Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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1 Il Gazzettino 23/07/2005 Via IV novembre, chiusa la ferita della città Il Mattino di Padova 23/07/2005 Chiusa la falla, via IV Novembre rinasce Il Mattino di Padova 01/06/2005 Residenti e Trevi, risarcimenti lontani Il Gazzettino 27/05/2005 Tra settembre e ottobre i proprietari potranno rioccupare gli ... Il Mattino di Padova 27/05/2005 Sarà riaperta via IV Novembre Il Gazzettino 06/05/2005 Zanonato ha incontrato gli abitanti e li ha rassicurati mentre... Il Gazzettino 19/04/2005 Ancora da "tappare" la voragine della Trevi Il Mattino di Padova 26/02/2005 Riapre via IV Novembre Il Gazzettino 17/02/2005 QUATTRO ANNI FA IL CEDIMENTO IN VIA IV NOVEMBRE Il Mattino di Padova 28/01/2005 Occorreranno tre mesi per «tappare» il buco Il Mattino di Padova 26/01/2005 Via IV Novembre, la Trevi chiude e se ne va Corriere del Veneto 15/09/2005 Il precedente finito male Corriere del Veneto 27/05/2005 Entro settembre buco chiuso Corriere del Veneto 26/01/2005 Via IV novembre, si chiude la voragine Corriere del Veneto 26/01/2005 Padova, in via IV novembre chiude lo scavo del parcheggio Il Gazzettino 14/01/2005 Via IV Novembre: a giorni i lavori Il Gazzettino 23/10/2004 Viene chiusa la voragine di via IV Novembre Il Gazzettino 23/10/2004 Gli abitanti di via IV novembre ... Il Mattino di Padova 03/08/2004 Delusi dalla Trevi, il sindaco Zanonato non ci abbandoni Il Gazzettino 01/08/2004 VIA IV NOVEMBRE :RISPOSTA A LETTERA TREVI Il Gazzettino 30/07/2004 LETTERA TREVI Il Gazzettino 21/07/2004 Antonio Armenti, responsabile della ... Il Mattino di Padova 28/07/2004 «Ritirerò la concessione» Il Mattino di Padova 24/07/2004 Via IV Novembre ripartono i lavori Il Mattino di Padova 16/07/2004 «Paghiamo, ma non risaniamo» Il Gazzettino 07/05/2004 I residenti sfollati: «Chiudete quel buco» Zanonato promette: ... Il Mattino di Padova 23/02/2004 Via IV Novembre «Niente Ici per gli sfollati» Corriere del Veneto 21/02/2004 Via IV Novembre , tre anni da sfollati Gli abitanti: « S... Il Gazzettino 20/02/2004 A tre anni dal disastro 5 famiglie ancora fuori casa Il Gazzettino 19/02/2004 VIA IV NOVEMBRE . Dalla prima Il Gazzettino 27/12/2003 Preciso che l'iniziativa svoltasi ... Il Gazzettino 21/12/2003 La Trevi e i residenti vicini all'accordo Il Gazzettino 21/12/2003 IL CANTIERE Il Gazzettino 19/12/2003 «Un calvario come La Fenice» Il Gazzettino 19/12/2003 Domani alle 15,30, nella sala del ... Il Mattino di Padova 03/12/2003 La miniatura, la ceramica e gli itinerari dell'Umbria Il Gazzettino 21/11/2003 E su acqua!... Dopo l'accuratissima ... Il Gazzettino 20/11/2003 Il giudice archivia l'autosilo della Trevi Il Mattino di Padova 20/11/2003 Rivissuto l'incubo di via IV Novembre Il Mattino di Padova 06/11/2003 E' giusto trattare così Il Gazzettino 05/11/2003 lo scavo di via IV Novembre è stata ... Il Gazzettino 01/11/2003 Via IV novembre , tornano le ruspe Corriere del Veneto 01/11/2003 « Via IV novembre , il Comune ci ignora » Il Mattino di Padova 15/10/2003 Via i sigilli, sono pronte le ruspe Il Gazzettino 14/10/2003 I disastrati e gli sfollati di ... Il Mattino di Padova 22/08/2003 Via IV novembre , torna la paura Il Mattino di Padova 22/08/2003 Febbraio 2001, è l'inizio dell'incubo Il Gazzettino 08/07/2003 «Attenti all'acqua, anche Giotto è in pericolo» Corriere del Veneto 08/07/2003 I residenti: « Da noi cadono delle pietre »

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Una lista di articoli riguardanti i problemi emersi con la costruzione di parcheggi sotterranei/interrati a Padova da parte del Gruppo Trevi

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Page 1: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Il Gazzettino 23/07/2005 Via IV novembre, chiusa la ferita della città

Il Mattino di Padova 23/07/2005 Chiusa la falla, via IV Novembre rinasce

Il Mattino di Padova 01/06/2005 Residenti e Trevi, risarcimenti lontani

Il Gazzettino 27/05/2005 Tra settembre e ottobre i proprietari potranno rioccupare gli ...

Il Mattino di Padova 27/05/2005 Sarà riaperta via IV Novembre

Il Gazzettino 06/05/2005 Zanonato ha incontrato gli abitanti e li ha rassicurati mentre...

Il Gazzettino 19/04/2005 Ancora da "tappare" la voragine della Trevi

Il Mattino di Padova 26/02/2005 Riapre via IV Novembre

Il Gazzettino 17/02/2005 QUATTRO ANNI FA IL CEDIMENTO IN VIA IV NOVEMBRE

Il Mattino di Padova 28/01/2005 Occorreranno tre mesi per «tappare» il buco

Il Mattino di Padova 26/01/2005 Via IV Novembre, la Trevi chiude e se ne va

Corriere del Veneto 15/09/2005 Il precedente finito male

Corriere del Veneto 27/05/2005 Entro settembre buco chiuso

Corriere del Veneto 26/01/2005 Via IV novembre, si chiude la voragine

Corriere del Veneto 26/01/2005 Padova, in via IV novembre chiude lo scavo del parcheggio

Il Gazzettino 14/01/2005 Via IV Novembre: a giorni i lavori

Il Gazzettino 23/10/2004 Viene chiusa la voragine di via IV Novembre

Il Gazzettino 23/10/2004 Gli abitanti di via IV novembre ...

Il Mattino di Padova 03/08/2004 Delusi dalla Trevi, il sindaco Zanonato non ci abbandoni

Il Gazzettino 01/08/2004 VIA IV NOVEMBRE :RISPOSTA A LETTERA TREVI

Il Gazzettino 30/07/2004 LETTERA TREVI

Il Gazzettino 21/07/2004 Antonio Armenti, responsabile della ...

Il Mattino di Padova 28/07/2004 «Ritirerò la concessione»

Il Mattino di Padova 24/07/2004 Via IV Novembre ripartono i lavori

Il Mattino di Padova 16/07/2004 «Paghiamo, ma non risaniamo»

Il Gazzettino 07/05/2004 I residenti sfollati: «Chiudete quel buco» Zanonato promette: ...

Il Mattino di Padova 23/02/2004 Via IV Novembre «Niente Ici per gli sfollati»

Corriere del Veneto 21/02/2004 Via IV Novembre , tre anni da sfollati Gli abitanti: « S...

Il Gazzettino 20/02/2004 A tre anni dal disastro 5 famiglie ancora fuori casa

Il Gazzettino 19/02/2004 VIA IV NOVEMBRE . Dalla prima

Il Gazzettino 27/12/2003 Preciso che l'iniziativa svoltasi ...

Il Gazzettino 21/12/2003 La Trevi e i residenti vicini all'accordo

Il Gazzettino 21/12/2003 IL CANTIERE

Il Gazzettino 19/12/2003 «Un calvario come La Fenice»

Il Gazzettino 19/12/2003 Domani alle 15,30, nella sala del ...

Il Mattino di Padova 03/12/2003 La miniatura, la ceramica e gli itinerari dell'Umbria

Il Gazzettino 21/11/2003 E su acqua!... Dopo l'accuratissima ...

Il Gazzettino 20/11/2003 Il giudice archivia l'autosilo della Trevi

Il Mattino di Padova 20/11/2003 Rivissuto l'incubo di via IV Novembre

Il Mattino di Padova 06/11/2003 E' giusto trattare così

Il Gazzettino 05/11/2003 lo scavo di via IV Novembre è stata ...

Il Gazzettino 01/11/2003 Via IV novembre , tornano le ruspe

Corriere del Veneto 01/11/2003 « Via IV novembre , il Comune ci ignora »

Il Mattino di Padova 15/10/2003 Via i sigilli, sono pronte le ruspe

Il Gazzettino 14/10/2003 I disastrati e gli sfollati di ...

Il Mattino di Padova 22/08/2003 Via IV novembre , torna la paura

Il Mattino di Padova 22/08/2003 Febbraio 2001, è l'inizio dell'incubo

Il Gazzettino 08/07/2003 «Attenti all'acqua, anche Giotto è in pericolo»

Corriere del Veneto 08/07/2003 I residenti: « Da noi cadono delle pietre »

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Il Gazzettino 13/06/2003 VIA IV NOVEMBRE

Il Gazzettino 23/04/2003 VIA IV NOVEMBRE

Il Gazzettino 19/02/2003 Due anni: vergogna

Il Mattino di Padova 01/02/2003 Via IV Novembre : nessun pericolo

Il Gazzettino 27/12/2002 «Il nostro secondo 25 dicembre da terremotati»

Il Gazzettino 20/12/2002 «No al grande autosilos di cinque piani» Gli abitanti di Porta...

Il Gazzettino 06/11/2002 «Via IV novembre , il nostro terremoto»

Il Gazzettino 06/11/2002 «Siamo noi i "terremotati" di Padova»

Il Gazzettino 23/10/2002 Si allungano i tempi della perizia

Il Gazzettino 18/07/2002 Via IV Novembre : un collegio di esperti per una nuova consulenza

Il Gazzettino 18/07/2002 Un pool di esperti per la nuova perizia

Il Gazzettino 14/07/2002 Nuova perizia sullo scavo

Il Gazzettino 13/07/2002 Progetto definitivo: ultimatum alla Trevi

Il Gazzettino 10/07/2002 Le crepe guarite con "punture"

Il Gazzettino 10/07/2002 Un botto sordo e l'edificio si piega: il 20 febbraio 2001 è in...

Il Gazzettino 10/07/2002 Dopo mesi di traslochi da parenti e in albergo adesso vivono i...

Il Gazzettino 10/07/2002 Via IV Novembre : un progetto per l'edificio

Il Gazzettino 02/07/2002 Via IV novembre : nessun esonero, devono pagare l'Ici

Il Gazzettino 24/04/2002 Trenta cause contro la Trevi park per i danni agli appartamenti

Corriere del Veneto 15/09/2005 ↓ ↑ =

Il precedente finito male

Edizione PADOVA - Pagina 7 - via IV novembre

PADOVA - Autosilos interrato. Si chiamava così anche il parcheggio che la Trevi Spa stava realizzando in

via IV Novembre. Lavori iniziati con la precedente amministrazione e che si concluderanno solo il prossimo

ottobre. Non con il taglio del nastro inaugurale del park interrato, ma con la chiusura del buco provocato dai

cantieri. Una voragine aperta per un errore di valutazione nell'esecuzione dei lavori e che si è riempita

d'acqua, mettendo in pericolo la tenuta statica delle tre palazzine sistemate attorno al parcheggio virtuale. Il

buco di via IV novembre si era aperto nel febbraio del 2001. Da quel momento si è innescata

un'interminabile battaglia legale con gli ex inquilini degli edifici danneggiati.

Il Gazzettino 23/07/2005 ↓ ↑ =

Via IV novembre, chiusa la ferita della città

Edizione Padova - Pagina 5. - La Trevi voleva farci un park sotterraneo ma scavando intaccò una falda e si

inclinò un palazzo che fu sfollato. Oggi il "buco" è stato colmato Fra due mesi l'area sarà ripavimentato

Era la notte del 20 febbraio 2001. La notte del panico, quella in cui la palazzina del numero 9 di via IV

novembre con un sinistro schricchiolio cominciò a piegarsi in avanti, minata alla fondamenta. Era come se

l'acqua di falda in pressione che sosteneva insieme al letto di ghiaia le fondamenta, fosse stata stappata.

Pochi passi più avanti infatti, scavando fino a 15 metri sottoterra per far stare l'ascensore del parcheggio

sotterraneo, qualcuno aveva strappato via lo strato di argilla che faceva da parete e l'acqua uscì di colpo.

Il palazzo si scollò di oltre 10 centimetri dal piano di riferimento. Le otto famiglie che ci abitavano furono

mandate via subito, neanche il tempo di prendere un vestito. Non ci sono più tornate da allora. Ma oggi

hanno una speranza in più di veder concluso il loro calvario tutt'ora aperto con più cause alla Trevipark di

Cesena, titolare degli scavi. È stata la stessa ditta dopo lunghe trattative col sindaco a riprendere in mano il

progetto, dichiarare chiusa l'esperienza del parcheggio e riempire il buco. Hanno cominciato a fine aprile e

non è stato facile. «Abbiamo dovuto stare molto attenti a usare pietra pomice e tufo, insieme a calcestruzzo

leggero nella parte più superficiale per compattare l'acqua e il materiale" dicono il capocantiere Roberto

Vianelli e il direttore tecnico Marco Biferali.

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C'era il problema di ricreare la stessa pressione idraulica. Così sono stati riempiti 5mila metri cubi di volume

e sopra, a mo' di tappo sono stati piazzati finora 143 cubi di cemento, di un metro cubo l'uno del peso di

2500 chili a testa. Servono per compattare il terreno. Alla fine saranno oltre 200 per arrivare a un peso di

700 tonnellate. Una specie di sovraccarico cui il terreno sarà sottoposto per due-tre mesi. Poi saranno tolte e

la via ritornerà a rispendere come prima. Con i suoi marciapiedi rifatti e l'aiuola centrale. Questo ha

assicurato ieri il sindaco Zanonato durante il sopralluogo.

Intanto a partire da ottobre la recinzione attuale sarà sostituita da una "trasparente" in modo che tutti possano

verificare lo stato dei lavori. Ma se la ferita "fisica" sparirà, non sarà altrettanto facile per quella psicologica.

«Siamo tutti e 24 in causa con la Trevi» riferiva ieri Marcello Semesa, abita al corpo C. Poi ci sono quelli

del corpo B e quelli del corpo A, gli sfollati. Proprio a loro pensa il sindaco «La Trevi ha già comprato tre

degli otto appartamenti e sta pagando il disturbo agli sfollati pagando loro gli affitti. So che esistono delle

trattative in atto. Qualcuno dei cinque rimanenti vorrebbe essere risarcito ma almeno un paio di famiglie

hanno chiesto di tornare» dice il primo cittadino. «Questo è molto importante perché è dal punto di vista

psicologico che si gioca la questione».

Mauro Giacon

Il Mattino di Padova 23/07/2005 ALDO COMELLO ↓ ↑ =

Chiusa la falla, via IV Novembre rinasce

Edizione Nazionale - Pagina 17 - Lavori in fase conclusiva Presto la libertà di passaggio - 140 cubi di

cemento da 2500 chili l'uno per comprimere un terreno leggero fatto di pietra pomice

E stata colmata la fossa, profonda 16 metri, che, in via IV Novembre, era diventata una sorta di totem, un

dio locale ad esorcizzare la paura che aveva attanagliato il rione il 20 febbraio 2001, quando gli scavi per la

costruzione dell'autosilo avevano liberato l'acqua di falda che uscendo e dilavando le fondamenta del

fabbricato al numero 9 ne avevano provocato il disassamento.

A questo finimondo con il fall-out dell'evacuazione degli alloggi della scala C e di parte di quella B, con il

blocco dei garage (inutilizzabili per 4 anni), la chiusura dei negozi al piano terra, erano seguite 24 cause, una

catena di denunce, una giungla di contenziosi giudiziari con al centro la ditta Trevi che aveva l'incarico dei

lavori. Ieri in via IV Novembre c'è stato il sopralluogo del sindaco Zanonato, accompagnato dall'assessore

Ivo Rossi, ed è stata quasi un viatico alla normalità, alla ripresa della vita, alla risistemazione dell'ambiente

in una strada rimasta per 4 anni blindata, prigioniera del cantiere. Sul posto, a ricevere il sindaco, c'erano

Roberto Vianelli capocantiere e il direttore dei lavori, ingegner Marco Biferni (non c'era al momento

dell'incidente) in sostanza con l'incarico di un "piano Marshall" che ha aspetti promettenti, pur restando

sempre una toppa perché il disvalore immobiliare non si scolla tanto facilmente. I tecnici della Trevi hanno,

comunque, svolto quest'anno un lavoro di straordinaria alchimia. Parliamo di alchimia perché si tratta di un

inedito, di un lavoro che non ha precedenti e che si potrebbe qualificare di alto artigianato. Come è noto

l'acqua fuoruscita dalla falda aveva lasciato un vuoto e questo aveva rotto la statica dell'immobile

provocando anche reazioni a catena di minore entità sul tessuto urbano della zona. La fossa si era riempita

d'acqua che non era stata prosciugata perché costituiva fattore di un nuovo equilibrio. La buca è stata chiusa

in aprile. Si trattava di colmarla con un materiale che avesse la stessa densità dell'acqua, ma, che allo stesso

tempo fosse in grado di sopportare qualsiasi peso. Si adottò un materiale leggerissimo: polvere e frammenti

di pietra pomice, mescolati a calcestruzzo alleggerito. Furono fatte, in zone cruciali, anche numerose

iniezioni di cemento. Ora è in corso l'attività di compattamento: lo spazio ha già assunto l'andamento

circolare di una piazza che ora è ingombra di cubi di cemento. Ne abbiamo contati 143, ognuno pesa 2500

chili, l'azione di compressione sarà completata distribuendo sull'area dove c'era la buca, 353 di questi pesi.

«La Trevi ha compensato i disagi, i costi dl'evacuazione, l'alloggio in albergo o in casa di amici - dice il

sindaco Zanonato - ma il risarcimento dei danni è ancora in corso, sarebbe importante un'intesa con i

residenti. Se c'è bisogno di dirlo il Comune è dalla parte dei cittadini non dell'impresa. La palazzina numero

9 che si è «inginocchiata» - una decina di centimetri di scollamento - ora è staticamente a posto, i periti ne

hanno garantito l'abitabilità, E tuttavia esiste un nodo psicologico abbastanza stretto». Non molti,

conoscendo i precedenti, ci andrebbero ad abitare volentieri, anche se la zona è incantevole e gli alloggi

perfettamente sicuri. Gli appartamnenti in questione sono 8, tre dei quali sono stati acquistati dalla Trevi. Ci

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sono inquilini che si sono sistemati in altro luogo, altri che vorrebbero tornare. Al centro della strada c'è

un'aiuola spartitraffico abbastanza ampia che lascia spazio a splendide piante di magnolia, attorno il verde

del giardini. Ci fanno notare anche un'area, ora protetta da un telo di tessuto-non tessuto, ha destinazione

vegetativa, ci sarano quindi altre piante. Si tratterà anche di ripavimentare la piazzetta che sorgerà dove c'era

la grande buca d'acqua, una fabbrica di zanzare che attingevano sangue dalla popolazione di tutto il

quartiere.

Il Mattino di Padova 01/06/2005 ↓ ↑ =

Residenti e Trevi, risarcimenti lontani

Pagina 18 - Cronaca - VIA IV NOVEMBRE

La battaglia legale per i risarcimenti fra i condòmini delle palazzine A, B, C del civico 9 di via IV Novembre

e la ditta Trevi è ancora molto lontana dal suo epilogo.

A quattro anni dal cedimento strutturale del blocco A, causato dalla costruzione del parcheggio interrato, i

sette appartamenti sono ancora vuoti, come i garage e le cantine di tutte le palazzine. «È un'enorme

baggianata sostenere che l'accordo sui risarcimenti non si trovi per il nodo delle spese legali - sottolinea

l'avvocato Sergio Belloni, uno dei legali dei condomini - Siamo stati noi a richiedere che le parcelle

venissero liquidate dall'Ordine degli Avvocati. Per altro le spese legali riguardano il rapporto interno con il

cliente e fanno parte del monte risarcimento, ma non le trattiamo certo con la Trevi. Il problema è che la

distanza fra la richiesta dei condomini e l'offerta della ditta è molto ampia, nell'ordine delle decine di

migliaia di euro».

Il 5 aprile 2005 è stata depositata la sentenza di primo grado del contenzioso civile in cui il giudice

condanna la ditta di Cesena a compiere i lavori di consolidamento del terreno con iniziezioni di cemento

(iniziate subito dopo il crollo di 4 anni fa, ma mai completate) e a versare la cauzione di 3 milioni di euro,

non più in contanti come preteso dal Tribunale in precedenza, ma con fidejussione bancaria. «Nemmeno ora

che la fidejussione costerebbe poche migliaia di euro la Trevi è disposta a darla - spiega Belloni - La

controparte sostiene che non dovendo più completare il parcheggio, ma solo riempire il buco, si tratta di

un'opera diversa su cui non c'è necessità di cauzione».

L'accordo con il Comune che prevede il riempimento del buco entro ottobre è un'operazione che può mettere

a rischio il precario equilibrio geologico del terreno. I condomini cercano, quindi, di tutelarsi. (fr.pat.)

Il Gazzettino 27/05/2005 ↓ ↑ =

Tra settembre e ottobre i proprietari potranno rioccupare gli appartamenti della palazzina

danneggiata Via IV Novembre: si torna a casa La Trevi sta riempiendo con il tufo lo scavo dove

doveva esserci il parcheggio interrato

Padova, Pagina 9.

Potranno rientrare nelle loro abitazioni che avevano lasciato in fretta e furia quattro anni fa. Gli abitanti del

civico 9, cioè dell'immobile che nel febbraio del 2001 aveva accusato un cedimento strutturale a causa degli

scavi effettuati dalla Trevi per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, a partire da settembre hanno la

possibilità di tornare a occupare gli appartamenti all'interno dei quali ci sono ancora tutti gli arredi e gli

effetti personali. Per la verità potrebbero farlo anche ora, ma il sindaco Flavio Zanonato che sta seguendo la

vicenda con il segretario generale Giuseppe Contino, per dare il via libera attende che sia ultimato il

riempimento della voragine e che venga effettuata la definitiva perizia statica.

«I tempi sono certi - spiega il primo cittadino -. Il cantiere di ripristino è stato avviato un mese e mezzo fa e

l'impresa ha in totale 7 mesi di tempo per completare l'intervento che comprende pure il ripristino della

situazione quo ante e cioè la sistemazione del parcheggio in superficie, dell'asfaltatura, degli spazi di sosta

per le macchine e del verde».

«La Trevi - ha spiegato Contino - ha presentato un progettino di ripristino al sindaco che prevede che alla

fine via IV Novembre sia migliore di com'era al momento del sinistro. Il lavoro per riempire lo scavo

richiede dei tempi piuttosto lunghi per ottenere i risultati migliori. Si procederà in questo modo sino a fine

luglio e poi è prevista pausa. Quando si ricomincerà a lavorare sarà per sistemare le opere di urbanizzazione

in superficie che saranno ultimate tra settembre e ottobre».

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Intanto continua il contenzioso fra la Trevi e proprietari degli appartamenti, ma allo stato attuale delle cose,

grazie soprattutto alla mediazione di Zanonato e di Contino, le controparti sembrano non lontane dal

raggiungere un accordo. Tre abitazioni sono state già acquistate dalla ditta e quindi resta incerta la posizione

delle sei rimanenti. Alcuni titolari pensano di vendere, altri invece sono intenzionati a tenere la casa e a

tornare ad abitarci a ottobre, quando tutto sarà finito e ci sarà la perizia statica definitiva, quella che

affermerà che la situazione è tornata com'era prima dell'incidente.

La Trevi, dal canto suo, ha tutto l'interesse ad accelerare i tempi perché nel momento in cui gli inquilini

rientreranno in via IV Novembre non dovrà più pagare gli affitti degli alloggi dove sono stati costretti da

andare coloro che risiedevano nel palazzo pericolante.

«La perizia - ha detto ancora Contino - già ora è favorevole, nel senso che non sussistono problemi statici.

Ma dopo tutto quello che è successo è bene aspettare la chiusura del cantiere prima di rioccupare le case. Tra

settembre e ottobre, quindi ci potrà essere il rientro per chi ha deciso di non cedere l'appartamento».

