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Corso Sallustio 111 - 67017 Pizzoli e.mail: [email protected] www.parrocchiapizzoli.org Foglio informativo della comunità Parrocchiale di S.Stefano Protomartire n°25 febbraio 2009 Da quest'anno la gestione della Scuola dell'Infanzia Paritaria “Paolo Del Tosto” di Pizzoli è affidata al Consorzio Il Picchio in collaborazione con la Cooperativa “Paolo Del Tosto”, composta da tre insegnanti e una cuoca. Sia la Scuola che la Cooperativa prendono il nome da colui che donò all'ONPMI l'area dove sorge la struttura. La scuola “Paolo Del Tosto” è una scuola privata cattolica e paritaria. Questa peculiarità è fondamentale nelle scelte di indirizzo della formazione degli alunni. La scuola è aperta da metà Settembre al 30 Giugno, dal Lunedì al Venerdì dalle 8:00 alle 14:00 per la Sezione Primavera e dalle 8:00 alle 16:00 per la Sezione dell'Infanzia. Il Sabato, previa richiesta dei genitori, dalle 8:00 alle 13:00. Viene organizzata, durante il mese di Luglio dalle 8:00 alle 14:00 compreso il servizio mensa, la colonia estiva chiamata DEL TOSTO SUMMER. Si invitano i genitori interessati ad usufruire dei suddetti servizi per il prossimo anno scolastico. Sono aperte le iscrizioni e possono essere effettuate presso la segreteria della Scuola “Paolo Del Tosto” nell'orario di apertura. Potete contattarci ai numeri 0862977460, 3479135062 (Emiliana) e 3487820204 (Denise) o scriverci all'indirizzo e-mail . [email protected] SALONE MULTIMEDIALE ED EMERGENZE IN CANONICA Come si può vedere dalle foto stiamo cercando di migliorare il nostro salone con l'aggiunta di un videoproiettore che potrà proiettare sia film che programmi tv... tutto questo è stato possibile grazie ad alcuni benefattori che hanno contribuito con il dono di un grande schermo e con 500 € all'acquisto del proiettore che è costato però circa 850 €. E' stato prezioso anche l'aiuto di Vittorio Sessa ( aiutato da Leonardo e Nicola) che si è generosamente offerto sia per la riparazione dell'altoparlante che usiamo nelle processioni sia per il cablaggio del proiettore. Lo ringraziamo di cuore! L'emergenza ha riguardato invece le fognature della canonica che, per colpa di un salice e degli anni ( la canonica è stata costruita circa 40 anni fa), si sono improvvisamente rotte. Anche qui grazie alla ASILO TUTTO L'ANNO. ADESSO ANCHE D'ESTATE Emiliana Rosica

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Corso Sallustio 111 - 67017 Pizzolie.mail: [email protected]

Foglio informativodella comunità Parrocchialedi S.Stefano Protomartire

n°25febbraio 2009

Da quest'anno la gestione della Scuola dell'Infanzia Paritaria “Paolo Del Tosto” di Pizzoli è affidata al Consorzio Il Picchio in collaborazione con la Cooperativa “Paolo Del Tosto”, composta da tre insegnanti e una cuoca.

Sia la Scuola che la Cooperativa prendono il nome da colui che donò all'ONPMI l'area dove sorge la struttura.

La scuola “Paolo Del Tosto” è una scuola privata cattolica e paritaria.

Questa peculiarità è fondamentale nelle scelte di indirizzo della formazione degli alunni.

La scuola è aperta da metà Settembre al 30 Giugno, dal Lunedì al Venerdì dalle 8:00 alle 14:00 per la Sezione Primavera e dalle 8:00 alle 16:00 per la Sezione dell'Infanzia. Il Sabato, previa richiesta dei genitori, dalle 8:00 alle 13:00. Viene organizzata, durante il mese di Luglio dalle 8:00 alle 14:00

compreso il servizio mensa, la colonia estiva chiamata DEL TOSTO SUMMER.

Si invitano i genitori interessati ad usufruire dei suddetti servizi per il prossimo anno scolastico.

