Arte Incontro n. 63

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Arte Incontro in Libreria n. 63

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    Lerrante900

    milaneseha trovato

    casaSilvia Venuti

    Entro la fine del prossimo an-no, Milano inaugurer il suoMuseo delle Arti del Nove-cento, dove troveranno collo-cazione le oltre 3500 operedelle collezioni civiche, com-prendenti i capolavori dellecorrenti artistiche pi vitali delsecolo scorso: Futurismo, Me-tafisica, Novecento, Scuola ro-mana, Corrente, Informale, Ar-te povera, fino alla Transavan-guardia degli anni Ottanta. Sa-r Il quarto stato, di Pellizza daVolpedo, ad aprire il percorsoespositivo. La sede stata pro-gettata, dallo Studio Italo Rota& partners, al secondo pianodi Palazzo Reale e allArenga-rio, questo edificio, costruito

    negli anni Trenta, dagli archi-tetti Portaluppi, Muzio, Magi-stretti, Griffini, con facciata de-corata da Arturo Martini, sta-to completamente rinnovatoallinterno e collegato alla sta-zione metropolitana con unagrande rampa a spirale, che,raggiungendo la quota dellamonumentale terrazza, diven-ta anche percorso espositivo.Gli allestimenti sono predi-sposti con pareti mobili. Gli al-tri accessi sono costituiti dal-lampia scalinata esterna e dalpassaggio coperto di collega-mento con piazzetta Reale. Le prestigiose collezioni Juc-ker, Vismara, Marini, Boschi-Di Stefano, Canavese trovanocollocazione a Palazzo Reale,unitamente allArchivio del No-vecento, destinato alla conser-vazione e consultazione di fon-di documentaristici e di grafi-ca. Naturalmente vi sarannoaree di servizio destinate alpubblico: dal laboratorio di-dattico alla cineteca, alla caf-fetteria, alla biblioteca, al ri-storante, a un grande books-hop. Larchitetto Italo Rota, ha ri-sposto ad alcune domande sul

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    Anno XX, Numero 63 dicembre-marzo 2010 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a.p. 70% - DBC Milano ISSN 1120-8511 e-mail: [email protected] www.libreriabocca.com

    Un amoredi

    GiovanniBellini

    Luca Pietro Nicoletti

    Da una costola del volumeMantegna I (2005) e dopo lamostra al Louvre nellautunnodel 2008, Giovanni Agosti pro-pone per le edizioni OfficinaLibraria un piccolo libro suGiovanni Bellini che indaga lafortuna letteraria del pittore ve-neziano, pur senza mancare unaffondo sul presente stato del-la cultura in Italia. Ne parliamo

    direttamente con lautore. Pro-fessore come nasce questo li-bro su Bellini?Il libro nasce da un testo ela-borato tempo fa che ruotavaattorno al recupero di una te-stimonianza insolita sulla vitaprivata di Giovanni Bellini: unapoesia di un umanista vene-ziano che descrive il vecchiopittore a letto con un ragazzo,nota fin da inizio Ottocento,ma mai pubblicata perch con-siderata impudica. A partireda qui, ho riunito praticamen-te tutte le testimonianze lette-rarie conosciute, da quelle piantiche fino allottava sui pit-tori dellOrlando Furioso.

    linizio del Cinquecento attra-verso le figure chiave di que-sta storia. Quindi ricalibrare lafigura di Antonello, sottoli-neare il ruolo preminente diBellini nellarco di sessantan-ni, mostrare come negli anni

    Ottanta siano fondanti perso-nalit come Bartolomeo Mon-tagna cui si dedicher unamonografica a Vicenza nel2012 , gli anni Novanta ca-ratterizzati dallesperienza diCima e poi il nuovo secolo si

    apre con le novit di Giorgio-ne, Tiziano e Lotto.La mostra di Cima si apre condue sale: una dedicata allim-maginario del paesaggio ve-neto, che lartista riprende inmodo straordinariamente to-pografico, come stato ri-scontrato in base a fotografieottocentesche; la seconda il-lustra invece le grandi campa-gne di restauro effettuate dal-le Soprintendenze italiane sul-le opere del pittore, chiave dilettura fondamentale per ap-prezzarne appieno la com-plessa figura.Considerando il lungo lavorosul campo, quali novit han-no rivelato le analisi sulle ope-re del pittore?Queste indagini ci hanno da-to loccasione di capire comeCima sia un artista dalla tenu-ta tecnica e stilistica sempre al-tissima; i suoi sono colori dirara intensit, ottenuti per ve-lature sovrapposte cos da da-

    Cima in cima Finalmente!Odette Dalbo

    Palazzo Sarcinelli apre le por-te per ospitare unimportanteretrospettiva su uno dei pi il-lustri cittadini di Conegliano,il pittore Cima, attento nel de-scrivere il paesaggio della suapiccola patria, con la poesiache solo chi vede con sguar-do amoroso la propria terra safare. Il pittore rinasce cos al-lattenzione del pubblico, do-po la storica mostra del 1962,curata da Luigi Menegazzi e al-lestita da Carlo Scarpa a Pa-lazzo dei Trecento a Treviso.Per uno sguardo pi ravvici-nato sullesposizione, il cui ca-talogo pubblicato da Marsi-lio Editori, abbiamo rivoltoqualche domanda al curatore,Giovanni Carlo Federico Villa.Com nata lesigenza di unapanoramica sullopera di Cimada Conegliano?La mostra nasce in rapportoa quelle di Antonello da Mes-sina e di Giovanni Bellini: li-dea di provare a narrare losviluppo della pittura venetadalla met del Quattrocento al-

    Trimestrale di attualit artistiche e culturali fondato nel 1990 Registrazione Tribunale di Milano n. 199 del 19/3/1990 Direttore Donatella Bertoletti Responsabile scientifico e Redattore capo Antonio DAmicoStampa: Monotipia Cremonese S.n.c. - Cremona Progetto grafico: Fotolito Lombarda, via Valvassori Peroni, 55 - Milano - tel. 0270635627 - fax: 022665452 - e-mail: [email protected] Tiratura: 5000 copie

    TAXE PERCUE (Tassa Riscossa) UFFICIO CMP Verona In caso di mancato recapito restituire allEditore che si impegna a pagare la tassa. Libreria Bocca Galleria Vittorio Emanuele II,12 - 20121 Milano - Tel.0286462321/02860806 - Fax 02876572

    Giovanni BelliniSanta Giustina

    Lincanto del coloreFederico Barocci e la sua lezione di stile

    Antonio DAmico

    tore unemotivit coinvolgente!La scena ricca di personag-gi ma ciascuno composto,immobile, anche il cagnolinosembra rifiutare il cibo offertodalla bimba. Ogni dettaglioracconta il gesto cardine chesi sta consumando sotto gli oc-chi degli astanti e sotto i no-stri con la magia di un nitoretravolgente! Del resto per co-gliere sfumature traslucide esguardi assorti bisogna avvici-narsi alla tela e farsi avvolge-

    re nel mistero di un valoremeditabondo: il perdono edunque la fede, misura pri-mordiale che lartista ritieneimprescindibile nel clima del-la Controriforma Cattolica dicui Milano sente ancora strin-gente il dictat del buon CarloBorromeo con lausterit chene deriva. Ma Barocci ci sor-prende ancor di pi, infatti, isuoi personaggi non sono ir-reali, manierati, ma uominie donne che vivono la quoti-

    dianit, nei loro sguardi si co-glie tutta la profondit dei sen-timenti, il pathos per restituir-ci una catarsi rigenerativa chestimola lincontro con noi stes-si e col bello!La mostra di Siena, allestitapresso il Complesso musealedi Santa Maria della Scala per lappunto dedicata al gran-de genio: Federico Barocci1535-1612. Lincanto del co-lore. Una lezione per due se-coli, curata da AlessandraGiannotti e Claudio Pizzorus-so e accompagnata da un cor-poso catalogo edito da Silva-na Editoriale che si presentaquasi come un atlante dellin-fluenza baroccesca, non soloin Italia ma anche oltre i con-fini (cfr: il saggio di G. Capi-telli in catalogo.Infatti, molti sono gli studiosichiamati a fornire il loro con-tributo scientifico e quindi,ciascuno secondo specifichecompetenze, tenta di svilup-pare linfluenza che larte diFederico ha suscitato nelle di-verse regioni italiane, nei fiam-minghi e poi, molto tempodopo la sua scomparsa, nelSettecento e nellOttocento. La mostra ricca, sovrabbon-da di confronti pertinenti do-ve trovano spazio anche letante incisioni: fondamentaleveicolo per la diffusione delsuo linguaggio pittorico. In questo viaggio affascinan-te di confronti stilistici, nei vi-

    Entrando nel maestoso Duo-mo di Milano, in uno degli al-tari laterali della navata sini-stra, si erge una splendida te-la, silente e in penombra chenarra lincontro fra limperato-re romano Teodosio I e Am-brogio arcivescovo di Milano.Questultimo, posto al centrodella scena su un alto trono,sembra benedire Teodosioche, reo di un massacro nellacitt di Tessalonica dove erastato ucciso anche uno deisuoi generali, sta per entrarenel Duomo di Milano ma vie-ne fermato da Ambrogio sul-la soglia (cfr. il saggio di M.Rosci in catalogo). Pochi fan-no caso a questo quadro, for-se chi passa di l per andarsi aconfessare, non a caso lim-magine suggerisce il perdono,e ancor meno sanno che lo-pera giunge in Duomo nel1603 con una spedizione par-tita dalla bottega di FedericoBarocci a Urbino. Il pittore ri-ceve un primo acconto di 300lire al momento della com-missione il 22 settembre 1600e poi il saldo il 22 luglio 1603per le spese di trasferimentodellopera. Intanto i canonicidel Capitolo del Duomo pa-gano la realizzazione della te-la ad Alessandro Vitali, allievodi Federico in quel di Urbino!Intrigante il mistero celato:due mani che collaborano,maestro e allievo luno di fian-co allaltro, per carpire segre-ti e misture di un colore chevibra e restituisce allo spetta-

    BrunellaRossia pagina 2

    Federico Barocci, Madonna del gatto, Londra, National Gallery

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    Cima, SantElena, particolare, Washington, National Gallery

  • Brunella RossiBrunella Rossi

    pagina 2 Per la tua pubblicit chiama Donatella Bertoletti 338 4852 540 - Antonio DAmico 338 2380 938

    Non credo che lei li veda cos, credo proprio di no,ma le opere di Brunella Rossi sono degli ambienti,dei terreni, dei fondali per limmaginazione. Lontana quadri-luce dallidea di opera finita, appas-sionata di terre pronte, predisposta a crearne di nuo-ve (questo lo spiego tra qualche riga), trascina i ter-reni come fanno i secoli, ammucchia delle piccolequantit di farine terrestri per accennare a delle du-ne, differenzia i paesaggi con i colori della natura.

    Il risultato spesso mi fa venire voglia di gattonarcisopra, di appoggiarmi, di scalare o percorrere, am-bienti insomma.

    Ecco perch manca completamente di auto-celebra-zioni, perch ha il gusto e il talento di creare lin-completo, il vanto di darti solo la base, come fosse pittoricamente e creativamente poco. Nessuna tentazione da artista alla mano, che va tan-to di moda ma tradisce un senso di superiorit, nes-suna celebrazione della sua arte che (parole sue) neiprimi tempi non sapeva dove andava a finire: perforza, creare un ambiente non significa dominio com-pleto, non significa indirizzo preciso per il fruitore,al contrario, i suoi deserti, le sue pangee, le sue di-stese offrono solo il fondale alla narrazione che le-sploratore (cos ti senti quando guardi i suoi qua-

    dri) si costruisce autonomamente, come in un voloaereo nel gesto spontaneo di guardare gi e im-maginare chiss-cosa.

    Il chiss-cosa manca completamen-te nei lavori di Brunella: ampia dele-ga a chi guarda. Crearne di nuove dicevo qualcheminuto fa: usa terre, sabbie, polveri dimarmo, terrecotte, fanghi, tutto quel-lo che potrebbe essere terreno in tem-pi geologicamente prossimi, li trasci-na sulla tela, regola la densit, tracciasentieri, solchi, campi, muri.Per fare questo usa le mani ma pi ditutto gli attrezzi che servono a sten-dere la materia o ad ararla: s, gli stru-menti fatti apposta, ereditati da altreforme darte o dalla vita comune, fun-zionano spesso da aratro.

