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1/2013 PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT Tra responsabilità individuale e prescrizioni ZUCCHERIFICIO DI AARBERG Una visita colma di piacevoli sorprese – sicurezza inclusa POSTI DI LAVORO DESERTI Spostamenti di lavoro da manuale La rivista upi per i partner della prevenzione

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La rivista upi per i partner della prevenzione

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1/2013

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT

Tra responsabilità individuale e prescrizioni

ZUCCHERIFICIO DI AARBERG

Una visita colma di piacevoli sorprese – sicurezza inclusa

POSTI DI LAVORO DESERTI

Spostamenti di lavoro da manuale

La rivista upi per i partner della prevenzione

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Lo sport lascia difficilmente indifferentiEstate 2012: i Giochi olimpici di Lon-dra e gli Europei di calcio in Polonia e Ucraina attraggono frotte di ospiti. Quest’inverno: la crisi in seno alla no-stra Nazionale maschile di sci alpino e la presenza delle superstar dell’NHL ne-gli stadi del ghiaccio svizzeri smuovono i fan. Lo sport di punta affascina e, nel caso ideale, motiva a praticare un’atti-vità di movimento.

Ma imitando con troppo trasporto i nostri campioni, noi sportivi di massa possiamo facilmente incappare in un infortunio – che smorzerà rapidamente l’entusiasmo e ci farà inevitabilmente riflettere. Riflessioni come quelle che impegnano i ricercatori dell’upi, che si domandano: cosa succede? Come e per-ché capita? Come può essere evitato? Le risposte sono contenute nel dossier sicurezza dell’upi dedicato allo sport 1, che per la prima volta in Svizzera ana-lizza in maniera scientifica l’incidenta-lità, i fattori di rischio e le possibilità di prevenzione più promettenti per i cin-que gruppi di attività sportive più rile-vanti sotto il profilo degli infortuni.

In futuro l’upi sarà ancora più impe-gnato a livello di sicurezza nello sport, come potete leggere del dossier di que-sto numero di area sicurezza. Ogni anno sono, infatti, 300 000 le persone residenti in Svizzera che si feriscono fa-cendo sport in maniera tanto grave da richiedere cure mediche – 140 con con-seguenze letali. Il potenziale, quindi, c’è per aumentare ulteriormente l’indi-scussa utilità dello sport.

Rolf Moning

1 Il dossier «Ricerca dell’incidentalità nello sport» è su shop.upi.ch (articolo n. 2.106).

SOMMARIO EDITORIALE

ABACOUn breve sonnellino tra concerto e rientro a casa 3

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT Il giusto equilibrio contro gli infortuni nello sport: intervista con Hansjürg Thüler 4

La pavimentazione è fondamentale 6

Il punto di vista del Consigliere nazionale Christian Lohr sulla nuova legge sulla promozione dello sport 7

G+S e upi fanno causa comune 8

PARTNER AZIENDE Posti di lavoro deserti a causa degli incidenti stradali: l’upi reagisce! 10

Porte aperte allo zuccherificio di Aarberg: «Ci siamo preparati minuziosamente» 12

PARTNER CANTONIMarchio di qualità «Fiesta»: per feste sicure! 14

CAMPAGNAL’upi su 33 x 28 mm 16

COLOPHON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagine 1, 15: Simone Wälti; pagine 2, 4, 6, 9, 12: Iris Andermatt; pagine 7, 11: mad; pagina 8: UFSPO/Ulrich Känzig; pagina 10: Keystone; pagina 13: Museumsnacht Bern; pagina 14: Giovanni Antonelli; pagina 16: La Posta

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

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Dalla ricerca sugli infortuni emerge chiaramente che il gruppo di uomini tra i 18 e i 24 anni presenta un rischio d’infortunio particolarmente elevato, soprattutto nelle ore notturne del fine settimana. Alla luce di questa consta-tazione, quest’anno la campagna con-tro la sonnolenza al volante si rivolge a questo target specifico – cercando in-nanzi tutto di diffondere la turbosiesta di 15 minuti, l’unico mezzo efficace per combattere la stanchezza al volante, an-che dopo le serate in compagnia.

Oltre agli strumenti della campa-gna già ampiamente comprovati (ma-nifesti, spot cinematografici, televisivi e internet, banner online, inserzioni) i giovani saranno interpellati diret-tamente, spiega la responsabile della

campagna Nathalie Wirtner: «Saremo presenti con l’autobus Turbosiesta a vari open air della Svizzera tedesca e

francese per sensibilizzare i ragazzi sul problema della stanchezza al volante. Chi lo desidera da noi potrà bere un caffé, raccogliere informazioni e an-che schiacciare una turbosiesta di 15 minuti».

Agli open air i giovani possono essere interpellati in maniera simpatica ed emozionale. L’upi spera in questo modo di raggiungere un grado di sensibilizza-zione maggiore. «Innanzi tutto i ragazzi devono sapere che in caso di stanchezza al volante l’unico modo per ridurre no-tevolmente il rischio d’incidente è dor-mire a sufficienza, e che in viaggio sol-tanto la turbosiesta è efficace», spiega Nathalie Wirtner. «È anche importante mostrare le possibili alternative – come i mezzi pubblici o il tassì, oppure il per-nottamento sul posto».

Informazioni alla pagina www.tur-bosiesta.ch, con un concorso (in palio ci sono biglietti per vari open air), i luo-ghi di sosta del bus, tanti consigli e una guida video alla turbosiesta. um

ABACO

TURBOSIESTA Nel 2013 la campagna pluriennale di lotta alla stanchezza al volante realizzata dall’upi e dai suoi partner si rivolge al gruppo specifico dei giovani conducenti. Agli open air i ragazzi saranno interpellati e invitati a schiacciare una turbosiesta nell’autobus appositamente allestito prima di mettersi al volante per rientrare a casa.

