ARISTOTELE (fisica: il movimento)
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ARISTOTELE(fisica: il movimento)
Prof. Michele de Pasquale
SCIENZE
teoretiche
pratiche e
poietiche (produttive)
metododimostrazione e
dialettica
oggettola fisica studia gli enti caratterizzati dal movimento, la
matematica studia gli enti immobili, la
filosofia prima studia l’ente in
quanto ente
scopoperseguono
la conoscenza senza altro
scopo che la verità
scopo quelle pratiche
mirano alla conoscenza come
guida per l’azione e quelle poietiche mirano al sapere
per produrre qualcosa
metodo descrittivo oggetto
riguardano cose che possono essere o
non essere in quanto dipendenti dall’uomo
gli scritti di Fisica trattano degli enti che si muovono e che si trasformano
riguardo al divenire (primo libro) nella filosofia precedente si sosteneva che non poteva darsi un sapere scientifico attorno al mondo del divenire appunto perchè si aveva a
che fare con oggetti non stabili
Aristotele riprende dalla tradizione filosofica l’idea che per spiegare il mutamento bisogna far ricorso ai contrari, però introduce un nuovo
concetto:
il sostrato (hypokeìmenon)
il sostrato è il fondamento permanente in rapporto al quale si esplica l’azione conflittuale dei contrari (è una sostanza che permane nel variare degli accidenti che le ineriscono)
il mutamento viene pensato come una trasformazione del sostrato:
il passaggio del sostrato da un contrario (stèresis = privazione) all’altro (eidos o morphè = forma)
si supera così il divieto eleatico di pensare il movimento: il non essere non è il nulla ma la privazione - privazione
non in senso assoluto perchè all’origine del processo c’è il sostrato
Aristotele (secondo libro) usa due sistemi di concetti per spiegare il movimento e la
struttura delle sostanze naturali:
la teoria delle quattro cause (aitiai)
i concetti di potenza
e atto
“ Definiti questi punti, bisogna prendere in esame le cause, allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero. Poiché, infatti, il presente trattato si propone per
scopo la conoscenza, e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il perché (e questo significa cogliere la causa prima), è
chiaro che anche noi dobbiamo far ciò intorno alla generazione, alla corruzione e ad ogni mutamento naturale, affinché, conoscendone i princípi, ci studiamo di far
risalire ad essi ciascuna delle nostre ricerche…In un modo, dunque, si dice causa ciò da cui una cosa deriva essendo in essa immanente: ad esempio, il bronzo è causa della statua, l’argento della coppa, e i loro generi. In altro modo si dice causa la forma [eîdos] e il modello [parádeigma], cioè la definizione del concetto e i generi di essa (come nell’ottava il rapporto di uno a due e, in generale, il numero) e le parti inerenti alla definizione. Inoltre si dice causa ciò da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete: ad esempio, è causa chi dà un consiglio, il padre è causa del figlio, e, in generale,
l’agente è causa di ciò che è fatto e ciò che muta è causa di ciò che vien mutato. Ed ancora, si dice causa il fine, cioè la causa finale: ad esempio, la sanità è causa del camminare; alla domanda infatti: perché cammina? rispondiamo: perché stia bene; e, dicendo cosí, crediamo di aver ammessa la causa. Pertanto son pure da
considerarsi cause tutte le cose che coll’intervento di altro movente divengono intermedie del fine: ad esempio, della sanità la magrezza o la purgazione o le
medicine o gli strumenti; tutte queste cose, infatti, si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une, strumenti le altre....%
E poiché le cause sono quattro, è compito del fisico l’aver conoscenza di tutte; ed egli, riferendo il perché a tutte, lo assegnerà fisicamente ad esse, ossia alla
materia, alla forma, al motore, alla causa finale.” (Aristotele, Fisica)
causa materiale
(hyle = materia): ciò
di cui una cosa è fatta
causa formale (eidos, morphè = forma): l’essenza di una sostanza
causa efficiente (archè tes
metaboles): ciò che
determina l’inizio del
cambiamento
causa finale (tèlos): ciò in vista di cui avviene il
mutamento
