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15 gennaio 2009 anno II - n. 19 a r c i 5 0 @ l i b e r o . i t w w w . a r c i . i t / r e p o rt pausa a r c i r e p o rt sicilia a cura dell’Arci Sicilia hanno collaborato: Lucilla Alcamisi, Serena Anzaldi, Toti Bello, Anna Bucca, Teresa Campagna, Filippo Messina, Emanuele Guida, Giovanna Pirrotta foto: Grazia Bucca redazione via Carlo Rao, 16 Palermo numero 19 Allegato al n. 1 del 13 gennaio 2009 di Arcireport [email protected] L ’attacco sferrato nella striscia di Gaza dall'esercito israeliano è di proporzioni incredibili: quasi mille i morti tra cui molti sono civili. Moltissimi bambini. Migliaia i feriti. Centomila gli sfol- lati. Cinquecentomila le persone senza acqua. La popolazione di Gaza, stremata da quasi due anni di assedio ed embargo, continua a vivere sotto il terrore e le bombe. Una città assediata, senza acqua, senza cibo, senza luce, senza medicine, da mesi e mesi, contro ogni legge, contro ogni diritto. Non accettiamo i lanci di razzi Kassam sul sud di Israele ma ancor di più non possiamo accettare la pioggia di fuoco dell’esercito israliano né che sia ancora una volta la popolazione palesti- nese a pagare il prezzo delle politiche di guerra israeliane e dell’ignavia della Comunità Internazionale, troppo immobile e silenziosa davanti alle ripetute violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale che vengono perpetrate in Palestina. Contro questa ennesima strage, anche in Sicilia abbiamo partecipato a diverse manifestazioni, a Palermo, Catania, Siracusa e Messina. Anche dalla Sicilia, chiediamo alle Nazioni Unite, all’Unione europea, al Governo italiano, di agire per mettere fine al massacro e all’embargo di Gaza, perché il dialogo, il diritto interna- zionale, i diritti umani, prevalgano sull’in- sensata logica delle armi. Dobbiamo fare sentire la nostra voce per evitare che si ripetano episodi come quello acca- duto alla Dignity, la nave in missione umanitaria verso Gaza, attaccata dalla Marina Israeliana in acque inter- nazionali. Il suo carico era composto da una tonnellata di medicinali desti- nati agli ospedali. In questi giorni un’altra nave, che porta aiuti umanitari, sta cercando di raggiungere Gaza. Il conflitto non si è placato neanche durante le tre ore di tregua. Così rac- conta la delegazione del Parlamento europeo che per sole due ore è riusci- ta ad entrare nella striscia di Gaza, grazie alla collaborazione dell’Unrwa ed il governo egiziano e nonostante l’opposizione degli israeliani. I parlamentari hanno anche racconta- to di colpi di cannone e bombe caduti vicino la sede dell’Onu, malgrado la tregua, e di uomini, donne e bambini, logorati dal terrore, dall’insonnia e dalla fame. “E’ la prima volta - ha dichiarato Luisa Morgantini - che per- sone bombardate non hanno dove fuggire, le frontiere sono chiuse, aspettano di morire”. Basta. Vogliamo la pace in Medio Oriente. E la pace non viene se non c’è giustizia. [email protected] “TUTTI GLI ANIMALI DIFFIDANO DELLUOMO, E NON A TORTO: MA UNA VOLTA SICURI CHE NON GLI SI VUOL NUOCERE, LA LORO FIDUCIA DIVENTA COSÌ ASSOLUTA CHE BISOGNA ESSERE PROPRIO UN BARBARO PER ABUSARNE.” J.J. ROUSSEAU foto Grazia Bucca Fermiamo il genocidio

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15 gennaio 2009anno II - n. 19

a r c i 5 0 @ l i b e r o . i tw w w . a r c i . i t / r e p o rt

pausa

a r c ir e p o rtsicilia a c u r a d e l l ’ A r c i S i c i l i a

hanno collaborato:Lucilla Alcamisi, Serena Anzaldi, TotiBello, Anna Bucca, Teresa Campagna,Filippo Messina, Emanuele Guida,Giovanna Pirrottafoto: Grazia Buccaredazione via Carlo Rao, 16 Palermonumero 19Allegato al n. 1 del 13 gennaio 2009 [email protected]