    Si capisce quasi tutto visitando il suostudio e rivolgendosi allo scaffaledelle sabbie, un mobile aperto, pie-no di bottiglie trasparenti con i suoimateriali etichettati sbrigativamen-te ma con parole chiave molto inte-

    ressanti. Ormai lo scaffale mi andato in memoriacon questa definizione, ingiustamente riduttiva, per-ch a leggere le etichette ti accorgi che le sabbiesono solo una delle categorie rappresentate. Forse delle polveri sarebbe meglio dire. No, per-ch ci sono anche pigmenti naturali, granulati, altro. Scaffale degli ambienti sarebbe pi corretto, masuona presuntuoso, e a Brunella non piace.

    Dieci passi e due saluti sbrigativi, prima pensavi cheesistesse una tinta sabbia, poi ti accorgi che ne staiguardando pi di un centinaio, che sei in grado didistinguerle, e ti chiedi quante altre gradazioni pos-sano esistere. E sei costretto a pensare alla terra,idem: una terra sola? Una sabbia sola? Si risveglia lamemoria sottoforma di conteggio, quante ne ho vi-ste? Quante ne mancano da quello scaffale di botti-glie trasparenti?

    Nel caso di Brunella Rossi bisogna parlare di duali-t: due carriere, quasi fossero due Brunelle, una chenecessita di ordine e linee, laltra di geoesondazionie assenza di bordi.

    Quella geometrica, molto precisa, come dice lei qua-si ossessiva risente dell influenza di Rothko per li-dea di paesaggio indefinito a linee secche e di Ver-meer per la tessitura delle sue trame che rimandanoal tempo stesso alla complessit e alla discrezione.

    Laltro versante caratteriale si manifesta quando leiha voglia e riesce a lasciarsi andare e in questo ca-so linfluenza di Matisse fornisce lo sconfinamentodel colore/materia dei quadri esondanti.Burri il pi influente di tutti e invade entrambi iversanti

    Il rapporto diretto sbriciola lidea che le opere di Bru-nella siano facili da fare. Oppure s, sono facili perlei, per la strana maternit spalmata nei terreni e dif-ficilissima da definire.

    Luca Tramontin

    Brunella Rossi esporr a Genova al Galata, Museo del Maredal 19 febbraio al 14 marzo 2010

    Inaugurazione venerd 19 febbraio alle ore 18

    Per ulteriori informazioni consultare il sitowww.brunellarossi.com

    G L I I N C O N T R I C O N L A R T I S T A

    www.libreriabocca.com N. 63 - dicembre-aprile 2009

    GLI AMBIENTI DELLARTISTA

  • www.silvanaeditoriale.itSilvanaEditorialedove vive larte dal 1948

    arte antica e moderna

    arte contemporanea

    Federico Barocci (1535-1612)Lincanto del colore. Una lezione per due secoli

    a cura di Alessandra Giannotti, ClaudioPizzorusso - 432 pagine, 270 illustrazioni

    Michelangeloarchitetto a Roma

    a cura di Mauro Mussolin con Clara Altavista360 pagine, 220 illustrazioni

    Giovanni Bellini

    di Giovanni Carlo Federico Villa432 pagine, 270 illustrazioni

    Capolavori della modernitOpere dalla collezione del KunstmuseumWinterthur

    a cura di Dieter Schwarz304 pagine, 200 illustrazioni

    fotografia

    Arte SellaThe Contemporary Mountain

    a cura di Emanuele Montibeller, Laura Tomaselli144 pagine, 100 ill., ed. Italiano/inglese

    Gli anni 80Una prospettiva italiana

    a cura di Marco Meneguzzo328 pagine, 250 illustrazioni

    Pop surrealism, neo pop, urban artApocalypse wow!

    a cura di Giorgio Calcara, Julie Kogler164 pagine, 100 ill., ed. Italiano/inglese

    Lo sboomIl decennio dell'arte pazzatra bolla finanziaria e flop concettuale

    di Adriana Polveroni127 pagine

    Francesca Woodman

    a cura di Marco Pierini192 pagine, 216 ill., ed. Italiano/inglese

    Anni 70Fotografia e vita quotidiana

    304 pagine, 200 illustrazioni

    The NarcissistsElisabeth Heyert

    fotografie di Elisabeth Heyert144 pagine, 130 ill., ed. Italiano/inglese

    Luigi Corda.100 centenariTestimoni del XX secolo

    fotografie di Luigi Corda224 pagine, 100 ill., ed. Italiano/inglese

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  • Il progetto luminoso di Italo RotaPer il museo del 900 una sede sfavillante

  • Dopo un lungo lavoro di ri-cerca venuto alla luce lim-ponente volume di Pietro Ma-rani dedicato ai disegni di

    Leonardo e della sua cerchiaospitati nelle collezioni pub-bliche francesi (edito da Giun-ti). Unopera raffinata ed ele-gante, densa di proposte,spunti critici, riflessioni speci-fiche su un tema che, data lacentralit dellargomento in se-no al Rinascimento, si river-berano a cascata sulluniversocircostante. Gi dal titolo co-gliamo un punto nodale: lafortuna di Leonardo allinter-no del collezionismo transal-pino. Tale assunto si collegaal noto soggiorno francese delmaestro, alla passione dei so-vrani per le sue opere, alle re-quisizioni napoleoniche, manon solo. La prima edizionedel Trattato della pittura(1651) ha infatti luogo proprioa Parigi: oltre a stimolare lin-teresse per lartista e a una suapi adeguata conoscenza, lapubblicazione invoglia anchea ritoccare alcuni suoi disegni;come argomenta infatti Mara-ni, molte opere della presti-giosa collezione Jabach, se-guendo una moda divenutacorrente, vengono sottopostea integrazioni, ripassature e in-corniciature da parte di pitto-ri dellepoca. Abbellimenti giudicati oppor-tuni e necessari dallo stesso Ja-bach, che si perita poi di of-frirli direttamente al re. Comeavviene nei casi migliori, le vi-cende collezionistiche si in-tersecano a dinamiche attri-butive e a vicende di geogra-

    Siamo in un luogo: grigio, ma-gico, autunnale, lirico, neb-bioso, morbido, tranquillo, so-gnante, folle, fatale, solitario,

    spirituale, misterioso, mistico,spettrale, enigmatico, silenzio-so, oscuro, malinconico. Queste le caratteristiche dellaurbis metafisica di De Chiricoche Vincenzo Trione indaganel suo recente libro edito daSkira; si parte dalle citt chelartista conobbe durante la suaesistenza e che furono per luiil tramite della rivelazione:Monaco, luogo della forma-zione giovanile, della cono-scenza di Bcklin e Klinger,

    ma anche di Schopenauer,Nietzsche e delle opere di Wa-gner; Roma, in cui avviene lascoperta della profondit del-

    la lezione dellarte anticae Firenze, dalla cui piaz-za Santa Croce e dalline-splicabile atmosfera l re-spirata nacque Lenigmadi un pomeriggio dau-tunno; Torino, serena,dalla felicit declinante;Parigi, fiera delle novit,della voglia di sperimen-tare, di cambiare; Ferra-ra, citt metafisica per ec-cellenza dove, nellanticoghetto, anche i biscottihanno forme oltremodostrane. Poi ancora Romae New York, una mega-lopoli di febbre e sognodove tutto lusso, ric-

    chezza, artificio. Le citt dellesperienza diven-tano unreal city, sono solo in-tuibili nelle opere; lartista letrasfigura, utilizzando anchemezzi cinematografici, ripresedi tipo frontale che indicanofissit, prospettive ambigue,che rendono altro ci cheviene osservato. Queste architetture dipinte, icui elementi fondamentali so-no archi e portici, colonne epiazze, determinano un nuo-

    vo classicismo, che aprir lastrada alle ricerche degli ar-chitetti lungo tutto larco delNovecento, per riscattare lefrustrazioni di un mestiere ina-ridito e resistere a una realturbana sempre pi articolata.La citt metafisica il terminedi paragone per Giovanni Mu-zio, che ne coglie gli stimoliclassici e li integra consape-volmente con il moderno nel-la Ca Brtta, per Gi Ponti,che coniuga nelle sue opereavanguardia e seduzioni clas-siche, Aldo Rossi, in cui sem-brano incarnarsi, con la lororicchezza di mistero, le archi-tetture descritte dal Pictor Op-timus, prima tra tutte il Cimi-tero di Modena, fino alle ap-parentemente lontane crea-zioni di Fuksas, che allartistasi rif con citazioni e richiami.Si guardato e si guarda allecitt di De Chirico come ad unoracolo, e lui le vaticinateur,colui da cui sono dipese le sor-ti e che ha previsto il futuro.

    N. 63 - dicembre-aprile 2010 www.libreriabocca.com

    I L I B R I

    Giorgio De Chirico Le citt del silenzio

    Odette Dalbo

    pagina 5Per la tua pubblicit chiama Donatella Bertoletti 338 4852 540 - Antonio DAmico 338 2380 938

    La storia dellarte costellatadi artisti-scrittori che si sonoserviti sistematicamente dellascrittura per dare diffusione al-le proprie idee. Il canone, poi,si allarga ulteriormente se aquesti si aggiungo tutti quegliartisti che, come GianfrancoFerroni, hanno preso carta epenna per fermare le loro im-pressioni momentanee, senzaintenti programmatici. Gli ap-punti che sono stati riuniti daAntonio Gnoli nel volume ap-pena edito da Bompiani, in-fatti, non si possono definireun taccuino di appunti, quan-to una raccolta di scritti sparsinon pensati per costituire uncorpus organico, quanto perfermare sulla carta lavvicen-darsi di pensieri della pi va-ria natura. Proprio questa caratteristica discritti occasionali, per, ce lirende particolarmente prezio-si, perch danno un accessodiretto allintimo dellartista, es-sendo pagine scritte per s enon pensate per essere lette daaltri. Chi si aspetter da queste

    pagine la chiave percomprendere la suaopera, forse, potr ri-manerne deluso, per-ch non trover maiunesplicita dichiarazio-ne di poetica. Se ne trar-r invece maggior co-strutto cercando attra-verso queste pagine de-gli appigli per capiremeglio la mentalit del-lartista e per captarneun riflesso di un conte-sto socio culturale. Nontrovandosi nella situa-zione di dover spiegare

    i suoi quadri, se non per unasignificativa lettera a Maurizio

    Fagiolo dellArco, Ferroni an-nota dei pensieri sparsi sullavita e sul mestiere dellartista,o su varie esperienze autobio-grafiche appuntate con spiritodiaristico. Senza dimenticareche si tratta soprattutto di testidegli anni Cinquanta, quandoFerroni, poco pi che venten-

    ne, nella fase pi cruda edespressionista del suo lavoro,acquista un senso particolareleggere che larte la denun-cia pi limpida e inoppugna-bile del grado di civilt che luo-mo pu raggiungere. un si-smografo che traccia sulla sca-la dei valori i momenti pi fe-lici, in cui luomo riesce a in-dividuare lequilibrio fra la suacoscienza e la realt [], e aseguire le invettive contro Kan-dinsky, accusato di solipsismo,o contro Czanne, che a suoparere non fu il precursore epadre dellarte moderna quan-to lultimo dei classici, oppurele sensazioni suscitate da una

    delle prime mostreitaliane di Bacon, dacui si capisce quan-to questo artista siastato significativo perquella generazionedi pittori. Tuttavia, fra le righe,non mancheranno leidee sulla pittura,come la dichiaratanecessit di [] di-pingere le cose cre-dendo esclusivamen-te nelle cose: una di-chiarazione di laici-smo che non stonaquando, poche pa-gine prima, si legge-

    va che lartista un uomo conla scintilla di un dio.

