Art du Déplacement: l'Arte dello...

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1 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Medicina e Chirurgia Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive Art du Déplacement: l'Arte dello Spostamento Anno Accademico 2012-1013 LAUREANDO Roberto Maria Rosenbleck RELATORE Prof.ssa Antonella Piccotti

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Università degli Studi di Perugia

Facoltà di Medicina e Chirurgia

Facoltà di Scienze della Formazione

Corso di Laurea in Scienze Motorie e

Sportive

Art du Déplacement: l'Arte dello Spostamento

Anno Accademico 2012-1013

LAUREANDO

Roberto Maria Rosenbleck

RELATORE

Prof.ssa Antonella Piccotti

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INDICE

1. Indice....................................................................................................pag.3

2. Introduzione..........................................................................................pag.5

3. Storia....................................................................................................pag.7

4. Filosofia..............................................................................................pag.10

5. L'Allenamento....................................................................................pag.15

Come cominciare................................................................................pag.15

Il “flusso”...........................................................................................pag.16

Zone di lavoro.....................................................................................pag.16

Periodi dell'allenamento....................................................................pag.17

L'allenamento mentale.......................................................................pag.17

Come strutturare un allenamento.......................................................pag.18

Diario della Settimana di Allenamento presso la scuola “Forma in Arte”

…........................................................................................................pag.19

Esempio di allenamento a circuito.....................................................pag.24

6. Fondamentali......................................................................................pag.26

Tecniche base:

Roulade..............................................................................................pag.26

Saut de détente/précision....................................................................pag.28

Saut de chat........................................................................................pag.30

Dash vault...........................................................................................pag.34

Tecniche Naga:

Jambe intérieure.................................................................................pag.36

Jambe extérieure.................................................................................pag.39

Le deux jambe ensamble.....................................................................pag.41

Underbar diretto.................................................................................pag.41

Turn vault...........................................................................................pag.44

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Tecniche su parete:

Saut de bras (cat leap)........................................................................pag.46

Tic Tac................................................................................................pag.48

Tic Tac remonté (wall run).................................................................pag.50

Tricks:

Cavaliere............................................................................................pag.52

Demi tour (palm spin)........................................................................pag.56

7. La sicurezza........................................................................................pag.60

8. Conclusioni........................................................................................pag.62

9. Ringraziamenti...................................................................................pag.64

10. Bibliografia & Sitografia...................................................................pag.65

11. P.s…………………………………………………………………..pag.70

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Introduzione

Fin da bambino, sono sempre stato affascinato da qualsiasi forma di movimento

che esprimesse libertà e che desse la possibilità di interagire in armonia con

l'ambiente che mi circondava. Giocavo arrampicandomi e saltando da e su

qualsiasi cosa. Poi, durante l'adolescenza, grazie ad un mio amico che mi fece

vedere un video su youtube, sono venuto a conoscenza del “Parkour”. Come

molti, però, lo vedevo come una cosa lontana, distante e per pochi eletti, dotati

di un qualcosa in più che permetteva loro di fare cose straordinarie, e che io non

avevo. Durante gli anni dell'adolescenza ho sempre continuato a praticare vari

sport, lasciando però il parkour solamente nelle mia immaginazione.

Un giorno, navigando su internet, mi sono imbattuto per caso nel sito del CUP

(Comunità Umbra Parkour), scoprendo così che c'era qualcuno che praticava

parkour (detto “tracciatore”) nelle mie zone. Così nell'estate del 2010, all'età di

19 anni, ho iniziato ad allenarmi con i ragazzi del Piggì Parkour, grazie ai quali

ho cominciato ad approfondire cosa fosse veramente il Parkour (o Art du

Déplacement): una disciplina artistico-sportiva, con lo scopo di superare ostacoli

camminando o correndo lungo un percorso predefinito, o non, utilizzando tre

schemi motori di base, cioè correre, saltare, arrampicarsi. Poi, a causa della

distanza tra Perugia e la mia abitazione, ho iniziato ad alternare allenamenti in

gruppo con allenamenti in solitaria nelle mie zone. Nell'ottobre di quello stesso

anno mi sono iscritto al corso di Laurea in Scienze Motorie e, grazie alle

conoscenze che maturavo via via, studiando e praticando quello sport, mi

rendevo sempre più conto della disinformazione che era presente sia da parte di

chi guardava dall'esterno l'ADD, sia da parte di chi la praticava.

Contemporaneamente, attraverso i vari workshop che ho frequentato, ho avuto la

possibilità di conoscere tre membri degli Yamakasi (gruppo di ragazzi che hanno

dato vita all'ADD, ne parlerò più dettagliatamente in seguito): Williams Belle,

Yann Hnautra e Laurent Piemontesi. Grazie a loro ho iniziato ad approfondire,

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oltre a l'aspetto fisico, anche quello filosofico di questa disciplina, riscontrando

molte incongruenze fra quello che generalmente si trova su internet e quello che

mi dicevano loro. Così mi è venuto in mente di sviluppare una tesi su questa

disciplina, cercando di attingere più informazioni possibili dai vari fondatori

della stessa. Questo è stato possibile grazie a Laurent, che si è reso disponibile

fornendomi tutte le informazioni che mi servivano, sia via email che oralmente,

ogni volta che ci incontravamo a qualche raduno.

Ho iniziato inoltre a sviluppare delle proposte di esercizi propedeutici, per

coadiuvare l'apprendimento dei vari passaggi fondamentali. Questo è stato

possibile unendo le mie esperienze maturate durante i tre anni di università,

quelle di quest'ultimo anno di tirocinio, che mi ha insegnato veramente molto, e

quelle maturate durante la mia vita in generale. Anche queste saranno

ampiamente trattate in seguito.

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Storia

L'Art du Déplacement, o più comunemente conosciuta come Parkour, è una

disciplina nata in Francia a fine degli anni'80 da un gruppo di ragazzi chiamato:

Yamakasi. Questo nome deriva da Ya Makàsi, un termine in lingua Lingala (e

non giapponese) che unisce i concetti di: spirito forte, corpo forte, persona forte.

Essa è definita come una: “disciplina artistica-sportiva, il cui scopo è superare

ostacoli camminando o correndo lungo un percorso predefinito, o non,

utilizzando tre schemi motori di base: correre, saltare, arrampicarsi.”

Gli Yamakasi erano un gruppo di ragazzi provenienti quasi tutti da realtà e

culture completamente differenti (da quella vietnamita fino a quella francese). I

suoi componenti originali erano: Yann Hnautra, Laurent Piemontesi, Chau Belle,

Williams Belle, Sébastien Foucan, Guylain N’Guba Boyeke, Charles Perriere,

Malik Diouf e David Belle.

Questi ragazzi circa ventenni, provenienti da famiglie modeste, iniziarono a

ritrovarsi nella periferia sud di Parigi, più precisamente ad Evry, con lo scopo di

allenarsi utilizzando qualsiasi cosa fosse a loro disposizione. Fu così che

iniziarono a guardare il mondo che li circondava abbandonando tutti i

preconcetti su cui si basava la loro precedente esperienza di vita: “chi lo dice che

una panchina è fatta solo per sedersi?” [cit.L.Piemontesi]. Con questa nuova

visione del mondo svilupparono un iniziale metodo di allenamento basato sul

prova-errore, andando così a riscoprire una libertà di movimento, unita ad una

libertà di pensiero, che diventerà il fondamento per l'Art du Déplacement.

Dopo poco tempo però smisero di seguire questo modello di allenamento basato

solamente sull'istinto (tutti dicono di essere stati fortunati ad aver superato

incolumi questo periodo) e iniziarono a prendere spunto dalle loro precedenti

esperienze: chi proveniva dall'atletica, chi dal basket, chi dalla ginnastica

artistica; ognuno iniziò a condividere le proprie esperienze con gli altri,

contribuendo così ad aumentare la cosiddetta “cultura motoria” dell'intero

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gruppo. Presero anche spunto da persone esterne ai membri degli Yamakasi,

L.Piemontesi ricorda che: “Scoprii cosa fosse la pliometria, guardando un giorno

un mio amico che si allenava giocando a basket”. Questa loro maturazione portò

alla nascita ufficiale dell'Art du Déplacement alla fine degli anni '90.

Con la nascita ufficiale dell' ADD, tutti i membri fondatori lasciarono studi e

lavori vari per dedicare la loro vita a questa nuova disciplina, la quale si

affiancò alle culture di strada del periodo e iniziò a crescere di fama e notorietà.

Grazie alla loro bravura in continua crescita, furono notati dal mondo dello

spettacolo. Difatti nel 1998 furono ingaggiati dallo sceneggiatore francese Luc

Besson per recitare la parte di dei ladri ninja nel film“ Taxxi” (diretto da Gérard

Pirès), mentre nel 1999 si trasferirono a Las Vegas per partecipare al musical

“Notre Dame de Paris”. Durante questa permanenza a Las Vegas, Laurent

Piemontesi e Yann Hnautra collaborano con il Cirque du Soleil in qualità di

consulenti ed allenatori. Inoltre formarono cinque ragazzi che tutt'oggi

continuano a lavorare con il circo canadese formando artisti attraverso l'Art du

Déplacement.

Durante il periodo trascorso a Las Vegas due componenti decisero di staccarsi

dagli Yamakasi e di far intraprendere un percorso differente all'ADD. Fu così

che da David Belle nacque il “Parkour”, mentre da Sébastien Foucan il “Free

Running”.

Continuò il successo nel mondo nello spettacolo, tanto che nel 2000 Luc Besson

scrisse un film chiamato appunto: “Yamakasi: i samurai dei tempi moderni”,

dove recitarono appunto i componenti del gruppo rimasti interpretando il ruolo

di protagonisti. Sebbene la critica cinematografica non fosse entusiasta di questa

pellicola, lo furono gli spettatori affascinati dalle scene d'azione girate. Fu così

che nel 2004 il medesimo sceneggiatore/scrittore li ingaggiò in un nuovo film

scritto apposta per loro: “I figli del vento”. Queste due pellicole contribuirono

così a far conoscere nel mondo l'Art du Déplacement.

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Nel mentre i vari fondatori continuarono a crescere tecnicamente e mentalmente

con elaborazioni personali, che portarono allo scioglimento degli Yamakasi per

permettere a tutti i componenti di seguire la propria filosofia di “Arte dello

spostamento”.

