Arnold Schönberg - Leggere Il Cielo. Diari 1912, 1924, 1923

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Alcune riflessioni di Schoenberg contenute nei suoi diari.

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Arnold Schi::inberg

LEGGERE IL CIELO

Diari 1912, 1914, 1923

A cura di Anna Maria Morazzoni

ilSaggiatore

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www.saggiatore.it

Per i testi di Schonberg e le illustrazioni © Belmont Music Publishers © il Saggiatore, Milano 1999 Titoli originali: Versuch eines Tagebuches, Kriegs-Wolken Tagebuch, 1923, Schlafwandler, Der Musikkritiker

La scheda bibliografica, a cura del Servizio Biblioteche Pro­vincia di Milano, è riportata nell'ultima pagina del libro

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LEGGERE IL CIELO

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Sommario

Introduzione di Anna Maria Morazzoni 9

19 12. Tentativo di un diario 27

1914 . Diario delle nuvole di guerra 9 1

1 923 . [Senza titolo] 1 05

SCHONBERG E LA CRITICA MUSICALE

Premessa di Anna Maria Morazzoni 1 1 3

Sonnambulo 1 1 9

Il critico musicale 1 2 1

Riferimenti bibliografici 125

Indice biografico dei nomi 129

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Introduzione

Pubblicare un diario è violare il segreto, sfidare il miste­ro, spezzare l 'occultamento che ne garantisce l 'autenti­cità. Nel nostro caso Schi:inberg non ha consegnato alle stampe i suoi diari, ha scritto il testo ma non ha firmato l 'opera; dunque, l 'autore di questo libro è Arnold Schi:in­berg, ma questo non è un libro di Arnold Schi:inberg.

Questi diari non sono testi composti ma improvvisati, non conoscono la mise en abìme della rilettura, dell' au­tocritica e dell'autocensura; sono quindi testi autentici, di una fedeltà al quadrato che permette un accostamento insolito alla personalità di Schi:inberg. Qui l'autore, che è insieme narratore e personaggio principale come nelle autobiografie, si offre in piena trasparenza, senza schermi protettivi, neppure quelli del linguaggio, dell' elaborazio­ne formale e stilistica, e si trova a rivolgersi a un lettore "non previsto" . Ne deriva la necessità di avvicinare questi testi con cautela e rispetto, con lo stesso pudore e la stessa discrezione dell'autore, per non leggere con discutibile curiosità voyeuristica pagine per loro natura particolar­mente vulnerabili: quanti diari sono stati distrutti dai loro autori, censurati da familiari o amici, tagliati e rimaneg­giati da curatori e editori.

La diaristica condivide soltanto con la scrittura episto­lare il carattere privato e quella componente di violenza implicita nel " disvelamento " della pubblicazione; ma forse Schi:inberg, come Gide, sapeva che il destino della propria corrispondenza e dei propri diari sarebbe stato

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quello di essere pubblicati un giorno. Entrambi datati o eventualmente databili, comunque legati al calendario, i due generi hanno in comune la discontinuità, la fram­mentazione : scritti di getto, impegnano l 'autore e ne fissano il pensiero soltanto in relazione a quel momento, mentre nell'insieme possono contemplare affermazioni contraddittorie, variazioni nei giudizi e nelle opinioni, mutevoli nel tempo. Anche la forma aperta e indefinita è comune a entrambi i generi, ma la libertà formale e tematica non comporta la piena libertà di scrittura; in­fatti, lo stile epistolare rispecchia le limitazioni imposte dal destinatario, con tutti i suoi caratteri, e la diaristica conosce i confini e i divieti dettati non tanto dall'estetica quanto dalla morale personale.

La legge della periodicità è l'unica sentita come tale dal diarista. Sebbene la durata complessiva della stesura vari da un autore all'altro, così come la frequenza delle anno­tazioni e la loro ampiezza, che spesso muta di giorno in giorno, la scrittura diaristica ha un ritmo peculiare, segna­to dall'alternanza di " dentro" e "fuori" , di introspezione e narrazione. I diari oscillano liberamente tra il presente della scrittura e della riflessione e il passato del racconto, tra un interno e un esterno i cui confini sfumati mettono in questione l'unità del soggetto e l'identità dell'autore.

L'interrogazione sulla propria identità, la riflessione sul livello di autocoscienza acquisito - temi costanti nella diaristica- nel caso di Schi:inberg devono essere congiunti con la ricorrenza ossessiva dell 'autoritratto nella sua produzione pittorica, alla quale si dedicò con la massima intensità negli anni intorno al l910 . Schi:inberg rivendicò autonomia dall'influsso degli artisti ai quali è stato spesso associato (Gerstl, Kandinsky, Kokoschka) , e lo fece con la stessa fermezza con cui difese la propria indipendenza nelle scelte compositive; la palese predilezione per il tema dell'autoritratto conferma pienamente la sua autonomia creativa. Il guardare a sé come a un altro negli innumere­voli autoritratti è una forma di dialogo con se stesso, come

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il diario, ed esprime lo stesso desiderio di conoscersi. Il ritrarsi sulla tela è un'analisi di sé che diventa analisi del proprio rapporto con l 'altro: fissando continuamente come appare allo sguardo dell'altro, Schonberg compie in termini visivi lo stesso meticoloso esercizio di autoanalisi implicito nella scrittura diaristica. Dunque, gli autoritratti di Schonberg costituiscono a loro volta una diversa forma diaristica che lo accompagnò per quasi tutta la sua esisten­za; per questa ragione essi corredano il volume.

Gli autoritratti non mostrano un personaggio virile o eroico ma indagano l'immagine di Schonberg nella sincerità quotidiana, senza alcun intento autocelebrativo. Anche da questo punto di vista, essi si congiungono con il genere del diario che, come osserva Maurice Blanchot "non è essenzialmente confessione, racconto di sé. È un Memoriale. [ . . . ] Da ciò deriva che la verità del Diario non consiste nelle interessanti osservazioni che vi si trovano, ma nei particolari insignificanti che lo collegano alla realtà quotidiana. Il Diario rappresenta il succedersi dei punti di riferimento che uno scrittore stabilisce per rico­noscersi, quando prevede la metamorfosi pericolosa alla quale è esposto " ( 1 967 , pag. 14 ) . Anche per Schonberg l 'attività diaristica mira a conservare i ricordi, a sfuggire all 'approssimazione della memoria, alle sue in esattezze; dunque costituisce una riserva di temi, idee e progetti da utilizzare altrove, in un "libro a venire " . In questa pro­spettiva, nei suoi diari è possibile cogliere la destinazione futura di un'opera autobiografica. Basta riflettere sul tito­lo assegnato al quaderno del l912 : Tentativo di un diario. La parola " tentativo " allude allo sforzo e al desiderio di dedicarsi alla stesura, ma insieme indica l'incompiutezza di un testo che guarda al futuro, che è concepito come momento preparatorio per un lavoro più ampio. Anche l'esordio di questo diario conferma l'ipotesi che sia stato scritto in funzione di un'autobiografia a venire: "Final­mente incominciato. Da tanto tempo l 'avevo in mente. Ma non riuscivo a liberarmi dell'idea che prima avrei

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dovuto scrivere qualcosa della mia vita passata, ciò che ricordo" . Dunque, un progetto diaristico accarezzato da lungo tempo, ma anche un progetto autobiografico se la stesura sarebbe dovuta cominciare " dall'inizio" , forse almeno dall'avvio dell'attività creativa se non dalla nascita e dalla storia familiare, come avviene nella maggior parte delle autobiografie. Le intenzioni autobiografiche del compositore trovano conferma in alcune frasi vergate il 15 gennaio 1924, meno di due mesi dopo l'ultima anno­tazione diaristica:

Progetto da tanto tempo di scrivere una storia della mia vita che, per quanto mi permette la memoria, deve realizzarsi in modo che possa descrivere tutte le persone con le quali sono stato in contatto - per quanto siano interessanti esse stesse e il loro rapporto con me -, così come mi si sono mostrate, perché io possa raccontare esattamente quali sono state le nostre relazioni. Naturalmente questo non è in primo luogo un atto di vendetta, ma deve essere semplicemente un sistema, dal quale mi aspetto che mi aprirà la memoria. [ . . . ] Non potrò attenuare nulla, ma avrò sohanro un'aspirazione: essere il più vero possibile. [ . . . ] Complessivamente credo che la [forma] aforistica sarà quella più adatta.

La concezione schonberghiana di quello che Philippe Lejeune ha definito " patto autobiografico" emerge chia­ramente in queste frasi, nelle quali Schonberg insiste una volta di più sul suo rifiuto verso ogni forma di compro­messo, esprimendo insieme la propria onestà intellettuale e la ferma determinazione a perseguire la verità, scelte che hanno avuto tanta parte nel suo percorso esistenzia­le e artistico e nella considerazione che la sua figura ha incontrato nel secondo Novecento.

Se Schonberg non realizzò personalmente la propria autobiografia, le sue intenzioni hanno guidato la ricchis­sima documentazione biografica Lebensgeschichte in Begegnungen (Storia della vita in incontri ) , curata dalla

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figlia Nuria Nono-Schoenberg con appassionata dedizio­ne, dove le frasi citate appaiono in facsimile nel contro­frontespizio. Infine, se per Pau! Valéry "non v'è teoria che non sia un frammento, sapientemente composto, di qualche autobiografia" , si potrebbe tentare di leggere in chiave autobiografica anche i contributi teorici, i saggi e le opere didattiche di Schiinberg, tra cui la fondamentale Harmonielehre pubblicata nel 1 9 1 1 , l 'anno immediata­mente precedente la prima stesura di un diario.

Schiinberg " si mise sotto la protezione dei giorni co­muni" - per citare la felice espressione di Blanchot - in tre momenti diversi della sua vita, che riflettono le loro peculiarità nella struttura dei testi, diversi per " stile e idea" . Il cosiddetto " Diario berlinese" del 1 9 12 presenta le maggiori affinità con i diari di altri musicisti (da Schu­mann, Fanny Mendelssohn e Wagner fino a Bussotti) e di altri pittori (quali Redon e Klee) , per la convergenza di osservazioni introspettive e di annotazioni cronachisti­che. Il Diario delle nuvole di guerra del 1914 - 1915 è uno strano diario cronachistico mirato, nel quale Schiinberg si esprime anche attraverso il disegno e il colore, quindi si presenta congiuntamente come scrittore e come pit­tore. Infine, le pagine del 192 3 rispondono all'esigenza di affidare alla scrittura un episodio "indicibile" , da non svelare, la cui singolarità è legata ai suoni.

Il primo diario prende avvio pochi mesi dopo il secondo trasferimento da Vienna a Berlino, avvenuto nell 'autunno 1 9 1 1 , in un periodo di assillanti difficoltà economiche (a questo tema dedicano ampio spazio tutti i diaristi) e soprattutto in un'amara fase di sfiducia nella propria creatività ( " Avevo già pensato anche alla possibi­lità di non comporre mai più " , pag. 69). La mancanza di tempo, cui l 'autore attribuisce il ritardo di anni nell'ini­ziare la stesura, è forse anche la ragione della brevità di questo diario (ma Blanchot osserva che un diario non termina: si autosospende) . Nel corso del testo le date

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si distanziano progressivamente; tenere fede all'impe­gno con se stesso e continuare le annotazioni richiede a Schonberg uno sforzo sempre maggiore ( " Rischio di non proseguire questo diario. Peraltro, non è quasi più un diario" , pag. 58 ) . La disponibilità e poi la mancanza di tempo non sono determinate soltanto dalla variabilità degli impegni, ma sono collegate - ed è questo l'aspet­to di maggiore interesse - alla composizione musicale e all'attività saggistica. Infatti, Schonberg si dedicò al diario nei pochi mesi di stasi creativa intercorsi tra il compimento di Herzgewachse op. 20 e l' awio di Pierrot lunaire op. 2 1 , e ne abbandonò la stesura regolare (pur senza dimenticare di avere un diario, come dimostrano le due ultime annotazioni, distanti nel tempo) non appena riprese a comporre e a scrivere saggi di ampio respiro, rispettivamente con l'opera 2 1 e la conferenza su Gustav Mahler. A sua volta la composizione del Lied op. 20 , nel dicembre 1 9 1 1 su richiesta di Kandinsky, era awenuta dopo il licenziamento della Harmonielehre e contempo­raneamente alla sua pubblicazione, cioè in un momento segnato dalla sensazione di "vuoto" lasciata dalla conclu­sione di un lavoro fondamentale, un vuoto che Schonberg forse awertì in maniera particolarmente intensa poiché riguardava l'opera nella quale aveva concentrato il suo impegno teorico e didattico , a lungo e profondamente. Tutto ciò permette di interpretare la stesura del primo diario come "un riparo contro il pericolo della scrittu­ra " , secondo le parole di Virginia Woolf, oppure come " un'impresa di salvazione" attraverso la quale " ci si salva dall'oblio e dalla disperazione di non avere niente da dire " , e che permette di "non perdersi in quella prova che è l'arte, l 'esigenza senza limiti dell'arte" , per citare nuovamente Blanchot ( 1 969, pagg. 1 89 - 190) .

I l diario del 1 9 12 costituisce una fonte preziosa per accostarsi alla concezione musicale di Schonberg e in particolare per seguire la genesi di un " classico del Nove­cento" quale Pierrot lunaire, dalla immediata sintonia con

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le poesie di Albert Giraud alle circostanze che favorirono la composizione, fino alla disposizione interiore dell' au­tore e alla presentazione pubblica del brano. Inoltre, il diario fornisce un insolito " sguardo in prima persona" sul rapporto di Schonberg con la pratica musicale, rispetto all'interpretazione di opere proprie e di altri musicisti. Da queste pagine sappiamo della predilezione per Anton Webern tra tutti i musicisti della sua cerchia, della vene­razione per Gustav Mahler e della "necessità interiore" di intervenire in favore della sua musica, del rapporto imbarazzato con Richard Strauss, del difficile approdo a una relazione di stima con Ferruccio Busoni; apprendia­mo notizie sull'ambiente delle arti figurative e su quello dell'editoria musicale; incontriamo giudizi affatto perso­nali su musicisti e critici, espressi con un'immediatezza estranea ai testi saggistici.

Pur trattandosi di un documento unico per cogliere Schonberg nella quotidianità familiare, poco spazio è dedicato a vicende della vita privata che siano com­pletamente slegate dall'attività professionale; non sono annotate neppure le emozioni intime, quelle confessioni che il segreto della scrittura diaristica permette a volte di pronunciare. Dunque, anche da questo punto di vista, nel porre limiti alla confidenza, nel rispettare i tabù delle leggi morali, il diario del 1 9 12 , coerentemente con il suo titolo, è un " tentativo" , quello di avviare in nuce un'au­tobiografia da destinare alla pubblicazione.

La sensibilità per l ' insolito, l' attitudine ad accostarsi all'indicibile e a interrogarsi su motivazioni celate, che emergono in alcune osservazioni sparse nel diario del 1 9 12 , giungono a costituire il principio stesso del Diario delle nuvole di guerra e delle pagine diaristiche del 192 3 . Schonberg è attento a cogliere segnali del destino, influs­si di forze superiori e avvenimenti anomali (cfr. alcune frasi del 2 , 17 e 18 febbraio 1 9 12 ) , non soltanto grazie alla sua immaginazione visionaria, quella che lo spinse

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verso scelte compositive estremamente coraggiose, ma per un orientamento interiore in senso spiritualistico, più profondo della fede confessionale, lo stesso che ispirava anche le sue indagini su significati nascosti e remoti sottesi ai brani musicali e ai nomi, portandolo fino a decrittarne la numerologia (cfr. STERNE) .

Ridurre a una semplice e fantasiosa stravaganza la lettura delle nuvole come presagio degli eventi bellici e del loro " senso" nel destino dell'umanità, sarebbe un'in­terpretazione superficiale e fondamentalmente scorretta. Infatti, Schonberg si dedicò a "leggere il cielo" in base alla convinzione che, per chi sappia coglierle e ne sia degno, si manifestino precise correlazioni tra ciò che è superiore e ciò che è inferiore. Dunque, con le meticolose annotazioni sullo stato del cielo intendeva seguire i segni dello svolgi­mento e del significato degli eventi bellici come simbolo offerto da "potenze superiori" alla comprensione di uno spirito come il suo, attento alle corrispondenze esoteriche tra uomo e cosmo.

In quegli anni, segnati dalla sintonia con il Kandinsky di Lo spirituale nell'arte e con l'antroposofia di Rudolf Steiner, Schonberg formulò ripetutamente quel convin­cimento: "Dai sintomi esteriori possiamo osservare che cosa accade interiormente " , sostenne in un saggio del 19 1 1 , allora rimasto inedito ( 1 974b, pag. 1 5 ) ; oppure: "Dobbiamo restare ciechi finché non avremo riacquistato la vista, la vista capace di vedere nel futuro, gli occhi ca­paci di guardare oltre il sensibile, che è mera apparenza, nel soprasensibile" scrisse nella conferenza su Gustav Mahler, redatta nel 1 9 12 mentre teneva il suo primo diario ( 1 975b, pag. 39 ) . E non si tratta di affermazioni isolate, se alla stessa fiducia nel soprannaturale è ispirato il monito conclusivo di Di e gli.ickliche Han d (dramma compiuto nel novembre 1 9 1 3 , su testo proprio, affine a Il suono giallo di Kandinsky) , dove il coro rimprovera al protagonista di continuare a perseguire solamente aspirazioni terrene.

Nel periodo dal 4 luglio al 10 agosto 1914 , di poco

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precedente l 'avvio del Diario delle nuvole di guerra, Schonberg aveva vissuto con la famiglia a Murnau in Baviera, in una casa di vacanza trovata attraverso il pa­ziente interessamento di Kandinsky e della sua compagna Gabriele Miinter, pittrice che in quegli anni prediligeva il tema dell 'autoritratto. Nel corso dei frequenti incon­tri i due amici pittori avevano verosimilmente offerto a Schonberg ulteriori sollecitazioni verso le arti visive, pri­ma che la guerra li dividesse, tra loro e dal compositore. Di conseguenza, anche l 'attività pittorica, variamente evocata nel " Diario berlinese" , nel secondo diario svolge un ruolo essenziale: in queste pagine i disegni e i colori non fungono affatto da ornamento (Loos docet) , ed esse rientrano a pieno titolo nella multiforme attività pittorica di Schonberg. La luce e i colori del cielo e le forme delle nuvole sono descritti con una sensibilità visiva affinata dalla consuetudine con la pratica pittorica, ma con uno sguardo che mira a vedere al di là del dato oggettivo, a cogliere l'invisibile nel visibile.

Allo scoppio del conflitto mondiale, Schonberg, convinto della superiorità dell 'Impero e ansioso di servire la patria, si presentò per la prima volta a una commissione militare nel settembre 1 9 1 4 e , con sua stessa sorpresa, fu dichiarato "non idoneo" a causa del gozzo. Il compositore risultò inabile anche alla succes­siva visita di leva il 19 maggio 1 9 1 5 , ma il 3 1 maggio gli venne riconosciuta la posizione speciale di "volontario per un anno " , che aveva richiesto su consiglio di Ber g. Alla fine di giugno, quando si interrompe la stesura del Diario delle nuvole di guerra, Schonberg si trasferì con la famiglia nuovamente da Berlino a Vienna, dove aveva deciso di ritornare sin dall 'inizio di quell 'anno. Il 14 settembre chiese l 'arruolamento attivo e il 15 dicembre entrò nell 'esercito (Webern era arruolato dal 15 febbraio e Berg dal 15 agosto) . Nonostante i problemi di salute, prestò servizio fino al 20 ottobre 1 9 1 6 e fu richiamato per un breve periodo nel 1 9 1 7 .

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La lettura del cielo diurno e notturno accompagnò Schiinberg con una regolarità quasi rituale dal2 4 settem ·

bre al27 dicembre 1 9 14 , poi proseguì occasionalmente fino al giugno 1 9 1 5 e al ritorno a Vienna. Anche in questo caso, come per il diario del 1 9 12 , il mutamento nel ritmo di stesura si collega con la decisione di avviare un nuovo progetto compositivo. Infatti, il Diario delle nuvole di guerra passò in secondo piano nelle preoccu­pazioni di Schiinberg, quando la sua attenzione verso le corrispondenze tra cielo e terra, tra uomo e cosmo, sfociò nell'elaborazione del testo di Die Jakobs-leiter.

L'idea di " comporre un oratorio il cui contenuto dovrebbe essere [ . . . ] come l 'uomo moderno affronti Dio e alla fine arrivi a trovarlo e a credere. Imparare a pregare ! " era per Schiinberg una " necessità interiore " già nel 1 9 12 , quando chiese a Richard Dehmel di scriver­ne il testo. Nella lettera inviata al poeta il 13 dicembre 1 9 12 il compositore affermava anche: " Dapprima avevo in mente di scrivere io stesso il testo, ma oggi non me la sento più. Quindi pensai di elaborare il Giacobbe lotta di Strindberg. Da ultimo decisi di partire dalla re­ligione positiva , e contavo di elaborare 'L'Ascensione' , i l capitolo finale della Seraphita di Balzac" ( 1 969, pag. 2 8 ) . Schiinberg amava le opere di Strindberg e aveva letto attentamente il romanzo " alchemico " di Balzac (io dimostrano le sottolineature nella sua copia) ; attraverso questi testi si era avvicinato alle speculazioni di Emanuel Swedenborg, il mistico svedese che descrisse l'immagine biblica del sogno di Giacobbe (Genesi 2 8 , 12 ) , ovvero la Scala philosophorum della tradizione ermetica, anche in riferimento all 'apertura dell'orecchio interiore. Così, le riflessioni sulla comunicazione tra cielo e terra condus­sero Schiinberg sia a "leggere il cielo " nel Diario delle nuvole di guerra sia a stendere personalmente il testo di Die Jakobsleiter, che fu iniziato il 1 8 gennaio 1 9 1 5 e portato a compimento i l 2 6 maggio 1 9 1 7 . I n questo testo, che descrive come l 'uomo giunga alla redenzione

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con la preghiera attraversando le prove del peccato e della sofferenza in numerose incarnazioni terrene, ricorre costante la questione delle corrispondenze tra uomo e cosmo; per esempio, una voce chiede al dio: <<In verità, sono in alto o in basso? >> e ne riceve la risposta: «Né l'uno né l'altro. Tu sei l 'incompiuta perfezione; e sovente, anche, la compiuta imperfezione >>. In un altro passo significativo un personaggio (Il lottatore) escla­ma: «Perché non ci fu dato un senso per intuire le leggi non espresse, un occhio per questa vista, un orecchio per quest'ascolto? >>. Si tratta dunque di un'opera in cui Schonberg continua a interrogarsi sulla relazione tra ciò che è superiore e ciò che è inferiore, e pare condividere un'affermazione contenuta nell'Opus Pa­ragranum di Paracelso: " Il cielo è l'uomo e l 'uomo è il cielo " . Seppure musicalmente incompiuta, la parti tura di Die J akobsleiter contiene anche la prima intuizione della dodecafonia, della quale lo stesso compositore si accorse soltanto in seguito (cfr. SCHONBERG 1 975a, pagg. 247-248 ) .

Sin dai primi mesi d i guerra, con la stessa meticolo­sità con cui leggeva il cielo, Schonberg curò un dossier intitolato La mia psicosi della guerra e quella degli altri, nel quale raccolse ritagli di giornale con le notizie sull'an· damento del conflitto, sulle armi e sugli spostamenti di truppe, insieme con osservazioni manoscritte; aveva richiesto l'aiuto di Berg per avere anche gli articoli dei quotidiani viennesi con i bollettini di guerra, gli elenchi dei caduti, le decorazioni e le onorificenze assegnate. Inoltre, nei primi mesi del 1915 seguì regolarmente gli spostamenti del fronte austro-tedesco, segnandone la posizione sull'Atlante che aveva ricevuto in regalo da Berg per il N a tale 1 9 14 . Alban Berg era stato informato da Anton Webern dell'idea di Schonberg di "leggere il cielo" e si dimostrò interessato, scrivendo al Maestro in data 8 ottobre 1914 le proprie osservazioni e le proprie associazioni nei termini seguenti:

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Il suggerimento che ha dato a Webern di osservare le nuvole e il cielo, ha molto colpito anche me. Già durante l'estate avevo notato alcuni fenomeni incredibili, in verità senza metterli in relazione con la guerra [ . .. ]. Ricordo in partico­lare un pomeriggio d'agosto quando un enorme arcobaleno doppio con colori estremamente vibranti riempiva l'intero cielo orientale leggermente nuvoloso e anche il paesaggio sottostante (l'ampia pianura sotto Trahiitten) splendente di sole radioso, mentre- allo stesso tempo- nel cielo occidentale, coperto di strati di nuvole nere come la pece, infuriava un terribile temporale sui Carpazi. Io stavo su una collinetta in mezzo a questi eventi atmosferici, che possono essere durati forse un'ora, finché entrambi, l'arcobaleno e il temporale, si dispersero lentamente.

Anche a me è sembrato singolare il tempo costantemente bello di questa estate (proprio senza pioggia - tranne alcuni temporali - dalla fine di luglio fino a metà settembre) , però lo collegavo alla guerra in maniera più materiale. Infatti, dopo aver osservato spesso la grande efficacia degli spari contro la grandine, pensavo che i milioni di colpi sparati per settimane e settimane quasi nell'intera Europa centrale, su un fronte lungo molte centinaia di chilometri, avrebbero potuto deter� minare qualche conseguenza sul tempo. Certamente, quello che vedo adesso nel cielo sembra avere ragioni diverse, più profonde. Ad esempio, alcuni giorni fa il cielo notturno fu davvero strano. Le nuvole avevano una forma romboidale ed erano allineate in successioni regolari [Berg disegna qui le nuvole appena descritte] . Il nero del cielo notturno balu­ginante tra le nuvole ( illuminate dalla luna) mi ricordò invo­lontariamente le trincee. Un'altra volta ci fu un meraviglioso arcobaleno lunare. E negli ultimi giorni c'è un tempo che non avevo mai visto prima, nemmeno in aprile. A intervalli quasi regolari di mezz'ora o tre quarti d'ora, il sole splendente nel cielo sereno, azzurro profondo, si alterna a scrosci di pioggia da masse di nuvole nere che compaiono improvvise dal nulla.

Molto strano (BERG-SCHOENBERG, pagg. 2 1 8-2 19).

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Un curioso precedente per questo diario di Schiinberg si incontra nei diari del poeta inglese Gerard Manley Hopkins, che dal25 ottobre 1 870 al2 1 dicembre 1 883 annotò numerose impressioni sul cielo con un linguag­gio denso di significati simbolici ed esoterici e ricco di analogie tra reale e ideale come quello delle sue poesie. Colpisce in particolare l 'affinità con il Diario delle nu­vole di guerra di Schiinberg nel seguente passo datato 25 ottobre 1 870: "Un po' prima delle sette di sera, una splendida Aurora; la medesima che fu vista a Roma (immediatamente dopo l 'occupazione del Governo italiano) e fu presa per un segno dell'ira di Dio " (Poe­sie e prose scelte, a cura di F.R. Paci, Guancia, Parma 1 9874 , pag. 2 1 1 ) .

S e l a " morte possibile " percorre l o spazio letterario e la scrittura può rappresentare un tentativo di mettersi al riparo dalla morte - per citare un'osservazione formulata da André Gide nel suo diario, condivisa e valorizzata da Blanchot ( 1967 , pag. 75 ) - il diario tenuto da Schiinberg nel 1 9 12 può essere inteso come un tentativo di sfuggire alla pulsione di morte e il Diario delle nuvole di guerra come una maniera di esorcizzare la possibilità di morire a causa della guerra. Infine il tema della morte e della vita oltre la morte diviene l'argomento centrale nelle pagine di diario del 1 92 3 , che Schiinberg scrisse poco dopo la scomparsa della prima moglie, Mathilde Schiinberg Zemlinsky, awenuta a Vienna il 18 ottobre 1 92 3 (nel giorno del ventiduesimo anniversario di matrimonio) .

Awertire l a presenza di un congiunto defunto non è un evento paranormale dei più insoliti e in particolare non lo era nell 'ambiente viennese, frequentemente de­dito allo spiritismo. Schiinberg era a conoscenza di tali esperimenti, anche attraverso la familiarità con Oskar Adler, amico di lunga data e autore di scritti rilevanti su tematiche esoteriche. Tuttavia, la percezione della presenza della moglie defunta che si era manifestata

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attraverso segnali sonori nella casa coniugale di Miidling bei Wien, rappresentò per Schiinberg un'esperienza di tale intensità da rendere necessario, quasi terapeutico, annotarla con tutti i particolari che l 'avevano accom­pagnata.

Nella lettera inviata ad Alma Mahler 1 ' 1 1 novembre 1 92 3 , pochi giorni prima dell'esperienza narrata nell'ul­timo diario, Schiinberg espresse la propria "elaborazione del lutto" nei seguenti termini:

A me sembra quasi un delitto, certo lo capirai, qualsiasi innocente sorriso, che però toglie al defunto una parte del lutto che gli dobbiamo. Il nostro lutto dura sempre meno di quanto meriti chi è scomparso. Per lui è finito tutto, e ha soltanto quello che noi gli diamo. Questa privazione di un lutto la sento invincibilmente come qualcosa di crudele e brutale, egoista e vile, la più ingrata qualità che sia stata data all'uomo: Dio nel donarcela non ha avuto riguardi per noi ! ( 1969, pag. 106).

