Arezzo Sport 88

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13 27 GENNAIO 2012 in copertina Ilaria Badalotti l 2011 è stato l’anno di Ilaria Badalotti. Classe 1996, la giovanissima atleta dell’Arez- zo Karate nell’ultima stagione ha conqui- stato il titolo italiano individuale nei 45 kg degli Esordienti B, il titolo italiano a squa- dre e uno splendido secondo posto all’Open Internazionale di Grado, arrivando a un passo dalla convocazione in Nazionale e consacran- do la propria stella nell’Olimpo del karate gio- vanile italiano. Ilaria, come ricordi i tuoi primi passi nel ka- rate? «Ho iniziato a 6 anni e inizialmente non ero convinta che il karate sarebbe stato il mio sport: dunque, soprattutto nei primi tempi, è stato fon- damentale il sostegno dei miei genitori e del mio primo allenatore, Luca Boldrini». Già nel 2009 eri riuscita a vincere l’argento ai Campionati Italiani, ma la vera consacra- zione è arrivata nel 2011. «L’ultima stagione è stata quasi perfetta. Ho raggiunto tanti bei risultati, tra cui l’argento I continua a pag. 14

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1327 GENNAIO 2012

in copertina

IlariaBadalotti

l 2011 è stato l’anno di Ilaria Badalotti. Classe 1996, la giovanissima atleta dell’Arez-zo Karate nell’ultima stagione ha conqui-stato il titolo italiano individuale nei 45 kg degli Esordienti B, il titolo italiano a squa-

dre e uno splendido secondo posto all’Open Internazionale di Grado, arrivando a un passo dalla convocazione in Nazionale e consacran-do la propria stella nell’Olimpo del karate gio-vanile italiano.

Ilaria, come ricordi i tuoi primi passi nel ka-rate?

«Ho iniziato a 6 anni e inizialmente non ero convinta che il karate sarebbe stato il mio sport: dunque, soprattutto nei primi tempi, è stato fon-damentale il sostegno dei miei genitori e del mio primo allenatore, Luca Boldrini».

Già nel 2009 eri riuscita a vincere l’argento ai Campionati Italiani, ma la vera consacra-zione è arrivata nel 2011.

«L’ultima stagione è stata quasi perfetta. Ho raggiunto tanti bei risultati, tra cui l’argento

I

continua a pag. 14

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all’Open Internazionale di Grado, anche se il ricordo più bello rimane la vittoria del titolo italiano: è stato fantastico. Ero consapevole delle mie ca-pacità e mi immaginavo di poter vincere, ma non mi sarei mai aspettata di vivere tante emozioni e tanta gioia».

L’unico cruccio rimane la mancata convocazione per i Mondiali.«Dopo il titolo italiano speravo di ottenere la convocazione in Nazionale

per i Mondiali, e sono così partita per Grado con l’obiettivo di conquistare la vetta del ranking giovanile. Purtroppo, in occasione di quella gara, Viola Lallo, la numero uno della categoria superiore, è scesa nei 45 kg, e vincen-do l’Open si è piazzata al primo posto, proprio davanti a me: dal momento che di posti in Nazionale ce n’era soltanto uno, dopo quella gara ho visto vanificarsi il mio sogno, e ho vissuto sensazioni terribili».

L’appuntamento con la Nazionale è stato soltanto rinviato: il tuo 2012 si è già aperto nel segno dell’azzurro.

«Dal 5 al 7 gennaio ho partecipato a un seminario della Nazionale gio-vanile a Riccione, un incontro organizzato in vista degli Europei di febbraio in Azerbaijan. Negli allenamenti ho dato il massimo con l’obiettivo di con-vincere i tecnici a convocarmi per gli Europei. Spero che abbiano capito che non devono sottovalutarmi: penso di meritare questa occasione, perché non valgo certamente meno della Lallo».

Che altri obiettivi ti poni per questa stagione?«Innanzitutto devo conquistare il primo posto nel ranking italiano, entrando di diritto a far parte della

Nazionale. Oltre a questo, conto ovviamente di vincere un nuovo titolo italiano».