S o n o a p e r t e l e iscrizioni e possono essere e f f e t t u a t e p r e s s o l a segreteria della Scuola “Paolo Del Tosto” nell'orario di apertura.

Potete contattarci ai n u m e r i 0 8 6 2 9 7 7 4 6 0 , 3479135062 (Emiliana) e

3487820204 (Denise) o scriverci all'indirizzo e-mail [email protected]

SALONE MULTIMEDIALE ED EMERGENZE IN CANONICA

Come si può vedere dalle foto stiamo cercando di migliorare il nostro salone con l'aggiunta di un videoproiettore che potrà proiettare sia film che programmi tv... tutto questo è stato possibile grazie ad alcuni benefattori che hanno contribuito con il dono di un grande schermo e con 500 € all'acquisto del proiettore che è costato però circa 850 €. E' stato prezioso anche l'aiuto di Vittorio Sessa ( aiutato da Leonardo e Nicola) che si è generosamente offerto sia per la riparazione dell'altoparlante che usiamo nelle processioni sia per il cablaggio del proiettore. Lo ringraziamo di cuore!L'emergenza ha riguardato invece le fognature della canonica che, per colpa di un salice e degli anni ( la canonica è stata costruita circa 40 anni fa), si sono improvvisamente rotte. Anche qui grazie alla

ASILO TUTTO L'ANNO.

ADESSO ANCHE D'ESTATE

Emiliana Rosica

PER... CHE’ SUONA LA CAMPANA

Il restauro degli spogliatoi il videoproiettore le fogne

Che non venga l'inverno.Quando muore una persona umana, sentiamo di essere di fronte a una sconfitta perché raramente la morte corona una vita piena, che ha esaurito tutte le sue possibilità. Più spesso essa viene sentita come trauma, lacerazione, ingiustizia.Nel caso di Eluana c'è qualcosa di più: la percezione che è stata sconfitta l'umanità dell'uomo, che abbiamo rinunciato a essere quello che dobbiamo diventare.Ogni persona umana nasce debole ed è affidata all'accoglienza degli altri. Possiamo enfatizzare l'autonomia del singolo, ma rimane vero che la nostra 'umanità' ci viene donata attraverso l'amore, l'educazione, le abitudini, le relazioni, il linguaggio, l'elaborazione sociale dei sentimenti e così via. Se sono uomo in senso pieno (intelligente e responsabile, con fiducia nella vita e desiderio di amare), lo debbo alle relazioni 'umane' con tutti quelli che mi hanno accolto e amato.La famiglia umana è costruita su questo vincolo di solidarietà: ciascuno riceve la sua piena umanità dagli altri e ciascuno è chiamato a farsi responsabile dell'umanità degli altri. Nel caso di Eluana ci siamo arresi; abbiamo rinunciato a darle umanità.

Abbiamo visto la sua malattia così invalidante e così lunga che abbiamo detto: "Non ci riesco più a farla essere umana; non voglio più".Di fronte a ogni persona siamo chiamati a dire: "È bene che tu viva; io prendo posizione a favore della tua vita".Nel caso di Eluana abbiamo detto: "È meglio che tu muoia; la tua vita non ha più senso".Solo che il senso della vita non è una qualità attaccata ai muscoli; è piuttosto un valore legato ai vincoli umani (e, per chi crede, divini) che una persona vive.Eluana perde quel filo di vita che possedeva; ma noi perdiamo qualcosa della nostra umanità. Il mondo è più freddo, adesso; la società umana è più egoista. Non siamo capaci di assicurare a Eluana i legami di umanità che rendono effettivo, attuale, il suo potenziale di umanità.Non è questione del coma. Una persona in coma può essere inserita realmente in una rete di relazioni, di

L'EUTANASIA DI ELUANA

ditta Walter Martinelli abbiamo subito potuto porre rimedio al grave imprevisto.Ancora: si è dovuto sistemare l'impianto dei citofoni della canonica che, anch'esso, si è improvvisamente rotto, e l'impianto di allarme sempre della canonica dove sono custodite i pochi oggetti sacri lasciati dai miei predecessori tra cui la bella croce di metallo stile “Nicola da Guardiagrele”. Grazie per questo all'impresa di Pierluigi Lauri.E' stato necessario anche un intervento sul balcone principale della canonica gravemente danneggiato dal tempo e il completamento della pavimentazione d'ingresso del salone.In compenso, sono ripresi i lavori negli spogliatoi grazie alla Fam. Ceci che ci sta donando quest'opera!Che dire? Speriamo che la Provvidenza ci aiuti a pagare tutti questi lavori, considerato anche il debito di circa 10.000 € che abbiamo per il tetto di S. Stefano al Monte!