L’attacco sferrato nella striscia diGaza dall'esercito israeliano è diproporzioni incredibili: quasi mille i

morti tra cui molti sono civili. Moltissimibambini. Migliaia i feriti. Centomila gli sfol-lati. Cinquecentomila le persone senzaacqua.La popolazione di Gaza, stremata daquasi due anni di assedio ed embargo,continua a vivere sotto il terrore e lebombe. Una città assediata, senza acqua,senza cibo, senza luce, senza medicine,da mesi e mesi, contro ogni legge, controogni diritto. Non accettiamo i lanci di razziKassam sul sud di Israele ma ancor di piùnon possiamo accettare la pioggia difuoco dell’esercito israliano né che sia

ancora una volta la popolazione palesti-nese a pagare il prezzo delle politiche diguerra israeliane e dell’ignavia dellaComunità Internazionale, troppo immobilee silenziosa davanti alle ripetute violazionidei diritti umani e del diritto internazionaleche vengono perpetrate in Palestina.Contro questa ennesima strage, anche inSicilia abbiamo partecipato a diversemanifestazioni, a Palermo, Catania,Siracusa e Messina. Anche dalla Sicilia,chiediamo alle Nazioni Unite, all’Unioneeuropea, al Governo italiano, di agire permettere fine al massacro e all’embargo diGaza, perché il dialogo, il diritto interna-zionale, i diritti umani, prevalgano sull’in-sensata logica delle armi. Dobbiamo fare

sentire la nostra voce per evitare chesi ripetano episodi come quello acca-duto alla Dignity, la nave in missioneumanitaria verso Gaza, attaccatadalla Marina Israeliana in acque inter-nazionali. Il suo carico era compostoda una tonnellata di medicinali desti-nati agli ospedali. In questi giorni un’altra nave, cheporta aiuti umanitari, sta cercando diraggiungere Gaza. Il conflitto non si è placato neanchedurante le tre ore di tregua. Così rac-conta la delegazione del Parlamentoeuropeo che per sole due ore è riusci-ta ad entrare nella striscia di Gaza,grazie alla collaborazione dell’Unrwaed il governo egiziano e nonostantel’opposizione degli israeliani. I parlamentari hanno anche racconta-to di colpi di cannone e bombe cadutivicino la sede dell’Onu, malgrado latregua, e di uomini, donne e bambini,logorati dal terrore, dall’insonnia edalla fame. “E’ la prima volta - hadichiarato Luisa Morgantini - che per-sone bombardate non hanno dovefuggire, le frontiere sono chiuse,aspettano di morire”.Basta. Vogliamo la pace in MedioOriente. E la pace non viene se nonc’è giustizia.

[email protected]

“TUTTI GLI ANIMALI DIFFIDANO DELL’UOMO, E NON A TORTO: MA UNA VOLTASICURI CHE NON GLI SI VUOL NUOCERE, LA LORO FIDUCIA DIVENTA COSÌASSOLUTA CHE BISOGNA ESSERE PROPRIO UN BARBARO PER ABUSARNE.”

J.J. ROUSSEAU

foto Grazia Bucca

Fermiamo il genocidio

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Lettera da Ramallah

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Ramallah, 27 dicembre 2008. Eleggerò domani, sui vostri gior-nali, che a Gaza è finita la tre-

