Arcireport numero 42

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29 novembre 2011 anno IX - n. 42 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci Questioni di democrazia È presto per valutate l'operato del nuovo governo, ma già si accende il dibattito fra le forze politiche. Cosa ovvia, visto che le scelte da fare possono prendere strade anche molto diverse fra loro. Meno comprensibili le que- stioni di metodo che stanno appassionando media e partiti, a riprova di quanto la nostra politica sia spiazzata dal nuovo contesto. Dividersi sul carattere tecnico o politico da attribuire al governo, con l'esaltazione dell'u- no e la denigrazione dell'altro, è una scioc- chezza, un esempio da manuale di distorsio- ne del senso delle parole. La funzione di governo, di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, è sempre di grande rilevanza politica, pur se esercitata nell'ambito di un ruolo istituzionale che impo- ne di anteporre gli interessi generali a quelli della propria parte politica. Altro è il ruolo dei partiti, che sono per definizione ‘di parte’, por- tatori di punti di vista, riferimenti valoriali e interessi specifici, e impegnati a costruire il più ampio consenso possibile attorno al pro- prio progetto politico. L'azione dei governi è legittimata dal sistema delle assemblee elettive, quella dei partiti dalla volontà di una parte dei cittadini. La relazione dinamica e costante fra istituzio- ni, partiti, organizzazioni sociali e cittadini è essenziale per un pieno esercizio della demo- crazia. Se viene meno la chiarezza dei diver- si ruoli o se ne ostacola la relazione virtuosa, si mina la fiducia dei cittadini nella vita pubbli- ca e si alimenta l'antipolitica. Tutto questo c'entra molto con le ragioni di quanti manifestavano sabato scorso per chie- dere il rispetto dell'esito del referendum di giu- gno in materia di gestione del servizio idrico. Da subito il governo e i poteri che lucrano sulla privatizzazione dei servizi pubblici ten- tarono di aggirare quel risultato. Ad oggi niente si è fatto per dar corso alla volontà degli elettori. Sarebbe un grave errore se anche il governo Monti cancellasse il tema dall'agenda. Applicare l'esito del referendum non è una fra le opzioni possibili, è un preciso dovere istitu- zionale, nel rispetto della volontà popolare e della Costituzione. Nessuna emergenza può giustificare il venir meno a tale dovere. Per affrontare i problemi del Paese non basteran- no le misure per fare cassa, e soprattutto non si potrà far cassa a danno dei beni comuni. Al contrario, investire sulla difesa e la valoriz- zazione dei beni comuni consentirà di evitare una pericolosa frattura fra politica e società. I n mezza Italia ancora si scava nel fango. Nell'altra mezza, i contadini con- tano i danni della siccità. A Durban nessuno scommette una lira sull'accordo, mentre il trattato di Kioto scade. Fino a pochi anni fa politica e mercato negavano lo sconvolgimento climatico. Oggi puntano sul fatalismo: in fondo la terra ne ha visti tanti. È vero, ma non sono mai stati così rapidi, e mai in un pianeta così abitato. I produttori di champagne comperano terre in Gran Bretagna: lì faranno il vino, e a noi rimarrà la polvere del deserto. Si perde- ranno lavoro, diritti, vite, economie, storie culture e futuri di miliardi di persone, italia- ni inclusi. Della Conferenza di Durban si accorgeranno in pochi, da noi: c'è la crisi. Eppure, gli unici che si salvarono da quel- la analoga del '29 furono gli Usa del New Deal. E anche oggi non ne usciamo senza un New New Deal. Un patto sociale inedito fra natura, diritti, lavoro e economia e cul- tura. Fondato sulla riconversione energeti- ca, industriale, urbana, della mobilità e del- l'abitare. Sulla difesa del territorio: mare, cielo, terra, acqua, comunità. Sulla dignità contadina, sul chilometro zero. Sul riuso e il risparmio. Sull'innovazione che non distrugge ma aiuta a salvare. Nascerebbero milioni di posti di lavoro, in cambio di un deciso intervento pubblico su queste priorità strategiche. L'economia ricomincerebbe a girare, e l'Europa arre- sterebbe il declino. Una rievoluzione: andare avanti bene. Per avvicinarla, noi riconvertiamo noi stessi, i circoli e gli stili di vita. Nei giorni di Durban, in nome della giustizia climatica, aiutiamo i nostri circoli e le comunità distrutte dalle alluvioni. Un nuovo New Deal per salvare il pianeta La manifestazione del 26 novembre a Roma Con Lucio Magri se ne va una delle personalità più intelligenti e acute della sini- stra italiana. Grande è sempre stata la sua attenzione ai movimenti, in particolare a quelli contro la guerra. Lo ricordiamo appassionato partecipante alla grande manifestazione di Roma, che trent’anni fa segnò la nascita del nuovo pacifismo italiano. Col suo ultimo libro, “Il sarto di Ulm”, ci lascia una straordinaria testimo- nianza di un’epoca che ha segnato in modo indelebile questo Paese. Ha voluto morire da vivo. Ciao Lucio. L’Arci non ti dimenticherà. E ora Obbedienza civile È morto Lucio Magri

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29 novembre 2011anno IX - n. 42

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Questioni di democrazia

È presto per valutate l'operato del nuovogoverno, ma già si accende il dibattito fra leforze politiche. Cosa ovvia, visto che le scelteda fare possono prendere strade anche moltodiverse fra loro. Meno comprensibili le que-stioni di metodo che stanno appassionandomedia e partiti, a riprova di quanto la nostrapolitica sia spiazzata dal nuovo contesto.Dividersi sul carattere tecnico o politico daattribuire al governo, con l'esaltazione dell'u-no e la denigrazione dell'altro, è una scioc-chezza, un esempio da manuale di distorsio-ne del senso delle parole.La funzione di governo, di chi è chiamato adamministrare la cosa pubblica, è sempre digrande rilevanza politica, pur se esercitatanell'ambito di un ruolo istituzionale che impo-ne di anteporre gli interessi generali a quellidella propria parte politica. Altro è il ruolo deipartiti, che sono per definizione ‘di parte’, por-tatori di punti di vista, riferimenti valoriali einteressi specifici, e impegnati a costruire ilpiù ampio consenso possibile attorno al pro-prio progetto politico.L'azione dei governi è legittimata dal sistemadelle assemblee elettive, quella dei partitidalla volontà di una parte dei cittadini. La relazione dinamica e costante fra istituzio-ni, partiti, organizzazioni sociali e cittadini èessenziale per un pieno esercizio della demo-crazia. Se viene meno la chiarezza dei diver-si ruoli o se ne ostacola la relazione virtuosa,si mina la fiducia dei cittadini nella vita pubbli-ca e si alimenta l'antipolitica.Tutto questo c'entra molto con le ragioni diquanti manifestavano sabato scorso per chie-dere il rispetto dell'esito del referendum di giu-gno in materia di gestione del servizio idrico.Da subito il governo e i poteri che lucranosulla privatizzazione dei servizi pubblici ten-tarono di aggirare quel risultato. Ad ogginiente si è fatto per dar corso alla volontàdegli elettori. Sarebbe un grave errore seanche il governo Monti cancellasse il temadall'agenda.Applicare l'esito del referendum non è una frale opzioni possibili, è un preciso dovere istitu-zionale, nel rispetto della volontà popolare edella Costituzione. Nessuna emergenza puògiustificare il venir meno a tale dovere. Peraffrontare i problemi del Paese non basteran-no le misure per fare cassa, e soprattutto nonsi potrà far cassa a danno dei beni comuni. Al contrario, investire sulla difesa e la valoriz-zazione dei beni comuni consentirà di evitareuna pericolosa frattura fra politica e società.