    Gianfranco FerroniScrittore occasionale

    Luca Pietro Nicoletti

    La luce dellateoGianfranco Ferroni,Antonio Gnoli189 pp., 14 ill. Brossura

    Giorgio De ChiricoLe citt del silenzio architettura, memoria profeziaVincenzo Trione175 pp.Brossura

    fia artistica. Scopriamo adesempio, fra i molti casi citati,che il Drappeggio conservatoal Louvre (catalogo, nr. 4) at-

    tribuito a Drer nel-lInventario Jabach,viene ricondotto aLeonardo da Mariettementre in seguito pas-s al Louvre ancorasotto il nome del mae-stro tedesco. Questoscambio di attribuzio-ni altamente signifi-cativo poich collegadue maestri che, al dil degli influssi in ter-mini di stile, manife-stano un approcciometodologico assaiomogeneo sotto di-versi punti di vista. Ilrigoroso catalogo composto da cento-quattordici schede epresenta una sceltamirata di quaranta au-

    tografi di Leonardo, selezionatidai fondi di cinque musei fran-cesi, indicativi per saggiare letecniche utilizzate dal maestroe documentarne levoluzionein termini stilistici in rapportoallindispensabile sequenza

    cronologica. Fra le analisi piintriganti spiccano le schedededicate alla primissima gio-vinezza del maestro (catalogoI-9), presente nella bottega diVerrocchio forse gi dal 1464,poi iscritto alla Scuola di S. Lu-ca come pittore autonomo nel1472, a ventanni. Alcuni dise-gni squarciano un orizzonteche diventa luminoso e tersonel caso di Bramantino, giu-

    I disegni di Leonardo da VinciSimone Ferrari

    I disegni di Leonardo da Vinci e della sua cerchianelle collezioni pubbliche in FranciaPietro C. Marani280 pp., 140 ill.Rilegato

    stamente collegato agli studidel pi rinomato collega. Il confronto di grande signi-ficato, poich conferma un tas-sello fondamentale nella for-mazione e nel percorso di Bra-mantino, altre ai rapporti conButinone, Ferrara e con Bra-mante. La lettura delle schedeoffre molteplici spunti di ri-flessione. Lo studio per edifi-ci a pianta centrale consentedi riconsiderare i rapporti conlamico Bramante e la possi-bile, comune incidenza in am-bito tipologico allinterno del-larchitettura romana. Linteresse precoce di Leonar-do per eventi emozionanti,persino macabri e truculenti,trova conferma e linfa vitalenella linea espressiva edespressionista ampiamente dif-fusa in Lombardia (ad esem-pio, nelle Teste di caratteredel Banco Mediceo, al Castel-lo Sforzesco). Non mancano poi importantichiarimenti e precisazioni dinatura tecnica, giustamente in-terpretati in termini di stile (lamatita rossa, ad esempio, co-me medium per conseguiresuggestioni naturalistiche ed

    atmosferiche). Il celebre cartone prepa-ratorio per il Ritratto diIsabella dEste (mai ese-guito), offre una delleanalisi pi esaustive. realizzato a tecnica mi-sta, con luso di matitanera, rossa, ocra, rialzi dibianco e dello sfumino,su carta preparata. Pie-namente autografo e fo-riero di fecondi sviluppi(anticipa la Gioconda),rappresenta forse la ver-sione posseduta da Leo-nardo stesso (e non dal-la marchesa, a Mantova),portato da questi a Ve-nezia e perforato per du-plicarlo. Completano ilvolume interessanti pro-poste attributive, conspostamenti in seno ai

    leonardeschi e passaggi dal-lindistinto magma degli ano-nimi a prestigiosi nomi comeBernardino Luini.

    Ritratto di Isabella dEsteParigi, Muse du Louvre,

    Dpartement des Arts Graphiques, inv. MI 753

    (magazzino nel mezzanino dei pezzi incorniciati; Epi 90)

    26 r. Testa e spalle di donna quasi di profilo volta in basso verso sinistra,

    con uno schizzo di busto duomo in basso a sinistra

    Parigi, Muse du Louvre, Dpartement des Arts Graphiques, inv. 2376

    (MI 301; N III 35689) 168 x 180 mm

    Ricordando Lon PressouyreSandra Costa

    Limbarazzante consapevolez-za del cammino che si dovevaancora percorrere per rag-giungere il rigore e soprattut-to la passione per larte e perla vita di uno studioso, dal looktutto anglosassone, che ha por-tato la ricerca storica e ar-cheologica francese del XX se-colo a una delle sue pi vali-de e riconosciute espressioni,ha folgorato prima o poi tutti gli allievi di Lon Pres-souyre (27 gennaio 1935-10agosto 2009). Una cultura im-pressionante, la sua, ma so-prattutto generatrice di idee eaccompagnata da quella ge-

    nerosit intellettuale che soloi grandi Umanisti possono ave-re, quelli veri. Lapporto di Lon Pressouyrealla storia dellArte Medievalee alla conoscenza dellarchi-tettura cistercense resta fon-damentale quanto il suo im-pegno per la conservazionedei monumenti storici, in unat-tivit scandita da ruoli di gran-de responsabilit: pro-rettoreallUniversit di Parigi, consi-gliere generale dellUNESCOe presidente della Commis-sione per la conservazione deimonumenti nazionali in Bo-snia Erzegovina, coordinato-

    re dellICOMOS per la Con-venzione sul patrimonio mon-diale, presidente del Comitdes Travaux Historiques etScientifiques. Nella cultura europea, grazieai suoi libri e ai suoi innume-revoli articoli, siscrive lap-porto di un metodo lucidissi-mo; per chi ha avuto il privi-legio di incontrarlo rimane ilricordo indelebile di un uomodi straordinaria comprensioneed eleganza di modi che hatrattato con sublime disprezzosolo la sua malattia. A nome ditutti i suoi allievi : Adieu Mon-sieur, merci encore.

    Big Red, 1959

  • Un plauso allalleanza Twisterfra 10 musei di Arte Contem-poranea in Lombardia: Berga-mo, Gallarate, Gazoldo degliIppoliti, Suzzara, Villa e Col-lezione Panza, Gemonio, Lis-sone e Milano. Unintelligentepromozione culturale e com-mittenza pubblica del settoreCultura della Regione Lom-bardia, che attraverso un ban-do internazionale (ad inviti)ha permesso di attivare pro-gettualmente molti artisti (11selezionati su 59). Interes-santi, e molto diversi fra lo-ro, i progetti creativi sonostati calibrati specificamentesulle realt urbane e territo-riali dei Musei, provocando,quanto mai opportune, re-lazioni sociali ed ambienta-li. Infatti, denominatore co-mune a tutte le opere-pro-getto selezionate il favori-re reazioni e relazioni socialinella comunit. Mappe di lu-ce in cui perdersi elaboratecon i bambini a Lissone, un fi-lare cancellata e un tappetorosso di benvenuto al futuro earchitettonicamente paraboli-co museo di Gallarate, unanon roulotte ma concretaidea di spazio assemblandosfere di acciaio a Suzzara, unaspaziale luce a fibra ottica cheperimetra linterno geometri-

    Le xilografie policrome a sog-getto erotico shunga, imma-gini della primavera, raggiun-sero il vertice estetico e pro-duttivo nel periodo delloShogunato Tokugawa, tra il

    1603 e il 1867. Collezionatesegretamente in Europa, apartire dalla seconda metdellOttocento, dopo laper-tura del Giappone al mondooccidentale, ispirarono lette-rati e artisti come Zola, VanGogh, Toulouse-Lautrec eKlimt e influirono in modo si-gnificativo sulla riflessionenellambito dellOrientalismo.Le prime rappresentazioni pit-toriche di scene erotiche, inchiave umoristica, appaionosui rotoli orizzontali, destina-ti a decorare i pannelli scor-revoli e divisori nelle case dipiacere e risalgono allepocaKamakura (1185-1333).Alla corrente artistica dellu-kiyo-e (pittura del mondo flut-tuante) dove la sensualit, le-rotismo femminile, la tensio-ne fra i due sessi sono al cen-tro dellinteresse, si contrap-

    pone nelle xilografie Shungauna corporeit umana avvol-ta nel gioco dei Kimono dacui traspare una nudit vesti-ta. Il corpo lasciato scorre-re liberamente e ripreso emo-

    zionalmente negli amplessi.Apprezzate dai contempora-nei, come stampe, illustrazio-ni di romanzi erotici e di ma-nuali educativi femminili, por-tarono alla ribalta i pi notiartisti del tempo: Harunobu,Koryusai, Kiyonaga, Hokusaie Utamaro. Queste significa-tive espressioni artistiche del-lukiyo-e sono una riflessioneetico-estetica sulla brevit esulla transitoriet della vita,sui valori del nuovo cetoemergente, composto da mer-canti, artigiani e artisti. Un ce-to escluso dal potere politico,ma economicamente fioren-te, dedito a una visione edo-nistica dellesistenza, in con-trasto con la rigida morale del-la classe guerriera. Le xilo-grafie shunga di rapida edeconomica realizzazione innotevoli tirature, sono un vei-

    colo di larga diffusione, para-gonabili ai mass-media attua-li. Il sistema rigidamente feu-dale fa posto al nuovo cetoimprenditoriale dei chonin,stimola le modificazioni di vi-ta, le oscillazioni nel gusto esposta le arti figurative versoconnotazioni pi popolari, masempre raffinate. Nelle raffi-gurazioni degli artisti, i piaceridella sessualit si contrap-pongono a una produzioneletteraria tendenzialmente ca-rica di sensualit come i ro-manzi di Ihara Saikaku eEjima Kiseki. Le opere in mo-stra appartengono al Museodelle Culture di Lugano e acollezionisti privati svizzeri,tedeschi e italiani. Cento-cinquanta stampe che rap-presentano levoluzione del-le shunga, dalle origini aHashiguchi Goyo (1880-1921) lultimo grande artistadel genere. Per la prima vol-ta potremo ammirare i testi(makura-bon) che accompa-gnano le immagini (makura-e) di argomento erotico e iKimono dellepoca Meji(1868) e Taisho (1960) dellacollezione romana Antichikimono. La mostra accom-pagnata da un catalogo(Mazzotta) curato da M.Fagioli e G. Giovannoni.

    N. 63 - dicembre-aprile 2010www.libreriabocca.com

    L E M O S T R E

    Arte e eros nel periodo Edoa Palazzo Reale

    Anna Borgoni

    pagina 6 Per la tua pubblicit chiama Donatella Bertoletti 338 4852 540 - Antonio DAmico 338 2380 938

    Il Museo Diocesano di Pado-va non poteva davvero sce-gliere una tematica pi attua-le per inaugurare la quinta edi-zione della Rassegna Interna-zionale di Illustrazione I colo-ri del sacro. In unmomento in cui lascienza e la poli-tica si interroganosugli effetti del ri-scaldamento glo-bale e anche laproduzione cine-m a t o g r a f i c aproietta ansie e ti-mori in scenariapocalittici checon la fantascienza potrebbe-ro (ahim) avere ormai benpoco a che fare, dedicare unamostra di illustrazione al temadella terra assume un signifi-cato che va ben oltre la valen-za puramente artistica. Non sipensi, tuttavia a rappresenta-zioni cupe di un pianeta vio-lato e devastato: le opere, pro-dotte da un centinaio di illu-stratori provenienti da bentrentacinque paesi, secondo lemolteplici declinazioni di dif-ferenti culture, perseguono lo-biettivo di risalire alle radici pri-mordiali della Terra, alla risco-

    perta del suo significato divi-no. Troviamo cos la solare eriarsa Terra dAfrica di JesusCisneros Laguna e liridescen-te pullulare di vita di La Terrae le sue creature di Miro Po-

    gran; un silenzioso filare dipioppi si trasforma nelle co-lonne di una Cattedrale nel-lopera di Valentina Salmasoma forse limponente alberoblu di Momo Takano (una sor-ta di fantastico Igdrasil giap-ponese) con i suoi enigmaticipesci-uccello, limmagine chesintetizza nel modo pi esau-stivo la sopita, ma non esauri-ta, valenza sacrale della tema-tica. E ritroviamo Gaia, la Ma-dre Terra che secondo la Teo-gonia di Esiodo partor ancheUrano (il Cielo), la Grande Ma-dre delle antiche religioni ma-

    triarcali, ma anche la polveredel suolo in cui il Dio biblicoinsuffl vita per generare luo-mo e la Terra che nei riti fu-nerari riaccoglie nel suo ven-tre rigeneratore luomo nella

    speranza di unnuovo risveglio: laTerra madre eparte delluomo,in unovvia manon scontata fu-sione fra macro emicrocosmo. Al dil del suo signifi-cato artistico, lamostra si configu-ra quindi come

    una sorta di variopinto me-mento per adulti, ma non so-lo: obiettivo fondamentale del-lesposizione anche la co-municazione con il mondo del-linfanzia, attivamente coinvol-to attraverso visite guidate e la-boratori didattici orientati a fa-miliarizzare i bambini con letecniche dellillustrazione.