Un breve sonnellino tra concerto e rientro a casa

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«Ma perché i giovani guidano come se

gli mancasse parte del cervello? Sem-

plice: perché è proprio così!» Questa

scherzosa affermazione di Divera Twisk,

relatrice al XIV Forum upi, ha un fondo

di verità. Ricercatrice presso l’istituto

olandese per la sicurezza stradale SWOV,

Divera Twisk ha riferito i risultati di un

progetto di ricerca dell’OCSE sulla fre-

quenza degli incidenti e i fattori di rischio

dei neopatentati in Europa. Secondo lo

studio i giovani uomini beneficiano in

misura decisamente minore della cre-

scente sicurezza stradale rispetto alle

giovani donne. Fra le cause vi sono an-

che ragioni fisiologiche, giacché ai gio-

vani uomini mancherebbe in particolare

la maturità necessaria per padroneggiare

un compito tanto complesso e pericoloso

come la guida. Sarebbe dunque oppor-

tuno aumentare l’età per l’ottenimento

della patente di guida? Una questione

spinosa che al Forum upi è stata al cen-

tro di discussioni fra rappresentanti della

ricerca, del mondo politico e dell’ammi-

nistrazione. A tenere banco è stato an-

che la formazione in due fasi, introdotta

in Svizzera nel 2005. Anche se questo

concetto inizia ad esplicare lentamente i

suoi effetti, i corsi di formazione vanno

urgentemente ottimizzati, come ha evi-

denziato un recente rapporto dell’upi

commissionato dall’USTRA. md

Forum upi 2012 sulla sicurezza dei giovani conducenti

ZOOM

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DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT

Il giusto equilibrio contro gli infortuni nello sportPROSPETTIVE Oltre a misure tecniche e organizzative, la prevenzione degli infortuni nello sport si occupa sempre più spesso anche degli aspetti legali. Hansjürg Thüler spiega in che modo l’upi intende prevenire questi incidenti nei prossimi anni.

Signor Thüler, da un anno è a capo della sezione upi Sport. Qual è il suo principio guida prioritario per la pre-venzione in questo importante ambito? Nello sport si migliora soltanto se si af-frontano correttamente i rischi.

Che cosa intende per «affrontare correttamente i rischi»? In pratica, ogni attività sportiva è con-nessa a determinati rischi. Chi la pra-tica deve esserne a conoscenza, ossia

deve percepirli e calcolarli corretta-mente. Ciò non è possibile senza una valutazione realistica di sé. Infine, oc-corre prendere e attuare le decisioni giuste. Può anche voler dire ritenere che un rischio sia eccessivo e non ese-guire un’azione che si era prevista.

L’upi sta ulteriormente sviluppando la prevenzione degli infortuni nello sport. Diciamolo in altri termini: ci tro-viamo in un processo, stiamo adat-

tando gli strumenti esistenti alle con-dizioni vigenti. Ci sono conoscenze nuove o più esatte dell’incidentalità e misure di prevenzione che deside-riamo realizzare – in collaborazione con i nostri partner.

Quali sono le sfide attuali?Sono di vario genere. Alcune discipline, soprattutto outdoor, sono molto prati-cate da persone impreparate che spesso non sono nemmeno consapevoli dei pe-

Alla ricerca di un buon equilibrio tra sicurezza e rischio: il capo della sezione upi Sport Hansjürg Thüler, insegnante di

educazione fisica e sportiva, istruttore per adulti, allenatore di disco su ghiaccio, pratica con passione sport di squadra,

discipline invernali e atletica pesante.

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ricoli. Sovente non c’è preparazione né confronto mentale con quel particolare tipo di sport. Lo si constata ad esempio nelle escursioni in montagna o nelle di-scese in slitta. Anche le questioni giu-ridiche sono un argomento d’attualità.

Perché? Con la nuova legge federale sulla pro-mozione dello sport (vedi pag. 7) si è riusciti a integrare la prevenzione de-gli infortuni nella politica in materia di sport e ad ancorarla nella legge. Sta-remo a vedere gli effetti!

Quali speranze nutre l’upi? Che gli enti per lo sport di Confedera-zione, ma anche di Cantoni e Comuni, moltiplichino le riflessioni ed espongano in che modo intendono realizzare la pre-venzione degli infortuni. Ciò concerne organizzazioni come Gioventù+Sport (vedi pag. 8 – 9), ma anche le società sportive o le scuole. E noi li aiutiamo in questo processo.

Nella prevenzione degli infortuni nello sport le misure di tipo tecnico rivestono un ruolo preponderante. Di che tipo di misure si tratta? Si intendono, ad esempio, i provvedi-menti edilizi adottati per rendere più sicuro un impianto (una pista, una piscina, un impianto per mountain bike), un attrezzo sportivo o un di-spositivo di protezione individuale. Si parla anche di prevenzione a livello di condizioni.

E che cosa sono le misure di tipo orga-nizzativo? Questo tipo di misura modifica le premesse di uno sport attraverso in-formazioni e istruzioni mirate. In questa categoria potrebbe rientrare ad esempio la composizione di un gruppo concretizzata in modo tale da non sovraffaticare nessun parte-cipante, o l’utilizzo di liste di con-trollo. Misure organizzative chiare

migliorano anche le condizioni – la loro efficacia dipende non da ultimo dall’applicazione coerente da parte degli sportivi.

È un appello a un comportamento si-curo da parte del singolo? Esatto. E qui parliamo invece di pre-venzione a livello di comportamenti. È molto importante e viene attivamente promossa dall’upi. Ma dobbiamo co-munque moderare gli entusiasmi: pur-troppo gli effetti di queste misure non sono così incisivi, poiché il comporta-mento dell’essere umano è per sua na-tura soggetto all’errore. Inoltre, le rac-comandazioni di sicurezza non sono note a tutti – e non tutti vogliono se-guirle.