I n mezza Italia ancora si scava nelfango. Nell'altra mezza, i contadini con-tano i danni della siccità. A Durban

nessuno scommette una lira sull'accordo,mentre il trattato di Kioto scade. Fino apochi anni fa politica e mercato negavanolo sconvolgimento climatico. Oggi puntanosul fatalismo: in fondo la terra ne ha vistitanti. È vero, ma non sono mai stati cosìrapidi, e mai in un pianeta così abitato. Iproduttori di champagne comperano terrein Gran Bretagna: lì faranno il vino, e a noirimarrà la polvere del deserto. Si perde-ranno lavoro, diritti, vite, economie, storieculture e futuri di miliardi di persone, italia-ni inclusi. Della Conferenza di Durban siaccorgeranno in pochi, da noi: c'è la crisi.Eppure, gli unici che si salvarono da quel-la analoga del '29 furono gli Usa del NewDeal. E anche oggi non ne usciamo senza

un New New Deal. Un patto sociale ineditofra natura, diritti, lavoro e economia e cul-tura. Fondato sulla riconversione energeti-ca, industriale, urbana, della mobilità e del-l'abitare. Sulla difesa del territorio: mare,cielo, terra, acqua, comunità. Sulla dignitàcontadina, sul chilometro zero. Sul riuso eil risparmio. Sull'innovazione che nondistrugge ma aiuta a salvare. Nascerebbero milioni di posti di lavoro, incambio di un deciso intervento pubblico suqueste priorità strategiche. L'economiaricomincerebbe a girare, e l'Europa arre-sterebbe il declino. Una rievoluzione: andare avanti bene. Peravvicinarla, noi riconvertiamo noi stessi, icircoli e gli stili di vita. Nei giorni di Durban,in nome della giustizia climatica, aiutiamo inostri circoli e le comunità distrutte dallealluvioni.

Un nuovo New Deal per salvare il pianetaLa manifestazione del 26 novembre a Roma

Con Lucio Magri se ne va una delle personalità più intelligenti e acute della sini-stra italiana. Grande è sempre stata la sua attenzione ai movimenti, in particolarea quelli contro la guerra. Lo ricordiamo appassionato partecipante alla grandemanifestazione di Roma, che trent’anni fa segnò la nascita del nuovo pacifismoitaliano. Col suo ultimo libro, “Il sarto di Ulm”, ci lascia una straordinaria testimo-nianza di un’epoca che ha segnato in modo indelebile questo Paese.Ha voluto morire da vivo. Ciao Lucio. L’Arci non ti dimenticherà.

E ora Obbedienza civile

È morto Lucio Magri

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I ncuria, cementificazione selvaggia - masanata (!) -, precipitazioni straordinarie epoi, un mare di fango. Cosa e successo

a Barcellona Pozzo di Gotto il 22 novembre?Il torrente Longano e il torrente Idria sonoquasi sempre a secco durante tutto l'anno,un rigagnolo d'acqua scorre in autunno e pri-mavera, più forte il fluire dell'acqua durantel'inverno. Ma mai, da trent'anni almeno, si eraverificata una piena di queste proporzioni. La mattina del 22 novembre la pioggia ècaduta insistentemente dalle prime ore delgiorno ingrossando via via i torrenti e portan-do dalle montagne di Castroreale e Margiuna grande quantità di terra argillosa e detri-ti, che hanno creato un muro di grandepotenza che ha rotto gli argini in alcuni punti,ha superato la copertura inondando le stradelaterali e ha distrutto un ponte di collega-mento nella zona di Calderà, giusto nel puntoin cui il Longano arriva a mare. L'allerta sulla situazione idrogeologica aBarcellona Pozzo di Gotto era già alta datempo: l'11 dicembre 2008 un'esondazioneaveva travolto le case lungo il corso del tor-

rente provocando danni enormi, mentre latragedia di Giampilieri e San Fratello dell'an-no scorso aveva aumentato la preoccupa-zione in tutto il comprensorio. In molti ave-vano denunciato la mancanza di pulizia delgreto del torrente Longano. In molti denunciano tutt'oggi la cementifica-zione selvaggia. Le 'saje' e le altre vie natu-rali per il deflusso dell'acqua piovana sonostate ostruite negli anni da costruzioni priva-te presumibilmente abusive ma poi quasinella totalità sanate. Carente è l'azione di rimboschimento dellezone montane così come il monitoraggio deilitorali. Mentre si pensava a costruire e siguardava con terrore quello che succedevaaltrove, le condizioni di pericolo nel barcello-nese diventavano sempre più gravi. Oggisiamo in strada a spalare fango. Ad Oreto ePozzo Perla molte persone sono rimaste iso-late, la frazione di Femminamorta è statairraggiungibile per due giorni, via del Mare èdiventata un nuovo torrente. Il fango ha inva-so case, negozi, scuole e uffici. Miracolosamente non ci sono vittime, ma la

situazione è comunque gravissima. I cittadi-ni e le cittadine di Barcellona Pozzo di Gotto,insieme a tantissime persone dei comunilimitrofi, si stanno dando da fare. Auto-orga-nizzati e fortemente determinati a rimuoverequel fango che - adesso non solo metafori-camente - copre la loro cittadina. Qualchetempo fa alcuni striscioni sono apparsi incittà con uno slogan "Barcellona può rina-scere. Ora tocca a noi!", il riferimento era allalotta alla mafia. Oggi questo slogan è stato utilizzato perspronarsi a vicenda nelle operazioni di recu-pero e di pulizia. Ma i cittadini e le cittadinepretendono e meritano di avere risposte dal-l'amministrazione comunale e da chi ha com-petenza in merito di pianificazione urbanisti-ca e rispetto del territorio. Perché non si aspetti sempre l'emergenzaper agire e tutelare il proprio territorio. Perché non sia compito degli abitanti sup-plire alle deficienze e alle incompetenze dichi dovrebbe farsi carico di queste proble-matiche. Info: [email protected]

ambiente

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L’acqua è quotidiana come poche altrecose. Ne conosciamo gli effetti, bene-fici o devastanti: dipende spesso

