Arketipo 89/2014 Stahlbau Pichler per Maison de la Paix ... · Internazionale di Ginevra e...
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Stahlbau Pichler per Maison de laPaix, GinevraNadia Cavagnoli 22 dicembre 2014
La Maison de la Paix è il cuore del Campus de la Paix, situato nel distretto
Internazionale di Ginevra e rappresenta una piattaforma importante a livello
mondiale per questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo.
A seguito di un concorso internazionale di architettura, l’architetto Eric Ott (IPAS,
Neuchâtel) è stato selezionato per l’originalità della sua proposta in risposta alle
necessità di spazio e concetti di questo edificio. La forma rettangolare allungata,
infatti, ricorda i petali di un fiore, tanto che, “Petalo” è diventato il termine per
descrivere ogni parte dell’edificio. Le linee curve del vetro che riveste le facciate e
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le differenti altezze di ogni petalo, creano una struttura spettacolare, elegante e
leggera, che prende vita e si evolve a mano a mano che il visitatore si muove
intorno ad esso. La particolare forma dell’edificio, in assenza di un unico muro
rettilineo, crea all’interno delle stanze originali e suggestive, come l’auditorium
Ivan Pictet, la scala a chiocciola nell’atrio del primo petalo e le connessioni curve
tra i due livelli della libreria.
La struttura, ancorata a terra con pali fino a 20 m di profondità è costituita, in
parte, da cemento armato in lastre e fondata su uno scheletro tubolare, rinforzato
da travi visibili sulla facciata a forma di croce. Nell’ingresso principale è stata
realizzata, una sporgenza di 21 m, grazie ad un traliccio ad arco posto nella parte
del primo petalo, mentre dall’imponente struttura tridimensionale della sala
principale, che poggia su sei colonne, si possono ammirare panorami sconfinati.
L’azienda Stahlbau Pichler, ha utilizzato strutture d’acciaio S355 per i 6 “petali”,
tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm per le parti portanti verticali ed elementi orizzontali
con travi HEM260 collegati attraverso ROR 323,9 x 25 mm per i 37 m di luce libera
che coprono le scale sotto il quarto petalo. Il controvento verticale a traliccio a croce
di S. Andrea e i dispositivi anti-foratura fanno parte della struttura metallica in
forma del telaio trasversale. Tutto l’assemblaggio è avvenuto sul posto.
Stahlbau Pichler ha avuto anche il prestigioso compito di sviluppare le facciate
dell’intera “Casa”, realizzate in acciaio a doppia pelle per una superficie di oltre
15.000 mq. Lo strato interno della facciata è dotato di vetro triplo ad elevate
prestazioni e garantisce una protezione termica massima con un sistema
automatico che gestisce la quantità ideale di sole negli uffici, nonché un ottimale
irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal primo da
una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e
protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città. Le facciate a doppia pelle
sono ideali per creare un microclima interno e una qualità dell’aria indoor
migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale. Il paramento esterno è
costituito da un vetro camera basso-emissivo, quello interno da una lastra di vetro
singolo ed è apribile per consentire l’accesso all’intercapedine ventilata che include
il dispositivo di schermatura della radiazione solare.
Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichler è in grado di resistere ai carichi
di progetto (vento, peso proprio, neve ecc.) e proteggere l’edificio dall’ambiente
esterno (variazioni di clima, intemperie), garantendo altissime prestazioni termo-
acustiche, protezione da infiltrazioni e dal fuoco in diverse forme durando nel
tempo e conferendo all’edificio anche un valore estetico nel rispetto della sua
funzionalità.
www.stahlbaupichler.com
Scheda del Porgetto
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Il percorso Atelier Castello è concluso e la sceltaè stata fatta: sarà il progetto dello studioGuidarini&Salvadeo, chiamato #nevicata14, adare una nuova vita alla Piazza Castello di Milano.... See More
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Committente: The Graduate Institute
Architetti: Eric Ott, bureau IPAS Architectes SA, Neuchâtel
Impresa di costruzione: Steiner SA
Struttura e facciate in acciaio: design, construction and installation Stahlbau Pichler
Tempi di consegna
La costruzione della Maison de la Paix è stata eseguita con notevole velocità:
Dicembre 2008: assegnazione del vincitore del concorso di architettura
Maggio 2010: domanda di concessione edilizia
Aprile 2011: concessione edilizia rilasciata
Luglio 2011: accordo con general contractor e apertura del cantiere
Settembre 2013: completati base e petali 1 e 2
Dicembre 2013: completati Petali 3 e 4
Autunno 2014: completati Petali 5 e 6
La superficie lorda dell’edificio è pari a 38.000 mq, ripartita come segue:
– the Graduate Institute: 20.000 mq (53%);
– centri sostenuti dalla Confederazione svizzera (DCAF, GCSP, GICHD): 11.000 mq
(29%);
– altre organizzazioni (WBCSD, Centro di Ricerca del Golfo, Interpeace): 2500 mq
(6%);
– parcheggio e archivi: 4500 mq (12%);
– facciata a doppia pelle: 15.000 m²;
– area riservata per l’Istituto: 600 posti dell’auditorium Ivan Pictet, suddivisibile in
due sale più piccole da 400 e 200 posti;
– auditorium da 100 posti;
– biblioteca Kathryn e Shelby Cullom Davis: 4.500 mq su due livelli con 330
postazioni di lavoro;
– 11 aule e 10 sale per seminari;
– una caffetteria con 170 posti e una terrazza con 60 posti a sedere.