Nicoletta Cozza

Il Mattino di Padova 27/05/2005 ↓ ↑ =

Sarà riaperta via IV Novembre

Pagina 21 - Cronaca

Entro la fine di ottobre il «buco» di via IV Novembre verrà chiuso, la strada sarà riasfaltata e di nuovo

aperta alla circolazione. Parola di Flavio Zanonato. «I lavori di ripristino sono cominciati da quasi due mesi

e il progetto prevede che in sei mesi si concludano - ha dichiarato ieri il sindaco - Il costo dell'operazione è

interamente appannaggio della Trevi».

Tecnicamente non si tratta di riempire di terra il buco di quasi venti metri dove sarebbe dovuto sorgere il

parcheggio, ma di gettare strati di materiale inerte tali da ricreare una solidità del sottosuolo ed evitare che

una volta terminata l'operazione il terreno non abbia cedimenti o crei avallamenti. «Abbiamo voluto che

fosse la Trevi a chiudere il buco per avere un referente unico in caso di altri problemi - spiega Zanonato».

Dunque, almeno per quanto riguarda la strada la vicenda di IV Novembre è ormai ad un passo dalla

soluzione. Rimangono aperti i contenziosi civili fra la Trevi e i residenti dalla palazzina A del civico 9. Tre

appartamenti e i negozi sono già stati acquistati dalla ditta di Cesena ma «ci sono ancora differenze sulla

valutazione degli immobili», svela Zanonato che aggiunge: «È vero che un ostacolo per chiudere il

contenzioso sono le spese legali e proprio per questo ho suggerito che fosse l'ordine degli avvocati a stabilire

l'esatto importo». Sembra infatti che la Trevi abbia già raggiunto l'accordo con i proprietari su valore degli

immobili, pagamento dell'indennizzo e spese condominiali ma la trattativa si sarebbe arenata sulle

competenze legali. La Trevi è disposta a pagarle in toto, ma non senza poterle controllare.

(Francesco Patanè)

Il Gazzettino 06/05/2005 ↓ ↑ =

Zanonato ha incontrato gli abitanti e li ha rassicurati mentre la Trevi sta chiudendo la voragine con il

tufo

Padova, Pagina 5. VIA IV NOVEMBRE

Finalmente siamo a una svolta. Sono iniziati da un mese, infatti, i lavori per chiudere lo scavo di via IV

Novembre, quello che era stato avviato nel 2001 dalla ditta Trevi che avrebbe dovuto realizzare

un'autorimessa interrata. Come si ricorderà, però, l'intervento causo dei danni rilevanti all'edificio attiguo

che si era addirittura inclinato, tanto è vero che i residenti da allora non hanno potuto far rientro nelle loro

abitazioni. E la mega voragine si era riempita con l'acqua filtrata dal sottosuolo, che aveva provocato una

sorta di smottamento, tale da condizionare la sicurezza statica del condominio.

Dopo il suo insediamento Flavio Zanonato ha immediatamente preso in mano la questione e ha intimato alla

ditta di intervenire in tempi rapidi per ripristinare lo status quo ante. E infatti nella voragine che occupa

buona parte della strada stanno la stessa Trevi sta gettando del tufo, un materiale tenero usato

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prevalentemente al sud, che risulta ideale per questo tipo di utilizzo. «Nel giro di tre o quattro mesi - ha

assicurato il primo cittadino - il cantiere dovrebbe essere definitivamente chiuso e in superficie saranno

rifatti la strada, i marciapiedi e delimitate le aree per i parcheggi. Nei giorni scorsi ho incontrato i residenti

che hanno voluto delle rassicurazioni su come stanno andando le cose e sulla sicurezza dei materiali che

vengono utilizzati dalla Trevi. Da questo punto di vista possono stare assolutamente tranquilli perché c'è

l'Amministrazione comunale a vigilare. Certo, si tratta di un lavoro delicato, perché va controllato

costantemente l'equilibrio idrico del sottosuolo della zona».

L'Amministrazione, inoltre, ha intenzione di giocare un ruolo da protagonista anche in una fase successiva,

quella in cui si deciderà la sorte della palazzina: due appartamenti e un garage sono già stati acquisiti dalla

Trevi, mentre gli altri sono ancora dei vecchi proprietari, alle prese con i problemi di risarcimento. E con

loro ci sono pure i titolari dell'edificio attiguo, che ha subito dei danni rilevanti.

«Faremo da mediatori - ha garantito Zanonato - per far sì che i cittadini abbiano quanto spetta loro, dopo

tutti questi anni di contenziosi e, soprattutto, di disagi».

Ni.Co.

Il Gazzettino 19/04/2005 ↓ ↑ =

Ancora da "tappare" la voragine della Trevi

Padova, Pagina 2. VIA IV NOVEMBRE

Ha compiuto quest'anno quattro anni la voragine di via IV novembre, piena d'acqua e con tanto di barchetta

di salvataggio al centro, e risale all'ottobre scorso l'impegno del sindaco, Flavio Zanonato: «Tombineremo

quel buco al più presto. Nel giro di un massimo di tre mesi la strada tornerà a essere esattamente com'era

prima che iniziasse il cantiere della Trevi. Anzi dovrà essere ancora più bella, con i marciapiedi rifatti,

l'asfalto perfetto e per terra le righe che indicano le aree di sosta per le macchine». Peccato che di mesi ne

siano passati più di cinque e il buco è ancora lì.

Lo scorso ottobre il sindaco aveva convocato una riunione proprio con i dirigenti della ditta responsabile

della realizzazione del famigerato parcheggio sotterraneo che ha danneggiato non solo la strada me, com'è

noto, i condomini adiacenti: «Innanzitutto ho spiegato a questi signori che il Comune è dalla parte dei

cittadini - affermò in quell'occasione Zanonato - In secondo luogo ho detto loro che o finiscono il

parcheggio oppure devono tappare il buco perchè non si può più tenere chiusa la strada». Nel caso la Trevi

non avesse scelto nessuna di queste due possibilità il sindaco ricordò di avere la facoltà di revocare la

concessione edilizia per inadempienza nei confronti del concessionario (ovvero il Comune) oppure perchè

l'opera, cioè l'autosilos interrato, non era stato costruito a regola d'arte. «Se non faranno nulla farò fare i

lavori e poi li addebiterò alla Trevi» tuonò il sindaco. L'impresa ha invece assicurato di occuparsi

direttamente del "tombinamento", ma finora tutto è come prima. Dal Comune fanno sapere che il cantiere si

sta preparando e che ci vorranno almeno sei mesi per completare i lavori. La voragine infatti dovrà essere

riempita di tufo un po' alla volta, per non provocare altri danni "sismici".

Il Mattino di Padova 26/02/2005 FRANCESCO PATANÈ ↓ ↑ =

Riapre via IV Novembre

Pagina 25 - Cronaca - Quattro anni dopo lo smottamento del terreno, sarà definitivamente chiuso il cantiere

dell'autosilo

Ci vorranno 210 giorni di lavori per riaprire al traffico via IV Novembre, coprendo il «buco» del parcheggio

sotterraneo che 4 anni fa causò il cedimento strutturale di una palazzina. La ditta Trevi ha presentato il

progetto che la scorsa settimana è stato deliberato in giunta.

La notizia viene confermata dai vertici della Trevi, il gruppo romagnolo che si è impegnato a chiudere il

cantiere dell'autosilo sotterraneo bloccato da 4 anni a metà della via di città giardino. «Abbiamo definito i

termini progettuali per far tornare via IV Novembre alla situazione antecedente all'inizio dei lavori per il

parcheggio sotterraneo - commenta Antonio Arienti, responsabile della divisione Park dell'azienda di Cesena

Page 7: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

7

-. Come ci ha chiesto il sindaco Zanonato lo scorso autunno. Ora attendiamo il via libera

dall'amministrazione padovana per cominciare la chiusura».

Secondo il progetto deliberato in giunta il «buco», oggi pieno d'acqua, verrà riempito con materiale a basso

peso specifico, per evitare di alterare il meno possibile l'equilibrio statico che si è ristabilito. «Ci vorranno al

massimo 210 giorni, sempre che non ci siano altri intoppi burocratici, che in questa vicenda ormai spuntano

come margherite in primavera».

E uno di questi «intoppi» pare che si sia già verificato: non è confermato, ma sembra che ci sia la richiesta di

depositare anche per il cantiere di chiusura la cauzione di 6 milioni di euro, inizialmente pretesa dall'autorità

giudiziaria per il completamento del parcheggio. «Se non vado errato questa somma era stata prevista nel

caso in cui la Trevi avesse deciso di concludere l'opera - spiega Arienti - Ma questo è ben altro progetto e

non mi risulta che necessiti della stessa cauzione, anche se per via IV Novembre tutto è possibile». Un

problema in più per l'Amministrazione Comunale che ha bisogno urgente di poter disporre di via IV

Novembre per ripristinare la normale viabilità di quartiere e per poter utilizzare una deviazione in più

durante i lavori del tram in corso Vittorio Emanuele. Secondo i piani del Comune infatti via IV Novembre

sarebbe già dovuta essere aperta al traffico, in modo da rendere più agevole il cantiere nel tratto più a Nord

del corso. Invece, se come ha confermato l'assessore alla Mobilità Ivo Rossi, i lavori per le fognature e per la

posa della via guidata del Tram si concluderanno entro l'inizio dell'estate, si dovrà continuare con la

deviazione «odierna» che sposta il traffico in via De Revel.

Nei giorni scorsi il sindaco ha incontrato i proprietari dei palazzi di via IV Novembre danneggiati dal crollo

strutturale del 2001 e a quanto si apprende alcuni di loro sarebbero contrari alla chiusura del «buco» prima

che si concludano i contenziosi legali. La paura dei proprietari dello stabile A sarebbe quella di venire

abbandonati dall'Amministrazione nella battaglia legale per ottenere i risarcimenti.

Il Gazzettino 17/02/2005 ↓ ↑ =

QUATTRO ANNI FA IL CEDIMENTO IN VIA IV NOVEMBRE

La voragine aperta da quattro anni a questa parte dinnanzi al civico 9 di via IV Novembre somiglia molto

alla bolgia infernale entro la quale sono metaforicamente precipitate, loro malgrado, le ventuno famiglie che

abitavano nel palazzo reso pericolante dalla costruzione di un parcheggio sotterraneo. La vicenda di Via IV

Novembre compie quattro anni, quattro anni di attese e speranze deluse, rabbia e rassegnazione. Da quella

sera del 20 febbraio 2001 poco è cambiato: quattordici nuclei familiari delle scale B e C vi hanno fatto

ritorno quasi subito, dopo i controlli di rito. Per i sette dell'ala A il permesso di riprendere possesso dei

propri appartamenti non è mai arrivato. Nel frattempo l'ingegnere Leone Finesso è deceduto senza poter

tornare nella sua casa: gli eredi hanno venduto l'appartamento alla Trevi, così come un'altra famiglia. Gli

altri cinque nuclei continuano a vivere in abitazioni in affitto, sparse per la città. E da poco sono morti altri

due abitanti del palazzo: Nella Righi e Bianca Jacopetti, entrambe domiciliate nel corpo B mentre il loro

vicino di pianerottolo Elvio Sartori era venuto a mancare già anni fa. Risale all'ottobre scorso l'annuncio del

sindaco Flavio Zanonato: «Tombineremo il mega-buco». Ma l'attenzione dei residenti si concentra su un

altro punto: che ne sarà dell'edificio? «L'intervento di ripristino, fissato in un protocollo d'intesa stilato nel

2001 tra i consulenti del pm e i tecnici della Trevi, consisteva - ricorda Raffaella Poli, figlia di due anziani

sfollati - in una fase A di iniezioni di 200 metri cubi di cemento in tre cerchi concentrici attorno al pozzo per

ridare consistenza al terreno circostante e in una fase B di consolidamento della palazzina sempre con

iniezioni ad alta pressione, ma stavolta in direzione obbliqua sotto le fondazioni e con continui monitoraggi

dei risultati, fino al completo raddrizzamento e messa in sicurezza dell'edificio. Ora la Trevi, terminata la

fase A, non è più disponibile a portare a completare l'operazione di ripristino. Mi chiedo: le condizioni

dell'ala A, tutt'ora inclinata rispetto alla verticale e ruotata rispetto alla posizione originaria, sono tali da

renderla abitabile e sicura senza provvedere a consistenti opere di ripristino strutturale?».

«I lavori per raddrizzare il palazzo - aggiunge Giuditta Brattini, portavoce del Comitato di via IV Novembre

- sono vincolati al versamento, da parte della Trevi, di 3,5 milioni di euro per eventuali danni futuri. Cosa

che finora non è stata fatta».

Federica Cappellato

Page 8: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Il Mattino di Padova 28/01/2005 ↓ ↑ =

Occorreranno tre mesi per «tappare» il buco

Pagina 25 - Cronaca - Via IV Novembre. La convenzione del parking

Dureranno novanta giorni i lavori della ditta Trevi, finalizzati alla chiusura dello scavo, alla rimozione del

cantiere e al ripristino delle opere di urbanizzazione di via IV Novembre, dove doveva essere realizzare un

parcheggio interrato. Lo prevede la convenzione sottoscritta dall'amministrazione comunale e dalla ditta

cesenate, che è allegata alla delibera con la quale la giunta ha approvato la risoluzione consensuale del

rapporto. «E' interesse del Comune e della società Trevi - si legge nella convenzione - non forzare la

situazione, con conseguenze e implicazioni difficilmente prevedibili, sul piano legale, finanziario e

operativo, optando per la risoluzione consensuale del rapporto». Una tale soluzione «dovrebbe altresì

contribuire al rientro dell'odierna situazione di tensione sociale e, quindi, favorire anche la definizione delle

vertenze giudiziarie in atto con gli stessi proprietari ed abitanti della zona». Nel testo si puntualizza inoltre

che «ogni onere di qualsiasi natura, per la realizzazione delle opere necessarie e/o opportune per dare le

opere finite ed a regola d'arte, sarà a carico della Trevi spa». L'esito positivo delle verifiche, determinerà «lo

svincolo delle fidejussioni a suo tempo prestate dalla ditta relativamente alla puntuale e regolare esecuzione

dei lavori».

Il Mattino di Padova 26/01/2005 ↓ ↑ =

Via IV Novembre, la Trevi chiude e se ne va

Pagina 16 - Cronaca - Restano aperte le cause legali e le trattative con i proprietari per risanare gli alloggi

danneggiati nel 2001

Era la sera del 20 febbraio 2001. Flavio Zanonato, allora leader dell'opposizione, stava pronunciando la sua

«requisitoria» contro il secondo bilancio di previsione presentato dalla giunta Destro, quando su Palazzo

Moroni si abbattè la notizia del «crollo» di via IV Novembre. A quattro anni dall'«improvvisa fuoriuscita

d'acqua e materiale sabbioso dal fondo dello scavo del silos realizzato dalla società Trevi, da cui sono

derivate fessurazioni agli edifici prosimi al cantiere», è toccato ieri proprio alla giunta guidata da Zanonato

approvare la risoluzione consensuale del rapporto. In pratica la società di Cesena si è impegnata a

ripristinare, «a propria cura e spese, e sotto la propria esclusiva responsabilità, l'originaria situazione dei

luoghi, richiudendo lo scavo e realizzando, altresì, un'adeguata sistemazione della zona».

In pratica la Trevi, che da tempo ha sospeso i lavori di realizzazione del parcheggio, si è trovata di fronte a

un bivio. Per continuare la realizzazione del silos (sette piani interrati, per cinquantotto posti complessivi)

l'azienda di Cesena avrebbe dovuto, su richiesta del Tribunale, cui si sono rivolti i proprietari, fornire una

cauzione di almeno 3 milioni di euro. Un onere cospicuo che avrebbe fatto «saltare» il piano finanziario a

suo tempo predisposto per la realizzazione dell'opera.

Più conveniente (e più tranquillizzante) si è rivelata la soluzione di chiudere la voragine e di riportare la

situazione allo stato originario.

Anche se, naturalmente, «tappare il buco» non sarà comunque una passeggiata. Per chiudere lo scavo, che ha

una profondità di 20 metri, serviranno all'incirca 6280 metri cubi di tufo. E' così prevedibile, secondo i

tecnici, un andirivieni di 600 camion. Il programma d'intervento prevede almeno quattro mesi di lavoro.

Va ricordato che il bando pubblico per la costituzione del diritto di superficie e di concessione dell'area di

via IV Novembre, ai sensi della legge 122 del 1989, era stato approvato dalla giunta comunale il 30

settembre 1996. Il 3 settembre 1997 la giunta (anche allora guidata da Zanonato) aveva proceduto, sulla base

degli esiti delle procedure del bando, all'individuazione, nella Trevi spa di Cesena, del concessionario per la

realuzzazione di parcheggi ad uso privato. Il 29 giugno 1999 i rapporti tra il Comune e la Trevi erano stati

definiti con una convenzione.

Naturalmente resta in piedi il contenzioso in sede penale, amministrativa e civile che coinvolge i proprietari

degli immobili che sorgono in prossimità dello scavo e che sono stati lesionati dal cedimento strutturale, la

Trevi, il Comune, il direttore dei lavori e le rispettive compagnie di assicurazione.

All'epoca del dissesto idrogeologico furono quattordici le famiglie, residenti al civico 9 di via IV Novembre,

costrette a lasciare le loro abitazioni. Alcune non sono ancora tornate nelle loro case.

Va ricordato che il 6 maggio 2004, nel corso della campagna elettorale, Zanonato aveva incontrato i

residenti. «Se lei amministrasse - gli avevano chiesto i cittadini - revocherebbe la concessione per la

Page 9: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

9

costruzione dei parcheggi?». «Se ci fossero i presupposti giuridici sì» aveva risposto l'allora candidato

sindaco. Ieri, con la risoluzione consensuale del rapporto, quell'obiettivo è stato di fatto raggiunto». «Il

Comune - assicura l'assessore Marco Carrai - sarà comunque a fianco dei cittadini nella loro battaglia

legale».

(Claudio Baccarin)

Corriere del Veneto 27/05/2005 E' APERTA DA PIÙ DI QUATTRO ANNI C ↓ ↑ =

Entro settembre buco chiuso

Edizione PADOVA - PADOVA - VIA IV NOVEMBRE

PADOVA - La telenovela di via IV Novembre è alla puntata finale. Entro la fine di settembre la strada

tornerà percorribile per le auto e il buco provocato dai lavori di costruzione dell'autosilos interrato,

finalmente verrà riempito. L'annuncio arriva dal sindaco Flavio Zanonato che ha pungolato la Trevi Spa

perché restituisse al Comune la strada che le era stata data in concessione per realizzare il park sotterraneo.

« Nel giro di quattro mesi la strada ci verrà riconsegnata » assicura il primo cittadino.

L'azienda che stava eseguendo l'intervento ha iniziato da qualche settimana gli interventi per riempire la

voragine che si era aperta nel febbraio 2001 provocando l'allagamento del buco realizzato per l'autosilos e

soprattutto causando seri danni strutturali agli edifici circostanti. Danni che hanno innescato un

interminabile contenzioso legale, tutt'ora in corso. Ora per mettere la parola fine a questa vicenda, deve

comprare gli altri alloggi. Nel frattempo gli ex inquilini della palazzina A continuano a vivere fuori casa.

Quelli degli edifici B e C a sopportare il disagio di un laghetto artificiale e di un cantiere perennemente

aperto sotto le finestre da oltre 4 anni. LA VORAGINE

Corriere del Veneto 26/01/2005 ↓ ↑ =

Via IV novembre, si chiude la voragine

Edizione PADOVA - PADOVA - Il Comune trova un accordo con la Trevi: dovrà ristabilire la strada

com'era prima del crollo

PADOVA - Il Comune ferma definitivamente il parcheggio interrato di via IV Novembre. L'autosilos che da

tre anni a questa parte ha creato polemiche infinite, a causa della voragine aperta sotto un palazzo di via Iv

novembre, da ieri è solamente un ricordo. Con una delibera di giunta, l'amministrazione Zanonato ha deciso

ieri di porre fine alla vicenda. Gli scavi aperti per la realizzazione dell'autosilos verranno interrati e la zona

verrà risistemata a spese della Trevi Spa di Cesena, la società che stava realizzando la struttura. LA

VICENDA - La decisione della giunta pone fine a una vicenda lunghissima, iniziata il 20 febbraio 2001, con

il crollo e l'allagamento del parcheggio in costruzione, che causò il cedimento e il grave danneggiamento

della palazzina « A » di via IV Novembre. La Trevi, dopo sette mesi di lavoro, aveva concluso la

costruzione della parte interrata del parcheggio, per una profondità complessiva di 16 metri. L'autosilos

avrebbe dovuto essere pronto per settembre 2001. La struttura per cui esiste una concessione comunale di 90

anni, avrebbe dovuto contenere 72 posti auto. L'impresa costruttrice li avrebbe messi in vendita al costo di

25mila euro ciascuno. Un'improvvisa infiltrazione d'acqua dal sottosuolo aveva però allagato lo scavo

provocando il cedimento strutturale di uno dei tre edifici che si affacciano sul cantiere. I residenti scesero sul

piede di guerra, fino a che i lavori non furono bloccati. Sulla faccenda è intervenuta anche la Magistratura,

che aveva messo sotto sequestro giudiziario il cantiere e imposto alla ditta una penale di tre milioni di euro

come condizione necessaria per riprendere i lavori. L'impresa di Cesena aveva anche proposto l'acquisto

degli appartamenti della palazzina « A » . Tre dei quali erano già di sua proprietà. Per gli altri cinque erano

stati messi sul tavolo della trattativa con i residenti tra i 200 e i 250 mila euro ad alloggio. L'ACCORDO -

Tenendo conto anche del clima di ostilità che si era creato attorno ai lavori, i responsabili della Trevi spa, in

accordo con il Comune, qualche giorno fa hanno ritenuto troppo oneroso proseguire con la realizzazione

dell'opera. Tra l'amministrazione e la ditta romagnola si è quindi deciso di definire il contratto. L'operazione

non avrà alcun onere di spesa per il Comune. I RICORSI - « E' una soluzione che accontenta un po' tutti - ha

spiegato l'assessore alla Sicurezza Marco Carrai- La ditta si è presa l'onere di ricoprire lo scavo e di riportare

la zona al suo aspetto originario e il Comune non dovrà pagare alcuna penale. Quanto ai residenti che hanno

subito danni da questo cantiere, hanno pienamente ragione nell'insistere nei ricorsi.

Page 10: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Chi è stato danneggiato deve sapere che questa Amministrazione è assolutamente dalla loro parte e che li

sosterrà politicamente in tutti i modi » . IL COMITATO - Il Comitato dei residenti di via IV novembre, da

quattro anni senza casa e senza rimborso per i danni subìti, esulta per la scelta del Comune. « Il sindaco

Zanonato ce l'aveva promesso. Era un impegno che aveva assunto con noi, fermare il park interrato e

chiudere la voragine - commenta Giuditta Brattini, portavoce del Comitato - . Per noi è una battaglia vinta.

Dal 2001 chiedevamo il ritiro della concessione alla ditta Trevi. Ci sono ancora sette famiglie senza

alloggio, che hanno perso la casa. Per le altre trenta, in questi anni di disagi e paura, non ci sono stati

risarcimenti. Stiamo ancora aspettando giustizia » . Alberto Rodighiero

Corriere del Veneto 26/01/2005 RODIGHIERO CATEGORIA: REDAZIONALE ↓ ↑ =

Padova, in via IV novembre chiude lo scavo del parcheggio

Edizione PADOVA - PRIMA PAGINA - Il Comune ha deciso di ritirare la concessione alla Trevi

PADOVA - Il Comune ferma definitivamente il parcheggio interrato di via IV Novembre. L'autosilos che da

tre anni crea polemiche, a causa della voragine aperta sotto un palazzo, da ieri diventa un ricordo.

Con una delibera di giunta, l'amministrazione Zanonato ha deciso ieri di porre fine alla vicenda. Gli scavi

aperti per la realizzazione dell'autosilos verranno interrati e la zona verrà risistemata a spese della Trevi Spa

di Cesena, la società che stava realizzando la struttura. Il Comitato dei residenti di via IV novembre, da

quattro anni senza casa e senza rimborso per i danni subìti, esulta per la scelta del Comune.