dalla quantità. Ritornano le parole del senato-re Ted Kennedy: «Ricordo che ero a Ginevraper una conferenza e volai a Firenze per ren-dermi conto di cosa era successo. Arrivai allaBiblioteca Nazionale nel pomeriggio e guardaiintorno all’area alluvionata. Non c’era elettrici-tà ed era stata messa una grossa quantità dicandele per avere la luce necessaria a salva-re i libri. C’era un freddo terribile» (Firenze1966). Due cittadini: «Io e mia moglie abbia-mo vissuto in quell’inferno per parecchie ore.Eravamo certi di non uscirne vivi e avevamoaccettato il nostro destino di fronte a quelloche ci sembrò la fine del mondo» (Messina2009). Un dirigente dell’Arci: «I soci cheincontriamo sono al lavoro per salvare il sal-vabile e come è logico ci chiedono aiuto. Lecarte da gioco sparse su tutto il pavimentosono l'immagine che più mi colpisce. Fino apochi istanti prima della piena si stava gio-cando a carte. Poi tutti via di corsa. Qui termi-na la nostra giornata. Non ci sono altre paro-le da scrivere» (Genova 2011). Persone,fiumi, tempi e luoghi diversi, ma egual sortenell’Italia unita. La signora di Francia, DanielleGouze, figlia della Resistenza d’oltralpe, con-sorte di Mitterand, ‘portatrice d’acqua’ e suatutrice era solita ribadire l’importanza di que-

sto elemento primordiale in quanto benecomune dell’umanità e requisito essenziale ditutto il vivente. Aveva ragione perché l’acquaè indisponibile ad ogni proprietà, persino aquella pubblica. Essa è di tutti e di nessuno eoggi è assurta a simbolo di ogni altro benecomune. Grazie all’acqua il 12 e il 13 giugnoscorsi è rinato un amore: quello degli italianicon il Referendum, istituto rivelatosi negli anniun formidabile strumento di cambiamentosociale e culturale - di avanguardia popolare,come ai tempi del divorzio, rispetto all’inges-sata morale del Parlamento -, poi abusato enel tempo abbandonato. Che succede quin-di? Siamo consapevoli che sprechiamomiliardi di euro per riparare i danni di alluvioniimpreviste ma prevedibili, quando potremmoimpiegarne di meno o altrettanti per prendercicura del nostro territorio, per creare lavoro,per proteggerci. Questa è la sicurezza chedovremmo pretendere. Sono consapevoliche i cittadini italiani hanno vinto in maggio-ranza ai seggi il lasciapassare per la ripub-blicizzazione dell’acqua - che era diventatauna merce nelle mani di un famelico merca-to - eppure la maggioranza delle istituzionioppone una dura resistenza. Una manife-stazione nazionale ci ha convocati a Romail 26 novembre per gridare a voce alta chetutti noi abbiamo un diritto da rivendicare.Prima ancora di quello dell’acqua, è il diritto

al rispetto di un voto già espresso.Immaginiamoci, per un momento, che il 27novembre tutto rimanga com’è, o che peg-giori: che ne sarebbe dello Stato di diritto,delle istituzioni stesse? Dobbiamo scacciarequesta possibilità proprio perché ci teniamo.Ci teniamo alla Costituzione e ai beni comu-ni, perché ne abbiamo riscoperto il significa-to e l’importanza. E questa è già una con-quista perché, come sostiene StefanoRodotà, qualche mese fa l’espressione‘bene comune’ apparteneva al gergo diristrette minoranze, mentre oggi è un ‘panequotidiano’ e talvolta persino troppo lievita-to quando se ne appiccica l’etichetta su ognicosa. Il 26 è stata una giornata per la demo-crazia. C’è una fiducia, oggi molto compro-messa, da ritrovare, perché un popolo nonpuò agire sempre in solitudine. Popolo erappresentanza istituzionale hanno l’obbligodi rincontrarsi. All’obbedienza civile chemigliaia e migliaia di persone praticherannonelle prossime settimane per rivendicare leloro ragioni, deve corrispondere quella di chiè chiamato nel proprio ruolo ad essere unesempio nel rispettare i dettami dellaCostituzione, delle leggi che ne derivano el’esito referendario. L’occasione è propizia perchè il ‘bicchiere deidiritti’ venga finalmente riempito.Info: [email protected]

Il territorio, offeso e depredato, prima o poi chiede il conto

n. 42 29 novembre 2011

arci

‘Il bicchiere dei diritti’ venga finalmente riempito

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3referendum

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C on la riuscitissima manifestazionenazionale del 26 novembre scorso,il popolo dell’acqua ha segnato un

importante punto politico. Sappiamo tutti chenon era facile, per diversi motivi: il fallimentodella giornata del 15 ottobre, la fine delgoverno Berlusconi, l’esclusivo accentosulla triade crisi/debito/rigore, potevanocostituire un cocktail che, unito all’attaccodiretto dei poteri forti contro il risultato refe-rendario, avrebbe potuto sfiduciare qualsia-si tentativo di ripresa della mobilitazione.Così non è stato, e le diverse decine dimigliaia di donne e uomini che da ogni parted’Italia sono giunte a Roma, hanno coloratole strade di allegria e determinazione, dicreatività e consapevolezza. Il movimentoper l’acqua c’è e indietro non si torna. Questo hanno detto tutte quelle donne equegli uomini, marcando una persistenzache segnala quanto l’esperienza della lottaper la riappropriazione sociale dell’acqua,dei beni comuni e della democrazia sia con-solidata, nei cuori e nelle menti delle perso-ne, dentro i territori e a livello nazionale.

Ma la piazza del 26 novembre ha anchedimostrato l’autonomia del movimento perl’acqua. Un movimento che, avendo chiari ipropri obiettivi e un comune linguaggio dellatrasformazione sociale, mantiene alta la pro-pria capacità di mobilitazione, non cedendoall’illusione che l’uscita dalla crisi possaavvenire attraverso i cambiamenti del qua-dro politico-istituzionale, ma che solo unasocietà in movimento potrà determinare unaltro futuro per tutte e tutti. È questo chetemono i poteri forti: quei poteri che, dopoaver annunciato per anni ‘privato è bello’,oggi, dopo lo straordinario risultato referen-dario, sono costretti a dire ‘privato è obbliga-torio’. Devono imporre, perché non possonopiù convincere. Ma il re è nudo e tutti se nesono accorti. E, con la manifestazionenazionale del 26 scorso, il popolo dell’acquaha lanciato la sua prossima campagna. Sarà‘obbedienza civile’ in tutti i territori per otte-nere direttamente ciò che con il referendumtutte e tutti abbiamo deciso: la fine dei profit-ti sull’acqua, il pagamento delle tariffe cosìcome determinato dal voto del popolo italia-

no. Una nuova stagione di partecipazionediretta e diffusa che metterà in campo lestesse energie che hanno prodotto la sta-gione referendaria e che proporranno a tuttele donne e gli uomini del Paese di prenderedirettamente in mano il proprio destino, riap-propriandosi dell’acqua e di quanto a tutte etutti appartiene. Contemporaneamente, par-tirà una mobilitazione diffusa per chiederead ogni ente locale di procedere alla ripub-blicizzazione del servizio idrico e alla suagestione partecipativa.La città di Napoli ha dimostrato come tuttociò sia possibile, ora saranno gli amministra-tori di ogni Comune a dover scegliere da cheparte stare, se tornare ad essere i garantidei beni comuni o continuare ad essere glialfieri delle banche e dei capitali finanziari. Perché a chi ogni giorno continua a ricor-darci le ‘esigenze’ dei mercati, noi da anni ein ogni territorio continuiamo a ripetere «Siscrive acqua, si legge democrazia».Ne facciano adeguato oggetto di studio, iprofessori al governo.Info: [email protected]