ogni sostanza è pensabile come unione di materia e forma (sinolo: syn con olon tutto = tutt’insieme): Aristotele considera spesso equivalenti causa finale e formale
secondo Aristotele i naturalisti (ionici e atomisti) hanno riconosciuto solo la causa materiale, Platone anche quella formale (le idee) e finale (il bene), Anassagora ed Empedocle la causa efficiente (nous; amore-odio)
non sempre Aristotele distingue tra entelècheia ed enèrgheia: ad es. il seme è la pianta in potenza (dynamis); la pianta adulta è il seme
in atto (entelècheia); compiuto il processo la pianta è in grado di svolgere le funzioni che le sono proprie, cioè la sua propria attività
(enèrgheia)
Potenza (dynamis): possibilità di qualcosa
di trasformarsi in qualcos’altro
Atto: condizione di qualcosa
che ha raggiunto il proprio fine realizzando la completa attuazione delle
proprie potenzialità (entelècheia = en in telos fine ècho avere = compiuto); processo dell’attuarsi dell’entelècheia,
esplicarsi delle funzioni di un ente che ha attuato la propria entelecheia (enèrgheia =
en in ergon opera = attività)
ma mentre la coppia materia-forma rende ragione della struttura del reale in un’ottica
prevalentemente statica,
la coppia potenza-atto è più idonea a spiegare dinamicamente i processi di trasformazione
materia potenza
forma atto
esiste una corrispondenza tra
i mutamenti (terzo libro) sono classificati coerentemente con la dottrina delle categorie:
mutamenti secondo la sostanza
(generazione/ corruzione)
mutamento di traslazione
(si tratta del movimento in senso proprio, quello
del cambiamento di luogo)
mutamenti secondo la
quantità (accrescimento/diminuzione)
mutamenti secondo la
qualità(cambiare colore...)
il movimento di traslazione è il movimento fondamentale a cui si riducono tutti gli altri
può essere di tre specie
circolare, intorno al centro del
mondo
dal centro del mondo
verso l’alto
dall’alto verso il
centro del mondo
sono reciprocamente opposti e possono appartenere
alle stesse sostanze che saranno così soggette alla corruzione
e alla generazione
non ha contrari, perciò le sostanze
che si muovono secondo questo movimento sono immutabili,
ingenerabili, incorruttibili
sono propri dei quattro elementi (terra, fuoco, acqua ,aria) che compongono le cose terrestri e sublunari
il loro movimento può essere
movimento dal centro del mondo verso
l’alto
movimento dall’alto verso il centro del
mondo
naturale (il movimento degli elementi naturali che tende verso il proprio
luogo naturale - dottrina dei luoghi naturali):
• terra verso il basso• fuoco verso l’alto• acqua e aria permangono al centro
violento (quello che non asseconda la
tendenza naturale dei corpi).
Aristotele riflette sui concetti di spazio e tempo (nei libri dal terzo al sesto)
lo spazio si identifica con l’insieme dei luoghi propri dei corpi, con la superficie che contiene immediatamente un corpo
“il limite immobile del corpo che lo contiene” (Fisica)
questo luogo è come un recipiente delle cose ed ha la caratteristica dell’immobilità: pur non identificandosi con i corpi, lo spazio non può esistere indipendentemente dai
corpi
da questa visione anti-sostanzialistica dello spazio deriva:• l’impossibilità del vuoto (luogo in cui non c’è nulla)• l’inesistenza di un luogo fuori dell’universo
Il tempo è“il numero del movimento secondo il prima e il poi” (Fisica)
come il luogo non esiste senza i corpi, così il tempo non esiste senza le cose che mutano
Aristotele si interroga (nel libro ottavo) sui rapporti tra movente e mosso
nell’ambito dei contesti fisici l’uomo è da considerarsi il movente primo; però risalendo le cause
arriveremo ad individuare un motore primo che deve essere necessariamente immobile (akinèton)
questo problema si pone necessariamente considerando il movimento eterno dei pianeti e della sfera delle stelle:
bisognerà ammettere l’eternità dei primi motori immobili, ridotti, poi, per esigenze logiche ad un unico principio di movimento
quest’unico principio muove la sfera delle stelle fisse che muove le sfere degli altri pianeti e del sole il quale è causa
dei processi che si verificano sulla terra