Arte contemporanea a Milano. 10 opere d'arte da ricordare

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ARTE CONTEMPORANEA A MILANO Dieci opere d'arte da ricordare dal 2000 a oggi di Vera Canevazzi Oggi gli artisti sono innumerevoli, gli strumenti artistici possibili ancora di più, il confine tra quello che è arte e il mondo reale è sempre più sottile. L'opinione maggiormente diffusa sull'arte contemporanea è che non sia semplice, sia incomprensibile e spesso non possa neppure essere considerata arte. Questa selezione delle 10 opere più significative apparse a Milano dal 2000 a oggi vuole invece dimostrare come l'arte contemporanea sia tuttora capace di comunicare messaggi chiari anche se molteplici, coinvolgendo, scandalizzando o esaltando un pubblico di appassionati e intenditori in costante aumento. Maurizio Cattelan, Marina Abramovic, Anish Kapoor, Mimmo Paladino, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Anselm Kiefer e Claes Oldenburg sono tra gli artisti più rinomati nello scenario internazionale e i loro lavori esposti o realizzati per Milano hanno reso la nostra città un importante centro propulsore dell'arte contemporanea. Vera Canevazzi è una storica dell'arte milanese, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano e borsista alla Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi di Firenze. Ha collaborato con diversi enti, tra cui la Custodia di Terra Santa di Gerusalemme, il Chelsea Art Museum di New York, la Galleria Lia Rumma, la Galleria Mimmo Scognamiglio e la Soprintendenza PSAE di Milano. Arte contemporanea a Milano. Dieci opere d’arte da ricordare dal 2000 a oggi di Vera Canevazzi [email protected]

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Questa selezione delle 10 opere più significative apparse a Milano dal 2000 a oggi vuole invece dimostrare come l'arte contemporanea sia tuttora capace di comunicare messaggi chiari anche se molteplici, coinvolgendo, scandalizzando o esaltando un pubblico di appassionati e intenditori in costante aumento. A cura di Vera Canevazzi

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ARTE CONTEMPORANEA A MILANO

Dieci opere d'arte da ricordare dal 2000 a oggi

di Vera Canevazzi

Oggi gli artisti sono innumerevoli, gli strumenti artistici possibili ancora di più, il

confine tra quello che è arte e il mondo reale è sempre più sottile. L'opinione

maggiormente diffusa sull'arte contemporanea è che non sia semplice, sia

incomprensibile e spesso non possa neppure essere considerata arte.

Questa selezione delle 10 opere più significative apparse a Milano dal 2000 a oggi

vuole invece dimostrare come l'arte contemporanea sia tuttora capace di comunicare

messaggi chiari anche se molteplici, coinvolgendo, scandalizzando o esaltando un

pubblico di appassionati e intenditori in costante aumento. Maurizio Cattelan, Marina

Abramovic, Anish Kapoor, Mimmo Paladino, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Anselm

Kiefer e Claes Oldenburg sono tra gli artisti più rinomati nello scenario internazionale

e i loro lavori esposti o realizzati per Milano hanno reso la nostra città un importante

centro propulsore dell'arte contemporanea.

Vera Canevazzi è una storica dell'arte milanese, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano e borsista alla Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi di Firenze.Ha collaborato con diversi enti, tra cui la Custodia di Terra Santa di Gerusalemme, il Chelsea ArtMuseum di New York, la Galleria Lia Rumma, la Galleria Mimmo Scognamiglio e la Soprintendenza PSAE di Milano.

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Marina AbramovicThe Abramovic Method, 2012

Milano, Pac

Approfondimenti sulla mostra:http://www.comunemilano.it/portale/wps/portal/!ut/p/c0/04_SB8K8xLLM9MSSzPy8xBz9CP0os3hHX9OgAE8TIwP_kGBjAyMPb58Qb0tfYwMDA_2CbEdFAJbRREs!/?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/giornale/giornale/tutte+le+notizie+new/cultura%2C+expo%2C+moda%2C+design/marina_abramovic_methodApprofondimenti sull'artista:http://www.lissongallery.com/#/artists/marina-abramovic/Video: http://d.repubblica.it/argomenti/2012/03/21/video/marina_abramovic_video-917185/1/