gua. Non era un assedio dunque, mauna forma di pace, quel campo di con-centramento falciato dalla fame e dallasete. E da cosa dipende la differenzatra la pace e la guerra? Dalla ragioneriadei morti? E i bambini consumati dallamalnutrizione, a quale conto si addebi-tano? Muore di guerra o di pace, chimuore perché manca l'elettricità in salaoperatoria? Si chiama pace quandomancano i missili - ma come si chiama,quando manca tutto il resto?E leggerò sui vostri giornali, domani,che tutto questo è solo un attacco pre-ventivo, solo legittimo, inviolabile dirittodi autodifesa. La quarta potenza militareal mondo, i suoi muscoli nucleari controrazzi di latta, e cartapesta e disperazio-ne. E mi sarà precisato naturalmente,che no, questo non è un attacco controi civili - e d'altra parte, ma come potreb-be mai esserlo, se tre uomini che chiac-chierano di Palestina, qui all'angolodella strada, sono per le leggi israelianeun nucleo di resistenza, e dunque ungruppo illegale, una forza combattente?- se nei documenti ufficiali siamo mar-chiati come entità nemica, e senza più ilminimo argine etico, il cancro di Israele?Se l'obiettivo è sradicare Hamas - tuttoquesto rafforza Hamas. Arrivate a bordodei caccia a esportare la retorica dellademocrazia, a bordo dei caccia tornatepoi a strangolare l'esercizio della demo-crazia - ma quale altra opzione rimane?Non lasciate che vi esploda addossoimprovvisa. Non è il fondamentalismo, a esserebombardato in questo momento, matutto quello che qui si oppone al fonda-mentalismo. Tutto quello che a questaferocia indistinta non restituisce gratuitoun odio uguale e contrario, ma unaparola scalza di dialogo, la lucidità diragionare, il coraggio di disertare - nonè un attacco contro il terrorismo, questo,ma contro l'altra Palestina, terza e diver-sa, mentre schiva missili stretta tra lacomplicità di Fatah e la miopia diHamas. Stava per assassinarmi perautodifesa, ho dovuto assassinarlo perautodifesa - la racconteranno così, ungiorno i sopravvissuti.E leggerò sui vostri giornali, domani,che è impossibile qualsiasi processo di

pace, gli israeliani, purtroppo, nonhanno qualcuno con cui parlare. E effet-tivamente - e ma come potrebbero maiaverlo, trincerati dietro otto metri dicemento di Muro? E soprattutto - perchémai dovrebbero averlo, se la Road Mapè solo l'ennesima arma di distrazione dimassa per l'opinione pubblica interna-zionale? Quattro pagine in cui a noi peresempio, si chiede di fermare gli attac-chi terroristici, e in cambio, si dice,Israele non intraprenderà alcuna azioneche possa minare la fiducia tra le parti,come - testuale - gli attacchi contro icivili. Assassinare civili non mina la fidu-cia, mina il diritto, è un crimine di guerranon una questione di cortesia. E seAnnapolis è un processo di pace, men-tre l'unica mappa che procede sono quiintanto le terre confiscate, gli ulivi spia-nati le case demolite, gli insediamentiallargati - perché allora non è processodi pace la proposta saudita? La fine dell'occupazione, in cambio delriconoscimento da parte di tutti gli statiarabi. Possiamo avere se non altro unsegno di reazione? Qualcuno, lì, percaso ascolta, dall'altro lato del Muro?Ma sto qui a raccontarvi vento. Perché

leggerò solo un rigo domani, sui vostrigiornali e solo domani, poi leggerò solo,ancora, l'indifferenza. Ed è solo questoche sento, mentre gli F16 sorvolano lamia solitudine, verso centinaia di dannicollaterali che io conosco nome a nome,vita a vita - solo una vertigine di infinitoabbandono e smarrimento. Europei,americani e anche gli arabi - perchédove è finita la sovranità egiziana, alvarco di Rafah, la morale egiziana, alsigillo di Rafah? - siamo semplicementesoli. Sfilate qui, delegazione dopo delegazio-ne - e parlando, avrebbe detto GarciaLorca, le parole restano nell'aria, comesugheri sull'acqua. Offrite aiuti umanita-ri, ma non siamo mendicanti, vogliamodignità libertà, frontiere aperte, nonchiediamo favori, rivendichiamo diritti. Einvece arrivate, indignati e partecipi,domandate cosa potete fare per noi.Una scuola?, una clinica forse? delleborse di studio? E tentiamo ogni volta diconvincervi - no, non la generosa soli-darietà, insegnava Bobbio, solo la seve-ra giustizia - sanzioni, sanzioni controIsraele. Ma rispondete - e neutrali ognivolta, e dunque partecipi dello squilibrio,

partigiani dei vincitori - no, sarebbe anti-semita. Ma chi è più antisemita, chi ha viziato