«S i può continuare ad applicareuna norma abrogata per viareferendaria?». Hans Kelsen

avrebbe giudicato priva di senso una similedomanda. Del resto basta aprire un qualun-que manuale di diritto costituzionale per leg-gere che l'unico effetto giuridico certo pro-dotto dal voto è appunto quello di renderenon più applicabile la norma oggetto delreferendum. A dispetto di ciò, sebbene il 12e 13 giugno la maggioranza del corpo elet-torale abbia eliminato la disposizione chestabiliva una «adeguata remunerazione delcapitale investito» da garantire ai gestori deisistemi idrici, questa norma è ancora appli-cata. L'elusione dell'esito referendario appa-re evidente. Secondo alcuni il permaneredegli effetti della norma abrogata sarebbegiustificato dalla necessità di garantire lacopertura dei costi e le correlate ragioni diprofitto per le aziende che gestiscono il ser-vizio. Quest'argomentazione non ha fonda-mento alcuno. A dirlo è stata la Corte costi-tuzionale, quando ha ammesso il referen-dum escludendo che ciò potesse incideresulla nozione di ‘rilevanza’ economica delservizio idrico integrato. L'eliminazione dellavoce «remunerazione del capitale» - hascritto a chiare lettere la Corte - non presen-ta elementi di contraddittorietà, poiché se daun lato persegue chiaramente la finalità direndere estraneo alle logiche del profitto il

governo e la gestione dell'acqua, dall'altronon incide sulla nozione di tariffa come cor-rispettivo, la quale assicura «la coperturaintegrale dei costi di investimento e di eser-cizio».Si può evidentemente non essere d'accordonel merito della questione: per questo s'èsvolta la consultazione referendaria e chi havotato no evidentemente non era concorde.Ma il referendum ha avuto un esito inequivo-cabile, e ora non rimane che dare seguitoalla volontà del corpo elettorale. L'inerzia e laconservazione dei vecchi contratti di gestio-ne per il servizio idrico si configurano comeun grave vulnus al dettato costituzionale,che non dovrebbe essere accettato da nes-suno, neppure da coloro che si sono demo-craticamente opposti, con il voto contrario,all'abrogazione della norma sulla remunera-zione del capitale. È alla base del viveredemocratico accettare le scelte della mag-gioranza (del corpo elettorale nel caso deireferendum, dei membri del Parlamento nelcaso delle leggi). Tutti i soggetti politicamen-te responsabili dovrebbero, dopo il referen-dum, imporre alle aziende regole di gestioneestranee alle logiche del profitto. V'è poi unsecondo raggiro compiuto ai danni del refe-rendum. Uno dei due quesiti aveva a ogget-to una norma (l'art. 23 bis del decretoRonchi) relativa alle modalità di affidamentodi tutti i servizi pubblici locali di rilevanza eco-

nomica. Come ha chiarito anche in questocaso la Corte costituzionale, l'abrogazionerichiesta ha riguardato una disciplina gene-rale, relativa dunque non solo al servizio idri-co. Eppure nella manovra di agosto il gover-no allora in carica ha reintrodotto la medesi-ma normativa, fatta salva l'acqua; in talmodo violando il divieto di reintroduzionedella normativa abrogata. La Regione Puglia, e lo stesso comitato pro-motore dei referendum, vogliono proporre laquestione dinanzi alla Consulta, sollevandoun conflitto tra poteri dello Stato. Ma, al di làdelle ragioni giuridiche e costituzionali chesostengono i ricorsi, c'è da chiedersi se nonvi sia anche una questione politica e didemocrazia. Al governo Monti tutti riconoscono una pro-fonda diversità di stile: non più le sguaiatez-ze del populismo berlusconiano, ma unatteggiamento rigoroso che legittima - anchepoliticamente - la ‘tecnica’ di governo.Questo stile - se non vuole essere solo unaforma apparente - dovrebbe anzitutto espri-mersi nel rispetto della lealtà costituzionale edelle leggi. Ed è proprio il problema di lealtàcostituzionale e di rispetto delle leggi cheoggi pongono i promotori del referendumsull'acqua pubblica. Il passato governo ha adottato comporta-menti e compiuto atti tendenti a invalidarel'esito referendario. Si tratta ora di rimediare.

Il doppio raggiro di giugno

L'acqua è in movimento e non torna mai indietro

arci

n. 42 29 novembre 2011

Un articolo del costituzionalista Gaetano Azzariti

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La CO2 è solo uno dei gas che l'IPCC haidentificato come climalteranti. In veritàquelli a più alto impatto sono circa sei eprevedono protossidi di azoto e lo stessometano, proprio quello utilizzato nellenostre case e che, se rilasciato in formanon combusta (che si risolve in CO2 edacqua) rischia di essere oltre 24 volte piùattivo dello stesso biossido di carbonio.La concentrazione dei gas in atmosfera simisura in ppm (parti per milione) e, percapire quanto sia pesante l'impatto delleattività umane sull'atmosfera, basterebbepensare che in epoca preindustriale (1750circa) la concentrazione media è stata permillenni attorno ai 260-280 ppm con oscil-lazioni dovute alla variabilità naturale. Oggi, grazie agli strumenti di misurazionesempre più accurati, possiamo monitoraremese per mese la variazione in concentra-zione della CO2 ed i risultati sono, quantomeno, preoccupanti. Secondo i dati dell'a-genzia federale statunitense NOAA,National Oceanic and Atmospheric Admi-nistration, la concentrazione di CO2 è pas-sata dalle 318.13 ppm nel novembre del1961, alle 340,76 del novembre 1981, alle

371.7 del novembre 2001 fino alle odierne392.22 dell'ottobre scorso. Secondo il quar-to rapporto dell'IPCC pubblicato nel 2007 latemperatura della superficie terrestre èaumentata di 0.74 ± 0.18 °C dal 1900 al2000. Ma per capire come il problema nonsia dell'ultim'ora basterebbe leggersi il rap-porto Lo stato e le tendenze del clima inItalia dell'Apat (Agenzia per la Protezionedell'Ambiente) del 2006, dove si evidenzia-va come «In Italia l'aumento della tempera-tura negli ultimi 45 anni (circa 1 °C) fossestato superiore alla media globale e nellostesso periodo il numero medio di notti tro-picali (temperatura minima >20 °C) fosseaumentato di circa il 50%». Un allarme aggiornato al 18 novembrescorso dall'ultimo studio dell'IPCC chedimostra come «è praticamente certo chese le emissioni di gas serra continuasseroal ritmo attuale la frequenza di giornate cal-dissime aumenterebbe di un fattore diecinella maggior parte del globo, e anche lafrequenza di precipitazioni molto forti.Aumenterebbe anche la forza del vento neicicloni tropicali, pur restando costante oforse diminuendo il loro numero».

