Parte Prima Introduzione: LA NASCITA DELLA FISICA MODERNA · FISICA MODERNA. Piero Galeotti Fisica...

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Piero Galeotti Fisica Sperimentale 1 Parte Prima Parte Prima Introduzione: Introduzione: LA NASCITA DELLA LA NASCITA DELLA FISICA MODERNA FISICA MODERNA

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Piero Galeotti Fisica Sperimentale 1

Parte PrimaParte PrimaIntroduzione:Introduzione:

LA NASCITA DELLA LA NASCITA DELLA FISICA MODERNAFISICA MODERNA

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INVITO ALLA FISICAINVITO ALLA FISICAChe cos’è la fisica? da Aristotele a Galileo, da Newton a Einstein, a oggi la fisica è lo studio dei fenomeni naturali (per esempio: moto dei pianeti, arcobaleno, buio della notte, colore del cielo, struttura della materia, atomi e nuclei, isolanti e conduttori elettrici, natura della luce, ecc).

QUANTITA` MISURABILI

GRANDEZZE FISICHE

Chi è il fisico? una persona curiosa.

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Talete importò nel mondo greco la matematica e la fisica di egizi e babilonesi. Pitagora riteneva la Terra sferica. Aristarco e Eratostene fecero le prime misure sul sistema solare (ritenuto eliocentrico). Aristotele definì gli elementi fondamentali di natura (terra, acqua, aria, e fuoco) e le forze che agiscono tra loro. Democrito, Epicuro e Lucrezio formularono la teoria atomistica. Tolomeo e Ipparco introdussero l’astronomia e la cosmologia.Le nuove idee: Bruno (1548, 17/2/1600) e Campanella.

Origini della fisicaOrigini della fisicaSi deve ai popoli dell’antichità (babilonesi, caldei, egizi, sumeri, fenici, ecc..) la nascita della nostra civiltà.Il mondo ellenistico fece una sintesi delle loro conoscenze e diede origine alla scienza classica.

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Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, pubblicato nel febbraio 1632 e sequestrato nel luglio dello stesso anno insieme all’ingiunzione a Galileo stesso di costituirsi davanti al Sant’Uffizio. Dopo aver discusso le differenze tra il moto degli uccelli e quello dei corpi morti, Galileo fa esporre a Salviati la seguente argomentazione (da Galileo Galilei: Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Ed. Einaudi, 1970, pag. 227):

«....mi par tempo e luogo di mostrar il modo di sperimentarle tutte facilissimamente. Rinserratevi con qualche amico nella maggior stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi anco un gran vaso d'acqua, e dentrovi de' pescetti; sospendasi anco in alto qualche secchiello, che a goccia a goccia vadia versando dell'acqua in un altro vaso di angusta bocca, che sia posto a basso: e stando ferma la nave osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando indifferentemente per tutti i versi; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi gettando all'amico alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa, quando le lontananze siano eguali; e saltando voi, come si dice, a pie' giunti, eguali spazii passerete verso tutte le parti.

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Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose, benché niun dubbio ci sia che mentre il vassello sta fermo non debbano succeder così, fate muover la nave con quanta si voglia velocità; ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma: voi saltando passerete nel tavolato i medesimi spazii che prima, né, perché la nave si muova velocissimamente, farete maggior salti verso la poppa che verso la prua, benché, nel tempo che voi state in aria, il tavolato sottopostovi scorra verso la parte contraria al vostro salto; e gettando alcuna cosa al compagno, non con più forza bisognerà tirarla, per arrivarlo, se egli sarà verso la prua e voi verso poppa, che se voi fuste situati per l'opposito; le goccioline cadranno come prima nel vaso inferiore, senza caderne pur una verso poppa, benché, mentre la gocciola è per aria, la nave scorra molti palmi; i pesci nella lor acqua non con più fatica noteranno verso la precedente che verso la sussequente parte del vaso, ma con pari agevolezza verranno al cibo posto su qualsivoglia luogo dell'orlo del vaso; e finalmente le farfalle e le mosche continueranno i lor voli indifferentemente verso tutte le parti, né mai accaderà che si riduchino verso la parete che riguarda la poppa, quasi che fussero stracche in tener dietro al veloce corso della nave, dalla quale per lungo tempo, trattenendosi per aria, saranno state separate...»