Tag: dispositivo di schermatura doppia pelle Ginevra
Maison de la Paix microclima prestazioni termo-acustiche
sistema di facciate Stahlbau Pichler
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Struttura in acciaio
6 petali in vetro, acciaio e cemento compongono laMaison de la PaixStahlbau Pichler per il progetto curato da IPAS Architectes
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31/12/2014 - La Maison de la Paix è, oltre che un progetto architettonico avveniristico, l’espressione costruttivadell'interazione tra persone ed idee. La Maison de la Paix è il cuore del Campus de la Paix e rappresenta unapiattaforma importante a livello mondiale per le questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo.L’obiettivo della Confederazione di rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospitante organismi ed eventiinternazionali trova concretezza in progetti d’infrastruttura come questo che consolidano l’offerta “intellettuale” diGinevra.
Questo edificio spettacolare di vetro con una forma particolare che ricalca il disegno di sei petali, situato nelcuore del distretto internazionale di Ginevra, nei pressi della sede europea delle Nazioni Unite, nasce peraccogliere i dipartimenti di ricerca e amministrazione dell’IHEID, oltre che un campus per gli 850 studenti, primasparsi in tutta la città. Inoltre, qui troveranno posto tre organismi finanziati dal governo svizzero: il Centro per ilcontrollo democratico delle forze armate (DCAF), il Centro di politica di sicurezza (GCSP) e il Centrointernazionale per lo sminamento umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine diverse altre organizzazioni chesi occupano di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo a livello mondiale.Insieme, l'Istituto e i tre Centri, rendono la Maison de la Paix un importante polo di competenza internazionale cherappresenta il contributo della Svizzera alla promozione a livello mondiale della pace e della cooperazione
internazionale.
La posizione della Maison de la Paix è unica per la sua dislocazionenel cuore della Ginevra internazionale, vicino all’aeroporto e allastazione ferroviaria centrale, e facilmente raggiungibile con i mezzipubblici. A seguito di un concorso internazionale di architettura,l’architetto Eric Ott (IPAS, Neuchâtel) è stato selezionato perl’originalità della proposta in risposta alle necessità di spazio e concetti
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IPAS Architectes, Stahlbau Pichler, Maison de la Paix, Sistema costruttivo in carpenteria metallica
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dell’edificio. Il disegno dalla forma rettangolare allungata ricorda i petalidi un fiore, tanto che, fin da subito, "Petalo" è diventato il termine perdescrivere ogni parte dell'edificio.
La leggerezza del volume dell'edificio dunque si materializza in petalidiversi tutti riposti su un unico basamento.Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze di altezzadi ogni petalo, creano una struttura spettacolare ed elegante, cheprende vita e si evolve a mano a mano che il visitatore si muove intornoad esso.La molteplicità delle curve all'interno dell'edificio, in assenza di un unicomuro rettilineo, crea stanze originali e suggestive. Gli ambienti più suggestivi sono l'auditorium Ivan Pictet, la scala achiocciola nell'atrio del primo petalo e la le connessioni curve tra i duelivelli della libreria. Oltre al movimento apportato all’intero complesso,questi spazi conferiscono all'edificio una forte identità basata su di unanotevole armonia.
La struttura L'edificio è costituito in parte da cemento armato in lastre fondato suuna struttura tubolare, rinforzato da travi visibili sulla facciata a forma dicroce. L'intera struttura è ancorata a terra con pali fino a 20 metri diprofondità. All'ingresso principale, una sporgenza di 21 metri è stata
realizzata grazie ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo. Nella sala principale, l'imponentestruttura tridimensionale che poggia su sei colonne consente panorami sconfinati. Infine, i 37 metri di luce liberache coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno richiesto un traliccio ad arco nella facciata del petalo (Elementiorizzontali con travi HEM260 collegati attraverso ROR 323,9 x 25 mm.).Per quanto riguarda la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler, i 6 “petali” sono costituiti da acciaio S355, lestrutture portanti verticali sono costituite da tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm. Controvento verticale a traliccio acroce di. S. Andrea e dispositivi anti-foratura fanno parte della struttura metallica in forma di strutture trasversali.Tutto l’assemblaggio è stato realizzato sul posto.