Grazie ai nuovi media come youtube ed internet si appassionarono in molti ai

movimenti estremi che si vedevano nei vari video; così iniziarono a cercare di

rifarli, fermandosi al solo gesto estetico senza conoscere cosa fosse veramente

l'Art du Déplacement. Così, per indirizzare questi ed altri ragazzi ad una giusta

pratica di questa disciplina Laurent Piemontesi, Yann Hnautra, Chau e Williams

Belle, fondarono un nuovo gruppo chiamato “Majestic Force”, mentre Stephan

Vigroux, Dan Edwards, Francois Mahop fondarono i “Parkour Generations”.

Entrambi continuarono a far conoscere la loro disciplina (ognuno sotto la

propria ottica) organizzando workshop in tutto il mondo.

I Majestic Force fondarono una accademia: la Art du Déplacement Academy,

avente sede ad Evry. Questa è stata ufficialmente riconosciuta in Francia nel

2008. Attualmente esistono altre scuole sparse per il mondo , di queste “Forma

in Arte” a Milano (gestita da Laurent Piemontesi), e la “Esprit Yamak Academy”

San Luis Potosi (Messico) ne sono due esempi. In tutte queste sedi vengono

tenuti regolarmente corsi per tutti i livelli e tutte le fasce di età, inoltre vengono

anche formate persone con lo scopo di contribuire a diffondere la corretta

disciplina.

I Parkour Generations hanno invece istituito l' A.D.A.P.T.: Art du Déplacement

And Parkour Teaching. É la qualifica, suddivisa in quattro livelli( assistant

coach, coach, senior coach, master coach) che attesta l'idoneità ad insegnare tale

disciplina. In Italia si è tenuto il primo corso ADAPT di primo livello a fine

dicembre 2012, sotto l'ente di promozione sportiva UISP. Il corso è stato tenuto

da Dan Edwards.

Nel 2009 il Parkour è stato presentato al festival del fitness di Roma.

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Filosofia

Agli inizi, quando si formarono gli Yamakasi, non vi era nessuna filosofia dietro

la pratica della disciplina; anzi per essere più precisi non esisteva nemmeno

l'ADD. Il tutto cominciò come un proseguimento dei giochi all'aperto che

facevano da bambini. Sébastien Foucan ricorda nel video documentario “Jump

London” (girato nel 2003, diretto da Mike Christie per il canale inglese Channel

4) che si riuniva insieme ai sui amici nel parchetto dietro la loro scuola, e lì il

loro gioco era diventato il “saltare”: saltare in maniera sempre diversa, con più

fantasia possibile, utilizzando qualunque cose gliene desse l'opportunità. Questa

forma di gioco fu l'inizio dell'ADD, difatti uno dei principi fondanti l'attuale

disciplina è: la sperimentazione. Così i giovani Yamakasi abbandonarono tutti i

preconcetti che avevano ed iniziarono a sperimentare una nuova forma di

movimento, basata sull'interazione più naturale possibile con l'ambiente che li

circondava. Ognuno mise a disposizione del gruppo la propria esperienza. Per

esempio Yann Hnautra, cresciuto con una cultura guerriera che promuoveva uno

stile di movimento molto istintivo (qualcuno lo definisce animalesco) diverso

dalla concezione occidentale di movimento, introdusse la quadrupedia; David

Belle, cresciuto dal padre ex soldato e pompiere con allenamenti basati su

percorsi del metodo naturale di Herbert, ripropose gli stessi allenamenti al

gruppo; inoltre, avendo fatto anche ginnastica artistica, cominciò ad inserire

l'acrobatica nei suoi allenamenti. Altri invece avevano esperienza nelle arti

marziali (le quali hanno una filosofia che si avvicina all'ADD poiché sono

anch'esse “arti” e non solamente attività sportive). Qualcuno invece cercava di

imitare i movimenti che vedeva alla televisione nei film di Bruce Lee e di Jackie

Chan. In poche parole ognuno iniziò a ricercare il suo modo personale di

muoversi, un modo che permettesse di esprimere appieno il principio cardine

dell'Art du Déplacement: la libertà. Libertà di pensiero che si trasforma in

libertà di movimento.

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Essendo dei ragazzi poco più che adolescenti, qualcuno di loro vedeva questa

disciplina come mezzo di trasgressione; difatti Williams Belle ricorda che “c'era

chi fumava, chi si ubriacava e chi si drogava, noi invece ci allenavamo così”.

Sin dagli inizi (non che ora sia molto diverso) non erano visti di buon occhio

dalla gente, quindi alcuni interpretavano quest'arte come un nuovo tipo di

trasgressione alle regole della società.

Il fatto che questa disciplina che stava nascendo era una disciplina del tutto

nuova e da scoprire, implicava un altro concetto che è stato alla base dell'ADD:

l'essere autodidatti. Difatti tutto ciò che è ora l'Art du Déplacement è stato frutto

di sperimentazioni, di errori commessi dai membri degli Yamakasi, senza

nessuna figura predominante che gli dicesse cosa fare. Da ciò è nato un altro

concetto che differenzia l'ADD dalle altre discipline: cioè che questa è un'arte in

continua evoluzione, dove non esiste una regola fissa per fare qualcosa; L.

Piemontesi afferma: “ ogni arte, disciplina o attività che prevede di eseguire un

qualcosa di codificato, senza possibilità di variazioni, è un qualcosa di morto;

mentre l'Art du Déplacement è viva”. Questo sta a significare che ogni soggetto

che pratica questa disciplina (chiamato anche traceur, o in italiano tracciatore)

non deve tentare di imitare ciò che vede fare dagli altri, ma semplicemente

trarne spunto per trovare il suo personale stile di movimento.

Con il passare del tempo, la libertà di movimento andò ad aumentare anche la

libertà mentale, aumentando conseguentemente l'apertura mentale dei membri

del gruppo. Questa apertura mentale consentì loro di trarre spunto da discipline e

personaggi esterni al gruppo: la corsa dall'atletica, la pliometria dal basket,

l'esplosività dal taekwondo...

Insieme all'evoluzione pratica della disciplina si iniziò ad evolvere anche il

pensiero di fondo, passando dall'essere un semplice gioco ad un qualcosa di più:

una disciplina artistico-sportiva a tutti gli effetti. Così si iniziò a interpretare

l'Art du Déplacement come un modo per adattarsi alla vita di città, una vita

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dettata da ritmi frenetici e regole ascritte che in un qualche modo limitano la

libertà di qualsiasi individuo, sia mentale che (conseguentemente) fisica.

Sebbene l'attività fisica sia stata molto rivalutata negli ultimi anni dalla società,

rimane sempre un qualcosa di secondario, rilegata al tempo libero ed

“imprigionata” in luoghi prestabiliti(palestre, campi sportivi ecc....). L'ADD al

contrario non ha bisogno né di particolari strutture né di determinati attrezzi per

essere praticata: basta semplicemente il corpo del soggetto. Quindi qualsiasi

luogo è idoneo alla pratica di tale disciplina sia esso sia una palestra attrezzata

per la ginnastica sia un semplice parchetto dietro casa con qualche panchina ed

una staccionata. È importante inoltre precisare che questa non è una disciplina

esclusivamente urbana come molti credono, essa ha tra i suoi scopi quello di

insegnare a ciascun individuo ad adattare i propri movimenti a ciascun ambiente

e in qualsiasi situazione. Quindi viene praticata sia in un ambiente urbano, che

in campagna, in mezzo ad un bosco, su una spiaggia... In qualsiasi posto vi sia

l'opportunità di movimento.

Un altro effetto della libertà mentale è quello che viene chiamato in gergo

“aprire gli occhi”. Cioè grazie alla costanza degli allenamenti, il tracciatore

comincerà a vedere l'ambiente che lo circonda in una maniera differente: una

panchina, un muretto, un corrimano non saranno più solamente dei semplici

oggetti collocati nello spazio solo per uno scopo prestabilito. Essi invece

diventeranno spunto per infiniti movimenti. Questa è una qualità fondamentale

per un traceur, che va allenata insieme al fisico, difatti grazie ad essa è possibile

costruire di volta in volta il proprio percorso verso un'importante obiettivo di

quest'arte: il pieno controllo del proprio corpo.

Nel corso di questi anni, che sono passati dalla nascita di questa disciplina, si

sono affermati tre valori principali che gli Yamakasi continuano a riproporre a

tutti i nuovi tracciatori: Respect, Force, Courage.

Rispetto inteso come rispetto di noi stessi, degli altri e dell'ambiente che ci

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circonda. Senza il rispetto di noi stessi non si può andare molto lontano, poiché

presto o tardi si incapperà in qualche infortunio. Rispetto degli altri perché c'è

sempre da imparare qualcosa da chiunque. Rispetto dell'ambiente poiché è il

luogo dove viviamo e dove ci alleniamo, senza di esso non si potrebbe essere

nulla.

Forza intesa come forza di volontà, difatti uno degli insegnamenti che viene

impartito sin dal primo allenamento è il concetto del “non mollare mai”. È

grazie ad essa che i vari tracciatori possono continuare a crescere e migliorarsi

di volta in volta, senza farsi abbattere dalle difficoltà che hanno incontrato, che

incontrano e che incontreranno.

Il coraggio invece consiste nella consapevolezza delle proprie capacità, difatti

(come già accennato) essa è fondamentale per la pratica di questa disciplina.

Effettuare un salto che sappiamo essere possibile perché allenato seguendo un

corretto percorso propedeutico, sebbene vi sia una sensazione di paura (dovuta

principalmente all'incognita del nuovo), questo è coraggio. Saltare senza sapere

cosa succederà dopo invece è incoscienza, cosa purtroppo molto frequente in chi

si accosta all'Art du Déplacement guardando solamente al gesto estetico finale

ed ignorando invece il percorso seguito dal traceur a cui lo hanno visto fare.

L'ADD si propone inoltre di applicare i concetti ed i valori della disciplina alla

vita quotidiana, quindi sia i valori sopracitati, sia l'avere una mente aperta e

priva di preconcetti permettono di vivere in maniera attiva la nostra città, paese

o campagna e non di subirla passivamente.

È inoltre importante precisare che L'Art du Déplacement non è una cosa per

pochi eletti dalle straordinarie capacità fisiche: chiunque la può praticare, uomo

donna più o meno giovani. Difatti attraverso una corretta pratica della disciplina

sarà possibile continuare a praticarla fino ad un'età avanzata, poiché la scoperta

del movimento non finisce mai. Con il sopraggiungere della vecchiaia i

movimenti cambiano, ma questo è solo un altro spunto per ricercare un modo di

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muoversi più adatto a se stessi.