Quale ruolo assumono leggi e sanzioni nella prevenzione degli infortuni nello sport? La maggior parte delle attività spor-tive è praticata nel tempo libero a ti-tolo volontario. Perciò le leggi e le sanzioni giocano un ruolo meno im-portante che nella circolazione stra-dale o nella sicurezza sul lavoro. Inol-tre, nello sport la messa in pericolo altrui è meno frequente. Qui si punta soprattutto sulla responsabilità indi-viduale. Dove però questa è insuffi-ciente, occorrono più regole e in ul-tima istanza anche più leggi.

A cosa si riferisce, in particolare? Queste sono necessarie soprattutto nelle attività di tipo commerciale e dove è op-portuno proteggere i bambini e i gio-vani. Chi prenota una discesa sul fiume o un corso d’immersione in una strut-tura di vacanza deve essere certo che si-ano osservate regole di sicurezza vinco-lanti. Allo stesso modo, anche le lezioni di sport devono sottostare a regole chiare. Né in vacanza, né con i giovani possiamo presupporre una consapevo-lezza sufficiente dei rischi da parte dei singoli individui.

Come vede la prevenzione degli infor-tuni nello sport fra cinque anni? Se il tempo (libero) a nostra disposi-zione continuerà ad aumentare paralle-lamente alle attività praticate da persone inesperte, purtroppo non conteremo un numero inferiore d’infortuni nello sport. Saranno sicuramente necessa-rie misure di prevenzione mirate. Se le misure riconosciute come efficaci po-tranno essere realizzate, allora le condi-zioni miglioreranno influendo positiva-mente su taluni fattori di rischio – senza che prescrizioni di sicurezza esagerate e inutili ci privino del piacere di prati-care sport. Anch’io sono uno sportivo, e non vedo la necessità di vietare qual-siasi cosa!

Intervista: Ursula Marti

Nuovo Forum upi dello sport

All’insegna di «Quanta prevenzione

infortunistica tollera lo sport?» l’upi

organizza il suo primo Forum dedicato

allo sport, durante il quale si discuterà

il delicato rapporto di equilibrio fra li-

bertà e divieti, l’odierno rapporto con

il rischio e l’importanza di misure

di prevenzione efficaci adatte alla

pratica.

L’evento per esperti e pubblico inte-

ressato si svolgerà il 22 maggio 2013

presso la Casa dello sport di Ittigen BE

a partire dalle 15:00. Informazioni e

iscrizioni su www.upi.ch.

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Oggigiorno la costruzione e il risana-mento degli impianti sportivi riser-vano un occhio di riguardo partico-lare alla prevenzione degli infortuni. L’upi mette a disposizione della docu-mentazione tecnica che permettere ai progettisti di considerare ogni singolo fattore rilevante per la sicurezza. Il con-sulente dell’upi Markus Buchser rea-lizza inoltre molte consulenze in loco: ogni anno visita una trentina d’im-pianti sportivi, generalmente palestre o piscine. Sommate alle informazioni fornite telefonicamente e tramite posta elettronica, le consulenze si aggirano sul migliaio ogni anno. «Uno dei temi più frequenti è la scelta della pavimen-tazione più appropriata per le palestre. Un rivestimento troppo sdrucciole-vole impedisce l’esecuzione di movi-menti coordinati al suolo. «Anche un rivestimento troppo ruvido può provo-care infortuni», spiega Buchser. Inoltre, nelle palestre occorre prestare partico-lare attenzione agli elementi sporgenti – attrezzi, termosifoni, finestre e ma-niglie. Occorre osservare il principio della parete piana.

Pulizia onerosa semplificata La costruzione di un impianto però non è tutto. Anche la manutenzione e la puli-zia sono importanti. «Uno dei problemi maggiori è la polvere sul pavimento della palestra. Riduce la stabilità ed è sci-volosa. Secondo lo sport praticato, può essere molto pericolosa», spiega Buchser.

Le palestre sono strutture molto ri-chieste e sfruttate. Tra lezioni di edu-cazione fisica e allenamenti delle so-cietà sportive i custodi spesso non hanno molto tempo da dedicare alle pulizie. La città di Basilea ha dunque pensato alla praticità di un apparec-chio programmabile in grado di pu-lire autonomamente il pavimento delle palestre. L’azienda Infrasport, apposi-tamente istituita per sviluppare questa idea, ha maturato il progetto e creato il «Bodenwart 240», un apparecchio che grazie a due spazzole, acqua e deter-gente realizza una pulizia umida della pavimentazione in soli 15 minuti – la pulizia profonda o il programma spe-ciale per la rimozione dei residui resi-nosi richiedono un po’ più di tempo. Il custode mette in funzione il robot, e al termine delle pulizie lo ripone nel lo-cale attrezzi; nel frattempo può dedi-carsi ad altri lavori.

Markus Buchser è convinto che per la cura di palestre di grandi superfici l’investimento sia pagante. Perciò, du-rante i suoi giri di consulenza ne parla con i progettisti e i gestori degli im-pianti sportivi. «La pavimentazione è fondamentale. La scelta giusta, la ma-nutenzione giusta e la pulizia sono pre-messe importanti per una pratica si-cura dello sport in palestra».

Ursula Marti

Fonte: www.infrasport.ch

PALESTRE SICURE Costruzione e manutenzione d’impianti sportivi in grado di contenere al massimo i rischi d’infortunio – è la sfida quotidiana del consulente upi Markus Buchser, che non si stanca mai di sottolineare l’importanza di pavimenti puliti.

«La pavimentazione è fondamentale»

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT

Il consulente dell’upi Markus Buchser si rallegra

del nuovo apparecchio in grado di pulire il

pavimento delle palestre in maniera rapida e

accurata.