Concludiamo parlando del tuo rapporto con lo sport: cosa è per te il karate?

«È vita. Mi alleno tutti i giorni e dedico tutto il mio tempo libero e i miei fine settimana a questo sport: non lo vivo come un sacrificio, perché il karate è tutto quello che voglio fare. In questo percorso sportivo devo r i n g r a z i a r e la mia socie-tà, l’Arezzo Karate, un a m b i e n t e fantastico in cui tutti, dai miei amici ai miei allena-tori Marco Mencatt in i , A l e s s a n d r o Balestrini ed Enrico Pelo, mi sostengo-no e mi dan-no la forza per raggiun-gere i miei obiettivi». •

Ilaria Badalotti, l’astro nascente del karate italiano

di

Marco

Cavini

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egli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria grandinata di misfatti inerenti al panorama sportivo italiano: casi di doping, partite truccate, campionati falsati hanno guadagnato tristemente le prime pagine di

tutti i giornali.L’idea stessa di sport come attività sana e aggrega-

tiva ha lasciato spazio al suo lato oscuro e corruttibile, dominato dalla logica dell’interesse economico, finen-do per piegarlo ai suoi biechi interessi. Per questo moti-vo, un dibattito sull’etica e la moralità nell’attività spor-tiva non potrebbe essere più attuale e urgente di oggi.

Di questo si preoccupa don Paolo De Grandi, sa-cerdote che col mondo dello sport è legato a doppio nodo. Il suo passato di calciatore lo rende quanto mai esperto delle dinamiche che stanno alla base dell’ago-nismo e sensibile dinanzi a un rinnovamento morale ed etico.

“Non mi risulta che un corpo in buona salute possa rendere l’anima buona in grazia della propria virtù, viceversa un’anima buona per sua stessa virtù può perfezionare il corpo in maniera straordinaria”, dice-va Platone, «quindi la salute dell’anima è una terapia per rendere sano e armonioso il corpo», afferma Don Paolo, dando un tocco di spiritualità alla sua densa dottrina sportiva.

Alla base di questo pensiero filosofico, il concetto di cura ed equilibrio dell’anima (in greco epimeleia) che diviene perciò cammino indispensabile al raggiungimento della coscienza e conoscenza di se stessi. Anche lo sport, nel discorso di don Paolo, si inserisce a pieno titolo in questo contesto: «L’attività fisica non è mai fine a se stessa. Assume i connotati di responsabilità poiché vi è un continuo confronto con la realtà e coi propri limiti. Per questo il concetto di “autostima” come conoscenza delle proprie capacità diviene imprescindibile nel processo di crescita personale».

Sotto quest’ottica lo sport si imbeve di alti valori morali in cui l’altro da me, il mio avversario, è considerato nel suo aspetto umano e inclusivo, e dal cui incontro si misurano anche le proprie abilità. «I nostri giovani

Don Paolo de Grandi: rinnovamento etico e morale nel mondo sportivo di oggi

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[segue a pag. 15]

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Don Paolo e Zlatan Ibrahimovic

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– spiega De Grandi, – invasati da tv e media, vogliono emulare il beniamino sportivo senza contare che esiste un passaggio segnato da rinunce, soffe-renze, impegno».

Lo sport è anche sinonimo di agoni-smo e quindi conflitto, in cui si insinua la tentazione (del doping, della scom-messa o il cedimento alla violenza). Ma «l’agonismo non è privo di valori etici, dato il carattere pubblico che il con-fronto agonistico assume»: le virtù che vengono messe in gioco sono sempre quelle del riconoscimento dell’avver-sario oltre che di se stessi, in una logica in cui l’agonismo si può definire l’ascesi della gara. «Ne è un esempio fulgido l’imperativo kantiano: rispettare in sé, come negli altri, la dignità delle perso-ne umane è un fine e non un mezzo, e non ha prezzo. La dignità non è ogget-to di scambio». Inoltre, la lotta come metafora della vita ha anch’essa re-gole che si fondano sul principio della stima reciproca.

Come il celebre “terzo tempo” del

rugby in cui lo sport incarna i suoi valori più alti quali la dignità, la perseveranza, la lealtà e l’amicizia.

