Articolo de Santis, Antonelli, Cristiani 05-03-14

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Il rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide nel settore del restauro conservativo di superfici decorate e beni di interesse storico ed artistico: analisi delle movimentazioni manuali dei carichi (MMC) e delle posture incongrue tipiche delle lavorazioni ricorrenti. Paolo De Santis 1 , Bianca Maria Antonelli 1 , Marina Cristiani 2 1 INAIL DR LAZIO, CONTARP 2 Libero professionista, RSPP, CSE di cantieri di restauro. Riassunto Quello del restauratore è, in alcune situazioni, un lavoro fisicamente faticoso, a potenziale rischio di sovraccarico biomeccanico del rachide. I restauratori e gli aiuto-restauratori sono figure professionali particolari rispetto agli altri addetti del comparto edile. La forte motivazione al lavoro del restauratore può essere un elemento critico nella valutazione dei rischi perché può portarlo a sottovalutare la tutela della propria salute di fronte all'opera d'arte di cui conosce e apprezza il grande valore. Il presente lavoro, partendo da una disamina dei cicli tecnologici tipici della mansione, analizza sia il rischio di da Movimentazione Manuale dei Carichi, sia da posture incongrue nelle attività di: restauro di tele, pale e tavole lignee; restauro di elementi marmorei; restauro di superfici decorate e/o consolidamento di profondità dell'intonaco e delle murature. Le movimentazioni manuali dei carichi sono state valutate applicando la metodologia di analisi della UNI ISO 11228-1 unitamente a e con modelli biomeccanici utilizzando il software 3D Static Strength Prediction Program 6.0.6, sviluppato dall’Università del Michigan. Nell’aa analisi delle attività lavorative e delle eventuali conseguenze del sovraccarico biomeccanico sul rachide lombare si sono state inoltre pure considerate possibili sinergie di forze esterne che possono indurre danni a carico dell'unità funzionale lombosacrale prendendo in considerazione: - le forze compressive; - le forze di taglio; - l’ea eventuale concomitante presenza di fattori complementari di rischio, ovvero come movimenti incongrui (flessione - estensione o torsione) che rappresentano una modifica dei limiti di tolleranza di alcune componenti dell'unità funzionale lombosacrale. Lo stress posturale è stato valutato con la metodologia dettata dalla norma ISO 11226 che porta a definire la postura come ACCETTABILE o come NON RACCOMANDATA ma ai soli fini di una riprogettazione del posto di lavoro. La norma non dà infatti alcuna indicazione sul rapporto di causa ed effetto tra postura e danno prevedibile. Per avere una indicazione realistica se le posture statiche non raccomandate possano essere causa o concausa di patologie della colonna, parallelamente si è utilizzata la modellazione biomeccanica per definire gli sforzi sulle varie strutture anatomiche dell'unità funzionale del rachide: tali sforzi sono stati quindi confrontati coi limiti di tolleranza indicati da Marras (2008) come soglia di danno biologico per le delle stesse strutture anatomiche. Valutazione della esposizione a MMC e Posture incongrue nel settore del restauro Nel corso della variegata vita lavorativa, un restauratore sarà senz’altro esposto a Movimentazione Manuale dei Carichi e a Posture incongrueIncongrue. Tale rischio va comunque quantificato, attraverso i riferimenti tecnici e noti in letteratura scientifica, prendendo in considerazione la continuità-ripetitività delle attività a rischio, la loro frequenza nei turni lavorativi e l’intera storia lavorativa. In generale, per la totalità delle attività svolte dalla mansione di restauratore, il metodo NIOSH 1 non è da ritenersi il metodo di elezione poiché: la frequenza delle azioni non è definibile con precisione; non è possibile identificare con precisione gli altri parametri utili al calcolo come ad esempio la dislocazione verticale, distanza orizzontale fra corpo e centro del carico, angolo di asimmetria, altezza delle mani da terra essendo tali parametri estremamente variabili in funzione della lavorazione e della soggettività operativa. 1 Waters, Putz, Garg, Lawrence "Revised Niosh equation for the design and evaluation of manual lifting tasks" ERGONOMICS, 36, 7, 749-776 1993

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RESTAURO

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  • Il rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide nel settore del restauro conservativo di superfici decorate e beni di interesse storico ed artistico: analisi delle movimentazioni manuali dei carichi (MMC) e delle posture incongrue tipiche delle lavorazioni ricorrenti. Paolo De Santis1, Bianca Maria Antonelli1, Marina Cristiani2 1 INAIL DR LAZIO, CONTARP 2 Libero professionista, RSPP, CSE di cantieri di restauro. Riassunto Quello del restauratore , in alcune situazioni, un lavoro fisicamente faticoso, a potenziale rischio di sovraccarico biomeccanico del rachide. I restauratori e gli aiuto-restauratori sono figure professionali particolari rispetto agli altri addetti del comparto edile. La forte motivazione al lavoro del restauratore pu essere un elemento critico nella valutazione dei rischi perch pu portarlo a sottovalutare la tutela della propria salute di fronte all'opera d'arte di cui conosce e apprezza il grande valore. Il presente lavoro, partendo da una disamina dei cicli tecnologici tipici della mansione, analizza sia il rischio di da Movimentazione Manuale dei Carichi, sia da posture incongrue nelle attivit di:

    restauro di tele, pale e tavole lignee; restauro di elementi marmorei; restauro di superfici decorate e/o consolidamento di profondit dell'intonaco e delle murature.

