto. La Pepsi, invece, ha assuntoun manager indiano che in pochissi-mo tempo ha imposto il prodotto sulmercato che oggi è reperibile anchenei villaggi più decentrati. Lo stessovale per la Perfetti, produttore di ca-ramelle e gomme da masticare, chefin dall’inizio ha scelto la distribuzio-ne capillare in tutto il paese e i qua-

li prodotti si trovano oggi anche sul-le bancarelle, a riprova della posi-zione numero uno acquisita nel mer-cato indiano.L’India è un paese con numerose op-portunità e con una popolazione conun potenziale potere di acquisto ingrande crescita. Una situazione po-sitiva che però non deve fare illude-re. Le statistiche, infatti, hanno di-mostrato che bisogna investire e la-vorare per un minimo di 5 anni pervedere risultati concreti ed ottenereun significativo ritorno economico.Questo per dire che le aziende italia-ne già compromesse e con un capita-le modesto a disposizione che pensa-

no di venire in India e risollevare lesorti della propria impresa hannopoche probabilità di riuscita. Biso-gna investire, lavorare sodo, aggior-narsi continuamente, essere prontiad affrontare sorprese ed imprevistie non perdere il coraggio al primoostacolo. È inoltre indispensabile in-dividuare con molta cura il propriopartner locale.A pranzo siamo ospiti del Dott. Ju-neja, Presidente della Globalservi-ce, presso un circolo molto rinoma-to della capitale. La Globalservice è

un pool di consulenti che opera daanni nel campo dell’internaziona-lizzazione. In particolare promuoveinvestimenti, joint ventures e co-operazione internazionale, incorag-gia la costituzione di imprese e lacompetitività delle industrie, assistela modernizzazione e il migliora-mento tecnologico delle industrie,promuove training e aggiornamentidegli operatori tecnici per aumen-tare la produttività e la qualità deiprodotti e servizi, promuove loscambio di esperienze e know howa livello internazionale, elaborastrategie di ristrutturazione, miglio-ramento aziendale e piani di azio-ne, supporta lo sviluppo di infra-strutture, organizza seminari, fieree workshops. Inoltre, offre ai gover-ni dei paesi in via di sviluppo assi-stenza di esperti nel campo dell’e-conomia, analisi politica, institutio-nal capacity building, promozionedi investimenti, acquisizione etransfer di know-how, combatte ladisoccupazione.L’AEREC era già in contatto in formaepistolare con la Globalservice da al-cuni mesi e in questa occasione era-vamo molto ansiosi di approfondiregli argomenti che più ci premevano.Crediamo di aver trovato nella per-sona del Dr. Juneja un alleato e refe-rente locale perfetto. Lo abbiamo in-contrato nuovamente due mesi dopoa Roma, dove è stato invitato ad in-tervenire ad una serie di conferenzeinternazionali. In questa occasioneci ha presentato anche la Sig.raShashi Singh, consulente economicoe specialista in bandi, nonché presi-dente del consorzio delle donne im-prenditrici dell’India. Con lei stiamoora elaborando un progetto da pre-sentare alla Commissione Europearispondendo al bando Asia-Invest. Nel pomeriggio veniamo ricevuti daS.E. Antonio Armellini, l’Ambascia-tore d’Italia in India insieme al diret-

tore del settore commerciale, Dr.Raffaele Langella, che avevamo giàincontrato la mattina all’Ice. L’Am-basciatore ha dimostrato apprezza-mento ed interesse per il nostro im-pegno nel campo dell’internaziona-lizzazione delle imprese. Le sue con-siderazioni coincidono con quantoavevamo già appreso nel corso dellamattina nell’incontro con il Dott. La-mio e con il Dott. Langella. Prima dilasciarci, egli ci garantisce la Suacompleta disponibilità ad assisterciin futuro per la realizzazione dei no-stri progetti e per ogni eventuale ne-cessità diplomatica e burocratica.