Un'altra caratteristica dell'ADD che lo distacca dalle discipline sportive è

l'assenza della competizione. Infatti non vi sono competizioni ufficiali di Art du

Déplacement poiché esse vanno contro lo “Esprit Yamak”. Questo è il nome che

è stato dato allo “spirito” della disciplina, e i suoi motti più rappresentativi sono:

“ be strong alone to be stronger together” e “ Dobbiamo essere ogni giorno più

forti, non I più forti”. Da essi si evince che la competizione non è compatibile

con la filosofia di questa arte.

Per trasmettere correttamente tutti questi ideali è necessario quindi essere, come

dice sempre Sébastien Foucan, gli “ambasciatori” di questa disciplina,

informando chiunque su quello che stiamo facendo.

Solitamente i traceurs non vengono visti di buon occhio dalla gente che li vede,

questo avviene principalmente per un solo motivo: l'Art du Déplacement è

praticamente sconosciuta sul nostro territorio. L'ADD, invece, si propone di far

riscoprire a tutti, praticanti e non, il movimento.

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L'ALLENAMENTO

Come cominciare: Quando si viene a conoscenza dell’Art du Déplacement, spesso non si sa come

iniziare, a chi chiedere informazioni e cosa fare. La cosa migliore è contattare

uno dei tanti gruppi che pratica questa disciplina e chiedere semplicemente

quando e dove si allenano… E’ consigliabile, infatti, iniziare sotto la

supervisione di un qualche soggetto più esperto, che proporrà il giusto livello, il

tipo di allenamento e che sarà anche a conoscenza dei vari esercizi propedeutici

e tecniche di assistenza, essenziali per praticare la disciplina in sicurezza.

Ecco un breve elenco dei gruppi più importanti a livello italiano:

Forma in Arte: http://www.formainarte.com/

Rhizai: http://www.rhizai.it/

MilanMonkeys: http://www.milanmonkeys.com/

Momu: http://www.momu.it/SitoMomu/NuovoSito/HomeNew/momu.htm

Parkourwave: http://www.momu.it/SitoMomu/NuovoSito/HomeNew/momu.htm

Pkr-Roma: http://www.pkr-roma.it/

BamBumBalza Spoleto: https://www.facebook.com/groups/260625773972716/

PKTR Terni: https://www.facebook.com/groups/111984728832650/

PgPk Perugia: https://www.facebook.com/groups/265679246792148/

Non bisogna aver paura di iniziare, di non essere abbastanza agili o all’altezza,

poiché (come già spiegato precedentemente) l’ADD ricerca il miglioramento

continuo in qualsiasi soggetto, di qualsiasi sesso ed età e a qualsiasi livello di

partenza.

Durante i primi periodi di allenamenti è importante apprendere correttamente i

movimenti fondamentali, ascoltando attentamente chi lo ha fatto prima di noi.

Dopo aver assimilato tali movimenti, si potrà passare alla fase della ricerca e

della scoperta del proprio stile di movimento.

L’allenamento deve seguire i principi della gradualità e della progressività.

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Infatti, come già accennato precedentemente, l’Art du Déplacement incoraggia i

vari praticanti a scoprire e superare costantemente i propri limiti.

Il “flusso”:

Uno degli scopi finali di quest'arte è far scoprire a chiunque il miglior modo per

muoversi su qualsiasi terreno e in qualsiasi situazione con grazia, efficienza e

precisione. Il termine “flusso” racchiude esattamente questi 3 aggettivi. Questo

concetto può essere paragonato a quello del flusso dell'energia dell'Aikido

giapponese e del Kung Fu cinese: avere una mente ed un corpo rilassato e usare

l’energia in modo fluido in armonia con le situazioni di allenamento. Infatti

avere una mente rilassata permette di valutare correttamente le situazioni

prevenendo così il rischio di infortuni. Essa permette inoltre di avere anche un

corpo rilassato. Questa è un'altra cosa fondamentale, poiché permette di

muoversi senza movimenti parassiti, diminuendo così il dispendio energetico e

aumentando l'efficacia del gesto tecnico. Quindi un buon tracciatore è colui che

si allena ricercando la fluidità e applicandola alla vita di tutti i giorni. Difatti i

concetti appena espressi si possono applicare sia allo studio, che al lavoro che

alla vita in generale.

Zone di lavoro:

Nell'Art du Déplacement vengono distinte tre zone di lavoro che si differenziano

per difficoltà dettata dall'aumento dello stress psicologico: la zona di comodità,

la zona di lavoro e la zona di stress.

Zona di comodità: livello di allenamento che non favorisce miglioramenti

tecnici poiché si basa su tecniche completamente apprese. Esso va

utilizzato in caso di riposo, ripresa da un infortunio, o qualunque altra

situazione richieda un basso livello di stress. Intensità dell'allenamento

bassa, ma prolungata nel tempo

Zona di lavoro: livello di allenamento intermedio, favorisce l'adattamento

e la trasformazione del gesto motorio in questione.

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Zona di stress: livello di allenamento alto, con una forte componente di

stress psicologico. È la zona in cui si lavora quando si apprende un nuovo

gesto tecnico oppure quando si effettua un qualcosa di non ancora

completamente appreso (per esempio un nuovo salto, oppure aumentare

l'altezza o la distanza di un salto precedentemente appreso). Intensità

d'allenamento elevata e serie corte.

Periodi dell'allenamento:

Questi periodi si riferiscono sempre all'apprendimento di una determinata

tecnica o movimento e vengono suddivisi in tre periodi dagli Yamakasi: periodo

di familiarizzazione, periodo di assimilazione, periodo di restituzione.

Periodo di familiarizzazione: è il primo periodo, quello in cui si apprende

la tecnica come viene insegnata da un qualche soggetto più esperto.

Periodo di assimilazione: periodo durante il quale si allena costantemente

(anche da soli) la tecnica precedentemente appresa, al fine di

automatizzarla.

Periodo di restituzione: quando la tecnica viene automatizzata, è possibile

adattarla al proprio stile di movimento, apportarle le modifiche che

riteniamo opportune e riproporla anche agli altri traceurs.

L'allenamento mentale:

Come già accennato prima, questa è una disciplina che ricerca l'equilibrio tra

mente e corpo, perciò sottopone spesso il soggetto a situazioni di stress

psicologico (a volte molto intense). Per essere in grado si sostenere tali

situazioni è necessario che il praticante acquisisca gradualmente il concetto del “

non mollare” aumentando cioè la sua determinazione. Come è risaputo durante

lo sforzo fisico la prima fatica ad innestarsi è quella centrale, ma attraverso

determinati allenamenti (da non effettuare troppo spesso, altrimenti

risulterebbero dannosi per il fisico) è possibili innalzare la soglia di

raggiungimento di questa fatica. Alcuni esempi di allenamenti sono:

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Blocco verticale:

11s tenuta verticale+6 piegamenti sulle braccia x 6 serie.

21 flesso estensioni gambe mantenendo la posizione di verticale x 3 serie

.

21 sforbiciate con gambe x 3 serie.

21 movimenti avanzando con le spalle oltre la base d’appoggio delle mani

x 3 serie. 21 movimenti di dx-sx con le spalle x 3 serie.

11 piegamenti sulle braccia mantenendo la posizione di stacco della

verticale d’impostazione x 5 serie veloci.

5 piegamenti come prima x 6 serie lente.

Quadrupedia della morte:

101 movimenti in quadrupedia con gambe semi flesse frontali.

101 movimenti come sopracitato verso destra.

101 movimenti come sopracitato verso sinistra.

101 movimenti come sopracitato muovendosi all'indietro.

Ripetere il tutto con gambe tese, poi con gambe completamente flesse.

(fine prima famiglia)

Ripetere i suddetti esercizi seguendo uno schema a piramide invertita con

le seguenti ripetizioni: 11-21-31-21-11.

(fine seconda famiglia)

L'ultima parte è a discrezione del singolo soggetto, il quale deciderà

quanti movimenti fare con quale tipo di quadrupedia da lui conosciuta.

(fine terza famiglia)

Come strutturare un allenamento:

Una seduta di allenamento segue generalmente il seguente schema:

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Fase di “pre-attivazione” articolare.

Fase di riscaldamento generale con esercizi aerobici e movimenti base

blandi.

Fase di potenziamento muscolare.

Fase di allenamento tecnico.

Fase di defaticamento.

Seduta di allungamento.

Ovviamente questo schema è variabile a seconda dell'obbiettivo della seduta di

allenamento. Può essere preponderante la parte del potenziamento muscolare e

lasciare la tecnica come defaticamento. Oppure si può inserire una fase di

recupero più o meno lunga (dipende dal carico) tra il potenziamento muscolare e

la tecnica.

Bisogna sempre tener presente l'importanza dell'effettuare un corretto

programma di potenziamento muscolare. Esso è infatti un presupposto

fondamentale per preservare l'integrità del proprio fisico, così da poter

continuare a praticare nel tempo questa disciplina in sicurezza. “ Quando una

cosa ci piace, vogliamo continuare a farla per molto tempo. Quindi per poter

praticare l'ADD a lungo bisogna costruirsi l'armatura del corpo....”[cit. Laurent

Piemontesi].

Diario della Settimana di Allenamento presso la scuola “Forma in Arte”:

Giorno 29/7

Ore 6.45 : sveglia

Ore7.50: 50 min corsa

Alzate gambe anteriormente, lateralmente, posteriormente. 101

movimenti stessa gamba e 101 alternando dx e sx.

Tenuta 11s in verticale+6 piegamenti sulle braccia x 11 serie.

Addominali finché non ha terminato anche il secondo gruppo.

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Corsa fino alla scuola (sotto la pioggia).

10.00-10.45: pausa.

10.45: Tecnica varia all’interno della scuola (saut de précision, cavalier, saut

de chat, saut de bras, tictac)

Allungamento con leggero potenziamento.

13.45-16.45 Pausa pranzo.

16.45: Riscaldamento con insegnante di break dance.

18.15: Blocco verticale

101 addominali per tipo ( anteriori, laterali, obliqui)

101 dorsali.

Saltelli, piegamenti su braccia e gambe.

Allungamento.

21.15 Fine prima giornata.

Giorno 30/7

6.45: sveglia

7.45: 45min. corsa

Movimenti in quadrupedia frontale, laterale, posteriore mantenendo le

gambe semi flesse, flesse e tese, quadrupedia con una sola mano.

11.00-11.30: pausa.

11.30: tecniche Naga.

14.00-18.15: Pausa pranzo.