    Le movimentazioni manuali dei carichi sono state valutate applicando la metodologia di analisi della UNI ISO 11228-1 unitamente a e con modelli biomeccanici utilizzando il software 3D Static Strength Prediction Program 6.0.6, sviluppato dallUniversit del Michigan. Nellaa analisi delle attivit lavorative e delle eventuali conseguenze del sovraccarico biomeccanico sul rachide lombare si sono state inoltre pure considerate possibili sinergie di forze esterne che possono indurre danni a carico dell'unit funzionale lombosacrale prendendo in considerazione:

    - le forze compressive; - le forze di taglio; - lea eventuale concomitante presenza di fattori complementari di rischio, ovvero come movimenti

    incongrui (flessione - estensione o torsione) che rappresentano una modifica dei limiti di tolleranza di alcune componenti dell'unit funzionale lombosacrale.

    Lo stress posturale stato valutato con la metodologia dettata dalla norma ISO 11226 che porta a definire la postura come ACCETTABILE o come NON RACCOMANDATA ma ai soli fini di una riprogettazione del posto di lavoro. La norma non d infatti alcuna indicazione sul rapporto di causa ed effetto tra postura e danno prevedibile. Per avere una indicazione realistica se le posture statiche non raccomandate possano essere causa o concausa di patologie della colonna, parallelamente si utilizzata la modellazione biomeccanica per definire gli sforzi sulle varie strutture anatomiche dell'unit funzionale del rachide: tali sforzi sono stati quindi confrontati coi limiti di tolleranza indicati da Marras (2008) come soglia di danno biologico per le delle stesse strutture anatomiche. Valutazione della esposizione a MMC e Posture incongrue nel settore del restauro Nel corso della variegata vita lavorativa, un restauratore sar senzaltro esposto a Movimentazione Manuale dei Carichi e a Posture incongrueIncongrue. Tale rischio va comunque quantificato, attraverso i riferimenti tecnici e noti in letteratura scientifica, prendendo in considerazione la continuit-ripetitivit delle attivit a rischio, la loro frequenza nei turni lavorativi e lintera storia lavorativa. In generale, per la totalit delle attivit svolte dalla mansione di restauratore, il metodo NIOSH1 non da ritenersi il metodo di elezione poich: la frequenza delle azioni non definibile con precisione; non possibile identificare con precisione gli altri parametri utili al calcolo come ad esempio la

    dislocazione verticale, distanza orizzontale fra corpo e centro del carico, angolo di asimmetria, altezza delle mani da terra essendo tali parametri estremamente variabili in funzione della lavorazione e della soggettivit operativa.

    1 Waters, Putz, Garg, Lawrence "Revised Niosh equation for the design and evaluation of manual lifting tasks" ERGONOMICS, 36, 7, 749-776 1993

  • Le informazioni raccolte sui cicli tecnologici di cui si dir al paragrafo seguente infatti depongono per una estrema variabilit nel tempo dei suddetti parametri tanto da non permettere una affidabile schematizzazione di calcolo. Si cercato comunque di valutare le mansioni svolte operando su diverse direttrici (ove applicabili): applicando i criteri di screening del rischio della UNI ISO 11228-1; applicando procedure di calcolo basate su modelli biomeccanici; ricercando in letteratura studi di valutazione di mansioni identificabili come similari effettuati con

    tecniche analitiche/sperimentali. Descrizione di cicli tecnologici tipici Nel seguito saranno analizzati i cicli tecnologici tipici del restauro delle superfici decorate e dei beni di interesse storico ed artistico. Lanalisi stata condotta tramite losservazione diretta in cantiere e tramite la consultazione delle risorse di rete. Descrizione delle operazioni di restauro di superfici decorate Ispezioni sullo stato di conservazione delle collezioni Di solito questa operazione fa parte delle operazioni preliminari al restauro vero e proprio. Viene eseguita prevalentemente dal restauratore titolare del contratto di appalto o comunque da un restauratore altamente qualificato, in quanto una fase decisionale dell'intervento. Spolveratura Per spolveratura si intende la rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori. E' un'operazione preliminare che si esegue molto delicatamente. I pericoli connaturati a questa fase lavorativa sono quelli legati alla possibile inalazione di polveri o alla contaminazione con sostanze irritanti o a rischio biologico (guano) per questo si esegue di norma con mascherine, guanti, indumenti protettivi e con procedure specifiche. Ispezioni sullo stato di conservazione delle collezioni Di solito questa operazione fa parte delle operazioni preliminari al restauro vero e proprio. Viene eseguita prevalentemente dal restauratore titolare del contratto di appalto o comunque da un restauratore altamente qualificato, in quanto una fase decisionale dell'intervento. Consolidamento della pellicola pittorica Si esegue con siringhe, pipette, pennelli e batuffoli di cotone. Pulitura Si esegue con pennelli, spugne, bisturi

    Estrazione di sali Si esegue con impacchi di polpa di carta imbevuta di acqua demineralizzata o sepiolite, attapulgite, ecc.. Stuccatura Si esegue con spatole e stucco Reintegrazione pittorica (tratteggio), Velatura Si eseguono entrambe con pennelli e pigmenti