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Nell’ antichità

Nel XIX secolo

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La prima rivoluzione scientifica: Copernico, Galileo, Keplero, Cartesio, Newton, Boyle, Laplace.La seconda rivoluzione scientifica e la nascita della scienza moderna. Teorie, esperimenti e osservazioni.Einstein e la relatività. Planck e la meccanica quantistica.La radioattività. L’atomo di Bohr e la nascita della fisica atomica. La fisica nucleare: fissione e fusione nucleare.

• Le particelle elementari: quark e leptoni (stringhe?). Internet• L'astrofisica: evoluzione stellare• Cosmologia: big bang o big rip• La radiazione cosmica• La fisica astroparticellare• La fisica dello stato solido

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LA NASCITA DELLA FISICA MODERNA

Dalla visione classica ad un nuovo concetto di realtà

FATTI E TEORIE30 anni che hanno cambiato il mondo:

1896 Becquerel 1897 Michelson e Morley1900 Planck 1905 Einstein 1905 Herzsprung e Russel1911 Rutherford 1912 Hess1913 Bohr 1924 DeBroglie1925 Compton 1925 Pauli1927 Heisenberg 1929 Hubble

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La fisica classica studia fenomeni su scala umana, la fisica moderna studia l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande.

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SULLA NATURA DELLA LUCESULLA NATURA DELLA LUCE

Ippocrate e Aristotele pensavano che l'occhio emettesse raggi per mezzo dei quali potesse “sentire” gli oggetti

Secondo Galeno (II secolo d.c.), l'occhio proietta uno “spirito visuale” per mezzo del quale il mondo esterno viene percepito

Keplero e Cartesio agli inizi del ‘600 svilupparono la conoscenza della rifrazione della luce

Newton sviluppò una teoria corpuscolare della radiazione, considerando cioè la luce come formata di particelle

Nello stesso periodo Huygens compì una serie di esperimenti che dimostrarono che la luce ha caratteristiche di onda (diffrazione e interferenza)

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Per guardare

dentro i corpi

Perchè le particelle vengono accelerate?

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La luce bianca che attraversa un prisma viene scomposta nei colori

che la compongono

Onde lungheOnde lunghe Onde corteOnde corter.a.g.v.b.i.v.r.a.g.v.b.i.v.

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Filtro

Rivelatore

Lo spettro è continuoUV IR

blu 460 nmverde 530 nmgiallo 580 nmarancio 610 nmrosso 660 nm

Newton

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Dispersione della luceDispersione della luce

θ(ν)

La luce visibile, bianca, è in realtà composta di radiazioni di diversa lunghezza d’onda le quali, attraversando un qualsiasi mezzo disperdente (prisma, goccia d’acqua, ecc…) vengono rifratte ad angoli diversi.

Il fenomeno è noto come dispersione della luce, ed è caratterizzato da angoli di deviazione piccoli per radiazioni di frequenza piccola (grande lunghezzad’onda) e grande deviazione per radiazione di frequenza grande.L’arcobaleno è un tipico esempio naturale di dispersione della luce.

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L'indice di rifrazione dipende dalla lunghezza d'onda della luce

n = n(n = n(λλ))

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La luce visibile è solo un tipo di radiazione elettromagnetica emessa dai corpi.

Ogni tipo di radiazione EM viaggia alla velocità della luce: 300.000 km/s 300.000 km/s

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LO SPETTRO ELETTROMAGNETICOLO SPETTRO ELETTROMAGNETICO

Lo spettro visibile varia da ∼ 400 a ∼ 700 nm, ossia di un fattore 2. L’intero spettro e.m. varia di 20 ordini di grandezza, dalle dimensioni di un nucleo a ~10 km

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Trasparenza dell’atmosfera terrestre alla radiazione elettromagnetica

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Si usano tecniche differenti per rilevare la luce a differenti lunghezze d’onda

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Osservazioni a diverse lunghezze Osservazioni a diverse lunghezze d’onda rivelano dettagli invisibili in otticod’onda rivelano dettagli invisibili in ottico

UVUV

VisibileVisibile

IRIR

Mappa Mappa della della regione di regione di OrioneOrione

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Si ritiene che i componenti elementari della materia siano quark e leptoni, e che le particelle elementari siano: adroni (3 quark), mesoni (2 quark) e leptoni.