Le facciateAncora a Stahlbau Pichler è toccato il prestigioso compito di sviluppare le facciate dell’intera “Casa”.Oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle.La facciata dell'edificio è a doppio strato. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate prestazioni, chegarantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce la quantità ideale di sole negliuffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal primo stratoda una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e protezionedall’inquinamento della ferrovia e della città. Le facciate a doppia pelle sono ideali per creare un microclimainterno ed una qualità dell’aria indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale: costituendouna doppia pelle, il paramento esterno è un vetro camera basso-emissivo, e quello interno, apribile perconsentire l’accesso all’intercapedine, è costituito da una lastra di vetro singolo. L’intercapedine ventilata includeil dispositivo di schermatura della radiazione solare.
Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichler è in grado di resistere ai carichi di progetto (vento, pesoproprio, neve,…) agenti sull’edificio in base alla sua ubicazione, proteggere l’edificio dall’ambiente esterno(variazioni di clima, intemperie,..), garantendo che non ci siano per esempio infiltrazioni di acqua e garantisce lemigliori caratteristiche termiche e acustiche, assicura la protezione dal fuoco in diverse forme e le sueprestazioni durano nel tempo conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel rispetto della suafunzionalità.
STAHLBAU PICHLER su Archiproducts.com
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costruzioni.net | 12 dicembre 2014 | Progetti | Nessun commento
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GINEVRA, MAISON DE LA PAIX
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L a Maison de la Paix è, oltre che un progetto architettonico avveniristico, l’espressione
costruttiva dell’interazione tra persone ed idee.
La Maison de la Paix è il cuore del Campus de la Paix e rappresenta una piattaforma importante
a livello mondiale per le questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo. L’obiettivo
della Confederazione di rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospitante organismi ed
eventi internazionali trova concretezza in progetti d’infrastruttura come questo che consolidano
l’offerta “intellettuale” di Ginevra.
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Questo edificio spettacolare di vetro con una forma
particolare che ricalca il disegno di sei petali, situato nel
cuore del distretto internazionale di Ginevra, nei pressi
della sede europea delle Nazioni Unite, nasce per
accogliere i dipartimenti di ricerca e amministrazione
dell’IHEID, oltre che un campus per gli 850 studenti,
prima sparsi in tutta la città. Inoltre, qui troveranno posto
tre organismi finanziati dal governo svizzero: il Centro
per il controllo democratico delle forze armate
(DCAF), i l Centro di politica di sicurezza (GCSP) e i l
C e n t r o i n t e r n a z i o n a l e p e r l o s m i n a m e n t o
umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine diverse
altre organizzazioni che si occupano di promuovere la
pace, la sicurezza e lo sviluppo a livello mondiale.
Insieme, l’Istituto e i tre Centri, rendono la Maison de la Paix un importante polo di competenza
internazionale che rappresenta il contributo della Svizzera alla promozione a livello mondiale
della pace e della cooperazione internazionale.
La posizione della Maison de la Paix è unica per la sua dislocazione nel cuore della Ginevra
internazionale, vicino all’aeroporto e alla stazione ferroviaria centrale, e facilmente raggiungibile
con i mezzi pubblici.
A seguito di un concorso internazionale di
architettura, l ’architetto E r i c O t t ( I P A S ,
Neuchâtel) è stato selezionato per l’originalità
della proposta in risposta alle necessità di
spazio e concetti dell’edificio.
Il disegno dalla forma rettangolare allungata
ricorda i petali di un fiore, tanto che, fin da
subito, “Petalo” è diventato il termine per
descrivere ogni parte dell’edificio.
La leggerezza del volume dell’edificio dunque
si materializza in petali diversi tutti riposti su
un unico basamento.
Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze di altezza di ogni petalo, creano
una struttura spettacolare ed elegante, che prende vita e si evolve a mano a mano che il
visitatore si muove intorno ad esso.
La molteplicità delle curve all’interno dell’edificio, in assenza di un unico muro rettilineo, crea
stanze originali e suggestive.
Gli ambienti più suggestivi sono l’auditorium Ivan Pictet, la scala a chiocciola nell’atrio del primo
petalo e la le connessioni curve tra i due livelli della libreria. Oltre al movimento apportato
all’intero complesso, questi spazi conferiscono all’edificio una forte identità basata su di una
notevole armonia.