  • Consolidamento di profondit dell'intonaco/murature Si esegue con siringhe di diverse dimensioni, o pipette, con cui inserire, attraverso le crepe, liquido consolidante pi o meno denso. (rResine epossidiche o maltina idraulica). E' un intervento puntuale e delicato che solo eccezionalmente pu richiedere un consolidamento contestuale degli strati sottostanti di ancoraggio dell'intonaco. Molto raramente tale consolidamento in profondit, pu riguardare murature le cui malte interne sono ammalorate; in questo caso, necessario iniettare una maggiore quantit di materiale consolidante, di solito malta premiscelata, dopo aver sigillato tutte le crepe e fessure in prossimit del punto di iniezione, per evitare che il prodotto consolidante fuoriesca, e aver eseguito i fori per l'iniezione. Pu essere necessario integrare la muratura con elementi analoghi (laterizi, pietrame, ecc...). In questi casi la quantit di prodotto utilizzato maggiore e pu essere necessario il trasporto a livello di pietrame e malta premiscelata. Questo tipo di intervento per molto limitato se l'appalto prettamente di restauro di superfici (OS2)2 perch, se fosse esteso a una vasta area, rientrerebbe in un appalto di tipo edile (OG2) che appunto riguarda il restauro delle murature degli edifici vincolati e non le superfici. Consolidamento del laterizio Il consolidamento del laterizio pu essere di diversi tipi: in caso di fenomeni di esfoliazione e scagliatura si interviene con infiltrazioni di resina epossidica; in caso di disgregazione delle malte di allettamento si interviene con iniezioni di malta premiscelata; in caso di decoesione si interviene realizzando impregnazioni con silicato di etile dato a pennello o a

    spruzzo; in caso di mancanze si interviene riconfigurando porzioni di paramento (la lavorazione calcolata al

    metro cubo al prezzo unitario di 1554,14 da prezziario DEI in vigore, che d la misura di quanto possa essere esteso l'intervento in caso di appalto OS2. Sul prezziario edile la stessa operazione prezzata la met, quindi sempre molto costosa e generalmente poco estesa).

    Restauro tele

    2 OS2 SUPERFICI DECORATE E BENI MOBILI DI INTERESSE STORICO ED ARTISTICO: esecuzione del restauro, della manutenzione ordinaria e straordinaria di superfici decorate di beni architettonici e di beni mobili, di interesse storico, artistico ed archeologico

  • Foderatura della tela Applicazione con adesivo di una nuova tela a diretto contatto dell'antica danneggiata. Ad essiccazione avvenuta, la nuova tela viene tensionata in uno specifico telaio, tramite chiodi o puntine inox. Questa un'operazione che si esegue in laboratori specializzati e sotto la direzione del restauratore responsabile del lavoro. Se invece la tela presenta solo piccoli buchi vengono eseguiti, sempre in laboratori specializzati, degli intarsi di tela, incollati poi con un sottile strato di gesso e colla.

    Restauro di tavola lignea La movimentazione di una tavola antica e di pregio, specialmente se di grandi dimensioni, affidata a personale altamente specializzato e le operazioni di restauro avvengono in laboratorio, sulla tavola stabilizzata su appositi cavalletti, tavoli, ecc.

    Disinfestazione del legno Operazione eseguita a pennello. Consolidamento del supporto ligneo e degli strati preparatori Consolidamento, a tergo, del legno di supporto mediante risanamento di eventuali fessurazioni effettuando il riempimento delle parti mancanti con inserti di legno e/o resina bicomponente (Araldite). Stuccatura e presentazione estetica del retro del supporto. Restauro elementi marmorei Incollaggio di elementi marmorei E' previsto l'incollaggio con resine epossidiche o malte idrauliche. In caso di pezzi pi grandi dimensioni, max 40 cm), si ricorre all'inserimento di perni metallici, previa preparazione dei fori con l'ausilio di resine. Sopra i 40 cm obbligatorio l'uso di argani o altra attrezzatura di ausilio nelle movimentazioni.

  • Trattamento dei perni metallici Operazione eseguita a pennello. Doratura Operazione eseguita a pennello e altri piccoli utensili. Pulitura con impacchi

    La pulitura con impacchi consiste nell'applicare sulla superficie lapidea delle compresse di polpa di carta imbevuta di sostanze quali carbonato d'ammonio. La polpa di carta e il carbonato di ammonio si conservano in dei secchi in quantit sufficiente per coprire una superficie non troppo estesa (es. ca. 1 mq). I tempi di applicazione dell'impacco variano da pochi secondi a qualche ora quindi una operazione che deve avvenire necessariamente in fasi successive e non in un 'unica soluzione (per es. unintera facciata) che non consentirebbe un'uniformit del tempo di applicazione. Gli impacchi di polpa di carta e carbonato di ammonio non vengono mai preparati in grandi quantit ma volta per volta. Il peso di un sacco di polpa di carta pu variare da 1,5 o 20 Kg. Pulitura con acqua nebulizzata Quella con acqua nebulizzata una pulitura di tipo "chimico" e non meccanico. L'eventuale uso anche di spazzole (pulitura meccanica) avviene in un secondo momento infatti, durante l'irrorazione sarebbe difficile controllarne i risultati). La pulitura meccanica con spazzole e spazzolini (tipo quelli da denti) pu eventualmente essere eseguita con l'aiuto di "spruzzini" da 1 o 2 litri. Se si usa un impianto di acqua nebulizzata necessario avere allestito in precedenza un impianto idrico di cantiere con fornitura d'acqua almeno ogni 2 pontate e che comprenda anche una organizzazione per lo smaltimento delle acqua residue. Considerazioni generali