18.15: riscaldamento con insegnante break dance.

19.00: Tecnica all’interno della scuola.

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101 tic tac + saut de bras + demi tour

21.00: Allungamento.

Giorno 31/7

6.30: Sveglia

7.45: corsa 60min.

8.45-9.15: pausa.

9.15: tecnica all’interno della scuola.

101 tecniche Naga+ roll + verticale.

101 saut de chat (su ostacolo alto) + demi tour inversé.

Allungamento.

13.00-17.30: pausa pranzo.

17.40: Allungamento.

Tecniche Naga.

21.00 Allungamento.

Giorno 1/8

6.30: Sveglia

7.30: 45min. corsa

Tecniche Naga e tecniche agilità su muretti (jambe intèrieure, jambe

extèrieure, le deux jambes ensamble).

10.30-11.15: pausa.

11.15: allungamento.

12.00: 101 saut de bras

14.30-18.00: pausa pranzo.

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18.00: riscaldamento break dance.

19.15: 101 saut de précision

21.15: allungamento.

Giorno 2/8

6.30: sveglia

7.45: corsa con andature varie.

45min. corsa con ostacoli.

9.00-10.30: pausa.

10.30: Tecniche Naga

12.25: allungamento.

13.00-17.30: pausa pranzo

17.30: trasferta a Cernusco sul Naviglio

Lavoro su saut de chat

21.30: Allungamento alla palestra “Puzzle”.

Giorno 3/8

6.30: sveglia

7.45: Leggero potenziamento basato su tecniche di tenuta isometrica a terra.

Tecniche Naga.

11.30 Allungamento.

13.00 pausa pranzo e pomeriggio libero.

Giorno 4/8

5.50: sveglia, colazione e preparati i bagagli.

7.45: nuova trasferta a Cernusco sul Naviglio.

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Tecniche varie su muretti.

12.30: defaticamento alla palestra Puzzle con tecniche base di giocoleria.

Allungamento.

14.30: partenza da Milano.

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Esempio di allenamento a circuito sfruttando il seguente spot

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Obbiettivi: forza esplosiva/forza reattiva.

Tempi: brevi,+/-10sec ripetuto 2 volte a stazione, recuperi tra serie 15sec,

recupero attivo tra un percorso e l’altro 5/8min eseguendo esercizi di

tecnica(Naga, demi tour...) . Ripetere percorso 3 volte.

Va fatto precedere da una fase di riscaldamento e seguire da una fase di

defaticamento e allungamento.

1. Camminata in equilibrio su sbarra 40sec.(zona 1)

2. Squat jump con contro movimento salendo le scale. 10s-15s recupero-

10s(zona2)

3. Piegamenti su braccia pliometrici. 10s-15s recupero-10s

4. Saut de chat con max 3 passi di rincorsa. 20s-10s recupero-20s (zona4)

5. Trazioni saltate cambiando altezza della presa. Ascendente e discendente.

1 10s-15s recupero-10s

6. Affondi mono-podalici senza variare altezza 10s-15s recupero-10s

7. Equilibrio in verticale. 40s

8. Pliometria da ostacolo alto 30/35cm. 10s-15s recupero-10s (zona2)

9. Recupero attivo5/8min eseguendo esercizi di tecnica di blanda intensità

alternati ad esercizi di allungamento. (zona1)

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FONDAMENTALI

Soggetto1: soggetto esperto con il compito di fare assistenza.

Soggetto2: discente

Tecniche base:

Roulade (Landing Roll)

Sono gli arrivi al suolo seguiti da una caduta circolare in avanti (la stessa delle

arti marziali). È indispensabile per ammortizzare l’arrivo di salti molto alti o con

molto slancio.

Esecuzione:

Si arriva al suolo sugli avampiedi con il peso leggermente sbilanciato in

avanti.

Si esegue subito la Roulade; la successioni di appoggi deve essere: dorso

della mano (braccio addotto ed orecchio che appoggia sulla spalla opposta

a quella su cui si eseguirà la caduta), avambraccio, gomito, braccio,

spalla, dorso, natica opposta alla spalla di partenza, coscia, gamba.

Note: per eseguire correttamente questo movimento è necessario che tutti gli

appoggi vadano a formare una traiettoria più tonda possibile. L'orecchio

appoggiato sulla spalla opposta serve a proteggere il capo ed il collo da

eventuali errori d'esecuzione. Il movimento termina con il riposizionamento in

stazione eretta.

Tecnica di insegnamento:

Su terreno morbido come può essere per esempio un prato o un tatami si

necessita dell'aiuto di un soggetto esperto (soggetto 1).

Step1:

Il soggetto2 parte in posizione di accosciata

Il soggetto1 gli posiziona la testa in modo che il mento sia correttamente

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incassato, appoggiando la guancia alla spalla.

Si fa passare un braccio(quello opposto alla spalla sulla quale è stato

appoggiata la guancia) in mezzo alle gambe, mantenendo la mano in

posizione supina

Il soggetto1 si posiziona dietro al soggetto2, gli afferra la mano passata in

mezzo alle gambe e la trazione in direzione dietro-alto.

Contemporaneamente posiziona la mano libera sulla nuca del soggetto2,

per mantenere il capo in posizione corretta, assecondando la rotazione.

Il soggetto2 si ritroverà seduto.

Step2:

Una volta appreso lo step 1, ripetere lo stesso esercizio senza trazionare il

braccio, tornando al termine del movimento alla stazione eretta.

Step3:

Soggetto2 fa un passo partendo dalla stazione eretta.

Esegue la roulade con il soggetto1 che posiziona sempre la mano dietro la

nuca per controllare il movimento.

Step4:

Il soggetto1 è in grado di eseguire autonomamente una roulade partendo sia da

fermo che in movimento.

Inserire dopo la rincorsa un salto (seguendo sempre il principio della

gradualità).

Effettuare la roulade appena si arriva al suolo, così che essa sia il

proseguimento naturale della fase di ammortizzazione dell'arrivo del salto.

Step5:

Effettuare il movimento su qualsiasi terreno ci si alleni. É importante che il

movimento sia il più fluido possibile, così da scaricare l'energia potenziale

accumulata con il salto quasi interamente durante la roulade, e non durante

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l'arrivo al suolo.

Saut de détente/précision

Sono i “salti di precisione”. Sono salti dall’alto al basso dove il punto di arrivo è

una zona molto ristretta, per esempio una ringhiera oppure un muretto.

Esecuzione:

Partendo a piedi uniti da fermo, si individua il punto di arrivo (le mani

possono servire da mirino)

Individuato si effettua la prima fase del salto: lo stacco (solitamente si

effettua prima una fase di “pre-carico”)

Appena staccato si richiamano le ginocchia al petto per stabilizzare la fase

di volo.

Giunti in prossimità del punto di arrivo di distendono gli arti inferiori

verso di esso pronti ad ammortizzare l’impatto.

L’arrivo deve avvenire in zona metatarsale, deve essere ben ammortizzato

così da non provocare traumi e permettere di mantenere l’equilibrio.

Note: in caso di salti medio-lunghi, prima di staccare, si sbilancia il baricentro in

avanti; quando si avverte la sensazione di cadere in avanti si effettua la spinta.

Questo permette di aumentare la componente orizzontale della traiettoria del

salto. È preferibile ricercare una traiettoria con parabola più alta possibile, in

questo modo al momento dell’arrivo, la componente orizzontale della forza sarà

minima riducendo il rischio di sbilanciamenti in avanti/dietro e conseguenti

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rischi di scivolare.

Durante la fase di arrivo al suolo e ammortizzazione dell'impatto, è importante

che il ginocchio non superi la linea della punta dei piedi e che non superi

l'angolo di flessione di 90° così da evitare eccessive sollecitazioni

all'articolazione del ginocchio.

Stessa tecnica per Saut de Détente, solo che il punto di partenza e di arrivo sono

allo stessa altezza.

Tecnica di insegnamento:

Per effettuare questi salti è importantissimo che il soggetto2 sia sottoposto ad un

allenamento di tipo propriocettivo. Va sempre rispettato il principio della

gradualità, quindi i punti di partenza e di arrivo dei salti, saranno prima a

superficie ampia e poco distanti tra loro. Prima si apprenderà il Saut de détente e

poi il Saut de précision.

Step1:

Salti su terreno pianeggiante, prendendo un punto (per esempio una riga

tracciata per terra) come punto di arrivo.

Nota: è importante durante questa fase apprendere la corretta tecnica di salto, di

volo e di arrivo al suolo.

Step2:

Salti con punto di arrivo ben definito (per esempio un muretto largo) posto

sempre alla stessa altezza del punto di partenza.

Il soggetto1 si posizionerà perpendicolarmente al punto di arrivo, pronto a

correggere eventuali sbilanciamenti del soggetto2.

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Step3:

Partenza e arrivo sono entrambe zone ristrette e ben definite. La distanza tra essi

aumenterà gradualmente. Il soggetto1 è sempre pronto a fare assistenza.

Step4:

Punto di arrivo molto ristretto (per esempio una sbarra di una ringhiera).

Soggetto1 pronto a fare assistenza.

Step5:

Punto partenza ristretto come il precedente punto arrivo.

Step6:

Saut de précision. Seguendo le stesse metodiche prima descritte.

Step7:

Saut de détende/précision preceduti da una rincorsa.

Tecnica completamente appresa.

Saut de Chat:

(Monkey)

Movimento molto importante nel parkour, permette di mantenere un buono

slancio per mantenere la corsa dopo il superamento dell'ostacolo.

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Esecuzione:

Giunti in prossimità dell'ostacolo entrambe le mani si appoggiano sopra

esso con le dita rivolte verso avanti, la distanza tra loro deve essere

almeno quella delle spalle.

Mantenendo le spalle avanzate rispetto all'appoggio delle mani i piedi

staccano e si raccolgono velocemente le ginocchia al petto, portando il

bacino ad un livello più alto dell'ostacolo.

Grazie allo slancio degli arti inferiori, combinato con la spinta di quelli

superiori, i piedi passeranno uniti tra le mani.

Arrivo al suolo con piedi leggermente sfalsati per poter meglio sfruttare lo

slancio del movimento e poter proseguire la corsa.

Note: la cosa più importante è l'elevazione del bacino nella fase iniziale del

movimento.

(Kong)

Movimento successivo al Monkey, la tecnica è simile:

Si arriva con una buona rincorsa.

Fase di volo prima dell'appoggio della mani sull'ostacolo.

Bacino più elevato.