Nella stessa cornice va ricordato il completamento del testo del Requiem, che Schiinberg aveva avviato nel 1920 . Esso fu portato a termine i l 15 novembre 1 92 3 come "monumento" in memoria della moglie e come ringrazia­mento verso di lei; qui l'animo affranto del compositore si esprime sin dal doloroso incipit "Schmerz, tiibe dich aus " (Sfrènati a morte, o dolore) . Il lutto aveva allontanato Schiinberg dalla composizione e il Requiem sarebbe do­vuto essere la sua prima opera " quando riprenderò a com­porre " , come scrisse al cognato Alexander von Zemlinsky in data 5 gennaio 1924 . Sebbene non fu musicato, questo testo fu dedicato alla moglie con le seguenti parole:

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Mathilde, mi sono ripromesso di erigerti un monumento. Ora bo incominciato a mantenere la parola: il testo del Requiem è finito. Diventerà un monumento che anche tra molte centinaia di anni conserverà il nome di Mathilde con l'ammirazione che

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merita una donna che è stata capace di risvegliare un amore così grande come hai fatto tu. Tutto il mondo deve onorarti. Questo è il ringraziamento per ciò che mi hai donato. 15 no­vembre 1923. Tuo Arnold (NoNo-ScHOENBERG, pag. 2 16) .

Oltre al lutto e alla sua elaborazione, nel diario del 192 3 riemerge i n una prospettiva privata l a stessa disposizione spirituale di Schonberg ad accogliere segnali dell'incono­scibile, a interpretare ciò che "viene dal cielo" come una comunicazione da valorizzare. La sua attenzione per gli eventi paranormali non ha alcuna componente di banale superstizione, ed è piuttosto da ricondurre alla convin­zione di essere " degno" di contatti di livello superiore e dunque di avere il dovere di meditarli in tutte le loro valenze. Anche a questo proposito si può ricordare Die Jakobsleiter, alla cui composizione Schonberg si era de­dicato nuovamente l'anno precedente. Alla breve ripresa del carteggio con Kandinsky, Schonberg lo aveva subito informato di quell'opera, segnalando pure il sostegno procuratogli da una " fede superiore " nelle difficoltà attraversate negli ultimi anni.

Anche in questo caso, come per i diari precedenti, nell'intervallo di tempo che separa le annotazioni si in­contra qualcosa di significativo. Si tratta dello scambio epistolare con Josef Matthias Hauer (cfr. SCHONBERG 1 969, pagg. 107- 1 1 1 ) , che portò all'incontro svoltosi nell'abitazione di Schonberg il 10 dicembre (il giorno successivo all 'ultima nota diaristica) , senza sfociare nella collaborazione auspicata dai due compositori. In rivalità con Hauer per la primogenitura dell 'idea di composi­zione con dodici note, Schonberg aveva letto il suo libro Vom Wesen des Musikalischen (Dell'essenza del musi­cale, Waldheim-E berle Verlag, Leipzig 1 920) e l'articolo Spharenmusik (Musica delle sfere, in Melos, m/3 , 1922 , pagg. 132 sg. ) che aveva corredato di ampie osservazioni; poi, tra maggio e novembre 192 3 , aveva scritto, soltanto per sé, tre interventi di critica e replica (cfr. SCHONBERG

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1975a, pagg. 209-2 1 3 ) . Le teorie di Hauer sui rapporti tra le note riprendevano la corrispondenza pitagorica tra suono e cosmo alla quale Schi:inberg era particolarmente sensibile e sulla quale era tornato a riflettere in quegli stessi giorni in seguito agli episodi narrati nel diario; così, la percezione sonora della presenza della moglie defunta fornì forse a Schi:inberg una conferma di quel legame tra cielo e terra in cui credeva da lungo tempo.

Dopo questo momento doloroso della sua esistenza, Schonberg abbandonò definitivamente la scrittura dia­ristica. Non aveva più bisogno di isolarsi nella nuova vita privata, approdata alla serenità con il matrimonio con Gertrud Kolisch. Tuttavia, annotò episodi e ricordi biografici nelle innumerevoli pagine sciolte che arricchi­scono il suo prezioso lascito musicale, per le quali ideò un sistema di catalogazione. Ad avvenimenti e memorie che avrebbero potuto essere oggetto di un diario assegnò la sigla "Bio" (per "biografia" ) , ma essi compaiono anche tra gli "Aneddoti" e tra gli autorevoli "Denkmaler" . Alcune pagine hanno l'istantaneità dell'autoritratto letterario, altre hanno la forma narrativa dell'autobiografia, quel " libro a venire" che rimase nei pensieri di Schi:inberg anche dopo la sospensione dei suoi diari.

Gli scritti, qui presentati in traduzione, sono i soli diari articolati conservati nel lascito di Schi:inberg. Con queste tre eccezioni, i sessantotto documenti elencati da Clara Steuermann nel suo articolo "From the Archi ves : Diari es " (Journal of the Arnold Schoenberg Institute, vol . II, n . l, febbraio 1978, pagg. 143 - 160) sono semplici agende, nelle quali Schi:inberg annotava impegni, incontri, appun­tamenti ecc. per se stesso e per i membri della famiglia. Alcune pagine di tali agende registrano appunti relativi a composizioni o idee concepite in nuce, tutte informazioni utili alla precisazione della biografia umana e intellettuale di Schi:inberg, tuttavia ben distanti dalla forma narrativa del diario.

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La traduzione è stata condotta sui manoscritti auto­grafi, che non concordano completamente con le ver­sioni pubblicate. Gli originali sono conservati presso lo Arnold Schonberg Center di Vienna, con i seguenti titoli e segnature:

Versuch eines Tagebuches Kriegs-Wolken Tagebuch 1923 [senza titolo l

segnatura T 26.02 segnatura T 26.01 segnatura T 50.07

Tentativo di un diario fu pubblicato nel 1 97 4 a cura di J osef Rufer con il titolo Berliner Tagebuch (SCHÒNBERG 1974a) . Su questa edizione furono condotte la traduzione italiana di Alessandro Klein (Diario berlinese, in appen­dice a ROSEN, pagg. 1 1 1 - 1 5 1 ) e la traduzione francese di Gabrielle Babin Gugenheim (Journal de Berlin, Bourgois , Paris 1990) . Al di là delle imprecisioni nella lettura del manoscritto, il curatore dell'edizione tedesca omise alcuni passi relativi a episodi di vita familiare, con una scelta che, in un testo di natura privata, può risultare fuorvian­te in quanto priva il lettore della visione d'insieme, sia riguardo agli eventi e alle riflessioni registrati dall'autore sia relativamente allo stile adottato a proposito della vita pubblica e di quella privata. La prima traduzione che segue integralmente il manoscritto di questo diario è quella inglese di Anita Luginbiihl, apparsa in Journal of the Arnold Schoenberg Institute, vol. IX, n. l, giugno 1986: "Schoenberg's Diaries" .

L o stesso fascicolo presenta l'originale tedesco e la traduzione inglese del Diario delle nuvole di guerra e del diario del 1 923 - rispettivamente nella traduzione di Pau! A. Pisk e di J erry McBride e Anita Luginbiihl­inediti in italiano.

La nostra traduzione si mantiene il più possibile vicina all'originale e ne rispetta le caratteristiche stilistiche e gra­fiche per non sacrificare l 'immediatezza e la spontaneità della scrittura diaristica, a volte telegrafica e incoerente nell'uso dei tempi verbali; il corsivo si riferisce esclusi-

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vamente ai termini sottolineati nei manoscritti e ai titoli delle opere tra virgolette. Per il diario del 1 9 12 si sono inseriti i capoversi in corrispondenza di un tratto lungo nell'autografo; le note forniscono notizie utili a meglio comprendere e apprezzare il testo, collocandolo in una cornice di riferimenti e citazioni, in gran parte desunte dagli epistolari, che intende facilitare l 'orientamento an­che al lettore non specialista. Per il Diario delle nuvole di guerra, testo graficamente peculiare, si rimanda all'anno­tazione a pag. 92 . L'indice biografico alla fine del volume offre informazioni sulle numerose personalità citate nel testo, esclusivamente in relazione alla vita e all'opera di Schiinberg.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare affettuosamente Nuria Nono-Scho­enberg per la sua amicizia, la sua disponibilità e il suo so­stegno. Ringrazio Tito M. Tonietti per avermi consentito di leggere la sua monografia schiinberghiana in progress. Grazie anche a Laura Bosio, Toni Geraci, Michele Girar­di, Pier Aldo Rovatti, Paolo Stefani e Patrizia Ventura, che mi sono stati vicini con consigli preziosi.

A Pietro è dedicato il mio lavoro, con cuore di mam­ma.

Anna Maria Morazzoni

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TENTATIVO DI UN DIARIO

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20 gennaio 1912

Finalmente incominciato. Da tanto tempo l'avevo in mente. Ma non riuscivo a liberarmi dell'idea che prima avrei dovuto scrivere qualcosa della mia vita passata, ciò che ricordo. Perciò ho perso dieci anni o più. Adesso però dovrebbe funzionare. Mi sono ripromesso infatti di ingannarmi dandomi a intendere che scriverò soltanto annotazioni brevissime, per le quali si trova il tempo tutti i giorni.

Dunque: ieri sera andato al concerto di Fried. 1 Finora le composizioni di Busoni non mi erano piaciute. Ma ieri la Berceuse mi è piaciuta, un brano toccante in maniera diretta. Davvero sentito. Gli ho proprio fatto un torto.2 Un altro !

Invece F ried mi piace sempre meno: è soltanto uno che si vende bene.; Da quando lo tratto freddamente mi sta sempre intorno. Ma io lo lascio perdere. Poi conosciuto Kussiewitzki.4 Guttmann mi ha trascinato da lui. L'anno prossimo vuole eseguire Pelleas a Pietroburgo e a Mosca. 5 Sarebbe bellissimo. Speriamo! Comunque sia, quest'anno all'estero cominciano a occuparsi molto intensamente di me. Fra 2 settimane, dice K [oussevitzky], dovrebbero eseguire a Pietroburgo il mio II Quartetto.

Poi conosciuto van Duren .6 Dovrebbe essere molto interessante. Sono curioso. Verrà a trovarmi e mi mostrerà alcune composizioni. Dopo il concerto, andati al ristoran-

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te Heidelberg con Guttmann, Hertzka, Webern e Clark. Guttmann molto euforico. Pare che abbia giurato ( ! ! ) di eseguire i Gurrelieder in autunno. Vedremo. 7 Hertzka era raggiante !

Al concerto parlato anche con Petri. Un mollaccione. Dovrebbe eseguire i miei Lieder e i Pezzi per pianoforte (il 28 ) .8 Senza essermi del tutto sgradito, mi piace poco. Chiesto a Busoni se vuole partecipare come pianista ai Pezzi per orchestra.9 Non accetta: non ha tempo (evi­dentemente non ha voglia ! ) . Di conseguenza: anche Petri [non ha] nessuna voglia. Un maestrino ! Prenderò qualcun altro. 1 0

2 1 gennaio 1912 (domenica)

Oggi buone notizie per posta (le prime da lungo tempo) : Peters prende i Pezzi per orchestra [op. 16]. Compenso basso, ma edizioni Peters ! 1 1 Questo è ciò che conta. E pubblicati ! Marschalk torna a farsi vivo. Deve avere qual­che secondo fine ! Evidentemente ha avuto una discus­sione con Hertzka su affari miei e suoi. Ho interpellato Hertzka per l'ultima volta riguardo alle 5 composizioni ancora libere. Contemporaneamente, chiesto a Tischer e J agenberg12 se le vogliono loro. Non credo di commettere una scorrettezza, poiché non ho intenzione di metterli in concorrenza l'uno con l'altro. Proprio il contrario: a Hertzka ho richiesto meno e, nonostante questo, darò le cose a lui senza aspettare T. e J. Soltanto per guadagnare tempo, quindi.

Stamani notizia spiacevole: la signora Simon-Herlitz non suonerà la parte dell 'armonium13 nel mio concerto. Raccomanda Kampf. Brutta cosa dover cercare qualcuno all 'ultimo momento. Peraltro, ancora nessuna conferma dalla Winternitz . Poi, nel pomeriggio, un'altra notizia spiacevole. Webern non sarà a Berlino il 5 marzo quan­do Rosé eseguirà il mio I Quartetto. Mi spiace perché

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Autoritratto, 1908, pennello, penna e inchiostro su c<trta, cm 40 x 31

è l 'unico amico che conosca quest'opera, l 'unico che la consideri con calore. Va a Vienna per ascoltare l'VIII [Sinfonia] di Mahler. Lo farei volentieri anch'io. Questo dimostra però che non è attaccato a me in maniera così esclusiva come vorrebbe far credere. Di sera discussione con MathildeH a questo riguardo. Risultato: ci siamo quasi bisticciati. Naturalmente lei esagera, perché per certi suoi motivi (G)" ha bisogno di trovare da ridire su Webern . L'ho rimproverata sostenendo che spesso io stesso non mi sono comportato meglio verso Mahler; che i genitori verso i figli e i figli verso i genitori si comportano male. Che il bene è soltanto un'astrazione e non qualcosa di assoluto. Che non esistono persone assolutamente buone e irreprensibili. E che non voglio dimenticare in quanti altri casi Webern si comporti in maniera eccellente verso di me. Ma questo non vuole

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ammetterlo. Resta caparbiamente ferma sulle sue posi­zioni e quasi non mi ascolta .

22 gennaio

Prova con Petri. Probabilmente eseguirà i brani [op. 19] in maniera eccellente. Almeno per quanto riguarda la tecnica pianistica. Nell'insieme ha preso tutto troppo velocemente; o meglio, troppo affrettatamente. Ho detto a Webern: per la mia musica bisogna avere tempo. Non è per gente che ha altro da fare. Comunque è sempre un grande piacere ascoltare le proprie cose da qualcuno che le padroneggia perfettamente dal punto di vista tecnico. Sembra che il concerto sarà molto bello. Mi aspetto il meglio dai Pezzi per orchestra a 8 mani ! Sono arrivato alla conferenza16 con un quarto d'ora di ritardo. Busoni presente con moglie e figlio. Quest'ultimo era presente anche alla prova di Petri, come pure van Diiren (e Clark) . V an Diiren ha un'aria simpatica (Diirer? ! ? ) . Nell 'armo­nia la sua musica è decisamente vicina alla mia. Ma non nel ritmo e nella forma ! Ho parlato alla conferenza senza essermi preparato. Complessivamente non è andata tanto male, sebbene qualche volta abbia perso completamente il filo e non abbia concluso quanto avevo avviato. Ero davvero stanco per la brutta notte trascorsa con GorgF7 che piangeva per i geloni. Tuttavia, sono pur sempre riuscito a esporre e a motivare in maniera abbastanza chiara le mie idee sul " recitativo obbligato " (anche se, stranamente, ho dimenticato di citare questo termine) . Non del tutto però. L'idea è più profonda: l'indicibile si esprime nella forma libera. In questa si avvicina alla natura, anch'essa inafferrabile eppure attiva. Con me c'era Webern. Oggi non mi è piaciuto particolarmente. Quando ha fatto notare che ero irritato, tradiva un po' di sarcasmo.

Domani prova con i 3 virtuosi del pianoforte! W ebern mi ha chiesto di non renderlo ridicolo con i rimproveri !

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Come se avessi mai fatto una cosa del genere. Ho dovuto rifiutarmi di passare sotto silenzio le cose importanti per l 'esecuzione. Strano. Uno screzio tanto modesto che non vuole placarsi. Però non voglio pregiudicare il rapporto con W ebern. Sono convinto che in questo caso abbia sba­gliato, ma di solito fa le cose per il meglio ! ! Ed è questo ciò che conta !

23 gennaio

Oggi prove con Closson, Steuermann, Griinberg (tutti allievi di Busoni) e Webern : i Pezzi per orchestra a 8 mani. Grande delusione. I miei allievi sono più bravi di quelli di Busoni. Sono molto più musicisti. Credo siano anche persone più in gamba. In particolare, Griinberg è molto scadente. Nessun [senso del] ritmo. Closson è molto bravo, Steuermann non male. Ma la vera musicali­tà, questa rapidità di comprensione, qui manca del tutto. Non so assolutamente cosa ne verrà fuori. Vorrei proprio cacciare Griinberg, che non è affatto simpatico e che reputo capace di aver inveito contro le mie conferenze, come ha raccontato Perelmann. In realtà lui nega, ma la cosa resta proprio antipatica. E Busoni mi ha scambiato con una persona del genere: [ Griinberg] aveva presenta­to (a un concorso) quei pezzi per pianoforte che Busoni aveva creduto di riconoscere come miei. Non sembra che mi abbia capito fino in fondo. Infatti, ci si dovrebbe pur accorgere che nella mia musica c'è qualcosa che esclude ogni somiglianza con il signor Griinberg. A proposito: Busoni ! Ieri gli ho scritto una lettera molto cordiale sulle sue composizioni .'" Mi premeva riparare al torto. Oggi mi ha mandato a dire da van Diiren che mi ringrazia molto, che gli ha fatto molto piacere, ma che non avrebbe potuto scrivermi perché è troppo occupato.

In un caso del genere io avrei trovato il tempo per scrivere ! Non viene alla mia prova . Evidentemente per-

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ché io non sono andato alle sue. Però dimentica che io l'ho invitato, mentre lui no. 19 Come potevo sapere se gli andava bene?

Peters ha inviato il compenso già oggi. È stata una cosa veloce. Speriamo porti fortuna. Adesso ho modo di conoscere molte persone, ma ci sono pochi esseri umani tra loro. Forse si impara a conoscere gli uomini proprio in questo modo: non trovando mai un essere umano autentico.

Domani, ore 9, prova. Speriamo vada meglio. È diffi­cile provare cose del genere. Spesso mi trovo veramente in difficoltà a dire se erano insieme. Soltanto quando comincia a chiarirsi, riesco a distinguere con precisione. Mi mancano proprio le sonorità ! I colori ! Il pianoforte è soltanto uno strumento, ma meno per i musicisti che per i pianisti. Forse è per questo che è così popolare ! ?

28. 1

Il 24 Winternitz-Dorda h a disdetto il concerto ! Cam­biamento di repertorio. Canterà domenica pomeriggio. Grande imbarazzo. Il 29 Petri parte per Londra per 5 set­timane. Quindi devo trovare un altro pianista per i Pezzi per pianoforte, i George-Lieder e i Lieder più vecchi. Ho pensato anche a Balabar20 e alla signora Werndorff. In caso di necessità ! Il 29 sarà qui anche Buhlik21• Ma non è possibile aspettare tanto. Il 24 non potevo ancora prende­re una decisione. Però mi è venuta l 'idea di rimandare il concerto fin verso il 4 e poi di andare in tournée a Berlino, Lipsia, Dresda, Breslavia e Praga, dato che Zemlinsky vuole comunque organizzare a Praga una serata dedicata a me. L'ho detto a Guttmann, che voleva vedermi il 25. C'è la prospettiva di un contratto per i Gurrelieder. Al momento però non ne parla, anzi fa dipendere l'esecu­zione dei Gurrelieder dal successo materiale dell'VIII di Mahler, che vuole realizzare tre volte in maggio. T re diret-

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tori diversi: W alter, Mengelberg, Giihler.22 Cattiva idea, con la quale Mahler non sarebbe certo stato d'accordo. Se devono esserci 3 esecuzioni, allora tutte con il medesimo direttore, in modo da migliorare di volta in volta. Così, ogni esecuzione diventa una prova per quella successiva. Proposto comunque Alex2; come uno di questi diret­tori. Guttmann non lo vuole: troppo poco conosciuto. Insisterò ancora; forse ci riuscirò. Non è d'accordo sulla tournée, perché manca il tempo per prepararla . Invece, proposta di comporre un ciclo intitolato Pierrot lunaire secondo i progetti contrattuali della dott.ssa Zehme. 24 C'è la prospettiva di un compenso elevato ( 1 000 marchi) . Ho letto la prefazione, guardato le poesie, sono entusiasta. Idea splendida, a me perfettamente congeniale. Lo farei volentieri anche senza compenso. Per questo ho fatto anche un'altra proposta: invece del compenso, diritti di esecuzione. Preferibile per me, perché non posso certo lavorare su commissione. In questi termini però: una volta finiti i melologhi, dovrà eseguirli e pagarmi i diritti concordati per 20 o 30 serate. Dovrebbe accettare.

n 25 pomeriggio tenuta prova, nonostante la disdetta. Non va particolarmente bene. Griinberg senza ritmo, Clos­son buono musicalmente, ma arido. Ho chiesto a Closson se è disposto a sostituire Petri. Ha rifiutato: impossibile in così breve tempo. Viene fuori che la serata dovrà tenersi il 4 febbraio altrimenti anche Griinberg e Closson saranno in viaggio. Decido di interpellare Winternitz. Nonostante la mia energica protesta, Guttmann le ha scritto una lettera molto dura. Winternitz ha risposto indignata. Mi rinfaccia tutto quello che ha fatto per me. Stupida oca ! Dimentica che grazie ai miei concerti è emersa dall'indifferenza generale. Non prendo nemmeno in considerazione queste stupidag­gini. Soprattutto per costringerla a rispondere chiaramente se intende partecipare o meno. Tuttavia, sembra che non si riesca a raggiungerla. Infatti, per quanto la donnetta sia poco intelligente, in queste cose è astuta. In generale tutte le donnette sanno mentire meglio di quanto gli uomini sa p-

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piano dire la verità. Winternitz rispose il 27 ! che era libera il 4, ma occupata il sabato sera (3 ). In questo modo non si potevano più fare prove. Sto pensando di tenere il concerto la sera del 4 (anziché a mezzogiorno) . Eventualmente alle 6. Però devo aspettare ancora la lettera ( " segue lettera" ) . Sembra che questo concerto non debba aver luogo. Devo sempre fronteggiare grandi difficoltà, ma di così grandi non ne avevo mai incontrate. Devo cercare un'altra cantante. Penso alla Hempel e andrò a trovare Blech per questo.

Il 27 niente di particolare. Mi sono occupato della correzione del continuo per il prof. dott. Guido Adler.25 Non sono andato molto avanti.

Il 28, correzione degli aforismi per l ' Akademischer Verein di Vienna.26 Lettera di Peters27 che mi dà appunta· mento mercoledì a Berlino per conoscermi personalmente. Vuole i titoli dei Pezzi per orchestra, per motivi "tecnico­editoriali" . Forse acconsentirò perché ho trovato alcuni titoli tutto sommato plausibili. Nel complesso l'idea non è simpatica. Infatti la musica è meravigliosa proprio per­ché si può dire qualunque cosa in maniera tale che chi sa comprende tutto, e tuttavia si conservano i propri segreti, quelli che non si confessano neppure a se stessi, che non si svelano. Un titolo invece svela. Inoltre, quel che c'era da dire, l'ha detto la musica. Perché aggiungere la parola? Se le parole fossero necessarie, sarebbero contenute nella composizione. Ma la musica dice più delle parole. I titoli che forse assegnerò non svelano nulla, in parte perché so­no estremamente oscuri, in parte perché si riferiscono ad aspetti tecnici. Infatti: l. Presentimenti (li hanno tutti ) ; Il. Passato (anche questo l'hanno tutti) ; III. Colorazioni ac­cordali (tecnico); IV. Peripezia (generico quanto basta) ; V. Il recitativo obbligato (o forse meglio "realizzato" oppure "infinito " ) . In ogni caso con una annotazione, che si tratta di una scelta editoriale e non del "contenuto poetico" . Nel pomeriggio avrebbe dovuto esserci una prova, ma per un malinteso Steuermann e Gri.inberg non sono venuti. Però Closson vuole eseguire i Pezzi per pianoforte.

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Foglio di appunti con i titoli per Cinque pezzi per orchestra op. 16 , richiesli dalle edizioni Peters

Il 27 è venuto da me Steuermann. Mi ha suonato le sue composizioni. Molto dotato ! Vuole studiare con me. Gli assegno il compito di eseguire i Pezzi per pianoforte e l' ac­compagnamento dei Lieder per il concerto. Li vuole guar· dare. Ora devo consegnare i Pezzi per pianoforte a Closson. È probabile però che faccia l'accompagnamento.

Se prenderà lezioni da me, nel caso venga anche Zweig,28 guadagnerò forse già 200 marchi al mese. E so­prattutto: ho di nuovo degli allievi. Ho detto a Steuermann che gli avrei dato lezioni anche gratuitamente. Infatti, non può ancora dirmi se e quanto mi potrà pagare.

11 28 sul " Berliner Tageblatt" : ringraziamento di Strin­dberg per gli auguri di compleanno. Potrei averlo scritto io. Le mie stesse sensazioni e reazioni: umiltà e ritrosia di fronte a un elogio del quale non ci si sente degni; d'altro lato orgoglio e indignazione quando si è privati del me­ritato riconoscimento.

Devo uscire a comprare qualcosa per pranzo, perché

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vengono gli Eichberg. Per il pomeriggio ha appena an­nunciato la sua visita Mare con la moglie.29 Le due cose non saranno molto divertenti. E per di più, avrei così tanto da fare !

2 febbraio

Domenica 28, gli Eichberg a pranzo. Lui è proprio una brava persona. E quello di sempre, che passa da una diffi­coltà all'altra e vorrebbe dissimularlo con una disinvoltura da berlinese uomo di mondo, pur senza riuscirvi. Dice anche cose molto intelligenti, soprattutto quando parla del suo campo. Se soltanto ne parlasse di più, visto che sa quanto mi interessa la tecnica. Anche lei si è sforzata di smorzare il più possibile la tensione che regnava tra noi per l'indifferenza da lei dimostrata nei nostri confronti. All'inizio l'atmosfera è rimasta fredda, ma poi anche noi ci siamo scaldati un po'. Eichberg ha colto ripetutamente l 'occasione di mostrarsi interessato alla mia attività. Un po' forzato ! Così ha cominciato a tessere le lodi di alcuni miei quadri. Ha esaminato le mie pubblicazioni, musica e libri. Si è informato se avrebbe potuto capire la mia Harmonielehre. Mi ha chiesto delle mie conferenze. Ha dichiarato l'intenzione di procurarsi i miei Lieder stampa­ti (un po' forzato ! ) In particolare, ha lodato ripetutamente un quadro. Infine, ha espresso il desiderio di acquistarlo (un piccolo paesaggio invernale che dipinsi un giorno in cui avevo mal di testa) . Ho risposto evasivamente, perché non volevo farmi comprare la mia riconciliazione. Più tardi è arrivato anche Webern. Era stato al concerto di Hausegger. Aveva ascoltato la II Sinfonia di Bischoff. Ne aveva avuto un'impressione ben poco favorevole. Lo stesso della prova tenuta da Busoni per un concerto delle edizioni Schirmer. Soprattutto di Busoni in qualità di direttore. Poi è arrivato anche Mare (senza la moglie, che era indisposta) . Ha lodato Cassirer nonostante le mie

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violente obiezioni. lo sostenevo: proprio certi mercanti d'arte " intenditori" danneggiano gli artisti; infatti, espri­mendo la propria ammirazione riescono a ridurre di un quarto l'importo che avrebbe pagato un qualunque uomo d'affari. E in fin dei conti a uno viene a noia questo genere di conversazione leziosa e di maniera con una persona che in realtà si preferirebbe prendere a calci. Mare ha mostrato una lettera di Loos in cui inveisce contro Oppenheimer definendolo un imbroglione, un plagiario di Kokoschka, e invita a diffidarne.30 È una vera ingiustizia nei confronti di Oppenheimer: se uno non è originale, non per questo va definito un impostore. In realtà Oppenheimer è davvero poco simpatico. I suoi quadri non mi hanno mai ingan· nato sulla sua non-genialità. È un "monello " , ma non un impostore. E i suoi quadri non hanno nulla in comune con Kokoschka. Dunque si fa torto a entrambi ! Perché Kokoschka è autentico ! 31

Mare è una persona davvero simpatica. Un po' oscura e non molto significativa. Non andrà d'accordo a lungo con Kandinsky. Soprattutto se gli verranno dati consigli più frequenti, ma più discreti di quelli formulati nella lettera di un amante dell'arte, di cui raccontava riguardo ai suggerimenti un po' categorici di Loos ( "Vada da Hans von Weber, quello che fa lui, è ben fatto . . . " ) .

Lunedì (29) abbiamo mandato agli Eichberg il quadret· to che avevano ammirato. In regalo ! Dato che Eichberg ha denaro, può comperare quadri più grandi e non deve scegliersi il più piccolo, sperando che costi poco. Poi mi sentirei perfino obbligato verso di lui. " Il mecenate" !

Nel pomeriggio conferenza. C'era Busoni. Ha rin­graziato con grande cordialità per la mia lettera ed è stato davvero molto gentile. 32 Credo sia ancora possibile intendermi con lui. L'ho sempre desiderato. Perché in­dubbiamente è una persona geniale. In ogni caso, di gran lunga la migliore che abbia conosciuto finora.33 Nel corso della conferenza ho esposto le mie idee sul genio e sul talento, in particolare l'idea che il genio è la forma futura

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Tre autoritratti, matita, penna e inchiostro su cana, cm 26 x 32

dell'umanità. Busoni sembra aver gradito molto (ne sono davvero immensamente contento ! ) . Vuole che tenga una conferenza analoga a casa sua, davanti a numerosi ospiti. Sono piuttosto propenso.

Martedì 30. Nel pomeriggio prova dei Pezzi per or­chestra. Il primo e il secondo finalmente andavano bene. Molto bene persino. Mi ero reso conto che l'indicazione (p e f ) nell'elaborazione di Stein era errata (f di un fagot­to e p di un trombone) e ora ho cambiato questi segni. Adesso funziona.

Mercoledì 3 1 . Incontro da Peters (Henrichsen) l 4 . Persona gentile, insignificante, piccolo borghese, ma ben disposta e, almeno apparentemente, molto perbene. È stato molto cortese. Nella cantina di Habel. Mi ha offerto caviale e vino del Reno. Mi ha chiesto dei miei rapporti con la Universal Edition. Mi ha fatto capire che mi pren­derebbe volentieri se fossi libero. Ha accennato al fatto che il contratto è revocabile. Ho rifiutato indirettamente tessendo le lodi di Hertzka (con qualche sforzo). Non si

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può proprio fare. A volte [Hertzka] è stato davvero gentile nei miei confronti (l'intenditore d 'arte, il mecenate ! ) .