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La superficie lorda totale dell’edificio è pari a 38.000 mq ed è ripartita come segue:
The Graduate Institute: 20.000 mq (53%)
I centri sostenuti dalla Confederazione svizzera (DCAF, GCSP, GICHD): 11.000 mq (29%)
Altre organizzazioni (WBCSD, Centro di Ricerca del Golfo, Interpeace): 2500 mq (6%)
Parcheggio e archivi: 4500 mq (12%)
15.000 m² di facciata a doppia pelle
L’area riservata per l’Istituto comprende:
600 posti dell’auditorium Ivan Pictet, suddivisibile in due sale più piccole da 400 e 200 posti
Un auditorium da 100 posti
La Biblioteca Kathryn e Shelby Cullom Davis, che copre 4.500 mq su due livelli con 330
postazioni di lavoro
11 aule e 10 sale per seminari
Una caffetteria con 170 posti, nonché una terrazza con 60 posti a sedere
LA STRUTTURAL’edificio è costituito in parte da cemento armato in lastre fondato su una struttura tubolare,
rinforzato da travi visibili sulla facciata a forma di croce. L’intera struttura è ancorata a terra con
pali fino a 20 metri di profondità. All’ingresso principale, una sporgenza di 21 metri è stata
realizzata grazie ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo. Nella sala
principale, l’imponente struttura tridimensionale che poggia su sei colonne consente panorami
sconfinati. Infine, i 37 metri di luce libera che coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno
richiesto un traliccio ad arco nella facciata del petalo (Elementi orizzontali con travi HEM260
collegati attraverso ROR 323,9 x 25 mm.).
Per quanto riguarda la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler, i 6 “petali” sono costituiti da
acciaio S355, le strutture portanti verticali sono costituite da tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm.
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Controvento verticale a traliccio a croce di. S. Andrea e dispositivi anti-foratura fanno parte della
struttura metallica in forma di strutture trasversali.
Tutto l’assemblaggio è stato realizzato sul posto.
Le facciate
Ancora a Stahlbau Pichler è toccato il prestigioso compito di sviluppare le facciate dell’intera
“Casa”.
Oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle.
La facciata dell’edificio è a doppio strato. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate
prestazioni, che garantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce
la quantità ideale di sole negli uffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo
strato di doppio vetro, separato dal primo strato da una passerella per la manutenzione, offre
uno schermo acustico supplementare e protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città.
Le facciate a doppia pelle sono ideali per creare un microclima interno ed una qualità dell’aria
indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale: costituendo una doppia
pelle, il paramento esterno è un vetro camera basso-emissivo, e quello interno, apribile per
consentire l’accesso all’intercapedine, è costituito da una lastra di vetro singolo. L’intercapedine
ventilata include il dispositivo di schermatura della radiazione solare.
Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichler è in grado di resistere ai carichi di progetto
(vento, peso proprio, neve,…) agenti sull’edificio in base alla sua ubicazione, proteggere l’edificio
dall’ambiente esterno (variazioni di clima, intemperie,..), garantendo che non ci siano per
esempio infiltrazioni di acqua e garantisce le migliori caratteristiche termiche e acustiche,
assicura la protezione dal fuoco in diverse forme e le sue prestazioni durano nel tempo
conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel rispetto della sua funzionalità.
Tempi di consegna
La costruzione della Maison de la Paix è stata eseguita con notevole velocità:
Dicembre 2008
Assegnazione del vincitore del concorso di architettura
Maggio 2010
Domanda di concessione edilizia
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sede europea delle Nazioni Unite, nasce per accogliere i
dipartimenti di ricerca e amministrazione dell’IHEID, oltre
che un campus per gli 850 studenti, prima sparsi in tutta la
città. Inoltre, qui troveranno posto tre organismi finanziati
dal governo svizzero: il Centro per il controllo democratico
delle forze armate (DCAF), il Centro di politica di sicurezza
(GCSP) e il Centro internazionale per lo sminamento
umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine diverse altre
organizzazioni che si occupano di promuovere la pace, la
sicurezza e lo sviluppo a livello mondiale.
Insieme, l'Istituto e i tre Centri, rendono la Maison de la Paix
un importante polo di competenza internazionale che
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Maison de la PaixIPAS - architectes
internazionale.
La posizione della Maison de la Paix è unica per la suadislocazione nel cuore della Ginevra internazionale, vicino
all’aeroporto e alla stazione ferroviaria centrale, e facilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici. A seguito di un concorso
internazionale di architettura, l’architetto Eric Ott (IPAS,Neuchâtel) è stato selezionato per l’originalità della proposta
in risposta alle necessità di spazio e concetti dell’edificio. Il
disegno dalla forma rettangolare allungata ricorda i petali di
un fiore, tanto che, fin da subito, "Petalo" è diventato il
termine per descrivere ogni parte dell'edificio.
La leggerezza del volume dell'edificio dunque si materializza
in petali diversi tutti riposti su un unico basamento.
Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze
di altezza di ogni petalo, creano una struttura spettacolare ed
elegante, che prende vita e si evolve a mano a mano che il
visitatore si muove intorno ad esso.
La molteplicità delle curve all'interno dell'edificio, in assenza
di un unico muro rettilineo, crea stanze originali e
suggestive.
Gli ambienti più suggestivi sono l'auditorium Ivan Pictet, la
scala a chiocciola nell'atrio del primo petalo e la le
connessioni curve tra i due livelli della libreria. Oltre al
movimento apportato all’intero complesso, questi spazi
conferiscono all'edificio una forte identità basata su di una
notevole armonia.