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«Il piacere per lo sport non deve risentirne»IL PUNTO DI VISTA del consigliere nazionale Christian Lohr (PPD) in merito alla nuova Legge federale sulla promozione dello sport e dell’attività fisica.

Praticare sport, muoversi con regola-rità, è quanto di meglio si possa re-

galare alla propria salute. Il piacere dello sport non deve però essere guastato da infortuni. Nella nuova legge sulla pro-mozione dello sport LPSpo, la preven-zione sostenibile degli infortuni rap-presenta dunque un importante campo d’azione. Il contenimento dei costi diretti legati alle cure e alla mancata produtti-vità è peraltro nell’interesse della società e dell’economia in generale.

In Svizzera, dal 1° ottobre 2012 la promozione dello sport e del movimento è ancorata in una legge federale, che si fonda sull’intenzione di «promuovere le capacità fisiche e la salute della popola-zione, nonché la formazione globale e la coesione sociale» (art. 1). Fra i suoi cin-que obiettivi primari la legge cita quello di «prevenire gli infortuni derivanti dallo sport e dall’attività fisica». Questo im-portante argomento è esplicitamente toc-cato anche dall’Ordinanza sulla promo-zione dello sport OPSpo, più esattamente agli articoli 11, 15 e 35, che declinano gli obblighi e i compiti degli organizza-tori di offerte G+S, dei quadri G+S e dei responsabili nell’ambito dello sport per adulti.

Era proprio però necessario, in un Pa-ese come il nostro, creare una simile le-gislazione per la promozione dello sport? Molte cose funzionavano già egregia-mente, parecchi dei punti trattati nella legge e nell’ordinanza avevano dato prova di efficacia con la massima natu-

ralezza. Eppure, secondo me, introdurre nuovi aspetti importanti di promozione dello sport o formularli più chiaramente è stata un’iniziativa assennata. Per te-nere maggiormente in considerazione il significato sociale dello sport e l’impor-tanza del movimento per la salute. La raccolta di prescrizioni ragionevoli e an-che attuabili è, a mio parare, limitata così come lo richiede lo spirito libero ed equanime dello sport.

È positivo che sempre più persone pra-tichino sport, ma non significa che il nu-mero d’infortuni debba – non può! – au-mentare ulteriormente. «Cleverness in sport» significa, per me, considerare uno

degli obiettivi da raggiungere anche pre-servare la salute nell’esercizio della set-tantina di attività sportive promosse dalla Confederazione. Il piacere per lo sport non deve risentirne mai. La legge sulla promozione dello sport consente di migliorare le condizioni quadro. Definire qui e là delle regole del gioco non è una limitazione delle esigenze individuali. Gli standard di sicurezza, ad esempio, offrono la garanzia di riuscire a ridurre considerevolmente i rischi per ogni sin-golo individuo. Per me si tratta anche di trovare un buon equilibrio tra responsa-bilità individuale e solidarietà – anche nello sport. •

Il consigliere nazionale Christian Lohr auspica un buon equilibrio

tra responsabilità individuale e solidarietà.

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SPORT GIOVANILE La collaborazione tra l’Ufficio federale dello sport UFSPO e l’upi ha una tradizione di lunga data. Recentemente è stato lanciato un nuovo progetto di cooperazione tra il settore Gioventù + Sport e l’upi allo scopo di migliorare la sicurezza nelle oltre 70 discipline e specialità sportive G+S.

G+S e upi fanno causa comune

«Il progetto comune con l’upi ha da poco preso il via», spiega Matthias Rudin, responsabile del settore Sicu-rezza – Integrazione – Prevenzione di Gioventù + Sport (G+S). «Nella prima riunione abbiamo discusso la strategia da perseguire per migliorare ulterior-mente la sicurezza nelle singole disci-pline sportive». G+S offre corsi in ol-tre 70 differenti sport, che nel quadro di questo progetto verranno vagliati con le rispettive direzioni tecniche G+S dal profilo della prevenzione degli in-fortuni.

Esigenze di sicurezza molto diverse «A fronte della ricchissima offerta di attività sportive, è impossibile trovare

una soluzione universalmente valida», spiega Rudin, «poiché ogni sport ha il suo profilo di rischi particolare. Un istruttore di ping-pong non dovrà inve-stire nella sicurezza lo stesso tempo, ad esempio, di un istruttore di canoa». Per tale motivo, ogni specialità sarà osser-vata e analizzata singolarmente. G+S fa distinzione tra attività sportive di tipo A (senza disposizioni di sicurezza par-ticolari) e di tipo B (con disposizioni di sicurezza particolari).

In una prima fase del progetto si de-finiranno le esigenze. «Pensiamo di iniziare con tre attività sportive. Siede-remo ad esempio con esperti di calcio e valuteremo insieme le misure di sicu-rezza appropriate e che cosa andrebbe

comunicato a quale livello». Va chia-rito se le informazioni sono indirizzate ai direttori dei corsi o piuttosto ai par-tecipanti. In base a ciò verranno creati contenuti supplementari per i corsi e i moduli di formazione di base o perfe-zionamento, o saranno elaborati opu-scoli informativi per i bambini e i gio-vani.

Valutare correttamente i pericoli «Il nostro obiettivo è quello di riu-scire a ridurre gli infortuni e le ferite nelle singole attività sportive», sotto-linea Rudin. Una prima misura consi-ste nell’equipaggiamento corretto. «Un istruttore G+S di hockey inline sa per-fettamente che bambini e ragazzi de-

Alcuni giovani mentre praticano lo slalom in canoa sul canal de la Suze di Bienne.