Le gambe non passano tra le braccia, ma si supera l'ostacolo grazie al

maggior slancio del salto e una maggiore spinta degli arti superiori.

Si ottiene così una traiettoria a parabola molto più lunga.

Possibilità di fare un doppio appoggio-spinta degli arti superiori per

ostacoli particolarmente lunghi ( primo verso metà ostacolo e secondo a

circa ¾).

Note: Per aumentare lo slancio iniziale si effettua prima un contro movimento

con le braccia verso indietro. I superamento dell'ostacolo avviene con il corpo

quasi orizzontale rispetto all'ostacolo. Nel caso del doppio Kong i piedi devono

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essere ad un'altezza maggiore delle spalle per la maggior parte del movimento.

Tecnica di insegnamento:

Utilizzare un ostacolo alto circa quanto il bacino del soggetto2 e largo

abbastanza da poter andare in appoggio con le mani (un muretto va benissimo,

una sbarra di una ringhiera invece è più difficile).

Step 1:

Il soggetto2 si posiziona frontale all'ostacolo, appoggiando le mani sopra di esso

mantenendo circa la larghezza delle spalle.

Con l'aiuto del soggetto1, il soggetto2 deve mantenere il mento correttamente

incassato e le braccia tese.

Il soggetto1 afferra il soggetto2 alla cinta aiutandolo ad eseguire dei salti atti a

portare in alto il bacino, senza staccare le mani dall'ostacolo. L'obbiettivo è

quello di arrivare con la punta dei piedi al di sopra dell'ostacolo.

Step 2:

Il soggetto2 esegue l'esercizio dello step1, concludendo il movimento con un

breve periodo di appoggio dei piedi sopra l'ostacolo.

Step 3:

Il soggetto2 esegue il movimento precedentemente descritto, terminando il

movimento appoggiando i piedi sopra l'ostacolo portandosi poi in posizione di

accosciata.

Il movimento termina dallo stesso lato di partenza dell'ostacolo.

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Step 4:

Il soggetto2 esegue l'esercizio dello Step3 e, una volta in posizione di accosciata

completa sopra l'ostacolo, stacca le mani da esso e salta dalla parte opposta,

facendo sempre attenzione a effettuare un corretto arrivo al suolo.

Il Soggetto1 è posizionato sull'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del Soggetto2.

Step 5:

Partendo da fermo e frontalmente all'ostacolo, il soggetto2 effettuerà il

movimento senza andare in appoggio con i piedi sopra l'ostacolo.

È importante che durante questo step il soggetto2 raccolga velocemente le

ginocchia al petto subito dopo aver staccato, così da evitare che le ginocchia o la

punta dei piedi impatti contro l'ostacolo, impedendo così la corretta esecuzione

del movimento.

Il Soggetto1 è posizionato sull'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del Soggetto2.

Step 6:

Aggiungere all'esercizio dello step5, una fase di spinta delle braccia

sull'ostacolo, così da effettuare un passaggio più lungo rispetto all'esercizio

precedente.

Il Soggetto1 è posizionato sull'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del Soggetto2.

Step 7:

Aumentare gradualmente la distanza tra punto di partenza e ostacolo, così da

poter prima staccare con i piedi da terra e poi andare in appoggio con le mani

sopra l'ostacolo.

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Il Soggetto1 è posizionato sull'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del Soggetto2.

Step 8:

Effettuare il movimento partendo con pochi passi di rincorsa (se si prende una

eccessiva rincorsa, non si riesce ad avere la giusta dose di reattività al momento

della stacco).

Aumentare gradualmente la distanza tra punto di stacco e ostacolo, così da

effettuare un movimento avente come traiettoria una parabola sempre più bassa

e lunga.

Il Soggetto1 è posizionato sull'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del Soggetto2.

Step 9:

Effettuare il movimento con fluidità, adattando il movimento al tipo di percorso

(variando altezza e tipo di ostacolo), cambiare tipo di arrivo al suolo (inserendo

per esempio un arrivo di precisione, oppure una roulade), effettuare un saut de

chat doppio (con doppia spinta delle braccia).

Dash Vault

Movimento che prevede il superamento dell'ostacolo slanciando in avanti i piedi

e un appoggio delle mani sull'ostacolo dopo che il baricentro lo ha superato per

stabilizzare il movimento.

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Esecuzione:

Arrivare sull'ostacolo con un'adeguata rincorsa.

Slancio del primo piede in avanti.

Il secondo piede esaurisce velocemente la fase di spinta e si slancia anche

lui in avanti affiancandosi al primo.

Il bacino si sposta leggermente avanti rispetto alle spalle permettendo così

una maggior elevazione degli arti inferiori.

Mentre il bacino passa sopra l'ostacolo, le mani si poggiano su di esso

stabilizzando il movimento con una fase di spinta (in caso l'ostacolo sia

abbastanza lungo).

Arrivo al suolo e proseguimento del percorso.

Tecnica di insegnamento:

Utilizzare un muretto (o qualcosa di simile, tipo una cavallina) leggermente più

basso del bacino del soggetto2.

Step 1:

Partire con una leggera rincorsa e superare l'ostacolo slanciano in avanti

entrambe le gambe mantenendole tese.

Step 2:

Eseguire l'esercizio precedente, mantenendo le spalle leggermente arretrate

rispetto al bacino. Quando il bacino si trova sopra l'ostacolo appoggiare

entrambe le mani sopra l'ostacolo, posizionandole a fianco al bacino con le dita

rivolte verso avanti, quindi effettuare una fase di spinta con le braccia.

Il soggetto1 si posiziona dalla parte dell'arrivo del movimento, pronto a

correggere eventuali sbilanciamenti.

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Step 3:

Aumentare gradualmente la lunghezza dell'ostacolo (per esempio ruotare di 90°

la cavallina) ed eseguire il movimento.

Il soggetto1 si posiziona dalla parte dell'arrivo del movimento, pronto a

correggere eventuali sbilanciamenti.

Step 4:

Adattare il movimento alla situazione che lo richiede (sia per superare una

staccionata o un muretto più profondo), è possibile personalizzare il movimento,

effettuando per esempio due fasi di spinta con le braccia.

Tecniche Naga

Termine proveniente dallo stile del serpente nel kung fu.

Jambe intérieure (Lazy Vault)

Questo è uno dei passaggi più semplici, viene solitamente usato quando la nostra

traiettoria non è perpendicolare all'ostacolo, bensì angolata o addirittura

parallela.

Esecuzione:

Supposto di avere un ostacolo alla nostra destra quale una staccionata, la

dinamica sarà la seguente:

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Appoggiare la mano destra sull'ostacolo leggermente avanzata rispetto al

bacino (l'avanzamento dipende dallo slancio che abbiamo).

La gamba destra stacca da terra e verrà slanciata verso l'alto.

La gamba sinistra segue la destra, la mano sinistra contribuisce a scaricare

peso sulla staccionata posizionandosi vicino alla destra.

Le gambe continuano lo slancio superando l'ostacolo ed arrivando al

suolo ammortizzando l'impatto, le mani seguono naturalmente il

movimento lasciando l'ostacolo quando il baricentro lo ha superato.

Note: è possibile staccare anche con la gamba esterna all'ostacolo, tutto dipende

dalla propria predisposizione al movimento. Le gambe possono superare

l'ostacolo separatamente (tipo sforbiciata) oppure unite. Gli arti inferiori possono

essere tesi o flessi.

Tecniche simili Jambe extérieure (è la gamba esterna che slancia per prima), Le

Deux Jambe Ensamble (le gambe staccano e slanciano contemporaneamente,

mantenendo i piedi uniti).

Tecnica di insegnamento:

Step1:

Si utilizzerà un ostacolo (per esempio una sbarra di una ringhiera) che arrivi

pressapoco al bacino del soggetto2.

Il soggetto2 afferrerà la sbarra con la mano, leggermente avanzata rispetto al

bacino, del lato dove è presente l'ostacolo.

Slancio della gamba dello stesso lato dell'ostacolo verso l'alto e spostare del

peso sulla mano in appoggio, staccando il secondo piede da terra.

Effettuare da entrambi i lati fino a che il soggetto2 non arriva a fidarsi

dell'appoggio sull'ostacolo.

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Step2:

Si effettuerà lo stesso esercizio dello step1, appoggiando il piede che slancia

sopra l'ostacolo e posizionando la seconda mano davanti (o dietro, a seconda di

quanto slancio in direzione avanti si è preso) alla prima sopra l'ostacolo.

Si termina scendendo dallo stesso lato da cui si è partiti.

Step3:

Stesso esercizio step2. Quando il soggetto2 si troverà con il piede sopra

l'ostacolo e le due mani in appoggio, dovrà mantenere il bacino alto creando così

lo spazio per far passare il secondo piede sotto la coscia della gamba che si trova

in appoggio sull'ostacolo.

Si termina quindi scendendo dalla parte opposta dell'ostacolo rispetto alla

posizione di partenza.

Step4:

Si esegue il movimento completo, senza cercare l'appoggio sopra l'ostacolo con i

piedi.

Si termina arrivando al suolo con la prima gamba che ha slanciato.

Step5:

Si esegue il movimento completo partendo in movimento e non da fermi a

fianco all'ostacolo come in precedenza.

Step6:

Tecnica completamente appresa, si possono effettuare varianti come per esempio

arrivare dopo il movimento con la seconda gamba che stacca (che rispetto

all'ostacolo sarebbe quella interna).

Eseguire gli step da entrambi i lati.

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Jambe extérieure

Tecnica simile alla jambe intérieure.

Step1:

Si utilizzerà un ostacolo (per esempio una sbarra di una ringhiera) che arrivi

press'a poco al bacino del soggetto2.

Il soggetto2 afferrerà la sbarra con la mano, leggermente avanzata rispetto al

bacino, del lato dove è presente l'ostacolo.

Slancio verso l'alto della gamba opposta all'ostacolo caricando il peso sulla

mano in appoggio, staccando il secondo piede da terra.

Effettuare da entrambi i lati fino a che il soggetto2 non arriva a fidarsi

dell'appoggio sull'ostacolo.

Step2:

Si effettuerà lo stesso esercizio dello step1, appoggiando il piede che slancia

sopra l'ostacolo e posizionando la seconda mano davanti (o dietro, a seconda di

quanto slancio in direzione avanti si è preso) alla prima sopra l'ostacolo.

Si termina scendendo dallo stesso lato da cui si è partiti.