La struttura L'edificio è costituito in parte da cemento armato in lastre
fondato su una struttura tubolare, rinforzato da travi visibili
sulla facciata a forma di croce. L'intera struttura è ancorata a
terra con pali fino a 20 metri di profondità. All'ingresso
principale, una sporgenza di 21 metri è stata realizzata grazie
ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo.
Nella sala principale, l'imponente struttura tridimensionale
che poggia su sei colonne consente panorami sconfinati.
Infine, i 37 metri di luce libera che coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno richiesto un traliccio ad
arco nella facciata del petalo (Elementi orizzontali con travi HEM260 collegati attraverso ROR 323,9 x 25
mm.).
Per quanto riguarda la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler, i 6 “petali” sono costituiti da acciaioS355, le strutture portanti verticali sono costituite da tubi tondi ROR 323,9 x 25 mm. Controventoverticale a traliccio a croce di. S. Andrea e dispositivi anti-foratura fanno parte della struttura metallica in
forma di strutture trasversali. Tutto l’assemblaggio è stato realizzato sul posto.
Le facciate
Ancora a Stahlbau Pichler è toccato il prestigioso compito di sviluppare le facciate dell’intera “Casa”.
Oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle.
La facciata dell'edificio è a doppio strato. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate prestazioni,
che garantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce la quantità ideale di sole
negli uffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal
primo strato da una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e
protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città. Le facciate a doppia pelle sono ideali per creare
un microclima interno ed una qualità dell’aria indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento
tradizionale: costituendo una doppia pelle, il paramento esterno è un vetro camera basso-emissivo, e
quello interno, apribile per consentire l’accesso all’intercapedine, è costituito da una lastra di vetro
singolo. L’intercapedine ventilata include il dispositivo di schermatura della radiazione solare.
Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichler è in grado di resistere ai carichi di progetto (vento, peso
proprio, neve,…) agenti sull’edificio in base alla sua ubicazione, proteggere l’edificio dall’ambiente esterno
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(variazioni di clima, intemperie,..), garantendo che non ci siano per esempio infiltrazioni di acqua e
garantisce le migliori caratteristiche termiche e acustiche, assicura la protezione dal fuoco in diverse
forme e le sue prestazioni durano nel tempo conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel
rispetto della sua funzionalità.
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Luca Benetti, direttore commercialeStahlbau Pichler | Da parecchi anni il
L’attività di Stahlbau Pichler >>, con sede principale a Bolzano e unapresenza localizzata nelle sedi estere di Austria, Germania, Russia e Svizzera,si articola su due divisioni che sviluppano soluzioni per l’edilizia, attraverso larealizzazione di strutture in acciaio e facciate continue.
«Con una storia di oltre trent’anni e un’organizzazione che prevede due ufficitecnici interni specialistici e due officine, precisa l’ingegner Luca Benetti,direttore commerciale dell’azienda, Stahlbau Pichler svolge due tipologie diattività parallele che, partendo dalla progettazione di un’opera, continuano conla produzione dei componenti e terminano con la sua realizzazione in cantiere».
La produzione dei componenti, sianoessi destinati a strutture in acciaio o afacciate continue, è distribuita su unprocesso che coinvolge sia repartid’officina interni che fornitoriesterni. Edifici civili, complessiindustriali e opere infrastrutturalicompongono il quadro di un mercatoche» sottolinea Benetti «si rivolgesoprattutto al settore privato».Per competenza e affidabilità,l’organizzazione tecnica di StahlbauPichler viene scelta come partneresecutivo da architetti di fama
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Bim | Costruzioni in acciaio
Gestione integrata del processoDal progetto fino al cantiere, la realizzazione di una costruzione in acciaio si articola inuna serie di fasi che nel Bim trovano un supporto di continuità e condivisioneprogettuale. Vediamo come i vantaggi di tale strumento si evidenziano nel casodell’azienda Stahlbau Pichler, la cui attività è rivolta allo sviluppo di progetti cheruotano attorno a complesse strutture in acciaio e facciate continue.
di Redazione | 4 dicembre 2014 in Cantieri, Realizzazioni ∙ 0 Commenti
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nostro processo si avvale di unapiattaforma Bim per integrare tutte lefasi operative e beneficiare deivantaggi che tale integrazione consentea livello economico perché, in fondo, iveri vantaggi di uno strumento simisurano, dal punto di vista aziendale,in termini di riduzione dei costi finali.
internazionale e da importanti gruppiindustriali per la realizzazione di grandiopere d’architettura contemporanea.Soluzioni architettoniche di rilievointernazionale figurano dunque fra quellerealizzate dall’azienda attraverso unpercorso che inizia dalla progettazionestrutturale e si conclude conl’assemblaggio dei componenti in cantiere, fino alla verifica dell’operafinale.La completezza e la molteplicità di operazioni che caratterizzano il processoproduttivo dell’azienda impongono uno stretto coordinamento delle varie fasi disviluppo e delle persone che vi partecipano.L’approccio Bim già adottato da alcuni anni da Stahlbau Pichler consente disupportare tale coordinamento e fare in modo che la realizzazione di ogniprogetto risponda ai requisiti architettonici del committente, nel pieno rispettodei vincoli strutturali e delle tempistiche, a beneficio dell’economicità delprogetto stesso.