Israele passo a passo per sessant'anni,fino a sfigurarlo nel paese più pericolo-so al mondo per gli ebrei, o chi lo avver-te che un Muro marca un ghetto daentrambi i lati? Rileggere HannahArendt è forse antisemita, oggi chesiamo noi palestinesi la sua schiumadella terra, è antisemita tornare a illumi-nare le sue pagine sul potere e la vio-lenza, sull'ultima razza soggetta al colo-nialismo britannico, che sarebbero statiinfine gli inglesi stessi? No, non è anti-semitismo, ma l'esatto opposto, soste-nere i tanti israeliani che tentano discampare a una nakbah chiamata sioni-smo. Perché non è un attacco contro ilterrorismo, questo, ma contro l'altroIsraele, terzo e diverso, mentre schiva ilpensiero unico stretto tra la complicitàdella sinistra e la miopia della destra.So quello che leggerò, domani, suivostri giornali. Ma nessuna autodifesa,nessuna esigenza di sicurezza. Tuttoquesto si chiama solo apartheid - egenocidio. Perché non importa che lepolitiche israeliane, tecnicamente, calzi-no oppure no al millimetro le definizionidelicatamente cesellate dal diritto inter-nazionale, il suo aristocratico formali-smo, la sua pretesa oggettività nonsono che l'ennesimo collateralismo, qui,che asseconda e moltiplica la forza deivincitori. La benzina di questi aerei è lavostra neutralità, è il vostro silenzio, ilsuono di queste esplosioni. Qualcuno sisentì berlinese, davanti a un altro Muro.Quanti altri morti, per sentirvi cittadini diGaza?

Mustafah Barghouti con FrancescaBorri

Mustafah Barghouti,una delle figurepiù importanti e lucido dello scenariopalestinese, medico, attivista disocietà civile e della politica, attivistaresistente nonviolento, fondatore delPalestinian Medical Relief e dellaPalestinian National Initiative.Ha collaborato con lui FrancescaBorri, giovane scrittrice italiana, paci -fista e nonviolenta.

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NON SI PUO’ RIMANERE A GUARDAREC’è un modo per evitare il massacro di civili. C’è un modo per salvare il popolo palestinese.C’è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C’è un modo per dare unapossibilità alla pace in Medio Oriente. C’è un modo per non arrendersi alla legge del più fortee affermare il diritto internazionale:

CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L’AREARITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE

FINE DELL’ASSEDIO DI GAZAPROTEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE

Facciamo appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile perché sia rottoil silenzio e si agisca. Le Nazioni Unite e l’Unione Europea escano dall’immobilismo e si attivi-no per imporre il pieno rispetto del diritto internazionale.

L’Italia democratica faccia la sua parte.

Le nostre organizzazioni si impegnano, insieme a chi lo vorrà, per raccogliere e dare vocealla coscienza civile del nostro paese.

ACLI, ARCI, LEGAMBIENTE, CGIL, AUSER, LIBERA, RETE LILLIPUT, Associazione ONGItaliane – Piattaforma Medio Oriente, Fondazione Angelo Frammartino, Beati i Costruttori diPace, FIOM, CGIL Funzione Pubblica, Un ponte per…, AIAB, CIES, GRUPPO ABELE, CIPAX –Centro Interconfessionale per la pace, Donne in Nero, A Sud, FAIR, Fairtrade Italia, ForumAmbientalista, UCODEP, Terres des Hommes International, Armadilla Onlus, SDLIntercategoriale, Tavola Sarda per la pace, Famiglia di Angelo Frammartino, Luigi Ciotti, FlavioLotti, Luciana Castellina, Giuliana Sgrena, Enzo Mazzi - Isolotto Firenze, Luisa Morgantini,Vittorio Agnoletto, Giovanni Berlinguer, Sergio Staino, tanti gruppi locali, docenti, amministra-tori locali, pacifisti e pacifiste, cittadini e cittadine…

Arci ha inoltre attivato una campagna di raccolta fondi a sostegno della società palestine-se, impegnata a nell’aiuto alla popolazione civile.Anche tu puoi aiutarci a sostenerli con contributi da versare a:

Arci cultura e sviluppoCampagna AttivArci

causale Emergenza GazaBanca popolare Etica

IBAN IT96 NO50 1803 2000 0000 0508 080

oppure direttamente online con carta di credito nell’apposita sezione del sitowww.arciculturaesviluppo.it

info: [email protected] www.arci.it

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L’11 gennaio 2009, l’Associazione ArciMacondo di Mazzarino ha organizza-to un’interessante iniziativa riguar-