  • Trasporto dei materiali I materiali sono in generale collocati a pi d'opera ed uso trasportare sui ponteggi solo le quantit necessarie all'intervento quotidiano. In particolare le malte si compongono alla base del ponteggio con l'ausilio di appositi miscelatori e la quantit di malta necessaria per stuccature e risarciture, specialmente quella a base di polvere di marmo, di circa 1/2 cofana per un'intera giornata. Da notare che la polvere di marmo un materiale finissimo e costoso che viene venduto in confezioni anche di pochi ettogrammi (da una indagine in rete, si ricava che i packaging pi proposti sono i secchielli da 5 o da 1 kg).

    E' impossibile pensare che in un cantiere di restauro non vi sia alcuna movimentazione manuale dei materiali (del peso superiore a 3 kg) ma, daltra parte, unattenta rewiew dei cicli produttivi mostra che, in generale, i pesi movimentati siano limitati a 1015 kg mentre risulta molto difficile che siano presenti materiali dal peso superiore a 2025 kg (esempio: grassello di calce, inerti, leganti, ecc). All'impresa di restauro non richiesta, a differenza delle ditta edile, una dotazione di mezzi d'opera di un certo rilievo (autocarri, impianti di sollevamento, ecc...); l'impresa di restauro tende a subappaltare alcune lavorazioni che presuppongono l'uso di questi mezzi d'opera e macchinari, le opere provvisionali in genere, i trasporti di materiali compreso il loro carico e scarico, la realizzazione di impianti, ecc. Lavori eseguiti all'aperto Il lavoro all'aperto connaturato con l'attivit di restauro di beni posti allesterno. I problemi di natura climatica sono sicuramente presenti e ineludibili pertanto vengono solitamente affrontati con adeguati DPI.

  • Valutazione della esposizione a MMC nella mansione di restauratore/restauratrice. Realisticamente la mansione, in generale, comporta: durante le attivit di restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. nessuna movimentazione di carichi

    significativa essendo le stesse realizzate generalmente in laboratori organizzati e con lausilio di piccoli attrezzi e piccole quantit di prodotti conservanti e/o coloranti;

    durante le attivit di restauro di elementi marmorei, la movimentazione a bassa frequenza di confezioni di resine, prodotti chimici, ecc. con pesi in generale inferiori a 15 Kg3, raramente sino a 20 kg;

    durante le attivit di restauro di superfici decorate e/o consolidamento di profondit dell'intonaco/murature, la movimentazione a bassa frequenza di carichi con peso di circa 1015 kg e solo raramente la movimentazione di confezioni di 25 kg di malte da restauro, leganti, calci, intonaci a base di coccio pesto, inerti, resine ed emulsioni acriliche, ecc.

    Infatti lanalisi dei cataloghi del settore rivela che, normalmente, per i diverse prodotti suddetti, sono disponibili vari formati, da pochi kg a 2530 kg per cui da attendersi che solo una poco oculata politica degli acquisti nel cantiere, costringa gli addetti a movimentazioni di carichi pesanti. Si gi detto che, in generale, per la totalit delle attivit svolte, il metodo NIOSH scarsamente applicabile per cui si analizzato la movimentazione con la metodologia della UNI ISO 11228-1 e con modelli biomeccanici. Considerando let media degli addetti, minore di 45 anni, la massa di riferimento da considerare nello STEP 1 pari a 25 kg per gli uomini e 20 kg per le donne: in condizioni di movimentazione ideale4 e nella generalit delle attivit che caratterizzano la mansione, la condizione di accettabilit risulta verificata.

    3 Dallanalisi dei cataloghi dei prodotti per il settore del restauro, es. Bresciani http://www.brescianisrl.it/newsite/public/BRESCIANICATALOGO.PDF 4 UNI ISO 11228-1, punto 3.7 condizioni ideali per la movimentazione manuale: Condizioni che includono la postura ideale per la movimentazione manuale, una presa ferma sull'oggetto in postura neutra del polso, nonch condizioni ambientali favorevoli - postura ideale per la movimentazione manuale: Postura eretta e simmetrica, mantenendo una distanza orizzontale tra il baricentro dell'oggetto movimentato e il baricentro delloperatore a meno di 0,25 m, nonch l'altezza della presa a meno di 0,25 m sopra l'altezza delle nocche.