Nella mostra The Abramovic Method, che ha avuto luogo nel Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano nel 2012, il pubblico è diventato il vero e proprio oggetto dell'esposizione. I visitatori della mostra potevano infatti sperimentare le "installazioni interattive" messe a punto da Marina Abramovic, guidati dall'artista stessa e dai suoi assistenti. Le installazioni erano di tre tipi, con lettini, sedie e strutture metalliche a cui erano fissati dei minerali. Il pubblico doveva intraprendere un percorso meditativo della durata di due ore: indossando un camice bianco, con cuffie isolanti e gli occhi chiusi esso interagiva con questi oggetti, stando seduti, sdraiati o in piedi. Questa esperienza mirava a isolare i visitatori dagli stimoli esterni, spostando la loro concentrazione unicamente su sè stessi. Come ha spiegato la nota artista serba, il pubblico è essenziale per l'esistenza stessa della sua ricerca e dei suoi lavori: “Senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perché, come sosteneva Duchamp, è il pubblico a completare l’opera d’arte. Nel caso della performance, direi che pubblico e performer non sono solo complementari, ma quasi inseparabili”.

Anish KapoorDirty Corner, 2011

AcciaioMilano, Fabbrica del Vapore

Approfondimenti sull'opera: http://www.fabbricadelvapore.org/it/eventi/dettaglio.php?id=90Approfondimenti sull'artista:http://www.anishkapoor.com/Video:http://www.youtube.com/watch?v=1ULgt6UBev8

Dirty Corner, gigantesca scultura progettata per la Fabbrica del Vapore a Milano, è stata esposta nel 2011 in occasione della mostra di Anish Kapoor, celebre scultore nato in India e attivo a Londra. L'opera, lunga 60 metri e alta 8, è stata appositamente progettata per questo luogo espositivo e prevedeva che i visitatori potessero entrare nel lungo "tubo" in acciaio, percorrendo il tragitto nel buio totale, senza alcun riferimento visivo o uditivo, se non il rumore prodotto dalla terra che esternamente ricopriva gradualmente il lavoro. La scultura, che trova ragione soltanto se completata dal pubblico, è stata recepita molto positivamente dai visitatori, avendo scaturito reazioni sensoriali molto forti, quali, ad esempio, fastidio uditivo, senso di straniamento, perdita dell'equilibrio o paura.

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Mimmo Paladino,Montagna di sale, 2011

Struttura in ferro e legno, sale, cavalli in resina

Milano, Piazza del Duomo

Approfondimenti sull'opera:http://www.corriere.it/cultura/11_gennaio_21/trione_montagna_duomo_bd1a8b96-252c-11e0-9e30-00144f02aabc.shtmlApprofondimenti sull'artista:http://www.mimmoscognamiglio.com/en-us/artisti/mimmopaladino.aspxNotizie dai quotidiani:http://www.corriere.it/sport/11_maggio_08/milan-paga-montagna-sale_ecaa066a-7960-11e0-a4a7-62dea3e056bc.shtml

L'opera, realizzata per la prima volta da Paladino a Napoli nel 1994, è stata installata nel 2011 in Piazza del Duomo a Milano, in occasione della mostra sull'artista organizzata a Palazzo Reale. Sopra una struttura in acciaio e legno del diametro di 35 metri e alta 10 metri sono state versate 150 tonnellate di sale grosso proveniente dalla Sicilia. Da questo enorme cumulo di sale emergevano venti cavalli, dalle forme standardizzate e stilisticamente influenzati dalla scultura primitiva. L'installazione ha avuto una sorte malaugurata, venendo danneggiata solo dopo un mese dall'inaugurazione da un gruppo di tifosi del calcio. Commentando questo atto vandalico Paladino ha affermato: "Certo, nessun artista è felice quando una propria opera viene attaccata, violata, in parte sfregiata. Ma la mia Montagna si erge all'aperto. Diciamo che a Milano mi è andata bene. Perché a Napoli si rubavano il sale".

Maurizio Cattelan,La Nona Ora, 1999

cera, vestiti, resina poliestere a polvere metallica, roccia vulcanica, moquette,

vetro

Approfondimenti sull'opera:http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/31/news/la_nona_ora_in_mostra_s_della_curia_a_cattelan-5967483/Approfondimenti sull'artista:http://mauriziocattelan.altervista.orgCitazione Cattelan: http://www.sculpture.org/documents/scmag05/sept_05/webspecs/cattelan.shtml