dante l’attuale conflitto in Medio oriente.L’idea è stata concepita non solo comeuna conferenza-dibattito, nella quale poteresprimere la propria opinione, ma anche esoprattutto come occasione mirata a stabi-lire un contatto culturale tra la classe diri-gente attuale e noi giovani. Ultimamente, Mazzarino è un paese“morto” dal punto di vista culturale, giova-nile e non. Quindi, il fatto di aver organiz-zato un’iniziativa che partisse dal semplicepresupposto di creare una qualche formadi dialogo cittadino è stato, dal nostropunto di vista, molto soddisfacente. Ilnostro timore di una scarsa partecipazioneè scemato nel corso dell’iniziativa, trasfor-mandosi in una sensazione di sollievo per-sonale e collettivo che ci ha permesso dicontinuare e concludere con successo laserata. Infatti, abbiamo registrato unabuona partecipazione di nostri concittadi-ni. Abbiamo cercato di strutturare l’eventoin modo che non risultasse noioso o bana-le non solo agli occhi dei giovani, ma perchiunque partecipasse. Per fare tutto ciò, abbiamo pensato fosseopportuno dedicare anche uno spazio alla

commemorazione del decimo anniversariodella scomparsa di Fabrizio De Andrè, conl’obiettivo di cercare di interpretare letematiche della guerra, trattate da unpunto di vista poetico. Sarebbe però piùgiusto dire che le due idee, il dibattito sullasituazione in Medio oriente e il tributo a DeAndrè, sono state pensate in contempora-nea, cosa che ci ha permesso di separarei momenti di riflessione da quelli, pur sem-pre riflessivi, ma più leggeri, come quellimusicali. Abbiamo, quindi, scelto i brani diDe Andrè che più sembravano rispondereal tema della guerra. Per citarne qualcu-no: “La guerra di Piero”, “La domenicadelle salme”, “Una storia sbagliata”, nellaquale ci siamo permessi di sostituire laparola “storia” con “guerra”. Il gruppo dilavoro che si è speso in questo contestoha, alla fine, ottenuto l’obiettivo che si eraprefisso: un messaggio chiaro contro laguerra, in un contesto semplice ed imme-diato, che ha alternato le parole alla musi-ca. La soddisfazione è stata così grande,che il circolo Macondo ha deciso di orga-nizzare nuove iniziative per coinvolgeresempre più non solo i giovani, ma l’interacollettività di Mazzarino.

[email protected]

Siamo già transitati

La guerra di Piero

L'improntitudine (e il generaleconsenso o "non dissenso")con cui i soggetti vincenti defi-

niscono le graduatorie della vita inbase ai meriti e ai demeriti è, né piùné meno, un elemento della barba-rie che ancora nello scorrere delterzo millennio dell'era cristianacaratterizza la tanto decantatamodernità. Bisognerà dimostrare, insostanza, che i milioni, le decine dimilioni, le centinaia di milioni diesseri che non approdano nemme-no all'età lavorativa (in quantomuoiono prima, per fame, per denu-trizione, per carestie, per malattie,per naufragi mediterranei etc.) scon-tano una specifica loro "colpevole"mancanza di meriti. Questa presun-zione di superiorità legata al pos-sesso del denaro, che è diventata iltabellino di marcia dell'epoca in cui

viviamo, ha covogliato uragani diignoranza e di volgare istinto fameli-co nelle sedi del comando e haschiacciato nel silenzio e nella mor-tificazione innumerevoli intelligenzepuramente e semplicemente estro-messe dal ciclo dell'informazione edella contaminazione culturale. Maquesta filosofia ha fatto strada, si èimposta come modello, ha usatol'arma mediatica dell'irrisione persqualificare chiunque, con qualsiasiargomentazione, si ostini a cercarefuori dall'area di pertinenza dell'eco-nomia le coordinate fondamentalidella vita. Certo non è ancora reatoritenere illegittima l'appropriazionesistematica e fraudolenta del patri-monio pubblico, ma è un grave indi-zio di veterocomunismo, un primoconnotato di degenerazione illibera-le e totalitaria. Non è ancora reato

negare alla guerra la patente difenomeno fisiologico e ineluttabiledell'attività umana, ma è un indiziodi trasgressione alle leggi dellanatura e della storia, una caduta nelpiù banale e anacronistico buoni-smo (per Bush, misteriosamenteancora a piede libero, pacifismo eterrorismo sono da considerare cri-mini alla stessa stregua). Non èancora reato considerare la solida-rietà come componente primaria edessenziale della politica, ma è ungrave indizio di arretratezza, di lega-me sentimentaloide con l'utopia, è ilrifiuto di salire sul carro della con-cretezza che non può fermarsi atrainare gli immeritevoli e gli incapa-ci. Non è più transizione, siamo giàtransitati, con pochissime possibilitàdi tornare indietro. [email protected]

WINTERCASE 09festival internazionale di musica elettro-nica 3 edizione. Venerdi 16 gennaio.Da Parigi Dj Rone/Dj Lucy support djT.Zed/Dj Drone/Vj Oblivious!!!