• A pagina 6 l'articolo prosegue in altra pagina

Il Gazzettino 14/01/2005 ↓ ↑ =

Via IV Novembre: a giorni i lavori

La ditta che aveva avviato i lavori per la realizzazione dell'autorimessa sotterranea provvederà al ripristino

della strada Oggi intanto verrà sistemata la segnaletica per evitare ingorghi e code nella strettoia

Il progetto sarà consegnato a Flavio Zanonato in settimana. Dopo pochi giorni, quindi, i lavori potranno

cominciare. Ha avuto esito, infatti, l'ultimatum che nell'ottobre scorso il primo cittadino aveva dato alla

Trevi, la ditta che aveva avviato il cantiere per la realizzazione di un'autorimessa sotterranea in via IV

Novembre. Come è noto, però, poco dopo l'inizio dell'intervento il condominio a fianco aveva fatto

registrare un cedimento strutturale talmente vistoso che i residenti avevano dovuto lasciare da un momento

all'altro le loro abitazioni e trasferirsi in alloggi di fortuna, dove sono rimasti da allora, cioè dal febbraio del

2001.Durante questo periodo i lavori sono stati bloccati e l'area e la vicenda è stata oggetto di un'inchiesta

della magistratura. Nell'autunno scorso il sindaco aveva messo alle strette i titolari della ditta intimando loro

che, se non avessero provveduto a chiudere lo scavo e a ripristinare la zona esattamente com'era prima del

sinistro, il Comune avrebbe effettuato direttamente l'intervento, rivalendosi poi sui concessionari. Il

messaggio, quindi, è stato recepito dalla Trevi che ha predisposto il progetto per la chiusura definitiva del

"megabuco". «Certo, - ha spiegato Flavio Zanonato - non è una cosa che si riesce a fare dall'oggi al domani,

perché questa non la tombinatura di un fosso, ma un intervento molto delicato che deve essere effettuato

sulla base di determinate modalità, utilizzando materiali particolari. Le cose devono essere fatte bene: la

città ha aspettato quattro anni la conclusione di questa questione e adesso non saremo certo qui ad attendere

il... 3000 per vederla chiusa».

«Questa parte della storia - ha detto ancora il sindaco - non ha nulla a che vedere - con la vicenda

giudiziaria, che va avanti in Tribunale e nella quale l'Amministrazione è a fianco dei cittadini, nelle

contestazioni mosse alla ditta».

Quanto al Palazzo, dopo che alcuni appartamenti sono stati acquistati dalla Trevi, la possibilità di metterlo in

sicurezza implicherebbe l'utilizzo di attrezzature sofisticatissime ed estremamente costose: la scelta più

economica, quindi, è quella di abbatterlo e di realizzare poi un nuovo edificio, dove gli inquilini potranno

andare ad abitare in tutta tranquillità.

Oggi, intanto, sarà modificata la segnaletica nella zona, avvisando chi arriva in in via IV Novembre che poi

non è possibile svoltare in Corso Vittorio Emanuele, per la presenza dei cantieri per le fognature e il

metrobus.

Page 11: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Ni.Co.

Il Gazzettino 23/10/2004 ↓ ↑ =

Viene chiusa la voragine di via IV Novembre

Il sindaco Flavio Zanonato ha incontrato i dirigenti della Trevi ai quali ha imposto di ripristinare la

situazione quo ante e di asfaltare la stradaRimane aperto, invece, il contenzioso con i privati per la vendita

degli appartamenti della palazzina peric

La notizia era attesa da molto tempo. Sicuramente almeno dal febbraio 2001, quando, cioè, l'edificio si

inclinò e divenne pericolante per le conseguenze dello scavo avviato proprio nell'area antistante durante le

fasi di realizzazione di un parcheggio sotterraneo. La vicenda di via IV Novembre, infatti, adesso è arrivata a

una svolta, su iniziativa del sindaco Flavio Zanonato: la mega voragine, ancora piena d'acqua e sulla quale

galleggia beffarda una barchetta, sarà tombinata al più presto. Nel giro al massimo di tre mesi la strada

tornerà a essere esattamente com'era prima che iniziasse il cantiere della Trevi. «Anzi - ha imposto il primo

cittadino - dovrà essere ancora più bella, con i marciapiedi rifatti, l'asfalto perfetto e per terra le righe che

indicano le aree di sosta per le macchine».

Tutto è partito da una riunione che si è tenuta recentemente a palazzo Moroni, convocata proprio da

Zanonato che ha voluto parlare in modo molto fermo ai dirigenti della Trevi, la quale peraltro è una ditta che

ha una vasta esperienza in materia, visto che ha realizzato silos interrati di grandi dimensioni in molti Paesi

del mondo, tra cui il Giappone e gli Stati Uniti.«Innanzitutto - ha sottolineato il sindaco - ho spiegato a

questi signori che il Comune è dalla parte dei cittadini. In secondo luogo, ho detto loro che, o finiscono il

parcheggio, oppure devono tappare il buco, perché non si può più tenere chiusa la strada».

Nel caso non scelgano nessuna di queste due possibilità il sindaco ha la facoltà di revocare la concessione

edilizia per inadempienza nei confronti del concessionario (che in questo caso è il Comune), oppure perché

l'opera, cioè l'autosilos interrato, non è stata fatta a regola d'arte. «Se non faranno nulla - ha annunciato

Zanonato - farò fare i lavori e poi li addebiterò alla Trevi». I dirigenti dell'impresa, però, hanno deciso che

saranno loro a ripristinare la situazione. «Nei prossimi giorni - ha osservato Giuseppe Contino, segretario

generale del Comune - abbiamo in agenda l'appuntamento decisivo, durante il quale di procederà con la

risoluzione della concessione e con il conseguente ripristino totale della strada. I vertici della Trevi hanno

già deciso di considerare quello di Padova "un incidente di percorso" e quindi di chiuder così la vicenda.

Fermo restando che rimane il contenzioso con i proprietari dell'edificio che ha riportato i danni maggiori».

Sono soltanto tre, infatti, i privati che hanno venduto le loro abitazioni alla Trevi, mentre gli altri hanno

ritenuto poco convenienti le offerte che hanno ricevuto. La partita, quindi è ancora tutta aperta, anche perché

la vicenda ha avuto dei risvolti giudiziari. Lo scavo sarà riempito con una gettata di cemento e poi con terra,

sopra i quali si procederà con l'asfaltatura. Alla Trevi, che si era impegnata a rimettere a posto la palazzina,

era stato imposto di versare una cauzione pari a sette miliardi delle vecchie lire prima di iniziare i lavori di

risanamento: la somma, però, non è mai stata depositata. La sentenza di dissequestro del cantiere, infatti,

conteneva proprio questo dispositivo cautelativo, come condizione nel caso la Trevi avesse deciso di fra

ricominciare i lavori. Intanto a tre anni di distanza i proprietari degli appartamenti coinvolti nella vicenda

sono ancora nell'incertezza: i loro effetti personali si trovano all'interno degli appartamenti che però non

sono abitabili. E ancora oggi, per andare a prendere qualcosa devono indossare l'elmetto prima di entrare.

Vivono in abitazioni provvisorie, con tutti i disagi che la precarietà implica.

Nicoletta Cozza

Il Gazzettino 23/10/2004 ↓ ↑ =

Gli abitanti di via IV novembre ...

Gli abitanti di via IV novembre divennero sfollati nel febbraio 2001. Fu allora che un condominio si inclinò

e divenne pericolante, per le conseguenze dello scavo antistante per la realizzazione di un parcheggio

sotterraneo. Da allora si sono succedute petizioni, proteste, vicende giudiziarie. Ma adesso, finalmente,

Page 12: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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sembra stia per arrivare una svolta: la voragine, oggi piena d'acqua, dove galleggia perfino una barchetta,

sarà tombinata al più presto. In tre mesi la strada tornerà a essere esattamente com'era prima che iniziasse il

cantiere della Trevi. «Anzi - promette il sindaco Zanonato - dovrà essere ancora più bella, con i marciapiedi

rifatti, l'asfalto perfetto e per terra le righe che indicano le aree di sosta per le macchine». In una riunione in

Comune, Zanonato ha detto alla Trevi, la ditta del park, che o finiscono il parcheggio, oppure devono

tappare il buco: non si può più tenere chiusa la strada.

A PAGINA V

Il Gazzettino 01/08/2004 ↓ ↑ =

VIA IV NOVEMBRE: RISPOSTA LETTERA TREVI

Riceviamo e pubblichiamo.

Caro Gazzettino,

contravvenendo al principio secondo il quale la difesa dei propri assistiti va sviluppata nella sede

istituzionale, sento il dovere di intervenire quale legale del collegio che assiste i proprietari danneggiati dalla

Trevi in via IV Novembre, di ristabilire, anche per i Tuoi lettori, quella verità che Trevi - nella lettera al Tuo

giornale 30.7.04 - sottace e che non trova riscontro neppure nel titolo che da ingresso a questo scritto: "In via

IV Novembre precluso ogni intervento".

Eccotene le ragioni.

1. Qualche giorno or sono Trevi ha pubblicamente dichiarato che non intende "raddrizzare" l'edificio che si è

incrinato per i lavori del suo parking, e che ha comportato lo sgombero di tutte le famiglie di un intero

stabile, nonché i garages e le cantine di due stabili adiacenti nel super condominio interessato alla sfortunata

iniziativa edilizia della Trevi. Quest'ultima ha dichiarato che l'intervento è "troppo costoso", e che quindi

non lo eseguirà: ma pochi mesi prima aveva depositato di fronte al Giudice del Tribunale un articolato

progetto dichiarando che con la sua esecuzione sarebbe stato garantito il sollevamento del fabbricato. La

decisione di Trevi di "abbandonare il campo" perché l'intervento è "troppo costoso" avviene pochi giorni

dopo che Trevi ha ottenuto l'archiviazione del procedimento penale che vedeva imputate le sue maestranze,

e non può non lasciare perplessi coloro che avevano esaminato il progetto che era stato sbandierato quale

gioiello tecnico che la Trevi avrebbe realizzato per rimediare all'accaduto.

2. La cauzione di 3.000.000,00 (a garanzia dei danneggiati) è stata disposta dal Tribunale dopo che Trevi

aveva presentato una fideiussione fasulla, destinata a rappresentare una garanzia apparente, per modo che il

Tribunale, che aveva inizialmente consentito a Trevi di prestare la garanzia attraverso una fideiussione

bancaria, ha ritenuto che la cauzione debba essere versata in termini istituzionali, cioè con un libretto da

depositare nella cancelleria. Dieci Giudici del Tribunale Civile hanno posto la loro firma sotto questa

decisione in occasione di ripetute iniziative svolte da Trevi per sottrarsi a questo provvedimento: ma a Trevi

non è importato granché del fatto che il Tribunale abbia ritenuto che compete ai danneggiati una adeguata

garanzia, tanto ha pensato bene di non versarla e di esimersi dall'eseguire i lavori di ripristino che "costano

troppo" (ma, forse, ai condomini costano di meno?).

3. Stando alla lettera di Trevi - dunque - sarebbe precluso ogni intervento in via IV Novembre per colpa

degli avvocati (non dei suoi ovviamente ma quelli degli altri...) e dei giudici: sarebbe loro la responsabilità

del non intendere Trevi por mano ai lavori di ripristino del fabbricato improvvisamente massacrato: ma ciò

evidentemente non è vero, perché Trevi, che è una società leader nel campo delle fondazioni, potrebbe

benissimo raddrizzare il fabbricato di cui ha colpevolmente causato la rovina, attenendosi alle disposizioni

conseguenti al suo successivo, ancora improvvido, operare e cominciando con il ripristinare il fabbricato

così vistosamente danneggiato. L'unica preclusione è quella che si rinviene nel giudizio di Trevi:

"costerebbe troppo". Come dire: intanto paghino gli altri, il problema non è mio.

Page 13: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

13

4. Trevi non ha risarcito alcunché ai proprietari degli edifici B e C (non un solo euro) e si è limitata a pagare

il canone per l'affitto degli alloggi di quei proprietari che sono stati allontanati dalle loro case, lo sono

ancora, alcuni sono morti, altri continuano a lamentarsi del fatto che Trevi non si induca neppure a

ripristinare lo stabile, il minimo che ci si potrebbe aspettare dopo tre anni da un'impresa che sbandiera di

avere operato per raddrizzare la Torre di Pisa.

5. L'Assitalia ha voluto dire a chiare lettere a tutti coloro che della vicenda sono parte d'avere versato a Trevi

con effetto 30.4.00 l'importo di 1.084.560,00 (due miliardi di vecchie lire) per consentire a Trevi un ristoro

del sinistro di cui stiamo parlando. Buon per Trevi! Ma cosa vuole farci credere con la sua lettera 30.7 al

Gazzettino? Forse che a essere danneggiata è lei, e non le 27 famiglie del condominio via IV Novembre?

6. Se Trevi ha deciso (oggi) di non riparare il danno ambientale, patrimoniale ed esistenziale conseguente al

suo incauto operare, padrona di farlo: ci penseranno i Giudici (purtroppo con tempi che non potranno essere

brevi: ma c'è un proverbio - che è a me tanto caro - e che dice che la giustizia è lenta e zoppa ma che, in

punta dei piedi, arriva. Arriva sempre).

Quello che non mi sta bene è che Trevi cerci di addossare ad altri (avvocati? Giudici? Sindaci? persino ai

danneggiati!) la responsabilità del suo operato, che ha procurato e procura consistenti e diffusi danni, e delle

sue decisioni che questi danni perpetuano e dilatano; e che questa verità possa essere mistificata.

Avvocato

Gian Paolo Belloni Peressutti

Il Gazzettino 30/07/2004 ↓ ↑ =

LETTERA TREVI

Riceviamo e pubblichiamo: La Trevi non può che rammaricarsi di constatare che dopo più di tre anni dal

noto evento preso il cantiere di via IV Novembre, le sia stata di fatto preclusa ogni possibilità di intervenire

per ripristinare una situazione che, certamente, non procura giovamento alcuno a nessuno. Fin dai giorni

immediatamente successivi al fatto, oltre a fornire ogni possibile contributo nella gestione delle fasi

contingenti, la Trevi ha espresso in maniera chiara le proprie intenzioni su come avrebbe inteso porre

rimedio a quanto verificatosi, sottoponendo un progetto articolato in tre fasi, che contemplavano sia il

tentativo di ripristino completo della palazzina A del condominio di via IV Novembre n. 9, sia il

completamento del parcheggio. Tale progetto dal punto di vista tecnico è stato sostanzialmente condiviso da

tutti i consulenti incaricati, sia di parte comunale, sia nominati dalla Magistratura. Il successivo sequestro

penale dell'area ha però poi consentito solo lo svolgimento della prima fase, relativa al consolidamento dei

terreni, che si è conclusa con esito positivo già nel luglio '02. Al termine dell'indagine svolta dal Pubblico

Ministero, e della sua richiesta di archiviazione, le iniziative di opposizione promosse da alcuni residenti

hanno indotto il G.I.P. ad aprire una seconda indagine, prolungando necessariamente lo stato di sequestro

delle aree fino alla definitiva archiviazione, avvenuta solo nel mese di ottobre 2003. Qualsiasi ulteriore

attività è stata inibita dalla presenza di tale vincolo di sequestro, cancellato solo il 30 settembre 2003. Da

quel momento ogni possibile tentativo della Trevi di riprendere in tempi rapidi i lavori di ripristino, sia degli

edifici sia del parcheggio, è di fatto ostacolato da una serie di iniziative, alcune delle quali esplicitamente

rivolte al blocco dei lavori ed alla revoca della concessione per la realizzazione del parcheggio, per

annullamento della quale sono stati depositati due ricorsi al Tar del Veneto. Inoltre con una serie di istanze

presso il Tribunale civile di Padova, è stata contestata la cauzione fidejussoria di 3.000.000 predisposta e

fornita nel maggio '02 dalla compagnia Assitalia, ridefinita poi, su richiesta dei legali dei condomini in un

più gravoso deposito «fisico» di una somma liquida di pari importo, che aggraverebbe la sostenibilità

finanziaria dell'opera senza garantire alcuno più della fideiussione assicurativa di Assitalia. Contestiamo

quindi alcune dichiarazioni secondo le quali la Trevi non sarebbe intenzionata a fornire una cauzione a

garanzia dei lavori da svolgere; vero è che Trevi è disponibile a rilasciare una garanzia ragionevole, ossia

fideiussorio - assicurativa, nei termini normalmente accettati dalla contrattualistica nazionale ed

internazionale. La messa a disposizione «fisica» di una somma liquida di 3 milioni di Euro, oltre ad avere un

Page 14: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

14

impatto finanziario poco sostenibile, non tutela sufficientemente chi la fornisce, specialmente in un contesto

di endemica litigiosità, non dovuto però alla Trevi. Va infatti tenuto presente che la Trevi ha ritenuto

doveroso formulare alcune proposte conciliative (pur ritenendosi non responsabile), comprendenti tra l'altro

l'acquisto (al valore ante-sinistro) degli appartamenti della palazzina A del condominio al n. 9; pur essendosi

basata sul prezzo stimato sia da Tecnocasa sia da un perito che normalmente opera come C.T.U. del

Tribunale di Padova, ha poi dato disponibilità di aderire ai più elevati valori che i proprietari nell'ambito di

trattative dirette hanno via via richiesto, mettendo a disposizione anche una somma consistente i contanti a

titolo di risarcimento dei danni personali (ma sempre senza riconoscimento di responsabilità per un totale di

circa 2.020.000); anche ai condomini delle palazzina B e C è stata offerta una somma a titolo di risarcimento

per i disagi personali, ma fino ad oggi solo tre proprietari del corpo A hanno poi confermato l'assenso ad una

soluzione di questo tipo - che prevedeva in aggiunta anche l'accollo delle loro spese legali purché per giusti

e ragionevoli importi o quali fissandi dal Giudice. La Trevi, nel ribadire di aver effettuato ogni tentativo, nei

limiti delle proprie possibilità, per risolvere questa annosa e deprecabile situazione, non può fare altro che

prendere atto delle posizioni dei vari contraddittori ed attendere - per chi non voglia conciliare - con fiducia

l'esito dei procedimenti legali, certa che questi potranno confermare le conclusioni a cui la magistratura è già

pervenuta, nell'auspicio che l'intervento della nuova amministrazione possa contribuire a sbloccare una

situazione di tale stallo.Trevi Spa

Il Mattino di Padova 03/08/2004 ↓ ↑ =

Delusi dalla Trevi, il sindaco Zanonato non ci abbandoni

Pagina 20 - Pagina Aperta - LA PROTESTA

L'ingegner Antonio Arienti, responsabile della Trevi Spa, è uscito allo scoperto sul mattino di Padova del

mese scorso dopo tre anni e mezzo dall'aver provocato il disastro di viale IV Novembre.

Noi sapevamo che la Trevi, società per azioni, con sede a Cesena in via Dismano numero 5819 e con uffici a

Roma in via Nicotera numero 24, ha come presidente Davide Trevisani, vice-presidente e amministratore

delegato Gianluigi Trevisani e ancora come amministratore delegato Cesare Trevisani, e credevamo che

questi fossero i «veri» responsabili.

Comunque dal 20 febbraio ad oggi sono tutti rimasti nell'ombra, anche se sollecitati dal nostro comitato (9

luglio 2001) con fax e allegati che proponevano un semplice invito a uscire allo scoperto e intavolare una

trattativa per raggiungere in tempi brevi al giusto ristoro delle loro vittime.

Ora si presenta l'ingegner Arienti in veste di «responsabile» per «dettare» le sue condizioni ai soli residenti

del civico numero 9.

Questo «signore», spalleggiato da insigni avvocati, lautamente remunerati, crede di usare questa città per gli

interessi economici della Trevi Spa, e quando questi interessi non ci sono più, ci annuncia che risanare e

rimettere le cose com'erano prima costa troppo, e pertanto se ne lava le mani e fa intendere che la miglior

soluzione è: cari residenti di viale IV Novembre: arrangiatevi.

Dalla propria assicurazione la Trevi Spa ha già incassato qualche miliardo delle vecchie lire, che non ha

usato per indennizzare le sue vittime ma solo, forse, per comprare a prezzi stracciati l'immobile reso

inagibile dai lavori voluti e condotti contro la volontà della maggior parte dei residenti stessi.

Grande impresa la Trevi Spa, famosa in tutto il mondo, leader nella progettazione ed esecuzione di opere

faraoniche e tecnicamente illuminate.

Qui a Padova la Trevi Spa ha fatto «un buco nell'acqua», un buco che ha devastato uno dei viali più

caratteristici di Padova; ignorando poi i danni provocati a decine di famiglie, e ora, dopo quasi quattro anni,

candidamente afferma: «Scusatemi, ma rimediare ai danni da me provocati non mi conviene e pertanto:

arrangiatevi»; per ogni eventuale ulteriore lagnanza rivolgetevi ai nostri legali, tanto ci costano meno degli

interessi dell'ammontare dei danni stessi.

Lasciamo stare l'ex assessore Tommaso Riccoboni e la sua degna amministrazione, e sentiamo cosa ha da

ribattere questa nostr nuova amministrazione comunale, condotta dal sindaco Flavio Zanonato; lui conosce

tutta la storia di questi dannati garage sotterranei, voluti dal Comune di Padova e dalla Trevi Spa dei signori

Davide, Gianluigi e Cesare Trevisani.

Page 15: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Flavio Zanonato, dopo aver tranquilizzato noi residenti, poche settimane prima di ricevere il giusto voto per

la sua rielezione, ora deve confermare la volontà espressa di chiudere il «buco dell'orrore» e indennizzare

tutti i residenti danneggiati da quella insana operazione urbanistica.

Caro sindaco Zanonato, non si nasconda come ha fatto la Giustina Destro, esca allo scoperto con noi per

risanare realmente e completamente una situazione durata ormai troppo tempo.

I residenti di tutto il viale IV Novembre Padova

Corriere del Veneto 30/07/2004 ↓ ↑ =

Trevi: « Via IV novembre, ci è impossibile intervenire »

REPLICA A ZANONATO P ADOVA - « Auspichiamo che l'intervento della nuova amministrazione possa

sbloccare la situazione » . La Trevi Srl di Cesena, l'impresa costruttrice che stava costruendo il parcheggio

interrato in via IV Novembre, ha voluto precisare in una nota la sua posizione e le sue speranze. « Ci è stata

di fatto preclusa ogni possibilità di intervenire per ripristinare una situazione che non procura giovamento a

nessuno » spiega a proposito della voragine apertasi sul terreno dopo l'allagamento del cantiere e del

cedimento strutturale di una delle palazzine che si affacciano sull'area dei lavori.

« Avevamo immediatamente espresso le nostre intenzioni su come porre rimedio a quanto successo con un

progetto in tre fasi - si legge - progetto condiviso da tutti i consulenti sia di parte comunale che nominati

dalla Magistratura » . Il disegno prevedeva il consolidamento dei terreni, il ripristino della palazzina A e il

completamento del park. « A causa del sequestro penale è stato portato a termine solo il primo intervento »

spiega la Trevi che nega anche di non voler pagare la penale fissata dal Tribunale ( 3milioni di euro) come

vincolo per riprendere i lavori. « Siamo disponibili a rilasciare una fideiussione assicurativa - spiegano i

responsabili dell'impresa di Cesena - mettere a disposizione una somma liquida di 3milioni di euro, ha un

impatto finanziario poco sostenibile e non tutela sufficientemente chi la fornisce » .

Corriere del Veneto 28/07/2004 ↓ ↑ =

« Via IV novembre, rivoglio quella strada »

Ultimatum di Zanonato alla Trevi: se non completano l'autosilos ristabiliscano il sito Per completare il

parcheggio la società dovrebbe versare una maxi- cauzione. La voragine centrale covo di zanzare e topi « Le

condizioni del cantiere

PADOVA - Ultimatum di Zanonato alla Trevi, l'impresa di Cesena che stava realizzando il parcheggio

interrato di via IV Novembre. Dopo tre anni e mezzo di incertezza, la voragine aperta dagli scavi, potrebbe

finalmente essere chiusa. « Devono completare l'autosilos o chiudere il buco, altrimenti gli revoco la

concessione dell'area » spiega il primo cittadino. Questa sera alle 19.30 il sindaco incontrerà gli inquilini

delle tre palazzine situate attorno al laghetto artificiale formatosi con l'allagamento. L'INCONTRO -

Zanonato ieri mattina a Palazzo Moroni ha incontrato Antonio Aglienti, direttore della « divisione park »

della Trevi, facendogli presente le esigenze della nuova amministrazione. « Il mio interesse primario è la

tutela dei cittadini rimasti danneggiati dal cedimento della palazzina - sottolinea il sindaco - .