    Gaia madre terraLa salvi chi pu

    Martina Fragale

    Terra! I colori del sacro Rassegna Internazionale di illustrazione Quinta edizionePadova, Museo Diocesano fino all11 aprile 2010

    Shunga Arte e Eros nelGiappone del periodo EdoMilano, Palazzo Realefino al 31 gennaio 2010

    Lugano, Museo delle Cultureautunno 2010-20 marzo 2011

    co di una scultura, un assem-blaggio fotografico tipo ex-vo-to per grazia ricevuta a pre-mio di custodi volontari e vi-sitatori a Gemonio, allesplo-sione di una nuvola di nebbiae allintermittenza di una figu-ra di luce nel tempietto neo-classico del giardino di VillaPanza-FAI, il Monumento Mo-mentaneo in pietra dorigine

    indiana, svuotata, lavorata edincisa con fessura per le ele-mosine che la citt di Berga-mo offre per finalit etico so-ciali e a Milano la suggestivastanza dimensionata da unpoetico filo luminoso di fibraottica al Palazzo delle Stellinee loriginale coinvolgente so-nora visione-commento di ci-viche opere che saranno espo-ste nel futuro Museo del No-vecento (De Pisis, Fontana,

    Tour darte contemporaneaPietro Sergio Mauri

    Artem Kostyukevichm, finita laggi!

    Utagawa Kunisada

    Russolo e Licini, dal cui com-mentatore si vorrebbe cono-scere il bar servito da ammi-rata ragazza ungherese!) a Pa-lazzo Reale. Gli artisti: MarioAir, Massimo Bartolini, CarloBernardini, Lori Cecchini, Cia-ra Dynys, Mme Duplok, LaraFavaretto, Maik e Dirk Lob-bert, Marzia Migliora, Ottonel-la Mocellin. Infine lartista,

    israeliana in New York, OfriCnaani che ha sviluppato ilprogetto Dreams and Dra-mas creando suggestiveproiezioni video studiate re-lazionalmente per ogni sedemuseale, godibilit che esi-ge un poco di oscurit o ilcalar della sera. Un apprez-zamento finale anche allap-passionato impegno dei di-rettori museali, tutti proiet-tati a sviluppare e stimolareil miglior dialogo con i loro

    concittadini, andando loro in-contro e non solo aspettandolinel ruolo di visitatori occasio-nali. I costi sono stati sostenutida Regione Lombardia (euro400.000), Fondazione Cariplo(euro 250.000), i Musei (euro250.000). Scadenza di questoprimo evento darte collettivoil 3 gennaio 2010: auspicabiligite in autobus con picnic!www.twisterartecontempora-nea.com

    Loris Cecchini, Untitled

    Prato, citt dai molti capolavoriartistici che purtroppo scontala sua immediata vicinanza conla capitale del Rinascimento Fi-renze, tenta di ripartire anchedal punto di vista dellanalisidella ricerca contemporanea.Il museo Pecci, dopo un pe-riodo di gestione, forse non fe-licissima, tenta ora di risolle-varsi e, stando alla mo-stra monografica (la pri-ma in assoluto, dedica-ta a 30 anni di carriera)Hekhalt dellartista rus-so israeliana Lena Liv,ha imboccato la giustastrada. Il termine, evo-cativo e un po enigma-tico per chi non ha pra-tica in queste vicende, tratto dalla cabalaebraica e fa riferimentoai palazzi divini inseriti in unpercorso mistico tra mondo vi-sibile e invisibile. In una quarantina di opere rea-lizzate a partire dai primi anniNovanta Liv utilizza in manie-ra pittorica immagini fotogra-fiche recuperate su bancarelleo in archivi per privarle del lo-ro contesto e trovare cos nuo-ve profondit di senso. Un processo di straniamento,che partendo da dettagli pri-vati, permette allartista di crea-re grandi installazioni nellequali chiunque pu identifi-carsi. Nelle mie opere ricor-da lartista nel bellissimo li-bro/catalogo pubblicato dalCentro sperimentale di artecontemporanea di Pier VittorioGatti sempre presente unriferimento allessere umano,al noi, a tutti noi. Mai allauto-biografia. Quando ho comin-

    ciato a realizzare i lavori congli oggetti pensavo sempre al-lessere umano e ai rapporti traesseri umani, al rapporto inti-mo, forse nascosto, di calore,di casa, di cose profonde.Limmaginario di Lena Liv fat-to di oggetti semplici apparte-nenti ad un universo passato,di volti di altri tempi ed sem-

    pre una rappresentazione ar-chetipica del mondo e deltempo. Il territorio pratese stato direcente anche invaso dallamanifestazione Territoria 4, acura dellartista Bert Theis cheanche se in parte concluso perquestanno mantiene una co-da in provincia nel comunedi Cantagallo. Qui, con la cu-ra di Marco Mocellin visibileda novembre in sede perma-nente il lavoro di Theis Forni-re realt, un progetto specia-le che ha vinto un locale con-corso di idee ai fini della rea-lizzazione di uninstallazionepubblica permanente da por-si sullalzata di Luicciana nelCircuito arte pubblica del co-mune fiorentino. Lautore hapredisposto per loccasione ar-tistica unelegante balaustra di31 metri per lo spazio del Mu-

    seo allaperto che si apre sul-la vallata verde, inserita nellaserie dei text works conce-piti da Theis negli ultimi anni:sostanzialmente lopera com-posta da 31 riquadri che fan-no da cornice a cui si interval-lano 31 lettere dal vago sapo-re liberty e dal significato vo-lutamente oscuro. Lartista ad

    ogni modo dice: il testosi riferisce ad altri lavorirealizzati a Bruxelles eLussemburgo e significaNon spetta a noi forni-re realt da una frase diJ.F. Lyotard inserita quiin un contesto di arteambientale. Al Pecci intanto prose-gue fino al 28 febbraiola prima personale ita-liana presentata in un

    museo pubblico di Theis (a cu-ra di Marco Scotini): in Buil-ding Philosophy si analizza ilnuovo mattone che lartistalussemburghese propone perarginare la crisi culturale con-temporanea. I suoi lavori di-ce Scotini sono concepiticome progetti simbolici e uto-pistici, disseminati in spazi do-ve larte pu partecipare allavita individuale e collettivaconfigurandosi come luogo diriflessione e socialit.

    Lena Liv e Territoria4per ripartire da Prato

    Stefano Luppi

    Marco Colombaioni e Annibale Barca

    Prato, Museo PecciHekhalt Lena Livfino al 10 gennaio 2010Bert Theis. Building Philosophyfino al 28 febbraio 2010

    Prato e CantagalloTerritoria4Bert Theis. Fornire realtInstallazione permanente

  • N O T I Z I E D A R O M Aa cura di Al ice d Amel ia

    pagina 7Per la tua pubblicit chiama Donatella Bertoletti 338 4852 540 - Antonio DAmico 338 2380 938

    deviazioni, adesioni occasio-nali e influenze recenti, chespiegano linclusione di artistiviventi come Del Pezzo. Non mancano comunque, trale opere esposte, pezzi stori-cizzati, identificabili con que-ste correnti. Il pregio e il di-fetto, per cos dire, dellespo-sizione proprio quello di vo-lere scandagliare queste cor-renti non solo fino agli anniTrenta, ma coprendo un pe-riodo cronologico vastissimo,quasi un secolo, fino alle ulti-me mostre organizzate da Bre-ton negli anni Sessanta. Pesa di certo la conoscenza di-retta del curatore nel caso de-gli artisti e movimenti sottoli-neati in mostra, ma questa una caratteristica che d a tut-ta lesposizione una sensazio-ne di vivo e ancora contem-poraneo, che meglio spiegacome sia possibile coniugareeversione ed estetica e il lega-me tra due filosofie non solodi arte, ma soprattutto di vita,quali furono questi movimen-ti, che hanno lascianto altresun segno tangibile nel tempoe nella storia.

    lo della mostra, Dada e Sur-realismo: riscoperti.Cos inizia un percorso che cifa capire come a Zurigo (doveil movimento Dada nacque nel1916), a New York, a Parigi, aBerlino e un po ovunque inEuropa, alcuni artisti si riuni-rono idealmente in una paro-la misteriosa e senza senso co-me Dada, il cui fondatore Tri-stan Tzara affermava non si-gnificasse nulla e fosse aboli-zione stessa della logica, rifiu-to della convenzione e proprioin questo senso volont diespressione di un nulla, di unsenso di vuoto che passano lecreazioni convenzionali. E proprio in questa filosofia siriuniscono, seppure con cifrestilistiche molto differenti, nu-merosi artisti dadaisti, le cuipremesse anarchiche e anti-convenzionali, non fanno con-temporaneamente intravederesviluppi per un tale movimen-to. Dagli anni Venti per, il Sur-realismo ne raccoglie leredit,rifacendosi alle influenze dellarivoluzione psicologica freu-diana e sostituendo cos lanar-chia dadaista con ladesione almarxismo e lesplosione di ar-tisti come Duchamp, Arp, Pi-cabia, Man Ray, Tanguy, Ernst,Masson, Dal, Magritte, Mir, Pi-casso per citarne alcuni.In mostra pertanto non solo gliapici, ma anche le scissioni,

    game tra larchitettura e le al-tre attivit artistiche per cui pi famoso. Per Michelangelolarte si situa nellidea, La man,che ubbidisce allintelletto,pre-esite alla materia e indif-ferente alla tecnica si traducenellenergia e nella carica spi-rituale che lopera sprigiona. I progetti in mostra riflettonoquesto suo modo di operare emostrano quella novit di con-cepire lo spazio architettonicotanto esaltata dal Vasari, fruttodi una meditata elaborazionepersonale del canone classico,si tratta di fogli di emozio-nante bellezza a chi li os-serva conoscendo il contestopotrebbero ricordare la pro-duzione di un musicista cheimprovvisa sul suo strumento,cos commenta alcuni proget-ti per la Laurenziana, CristofThoenes nel suo saggio allin-terno del catalogo. Anche seMichelangelo volle sempre de-finirsi scultore, alludendo al fat-to di aver assunto impegni ar-chitettonici contro la propriavolont, i fatti e i documenti cidicono invece delle sue quali-t e del suo impegno anche inquesto campo e nel catalogotroviamo interessanti spunti diriflessione sul rapporto sottileche si intreccia fra la storia diquel periodo, la vita del mae-stro e la sua arte.