  • Cos pure, nello STEP 2, considerando una frequenza media dei sollevamenti di pochi atti/turno, sempre in condizioni di movimentazione ideale, la condizione di accettabilit risulta verificata. Infatti lanalisi delle attivit di restauro indica che le azioni di sollevamento sono da considerarsi occasionali e non ripetitive ovvero vi al pi movimentazione manuale del peso con una frequenza inferiore a una volta ogni 5 minuti (punto 3.8, UNI ISO 11228-1). Daltra parte indubbio che nelle varie postazioni di lavoro, i sollevamenti in generale si discostano dalle condizioni di idealit per cui andrebbe analizzata con lo STEP 3 linfluenza dei fattori geometrici della movimentazione e delle condizioni di presa. Purtroppo risulta estremamente difficile (per la variabilit innanzi detta) raccogliere le informazioni utili a definire i parametri necessari al calcolo di STEP 3 e neppure tale tali parametri possono essere generalizzati in quanto fortemente dipendenti dalla geometria della postazione di lavoro e dalle abitudini operative diversificate degli addetti. Si ritenuto quindi pi utile stimare il sovraccarico biomeccanico derivante da alcune operazioni tipiche di MMC della mansione utilizzato il software di modellazione 3D Static Strength Prediction Program 6.0.6, sviluppato dallUniversit del Michigan a partire dagli studi di biomeccanica di Don Chaffin. Il software disponibile allindirizzo http://www.umich.edu/~ioe/3DSSPP/download.html e liberamente scaricabile per un test di funzionamento di 14 gg. Il software consente di calcolare il carico biomeccanico sopportato dal rachide, principalmente nel tratto lombo/sacrale durante lassunzione di determinate posture o il sollevamento manuale di un carico. I report di output del software forniscono i valori riguardanti la forza che si scarica a livello delle giunzioni L4-L5 e L5-S1, i momenti, le forze di taglio che agiscono a livello delle diverse articolazioni e le condizioni di stabilit del soggetto. Il software fornisce inoltre la percentuale di accettabilit della popolazione femminile agli sforzi calcolati a livello dei vari distretti articolari.

    In particolare, nelle due schede seguenti, si stimato il sovraccarico biomeccanico derivante dalle operazioni di sollevamento e trasporto di cofane (secchi) ed il sollevamento/trasporto di sacchi di inerti.

  • Trasporto cofana e/o secchio: si considerato un peso massimo di circa 15 kg (150 N) e le due situazioni estreme: sollevamento da terra della cofana con un sol arto; deposito della cofana su un tavolo alto circa 0,9 m ed a una

    distanza orizzontale dei circa 0,6 m.

    carico discale su L4/L5 = 2602 < 2900 carico discale su L4/L5 = 2860 < 2900

    carico discale su L5/S1 = 2168 144 < 2900 carico discale su L5/S1 = 2461 181 < 2900

    Sforzo di taglio su L5/S1 = 266 N Sforzo di taglio su L5/S1 = 313 N

    Estimated Ligament Strain (%)= 15 Estimated Ligament Strain (%)= 4

    Movimentazione a basso rischio Movimentazione a basso rischio

    Durante tutte le fasi della movimentazione, tra le due situazioni estreme rappresentate (sollevamento da terra e deposito su tavolo o viceversa), gli sforzi sui distretti articolari risultano inferiori.

  • Trasporto sacco: si considerato il caso limite e raro del trasporto di un sacco del peso di 25 kg (250 N) e la seguente situazione: scarico da automezzo, sacco trasportato coi due arti in prossimit al corpo;

    carico discale su L4/L5 = 2035 < 2900 Sforzo di taglio su L5/S1 = 361 N

    carico discale su L5/S1 = 1734 110 < 2900 Estimated Ligament Strain (%)= 2

    Movimentazione a basso rischio

  • In entrambi i casi sopra analizzati, qualora le movimentazioni siano effettuate in maniera corretta, le forze di compressione sui distretti del rachide interessati dalla patologia denunciata, risultano ben sotto il valore dazione suggeriti dal NIOSH. Daltra parte per analizzare le attivit lavorative e le eventuali conseguenze del sovraccarico biomeccanico sul rachide lombare, opportuno considerare una sinergia di forze esterne che possono indurre danni a carico dell'unit funzionale lombare e quindi prendere sono stati presi in considerazione: le forze compressive; le forze di taglio; le eventuali concomitanti presenze di fattori complementari di rischio, ovvero movimenti incongrui

    (flessione - estensione o torsione) che rappresentano una modifica dei limiti di tolleranza di alcune componenti dell'unit funzionale lombare (Colombini et al., 2010).

    L'azione di tali forze (nonch i loro limiti di tolleranza) rappresentata nella seguente figura:

    Nelle movimentazioni analizzate, prese a riferimento come situazioni certamente estreme e non usuali nelle attivit della mansione di restauratore/restauratrice, le forze ed i momenti calcolati risultano comunque inferiori ai limiti di tolleranza indicati nella figura. Valutazione della esposizione a posture incongrue nella mansione di restauratore/restauratrice. Al fine di effettuare una ricognizione del rischio da posture statiche scorrette, l dove non reperibili informazioni dirette, si dapprima effettuato una ricerca in rete individuando una serie di immagini relative alle posture pi frequenti della mansione, relativamente alle attivit di: restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. in laboratori organizzati; restauro di elementi marmorei; restauro di superfici decorate e/o consolidamento di profondit dell'intonaco/murature.

    Lanalisi delle immagini raccolte (si veda pureno anche i paragrafi precedenti) mostra una serie diversificata di posture erette, assise, in ginocchio, ecc.. Spesso si osserva che i restauratori sono seduti su sedili di fortuna (mattoni, secchi di vernici, sedili pieghevoli, sgabelli senza sostegno lombare, ecc.), sono accovacciati a terra o in spazi ristretti, sono inclinati in avanti allo scopo di operare su piccoli e preziosi particolari, ecc.