Dall'altra parte però il Comune non può accettare una situazione di stallo. E' impensabile che tutta la città

paghi per quanto successo quasi tre anni fa. Devono restituirci la strada » . Una posizione netta che non

lascia aperte molte strade. L'impresa di Cesena ha due alternative.

Proseguire i lavori di costruzione del parcheggio versando la cauzione di 3 milioni di euro fissata dal

Tribunale a titolo di garanzia per eventuali danni aggiuntivi provocati dal cantiere. Oppure chiudere il buco

che si è formato il 20 febbraio del 2001 e riconsegnare l'area al Comune. « Non possono pensare che si vada

avanti così - spiega Zanonato - . Le condizioni del cantiere incidono sulla qualitàdella vita della gente. E'

pieno di zanzare e di topi » . Il primo cittadino proprio ieri ha inviato all'impresa costruttrice una lettera per

informarla della volontà del Comune e sollecitare la conclusione dei lavori. LA TREVI - Aglienti per il

momento prende tempo anche se assicura che a breve la Trevi deciderà in via definitiva come comportarsi. «

Questo stallo non giova a nessuno - spiega - né ai cittadini danneggiati dal cedimento della palazzina, né al

Comune, tanto meno a noi. Vorremmo poter concludere i lavori, come prospettato subito dopo l'incidente.

Tuttavia non ci sono le condizioni per ripristinare il sito. Nei prossimi giorni faremo sapere le nostre

intenzioni » . Le difficoltà a cui fa riferimento la Trevi riguardano la cauzione onerosa che dovrebbero

versare e « il clima di ostilità che si è creato in questi anni » spiega Aglienti.

Page 16: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Nel frattempo resta ancora in piedi l'offerta dell'impresa di Cesena per acquistare gli appartamenti della

palazzina « A » . Tre sono già di sua proprietà. Per gli altri cinque sono stati messi sul tavolo della trattativa

con i residenti tra i 200 e i 250mila euro ad alloggio. LA VICENDA - Il crollo e l'allagamento del

parcheggio, che ha causato il cedimento della palazzina « A » di via IV Novembre, risale al 20 febbraio

2001. La Trevi, dopo sette mesi di lavoro, aveva concluso la costruzione della parte interrata del parcheggio,

per una profondità complessiva di 16 metri. Avrebbe dovuto essere pronto per settembre 2001. L'autosilos

per cui esiste una concessione comunale di 90 anni, poteva contenere 72 posti auto. L'impresa costruttrice li

avrebbe messi in vendita al costo di 25mila euro ciascuno. Un'improvvisa infiltrazione d'acqua dal

sottosuolo aveva allagato lo scavo provocando il cedimento strutturale di uno dei tre edifici che si affacciano

sul cantiere. Marco De Rossi ILPALAZZODANNEGGIATO Il condominio di via IV Novembre è ancora in

attesa del restauro e dell'agibilità Il crollo del palazzo

Il Mattino di Padova 28/07/2004 ↓ ↑ =

«Ritirerò la concessione»

Pagina 19 - Cronaca - VIA IV NOVEMBRE La ditta deve ancora versare 6 miliardi

Ieri il sindaco Flavio Zanonato ha incontrato i responsabili della Trevi, l'impresa concessionaria dell'autosilo

sotterraneo di via IV Novembre. Tre anni e mezzo fa gli scavi per la costruzione del park sotterraneo

provocarono un grave dissesto idrogeologico: una palazzina disassata con pericolo di crollo, fenditure sulla

strada e in alcune abitazioni della zona. Un'area che il giorno dopo il disastro sembrava terremotata. Questo

"vulnere" al quartiere è ancora aperto, lo scavo pieno d'acqua non è stato svuotato perché la pressione idrica

serve ad evitare ulteriori smottamenti, il percorso tecnico per finire i lavori è stato trovato, ma la situazione

giudiziaria è intricatissima e l'impasse deriva soprattutto da questo.

Flavio Zanonato, che oggi incontrerà gli inquilini di via IV Novembre, è molto deciso. In pratica è un aut-

aut quello che presenta alla Trevi. «C'è stata un sentenza - dice il sindaco - che ha sancito che la Trevi può

finire i lavori e realizzare l'autosilo progettato purché paghi una cauzione che amonta a circa 6 miliardi di

vecchie lire. La decisione della magistratura è dell'aprile scorso, ma la Trevi non ha ancora preso una

decisione, non ha ancora pagato. Ebbene questo è inaccettabile. L'impresa deve mettersi d'accordo con gli

inquilini, accettare o non accettare le richieste di rimborso, c'è, forse un contrasto di perizie. A me, posto che

sono dalla parte dei residenti danneggiati, questo non interessa. A me interessa un altro aspetto: la strada è

bloccata da più di tre anni, la gente lamenta la presenza di zanzare, l'insalubrità, la sporcizia, i ratti che

camminano sui marciapiedi e entrano nei giardini. E allora delle due l'una: o la Trevi paga la sua cauzione,

finisce i lavori e chiude finalmente il cantiere o io, nel pubblico interesse, che è quello di avere la città libera

da intoppi inutili ed eterni, le strade percorribili, l'ambiente decente, revocherò la concessione alla Trevi. E'

questa una decisione che credo giuridicamente e socialmente più che motivata. Le pendenze tra residenti e

Trevi, i contrasti tra studi professionali, le immancabili more di una vicenda giudiziaria così intricata,

costituiscono un orizzonte di interessi che non può prevalere sugli obblighi che come primo cittadino ho nei

confronti del territorio e dei suoi abitanti. Non tollererò quindi ulteriori indugi e impasse. Non è concepibile

che una strada cittadina resti bloccata per anni, isolata, che un quartiere resti imbalsamato in una situazione

di degrado da cui vorrebbe sbarazzarsi». Il sindaco acquisirà ulteriori dati sullo stato di fatto e sui disagi del

rione dagli inquilini.

Il Mattino di Padova 24/07/2004 ↓ ↑ =

Via IV Novembre ripartono i lavori

Pagina 22 - Cronaca - SOLUZIONE IN VISTA

Ore decisive per gli abitanti di via IV novembre. A più di tre anni dall'allontanamento dai loro alloggi

danneggiati dalla costruzione del parcheggio interrato, per le famiglie sfollate si prospetta una svolta.

Martedì il sindaco incontrerà i responsabili della Trevi nel tentativo di sbloccare i lavori, fermi ormai da un

anno. Quindi mercoledì sera Zanonato si confronterà con i residenti.

Il Gazzettino 21/07/2004 ↓ ↑ =

Antonio Armenti, responsabile della ...

Page 17: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Antonio Armenti, responsabile della Trevi spa, è uscito allo scoperto dopo tre anni e mezzo dall'aver

provocato il disastro di viale IV Novembre. Noi sapevamo che la Trevi con sede a Cesena e con uffici a

Roma ha come presidente Davide Trevisani, vice-presidente e amministratore delegato Gianluigi Trevisani e

ancora come amministratore delegato Cesare Trevisani, e credevamo che questi fossero i "veri" responsabili.

Comunque dal 20 febbraio ad oggi sono tutti rimasti nell'ombra, anche se sollecitati dal nostro Comitato

proponendo di intavolare una trattativa per raggiungere in tempi brevi il giusto ristoro delle loro vittime. Ora

si presenta l'ing. Armenti in veste di "responsabile" per "dettare" le sue condizioni ai soli residenti del civico

n. 9. Questo signore crede di usare questa città per gli interessi economici della Trevi e quando questi

interessi non ci sono più, ci annuncia che risanare e rimettere le cose com'erano prima costa troppo, e

pertanto se ne lava le mani e fa intendere che la migliore soluzione è: cari residenti di viale IV Novembre,

arrangiatevi. Dalla propria assicurazione la Trevi ha già incassato qualche miliardo delle vecchie lire, che

non ha usato per indennizzare le sue vittime ma solo, forse, per comprare a prezzi stracciati l'immobile reso

inagibile dai lavori voluti e condotti contro la volontà della maggior parte dei residenti stessi. A Padova la

Trevi ha fatto "un buco nell'acqua", un buco che ha devastato uno dei viali più caratteristici di Padova,

ignorando poi i danni provocati a decine di famiglie, e ora, dopo quasi quattro anni, candidamente

affermando: scusatemi, ma rimediare ai danni da me provocati non mi conviene e pertanto: arrangiatevi, per

ogni eventuale ulteriore lagnanza rivolgetevi ai nostri legali. Il sindaco Flavio Zanonato conosce la storia di

questi dannati garage sotterranei, voluti dal Comune di Padova e dalla Trevi. Zanonato, dopo aver

tranquillizzato noi residenti, poche settimane prima di ricevere il voto per la sua rielezione, ora deve

confermare la volontà espressa di chiudere il "buco dell'orrore" e indennizzare i residenti danneggiati.

I residenti di viale IV Novembre

Padova

Il Mattino di Padova 16/07/2004 FRANCESCO PATANÈ ↓ ↑ =

«Paghiamo, ma non risaniamo»

Pagina 22 - Cronaca - VIA IV NOVEMBRE. La ditta Trevi detta le condizioni per i proprietari danneggiati

dallo sprofondamento del 2001 - «Abbiamo assicurato anche un congruo indennizzo»

La ditta Trevi non intende rialzare la palazzina A di via IV novembre sprofondata nel 2001 in seguito ai

lavori per la costruzione del parcheggio sotterraneo. Il progetto presentato dall'azienda è troppo oneroso e il

rischio è che venga solo coperto il «buco» con cemento.

Intanto i residenti del civico 9, palazzina A continuano a non poter entrare in casa propria da oltre tre anni,

vivendo nella precarietà e senza alcuna assicurazione sul futuro della propria casa. Una situazione che ha

sfiancato gli otto proprietari, al punto che tre hanno già venduto i loro appartamenti alla Trevi, altri due

(Minuzza-Milani e Barboni) sono indecisi sul da farsi, mentre soltanto tre famiglie non accettano a nessuna

condizione di vendere sotto costo il proprio immobile (Poli, Pietrobon e Guarini) alla ditta di Cesena. Su

quest'ultimo aspetto però l'ingegner Antonio Arienti, responsabile della divisione Trevi Park, assicura:

«Tranne in un caso abbiamo accettato senza battere ciglio la cifra proposta dai proprietari, prospettando loro

anche un concruo indennizzo per il disagio». Dopo l'archiviazione del procedimento penale per disastro

colposo, è in corso il contenzioso civile fra le parti per i risarcimenti. Un iter che è arrivato circa a metà e

che, secondo le stime degli avvocati dei residenti, non si concluderà prima di tre anni.

Il nodo sostanziale sono le condizioni poste dal giudice per il prosieguo dei lavori: la Trevi deve

immobilizzare come cauzione, oltre tre milioni di euro in contanti per poter avviare la seconda e la terza

parte del progetto, che la stessa ditta aveva presentato un paio di mesi dopo lo sprofondamento della

palazzina. «A queste condizioni non ci stiamo, con il clima ostile che si è venuto a creare e con questo tipo

di cauzione è come finire su una graticola e la nostra azienda non intende finirci. - commenta l'ingegner

Antonio Arienti - Non traiamo nessun vantaggio da questa situazione, ma in questo momento non possiamo

muoverci, non ci sono le condizioni».

D'altra parte però l'azienda di Cesena ad inizio giugno è stata liquidata dall'assicurazione Assitalia con la

cifra di 1 milione di euro, per la propria polizza di responsabilità civile per danni a terzi.

Il cambiamento di rotta della Trevi per quel che riguarda il ripristino della verticalità del corpo A e il

successivo completamento del parcheggio stanno creando non poche difficoltà nella trattativa fra i legali

dello studio Belloni (che difende i proprietari) e quelli della Trevi (gli studi De Poli di Padova, Di Giovanni

Page 18: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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di Forlì e Consolo di Verona). A quanto è dato sapere la proposta su cui si è cercato un accordo fino ad ora è

stata quella di vendere alla Trevi gli immobili del corpo A ad un prezzo stabilito, permettere alla ditta la

ristrutturazione necessaria e dare ai vecchi proprietari l'opzione di potersi riacquistare allo stesso prezzo

l'appartamento conclusi i lavori. Se però verrà meno la volontà da parte della Trevi di continuare i lavori, il

rischio fondato è che la palazzina A rimanga inclinata, che il parcheggio venga chiuso con il cemento.

Intanto per sommare disagio a disagio i residenti di via IV Novembre lamentano il totale disinteresse da

parte dell'amministrazione comunale: alcuni mesi fa sono stati rifatti i marciapiedi per ovviare al problema

del cantiere aperto, ma soltanto su un lato della strada. Motivo? A quanto pare sono finiti i soldi.

Il Gazzettino 07/05/2004 ↓ ↑ =

I residenti sfollati: «Chiudete quel buco» Zanonato promette: «Il Comune è con voi»

VIA IV NOVEMBRE

(G.Colt.) Quello che i residenti di via IV Novembre vorrebbero sentirsi dire è: «Chiudiamo quel buco». Il

riferimento è al silos sotterraneo della Trevi per settantadue garages che ha reso disabitato un condominio

intero e sta costringendo gli abitanti delle due adiacenti ali a vivere in condizioni assai poco dignitose tra

crepe e fessurazioni. Flavio Zanonato, candidato sindaco del centro sinistra, ha incontrato ieri mattina, sul

"luogo del delitto", i rappresentanti del comitato. Il peccato originale risale all'amministrazione da lui diretta,

quando in linea di massima vennero individuati i siti dove collocare i parcheggi interrati per la sosta

permanente. Ma se è vero che lui è una sorta di Adamo, bisogna anche dire che Giustina Destro è la

corrispettiva Eva che ha staccato dall'albero la mela matura. «Se ci fossero le condizioni giuridiche per

revocare la concessione la revocherei subito. Lo riterrei un dovere». Parola di Zanonato. «Il Comune non

può che essere dalla parte dei cittadini». E definisce "scorretto" il comportamento della ditta concessionaria.

La vicenda è stranota. Il silos sorge nel centro di quella strada che un tempo si chiamava non a caso via

Acquette, per la presenza di canali sotterranei e l'abbondanza di falde freatiche. Andarci a fare un buco era

da pazzi. Eppure l'hanno fatto. E un anno dopo l'inizio dello scavo - era il febbraio 2001 - il condominio al

civico 9 ha registrato un cedimento strutturale. Tutti fuori. E sono sfollati ancora oggi, a distanza di tre anni.

È in corso un contenzioso civile finalizzato a garantire i condòmini per i danni futuri che l'impresa potrebbe

causare. Il tribunale , ritenendo effettivamente "pericolosa" l'attività della Trevi, ha condannato la ditta a

rispettare determinate cautele progettuali e a prestare una cauzione di 3 milioni di euro. Ma la fidejussione

depositata è di gran lunga inferiore a quanto stabilito dai giudici. Nel frattempo, a parte qualche lavoretto di

sistemazione dell'area circostante lo scavo, tutto è fermo. Il comitato dei residenti stigmatizza l'indifferenza

dell'amministrazione comunale. «Siamo stati abbandonati dalla giunta». Unico riconoscimento finora

ottenuto:una riduzione dell'Ici. Flavio Zanonato indica una via percorribile: la transazione,nella quale il

Comune abbia un ruolo da protagonista, «ruolo dal quale l'amministrazione non può sottrarsi per una precisa

responsabilità morale». Il che significa mettere le mani nel portafoglio del municipio. «La riduzione dell'Ici

rappresenta una cifra ridicola, qui vanno messe a disposizione dei cittadini ben altre risorse economiche».

L'amara esperienza dei residenti di via IV Novembre dovrebbe insegnare qualcosa ai pubblici

amministratori. Per esempio a meditare sui silos sotterranei progettati a Pontecorvo e Piazza Insurrezione.

Il Mattino di Padova 07/05/2004 ↓ ↑ =

«Revocherò la concessione»

Zanonato: Silos, il Comune deve stare dalla parte dei cittadini

Cittadini esasperati «L'amministrazione ci ha abbandonato Qui ci sono solo topi e zanzare»

«Se dovesse amministrare, revocherebbe la concessione alla ditta che sta costruendo il parcheggio

sotterraneo in via IV novembre?». La domanda secca arriva verso la fine dell'incontro tra il candidato

sindaco Flavio Zanonato e i cittadini della via. E' la richiesta più sentita, molti vogliono sapere del loro

futuro. Le palazzine in cui abitano nel febbraio del 2001 sono state lesionate da un cedimento strutturale, in

seguito agli scavi effettuati per la realizzazione del parcheggio. Molti sono anziani, alcuni di loro, a tre anni

dall'accaduto, non sono ancora rientrati nelle loro case.

Page 19: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

19

Zanonato però non si fa cogliere di sorpresa: «Se ci fosse la possibilità giuridica di revocare la concessione

alla Trevi lo farei. Devo però studiare il problema e vedere se una revoca di questo tipo è possibile». Dopo

tre anni di battaglie e di iniziative, i residenti delle tre palazzine lesionate ora guardano avanti. Le elezioni

possono essere un buon periodo per arrivare ad una soluzione. «Siamo stati abbandonati

dall'amministrazione - lamenta Giuditta Brattini, del comitato dei residenti - La gente chiede sicurezza non

solo quando esce la sera, ma anche per la qualità della vita: qui adesso ci sono solo topi e zanzare». Il

cantiere, infatti, è stato dissequestrato nel settembre 2003, ma da allora è stata solo sistemata l'area intorno

allo scavo. «Nel progetto per l'autosilos di Pontecorvo sono previsti 24 carotaggi - afferma una delle

residenti - Qui la ditta ne ha realizzati solo due». Il comitato ha presentato un documento con alcune

richieste che farà ai candidati sindaci. Oltre alla revoca della concessione, quindi, i residenti chiedono anche

un riconoscimento del danno subito, tramite la restituzione dell'Ici pagata in questi anni, e un intervento del

Comune per risolvere il problema. «Il Comune ha una responsabilità, se non altro altro morale, nella vicenda

- ha affermato poi Zanonato - A questo punto bisogna creare un tavolo per cercare di conciliare le parti e

mettere a disposizione delle risorse per risolvere il problema. L'esigenza di sanare la ferita di via IV

novembre è ormai simbolica per Padova». Dai residenti poi ancora una domanda secca: «Secondo lei il

Comune deve stare dalla parte della gente o della ditta?». «C'è una ditta che non si è comportata

correttamente, forse non ci sarà stato il dolo, ma sicuramente più di qualche leggerezza - risponde il

candidato sindaco - I cittadini sono un pezzo di città, l'amministrazione non può che stare dalla loro parte».

Il Mattino di Padova 23/02/2004 ↓ ↑ =

Via IV Novembre «Niente Ici per gli sfollati»

A tre anni esatti dal cedimento strutturale del palazzo al civico 9 di via IV Novembre gli abitanti del corpo A

dello stabile sono ancora «sfollati». Il «buco» dove sarebbe dovuto sorgere il parcheggio sotterraneo di 72

posti è pieno d'acqua e i lavori di consolidamento non si sa se e quando cominceranno. «Vogliamo che

venga ripristinata al più presto la situazione che c'era prima del 20 febbraio 2001 - commenta Roberto

Meneghetti, uno di residenti dello stabile, esasperato da un silenzio lungo tre anni - Non è cambiato nulla da

quella tragica sera».

Il consigliere comunale Alessandro Naccarato (Ds) ripropone all'attenzione del consiglio comunale una

mozione (protocollata lo scorso 13 febbraio) in cui si chiede di promuovere entro breve tempo un tavolo di

confronto fra il sindaco di Padova, la società Trevi e il comitato dei residenti. I Ds propongono

l'eliminazione dell'Ici per i residenti danneggiati e un accordo con la Trevi che permetta di valutare, di fronte

ai recenti cedimenti nelle vie limitrofe, anche l'eventuale ritiro della concessione per il parcheggio

sotterraneo. «Il rischio - commenta Naccarato - è che questo modo di operare diventi prassi: una ditta ottiene

la concessione, inizia i lavori, crea il disastro e poi aspetta che i residenti, logorati dal disagio, vendano la

propria casa alla stessa impresa a prezzi molto più bassi». E, guarda caso, la ditta Trevi ha già acquistato dai

residenti gli uffici al piano terra del blocco A e i due appartamenti al primo piano.

Sempre per quel che riguarda la concessione il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio

Tosi un anno fa ha presentato in Regione un esposto-denuncia sull'illegittimità della concessione alla ditta

Trevi. «Pur essendo un parcheggio privato, sorge su suolo pubblico (sotto la strada) per cui è necessaria

l'approvazione della Regione - commenta Tosi - Bene, nel piano urbano dei parcheggi non viene menzionato

quello di via IV novembre, per cui ho denunciato la cosa al consiglio. Ma a distanza di 12 mesi nessuno mi

ha ancora risposto». Sulla questione l'assessore comunale all'Urbanistica Tommaso Riccoboni è chiaro: «La

legge Tognoli è stata creata per agevolare l'iter della costruzione di parcheggi privati su suolo pubblico,

evitando le lungaggini dell'approvazione da parte della Regione. Il parcheggio di via IV Novembre rientra in

questa tipologia e dunque le concessioni sono regolari».

(Francesco Patanè)

Il Gazzettino 21/02/2004 ↓ ↑ =

«Tre anni passati per niente»

IL DRAMMA DI VIA IV NOVEMBRE

Page 20: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

20

I residenti hanno denunciato l'immobilismo dell'amministrazioneIl capogruppo Ds, Naccarato, annuncia una

mozione in consiglio comunale "Sono passati tre anni da quando il diritto a vivere in tranquillità nelle vostre

abitazioni è stato violato. E da allora, purtroppo, nulla è cambiato. Un'Amministrazione sorda ad ogni

legittima richiesta ha prima creato le condizioni perchè si verificasse l'enorme disagio che tuttora vivete e

poi non ha fatto nulla per trovare una soluzione accettabile. Su vostra sollecitazione abbiamo presentato

interrogazioni parlamentari e ordini del giorno in Consiglio comunale ma la risposta è sempre stata

l'arroganza e il disinteresse. La situazione non è più tollerabile".

Questo l'incipit della lettera che l'onorevole Piero Ruzzante (Ds), impegnato a Roma sulla legge Gasparri, ha

fatto recapitare ieri ai residenti di via IV Novembre, nel terzo anniversario del cedimento del palazzo al

civico 9 a causa dei lavori di costruzione di un autosilos.

Per smuovere le acque di una situazione che stagna - proprio come quelle del "buco" aperto davanti

all'edificio, emblema di una vicenda che sta rasentando l'immobilità - il capogruppo Ds in Consiglio,

Alessandro Naccarato, ha presentato una mozione perché sulla vicenda venga posta la giusta attenzione,

aprendo un tavolo di confronto tra il Comune, la ditta romagnola Trevi Park che realizzò i lavori di scavo e

il Comitato dei residenti. Che dopo tre anni sono sempre più arrabbiati, delusi, affranti.

Cinque famiglie della scala A continuano a vivere da sfollate, le altre quattordici dei corpi B e C abitano nel

palazzo ma hanno ancora cantine e garages sotto sequestro. Intanto un ufficio e due appartamenti dell'ala A,

interdetta all'uso, sono stati venduti alla Trevi che, a detta dei residenti, avrebbe intenzione di comprarla

tutta.

"Sono nauseata - dice Tiziana Zoppellaro - il Comune ha preso una posizione e l'ha mantenuta nonostante

avesse il potere per fare qualcosa di concreto. E continua a promuovere la costruzione di parcheggi

sotterranei". Le fa eco Franca Merlin: "Il Comune non si è fatto più vivo, mentre da tempo è stato depositato

in Procura un esposto-denuncia di Mauro Tosi di Rifondazione comunista per accertare l'eventuale

illegittimità nel rilascio della concessione". Aggiunge Roberto Meneghetti: "Le trattative vanno a rilento.

Intanto noi siano sempre più esasperati: chiediamo che il palazzo ritorni nelle condizioni precedenti

l'incidente e che la via venga sistemata, com'era una volta".

Federica Cappellato

Il Gazzettino 19/02/2004 ↓ ↑ =

VIA IV NOVEMBRE. Dalla prima

Oggi via IV Novembre degradata, squallida voragine riempita di acqua marcia con corollario di topi ed

insetti a due passi dal Prato della Valle, è l'esemplificazione del contrasto con la Padova preziosa e curata

promessa nei depliant che il Comune ci spedisce a casa.