Le fasi del processo
Ogni progetto inizia con una proposta architettonica, generalmente presentataattraverso uno o più modelli digitali della struttura, che l’ufficio tecnico deveinnanzitutto analizzare per approvarla in termini di fattibilità.In questa fase la proposta architettonica viene analizzata per stabilire comeessa possa tradursi in una struttura reale, coerente con i requisiti formali edimensionali richiesti dal committente.«Si tratta spesso, sottolinea Benetti, di strutture complesse, per le quali ènecessario eseguire analisi accurate, prima di procedere alla progettazione didettaglio dei singoli componenti».Una volta definita la strategia da seguire si passa all’elaborazione del progettovero e proprio, con il supporto degli strumenti Bim per lo sviluppo dei modellidigitali relativi alle strutture d’assieme e dei singoli elementi.Il software Tekla Structures >>, fornito dal partner tecnologico Harpaceas>>, è stato adottato dall’ufficio tecnico di Stahlbau Pichler per le potenzialitàche esso offre nella modellazione tridimensionale di strutture complesse, la cuidefinizione geometrica beneficia dell’interfacciabilità con specifici software dicalcolo ingegneristico.Tekla Structures rappresenta una piattaforma fondamentale nell’ottica Bim,perché consente di gestire tutte le fasi del processo, dalla modellazione alcalcolo strutturale, dagli acquisti alla produzione, favorendo il rapportocollaborativo con clienti e fornitori esterni.«Da parecchi anni il nostro processo si avvale di una piattaforma Bim, affermaBenetti, per integrare tutte le fasi operative e beneficiare dei vantaggi che taleintegrazione consente a livello economico perché, in fondo, i veri vantaggi diuno strumento si misurano, dal punto di vista aziendale, in termini di riduzionedei costi finali».Disegni d’assieme e dei singoli componenti, fondamentali per un’efficacerappresentazione virtuale dell’opera prima di passare alla sua esecuzione,vengono automaticamente derivati dai modelli digitali.L’immediata disponibilità di distinte e tavole 2D accelera la fase produttiva,semplificando l’interfaccia con i centri di lavorazione automatica in officina.Gli stessi disegni facilitano la costruzione di particolari da parte dei fornitoriesterni coinvolti nel progetto, con la certezza di mantenere la precisionedimensionale richiesta dai livelli qualitativi e di affidabilità del componente.Questa modalità operativa semplifica anche le eventuali modifiche in corsod’opera, garantendone la corretta distribuzione sulle varie operazioniproduttive. Essa stabilisce inoltre un collegamento bidirezionale fra aree interneall’azienda ed entità esterne.In particolare, ogni revisione progettuale determina un aggiornamentodei lotti di produzione e, parallelamente, quelli di cantiere, rispondendoa una specifica caratteristica dei progetti, quella di essere funzionali allacostruzione.Infatti, trattandosi di dati digitali, essi possono venire facilmente utilizzati dalresponsabile di cantiere per conoscere la situazione aggiornata dei lotti ereperire informazioni utili all’assemblaggio della struttura.Il formato digitale delle informazioni progettuali, produttive e costruttive èalla base di un’integrazione stretta fra le varie funzioni che operano nelprocesso, fino alla realizzazione in cantiere, dove ogni informazione, aggiornatain tempo reale, può essere acquisita e visualizzata su un personal computer oun tablet, per guidare il responsabile verso un corretto svolgimento delle
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operazioni.È evidente come tale approccio conduca a benefici economici, grazieall’ottimizzazione non solo dei componenti, ma anche dei loro lotti, dall’area diproduzione a quella di cantiere.
Tag: acciaio, Harpaceas, Luca Benetti, Roma, software Tekla Structures,Stahlbau Pichler, vetro
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Vista a volo d’uccello da nord-ovest (foto di Nemesi&Partners)
Michele Molè è fondatore e direttore creativo di Nemesi: «Il progetto vincitoredel concorso internazionale era caratterizzato da precise caratteristicheidentitarie, ma anche da un potenziale in parte inespresso. Durante ilsuccessivo sviluppo siamo riusciti a conservare le prime e, allo stesso tempo, aesprimere in forma più compiuta e soddisfacente il secondo».
Prospetto sud: le forme stilizzate assumono un valore simbolico rispetto al tema di ExpoMilano 2015(foto si Nemesi&Partners)
Attorno a quale concetto avete progettato Palazzo Italia?«L’idea di “comunità” ha costituito il cardine della riflessione. La piazza – luogodell’identità, dell’incontro e delle relazioni – occupa il posto centrale nellacomposizione architettonica. Attorno ad essa si riuniscono i volumi checompongono Palazzo Italia, che riporta forme vegetali stilizzate sulle facciatecome simbolo dell’uso corretto delle risorse e condizione di una crescitacapace di restituire frutti al territorio nel quale è radicata».