Step3:

Stesso esercizio step2. Quando il soggetto2 si troverà con il piede sopra

l'ostacolo e le due mani in appoggio, dovrà mantenere il bacino alto creando così

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lo spazio per far passare il secondo piede sotto la coscia della gamba che si trova

in appoggio sull'ostacolo.

Si termina quindi scendendo dalla parte opposta dell'ostacolo rispetto alla

posizione di partenza.

Step4:

Si esegue il movimento completo, senza cercare l'appoggio sopra l'ostacolo con i

piedi.

Si termina arrivando al suolo con la prima gamba che ha slanciato.

Step5:

Si esegue il movimento completo partendo in movimento e non da fermi a

fianco all'ostacolo come in precedenza.

Step6:

Tecnica completamente appresa, si possono effettuare varianti come per esempio

arrivare dopo il movimento con la seconda gamba che stacca (che rispetto

all'ostacolo sarebbe quella interna).

Eseguire gli step da entrambi i lati.

Tecnica di insegnamento simile al two/one handed, solamente che la traiettoria

in questi due casi è perpendicolare all'ostacolo.

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Le Deux Jambe Ensamble

Evoluzione dei passaggi Jambe intérieure/extérieure.

Step1:

Cominciare il movimento come fosse uno Jambe intérieure, appena la prima

gamba slancia, la seconda stacca e si posiziona a fianco della prima, cosi da

passare sopra l'ostacolo ed arrivare al suolo a piedi pari.

Step2:

Stacco da terra a piedi pari. Movimento completo.

Step3:

Eseguire il movimento non partendo da fermo.

Eseguire gli step da entrambi i lati.

Underbar diretto

Tecnica utilizzata per passare “in mezzo” ad un ostacolo, come ad esempio tra

due sbarre di una ringhiera con due differenti altezze.

Esecuzione:

Arrivati in prossimità dell’ostacolo con una adeguata rincorsa, si slancia il

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primo piede verso l’ “apertura” attraverso la quale si vuole passare.

Il secondo piede finisce la fase di spinta e si unisce al primo per superare a

piedi pari l’ostacolo ( i piedi sono i primi a superare l’ostacolo).

Le mani afferrano la prima sbarra con una presa diretta appena possibile e

stabilizzano il movimento.

La direzione dello slancio degli arti inferiori deve essere rivolta verso

vanti-alto, l’intero corpo assumerà la forma della traiettoria: una parabola.

All’arrivo al suolo dei piedi, le mani devono aver già lasciato la sbarra

così da poter sfruttare la fine dello slancia per guadagnare la stazione

eretta e continuare il percorso.

Note: inizialmente si può effettuare il passaggio invertendo la slancio degli arti

inferiori con la presa della sbarra, eliminando così la prima fase di volo. Il

passaggio si può effettuare sia dall’alto al basso, che dal basso all’alto (in questo

caso lo slancio degli arti inferiori sarà maggiormente diretto verso l’alto).

Tecnica di insegnamento:

Come ostacolo si può utilizzare inizialmente una staccionata ad un solo tubolare,

di altezza variabile purché sia possibile passarci sotto. In seguito sarà necessario

un ostacolo con due sbarre a differente altezza.

Step1:

Il soggetto2 si posiziona frontale all'ostacolo e lo afferra con entrambe le mani

con una presa diretta. Mantenendo la presa, slancia in maniera sequenziale i due

piedi in direzione avanti-alto, facendoli passare sotto l'ostacolo. Quando si trova

con il bacino sotto l'ostacolo aiuta il movimento assecondandolo con una breve

fase di trazione verso l'alto da parte delle braccia. Appena il capo supera

l'ostacolo lascia la presa per guadagnare la stazione eretta.

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Step2:

Si posiziona un secondo ostacolo (tipo un asticella abbattibile, o una corda

debolmente legata) all'altezza circa delle ginocchia e si esegue lo stesso

esercizio del precedente step.

L'altezza del secondo ostacolo va aumentata progressivamente.

Step3:

Effettuare lo step1 partendo con una leggera rincorsa e slanciando le gambe

prima di afferrare l'ostacolo con le mani.

Step4:

Effettuare il precedente esercizio su un ostacolo che abbia entrambe le sbarre

fisse.

Aumentare gradualmente la rincorsa iniziale e la difficoltà del passaggio.

Step5:

Adattare il passaggio a qualsiasi contesto che lo richiede, variando quindi

distanza e altezza tra le due sbarre.

Turn Vault

Passaggio che ci permette di superare l'ostacolo con una rotazione di 180° e di

fermarci. Utile specialmente per ringhiere dopo le quali è richiesto per qualsiasi

motivo una pausa.

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Esecuzione:

Partendo frontali all'ostacolo lo si afferra con le mani, la più vicina a noi

sarà una presa diretta, l'altra una presa inversa.

Si esegue un salto con “pre-attivazione” ruotando di 180°sopra l'ostacolo,

facendo perno sulla mano con presa inversa.

Quando il baricentro si trova sopra l'ostacolo, la mano che non fa da perno

si stacca e si riposiziona velocemente a fianco all'altra, nella posizione

opposta a quella di partenza.

Si arriva con i piedi sull'appoggio scelto in partenza oppure in saut de

bras.

Note: gli arti inferiori duranti il salto rimangono flessi.

Tecnica di insegnamento:

Usare un ostacolo tipo ringhiera.

Step1:

Il soggetto2 si posiziona frontale all'ostacolo e lo afferra con entrambe le mani,

stando attendo ad eseguire una presa diretta e una inversa.

Mantenendo la presa effettua un salto posizionando il piede opposto alla mano

con presa inversa sull'ostacolo. Dopo ciò scende dallo stesso lato dell'ostacolo di

partenza.

Il soggetto1 si posiziona sin da subito dietro al soggetto2, pronto a correggere

eventuali sbilanciamenti.

Step2:

Eseguire il movimento completo appoggiando pero il piede come prima

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descritto.

Il soggetto1 si posiziona sin da subito dietro al soggetto2, pronto a correggere

eventuali sbilanciamenti.

Step3:

Eseguire il movimento completo, senza andare in appoggio con il piede sopra

l'ostacolo.

Il soggetto1 si posiziona sin da subito dietro al soggetto2, pronto a correggere

eventuali sbilanciamenti.

Step4:

Far precedere il movimento da una breve rincorsa

Step5:

Adattare il movimento al contesto che lo richiede.

Tutti gli step devono essere eseguiti da entrambi i lati.

Tecniche su parete:

Saut de Bras (Cat Leap)

Questo movimento viene utilizzato quando non è possibile arrivare direttamente

in piedi sopra l'ostacolo perché troppo alto o lontano. Così si afferrerà la cima

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dell'ostacolo con le mani e gli arti inferiori serviranno ad attutire l'impatto

dovuto allo slancio puntando contro di esso i piedi.

Esecuzione:

Appena gli arti inferiori staccano da terra, quelli superiori si slanciano

verso l'alto pronti ad afferrare la sommità dell'ostacolo.

Si richiamano velocemente le ginocchia al petto per stabilizzare la fase di

volo.

Subito dopo si distendono gli arti inferiori poiché i primi a dover

impattare con l'ostacolo devono essere i piedi (utilizzando sempre la zona

metatarsale) così da ammortizzare il movimento. Essi dovranno essere

larghi circa quanto il bacino così da poter controllare eventuali “sbandate”

laterali.

Le mani afferrano la sommità dell'ostacolo.

Continuo del percorso.

Note: bisogna fare attenzione a capire bene quale sia la giusta altezza a cui

posizionare i piedi per ammortizzare l'impatto, poiché in caso essa fosse troppo

alta ci si ritroverebbe in una posizione troppo raccolta, che allontanerebbe

troppo i baricentro dall'ostacolo rischiando così di perdere la presa; se essa fosse

troppo bassa provocherebbe uno scivolamento verso il basso dei piedi rischiando

sempre di cadere. Mentre una scivolata controllata dei piedi favorisce la

dispersione dell'energia accumulata con il salto. Questo movimento può essere

utilizzato su ostacoli di qualsiasi altezza e posti a qualsiasi distanza, partendo sia

da fermi che con rincorsa.

Tecnica di insegnamento:

Serve un ostacolo al quale possiamo aggrapparci, per esempio un muretto alto

quanto il Soggetto2.

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Step1:

Partendo frontali all'ostacolo il soggetto2 slancia in direzione di esso un piede,

contemporaneamente coordina la fase di spinta del secondo piede rimasto a terra

con lo slancio delle braccia (che si “pre-caricano” indietro slanciandosi poi in

direzione avanti-alto verso la sommità dell'ostacolo ). I primi ad impattare

l'ostacolo saranno i piedi(sempre in zona metatarsale) che ammortizzeranno

l'energia accumulata con il salto e subito dopo le mani raggiungeranno la cima

dell'ostacolo aggrappandocisi. È importante sfruttare la presa di tutta la mano,

non utilizzando quindi solamente le dita, così da avere maggiore aderenza

possibile.

Step2:

Si effettua l'esercizio dello step1 partendo in movimento.

Step3:

Aumentare gradualmente la difficoltà del passaggio aumentando la rincorsa e

variando l'altezza dell'ostacolo.

Step4:

Adattamento del fondamentale al contesto che lo richiede, variando quindi

altezza e tipologia di ostacolo, variando la partenza (per esempio farlo precedere

da un saut de chat).

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Tic Tac

Questo fondamentale è un movimento che ci permette di avere una spinta in più

per superare un ostacolo senza toccarlo, per cambiare direzione o per avere una

maggiore elevazione.

Esecuzione:

Si arriva in prossimità del primo ostacolo con una adeguata rincorsa e si

stacca con il primo piede come se si volesse fare un passo di remonté(vedi

pag.49)

Il secondo piede, esaurita la fase di spinta si avvicina al primo.

Il ginocchio dell'ultimo piede ad aver staccato funge da mirino verso il

nostro obiettivo, quindi combinando lo slancio del suddetto arto con

quello degli arti superiori, con la rotazione del busto e la spinta del primo

piede appoggiato all'ostacolo andiamo a seguire il movimento deciso.

Note: bisogna imparare la giusta angolazione piede-ostacolo e busto-ostacolo

per aver la maggior aderenza possibile.

Tecnica di insegnamento:

Per imparare questo passaggio basterà avere una qualsiasi superficie verticale,

come per esempio un muro oppure un albero (forse preferibile per gli inizi

poiché ha una aderenza maggiore; in più non è esattamente verticale, ma

leggermente obliquo, favorendo così l'apprendimento della modalità di spinta

verso l'alto richiesta dal movimento), la quale faccia un angolo che possiamo

sfruttare per completare il movimento.