DOSSIER PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLO SPORT

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G+S organizza e promuove uno sport

adatto ai giovani. I corsi e i campi con-

sentono ai bambini e ai ragazzi di vi-

vere pienamente e attivamente l’atti-

vità sportiva. Lo sviluppo e la crescita

dei giovani sportivi sono favoriti anche

sotto il profilo pedagogico, sociale e

della salute. Alcune cifre:• oltre 70 discipline e specialità spor-

tive• 55 000 corsi e campi sportivi ogni

anno con 700 000 partecipanti tra

i 5 e i 20 anni • oltre 65 000 istruttrici e istruttori

(ogni anno ne vengono formati

12 000)

• quasi 9000 coach attivi • oltre 3500 esperte ed esperti • oltre 3000 moduli di formazione e di

perfezionamento all’anno

La Confederazione e i Cantoni gesti-

scono l’ente in partenariato con le fe-

derazioni sportive. La Confederazione

sostiene le società, le federazioni e

i Cantoni nelle loro attività a favore

dei giovani con 60 milioni di franchi

all’anno. Oltre al sostegno finanzia-

rio diretto, sono messi a disposizione

offerte di formazione e perfeziona-

mento, documentazione didattica e

materiale informativo. Gli uffici G+S

cantonali sono i partner più stretti

della sede G+S di Macolin. Assumono

vari compiti di formazione dei quadri,

svolgono attività amministrative ine-

renti alla formazione dei giovani e assi-

curano il rispetto delle regole. Le fede-

razioni mettono a disposizione esperti

per lo sviluppo della loro attività spor-

tiva e dei moduli G+S di formazione e

di perfezionamento. Le società spor-

tive propongono offerte adatte ai gio-

vani e praticabili e impiegano i fondi

G+S in maniera mirata a favore dello

sport giovanile.

www.gioventuesport.ch

www.ufspo.ch

vono indossare paracolpi di vario ge-nere e il casco. Questi provvedimenti di sicurezza possono essere verificati con semplici liste di controllo». Si tratta, però, anche di valutare correttamente i rischi, ad esempio, nei campi sportivi o nel trekking. «Qui posso costruire una funivia? Quali aspetti devo consi-derare? Quali sono le basi decisionali?» Secondo Rudin i direttori dei corsi de-vono porsi questo tipo di domanda. Questa figura deve soddisfare esigenze molto elevate.

Un canale d’informazione molto articolato Il progetto vaglierà innanzitutto le attività sportive più amate, ma an-che parecchio spinose come il calcio o il nuoto. Seguiranno man mano al-tri sport con un rischio d’infortunio più contenuto. L’upi dispone già di parecchio materiale informativo per singole specialità, come per gli sport di montagna o sulla neve. Queste co-noscenze vengono integrate nel pro-

cesso G+S, come sottolinea Rudin: «La collaborazione delle due istitu-zioni funziona in maniera ottimale, e i nostri input sono benaccetti. Aspi-riamo a una situazione win-win. Se da un canto possiamo beneficiare dell’e-sperienza dell’upi, sul fronte opposto possiamo offrire una rete articolata

lungo la quale veicolare le informa-zioni». UFSPO e upi sono fiduciosi che entro fine 2014 per tutte le attività sportive sarà stato elaborato e comu-nicato un concetto strutturato di ri-duzione dei rischi.

Vanessa Kuhn

Matthias Rudin, responsabile del settore Sicurezza – Integrazione – Prevenzione di

Gioventù+Sport davanti alla sede della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin.

Cifre e fatti di Gioventù+Sport

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PARTNER AZIENDE

Posti di lavoro deserti a causa degli incidenti stradali: l’upi reagisce!MANUALE DEGLI SPOSTAMENTI PER LAVORO In Svizzera un terzo degli incidenti stradali si verifica durante spostamenti di servizio o tra casa e lavoro. Questa constatazione ha indotto l’upi a offrire alle imprese il nuovo manuale «Spostamenti per lavoro».

Quali misure può adottare un’azienda per contribuire alla prevenzione degli incidenti stradali negli spostamenti di servizio? Questa è la domanda posta dal Consiglio europeo per la sicurezza

dei trasporti (ETSC), che ha lanciato il progetto PRAISE: Preventing Road Accidents and Injuries for the Safety of Employees – prevenire gli incidenti stradali e gli infortuni per la sicurezza

dei dipendenti. L’upi ha adattato il pro-getto internazionale alle particolari condizioni della Svizzera e ha elaborato un manuale per i responsabili di par-chi veicoli e gli specialisti della salute e della sicurezza delle aziende.

Due mesi di assenza dal lavoroLe vittime d’incidenti della circola-zione durante spostamenti di lavoro con diritto alle indennità giornaliere rimangono assenti dal lavoro media-mente per 60 giorni – ciò corrisponde a un infortunio professionale della durata superiore a due mesi. È evi-dente che un incidente stradale non solo causa parecchia sofferenza, ma ha anche un notevole impatto econo-mico sull’impresa. Per arginare que-sto fenomeno, nel manuale l’upi af-fronta argomenti centrali quali la fatica al volante, l’alcol, le droghe e i farmaci, la distrazione, la velocità e la sicurezza del carico. Con modelli, li-ste di controllo, offerte di formazione e consulenze individuali l’upi fornisce alle imprese strumenti e competenze per sostenere i loro sforzi di preven-zione. Elaborato in stretta collabora-zione con l’Associazione Svizzera dei proprietari di f lotte di veicoli, il ma-nuale si rivolge in primo luogo alle aziende con un parco veicoli di una certa entità – almeno una cinquan-tina di mezzi.

Magali Dubois

Progetto PRAISE: ridurre gli incidenti degli spostamenti per lavoro.