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t (2/3)(174,3 GeV)

b (-1/3)(da 4,0 a 4,4 GeV)

ντ

(< 18,2 MeV)

τ(1777 MeV)

FamigliaIII

c (2/3)(da 1,15 a 1,35 GeV)

s (-1/3)(da 75 a 170 MeV)

νµ

(< 0,19 MeV)

µ(105,6 MeV)

FamigliaII

d (-1/3)(da 3 a 9 MeV)

u (2/3)(da 1 a 5 MeV)

νe

(< 3 eV)

e(0,51 MeV)

FamigliaI

QUARKLEPTONI

Le particelle elementari

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strutture nucleari

adroniadroni10-13 cm1Forte

struttureatomiche

carichefotoni∞(∝ r-2)

1/137Elettro-magnetica

decadi-menti β

leptoni e adroni

bosoni(W+ e Z0)

10-16 cm10-5 mp-2Debole

corpi celesti

tuttegravitoni∞(∝ r-2)

6 10-39 mP

-2

Gravita-zionale

EsempiParticelle soggette

Particelle scambiate

Raggio d’azioneIntensità

Intera-zione

Le interazioni fondamentali

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Come detto, i dati sperimentali sono alla base della Fisica.Il metodo di analisi richiede l’uso della Statistica (distribuzioni di probabilità, valor medio e varianza, coefficiente di correlazione, ecc..) e della teoria degli errori (propagazione, errori statistici e errori sistematici)

Molto spesso la distribuzione normale (o quella di Poisson per gli eventi rari) permettono di interpretare i dati di molti esperimenti

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cdcandelaintensità luminosa

molmolequantità di sostanza

Kkelvintemperatura

Aamperecorrente

ssecondotempo

kgkilogrammomassa

mmetrolunghezza

SimboloNomeGrandezza

Si sono definite unità di misura fondamentali e derivate.Nel S.I. le unità fondamentali sono riportate in tabella.

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Potenze di 10Potenze di 10:da meno di 10-12 (pico) a oltre 1012 (tera) ma anche molto più piccole, per es. 10-43 s (il tempo di Plank) o molto più grandi, per es. 1026 m (il raggio dell’universo visibile) o 1030 kg (la massa del Sole).

Esistono inoltre grandezze dimensionali e adimensionali, tra queste ultime, per es. il radiante, (rapporto tra l’arco e il raggio definito da un angolo).

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Cinematica

1 - velocità e accelerazione come grandezze scalari

• velocità media vm = ∆s/∆t = s/tvelocità istantanea v = ds/dt

• accelerazione media am = ∆v/∆taccelerazione istantanea a = dv/dt = d2s/dt2

IL MOVIMENTOIL MOVIMENTO

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1a legge (principio di inerzia)

Ogni corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme fino a che non interviene una forza esterna a variarlo. Esistono sistemi di riferimento inerziali (per es. il sistema del laboratorio, un treno a velocità costante, il sistema eliocentrico, ecc...) e sistemi non inerziali (accelerati).

Leggi della dinamica

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2a legge (secondo principio della dinamica) Questo principio introduce il concetto di massa, una conseguenza del fatto che l’effetto dinamico di forze diverse sullo stesso corpo produce accelerazioni diverse, ma tali da avere un rapporto costante tra forza e accelerazione: F1/a1 = F2/a2 =....= costante = m, ossia:

F = ma

Vale il principio di sovrapposizione SFi = m Sai delle forze (proprietà additiva); Nel S.I. il Kg è l’unita` di massa e il Newton è l’unità delle forze [1N=1kg⋅ 1m/s2].

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3a legge (principio di azione e reazione)

ad ogni forza corrisponde una reazione uguale in modulo e direzione e di verso opposto, ovvero FA = - FB, da cui :

I sistemi di propulsione (naturale o artificiale) sono basati su questo principio e non sarebbero applicabili se non ci fossero le forze di attrito

∑ ==+

0F te,generalmenpiù o,

0

i

BA FF

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Da L = F·s = ma·s si ricava:

Poichè si definisce energia cinetica la quantitàne segue L = K2 – K1 (noto come teorema delle forze vive o dell’energia cinetica), ossia: il lavoro totale svolto corrisponde alla variazione di energia cinetica: ΣLi = ∆K.