COP17

arcireport

F orse nel 2012 il mondo non finirà.Ma il Protocollo di Kyoto sì. Ed èquesto che dovrebbe preoccuparci

seriamente, altro che profezie Maya.Perché di un'altra profezia stiamo parlan-do, che ha oltretutto buone chance perchési avveri, che prefigura un mondo dovenella ciclopica lotta al cambiamento clima-tico ognuno va per sé, senza obblighi disorta e con l'affidamento al buon cuore diogni governante illuminato. Sulla presunta illuminazione in verità, vistala tragedia economico-finanziaria di questianni, ci sarebbe da dubitarne ma il rischioche dalla 17° Conferenza delle Partidell'Onu sul cambiamento climatico incorso in Sudafrica si esca con un ulteriorerisultato miserrimo c'è tutto. Cancun, nel2010, è stato il momento in cui la diploma-zia internazionale ha provato a rimettere incarreggiata un negoziato a rischio di dera-gliamento, soprattutto dopo la grande delu-sione di Copenhagen (che simbolicamenteera stato ribattezzato, prima della COP15,‘Hopenhagen’, il porto della speranza) e

dopo il tentativo da parte dei Paesidell'Alba di rilanciare da Cochabambaun'agenda alternativa sul clima, comerisposta al Copenhagen Accord che, basa-to su un accordo sostanzialmente impostoai più, rimetteva in campo l'ipotesi di unaccordo volontario e non vincolante sullariduzione delle emissioni. La grande festa di fine Conferenza, a cuinon partecipò solamente l'ambasciatoreboliviano Pablo Solon, in realtà aprì la stra-da ad un percorso nuovamente multilatera-le, ma per lo più svuotato di senso, dove laparola ‘finanziamento’ per mitigazione edadattamento parla di risorse da mobilizza-re e non da stanziare e di cifre (100 miliar-di di dollari entro il 2020) ben al di sottodelle aspettative. Tutto questo mentre laconcentrazione di CO2 in atmosfera stainesorabilmente aumentando così come leemissioni globali, oltretutto ad un tassopeggiore rispetto a quello riportato dalleprevisioni dell'IPCC, il Panel intergoverna-tivo di scienziati che si occupano del pro-blema. Ogni tentativo di prevedere ciò che

succederà prefigura un pianeta in cambia-mento. Quello che i nostri figli conosceran-no nel 2050 sarà un pianeta nettamentepiù caldo di quello attuale. Le stimedell'IPCC, nello scenario intermedio (non ilpeggiore) parlano di un aumento della tem-peratura media di 2,4°-4,5°C, quelle piùottimistiche e diffuse, in questi giorni di vigi-lia del vertice, più per diffondere scettici-smo che per altro parlano di un aumentotra 1,7°C e 2,6°C. In ogni caso, anche nellaversione più soft un aumento medio dellatemperatura di quasi 2°C significa un incre-mento degli eventi estremi, dalle siccità inalcune zone fino ad alluvioni improvvise inaltre. Le recenti tragedie di Genova e delLevante ligure, a cui s'è sommata l'alluvio-ne in Sicilia, cominciano a mostrarci cosasignifica un clima che cambia in un territo-rio violentato dal cemento.Sono le prime avvisaglie di quello chepotrà succedere nei prossimi anni. E chechiama al senso di responsabilità di tutti.Decisori politici e semplici cittadini. Pertogliere consenso ad un modello di svilup-po che non ha e soprattutto non dà un futu-ro a nessuno.

Fino al 9 dicembre la COP17 Onu sul clima: perevitare il default serve un accordo vincolante

CO2, un trend in crescita costante Ri(e)voluzione: un filodiretto con DurbanLa COP17 Onu sul cambiamento climatico,che si tiene a Durban, in Sudafrica dal 28novembre al 9 dicembre è un appuntamen-to delicato, in particolare in un momentodrammatico sia per la situazione eco-nomico-finanziaria, che sta impattandopesantemente sulla vita delle persone, maanche per l'impatto delle attività umane sulpianeta, se pensiamo che a livello globalele emissioni sono aumentate nel 2010 di un+6% rispetto al 2009, superando le peggio-ri previsioni della comunità scientifica inter-nazionale. Fair Legambiente, Arci, Cgil eAltreconomia saranno presenti a Durban,nelle reti internazionali, per chiedere unaccordo vincolante, che rilanci Kyotoaggiornato ai dati che provengonodall'IPCC, e che stanzi da subito le cifrenecessarie per adattamento e mitigazionedelle emissioni, per evitare di superare ilpunto di non ritorno. Altreconomia, in colla-borazione con ReteClima, Equomercato,LiberoMondo, Palm e Fair, ha aperto unafinestra quotidiana su Durban. Il blog Ri(e)voluzione sarà un filo direttocon la delegazione italiana a Durban conaggiornamenti e considerazioni.

n. 42 29 novembre 2011

arci

Un articolo di Alberto Zoratti, responsabile Fair- Economie solidali

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5internazionali

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S i chiama Quarto Forum di AltoLivello sull'efficacia dell'Aiuto eanimerà fino al 1 dicembre la città

di Busan, in Corea, con la presenza di2500 delegati chiamati a valutare i pro-gressi realizzati nel campo dell'efficaciadegli aiuti e a condividere le esperienzeglobali in grado di portare ai migliori risul-tati per definire una nuova agenda per losviluppo. Tra le presenze più significativequella del Presidente della Corea, LeeMyungbak, del Segretario di Stato U.S.Hillary Clinton, del Presidente del Rwanda,Paul Kagame, del Segretario Generaledelle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dellaRegina Rania di Giordania, del SegretarioGenerale dell'Organizzazione per lo svi-luppo economico e la cooperazione, AngelGurria, l'ex premier Britannico Tony Blair,attualmente presidente dell'Africa Gover-nance Initiative. Tuttavia non mancherà la presenza dellasocietà civile, che sarà rappresentata conoltre 300 delegati provenienti da tutto il

mondo. Per la prima volta, anzi, la societàcivile parteciperà a pieno titolo alle nego-ziazioni che porteranno alla stesura deldocumento finale, il Busan OutcomeDocument, chiamato a dare risposte sutemi come la titolarità e responsabilità deiprocessi di sviluppo, il rafforzamento delleistituzioni, lo sviluppo delle capacità, laprevedibilità e la trasparenza degli aiuti, lacooperazione Sud-Sud, la cooperazionetriangolare e quella del settore pubblico-privato. La società civile e i paesi del sud (speciequelli africani) chiedono con fermezza chesiano mantenuti e rafforzati gli impegni egli obiettivi stabiliti nei precedenti Forum diParigi (2005) e di Accra (2008) per gestiree migliorare l'efficacia degli aiuti: le testi-monianze dell'Ocse e delle organizzazionidella società civile stessa dimostrano cheal massimo solo 2 dei 21 obiettivi dellaDichiarazione di Parigi sono stati raggiuntidal 2005 ad oggi. Ancora, le organizzazio-ni della società civile sottolineano la

necessità che anche i nuovi paesi donato-ri come Cina, India, Brasile aderiscano aiprincipi e agli standard di efficacia interna-zionalmente riconosciuti. Le rivendicazioni peraltro non si fermanoqui. Il 28 novembre oltre 20mila organizza-zioni della società civile presenti a Busan(inclusi sindacati e gruppi di donne) hannoredatto una dichiarazione congiunta in cuisi chiede che il Forum di Alto Livello porti apolitiche e pratiche per lo sviluppo basatesui diritti, in grado di garantire alle organiz-zazioni della società civile e ad altri attorinon governativi di adempiere al ruolo diattori dello sviluppo, almeno nel rispettaregli impegni vincolanti delineati negli stru-menti regionali ed internazionali di tuteladei diritti fondamentali. Infine, nella dichiarazione si manifesta lanecessità che il coinvolgimento del settoreprivato contribuisca realmente allo svilup-po e che rispetti gli standard e le conven-zioni internazionali sul lavoro. Info: [email protected]