L'autosilos di via IV Novembre, figlio di una politica della mobilità che lascia sempre e comunque campo

libero all'auto, è il capostipite di una folta serie di opere sotterranee, la cui realizzazione tutt'ora incombe su

Padova. La vicenda grida vendetta, ricordiamo il perché.

1) Anche se non fosse successo alcun incidente quel parcheggio sotterraneo sarebbe stato comunque una

scelta sbagliata, un obbrobrio urbanistico: si è sacrificato un pezzo di città, ricca di verde e di memoria

storica, per realizzare un parcheggio che, come per tutti i parcheggi in centro, diventata automaticamente un

grande attrattore di traffico, portando congestione ed inquinamento alla zona.

2) L'opera è stata partorita rovesciando i principi della buona amministrazione, che invece di cercare fondi

per realizzare buoni progetti propri, sforna cattivi progetti per cogliere al volo un finanziamento statale.

Errori che capitano quando non si ha un progetto di città sostenibile e vivibile, ma la si intende piuttosto

come un territorio da sezionare e appaltare.

Page 21: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

21

3) Via IV Novembre è poi un macroscopico un esempio di cattivo dialogo tra i cittadini e i loro

amministratori. Cittadini le cui proteste e i cui timori non sono stati raccolti a tempo debito (ricordiamo

come i residenti non siano mai stati consultati sull'opportunità di fare l'autosilos e che permangano dubbi

sulla legittimità di una concessione edilizia che non è mai passata al vaglio del Consiglio di Quartiere) e che

successivamente sono stati in sostanza - abbandonati. L'Amministrazione aveva il dovere di esercitare un

opera di tutela nei confronti delle persone colpite, innanzi tutto fornendo loro una sistemazione dignitosa e

confortevole, e poi svolgendo autorevolmente un opera di mediazione tra gli interessi della ditta Trevi

responsabile dello scavo e i bisogni di chi fu danneggiato.

4) Ma soprattutto rappresenta la clamorosa dimostrazione di quanto sia pericoloso non cercare realmente la

compatibilità con i limiti ambientali che esistono in ogni territorio, anche il più urbanizzato. Le prossime

vittime designate per gli autosilos sono Piazzale Pontecorvo, Piazza Rabin (l'ex foro boario di prato della

Valle), Piazza Inusrrezzione, Piazzale San Giovanni. Vogliamo permetterlo?

Lucio Passi

Coordinatore Legambiente Padova

Corriere del Veneto 21/02/2004 ↓ ↑ =

Via IV Novembre, tre anni da sfollati Gli abitanti: « Si sono dimenticati di noi »

PADOVA - Era il 20 febbraio 2001, quando in via IVNovembre, a causa degli scavi della società Trevi di

Cesena per la costruzione di un autosilos interrato, si verificò il cedimento di una parte dello stabile al civico

9. Gli abitanti abbandonarono le proprie case. Oggi 20 febbraio 2004 non è cambiato nulla. E' questo

l'ennesimo grido di dolore e di rabbia lanciato dagli abitanti della zona esasperati.

E' stata presentata dai Ds, e dall'onorevole Piero Ruzzante, presso il Comune, in data 13 febbraio 2004, una

mozione per chiedere interventi. Sono stanchi persino di parlare gli abitanti del corpo C, che da tre anni non

possono scendere in garage e nelle cantine, pur essendo tra i « fortunati » che ancora risiedono. « Nessuno si

è più fatto vivo - dicono la signora Franca Merlin del comitato, e Tiziana Cappellaro -. Stiamo ancora

aspettando la visita del sindaco. E poi dovremo anche pagare l'Ici... » . E le voci corrono.

Pare che la ditta Trevi, abbia acquistato due appartamenti, e l'ufficio dove aveva sede l'ente di formazione

Domani Donna, trasferito in Via Savelli. Un vero affare considerato che gli immobili si sono notevolmente

deprezzati.

« Un meccanismo pericoloso - secondo Alessandro Naccarato consigliere comunale dei Ds -. Prima si crea

un disastro e poi si acquistano gli appartamenti a prezzi stracciati » . Nemmeno le due incursioni delle Iene,

con il giornalista Alessandro Sortino, hanno scosso la situazione. Gli abitanti della zona assistiti dagli

avvocati dello studio Belloni, raccontano di trattative che vanno a rilento.

Page 22: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Sbotta la signora Cappellaro: « Prima della Cappella di Giotto, ci sono i cittadini » . Nel giardino degli

stabili danneggiati la situazione è desolante, tra crepe e fili dell'elettricità penzoloni. L'onorevole Piero

Ruzzante impegnato alla Camera dei Deputati per l'opposizione alla Legge Gasparri, in uno scritto per i

cittadini parla di arroganza e disinteresse del consiglio comunale e annuncia battaglia. « La battaglia per via

IV Novembre interessa l'intera città.

La Giunta Destro infatti si appresta a progettare e realizzare altri parcheggi interrati in punti delicatissimi

della città: Piazzale Pontecorvo, Piazza Rabin, Piazza Insurrezione, Piazzale San Giovanni. Altri cittadini

temono che la storia di via IV Novembre possa ripetersi » . Daniela Loro

Il Gazzettino 20/02/2004 ↓ ↑ =

A tre anni dal disastro 5 famiglie ancora fuori casa

Chi è potuto rientrare continua a vivere tra i disagi

"Sono trascorsi tre anni da quella sera: mia madre stava facendo il purè e mio papà era davanti alla tv.

Improvvisamente si sono trovati dentro un'ambulanza e da allora non sono più tornati a casa. All'epoca non

capimmo di essere precipitati dentro una vicenda che si sarebbe trascinata per anni, altrimenti non avremmo

mai accettato il trasferimento in un anonimo appartamento ammobilitato che ha reso ancora più dura una

vicenda amara". Via IV Novembre, tre anni dopo. Raffaella Poli rivive il dramma dei genitori Vittorio e

Vanda, entrambi avanti con l'età, protagonisti loro malgrado di una storia che non ha trovato soluzione e che

rende ancor più triste, per i "terremotati di casa nostra", l'anniversario di oggi. Era la sera del 20 febbraio

2001 quando, a causa dei lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo da parte della ditta

romagnola "Trevi Park", il terreno sotto il civico numero 9 di via IV Novembre cedette: ventun famiglie

furono costrette a sfollare in fretta e furia. Quattordici, delle scale B e C, vi fecero ritorno dopo i controlli di

rito. Per i sette nuclei familiari dell'ala A il permesso di riprendere possesso dei propri appartamenti non

arrivò mai. Dopo tre anni di speranze e delusioni, alla rabbia è subentrata la rassegnazione. Nel frattempo un

residente del corpo A, l'ingegnere Leone Finesso, è deceduto senza poter tornare nella sua casa: gli eredi

hanno venduto l'appartamento alla Trevi, così come un'altra famiglia. Gli altri cinque nuclei continuano a

stare in abitazioni in affitto, sparse per la città: i signori Poli, che vivevano al quarto piano del palazzo, sono

alloggiati in galleria san Bernardino. "Da allora mio padre non è mai più uscito di casa. La girandola delle

ipotesi, l'altalena delle speranze puntualmente deluse hanno fatto il resto. Forse non tutti - commenta la

figlia Raffaella - capiscono quale effetto possa avere questa estrema incertezza su coloro che, come i miei

genitori, non sono più giovani e ogni giorno sperano di poter tornare nella loro abitazione". Ma anche chi è

rientrato deve tuttora affrontare non pochi disagi: garages e cantine sono ancora sotto sequestro giudiziario.

Da tre anni le auto sono parcheggiate in giardino e davanti all'edificio, nella voragine aperta per costruire

l'autosilos, l'acqua è fetida, a volte nauseabonda, per non parlare degli insetti e dei topi che la abitano.

Liliana Paggi Falcaro vive, insieme al padre di 106 anni, nel corpo B e ogni volta che si affaccia alla finestra

quel "buco" le ricorda la precarietà della situazione. Giovanna Burloni abita da oltre mille giorni in un

miniappartamento in piazza Insurrezione. Ha chiesto alla Trevi Park (che paga gli affitti) di poterlo

scambiare con un alloggio non ammobiliato per poter trasferire i suoi mobili. Le è stato risposto picche.

Intanto anche Elvio Sartori del corpo B è venuto a mancare. "I residenti si sentono abbandonati perchè in tre

anni, di fatto, non è cambiato nulla. I lavori per raddrizzare e consolidare il palazzo - commenta Giuditta

Brattini, portavoce del Comitato di via IV Novembre - sono vincolati al versamento, da parte della Trevi, di

3,5 milioni di euro per eventuali danni futuri. Cosa che finora non è stata fatta".

Federica Cappellato

Il Gazzettino 27/12/2003 ↓ ↑ =

Preciso che l'iniziativa svoltasi ...

Preciso che l'iniziativa svoltasi nella sala del Redentore della parrocchia S. Croce non è stata promossa e

voluta dai residenti di via IV Novembre civico n. 9 e cioè gli unici diretti interessati alla vicenda.

Page 23: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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È altresì necessario precisare che non si può parlare di accordo ed inizio lavori sino a quando la ditta Trevi

non verserà la cauzione di Euro 3.500.000 (sette miliardi vecchie lire), così come richiesto dal Giudice per

gli eventuali danni futuri.

Relativamente alle dichiarazioni dell'assessore Riccoboni e cioè «che è stato fatto tutto quello che era di

nostra competenza» e ancora «la concessione si può revocare solo in condizioni di particolare gravità»

voglio dire che tra l'interesse del privato e il diritto del cittadino alla propria casa e ad una vita tranquilla e

serena dovrebbe prevalere la seconda; constato invece che per quasi tre anni l'Amministrazione comunale ha

scelto l'interesse del privato. Inoltre mi chiedo se non sia sufficientemente grave aver causato un dissesto

indrogeologico, che ha compromesso la falda freatica, e reso inagibile un palazzo lasciando alla situazione

di sfollati i nuclei famigliari che vi risiedevano e in assoluta precarietà i residenti dei corpi B e C del civico

n. 9 e, seppure in maniera diversa, tutti i residenti della via.

Nessuno fra i residenti del civico n. 9 era interessato all'acquisizione di un posto macchina nel nuovo

parcheggio, diversamente tra i promotori dell'iniziativa in parola qualcuno ha prenotato dei posti macchina.

L'incontro, che ha visto partecipi gli amministratori pubblico, dopo mesi di assenza e silenzio ha molto di

più il sapore di una campagna promozionale per la future elezioni amministrative che il non voler seriamente

affiancare e sostenere i cittadini.

Giuditta Brattini

del Comitato di

via IV Novembre n. 9

Il Gazzettino 21/12/2003 ↓ ↑ =

La Trevi e i residenti vicini all'accordo

VIA IV NOVEMBRE Gli abitanti del palazzo sembrano disposti a concedere l'okay al consolidamentoLa

ditta romagnola dovrà anche raddrizzare per quanto possibile l'edificio danneggiato

Pare che i residenti del civico 9 di via IV Novembre e la Trevi Park stiano trovando un accordo. Sembra che

gli abitanti di uno dei palazzi più famosi della città siano prossimi a concedere l'autorizzazione alla ditta

romagnola a "mettere le mani" sull'area di loro proprietà, vale a dire a consolidare il terreno e a raddrizzare

per quanto possibile l'edificio. Se le parti raggiungeranno un'intesa, si procederà a compiere una trentina di

iniezioni di malta per stabilizzare il terreno nella zona di proprietà privata (nel suolo pubblico il

consolidamento è già avvenuto), a mettere in sicurezza il "buco" scavato, ormai tre anni fa, per costruire il

parcheggio sotterraneo e a rimettere in sesto il fabbricato che così tornerà agibile. Dal punto di vista tecnico,

l'operazione dovrebbe durare dai 4 ai 5 mesi. E' quanto emerso ieri pomeriggio nel corso della riunione

indetta dai residenti di via IV Novembre nella sala del Redentore della Parrocchia di Santa Croce, alla quale

hanno partecipato l'assessore comunale ai lavori pubblici Tommaso Riccoboni, il caposettore al Verde

pubblico Giampaolo Barbariol, la presidente del Quartiere 4 Rossella Ferrara, il consigliere Giuliano

Guerreschi. All'appuntamento, convocato da Giovanni Ugurgieri, gli abitanti del civico 9 non si sono però

presentati. In sala solo una ventina di residenti della zona. L'atmosfera, inizialmente tranquilla, a tratti si è

fatta bollente. Gli intervenuti hanno chiesto la revoca della concessione edizia alla Trevi Park e

l'assegnazione di un'altra area per il parcheggio sotterraneo, ottenendo una parziale soddisfazione. «La

concessione si può revocare solo in condizioni di particolare gravità - ha sottolineato l'assessore Riccoboni -

e, per quanto grave sia la vostra, tuttavia non rientra tra le possibilità contemplate dalla legge. Solo dopo che

la Trevi e i proprietari avranno raggiunto un accordo, si potrà intervenire per consolidare il terreno e mettere

a posto il fabbricato. Ciò non significa - ha osservato l'amministratore comunale - che l'edificio tornerà come

prima ma che si raddrizzerà il più possibile, data la complessità dell'operazione. Solo una volta ultimata

questa fase, penseremo a cosa fare del parcheggio». Ventilata l'ipotesi di spostarlo altrove. A fine riunione la

parola è passata a Raffaella Poli, figlia di due sfollati. «L'amministrazione comunale avrebbe potuto fare di

Page 24: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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più», ha osservato la signora. Replica di Riccoboni: «Abbiamo fatto tutto quello che era di nostra

competenza».

Federica Cappellato

Il Gazzettino 21/12/2003 ↓ ↑ =

IL CANTIERE

In via IV Novembre, intanto, hanno rifatto l'asfalto. Nei prossimi giorni, invece, cioè nel momento in cui il

pavimento si sarà asciugato, saranno tracciate le linee bianche che delimiteranno gli spazi per la sosta delle

macchine. Una precedente ordinanza del Settore Mobilità imponeva la realizzazione di una serie di

parcheggi a pettine a ridosso del cantiere, riservati prevalentemente ai residenti. Adesso però che la

segnaletica orizzontale deve ancora essere fatta, la situazione è estremamente caotica a causa della sosta

"selvaggia", che in certi casi impedisce agli automezzi il transito nel "pertugio" che è stato aperto per coloro

che da Corso Vittorio Emanuele devono raggiungere via Configliachi.

«Abbiamo in animo - ha segnalato Tommaso Riccoboni, assessore ai Lavori Pubblici - di mettere a posto

anche i marciapiedi. Intanto i tecnici del settore Mobilità stanno predisponendo un progetto che disciplinerà

la sosta nella zona vicina al cantiere. Per poter lasciare le vetture bisognerà esporre l'autorizzazione rilasciata

a chi abita nella zona. D'altro canto la richiesta di poter disporre di posti per la sosta era arrivata proprio dai

residenti».

La prima ordinanza riguardante via IV Novembre risale al luglio del 2001: allora fu emesso un

provvedimento che imponeva il divieto di transito in tutta la zona vicina allo scavo realizzato dalla Trevi per

il parcheggio sotterraneo.

ni.co.

Il Gazzettino 19/12/2003 ↓ ↑ =

«Un calvario come La Fenice»

VIA IV NOVEMBRE Residenti e sfollati invitano ad un confronto amministratori e tecnici

comunaliTrascorsi tre anni dall'evacuazione degli edifici lesionati dallo scavo del park

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del dottor Giovanni Ugurgieri sulle condizioni di via IV

Novembre dove la Trevi Park sta realizzando un parcheggio sotterraneo.

Sono passati ormai tre anni da quel tranquillo 20 febbraio, il nostro percorso sembra identico a quello del

famoso teatro "La Fenice" di Venezia: cinque anni di burocrazia poi due anni di vera ricostruzione.

Noi vorremmo abbreviare i tempi, ci bastano i tre anni trascorsi nell'inutile burocrazia e passare ai fatti

concreti.

Siamo meno famosi della Fenice, non di molto, e pertanto riteniamo di poterci accontentare dei tre anni di

calvario, che non augureremo neanche al nostro peggior nemico: neanche alla Giustina Destro, per

intenderci.

Il nostro "peggior nemico" noi lo vorremmo amico, e pertanto domani, sabato, alle ore 15.30, abbiamo

invitato nella sala del Redentore della Parrocchia di S. Croce in Corso Vittorio Emanuele II tutti i residenti

di via IV novembre e dintorni, i responsabili del nostro quartiere n. 4, dal presidente Rosella Ferrara al

consigliere di opposizione della Lega Nord Daniele Buso, a tutto lo staff tecnico e politico del Comune di

Padova. Abbiamo già avuto conferma di partecipazione: l'assessore ing. Tommasi Riccoboni, il consigliere

dott. Giuliano Guerreschi, l'ing. Luigino Gennaro, l'ing. Claudio Zamboni, il dott. Davide Agostini, il dott.

Forestale Gianpaolo Barbariol. Sono i massimi responsabili del settore edilizio, delle strade, della mobilità e

traffico e del verde pubblico del Comune di Padova.

Page 25: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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Un summit importante, crediamo vivamente e finalmente, per far volare la nostra via IV Novembre come la

mitologica Fenice. Il clima natalizio fabuoni tutti, speriamo. L'invito contiene nove richieste, la decima è già

stata evasa dal Comune, asfaltando da pochi giorni l'intera via IV novembre.

Il Gazzettino 19/12/2003 ↓ ↑ =

Domani alle 15,30, nella sala del ...

Domani alle 15,30, nella sala del Redentore della parrocchia di Santa Croce, si riuniscono i residenti e gli

sfollati di via IV Novembre assieme ai rappresentanti del quartiere e dell'amministrazione comunale. I

residenti chiedono la revoca della concessione edilizia alla Trevi Park e l'assegnazione di un'altra area per il

parcheggio sotterraneo.

Il Gazzettino 21/11/2003 ↓ ↑ =

E su acqua!... Dopo l'accuratissima ...

E su acqua!...

Dopo l'accuratissima confezione in via IV Novembre del Ground Zero padovano (riapertura parziale della

strada, ripulitura del cantiere, riverniciatura del perimetro di cemento, cancellazione delle scritte oscene,

elegante illuminazione del passaggio pedonale) ad opera di tecnici specializzati di fama internazionale della

ditta Trevi Park, e dopo il piccolo Vajont cittadino di ieri sera, l'APS avrà certamente il suo bel da fare per

controllare l'intera rete idrica urbana. Ma sicuramente in via Cavazzana l'esplosione della tubatura è stata

l'effetto delle vibrazioni prodotte dal traffico, quelle stesse che fanno tremare di gioia i pavimenti e i cuori

dei residenti, perché, ad occhio e croce (oggi l'occhio del passante cade facilmente nella voragine piena di

operai), la grossa tubatura non è affatto molto vecchia, come si dice (e si scrive). Adesso probabilmente

l'assessore Menorello manterrà la sua esitante promessa d'istituire il senso unico nella 'sfortunata' via, per

tranquillizzare i cittadini preoccupati e recuperare qualche voto; ma questo risolverà solo in minima parte il

problema, a meno che invece non lo aggravi. La recentemente restaurata via Battisti sarà anche "gibbosa",

come lamentano gli abitanti che dopo le pioggie devono correre ad asciugare le loro cantine, ma di certo il

marciapiede di via Sanmicheli, rifatto circa un anno fa con grossi disagi dei passanti durante l'esecuzione dei

lunghi lavori, è una conca di raccolta dell'acqua piovana, al punto che i pedoni devono marciare sulla

carreggiata, a meno che non portino gli stivaloni di gomma (quand'è asciutto invece il marciapiede-pista

diventa un' ottima bretella per lo scorrimento del traffico motociclistico, naturalmente contromano). La

domanda è: chi controlla responsabilmente in questa città che i "lavori pubblici" vengano eseguiti 'ad opera

d'arte'? Chi garantisce la sicurezza? Risposta: probabilmente le Compagnie di Assicurazione, come dimostra

il caso di via IV Novembre (due milardi di lire per assicurare la rischiosa costruzione dell'autosilos,

probabilmente spesi per pagare gli avvocati della Trevi, che è stata assolta).

Giuseppe Ferraboschi

Padova

Il Gazzettino 20/11/2003 ↓ ↑ =

Il giudice archivia l'autosilo della Trevi

La nuova perizia ha escluso pericoli di crollo

Il parcheggio sotterraneo della Trevi Park, in via IV Novembre, finisce in archivio. Il provvedimento porta

la firma del giudice delle indagini preliminari Nicoletta De Nardus. Dal supplemento di consulenza tecnica

disposto dal sostituto procuratore Paola De Franceschi, affidata ai professori Alberto Burghignoli e Augusto

Desideri, dell'Università La Sapienza di Roma, e al professor Piero D'Ardia, dell'Università di Pescara, non

sono emerse significative discordanze rispetto alla precedente perizia: in sostanza, nessun pericolo di crollo

per gli edifici adiacenti al cantiere. L'ipotesi accusatoria formulata dalla Procura era il disastro colposo. Sei

le persone sottoposte ad indagine: Elvio Novellini, 52 anni, di Cesena, Roberto Vianelli, 52 anni, di Spinea,

Stefano Lovato, 41 anni, di Villafranca Padovana, Antonio Arienti, 39 anni, di Cesena, Marco Bertero, 64

Page 26: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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anni, di Forlì, Giovanni Pagotto, 50 anni, di Cervia. Tutti assistiti dall'avvocato Franco Antonelli. Ad avviare

l'inchiesta sulle lesioni patite dagli edifici confinanti lo scavo, ed in particolare su un condominio fatto

tempestivamente evacuare, era stato il sostituto procuratore Federico Prato. Alla luce delle consulenze

tecniche il magistrato aveva chiesto l'archiviazione del caso. Immediata l'opposizione degli abitanti di via IV

Novembre, tutelati dagli avvocati Emanuele Fragasso jr., Cesare Vanzetti e Riccardo Borsari, che avevano

contestato le conclusioni dei consulenti dell'accusa producendo gli elaborati redatti dai professori Siviero e

Mazzucato e dagli ingegneri Zoppellaro e Croce, che erano pervenuti a conclusioni diametralmente opposte.

Il giudice aveva perciò respinto la richiesta di archiviazione rimettendo il fascicolo alla Procura per un

supplemento di indagine. In seguito al trasferimento del magistrato che aveva avviato l'azione penale,

assegnato ad un importante incarico a Bruxelles, l'inchiesta era stata ereditata dalla collega De Franceschi.

Ma anche la perizia-bis non ha evidenziato un concreto pericolo di crollo degli edifici confinanti con lo

scavo del garage sotterraneo. «Il fenomeno che ha interessato il fondo dello scavo dell'autosilo non ha

prodotto crollo o rovina degli edifici circostanti o dei loro elementi strutturali principali». Questo sostengono

gli esperti: il fenomeno si sarebbe in ogni caso stabilizzato prima che le conseguenze comportassero

irreparabili danni ai fabbricati confinanti. Quindi, mancando l'elemento oggettivo del reato, l'accusa in

giudizio non sarebbe sostenibile: di qui l'archiviazione dell'inchiesta. E la Trevi - ignorando la prescrizione

dei giudici civili che intimava il deposito di una cauzione di 3 milioni di euro a garanzia di eventuali futuri

danni - i lavori sono ripresi.

Il Mattino di Padova 20/11/2003 ↓ ↑ =

Rivissuto l'incubo di via IV Novembre

Sono passati oltre due anni e in via Cavazzana si rivive l'incubo del crack di via IV Novembre (nella foto).

Anche ieri sera, come allora, le parole sono state le stesse: «Come una scossa di terremoto, le case hanno

tremato». Sono state queste le parole usate dai residenti per descrivere il «tremolio» del palazzo rosso via IV

Novembre 9 avvenuto alle alle 19.30 del 20 febbraio 2001. Una lunga e larga crepa dal marciapiede al

quarto piano dell'edificio. Di quella voragine la zona sta ancora portandone le «cicatrici» e le famiglie sono

ancora sfollate. Un dissesto idrogeologico insorto durante i lavori della Trevi Park, impegnata a costruire un

parcheggoio sotterraneo in una zona dove un tempo scorreva un fiume. All'improvviso si era formato un

pozzo enorme, di venti metri di diametro, ovvero il sito del futuro parcheggio sotterraneo. Il pm dell'epoca,

Federico Prato, aprì subito un'inchiesta per disastro colposo (articolo 449 del codice penale) al fine di

accertare le cause dello spostamento e inclinamento della palazzina con 14 appartamenti. Dall'oggi al

domani, 25 persone vennero evacute.