  • In definitiva si pu riassumere le seguenti posture tipiche: postura eretta con mani e gomiti ben al di sopra del livello delle spalle; postura eretta con mani e gomiti al di sotto del livello delle spalle; postura seduta con postura simmetrica (si veda definizione in tabella seguente); postura seduta con tronco ruotato e/o flesso (si veda figura seguente); postura seduta con tronco inclinato in avanti o allindietro (si veda figura seguente) con angolo <

    60; non si osservano inclinazioni superiori a 60; postura seduta con configurazione convessa della colonna vertebrale lombare (si veda figura

    seguente); postura in ginocchio con atteggiamenti del troco vari.

    Le posture di cui ai punti 2) e 3) rientrano certamente nel campo di accettabilit specie perch quasi mai accompagnate alla movimentazione di pesi significativi. Le posture 1) con mani e gomiti ben al di sopra del livello della testa con la spalla rialzata, sono, secondo la Table 5 della ISO 11226, non raccomandate ma si vedr che esse risultano principalmente a rischio per i distretti degli arti superiori piuttosto che per il tronco. Le posture in ginocchio 7) dovrebbero essere sempre evitate: esse non sono ricomprese nella analisi della ISO 11226.

    CARATTERISTICHE POSTURALI ACCETTABILE VAI A

    STEP 2 NON

    RACCOMANDATO

    NO X 1

    Postura del tronco simmetrica (*) SI X

    > 60 X 20 60 senza supporto del tronco X 20 60 con supporto del tronco X

    0 20 X < 0 senza supporto del tronco X

    2 Inclinazione del

    tronco

    < 0 con supporto del tronco X

    NO X 3

    Postura seduta: postura convessa della colonna

    vertebrale lombare SI X

    (*) Postura del tronco simmetrica: quando non presente n una rotazione assiale n una flessione laterale del torace rispetto alle pelvi.

  • Lanalisi delle posture alla luce della precedente tabella (tradotta da table 1 della ISO 11226) completa delle relative figure, portano alle seguenti conclusioni: le posture sedute con tronco non simmetrico 4), risultano non raccomandate (si veda ad esempio

    quartultima immagine della serie sopra riportata); le posture 5), sedute con tronco inclinato in avanti con un angolo < 20 risultano accettabili (si veda

    ad esempio la prima immagine della serie sopra riportata); le posture 5), sedute con tronco inclinato in avanti con un angolo > 60 risulta non raccomandata ma

    si gi detto che tale posizione, estrema (si veda per chiarezza la figura seguente che rappresenta una inclinazione di 73), risulta estremamente rara e non riscontrata in alcuna delle immagini analizzate.

    le posture 5), sedute con tronco inclinato allindietro senza un adeguato supporto risultano non

    raccomandate; le posture 5), sedute con tronco inclinato in avanti con un angolo compreso tra 20 e 60, senza

    supporto, vanno ulteriormente valutate in funzione del tempo di mantenimento delle stesse (si veda ad esempio le immagini 2, 6, 9, 10, 11 della serie sopra riportata). La figura seguente, tratta dalla table 2 della ISO 11226, indica chiaramente che, al massimo tali posture possono essere tenute per tempi inferiori a 4 minuti. Obiettivamente la forte motivazione al lavoro del restauratore di cui si gi accennato rende improbabile il rispetto di tali tempi, per cui si presume che essi siano sistematicamente superati. Le posture risultano quindi non raccomandate.

    Si gi detto che i metodi della ISO 11226 portano a definire la postura come ACCETABILE o NON RACCOMANDATA ai soli fini di una riprogettazione del posto di lavoro. La norma non d infatti alcuna indicazione sul rapporto di causa ed effetto tra postura e danno prevedibile.

    Per avere quindi una indicazione realistica se le posture statiche non raccomandate possano essere causa o concausa di eventuali patologie da sovraccarico biomeccanico del rachide, si considerato quanto affermato nei pi recenti studi di biomeccanica occupazionale e cio che la presenza di fattori complementari di rischio, ovvero movimenti incongrui (flessione - estensione o torsione), portano ad una

  • modifica dei limiti di tolleranza (rispetto a differenti forze applicate) di alcune componenti dell'unit funzionale lombare (Colombini et al., 2010). I limiti di tolleranza delle varie strutture anatomiche dell'unit funzionale del rachide (disco intervertebrale, legamenti-tendini, processi articolari posteriori) non debbono essere superati per non indurre danni biologici alle singole strutture che compongono il rachide nel suo insieme (Marras, 2008). Di seguito riportato il riepilogo delle possibili alterazioni indotte da differenti forze applicate sul rachide lombare cos come proposto da Marras5:

    Utilizzando quindi il software di modellazione 3D Static Strength Prediction Program 6.0.6, sviluppato dallUniversit del Michigan (http://www.umich.edu/~ioe/3DSSPP/download.html) si verificato il rispetto dei limiti di tolleranza per alcune delle posture ritenute non raccomandabili secondo ISO 11226: postura eretta con mani e gomiti ben al di sopra del livello delle spalle (iperestensione); posture sedute con a) flessione laterale, b) rotazione assiale, c) inclinazione in avanti (> 60); postura in ginocchio.