I l grande e orgoglioso popolo egizianoè andato in massa a votare. In filadavanti ai seggi nelle prime elezioni

libere da decenni. Un po' di disorganizza-zione, ma non maggiore di quando c'èstato il referendum sugli emendamenticostituzionali. Migliaia di magistrati a vigila-re sul voto, e semplici cittadini pronti asegnalare ogni violazione. Già questobasterebbe a dire che queste elezioni sonodiverse. Manca, in fila, Alaa Abdel Fattah,uno degli attivisti più noti di Tahrir. La suadetenzione è stata 'allungata' di altri 15giorni: uno dei protagonisti della rivoluzio-ne non può votare nelle prime elezioni libe-re, mentre sua madre è al ventesimo gior-no di sciopero della fame.Non sono elezioni contro Tahrir, anche senon pochi tra i ragazzi di Tahrir hanno deci-so di boicottarle. Sono elezioni. E cioè unodei pilastri della democrazia. Non l'unico.È importante ricordarlo, perché la rivoluzio-ne egiziana non si è conclusa, e perché itentativi del vecchio regime di sopravvive-re a se stesso non si sono fermati. Ungrande poster gira in questi giorni al Cairo.Ritrae Omar Suleyman, il numero due del

regime di Mubarak, sbandierato nellamanifestazione tenutasi nel quartiere diAbbassiya al Cairo a sostegno del Con-siglio Militare Supremo. È un uomo di cui siè parlato pochissimo in questi mesi, dopoun suo primo tentativo di succedere a l raisnei primi giorni della rivoluzione. Tentativo,peraltro, appoggiato dagli Stati Uniti e benvisto da Israele. Di Omar Suleyman, poten-te capo dei servizi di sicurezza che hannofatto il bello e il cattivo tempo in Egitto perdecenni, forse l'uomo addirittura più fortedi Hosni Mubarak, non si è detto quasinulla. Nessun processo, per lui. Cosa significa questo poster proprio neigiorni in cui la questione della sicurezzaquotidiana degli egiziani è stata branditacontro Tahrir, contro la richiesta che i mili-tari si ritirino nelle caserme per lasciarespazio a un'autorità civile con pieni poteri?Cosa fa Suleyman? È tornato un privatocittadino, oppure continua in qualche modoil suo ruolo? Sono domande che non sonodettagli, soprattutto in questi giorni cosìdelicati per la transizione egiziana allademocrazia. Hanno a che fare con le ele-zioni, e con il ruolo che la politica della

strada ha, nell'Egitto futuro.Sono infatti d'accordo con Mona elGhobashy, quando spiega la 'politica dellastrada' in Egitto come non alternativa alleelezioni, ma come una componente essen-ziale della rivoluzione egiziana, che rimet-te in discussione la categorizzazione delletransizioni dalle autocrazie alle democra-zie. Lo scontro reso palese dall'ultima fiam-mata a Tahrir degli scorsi giorni non è traislamisti e laici, come frettolosamentehanno scritto sui giornali occidentali. È traun potere oligarchico che cerca di conser-vare il regime precedente e la sovranitàpopolare che cerca, invece, di trasformareil regime. Tra potere militare e politica dellemasse. Motivo per il quale, seppur magarisviluppando forme diverse, la street poli-tics in Egitto non finirà.

Il popolo egiziano in massa alle urne. Ma la rivoluzione non si è conclusa

A Busan il quarto Forum sull'efficacia dell'aiuto. La società civileavanza alcune proposte

Per sostenere le popolazioni colpitedall’alluvione nel messinese l’Arci haaperto un conto corrente presso BancaEtica, causale raccolta fondi per alluvionati del messinese IBAN: IT 38 E 0501804600000000140686

ALLUVIONE

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Un articolo della blogger e giornalista Paola Caridi

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Si é svolta la scorsa settimana presso ilDipartimento promozione dei servizi socia-li a Roma la riunione tra i rappresentanti dialcune famiglie rom rimaste sulla stradadopo gli sgomberi, l'associazione Popicaonlus, l'Arci Roma, i Blocchi precari metro-politani, esponenti della Sala operativasociale del Comune di Roma e il Direttoredel V Dipartimento Angelo Scozzafava.L’incontro é stato concesso dopo che il 19novembre le famiglie rom, sgomberate finoa quattro volte nell'ultimo mese, preceden-temente ospitate da strutture comunali epoi abbandonate in strada, si eranoaccampate con le loro tende, dentro cuisono costrette a rifugiarsi ogni notte, perchiedere conto al Dipartimento di promes-se d'accoglienza fatte in precedenza e rin-viate di volta in volta. Quel giorno nessunoha voluto rispondere alle loro domandema, grazie alla determinazione dellacomunità rom, i responsabili del Comunehanno dovuto concedere l'incontro.Dopo ore di confronto tra le parti, mentreall'esterno dell'edificio si radunavano altrirom, semplici cittadini, associazioni emovimenti, si é giunti ad un risultato che ha

soddisfatto le famiglie interessate.Saranno infatti collocati tutti i 17 nucleifamiliari rom che hanno partecipato all'in-contro. Tre famiglie sono già entrate, secondo laloro richiesta, in uno dei centri d'accoglien-za del Comune, altri cinque nuclei verran-no accolti entro il 30 novembre, mentre peri restanti nove il Comune ha riconosciuto la«condizione di fragilità abitativa», impe-gnandosi a trovare una soluzione entro l'i-nizio del mese di dicembre. Verranno quin-di collocate un totale di 60 persone che, acausa del Piano Nomadi, dichiarato illegit-timo dal Consiglio di Stato, erano statenegli ultimi mesi costantemente sottopostea sgomberi senza soluzioni, costretti a dor-mire in tende e in giacigli sempre piùnascosti.Questo risultato é una vittoria di quellefamiglie rom, uomini, donne e bambini,che, sostenute da alcune realtà dell'asso-ciazionismo e del movimento romano,hanno intrapreso una lotta forte e reale peri propri diritti e per decidere delle proprieesistenze.Info: [email protected]

migranti

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«P er noi, migranti provenienti daogni paese del mondo e resi-denti in ogni paese del

mondo, è scaduto il tempo. È finito il tempodelle visioni ristrette, della passività, dellapaura e delle divisioni egoistiche. È passa-to, ormai, il tempo in cui si accetta tuttosenza fiatare, anche l'elemosina e lo sfrut-tamento inumano, pur di sopravvivere.Ora, è venuto il tempo di riprendere inmano la nostra vita, una vita degna, quellache spetta a ogni essere umano. È venutoil momento di avere una visione globale delmondo. È venuto il tempo di imparare e diinsegnare: quali sono i nostri diritti e lenostre responsabilità: come possiamo,finalmente, far rispettare i primi, senzaeccezioni, come ci assumiamo pienamentele seconde». Con queste parole si aprivaun testo messo in circolazione a Quito(Ecuador) da migranti aderenti a varieorganizzazioni di diversi paesi (tra cuil’Arci), in occasione del IV Forum Socialemondiale delle migrazioni, svoltosi nell'ot-tobre del 2010. Sulla base di quel testo sitenne un affollato incontro internazionaleper discutere l'organizzazione di una gior-