Opera ormai considerata come una delle icone dell'arte contemporanea, La Nona Ora è stata esposta nel 2010 a Palazzo Reale a Milano, in occasione della mostra monografica sull'italiano Maurizio Cattelan, uno dei più celebri artisti esistenti. La scultura ritrae veridicamente Papa Giovanni Paolo II, schiacciato da un meteorite improvvisamente caduto dal cielo. Il pontefice non è morto, ma ha gli occhi chiusi e un'espressione accigliata per la sofferenza; egli stringe un crocefisso, invocando il Cristo in questo momento di difficoltà e dolore. La scena richiama un episodio evangelico, da cui deriva il titolo dell'opera. Come narrano i Vangeli, nella nona ora Gesù in croce, sentendosi dimenticato da Dio Padre lo appellò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ”L'opera, che aveva creato scandalo nel mondo ecclesiastico, non ha alcun intento provocatorio nei confronti della religione, ma si focalizza piuttosto sul concetto del potere che, come ha affermato Cattelan, "ha la data di scadenza, come il latte".

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Maurizio CattelanL.O.V.E, 2010

marmo di CarraraMilano, Piazza Affari

Notizie dalla stampa: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_ottobre_4/stella-cattelan-regala-dito-1703875300861.shtmlhttp://www.flashartonline.it/inclusioni/newsletter_det.php?pagina=newsletter_det&id=259&det=okCitazione Cattelan: http://www.vogue.it/people-are-talking-about/l-ossessione-del-giorno/2010/09/maurizio-cattelanVideo: http://www.youtube.com/watch?v=Yy3zOTCSPHc

La scultura è stata collocata in Piazza Affari a Milano nel 2010, in occasione della mostra di Cattelan tenutasi a Palazzo Reale. L'opera, che intenzionalmente doveva rimanere in questa posizione soltanto per dieci giorni, si trova ancora oggi davanti al palazzo della Borsa, a seguito delle richieste degli esponenti del mondo della cultura e in generale dei milanesi. Posizionata su un altissimo piedistallo si trova una mano maschile di quattro metri e diverse tonnellate, con le vene e i tendini ben in vista, colta nell'atto del saluto nazista, ma con tutte le dita decurtate, ad eccezione del dito medio, che rimanendo teso richiama un altro inconfutabile "gestaccio". Commentando l'opera Cattelan, che non aveva previsto il successo di pubblico che il lavoro avrebbe avuto, dichiarò: "Speriamo non lo tirino giù, anche se ci vorrebbe Ercole. Quando hai a che fare con il pubblico è un disastro".

Vanessa BeecroftVB65, 2009

performanceuomini, tavolo, bicchieri, cibo

PAC, Milano

Approfondimenti sulla mostra:http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/0/79516dcdce860fe1c1257575005fc27f?OpenDocumentApprofondimenti sull'artista: http://www.vanessabeecroft.com/Video:http://www.youtube.com/watch?v=9bQfCrXvLto

Vanessa Beecroft, artista di origine italiana di fama internazionale, nel 2009 progettò per il PAC una performance in cui venti uomini di colore, seduti a un tavolo trasparente di 12 metri, mangiavano e bevevano per alcune ore, davanti a un pubblico di spettatori. La performance, prima dell'artista in cui gli attori erano unicamente uomini, si incentrava sul tema dell'immigrazione: i partecipanti erano tutti immigrati africani, vestiti con abiti da sera - smoking - strappati, impolverati, vecchi o fuori misura. Essi mangiavano carne e pane nero senza piatti o posate e bevevano acqua e vino, tutto nel più assoluto silenzio. L’immagine aveva una sacralità ben evidente e chiari riferimenti pittorici, ispirandosi alle rappresentazioni dell'Ultima Cena, ma rimandava al contempo alla cruda realtà che questi uomini vivono ogni giorno nel nostro paese. Il pubblico osservava passivamente la scena, senza poter interferire, interagire o modificare lo svolgimento della performance.

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Paola PiviInteresting, 2006Animali bianchi

Milano, ex magazzini di Porta Genova

Approfondimenti sulla mostra:http://www.labelmag.com/article1.php?id=52&lang=1Approfondimenti sull'artista:http://www.paolapivi.com/

All'interno della mostra dell'artista milanese Paola Pivi, organizzata nel 2006 dalla Fondazione Trussardi negli spazi dei vecchi magazzini di Porta Genova di Milano, l'installazione Interesting metteva il visitatore a contatto diretto con una moltitudine di animali bianchi, da quelli domestici a quelli esotici. Lo spettatore si trovava così ad attraversare uno scenario irreale, in una sorta di paradiso terreste o di "assurda riedizione dell'arca di Noè", in cui convivevano cavalli, mucche, cani, gatti, serpenti, colombe, lama, capre e molti altri animali tutti accomunati dal loro candore. Rievocando il mondo della favola e dell'impossibile, Paola Pivi trasforma così l'immaginazione in realtà, stravolgendo il nostro abituale modo di vedere il mondo.