Blow Up ore 22.30

ingresso 10 euro con consumazione etesseramento ArciDalle 19 alle 22.30 ingresso gratutitoaperitivo di benvenuto al Wintercase 09. Videoproiezione ELECTRO CULT U-RE!!! Selezione videoclip daI kraftwerkai justiceDj set:ALEX PERCY IMMORDINO (electro-deep-techno-minimalista) feat. DARIODENSO (funk)ART REBBELION in collaborazione conl'Accademia di Belle arti di PalermoWriter in piazza:i migliori writer palermi-tani a piazza sant'AnnaEstemporanea di pittura

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Triste periodo quello che stiamoattraversando. Giorno per giorno imedia divulgano notizie di morte e

disperazione sul conflitto israelo-palesti-nese. La brutalità delle immagini, l’eleva-to numero dei morti e dei feriti, molti deiquali civili, sensibilizzano maggiormentel’opinione pubblica su una questione irri-solta e di difficile risoluzione. Più in generale, riportano in primo piano,in tutta la sua atrocità, la barbarie dellaguerra, delle tante guerre sparse per ilglobo di cui a volte non si parla a suff i-cienza. Argomento delicato da aff r o n t a r equello della guerra. Ancor meno facile èfarlo provocando un sorriso. Al cinema non sono molti gli autori che cihanno provato. Molti di voi ricorderanno ilsuccesso de La vita è bella (1997) diBenigni. Andando un po’ a ritroso nellastoria del cinema, spicca il celebre capo-lavoro di Charlie Chaplin, Il grande ditta-tore, uscito nel 1940, non un anno comeun altro per un’opera che sbeffeggia ilregime nazista. Ma non è di queste due

ben note pellicole che intendo parlareadesso. Appena due anni dopo l’uscitadel film di Chaplin, fece la sua comparsanelle sale statunitensi un’opera destinataad essere un po’ meno popolare, To Be orNot to Be di Ernst Lubitsch. �Il cineasta di origini ebree (non casualepunto di contatto con Chaplin), aff r o n t aanche lui il tema del nazismo e lo fa allasua maniera, imprimendo sulla pellicolaquel tocco alla Lubitsch che lo ha resoindimenticabile. To Be or Not to Be, usci-to in Italia con l’infelice titolo Vo g l i a m oVivere!, è una commedia sull’assurditàdel regime nazista, che mescola sapien-temente intento partigiano e impianto tipi-co della farsa, con tutte le occorrenze delgenere, dallo scambio di persona, all’e-quivoco, al travestimento, dando vita aduna sequela di situazioni paradossali. Èanche un film sul teatro, sulla finzionescenica come arte dell’inganno, quellastessa arte di cui il regime spesso si servìper perorare le proprie cause e di cui inquesto film è invece succube. Vita e

vicende storiche reali si alternano alla fin-zione teatrale. Al centro della commedia èuna compagnia di teatro polacca, osteg-giata dal regime nazista. I tedeschi inva-dono la Polonia e il teatro è costretto achiudere. La moglie dell’attore principaledella compagnia viene a sapere da unu fficiale e spasimante, che tra i partigianic’è un infiltrato. Per sbarazzarsi di lui, lacompagnia fa ricorso all’unica arma ingrado di utilizzare: la recitazione. Qual èper un attore il modo migliore di mettersialla prova, se non quello di fingersi unaltro nella vita di tutti i giorni? E non un“altro” qualsiasi… Hitler in persona!Astuzia da una parte, stupidità dall’altra;ingegno contro forza. Happy ending conespediente comico in chiusura che fun-ziona come un meccanismo a orologeria.Non lo svelo a chi non avesse ancoravisto il film. Buona (ri)visione.