Don Claudio

PER... CHE’ SUONA LA CAMPANA

rapporti, di gesti e anche di parole che sono umani e umanizzanti. Tutti quelli che si prendono cura degli altri sanno, per esperienza, che ricevono un abbondante 'ritorno' di umanità, di fiducia, di speranza.Eluana, come ogni persona sana o malata che sia, è in grado di donare umanità: tutto dipende dalle persone che l'accostano, dall'apertura di umanità che esse portano in sé.La condanna di Eluana è in realtà un'accusa verso di noi; ci dice che il nostro tasso di umanità è debole; che non siamo capaci di affrontare vittoriosamente situazioni dolorose come queste; che chiediamo alla morte di liberarci da un peso che non riusciamo a portare. Eluana sarà nelle mani del Signore che, lo so, sono ricche di misericordia. Ma noi ci troviamo consegnati a mani d'uomo che si sono mostrate deboli e fredde. Che non venga l'inverno. + Luciano Monari

Oggi il professor Vittorino Andreoli si congeda dal suo viaggio «attorno» alla figura del prete. È stato una sorta di «pellegrinaggio laico», acuto e appassionato, nel quale a colpirmi di più era di volta in volta la risposta di un numero elevato di lettori, le cui testimonianze riempivano oltre metà dello spazio dedicato ogni mercoledì all'iniziativa. Non sono certo, tuttavia, che proprio tutti abbiano compreso il senso di questo percorso. Perché lasciare che la figura del sacerdote venga cannibalizzata da

chiacchiericci spacciati per inchieste giornalistiche e da libri di dubbia qualità e oscura finalità, nel silenzio e nell'imbarazzo di chi per il prete prova stima, a prescindere dalla propria partecipazione alla vita ecclesiale? Non possiamo nasconderci che proprio attorno al profilo del sacerdote si sta giocando oggi una partita decisi-va per la nostra cultura. È come se sulle sue spalle si volessero scaricare quelle che vengono ritenute le aporie e le contraddizioni insanabili del cristianesimo nel suo rapporto con la modernità. Come a voler dimostrare che essere cristiani sul serio, nella fedeltà delle consegne, è impresa talmente ardua da risultare impossibile. Ecco perché in questo dibattito non possiamo mancare. Il prete non è una figura qualunque della fede: in qualche modo essa appartiene a ciascuno di noi. Per questo mi commuovevo ogni volta che Andreoli ripeteva: io amo i preti. Perché anch'io li amo. E non per qualche motivo legato alla mia attività, e neppure – sarò sincero – perché mi sia sempre andata bene con ciascuno di loro. Li amo piuttosto perché la mia fede è 'mediata' dal loro ministero. E se amo il prete, devo amare anche il suo mistero. Affermare ad oltranza che il sacerdote «è uno di noi», e lì fermarsi, credo ci conduca fuori strada. Solo infatti se diamo spazio al prete per quel che nella fede egli è, siamo in grado di percepire realmente il mistero del battesimo in cui siamo vitalmente inseriti. Un'idea, questa, che mi è parso un giorno di comprendere meglio raccogliendo la confidenza di un sacerdote ormai dispensato, che si stava organizzando la vita a prescindere dal ministero. Aveva un cruccio: non riusciva a partecipare all'Eucarestia domenicale senza – col pensiero – stendere al momento della consacrazione la mano, come per concelebrare. E ne soffriva. Finché, ad un corso di esercizi, si confidò col cardinal Martini, ricevendo all'incirca questa risposta: «Quell'assemblea cristiana non ti chiede questo servizio, c'è già all'altare chi consacra e spezza il pane. Il tuo gesto non serve a quei fedeli». Prete per noi, prete per me. Ecco perché non posso non pensare al prete. Ed ecco perché tutti dovremmo preoccuparci di più del futuro prossimo: stiamo procedendo, temo spensieratamente, verso il baratro di un'assenza di preti quale per secoli la nostra terra mai aveva conosciuto. Come saranno dopo le nostre comunità? Le nostre città? Le terre che abbiamo fin qui servito? Ha senso allora, eccome, riuscire a meglio comprendere qualcosa della vita del sacerdote. E averne a cuore le istanze, i problemi. Il sovraccarico di lavoro, dunque lo stress; la solitudine come difficoltà relazionale rispetto ai confratelli, al vescovo avvertito magari lontano, agli uffici di curia astratti e neoautoritari; e la delusione che talora minaccia di subentrare, con un inquietante senso di svuotamento… Una confidenza: in questi ultimi mesi ho personalmente ricevuto email di sacerdoti che mi hanno fatto molto pensare. Magari erano arrabbiati perché condividevano poco o nulla di quel che avevano letto sul giornale, ma la loro pretesa per quanto circo-scritta, è per me un allarme. Davvero siamo tutti consapevoli di quella che è la posta in gioco nell'equilibrio richiesto ad ogni sacerdote?