L’attività sportiva, essendo metafora di vita, «porta inevitabil-mente con sé la deviazione. La sua salvezza è come l’appello alla redenzione dell’uomo attraverso la parola del Signore».

L’uomo sportivo è visto come «tempio dello Spirito Santo e profeta della grazia di Dio nel proprio corpo. Un vero atleta di Cristo».

L’individuo dunque è posto al centro delle sue responsabilità e delle proprie azioni, di cui deve calcolare con responsabilità le conseguenze. Perché la scelta tra il giusto e lo sbagliato, alle volte così complicata e sottile, dipende solo ed esclusivamente dal suo “senso di coscienza”.

Parallelamente si fa necessario un cambiamento culturale dello sport e degli ambienti sportivi, chiedendoci seriamente su quali valori, ideali e principi intendiamo fondarne le regole. •

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Don Paolo con Figo

Don Paolo con Roberto Mancini

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BBC Mastiff: Arezzo comeItaca

olo pochi mesi fa il coronamento di un sogno: la Serie A di baseball. Un risultato magnifico raggiun-to da una squadra, i Mastiff, che solo pochi anni prima navigava nelle acque della Serie C. Una doppia promozione frutto di tanti sacrifici sia sul campo, sia a livello societario.

Nonostante la Serie A, nonostante il progetto virtuoso, la società di baseball aretina è momen-taneamente sprovvista di un campo su cui giocare le partite di casa. Una situazione parados-

sale che dura da tempo, visto che i Mastiff sono partiti dalla Serie C prendendo in uso (tramite il BSC Arezzo, altra squadra aretina di Serie A) il campo comunale, rimanendo poi nel corso degli anni “senza casa” e obbligati a disputare i play-off (sia di Serie C che di B) prima a Grosseto, poi a Perugia.

Una storia paradossale quella che ci racconta Danilo Biagioli, presidente (e coach) dei Mastiff, costretti all’esilio «sia per colpa dei BSC che ci hanno boicottato il campo, sia per colpa del Comune di Arezzo che nel frattempo ci ha fatto promesse prontamente non mantenute».

Così è nata e si sta sviluppando tuttora l’“odissea” dei Mastiff, che hanno dovuto fino ad adesso girova-gare tra Grosseto e Perugia e che rischiano di proseguire la propria condanna anche nell’anno della Serie A. Una condanna che può costare ai Mastiff il rischio concreto di fuga da parte degli sponsor i quali, tiene ad aggiungere il presidente Biagioli, «insieme alla forma di autofinanziamento contribuiscono alla sopravvivenza della società».

L’Assessorato allo Sport del Comune di Arezzo finora non ha risolto la questione Mastiff, nonostante tutte le squadre presenti in Serie A siano state aiutate dai propri Comuni di appartenenza. «Certamente non

vogliamo mollare proprio adesso e dopo tanto tempo in cui abbiamo preferito tenere un profilo basso, ora siamo disposti ad agire per vie lega-li» per risolvere questa storia «che ci ha portato ai limiti dell’esasperazione. Mollare adesso vorrebbe dire buttare via quattro anni di sacrifici e straccia-re un progetto che ci ha permesso di realizzare un sogno».

Un sogno che noi del “Settimanale di Arezzo” auguria-mo di continuare a vivere con la speranza che, come Ulisse il quale riuscì a tornare nella propria casa di Itaca, anche i Mastiff riescano a tornare il prima possibile nella pro-pria Arezzo. •

Il presidente Danilo Biagioli ci racconta l’esilio forzato dei Mastiff, costretti a disputare le gare di casa in impianti fuori dalla provincia di Arezzo

S

di Omero

Ortaggi

27 GENNAIO 2012 17

DOGA’S BARAl Doga’s vi aspettiamo per l’aperitivo... dalle 18.30!

Dopo non dite che non lo sapevate!