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Palazzo Italia, una piazza per la comunitàtra innovazione e complessitàdi Giuseppe La Franca | 18 dicembre 2014 in Exibition, News, Progetti ∙ 0 Commenti
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Sul fronte della sostenibilità, i risultati ottenuti sono notevoli.«Il progetto risponde ai criteri normativi previsti per gli edifici realizzati a partiredal 2017. Palazzo Italia è classificabile A+ e produce direttamente buona partedell’energia che consuma, grazie a sistemi costruttivi finalizzati al contenimentodelle dispersioni termiche, all’adozione di tecnologie innovative per ilcondizionamento, al ricorso a strategie bioclimatiche.
Masterplan dell’area Expo Milano 2015: l’area espositiva dedicata all’Italia è situata lungo ilCardo (foto di Nemesi&Partners)
Ad esempio, l’attenta definizione volumetrico-spaziale e lo studio dei moticonvettivi fra interno ed esterno consente di ottenere, in regime estivo, unatemperatura dell’aria nella piazza inferiore di 3 °C rispetto a quella esterna,senza l’impiego di sistemi attivi di ventilazione».
Innovazione e complessitàPalazzo Italia offre interessanti spunti anche nella sperimentazione di materialie tecnologie innovative.«Il progetto è espressione di quanto di meglio l’imprenditoria, la creatività e laricerca italiane possono offrire oggi al mondo delle costruzioni.
Assieme agli edifici provvisori, Palazzo Italia compone l’area espositiva dedicata al nostropaese (foto si Nemesi&Partners)
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Michele Molè e Susanna Tradati
È il caso del cemento biodinamico, appositamente sviluppato da Italcementi perla realizzazione della pelle esterna, in sinergia con Styl-Comp, che si èoccupata dell’ingegnerizzazione e della costruzione degli oltre novemila metriquadrati di casseforme, tutte diverse l’una dall’altra, necessarie alla produzionedei pannelli di rivestimento.
Si tratta di un sistema in grado di offrire un’immagine scultorea alle facciate diPalazzo Italia, qualità che si ritrova anche nella copertura vetrata della piazza,messa a punto e prodotta da Stahlbau Pichler impiegando superfici vetrate adalto contenuto tecnologico, dalle forme articolate e con differenti tipologie difinitura».Qual è la chiave di lettura di Palazzo Italia?«Il progetto ha suscitato apprezzamenti e – com’è giusto che sia – anchecritiche, queste ultime focalizzate principalmente sulla sua elevata complessità.Al riguardo riteniamo che, nel nostro paese, dovremmo tutti condurre unabattaglia contro la banalità.
1 Scala principale d’ingresso, 2 Ingresso, 3 Spazio eventi, 4 Area Expo, 5 Area uffici, 6Area delegati, 7 Ristorante, 8 Superficie comune e foyer, 9 Collegamenti verticali, 10 Areatecnica, 11 Terrazza
In questi ultimi anni il “Sistema Italia” sta conoscendo una sorta di involuzione,soprattutto in edilizia: sembra che non ci sia più la volontà di puntare in alto, nédi darsi obiettivi ambiziosi. Ovviamente non siamo interessati a una complessitàfine sé stessa – conclude l’arch. Molè – ma crediamo fermamente che il portatodella ricchezza e della varietà del nostro patrimonio culturale e artistico possatrovare nuove modalità espressive anche nell’architettura contemporanea,coniugando i tempi rapidi della comunicazione con modalità di fruizione dellospazio costruito che stimolano a una lettura “in profondità”».
«L’idea di “comunità” hacostituito il cardine dellariflessione. La piazza –luogo dell’identità,dell’incontro e dellerelazioni – occupa il postocentrale nellacomposizionearchitettonica. Attorno adessa si riuniscono i volumiche compongono Palazzo
Italia, che riporta forme vegetali stilizzate sulle facciate come simbolo dell’usocorretto delle risorse e condizione di una crescita capace di restituire frutti alterritorio nel quale è radicata».
Tag: Expo 2015, Michele Molè, Susanna Tradati
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Luca Benetti, direttorecommerciale StahlbauPichler
Prova in stabilimento
Luca Benetti è direttore commerciale di Stahlbau Pichler, impresa altoatesinache si è aggiudicata l’appalto specialistico per la realizzazione della vela dicopertura, ampia circa 4.500 metri quadrati e caratterizzata da un complessodisegno tridimensionale, che raccorda i fabbricati perimetrali esaltando laspazialità della piazza interna.
«Coniugare una forma non convenzionale con lenumerose funzioni tecniche, tipiche di unasuperficie trasparente (protezione dagli agentiatmosferici, illuminazione e ventilazione naturali,tenuta termica, produzione di energia, eccetera),ha costituito la sfida principale di questacommessa.