Henrichsen m i h a consultato s u Mahler e , quando mi sono espresso in termini entusiastici, mi ha chiesto se "non avrebbe dovuto far fondere le lastre" . 3 5 Atroce ! ' Questo è inaudito. È ora che io scriva qualcosa su Mahler ! È veramente un destino terribile. Gli ho risposto: " Per l 'amor di Dio non lo faccia ! La gioventù di oggi adora Mahler come un dio. Il suo tempo verrà tra 5 - 1 0 anni al massimo ! " . È però assolutamente necessario intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi. Se soltanto ne avessi il potere !

Prima avevo provato con Closson i nuovi Pezzi per pianoforte. Li suonerà davvero bene. Però, in maniera un po' asciutta.

Lunedì sera sono stato al già citato concerto di Buso­ni per le edizioni Schirmer. Ascoltato la trascrizione di Mahler da Bach, quella che devo dirigere. ;c, Suona molto bene, soltanto l'organo [è] troppo forte. Gli altri pezzi poco interessanti, (concerto per violino) e una cosa sin­fonica di . . . 37 addirittura insopportabile.

Mercoledì sera, è venuto Horwitz . Per far visita all'agente e a me. In realtà, soltanto per l 'agente, altrimenti sarebbe venuto al concerto. Quest'uomo sta diventando sempre più insopportabile. Anche Webern è furibondo con lui, perché già nel primo quarto d'ora ha detto tutte le cattiverie possibili .

Giovedì l febbraio. Scritta lettera a Hertzka. Richiesta la reintegrazione del mio primo contratto. Si infurierà. Devo correre il rischio ! Aut aut ! Questo contratto non può essere rispettato. Non vedrei mai un centesimo dalle mie cose. Sono curioso.

Nel pomeriggio prova con Steuermann. Domani (venerdì) parte per Amburgo per provare con la Win­ternitz. La accompagnerà nel concerto. Avrà abbastanza esperienza? La Winternitz farà soltanto una prova con me: domenica, due ore prima del concerto. Poi è arrivato

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Horwitz, con Webern . Sono rimasti fino a cena. Horwitz mi ha portato un messaggio di Zemlinsky su una serata che dovrebbe avere luogo a Praga prima del mio concerto. Dovrei fare un discorso; poi alcuni Lieder e frammenti da Pelleas. Tutto questo l'ha detto in maniera così antipatica che sul momento ho rifiutato. Soltanto grazie ai consigli di Mathi! de (che mi ha messo in guardia dalle maldicenze che ci si può aspettare da Horwitz) , mi sono sforzato di capire l 'idea di Alex e ho abbozzato il programma per una serata che dovrà illustrare approssimativamente la mia evoluzione; ed è in questo senso che terrò il mio discor­so. 38 Alex ritiene anche che sarebbe meglio se dirigessi io Bach-Mahler.39 Ho deciso in questo senso. Invece, non so se accompagnerò Casal.40 Infatti, all'ultimo concerto, Kreisler è arrivato soltanto alle 3 del pomeriggio del giorno del concerto e Alex ha dovuto accompagnare il Concerto per violino di Beethoven senza una prova con l 'orchestra (soltanto una prova al pianoforte) ! Questo non posso e non voglio farlo !

Quanto a Horwitz: lui, mio allievo, non conosce ancora la mia Harmonielehre. Al contrario Alex e Strasser (un giovane direttore d 'orchestra ungherese attivo a Praga) ne hanno parlato spesso con molto calore. Questo medesimo Strasser prepara le riduzioni per pianoforte a quattro mani da Pelleas per ! ' "esecuzione antologica" . Il mio allievo Horwitz invece no ! ! ! ! Con lui ho proprio chiuso. Lo avevo già rimproverato quando si lamentava di Kriiger. Che è di gran lunga migliore di lui: infatti non è altrettanto "insen­sibile" . Ho sentito tristi notizie su Pieau (rappresentante di aspirapolveri ! ) . Devo fare qualcosa per lui.

Oggi, 2 febbraio, in mattinata prova con Webern e Cl osso n (armonium e celesta) per il nuovo Lied . 4 1 Webern dawero eccellente. È venuto anche Friibe. "Bell'uomo" . Alto, robusto, con barba. Inoltre, molto amabile. In concerto deve tirare i registri per Webern (insieme con Clark - due collaboratori ulteriori per il mio " piccolo " concerto) ; [Friibe] ha procurato la nuova arpista (poiché

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la precedente ha rinunciato) e si è dimostrato molto gra­devole. Il pezzo è straordinariamente difficile !

Nuove difficoltà per il concerto. Poco spazio sul palco. Gli strumenti non ci stanno. Convinto Simon. Se ne oc­cuperà. Bliithner non permette di usare il suo pianoforte a coda. Perciò devo prendere un secondo [pianoforte] Ibach che arriverà soltanto domenica mattina. Arriverà davvero in tempo? ? (Bliithner, il cui pianoforte avrebbe dovuto essere usato come secondo, non acconsente) .

Di sera ore 8.30: appena ricevuto un telegramma dalla Winternitz, che non può cantare il Lied con accompagna­mento di armonium. C'è un tale accavallarsi di difficoltà come mai mi era capitato. Deve avere qualche significato, perché non è normale! Ho telefonato a F robe che disdica l'arpista. Tuttavia, F robe pensa che non dovrei ancora rinunciare definitivamente al pezzo: avrebbe una cantante in grado di imparare il Lied anche adesso. Forse riuscire­mo a superare anche questa difficoltà! Oppure il destino del mio concerto dovrebbe essere segnato dal fatto che il brano principale non verrà eseguito? Se la cantante di F robe riuscisse a mettere insieme il pezzo, sarei pronto a giocare un tiro mancino alla Winternitz, che si è comportata in maniera davvero scortese (di nuovo rinuncia soltanto all'ultimo momento e, questa volta, solo in risposta a una mia domanda precisa) , facendole ascoltare il Li ed da una che ha avuto appena 24 ore di tempo per studiarlo. Mi ha scritto in maniera alquanto arrogante!

9 febbraio

Per un'altra settimana non ho trovato il tempo. Anzitutto il concerto, poi sistemare tutte le cose tralasciate di con­seguenza e rimaste in arretrato: corrispondenza, un'intera montagna !

11 3 febbraio, di mattina prova con Webern [e] Closson per il brano con l'armonium. Sarebbe stato assai poco

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probabile che riuscisse bene. Loos42 viene alla prova. È molto gentile. Soprattutto nei confronti di Webern. Trova analogie fra se stesso e me, perché nel corso delle prove apporto modifiche alla composizione. Ma non è esatto: nel mio caso l 'opera non nasce soltanto in cantiere, come egli diceva di sé. Al contrario, nel mio caso tali modifiche sono estremamente rare e si riferiscono per lo più soltanto alla notazione. Tuttavia, non l'ho contraddetto perché era molto cortese; e poi, soprattutto, è così duro d'orecchi che è quasi impossibile parlare con lui; addirittura contrad­dirlo mi riuscirebbe troppo faticoso. Durante la prova, piccoli conflitti tra Webern e Clark. W. si spazientisce se Clark non gli tira i registri in tempo ed è sgarbato. Questo fa sì che Cl. si confonda ancora di più. Io medio ! È stato davvero divertente.

Nonostante l'estremo tentativo di Frobe di trovare una cantante, mi decido a rinunciare definitivamente al pezzo.

Pranzo con Webern, Closson e Clark all'Hotel Frede­rich. Closson (il suo pianismo mi preoccupa) mi fa capire con un gesto perché agli uomini faccia bene mangiare sedano.

Nel pomeriggio prova con due pianoforti. Ci raggiunge CalvocorezziY Uomo di buone maniere, molto versatile e cortese. Per il resto invece, non di grande effetto in un primo momento. I miei Pezzi per orchestra gli sono piaciuti molto; promette di venire al concerto e non ne vede l'ora. Combinato anche che verrà a trovarmi lunedì mattina. Perelmann seccatore !

Domenica 4 febbraio. Di mattina alle 10 prova con la Winternitz. È un po' imbarazzata nei miei confronti e vuole dissimularlo parlando moltissimo. Non ho potuto evitare di essere un po' freddo. Non posso certo perdo­nare così rapidamente. Durante la prova devo stupirmi ancora una volta della sua musicalità. Anche la sua voce ha un suono bellissimo. Per contro è decisamente fioca. Poi, in concerto, ha cantato i Lieder più vecchi, e in par-

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ticolare i George-Lieder, troppo drammaticamente (in modo un po' ordinario) , forgiando tutto a partire dalla parola e non dalla musica. In una parola: lo stile oggi di moda. Di conseguenza, soltanto uno dei George-Lieder ha avuto effetto su di me, mentre alcuni passi mi sono risultati del tutto ostici. Closson ha suonato i Pezzi trop­po velocemente. Aveva dimenticato tutto quello che gli avevo detto. E in particolare: neanche una pausa tra un pezzo e l'altro. Così nessuno ha potuto capire che erano sei brani pianistici.

I Pezzi per orchestra sono andati bene, tranne per uno svarione di Griinberg (nel n. 4 ) . Grandi applausi dopo "Waldsonne" ( ! ! ), i George-Lieder e alla fine. Busoni molto gentile. È venuto da me e mi ha parlato con au­tentico calore." Mi ha fatto molto piacere. È venuto da me anche Fried, ma non ho potuto accoglierlo cordial­mente. Sulla signora Busoni, Mathilde ha raccontato un fatto divertente: congedandosi da lei, la signora Busoni ha detto meccanicamente a Mathilde (come è solita fare ai concerti del marito ) : " La ringrazio molto di essere venuta" . Peraltro è molto simpatica nella sua singolare vivacità e anche nell'aspetto.

Frobe parlava in maniera molto dotta e ampollosa. Ma pur sempre cordiale. Webern è stato molto gentile: come sempre, è il mio preferito ! Simpatico anche Steu­ermann. Graner era entusiasta. Anche Guttmann. Mi ha presentato un giornalista antipatico (Weiser) che vuole parlare con me. Anche Loos (che voleva annunciare di persona la cancellazione del Lied con armonium, in un modo troppo propagandistico per i miei gusti; alla fine l'annuncio l'ha fatto Webern) è stato molto gentile, ma neanche una parola sui brani. Questo non mi piace pro­prio. Il solo rispetto non mi basta. Sembra quasi che per Loos io rappresenti semplicemente una questione moder­na. Forse persino soltanto una di quelle della "Fackel" .45 Oppure solo un ammiratore di Kokoschka o il maestro di Webern. Dopo il concerto, da Frederich. Tanta gente

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(relativamente); 16 persone circa. Anche stranieri, fran­cesi. La signora Schwarzwald con il marito, Frobe, Loos, il dott. Ehrenstein (simpatico e interessante; per lo più sembra un po' sonnacchioso ma, quando qualcosa gli ag­grada, si risveglia con interesse vivace e caloroso) . Webern con moglie e cognata ecc. Ho dovuto sedermi vicino a persone relativamente (o del tutto) sconosciute, cosa che mi è garbata assai poco. Clark non è venuto al ristorante. La signorina Finkaus invece era riuscita a estorcere un biglietto gratuito. Praticamente l'unica.

Più tardi, a casa della dott .ssa Zehme, che era stata al concerto (c'era anche la signora Wolff; sono curioso di vedere se farà suonare il mio Quartetto da Rosé) . [La signora Zehme] era molto entusiasta delle mie cose e mi è sembrata davvero sincera. È molto simpatica. Ricorda un po' la Mildenburg (il distacco) e un po' la Gutheil (la cordialità, la semplicità ) , quindi persone che mi piacciono. Quello che diceva mi ha interessato molto. Però io le porrò problemi diversi da quelli della musica di Vrieslander (brutta ! ) . Guttmann ci ha raggiunto più tardi. Ha chiacchierato troppo di arte, per essere un agente. Anche se non è stato affatto stupido: da parte di musicisti ho ascoltato cose ben più stupide. Horwitz se ne è andato alle 3 .

Lunedì 5 febbraio. I n mattinata: Calvocorezzi è arriva­to in ritardo. Quindi conversazione breve e poco signifi­cativa. Al pomeriggio: lezione con Clark e Perelmann.

Martedì 6 febbraio. Finito di leggere le bozze per Adler e spedite.46 La sera da Webern . Molto piacevole ! ! Mi sono trovato benissimo. La moglie di Webern è straordinaria­mente cara. Sua sorella, una simpatica ragazza. Abbiamo parlato a lungo di una lettera dell' Akademischer Verband di Vienna che promette una serata Schonberg e mi invita a tenere una conferenzaY Sulle prime non ne avevo gran voglia. Improvvisamente mi è venuto in mente che avrei potuto parlare di Mahler e subito le idee hanno comin­ciato ad affluire. Ho deciso immediatamente di accettare.

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Harmonium- Snal, Steglitzer Strnsse 35 Sonnlog, den 4. Februor \912. millou:s IZ Uhr

MOROEN - KONZERT Komposilionen von

Arno l d Schonberg Meu1hll Winlernltz-Dordn ISopronl

O�Mngerin am Hombu.lga Slodllheola-loots Ousto001 ll<lovio:t und CtlettoJ a L T. Orllnb<:rg IKlavietl

Mu 5oal CH11rfd a fdward Sltu<:trMnn IKinvotfl Dr. A. �Ofl Wcbc:rn Ulioiiii<>O��•hl

VORTRAOSI'OLOE' l � mi! Kkwierbeglo:duDg lolkro: KamiiCD!bonc:nl

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Locandina per il concerto del 4 febbraio 1 91 2 (sebbene annunciato, i l Lied Herzgewiichse non f u eseguito)

Voglio tenere la conferenza verso il 10 di marzo, per ascoltare l'VIII Sinfonia di Mahler. Subito dopo Praga, come proponeva l ' Akademischer Verband, è impossibile perché il tempo per prepararmi è troppo breve. Devo tenere una conferenza anche a Praga: su me stesso (brutta storia ! ) . Webern è entusiasta della mia intenzione. 48 Offre

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la possibilità di soggiornare dai suoi suoceri o dai Koniger (dai Koniger ho poca voglia ! ! ! ) . Per ridurre le spese, dato che il compenso non è sufficientemente elevato perché Mathilde possa venire con me (sua madre deve trasferirsi da noi, dunque i bambini sarebbero accuditi) . Terrò la conferenza in ogni caso. Visto la Passacaglia di Webern. Dawero eccellente. Ottima e originalissima."9 Webern diventa sicuramente qualcosa di eccezionale.

Lunedì mattina è arrivata una lettera di Hertzka nel­la quale mi muove rimproveri molto stupidi e ingiusti perché esigo che venga reintegrato il nostro primo con­tratto. Quest'uomo è più stupido o più cattivo? Penso più stupido, perché non riesce ad accorgersi di quanto si comporti male; e credo quasi che preferirebbe essere buono. Di sera riletta la critica del dott. Leopold Schmidt. Estremamente volgare.

Mercoledì : 7 febbraio. Risposto all'Akademischer Verein che voglio andare. Nel pomeriggio Clark e Pe­relmann. Vengo a sapere che Schmidt quasi non c'era al concerto: appena una parte dei George· Lieder. Dettato a Clark un articolo satirico per "P an" che consegnerà a Cassirer, corredato dello pseudonimo wagneriano "Cari Frei· gedank" . Presumo che tutti sappiano che l'articolo viene da me.5°

Giovedì 8 febbraio: giunge un invito dalla Urania51 a tenere una conferenza. È proprio un peccato: vogliono pagare un compenso ! Il viaggio diventerebbe dawero piacevole. Purtroppo ho già detto di sì all' Akademischer Verband. In mattinata finisco di scrivere l'articolo "Par­sifal e il diritto d'autore" . 52 A pranzo e nel pomeriggio i Webern da noi, perché la sorella parte sabato. Di nuovo molto piacevole. Lunga passeggiata nel bosco con We­bern . Parlato della mia e della sua evoluzione. Delle sue lezioni con me. Anche di Alex, con il quale [Webern] è risentito per un giudizio pesante a proposito di una sua composizione, che tuttavia non intendeva essere cattivo. Webern ha raccontato del soggiorno di Horwitz e di

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Jalowetz in Carinzia. Del comportamento così " leggero" della cognata di Horwitz. Manifestava un'inclinazione alla gelosia. Gli ho consigliato di non farla mai trapelare.

Venerdì 9 febbraio. Scritto a Hertzka che non transigo sulle condizioni; concessa una dilazione. Disdetta a Ti­scher; annunciata disponibilità all'Urania (compenso di 400 corone) . Cassirer pretende che firmi l'articolo con il mio nome. Accettato, poiché il mio unico motivo è ve­nuto meno in seguito all'indiscrezione di Clark: ha detto a Cassirer che l'articolo è mio. Io non volevo rivolgermi a Cassirer perché lui è stato scortese nei miei riguardi (libro di contrappunto e mia visita) . Ora mi ha scritto lui direttamente e ho dovuto rispondere. Per tutto il giorno (e ancora adesso alle 9 di sera) in collera con Mathilde. Il riscaldamento non funziona di nuovo. Quando sono an­dato a chiederle perché, Mathilde ha inveito contro di me senza alcuna ragione. Da quel momento non ci siamo più parlati. Nel pomeriggio Steuermann ha portato la critica di Leichtentritt in "Signalen " . Molto sciocca, ma non così disonesta come pensavo. Evidentemente vorrebbe essere disonesto e danneggiarmi direttamente, ma non sa da che parte cominciare. In questo Schmidt è ben più abile. Ma a lui spero di avere risposto per le rime.

Sabato lO febbraio

Al mattino la posta reca una piacevole notizia: Hertzka ha concordato con Marschalk che le mie opere pubblicate dalle edizioni Dreililien ( 4 fascicoli di Lieder, 2 brani da camera) saranno riprese dalla Universal Edition. Molto vantaggioso per me, perché così queste cose potranno fi­nalmente avere un pubblico. Recensioni molto favorevoli al mio concerto ( " Frankfurter Zeitung" e " Hamburger Nachrichten" ) . Tuttavia piuttosto sciocche. In mattinata studiato Pelleas per il concerto di Praga. Contiene parec­chie finezze. Anche soltanto dal punto di vista formale.

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Dato una scorsa anche alla Suite di Bach (-Mahler) . Si dovrebbe riuscire a realizzarla molto bene. Se soltanto avrò abbastanza tempo per provare. La madre di Mathilde scrive oggi che la mia prima prova è il 23 . In tal caso, avrei complessivamente soltanto 6 prove. Sarebbe poco, dato che Alex ha avuto 6 prove per la sola [Sinfonia] Domestica5; (come riferisce Horwitz, che però forse mente) e il Pelleas è più difficile della Domestica. F ried ha avuto 5 prove !

C'era posta a mezzogiorno: ha portato notizie dell' Aka­demischer Verband. La conferenza probabilmente il l2 . Sono molto contenti. Accordano 200 corone per spese di viaggio. Adesso devo pensare a prepararmi per tempo. Metterò l'intera conferenza per iscritto.

Mancano notizie sul mio concerto a Praga. Anche se si farà il concerto preliminare, durante il quale devo tenere la conferenza.

Nel pomeriggio, Clark. Strano: non conosce nessuna opera di Wagner, nulla di Mozart, nulla di Beethoven. Eppure, vuole diventare direttore d'orchestra ! ! In com­penso ha visto spesso l'Elektra ! Ecco un altro esempio della scarsa affidabilità delle supposizioni: pensavo che i giovani d'oggi crescessero con Wagner ! Sembra essere un caso eccezionale. Lo imputa alla situazione musicale inglese. Ha raccontato che F ried non ha ottenuto i concerti a Manchester. Mi dispiace per Fried. Spesso è lui stesso la causa della sua sfortuna. Ma in fondo lo siamo tutti. Forse ognuno deve stare male appena non fa la cosa giusta?

In mattinata, parlato con la dott.ssa Zehme. È molto curiosa riguardo alle mie composizioni. Guttmann sostie­ne che lei accetta le mie condizioni. Sarebbe splendido, perché così avrei di nuovo due mesi coperti.

A mezzogiorno, passeggiata con Mathilde fino a Zehlendorf. Esce così raramente che mi sembra giusto segnalarlo. Oggi Trudi54 è andata a Berlino con la scuola: in visita alla città. Ero molto agitato per questo. È ritornata tardi, perciò le siamo andati incontro. Timidamente ha ammesso di avere perduto il borsellino (con 1 .60 marchi) .

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Le capita sempre. Domani dagli Eichberg. Mentre andavamo a Zehlendorf, abbiamo incontrato

W ebern. Aveva con sé la critica della "N ational-Zeitung" . La trovava arrogante. Naturalmente lo è , e tanto . Tuttavia, è ben lontana dalla malignità alla quale sono mediamente abituato.

Domenica 1 1 febbraio

Lettera di Lejeune, che suonerà il Quartetto il 13 marzo alla Société Indép. de Music [sic] e che la mia serata si terrà il 20 marzo.55 Chiedeva i George-Lieder. Spediti. Pomeriggio da Eichberg. Nulla di notevole.

La sera, arrivando a casa, trovo le bozze del breve saggio per "Pan " su Leopold Schmidt. Apportate molte modifi­che. La cosa non è riuscita benissimo. Tuttavia, dovrebbe raggiungere il suo scopo. Devo pur far capire ai critici ber­linesi, questi idioti arroganti, come si parla agli artisti. La gentaglia viennese ha un gradevole tratto di ridicolaggine che ha quasi un effetto conciliante. Si disprezza, ma non si odia. Invece, questi mascalzoni di qui, che pretendono tutti di essere i migliori, sono irritanti quanto mai. Ma, in realtà, sono tutti uguali. Cambiano soltanto le sfumature. E se scrivono in un tedesco forse leggermente migliore, dipende soprattutto dalla loro aridità . Non rischiano nulla. Proprio come un cameriere viennese, che provoca un gran danno perché si arrischia a riempirsi il braccio di piatti, riesce sempre più simpatico di uno berlinese che, al massimo, sciuperà un paio di porzioni.

15 febbraio

Lunedì 12 . Al mattino portato a termine il saggio per Guttmann.56 Completamente rielaborato. Deciso di aggiungere il continuo nel terzo movimento (Andante, "Air " ) della Suite Bach-Mahler. Mahler l'ha trovato

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Autoritratto, 1 935, pennello e inchiostro su carta, cm 29 x 23

superfluo, per me invece è necessario. Anche Bach lo ha previsto e, secondo me, è coerente con tutto il resto. T rovo anche, tra l 'altro, che nell'elaborazione di Mahler il primo movimento non abbia sufficiente carattere organistico. E anche l 'idea di tale Suite non mi sembra felice. Si awer­te che non è un pezzo concepito come un tutto unico. Manca la " consequenzialità" , il rapporto interno. Inoltre, ho la sensazione che Mahler stesso lo avesse awertito. Che avesse pensato l'attuale secondo movimento come movimento conclusivo, per poi effettuare un'inversione. Naturalmente, questo non poteva cambiare nulla, poiché il buon gusto non può mai sostituire l'intuizione. Nel pomeriggio da Guttmann per definire gli accordi relativi alla dott.ssa Zehme. Riceverò risposta nei prossimi giorni. Ho richiesto 1500 marchi (cioè 50 marchi di diritti per 3 0 serate garantite) . Guttmann h a chiesto i l l O percento, con

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qualche imbarazzo. Comunque, si è sforzato di masche­rare questa impressione prospettando tante possibilità. Winternitz manda la lettera che ha ricevuto il 2 febbraio dall' Akademischer Verband e alla quale non ha ancora risposto. Poiché il 14 marzo canterà nell'VIII Sinfonia di Mahler, le viene richiesto di cantare a Vi enna in una serata per me. Non mi interessa affatto. 57

Martedì 1 3 . Al mattino discuto con Mathilde sulla questione della mia conferenza a Vienna e del concerto. La mia riluttanza cresce. Non riesco a prendere una deci­sione. E a furia di pensare alla situazione viennese provo un tale disgusto che mi risolvo a disdire la conferenza e a rinunciare al concerto (per quanto riguarda la mia par­tecipazione) . Lo faccio subito e mi sento immensamente sollevato. 58 La conferenza su Mahler la terrò certamente in qualche altra sede. Forse a Monaco, o addirittura a Berlino. Oppure ne farò un saggio. Ma non voglio saper nulla di Vienna. Sono contento di essere via. 59

Nel pomeriggio analizzate con Steuermann le Varia­zioni in do minore di Beethoven. Mi ha procurato la gioia di sempre.

Mercoledì 14. Scritto lettere a Specht, Berg, Linke. A mezzogiorno è arrivato "Der Ruf" dall' Akademischer Verband con alcuni miei aforismi nuovi.60 Mi ha distur­bato che Stefan collabori alla redazione. Mi ha disturbato trovare contributi lunghi sei pagine, mentre il mio di quattro pagine era stato considerato troppo esteso. Mi ha disturbato che in copertina figurino come "attrazioni" i nomi di Bahr, Wedekind e Shaw, mentre io (peraltro con Loos e Altenberg) compaio tra gli altri. Non me ne importa. Ma che differenza rispetto a Berlino:61 quando "Pan" pubblicò un contributo mio e uno di Bahr, mise in risalto il mio nome e non quello di Bahr. Ed è così che doveva essere. Questo dimostra ancora una volta che ave­vo ragione a non andare a Vienna. Là io sono esattamente un "nessuno " . Oppure un "giovane talento viennese" , come scrive quell'idiota del signor von Wymetal in una

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critica su una serata dedicata a Dehmel,62 e per di più me l'ha anche spedita. Probabilmente per dimostrarmi che fa tutto il possibile per me. Sono contento di non avere nulla a che fare con questi individui. È arrivata insieme anche una lettera da Vienna, dall'Urania: sottolineano che sono molto dabbene e perciò mi offrono soltanto 200 corone di onorario ! Sebbene io abbia 150 marchi di spese di viaggio, debba perdere 3 giorni e lavorare per 8 ! E questo lo chiamano onorario ! In confronto erano più cortesi i giovani dell' Akad. Verband a offrirmi le stesse 200 corone, ma come spese di viaggio. Quelli mi sarebbero dawero simpatici. Ma è pur sempre meglio così.

Giovedì 15 . Con Webern al concerto di [Richard] Strauss. Sinfonia di Hausegger. Molto carina. Melodi· camente calda, piuttosto onesta, ma piatta e poco intel­ligente. Molto ben strumentata. Fortemente straussiana. Grande successo con qualche fischio. Webern e io scen­diamo in platea (sedevamo nel "palco di proscenio" ) per applaudire ostentatamente. I fischi mi indignano sempre. Un signore vecchio e grasso si burla di noi e mi chiede se non voglio aiutarmi con il suo bastone. Inveisco contro di lui. Avrei voluto sbottare: " Con quale diritto mi rivolge la parola ? " , invece nella mia rabbia ho detto soltanto "Non si è neppure presentato ! " . Ma tanto basta, perché la cosa principale è che io grido forte e questo intimidisce adeguatamente il vecchio.

Nel complesso Strauss fa musica in maniera molto gradevole. Tuttavia, estremamente abborracciata nella coordinazione. Kaisermarsch: un bellissimo pezzo di musica ! Sostanzialmente: Wagner ! Ieri avevamo suonato un po' di Siegfried. Quello è dawero magnifico !

Dopo l 'ultimo brano ho aspettato Strauss. È stato molto gentile. Invece, io ero molto impacciato. Imbaraz· zato, come non lo è nemmeno un ragazzino diciottenne davanti a me (Zweig ! ) ,6; balbettavo e certamente davo a Strauss l'impressione di una sgradevole devozione. Avevo perso il mio sangue freddo, perché volevo preoccuparmi

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di non assumere di fronte a Strauss l'atteggiamento del " sono bravo quanto te" .64 Ma questo non era necessario. Al contrario, avrei proprio dovuto sforzarmi di fare il " sono bravo quanto te" per mantenere un po' di conte· gno. Peraltro, me ne importa poco. So come è andata e questo mi basta.

Ho presentato Webern. Tuttavia, non ho potuto dire nulla in suo favore perché balbettavo troppo. N el pome­riggio Webern è venuto da me per rivedere i suoi Lieder (che vuole fare stampare) . Ancora una volta mi sono piaciuti molto. Davvero un talento originale. Penso che diventerà qualcosa di grande.

18 febbraio (domenica)

Il 16 (venerdì) , lettera estremamente spiacevole di Hert­zka. Con rimproveri che sono troppo stupidi perché li si possa considerare una canagliata e troppo canaglieschi perché li si possa considerare stupidi. Nel primo mo­mento di rabbia ho scritto una lettera piuttosto aspra. Tuttavia, su consiglio di Mathilde, l'ho strappata e ho deciso di non rispondere (la copia della lettera si trova nel copialettere) . Forse quando saremo insieme a Praga e lui assisterà a un grande successo; si sentirà obbligato a comportarsi in maniera più leale. E adesso non posso rischiare nulla perché, dopo l'accordo con le edizioni Dreililien sulle mie composizioni, ha lui la maggior parte di ciò che ho scritto.

Negli ultimi giorni, in generale un brusco precipitare di tutte le cose che finora procedevano così bene. Strano: da quando ho rifiutato la conferenza su Mahler. Che in questo modo abbia commesso un'ingiustizia per la quale vengo punito? Che io sappia, no. Ero convinto di dover agire così. Anzi, dapprima avevo fatto proprio il contrario di quanto mi suggeriva l'esempio di Mahler, il quale aveva evitato Vienna per quanto possibile, dopo che ne fu cac· ciato. Mi sono accorto che aveva ragione e ho rifiutato.