nata mondiale di sciopero per i diritti deilavoratori immigrati, per la loro dignità, con-tro il razzismo e per la giustizia. Sulla basedelle esperienze di mobilitazione transna-zionale, come quelle realizzate negli StatiUniti e in Messico e come la Giornatasenza di noi svoltasi in Europa il primomarzo 2010, i partecipanti all'incontro di-scussero quale fosse la maniera miglioreper dar vita a una giornata in cui, simulta-neamente, i migranti, le loro famiglie e iloro amici facessero sentire la propria voceovunque: nei paesi d'origine e nei paesi diarrivo. E a chiunque: ai governi nazionali ealle istituzioni internazionali, alle assem-blee decisionali, ai partititi politici d'ogniorientamento, ma anche ai singoli cittadiniche ancora fanno prevalere timori e diffi-denze nei confronti dei migranti. Grazie a questa ricca e complessa discus-sione, l'assemblea dei movimenti delForum sociale mondiale delle migrazionigiunse ad approvare all'unanimità unamozione che si pronunciava per un 18dicembre 2011 di mobilitazione e scioperoa livello mondiale contro il razzismo, per idiritti e la dignità dei migranti, dei rifugiati e

degli sfollati. Mancano poche settimane. In molti paesi sistanno studiando e discutendo le mobilita-zioni da realizzare. In alcuni si svolgonogià iniziative preparatorie. Sul piano inter-nazionale si infittiscono gli scambi e gliincontri, si tengono riunioni, si cerca dicoordinarsi. Tante iniziative si stanno pre-parando in tutto il mondo. In Italia sono in programma manifestazioniin piazza a Caltagirone e Palermo, un tor-neo di calcio multietnico e solidale aCinisello Balsamo, un flashmob aLegnano, una performance teatrale nellapiazza della stazione centrale, aperitivo eproiezione del video Spunti di vista all'ArciMetissage a Milano. A Roma presso laCasa internazionale delle donne un incon-tro tra donne migranti e native con scrittriciquali Maria Rosa Cutrufelli, Igiaba Scego eCristina Ali Farah per discutere sul temadella nuova produzione letteraria sull'immi-grazione e lanciare il concorso letterarioIncontrarsi: racconti di donne migranti enative. E ancora tante iniziative sono infase di costruzione.Info: www.globalmigrantsaction.org

Il 18 dicembre in tutto il mondo iniziative di mobilitazione e sciopero contro il razzismo

Trovano alloggio le 17 famiglie rom rimastein strada a Roma dopo gli sgomberi

Fnsi: i giornalisti entrino in Cie e Cara«Al Centro d'accoglienza di Salinagrandedi Trapani manca l'acqua nei bagni, l'acquanelle docce è fredda, non ci sono le portenei bagni, i dormitori sono affollatissimi. Inqueste condizioni è davvero difficile tutela-re la dignità umana» è questo il monitogiunto da Cecilia Wikstrom, eurodeputatasvedese e capo della delegazione di parla-mentari Ue che in due giorni hanno visitatodiversi centri d'accoglienza e Cie in Siciliae a Lampedusa. Sono complessivamente233 i profughi richiedenti asilo al momentoospiti del Cara di Trapani in attesa dellostatus di rifugiati politici. «Insieme dobbia-mo creare un regime comune per l'immi-grazione - ha spiegato la Wikstrom - chesia decoroso». Ciò che hanno visto i parla-mentari europei nelle loro visite nei Cara enei Cie dimostra l’estrema necessità dirivedere la decisione dell’ex ministroMaroni in relazione al divieto di accesso aigiornalisti in queste strutture. Per questo direcente la Fnsi ha inviato al nuovo ministrodell’Interno, Anna Maria Cancellieri, unalettera per ribadire la necessità di dare lapossibilità ai media di conoscere che cosaaccade in questi centri.

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U n pulmino arancione che sembracatapultato sulla via Emilia diretta-mente dagli anni '70 accompagna il

viaggio di un padre e di sua figlia alla ricer-ca di una rarissima incisione dell'Equipe 84con il grande Jimi Hendrix. In breve è que-sta la trama di FreakBeat, il film documenta-rio di Luca Pastore, che il 27 novembre hachiuso la tre giorni del festival del documen-tario ViaEmiliaDocFest con un grande suc-cesso di pubblico al circolo Tube di Modena.In sala erano presenti molti della troupe cheha realizzato l'opera: dal regista, LucaPastore, a Roberto 'Freak' Antoni, protago-nista e 'musa' ispiratrice, al produttoreRoberto Ruini. FreakBeat è stato presentatoa Modena subito dopo l'anteprima assolutaa Torino del 26 novembre all'interno dellaselezione ufficiale del Torino Film Festival.Si è trattato di un vero e proprio omaggio perla città a cui il film si ispira e di cui si intrave-dono molti scorci. Le poche righe iniziali,però, non bastano a definire il rutilantemondo di immagini di repertorio e di narra-zioni psichedeliche costruite ad arte per

entrare in quello che può essere definito unvero e proprio viaggio sentimentale alle radi-ci del Beat, della musica e della generazio-ne che per pochi anni hanno portatoModena alla ribalta dei rotocalchi. FreakBeat è una piccola storia paradossalee 'fuori dal tempo', sullo sfondo della realtàcinica e sterile dell'Italia di oggi, per raccon-tare la follia leggera e visionaria, l'esteticaanticonvenzionale e il suono quasi leggen-dario di quell'epoca. Freak Antoni, intellet-tuale eclettico, punk sui generis e vero figliodel beat, è il Virgilio, la voce narrante di que-sto viaggio di ricerca che, insieme alla figliaadolescente, lo porterà sulle tracce di unamitica incisione dell'Equipe 84 con JimiHendrix, una sorta di 'sacro Graal' del beattricolore. Maurizio Vandelli, i musicisti, i di-scografici e i gestori di locali beat, sono soloalcuni dei personaggi che la coppia incon-trerà durante il cammino, accompagnatidalle note delle canzoni e dei videoclip del-l'epoca, con immagini delle città e dei paesidell'Emilia di oggi. Il film è stato realizzato daPulsemedia in collaborazione con Legovi-

deo e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, della Cineteca di Bologna e deiComuni di Modena, Correggio e Rubiera.Nato nel 2010, ViaEmiliaDocFest è il primoFestival italiano online del cinema documen-tario, promosso da Pulsemedia in collabora-zione con Solares-Fondazione delle Arti,Arci Ucca e con gli Assessorati alla Culturadel Comune di Modena e di Reggio Emilia.Ogni anno trenta tra le migliori produzionidocumentaristiche in Italia vengono selezio-nate da una giuria di professionisti del setto-re per partecipare al concorso di ViaEmi-liaDocFest, la visione online è gratuita per 2mesi. I film in concorso, per la maggior parteinediti, devono essere realizzati nella stagio-ne che precede l'edizione di Viaemilia-docfestival. Il panorama degli autori è vasto:comprende giovani registi emergenti e film-makers già affermati. Le opere sono tra-smesse online in alta definizione e votateper 2 mesi dal pubblico del web che, previaiscrizione al sito, puo' indicare fino a tre pre-ferenze.Info: [email protected]