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To be or not to be

Se, come ci impartiva Goethe, “L'uomo conosce se stes-so nella sola misura in cui conosce il mondo”, alloraognuno ha una sua misura del mondo. E La misura del

mondo è proprio il titolo del quinto romanzo dell’austriacoDaniel Kehlmann, il più clamoroso caso letterario tedescodegli ultimi anni, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Un roman-zo d’avventura filosofico scientifica e che coniuga realtà e fin-zione trattando di storia della scienza con la stessa legge-rezza di un pamphlet sull’uso del the. Protagonisti due dei piùgrandi scienziati del passato, Alexander von Humboldt e CarlFriederich Gauss, matematici, astronomi, ricercatori. Latrama ha inizio con l'unico incontro realmente avvenuto tra idue luminari in occasione di un congresso nel 1828 a Berlino:il provinciale Gauss è ospite del nobile Humboldt. I due nonpotrebbero essere più differenti. La loro misura del mondo èal tempo stesso parallela e antitetica come antitetiche sem-brano essere le due, entrambe stravaganti, personalità.Entrambi sono ossessionati dai numeri, dalle misurazioni,dalla dimostrazione scientifica delle loro teorie, ma nonhanno niente altro in comune. Gauss proviene da un ambien-te sociale modesto, la matematica e i numeri lo salvano dallapovertà, è un perfezionista, lavoratore accanito e misantropo.Secondo un famoso aneddoto, quando gli fu riferito che lamoglie stava morendo, avrebbe risposto: "Ditele di aspettareun attimo, sono impegnato". Humboldt, viaggia per il mondoe nulla sfugge alla sua misurazione. Tutto lo interessa, masolo se può essere visto, misurato e dimostrato. Un avventu-

roso solitario, capace però di grandi slanci, un esploratore atutto tondo il cui motto era: "La morte è la fine di quella con-dizione di noia che chiamiamo vita".Le loro umane debolezze, le vittorie e gli insuccessi, i timorie le glorie raccontati con leggiadria ed intelligenza, procedo-no nel caos politico e sociale della Germania postnapoleoni-ca. I meriti scientifici dei due geni non vengono mai intaccatidalla loro, a tratti desolante, umanità. Una commedie humai-ne dove trovano spazio, in esilaranti episodi, anche mostrisacri per la cultura occidentale come il filosofo ImmanuelKant che in risposta alla teoria sullo spazio curvo, chiede sal-sicce per pranzo o come Louis Jacques Daguerre, alle presecon il suo dagherrotipo. Appassionante e divertente, il libro(quasi l'opera di uno "storico pazzo" come dice Kehlmann dise stesso), non si può certo inserire fra le biografie, ma le suepagine hanno il merito di avvicinare i neofiti alle scienze natu-ralistiche e matematiche. Nel libro dopo l’incontro iniziale, isingoli capitoli sono dedicati alternativamente ad uno dei dueprotagonisti e solo verso la fine la trama riprende da doveaveva preso l’avvio. Un romanzo che ci scaraventa nel tra-volgente Illuminismo tedesco, che fra aneddoti esplorazioni escoperte, ci parla di sogni e di ragione. E dato che “l'autoremette le sue balzane idee in bocca a personaggi storici", è lostesso Kehlman ad ironizzare sul proprio metodo e a darci unrapido sguardo sulla sua misura del mondo.

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La misura del mondo libro

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Hanno preso il via, al c i r c o l oMalussene di Piazzetta Resuttano, 4 aPalermo, le lezioni del corso di linguaSwahili (Kiswahili). Le lezioni sarannotenute dal professor Gandolfo Sausaogni mercoledì dalle ore 19.00 alle ore21.00, fino al prossimo 3 giugno.L'iscrizione al corso è aperta a tutti eprevede un contributo spese di 25 euroche comprende il costo della tesseraARCI 2009. Per coloro che sono giàiscritti all'ARCI nell'anno in corso il con-tributo sarà di 20 euro. Per ulteriori infor-mazioni rivolgersi a Luciano Rizzuti, cell. 3493894306 e-mail: [email protected]. Lo swahili o kiswahili (pronuncia: suahì-li, chisuahìli) è una lingua bantu, dellafamiglia delle lingue niger-kordofaniane,diffusa in gran parte dell'Africa orientale,centrale e meridionale. È la linguanazionale di Tanzania, Kenya e Uganda,nonché lingua ufficiale dell'UnioneAfricana. Lo parlano come prima linguacirca 5-10 milioni di persone, e comeseconda lingua circa 80 milioni. Inoltre,essendo lo swahili una lingua storica-

mente legata al commercio marittimo, cisono comunità di lingua swahili in moltecittà portuali anche al di fuori dell'Africa.Data la sua grande diffusione, e laparentela con le altre lingue bantu, loswahili svolge la funzione di lingua fran-ca in gran parte dell'Africa subsaharia-na.