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Invece, avrei forse dovuto privilegiare questo impegno sugli altri. Eppure, non intendevo sottrarmi all'impegno; tant'è vero che ho annunciato la mia conferenza a Praga. E voglio certamente ripeterla in altre sedi ! 65

Sabato 17 . Apprendo da Guttmann che la dott.ssa Zehme esita ad accettare le mie condizioni. Assai spiace­vole, perché avevo sperato molto in quel denaro. Però, mi sento insieme sollevato perché mi pesava molto comporre qualcosa verso cui non mi sento spinto. Sembra che il mio destino voglia preservarmi anche dal più piccolo peccato artistico. Infatti, quando non trovo io stesso il coraggio di rifiutare una somma di denaro propostami, di cui ho grandemente bisogno, la cosa finisce nel nulla. In questo modo resto sempre pulito e ho commesso un peccato soltanto con il pensiero. Ma non è già abbastanza grave? Comunque, mi pesa e sono molto abbattuto.

Al mattino Mathilde richiamò la mia attenzione su una frase - in un articolo (molto stupido ! ) di Stefan in " Der Ruf" - dalla quale, secondo lei, emergerebbe che, invece della Fondazione Mahler che mi era stata promessa,66 si dovrebbe erigere un monumento a Mahler. Sono assolu­tamente certo che questo Mahler non l'avrebbe voluto, che avrebbe protestato. Però, non posso e non voglio obiettare nulla. Sebbene: un monumento, che per quelli come noi è una mera formalità, potrebbe far piacere alla famiglia e in questo senso anche Mahler avrebbe potuto approvarlo. Ma certamente non avrebbe approvato que­sta fretta eccessiva. Avrebbe detto: "O sono qualcuno e allora c'è tempo, oppure non sono nessuno e allora non lo merito. In ogni caso si dovrebbe aspettare che non ci sia più opposizione" . Sono convinto che questo momento arriverà. A me fa quasi piacere non ricevere più la Fondazione. Almeno, se adesso prendo le difese di Mahler,67 nessuno potrà costruire la minima traccia di un collegamento ambiguo e si dovrà riconoscere che lo faccio per mia convinzione. A parte questo, la cricca viennese mi diventa sempre più antipatica. Io tengo a

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Mahler e non ai suoi eredi ! Perciò mi sono deciso a non rinviare l'annuncio della conferenza e a rifiutare la Fon­dazione qualora mi fosse offerta. Bisogna assolutamente evitare qualunque collegamento in proposito. Interesse, non interessi ! Adesso capisco la risposta di Moli a Berg: "Per il momento la Fondazione non esiste ancora" .68 Mentre, qualche settimana prima, aveva assicurato che avrei potuto ricevere la metà in gennaio ( 1 9 12 ! ! ! Ora è febbraio 1912 ) . Una piccola mascalzonata. E ora capisco anche la lettera particolarmente cortese di Specht, il quale doveva avere caldeggiato la Fondazione Mahler e il suo conferimento a me e che ora probabilmente fa parte del comitato per il monumento.

La sera i Webern da noi. Eseguiamo un bellissimo Li ed di Webern, a suo tempo già cantato dalla Winternitz. Sol­tanto ora mi accorgo di quanto sia bello. Un vero Lied e Winternitz l'ha cantato senza cervello e senz' anima, come ha fatto con i miei George-Lieder.

18 (domenica) . In mattinata Webern da me. Cerchia­mo (anche in soffitta, in tutte le casse) i suoi Pezzi per orchestra [op. 6] , di cui mi aveva regalato una copia au­tografa, molto precisa e curata, che mi aveva fatto grande piacere, e che ora cerco invano da alcune settimane. Ma non si riesce a trovarla. Sono molto dispiaciuto di essere proprio io, che bado ai manoscritti con tanto scrupolo, a fare questo: ma non so proprio dove possa essere finita. O non è giunta qui con noi da Vienna,69 oppure è successo qualcosa, qualcosa di assolutamente insolito al di fuori di ogni previsione, di cui non ho colpa. Alla fine abbiamo sospettato che la nostra ex domestica Mathilde Stepanek, molto folle e bizzarra nella sua stupidità, l'abbia presa "per ricordo" o l'abbia messa fuori posto. La nostra attuale do­mestica, Johanna Maurer, lo ritiene alquanto probabile, perché conosce il manoscritto grazie a quell'altra ragazza che glielo ha mostrato. Le abbiamo scritto.

Nel pomeriggio - una giornata meravigliosamente calda- piccola passeggiata con Mathilde, senza cappotto !

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Poi portato a termine lo studio della partitura di Bach. Ora la conosco a menadito. Scoperte interessanti relazio­ni tematiche (episodi della fuga, assolo del flauto, sono variazioni del tema) .

1 1 marzo 1912

Rischio di non proseguire questo diario. Peraltro, non è quasi più un diario. Il viaggio a Praga e molte altre occu­pazioni me l'hanno impedito. Non è certo che io ricordi anche soltanto i più importanti dei fatti avvenuti. In realtà avrei preferito annotare il resto, ciò che non ha nulla a che vedere con i fatti. Voglio cercare di dire quello che ancora ricordo.

Lunedì 19 febbraio verso sera ha telefonato Erich J. Wolff chiedendo se fossi disposto a strumentare Adelaide [op. 46] di Beethoven per la signora Culp. Ho accettato subito, perché da tempo avrei fatto volentieri qualcosa del genere. Sono assolutamente convinto che, se si devono cantare Lieder in una grande sala, occorra almeno can­tarli con accompagnamento orchestrale. E se ci è lecito suonare la musica classica sui nostri pianoforti moderni, con il loro suono colossale, allora, a maggior ragione, pos­siamo farlo con l'orchestra. Naturalmente, tali trascrizioni richiedono molto tatto. Niente effetti ! Soltanto i suoni che avrebbe scritto lo stesso Beethoven. Ma con i nostri mezzi ! Scrivere direttamente il suono che soltanto a fatica riusciamo a ricavare da una partitura beethoveniana, così che questo suono si dia da sé. Dunque ho accettato, seb­bene dovessi completare la parti tura entro il 24 febbraio e sebbene dovessi partire il 2 1 .

Il giorno seguente, 20, al mattino sono andato a pren­dere lo spartito dalla signora Culp. Le ho fatto cantare ancora una volta il brano e mi sono accordato sul com­penso (ho chiesto 200-300 marchi, tra l'altro un colpo di fortuna per me, che mi ha rammentato nuovamente

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una sensazione già provata spesso in questo periodo: " sono nelle mani di Dio" ! Infatti, senza questo onorario l' l marzo sarei rimasto senza soldi. Ancora una volta al momento giusto) . La signora Culp ha una bella voce, un po' velata,7° ma purtroppo è poco musicale. Comunque vuole che io orchestri per lei altri Lieder classici, e questo mi fa molto piacere. Le voglio dare io stesso alcuni sugge­rimenti.7 1 A mezzogiorno mi metto al lavoro e proseguo fino alle 8 di sera, riuscendo a portarne a termine quasi la metà. E, mi sembra, la metà migliore. Ancora adesso ne sono più soddisfatto che della seconda parte, nella quale ci sono alcune cose molto buone, ma qualche punto man­ca dell'ispirazione adeguata. Devo rivederla ancora una volta. Poi abbiamo fatto le valigie e così ci siamo accorti che la nostra ex domestica aveva sottratto le chiavi e i lucchetti per le valigie; abbiamo dovuto affidare il baga­glio alla ferrovia, legato alla bell'e meglio (comunque, per fortuna non ci è stato rubato nulla) .

Il 2 1 (mercoledì) , Mathilde e io ci siamo svegliati quasi contemporaneamente alle 2 112 di notte. Molto misterioso ! Allora abbiamo deciso di rimanere svegli e ci siamo oc­cupati degli ultimi preparativi. Alle 8 del mattino siamo partiti con Webern. Bellissimo viaggio. Soprattutto i tratti sull'Elba ! Certamente una delle zone più belle che io co­nosca. Straordinaria molteplicità. A ogni ansa dell'Elba un panorama nuovo. Inoltre, è davvero un mistero come il fiume abbia potuto insinuarsi. Questa valle stretta; le montagne così vicine al letto del fiume.

A Praga gli Zemlinsky e Horwitz ci aspettavano alla stazione. Gli Zemlinsky molto affettuosi e gentili. Il re­sto della giornata è stato pieno di racconti e Alex mi ha preparato all ' [incontro con l'l orchestra. Mi ha parlato molto di un giovane direttore d'orchestra, Strasser, e di Keussler. Ma io ero molto stanco e avrei preferito andare a dormire. Ciò nonostante, alle 1 1 , quando sono andato a letto, a lungo non sono riuscito ad addormentarmi e, per di più, mi sono svegliato alle 6 il giorno dopo, 22.

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Così anche questo giorno, ero di nuovo fuori uso e que­sta spossatezza, di cui non sono riuscito a liberarmi per tutto il tempo trascorso a Praga ha dato, purtroppo la sua impronta al soggiorno praghese. Non sono mai stato pienamente me stesso. Infatti, di lì a poco è emerso che Alex avrebbe dato un ricevimento in mio onore e, inoltre, che anche Strasser, Horwitz e i Waschmann volevano invitarci. Da una parte mi faceva piacere, ma dall'altra mi spaventava molto. Infatti, la vita tranquilla a cui sono abituato - vado a letto presto, resto a lungo solo, non parlo con troppe persone e, soprattutto, raramente con estranei -, fa sì che io non sappia destreggiarmi in società e soprattutto che mi stanchi rapidamente. Se non posso esimermi, devo dormire a sufficienza, dalle 7 alle 8 ore; quando lavoro me ne bastano 5 o 6. Ma, evidentemente: quando non lavoro sono in un periodo di riposo, e allora ho bisogno del mio sonno. Dunque, ero in apprensione per i numerosi ricevimenti serali. Inoltre, avevo saputo che le prove erano state distribuite in maniera molto sfavore­vole per me. Delle nove prove (compresi il concerto e la prova generale) che avrei dovuto tenere con l'orchestra, sette cadevano nei 4 giorni da lunedì a giovedì e quindi, a eccezione del lunedì, sarei stato impegnato due volte in ciascuno degli ultimi 3 giorni. Per me che non vi ero abituato, era molto. Comunque, ce l'ho fatta e avrei fatto anche meglio se non fossi stato affaticato per le molte veglie notturne. 72

La sera del primo giorno siamo andati a teatro a vedere Kuhreigen di Kienzl. Una cosa da poco. Strasser dirigeva (molto abilmente) per la prima volta. Per questo Alex doveva esserci. Strasser ci fece chiedere di raggiungerlo al ristorante. Qui abbiamo conosciuto lui, sua sorella e sua madre. La sorella simpatica, la madre meno. Strano: a tavola sono stato seduto per interi quarti d'ora senza che nessuno mostrasse interesse a parlare con me. Natu· ralmente, Alex era occupato con una donna: la cognata di Horwitz, una ragazza insignificante, ma molto vivace,

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Ritratto di Ma1hilde Schonberg, grafite e pastello su carta, cm 40 x 30

che lì ha un ruolo molto importante perché è carina. Strasser era occupato con sua madre, appena giunta per fargli visita. Più tardi è arrivato Keussler. Mi ha mono­polizzato immediatamente. E a quel punto, sebbene fossi terribilmente stanco, ho dovuto ascoltare per quasi un'ora i discorsi ininterrotti di un uomo mezzo ubriaco, ma non antipatico. Su argomenti complessi, ma in maniera tanto incoerente da stancarmi ancora di più. Sebbene Alex mi avesse promesso che avrei potuto essere a casa per le 1 1 , ho dovuto seguirli anche al caffè. S i sono fatte le 2 .

Il giorno successivo, 23 , m i sono svegliato stanchis­simo; piuttosto presto. In serata dovevo tenere la prima prova con i fiati. Ero molto in ansia a causa della mia stanchezza. Inoltre, Zemlinsky mi aveva a tal punto tolto

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ogni coraggio con il suo eccesso di consigli, che sono andato alla prova in preda a una grande inquietudine. Anche l'esito di questa prova è stato davvero sfavorevole. La sezione iniziale in 12/8 [di Pelleas un d Melisande] mi è costata grande fatica. In sala prove ho sofferto molto il caldo, e inoltre non sentivo quasi niente. Alex è sembrato irritarsi molto per un complimento rivoltomi da Webern e ha ritenuto necessario "venire in mio aiuto" . Certamente, questo ha compromesso il mio rapporto con l'orchestra. E in ogni caso mi ha scoraggiato enormemente. Infatti, quando si è messo al mio fianco e a tratti ha preso a diri­gere, mi sono sentito decisamente superfluo. Ero molto umiliato e infelice e, tornando a casa, meditavo seriamente sull'opportunità di rinunciare al proposito di dirigere io stesso. Ma quando Mathilde, invece di incoraggiarmi, mi ha fatto questa stessa proposta, si è risvegliata la mia osti­nazione e ho dichiarato categoricamente: domani andrà meglio, assolutamente. Sono andato a dormire presto, rimanendo però sveglio fino alle 2 112 . Ancora una volta, avevo dormito soltanto poche ore.

Nonostante questo, la prova con gli archi (il 24) è andata molto bene. Ero ancora titubante nella sezione in 12/8 ma, appena passata, sono diventato sempre più sicuro. Ho cominciato a sentire ! Ho trovato il coraggio di correggere e ho individuato anche i mezzi giusti per farlo, e perfino battere il tempo mi è riuscito più facile. Tutti hanno trovato che era andata bene e così ho raccolto il coraggio per le altre prove. È davvero strano quando le circostanze distolgono dalla pratica musicale una persona che, in precedenza, era stata soprattutto un musicista pratico. Sicuramente, 10 anni fa questo l'avrei saputo fare meglio. E a ciò si aggiunge che oggi pretendo da me stesso un certo livello. Comunque, da questo punto di vista sono rimasto insoddisfatto della mia prestazione: un certo livello, il mio livello, non l'ho raggiunto. La sera siamo rimasti a casa. Per dormire ho preso il Verona! e questa è stata l'unica notte a Praga in cui sono riuscito a

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riposarmi a sufficienza. La domenica (25 ) , al mattino abbiamo fatto visita al

direttore Teweles. Una persona non antipatica, anche se molto noiosa per le sue continue battute. Per la sua man­canza di serietà. Fondamentalmente stupido, arrogante e bonario: una mescolanza che, per quanto sia naturale, mi riesce estremamente sgradita. Di sera grande ricevimento dagli Zemlinsky. Molto piacevole. Soprattutto mi sor­prende Ida,73 che è così piena di attenzioni, palesemente felice della nostra visita e sempre pronta alla massima cordialità. Alex non è altrettanto gentile. Soprattutto mi nega qualunque parola di lode, quasi per principio. Sembra pensare che nella mia cerchia mi si lodi troppo ed evidentemente vuole evitare che mi comporti da me­galomane. Dimentica soltanto quanto mi si disprezzi in altri ambienti ! Non credo sia una questione d 'invidia. Piuttosto un po' di rabbia e di amarezza per il fatto che a lui, una persona di grandi meriti, vengano tributati così pochi riconoscimenti. Capisco bene tutto questo. Data l'incapacità di giudizio della gente, doveva temere che, come ringraziamento per la magnanimità con la quale mi ha procurato questa occasione di dirigere, la sua cerchia e persino il pubblico avrebbero preferito me a lui, se avessi avuto successo. Per fortuna ciò non è avvenuto. Io stesso l'avrei avvertita come un'enorme ingiustizia. Per la stessa ragione può averlo irritato adesso il libro su di me a cura dei miei allievi.74 Trovo in effetti che si parli di me in termini davvero eccessivi. Sono troppo giovane per simili lodi, ho realizzato troppo poco, e soprattutto poco di veramente compiuto. Quanto realizzato finora posso ancora considerarlo soltanto come una speranza per il futuro, come una promessa che forse manterrò, ma nulla più. E devo dire che avrei forse rifiutato il libro, se in questo modo non avessi guastato la gioia dei miei allievi. D'altro canto però mi sono sentito così sopraffatto dal grande amore che traspariva da tutto questo che, per quanto una cosa simile possa rendere felici, sono stato

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veramente felice. Ed ero anche orgoglioso: trovo tutto, quasi tutto, scritto così bene e con così belle parole che dovrei realmente aspettarmi qualcosa da un gruppo di persone come queste. Soprattutto, naturalmente, da We­bern ! È un uomo meraviglioso. Com'era commosso nel porgermi il libro. Solenne, eppure così semplice. Quasi come uno scolaretto, ma come uno scolaretto che ha stu­diato bene una cosa soltanto per non farsi travolgere.75 Mi sono riproposto di brindare con lui alla prima occa­sione, offrendogli di darci del 'tu' .76 E poi Berg, e Linke, e }alowetz. E persino Horwitz. E ancora: Kandinsky. Un saggio splendido ! 77

Ma mi vergognavo davanti ad Alex. È un po' scettico. So che non ama credere. E sebbene abbia un'alta opi­nione di me, ritengo che preferirebbe quasi essere il solo ad averla ! Stranamente, non crede nell'entusiasmo degli altri. Sebbene egli stesso sia capace di tanto entusiasmo autentico ! Perché?

La sera, lunga chiacchierata con Strasser, che è per­sona molto intelligente e dawero simpatica. Ci eravamo completamente astratti. Keussler invece si è rivelato poco interessante. "Artistico" un po' alla solita maniera. "L' ar­tista non deve pensare troppo, anche se ne è capace " , questo è il livello comune.

Chiacchierato a lungo con Handl. È un buon uomo. Forse è rimasto un po' indietro. Continua ad aggrapparsi alle idee della cerchia di Hermann Bahr e di [Ma x] Rein­hardt. Di sera è arrivato Berg, ne sono stato felicissimo. Anche lui è venuto dagli Zemlinsky.78 Abbiamo tirato le 2 ! !

Lunedì 26, prima prova con l'intera orchestra. È an­data benissimo. Ho provato molto più della metà. Su mia esplicita richiesta, Alex ha ammesso che avevo utilizzato bene la prova. La sera da Strasser; me ne sono andato per primo a mezzanotte.79

Martedì [27 febbraio] , al mattino e al pomeriggio prove. Tutte e due le volte molto bene. Si fanno grandi

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progressi. Divento decisamente più pratico. Riesco ad aspettare e a correggere nel momento cruciale. Soltanto raramente mi soffermo su aspetti secondari, anche se mi manca ancora il coraggio di perseguire tutto ciò che è importante. Al mattino ho provato dapprima la secon­da parte e sono riuscito anche a ripetere la prima. Nel pomeriggio l'intera composizione; dunque per la terza volta. La sera da Horwitz. Avevo accettato a condizione di potermene andare alle 1 1 . Me ne sono andato subito dopo cena.80

Mercoledì (27 [sic] ) . Al mattino Alex ha provato il Concerto per violoncello di Saint-Saens. Il giorno prece­dente aveva suonato a prima vista dalla parti tura d' orche­stra quel pezzo che non conosceva, con uno slancio tale da !asciarmi completamente stupefatto. Ho segnalato questa abilità a Webern, con enfasi estrema. In seguito ho pro­vato Bach per la prima volta. L'ho fatto molto male. Non sapevo dove interrompere. O meglio, l'avrei interrotto in troppi punti. Ma in tal caso avrei nuovamente frainteso Alex, che mi aveva lodato molto l'abilità dell'orchestra. Nel pomeriggio ho ripreso ancora una volta Pelleas e poi Bach, che a quel punto è andato meglio. Anche se non benissimo. La sera ho dovuto rimanere di nuovo alzato: erano arrivati Linke, Polnauer, Koniger, Schmidt81 (un allievo di Berg) , la signora Webern e la signora Koniger. Quella sera mi sono sentito perfettamente a mio agio nella cerchia dei miei cari amici. Soltanto persone carissime: Koniger e la moglie; Webern e la moglie, e poi Linke e anche Polnauer! È stata davvero una gioia. 82

Giovedì (28 [si c] ) , prova generale. Hertzka è presente. È entusiasta del mio modo di dirigere. Anche Guttmann. L'esecuzione è considerata migliore di quella di Fried. A mezzogiorno insieme con gli amici. La sera concerto. Bach (primo brano) è decisamente un successo del direttore. Questo mi tranquillizza, perché ho la netta sensazione di non meritarlo con Bach, e attacco la mia composizione con una calma che rasenta la freddezza. Non ci fosse sta-

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111. Phllharmonlsches Konzerl. Hrnolb Scbiinberg - P ab lo Casats.

P R U io H A X K 1. .\hl.tllluag.

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Locandina per il concerto del 29 febbraio 1 912

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ta la sezione in 121s a preoccuparmi un poco, sarei stato quasi assonnato. Ho fatto persino fatica a riscaldarmi quel tanto necessario perché non si perdesse ogni slancio nei passaggi più espressivi. Nondimeno ho avuto le lodi generali ! ! ! In seguito, ancora a lungo insieme.83

11 29 [febbraio l, stanco come sono, devo anche rilasciare un'intervista a un reporter. Gli dico tutte le sciocchezze possibili e anche qualcosa di buono; senza fare alcuna distinzione, quello riferisce tutto in maniera parimenti sconsiderata. Ore 12 partenza da Praga. Il commiato dai miei amici mi rattrista molto. Chissà quando ci rivedremo. Alex molto caro nel congedarsi. Spero che ci rivedremo presto, poiché sono invitato a tenere una conferenza pres­so la Rede- und Lesehalle di Praga. Ho annunciato "Su Mahler"B-1 e ho concordato con Alex di parlare il 25 [mar­zo l in occasione dell'VIII [Sinfonia di Mahler l che dirigerà il 28. Arrivati la sera alle 7. Webern si è recato ancora al concerto Culp-Fried dove viene eseguita Adelaide.

l marzo, a Berlino. Nel frattempo, il 27 febbraio è uscito il mio secondo articolo su "Pan " . 85 Il primo è apparso il giorno della mia partenza per Praga. Sabato Schmidt ha replicato in maniera estremamente stupida. Domenica (25 .2 ) , ho ricevuto il ritaglio speditomi da Guttmann. Alex era dell'opinione che avrei dovuto ri­spondere immediatamente, e così mi sono messo subito a scrivere la mia replica, sebbene fossi molto stanco. La cosa ha sollevato un gran polverone e mi ha procurato molti nemici. Proprio quelli che mi merito ! Il primo giorno a Berlino trascorre nell'ozio assoluto. Soprattutto sono troppo stanco. Webern, la cui moglie è partita per Vi enna, è a pranzo da noi. Telefona Marschalk invitandoci da lui domenica sera. Accettiamo.

2 marzo. Clark viene a lezione. Riferisce che Adelaide suonava bene.

3 marzo. La sera da Marschalk. Con Stucken e la mo­glie. C'era anche Graner. Complessivamente di nessun interesse.

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4 marzo. Non rammento nulla di particolare. 11 5 esecuzione di Rosé del mio I Quartetto. 86 Un subis­

so di fischi. Anche molti applausi. Poi, insieme con Rosé e i suoi colleghi. Più tardi anche con Stefan e sua moglie al [ristorante] Rheingold. Conosciuti il prof. Friedberg e consorte. Gente simpatica.

6 marzo. L'intera giornata in utilizzabile per via della brutta nottata. A spasso per la maggior parte del tempo. Webern è partito al mattino, per alcune settimane.87 Ora mi mancherà molto. La sera precedente, al Rheingold, avevamo brindato alla decisione di darci del tu. Ne sono felicissimo.

7 marzo. Di questo giorno non ricordo nulla. Neppure dell '8 e del 9 marzo.88

lO marzo. Gita al Wannsee. Infatti, il 9 mi ero accorda­to con la signora Zehme.89 Dunque, abbiamo nuovamente un po' di denaro. Nel pomeriggio bella passeggiata da Klein-Machnow fino a casa.

1 1 marzo. In mattinata alla scuola di Trudel90 per l'esa­me. Nel pomeriggio, scritto lettere. Di sera, aggiornato il diario.

12 marzo

Improvvisamente, di mattina, mi è venuta una gran voglia di comporre. Dopo così tanto tempo! Avevo già pensato anche alla possibilità di non comporre mai più. Sembrava ci fossero molte ragioni. L'ostinazione con cui i miei allievi mi stanno alle calcagna, sforzandosi di competere con me, mi fa incorrere nel rischio di diventare un loro imitatore e mi impedisce di procedere tranquillamente dal punto in cui mi trovo. Elevano subito tutto alla decima potenza. E funziona ' È realmente buono. Ma non so se sia necessario. Perciò adesso sono costretto a una scrupolosità maggiore di prima nel discernere se devo scrivere. Infatti, non mi impor­ta molto della mia originalità; ma talvolta mi fa piacere e, in

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ogni caso, la preferisco alla non-originalità. Poi si è aggiunta l'attività in campo teorico. Essa fa inaridire notevolmente. 91 E forse è questa la ragione per cui improvvisamente, da due anni, non mi sento più così giovane. Sono diventato stranamente tranquillo ! Era evidente anche nel dirigere. Mi mancava la parte aggressiva di me. La rapidità di uscire da se stessi e attaccare, invadere. Forse le cose miglioreranno, ora che mi metto di nuovo a comporre. O forse è meglio così. Ricordo di avere scritto una poesia, dieci o dodici anni fa, nella quale desideravo diventare vecchio e senza pretese, tranquillo. Adesso che rivedo all'improvviso le possibilità dell'antica inquietudine, ne ho quasi nostalgia. Oppure sono tornate?

[ 1 3 marzo] . Dovrei proprio preparare la conferenza su Mahler che terrò a Praga il 25 [marzo] . Tuttavia, nei prossimi giorni preferisco comporre. Ieri ( 12 ) , ho scritto il primo dei melologhi del Pierrot lunaire. Credo sia ri­uscito molto bene. Questo è molto stimolante. E mi sto assolutamente muovendo verso una nuova espressività, lo sento. Qui i suoni diventano un'espressione imme­diata, quasi animalesca, di moti dei sensi e dell'anima. Quasi come se tutto fosse trasmesso direttamente. Sono ansioso di [vedere] come procede. Ma, un momento: ora so da dove viene: la primavera ! ! ! Sempre il mio periodo migliore. Posso già avvertire un nuovo movimento in me. In questo sono quasi come una pianta. Ogni anno è lo stesso. In primavera ho quasi sempre composto qualcosa.

1912 . 23 ottobre

Questo devo proprio annotarmelo: ad Amburgo, il 19 ot­tobre, dopo l'esecuzione del Pierrot lunaire,92 Essberger, il clarinettista che aveva partecipato all'esecuzione, mi ha rivelato (lui ha usato il verbo " confessare" ! ) che in una prova aveva suonato "Mondfleck" con il clarinetto in la

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anziché con il clarinetto in si bemolle, senza che io me ne accorgessi. È possibile, ma non è dimostrato che non me ne sia accorto (qua e là) e che invece semplicemente non abbia avuto il coraggio di farlo rilevare, perché non si contempla la possibilità che qualcuno suoni un intero pezzo mezzo tono sotto e si ritiene piuttosto di avere sentito male. Tuttavia, è significativo per me, perché mi fa ricordare come è potuto accadere che mi sia tra­sformato da persona troppo fiduciosa in un diffidente ! Questa perfidia ! !

24 maggio 191593

Mi si può rimproverare a ragione di avere trascurato i doveri della gratitudine quando ho reagito alle villanie della signora Mahler. Vi sono stato costretto; infatti, è naturale che preferisca essere biasimato per ingratitudine (che, in questo caso, non va oltre il peccato di omissio­ne: omissione di azioni che in ogni caso la gratitudine richiede) piuttosto che per servilismo, una delle azioni peccaminose più gravi.

In realtà, non sono stato neppure ingrato, altrimenti avrei dovuto procedere in maniera completamente diversa. In realtà non ero più neppure in obbligo, poiché tutto il mio debito era stato ripagato dallo sforzo morale che mi è costato sentirmi obbligato verso il signor Karpath 94 e dover parlare con lui. A quel punto eravamo pari.

La seconda volta, indipendentemente da questa prima, avremmo fatto pari con la villania della lettera della sig. ra M.

Ciò nonostante, avevo conservato la mia gratitudine misurando accuratamente il tono della mia lettera in modo che il contenuto non fosse direttamente offensivo.95 Seb­bene il tono della lettera della sig.ra M. mi avesse aperto gli occhi sul fatto di dovere gratitudine a una persona che non ne era degna (infatti la sua stima nei miei confronti era

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Uomo in trincea, inchiostro di china e gesso su carta, cm 14 x 1 9

così superficiale da risultare offensiva; e soltanto a causa di questa superficialità ha potuto trasformarsi subito nel suo contrario) , proprio per gratitudine non ho interrotto immediatamente ogni rapporto, ma le ho lasciato aperto un varco, in modo che potesse trovare la strada se avesse voluto scusarsi.

Inoltre, ho serbato gratitudine nella mia memoria, che non cesserà mai di ricordare le buone azioni della signora Mahler.

E infine continuerò a testimoniare la più alta forma di gratitudine con la mia attività, che dovrebbe dare alla sig. ra M. la sensazione di quanto fossero buone quelle azioni, con le quali mi ha creato obblighi verso di lei.

Se arriverà ad accorgersene in tempo, in modo da poter rimediare al suo comportamento attuale, io non lo so e non posso farci conto.

In ogni caso però: non sarà facile dimenticare la situa­zione in cui mi mette, nel bel mezzo della guerra.

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Note

1 Il concerto del 1 9 gennaio 1912 , interamente dedicato a musiche di Busoni e diretto da Oskar Fried, presentò Sinfonia Contrappunti­stica (owero la trascrizione orchestrale di F. A. Stock della Fantasia contrappuntistica) , Berceuse élégiaque op. 42 (brano del quale SchOnberg realizzò una trascrizione) e Konzertstiick per pianoforte e orchestra op. 3 1a. Schiinberg sospettava che Fried stesse tramando contro di lui: "Sono proprio convinto che gli dia fastidio che mi sia trasferito a Berlino. Sembra temere per se stesso e sembra avere biso­gno di questa paura. È proprio una persona per nulla interessante" , scrisse tra l'altro a d Alexander von Zemlinsky i l 29 dicembre 1 9 1 1 (ZEMLINSKY, pag. 69).