    A cura di Arturo Schwarz, ami-co e collezionista di molti deisurrealisti in mostra, lesposi-zione allestita nel Complessodel Vittoriano ripercorre la sto-ria del Dada e del Surrealismo(catalogo Skira), presentandocinquecento opere tra oli,readymade, assemblaggi, col-lage, disegni automatici, scul-ture e materiale documentari-stico come manifesti e perio-dici depoca. Sicuramente ilpregio della rassegna sta nel-lattualit offerta insieme aduna completezza dal punto divista scientifico-cronologiconella scelta delle opere e de-gli artisti. Nomi quali Chagall,De Chirico, Duchamp, Kan-dinskij, Klee, Klinger, Moreaue Munch, fanno pensare a unpercorso esaustivo nellambitodelle correnti delle avanguar-die storiche scelte che, comesottolinea lo stesso curatore, atuttoggi conservano il loro ca-rattere eversivo, ma il vero plusdellesposizione soprattuttoquello di presentare al pubbli-co artisti meno noti, molto di-versi e allo stesso tempo, stret-tamente legati fra loro. Sempreil curatore, spiega come figu-re meno conosciute o ricon-ducibili a questi movimenti,abbiano tuttavia contribuito aprecisare letica e lestetica chesta nella natura stessa di cor-renti da cui deriva il sottotito-

    tra del maestro cos ClaudioStrinati spiega lobiettivo del-levento curato da Pina Ragio-

    nieri, direttrice dellaFondazione Casa Buo-narroti, e da MauroMussolin, storico del-larchitettura.Attraverso il vasto ap-parato espositivo, divi-so in 17 sezioni temati-che, costituito da dise-gni autografi, antichestampe, modelli, volumie documenti originalidellepoca si snoda lastoria di Michelangelocostruttore a Roma, apartire dalla chiamata diGiulio II, nel 1505, perla realizzazione del pro-prio sepolcro fino agli

    ultimi sforzi nel progetto perPorta Pia. Una storia da cui tra-spare il clima dellepoca, nel-la riscoperta dellantico, atte-stato dalle copie tratte dal Co-dice Coner, da Vitruvio e daireperti offerti dalla citt; nelli-dea di restauratio della gran-dezza papale attraverso le im-portanti commissioni artistiche;nel valore simbolico dei pro-getti, come lutilizzo prevalen-te della pianta centrale nellar-chitettura ecclesiastica, dove ilcerchio rimanda alla perfezio-ne divina. Un percorso che lascia traspa-rire il temperamento tormen-tato del maestro e i rapporticonflittuali con i committenti(come la tragedia della sepol-tura di Giulio II) ma soprat-tutto rivela un indissolubile le-

    Michelangelouno spirito universale

    Mara Righini

    Uno spirito, che universal-mente in ciascheduna arte..fus-se abile cos il Vasari nelle sue

    Vite definisce il genio di Mi-chelangelo, celebrandolo co-me modello di artista assoluto,eccellente in ogni campo. DiMichelangelo per sono statisvelati ed esaltati soprattutto iltratto scultoreo e pittorico la-sciandone in ombra altri. Lamostra aperta ai Musei Capi-tolini (pregevole catalogo Sil-vana Editoriale) aggiunge untassello inedito allimmaginedel poliedrico artista indagan-do in modo pi approfonditoun lato meno conosciuto, quel-lo di architetto. Il punto di for-za di questa mostra lotticaparticolare da cui ci si postiper un riesame complessivodella figura di MichelangeloBuonarroti alla ricerca diquelle innumerevoli intercon-nessioni tra una attivit e lal-

    Michelangelo architetto a RomaRoma, Musei Capitolinifino al 17 febbraio 2010

    Dada e Surrealismo riscopertiRomaComplesso Monumentaledel Vittorianofino al 7 febbraio 2010

    Niki de Saint PhalleRomaFondazione Roma Museogi museo del Corso fino al 17 gennaio 2010

    Dada e SurrealismoAlice dAmelia

    C molto da raccontare di unadonna, che nella sua vita affa-scinante e tumultuosa, ha vis-suto in un certo qual modomille esistenze altre insiemee da poco stata riscoperta daun paese che ha amato tantis-simo, lItalia, al punto di do-nargli lopera di una vita: Ilgiardino dei Tarocchi (Gara-vicchio Capalbio, provincia diGrosseto).Niki de Saint Phalle dopo le-sposizione itinerante in ma-remma (Niki de Saint Phalle -Joie de vivre, Massa Marittima,Arcidosso, Sorano, maggio-ot-tobre 2009), arriva in grandestile a Roma a via del Corso

    presso la Fondazione RomaMuseo, per unesposizione cheattraverso 100 pezzi tra scultu-re, grafiche, dipinti, tiri, oltre afilmati e materiale inedito e fo-tografico, ne ripercorre am-piamente la carriera e la vitagrazie anche alla partecipazio-ne della Niki Charitable ArtFoundation di San Diego inCalifornia, da cui provengonola maggioranza delle opere(catalogo Skira).Niki (Neuilly-sur-Seine 1930-San Diego 2002), nasce inFrancia da una facoltosa fa-miglia di banchieri, che benpresto si trasferisce negli Sta-ti Uniti. La doppia naziona-lit ne fa subito una cittadi-na poliglotta del mondo che,grazie anche alle alte fre-quentazioni internazionali, siavvicina velocemente allacultura come al teatro con ilsogno di divenire un attricee, per la sua bellezza, vienepresto ritratta come fotomo-della da riviste quali Voguee Life. Tutti ruoli, che per uncarattere profondo e sensi-bile e contemporaneamentevulcanico come il suo, le van-no stretti. Non difficile com-prendere lanimo artistico diNiki, che inizia a manifestarsidallincontro con Hugh Weisssuo primo mentore, per rag-giungere lapice con Jean Tin-guely amico, collaboratore ar-tistico e amore di una vita, chesposer solo in seconde noz-ze, nel 1971. Il primo matrimonio con HarryMathews si celebra nel 1950, idue trasferitisi a Parigi hannodue figli e Niki, che continuaa dedicarsi soprattutto al tea-tro, cade vittima di un forteesaurimento nervoso, supera-to grazia allamore per larte ela pittura e come dir: Ero unadonna arrabbiata, non potevo

    che divenire unartista.Da questo momento diventaespressione di gioia di viveree allo stesso tempoconsapevolezza didolore e rabbia, tro-va nellarte lespres-sione congenialeper il suo essere:una donna forte,appassionata e in-namorata della vita,ma capace di co-glierne le contrad-dizioni del tempo,quanto di parteci-pare a lotte socialiper giustizia eeguaglianza; per

    questo insi-to nel suo sti-le una speri-mentazione continua acui si dedica senza sosta. Basti pensare ai Tiri, per-formance nelle quali Ni-ki invita il pubblico asparare con una carabi-na su varie superfici digesso, ricoperte da sac-chetti contenenti colore,per creare cos quel mon-do variopinto che la con-traddistinguer sempre dipi lungo la sua brillan-te carriera. Arriver presto ad espri-

    mersi ancora meglio con le fi-gure delle Nanas, in mostra aRoma con una sala intera-mente dedicata a loro, le sueragazze procaci e tonde, chedanzano alla vita, sculture po-licrome che celebrano la figu-ra femminile in ogni accezio-ne, fino alla possibilit del ri-torno alle proprie origini co-me in Hon/Elle (Stoccolma,

    1966), la mastodontica nana in-cinta, lunga 28 metri, alta 6 elarga 9, stesa sul torso come inprocinto di partorire tutto ilpubblico che la visita entran-do dalla vagina. Questa opera stata realizzata da Niki anchegrazie a Per Olof Ultvedt e JeanTinguely. Proprio nellepocadei tiri e le nanas lartistaentra in contatto con JasperJohnes, Rauschenberg e ap-punto Jean Tinguely. Jean fondamentale nel cam-mino di Niki, la loro storia da-more, amicizia e collaborazio-ne artistica, che dura al di ldel tempo come noi lo inten-diamo, raccontata anche innumerose opere (molte dellequali esposte a Roma), sia sot-

    toforma di diario quotidianosia nella realizzazione praticadi meravigliose visioni che co-

    niugano la fantasia di lei, conil genio architettonico di lui, fi-no a raggiungere la massimaespressione con Il Giardino deiTarocchi (di cui vengono pre-sentati i bozzetti originali pre-paratori e una scultura prove-niente dal giardino). Il giardi-no volutamente ispirato al ParcGuell di Gaud a Barcellona, composto da 22 sculture ispi-rate agli Arcani Maggiori deitarocchi, nei quali il visitatorepu entrare e interagire, essoracchiude in s unenergiastraordinaria data non solo dal-la maestosit di sculture ciclo-piche e multicolori, caratteriz-zate da specchietti e giochi dimovimento, luce e acqua o dalcarattere esoterico e religioso,ma anche dalla vitalit dellar-tista, che si avverte in ogni an-golo del parco. Su una terraaspra e difficile, quale larea vi-cino a Capalbio di propriet

    dei Caracciolo, Niki intravi-de per vita e forza per do-nare al pubblico futuro, unasorta di potere benefico e li-beratorio in uno spazio incui lasciarsi andare a sognoe fantasia. La rassegna ro-mana cerca di esprime almeglio, tra le varie sezioni,questo carattere di potere emagnetismo che lartistaesercitava fuori e dentro lesue creazioni dalle Originiagli Spiritual Path, carichi difemminismo, mitologia, vio-lenza, inquietudini private esociali, passando poi per leNans Power e Il Giaridno deiTarocchi, per seguire levo-luzione dello stile di questadonna innamorata dellItalia,

    ma anche la storia appassio-nante di un sodalizio artistico-amoroso che rivoluzion lar-te del Novecento. Inoltre, vanto di questa espo-sizione, Last night I have aDream, gigantesca opera chericopre una parete intera e rac-conta luniverso di Niki, unadonna straordinaria, lontanadalle convenzioni del tempo emoderna, ma vicina al sensotrascendentale pi profondodellessere umano e di una, senon lunica, ragione per vive-re: la capacit damare.

    Niki de Saint PhalleJean pour vivre

    Alice dAmelia

    Gwendolyn, 1966-1990

    Les trois Grces, 1994

    Jean in my heart, 1992

  • A R T E I N C O N T R O I N L I B R E R I A

    la citt attraverso la forza del-le immagini-guida, a creareuna sorta di mappa urbanisti-ca tesa a delineare il ritrattoche distingue una metropoli

    dallaltra. Le prime fabbriche in Europafurono costruite nel 1700; lamacchina e la produzione ba-sata sulla macchina si sostitualluomo e allartigianato e lavita lavorativa sub un proces-so di mutamento che toccpicchi sorprendenti tanto daessere definita Rivoluzione in-dustriale. Nelle fotografie e-sposte sembra ancora di sen-tire gli operai cantare e fareavanti e indietro con scarponie tute da lavoro. Proprio inquel periodo si apre una vi-sione materialistica della sto-ria, un allontanamento dallaspiritualit e dallidealismo, stu-diati e interpretati da Carl Marx,filosofo ottocentesco. Fotografare una fabbrica rac-conta una parte della storiadella citt ma anche degli in-dividui che lhanno vissuta; co-me afferma Marx: luomo so-ciet linsieme dei rappor-

    antiche civilt umane, piutto-sto che piccoli segmenti distoria artistica. Lesposizione

    sulla cultura Inca, con una li-nea del tempo che va dallVIIIsecolo a.C. allarrivo degli Spa-gnoli nel 1532, loccasioneper costruire una panoramicadi splendidi reperti oltreduecentocinquanta tra ope-re in ceramica, raffinate lavo-razioni in oro, turchese, legno,

    nonch tessuti con applica-zioni di penne. Come sugge-riscono i curatori, tra le sale

    espositive risuona un sensodel sacro irriducibilmentealtro, ma, al contempo,sorprendentemente vicino,in un dispiegarsi di materialidi rara bellezza. E non sa-r difficile percepire questavicinanza di suggestioni ri-spetto ad altre realt cultu-rali grazie ad una sezioneespositiva che potrebbe ri-velarsi la vera perla bre-sciana: Plus Ultra. Oltre ilBarocco. Segni didentitnellarte latinoamericana.Una mostra autonoma, mache si pone in ideale conti-nuit temporale con la pre-cedente, e che esplora il ba-rocco sud-americano, traimpulsi espressivi indigenie creoli arricchiti dallim-pronta spagnola, nellotticadi unarte intesa come fab-

    brica didentit, che formalindividuo e la societ.