Per forze conservative L = W1 – W2, da cui ∆W + ∆K = ∆E = 0: l’energia totale E (cinetica piu` potenziale) si conserva.

La potenza e` definita come P = L/∆t = F·v e si misura in Watt [1W=1J/1s].

LAVORO E ENERGIALAVORO E ENERGIA

)(2

)( 21

222

121

22 vvma

vvmaL −=−=

221 mvK =

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x

yvt

LA RELATIVITA`LA RELATIVITA`La relatività newtoniana e le trasformazioni galileiane

ttvtxx =+= ','

x'

y'

vuu

vdt

dx

dt

dx

+=

+=

'

'comportano:

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Scorre il Scorre il tempotempo

in modo lineare, simile a una freccia,in modo lineare, simile a una freccia,

come considerato nella cultura occidentale ?come considerato nella cultura occidentale ?

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mls

mv

100

3

=

=

Una barca si muova alla velocitàcostante v = 5 m/s e percorra un fiume in direzione della corrente (nei 2 versi) o perpendicolare alla corrente. Si ha:

correntealla lareperpendico435

correntedella versonel835

correntecontro versonel235

22s

m

sm

sm

v

v

v

=−=

=+==−=

I tempi di percorrenza (A/R) sono:

svlt

svlt

504

200:rosso tratto

5,628

100

2

100: verdetratto

===

=

+==

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Fino al XIX secolo si riteneva che la luce si propagasse in un mezzo (detto etere). Michelson-Morley in un famoso esperimento di interferometria del 1887 dimostrarono invece la non esistenza dell’etere, percheè la velocità della luce non dipende dalla direzione del moto della Terra.

La simultaneità è relativaLa simultaneità è relativa

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Esperimento di Michelson-MorleyLa differenza di cammino ottico 2d2 – 2d1 produce frange di interferenza tra la luce riflessa dai due specchi M1 e M2.Se d2 = d1 le due onde riflesse giungono in fase all'osservatore.La Terra ruota su se stessa (v ~ 0,4 km/s), si muove intorno al Sole (v ~ 30 km/s) e il Sole ruota intorno al centro della Galassia (v ~ 240 km/s). I risultati mostrano che la velocita` della luce rimane costante lungo ogni direzione.

correntedi etere

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• la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore c in tutte le direzioni e in tutti i sistemi di riferimento inerziali (c è una costante universale).

• le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali (non esiste un sistema di riferimento privilegiato)

Per spiegare questo risultato, nel 1905 Einstein propose la teoria della relatività speciale, basata su due postulati:

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L'evento a è misurato, per esempio, da un passeggero a bordo di un vagone ferroviario; l'evento b da un passeggero fermo in stazione.

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d

La principale conseguenza della relativita` speciale e` che non si hanno piu` lunghezze assolute o un tempo universale, in quanto queste grandezze dipendono dal sistema di riferimento in cui sono misurate. Questi fenomeni sono noti come: contrazione della lunghezza e dilatazione del tempo.

Se, per esempio, consideriamo uno specchio fermo, distante d da una sorgente luminosa, si ha:

c

dttcd

2ossia,2 00 =∆∆=

Se invece lo specchio si muove rispetto a noi (o noi rispetto allo specchio) alla velocita v, la distanza percorsa l e` data da:

( ) ( ) ( ) 202

12

2122

21 tctvdtvl ∆+∆=+∆=

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c

lt

2=∆Poichè anche in questo caso eliminando l si ottiene:

è detto fattore di Lorentz.Gli intervalli di tempo misurati dai due osservatori sono uguali solo se v << c (per cui β ~ 0 e γ ~ 1). Se v → c (ossia β → 1 e quindi γ → ∞) si ha ∆t → ∞ per qualsiasi valore di ∆t0.Ne segue il fenomeno della dilatazione del tempo: il tempo non e` piu` assoluto (come nella meccanica newtoniana), ma dipende dall’osservatore: se misurato da un osservatore esterno è sempre maggiore del tempo proprio t0 (∆t > ∆t0).