2 Un severo giudizio di Schiinberg sulla musica di Busoni si trova, per esempio, nella stessa lettera citata alla nota precedente: "Fried ha diretto [ . . . ] Turandot di Busoni, una musica pessima, anzi: non musica ! Busoni non ha assolutamente alcun talento per la composizione".

3 Il termine originale Reisser designa solitamente qualcosa (un libro, un brano musicale) facilmente vendibile, di successo, ma non necessariamente di valore.

4 Koussevitzky.

5 Questo progetto si realizzò in quello stesso anno: invitato da Aleksandr Siloti, Schiinberg diresse proprio il poema sinfonico Pel­leas und Melisande op. 5 a San Pietroburgo 1'8 dicembre 1 9 12 Oa prima assoluta, anch'essa diretta dall'autore, era avvenuta a Vienna il 26 gennaio 1 906).

6 Riferimento a Bernhard van Dieren.

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7 Le difficoltà nel giungere alla prima esecuzione dei Gurrelieder erano determinate dall'ampiezza d eli' organico, cioè soli, voce recitan­te, quattro cori e grande orchestra. Il 14 gennaio 1910 fu presentata a Vienna solo la prima parte della composizione nella riduzione per due pianoforti. Inizialmente, la prima assoluta dell'intera opera nell'organico originale era prevista per l'autunno 191 1 , poi fu spostata al novembre 1912 e infine ebbe luogo il 23 febbraio 19 13 a Vienna, per la direzione di Franz Schreker. Riguardo alle svariate mansioni svolte da Alban Berg in funzione di questa prima esecuzione - dalla cura dei rapporti con il comitato preposto al reperimento dei fondi per finanziare il concerto, alla realizzazione della riduzione, alla pre­parazione dei materiali d'orchestra e alla supervisione delle prove, fino alla stesura di un'ampia guida analitica - vedi BERG 1995, pagg. 407-4 1 3 .

' Questo concerto f u i n seguito spostato a l 4 febbraio per le difficoltà intervenute e descritte nel seguito del diario. Si svolse alle ore 12 nella Harmonium Saal e il suo programma definitivo presen­tò cinque Lieder per voce e pianoforte (quelli che Schonberg nel diario chiama "i Lieder più vecchi" , cioè Verlassen, Am Wegrand, Miirchenlied, Der Wanderer, Waldsonne), interpretati da Martha Winternitz-Dorda e Eduard Steuermann; Sei pezzi per pianoforte op. 19, eseguiti da Louis Closson; i George-Lieder, cioè il ciclo Das Buch der hiingenden Giirten op. 15 su testi di Stefan George (affidato anch'esso a Winternitz-Dorda e Steuermann), tre dei Cinque pezzi per orchestra op. 16 nella riduzione pianistica di Erwin Stein (vedi nota successiva), interpretati da Webern, Steuermann, Closson e Griinberg.

Non ci fu invece la prima assoluta del "nuovo Lied con armo­nium" Herzgewiichse op. 20 per soprano leggero, celesta, arpa e armonium (su testo di Maurice Maeterlinck nella versione tedesca di K.L. Ammer e F. Oppeln-Bronikowski) , eseguito per la prima volta soltanto il 17 aprile 1 928 a Vienna. La partitura dell'op. 20 fu pubblicata in facsimile nell'Almanacco del Blaue Reiter, apparso a metà maggio 1912 , che presentò anche le fotografie di due quadri di Schonberg e il suo saggio Il rapporto con il testo (KANDINSKY -MARC, pagg. 56-67 ) . Su iniziativa di Schonberg, tale volume accolse anche

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Lieder per voce e pianoforte di Alban Berg (Warm di e Liifte, op. 2 n. 4, su testo di Alfred Mombert) e di Anton Webern (lhr tratet zu dem Herde , op. 4 n . 5 su testo di Stefan George). Ulteriori notizie al riguardo si trovano nel carteggio ScHbNBERG-KANDINSKY, in particolare alle pagg. 18-37, nella corrispondenza inedita tra Berg e Webern e nel saggio di B. Hough. Curiosamente invece, Schiinberg non fa alcuna menzione di tale iniziativa in questo diario, forse perché la considerava ormai sistemata e aveva delegato Berg a seguirla.

9 Nel concerto in preparazione, i nn. l, 2 e 4 da Cinque pezzi per orchestra op. 16 furono presentati nella riduzione per due pianoforti a otto mani realizzata da Erwin Stein. Come emerge anche dal diario, Schonberg non era soddisfatto del lavoro di Stein e affidò a Webern la realizzazione della riduzione dell'intera opera per due pianoforti a quattro mani. Webern espresse la propria gioia per questo incarico di fiducia nella lettera a Berg del 25 gennaio 1912 . In versione or­chestrale l'op. 16 fu eseguita in prima assoluta il 12 settembre 1912 a Londra, per la direzione di S ir Henry Wood.

10 Egon Petri fu sostituito da Louis Closson.

1 1 Webern comunicò subito a Berg questa notizia, scrivendogli il 22 gennaio: "I Pezzi per orchestra di Schonberg dalla Peters1 ! ! (600 marchi) Ewiva, evviva ! ! ! Saranno pubblicati in tre settimane. La parti tura tascabile e quella grande' Ewiva ! ! ! " .

12 Casa editrice di Colonia.

" Del Lied Herzgewiichse, cfr. nota 8.

" La moglie di Schiinberg, nata von Zemlinsky.

1 5 Con questo riferimento criptico Schonberg allude forse a Ri­chard Gerstl (Vienna 1883 - 1 908) che nel 1908 ebbe con Mathilde una relazione amorosa, conclusasi attraverso la mediazione di Webern. Forse la signora SchOnberg rimproverava Webern per non avere sostenuto moralmente Gerstl nel difficile periodo successivo alla

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conclusione della loro relazione, quando la sofferenza del pittore per l'isolamento da parte degli amici lo indusse al suicidio. Su que­sto momento della vita familiare, cfr. il disperato Testamententwurf di Schiinberg e i ricordi, peraltro imprecisi, di Viktor Kriiger nella sua lettera del l O agosto 1 954 alla seconda moglie di Schiinberg, Gertrud Kolisch (NoNo-ScHOENBERG, pagg. 48-49) . Sulla relazione vedi anche la biografia di Gerstl in ScHRÒDER, in particolare alle pagg. 1 8 1 - 184.

16 Tra il novembre 1 9 1 1 e il febbraio 1912 Schiinberg tenne un ciclo di otto conferenze sul tema "Estetica e teoria della com posizione" al Conservatorio Stern, dove aveva già insegnato armonia durante il suo primo soggiorno a Berlino, dal dicembre 1901 al luglio 1903. Scrivendo a Zemlinsky, SchOnberg descrisse l'iniziativa nei seguenti termini: "Voglio mostrare che la teoria della composizione è un'este­tica nascosta e, dimostrando la povertà o l'irrilevanza dell'estetica, come ho annunciato voglio 'gettare il bambino con l'acqua sporca'. Le conferenze non sono molto frequentate e soltanto pochi capisco­no ciò che imendo dire realmente. Comunque, contribuiscono in certa misura a farmi conoscere qui" (29 dicembre 191 1 , ZEMLINSKY, pag. 70). La seguente sezione della lettera a Berg del 4 dicembre 191 1 chiarisce l'atteggiamento di Schiinberg verso questo impegno e illumina anche alcune osservazioni espresse nel seguito del diario: "[ .. . ] le mie conferenze mi assorbono completamente. Anche se non passo tutto il mio tempo a prepararle, anzi ne rimando sempre la preparazione fino all'ultimo giorno in modo da non stancarmi, mi sorprendo continuamente a pensarci. Oppure mi sembra un peso dovermene occupare. È una cosa piuttosto fastidiosa, eppure mi fa piacere. E credo che ne stia venendo fuori qualcosa di buono. Sentirmi costretto a presentare in forma compiuta tutte le cose sulle quali ho meditato per tanto tempo, mi risulta utile. Altrimenti avrei continuato soltanto a pensarle, senza mai scriverle. Ma penso che quando avrò concluso questo ciclo, comincerò un libro. Tuttavia, adesso preferirei comporre, anche se occuparmi di tante cose teoriche mi impedisce di aprirmi nella composizione. Presto dovrò interrompere per un periodo più lungo, altrimenti potrebbe essere la fine della mia attività compositiva. Forse è per la stessa ragione che adesso non ho nessuna

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voglia di dipingere" (BERG-SCHOENBERG, pag. 5 1 ) .

1 7 Vezzeggiativo per Georg, i l nome del figlio nato nel 1 906.

1 8 La lettera del 22 gennaio 1912 è presentata integralmente in BusoNI 1 988, pagg. 553-554; ne citiamo qui soltanto le frasi conclu­sive: "Mi fa molto piacere poterle dire tutto ciò, dato che forse finora non mi era riuscito di trovare un giusto rapporto con lei perché avevo visto le sue composizioni in una luce sbagliata. Siccome ora, con mia grande gioia, ho imparato ad apprezzarla anche da questo lato, spero che ciò cambierà. Naturalmente, l'ho sempre stimata come esecutore, come personalità e come uomo. Ma quel che è importante per me è il creatore, e perciò finora non le avevo reso giustizia" . Tuttavia, i rapporti tra i due compositori non si normalizzarono completamente, se in seguito Busoni poté scrivere a SchOnberg: "Perché polemizza con me, che non ho nulla contro di Lei e penso tanto bene di Lei? Dedichi questo lato del Suo talento al dott. L. Schmidt [cfr. in questo volume "SchOnberg e la critica musicale" ] , sebbene mi sia rincresciuto vederlo applicato anche in quel caso" (senza data, ivi, pag. 557) . Sui rapporti tra Busoni e Schiinberg vedi anche STEIN.

19 SchOnberg aveva formulato questo invito in un post scriptum alla lettera citata nella nota precedente.

20 Riferimento a lmre Balaban.

2 1 Riferimento a Richard Buhlig. Circa due settimane dopo, il 16 febbraio 1912 , Buhlig eseguì a Berlino i Tre pezzi per pianoforte op. 11 di Schiinberg.

22 Nel manoscritto, un punto esclamativo in margine alle righe dedicate a questo progetto.

23 Alexander von Zemlinsky.

24 È la prima importante segnalazione di quella che diverrà l'op. 21 di Schiinberg, Dreimal sieben Gedichte aus Albert Girauds Pierrot

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lunaire, per voce recitante, flauto (e ouavino), clarineuo (e clarinetro basso) , violino (e viola), violoncello e pianoforte, basata su una scelta dal ciclo di rondels bergamaques del poeta belga, nella versione tedesca di Otto E. Hartleben, pubblicata a Berlino nel 1893 (l'ori­ginale apparve nel l 884) . Probabilmente Schonberg lesse il volume nell'edizione del i 9 1 1 che conteneva una prefazione di Franz Blei. La composizione iniziò il l2 marzo (cfr. pagg. 69-70) e si concluse il 9 luglio successivo, dunque avvenne con un'insolita celerità creativa, la cui fase più intensa si collocò tra il 17 aprile e il 30 maggio. Sulla genesi di questa composizione vedi BRJNKMANN; sulla signora Zehme vedi STEUERMANN, che la definisce " donna intelligente e artistica, ma attrice di professione e poco versata nella musica" .

25 SchOnberg realizzò i l basso continuo per quattro composizioni della collana Denkmiiler der Tonkunst in Osterreich , cioè per la Sinfonia a quattro in la maggiore, il Concerto per violoncello in sol minore (per il quale scrisse anche le cadenze su richiesta di Pablo Casals che lo eseguì a Vienna nel l9 13 ) e il Concerto per clavicembalo in re maggiore di Matthias Georg Monn e per il Divertimento in re maggiore di Johann Christoph Monn (vol. XXXIX, tomo 2: "Wiener lnstrumentalmusik im XVIII. Jahrhundert" , a cura di W. Fischer, Ar­taria, Wien 1912, ora in A. Schonberg, Siimtliche Werke, vol. XXVII) .

Nessuna ulteriore realizzazione del basso continuo curata da SchOn­berg apparve nella stessa collana (alla quale collaborò anche Webern), sebbene l'epistolario menzioni altri lavori analoghi. L'unica ulteriore realizzazione pervenuta è forse anteriore a questa e riguarda quattro brani di Frantisek Tuma (cfr. le osservazioni di Pau! A. Pisk sulla storia di questo manoscritto e sull'edizione a cura di R. Luck, Musikverlag Hans Gerig, Koln 1968, in ENNULAT, pagg. 279-280) .

Con Guido Adler, responsabile della collana, Schonberg era in contatto dal l 903 . Intorno al l9 10 il musicologo, che apprezzava le composizioni di SchOnberg, lo aveva invitato a collaborare ai Den­kmaler, lasciandolo libero di scegliere i brani per i quali realizzare il continuo; la corrispondenza intercorsa negli anni 1910- 1913 riguardò prevalentemente questa collaborazione. Adler espresse la propria soddisfazione per il lavoro di Schonberg nella lettera inviatagli da Vienna l' I l gennaio 1 9 12 : "Le invio i quattro brani dei quali ha rea-

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lizzato il basso continuo con la richiesta di correggere le bozze [ . . . ] . L a sua realizzazione m i riempie d i gioia, perché è piena d i fantasia. [ . . . ] Per favore, se ne occupi con urgenza" ( ivi, pag. 84). Tuttavia, il lascito di Guido Adler conserva anche una lettera dello stesso pe­riodo nella quale Cari Prohaska, autorevole compositore e didatta austriaco, gli scrisse: "Ho esaminato il lavoro del sig. Schi:inberg e comprendo perfettamente il vostro malcontento" (30 aprile 1912 , i vi, pag. 56) . Inoltre, il critico musicale viennese Max Graf pubblicò una durissima recensione del lavoro di SchOnberg nel settimanale Signale flir die musikalische Welt (vol. LXXI, n. 14, 1 9 1 3 ) , commentata da Schi:inberg in una lettera ad Adler nei termini seguenti: " Nell'ultimo numero di Signale il signor 'professar' dr. Max Graf (mascherato da uomo di 'scienza', una scienza di cui lei stesso conosce bene il valore) attacca con incredibile violenza il mio lavoro su Monn, e anche lei. Dapprima pensavo di replicare, ma non lo faccio perché non mi occupo di gente à la Graf. Inoltre, mi sembra evidente che Graf ha qualcuno dietro le spalle (sospetto [Heinrich] Schenker e [Moritz] Violin che si assumono sempre l'onorevole compito di sobillare i critici contro gli artisti e di mettere a disposizione il loro 'materiale') perché Graf non è in grado di distinguere un continuo da un listino di borsa - oppure, come direbbe Kraus: un contrappunto da una lentiggine. Ne sono convinto sin da quando al Cafehaus carpiva le mie opinioni su questioni musicali per poi spacciarle per sue, stor­piandole sul giornale" (ivi, pag. 104). Schi:inberg ritornò sull'articolo di Graf dopo averlo incontrato a Breslau nel 1 928 e averne tratto una opinione migliore ( ''adesso lo considero una persona per bene" , i vi, pag. 292) ; i commenti a posteriori di Schi:inberg, scritti in data I l maggio 1 928, ivi, pagg. 288-292.

26 Schi:inberg si riferisce all'Akademischer Verband fiir Literatur und Musik, anche quando scrive "Verein " , usando una parola che gli era più congeniale. Fondata nel 1 908, tale associazione culturale viennese pubblicava il periodico Der Ruf, curato da Pau! Stefan, Erhard Buschbeck e Ludwig Ullmann, nel quale apparvero contributi di Schi:inberg (cfr. nota 59) .

27 La lettera è pubblicata in KLEMM, pagg. 18-19 .

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28 Si tratta di Fritz Zweig del quale si trova una descrizione in una fonte insolita, cioè le memorie di Pau! Engelmann relative a Ludwig Wittgenstein, che Zweig conobbe a Olmiitz nel 1 916. "Fritz Zweig, studente di musica ed eccellente pianista, [ . . . ] suonò il suo magni­fico pianoforte e l'organo con grande felicità di Wittgenstein. Più tardi divenne primo direttore al Teatro dell'Opera di Berlino. Come qualche altro direttore dotato di talento, ma con insolita maestria, sapeva offrire vivide esecuzioni solistiche di un'opera o di un oratorio, canticchiando a bocca chiusa le parti vocali e facendo sembrare il pianoforte un'orchestra. È in questo modo che ci faceva ascoltare in modo particolare Mozart, Schumann, Schubert e Brahms. [ .. . ] Nelle nostre conversazioni esecravamo Richard Wagner, quel distruttore della musica e della cultura, che allora era ancora considerato la somma autorità in fatto di musica e superiore a ogni critica. Wittgenstein non si univa a noi in queste esecrazioni, ma neppure obiettò a esse. Sublimi erano le interpretazioni di F ritz Zweig della musica per organo di Bach (che ci suonava alla sinagoga quando non era utilizzata per funzioni religiose). In casa dei genitori di Fritz Zweig regolarmente si organiz­zavano serate di musica da camera, cui Wittgenstein presenziava con grande piacere" (ENGELMANN, pagg. 36-37) .

29 I l primo incontro d i SchOnberg con Franz e Maria Mare e con Kandinsky e la sua compagna Gabriele Miinter avvenne nel settembre 1 9 1 1 a Berg, sul lago di Tegern. In seguito, Kandinsky e Gabriele Miinter menzionarono frequentemente nelle loro lettere a SchOnberg il desiderio dei Mare di rivederlo.

'0 Giudizi analoghi erano stati formulati da Else Lasker-Schiiler (poetessa apprezzata da Franz Mare che ebbe con lei un intenso carteggio) nella sua lettera a Ma x Oppenheimer del 7 dicembre 1 9 1 1 : "Mi sono recata molto volentieri alla Sua mostra, però alle pareti non erano appesi i Suoi quadri ma quelli di Oskar Kokoschka. [ . . . ] Il ritratto di Heinrich Mano mi è piaciuto molto, come una splendida copia, e nei suoi colori, nei suoi ritmi, ho visto oltre allo scrittore anche il pittore Oskar Kokoschka, non Lei " (LASKER-ScHOLER, pag. 526). La lettera era stata pubblicata da Karl Kraus in Die Fackel, nn. 339-340, 30 dicembre 191 1 , pag. 22. Nel 1 9 1 0 Max Oppenheimer

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aveva dipinto un ritratto di Schiinberg

31 L'intera cerchia schiinberghiana prese le distanze dalla posi­zione di Loos, sebbene essa fosse condivisa da Kraus. Per esempio, in una lettera di Webern a Berg troviamo riprese le argomentazioni di Schiinberg: " Ho visto una mostra di Oppenheimer. No, è troppo ridicola questa faccenda con Kokoschka. Infatti, non c'è traccia di lui, nemmeno alla lontana. Schiinberg pensa che non si possa distin­guere se Oppenheimer voleva veramente copiare e inoltre che non c'è niente di male e, se non si è originali, non si è necessariamente imbroglioni. E i signori Loos e Kraus ecc. non lo sanno anche loro?" (20 gennaio 1 9 12 ) .

'2 SchOnberg aveva invitato Busoni alle proprie conferenze sin dall' 1 1 novembre 1 9 1 1 , quando gli scrisse: "[ ... ] volevo dirle anche che il 20 novembre terrò al Conservatorio Stern la prima conferenza di un ciclo di 8 - 10 conferenze sul tema 'Estetica e insegnamento della composizione'. Vorrei invitarla ad assistervi e chiederle di rnandarmi quante più persone intelligenti può (eventualmente con biglietti gratuiti che metto volentieri a disposizione). Non intendo naturalmente parlare di questioni tecniche o scolastiche, ma fare un esame approfondito, che deve pur essere fatto una buona volta. Quindi non per soli musicisti. Al contrario: vorrei che intervenissero artisti e persone con interessi artistici " (BusoNI 1 988, pag. 552) . La lettera di Webern a Berg del 29 gennaio 1912 informa del fatto che in quella data Busoni assisteva per la prima volta a una conferenza di Schiinberg.

33 Con un'integrazione posteriore SchOnberg attenua questa affermazione, scrivendo in margine al testo: "Probabilmente, a Berlino! ! Schb" .

3� Riferimento a Emil Hinrichsen.

35 L'incisione su lastra era il comune procedimento per la stampa musicale.

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36 Si tratta della Suite aus seinen Orchesterwerken, realizzata da Gustav Mahler nel 1 909 riunendo e ristrumentando brani dalle Sui te per orchestra di J ohann Sebastian Bach (Ouverture, Rondeau, Badinerie dalla Suite in si minore BWV 1067; Air, Gavotta I e II dalla Suite in re maggiore BWV 1068). Schiinberg doveva dirigere questo brano a Praga il 29 febbraio 1912 (cfr. nota 72) , un incarico procuratogli da Zemlinsky che gli fu confermato nella lettera del 9 settembre 1 9 1 1 (ZEMLINSKY, pag. 62) . Sullo stesso brano vedi anche le osservazioni formulate nel diario in data 15 febbraio.

n Il manoscritto presenta qui uno spazio lasciato in bianco, desti­nato a una integrazione successiva che però non fu mai apportata.

38 Questo progetto non si realizzò.

39 Zemlinsky scrisse a Schiinberg in tal senso il 25 gennaio (ZEM­LINSKY, pag. 74) .

40 Riferimento a Pablo Casals. Schiinberg aveva espresso alcuni dubbi sul violoncellista già nella lettera a Zemlinsky del 29 dicembre 1 9 1 1 , in cui chiedeva informazioni ampie e dettagliate sul concerto che avrebbe dovuto dirigere. Zemlinsky gli rispose in gennaio, con dovizia di particolari (cfr. ZEMLINSKY, pagg. 68 e 73) . In seguito i rapporti di SchOnberg con Casals migliorarono sensibilmente, soprattutto negli anni trenta (cfr. la corrispondenza, in ENNULAT, pagg. 152- 186) .

o� 1 Herzgewachse, vedi nota 8.

42 Sugli stretti rapporti tra la cerchia di Schiinberg e l'architetto Adolf Loos, vedi BERG 1 995 , pagg. 465-469.

4' Riferimento a Miche! Calvocoressi.

o�o� Forse per la cordialità di Busoni e anche per rimediare all'in­comprensione dimostrata in precedenza verso di lui, in quegli stessi giorni Schiinberg propose a Kandinsky di invitare Busoni a partecipa-

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re all'Almanacco del Blaue Reiter, scrivendo al pittore: "Caro signor Kandinsky, non vorrebbe chiedere un contributo anche a Busoni? Ci è molto vicino. Legga il 'Pan' del ! o febbraio o la sua Nuova estetica della musica" , (SCHDNBERG KANDINSKY, pag. 3 1 ) .

Busoni recensì i l concerto d i Schonberg sulla rivista Pan (II, pag. 298) nei termini seguenti: "Che stia rinascendo il sentimemalismo? Dopo aver ascoltato i pezzi per pianoforte e i Lieder di Arnold Schon­berg (e averli suonati e partecipato al loro studio) si sarebbe quasi indotti a crederlo. Lagrime represse, sospiri, folate di vento in boschi luttuosi, stormire di foglie autunnali: qua e là un fugace disdegno, o il riflesso di un palJido sole invernale, subito scomparso. In mezzo, degli sberleffi. Voci solitarie serpeggiano, quasi recitativi, disposte in intervalli imprevedibili, di cui sentiamo appena la connessione. Un'armonia sfrontata, che per la sua stessa inesistenza perde automa­ticamente il mordente-breve durata dei tempi - un continuo ripigliar fiato e rifarsi da capo - ingenuità in proporzioni quasi barbariche. Eppure tanta scioltezza, tanta chiarezza di visione e rettitudine. Alla fine: tre pezzi per due pianoforti a otto mani. Davanti alle tastiere siedono quattro giovani dalle fattezze fini, caratteristiche: è quasi commovente vedere con quanta devozione e capacità mettono la loro giovane intelligenza al servizio di quest'arte ancora misteriosa. Nello sfondo del piccolo podio scintillano inquieti due occhi, una bacchetta fa movimenti brevi e nervosi. Si vedono solo la testa e la mano di SchOnberg, che suggerisce ai quattro ardimentosi e comunica loro sempre più la sua febbre. Uno spettacolo insolito che, sorretto dalla sonorità insolita, esercita un fascino. Ad ogni modo qualcosa di diverso da un programma di sonate affidato a due professori di conservatorio" (BusoNI 1 977, pagg. 389-390).

45 La rivista pubblicata da Karl Kraus a Vienna, in gran parte scritta da lui stesso e letta regolarmente da Schonberg, Webern, Berg e in tutti gli ambienti culturalmente all'avanguardia.

46 Le giornate descritte nel diario si trovano riassunte nella lettera del 6 febbraio 1912 , con la quale Schonberg annunciava a Guido Adler l'invio delle bozze corrette: "Egregio Professore: le comunico in

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gran fretta che domani spedirò le bozze. Mi è estremamente difficile occuparmene adesso, perché ho così tanto da fare da non sapere da dove cominciare. Tuttavia, metto questo al primo posto, in modo da non farla arrabbiare. Il mio concerto, che avrebbe dovuto svolgersi il 28.1, ha dovuto essere spostato al 4.1I, cosa che mi è costata tanto tempo e una fatica indicibile. È per questo motivo che non ho potuto sbrigare la cosa la settimana scorsa. Adesso il concerto è passato. Ha avuto molto successo" (ENNULAT, pag. 88).

47 L'incombenza di seguire l'evoluzione di questa iniziativa, come di consueto, fu affidata da Schònberg a Berg.

" E ne informò subito Berg (lettera del 7 febbraio) .

" Composto a Vienna nel 1 908, dove fu eseguito il 4 novembre per la direzione dell'autore, questo brano fu pubblicato come op. l nel l 922.

50 Si tratta del saggio Sonnambulo, qui presentato a pag. 1 1 9, con cui Schònberg replicò alla recensione di Schmidt. Lo pseudo­nimo "Carlo Liberopensiero" fu usato da Wagner per il pamphlet sull'ebraismo nella musica.

51 Associazione culturale viennese fondata nel 1910 , della quale Wilhelm von Wymetal fu segretario nel l 9 1 1 - 12 .

52 ll saggio Parsifal und Urheberrecht apparve nella pubblicazione di Emil Guttmann Konzert-Taschenbuch fiir die Saison 191 1/12, Ber­lin 1912, pagg. 84-90 (trad. it. in ScHONBERG 1 974b, pagg. 24-29).

" Schònberg scrive "Domestika" per questa sinfonia (op. 53) di Richard Strauss, che fu diretta da Zemlinsky a Praga il 25 gennaio 1912 , insieme con la Suite da Turandot, op. 4 1 , di Busoni e il Concerto per violino di Beethoven.

54 Vezzeggiativo per Gertrude, il nome della figlia nata nel 1 902.

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55 N elle intenzioni iniziali del Quartetto Lejeune, la serata Schiinberg avrebbe dovuto comprendere il sestetto per archi Verklarte Nacht op. 4, i George-Lieder e il Quartetto n. 2 op. IO ma, per la rinuncia della cantante, il 20 marzo alla Salle Pleyel di Parigi fu eseguito soltanto il Sestetto.

"' Vedi nota 5 1 .

5 7 Insieme con Erhard Buschbeck, Berg seguiva l'organizzazione delle manifestazioni musicali dell' Akademischer Verband fiir Litera­tur und Musik e nella sua lettera del l4 febbraio 1912 (BERG-SCHO­

ENBERG, pagg. 7 1 -72) aveva informato dettagliatamente Schiinberg su questo progetto e sui contatti con la signora Winternitz.

5R Anche nel comunicare a Berg questa decisione, SchOnberg usò un tono molto determinato: " Non voglio aver nulla a che fare con Vienna. Non voglio farmi deprimere ancora da quell'ambiente" ( 1 4 febbraio 1 9 1 2 , BERG-SCHOENBERG, pag. 74) . Analogamente, Webern ne scrisse a Berg in questi termini: "Forse sai già dall'Akademischer Verein che SchOnberg non verrà a Vienna. Teme di cadere nuova­mente in depressione là. E ha ragione. Ho cercato comunque di dissuaderlo dalla sua decisione, ma diventava sempre più violento e, in tutto quello che mi diceva, potevo soltanto dargli ragione. Ti rac­conterò cutto a Praga. Tuttavia, l'Associazione può tenere il concerto, ma senza alcuna collaborazione da parte di Schiinberg" ( 1 6 febbraio 1912 ) . La serata dedicata a Schiinberg fu infine affidata al Quartetto Rosé e si svolse il l6 aprile 1912 con l'esecuzione del Quartetto n. l op. 7 e del Sestetto op. 4. Schiinberg non era presente, ma l'entusia­stico resoconto inviatogli da Berg descrive il caloroso successo del concerto, al quale assistettero, t ra gli altri, Alma Mahler, Alfred Roller, AdolfLoos, Oskar Kokoschka, Hermann Bahr, Franz Schreker, Emi! Hertzka, Pau! Stefan, Julius Korngold (cfr. BERG-SCHOENBERG, pag. 84) . Tuttavia, SchOnberg mantenne un forte risentimento verso Vien­na e la definì "città dei Lieder di artisti assassinati" nella lettera del 20 agosto 1912 in cui spiegava a Guido Adler i motivi della propria rinuncia a un incarico propostogli dall'Accademia di Vienna (cfr. ENNULAT, pag. 90).

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59 Dopo aver rinunciato a tenere la conferenza su Mahler pres­so l'Akademischer Verband flir Literatur und Musik di Vienna, Schonberg la presentò a Praga il 25 marzo (Webern era presente e comunicò tutto il suo entusiasmo a Berg) e il 16 ottobre a Berlino, per poi tornare sulla sua decisione e svolgerla anche a Vienna il 3 novembre dello stesso anno. Tuttavia, il compositore non considerava la conferenza completamente riuscita e declinò l'ipotesi, suggeritagli da Cari Moli , di pubblicarla, (cfr. HILMAR, pagg. 248-249). Questo testo apparve per la prima volta in traduzione inglese nella raccolta Style and Idea, Philosophical Library, New York 1 950 (trad. it. in ScHONBERG 1 975b, pagg. 1 8-42 ) . La versione originale è stata pub­blicata in ScHbNBERG 1 974a e ripresa in volume nel 1 993 .