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Step1:

Partendo frontali all'ostacolo, appoggiare (in zona metatarsale) il piede

sull'ostacolo all'altezza del bacino e testare l'aderenza su di esso facendo dei

piccoli saltelli con la gamba in appoggio a terra.

Step2:

Eseguire l'esercizio dello step1, aggiungendo una fase di spinta (diretta verso

l'obiettivo ) con il piede in appoggio sull'ostacolo.

Aiutarsi con il movimento delle braccia che stabilizzano la fase di volo.

Step3:

Aggiungere alla spinta del primo piede sull'ostacolo dell'esercizio precedente, lo

slancio della seconda gamba come sopra descritto.

Step4:

Eseguire lo step3 partendo con una rincorsa.

Step5:

Prendere un piccolo ostacolo (come ad esempio una asticella con due cavalletti)

e posizionarlo perpendicolare al primo ostacolo. Superarlo con un tictac.

L'ostacolo varierà progressivamente altezza e distanza.

Ste6:

Eseguire il movimento in un angolo formato da, per esempio, due muri cercando

di raggiungere la sommità del secondo muro. Il movimento può terminare con

un saut de bras o un remonté, dipende dalla situazione.

Tutti gli step devono essere eseguiti da entrambi i lati.

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TicTac Remonté (Wall run)

Questo movimento serve a superare ostacoli molto alti, che non riusciamo a

superare con un semplice salto. Consiste in una “camminata” (verticale oppure

obliqua, dipende dal contesto) sull'ostacolo, per esempio un muro, aumentando

così la nostra elevazione.

Esecuzione:

Arrivare sull'ostacolo con una rincorsa adeguata.

Mantenere la velocità della rincorsa anche negli ultimi appoggi.

Il primo piede stacca e va a posizionarsi sull'ostacolo ad un'altezza pari o

maggiore rispetto al bacino, appoggiando in zona metatarsale e spinge a

sua volta verso l'alto.

L'altro piede esegue la stessa cosa ad un'altezza superiore.

Si ripete questa successione di appoggio-spinta fino al raggiungimento

dell'altezza desiderata (come ad esempio fino a riuscire ad afferrare la

sommità dell'ostacolo con le mani).

Note: questo movimento è molto personale poiché, attraverso la pratica, bisogna

trovare la giusta angolazione dell'appoggio del piede e del corpo rispetto

all'ostacolo, così da avere più aderenza possibile. Per aumentare lo slancio

iniziale ci si aiuta con un contro movimento delle braccia verso indietro nel

mentre si stacca da terra con il primo piede.

Tecnica di insegnamento:

Per imparare questo passaggio, basterà avere una qualsiasi superficie verticale,

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come per esempio un muro oppure un albero (forse preferibile per gli inizi,

poiché ha una aderenza maggiore; in più, quest’ultimo, non è esattamente

verticale, ma leggermente obliquo, favorendo così l'apprendimento della

modalità di spinta verso l'alto richiesta dal movimento).

Step1:

Partendo frontali all'ostacolo, appoggiare (in zona metatarsale) il piede

sull'ostacolo all'altezza del bacino e testare l'aderenza su di esso facendo dei

piccoli saltelli con la gamba in appoggio a terra.

Step2:

Eseguire l'esercizio dello step1, aggiungendo una fase di spinta (diretta verso

l'alto) con il piede in appoggio sull'ostacolo.

Aiutarsi con il movimento delle braccia che si “pre-caricano” indietro e

successivamente si slanciano in direzione avanti alto.

Step3:

Eseguire l'esercizio precedente cercando di toccare con una mano l'ostacolo nel

punto più alto possibile.

Step4:

Cercare un punto di riferimento (per esempio un segno sul muro) e toccarlo con

una mano mentre si effettua il movimento.

Step5:

Partenza con leggera rincorsa, eseguire il movimento cercando di arrivare il più

in alto possibile.

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Step6:

Partenza con rincorsa, eseguire il passaggio cercando di raggiungere la sommità

dell'ostacolo ed aggrapparcisi con una o entrambe le mani.

Step7:

Eseguire il passaggio adattandolo alla situazione in cui è richiesto (variando

quindi altezza, tipo, inclinazione dell'ostacolo).

Terminare il movimento in maniera personalizzata (per esempio con un remonté

o un pop vault)

Tutti gli step devono essere eseguiti da entrambi i lati.

Tricks:

Cavaliere

Movimento che si effettua su ostacoli (tipo ringhiere o muretti) in grado di

sopportare il nostro peso. Consiste in una rotazione completa attorno all'asse

longitudinale, passando in posizione d'appoggio sulle mani sopra l'ostacolo.

Esecuzione (esempio con rotazione verso destra):

Partenza posizionando il bacino perpendicolare all'ostacolo

Appoggio mano destra su di esso, con le dita rivolte verso avanti,

posizionandola lateralmente al nostro bacino.

Slancio della gamba destra in direzione sinistra-alto, appoggiando il peso

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sulla mano destra.

Quando la prima gamba si trova quasi sopra l'ostacolo, la gamba sinistra

segue il suo movimento affiancandosi alla prima.

A questo punto ci ritroveremo con le gambe al di là dell'ostacolo,

contemporaneamente si appoggia la mano sinistra sull'ostacolo sempre a

fianco del nostro bacino (il quale deve rimanere leggermente indietro

rispetto all'ostacolo cosi da impedire una caduta verso avanti)

Il peso si sposta sulla mano sinistra mentre la destra lascia la presa e le

gambe (possibilmente tese così da rimanere alte rispetto all'ostacolo)

concludono la loro rotazione tornando dallo stesso lato dell'inizio del

movimento.

La mano sinistra facilita il movimento con una spinta nel mentre che si

arriva al suolo.

Note: maggiore sarà la velocità di rotazione e meno peso verrà appoggiato

sull'ostacolo.

Tecnica di insegnamento:

Per effettuare questo movimento, è necessario aver precedentemente appreso la

tecnica Naga: jambe intérieure.

Come ostacolo si utilizzerà un muretto alto circa come il bacino del soggetto2 o

qualcosa di simile(per esempio una cavallina in palestra).

Step 1:

Superare l'ostacolo con la tecnica jambe intérieure.

Step 2:

Partire come se si effettuasse un passaggio jambe intérieure, ma terminare il

movimento sedendosi sopra l'ostacolo. Per stabilizzare questo movimento la

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seconda mano (quella non in appoggio), appena entrambe le gambe hanno

superato l'ostacolo, si posiziona sopra l'ostacolo a fianco al bacino, con le dita

rivolte verso avanti.

Il soggetto1 si posiziona a lato dell'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del soggetto2.

Step 3:

Effettuare l'esercizio dello step2 e, una volta arrivato in posizione seduta,

ritornare alla posizione di partenza effettuando il movimento inverso.

Il soggetto1 si posiziona a lato dell'ostacolo, pronto a correggere eventuali

sbilanciamenti del soggetto2.

Step 4:

Effettuare l'esercizio dello step2. Una volta che il soggetto2 si trova nella

posizione di “seduto”, proseguire la rotazione facendo nuovamente passare le

gambe sopra l'ostacolo, tornando dallo stesso lato di partenza.

Il Soggetto1 si posiziona all'inizio del movimento dietro il Soggetto2; quando

esso si trova in posizione “seduta”, afferra con entrambe le mani il bacino

aiutandolo cosi a effettuare la rotazione completa.

Step 5:

Effettuare lo step4 come un unico movimento fluido. Ci si aiuta con un

movimento a sforbiciata delle gambe prima di farle passare la seconda volta

sopra l'ostacolo.

Il Soggetto1 si posiziona all'inizio del movimento dietro il Soggetto2; quando

esso si trova in posizione “seduta”, afferra con entrambe le mani il bacino

aiutandolo cosi a effettuare la rotazione completa.

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Step 6:

Effettuare l'esercizio precedente mantenendo il baricentro leggermente arretrato

rispetto all'ostacolo, evitando così possibili cadute in avanti e aumentando la

velocità di rotazione.

Il soggetto1 si posiziona all'inizio del movimento dietro il soggetto2; quando

esso si trova in posizione “seduta”, afferra con entrambe le mani il bacino

aiutandolo cosi a effettuare la rotazione completa e a correggere eccessivi

sbilanciamenti verso dietro.

Step 7:

Effettuare il movimento completo, riducendo progressivamente la sforbiciata,

cercando quindi di mantenere le gambe tese ed affiancate.

Il soggetto1 si posiziona all'inizio del movimento dietro il soggetto2; quando

esso si trova in posizione “seduta”, afferra con entrambe le mani il bacino,

aiutandolo cosi a effettuare la rotazione completa e a correggere eccessivi

sbilanciamenti verso dietro.

Step 8:

Eseguire il movimento completo variando la tipologia e altezza dell'ostacolo

(per esempio staccionate tubolari).

Il soggetto1 si posiziona all'inizio del movimento dietro il soggetto2; solo in

caso di evidente sbilanciamento interverrà posizionando le mani sul bacino

aiutando così a completare la rotazione il soggetto2.

Step 9:

Adattare il movimento al contesto, inserendo modifiche (di pura natura

coreografica) come ad esempio l'utilizzo di una sola mano, oppure concatenarlo

ad altri movimenti Naga.

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Tutti gli step devono essere eseguiti da entrambi i lati.

Demi Tour (Palm Spin)

Questo trick consiste in una rotazione attorno all'asse sagittale, facendo perno

sul palmo di una mano che appoggerà sull'ostacolo.

Esecuzione (descrizione con rotazione verso sinistra):

Arrivare sull'ostacolo (un muro, un albero, una ringhiera...) con una

leggera rincorsa, seguendo una traiettoria curvilinea nella direzione che si

vuole seguire nella successiva rotazione.

Stacco e prima fase di volo.

Appoggio delle mani sull'ostacolo. La mano sinistra si posiziona più in

basso della destra (poco sopra il bacino), con le dita rivolte verso il basso

e l'arto rimane teso, questo fungerà da perno. La mano destra si posiziona

all'altezza circa della faccia, con le dita rivolte verso sinistra; il suo

compito è quello di favorire la rotazione spingendo in quella direzione.

Al momento dello stacco gli arti inferiori si raccolgono al petto. È

importante che stacchino verso l'alto e NON verso avanti, altrimenti si

impunterebbero sull'ostacolo.