    Era gi stata America! Storie dipittura nel nuovo mondo lul-tima mostra-evento organiz-zata da Marco Goldin a Bre-scia a proiettare la citt emigliaia di visitatori nel Nuo-vo Continente. Il legame coni paesi doltreoceano rimanevivo anche nella nuova sta-gione espositiva bresciana,ma si orienta verso sud, inparticolare verso il Per pre-colombiano. Inca. Origine emisteri delle civilt delloro(catalogo Marsilio Editori) sipreannuncia un grande suc-cesso di pubblico: i curatoridella mostra parlano di pidi trentamila prenotazionigi effettuate. Al di l del-lintenso battage promozio-nale, con tanto di video isti-tuzionale su Youtube, forseaiutato dai venti millenari-stici (seppur di matrice Ma-ya) che spirano da Holly-wood, la mostra bresciana siinserisce in una tendenzaespositiva di recente introdot-ta in Italia: da Etruschi. Le gran-di metropoli del Lazio, ospita-ta a Roma, a Egitto. Tesori som-mersi, nella splendida cornicedella Venaria torinese, lultimainclinazione del mondo del-larte quella di indagare le

    Milano, ritratti di fabbriche eMosca verticale. Stabilimenti in-dustriali, un tempo muniti distrumenti in favore di una par-ticolare produzione, oggi so-

    no sterili edifici inutili, malin-conici anche se, carichi di to-nalit e sfumature affascinan-ti, magnetiche. La visione poe-tica di questi edifici espressain immagine da Gabriele Basi-lico (Milano, 1944), esperto fo-tografo di architetture e pae-saggi, ci trascina in un viaggioche collega Milano a Mosca.Infatti, i visitatori troverannoin mostra Milano, ritratti difabbriche, 40 fotografie inbianco e nero realizzate tra il1978 e il 1980 e Mosca verti-cale, 28 istantanee a colori e 7in bianco e nero suggellate trail 2007 e il 2008. Questo connubio oltre cheunire arte e storia congiungedue citt che oggi stanno por-tando avanti unintensa fusio-ne culturale avviata quaran-tanni fa, grazie agli scambi tradue punti focali come San Pie-troburgo e Milano. La ricercaconduce Basilico a raccontare

    ti sociali; luomo il prodottodi un preciso tipo di societ edi un determinato universostorico, luomo lavoro. Lallontanamento delluomodalle fabbriche, la loro demo-lizione avvenuta a partire dal1978, provoca un periodo ditransizione chiamato disoccu-pazione; una volta terminatoquesto momento di estranea-zione, la successiva rinascitalavorativa non cambia la con-cezione filosofica della vita, masemplicemente viene mutatolo scenario: dalle fabbriche ainegozi, dalla produzione allavendita Nelle immagini di Basilico sco-priamo una Milano fantasma,desolata, quasi sironiana, tar-gata Panificio automatico con-tinuo, Consorzio agrario pro-vinciale, Brandolini metallie una Mosca ritratta dallalto,dalle Sette torri staliniane, cherispecchia un incontro tra po-litica e architettura, una visio-ne verticale da contrapporreallorizzontalit della quotidia-nit urbana e anche un modoper spiare gli attori di una so-ciet post-socialista. La rasse-gna a cura di Roberta Valtortae Umberto Zanetti, il catalogo pubblicato da Federico Mot-ta Editore. Affiancano lesposi-zione una serie di documenticonsultabili e una proiezionea ciclo continuo di video sul-lopera di Basilico.

    Milano-Moscala poetica fotografica di Gabriele Basilico

    Valentina Cavera

    La mostra Giovanni Muzzioli(1854-1894). Il vero la storiae la finzione, a Palazzo Fore-sti di Carpi (Modena), per laprima volta analizza tutto ilpercorso artistico del pittoremodenese noto, negli am-bienti macchiaioli di Firenze

    del secondo Ottocento. I cu-ratori Paul Nicholls, GraziellaMartinelli Braglia e Luciano Ri-vi hanno ordinato a PalazzoForesti dove per la primavolta visibile anche la note-vole collezione dellimprendi-tore Alberto Marri dedicata al-lOttocento italiano 80 ope-re: 56 di Muzzioli e 24 di arti-sti a lui vicini per rapporti diamicizia e intenzioni di ricer-ca formale, come Telemaco Si-gnorini, Silvestro Lega, Gio-vanni Fattori e Giovanni Bol-dini. Gli studi effettuati in que-sta occasione restituiscono aMuzzioli il ruolo primario chericopr negli ambienti artisticipi vitali di Firenze, dove era

    giunto nel 1876 come vincito-re del premio artistico mode-nese Luigi Poletti. Emerge qui,come illustrano ampiamenteanche i saggi pubblicati nel ca-talogo Allemandi, la sua fre-quentazione dei gruppi deiParionisti presso la trattoria

    della Sora Zaira in Parione,con gli amici Barabino, Lega eFattori, e del Circolo Artisticofiorentino che organizzavamostre, concerti, feste e con-ferenze con Diego Martelli eCorrado Ricci. Con loro il pit-tore stabil legami damiciziache hanno riscontro nellope-ra stessa, a livello di affinit disoggetti e dinterpretazione.Lesposizione documenta an-che aspetti significativi dellacultura artistica degli anni Set-tanta e Ottanta dellOttocentotra lEmilia e la Toscana, ca-ratterizzata da un equilibrio tramodelli pittorici e soggetti diambito naturalista da una par-te, soggetti storici e di genere

    dallaltra. Si alternano percinelle sale di Palazzo Forestimisurati paesaggi, sobrie ve-dute, partecipate rappresenta-zioni della vita dei campi odellambiente borghese, insie-me a brillanti rievocazioni instile neosettecentesco o neo-pompeiano, questi ultimi tra isoggetti pi riconosciuti del-lartista modenese. Nelle ope-re di Muzzioli si ritrova in-somma ulteriore conferma diquanto, buona parte della pro-duzione artistica del secondo800, debba essere indagataguardando a un insieme di sti-moli, individuabili tra scrupo-losa ricostruzione storica, li-bera rievocazione e attenta in-dagine della natura, non di-menticando di riscontrare tut-ta una serie di elementi varia-mente fusi e alternati a secon-da delle occasioni e delle ri-chieste espositive e di merca-to. Presente alle pi importantiesposizioni nazionali, le sueopere, soprattutto quelle asoggetto pompeiano, verran-no vendute in tutta Europa,grazie anche agli stretti rap-porti con il gallerista fiorenti-no Luigi Pisani che gi colla-borava con alcuni dei maggioriartisti macchiaioli.

    Giovanni Muzzioli riscopertoStefano Luppi

    La perla nascosta degli IncaStefano Saponaro

    Fuso o spatola per la calce, oro e turchese, 200-600 d.C.

    La Regione d luce allarteLuca Pietro Nicoletti

    tire una precisa verifica e unostudio approfondito di questecollezioni e allargare linteres-

    se a importanti scrigni, finoraignorati, consentendone unapi vasta conoscenza e valo-rizzazione. E non si parla del-la sola Milano, ma anche dal-le province di Como, Berga-mo, Brescia, Lodi, Varese, Pa-via. Contemporaneamente lafacciata del grattacielo, conlausilio di tecnologiche proie-zioni a tutta altezza, diventerun grandioso schermo sui cuiscorreranno i dipinti e alcuniloro particolari, facendo arri-vare i colori e i soggetti al cuo-re dei cittadini con suggestivaforza scenica. In parallelo

    Esiste un patrimonio di pittu-ra antica, in Lombardia, chenon si conserva nei musei cit-tadini, ma presso gli isti-tuti di carit dei capoluo-ghi. A suo tempo, proprioper rimarcare questo lega-me fra benefattori dellanobilt lombarda e arteantica, Testori fece unagrande mostra sui ritrattidei benefattori della CaGranda di Milano. Sonoinfatti le opere darte anti-ca, conservate presso leaziende ospedaliere deicapoluoghi lombardi alcentro delle mostre delprogetto La Regione d lu-ce allarte, ospitate, a par-tire dal 3 dicembre, pres-so il Grattacelo Pirelli, cheper loccasione diventa se-de espositiva di tre mani-festazioni. La prima unamostra di ventidue Dipin-ti lombardi dal Rinascimentoal Barocco (catalogo Motta24ore), curata da Mina Gregoricoadiuvata da un comitatoscientifico composto da Mar-co Bona Castellotti, Pietro Pe-traroia, Alessandro Rovetta, di-rezione artistica e creativa diPiero Addis, comprendenteopere di Giovanni Cariani,Moretto da Brescia, Romani-no, Giovanni Battista Moroni,Camillo Procaccini, Fra Gal-gario, appartenenti al patri-monio delle Istituzioni Ospe-daliere Lombarde. Lo scopo quello di consen-

    pagina 8 Per la tua pubblicit chiama Donatella Bertoletti 338 4852 540 - Antonio DAmico 338 2380 938

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    Basilico ieri e oggiMilano e le periferie industriali e la metamorfosi di MoscaMilano, Spazio Oberdanfino al 31 gennaio 2010

    Inca. Origine e misteri delle civilt delloroBrescia Museo di Santa Giuliafino al 27 giugno 2010

    La regione d luce allarteScoperte e riscoperte del patrimonio artistico della LombardiaDipinti lombardi dal Rinascimento al BaroccoMilano, Grattacielo Pirellifino al 28 febbraio 2010

    prevista la collocazione nel-lAtrio Istituzionale del Pirellidi un Artbox, uno spazio

    esclusivo e privilegiato perun A tu per tu con... alcu-ni singoli dipinti: verrannoesposti a rotazione, per ladurata di circa un meseciascuno, quattro capola-vori della pittura italiana:Francesco Hayez con Ri-tratto della contessa Tere-sa Zumali Marsili con il fi-glio Giuseppe (1833) deiMusei Civici di Lodi; An-tonello da Messina conSan Benedetto (1470 ca.);Tiziano Vecellio con Ri-tratto di Giulio Romano(1536 o 1538) e Mario Si-roni con Ritratto di CarloCarvaglio (1932-1933). Un modo originale, dun-que, per avvicinare le ope-re darte in un contestoespositivo nuovo e far dia-

    logare realt differenti portan-do un pubblico eterogeneo acontatto con opere che difficil-mente si potrebbero vedere econfrontare: una Regione, quin-di, che racconta per tappe lastoria del proprio passato.

    Il Sassoferrato, Angelo in adorazionemet XVII secolo

    Giovanni Muzzioli (1854-1894). Il vero la storia e la finzioneCarpi (Modena)Palazzo Forestifino al 24 gennaio 2010

    Giovanni Muzzioli, Per la festa, 1888 ca.

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    L E M O S T R E

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    N. 63 - dicembre-aprile 2010

    Un giorno il dio greco Efestofece a Minosse, re di Creta, unostranissimo regalo: un automadi bronzo che, durante i con-flitti, si gettava nel fuo-co e stringeva i nemiciin un incandescente ab-braccio mortale. Lantico vaso, che raffi-gura Talos allopera, co-stituisce la prima e-spressione figurativa diun anelito che avrebbemarcato a ferro e fuocoi secoli successivi: il de-siderio delluomo di ri-produrre meccanica-mente unombra di sestesso in una sorta diutopica maternit al ma-schile. Oggi il bilanciodi questa atavica utopia contraddittorio e tal-volta la sottile linea ros-sa che distingue la car-ne dalla macchina, larealt dallartificio, si ca-rica di inquietanti inter-rogativi. La citt di Lu-gano rende omaggio alla com-plessit di questa intricata ma-tassa non con una mostra, macon uneclettica e variegata ar-ticolazione di esposizioni pro-gettate con la collaborazionedella Fondazione Mazzotta edel Museo della Scienza e del-la Tecnologia Leonardo daVinci di Milano. Lesposizione si articola su tremusei con il complemento dimanifestazioni teatrali e cine-matografiche collaterali.Villa Ciani propone un vario-pinto excursus storico: il vasodi Talos e gli automi alessan-drini costituiscono il punto dipartenza; le riproduzioni degli

    ingegnosi progetti leonarde-schi (primo fra tutti luomo vo-lante ispirato agli studi di Leo-nardo sul volo e, last but not

    least, il piccolo leone mecca-nico pensato per accogliere ilre di Francia) costituiscono unulteriore snodo di sviluppo eil Settecento rappresenta la-poteosi con i suoi leziosi e ar-ticolati giocattoli per adulti (pri-mo fra tutti il Dessinateur diHenrie Louis Jacquet-Droz). La seconda guerra fa da spar-tiacque e il tramonto dellau-toma e della sua ludica ripro-duzione delle abilit umanesfuma nella nascita del robot,con la sua marcata valenza in-dustriale-economica e le suepeculiari caratteristiche pro-duttive. Il Museo dArte, d spazio al-

    la rappresentazione artisticadella tematica, dalle acquefor-ti per il Grande Vetro di Du-champ alle policromie geo-

    metrizzanti del futuri-smo europeo (accantoalle opere di Depero,Balla e Prampolini so-no presenti anche al-cuni dipinti del russoIvan Puni) fino al Bau-haus (con la TriadeDanzante di OskarSchlemmer) e alla vi-deoarte. Il corpo fra ludus, arti-ficio e frammentazio-ne e, come in un gio-co di specchi, il volto ela sua proiezione co-municativa, lo sguardo,indagato al Museo Can-tonale in una mostraparallela: un macro-contesto espositivo che,in ultima analisi, si di-stingue non solo per ilsuo spessore, ma anchee soprattutto per la sua

    inattesa leggerezza, e che siconfigura come una ludica evariopinta carrellata attraversosogni, utopie e paure che ri-mangono intimamente e di-sarmantemente umane.