60 Aphorismen, in Der Ruf. Ein Flugblatt an junge Menschen, febbraio 1912 , pagg. 46-47; il facsimile in NoNo-ScHOENBERG, n. 248. Una selezione tra i numerosi aforismi di Schonberg è apparsa in traduzione italiana in ScHbNBERG 1 967, pagg. 1 99-2 1 3 , e in Ro­GNONI, pagg. 382-393 .

6 1 Nel manoscritto, il lapsus "Vienna" .

62 Si tratta di una manifestazione organizzata dall'Akademischer Verband flir Literatur und Musik di Vienna il 28 gennaio 1912 : Ri­chard Dehmel tenne una conferenza sulla lirica poetica e musicale e lesse alcuni propri testi poetici; inoltre, furono eseguiti Lieder su testi di Dehmel di Schonberg, Reger e altri compositori.

6� Fritz Zweig, cfr. nota 28.

"' Nell'originale: Selberaner, espressione gergale viennese com­posta da "sei ber" e "einer" che corrisponde a un "pure io", " sono, o posso essere, bravo quanto te".

65 A tal fine Schonberg chiese anche la collaborazione di Kandin­sky, scrivendogli in data 8 marzo 1912 : "Devo prepararmi ora per una conferenza che terrò a Praga su Gustav Mahler. La terrei volentieri anche in altre città perché questo tema mi sta molto a cuore. Vorrei

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difendere ovunque la sua opera poiché lo considero un mio dovere d'artista. Il Cavaliere azzurro potrebbe forse organizzare qualcosa a Monaco?" (SCHONBERG-KANDINSKY, pag. 35 ) .

66 Qui e in seguito, con l'espressione "Fondazione Mahler" (che si incontra anche nei carteggi) SchOnberg indica sinteticamente il contributo finanziario che gli era stato promesso sin dal 1 9 1 1 non appena si ipotizzò di costituire un fondo intitolato alla memoria di Gustav Mahler. Richard Specht si era fatto promotore dell'iniziativa: dotata di un fondo di 55000 corone, la Fondazione avrebbe disposto di una rendita annuale da destinare a un compositore bisognoso e meritevole. Delle trattative con la signora Mahler e con il Comitato preposto alla Fondazione fu incaricato Berg, al quale Schonbergscris­se in questi termini, appena fu messo al corrente della possibilità di ottenere tale contributo: "Che sia io a ricevere la Fondazione Mahler, è per me un onore incredibile e ne sono commosso. Mi sembra quasi un segno inviatomi da Mahler dalla tomba. Un segno del fatto che mi voleva bene e che anche dopo la morte si preoccupa per me. Ne sono molto felice. Ecco una cosa che fa piacere accettare" ( 3 1 ottobre 1 9 1 1 , BERG-SCHOENBERG, pag. 39) . Schonberg, che segnala a più riprese le proprie difficoltà economiche nel diario, ricevette il cosid­detto Mahler-Stipendium nel 1 9 1 3 , 19 14 e 1918. Nell 'autunno 1914 anche i l Tonkiinstlerverein d i Vienna istituì un fondo per musicisti bisognosi e, attraverso l'intervento di Emil Hertzka, vicepresidente dell'Associazione, Schonberg ottenne 1000 corone. Ulteriori contri­buti finanziari giunsero a Schonberg tra il 1 9 1 1 e il 1917 attraverso una sottoscrizione promossa da Berg (vedi Appello per Schonberg, in BERG 1995, pag. 303 e pagg. 443 -444) .

67 Nello stesso periodo, oltre all'annunciata conferenza, Schon­berg pubblicò il saggio Gusta v Mahler (nel fascicolo del marzo 1912 , anno m, n. 5 , di Der Merker. Osterreichische Zeitschrift fiir Musik un d Theater), dove esordiva scrivendo: "Gustav Mahlerera un santo" (facsimile in NoNo-ScHOENBERG, n. 189; trad. ingl. in ScHONBERG

1 975a, pagg. 447 -448) . Inoltre, nel quadro del 1 9 1 1 Esequie di Gustav Mahler, Schonberg dipinse una tomba vuota circondata da persone in lutto: un'allusione all"'altrove" in cui si sentiva vicino a Mahler.

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1'8 Questa frase del patrigno di Alma Mahler è citata da Berg nella lettera a Schonberg del 6 dicembre 1 9 1 1 (BERG-SCHOENBERG, pag. 53 ) ; in precedenza, il 20 e il 28 novembre 1 9 1 1 , Berg aveva scritto a Schonberg sulla "assoluta certezza" che il contributo gli sarebbe stato versato nel gennaio successivo.

1'9 Poiché Berg si era occupato del trasloco di Schonberg da Vienna a Berlino, Webern gli scrisse in data 19 febbraio: "Su con­siglio di Schonberg mi sono deciso a pubblicare quattro delle mie composizioni (Passacaglia, 9 Lieder, Quartetto ( il primo) e i vecchi 6 Pezzi per orchestra), dunque ho molto da fare per rivedere queste parti tu re. [ . . . ] SchOnberg non riesce assolutamente a trovare la copia dei miei 6 Pezzi per orchestra, quella che gli consegnai l'estate scorsa. Non ti ricordi se è stata imballata, o forse se l'hai presa tu e poi te ne sei dimenticato? Sch6nberg non sa proprio dove sia finita. Presume che possa non essere arrivata qui, ma si ricorda di averla avuta tra le mani mentre imballava. Mi sembra che ci fosse anche KOniger. Per favore chiedigli se si ricorda, che ci pensi. Sarei felice di avere a disposizione questa copia adesso, per la revisione. SchOnberg ha anche un altro sospetto, cioè che la sua ex domestica abbia preso la partitura 'per ricordo' insieme con altre cose, quando se ne andò da qui " . Berg non poté essere d'aiuto all'amico nel rintracciare l'esem­plare della parti tura, ma gli espresse la propria felicità per la decisione di pubblicare Oettera del 2 1 febbraio) . Tuttavia, le composizioni di Webern furono rifiutate dall'editore Tischer & Jagenberg al quale erano state proposte.

70 Questa parola è di difficile lettura nel manoscritto. La abbiamo interpretata come verhangene, come nell'edizione inglese, e non come versungene secondo l 'edizione tedesca; infatti , in tal caso Schonberg definirebbe " usurata" la voce di una cantante all'inizio della carriera.

71 Nell'autunno dello stesso anno Schonberg strumentò per J ulia Culp, concedendole il diritto di esecuzione in esclusiva per due anni, anche Der Nock op. 129 n. 2 di C. Loewe e i tre Lieder di F. Schubert Suleika, Suleika's zweiter Gesang, Stiindchen. Le partiture di tutti i

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Lieder strumentati per J ulia Culp sono andate perdute.

72 Il programma definitivo del concertosvoltosi a Praga il29 febbra­io presso il Neues Deutsches Theater è il seguente: Prima parte: Bach, Suite (elaborazione di Gustav Mahler), dir. A. Schonberg; Haydn, Concerto in re maggiore per violoncello e orchestra, dir. A. von Zem­linsky, violoncello P. Casals. Seconda parte: Schonberg, Pelleas und Melisande, dir. A. Schonberg; Saint-Saens, Concerto in la minore per violoncello e orchestra, dir. A. von Zemlinsky, violoncello P. Casals.

" La prima moglie di Zemlinsky, nata Guttmann.

" Arnold Schonberg, Piper, Mi.inchen 1912 (ristampa anastatica, 1 980) con contributi di A. Berg, P. von Gi.iterlsloh, K. Horwitz, H. Jalowetz, W. Kandinsky, P. Koniger, K. Linke, R. Neumann, E. Stein, A. Webern, E. Wellesz. Questo volume celebrativo fu realizzato per iniziativa di Webern e Berg; a esso è dedicata gran parte della corri­spondenza che si scambiarono dall'estate 1 9 1 1 al febbraio 1912 . Il contributo di Berg Il Maestro si trova in BERG 1 995, pagg. 305-306; al riguardo vedi anche ivi, pagg. 444-446) .

ìS L'emozione di Webern era già espressa nella lettera inviata a Berg da Praga il 22 febbraio: "Mi batte il cuore in gola pensando al momento in cui consegnerò il libro a SchOnberg. Non mi è proprio chiaro se devo farlo da solo, oppure se devo aspettarti in ogni caso. Scusa ! Vorrei tanto che ci fossi anche tu. Forse non mi è chiaro cosa fare, proprio perché devo farlo da solo" .

76 Questo avvenne i l 6 marzo (vedi pag. 69 ) ; invece, Schonberg concesse ad Alban Berg la confidenza del " tu" soltanto nel 1918 , il 23 giugno.

77 Il contributo di Kandinsky Die Bilder è pubblicato in traduzione italiana, con il titolo I quadri di Schonberg, in RoGNONI, pagg. 489-492, e in ScHONBERG-KANDINSKY, pagg. 129- 1 3 3 .

ì B Nel manoscritto, l e d u e frasi riferite a Berg sono aggiunte tra

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le righe: un segnale ulteriore della predilezione di Schonberg per Webern e della relativa importanza attribuita alla presenza di Berg.

79 Berg descrisse questa giornata scrivendo alla moglie, rimasta a Vienna per motivi di salute, nei seguenti termini: " Dunque questa mattina, dalle IO alla 1 .30, prova di Pelleas. Non voglio parlare della mia prima impressione, è stata al di sopra di ogni aspettativa! L'immensa parte centrale (la scena d'amore, che finisce così tragica­mente) può essere paragonata al secondo atto del Tristano. Di più non si può dire, ed è ancora poco. Per il pranzo, Webern e io, siamo stati ospiti degli Horwitz, Schonberg dorme e mangia da Zemlinsky; naturalmente pranzo casalingo. Di pomeriggio Webern e io siamo stati da Schonberg e abbiamo preso il caffè in famiglia; poi Webern, SchOnberg e io siamo andati a passeggio e ho dovuto raccontare a lungo di me e della mia vita a Vienna" (26 febbraio 1912 , BERG 1 976, pagg. 134-135) .

80 Anche per questa giornata disponiamo del racconto di Berg alla moglie: " Horwitz mi ha portato le lettere durante la prova. Puoi immaginare in che stato d'animo ascoltavo questa nuova musica. Era proprio il culmine dell'opera: il finale del Pelleas, la morte di Méli­sande. Quell'effetto, quando i servi si awicinano al letto di Mélisande morente e Golaud, preso dall'orribile dubbio di essere veramente il padre del bambino, comincia a colpire (in uno degli ultimi dei 100 punti culminanti che l'opera offre) , e quell'aria disperatamente do­lorosa del finale - non finisce certo felicemente - non ci sono parole per esprimerla: e proprio per questo avrei voluto piangere; perché non potevi ascoltarla. È di una bellezza sublime, di una voluttà an­gosciosa, inimmaginabile - e tu non hai potuto ascoltarla! La prova è durata fino all 'una, l'una e mezzo (il poema sinfonico Pelleas und Melisande dura 50 minuti, senza interruzione, in un solo movimento). Di pomeriggio c'è stata un'altra prova, così perfino io ero esausto. Ma nonostante tutto ciò siamo andati a un'altra cena, questa volta a casa degli Horwitz, con la stessa gente delle sere passate. All'inizio è sraco piacevole, dato che Zemlinsky è molto spiritoso, ma poi mi sono annoiato e non vedevo l'ora che finisse" (ivi, pagg. 135 - 136) .

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8 1 Riferimento a Josef Schmid.

82 Gli eventi della stessa giornata nella descrizione di Berg alla moglie: " Stamane alla prova si è presentato Polnauer. Webern e io abbiamo pranzato di nuovo dagli Horwitz, poi siamo corsi alla stazio­ne. Arrivavano K6niger e sua moglie assieme alla moglie di Webern. Anche Schmid viaggiava con lo stesso treno. Ritorno all'albergo, poi riunione generale al caffè. Seconda prova (di nuovo nel vecchio teatro in cui Mozart diresse la prima del Don Giovanni). Di sera Horwitz e io a prendere Linke per una riunione al ristorante. Sarebbe stata la prima sera piacevole se non avessi sempre dei pensieri che mi tormen­tano. A parte le mogli di Schonberg, Webern e Koniger, che erano sedute in disparte, eravamo nel gruppo degli intimi di Schonberg, come allora a Vienna" (ivi, pag. 136) .

t n Nella lettera di ringraziamento, inviata a Zemlinsky dopo il ritorno a Berlino, SchOnberg osservò tra l'altro: "Ti ringrazio so­prattutto per l'occasione di dirigere che mi hai dato. Però per il mio lavoro [Pelleas und Melisande] sarebbe certamente stato meglio se l'avessi diretto tu. Sarebbe riuscito meglio, molto meglio e il pubblico vi avrebbe creduto con maggiore facilità e disponibilità. Ma a questo devo rinunciare, poiché spero di proseguire la carriera di direttore" (ZEMLINSKY, pag. 78). Josef Polnauer, in un manoscritto autografo conservato nel suo lascito, commentò il concerto scrivendo tra l'altro: "L'indomani, i più importanti quotidiani praghesi pubblicarono re­censioni del concerto nelle quali si leggeva che dopo l'esecuzione di Pelleas era sorta tra il pubblico una vivace controversia pro e contro l'opera, durata quasi mezz'ora. Intervennero in favore della compo­sizione dapprima i più importanti musicisti di Praga, poi i membri dell'orchestra, il pubblico delle gallerie e soprattutto i giovani dei posti in piedi. Comunque, la protesta proveniva soltanto da alcuni palchi e da alcune file della platea [. . . ], evidentemente il pubblico 'solido' in abbonamento" (HILMAR, pag. 257 ) .

"' Cfr. nota 59.

85 Si tratta del secondo saggio qui tradotto in Appendice.

9 1

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"' Il Quartetto Rosé aveva eseguito lo stesso brano (op. 7) a Rot­terdam il 22 febbraio.

87 Webern si recò a Vienna e poi a Praga; cfr. le osservazioni sulla sua partenza formulate nel diario in data 21 gennaio.

88 In data 8 marzo Schèinberg scrisse una lunga lettera a Kandin­sky, dove tra l'altro descrisse il viaggio a Praga e le esperienze più recenti nei seguemi termini: "Riguardo al mio concerto a Praga non ho maleo da dire. Ho vissuto la cosa con un sentimento di semin­coscienza, un misto di paura e stanchezza. Avevo paura di dirigere ed ero stanco per le numerose serate trascorse in società, che mi hanno sottratto alla mia solita vita tranquilla. Perciò l'avvenimento mi ha appena sfiorato. Sono convinto, però, che l'esecuzione è stata decisamente buona. Il pubblico ha reagito vivacemente. Più di 20 minuti di frenetici fischi e applausi ! Lo stesso è accaduto al concerto del 5 marzo a Berlino dove Rosé ha eseguito il mio primo quartetto per archi. - Il mio rapporto con la critica berlinese ha assunto toni di aspra polemica a causa di due miei articoli contro Leopold Schmidt che ho pubblicato sulla rivista 'Pan' (il 20 e il 27 febbraio) . Il resto della critica vendica il suo papa a spese mie ! ! Ma la cosa andrà forse più in là ! " (SCHONBERG-KANDINSKY, pag. 34) .

'9 Il facsimile del contratto tra Schèinberg e la signora Zehme, in NoNo-ScHOENBERG, n. 261 .

90 Diminutivo di T rudi, a sua volta vezzeggiativo per Gertrude, il nome della figlia.

9 1 Cfr. la lettera a Berg citata in nota 16.

92 Dopo la prima esecuzione awenuta a Berlino il 16 ottobre 1912, Amburgo fu la prima tappa di una lunga tournée, in cui Schèinberg diresse Pierrot lunaire in tutta l 'Europa centrale.

93 Dopo unalunga interruzionenellastesura del diario, quest'ultima sezione, redatta nel giorno dell'entrata in guerra dell'Italia, forse servì

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a Schi:inberg per riordinare le idee in funzione della visita che Alma Mahler gli fece il giorno successivo. L'evidente irritazione che vi si trova espressa era dovuta ai malintesi seguiti al concerto svoltosi il 26 aprile 1915 nella Salagrandedel Musikverein di Vienna, organizzato da Alma Mahler e sostenuto finanziariamente dalla sua amica Lilly Lieser Oa mecenate che mise a disposizione di Schi:inberg un appartamento a Vienna, dove la famiglia si trasferì all'inizio di settembre per risiedervi fino alla primavera del 1918) . Schi:inberg diresse l'Ouverture per Eg­mont e la Nona Sinfonia di Beethoven nell'elaborazione di Mahler, alla quale apportò però alcune modifiche. Dopo aver riportato i ritocchi di Mahler e i propri in un'altra copia "con un lavoro improbo di oltre 12 ore" (ZEMLINSKY,pag. 136), il 9 aprileSchi:inberg inviòlapartitura della Nona di Beethoven con gli interventi autografi di Mal1ler a Zemlinsky, il quale l'aveva richiesta dovendo dirigerla a sua volta a Praga. Alma Mahler non fu informata in anticipo di questa spedizione e scrisse una lettera di fuoco a Schi:inberg, accusandolo di non avere cura di opere di tanto valore ( ''Per me queste paniture sono sacre e pensavo che lo fossero anche per lei e per Berg. Gusta v portava sempre personalmente le sue parriture sia alle prove sia ai concerti e contava di persona le parti staccate dopo ogni concerto. Se lei era troppo occupato, questa incombenza toccava a Berg, al quale avevo consegnato io stessa di mia mano le partiture e le parti" ) . Inoltre, il concerto fu accolto freddamente dalla critica e risultò economicamente in perdita; anche il compositore­direttore non era soddisfatto dell'esecuzione e fu ulteriormente irritato per essere stato pagato "sotto banco" . Queste vicende contribuirono a incrinare il rapporto con Berg e nell'autunno dello stesso anno, sebbene abitasse nel sobborgo di Hietzing a due isolati dalla casa dell'ex allievo, Schi:inberg ruppe i rapporti con lui.

94 Ludwig Karpath, critico del Neues Wiener Tageblatt era stato incaricato dalla signora Mahler di seguire l'organizzazione del concerto. Sulle ragioni dell'ostilità di Schi:inberg verso di lui, cfr. la Premessa a pag. 1 1 3 .

9 5 Schi:inberg aveva risposto dettagliatamente alla signora Mahler il 7 maggio, difendendosi dalle sue accuse di negligenza (cfr. NoNO­ScHOENBERG, pagg. 138-139) .

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DIARIO DELLE NUVOLE DI GUERRA

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Per questo diario si riproducono le sottolineature, a volte doppie, e le cancellature apportate dall'Autore. Il segno '� indica le sezioni scritte in inchiostro rosso, per eviden­ziarle rispetto all'insieme del manoscritto in inchiostro nero, con la sola eccezione del passo dell'8 maggio 1915 in blu. Il segno l l indica la conclusione di ciascuna pagina del diario.

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Diario delle nuvole di guerra; iniziato il 24/9 . 19 14

Molte persone avranno cercato, come me oggi, d i leggere nel cielo gli eventi della guerra, poiché finalmente ritorna la fede nelle potenze superiori e anche in Dio. Purtroppo, soltanto adesso mi viene il pensiero di annotare le mie im­pressioni. Ma d'ora in poi Io voglio fare e spero di trovare alcune corrispondenze quando si avranno informazioni più precise, perché di una quantità di eventi bellici si è avuto presagio con [sic] dalle atmosfere del cielo.

Così, mi hanno colpito ripetutamente lo " splendore dorato " , il "vento di vittoria " , un " cielo blu scuro " , "nuvole insanguinate [ " ] (al tramonto) , che precedevano sempre eventi vittoriosi per la Germania.

Analogamente, forti peggioramenti meteorologici con bufera e pioggia, le nuvole nere di effetto inquietante pre­cedevano rivolgimenti negativi sul fronte austro-russo. Va menzionata qui anche la bufera durata 2 giorni che co in­cise con il ritiro dell'ala destra [dell'armata] tedesca.

Devo osservare che un cielo nuvoloso non sempre mi fa / / l 'impressione di eventi sfavorevoli. Perciò, voglio [re­gistrare] sempre in primo luogo l'impressione, in secondo luogo la situazione effettiva e in terzo luogo, quando sarà possibile, disegnare un piccolo schizzo.

Arnold Schiinberg

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2419 verso le ore l OJ/4 del mattino: Atmosfera fredda glaciale, come al circo prima di un'acrobazia molto rischiosa: silenzio, tensione, niente vento; l'impressione del cielo fa è dappri­ma prevalentemente chiara, limpida; soltanto in seguito osservo anche una striscia di nuvole che si espande lentamente.

Impressione complessiva: un'impresa ardita, iniziata in circostanze favorevoli.

1240 an timer. [sic] incerto; molto fresco; sempre in tensione, le nuvole sulla destra più grandi; a sinistra ancora cielo chiaro. Pochissimo vento.

di sera 720 non sgradevole Stelle nel cielo luminoso, nuvole sullo sfondo.

" di sera 930 bello cielo completamente chiaro. Stelle

2519 ore l l J/4 antimer. leggermente rannuvolato, tuttavia sole. Luce fioca, soltanto come un velo di foschia motto infinitamen­te sottile. Ombre sfocate. Nessuna impressione

ore 2 112 nuvoloso; rannuvolato, niente sole. Negli ultimi giorni, a quest'ora tendeva a rannu­volarsi, a volte è perfino piovuto e poi di solito è tornato bello. l l

620 di sera: non completamente limpido; a destra abba­gliante: come un irraggiarsi di speranza.

640 di sera

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a sinistra scuro: grigio, su cui si allunga un rosso (rosseggiare della sera) . i l luccichio rosso dorato, tra le due case dietro i rami dell'albero, che mi fa sempre un'impressione particolarmente favorevole.

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740 di sera: senza nubi, stelle: cielo di vittoria

26/IX h. 2 cielo magnifico chiaro, soleggiato, caldo. soltanto piccolissime nuvole in lontanan-

za di sera molto bello

27 /IX di mattina ca. ore 6 - pioggia durante il giorno - - - pioggia, bufera !

28/9 cupo; nuvoloso verso le o re 10 antimeridiane, senza pioggia; ma vento. 12 112 : bufera, pioggia. Maltempo molto intenso verso le ore 5 sorprendente rasserenamento im­provviso 6112 ancora un po' nuvoloso; ma tanto cielo azzurro Il

29/9 di mattina prima delle ore 8: cielo quasi completa­mente chiaro (limpido) . Soltanto nuvolette isolate; vento. verso le ore 10 più nuvole; vento più forte; ma an­

che tanto azzurro. " " 12 ancora meno nuvole, più azzurro,

tempestoso. " 5 1 12 pomerid. ancora vento molto

forte, ma già cielo chiaro con picco­lissime nuvole isolate, splendenti di luce chiara. Tra le due case splen­dore brillantissimo del sole - Molto bello !

30/9 h. 8 del mattino un po' coperto, vento. verso le ore 1 1 sta schiarendo, spunta più volte

l'azzurro.

3 1/9 [sic] h. 4 pomerid.

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leggermente nuvoloso; anche sole; annebbiato '' di sera h. 6 nuvole illuminate di rosso; meravi­gliosamente bello ! Dopo tanto tempo, ancora un'impressione distinta. Complessivamente cielo limpido. ''

X - 2 e 3 per lo più nuvoloso; anche pioggia e vento

41X nuvoloso; pioggia, vento. verso le ore 2: pioggia torrenziale

" le ore 2 uz modesto rasserenamento; dal grigio delle nubi spuntano in maniera singolare 2 piccole nuvolette molto luminose l l

51X a mezzogiorno: nuvoloso; sole di tanto in tanto h. l pom. pioggia; per il resto della giornata pioggia forte con brevi pause

61X ore lOuz nuvoloso, cupo, senza sole. Vento, del genere che rischiara.

" 2 uJ [sic] da quasi 2 ore: cambiamenti sor­prendentemente frequenti e rapidi tra forte nuvolosità e cielo quasi del tutto sereno con sole

520 pomerid. da un po' decisamente rasserenato. Ancora isolati banchi di nuvole e vento ( ! ? ) , ma tra le due case ancora il sole che tramonta. h. 12 di notte, da alcune ore cielo chiaro; adesso magnifica luna.

7 IX h. 1 1 antimeridiane, oggi già dal mattino tempo magnificamente chiaro, adesso nuvole isolate spin­te dal vento; da questo vento che mi suonava così promettente nel primo mese di guerra

81X cupo, pioggia intermittente

100

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9/X cupo e piovoso l l 1 0/X di mattina 8 1 12 molto bello, sole.

verso le ore 9 112 un po' annebbiato, nuvoloso per quasi tutto il giorno cupo, senza pioggia. Di sera: tutto stellato

1 1/X cupo, piovoso di sera meglio

12/X cupo, senza pioggia; non sgradevole; di sera più luminoso

13/X durante il giorno cupo ma non sgradevole; di sera (inaspettatamente per me; non vidi

il cambiamento) ha cielo limpido; stellata.

14/X molto bello; sole; non completamente limpido, ma soltanto sottili strisce di nuvole tutto il giorno bello; magnifico il cielo della sera.

15/X di mattina fin verso le h. 1 1 antimer . : nebbia fitta. dopo le h . 12 comincia a rasserenarsi. Ore 2 già bello. Ore 4 molto bello. Sera magnifica. l l

16/X di mattina nebbioso; verso la 1 u2 comincia a uscire il sole. Bella sera.

17 /X h. 1 1 di mattina ancora nebbioso. Anche adesso (alle h. 1 1 ) durante il giorno cupo; m a non sgradevole

1 8/X cupo, senza pioggia

19/X cupo, senza pioggia; di sera un po' di vento

10 1

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20/X cupo, in mattinata pioggia sottile; di pomeriggio e di sera molto più forte.

2 1 /X cupo, sempre piovoso

22/X cupo, ma abbastanza senza pioggia

23/X cupo, ma un po' meglio; di sera vento che suona bene

24/X di mattina molto nebbioso. Verso le ore 12 schiari­sce: soltanto ancora un po' annebbiato; per la prima volta da tanto tempo splende il sole./ l

25/X cupo; a tratti un po' di pioggia

26/X cupo e piovoso.

27/X cupo

28/X enpo a tratti un po' più gradevole; per breve tempo perfino un po' di sole; poi di nuovo cupo.

29/X pioggia e bufera.

30/X cupo, ma senza pioggia; tempestoso. Di sera: bufera senza pioggia.

3 1/X coperto

l/XI coperto

2/XI di sera per la prima volta da tanto tempo cielo nottur­no limpido con stelle visibili

3/XI Bella giornata; di pomeriggio un po' annebbiato

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sempre uguale - senza pioggia - un po' nebbioso

61XI Bella sera l l 81XI Molto cupo, anche un po' di pioggia. - di sera ore

9 pioggia forte, che cessa subito.

lOIXI tempestoso (anche pioggia)

1 11XI in mattinata ventoso, di pomeriggio e di sera: bu­fera.

12IXI di mattina per breve tempo un po' di sole, ma ancora tempestoso. già alle ore l O pioggia e bufera. verso le ore 1 1 di nuovo sole per breve tempo, subito dopo ancora nuvoloso di pomeriggio e di sera: pioggia e bufera.

131XI al mattino magnificamente bello; chiaro con nu­volette sottili; sole. intorno alle ore lO più nuvoloso. di pomeriggio e di sera: pioggia e bufera

141XI Il vento si è calmato. Mattino abbastanza chiaro e bello verso le 10314 un po' più coperto, ma ancora sole di pomeriggio cupo, ma già intorno alle ore 5 di nuovo molto bello alle ore 5 112 (pomerid . ! ! ) stelle visibili, cielo chiaro. verso le ore 7 ancora più cupo verso le ore 10: magnifico cielo notturno; stelle; nessuna nuvola '' [di sbieco a margine] giorno molto notevole. In mattinata sulla strada per Steglitz: nuvole interes­santi. Battaglioni ! '' l l

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15/XI Nel complesso bella giornata; a tratti nuvoloso; ma anche spesso limpido.

10 112 di sera molto bello Di notte: pioggia

16/XI Di mattina pioggia A mezzogiorno molto cupo e fosco

17 /XI Di prima mattina e in mattinata pioggia e bufera. più tardi torna lentamente sereno. verso le ore 6 bello ore l O di sera: molto bello !

1 8/XI Nel complesso bello, in parte molto bello; a tratti un po' nuvoloso, ma non minaccioso. di sera ore 9: leggermente nuvoloso, ma stelle di notte ore 1 1 magnifico cielo stellato

1 9/XI Giornata bellissima. Meno soleggiata tuttavia piuttosto limpida. Per breve tempo è nevicato. di sera ore 8: bel cielo stellato.

" ore lO nuvoloso

20/XI durante il giorno poco nuvoloso, in mattinata neve per alcuni minuti di sera ore l O bel cielo stellato l l

2 1 /XI nel complesso bel tempo, con cielo un po' coperto - molto freddo.

22/XI Giornata bellissima, cielo limpido; sole, di sera nuvolosità irrilevante

23/XI ore lO I/2 an timer. Giornata molto bella, soleggiata ore 10 di sera: tutto il giorno molto bello.

24/XI nuvoloso; si è fermata un po' di neve; molto freddo

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25/XI un po' più caldo.

26/XI bello giornata molto bella. Di mattino ancora un po' nuvoloso; ma già alle ore IO soleggiato.

27 /XI mattino soleggiato, pomeriggio e resto del giorno cu­po.

28/XI

29/XI di mattina piovoso, poi un po' più luminoso, per il resto alternatamente luminoso e cupo

30/XI in mattinata sole.

l/XII

durante il giorno sempre bel tempo, per lo più sole, a tratti cupo. di sera ore 6: stelle visibili l l

2/XII bel tempo.