    In particolare stato verificato il limite di tolleranza di 110 kg ( 1100 N) sui dischi intervertebrali in presenza di forze compressive e flessione. E stata utilizzata la utility del programma in grado di restituire gli angoli di postura del modello impostato tenendo conto delle seguenti differenze di denominazione:

    ISO 11226 3DSPP Rotazione assiale (torsione del

    busto) Axial Rotation Axial Rotation

    Flessione laterale Lateral Flexion Lateral bending

    Inclinazione in avanti o indietro Trunk inclination Trunk flexion/extension

    (When standing straight, the trunk angle is 90 degrees)

    Di seguito si riportano n 4 schede di analisi delle posture significative:

    5 tratto da D. COLOMBINI, E. OCCHIPINTI, et all. Movimentazione manuale dei carichi: manuale operativo per lapplicazione del Dec.Leg 81/08n.89. Dossier Ambiente: primo trimestre 2010

  • Postura eretta con mani e gomiti ben al di sopra del livello delle spalle (iperestensione) Si considerato cautelativamente lapplicazione di una forza di taglio di circa 5 kg (50 N) sullarto destro ed una forza di sostegno di circa 1 kg (10 N) sulla mano sinistra (ipotesi ampiamente cautelativa poich 5 kg risultano oggettivamente poco probabili nel lavoro reale).

    Torso: carico discale su L4/L5 = 873 < 1100

    Flexion/Extension 89 carico discale su L5/S1 = 419 18 < 1100

    Axial Rotation -28 Sforzo di taglio su L5/S1 = 212 N

    Lateral Bending - 10 Estimated Ligament Strain (%)= 0

    Rispettato il limite inferiore di tolleranza

  • Postura seduta con mani e gomiti ben al di sopra del livello delle spalle (iperestensione) e con a) flessione laterale, b) rotazione assiale. Si considerato cautelativamente lapplicazione di una forza di taglio di circa 5 kg (50 N) sullarto destro ed una forza di sostegno di circa 1 kg (10 N) sulla mano sinistra (ipotesi ampiamente cautelativa poich 5 kg risultano oggettivamente poco probabili nel lavoro reale).

    Torso: carico discale su L4/L5 = 1158 1100

    Flexion/Extension 81 carico discale su L5/S1 = 753 40 < 1100

    Axial Rotation 14 Sforzo di taglio su L5/S1 = 211 N

    Lateral Bending - 14 Estimated Ligament Strain (%)= 9

    Rispettato il limite inferiore di tolleranza

  • Postura seduta con tronco inclinato in avanti con un angolo > 20 ma < 60 Si considerato cautelativamente lapplicazione di una forza di sostegno di circa 1 kg (10 N) sullarto destro.

    Torso: carico discale su L4/L5 = 2057 > 1100

    Flexion/Extension 46 carico discale su L5/S1 = 2044 143 > 1100

    Axial Rotation 0 Sforzo di taglio su L5/S1 = 215 N

    Lateral Bending 0 Estimated Ligament Strain (%)= 17

    Superato il limite inferiore di tolleranza ma ben inferiore al limite superiore di tolleranza

  • Postura in ginocchio e con a) flessione laterale, b) rotazione assiale, inclinazione in avanti (> 20 e < 60). Si considerato cautelativamente lapplicazione di una forza di sostegno di circa 2 kg (20 N) sullarto destro e di circa 1 kg (10 N) sulla mano sinistra.

    Torso: carico discale su L4/L5 = 1156 1100

    Flexion/Extension 69 carico discale su L5/S1 = 1081 65 1100

    Axial Rotation -7 Sforzo di taglio su L5/S1 = 141 N

    Lateral Bending -2 Estimated Ligament Strain (%)= 14

    Rispettato il limite inferiore di tolleranza

  • Conclusioni Le attivit di restauro sono soggette a una molteplicit eterogenea di opere che spaziano dal palazzo storico ai reperti archeologici, dai tessuti agli elementi di arredo, dalle stampe alle opere in metallo. Conseguentemente gli operatori del settore, che si trovano ad intervenire su materiali diversi e inseriti in diversi contesti ambientali (scavi archeologici a cielo aperto, su ponteggi o scale nei diversi cantieri, in atelier di restauro, biblioteche, musei ecc.), sono esposti a rischi di salute differenziati e difficili da circoscrivere. Aver coscienza di queste disomogeneit quindi requisito indispensabile per accostarsi correttamente alla tematica della sicurezza. Attraverso la presente indagine si tentato di operare una catalogazione delle attivit pi significative nel restauro con potenziale rischio di sovraccarico biomeccanico al rachide. In base a quanto sino ad ora discusso, razionalmente e cautelativamente, si pu riassumere che un addetto al restauro conservativo di superfici decorate e beni di interesse storico ed artistico possa, nel corso della sua attivit lavorativa, essere esposto ai seguenti livelli di rischio (descrizione sintetica):

    MANSIONE RESTAURATRICE/RESTAURATORE FATTORI DI RISCHIO

    ATTIVITA MMC WBV Posture inc.

    Restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. in laboratori organizzati Non esposto Non esposto

    Posture NON RACCOMANDATE (ISO 11226)Superato il limite biomeccanico inferiore di

    tolleranza ma ben inferiore al limite superiore di tolleranza

    Restauro di elementi marmorei Movimentazione a basso rischio Non esposto Posture NON RACCOMANDATE (ISO 11226)Rispettato il limite biomeccanico inferiore di

    tolleranza

    Restauro di superfici decorate e/o consolidamento di profondit dell'intonaco/murature

    Movimentazione a basso rischio Non esposto

    Posture NON RACCOMANDATE (ISO 11226)Rispettato il limite biomeccanico inferiore di

    tolleranza

    Per quanto attiene il rischio di sovraccarico biomeccanico si pu concludere che: nel caso di attivit di restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. realizzate generalmente in laboratori

    organizzati, in generale la mansione caratterizzata da una non esposizione a MMC a rischio di lesioni dorso-lombari;

    caso di attivit di restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. realizzate generalmente in laboratori organizzati, in generale la mansione caratterizzata da una esposizione a posture statiche giudicate come NON RACCOMANDATE secondo la ISO 11226; nelle posture sedute, tipiche di tali attivit, pu essere superato il limite biomeccanico inferiore di tolleranza ma non limite superiore di tolleranza per i carichi sui distretti articolari di interesse;

    nel caso di attivit di restauro di elementi marmorei e/o restauro e/o consolidamento di superfici decorate, in generale la mansione caratterizzata da una esposizione lievissima a MMC, ampiamente nei limiti di accettabilit (< 2900 N) stabiliti per le forze di compressione su L4-L5 e/o L5-S1 per una popolazione femminile (NIOSH);

    nel caso di attivit di restauro di elementi marmorei e/o restauro e/o consolidamento di superfici decorate, in generale la mansione caratterizzata da una esposizione a posture statiche giudicate come NON RACCOMANDATE secondo la ISO 11226; nelle posture sedute, in piedi ed in ginocchio, tipiche di tali attivit, generalmente non risulta superato il limite biomeccanico inferiore di tolleranza per i carichi sui distretti articolari di interesse;

    La postura di lavoro non di per s un fattore di rischio, lo diviene quando si realizza, secondo meccanismi diversificati, una condizione di sovraccarico meccanico per un qualsivoglia distretto corporeo: in tal caso si parla di postura incongrua. Il sovraccarico meccanico si realizza ad esempio in condizioni di impegno, magari modesto, ma continuativo delle medesime strutture quale quello che deriva dal mantenimento di posture fisse prolungate (erette o sedute), specie se vi un atteggiamento in posizione non fisiologica di un qualche segmento del corpo o del tronco (es. capo e tronco costantemente flessi in avanti). Si evidenzia che i metodi della ISO 11226 portano a definire la postura come ACCETTABILE o NON RACCOMANDATA ai fini di una riprogettazione del posto di lavoro. La norma non d comunque alcuna indicazione sul rapporto di causa/effetto tra postura e danno prevedibile. In tal senso, le valutazioni di tipo biomeccanico riferite ai limiti di tolleranza per le forze di compressione e di flessione (al fine di evitare le

  • microfratture della parte posteriore anulus-corpo vertebrale con possibile prolasso del disco intervertebrale) possono assumere una valenza maggiore ai fini della previsione di potenziali danni dorso-lombari. Quello del restauratore , in alcune situazioni, un lavoro fisicamente faticoso: ad esempio le attivit di restauro di tele, pale, tavole lignee, ecc. pur se realizzate generalmente in laboratori organizzati, possono presentare un potenziale stress posturale significativo. La buona progettazione delle opere provvisionali, i tempi di lavoro, eventuali soluzioni ergonomiche pensate volta per volta sono gli unici presidi possibili. Per quanto riguarda l'introduzione di momenti di pausa, si pu sottolineare che lavoro di restauro di solito gestito in maniera abbastanza autonoma anche dagli aiutiaiuto-restauratori; non c' nel contesto del cantiere di restauro un rapporto gerarchico tale da impedire una autogestione del tempo di lavoro. I restauratori e gli aiutiaiuto-restauratori sono figure professionali particolari rispetto agli altri addetti del comparto edile. La forte motivazione al lavoro del restauratore pu essere un elemento critico nella valutazione dei rischi perch pu portarlo a sottovalutare la tutela della propria salute di fronte all'opera d'arte di cui si conosce e apprezza il grande valore. Una buona informazione e formazione, erogata a cominciare dai percorsi scolastici di tali figure professionali, riveste carattere di importanza fondamentale per la prevenzione di lesioni dorso-lombari.

    BIBLIOGRAFIA 1. P. De Santis, A.Silvetti, E.Badellino, A. Ranavolo, F. Draicchio Applicazione di modelli fisiologici e

    biomeccanici per la valutazione del rischio biomeccanico nelle azioni di sollevamento. 2. D. Colombini, E. Occhipinti, et all. Movimentazione manuale dei carichi: manuale operativo per

    lapplicazione del Dec.Leg 81/08n.89. Dossier Ambiente: primo trimestre 2010. 3. Chaffin DB, Andersson GBJ, and Martin BJ. Chapter 6 of Occupational Biomechanics; 4th Edition;

    2006. Published by J. Wiley & Sons, Inc., 605 Third Ave., New York, NY 10158 4. Waters TR, Putz Anderson V, Garg A, Fine LJ. Revisioned NIOSH equation for the design and

    evaluation of manual lifting tasks. Ergonomics 1993; 36(7):749-76 5. UNI ISO 11228-1:2009: Ergonomia - Movimentazione manuale - Parte 1: Sollevamento e trasporto 6. UNI ISO 11228-2:2009: Ergonomia - Movimentazione manuale - Parte 2: Spinta e traino 7. UNI ISO 11228-3:2009: Ergonomia - Movimentazione manuale - Parte 3: Movimentazione di bassi

    carichi ad alta frequenza 8. ISO 11226:2000: Ergonomics -- Evaluation of static working postures