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Nestlé precorritrice Nel 2008 Nestlé ha lanciato il progetto «Safe Driving», che persegue gli stessi obiettivi di PRAISE. È così emersa la necessità di una collaborazione tra Nestlé e upi. A colloquio con Olivier Flury, membro del comitato di sicurezza stradale e responsabile del programma «Safe Driving».

area sicurezza: Signor Flury, quali sono i punti essenziali del programma «Safe Driving» di Nestlé?Olivier Flury: Il progetto sta lavo-rando sull’implementazione a livello internazionale di programmi di si-curezza stradale nelle differenti sedi della nostra multinazionale. Abbiamo definito una strategia per la gestione dei rischi basata su tecniche cono-

sciute che permettono di riconoscere e analizzare rischi e pericoli nella circo-lazione stradale. Per la nostra azienda possono essere diversi secondo il Pa-ese. Abbiamo elaborato una lista di 10 punti che copre diversi aspetti, come l’istituzione di una politica di sicu-rezza stradale, l’analisi dei rischi, la comunicazione ecc. Il nostro «Safe Driving Tool Kit» ingloba tutti que-

sti elementi e sostiene le nostre sedi nell’attuazione dei programmi e nella comunicazione dei dati riguardanti gli incidenti, i chilometri percorsi e il consumo di carburante.

Che valore assume il sostegno dell’upi? L’upi porta la sua esperienza in am-bito della prevenzione degli infortuni e una visione dall’esterno. E poiché gli obiettivi del suo manuale convergono con i nostri, ci è parso naturale inter-pellare in veste di esperto esterno il suo consulente per gli infortuni non professionali nelle aziende Christian Wyssmüller, che ci ha aiutato a inte-grare i moduli del manuale upi nel nostro programma. Siamo anche la prima impresa in Svizzera ad aver re-alizzato questo genere di collabora-zione.

Il vostro programma risale al 2008: avete senza dubbio già dei risultatiNonostante gli ottimi programmi lo-cali, a livello di tutte le imprese Ne-stlé, gli incidenti della circolazione rimangono ancora la prima causa di decesso. In Svizzera sono più di dieci anni che non registriamo morti o fe-riti gravi. Riteniamo essere il risultato dei nostri enormi sforzi di preven-zione, formazione e applicazione delle regole di sicurezza vigenti. Abbiamo anche constatato che nei parchi vei-coli così estesi come i nostri il rispetto dei limiti di velocità e la guida difen-siva hanno effetti positivi sul costo del carburante – per l’azienda un fattore non trascurabile!

Magali Dubois

Formazione

L’utilizzo del manuale presuppone

la partecipazione a un corso di for-

mazione dell’upi sulla sicurezza degli

spostamenti di lavoro. I corsi si svolge-

ranno il 26 – 27 giugno 2013

a Bussigny in Svizzera romanda,

il 5 – 6 giugno 2013 a Berna. In Ticino

la formazione si terrà su richiesta.

Chi fosse interessato può contattare

l’upi tramite la pa gina

www.spostamentilavoro.upi.ch.

Olivier Flury è membro del comitato Nestlé per la sicurezza nella

circolazione stradale.

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PARTNER AZIENDE

«Ci siamo preparati minuziosamente» PORTE APERTE In occasione dei 100 anni di attività, lo zuccherificio di Aarberg ha aperto i battenti alla popolazione. Migliaia di persone hanno colto l’occasione per seguire da vicino la produzione di zucchero nelle tre giornate di porte aperte. Una vera sfida per la logistica e la sicurezza.

L’aria è satura di un aroma dolciastro, rumori sommessi provengono dai vari padiglioni di produzione. Il responsa-bile degli impianti Thomas Franken-feld e il capo delegato upi alla sicurezza Markus Nobs osservano il terreno della fabbrica di zucchero di Aarberg riper-correndo la giornata di porte aperte di ottobre 2012 organizzate in occasione del centenario dello zuccherificio.

«L’interesse è stato enorme», ricorda Thomas Frankenfeld. «In tre giorni ab-

biamo accolto ben 14 000 visitatrici e visitatori!» A testimonianza della forte presenza della fabbrica ad Aarberg e nella regione – sia come datore di la-voro, sia come acquirente di barbabie-tole da zucchero provenienti da molte aziende agricole del Seeland.

Visite guidate impegnative Gestire un simile volume di visitatori è stato un compito estremamente impe-gnativo. «Ci siamo riusciti creando un

percorso chiaro che abbiamo preparato fin nei minimi dettagli», ricorda Fran-kenfeld.

La sicurezza era un aspetto centrale, perciò il responsabile degli impianti di produzione ha coinvolto sin dall’ini-zio il capo delegato upi alla sicurezza Markus Nobs. Ogni aspetto tecnico e organizzativo è stato vagliato, discusso e osservato in loco. Con grande sod-disfazione del responsabile degli im-pianti: «Quando si passano le giornate

Il responsabile della produzione Thomas Frankenfeld (a sin.) e il capo delegato upi alla sicurezza Markus Nobs

allo zuccherificio di Aarberg.

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in azienda molte cose passano inosser-vate. L’occhio di uno specialista della sicurezza esterno e le sue domande critiche sono state di enorme aiuto». L’esperto upi Markus Nobs non esita a ricambiare il complimento: «Dal pro-filo della sicurezza gli impianti erano già in buono stato. Le porte aperte hanno aggiunto una nuova dimensione – una combinazione avvincente!»

Il percorso guidato era impegnativo. Dato che dalla barbabietola allo zuc-chero finito, le fasi di lavorazione sono parecchie, il tragitto si snodava fra vari impianti di produzione all’aperto e all’interno di padiglioni. I visitatori do-vevano salire ripide scale e percorrere passerelle sospese, circondati da pro-fumi alternanti e temperature varia-bili – e talvolta da rumori assordanti. Secondo l’andatura la visita durava da un’ora a un’ora e mezza.