3/XII molto bello. Sole. durante il giorno a tratti un po' cupo; nel comples­so però bello. di sera bellissimo cielo stellato ma un po' di ven­to !

4/XII Giornata meravigliosamente bella !

5/XII mattino molto bello a mezzogiorno molto bello, poche nuvolette sottili. Sullo sfondo "nuvole di battaglia ! " di sera ore 6112 comincia a piovere e continua a piovere

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6/XII molto bello di prima mattina e in mattinata durante il giorno variabile; talvolta cupo, poi an­cora luminoso di sera leggermente nuvoloso

7 /XII Pioggia più tardi anche vento, di notte tempestoso

8/12 Di mattina: bufera e pioggia verso le ore 10 più calmo. Pioggia e vento sono cessati, ma ancora nuvoloso

9/ 12 durante il giorno ancora cupo, ma con tendenza a rasserenarsi di sera bel cielo stellato l l

10 - 12 giornate cupe, in parte piovose

1 3 . (domenica) molto bello; soleggiato.

14 . molto bello, un po' nuvoloso, tuttavia sole. Duran­te il giorno cupo di sera cielo stellato, più tardi nuvoloso

15 . Di mattina dapprima annebbiato; poi esce il so-le, così cambia ripetutamente in mattinata.

Di pomeriggio (dalle ore 2 circa) pioggia forte ore 4 bel tramonto, nuvoloso, ma più chiaro.

16. Mattino molto bello; ma subito cupo e dopo molto piovoso

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tramonto molto strano: intensa luminosità giallo viva dalle nuvole. Di sera completamente bello.

18 . Giornata molto bella: sole !

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19 . Di mattina molto piacevole; a mezzogiorno piog­gia; di pomeriggio improvvisa schiarita: sole

20. cupo 2 1 . meglio; d i sera stelle visibili.

22. bello di prima mattina e in mattinata neve e nebbia, che a tratti si scioglie

27. giornata molto bella l l

'' 1 1/4 1915 verso le ore 6 ti2'' Ho interrotto queste annotazioni perché è avvenu­

to ciò che temevo: nel momento in cui volevo scrivere, mi sentivo imbarazzato e di conseguenza non giungevo più a un'impressione davvero convincente. Ciò nondimeno ho potuto osservare ogni volta che le violente bufere di quest'anno, oltremodo numerose, sembravano coincidere sempre con eventi sfavorevoli. Oggi scrivo perché la giornata è così bella come quelle autunnali che mi avevano colpito particolarmente. E perché ieri c 'era un cielo particolarmente strano.

'' mezz'ora dopo piove ! Ma in maniera molto stra­na; sullo sfondo è ancora chiaro e in primo piano nuvole di pioggia molto nere. ,.,

815 Nel cielo serale (ore 9) , per il resto limpido, nuvola molto stretta e allungata e delicata; quasi indistinta

1 915 i primi giorni di maggio sempre bello. il 13 15 formazione di nubi come se stesse arrivando un temporale. Ma non arrivò.

+ il 1415 in mattinata tempestoso; di pomeriggio molto variabile; per lo più tempestoso l l improvvisamente ancora tutto sereno, ma soltanto per brevissimo tempo; poi leggermente nuvoloso;

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nuovo rasserenamento parziale e verso le ore 5 112 nuvole (bufera ! ) , che si avvicinano con sorpren­dente rapidità, portano pioggia intensa che dimi­nuisce subito. La bufera continua.

Verso le 7li4 esce il sole in un punto. Bufera; ancora nuvole dense.

27/6 1915 h 850 di sera, dopo il tramonto si vede nel cielo la seguente spada (forma delle nuvole)

la parte più lunga (la spada è orientata a Sud-Est [ ) ] . È più corta del dovuto in proporzione all'impugnatura. Ma sembra quasi estendersi ancora, al di là di ciò che si vede, come se fosse conficcata in qualcosa.

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1 923

[Senza titolo l

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28 novembre 1923 -10 del mattino. 10 minuti fa, cioè alle 9.50 antimeridiane, improwisamente ho sentito chiamare "Papà, papà . . . " per 3 o 4 volte (o forse più) con la voce di mia moglie (che all'inizio ho scambiato per quella di Gorgi [il figlio Georg] ), in un tono bisbigliante molto appassionato, per cui suonava simile alla voce di Gorgi. Ero in piedi nel bovindo vicino alla scrivania e stavo giusto pensando come avrei potuto formulare una lettera per il consigliere comunale Weber. Quando mi sono girato, nella stanza non c'era nessuno. A dire il vero, nella sala da pranzo c'era la domestica. Ma è escluso sia che sia stata lei a chiamare, sia che io abbia inteso male il richiamo. I richiami erano, per così dire, " spontaneamente veloci" ; i primi così veloci da risultare forse i n parte simultanei; i successivi notevolmente più lenti (forse per correzione) . Evidentemente è difficile per uno dell'aldilà adeguarsi alla nostra [capacità di percepire una] successione. Se soltanto Mathilde volesse parlare ancora ! Voleva met­termi in guardia?

Però, l'espressione della voce non era tale, anzi era piuttosto lieta ! Se si debba trame qualche conclusione, proprio non saprei. Infatti, così come sbagliava il tempo terrestre, forse [si è confusa] anche nell'espressione e nella dinamica: perché mai ha chiamato in un tono bi­sbigliante?

C'era un motivo? Oppure per chiedere qualcosa?

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29.XI Forse è possibile a ogni morto mostrarsi qualche volta ai suoi cari. In tal caso devono soltanto essere in grado di utilizzare al meglio queste opportunità. Mathilde raccontava di aver visto visto [sic] sua madre due volte poco dopo la sua morte. Poi mai più. Riesco a ricordare soltanto la descrizione che me ne fece una volta e che -voglio dirlo subito qui - per un verso coincide con quello che ho provato io.

Infatti, Mathilde diceva (all'incirca) : "Non era affatto perturbante, m a a l contrario molto

bello. Pensa, ho visto mia madre con lo stesso aspetto che aveva da viva. È là (era in cucina) che si trovava. Gradualmente è diventata più distinta e poi nuovamente indistinta. "

Uscì dalla cucina e m i raccontò tutto questo tranquilla e lieta.

In questa circostanza vorrei menzionare anche la sensazione che ebbi io: ero così piacevolmente eccitato. Forse quelli dell'aldilà possono agire direttamente sui nostri sensi e nervi come fanno i corpi presenti. Vorrei dire: ebbi all'incirca la sensazione di essere percorso da qualcosa. Però, era qualcosa di estremamente lieve, tanto che ora posso ricordarmene soltanto con difficoltà. Forse è dato loro di rendersi a noi percepibili mentre passano in volo (con qualche pianeta) . Forse è semplicemente che pensano a noi? Speriamo almeno che sia così ! Spero di scoprire qualcosa di più ! Se solo non mi succede come a Mathilde che ha visto sua madre soltanto due volte. Forse non avrebbe dovuto raccontarlo. Comunque, per il momento io non lo farò.

Forse non dovrei neppure scriverne? So bene che molte cose non si possono dire !

9 dicembre 1 923 domenica pomeriggio. Verso le ore 6. Steuermann, [Felix] Greissle e io siamo al pianoforte nella mia stanza e suoniamo la VII [sinfonia] di Beetho-

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ven . Greissle e io udiamo un rumore ticchettante nella stanza. Dapprima penso al cane e controllo rapidamente. Ma dorme lungo e disteso nello studio; non può essere stato lui. Non c'è nessun altro intorno. Steuermann Felix [ Greissle] , che entra subito dopo di me nella sala da pran­zo, afferma - del tutto spontaneamente ! -: qualcosa si è mosso vicino alla scatola (vaso) dello zucchero poggiata sul tavolo da pranzo. La pinza per lo zucchero? Fa qual­che prova e ne risulta che potrebbe produrre un rumore simile - N.B. lo abbiamo sentito entrambi per la seconda volta proprio nel momento in cui ci giravamo verso la sala da pranzo -, se sbatte contro il bordo della scatola. Come possa succedere senza un intervento esterno, non riusciamo a immaginarlo. Proviamo diverse posizioni della pinza e scuotiamo il tavolo con diverse intensità. Ma non batte più.

Può essere stato un caso. Tuttavia, mi sembrò singolare che Greissle avesse subito l 'idea che ci fosse qualcosa di misterioso, mentre Steuermann rimaneva indifferente ! ! ! Naturalmente, non ho detto una parola su quanto era accaduto il 28/ 1 1 né con Steuermann né con Greissle, né prima né dopo.

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SCHONBERG E LA CRITICA MUSICALE

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Premessa

Per la completezza del volume, presentiamo in questa appendice i due articoli che Schi:inberg scrisse e pubblicò nel periodo in cui teneva il suo primo diario e che vi sono più volte menzionati. Inediti in italiano, essi svolgono una polemica più ampia della semplice controversia sul concerto al quale si riferiscono: da un lato illustrano la posizione di Schi:inberg nella cornice dell'ambiente musicale coevo, dall'altro declinano la contrapposizione tra compositori e critici in termini per molti versi ancora attuali.

Il concerto di musiche schi:inberghiane del 4 febbraio 1 9 12 (cfr. pagg. 45-46) fu recensito dal critico musicale Leopold Schmidt sul quotidiano Berliner T ageblatt del 6 febbraio, in un articolo intitolato "Der Wert des Un­modernen " (Il valore del non-moderno). Il critico prese in considerazione tre concerti svoltisi a Berlino in quei giorni, e precisamente l 'ottavo concerto della Filarmoni­ca, diretto da Arthur Nikisch, con musiche di C.M. von Weber, P.I. çajkovskij , J. Brahms e R. Volkmann, quello di musiche di Schi:inberg e quello diretto da Karl Flesch con brani di Beethoven, M. Laurischkus e J. Joachim. Schmidt si espresse in termini entusiastici per le esecuzioni dei brani del repertorio ottocentesco, nel quale affermava di riconoscersi completamente e sul quale basava i propri criteri nell'accostarsi al nuovo, mentre prese le distanze dalla musica contemporanea e concluse l 'articolo con la seguente affermazione: "Finché restano in vita quel-

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le tradizioni, non c'è bisogno di farsi tormentare dalle eccentricità del giorno d'oggi" . Riguardo al concerto di Schiinberg, Schmidt scrisse:

L'atmosfera piacevole di questo concerto, un po' reazionario se vogliamo, ha potuto apprezzarla soltanto chi è particolar­mente attento alle ultimissime novità ed è in qualche misura in grado di discuterne. È naturale trovarsi talvolta davanti a fenomeni che rendono impossibile l'ascolto anche al più pa­ziente e al più volonteroso degli ascoltatori. Arnold Schonberg ba già dimostrato di essere un musicista dotato, molto dotato, tuttavia si compiace sempre più di percorrere vie strane, con un'originalità molto modesta. Domenica mattina, le poche persone riunite nel Harmoniumsaal, che sorridevano di tanto in tanto, ascoltarono Egon Petri strimpellare il pianoforte e la signora Wimernirz-Dorda interpretare con fare sognante preswlti "Lieder" (su testi di Stefan George, Maeterlinck e altri) in una sorta di tono salmodiante. Ogni Lied era uguale all'al­tro. Non vogliamo parlare qui della temeraria arditezza delle combinazioni sonore; le armonie più audaci non mi disturbe­rebbero se esprimessero qualcosa. Ma non ho mai ascohato nulla di così noioso e privo di creatività. Non c'è bisogno di combattere contro questa musica; si uccide da sola.

Schiinberg reagì subito a questa recensione che giudicò "estremamente volgare" nel suo diario (pag. 48) e non lo fece soltanto per una semplice difesa personale nel caso specifico. Sempre pronto a ingaggiare battaglie con i critici, Schiinberg volle segnalare l'infondatezza dei giu­dizi di Schmidt per mettere in guardia il pubblico dalle tante affermazioni incompetenti e pretestuose diffuse sulla stampa, dunque per un'istanza di verità nella quale il suo pensiero convergeva con quello di Karl Kraus. Il 7 febbraio Schiinberg dettò a Edward Clark un "articolo satirico" e lo intitolò "Schlafwandler" (Sonnambulo) , riprendendo, consapevolmente o meno, il titolo di una poesia di Gustav Falke che aveva musicato nel 1901 per

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il cabaret berlinese "Ùberbrettl " . Se in questo Lied Pierre Boulez ha potuto " scorgere un'indicazione delle fonti del Pierrot lunaire" (BOULEZ, pag. 329) , la coincidenza dei titoli non è soltanto casuale. La rivista Pan pubblicò l'intervento di Schonberg nel numero del 22 febbraio, corredandolo della seguente " Nota della redazione" :

A u n artista della serietà d i Arnold Schonberg non s i può negare la possibilità di esprimersi. Quando formulò le sue accuse contro Leopold Schmidt, lo pregammo di verificare uheriormente la loro attendibilità. Persistette nel presentarle in questi termini.

In questo modo la redazione di P an lasciava a Schonberg la piena responsabilità delle sue affermazioni, ma le parole di stima verso di lui non erano soltanto di circostanza; infatti, l'anno precedente la rivista aveva pubblicato un appello in favore di Schonberg e, nel numero del 16 mar­zo, una anticipazione dalla sua Harmonielehre.

La replica di Schmidt, sulla quale Schonberg non con· tava affatto, apparve il 24 febbraio sempre sul Berliner Tageblatt, con il titolo "Der hypo-kritische Schonberg" (L'ipocrita Schonberg) . Evidentemente Schmidt non era dotato di umorismo e non usò a sua volta il tono ironico di Schonberg, anzi si attenne a una retorica di vecchio stampo, confermando sin dalle scelte stilistiche il proprio orientamento conservatore e la propria insensibilità alle istanze del nuovo. Così, in questo articolo, condotto in termini di strenua autodifesa, espresse i pregiudizi verso la musica di Schonberg condivisi da gran parte della critica, senza motivare le proprie opinioni con obiezioni circostanziate.

Il signor compositore Arnold Schonberg ha presentato in una matinée alcune sue composizioni che a me non sono piaciute. Nell'esercizio dei miei doveri professionali le defmii povere di creatività e noiose. Di conseguenza, adesso mi attacca personal-

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mente sul giomale Pan. Certamente, non parla a favore dell'ar­tista Schiinberg la scelta di polemizzare contro un critico che gli risulta scomodo, invece di indagare le ragioni dei suoi insuccessi oppure affidarsi orgogliosamente al futuro. Tuttavia, queste cose bisogna trattarle freddamente; il risentimento è troppo naturale per non essere comprensibile. Se il signor SchOnberg mi avesse indicato come un cattivo recensore, non ci sarebbe stato bisogno di sprecare parole. Ma ha fatto qualcos'altro, ha fatto di peggio, e per questo non gli si può rispanniare una risposta.

Nella collera il compositore diventa spiritoso, una qualità che finora non era emersa nella sua musica. Arrivando al noc­ciolo, la questione spinosa sta nei termini seguenti: il signor SchOnberg è lieto di poter precisare che nella mia recensione era menzionato erroneamente Egon Petri invece del pianista Closson e utilizza questo caso fortuito per far credere che io scriva su cose che non ho ascoltato! Devo definire disonorevo­le questa maniera di contrapporsi. Il signor Schiinberg è nella vita pubblica da tempo sufficiente per sapere quanto siano facili e frequenti confusioni del genere. Diventano riprovevoli soltanto se si può senz' altro presupporre una responsabilità da parte del critico. Invece in questo caso non si può neppure imputare l'errore a negligenza, poiché sorprendentemente mi era stato inviato un programma in cui il nome "Closson" era cancellato ed "Egon Petri" era aggiunto a mano. Così dovetti supporre che il pianista francese avesse sostituito il collega tedesco all 'ultimo momento. Non sono affatto tenuto a rico­noscere dal volto le centinaia di pianisti che si esibiscono ogni sera nelle sale da concerto, spesso seduti a grande distanza da me, e naturalmente il critico si attiene in parte anche al programma che gli viene sottoposto in buona fede. Il signor SchOnberg sa tutto questo, e tuttavia si comporta come se sussistessero ragioni per qualcosa di più che una semplice rettifica! Anzi va ancora più in là e cerca di trarre profitto per i suoi scopi da un'altra frase della mia recensione, quella sulla sconfortante monotonia dei Lieder schiinberghiani. La sopportai in otto o dieci brani e, per caratterizzare questi Lieder con maggiore precisione, aggiunsi tra parentesi "su

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testi di Stefan George, Maeterlinck e altri " . Avrei perfino potuto elencare altri poeti ancora. SchOnberg non vorrà certo negare di aver messo in musica Maeterlinck. Se poi la signora Winternitz ha omesso l'esecuzione del Lied su testo di Ma� eterlinck per una indisposizione - un annuncio in tal senso non è avvenuto durante la mia presenza in sala -, che cosa cambia nella correttezza della mia frase, nel mio giudizio sui Lieder in generale, il fatto di riguardare soltanto quel Lied? Nessuna persona ragionevole estrapolerà dalla mia recensione l'affermazione che io avrei ascoltato proprio quel Lied. Ma il signor SchOnberg si aggrappa ad aspetti secondari per evirare la questione principale. Non erano in discussione né il pianista né Maeterlinck, ma Arnold Schiinberg, e purtroppo io l'ho ascoltato. E, purtroppo ancora, l'ho anche letto su Pan 1 Non credo che attacchi del genere possano incrinare la fiducia dei miei leuori, tuttavia voglio svergognare il signor SchOnberg. Non appena scriverà musica migliore - e spero che succeda presto -, esprimerò francamente tutta la mia gioia.

L'ulteriore replica di Schonberg, " Der Musikkritiker" (Il critico musicale) , fu stesa a Praga nelle circostanze descritte nel diario in data 25 febbraio e fu pubblicata il 29 febbraio sempre sul periodico Pan. Schmidt non gli rispose nuovamente.

Nel 1909 Schonberg aveva già scritto alcuni interventi sulla critica musicale. Aveva polemizzato con Ludwig Karpath, critico musicale del Neues Wiener Tageblatt, per la recensione del concerto del 2 1 dicembre 1908, nel quale fu eseguito per la prima volta, con grande scandalo, il Quartetto n. 2 op. 10, replicando con una "lettera aperta" inviata a tutta la stampa viennese ma pubblicata soltanto da Karl Kraus nella sua rivista (Die Fackel, 15 febbraio 1 909, pagg. 34-35 ; facsimile in NONO-SCHOENBERG, n. 1 18 ) . Sullo stesso concerto e sull'accoglienza scandalizzata riservata dalla critica e dal pubblico viennesi alla propria composizione, nello stesso anno Schonberg scrisse ulteriori

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due saggi rimasti inediti, Eine Rechtsfrage (Una questione giuridica) e Ein Kunsteindruck (Un'impressione artistica) , che apparvero per l a prima volta i n traduzione inglese in SCHÒNBERG 1975a, pagg. 1 85 - 1 89 e 1 89- 1 9 1 .

I n seguito Schi:inberg propose a Kraus i l saggio Ùber Musikkritik (A proposito di critica musicale) , che apparve invece nel periodico vi ennese Der Merker (ottobre 1909, pag. 59 sgg. ; trad. i t . in SCHÒNBERG 1974b, pagg. 6 - 12 ) . La posizione articolata in questo testo, che inizia con un sin­tetico panorama della storia recente della critica musicale, si può riassumere nella convinzione che i critici manchino di ogni consapevolezza riguardo ai problemi musicali del loro tempo. In questa circostanza Kraus aveva suggerito a Schi:inberg di esprimersi " con parole asciutte " e di non menzionare il nome del critico (cfr. PFAFFLIN, pag. 135 ) . Complessivamente, in quel periodo l'esigenza d i ribattere ai critici impose a Schi:inberg un severo esercizio di scrit­tura, al quale in seguito il compositore attribuì un effetto positivo sul suo stile letterario, divenuto più incisivo ed efficace (cfr. SCHÒNBERG 1 975a, pagg. 520-52 1 ) .

Ricordiamo infine che l a polemica tra Schi:inberg e Schmidt ispirò Alban Berg nel 1920 per la stesura di un intervento contro la critica musicale (pubblicato postumo) . Leggendo sulla Neue Freie Presse d i Vienna u n encomio di Leopold Schmidt in occasione del suo sessantesimo comple­anno, Berg riandò ai saggi del maestro e affrontò a sua volta la questione della fiducia dei lettori nel critico musicale del loro quotidiano, dimostrando come tale fiducia fosse mal riposta (cfr. BERG 1995 , pagg. 3 17-325 e 450-453 ). Anche il primo scritto di Berg relativo a Wozzeck fu originato proprio da una recensione negativa della sua opera (ivi, pagg. 7 - 10 e 382-385 ) . Dunque, la contrapposizione con l'incompetenza della critica e la necessità di replicare a giudizi negativi e preconcetti rappresentarono una preoccupazione costante per i musicisti della Seconda Scuola di Vienna.

Anna Maria Morazzoni

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Sonnambulo

Non rientra nei poteri di un compositore fare, per il cri­tico, più di quanto segue: scrivere composizioni, se pos­sibile farle pubblicare e persuadere qualcuno a eseguirle. Ammesso che il critico musicale, il quale solitamente non sa leggere le partiture, non possa trarre alcun vantaggio dalle due attività menzionate per prime, per riuscire a formulare un'impressione o perlomeno far credere al let­tare di esserci riuscito, deve fare affidamento sulla terza, sull'esecuzione, e su una quarta, su una sorta di capacità sonnambolica, difficile da comprendere.

Sembra che il critico si affidi maggiormente a questa capacità sonnambolica che all'esecuzione stessa. Non "crede all'autore né con gli occhi né con gli orecchi" , ma solamente allo spirito da sonnambulo. Ciò presuppone che non sia distolto dall'indispensabile sonno, anche quando si trova nella sala da concerto. Naturalmente, il suo spirito si mette in viaggio comunque, e così il critico può anche risparmiarsi di essere presente di persona all'esecuzione, può tranquillamente stare a casa; infatti la cosa principale è il suo spirito e quello si muove anche nel sonno.

Poiché il critico musicale Leopold Schmidt non si è visto nel corso dei primi tre brani in programma nella matinée dedicata alle mie composizioni, evidentemente era presente il suo spirito. Per una parte del programma il signor Schmidt fu riconosciuto da testimoni affidabili, mentre il suo spirito non l'ha notato nessuno. In compen­so, questo spirito si manifesta nell'edizione di martedì e

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sembra proprio essersi annoiato, anche se non era insieme al signor Schmidt. E ne attribuisce la colpa alla persona che diede il concerto. Inoltre, ha visto e ascoltato cose che non sono state percepite da nessuna delle persone che erano presenti, come al solito, con il corpo e con lo spirito. Per esempio, ascoltò Egon Petri strimpellare il pianoforte, sebbene questi sia a Londra e non vide che i Pezzi per pianoforte furono eseguiti da Louis Closson -come era scritto nel programma dal quale, come tutte le cose espresse a parole, i signori critici traggono gli stimoli maggiori. Strano spirito ! Invece, sentì cantare un Lied da Maeterlinck e giudicò superfluo - superfluo ! Infatti, è uno spirito, un essere soprannaturale - ascoltare il dott. Anton von Webern annunciare che questo brano non sarebbe stato eseguito. Sebbene nella sala regnasse un silenzio assoluto ! Proprio come se ci fosse soltanto uno spirito ! Strano spirito !

Il signor Schmidt non potrebbe comportarsi come tut· te le persone oneste, che hanno smesso da tempo di fare affidamento sul proprio spirito? Se perfino gli ornamenti di " teoria artistica " con cui decora i suoi feuilleton gli riescono sempre più senili, potrebbe almeno migliorare l 'attendibilità delle sue recensioni, confidando di più nel suo occhio - per carità, non nel suo orecchio - e guardan­do attentamente i programmi degli artisti che condanna senza averli ascoltati.

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Il critico musicale

Non speravo gran che in una replica da parte del signor Schmidt, invece è stato tanto incauto da rispondermi e adesso temo che si sia messo in guai peggiori che non se avesse taciuto. Avrebbe potuto consolarsi pensando che il pubblico dimentica in fretta. La sua preoccupazione che "attacchi del genere incrinino la fiducia dei suoi lettori " è priva di fondamento: tale fiducia si recupera sempre. Ho esposto i critici a contestazioni più gravi e i lettori continuano a fidarsi ciecamente di loro. Certamente il signor Schmidt mi prende troppo sul serio. Non potrò pregiudicare né la sua posizione né la sua influenza, finché entrambi saremo in vita. Avrà provocato qualche sorriso, e questa volta forse qualcuno avrà riso, ma la sua fama uscirà indenne da questo incidente. Infatti, nessuno pensa che la fama di un critico sia qualcosa di diverso da ciò che rimarrà quando sarà sistemata questa faccenda.

Certamente, è stata un'imprudenza da parte sua pren­dermi così sul serio. Per coerenza, avrebbe dovuto restare fermo a quanto scrisse su di me in occasione della prima esecuzione del mio Sestetto [Verkliirte Nacht op. 4] a Berlino: "un passatempo dilettantesco con qualche effet­to sonoro " . Avrebbe dovuto fare come tanti altri e non comportarsi secondo quanto scrisse in una critica sul mio poema sinfonico [Pelleas und Melisande op. 5] diretto da Fried, dove affermò: "Schi:inberg bisognerà prenderlo sul serio" . Il signor Schmidt avrebbe dovuto ridere con me e con molti altri per il piccolo scherzo che mi sono permesso

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a spese della sua dignità. L'intera questione era trattata nei suoi aspetti meno importanti, c'era qualche battuta di spirito, ma non c'era bisogno che si agitasse tanto perché l'ironia non è una qualità delle mie composizioni, non vi trova spazio. Invece, qui è necessaria. Infatti, per quanto io possa condividere le reazioni, per esempio, di Wagner verso la critica in generale, non riesco ancora a prendere sul serio un critico in particolare. E che siano il signor Schulz e il signor Miiller oppure il signor Meyer e il signor Schmidt a dire stupidaggini sulla mia musica, mi lascia indifferente a tal punto da poterne soltanto parlare per scherzo, con l'ironia della quale il signor Schmidt avverte la mancanza nelle mie composizioni.

Tuttavia, se il signor Schmidt vuole proprio prendermi sul serio, può trovare occasioni diverse e migliori. Un buon numero delle mie composizioni è apparso a stampa. Il signor Schmidt è certamente altrettanto versatile quanto influente e, se padroneggia realmente anche soltanto la metà di tutte le attività che esercita, di tutte le cose che insegna, si può tranquillamente presumere che sia pure capace di leggere la musica. Se lo facesse ed esaminasse le composizioni - sono state pubblicate proprio a questo scopo -, non avrebbe bisogno di definire un "passatempo dilettantesco" il lavoro di una persona che nelle sue par­titure dimostra di avere una mano molto esperta anche a uno sguardo superficiale. Ma ipotizziamo che gli manchi il tempo e non la capacità; in tal caso non gli resta che frequentare scrupolosamente i concerti in cui si eseguono le opere degli artisti che egli desidera prendere sul serio. Altrimenti si dovrebbe mettere in dubbio la sua serietà, oppure la sua capacità di prendere sul serio qualcosa. Tuttavia - e per me è questa la cosa più importante che cercavo di sostenere in quello scherzo che il signor Sch ·

midt ha sentito come un attacco personale - quando io do un concerto, lui, Schmidt, deve esserci. Non per me, poiché mi è del tutto indifferente ciò che si scrive su di me e l'ho dimostrato nel corso di quindici anni, ma per la

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"fiducia dei suoi lettori" , della quale si preoccupa tanto, e per l'incarico affidatogli dal suo superiore, al quale è mancata finora l'occasione di accorgersi che anche Dio ha fatto la sua parte.

Inoltre, il fatto che il signor Schmidt non ascoltò l'in· tero concerto, ma appena una sesta parte, per tutti quelli che erano presenti risulta chiaramente dalla sua frase " Un annuncio in tal senso (sulla mancata esecuzione del Lied da Maeterlinck) non è avvenuto durante la mia presenza in sala" . Poiché questo annuncio avvenne pochi istanti prima dell'inizio del quarto brano in programma, già nell'assoluto silenzio generale, e poiché devono averlo sentito tutti i presenti, di conseguenza il signor Schmidt non era in sala per quel brano. Nel mio primo articolo non avevo osato rinfacciarglielo e non ne avevo bisogno dato che non aveva menzionato quel brano. Tuttavia, dopo la confessione che si legge tra le righe, ne assumerei quasi il rischio, se non preferissi discutere qualcos' altro che emerge sempre tra le righe. Infatti, con una prudenza che risulta sospetta, il signor Schmidt aggira la domanda se ascoltò i miei Pezzi per pianoforte, scrivendo cose come " . . . Arnold Schi:inberg, e io l'ho ascoltato" . (Sì, come dice lui stesso, otto o dieci dei venti Lieder che furono esegui· ti, ma gli altri Lieder e i Pezzi per pianoforte? ) Il signor Schmidt si sente obbligato a " definire disonorevole questa maniera di contrapporsi" (io non mi contrappongo, ho fatto soltanto uno scherzo) . Ma che parola userebbe per questa maniera di contrapporsi che aggira una sincera confessione per confondere i dati di fatto con frasi am­bigue? È fuor di dubbio che, se il signor Schmidt avesse ascoltato tutti i Lieder e i Pezzi per pianoforte, avrebbe potuto semplicemente scrivere la frase "ho ascoltato i Pezzi per pianoforte" . Avrebbe potuto farlo con una frase pura e semplice, senza sacrificare il suo tratto stilistico personale. Perché non Io fa? Come si può definire questa maniera di contrapporsi?

Non voglio essere così malizioso come il signor Schmidt,

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né così offensivo come risulta sempre l'incompetenza stili­stica, dunque la chiamerò con il suo nome: inettitudine !