Anselm KieferSette Palazzi Celesti, 2004cemento armato e piomboMilano, Hangar Bicocca

Approfondimenti sull’opera:http://www.hangarbicocca.org/assets/Uploads/permanenti/allegati/I-Sette-Palazzi-Celesti-.pdfApprofondimenti sull’artista:http://www.gagosian.com/artists/anselm-kieferVideo:http://www.youtube.com/watch?v=PxeIVOWwflk

Opera tra le più rappresentative dell'artista tedesco Anselm Kiefer, Sette Palazzi Celesti è stata realizzata nel 2004 per Hangar Bicocca, spazio monumentale per l'arte contemporanea voluto dalla Pirelli. L'istallazione è composta da sette torri, del peso di 90 tonnellate ciascuna, con un'altezza variabile dai 14 ai 18 metri. Realizzate in cemento armato, esse sono costituite da moduli quadrati con la forma dei container per il trasporto merci, che, impilati l'uno sull'altro, creano un effetto di instabilità e grandiosità al contempo. Esse sono immerse in uno spazio espositivo buio e silenzioso che ne evidenzia il significato sacrale: l'installazione deve infatti il suo nome ai palazzi descritti nell'antico trattato ebraico Sefer Hechalot (Libro dei Palazzi) dove si narra il simbolico cammino d’iniziazione spirituale di colui che vuole arrivare al cospetto di Dio.Il lavoro, non conosciuto da tutti per la sua posizione decentrata, deve sicuramente essere annoverato tra i capolavori d'arte più importanti presenti a Milano.

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Maurizio CattelanSenza titolo, 2004

cera, vestitiMilano, Piazza XXIV Maggio

Notizie dai quotidiani:http://www.repubblica.it/2004/e/sezioni/spettacoli_e_cultura/forcamil/forcamil/forcamil.htmlhttp://archiviostorico.corriere.it/2004/maggio/07/Quei_manichini_impiccati_erano_una_co_7_040507007.shtmlCitazione Cattelan: http://www.ildialogo.org/arte/alberovecchio10052004.htm

L'opera è stata installata nel 2004 in Piazza XXIV Maggio a Milano, con progetto commissionato e finanziato dalla Fondazione Trussardi. Su una quercia secolare Cattelan ha appeso tre bambini impiccati, dalle sembianze occidentali, ben vestiti, i piedi scalzi e con un'espressione stranamente serafica. Il lavoro ha creato uno scandalo immediato nell'opinione pubblica e dopo poche ore dall'inaugurazione è stato danneggiato da un uomo quarantenne che è salito con una scala sull'albero, ha tagliato i rami su cui erano appesi i fantocci, finendo poi egli stesso all'ospedale con trauma cranico. Come aveva preannunciato Cattelan in un'intervista: “Non è un lavoro monumentale ma susciterà paura e probabilmente sarà giudicato eccessivo. E’ un intervento sul tema dell’infanzia, che è per me uno spazio di libertà e al contempo un posto di soprusi e violenze. Ma è anche il futuro e quindi è una riflessione su quello che ci sta accadendo intorno. è una specie di gogna che rappresenta il senso di violenza che sento dappertutto”.

Claes Oldenburg, Coosje van BruggenAgo, filo e nodo, 2000acciaio e vetroresina

Milano, Piazzale Cadorna

Approfondimenti sull’opera:http://oldenburgvanbruggen.com/largescaleprojects/agofilonodo.htmApprofondimenti sull’artista:http://www.oldenburgvanbruggen.com/

Realizzata da Claes Oldenburg e dalla moglie Coosje van Bruggen, l'opera è stata inaugurata nel 2000 ed è stata collocata in Piazzale Cadorna, a seguito del rifacimento della Stazione Milano Cadorna ad opera dell'architetto Gae Aulenti. Oldenburg, uno dei più importanti esponenti della pop art, ha concepito numerose sculture pubbliche, riproducendo in scala gigantesca oggetti di uso comune, come una molletta, un timbro o delle posate. Nel lavoro meneghino l'artista ha progettato una enorme scultura con un ago e il filo, divisa in due parti, con il nodo del filo che sbuca da una fontana al centro della piazza. Come ha osservato lo scultore, l'installazione sottolinea il legame tra Milano e l'industria della moda ed è per questo motivo considerata uno dei simboli della città.

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