Come ogni giovedì pomeriggio torna ilmercatino biologico all'interno delMalaussène. L'iniziativa è nata da uninsieme di persone che nelle settimanepassate hanno costruito un gruppo diacquisto presso l'abitazione di uno deinostri soci. Abbiamo accettato la richie-sta di appoggio logistico con piace-re...Così l'appuntamento fisso è per ognigiovedì. Dalle 18.30 alle 20.30 sarannopresenti diversi produttori che propor-ranno ai soci Arci i frutti (ma anche i for-maggi) del loro lavoro...

Il 22 ed il 23 gennaio sarà in SiciliaGianluca Solera, responsabile dellaFondazione Euromediterranea A n n aLindh per il Dialogo tra le Culture(Alessandria d'Egitto), per un tour di pre-sentazione del suo ultimo libro "Muri,lacrime e za'tar. Storie di vita e voci dallaPalestina".Per l'importanza dei contenuti del libro,nonché per la singolarità del punto diosservazione dell'autore, credo che l'oc-casione costituisca una valida opportu-nità per organizzare delle iniziative diconfronto e approfondimento su argo-menti, a noi molto cari, quali la questio-ne palestinese, il dialogo interculturale,la pace in Medio Oriente, i diritti umani.Per chi fosse interessato a promuovereun incontro con l'autore, mi può contat-tare all’indirizzo mail [email protected].

A p p u n t a m e n t i

Convenzioni Arci Palermo 2009Unipolsconti sulle tariffe:auto-infortuni-malattie-abitazio

Randazzo (Ottica-foto-video)Via Ruggero Settimo, 55 Via Lulli, 20/40C/o Auchan, via Ugo La Malfa,115III Livello Aeroporto di Palermo3% videocamere, telefonia eaccessori10% occhiali da vista e da sole,lenti a contatto ed accessori10% sviluppo e stampa foto5% apparecchi fotografici

AltroQuando (libri-fumetti-video)C.so Vittorio Emanuele, 1455% fumetti e libri

Foto Di Cristina (cd,materialefotografico,sviluppo,orologi) ViaRoma, 373/375 Dal 5% al 10%

De Magistris Bellotti (carta-

cancelleria)Via A. Gagini, 23Largo A. LeantiViale Strasburgo, 14Via Trinacria, 355% escluso offerte speciali evendite a peso (quaderni)

U' Pirtusu (bijotteria artistica-abiti-artigianato etnico)C.so V.Emanuele, 32 10% sconto

Centro Stampa Agorà(Fotocopie-rilegature-battiture) Viale delle Scienze10% sconto

Angelo Pernice(Manufatti in pelle e cuoio)Via San Lorenzo, 97/b10% sconto

Gitane Heartmade(Abbigliamento usato e vintage)Via Isidoro La Lumia, 74 Dal 10% al 20%

Zarubabel (bijotteria-articoliregalo)Largo degli Abeti, 410% sconto

Bazzika (oggettistica etnica-lampade-tessuti-batik)Via Dell'Orologio, 24 Dal 5% al 20%

La Bottega delle Percussione(percussioni,tamburi)Via Del Parlamento, 12 Dal 5% al 20%

Arrivas Matteo Erboristeria(creme,tisane,the)Via Venezia, 14Dal 5% al 10%

Gioielleria Mediterranea(gioielli artigianali d'arte)Via Bara all'Olivella, 115 10% sconto

Cinema AuroraVia Tommaso Natale, 11740% dal lunedì al venerdì non

festiivi (sala 2 e 3)40% mercoledì, giovedì e vener -dì non festivi (sala 1)40% lunedì, martedì e venerdìArena Favorita

Cinema Igea LidoVia Ammiraglio Rizzo, 1340% lunedì, martedì e venerdìnon festivi

Teatro LiberoPiazza Marina/Salita Partanna,410% sul singolo biglietto

Roberta Arcuri (lavorazionevetro,gioielli artistici)Via Pipitone Federico,24 10% accessori e lampade

Vetreria Goethe (lavorazionevetri e specchi,vetri porte)Via Goethe, 1310% su vetro