Il Mattino di Padova 06/11/2003 ↓ ↑ =

E' giusto trattare così i cittadini?

Lo scavo di via IV Novembre è stata un'operazione sciagurata da tutti i punti di vista, culminata in un

dissesto ambientale con sgombero immediato di due condomini. La notte del 20 febbraio 2001 i miei

genitori Vanda e Vittorio Poli, ottantenni, furono strappati dalla loro casa e da quella sera non vi hanno mai

più fatto ritorno. Un trauma profondo che non si cancellerà mai dalla loro vita, specialmente considerando la

loro età.

Da allora ebbe inizio per noi il tormento di un'attesa che a quanto pare non ha fine. A questa situazione già

di per sé drammatica, è stata aggiunta della sofferenza che poteva essere evitata. Spinti dall'assoluto bisogno

di trovare una sistemazione urgente, abbiamo accettato un appartamento ammobiliato del cui affitto si fece

carico la ditta Trevi. Se avessimo capito che non si trattava di pochi mesi ma di anni, non avremmo mai

accettato quella soluzione. Che senso ha che i miei genitori, oltre che strappati dalla loro casa, vivano

lontano dalle loro cose, i mobili e i ricordi che costituivano il loro mondo? E' questa una crudeltà inutile che

poteva essere evitata. Ma non lo abbiamo capito. Né da parte dell'amministrazione comunale è stato fatto

alcuno sforzo per farci capire la nostra reale situazione.

Ma per dire «Ci siamo ficcati in una situazione gravissima, che si trascinerà, se tutto va bene, per dieci anni»

ci voleva lealtà, ci voleva coraggio, e sicuramente era molto più conveniente vaneggiare di una rapida

soluzione, annunciare prodigi della tecnica e descrivere il tutto come uno sventurato incidente che era lì lì

Page 27: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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per essere risolto. E in fondo, di due persone anziane, che non hanno neppure la forza di difendere

personalmente i loro diritti, e nessuno ha neanche mai visti, chi se ne importa? Ora la faccio io una semplice

domanda: «In un Paese che vuol dirsi civile, è giusto trattare le persone così?»

Raffaella Poli figlia di Vittorio e Vanda Poli sfollati di via IV Novembre Padova

Il Gazzettino 05/11/2003 ↓ ↑ =

lo scavo di via IV Novembre è stata ...

lo scavo di via IV Novembre è stata un'operazione sciagurata da tutti i punti di vista, culminata in un

dissesto ambientale con sgombero immediato di due condomini. Quella notte del 20 febbraio 2001 i miei

genitori Vanda e Vittorio Poli, ottantenni, furono strappati dalla loro casa e da quella sera non vi hanno mai

più fatto ritorno. Un trauma profondo che non si cancellerà mai dalla loro vita, specialmente considerando la

loro età. Da allora ebbe inizio per noi il tormento di un'attesa che a quanto pare non ha fine. A questa

situazione già di per sé drammatica, è stata aggiunta della sofferenza che poteva essere evitata. Spinti

dall'assoluto bisogno di trovare una sistemazione urgente, abbiamo accettato un appartamento ammobiliato

del cui affitto si fece carico la ditta Trevi. Se avessimo capito che non si trattava di pochi mesi ma di anni,

non avremmo mai accettato quella soluzione. Che senso ha che i miei genitori, oltre che strappati dalla loro

casa, vivano lontano dalle loro cose, i mobili e i ricordi che costituivano il loro mondo? È questa una

crudeltà inutile che poteva essere evitata. Ma non lo abbiamo capito, ne' da parte dell'amministrazione

comunale è stato fatto alcuno sforzo per farci capire la nostra reale situazione. Ma per dire: ci siamo ficcati

in una situazione gravissima, che si trascinerà se tutto va bene per dieci anni ci voleva lealtà e coraggio, e

sicuramente era molto più conveniente vaneggiare di una rapida soluzione, annunciare prodigi della tecnica

e descrivere il tutto come uno sventurato incidente che era lì lì per essere risolto. E in fondo, di due persone

anziane, che non hanno neppure la forza di difendere personalmente i loro diritti, non vanno a dibattiti, e

nessuno li ha neanche mai visti, chi se ne importa? Ora la faccio io una semplice domanda: In un paese che

vuol dirsi civile, è giusto trattare le persone così?

Raffaella Poli

Il Gazzettino 01/11/2003 ↓ ↑ =

Via IV novembre, tornano le ruspe

CITTÀ GIARDINO La Trevi Park ha ripreso i lavori, non per completare il parcheggio ma per sistemare

l'areaSopralluogo dell'on. Ruzzante: «Case nuovamente in pericolo». Annunciato un blitz delle Iene

La Trevi Park ha ripreso gli interventi all'interno del cantiere di via IV Novembre. Non per continuare i

lavori di costruzione di uno dei parcheggi più contestati d'Italia, quanto per sistemare una zona, ora

dissequestrata, per lungo tempo abbandonata a se stessa. Ruspe tornate in azione e i residenti alzano la voce

mentre sette nuclei familiari, prevalentemente composti da anziani (alcuni inabili) fino all'inizio del 2001

domiciliati nell'ala A, continuano a stare in affitto in appartamenti sparsi per la città e gli inquilini dei corpi

B e C, pur vivendo sotto il proprio tetto, devono fare i conti con garages e cantine ancora off limits.

«Vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai residenti per non farli sentire soli e abbandonati dalle

istituzioni. E' possibile che gli abitanti di questo stabile - si chiede Piero Ruzzante (Ds) che ieri li ha

incontrati - non siano informati da parte dell'amministrazione comunale su quello che si intende fare del

cantiere e soprattutto sulla loro prospettiva personale? Quando potranno tornare nelle loro case?». Ruzzante

ha proposto la creazione di un tavolo istituzionale che veda partecipi i residenti del palazzo, i loro legali, i

rappresentanti della Trevi e dell'amministrazione comunale. «I cittadini che hanno subito il danno ora

devono sopportare la beffa - osserva l'onorevole - Si rischia la ripresa di lavori che potrebbero produrre

nuovi dissesti e cedimenti, senza contare che in questi giorni sono state denunciate nuove crepe in edifici di

via Configliachi». Far tramontare l'ipotesi del parcheggio: questa la richiesta avanzata da Ruzzante al

Comune per chiudere definitivamente una vicenda che nel prossimo febbraio compirà tre anni. In quest'arco

di tempo, due residenti avanti con l'età sono deceduti. «Via IV Novembre è stata un'operazione sciagurata

sotto ogni profilo - sottolinea Raffaella Poli, figlia di Vittorio e Vanda, "terremotati di casa nostra" - ma

un'amministrazione si giudica anche da come gestisce gli errori». E mentre il gruppo consiliare dei Ds

Page 28: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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presenterà in Consiglio comunale un ordine del giorno per sollecitare una soluzione all'annosa questione,

l'assessore ai lavori pubblici Tommaso Riccoboni fa il punto sulla situazione: «Con i lavori di questi giorni

vogliamo ridurre il disagio dei residenti e mettere ordine in una zona da tempo abbandonata, creando un

passaggio pedonale ed eventualmente un varco per far transitare le auto. Al fine di consolidare il palazzo, e

quindi farlo tornare abitabile, dobbiamo avere l'assenso esplicito dei residenti. Per riprendere i lavori -

sottolinea Riccoboni - abbiamo bisogno che gli abitanti e la Trevi Park trovino un accordo. In tal caso ci

vorrebbero dai 6 agli 8 mesi per sistemare l'edificio. Solo dopo questo intervento, valuteremo cosa fare del

parcheggio». Intanto è previsto un nuovo blitz delle "Iene" che da anni seguono la vicenda, televisivamente

parlando.

Federica Cappellato

Corriere del Veneto 01/11/2003 ↓ ↑ =

« Via IV novembre, il Comune ci ignora »

I residenti: l'impresa che costruisce il parcheggio spera di comprare il palazzo a prezzi irrisori

PADOVA - « Il Comune di Padova ha abbandonato gli abitanti di via IV novembre » .

L'accusa parte dal deputato Ds Piero Ruzzante, che ieri mattina ha incontrato le famiglie che da quasi tre

anni hanno dovuto lasciare il proprio appartamento in seguito al crollo che si è verificato durante i lavori per

la costruzione di un parcheggio sotterraneo. « Da una decina di giorni il cantiere che è stato all'origine di

tanti problemi è stato dissequestrato - spiega Ruzzante - Ma nessuno dell'amministrazione ha avuto il tempo

di annunciare la novità ai residenti della zona. Il Comune ora deve spiegare se ritiene ancora opportuna la

realizzazione del parcheggio » . « La settimana scorsa in alcune case della vicina via Confligliacchi si sono

aperte delle crepe, tanto che sono intervenuti i vigili del fuoco - continua il deputato - Mi chiedo se anche

questi fenomeni hanno una relazione con le attività del cantiere » . I Ds presenteranno in consiglio comunale

un ordine del giorno perché venga istituito un tavolo di confronto tra l'amministrazione, il comitato dei

residenti e la ditta Trevi, titolare dell'appalto per la realizzazione del parcheggio, con l'obiettivo di stabilire

un adeguato risarcimento economico a quanti hanno dovuto lasciare i propri appartamenti.

« Mentre la giunta fa finta di niente, la Trevi fa il possibile per posticipare i tempi della soluzione - denuncia

Giovanna Burloni, una degli inquilini - Perché spera, sfruttando la nostra stanchezza, di risolvere tutto

acquistando il palazzo a prezzi risibili » . P. B. EVACUATA Una delle palazzine evacuate durante lo scavo

del parcheggio di via IV novembre

Il Mattino di Padova 15/10/2003 GIULIANO DORO ↓ ↑ =

Via i sigilli, sono pronte le ruspe

Ma intanto la società non versa la cauzione al Tribunale

Una settimana fa Antonio Arienti, procuratore speciale della società cesenate Trevipark, ha firmato il

verbale di dissequestro penale del residence di via IV Novembre. A due anni e otto mesi dal crollo

dell'edificio di Città Giardino, con questo provvedimento la possibilità di tornare alla normalità non è

soltanto un'ipotesi. Da un anno e mezzo è pronto un nuovo progetto ma prima che le benne delle ruspe

riprendano il lavoro, la Trevi dovrà versare al Tribunale una cauzione sei miliardi di vecchie lire.

Ora si apre una partita a scacchi. Sul tavolo del magistrato c'è un'ulteriore istanza avanzata dall società

quotata in Borsa perchè venga modificata la «causale» della cauzione. Il giudizio è stato sospeso in attesa

dell'esito delle trattative. Che da un bel po' si sono configurate in rigide posizioni di concetto.

«La situazione si è ulteriormente articolata per cui non saprei davvero ipotizzare cosa potrebbe accadere

domani, di sicuro è che noi siamo pronti a riprendere il lavoro per completare l'opera rispristinando l'area».

L'avvocato Giampaolo Belloni, che assiste i 26 condomini «sfollati», fa invece intendere che non si deroga

dalle cauzione. Tout court.

Ecco il senso dell'appello di Arienti. «L'inchiesta sulle responsabilità del crollo ha appurato come la Trevi

abbia operato correttamente e questo è un primo aspetto di chiarezza» attacca. E continua: «Tuttavia oggi

non possiamo non rilevare come la vicenda sia stata purtroppo strumentalizzata da quanti hanno dichiarato

un benchè remoto interesse impedendo ogni soluzione».

Page 29: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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In via extragiudiziale tre degli otto proprietari nel corpo A (sette appartamenti e un negozio) hanno già

raggiunto un accordo con la società di Cesena. Ma rimane un'altra trentina di posizioni da definire. Da

Roma, dove si trovava ieri, l'assessore Riccoboni si è detto fiducioso in una rapida ripresa dei lavori.

Arienti però divide i condomini in due gruppi. «Quelli del corpo A che sono stati evacuati e che hanno patito

molti disagi e tutti gli altri, quelli che hanno fatto ostruzionismo e basta - dice -. La Trevi non si è mai

nascosta ma le nostre proposte sono state strumentalizzate e perciò sono stati persi due anni e mezzo di

tempo». La proposta di soluzione tecnica prospettata dalla società è stata valutata dai due tecnici del

Comune che l'hanno in parte modificata. «Torneremo a formulare le nostre soluzioni ai residenti - annuncia

Arienti -, ma i proprietari non ci hanno mai risposto mantenendo un tacito disaccordo».

I residenti si stanno organizzando per impedire la realizzazione del park...

«Auspico che a prevalere sia il buonsenso e confido che anche il Comune faccia la sua parte altrimenti non

si va da nessuna parte. Tuttavia siamo disposti a valutare ogni proposta. Se ci arrivasse...».

Pagherete la cauzione?

«Così come è congenata ora, credo di no».

Il Gazzettino 14/10/2003 ↓ ↑ =

I disastrati e gli sfollati di ...

I disastrati e gli sfollati di via IV Novembre vengono considerati meno delle proprie "scoasse", 120 miliardi

delle vecchie lire per le immondizie dei padovani, contro danni per decine di miliardi sulle spalle dei

residenti di via IV Novembre, provocati, dal devastante primo progetto promosso dalla Amministrazione

Destro all'indomani del suo insediamento. Un contratto sottoscritto dal Comune di Padova e dalla Ditta

Trevi Park con l'intento di realizzare i primi garages sotterranei a Padova, il risultato, a tutti ben noto, si è

avuto il 20 febbraio 2001 con il cedimento di un palazzo e il lesionamento di altre decine. Ora la nostra

Sindaco si ripropone, alla scadenza del suo mandato, per elencarci nuovi mille e uno progetti per Padova,

che vanno dalla realizzazione del tram al nuovo sistema di raccolta delle nostre sempre più care, anzi

carissime immondizie. La lettera aperta della Destro sottolinea: "...proseguendo il dialogo e il confronto

aperto e trasparente che ci ha caratterizzato sino ad oggi.." e più avanti conclude affermando: "...l'istituzione

comunale si farà sempre portavoce delle esigenze dei cittadini". Noi residenti di via IV Novembre, da quasi

tre anni, non siamo quindi più considerati cittadini di Padova: pertanto alle elezioni amministrative che si

terranno la prossima primavera, sceglieremo un Sindaco che ci rappresenti realmente e sappia portare a

termine i suoi "Progetti" rimediando con immediatezza anche ad eventuali "incidenti di percorso". È

indefinibile l'atteggiamento assunto dall'Amministrazione Comunale di Padova che continua a rimanere

sorda a tutte le sollecitazioni e a tutti gli appelli che decine di famiglie, tra sfollati e seriamente danneggiati,

continuano a rivolgere. Forse il nostro Sindaco punta sull'eliminazione fisica di noi residenti, già tre non ci

sono più e alcuni eredi hanno già ceduto l'abitazione alla Trevi Park.

I residenti e gli sfollati

di via IV Novembre

Il Mattino di Padova 22/08/2003 FELICE PADUANO ↓ ↑ =

Via IV novembre, torna la paura

Un fontanazzo all'incrocio, arriva l'Aps e transenna la zona

Intorno al «lago morto» che si è formato all'interno del maxi-parcheggio sotterraneo con 72 posti-auto che

stava per essere costruito all'incrocio tra le vie Configliachi e IV Novembre, a Città-Giardino e che il 20

febbraio 2000 ha causato il dissesto geologico di una palazzina di quattro piani, è scoppiata una nuova

emergenza. All'angolo ovest dell'incrocio si è improvvisamente formato un fontanazzo. Un nuovo segnale

pericoloso che ha spaventato non poco i residenti.

Dopo l'emersione del fontanazzo sono stati immediatamente chiamati il Comune ed anche i tecnici dell'Aps,

intervenuti non appena hanno ricevuto l'allarme. Il Comune ha deciso il transennamento dell'area e fatto

eseguire dall'Aps anche un lavoro di bonifica sugli alberi coinvolti.

Intanto dopo due anni e mezzo dallo sgombero di tutti gli abitanti del palazzo, cosiddetto della «Scala A», i

residenti non conoscono ancora il loro destino. Da un lato la società che ha ottenuto l'autorizzazione a

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costruire il parking, prima dalla Giunta Zanonato e dopo dall'Amministrazione guidata dalla Destro, la

«TreviPark» di Cesena che è parte di una multinazionale delle costruzioni, sta facendo di tutto per portare a

termine la realizzazione del parcheggio underground; dall'altro lato c'è la resistenza dei residenti, compresi

quelli della palazzina della Scala B (che non presenta alcuna lesione ndr), che non si stancano di dire che il

parcheggio non s'ha da fare perché continuerebbe a provocare ulteriori dissesti idrogeologici. Naturalmente

in tale contenzioso tra le due parti, che dura da oltre due anni e che è finito diverse volte anche alla ribalta

delle televisioni e della stampa nazionale, predomina pur sempre la decisione della magistratura padovana,

che a tutt'oggi non ha ancora eliminato il vincolo del sequestro giudiziario del cantiere.

D'altronde la posizione della Trevi è oramai nota a tutti gli addetti a lavori. La società di Cesena ha gia

acquistato, naturalmente a prezzi stracciati, due appartamenti dai sette proprietari del condominio della Scala

A. Per una terza abitazione la trattativa è già stata aperta. La strategia della Trevi, a questo punto, sembra

essere molto chiara: la società intende comprare tutti gli appartamenti del condominio A (quello lesionato)

per poi potere avere carta bianca nell'ultimazione dei lavori per la realizzazione del contestato parcheggio

sotterraneo. Ieri mattina abbiamo effettuato una visita al «lago morto» e siamo venuti a conoscenza di

particolari inediti, a dir poco interessanti. «Siamo davanti ad una vicenda paradossale - dice Renato Finesso,

fratello di Leonino, uno dei residenti nella Scala A, deceduto poco tempo fa -. Anche per pagare la parcella

di 20.000 euro ai nostri avvocati difensori, noi eredi siamo costretti a vendere ad un prezzo modesto

l'abitazione di mio fratello alla stessa società, che ha causato i danni. Secondo voi questa la chiamate

giustizia?». Anche la signora Bianca Jacopetti, 83 anni, madre del musicista Jacopo, residente all'ultimo

piano del condominio della Scala B, è arrabbiatissima. «Mai vista una vergogna simile - dice l'anziana

donna -. Non capisco perché sia il Comune che la società Trevi insistono a volere terminare i lavori del

parcheggio sotterraneo. E nessuno ci informa in modo chiaro. E' proprio vero che il lago dentro il buco non

può essere eliminato perché i palazzi limitrofi subirebbero altri danni? Perché dovremmo sopportare ancora

a lungo una situazione del genere, che da maggio ci sta regalando una valanga di zanzare tigre ed ulteriori

inquietudini? Sono stanca di vivere gli ultimi anni della mia vita in queste condizioni. Ho deciso di vendere

il mio appartamento ed andare a vivere altrove. Prima del fattaccio mi avevano offerto un miliardo di

vecchie lire. Oggi, purtroppo, il valore reale è stato deprezzato. Dovrei perderci minimo il trenta per cento.

Non è giusto.»

Il Mattino di Padova 22/08/2003 ↓ ↑ =

Febbraio 2001, è l'inizio dell'incubo

Sigilli al cantiere, poi dissequestrato. Una lunga battaglia giudiziaria

L'incubo di via IV Novembre inizia il 20 febbraio 2001, quando un sifonamento provocato dai lavori di

costruzione di un autosilos sotterraneo di 72 posti auto, affidato alla ditta «Trevi Park» di Cesena, fa

smottare il terreno ed inclina il corpo A del civico 9 di 15 centimetri. Crepe nelle case ed anche in strada. Il

cantiere è subito messo sotto sequestro e gli abitanti della «Scala A» costretti ad abbandonare le loro case. E'

l'inzio della loro odissea. La Trevi assicura il risanamento del terreno e delle case danneggiate a proprie

spese, ma la magistratura impone i sigilli al cantiere e apre un fascicolo sul caso con l'accusa di disastro

colposo. I cittadini del condominio lesionato si riuniscono in un comitato che invia un'esposto in Procura sul

caso. Ma dopo qualche mese il cantiere è dissequestrato e gli indagati prosciolti.

Nel tentativo di stabilizzare la situazione, dopo che si sono registrati movimenti del palazzo per sei

millimetri al mese, si iniettano nel terreno robuste quantità di cemento. Ma un anno dopo il primo incidente,

i tecnici della Trevi, tornati al lavoro, nel trivellare il terreno nella zona circostante il silo provocano un

secondo allagamento rompendo una tubatura. Un pomeriggio di allagamento e grande spavento per i

cittadini ma per fortuna nessun ferito e danni non significativi.

Il 22 ottobre 2002 la giunta stanzia 14.309 euro per i residenti, ma il comitato si lamenta di non trovare

nell'amministrazione comunale un interlocutore valido. Sul fronte giudiziario dopo una serie di perizie,

l'ultima, affidata a due professori dell'Università «La Sapienza», ha stabilito che non ci sono pericoli di

crollo del palazzo A. Ad oggi due dei sette proprietari di appartamenti nello stabile sgomberatohanno

venduto il proprio appartamento alla «Trevi», le altre cinque famiglie sono ancora sfollate, in attesa che il

procedimento giudiziario arrivi a conclusione e possano essere iniziati i lavori di ristrutturazione del

palazzo. Continuano a vivere in condizioni fortemente disagiate gli inquilini delle scale B e C. (c.ma.)

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Il Gazzettino 08/07/2003 ↓ ↑ =

«Attenti all'acqua, anche Giotto è in pericolo»

RESTAURI Sopralluogo del professor James Beck al cantiere abbandonato in via IV novembre. Al suo

fianco l'architetto De Simone Per lo storico dell'arte i carotaggi prima degli scavi per il parcheggio sono stati

insufficienti, proprio come atto

Non è la prima volta che il professore James Beck, natali e carriera in Usa, moglie della Val d'Aosta e casa

in Toscana, presidente di Artwatch, critica l'operato del Comune padovano nei confronti di Giotto. Presi di

mira non solo il restauro degli affreschi, ma la staticità stessa della cappella degli Scrovegni, minacciata a

suo dire dall'acqua su cui l'edificio trecentesco poggerebbe. Questa volta a dargli man forte non è solo

l'architetto padovano Fernando De Simone, specializzato in costruzioni sotterranee, ma il cantiere ancora

aperto, o meglio bloccato, in via IV novembre. «Non sono un ingegnere nè un architetto, ma uno storico

dell'arte - ha ribadito ieri il professore davanti alle residenti del condominio al civico numero 9, squassato

dagli scavi per la realizzazione del famigerato parcheggio sotterraneo - Lo sanno tutti che la vostra è una

città d'acque e che ogni volta che si va sottoterra c'è pericolo. Qui in via IV novembre i carotaggi per tastare

il terreno sono stati insufficienti, appena due. La stessa sorte è toccata alla cappella degli Scrovegni: sono

bastati un paio di buchi per rassicurare il Comune, al punto da fargli costruire anche l'ingresso "tecnologico".

Nemmeno io sono in grado di affermare con sicurezza che gli affreschi giotteschi sono a rischio per colpa

dell'acqua, ma nessuno finora ha potuto provare il contrario».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'architetto De Simone: «Io invece sono un esperto in materia, visto che ho già

lavorato per i norvegesi nel realizzare un tunnel per auto 260 metri sotto il livello del mare del Nord: è

consuetudine riservare ai sondaggi un 10 per cento del budget previsto per un progetto che richiede scavi in

profondità. Nel caso del parcheggio a città Giardino dei circa 30 miliardi stanziati 3 dovevano essere dunque

utilizzati per i carotaggi, non poco più di 200 milioni, sufficienti a tastare due punti al centro della strada e

nulla più. Idem per gli Scrovegni: il povero professore Illiceto si è dovuto arrangiare con una settantina di

milioni. Sono bastati per due "buchetti" a venti metri dalla chiesetta. Finchè a Padova scorrevano i canali era

in vigore una "disciplina" delle acque. Oggi che sono quasi tutti interrati non c'è più alcuna verifica,

riservata solo alle fognature».