Si conclude così la nostra missionein India che ha visto, in soli quattrogiorni, affrontare un’agenda affolla-ta di incontri che ci hanno consenti-to di farci una idea chiara ed esau-riente del mercato indiano e dellesue opportunità, oltre ad aver stabi-lito numerosi e preziosi contatti lo-cali ed internazionali.Il bilancio del viaggio è quantomaipositivo e ci rende ottimisti rispettoalla prospettiva di poter sviluppare,con gli Accademici interessati, pro-getti economici e commerciali inquesto meraviglioso paese che è l’In-dia. A questo proposito, ci aspettia-mo di essere contattati per gli oppor-tuni approfondimenti.Per concludere, non possiamo di-menticare di ringraziare il nostroamico Gurjit Singh, già Vice Amba-sciatore d’India in Italia, ora Am-basciatore d’India in Etiopia, chemolti Accademici hanno avuto oc-casione di conoscere, poiché ospitedi alcune nostre iniziative. Pur alleprese con un nuovo incarico, Singhha voluto tenere fede all’impegnopreso con noi, fissandoci appunta-menti ed occupandosi della nostraaccoglienza, prima e durante lanostra permanenza a New Delhi.

Carmen Seidel

L’ENTE NAZIONALE PER LE PICCOLE INDUSTRIE DELL’INDIALa National Small Industries Corporation Ltd. (NSIC) –Ente Nazionale per le Piccole Industrie è fin dalla sua fon-dazione, nel 1955, impegnata nella sua missione di promozione, assistenza e valorizzazione delle piccole indu-strie, imprese ed i loro servizi correlati. In questi cinque decadi di transizione, crescita e sviluppo, NSIC ha dimo-strato la sua forza nel paese e all’estero promuovendo modernizzazione, potenziamento tecnologico, consapevo-lezza della qualità, rafforzando i legami tra grandi e medie imprese e promuovendo l’esportazione di progetti eprodotti di piccole industrie.NSIC, un ente completamente governativo ma in fase di privatizzazione con certificato ISO 9001, opera attraver-so 6 uffici regionali, 26 filiali, 15 subfiliali, 5 centri di servizi tecnologici, 3 centri di espansione e 2 parchi di soft-ware tecnologico contando sulla collaborazione di un team di 500 professionisti sparsi in tutto il paese. Per ge-stire le operazioni nei paesi africani e del Golfo, NSIC opera dai suoi uffici in Dubai e Johannesburg.NSIC porta avanti la sua missione per assistere le piccole imprese con un insieme di schemi personalizzati permetterli in una posizione competitiva e vantaggiosa. Questi schemi comprendono marketing support, credit sup-port, technology support e diversi altri servizi di assistenza, come l’organizzazione di fiere nazionali ed interna-zionali ed il monitoraggio di bandi e finanziamenti internazionali, come anche l’individuazione e l’assegnazionedi appalti e subappalti da parte del governo e di grosse aziende nazionali ed internazionali.Con particolare riferimento ai finanziamenti alle imprese SNIC, attraverso accordi con banche commerciali, as-sicura ai loro associati finanziamenti per l’acquisto di attrezzature e apparecchiature come anche per la mate-ria prima entro 90 giorni a tassi d’interesse particolarmente vantaggiose. Si occupa interamente delle procedu-re e delle documentazioni e costituisce la terza parte affidabile ed indipendente per la valutazione delle capaci-tà, l’informazione commerciale e il credit worthiness.Inoltre, NSIC ha identificato partners istituzionali in diversi paesi attraverso sessioni interattive con associazionidi industriali e ha avviato cooperazioni dinamiche per identificare imprese straniere dei vari settori specifici chesono interessati ad contrarre relazioni e partnerships a lunga durata con imprese Indiane.