Selezioni di vini da “sbornia”… e altro!

loc. Madonna di Mezzastrada… dopo l’Olmo

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18 27 GENNAIO 2012

ioco e divertimento sono i due pilastri su cui poggia il Minibasket Nova Verta della Scuola Basket Arezzo. A questa regola non fanno eccezione nemmeno gli Aquilotti 2002, una squa-dra formata da 18 bambini che, guidata dalla passione e dall’esperienza dell’istruttore Paolo Bruschi, si sta appassionando al basket scoprendo questo sport esclusivamente come un gioco.

Per gli Aquilotti ancora non esistono la competizione e le tattiche della vera pallacanestro, perché alla Sba interessa solo che questi bambini possano vivere il basket come puro divertimento e crescano in un ambiente sano e nel confronto con i coetanei.

«Vogliamo che gli Aquilotti vivano la pallacanestro come un gioco e come un’emozione – spiega Federico Fracassi, segretario della Sba. – Con questa squadra, pur non parlando mai di tattiche, iniziamo a fare alcuni esercizi che permettono ai bambini di assaggiare le primissime tecniche del basket: attraverso il palleg-gio, il passaggio e la gestione degli spazi, i nostri atleti imparano a conosce-re il proprio corpo e, allo stesso, a prendere confidenza con questo sport».

Gli Aquilotti disputano un campionato provinciale non competitivo (cioè senza classifiche e con gare senza punti) e partecipano a vari concentra-menti e tornei organizzati dalla stessa Sba o da altre società: queste partite, da cui è bandito l’agonismo, servono ai bambini per incontrarsi e confron-tarsi con atleti di altre società.

«Con i bambini del Minibasket stiamo portando avanti un lavoro impe-gnativo – conclude Fracassi. – La bontà del nostro progetto possiamo am-mirarla ogni giorno assistendo ai vari allenamenti: anche negli Aquilotti, il numero dei bambini aumenta costantemente ed è possibile respirare un entusiasmo sempre maggiore».

Gli Aquilotti si allenano due volte alla settimana presso la palestra della Sba a San Lorentino; per informazioni o iscrizioni, è possibile recarsi alla segreteria della pale-stra (aperta ogni giorno dalle 16 alle 19) o contattare lo 0575/299719. •

G

Roster Aquilotti 2002

Michele BadialiGuido BorrielloRiccardo CaneschiAlessandro CasiniGiacomo ChiasseriniDennis CrociniTommaso Dalla VerdeFrancesco DoroMarco FarsettiJacopo GiovaneAntonio Robert HogasPietro LucattiniEdoardo NeriFlorin Madalin NicaLeonardo PratesiGiovanni ScafocchiaGiovanni ScroccaMatteo Serafini

Aquilotti 2002, vivere la pallacanestro

come un gioco e come un’emozione

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1982-2012: il Circolo Tennis Giotto

festeggia

i 30 anni

Era il 1982 quando Marcello Bordiga e altri ap-passionati di tennis, partendo da una roulotte e da un solo campo da gioco, decisero di dar vita al Circolo Tennis Giotto. Oggi, a distanza di trenta anni, questo circolo è cresciuto, è

arrivato ad abbracciare 460 soci e ad arricchirsi con 7 campi da gioco, una piscina, campi da beach volley e altre strutture all’avanguardia.

Dal 2008 alla guida del C.T. Giotto c’è Luca Benvenuti, un presidente che sta portando il Circolo verso un ulteriore crescita, investendo soprattutto sull’attività sociale.

«I trent’anni del Circolo – spiega Benvenuti – rap-presentano un traguardo importante che vogliamo celebrare con grandi festeggiamenti e tante novità. Innanzitutto ci regaleremo un nuovo impianto che

permetterà al Circolo un ulteriore salto di quali-tà: abbiamo deciso di realizzare un campo ve-loce in resina sintetica, un terreno che comple-terà la nostra struttura permettendoci di offrire un servizio in più ed essere sportivamente più competitivi. Per affrontare questo investimento, che in larga parte sarà coperto dal supporto di un nuovo sponsor, le Assicurazioni Generali, sono stati fondamentali il sostegno e la passione di tut-ti i nostri soci».

Benvenuti, a proposito di soci, quanto è im-portante per il Giotto l’attività sociale?