Una preparazione oculata La prima misura di sicurezza fra tutte consisteva nell’informare gli ospiti che la visita era adatta soltanto a persone in forma e senza problemi di vertigini e che si raccomandava vivamente di in-

dossare le protezioni auricolari messe a disposizione gratuitamente.

Ma la vera sfida è stata quella di as-sicurare perfettamente l’intero per-corso. Il tragitto era segnalato con na-stri rossi e gialli e catene e assicurato con parapetti e coperture contro le ca-dute. Il capo delegato upi alla sicurezza ha evidenziato alcuni pericoli nascosti, come basamenti e scalini poco visibili o elementi sporgenti all’altezza della te-sta, che è stato così possibile eliminare. «Abbiamo riflettuto su molti accorgi-menti», spiega Nobs, «consapevoli che fra il pubblico vi sarebbero stati anche molti bambini e l’attenzione dei geni-tori – come quella di tutti i visitatori, d’altronde – sarebbe stata distolta dai macchinari all’opera». Le misure di si-curezza dovevano essere particolar-mente meticolose.

In taluni punti è stato necessario prevedere l’assembramento di molte persone, nonostante le partenze fos-sero scaglionate e la visita si svilup-passe in un’unica direzione. «Abbiamo anche prestato particolare attenzione all’orientamento dei visitatori, che po-tevano sempre vedere in anticipo dove

proseguiva il percorso. Lungo tutto il tragitto abbiamo collocato una trentina di sorveglianti e previsto anche parec-chie uscite di sicurezza», aggiunge Tho-mas Frankenfeld.

Nemmeno un incidente Questo enorme impegno a monte è stato ripagato, affermano convinti i due esperti. «L’ambiente era fantastico», ri-corda entusiasta Thomas Frankenfeld. «Il nostro obiettivo di aprire il nostro zuccherificio al maggior numero possi-bile di persone lo abbiamo pienamente raggiunto». La visita si concludeva nel tendone adibito ai festeggiamenti con numerose attrazioni per grandi e pic-cini. Un film documentario sulla storia dello zucchero in Svizzera e dimostra-zioni dal vivo della raccolta delle barba-bietole in passato e oggi completavano il ricco programma.

Anche il capo delegato upi alla si-curezza serba dell’evento un ottimo ri-cordo: «Non c’è stato nemmeno un inci-dente. I sanitari sono dovuti intervenire soltanto per un po’ di sangue da naso!»

Ursula Marti

Musei aperti, un’atmosfera magica e

un folto pubblico di nottambuli… la

Notte dei musei a Berna regalerà anche

quest’anno insolite e avvincenti emo-

zioni. Per l’upi la notte del 22 marzo sarà

un evento particolare, poiché parteci-

perà come ospite alla manifestazione e

aprirà le sue porte al pubblico. All’inse-

gna del motto «... vita» mostrerà foto e

manifesti rinvenuti nei suoi archivi, pre-

senterà l’esposizione sulla prevenzione,

farà scoprire passaggi sotterranei, il tutto

abbinato a proposte musicali, gastro-

nomiche e tante altre sorprese. Trovate

il programma completo della Notte dei

musei di Berna alla pagina www.mu-

seumsnacht-bern.ch. Il 19 giugno 2013

sarà invece più idoneo ai… giornam-

buli. L’upi invita delegati alla sicurezza,

istruttori del traffico e incaricati della

sicurezza nelle aziende a partecipare

all’evento che si terrà al Kursaal di Berna

e incentrato sul tema della prevenzione

degli infortuni ieri, oggi e domani.

Vincete 5 x 2 entrate per la Notte dei

musei di Berna del 22 marzo! Basta spe-

dire un’e-mail con il vostro nome e indi-

rizzo a [email protected]. Per l’estrazione e la

spedizione dei premi occorre però atten-

dere fino al 19 marzo. Buona fortuna! tg

Una notte e un giorno

AGENDA

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Fiesta – per feste sicure!MARCHIO DI QUALITÀ Da quasi un decennio il Vallese possiede un marchio di qualità per gli eventi – uno strumento che nel cantone ha cambiato le mentalità.

In Vallese «Fiesta» ha il vento in poppa. Da quasi dieci anni questo marchio di qualità dà il proprio sigillo a un nu-mero crescente di eventi del cantone. L’anno scorso sono stati un centinaio ad ottenere il marchio – nel 2005 erano soltanto in quindici.

Va detto che al suo lancio il mar-chio rispondeva ad una reale necessità del Vallese. «All’inizio degli anni 2000 gli attori comunali e cantonali della prevenzione e della sicurezza – spesso

sollecitati in occasione di manifesta-zioni – hanno fatto una constatazione: alcune feste finivano male a causa di violenze e incidenti. Esistevano delle azioni di prevenzione, ma ogni attore lavorava nel proprio orticello. Il passag-gio allo 0,5 per mille è stata l’occasione per mettere a punto uno strumento co-mune», spiega il responsabile della pre-venzione presso Dipendenze Vallese Patrick Suard, preposto al marchio Fie-sta per diversi anni sino a fine del 2012.

Per gli organizzatori, le procedure per ottenere le necessarie autorizza-zioni non erano sempre chiare. E c’e-rano enormi differenze tra le manife-stazioni preoccupate di gestire i rischi legati all’evento e chi trascurava com-pletamente il problema. Ragioni più che sufficienti per convincere i partner a creare un catalogo di provvedimenti affinché ogni festa si svolgesse nel mi-gliore dei modi – a prescindere dalle dimensioni.

Patrick Suard, responsabile della prevenzione presso la fondazione Dipendenze Vallese sino a fine 2012.