( ) 02

0

2

0

11t

ttt

cv

∆=−

∆=−

∆=∆ γβ ( )21

1

βγ

−=dove

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Per comprendere la dilatazione del tempo, spesso si dice che un orologio in moto è più lento di uno fermo.Famosi sono il paradosso dei gemelli e l’esperimento sui µ dei raggi cosmici (v = 0.99 c, γ = 7.1, t0 = 2.2 µs). Secondo la meccanica classica queste particelle dovrebbero percorrere la distanza d = v t0 = (0,99)(2,998·108)(2,2·10-6) ~ 660 m

Secondo la meccanica relativistica essi devono percorrere la distanza γvt0 = 7,1·660 m = 4.7 km (come se avessero una vita media γt0 = 15,6 µs). Muoni con γ ~ 150, a cui corrisponde v = 0,99996 c, possono percorrere anche 100 km.

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Consideriamo ora due oggetti posti alla distanza propria l0 tra loro, per es. le estremita` di un righello (o la lunghezza di un pinguino dal becco alla coda).

Un osservatore fermo misura contemporaneamente le estremità del righello (o del pinguino) e ne ricava la lunghezza l0. Ciò non è più vero se l’osservatore (o l'oggetto) sono in moto relativo tra loro.

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Un osservatore fermo (per es. sul marciapiede di una stazione) misura la lunghezza l0 del righello (posato sul marciapiede) e nota che questa stessa lunghezza viene percorsa in un tempo ∆t = l0/v da un treno che si muove alla velocità v.

Un osservatore sul treno vede il marciapiede (e quindi anche il righello) prima avvicinarsi e poi allontanarsi e, con il suo orologio, misurerà la lunghezza del righello l = v∆t0.

l0

v ≠ 0

treno

marciapiede

v ≠ 0

l

treno

marciapiede

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02

00

0

11 ll

t

tll

γβ =−=

∆∆=Eliminando la

velocita` si ottiene:

La lunghezza si contrae nella direzione del moto e l → 0 per γ → ∞ (v → c ).

L’estensione delle trasformazioni di Galileo

(qui scritte per l’asse x)sono le trasformazioni di Lorentz:

ttvtxx =−= ','

( ) ( )22''),''(oppure'),('c

vxttvtxxc

vxttvtxx +=+=−=−= γγγγ

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( )

( ) 22

0 '1

'cui da,

'''

1

'''

1

lim

cvuvu

u

cxvt

t

tvxt

t

xu

t ++=

∆+∆∆

∆+∆∆=

∆∆=

→∆

Ne segue che anche la velocità di un oggetto è relativa.Sia infatti u = ∆x/∆t la velocita` misurata da un osservatore e sia u’ = ∆x’/∆t’ quella misurata da un altro osservatore in moto rispetto al primo alla velocità v. Si deve avere:

( ) ( )βνββνν

ββνν

−≈+−→

±=

11

)entoallontanam di caso(

velocitàpiccoleper

,1

1

02

21

0

0

Effetto Doppler. La frequenza della luce cambia con la velocita` relativa tra sorgente e osservatore.

cvc

vcc

λλ

λλ∆±=

±= cui da1

0

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La frequenza della luce cambiaLa frequenza della luce cambia per il moto per il moto relativo tra sorgente e osservatorerelativo tra sorgente e osservatore

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 50

β

In meccanica classica la quantità di moto di un corpo in movimento si conserva:

In relatività, nel sistema di riferimento del corpo in moto si ha:

costante=∆∆==

t

xmmvp

mvt

xm

t

t

t

xm

t

xmp γγ =

∆∆=

∆∆

∆∆=

∆∆=

00

( ) ( )2222 mcpcE +=

mvpmvK == ,221

in meccanica classica si ha: Kmp 22 =

Infine, poichè:

in relatività:

Ne segue che un corpo con massa a riposo (massa propria) m0 possiede la massa se misurata da un

2

0

1 β−= m

mosservatore in moto

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Dunque, in relatività, la massa può considerarsi una forma di energia 2

02

0 , mcKEEmcE γ=+==

Dato il grande valore di c2 = 9 1016 (m/s)2, anche una massa piccola produce un grande valore di energia di massa; per questo motivo, le unita` di misura del S.I. sono poco utilizzate. Si usano invece:

1 u.m.a. = 1,66·10-27 kg, 1 eV = 1,60·10-19 J

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Finora si sono considerati moti a velocita` costante.Per moti accelerati la relativita` speciale non e` piu` adatta e si deve usare la relativita` generale (formulata da Einstein nel 1916) che e` una teoria della gravitazione.Il punto di partenza e` il principio di equivalenza: massa inerziale e massa gravitazionale sono identiche.Ne segue che gli effetti di un campo gravitazionale sono equivalenti a quelli prodotti da un sistema in moto accelerato: in un laboratorio terrestre o su un razzo in moto con accelerazione g, ogni esperimento produrrebbe gli stessi risultati, e lo sperimentatore non si accorgerebbe di essere a Terra o sul razzo.

Relatività generaleRelatività generale

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 53

La curvatura dello spazio-tempo è il concetto che subentra a quello di gravitazione universale: la massa determina la curvatura dello spazio-tempo, ed è quest’ultima ad imporre il moto alla massa.Una massa attrae la luce e ne modifica la traiettoria, dando luogo al fenomeno di lente gravitazionale, già osservata nel caso di corpi di grande massa: Sole, stelle e galassie.

Secondo la relativita` generale è prevista anche l'esistenza di onde gravitazionali prodotte in processi di perdita di energia del campo gravitazionale.

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 54

Le masse modificano lo spazio-tempo

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Essendo la massa una forma di energia, in natura si conserva la massa-energia, e una forma si puo` trasformare nell’altra.

Durante l'eclisse solare del 29 Maggio 1919 (e confermato in seguito) Eddington ha verificato che la luce (energia) di una stella viene deviata dall'effetto gravitazionale della massa del Sole.

TerraLuna

Sole

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Un esperimento di relatività generale

B.Bertotti, L.Iess, P.Tortora hanno effettuato un originale esperimento per la misura della deviazione del segnale causata dal campo gravitazionale del Sole.

Si è avuta conferma della teoria della relatività generale con un’accuratezza di 20 parti per milione, 50 volte meglio del precedente limite.

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 57

La geometria dell’UniversoLa geometria dell’Universo

Illustrazione bidimensionale della fisica in uno spazio tridimensionale

Tre tipi di superficie: piana, sferica e iperbolica

La propagazione dei raggi luminosi “sente” la gravità

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LA MECCANICA QUANTISTICALA MECCANICA QUANTISTICAAlla fine del XIX secolo la statistica classica si dimostro` inadeguata a spiegare le curve di emissione di corpo nero e, in particolare, comportava una catastrofe ultravioletta.

kTc

u3

28πνν =

)per (infatti ∞→∞→ ννu

Infatti, mentre le leggi di Wien e di Stefan:

risultavano verificate, non lo era la legge di Rayleigh-Jeans sulla distribuzione energetica della radiazione (brevemente luce) data da:

∫ =

=4

max

u

costante

aTd

T

ν

λ

ν

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 59

La luce deve avere natura ondulatoria

y(x,t) = A sin[2π(x/λ - t/T)]

y(x,t) = ymsin(kx-ωt),

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 60

Nel 1900 Planck propose che la radiazione fosse quantizzata, ossia composta di quanti di energia multipli di un valore minimo ε0 (nε0, con n > 1).La legge proposta da Plank sulla distribuzione energetica della radiazione e` data dalla relazione:

Le leggi di Wien e di Stefan sono due casi particolari della legge di Plank, validi per piccole o grandi frequenze (energie):

(Wien) 1

Jeans)-(Rayleigh 1

>>

<<

kT

hkT

h

ν

ν

1

183

3

−=

kTh

ec

hu ν

νπν

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 61

La teoria di Plank sulla radiazione permise di spiegare l’effetto fotoelettrico e l’effetto Compton.

Kmax = ½mv2 = eVstop

Il potenziale d'arresto non dipende dall'intensita` della luce.

La frequenza di taglio non dipende dall'intensità della luce.

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 62

Dunque la luce non ha solo natura ondulatoria, perchè sotto la frequenza di taglio non vengono emessi elettroni anche se si tratta di luce di grande intensita`.La luce (o piu` generalmente la radiazione) deve avere anche natura corpuscolare, come proposto da Einstein nel 1905, che introdusse il quanto elementare di luce, il fotone. Al fotone di frequenza ν viene associata l'energia E = hν, dove la costante di Plank h ha il valore h = 6.63·10-34 J·s = 4,14·10-15 eV·s.