L'informale sopralluogo del professor Beck, incredulo di fronte al cratere occupato da anni da acqua

stagnante, ha trovato compatte le residenti del condominio irrimediabilmente danneggiato dagli scavi: «La

ditta Trevi non si è fatta più vedere se non per speculare ed acquistare due appartamenti. A nulla valsero le

nostre proteste prima e durante i lavori, nessuno qui aveva richiesto quel garage. E ora? Subiamo l'invasione

delle zanzare e il degrado dell'intera via, mentre continuiamo a pagare l'Ici. Con una lettera portata a mano al

sindaco abbiamo almeno chiesto la restituzione della tassa. Staremo a vedere».

Di fronte, al civico 10, in una bella palazzina degli anni 20, una signora, soprannominata fin da ragazza

"chiodo" per la sua risolutezza, ha paura delle crepe che continuano ad affiorare sotto la carta da parati e sul

soffitto di una cappellina dedicata a padre Leopoldo, copia in miniatura di quella del vicino santuario:

«Questa via una volta si chiamava guarda caso Acquette. Vi dice niente?»

Caterina Cisotto

Corriere del Veneto 08/07/2003 ↓ ↑ =

I residenti: « Da noi cadono delle pietre »

IN VIA IV NOVEMBRE Due anni fa gli scavi.

Poi il terreno ha ceduto PADOVA - Sono passati più di due anni. Ma dalla sera del 20 febbraio 2001

quando, a causa degli scavi per la realizzazione di un parcheggio interrato, il terreno è ceduto non è

cambiato nulla. Al civico 9 di via IV Novembre il condominio più danneggiato dallo smottamento ( nella

foto) è ancora sotto sequestro da parte delle forze dell'ordine. Le sette famiglie che ci vivevano da allora

abitano in piccoli mini- appartamenti arredati il cui affitto viene pagato dalla Trevi, la ditta che si occupava

dei lavori. « Ogni tanto sentiamo cadere qualche pietra - commenta la signora Anna Tartini, proprietaria di

Page 32: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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un appartamento nell'immobile di fronte - inutili sono le nostre telefonate al Comune: non ci degnano

nemmeno di una risposta » .

Qualche mese fa, il sindaco - spiegano i residenti della via- aveva promesso di venire almeno a vedere la

nostra situazione. Non se ne è più saputo nulla. Anche della possibilità, da parte dell'amministrazione di

togliere la concessione alla ditta Trevi sull'area ora cantierata nessuno ha più avuto notizie. Eppure la

clausola sul contratto c'era: « Qualora il cantiere dovesse procurare danni, il Comune dovrà togliere la

concessione » . Il Comune ha ceduto il terreno alla ditta Trevi per un periodo di novantanove anni. « Ci

fanno comunque pagare l'Ici - commenta Maria Gabriella Gio - ma i nostri garage e le nostre cantine sono

ancora tutti sequestrati » . Mancano controlli - denunciano gli abitanti - nessuno fa le pulizie, l'entrata del

cantiere è stata più volte forzata, all'interno del cantiere se ne sta un'ampia pozza d'acqua putrida profonda

una quindicina di metri. « Per noi non s'è fatto nulla - commenta Anna Tartarini - nel frattempo però il

Comune già pensa a costruire altri parcheggi sotterranei.

E il sindaco ha avuto dice che il parcheggio di via IV novembre verrà portato a termine » . E. C.

Il Gazzettino 13/06/2003 ↓ ↑ =

VIA IV NOVEMBRE

Invasione di zanzare in via IV Novembre dove ormai da oltre due anni i residenti convivono con un incubo

che fatica ad abbandonarli: un "pozzo" d'acqua ormai fetida e puzzolente. Avrebbe dovuto essere un

parcheggio sotterraneo multipiano, invece è una malsana e antigienica piscina a cielo aperto, ricettacolo di

zanzare e insetti che, con questo caldo, stanno letteralmente assalendo le famiglie dei palazzi circostanti.

Tant'è vero che il "Comitato di via IV Novembre" - costituitosi all'indomani dello smottamento che costrinse

a sfollare ventun famiglie del caseggiato al civico 9, poi in parte rientrate nei loro appartamenti anche se 7

sono attualmente in affitto altrove - ha contattato l'Usl 16, il Comune e l'Arpav per sollecitare una

disinfestazione. «Finora non si è presentato nessuno, un immobilismo che ricalca - lamenta Giuditta Brattini,

portavoce del Comitato - l'andamento della situazione generale. Per gli sfollati e i residenti, che continuano a

non poter usufruire di cantine e garages tuttora sotto sequestro, non ci sono miglioramenti in vista». Ora ci si

è messo pure il caldo che sta rendendo insostenibile un quadro già di per sè precario. «Siamo invasi dalle

zanzare tanto che dobbiamo stare tutto il giorno con le finestre chiuse. Con queste temperature tropicali gli

insetti si moltiplicano e l'acqua marcia e puzzolente è diventata insopportabile. E che dire - denuncia una

residente, Franca Merlin - dei topi che scorazzano per il giardino e nei garages? Se qualcuno desidera

conoscere il terzo mondo, non è necessario che vada in Africa, è sufficiente che venga qui, al numero 9 di

via IV Novembre. Dopo estenuanti trattative con la ditta Trevi, costruttrice dell'autosilos, e con il Comune,

non sappiamo più a chi rivolgerci». Le fa eco un'altra inquilina, Tiziana Zoppellaro: «A metà marzo

abbiamo incontrato il sindaco e l'assessore Riccoboni: tante promesse ma finora non è cambiato nulla.

Intanto qui è diventato un immondezzaio: la notte la zona è completamente buia e gli extracomunitari

vengono a dormire nelle panchine di fianco al pozzo pieno d'acqua. Il giornalaio a pochi metri da qui è già

stato derubato due volte. Via Anelli verrà risanata, e via IV Novembre?» Intanto i residenti del palazzo sono

nuovamente trasaliti quando, un paio di settimane fa, hanno sentito per un'intera giornata un insistente

rumore di calcinacci che cadevano all'interno della visibile crepa tra le scale A e B, causata dallo

smottamento del terreno in un lontano 20 febbraio 2001.Federica Cappellato

Il Gazzettino 23/04/2003 ↓ ↑ =

VIA IV NOVEMBRE

Le sei famiglie sono ancora "sfollate". Nella voragine ci sono sempre quindici metri d'acqua, a coprire un

abisso inquietante, che ha trasformato quella che era una zona di pregio in un'area degradata. In via IV

Novembre due anni dopo non è cambiato nulla. Sembra che il tempo si sia fermato a quel pomeriggio di

febbraio del 2001 quando il palazzo ubicato al civico 9 si è inclinato in avanti, in seguito a uno

"smottamento" provocato dalla Trevi, la ditta che stava realizzando un parcheggio sotterraneo.Qual è adesso

la situazione? La vicenda è nelle mani dei legali dei proprietari degli appartamenti da una parte e

dell'impresa dall'altra. Che non riescono a trovare un punto d'accordo. I vertivi della Trevi si sono dichiarati

disponibili ad effettuare le iniezioni di malta nelle fondamenta della palazzina per rimetterla in sesto. Ma i

titolari degli immobili, giustamente, pretendono delle garanzie economiche, per tutelarsi nel caso

l'operazione non avesse esito, o, nella peggiore delle ipotesi, provocasse addirittura il crollo del condominio.

Page 33: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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«Vorrei davvero poter far qualcosa - ha osservato Tommaso Riccoboni, assessore comunale ai Lavori

Pubblici - ma il Comune non ha alcun titolo nè per intervenire sull'impresa, nè per indurre i proprietari ad

accettare le proposte della Trevi. Abbiamo cercato di fare tutto quanto era nelle nostre possibilità, come ad

esempio rimborsare l'Ici e la Tarsu. Abbiamo inoltre imposto alla ditta di sistemare dapprima il palazzo e poi

di andare avanti con i lavori per ultimare il parcheggio. Inoltre stiamo cercando di fare in modo che l'area

non paghi ulteriormente lo scotto di questa situazione: per renderla più gradevole è stata installata una nuova

illuminazione, sistemato il verde ed effettuati altri interventi di manutenzione. Come Amministrazione non

abbiamo nulla da rimproverarci, tanto è vero che sono stati profumatamente pagati anche tre professionisti

incaricati di prendere in esame i progetti di ripristino proposti dalla Trevi. Purtroppo siamo in una pericolosa

fase di stasi che, con i tempi giuridici che ci sono in Italia per le cause civili, rischia di protrarsi per parecchi

anni». «Per rimettere in asse l'edificio - ha concluso Riccoboni - potrebbero bastare un paio di mesi. Anche

se indubbiamente si tratta di un intervento delicato che deve essere effettuato con la massima cautela». Gli

strumenti che controllano la situazione negli ultimi sei mesi non hanno più rilevato "spostamenti"

dell'edificio".

Ni.Co.

Il Gazzettino 19/02/2003 ↓ ↑ =

Due anni: vergogna

VIA IV NOVEMBRE Amaro anniversario per gli sfollati di casa nostra Nulla è cambiato.

Un "profugo" nel frattempo è morto

Il nostro terremoto, ossia la voragine di via IV Novembre, due anni dopo. Amaro anniversario, domani, per

gli sfollati di casa nostra. Era la sera del 20 febbraio 2001 quando, a causa dei lavori per la costruzione di un

parcheggio sotterraneo da parte della ditta romagnola "Trevi Park", il terreno sotto il civico numero 9

cedette: 21 famiglie furono costrette ad andarsene da casa. Quattordici, delle scale B e C, vi fecero ritorno

dopo i controlli di rito. Per i sette nuclei familiari dell'ala A il permesso di riprendere possesso dei propri

appartamenti non arrivò mai. Dopo due anni di speranze e delusioni, alla rabbia è subentrata la

rassegnazione. Nel frattempo un residente del corpo A, l'ingegnere Leone Finesso, è deceduto senza poter

tornare nella sua casa, e una famiglia ha venduto l'appartamento alla Trevi. Gli altri nuclei sono in affitto in

abitazioni sparse per la città.

A PAGINA IV

Il Mattino di Padova 01/02/2003 ↓ ↑ =

Via IV Novembre: nessun pericolo

Depositata l'ultima perizia sugli edifici davanti all'autosilos

La magistratura si era affidata ad un pool di esperti dopo i pareri contrastanti dei tecnici di parte

Nessun pericolo di crollo per gli edifici di via IV Novembre. Lo ribadisce anche il supplemento della

consulenza tecnica, che è stato depositato alcuni giorni fa in Procura. E' l'ultimo atto dell'inchiesta che

riguarda il crollo avvenuto nella notte del 20 febbraio 2001, quando il corpo A della palazzina al civico 9

cedette d'improvviso. Di fronte c'era il cantiere del garage sotterraneo di sette piani...

Su incarico del pubblico ministero Paola De Franceschi e del capo della Procura Pietro Calogero, un pool di

esperti aveva il compito di verificare il cantiere dell'impresa Trevipark di Cesena. Si tratta di due docenti

dell'Università La Sapienza di Roma specializzati in geotecnica (Alberto Burghignoli e Augusto Desideri)

affiancati da Piero D'Asdia, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università di Pescara. I magistrati

avevano affidato loro il compito di stabilire se gli edifici di via IV Novembre (danneggiati dal cantiere)

hanno riportato fenomeni di crollo o rovina delle fondamenta o di altre strutture. L'indagine prima di passare

nelle mani del pm De Franceschi era coordinata da un altro magistrato, Federico Prato. I consulenti da lui

incaricati erano arrivati ad una conclusione opposta rispetto all'analisi degli esperti nominati dalle parti

offese.

I professori Barla e Lancelotta del Politecnico di Torino hanno spiegato che non ci sono situazioni di

pericolo. I professori Enzo Siviero e Alberto Mazzuccato per gli inquilini di via IV Novembre (difensore

avvocato Emanuele Fragasso) e l'ingegnere Umberto Croce e Riccardo Zoppellaro per gli inquilini dei

Page 34: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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palazzi vicini (avvocati Cesare Vanzetti e Riccardo Borsari) hanno sostenuto l'esatto contrario. Il pm Prato

aveva chiesto l'archiviazione del procedimento aperto per disastro colposo nei confronti dell'ingegnere Elvio

Novellini, 53 anni di Cesena, direttore delle opere; il capocantiere Roberto Vianelli, 53, di Spinea;

l'architetto-progettista Stefano Lovato, 42, di Villafranca Padovana; il legale rappresentante della divisione

parcheggi Trevi, l'architetto Antonio Arienti di Cesena; e i dirigenti Marco Bertero, 64 anni di Forlì e

Giovanni Pagotto, 51, di Cervia. Il gip aveva bocciato la richiesta.

Il Gazzettino 27/12/2002 ↓ ↑ =

«Il nostro secondo 25 dicembre da terremotati»

VIA IV NOVEMBRE Vanda e Vittorio Poli da due anni sono "sfollati" per il cedimento della palazzina in

cui vivevano, causato dal cantiere per il park sotterraneo Non sono neppure andati a prendere il presepe

nell'edificio pericolante perch&

«Statuette e capannina sono ancora al loro posto, a casa mia. Come l'anno scorso non andrò a prenderli per

fare il presepio perchè tornare in quella casa mi farebbe troppa tristezza». A parlare è Vanda Poli che, con il

marito Vittorio, vive dal 20 febbraio 2001 tra quattro mura che non sono le sue. La coppia, non più giovane,

fa parte dei "terremotati di casa nostra", le sette famiglie di via IV Novembre che, per il secondo anno

consecutivo, si apprestano a trascorrere il Natale in abitazioni prese in affitto. Da quando, in una sera

d'inverno, a causa dei lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo firmato "Trevi Park", il terreno

cedette sotto il civico numero 9 di via Novembre: ventuno famiglie furono costrette a sfollare. Quattordici,

delle scale B e C, vi fecero ritorno dopo i controlli di rito. Per i sette nuclei familiari dell'ala A il permesso di

riprendere possesso dei propri appartamenti non arrivò mai. Un'altalena di speranze e delusioni, promesse e

marce indietro, che ha finito per logorare i nervi, avvilire, rattristare. Ora la rabbia si è mescolata alla

rassegnazione. «Ricomincerò a fare il presepe quando sarò di nuovo a casa mia anche se, a questo punto,

non so quando verrà quel giorno. Se un tempo mio marito ed io abbiamo vissuto l'angoscia di non sapere

cosa ci avrebbe riservato il domani - osserva la signora Poli - ora viviamo la desolazione di aver capito che i

tempi della giustizia non sono quelli di due persone anziane che una sera sono state buttate fuori dalla loro

casa e che ancora non sanno quando questa tragedia finirà. Ogni tanto incontro qualcuno che mi chiede

notizie e si stupisce nel sapere che siamo ancora in questa condizione'. E sì che nei mesi successivi a quel 20

febbraio le promesse da parte del Comune sono state molte, alcune reiterate anche di fronte alle telecamere

di "Mi manda Raitre" e de "Le iene". A conti fatti, senza alcun risultato concreto. «Purtroppo questa è la

nostra realtà, il secondo 25 dicembre che viviamo da sfollati in un appartamento arredato, lontani dal nostro

quartiere, i nostri amici, la parrocchia e i luoghi dove abbiamo trascorso tutta la vita. L'ho detto - conclude

Vanda Poli - e lo ripeto: ogni giorno passato lontano dalla propria casa è un giorno che nessuno ti ridarà

indietro». E chissà che serva di memento a chi ha l'autorità per prendere una decisione, finalmente

definitiva. Anche se al regalo di Natale gli sfollati di via IV Novembre non ci credono quasi più.

Federica Cappellato

Il Gazzettino 20/12/2002 ↓ ↑ =

«No al grande autosilos di cinque piani» Gli abitanti di Porta Livia si mobilitano

PONTECORVO

Respinta l'ipotesi a cinque piani, l'ultima versione del progetto-autosilos in piazzale Pontecorvo, o presunta

tale, che sta girando. Ed è giunta tra le mani dei residenti e dei cittadini dell'associazione Porta Liviana, che

non riescono a trattenere la rabbia. «Ci è stata data da un informatore che vuole restare anonimo, ma che

assicura trattarsi di progetto esecutivo - dicono allarmati - Vogliamo farci sentire, non ce la facciamo più a

essere esclusi da ciò che riguarda innanzitutto noi». Il piano, se fosse confermato, prevederebbe non più lo

sviluppo verticale su cinque piani, ma una maggiore estensione in piano. «L'area sarebbe doppia, - dice Pino

Fidora - con circa 250 posti-auto su due piani, più strutture pensili con cui si arriverebbe a una capienza di

oltre 500 auto». «A 300 metri da qui c'è il l'autosilos Busonera, che dovrebbe aver soddisfatto l'interesse

pubblico - nota Wanda Mazza, docente - ma, evidentemente, ci sono precise mire economiche». Tra i punti

da ricordare alla Giunta, ripetono gli abitanti, l'inquinamento che soffocherebbe un'area già tra le più colpite;

il ruolo della falda acquifera per la stabilità, con lo spettro di via IV Novembre; il valore storico del sito e,

come indicato dall'architetto Adriano Verdi del comitato Mura, la presenza di strutture sotterranee e

Page 35: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

35

"movimenti di terra sagomati nel '500", porta, ponte a tre arcate e fossa. «Perché non parcheggi scambiatori

alle porte delle città? Che senso ha - chiede Veronica De Angeli dell'associazione - realizzare qui un

interrato, con ingresso a rotazione davanti agli ospedali? Creare caos? Per agevolare chi, ospedale e

commercianti? Questa zona non può morire così". Piena solidarietà dal deputato Ds Piero Ruzzante e da

Dario Marini, capogruppo Comunisti Italiani in Comune, che ha denunciato che "del parcheggio

usufruirebbero almeno 1200 vetture al giorno, con gravi ricadute sulla qualità della vita». Ciò che risulta più

intollerabile - rimarcano i cittadini di Pontecorvo - è la sensazione di essere raggirati" e che le operazioni si

svolgano "di nascosto": «Mi viene in mente Totò che con Peppino cerca di vendere la fontana di Trevi a un

turista - dice Marini -. In Consiglio di questa novità non c'è neppure l'ombra e l'assessore Menorello nega.

Devono informare, è incredibile che vogliano porre il residente davanti a fatti compiuti. Mentre in Comune

giace la delibera che prevede l'acquisto del Busonera». Troppi misteri per padovani che, sopra ogni altra

cosa, chiedono chiarezza.

Francesca Scapinelli

Il Gazzettino 06/11/2002 ↓ ↑ =

«Via IV novembre, il nostro terremoto»

DISASTRI PUBBLICI Due consiglieri comunali invitano il sindaco ad un sopralluogo al cantiere bloccato

dopo le lesioni Da oltre un anno e mezzo sette famiglie costrette a vivere in abitazioni "di fortuna"

I proprietari degli appartamenti (i nostri terremotati) dell'edificio di via IV Novembre, diventato pericolante

in seguito al mega scavo effettuato dalla ditta Trevi per realizzare un parcheggio sotterraneo, sono ancora

sistemati in alloggi di fortuna. Ieri mattina, hanno sottolineato ancora una volta la loro drammatica

situazione durante un incontro a Palazzo Moroni promosso da Ivo Rossi e Antonino Pipitone della

Margherita, i quali si stanno adoperando per sostenere la causa di queste sfortunatissime famiglie, che

stanno vivendo un incubo. È dal 20 febbraio del 2001 che sono "sfollate" e il loro futuro appare più che mai

incerto, visto che i lavori per l'autosilos interrato sono bloccati e la palazzina è ancora piegata su se stessa,

quanto basta per non essere agibile. All'interno, però, i loro arredi, i loro oggetti personali e i loro ricordi

sono rimasti dov'erano, in uno scenario apocalittico.A PAGINA VI

Il Gazzettino 06/11/2002 ↓ ↑ =

«Siamo noi i "terremotati" di Padova»

VIA IV NOVEMBRE Da un anno e mezzo sette famiglie vivono in sistemazioni di fortuna perché le loro

abitazioni sono nell'edificio pericolante Ivo Rossi e Pipitone invitano Giustina Destro a fare un sopralluogo

nel palazzo danneggiato dal park

Anche Padova ha i suoi "terremotati". La loro casa, per la verità, è ancora in piedi. Peccato, però, che non

possano usufruirne e che per entrare a prendere qualcosa debbano mettersi l'elmetto in testa, farsi

accompagnare dai pompieri e recitare una preghiera prima di varcare la soglia.I proprietari degli

appartamenti dell'edificio di via IV Novembre, diventato pericolante in seguito al mega scavo effettuato

dalla ditta Trevi per realizzare un parcheggio sotterraneo, sono ancora sistemati in alloggi di fortuna. Ieri

mattina, hanno sottolineato ancora una volta la loro drammatica situazione durante un incontro a Palazzo

Moroni promosso da Ivo Rossi e Antonino Pipitone della Margherita, i quali si stanno adoperando per

sostenere la causa di queste sfortunatissime famiglie, che stanno vivendo un incubo. È dal 20 febbraio del

2001 che sono "sfollate" e il loro futuro appare più che mai incerto, visto che i lavori per l'autosilos interrato

sono bloccati e la palazzina è ancora piegata su se stessa, quanto basta per non essere agibile. All'interno,

però, i loro arredi, i loro oggetti personali e i loro ricordi sono rimasti dov'erano, in uno scenario

apocalittico. «I sette nuclei del corpo A - racconta Giuditta Brattini, portavoce degli inquilini -, ironia del

destino, continuano a pagare Ici, tasse sulle immondizie e quant'altro, senza neppure usufruire

dell'abitazione. E non possono neppure venderla». «Il Comune - ha proseguito - non ha concesso nessuno

sconto, ma ha erogato un contributo di 2.500 euro: una cifra irrisoria, se si considera che abbiamo dovuto

sostenere di tasca nostra le spese per pagare il tecnico che ha effettuato la perizia inviata in Procura e quelle

per sistemare l'entrata, i citofoni, l'illuminazione che sono zone in comune con chi abita nei corpi B e C e

che peraltro vivono in situazione di disagio anche se sono all'interno dei loro appartamenti». «Nella querelle

con la Trevi, chiediamo che ci sia una controparte - hanno detto a gran voce - che ci porti a un concordato. E

Page 36: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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questa deve essere il Comune, che ha il dovere di tutelarci e non di ignorarci. Stiamo pagando sulla nostra

pelle per una vicenda di cui non abbiamo alcuna colpa E noi fin dal 2000 avevamo segnalato inutilmente a

palazzo Moroni che la situazione idrogeologica era molto critica».«Sotto il perimetro del palazzo - ha

aggiunto Ivo Rossi - dovevano essere fatte delle iniezioni di una particolare sostanza per riequilibrare il

palazzo. Un'operazione rischiosa e per dare l'assenso i proprietari hanno chiesto che la Trevi depositasse in

banca sette miliardi di cauzione. Ciò non è avvenuto e quindi i lavori sono fermi: insomma un circolo

vizioso da cui non si viene fuori. Nei prossimi giorni, quindi, chiederò al sindaco Giustina Destro di

incontrare gli "sfollati" nel cantiere e di spiegare loro a che punto è la situazione. Serve l'attivazione di una

"unità di crisi" che si assuma la responsabilità di coordinare gli interventi». «Invitiamo l'Amministrazione a

fare delle proposte serie - ha rincarato Pipitone - e si costituisca parte civile. Non è possibile che dopo un

anno e mezzo ci sia ancora gente che non può vivere nella sua casa, debba pagare tutte le spese comprese

quelle condominiali e sia costretta ad abitare in alloggi di fortuna».

Nicoletta Cozza

Il Gazzettino 23/10/2002 ↓ ↑ =

Si allungano i tempi della perizia

VIA IV NOVEMBRE Il pm De Franceschi ha chiesto al gip De Nardus altri due mesi di proroga per i

consulenti Il pool di esperti è ancora al lavoro sullo scavo della "Trevi" che ha danneggiato due palazzi

Occorreranno altri due mesi di accertamenti per conoscere le conclusioni dei nuovi consulenti del pubblico

ministero sul parcheggio della "Trevi", in via IV Novembre, i cui scavi hanno danneggiato gli edifici

circostanti. Il sostituto procuratore Paola De Franceschi ha chiesto al giudice delle indagini preliminari,

Nicoletta De Nardus, una proroga di altri sessanta giorni per permettere ai suoi esperti di finire la consulenza

tecnica. Si tratta dei professori Alberto Burghignoli e Augusto Desideri, dell'Università La Sapienza di

Roma, e del professor Piero D'Ardia, dell'Università di Pescara.