PARTNER CANTONI

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Per ottenere il marchio, gli organizza-tori s’impegnano ad adottare misure atte a garantire la sicurezza dei luoghi (servizio d’ordine, illuminazione ecc.). Assicurano inoltre che la vendita di al-col e tabacco sia vietata ai minori di 16 anni e s’impegnano, ad esempio, a prendere i provvedimenti necessari a un rientro sicuro dei festaioli.

La lista di controllo ha subito incon-trato il favore delle autorità. Attual-

mente il cantone dispone di una qua-rantina di collaboratori autorizzati a conferire il marchio, provenienti so-prattutto dalle polizie comunali, per 86 località. Con gli anni Dipendenze Val-lese ha espresso l’esigenza di avere un coordinatore cantonale per il marchio Fiesta. Così da alcuni mesi sta visitando il cantone in lungo e in largo control-

lando sistematicamente tutte le mani-festazioni che hanno ottenuto il sigillo. «Per il cantone la gestione è più omo-genea, il che conferisce anche maggiore credibilità al marchio», è convinto Pa-trick Suard.

Al termine delle manifestazioni viene stilato un rapporto all’attenzione dei partner. Secondo il responsabile, si tratta di un fattore di miglioramento essenziale. E se in passato un evento non ha soddisfatto i criteri essenziali, il marchio può anche essere negato.

Un toccasana per l’immagine Patrick Suard è convinto che per gli orga-nizzatori il marchio rappresenti un plu-svalore. Da un canto offre un coaching alle manifestazioni alle prime armi. Dall’al-tro è un bell’asso nella manica in termini d’immagine. «È una garanzia di sicurezza. Con il marchio i genitori esitano meno a permettere ai figli di partecipare a una festa».

Patrick Suard si rallegra anche di come il marchio abbia creato una «di-namica positiva» nel cantone. «Oggi la tutela dei giovani e la gestione dei ri-schi sono parte integrante della mag-gior parte delle organizzazioni di eventi», spiega. L’esempio di grandi eventi che hanno aderito al progetto,

come il Caprices Festival, ha con-vinto anche manifestazioni minori a lanciarsi in quest’avventura.

Per Dipendenze Vallese il bilancio dei primi dieci anni di vita del mar-chio è positivo. È difficile quantificare l’ascendente di Fiesta, dato che il pro-gramma s’iscrive in un concetto di ge-stione dei rischi in un ambito che ab-braccia differenti azioni e partner. Sta di fatto che nel cantone gli incidenti stradali mortali sono diminuiti di un terzo in dieci anni, mentre il parco vei-coli continua ad aumentare. C’è anche una presa di coscienza da parte della nuova generazione: un numero cre-scente di giovani designa un condu-cente sobrio o utilizza i mezzi pubblici per rincasare.

L’esperienza del marchio Fiesta inte-ressa diversi altri cantoni. Dipendenze Vallese è aperta a qualsiasi collabora-zione al di fuori delle frontiere valle-sane – pur sottolineando le difficoltà di replicare il marchio in altri contesti. Quest’anno sarà realizzato uno studio per accertare le esigenze e la possibilità di introdurre il marchio presso servizi specializzati, associazioni e comuni di altri cantoni.

Sandrine Rovere

Nel 2012 il marchio Fiesta è stato confe-

rito a un centinaio di manifestazioni.

Che cosa accomuna una console e

l’upi? Risposta: la mostra sulla preven-

zione organizzata dall’upi in occasione

del suo 75° anniversario. L’esposizione

illustra la prevenzione degli infortuni

in maniera davvero nuova! La naviga-

zione fra i contenuti avviene attraverso

i movimenti delle mani registrati da

Kinect, un controllo di nuova genera-

zione della console per videogiochi.

Innovativo il controllo, appassionanti i

contenuti. Sei argomenti attendono di

essere scoperti: alcol e sonnolenza, di-

spositivi di protezione individuale nello

sport, al volante, cadute, sicurezza in

casa e fuori, nel traffico. L’esposizione

dell’upi potrà essere visitata dal 25

marzo in diverse località della Svizzera

e può essere prenotata dagli addetti

ai lavori: www.75.upi.ch tg

EUREKA

Tante informazioni in un battibaleno

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CAMPAGNA

L’upi su 33 x 28 mm

«Noi vi diamo la sicurezza» – una missione che l’upi persegue da 75 anni. Come illustrare questo motto su una superficie di meno di 10 cm2? René Sager ha trovato la soluzione. Nel suo atelier di grafica Sputnik ha raccolto l’in-vito della Posta Svizzera a sviluppare un fran-cobollo speciale dedicato all’upi – riuscendo perfettamente nell’ardua impresa.

«Tempo libero, sport, circolazione stra-dale, persone anziane, bambini, adulti – l’upi è incredibilmente eterogeneo. Mi sono chiesto come condensare tutti questi aspetti su un francobollo estrapolando anche la cor-relazione con gli infortuni», spiega René Sa-ger. Tra marzo e giugno 2012 ha poi avuto il colpo di genio: l’upi getta idealmente ponti

sopra fossati in cui si potrebbe cadere. Per la popolazione svizzera è un partner impli-citamente sempre al suo fianco. In tutte le regioni del Paese. Da qui l’integrazione tri-lingue di «bfu, bpa, upi» nel layout del den-tellato.

«La decisione della giuria mi ha riempito di gioia!» ricorda Sager. Per il grafico non è il primo francobollo non solo ideato, ma anche tradotto in realtà. Un elemento in comune con l’upi, per il quale si tratta già del terzo franco-bollo nella sua storia.

Il francobollo speciale upi è disponibile in tutti gli uffici postali fino a esaurimento e può essere ordinato su www.philashop.ch o a mezzo dell’allegato flyer della Posta Svizzera.

L’upi per la sicurezza della popolazione svizzera –

è il soggetto del francobollo da 85 centesimi.

© La Posta