SULLE SPALLEDEI NOSTRI PRETI.

LA SFIDA CONLA MODERNITÀ

SULLE SPALLEDEI NOSTRI PRETI.

LA SFIDA CONLA MODERNITÀ

COMPLIMENTI ANCHE QUEST'ANNO AL COMITATO DE “JU CARNOALE PIZZOLANU” PER I CARRI E LA SPLENDIDA FESTA ORGANIZZATA!

PER... CHE’ SUONA LA CAMPANA

Dal Messaggio per la Quaresima 2009 di Benedetto XVI

...Ai nostri giorni, la pratica del digiuno pare aver perso un po' della sua valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una "terapia" per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio. Paolo VI ravvisava la necessità di collocare il digiuno nel contesto della chiamata di ogni cristiano a "non più vivere per se stesso,

ma per colui che lo amò e diede se stesso per lui, e ... anche a vivere per i fratelli" (cfr Cap. I). La Quaresima potrebbe essere un'occasione opportuna per valorizzare il significato autentico e perenne di quest'antica pratica penitenziale, che può aiutarci a mortificare il nostro egoismo e ad aprire il cuore all'amore di Dio e del prossimo, primo e sommo comandamento della nuova Legge e compendio di tutto il Vangelo (cfr )...

CONFESSIONIVENERDI' ORE 17.30 PER ALTRE ESIGENZE TELEFONARE

AL 3387622898-0862977502

VIA CRUCISTUTTI I VENERDI' ALLE ORE 16.15

IL DIGIUNO SI DOVRA' FARE IL VENERDI' SANTO E IL MERCOLEDI' DELLE CENERI

L'ASTINENZA DALLE CARNI TUTTI I VENERDI' Di QUARESIMA.

Mt 22,34-40

MERCOLEDI' DELLE CENERI S. MESSA ORE 19.00

DIGIUNO E ASTINENZA

I fedeli laici a questo punto penseranno che loro possono farci poco. E invece no, in realtà possono e possono abbastanza in termini di vicinanza affettuosa, di offerta di collaborazione stabile ma anche occasionale; di discrezione ed interesse fraterno, mai invadente, mai soffocante; di disponibilità di amicizia non sostitutiva di null'altro che dell'amicizia. Certa vulnerabilità dei preti mi riguarda. E mi fa sentire responsabile. Dal loro equilibrio e dalla loro maturità molto dipende del benessere complessivo. Lo so, è un discorso da continuare, e che anche qui riprenderemo. Ripetendoci sempre, senza stancarci: noi vogliamo bene ai nostri preti. (d.b.)

Da Avvenire del 4/2/2009

QUARESIMA 2009QUARESIMA 2009RISCOPRIAMO IL DIGIUNORISCOPRIAMO IL DIGIUNO

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