Al centro della foto: l’Ambasciatore italiano in India, S.E. Antonio Armellini

LE INIZIATIVE UMANITARIE DI MISSIONE FUTURO ONLUS/ONG

Camerun, EgittoCosta d’AvorioI fronti della solidarietàdi Carmen Seidel

CAMERUNMissione Futuro negli ultimi mesi haintensificato il suo impegno nellapromozione delle adozioni a distanzain Camerun. Si tratta di bambini or-fani e poverissimi che sono statistrappati dalla strada o portati viadall’orfanotrofio sovraffollato nelquale erano sistemati provvisoria-mente e affidati a famiglie locali. Ri-cordiamo che quando abbiamo ini-ziato ad occuparci dell’orfanotrofio,nella struttura risiedevano 47 bambi-ni, ora ce ne sono 110 pur con soli 10letti a disposizione!Come abbiamo più volte scritto, an-che le famiglie adottive vivono ingrande povertà ma l’innato sensodella solidarietà porta molte donneafricane che si occupano già di unaprole naturale che arriva fino a 13 figli ad accettare di occuparsi di un bam-bino in più, nonostante siano prive dei mezzi basilari di sostentamento. Ilnostro intervento sta garantendo la sussistenza economica dei bambini, per-manendo il compito delle mamme adottive che possono affrontare i loro sa-crifici con maggiore serenità. La nostra rappresentante Eva Egbe Chrystofain collaborazione con il Ministero degli Affari Sociali del Camerun, si sta fa-cendo completamente e gratuitamente carico della consegna degli assegnimensili e della supervisione generale del progetto. Già il mese scorso sonoarrivate le ricevute da parte dei genitori locali ed i primi disegni di molti deibambini diretti ai loro genitori adottivi in Italia che abbiamo inoltrato imme-diatamente agli interessati.Siamo molto orgogliosi di annunciare che il lavoro intenso di 6 mesi sta ga-rantendo oggi la sopravvivenza a quasi 50 bambini. Di questo dobbiamo rin-graziare non solo gli Accademici ma anche gli allievi della Scuola Italiana diReiki e dell’ospedale di Ostia che tanto si sono prodigati per coinvolgerequante più persone possibili nel progetto.Come abbiamo già fatto più volte, stiamo approntando la spedizione di uncontainer in partenza per la primavera che conterrà doni per i bambini, co-me cartelle per la scuola, matite, quaderni, giocattoli, vestiario, materiale diprima necessità, ma anche oggetti per le mamme come padelle, posate, con-tenitori e oggetti per la cucina, coperte, lenzuola, asciugamani, indumenti.Facciamo quindi appello a tutti gli Accademici di buona volontà, genitori adistanza e non, per contribuire a questa spedizione, inviandoci (previo ac-cordo con la Segreteria) tutto ciò che viene considerato inutile ma che inve-ce può risultare prezioso nelle case di persone poverissime.Missione Futuro ONG, infine, vuole ringraziare la SOTEL per una donazionestraordinaria effettuata in occasione delle feste di Natale, che, insieme ad al-tri contributi, servirà per riparare il tetto dell’orfanotrofio, gravemente com-promesso dalle infiltrazioni di acqua nel periodo delle piogge.

Da segnalare, quindi, che MissioneFuturo ONG sta mettendo a puntoun programma di formazione e disviluppo a favore delle donne locali,presentando anche progetti allaCommissione Europea.

COSTA D’AVORIOI lavori del presidio sanitario sonomomentaneamente sospesi in attesache venga effettuata la pavimenta-zione. Il costo del materiale locale,che tra l’altro è anche scadente, èinfatti troppo alto e non giustificato.Grazie ad Antonio Baglio stiamoquasi ultimando la raccolta dei ma-teriali che verranno stipati in duecontainers da inviare in Costa d’A-vorio nelle prossime settimane. Daregistrare, in questi giorni, i compli-menti ricevuti dal Dott. VincenzoOddo, addetto alla Cooperazionedell’Ambasciata d’Italia in Costad’Avorio, il quale si è recato a Son-gon per visitare i cantieri e ci ha as-sicurato la sua completa assistenza.Procede, nel frattempo, il progetto afavore delle donne locali che coltiva-no e lavorano la manioca, cibo basedel paese, che sta per essere pre-sentato alla Comunità Europea perottenere i necessari finanziamenti.

EGITTO

Anche quest’anno, grazie alla ge-nerosa donazione di Giovanni Ba-sagni Presidente della Miniconf,siamo riusciti ad inviare 700 felpeai “bambini della spazzatura” delMokattam. In questa regione egiziana il no-

stro amico Padre Luciano Verdo-scia sta proseguendo la sua meri-toria opera di assistenza a tantipiccoli sfortunati assicurando lo-ro l’istruzione di base presso unascuola, un pasto completo al gior-no e del vestiario. Dopo aver superato tanti proble-mi legati alla burocrazia ma an-che alla politica e religione (l’E-gitto è un paese a maggioranza

musulmana), Padre Verdoscia èriuscito a far riconoscere ufficial-mente la sua struttura ed è at-tualmente in cerca di un terrenoove costruire una scuola ed uncentro di accoglienza per i bambi-ni della strada.

MISSIONE FUTUROO N GO N L U S

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LEDONAZIONI

DESTINATE ALLE INIZIATIVEUMANITARIE

POSSONO ESSERE EFFETTUATE CON ASSEGNO

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MISSIONE FUTURO ONLUS

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