    Corpo, automi e robotLugano capitale della tecnologia

    Martina Fragale

    Lesposizione, dedicata ad unodei pittori del Settecento vene-to pi originali e discussi, in-daga la figura artistica di Bor-toloni, attraverso confronti sti-listici e tematici con i suoi mae-stri contemporanei e conterra-nei, tra i quali: GiambattistaPiazzetta, Giambattista Tiepo-lo, Sebastiano Ricci, Giambat-tista Pittoni, Gaspare Diziani,Francesco Fontebasso.Famoso e molto richiesto, Mat-tia Bortoloni, (Canda di Rovi-go, 1696-Bergamo, 1750) eraconsiderato uno dei miglioriaiuti di G.B. Tiepolo, ma stu-di approfonditi lo hanno riva-lutato, mettendo in luce unapersonalit artistica di granderilievo e assolutamente auto-noma. Allievo del veroneseBalestra, Bortoloni lavora acontatto con i grandi artistipresenti a Venezia: Louis Do-rigny, Federico Bencovich,Giambattista Piazzetta e Seba-stiano Ricci, superando con

    raffinata invenzionecompositiva e qualitcromatica la tradizio-ne tardo seicentesca,in anticipo rispetto algrande Tiepolo e inpiena consonanza conle innovazioni di Pit-toni e di Ricci. I dueteleri con lAdorazio-ne dei Magi e dei Pa-stori di Fratta Polesi-ne, lo dimostrano.Il suo operare riccodi estro e originalit,ma con un fare an-tiaccademico e ironi-co, in controtendenzaalla pittura religiosa

    del tempo. A soli 20 anni ot-tiene lincarico ambitissimo diaffrescare gli interni di VillaCornaro a Piombino Dese, ca-polavoro del Palladio, ma an-che Villa Vendramin Calergi aFiesso Umbertino e in seguitoVilla Albrizzi a Preganziol, lechiese veneziane dei SS. Gio-vanni e Paolo, dove si con-fronta con lillustre coetaneoG.B. Tiepolo e il gi afferma-to Giambattista Piazzetta, rica-vandone insegnamenti pre-ziosi. E inoltre limportantecommissione dellaffresco del-la volta del coro di San Nico-l da Tolentino e interventi aCa Sceriman e Ca Rezzonico.Allapice delle imprese in areaveneta, Bortoloni si orientaverso leleganza formale deri-vata da Sebastiano Ricci, anti-cipando il rococ che G.B.Tiepolo decliner magnifican-dolo. Nel pieno della maturi-t artistica (1739-1750) si tra-sferisce in Lombardia, con

    puntate in terra sabauda doveaffresca Palazzo Barolo, laConsolata e il pi esteso af-fresco unitario di tutti i tempi:lenorme cupola ellittica (5500mq) del Santuario di Vicofor-te, capolavoro del baroccopiemontese. In Lombardia af-fresca la Cappella del Santissi-mo Sacramento presso il Duo-mo di Monza, la Chiesa di SanBarnaba e San Vittore al Cor-po a Milano e lavora nel Ca-stello Visconteo a BrignanodAdda, nel Palazzo BrentanoCarones a Corbetta, nel Palaz-zo Rasini a Cavenago Brianza,nella Villa Raimondo a BiragoLentate ma anche nei palazzimilanesi Dugnani e Clerici.Lultima impresa decorativa ilciclo del Trionfo del Santissi-mo Sacramento e la volta del-la navata, rimasta incompiuta,della chiesa domenicana diSan Bartolomeo, completatada Gaspare Diziani. Tra le opere esposte alcune te-le giovanili del Tiepolo, ac-canto a prove di soggetto mi-tologico, la struggente pala raf-figurante lEstasi di San Fran-cesco del Piazzetta e una pre-ziosa sezione di bozzetti deipi illustri frescanti del 700. La mostra curata da AlessiaVedova ed corredata di unricco catalogo edito da Silva-na Editoriale.

    Mattia BortoloniIl Settecento veneto a Rovigo

    Anna Borgoni

    Raymond Meier, Senza titolo, 1990 ca.

    Bortoloni, PiazzettaTiepolo: il 700 venetoRovigo, Pinacotecadi Palazzo Roverelladal 30 gennaio al 13 giugno 2010

    Corpo, automi, robotTra arte, scienza e tecnologiaLugano, Villa CianiMuseo dArte

    Guardami Il volto e lo sguardonellarte (1969-2009)LuganoMuseo Cantonale dArtefino al 21 febbraio 2010

    Mattia Bortoloni, Trionfo del Santissimo Sacramento, affresco, Bergamo,

    San Bartolomeo, particolare

    Si usa spesso, nel gergo con-temporaneo, laccezione di au-rea mediocritas con tono di-spregiativo, come fosse unelogio del non eccellente, delcarattere dozzinale.In realt, se si pen-sa alluso che ne fa-ceva Orazio nelleOdi, il significatodella definizione completamente dif-ferente: egli inten-deva alludere alla si-tuazione migliore,ottimale, che quel-la di mantenere unaposizione interme-dia, moderata.Ben si capisce, inquestottica, perchJean-Baptiste Camil-le Corot, ritenuto damolti lultimo dei classici e ilprimo dei moderni, sia un ma-gnifico esempio di aurea me-diocritas.Nato allo scadere del XVIII se-colo inizia e completa la suaformazione nei primi decennidellOttocento, per esprimere,in pieno, il suo credo artisticotra gli anni 20 e gli anni 60 delsecolo. Ma perch definirlocome espressione, simbolo diun cambiamento moderato?Perch percepirlo come unapripista, un innovatore, ma

    anche un tradizionalista, untraghettatore? I motivi sonomolteplici e appartengono siaalla biografia della persona,che alla manifestazione del-

    lartista. Dal punto di vistaumano, Corot non fu certo unistrione, non pu essere an-noverato tra gli artisti di smi-surata personalit, n tra quel-li che condussero una vita spe-ricolata, mentre dal punto divista artistico ebbe il merito dipresagire e, per lunghi tratti,di anticipare, alcune ricerche(limpressionismo, Czanne,Picasso, Braque) che si sareb-bero concretizzate solo moltidecenni dopo.Ma a questa immagine di pri-

    mo dei moderni non dimenti-chiamo di contrapporre ope-re di richiamo al classico, alpaesaggismo seicentesco, a In-gres, alla cultura ufficiale del

    Salon. Questo emolto altro sarannooccasione di con-fronto e dibattitonella mostra Corot elArte Moderna. Sou-venirs et Impressions(catalogo Marsilio).Levento, organizza-to dal Comune diVerona in collabora-zione con il Musedu Louvre, con lospeciale sostegnodel Ministero per iBeni e le AttivitCulturali, frutto diun accordo plurien-

    nale recentemente siglato tra idiversi enti. Lesposizione, curata da Vin-cent Pomarde, massimo e-sperto di Camille Corot, strut-turata in maniera del tutto ine-dita e pensata appositamenteper la citt scaligera.

    Corot e laura mediocritasMatteo De Donatis

    Corot e lArte Moderna. Souvenirs et ImpressionsVerona, Palazzo della Gran Guardiafino al 7 marzo 2010

    Camille Corot, Notre Dames et le pont Saint-Michel,Beauvais, Muse Dpartemental de lOise

    Non solo arte, ma anche tantadevozione popolare e la gran-de spiritualit legata al patro-no dItalia San Francesco nel-la mostra Ottocento anni inpiena Regola, larte di segui-re Francesco da Cimabue aigiorni nostri, al Museo dei be-ni culturali dei Cappuccini diMilano (la cura di RosaGiorgi e collegate alleventoci sono molte iniziative, perinfo www.bccmuseum.org). Lappuntamento celebra gliottocento anni dallapprova-zione orale della Regola fran-cescana, il Propositum vitaedi san Francesco dAssisi chenel 1209 si rec presso la cu-ria romana per essere ascol-tato dal Papa Innocenzo III,cui intendeva presentare ilproposito di una vita svolta se-condo il Vangelo. Il papa approv oralmentequesta forma di vita del santoe dei fratelli che si tradusse inuna Regola scritta anni dopocon la bolla Solet annuereemessa dal successore OnorioIII il 29 novembre 1223. Lideadegli organizzatori proprioquella di utilizzare la forma ar-tistica con opere provenien-ti soprattutto dal patrimoniocappuccino sparso in lItalia per illustrare i dodici capitoli

    della Regola riassunti in trepercorsi principali: spiritualit,carit e predicazione, quasi

    una breve guida. La sezionesulla Spiritualit illustra los-servanza del Vangelo, la scel-ta dellabito, la preghiera, lapovert, la relazione tra i frati,il rapporto con il secondo or-dine e la sezione ordina anti-chi evangelari usati dai fran-cescani, alcune stampe raffi-guranti lAlbero della FamigliaFrancescana, dipinti di Moro-ne, Nuvolone, il San Francescodella Porziuncola attribuito aCimabue e una copia della Re-gola del 500.

    Quella sulla Carit compren-de tutto ci che riportano allapovert e al lavoro dei fratifrancescani, nonch alla que-stua e allazione caritativa eassistenziale, tra le opere tro-viamo molte immagini di fra-ti questuanti e caritativi dei se-coli passati, insieme a un di-pinto di Bernardino da Feltre,fondatore dei Monti di Piet.La terza parte, infine, dedi-cata alla Predicazione e do-cumenta le parti specifichedella predicazione e della mis-sione dei frati evangelizzato-ri e dei martiri francescani.Qui i visitatori possono vede-re le tele del Pitocchetto raf-figuranti la Deposizione consan Bernardino, san Giovan-ni da Capestrano, santa Chia-

    ra e santa Margherita da Cor-tona, affiancate a opere di Giu-seppe Nuvolone, dellOrbetto,della scuola del Guercino, in-sieme ad alcuni manuali dipredicazione e immagini deimartiri.

    Ottocento anni in piena regolaStefano Luppi

    Ottocento anni in piena Regola, larte di seguireFrancesco da Cimabue ai giorni nostri Milano, Museo dei beni culturali dei Cappuccini fino al 21 marzo 2010

    Ignoto ligure, S. Antonio da Padovacon bambino e angeli, sec. XVII

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    A R T E I N C O N T R O I N L I B R E R I A

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    HairesisCartagena de IndiasMuseo HistoricoPalacio de la Inquisicionfino al 28 febbraio 2010

    Bellini...

    Per chi si occupa, inogni angolo del mon-do, di arte ambientaleil nome di GiulianoGori e della sua Fatto-ria di Celle (Pistoia) un pensiero quasiscontato, per chi in-vece ancora non co-nosce questo paradi-so artistico frutto diuna passione smoda-ta e lunga decenni che non si racchiudesolo nella commissio-ne di opere a grandiartisti contemporaneima si allunga nel co-stante tentativo di in-formarne tutti conunapertura della pro-priet di oltre sei me-si durante lanno unsolo vivo consiglio:prenotate una visitaguidata informandovisul sito www.goricoll.it . Nonne resterete delusi, perch lacollezione (come raccontaora il volume appena editodalla Cassa di Risparmio diPistoia e Pescia e Gli Ori)contiene decine e decine diopere create, lungo 45 ettaridi bosco, appositamente peril luogo, da artisti internazio-nali e italiani. I nomi? Da Magdalena Aba-kanowicz a Gilberto Zorio,passando per Daniel Buren,Alberto Burri, Enrico Castel-lani, Jean Michel Folon, Jo-seph Kosuth, Sol Le Witte, Ri-chard Long, Fausto Melotti,Robert Morris, Mimmo Pala-dino, Giulio Paolini, ClaudioParmiggiani, Giuseppe Pe-none, Richard Serra, EmilioVedova e molti altri a com-pletare il panorama che at-tualmente si compone di 68installazioni permanenti po-sizionate dal 1982 a oggi.