Abbiamo puntato soprattutto sulla messa a puntodell’interfaccia fra i sottosistemi strutturale e dirivestimento, con una soluzione customizzata cherisolve sia le problematiche legate all’uso di lastre
trasparenti dalla forma quadrangolare, molte delle quali piegate in una e anchein due direzioni, sia la necessità di facilitarne la regolazione in cantiere.
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Trasparenze customizzate per PalazzoItaliadi Giuseppe La Franca | 18 dicembre 2014 in Exibition, News, Progetti · 0 Commenti
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Dettaglio della struttura metallica spaziale, con individuazione dei principali componentiportanti (foto di Stahlbau Pichler)
Si tratta di elementi puntuali – una combinazione di componenti in acciaio e inalluminio estruso – che consentono di calibrare la posizione di ciascun pannellovetrato in rapporto agli altri e alla struttura in acciaio che li sostiene tutti, nelrispetto delle tolleranze caratteristiche di ciascun materiale.
1 Lastra stratificata vetro extrachiaro: temperato Hst (12 + 0,76 pvb + 10 mm), indurito einterposizione celle fotovoltaiche – 2 Lastra esterna selettiva: temperato Hst (8 + 0,76 pvb+ 8 mm) interposizione celle fotovoltaiche Intercapedine (18 mm) con argon 90% Lastrainterna: stratificato temperato Hst(6 + 0,76 pvb + 6 mm) indurito – 3 Orditura primaria, tubolare superiore – 4 Routullecustomizzate – 5 Distanziatore d’appoggio (80x 75 mm) profilo a U – Unp 80x45x6 – 6Sigillatura in silicone resistente ai raggi ultravioletti – 7 Orditura secondaria -8 Ordituraprimaria, tubolare inferiore – 9 Puntone verticale
Il “momento della verità” nello sviluppo del progetto costruttivo è stato la
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realizzazione di un mock-up di dimensioni adeguate, completato nell’estatescorsa. Progettisti, direzione lavori e i tecnici delle altre imprese hanno potutoverificarne in prima persona la resa estetica, la funzionalità e le prestazioniattese.
Modello tridimensionale della struttura di copertura con evidenziati i punti d’appoggio (foto diStahlbau Pichler)
L’aspetto più significativo del percorso finora compiuto è stato sicuramente lospirito di fattiva collaborazione fra i diversi attori coinvolti, perciò guardiamo confiducia all’ultima fase – la realizzazione in opera – che inizieremo a breve».
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Tag: copertura, Expo 2015, Luca Benetti, stahlbau pichler, vela
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Startseite » Wirtschaft » Lokal Artikel vom Freitag, 2. Januar 2015
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Manager des Jahres: „Das Bauen ist mein Leben“Angefangen hat er ganz klein – inzwischen ist er international bekannt für seineeinzigartigen Fassaden aus Stahl, Aluminium und Glas: Walter Pichler, Südtirols„Manager des Jahres 2014“.
Trotz seines Erfolges ist er auf dem Boden geblieben und lebt seinen Beruf mitder gleichen Leidenschaft wie vor über 35 Jahren. „Das Bauen ist mein Leben“:So lautet Pichlers Erfolgsgeheimnis, wie er im großen „Dolomiten“-Interview inder Wochenend-Ausgabe erzählt.
Hin und wieder sei er selbst erstaunt über die aktuelle Betriebsgröße vonStahlbau Pichler, sagt er. „Vor allem, wenn man bedenkt, wie wir angefangenhaben.“
Begonnen hat Walter Pichler nämlich mit seinem Bruder Ferdinand vor über 35Jahren mit einem kleinen Handwerksbetrieb im Eggental. Mittlerweile beschäftigtdas Unternehmen 200 Mitarbeiter und erwirtschaftet jährlich rund 85 MillionenEuro.
Bekannt ist Stahlbau Pichler vor allem für sein Prestigeprojekte: Von derUniversität Foster in Turin, über die Bergisel-Schanze in Innsbruck bis hin zumehreren Sitzen namhafter Autohäuser wie etwa BMW in Mailand oder einigenPavillons auf der EXPO 2015.
Einfach war es aber nicht, an solche Projekt zu kommen, so Pichler im„Dolomiten“-Interview: „Als wir das erste Mal für Ferrari gearbeitet haben, hat manuns bei der Angebotsabgabe gefragt, wie viel wir bereit wären zu investieren, umfür Ferrari zu bauen.“
Der Auftrag sei dann zwar kein Verlustgeschäft geworden, aber viel verdiene manbei solchen Prestigeprojekten aber nie. „Sie sind aber eine sehr gute Werbung“,so Südtirols „Manager des Jahres 2014“.
sor
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Das gesamte Interview mit dem „Manager des Jahres 2014“ Walter Pichler lesenSie in der Wochenend-Ausgabe des Tagblatts „Dolomiten“.
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