Il presidente Benvenuti presenta l’attività sociale e

promette sorprese

per l’importante

anniversario

Benvenuti (a sx) e Bordiga, presente e passato del C.T. Giotto

qui a fianco gli sponsor del Circolo Tennis Giotto

a dx, in esclusiva, il logo per i

30 anni del Circolo

Vip Car s.p.a.

1927 GENNAIO 2012

panoramica di alcuni campi del Circolo

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20 27 GENNAIO 2012

opo la pausa natalizia, ripartono lunedì 30 gennaio tut-te le attività natatorie e acquatiche del Centro Sport Chimera, il palazzetto del nuoto aretino. Dalla scuola nuoto al fitness in acqua, dal nuoto libero all’apnea,

dalla ginnastica per gestanti ai corsi da bagnino: le attività svol-te all’interno del palazzetto del nuoto (elencate nella foto) sono numerose e vengono incontro alle esigenze di tutti. I corsi, orga-nizzati dalla Chimera Nuoto e dalla Sport3, sono rivolti a persone di tutte le età, da 0 a 100 anni, dal momento che si tratta di attività svolte interamente in un ambiente, quello acquatico, non traumatico e privo di controindicazioni.

Queste attività rispondono ai più diversificati obiettivi. Innanzitutto, dopo gli eccessi e il riposo del periodo natalizio, i corsi permettono di praticare uno sport che aiuta a star bene, a riattivare il fisico e a perdere peso. A questo si aggiungono tutti i vantaggi di un’attività motoria svolta in piscina: già dai pri-mi anni di vita, questi corsi permettono di sviluppare la sicurezza e la formazione nelle acque, apprendendo o perfezionando le tecniche del nuoto e permettendo un armonioso sviluppo del corpo. I corsi permettono infine un allenamento regolare e continuo, che affianca, ai benefici fisici, gli effetti positivi del-la socializzazione: tutte le lezioni sono di gruppo e permettono dunque di fare conoscenza e di stare con gli altri.

I corsi si svolgono in orari diversificati dalla mattina alla sera; per chi fosse impossibilitato a frequentare le lezioni negli orari presta-biliti, sono disponibili anche corsi individuali ad hoc, in grado di venire incontro a qualsiasi esigenza. Per avere informazioni det-tagliate sulle singole attività, visitate il sito www.centrosportchi-mera.com o contattate la segreteria allo 0575/353315. •

D

“Da 0 a 100 anni”:le attività acquatiche del Centro Sport Chimera ripartono senza differenze d’età

LE ATTIVITÀ ACQUATICHE DEL CENTRO SPORT CHIMERA

Nuoto liberoCorsi di nuoto 0-3 anni Corsi di nuoto 3-6 anniCorsi di nuoto 6-18 anni Corsi di nuoto 18-100 anniCorsi di nuoto individualiCorsi professionali di bagnino di salvataggio

Corsi per istruttore di nuotoGinnastica in acqua

Acqua-gym styleAcqua-gym training

Acqua triathlonHidrobike

Ginnastica in acqua per gestantiGinnastica in acqua post-partum

Apnea

«Il mio obiettivo è che la crescita sportiva proceda a braccetto con la crescita sociale. Ritengo che una delle funzioni primarie del Giotto sia proprio quella sociale: il Circolo deve proporre attività diversificate e deve essere vissuto attivamente dai propri soci. Negli ultimi anni ho assistito a una crescita importante, con il Consiglio che si è impegnato nel promuovere molte iniziative, con l’ingresso di tanti nuovi soci e il coinvolgimento di intere famiglie. Dall’attività sociale dipen-de la crescita di tutto il Circolo, e in quest’ottica è doveroso un ringrazia-mento a tutti quei soci che, con il loro impegno, hanno portato avanti alcuni autofinanziamenti volti a un costante miglioramento degli ambienti e delle strutture».

Che obiettivi si pone per il futuro?«Voglio incrementare ulteriormente

l’attività sociale: completeremo e am-plieremo la nostra struttura, con il so-gno di fare del Giotto un punto di riferi-mento e aggregazione per un numero sempre maggiore di famiglie».• mc