Contemporaneamente allo stacco volgiamo lo sguardo verso il punto di

arrivo, così da favorire la rotazione.

Quando gli arti inferiori si trovano in prossimità della mano destra, quella

deve aver già esaurito la sua fase di spinta così da staccarsi dall'ostacolo

senza intralciare il movimento.

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Arrivo al suolo a piedi uniti, ammortizzando l'impatto.

Note: è importante che a metà rotazione (cioè quando gli arti inferiori

raggiungono il loro apice) la testa deve trovarsi ad un livello inferiore ad essi.

Questo movimento può essere preceduto da wall run o da altri movimenti.

Tecnica di insegnamento:

Step1:

Il soggetto2 si posiziona di fronte all'ostacolo, in posizione di accosciata

completa. Appoggia una mano per terra a fianco al bacino, l'altra mano si

posiziona sul muro. Le dita di entrambe devono essere dirette dalla parte della

mano poggiata a terra. Il soggetto2 va in appoggio su entrambe le mani e,

mantenendo le ginocchia raccolte al petto le fa passare tra le braccia, effettuando

una rotazione attorno al braccio in appoggio a terra (che fa da perno).

Step2:

Effettuare l'esercizio precedente e, una volta passate le gambe, eseguire il

movimento inverso tornando alla posizione di partenza.

Step3:

Il soggetto2 parte in posizione di accosciata frontale all'ostacolo (meglio se

leggermente inclinato, come ad esempio un albero). Posiziona le mani come nel

precedente esercizio (tranne il fatto che quella appoggiata a terra ruota fino ad

avere le dita che indicano la direzione opposta all'ostacolo), va ad effettuare una

rotazione attorno all'asse sagittale, facendo quindi passare le gambe non tra le

braccia, ma sopra la testa; rimanendo in appoggio sulla mano poggiata a terra.

La mano che poggia sul muro spinge verso avanti favorendo la rotazione.

Avvicinare progressivamente la mano d'appoggio al muro.

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Il soggetto1 si posiziona dietro il soggetto2 all'inizio del movimento. Quando

quest'ultimo si trova a metà rotazione (a testa in giù) posiziona una mano sul

collo e l'altra sul fianco opposto, così da aiutarlo a compiere in sicurezza la

rotazione.

Step4:

Sfruttando un ostacolo leggermente inclinato e con una buona aderenza (per

esempio un albero), eseguire il movimento completo, facendolo precedere da

qualche passo di rincorsa.

Il soggetto1 si posiziona dietro il soggetto2 all'inizio del movimento. Quando

quest'ultimo si trova a metà rotazione (a testa in giù) posiziona una mano sul

collo e l'altra sul fianco opposto, così da aiutarlo a compiere in sicurezza la

rotazione.

Step5:

Effettuare il movimento su pareti verticali.

Il soggetto1 si posiziona dietro il soggetto2 all'inizio del movimento. Quando

quest'ultimo si trova a metà rotazione (a testa in giù) posiziona una mano sul

collo e l'altra sul fianco opposto, così da aiutarlo a compiere in sicurezza la

rotazione.

Step6:

Adattare il movimento a qualsiasi ostacolo, difatti può essere effettuato pure su

sbarre orizzontali e non, solamente che in questi casi non c'è l'aiuto della

seconda mano che spinge favorendo la rotazione.

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LA SICUREZZA

A causa della disinformazione e della scarsa conoscenza verso questa nuova

disciplina, essa è spesso vista come uno sport estremo e pericoloso, dove dei

ragazzi si muovono in equilibrio precario ad altezze vertiginose, rischiando di

cadere ogni passo.

Il tema della sicurezza, invece, è un argomento fondamentale ed ampiamente

discusso dai vari tracciatori. Infatti, bastano alcuni importanti accorgimenti, per

poter praticare l'ADD in sicurezza.

Saper valutare le proprie capacità: come già affermato precedentemente, è

importante conoscere se stessi e le proprie potenzialità, così da essere in grado di

valutare correttamente le situazioni davanti alle quali ci troviamo. Inizialmente,

possiamo farci aiutare da un soggetto più esperto di noi, così da evitare errori

dovuti all’inesperienza.

Richiedere l'assistenza: richiedere a qualcuno di assisterci, facendo sicurezza

durante un passaggio del quale non siamo sicuri, è una cosa normale. Non

dobbiamo quindi vergognarci di richiederla ad un compagno ogni qualvolta

pensiamo di averne bisogno.

Controllare lo spot prima di allenarsi: prima di cominciare qualsiasi

allenamento e buona norma controllare le condizioni dello spot (luogo

dell'allenamento). Controllare quindi che non vi siano oggetti potenzialmente

dannosi in giro, come per esempio vetri, oggetti arrugginiti o siringhe;

controllare la solidità degli ostacoli che abbiamo intenzione di sfruttare e

verificare se quella zona è aperta al traffico.

Dotarsi di un buon equipaggiamento: questo non vuol dire che dobbiamo

vestirci con abiti tecnici e firmati dalle più famose marche. L'importante è avere

delle scarpe sempre ben allacciate (così da evitare che il piede scivoli all'interno

della calzatura) e che ci diano la miglior aderenza possibile. Per quanto riguarda

l'abbigliamento, questo è a discrezione di ogni singolo tracciatore

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No rumore, no dolore: questo semplice “motto” serve a ricordare che ogni

arrivo al suolo, ogni movimento che effettuiamo deve essere sempre

correttamente ammortizzato. La maniera più semplice per capire se abbiamo

ammortizzato bene oppure no, è ascoltare il rumore che facciamo: meno ne

facciamo e meglio abbiamo effettuato il movimento.

Vi sono inoltre altri due concetti importanti, nell'ambito della sicurezza, che

vanno chiariti: la paura e l'altezza.

La paura: definita come “un'intensa emozione derivata dalla percezione di un

pericolo, reale o supposto” è un'emozione che ci accompagna durante tutta la

vita, quindi anche durante la pratica di questa disciplina. Ma la paura va

considerata come un modo per valutare correttamente la difficoltà di ciò che

stiamo facendo. Infatti allenarsi senza paura vuol dire essere incoscienti,

rischiando così di farci male. Essa è sempre presente quando proviamo le prime

volte dei movimenti, questo perché la paura è dettata in maggior parte dal non

conoscere. Uno volta infatti che scopriamo di essere in grado di effettuare quel

movimento, essa cala immediatamente. Come dice Williams Belle “ Voi dovete

parlare con la vostra paura” cioè non bisogna farle prendere il sopravvento ma,

al contrario, farla divenire un elemento fondamentale durante gli allenamenti.

Infatti grazie ad essa è anche possibile valutare se la zona in cui stiamo

lavorando è di comodità, di lavoro o di stress.

L'altezza: effettuare movimenti variando l'altezza dal suolo significa aumentare

lo stress dell'esercizio, cosa in linea con la filosofia del progressivo

miglioramento dell'ADD. La cosa, però, deve essere appunto “progressiva”.

Prima di effettuare un salto, un movimento o un qualsiasi esercizio ad una

determinata altezza dal suolo, bisogna averlo prima completamente appreso in

una zona di sicurezza; infatti, l'effettuare tale esercizio in un'alta zona di stress,

serve come conferma di averlo imparato correttamente.

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CONCLUSIONI

"L'Art Du Déplacement è una disciplina che mette in armonia anima e corpo,

arte e spostamento, unisce l'invisibile e il visibile, e con la quale si raggiunge

una forma di benessere attraverso il gioco e la stima di sé stessi."

[cit.L.Piemontesi]

Questa dà la possibilità a chiunque di praticarla, a partire dai bambini fino agli

adulti di qualsiasi età, basta che siano in grado di muoversi.

Partendo dai bambini essa favorisce una crescita armonica sia fisica che

mentale, infatti tende a sviluppare una gran parte delle capacità motorie

coordinative:

Tutte e tre le capacità coordinative generali.

Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti.

Capacità di differenziazione cinestesica.

Capacità di equilibrio.

Capacità di orientamento spazio-temporale.

Capacità di reazione.

Capacità di trasformazione del movimento.

E tutte le capacità condizionali:

Forza.

Resistenza.

Velocità.

Strutturali elastiche.

Durante la programmazione dell'allenamento bisogna fare sempre molta

attenzione a rispettare le fasi sensibili, scegliendo accuratamente il tipo di

allenamento idoneo per ogni singolo soggetto.

Negli adulti invece bisogna sempre valutare attentamente il tipo di allenamento

ai cui si intende sottoporli, adeguandolo al loro stato di fitness e di abilità nella

disciplina.

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Il fattore che completa questa disciplina, permettendole di unire l'allenamento

fisico a quello mentale, è la continua sollecitazione ad aumentare il proprio

potenziale creativo.

Nel momento in cui una disciplina impegna una persona non solo fisicamente,

ma anche mentalmente, diventa una filosofia di vita. L'Art du Déplacement

diviene così una filosofia di vita che propone di superare gli ostacoli di tutti i

giorni con lo stesso rispetto, forza e coraggio di quelli che si incontrano durante

gli allenamenti.

Personalmente, sebbene sia solo all'inizio di un, spero, lungo cammino, ho

trovato in essa la mia forma di ricerca della “libertà”.

Respect,

Force,

Courage.

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RINGRAZIAMENTI

Vorrei ringraziare tutti, ma sono sicuro che mi scorderò già qualcuno, comunque:

Ringrazio innanzitutto la Professoressa Piccotti per avermi dato la possibilità di

sviluppare questa tesi.

Ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto.

Ringrazio il mio Maestro di Karate A.Arena per tutto quello che mi ha insegnato.

Ringrazio il mio allenatore M.Moretti per le preziose “consulenze”.

Ma il grazie più grande va a Laurent Piemontesi, senza il quale non sarebbe stato

possibile tutto ciò.

Quindi:

GRAZIE.

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P.s.

Con questa tesi non ho nessuna pretesa di aver scritto qualcosa di assoluto, di

vero e incriticabile. Questa è semplicemente la mia visione di questa magnifica

e stupenda disciplina. Quindi accetto volentieri critiche (basta che siano

costruttive) e suggerimenti.

Comunque spero vivamente possa essere utile a qualcuno come spunto di

riflessione o come punto di partenza di altri studi. Vi chiedo solo di attribuirmi,

anche in piccolo nell’angolo più remoto del Vostro lavoro, i meriti della mia

opera, dato che ad essa ho dedicato tempo e impegno.

Un saluto e un grosso incoraggiamento a praticare e promuovere l’ADD.

Roberto Maria Rosenbleck

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