    Nei mesi scorsi il popolodellarte si nuovamentespostato nel verde di Celledove il gentilissimo ma nonchiedergli mai quanto valeeconomicamente unoperadarte perch, giustamente,vista la sua storia passionalee appassionante per larte, vimetterebbe alla porta Goriha illustrato a una serie diamici critici le due nuoveconquiste: Anselm Kiefer elo scultore Marco Tirelli. Lintervento del grande arti-sta tedesco (introdotto, in unvolume delle edizioni Gli Ori,dal critico Giuliano Serafini)sintitola Cette obscure clartqui tombe des toiles (questooscuro chiarore che cade dal-le stelle) ed posto allinter-no della Cascina Terrarossa: composto da due parti, unalarga sala dove sono conser-vati due enormi quadri rea-lizzati con piombo, olio e lac-

    ca e la scritta che d iltitolo dellopera, e unastanza contigua piraccolta e luminosa dove Kiefer ha ripro-dotto una pila dei suoicaratteristici libri dipiombo sormontatadai cocci di un enor-me orcio frantumatosovrastata dalla scrittacabalistica Shevirat HaKelim (la rottura deivasi).Se tutto qui fa pensa-re al rapporto tra cie-lo e terra, tra bene emale, per lopera nelparco e la mostratemporanea a Casa-peppe di Marco Tirel-li occorre pensare aiconfini (Ex Celle il ti-tolo). Per il 53enne ar-tista romano infatti, sianelle forme scabre e

    geometriche dei dipinti che in questa occasione nel-le quattro sculture essenzialie scanalate di acciaio corten,posizionate nel parco, su unaradura di circa un ettaro, oc-corre concentrarsi su quantoavviene al confine tra luce eombra, visibile e invisibile.

    Si tratta di un approccio me-todologico portante del suo la-voroS, il senso di fondo di questotesto, e del mio lavoro degli ul-timi quindici-ventanni, infattidi intendere la letteratura arti-stica secondo unaccezionemolto pi ampia e molto pi

    articolata di quella che era nelmanuale di Schlosser, soprat-tutto focalizzata sulla letteratu-ra, ma anche sugli inventari.Ne viene fuori un tracciatomolto oggettivo della fortunadel pittore, in un intreccio fra

    continua da pag. 1

    Anselm Kiefer, Cette obscure clart qui tombe des toiles

    testimonianze letterarie di clas-si diverse, che diventano, amio parere, uno strumento im-prescindibile nel momento incui si valuta la personalit diun artista del passato.Il libro, per, prende posizio-ne anche nei confronti dellamostra dedicata al pittore dalQuirinale lo scorso annoA questo si abbina una lungarecensione scritta a caldo, sul-

    levento, il pi grande suGiovanni Bellini a cui lamia generazione abbia po-tuto assistere, che ponemolti interrogativi a unapersona come me che hadei punti di partenza, deiriferimenti etico-politiciprima ancora che cultura-li, differenti: si tratta di unariflessione sul sistema del-le mostre di massa nellI-talia di questi anni. Datapoi la mia passione per lastoria delle esposizioni, hopensato di ripercorrere lamostra sala per sala (di-versamente dal catalogo,da cui non si capisce la di-

    sposizione delle opere), sen-tendo il bisogno di fermare leimpressioni durante ripetute vi-site. Da quella riflessione mi venuta poi lidea di recupera-re una serie di testimonianzeletterarie del Novecento (Gad-

    Un amore di Giovanni BelliniGiovanni Agosti80 pp., 16 ill. Brossura

    Pu una vittima giudicare a po-steriori il suo carnefice? Pu unluogo di tortura metamorfo-sarsi in spazio di espiazione? quanto avverr a Cartagenade Indias, variopinta cittadinadella Colombia caraibica cheospiter uninedita personaledi Rafael Dussan. Lesposizio-ne, volutamente e criticamen-te evocativa, avr luogo nel-lantica sede dellInquisizionespagnola e svilupper il tema(particolarmente caro allarti-sta colombiano) del corpo edella repressione dellerotismo.

    La valenza evocativa alleradici della mostra, caratte-rizzata da un notevole spes-sore documentario che va dalMalleus Maleficarum (ma-nuale scritto a fine 400 dadue frati domenicani per age-volare il riconoscimento del-le streghe) allo studio di al-cuni casi specifici di proces-si inquisitori risalenti al Sei-Settecento: in particolar mo-do il caso di una donna de-portata dallAvana e condan-nata per stregoneria e quel-lo di due schiavi di colore ac-cusati di sodomia e giusti-ziati. Sono questi i tre fanta-smi che prenderanno vitasulle pareti del Museo Colo-nial e che, in una sorta di tar-divo autodaf, metterannosotto accusa i loro antichi ac-cusatori, intrecciando con larealt che li ospiter un rap-porto ossimorico. Processo a

    posteriori, quindi, ma la con-danna e il capovolgimento diposizione fra giudice e accu-sato, non emerge tanto dallescene in s quanto dalle mo-dalit di rappresentazione. Inun grande trittico, la rappre-sentazione di due figure di ac-cusate, fiancheggiate da quat-tro inquisitori, parrebbe con-sueta e meramente descrittiva,se non fosse per la potenzascultorea (quasi michelangio-lesca) delle vittime e per la stri-dente contrapposizione cro-matica e posturale degli inqui-

    La nudit ritrovatasinfonia di corpi nella Colombia caraibica

    Martina Fragale

    sitori, schiacciati sotto il pesodelle tristi cappe nere. In altretele, in cui viene rappresenta-ta la tortura della corda, lop-posizione di campi si sviluppainvece sul filo dellantitesi gre-vit-leggerezza: allo stagnantevoyeurismo degli inquisitori sicontrappone infatti la nuditdanzante delle donne tortura-te. In Inquisidor bailandocumbia, limpulso liberatorioalla danza trascina surreal-mente uno dei giudici, grotte-sco con la sua patetica e vizzanudit ombreggiata dalla cap-pa discinta. La tela, peraltro, la rivisitazione di unopera ditre anni fa ed esemplifica elo-quentemente il mutamento sti-listico maturato dallartista co-lombiano negli ultimi due an-ni. Chi infatti ricorda Dussanper la spiazzante inattualit delsuo stile, pullulante di riferi-menti rinascimentali, noter laportata del mutamento cro-matico, dimensionale e figura-tivo che evoca piuttosto il Go-ya delle pitture nere. Il corpovendicato e ritrovato, quindi:costanza tematica e rinnova-mento stilistico convivono nel-lopera di un artista in perpe-tuo e vitale mutamento.

    Fattoria di CelleStefano Luppi

    da, Pasolini, De Pisis, DAn-nunzio), regolarmente omessedal catalogo di Roma in nomedi una scientificit accademi-ca, poich credo contino an-che gli sguardi degli artisti edegli scrittori nel momento incui ci si confronta con un arti-sta del passato. Avevo avutoquesta idea constatando comefosse bizzarro fare una rasse-gna di Bellini in una citt cospoco belliniana come Roma, emi venuto in mente un pas-so del Pasticciaccio di Gaddache ha dato lo spunto.Colpisce in questo libro leg-gere che la data di nascita diBellini siaFar nascere Bellini nel 1440 impossibile, anzi si mina la leg-gibilit e il senso del suo rap-porto con Piero della France-sca, che una delle ipotesi acui io continuo a credere. Oltretutto, lidea che Bellini siaun artista della generazione del1430 rende visibile come il suorapporto con Mantegna sia didialogo e non di subalternit,come invece emergeva dallamostra di Roma.

    Carla Trecani vive un tempotra sogno e incantamento, ab-bandonandosi al potere del-limmaginazione per ricerca-re un irraggiungibile ideale dibellezza. Le immagini femminili, nellaseducente volutt dei loro nu-di corpi, frementi damore edi sensualit, appartengono,a una misteriosa giovinezzadi incorrotta dolcezza, comedorati idoli moderni innalza-ti al culto della bellezza e del-la vita. Leggiadre fanciulle edevanescenti giovani giaccio-no innamorati in unagoniadestasi: sembrano rievocareil tempo degli dei e del mito;recitano echi di sussurri e so-

    spiri di antichi amorisperduti nel tempo.Che sogno meravi-glioso per la nostra ar-tista la coppia di Amore Psiche di Canova!Carla Trecani ha sem-pre privilegiato lartedel disegno (disegna-re scegliere di in-stallarsi nellinstabilitdel tempo) a lei coscongeniale ed essen-ziale per limmedia-tezza e la freschezzadi visione. Con pro-fonda coscienza haaderito a questarteche pretende un lun-ghissimo e costante

    apprendistato e un mestiererigoroso. Vi ha corrisposto atutte le esigenze (equilibrio delvalore e del tratto, delle om-bre e delle luci, del tocco) constraordinaria spontaneit e abi-tudine della mano. Prenden-do a prestito da Focillon si puaffermare che tra la sua manoe lutensile esiste una familia-rit umana: il loro accordo fatto di scambi sottilissimi enon definito dallabitudine. Esclusivamente col solo bian-co e nero (quale infinita gam-ma di tonalit sa far sortire) ot-tiene tutto ci che abbisognaalla vita del suo mondo figu-rativo. Dalluso, non frequen-te, del colore rifiuta il piacere

    edonistico che esso sadare. Quando se ne ser-ve lo fa con attentissimamisura perch non ab-bia in alcun caso so-pravvento del disegno.La magistrale padro-nanza della tecnica sicoglie immediata nelsuperbo modo con cuiriesce a plasmare e tor-nire i volumi del corpoumano, a rendere la de-licata levigatezza delleepidermidi. Pi importante ancora:a scavare dentro la for-ma per fare emergereci che agisce in essa efa intravedere attraver-so limmagine.

    Carla TrecaniLe seducenti tonalit del bianco e nero

    Gianni Vianello

    G. Bellini, Madonna con Bambino

    Arte ambientale Fattoria di Celle collezione GoriG. Gori, L. Pratesi456 pp., 200 ill.Rilegato

    Marco Tirelli ex celleG. Gori, L. Pratesi80 pp., 30 ill.Brossura

    Anselm KieferCette obscure clart qui tombe des toilesG. Serafini56 pp., 20 ill.Brossura

    Paola la esclava, 2009

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    Lauree economiche. La chiusura della Facolt diLingue della Bocconi, nonscoraggi la studiosa, che eb-be la fortuna di non essereemarginata, grazie alle pub-blicazioni sulla Storia della Mi-niatura, nate per il ricono-scente affetto verso PaoloDAncona. Luisa Cogliati Ara-no aveva accettato linvito del-la Cariplo per la stesura del li-bro Miniature Lombarde(1970) proprio per una ragio-ne affettiva, avendo, in quelmomento, come interesse pre-minente Leonardo e il leo-nardismo. Infatti, nel 1966,aveva realizzato il Catalogodel fondo di disegni di Leo-nardo e della sua cerchia, al-le Gallerie dellAccademia diVenezia, seguito poi dalledi-zione in facsimile bilinguefrancese-italiano. Con Marinoni frequent assi-duamente la Biblioteca Am-brosiana in cui i due studiosiriconobbero i disegni, pub-blicati nel 1784 da Gerli, rite-nuti autografi di Leonardo. FuChastel, il primo, a cui Luisamanifest il suo intento, nelbel salotto di rue de Lubeck aParigi e con il viatico: boncourage del grande studioso,per cui la cultura era vita vis-suta, limpresa si realizz cul-minando nellimportante mo-stra Da Leonardo a Goethe,presentata, a Milano, Franco-forte e in otto citt tedeschedove ebbe pi successo chein Italia. In seguito la studio-sa cur la sezione milanesedella rassegna La monnaiemiroir des rois, allHotel de laMonnaie di Parigi dedicata al-la monetazione di Luigi XII eai suoi precedenti sforzeschie, per la prima volta, venne-ro messe a confronto, mone-te e miniature, un nuovo ge-niale percorso che ebbe unlargo seguito. Questa elegante signora mi-lanese ha sempre avuto comepunti di riferimento fonda-

    mentali lAmbrosiana,Parigi, Venezia (con-dotta per mano da Bos-si collezionista di dise-gni di Leonardo, acqui-stati in seguito dallIm-peratore dAustria e as-segnati a Venezia). Anche linvito allAcca-demia delle Scienze diBudapest scatur dall