Inettitudine; il signor Schmidt ha perso tutta la sua presenza di spirito. E questo suscita la mia compassione a un punto tale da farmi prestare fede alla sua spiegazio­ne ingenua, che nel suo programma il nome di Closson era cancellato e Petri aggiunto a mano. E voglio anche credere che quel signore non riesce più a dominare tutte le associazioni di idee che lo travolgono e dunque, par­lando di poeti, deve elencare tutti i nomi che conosce. E gli concederò che " avrebbe perfino potuto elencare altri poeti ancora" , come afferma. Gli credo sulla parola.

Ma in realtà, come si potrebbe chiamare una tale in­capacità di distinguere quali associazioni sono pertinenti all'argomento in discussione e quali no?

Il signor Schmidt sostiene che io "mi aggrappo ad aspetti secondari per evitare la questione principale" . Ma si sbaglia; mi aggrappo ad aspetti secondari per mettere in risalto la questione principale, cioè la nonchalance con la quale i critici giocano con la vita degli artisti, anche quando hanno riconosciuto di doverne prendere sul serio uno.

Le stesse persone, che rinfacciano agli artisti la minima svista se per caso la rilevano, non sono in grado di svolge­re in maniera irreprensibile il compito, incredibilmente facile e insignificante, richiesto dal loro lavoro. Con gli altri sono tanto severi, ma per se stessi pretendono la mas­sima indulgenza e scambiano per un attacco personale la replica di una persona che è già stata esposta agli insulti più volgari e più offensivi.

Che ho ragione, il signor Schmidt lo sa tanto bene quan­to me e quanto ogni persona onesta. Eppure, definisce disonorevole la mia maniera di contrappormi.

A questo punto devo smettere. Infatti, mi sembra di scadere a un livello inferiore al

mio.

Praga, 25 febbraio 1912 .

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Indice biografico dei nomi

In queste pagine si danno notizie sintetiche sulle figure citate nei diari, prevalentemente in relazione all'attività di Schonberg, indicando le relative occorrenze nel testo.

ADLER, Guido ( 1855 - 1 94 1 ) Dal 1 898 a l 1 927 fu professore d i musicologia all'Università di Vienna dove ebbe tra i suoi allievi A. Webern, R. Kolisch, P.A. Pisk ed E. Wellesz. Tra l'altro ideò e curò la collana Denkmaler der Tonkunst in Ùsterreich. [36, 46, 77, 8 1 , 83]

ALTENBERG, Peter (Richard Englander) ( 1 859- 1919) Poeta e scrittore viennese, stimato e aiutato da Kraus e Loos, iniziò a pubblicare nel 1 896. Era amico di Alban Berg che musicò i suoi testi, tra l'altro nei cinque Lieder per voce e orchestra, op. 4 . [53]

BAHR, Hermann ( 1 863 - 1 934) Scrittore e influente critico letterario, entrò in contatto con Schiinberg nel 1 909 attraverso il soprano drammatico Anna Bahr-Mildenburg, sua moglie, e si adoperò per raccogliere fondi a favore del compositore. [53 , 54, 64 , 83 ]

BALABAN, Jmre ( 1 889- 1 947) Allievo di Béla Bart6k dal 1 907 al 1 909, nel 1912 ebbe frequenti contatti con Schiinberg e la sua cerchia. [34, 76]

BERG, Alban ( 1 885 - 1 935)

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Allievo di Schonberg dal l 904 al l 9 1 1 , proclamò strenuamente la propria fedeltà al maestro, nonostante il divario nelle scelte compositive. [ 17 , 19, 20, 53, 57, 64, 65, 73, 74, 75, 79, 8 1 , 82, 83 , 84, 85, 86, 87, 88, 89, 1 1 8]

BISCHOFF, Hermann ( 1 868- 1 936) Compositore, allievo di Richard Strauss. [38]

BLECH, Leo ( 1 87 1 - 1 958) Direttore d'orchestra alla Konigliche Oper di Berlino dal l 906 al 1 923 . [36]

BUHLIG, Richard ( 1 880- 1952) Pianista americano, si perfezionò a Vi enna con Theodor Lesche­tizky. Dal 1901 visse a Berlino, dove nel l912 eseguì i Tre pezzi per pianoforte op. I l di Schiinberg. [34, 76]

BusoNI, Ferruccio ( 1 866- 1 924) Compositore e pianista, dal 1 920 titolare della cattedra di com­posizione alla Akademie der Kunste di Berlino, poi affidata a Schonberg. [ 15 , 29, 30, 32, 3 3 , 38, 39, 40, 4 1 , 45, 73 , 76, 79, 80, 8 1 , 82]

CALVOCORESSI, MicheJ ( 1 877- 1 944) Compositore e critico musicale, sostenitore della Musica Nuova. Tra i suoi scritti, biografie di Liszt, Musorgskij, Glinka, Schumann e Debussy. [ 44, 46, 80]

CASALS, Pablo ( 1 876- 1973) Violoncellista e direttore d'orchestra, raggiunse la fama negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Nel 19 13 interpretò la prima esecuzione del Concerto per violoncello in sol minore di M. G. Monn, con il basso continuo e le cadenze realizzate da Schiinberg. [ 42, 80, 85 ]

CASSIRER, Pau! ( 1 87 1 - 1 926) Gallerista, collezionista d'arte e editore berlinese, cugino dell' edi-

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tore BrunoC. e del filosofo Ernst C. Nel 1 9 1 0 fondò il quindicinale Pan, al quale collaborò anche Schiinberg. [39, 48, 49]

CLARK, Edward ( 1 888- 1 962) Fu il primo allievo di Schiinberg a Berlino, dove lavorava come corrispondente per il Musical Times di Londra. [30, 32, 43 , 44, 46, 48, 49, 50, 69, 1 14]

CLOSSON, Louis Pianista allievo di Busoni, fu il primo interprete dei Sei piccoli pezzi per pianoforte op. 19 nel concerto di musiche schiinber­ghiane del 4 febbraio 1912 a Berlino. [33 , 35, 37, 4 1 , 42, 44, 45, 74, 1 1 6, 120, 124]

CULP, }ulia ( 1 880- 1 970) Mezzosoprano olandese, interpretò soprattutto il repertorio lie­deristico romantico e gli oratori. Tra il 1900 e il 1 9 1 9 intraprese numerose tournée in Europa e negli Stati Uniti, con E.]. Wolff come accompagnatore al pianoforte. Schiinberg orchestrò per lei alcuni Lieder ottocenteschi. [58, 59, 68, 85]

DEHMEL, Richard ( 1 863 - 1 920) Poeta lirico tedesco, i cui testi furono musica ti da SchOnberg, tra l 'altro nel sestetto per archi Verklarte Nacht op. 4, e da Webern. [ 18 , 54, 83 ]

DIEREN, Bernhard van ( 1 884- 1 936) Compositore, amico di Busoni. Fu critico musicale a Londra per il Nieuwe Rotterdamsche Courant. [29, 32, 3 3 , 73]

EHRENSTEIN, Albert ( 1 886- 1 950) Scrittore viennese, noto soprattutto per le poesie di orientamento espressionista, si trasferì a Berlino nel 1910 . Fu "amico per la vita" di Oskar Kokoschka. [ 46]

EICHBERG, Friedrich ( 1 874- 1 948) Ingegnere, già compagno di scuola di Schiinberg. [38, 39, 5 1 ]

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EssBERGER (anche: EJlberger), Karl Clarinettista della Cappella reale di Berlino, collaborò con Al­berline Zehme e fece parte dell'ensemble che nel 1912 eseguì in tournée Pierrot lunaire. [70-7 1 ]

FRIED, Oskar ( 187 1 - 1 94 1 ) Compositore e direttore d'orchestra, amico d i Mahler, n e diresse le sinfonie e attraverso di lui si interessò attivamente alla Musica Nuova. Nel 1 907 fondò a Berlino la Gesellschaft der Musikfreu­nde, di cui diresse i concerti sinfonici. [29, 45, 50, 68, 73, 1 2 1 ]

FRIEDBERG, Cari ( 1 872- 1 955) Pianista, allievo di Clara Schumann. Dal 1 904 al 1914 tenne corsi di perfezionamento al Conservatorio di Colonia, quindi emigrò negli Stati Uniti. [69]

FROBE, Iwan Direttore d'orchestra, teneva anche concerti privati nella propria abitazione a Berlino, ai quali partecipò anche Schiinberg. [ 42, 43, 44, 45, 46]

G6HLER, Karl Georg ( 1 874- 1 954) Direttore d'orchestra, compositore e critico musicale, acceso sostenitore di Mabler. [34]

GIV\NER, Georg ( 1 876- 1 945) Critico musicale e compositore. Dal 1906 al 1915 lavorò a Londra per la Vossische Zeitung; collaborò anche con la rivista Pan. [45, 69]

GREISSLE, Felix ( 1 894- 1 982) Allievo di Schiinberg dal 1 920, studiò brevemente anche con Berg. Curò numerose riduzioni pianistiche e trascrizioni cameristiche di composizioni di Schonberg. Nel 1 92 1 sposò la primogenita di Schiinberg, Gertrude. [ 1 08, 109]

GRONBERG, Louis T. ( 1 884- 1 964) Compositore e pianista, allievo di Busoni e di F. E. Koch a Berlino.

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Emigrato negli Stati Uniti, dove rimase in contatto con SchOn­berg, fu tra i fondatori della League of Composers. [33, 35, 37 , 45, 74]

GUTHEIL-SCHODER, Marie ( 1 874- 1 935) Soprano alla Wiener Hofoper dal 1 900 al 1 926 e interprete pre­diletta da Richard Strauss, fu tra i primi sostenitori di Schiinberg e in seguito collaborò attivamente al Verein fiir musikalische Pri­vatauffi.ihrungen. Nel l 908 eseguì la parte vocale con il Quartetto Rosé nella prima esecuzione del Quartetto n . 2 op. l O e nel l924 fu la prima interprete di Erwartung a Praga, per la direzione di Zemlinsky. [ 46]

GUTTMANN, Emi! ( 1 877- 1934) Agente musicale, attivo prima a Monaco, poi a Berlino. Nel l912 cercò invano di realizzare a Berlino la prima esecuzione dei Gur­relieder. [29, 30, 34, 35, 45, 46, 50, 52, 53, 56, 65 , 68, 82]

HANDL, Willi ( 1 872- 1 920) Giornalista, scrittore e traduttore, attivo a Praga fino al 1 9 1 3 . [64]

HAUSEGGER, Siegmund von ( 1 872- 1 948) Direttore d'orchestra e compositore austriaco, nel 19 10 assunse la direzione dei Concerti Filarmonici di Amburgo e dei Concerti Sinfonici di Berlino. [38]

HEMPEL, Frieda ( 1 885- 1 932) Cantante alla Hofoper di Berlino fino al l912 , quando fu chiamata al Metropolitan di New York. [36]

HERTZKA, Emi! ( 1 869- 1 932) Dal 1 908 fino alla morte fu direttore della Universal Edition di Vienna, la casa editrice che pubblicò gran parte delle opere della Seconda Scuola di Vienna (cfr. il discorso di commemorazione in BERG 1 995, pagg. 349-353 e 464-465 ) . [30, 4 1 , 48, 49, 55, 65 , 83 , 84]

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HINRICHSEN, Emi! ( 1 869- 1 942) Proprietario della Peters di Lipsia, casa editrice musicale awiata nel 1814 da Cari F riedrich Peters e affermatasi internazionalmente dopo il passaggio di proprietà alla famiglia Hinrichsen. [40, 4 1 , 80]

HORWITZ, Karl ( 1 884- 1 925) Compositore e direttore d'orchestra, fu allievo di Schonberg e di Zemlinsky, che nel 191 1 lo chiamò al Neues Deutsches Theater di Praga. [4 1 , 42, 46, 49, 50, 59, 60, 6 1 , 64, 65 , 86, 87]

}ALO\X'ETZ, Heinrich ( 1 882- 1 946) Direttore d'orchestra, fu tra i primi allievi di Schonberg. Dal 1912 al 1916 diresse a Stettino, dove fu chiamato anche Webern. Nel 1923 diresse la prima esecuzione berlinese dei Gurrelieder. [49, 64, 86]

KAMPF, Karl ( 1 874- 1 950) Compositore e direttore d'orchestra, noto soprattutto come virtuoso delle tastiere. [30]

KANDINSKY, Wassily ( 1 866- 1944) Pittore russo, nel 1 897 si trasferì a Monaco, dove nel 1 9 1 1 fondò con Franz Mare Der blaue Reiter, che pubblicò un Almanacco e organizzò mostre, iniziative cui partecipò anche SchOnberg. Nel 1 922 Schonberg declinò il suo invito a insegnare al Bauhaus di Weimar e troncò a lungo i rapporti con lui, accusandolo di antisemitismo a causa delle illazioni di Alma Mahler. [ 1 0, 14, 16, 17 , 23 , 39, 64, 80, 84 , 86, 88]

KARPATH, Ludwig ( 1 866- 1936) Funzionario austriaco del ministero dell'Educazione e critico del N eu es Wiener Tageblatt dal 1894 al 1 92 1 , fu redattore della rivista Der Merker dal 1914 al 1917 . Schonberg polemizzò con lui nel 1 909. [7 1 , 89, 1 17]

KEUSSLER, Gerhard von ( 1 874- 1949) Compositore, dal 1906 al 1 9 1 8 diresse a Praga un coro maschile che Zemlinsky coinvolse spesso nei concerti del N eu es Deutsches Theater. [60, 6 1 , 64]

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KIENZL, Wilhelm ( 1857- 1 94 1 ) Direttore d'orchestra e compositore. L a sua opera i n tre atti Der Kuhreigen (op. 85) fu rappresentata per la prima volta a Vienna il 23 novembre 191 1 . [60]

KOKOSCHKA, Oskar ( 1 886- 1 980) Pittore e scrittore austriaco, scoperto e sostenuto da Adolf Loos, nel 1 9 1 0 si trasferì a Berlino e fu attivo con gli espres­sionisti tedeschi. Negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale ebbe una burrascosa relazione con Alma Mahler. [ 1 0 , 39, 46, 79, 83 ]

K6NIGER, Pau! ( 1 882- 1943 ) Allievo d i Schi:inberg dall'agosto 1 9 1 1 a l settembre 1912 e autore di un saggio nella Festschrift per Schi:inberg del 1912 , in seguito studiò ingegneria. Sposò Maria Mi:irtl, sorella maggiore della moglie di Anton Webern. [ 48, 65, 85, 86, 87]

KoussEVITZKY, Sergej A. ( 1 874- 1 95 1 ) Direttore d'orchestra, compositore e editore russo, nel 1 908 esordì nella direzione a Berlino, dove visse dal 1 905 al 1 909 e vi fondò le Edizioni musicali russe. [29, 73]

KRAUS, Karl ( 1 874- 1 936) Scrittore, nel 1 899 fondò la rivista Die Fackel e dal 1912 vi pubblicò esclusivamente scritti propri. Nel 1 908 e nel 1 9 1 0 la rivista ospitò interventi di Schi:inberg. [78, 79, 8 1 , 1 14, 1 17 , 1 1 8]

KREISLER, Fritz ( 1 875- 1 962 ) Violinista e compositore, conobbe Schi:inberg nell'ultimo decen­nio del secolo scorso. [ 42]

KROGER, Vietar ( 1 887-?) Allievo di Schi:inberg dal 1 904 al 1 907, emigrò in Cile dove si dedicò alla critica musicale. [ 42, 75]

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LEICHTENTRIIT, Hugo ( 1 874- 1 95 1 ) Musicologo e critico musicale per numerosi importanti quotidiani tedeschi. Dal i902 al l 93 3, quando emigrò negli Stati Uniti, inse­gnò composizione, estetica e storia della musica al Conservatorio Klindworth-Scharwenka di Berlino. [ 49]

LEJEUNE, Nestor ( 1 879- 1 962) Primo violino del quartetto omonimo, viveva a Parigi. [5 1 , 82]

LINKE, Karl ( 1 884- 1 938) Pedagogo, allievo di Schonberg dal l 909 al l912 , dedicò numerosi saggi alla musica e alla pittura del Maestro. Scrisse la presentazione per la prima mostra di quadri di Schonberg, svoltasi a Vienna nel 19 10, un testo ripreso nella Festschrift per Schonberg del l912 . [53 , 64 , 65 , 86 , 87]

Loos, Adolf ( 1870- 1933) Architetto viennese, amico di Schonberg, Webern e Berg. La sua posizione estetica influì notevolmente sul pensiero di SchOnberg. [39, 44, 45, 46, 53 , 79, 80, 83 ]

MAETERLINCK, Maurice ( 1 862- 1 949) Drammaturgo, poeta e saggista belga di lingua francese, insignito del premio Nobel nel 1 9 1 1 . Schonberg si ispirò al suo dramma teatrale Pelléas et Mélisande per l'omonimo poema sinfonico op. 5 e nel 1 9 1 1 usò il testo di una sua poesia, in versione tedesca, per Herzgewiichse op. 20. [74, 1 14 , 1 16, 120 , 123]

MAHLER, Alma Maria, nata Schindler ( 1 879- 1 964) Pianista e compositrice, allieva di Zemlinsky, svolse un ruolo in­fluente nella vita artistica e musicale, anche grazie al matrimonio con Gustav Mahler, poi con W alter Gropius e quindi con Franz Werfel. [22, 7 1 , 72, 83 , 84, 85, 88, 89]

MAHLER, Gustav ( 1 860- 1 9 1 1 ) Compositore e direttore d'orchestra, fu tra i primi influenti so­stenitori della musica di Schonberg, dalla quale tuttavia si sentiva

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personalmente lontano. [ 14 , 1 5 , 16, 3 1 , 34, 4 1 , 47, 52, 53 , 55, 56, 57, 68, 70, 80, 83 , 84 , 89]

MARC, Franz ( 1 880- 1 9 16) Pittore e grafico, nel 1 9 1 1 fondò Der Blaue Reiter con Kandinsky a Monaco, organizzò mostre e pubblicò un Almanacco, iniziative alle quali partecipò anche Schonberg. [38, 39, 79]

MARSCHALK, Max ( 1863 - 1 940) Critico musicale, compositore e cofondatore del Dreililien Verlag di Berlino, primo editore delle composizioni di Schonberg. [30, 49, 68, 69]

MENGELBERG, Wilhelm ( 1 87 1 - 1 95 1 ) Direttore stabile del Concertgebouw d i Amsterdam dal 1 895 al 1 945, personalità importante per la diffusione della musica di Mahler. [34]

MILDENBURG, Anna Bahr-von ( 1 872- 1 947) Cantante (soprano e mezzosoprano, famosa interprete wagne­riana) e attrice austriaca, nel 1 909 sposò Hermann Bahr. La sua carriera fu ampiamente favorita da Gustav Mahler che la chiamò alla Hofoper di Vienna, dove fu attiva dal 1898 al 1917 . [46]

MOLL, Cari ( 1 86 1 - 1 945) Pittore e grafico viennese, secondo marito della madre di Alma Mahler, fu tra i fondatori della Secessione. [57, 83]

0PPENHEIMER, Max ( 1 885- 1 954) Pittore e grafico austriaco. Nel gennaio 1912 organizzò a Budapest una mostra di pittori viennesi, dove furono esposti anche dipinti di Schonberg e di Kokoschka. [39, 79]

PERELMANN, Leo Allievo di Schonberg nel 1912 . [33 , 44, 46, 48]

PETRI, Egon ( 1881 - 1 962 )

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Violinista e pianista, allievo prediletto di Busoni, del quale è ritenuto l'interprete e l'erede più fedele. [30, 32, 34, 35 , 74, 1 14, 1 1 6, 120, 124]

PIEAU, Walter Cantante d'opera, amico di Schonberg. Fu suo padrino al batte­simo luterano il 25 marzo 1898. [42]

POLNAUER, ] osef ( 1 888- 1969) Teorico musicale, allievo di Schonberg dal i 909 al l91 1 , poi di Berg dal l 9 1 1 al l 9 1 3 . Fu assistente di Schonberg ai corsi tenuti a Vienna presso la scuola di Eugenie Schwarzwald dal l917 al l920. Molto attivo nel Verein fur musikalische Privataufflihrungen, ne fu anche archivista. [65, 87]

REINHARDT, Max ( 1 873 - 1943) Attore e regista, esercitò un forte influsso su Strauss e Hofmann­sthal. [64]

RosÉ, Arnold ( 1 863 - 1 946) Primo violino del quartetto omonimo e dei Filarmonici di Vien­na, insegnò all'Accademia musicale di Vienna dal 1893 al 1924. Interpretò in prima assoluta varie composizioni di SchOnberg (i Quattetti op. 7 e op. IO, la Kammersymphonie op. 9 e Verklarte Nacht op. 4). Sposò la sorella di Mahler, Justine. [30, 69, 83 , 88]

ScHMID, Josef ( 1890- 1 969) Allievo di Schonberg e di Berg (dal l 9 12) , fu direttore d'orchestra e insegnante di pianoforte. Dal l 922 diresse a Praga. [65, 87]

SCHMIDT, Leopold ( 1 860- 1 927) Compositore, docente di storia della musica e critico musicale. Scrisse monografie su Meyerbeer, Haydn e Mozart e curò l' episto­lario di Beethoven e di Brahms. Cfr. in questo volume "Schonberg e la critica musicale". [48, 49, 5 1 , 68, 76, 82, 88, 1 13 , 1 14, 1 15 , 1 17 , 1 1 8, 1 1 9, 120, 1 2 1 , 122, 1 2 3 , 124]

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SCHONBERG, Georg ( 1 906- 1974) Figlio di prime nozze. [32, 76, 107]

ScHONBERG, Gertrude ( 1 902- 1 947) Figlia primogenita, nel 1 92 1 sposò l'allievo di Schonberg Felix Greissle. [5 1 , 69, 82 , 88]

ScHONBERG, Mathilde, nata von Zemlinsky ( 1 875- 1 923) Sorella di Alexander von Zemlinsky, sposò Schonberg il 18 ot­tobre 190 1 . [2 1 , 22, 3 1 , 42, 45, 48, 49, 5 1 , 53, 55, 58, 59, 62 , 75, 107 , 1 08]

ScHWARZWALD, Eugenie, nata Nussbaum ( 1 872- 1 940) Filantropa, fondò a Vienna l'istituzione scolastica sperimentale che portava il suo nome, presso la quale insegnarono anche Loos e Kokoschka. Schonberg vi tenne corsi nel 1 904-5 e nel !917 - 19 . [46]

SIMON, James ( 1 880- 1 94 1 ) Compositore e pianista, docente presso i l Conservatorio Klin­dworth-Scharwenka di Berlino. [43]

SPECHT, Richard ( 1 870- 1 932) Critico musicale dei quotidiani viennesi Die Zeit e Neue Wiener Tagblatt dal 1 908 al 1915 , nel 1 909 fondò la rivista Der Merker e la diresse fino al 1 9 1 9. Scrisse, tra l'altro, una monografia su Mahler e varie "guide" alle sue composizioni, opere sulle quali Schonberg e Berg si espressero in termini negativi. [53, 57, 84]

STEFAN, Pau! ( 1 879- 1 943) Scrittore di musica e critico musicale, fu tra i fondatori dell'as­sociazione viennese Akademischer Verband flir Literatur und Musik ( 1 908). Scrisse per varie testate e dal 1 922 fu redattore del periodico Musikblatter cles Anbruch. [53 , 56, 69, 78, 83 ]

STEIN, Erwin ( 1 885- 1 958) Critico, scrittore e direttore d'orchestra, fu allievo di Schonberg

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dal 1 906 al 19 10 e in seguito molto attivo nel Verein fiir musika­lische Privatauffiihrungen. Dedicò numerosi saggi e articoli alla musica di Schonberg. [ 40, 74, 86]

STEUERMANN, Eduard ( 1 892- 1964) Pianista e compositore, allievo di Busoni, frequentò i corsi di Schonberg a Berlino negli anni 1912 - 1914 . Interpretò in prima assoluta varie composizioni di Schonberg e il 16 ottobre 1912 partecipò alla prima di Pierrot lunaire; fu molto attivo nel Verein fiir musikalische Privatauffiihrungen. [33 , 37 , 4 1 , 45, 49, 53 , 74, 108, 109]

STRASSER, lstvan ( 1 889- 1942 ca. ) Compositore e direttore d'orchestra ungherese, dal 1912 maestro di coro con Zemlinsky a Praga. [ 42, 60, 6 1 , 64, 65]

STRAUSS, Richard ( 1 864- 1 949) Influente compositore tedesco, ebbe con Schonberg rapporti alterni. [ 15 , 54, 55, 82]

STRJNDBERG, ]ohann August ( 1 949- 1912 ) Scrittore e drammaturgo svedese, le cu i opere erano molto ap­prezzate nella cerchia schonberghiana. [ 1 8, 37]

STUCKEN, Eduard ( 1 865 - 1 936) Scrittore con una forte predilezione per temi mitologici. [69]

TE\X'ELES, Heinrich ( 1 856- 1 927) Dapprima caporedattore del Prager Tagblatt, dal 1 9 1 1 al 1918 guidò il Neues Deutsches Theater di Praga e vi chiamò Zemlinsky. [63]

VRIESLANDER, Otto ( 1 880- 1 950) Compositore, soprattutto di Lieder, e pianista. Otto anni prima di SchOnberg musicò quarantasei poesie del ciclo Pierrot lunaire di Albert Giraud. Albertine Zehme le interpretò in tournée in Germania, pur non essendone soddisfatta. [ 46]

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W ALTER, Bruno ( 1 876- 1 962 ) Direttore d'orchestra, grande interprete e amico di Gustav Mahler. [34]

WASCHMANN, Karl ( 1 874- 1 93 1 ) Tenore lirico, amico d i Zemlinsky che l o portò con s é a Praga da Vienna. [60]

WEBER, Hans von ( 1 882-? ) Pittore. [39]

WEBERN, Anton ( 1 883 - 1 945) Compositore e direttore d'orchestra austriaco, allievo di Schonberg e suo interlocutore preferito nel ! 9 1 2 . La sua è " una musica di brevità, silenzio e tensione" (G. Perle) . [ 1 5 , 17 , 19, 20, 30 , 3 1 , 32, 33, 38, 4 1 , 42, 43 , 44, 45 , 46, 48, 49, 5 1 , 54, 55, 57, 59 , 62 , 64, 65 , 68, 69, 74, 75, 77, 79, 81, 82, 83 , 85, 86, 87, 88, 120]

WEBERN, Wilhelmine (Minna), nata Morti ( 1 886- 1 949) Cugina di Anton Webern, divenne sua moglie il22 febbraio 1 9 1 1 . [ 46, 65

' 68, 87]

WEDEKIND, Frank ( 1864- 1918 ) Drammamrgo, attore e scrittore, sostenuto da Karl Kraus e ap­prezzato nella cerchia schonberghiana. Dal suo dittico Lo spirito della terra e Il vaso di Pandora Berg trasse il testo dell'opera Lulu. Nel 1901 Schonberg musicò per voce e pianoforte la sua poesia Galathea. [53]

WERNDORFF, Marietta (Etta), nata Jonasz ( 188 1 - 1 96 1 ) Pianista, il 14 gennaio 19 10 interpretò a Vienna i n prima assoluta i Tre pezzi per pianoforte op. I l di Schonberg, sebbene nei suoi ricordi il compositore ne attribuì la prima esecuzione a Richard Buhlig. Fu molto attiva nel Verein fiir musikalische Privatauffiih­rungen. [34]

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WINTERNITZ-DORDA, Martha ( 1 880- 1 958) Soprano di coloratura, attiva prima a Vienna poi all'Opera di Amburgo, il 14 gennaio 1910 fu la prima interprete dei George­Lieder op. 15 di Schonberg. [30, 34, 35 , 36, 4 1 -42, 43 , 44, 53 , 57, 74, 82, 1 14, 1 1 6]

WOLFF, Erich Jacob ( 1 874- 1 9 1 3 ) Compositore, direttore d'orchestra e pianista, accompagnacore al pianoforte della cantante Julia Culp. [58]

WoLFF, Louise, nata Schwarz ( 1855- 1 935) Proprietaria dell'agenzia concertistica viennese Wolff & Sachs. [46]

WYMETAL, Wilhelm von ( 1 878- 1 929) Regista e critico musicale viennese. [54]

ZEHME, Albertine, nata Aman ( 1857- 1 946) Attrice, commissionò a SchOnberg Pierrot lunaire op. 21 e ne fu la prima interprete. [35, 46, 50, 53 , 56, 69, 88]

ZEMLINSKY, Alexander von ( 1 87 1 - 1 942) Direttore d'orchestra e compositore, unico maestro di SchOnberg e suo cognato. Dopo aver diretto a Vienna, dal 1 9 1 1 diresse al Neues Deutsches Theater di Praga e nel ! 924 vi eseguì in prima assoluta Erwartung op. 17 di Schonberg. Nel 1921 fondò la se­zione praghese del Verein fiir musikalische Privatauffiihrungen. [22 , 34, 35, 42, 49, 50, 59, 60, 6 1 , 62 , 63 , 64 , 65, 68, 73, 75, 76, 80, 85, 86, 87, 89]

ZEMLINSKY, Ida von, nata Guttmann ( 1 880- 1 929) Prima moglie di Alexander von Zemlinsky, che la sposò nel 1 907. [63 , 86]

ZWEIG, Fritz ( 1 893 - 1 984) Pianista e direttore d'orchestra, fu allievo di Schonberg nel ! 9 1 O­Il . [37, 55, 78, 83 ]

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SCHONBERG, Arnold Leggere il cielo : diari 1912, 1914 , 1 923 l Arnold Schonberg ; curatela di Anna Maria Morazzoni. - Milano : il Saggiatore, 1 999 - 160 p. ; ill. ; (22 cm.) . - ISBN 88-428-0746-X

L Morazzoni, Anna Maria II. Tit.

780.92 (Le arti. Musica. Persone associate alla musica)

Anno

1999 .2000 .200 l 200.2

Finito di stampare nel marzo 1 999 presso Milanostampa, Farigliano, Cuneo