Dato il potenziale di ionizzazione Φ, l'effetto fotoelettrico si spiega con la legge di conservazione dell'energia.

ee

h

e

KV

mvKh

stop

Φ−==

+Φ=+Φ=

ν

ν

max

221

max

Dalla seconda relazione si vede che Vstop cresce linearmente con la frequenza e si puo` misurare il valore di h.

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 63

)cos1( φλ −=∆mc

h

mc

h e` una costante detta lunghezza d'onda Compton

Per spiegare l'effetto Compton, nel 1916 Einstein propose di associare al fotone non solo un'energia ma anche un impulso. λ

ν h

c

hp ==

L'effetto si spiega con la conservazione dell'energia e della quantità di moto

c

mchh

mchKhh

=

−+=

−+=+=

λν

γλλ

γννν

essendo

)1('

)1('' 2

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 64

Le particelle hanno le stesse proprietà delle onde (in particolare interferenza e diffrazione) e natura di onda-corpuscolo: sono rivelabili in un punto come corpi materiali, ma la probabilita`di rivelarli ha la natura di un’onda.

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 65

Per simmetria, nel 1924 De Broglie ipotizzo`che anche le particelle avessero natura ondulatoria: come la radiazione possiede l'impulso p = h/λ, anche una particella possiede la lunghezza d'onda (detta di De Broglie) λ = h/p = h/mv.

Nel 1926 Schrödinger diede l’interpretazione matematica della meccanica quantistica, introducendo la funzione d’onda Ψ, che nei casi piu` semplici di onde di materia puo` essere scritta come:

dove ω = 2πν e` la pulsazione dell'onda. Si tratta di un’equazione delle coordinate spaziali e temporale, che stabilisce la probabilita` di trovare una particella in una data posizione sapendo le condizioni energetiche del sistema.

tiezyxtzyx ωψψ −= ),,(),,,(

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 66

( )[ ]

( ) ( )2

221

2

2

22

2

2

2

2

2

28

,0per

,0,08

==

=+=−+

h

pmv

h

mxE

kdx

dxEE

h

m

dx

d

pot

pot

ππ

ψψψπψ

Considerando il moto lungo l'asse x di una particella libera, l'equazione di Schroedinger puo` essere posta nella forma:

la cui soluzione generaleè del tipo:

)()(

)(

)(),(

tkxitkxi

tiikxikx

ti

BeAe

eBeAe

extx

ωω

ω

ωψψ

+−−

−−

+==+=

==

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( ) costante20

220

2

0

2 ==== ψψψψ ikxikx eesi ottiene:

Ossia, una particella libera, per la quale Epot(x) = 0, che si muove lungo l'asse x ha la stessa probabilità di essere individuata in qualsiasi punto.

ciò che ha significato fisico è la densità di probabilità │Ψ2│, una quantità reale e positiva che fornisce la probabilità di trovare la particella in un determinato volume elementare.Dalle formule di Eulero e dalla 1

2== −ikxikxikx eee ,sincos

,sincos

θθθθ

θ

θ

ie

iei

i

−=+=

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La possibilita` di prevedere solo in modo probabilistico la posizione di una particella è un esempio del principio di indeterminazione, formulato da Heisenberg nel 1927.Questo principio stabilisce che non e` possibile determinare in modo preciso, e contemporaneamente, alcune coppie di grandezze fisiche tra cui, per esempio:

∆E·∆t > h/2π ∆x·∆p > h/2π

dove h è la costante di Planck (spesso si usa ħ = h/2π).Le conseguenze del principio sono fondamentali in fisica atomica e nucleare (quando ∆x → 0) e in cosmologia (quando ∆t → 0).

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 69

Infine, essendo un'onda di probabilita`, per le particelle vale l'effetto tunnel: si puo` avere Ψ≠0 anche dopo la barriera di potenziale, con coefficiente di trasmissione T ~ e-2kL, dove

2

2 )(8

h

EEmk pot −

Piero Galeotti Fisica Sperimentale 70

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