Il pubblico ministero De Franceschi ha preso in mano l'inchiesta prima dell'estate ed è apparso subito in

sintonia con il giudice De Nardus, che aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura

nell'estate 2001, restituendo il fascicolo al pubblico ministero perchè ordinasse altri accertamenti. Neppure

al sostituto De Franceschi suonavano bene le conclusioni cui erano giunti i precedenti periti della Procura.

C'era troppa diversità tra il risultato dei loro accertamenti e quello degli esperti nominati dai residenti, i quali

chiedevano uno studio più severo del terreno.

L'ipotesi accusatoria rimane quella del disastro colposo, in relazione ai danni provocati alla statica di un

condominio dallo scavo del parcheggio sotterraneo. Sei le persone indagate. Elvio Novellini, 52 anni, di

Cesena, Roberto Vianelli, 52 anni, di Spinea, Stefano Lovato, 41 anni, di Villafranca Padovana, Antonio

Arienti, 39 anni, di Cesena, Marco Bertero, 64 anni, di Forlì, Giovanni Pagotto, 50 anni, di Cervia. Tutti

assistiti dall'avvocato Franco Antonelli.

Il pubblico ministero Federico Prato, che aveva avviato le indagini, aveva disposto una consulenza tecnica

affidando l'incarico ai professori Barla e Lancelotta del Politecnico di Torino. I due esperti dovevano

accertare se gli edifici vicini al cantiere, quelli lesionati, abbiano corso il pericolo di crollo e se tale pericolo

sia ancora attuale. La risposta data dai tecnici era stata negativa: «Data la geometria e le caratteristiche

dell'opera è da escludere che si siano verificate circostanze tali da configurare pericolo di crollo della

struttura stessa e degli edifici adiacenti allo scavo». I due docenti del Politecnico avevano anche precisato

che «in assenza di interventi esterni tali assestamenti avrebbero potuto produrre danni più importanti di

quelli misurati, ma rimane esclusa l'ipotesi di crollo degli edifici circostanti». Da qui la richiesta di

archiviazione.

Immediata l'opposizione dei residenti di via IV Novembre, in particolare degli inquilini del condominio

lesionato, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Gli avvocati Emanuele Fragasso, Cesare Vanzetti e

Riccardo Borsari, che tutelano gli interessi dei residenti, avevano contestato le conclusioni dei consulenti

tecnici nominati dal sostituto procuratore Prato e avevano prodotto le perizie eseguite dai professori Siviero

e Mazzucato e dagli ingegneri Zoppellaro e Croce i quali erano pervenuti a conclusioni esattamente opposte.

Page 37: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

37

Per questo motivo il giudice De Nardus aveva ritenuto di rigettare allo stato la richiesta di archiviazione e di

restituire gli atti all'Ufficio del pubblico ministero per ulteriori accertamenti.

Lino Lava

Il Gazzettino 18/07/2002 ↓ ↑ =

Via IV Novembre: un collegio di esperti per una nuova consulenza

DECISIONE DEL PM

Il pubblico ministero Paola De Franceschi non intende demordere nell'inchiesta sul parcheggio della "Trevi"

in via IV Novembre, i cui scavi hanno danneggiato gli edifici circostanti. Il giudice delle indagini

preliminari ha respinto l'istanza di incidente probatorio per una nuova consulenza sul terreno? Va bene, il

pubblico ministero non discute le ragioni procedurali adottate dal gip Nicoletta De Nardus e va avanti per la

sua strada. A fine mese darà l'incarico ad un collegio di esperti per una nuova consulenza tecnica. Il sostituto

De Franceschi ha preso in mano l'inchiesta di recente e vuole vederci chiaro, dal momento che non la

convincono del tutto le conclusioni cui sono giunti i precedenti periti della Procura. C'è troppa diversità tra il

risultato dei loro accertamenti e quello degli esperti nominati dai residenti, i quali chiedono uno studio più

severo del terreno.

A PAGINA V

Il Gazzettino 18/07/2002 ↓ ↑ =

Un pool di esperti per la nuova perizia

VIA IV NOVEMBRE Il giudice delle indagini preliminari, Nicoletta De Nardus, ha respinto l'istanza di un

incidente probatorio Il pubblico ministero Paola De Franceschi a fine mese nominerà un collegio di

consulenti

(L.L.) Il pubblico ministero Paola De Franceschi non intende demordere nell'inchiesta sul parcheggio della

"Trevi" in via IV Novembre, i cui scavi hanno danneggiato gli edifici circostanti. Il giudice delle indagini

preliminari ha respinto l'istanza di incidente probatorio per una nuova consulenza sul terreno? Va bene, il

pubblico ministero non discute le ragioni procedurali adottate dal gip Nicoletta De Nardus e va avanti per la

sua strada. A fine mese darà l'incarico ad un collegio di esperti per una nuova consulenza tecnica. Il sostituto

De Franceschi ha preso in mano l'inchiesta di recente e vuole vederci chiaro, dal momento che non la

convincono del tutto le conclusioni cui sono giunti i precedenti periti della Procura. C'è troppa diversità tra il

risultato dei loro accertamenti e quello degli esperti nominati dai residenti, i quali chiedono uno studio più

severo del terreno.

L'ipotesi accusatoria rimane quella del disastro colposo, in relazione ai danni provocati alla statica di un

condominio dallo scavo del parcheggio sotterraneo. Sei le persone indagate. Elvio Novellini, 52 anni, di

Cesena, Roberto Vianelli, 52 anni, di Spinea, Stefano Lovato, 41 anni, di Villafranca Padovana, Antonio

Arienti, 39 anni, di Cesena, Marco Bertero, 64 anni, di Forlì, Giovanni Pagotto, 50 anni, di Cervia. Tutti

assistiti dall'avvocato Franco Antonelli. Il pubblico ministero Federico Prato, che aveva avviato le indagini,

aveva disposto una consulenza tecnica affidando l'incarico ai professori Barla e Lancelotta del Politecnico di

Torino. I due esperti dovevano accertare se gli edifici vicini al cantiere, lesionati, abbiano corso il pericolo di

crollo e se tale pericolo sia ancora attuale. La risposta data dai tecnici è stata negativa: «Data la geometria e

le caratteristiche dell'opera è da escludere che si siano verificate circostanze tali da configurare pericolo di

crollo della struttura stessa e degli edifici adiacenti allo scavo». Da qui la richiesta di archiviazione.

Immediata l'opposizione dei residenti di via IV Novembre, in particolare degli inquilini del condominio

lesionato, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Gli avvocati Emanuele Fragasso, Cesare Vanzetti e

Riccardo Borsari, che tutelano gli interessi dei residenti, hanno contestato le conclusioni dei consulenti

tecnici nominati dal sostituto procuratore e hanno prodotto le perizie eseguite dai professori Siviero e

Mazzucato e dagli ingegneri Zoppellaro e Croce i quali sono pervenuti a conclusioni esattamente opposte.

Il Gazzettino 14/07/2002 ↓ ↑ =

Page 38: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

38

Nuova perizia sullo scavo

VIA IV NOVEMBRE C'è troppa differenza tra le conclusioni degli esperti finora nominati Il pm De

Franceschi vuole che sia il giudice a nominare i consulenti

È una sorta di inchiesta bis. Il pubblico ministero Paola De Franceschi vuole una nuova consulenza tecnica

sul parcheggio della "Trevi" in via IV Novembre, i cui scavi hanno danneggiato gli edifici circostanti. Ma

non sarà un'iniziativa autonoma. Perchè il rappresentante dell'accusa ha formalizzato una richiesta di

incidente probatorio al giudice delle indagini preliminari Nicoletta De Nardus. Insomma, vuole che sia il gip

a nominare i consulenti, con le relative garanzie per tutte le parti. Una perizia che riesca finalmente ad

individuare le cause del disastro.

Il pubblico ministero De Franceschi ha preso in mano l'inchiesta di recente e appare in sintonia con il

giudice De Nardus, che aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura un anno fa e

aveva restituito il fascicolo al pubblico ministero. Neanche al sostituto De Franceschi vanno bene le

conclusioni cui sono giunti i precedenti periti della Procura. C'è troppa diversità tra il risultato dei loro

accertamenti e quello degli esperti nominati dai residenti, i quali chiedono uno studio più severo del terreno.

L'ipotesi accusatoria rimane quella del disastro colposo, in relazione ai danni provocati alla statica di un

condominio dallo scavo del parcheggio sotterraneo. Sei le persone indagate. Elvio Novellini, 52 anni, di

Cesena, Roberto Vianelli, 52 anni, di Spinea, Stefano Lovato, 41 anni, di Villafranca Padovana, Antonio

Arienti, 39 anni, di Cesena, Marco Bertero, 64 anni, di Forlì, Giovanni Pagotto, 50 anni, di Cervia. Tutti

assistiti dall'avvocato Franco Antonelli. Il pubblico ministero Federico Prato, che aveva avviato le indagini,

aveva disposto una consulenza tecnica affidando l'incarico ai professori Barla e Lancelotta del Politecnico di

Torino. I due esperti dovevano accertare se gli edifici vicini al cantiere, lesionati, abbiano corso il pericolo di

crollo e se tale pericolo sia ancora attuale. La risposta data dai tecnici è stata negativa: «Data la geometria e

le caratteristiche dell'opera è da escludere che si siano verificate circostanze tali da configurare pericolo di

crollo della struttura stessa e degli edifici adiacenti allo scavo». I due docenti del Politecnico hanno anche

precisato che «in assenza di interventi esterni tali assestamenti avrebbero potuto produrre danni più

importanti di quelli misurati, ma rimane esclusa l'ipotesi di crollo degli edifici circostanti». Da qui la

richiesta di archiviazione.

Immediata l'opposizione dei residenti di via IV Novembre, in particolare degli inquilini del condominio

lesionato, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Gli avvocati Emanuele Fragasso, Cesare Vanzetti e

Riccardo Borsari, che tutelano gli interessi dei residenti, hanno contestato le conclusioni dei consulenti

tecnici nominati dal sostituto procuratore e hanno prodotto le perizie eseguìte dai professori Siviero e

Mazzucato e dagli ingegneri Zoppellaro e Croce i quali sono pervenuti a conclusioni esattamente opposte.

Per questo motivo il giudice De Nardus ha ritenuto di rigettare allo stato la richiesta di archiviazione e di

restituire gli atti all'Ufficio del pubblico ministero affinchè provveda all'integrazione probatoria.

Lino Lava

Il Gazzettino 13/07/2002 ↓ ↑ =

Progetto definitivo: ultimatum alla Trevi

VIA IV NOVEMBRE Ma gli inquilini protestano

Ripristinare il palazzo danneggiato dagli scavi dell'autosilos Trevi Park? I residenti di via IV Novembre lo

chiedono da un anno e mezzo. Ora il Comune e la ditta romagnola propongono un progetto di recupero

stilato, a detta dei condòmini, senza che essi ne siano stati coinvolti. E loro non ci stanno. «A giugno 2001 i

tecnici della Trevi, unitamente a quelli nominati dal Tribunale e ai tecnici di parte hanno sottoscritto -

ricorda Giuditta Brattini, portavoce del Comitato di via IV Novembre - un accordo che puntualizzava come

le decisioni relative ai lavori di consolidamento del terreno intorno allo scavo, agli interventi sull'edificio A

e al completamento del parcheggio sarebbero state prese unitamente da tutti i soggetti interessati.

All'incontro, promosso nei giorni scorsi, hanno partecipato invece solo i tecnici della Trevi e del Comune

insieme con l'assessore Riccoboni. Non sono stati invitati nè i legali nè i tecnici di parte. Noi non siamo stati

minimamente interpellati».

Page 39: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

39

Ora l'Amministrazione avrebbe dato un ultimatum alla Trevi: presentare entro il 31 luglio un progetto

definitivo ai condòmini, alla Procura e al Comune. Un progetto che i residenti sono chiamati a valutare e ad

accettare, che prevederebbe la sistemazione del blocco A e la ripresa dei lavori del parcheggio. «La cosa

certa - commenta amaramente Giuditta Brattini - è la costruzione dell'autosilos; meno certo invece è quando

lo stabile sarà posto in sicurezza».

Intanto tutti hanno dovuto pagare l'Ici: il Comune ha proposto di rimborsare in parte l'imposta, per un

massimo del 50 per cento. Loro vorrebbero esserne esentati completamente. E sono passati nuovamente

all'azione: è già avviata la notifica di 24 atti di citazione, a nome di ciascun condòmino, che indicano il

Comune quale corresponsabile degli avvenimenti.

Federica Cappellato

Il Gazzettino 10/07/2002 ↓ ↑ =

Le crepe guarite con "punture"

VIA IV NOVEMBRE Forse uno spiraglio che potrebbe garantire l'agibilità delle case danneggiate Un

summit Comune-Trevi: il palazzo sarà raddrizzato con iniezioni di cemento

Un incubo che dura da un anno e mezzo. Da allora il condominio di via IV Novembre è sempre nella stessa

situazione: fessure sulle pareti, pavimenti irregolari... Lì davanti resta la mega buca di quattromila metri cubi

scavata dalla Trevi per realizzare un parcheggio sotterraneo. Il cantiere è fermo, la voragine dove doveva

esserci l'autosilo interrato è colma d'acqua e per ora vi è parcheggiata soltanto una... barca. Un dramma per

venti famiglie di cui forse nessuno si rende conto fino in fondo. Ma adesso, forse, la possibilità che per

Natale tutto possa tornare come prima, o quasi, c'è. Ieri mattina a Palazzo Moroni, nello studio dell'assessore

Tommaso Riccoboni c'è stato un summit con i tecnici comunali, i legali dei proprietari degli appartamenti e i

professionisti incaricati della Trevi di riportare tutto alla normalità, partendo da un dato confortante: lo

spessore della fessura della palazzina si sarebbe ridotto.

A PAGINA III

Il Gazzettino 10/07/2002 ↓ ↑ =

Un botto sordo e l'edificio si piega: il 20 febbraio 2001 è iniziato l'incubo

QUANDO ERA SUCCESSO

(Ni.Co.) Era il 20 febbraio dello scorso anno quando i residenti avevano dovuto lasciare il condominio di via

IV Novembre 9. Un botto sordo, come quello provocato da una porta che sbatte. E poi il crepitio dei muri e

gli intonaci si sbriciolano. Ma la cosa più inquietante era quello squarcio sulla parete principale, dal piano

terra al quarto, che aveva provocato il piegamento in avanti dell'edificio. Il cedimento strutturale era stato

subito messo in relazione con il cantiere della Trevi che stava costruendo proprio nell'are antistante un park

sotterraneo. Garages e cantine sotterranei erano allagati. La gente, terrorizzata si era riversata in strada.

L'inizio di un incubo.

Il Gazzettino 10/07/2002 ↓ ↑ =

Dopo mesi di traslochi da parenti e in albergo adesso vivono in abitazioni provvisorie

DOVE SONO I PROPRIETARI

(Ni.Co.) Dove sono finite le famiglie che abitavano in via IV Novembre al civico 9? Dopo alcuni mesi di

assoluta precarietà, con collocazioni di fortuna in alberghi, o da parenti, si sono sistemate provvisoriamente

in alloggi di vario tipo e il canone d'affitto viene pagato dalla Trevi, la ditta che sta realizzando il garage

sotterraneo che ha provocato l'inagibilità dell'edificio. Un paio di famiglie sono andate a vivere in mini

appartamenti ammobiliati in Piazza De Gasperi, un'altra ha traslocato in Galleria Borromeo e un'altra ancora

alloggia nelle Riviere. Alcune abitazioni sono state individuate dai diretti interessati, che non avevano

trovato consone quelle che erano state loro proposte. Nella palazzina di via IV Novembre hanno lasciato

comunque tutte le loro cose.

Page 40: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

40

Il Gazzettino 10/07/2002 ↓ ↑ =

Via IV Novembre: un progetto per l'edificio

Ieri si sono incontrati i professionisti della Trevi e del Comune: il palazzo sarà raddrizzato con iniezioni di

cemento

L'incubo per gli inquilini dura da un anno e mezzo. E il condominio di via IV Novembre è sempre nella

stessa situazione. Le fessure sulle pareti, i pavimenti irregolari e un aspetto lugubre. Lo spettro di quella che

fino al febbraio dello scorso anno era una palazzina viva e vissuta. Beffarda, resta lì davanti la mega buca di

quattro mila metri cubi scavata dalla Trevi per realizzare un parcheggio sotterraneo. Il cantiere è fermo, la

causa di tutti i suoi guai. La voragine dove doveva esserci l'autosilo interrato è colma d'acqua e per ora vi è

parcheggiata soltanto una... barca.Un dramma per venti famiglie di cui forse nessuno si rende conto fino in

fondo. Ma adesso, forse, la possibilità che per Natale tutto possa tornare come prima, o quasi, c'è. Ieri

mattina a Palazzo Moroni, nello studio dell'assessore ai lavori pubblici Tommaso Riccoboni c'è stato un

summit promosso dall'Amministrazione, al quale hanno partecipato i tecnici comunali, i legali dei

proprietari degli appartamenti e i professionisti incaricati dalla Trevi di riportare tutto alla normalità,

partendo da un dato confortante: lo spessore della fessura della palazzina si sarebbe ridotto.

�Dai monitoraggi che effettuiamo continuamente sull'edificio ubicato al civico 9 e anche su quelli vicini -

spiega Riccoboni - risulta che la tendenza è al miglioramento. Il palazzo evacuato, in sostanza, sta

lentissimamente tornando alla posizione originaria. Si era abbassato di una decina di centimetri e adesso sta

"risalendo", come dimostra il fatto che la larghezza della crepa fra i due muri si è ridotta. Ciò è dovuto sia

alle iniezioni di malta cementizia effettuate dalla ditta sotto il parcheggio, sia anche all'alta temperatura».

La Trevi, infatti, in questi mesi si era impegnata a effettuare questo tipo di intervento in modo da

riposizionare il materiale che era andato perduto a causa della fuoriuscita dell'acqua: in pratica l'obiettivo era

quello di riportare i volumi ai livelli originari.

�Importantissimo - ha osservato ancora l'assessore - è che si sia invertita la rotta, interrompendo il

cedimento. A questo punto, quindi, può andare avanti il progetto per il ripristino del fabbricato presentato

dalla Trevi. I nostri consulenti che hanno l'incarico di giudicare l'intervento sulla base della proposta

formulata dalla ditta di Cesena, hanno detto che sono d'accordo con le indicazioni, anche se hanno aggiunto

qualche dettaglio. A questo punto, quindi, il progetto definitivo, comprensivo cioè delle aggiunte decise

oggi, entro la fine del mese sarà trasmesso ufficialmente ai proprietari e, in copia, alla Procura della

Repubblica. Ci vuole l'autorizzazione dei titolari, infatti, per procedere con le iniezioni di cemento da

effettuare nelle fondamenta della palazzina. In questo modo il condominio, stando al parere degli esperti,

tornerà nella posizione originaria e, di conseguenza, potrà essere abitato. Quello che ci interessa è che la

decisione sia partecipata e condivisa».

Le infiltrazioni ad alta pressione in direzione obliqua sotto le fondazioni devono essere effettuate con molta

cautela: si comincia con cinque millimetri di sostanza e si procede poi via via. Nel frattempo l'edificio viene

monitorato e si determina poi la quantità da iniettare successivamente.

L'assessore Riccoboni sostiene che, una volta avuto l'okay dai proprietari, ci vogliono tre o quattro mesi per

completare il lavoro. Solo quando tutto sarà ritornato a posto riprenderanno i lavori per la realizzazione del

parcheggio.«A proprietari - ha detto ancora Riccoboni - il Comune darà dei contributi. Ma per quanto

riguarda gli indennizzi sarà la Trevi a rispondere poi a conclusione della vicenda».

Nicoletta Cozza

Il Gazzettino 02/07/2002 ↓ ↑ =

Via IV novembre: nessun esonero, devono pagare l'Ici

DA UN ANNO E MEZZO I CONDOMINI NON POSSONO ENTRARE NELLE LORO CASE.

AVEVANO CHIESTO DI NON VERSARE L'IMPOSTA

Page 41: Articoli Su Problemi Parcheggi Interrati Padova

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È al top tra gli ecomostri d'Italia: il cantiere del parcheggio sotterraneo di via IV Novembre è entrato nel

novero delle brutture del bel Paese. Al concorso indetto su Internet dall'emittente televisiva La7 l'istantanea

padovana con l'autosilos in costruzione dirimpetto al palazzo inclinatosi in avanti si è classificata al primo

posto. Una soddisfazione, si fa per dire, per sfollati e residenti che da un anno e mezzo combattono una

battaglia, finora persa su più fronti. «Il 17 giugno scorso abbiamo inviato a sindaco, assessori e consiglieri

comunali una lettera nella quale chiedevamo di essere esonerati dal pagamento dell'Ici. Non abbiamo avuto

risposta. Allo stato attuale dobbiamo versare l'importo, completo e senza sconti», fanno sapere i condòmini

esasperati.

Giuditta Brattini, portavoce del Comitato di via IV Novembre, riepiloga le ultime tappe di quella che sta

diventando una storia infinita: «Due mesi fa il Tribunale di Padova ha ritenuto l'attività della Trevi

pericolosa e quindi condannato l'impresa a rispettare determinate cautele progettuali e a prestare una

cauzione di 3milioni di euro per eventuali danni futuri, se un giorno i lavori dovessero riprendere. La Trevi

ha quinidi depositato una fideiussione giudicata però dagli avvocati dei condòmini non corrispondente al

provvedimento cautelare disposto dal Tribunale: in pratica la ditta non sarebbe in grado di garantire che

quella cifra è a copertura e a disposizione dei residenti in caso di danno». E Brattini incalza: «E' vergognoso

da parte dell'Amministrazione pubblica non essere intervenuta, a distanza di un anno e mezzo dall'incidente

e sostenere, come è recentemente accaduto in una trasmissione televisiva, che i lavori non possono

riprendere a causa del mancato assenso dei condòmini».

�Il consolidamento del terreno, da tre mesi che doveva durare, è giunto al sesto» dicono perlessi i residenti.

E sottolineano che il nome Trevi è stato accuratamente cancellato sia da macchinari che cartelli. Intanto le

sette famiglie sfollate dal corpo A continuano a vivere lontane dalla propria casa, in appartamenti in affitto

pagati dalla ditta romagnola. Inoltre cantine e garages di tutte e tre le scale, A B e C, sono da quel 20

febbraio 2001, sotto sequestro, regno incontrastato di topi e pantegane. E nel cantiere, riempito con 25 metri

d'acqua, è comparsa una barchetta, come prevede la normativa in tema di sicurezza. «Quella sicurezza -

concludono i residenti - che finora è mancata».

F.Cap.

Il Gazzettino 24/04/2002 ↑ =

Trenta cause contro la Trevi park per i danni agli appartamenti

VIA IV NOVEMBRE

Trenta cause civili contro la Trevi park. A promuoverle le famiglie dei corpi A, B e C del palazzo di via IV

Novembre che, singolarmente, hanno deciso di chiedere giustizia. «Un provvedimento - spiega

l'amministratore del condominio, Vito Vianello - che terrà conto dei danni strutturali di ogni appartamento e

dei danni morali dei suoi abitanti». Gli avvocati Giampaolo Belloni Perissutti, Vittorino Pietrobon, Cesare

Janna ed Emanuele junior Fragasso si sono già mobilitati. Intanto da un paio di giorni i condòmini di via IV

Novembre sono preoccupati dalla ripresa dei lavori. «I lavori di consolidamento del terreno si sono già

conclusi venti giorni fa. Temiamo che gli attuali possano essere propedeutici ad una ripresa della costruzione

del parcheggio».

Ma ci sarebbe anche un altro problema. «In seguito ad un'azione giudiziale cautelare per denuncia di nuova

opera promossa da me e da altri condòmini - spiega Annamaria Menato - alla fine di marzo il Tribunale di

Padova, accertata la pericolosità degli interventi che la ditta romagnola deve condurre sulla statica degli

edifici limitrofi, ha prescritto l'impresa di prestare una cauzione di 3 milioni di euro quale condizione per lo

svolgimento degli stessi. Al momento attuale risulta che questa cauzione non sia ancora stata prestata e che

tuttavia i lavori proseguano in spregio alle prescrizioni dei giudici».

Gli abitanti di via IV Novembre contestano ancora una volta «la completa latitanza dell'amministrazione

comunale». E pare che la proposta, formulata solo a livello ufficioso dalla Trevi di comprare l'ala A,

ristrutturarla e rivenderla, sia caduta nel vuoto.

F.Cap.