I l film è nato dal desiderio di raccontareun personaggio importante come Ga-lileo, e ha avuto una storia pazzesca. È

andato al festival di Venezia nel '68, è uscitosubito dopo e nelle sale non è rimasto nean-che un mese. Mi spiegarono che il film nonandava, ma solo una quindicina di anni dopoho saputo che Andreotti in persona avevachiesto al vecchio Angelo Rizzoli di ritirarlo.A un certo punto sembrava che la Rai voles-se trasmetterlo. Mimmo Scarano me l'avevagarantito. Ma poi scopre che non si può fareperché non c'è un contratto, niente. È veramente incredibile che un film delgenere possa aver spaventato l'allora presi-dente Bernabei. E comunque l'opera è stataletteralmente segregata. Due anni fa Marco Muller l'ha voluto aVenezia, e così in qualche modo il film èriemerso. Poi, fatto il dvd, è finalmentediventato accessibile a tutti. Sembra unavicenda dell'epoca della controriforma, mase ci pensate il dialogo dei massimi sistemidi Galileo, causa principale della rottura deisuoi rapporti con la Chiesa, è stato tolto dal-l'indice solo nel 1998, quindi non c'è poitanto da meravigliarsi. Eravamo ancora in unclima buio dal punto di vista della libera cir-colazione delle opinioni. Spero che almenoadesso si possa vedere.

Stranamente fu la San Paolo Film a distri-buirlo nei licei. Queste sono le contraddizio-ni che caratterizzano la Chiesa, dove per for-tuna ci sono anche gruppi un po' più aperti.Oggi siamo molto più attenti alle scopertescientifiche. Ho girato Einstein per la televi-sione, è piaciuto moltissimo, l'audience èstato molto buono perché non è vero che lepersone vogliono vedere solo programmiprivi di contenuto culturale. La Rai adesso potrebbe anche trasmetterlo,ma non trova più i documenti necessari. Sisa, questo è un paese così, pieno di perso-ne straordinarie, ma anche con strane zoned'ombra. Il pensiero di Galileo è stato fonda-mentale non solo per lo sviluppo della laicità,ma per la storia della scienza. Ai suoi detrat-tori ha suggerito di guardare il cielo usandoil telescopio, anziché il nudo occhio e vec-chie teorie sono immediatamente statesmontate. L'occhio è un limite, ma guai adire qualche cosa che non coincidesse conquello che si legge nella Bibbia sulla crea-zione. Tutto questo oggi è storia passata ,ma il fatto che ancora, alla fine del XX seco-lo, ci sia stato tutto questo dramma per unfilm su Galileo è veramente incredibile. Ilproblema della laicità non dovrebbe nemme-no esistere. In realtà, alla religione si avvici-na chi lo desidera, chi sente di voler acce-

dere al percorso che lo porta a credere. Mail paradosso sta anche nel fatto che Galileoera un credente, non ha messo in discussio-ne Dio. Semplicemente capì che quelle lentiti facevano arrivare a vedere dove l'occhionudo non poteva mentre tutta la descrizionedella creazione poggia soltanto su quel chegli occhi vedevano. Ma il mondo cambia,anche se non si poteva dire per la rigiditàdella dottrina. Questo periodo è finito. Iopenso che la chiesa quando parla lo fa per icredenti, per loro ci sono dei limiti, ma leregole non possono essere imposte univer-salmente. I non credenti devono avere lalibertà di fare le loro scelte, ma è anche unpo' colpa della politica se si crea confusionedi ruoli quando, anziché attenersi solo allaCostituzione, i politici vanno oltre attribuen-dosi la difesa di valori che altri hanno il com-pito di tutelare.

Rassegna Le ragioni della laicità. Parlano i registi

‘FreakBeat’, il film di Luca Pastore, chiude il ViaEmiliaDocFest.La prima al circolo Tube di Modena

Fino al 24 dicembre presso il circolo Arci Asylum

è possibile visionare la mostra fotografica Oltre il muro,

esperienze, immagini e sapori dalla Palestina

COLLEGNO (TO)

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‘A proposito di Galileo’. Sintesi dell’intervento della regista Liliana Cavani

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Partecipata, positiva, piena di spunti di ri-flessione. La Cena della legalità versione2011, la terza organizzata dal Gruppo anti-mafia Pio La Torre della Provincia di Rimi-ni, si è rivelata un autentico successo.Vuoi per le 170 persone che hanno riempi-to il teatro del circolo di Spadarolo (Rimini);vuoi per il significativo ricavo della serata,che verrà interamente devoluto allacooperativa Lavoro e non solo; vuoi per ledecine di giovani volontari che hanno deci-so di trascorrere un sabato sera alternativooffrendo la loro manodopera per la riuscitadella cena; vuoi perché il pasto offerto eradi assoluta qualità; vuoi perché Rimini ed iriminesi hanno dimostrato di tenerci dav-vero alla legalità. insomma, è stato davve-ro un bellissimo momento di incontro pertutti coloro che vi hanno partecipato. «Abbiamo lavorato tanto affinché la Cenadella legalità, evento di punta di tutte le ini-ziative del Gap riuscisse nel migliore deimodi - afferma Mirko, uno dei volontari. Ipartecipanti hanno dimostrato di avere acuore determinati valori come la legalità equesto ci ha dato nuove energie e stimoliper continuare il lavoro di sensibilizzazione

verso una sana cultura dell'antimafia nelnostro territorio». Dopo il pasto, il mattato-re della serata è stato senza dubbio PinoManiaci, giornalista di Telejato (emittentedi Partinico), noto per il coraggio con cuiporta avanti la sua lotta quotidiana controla criminalità organizzata. Maniaci, con ilracconto delle sue esperienze, la sua sim-patia, il suo entusiasmo, ha incantato ilpubblico che lo ha ripetutamente applaudi-to. «Prima di partecipare a questa cenanon sapevo nemmeno chi fosse PinoManiaci - afferma Luca, 52enne impiegatopresente all'evento - Questa serata mi hafatto riflettere moltissimo. Mentre Maniaciparlava, mi chiedevo cosa io avessi fattocontro le mafie nel mio mezzo secolo divita. Lui ha rischiato la pelle diverse volte,ha subito intimidazioni che hanno coinvol-to anche la sua famiglia. Io invece non c'homai messo la faccia. Non penso di esserel'unico, ma questa Cena della legalità miha emozionato molto. Nonostante la miaetà, vi assicuro che l'esperienza vissutastasera mi ha regalato sensazioni e moti-vazioni finora sconosciute».Info: gaprimini.blogspot.com

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In volo, a bordo di uno di quei mercativolanti che son divenuti gli aerei dellanota compagnia irlandese che, dalle

sigarette senza fumo al gratta e vinci, quasifa pagare anche l'aria che respiri. VersoBruxelles, per l'ultima tappa di un viaggiolunghissimo, che ha attraversato 3 stagionie 19 regioni italiane, 8 nazioni europee intutto, dal 1 marzo al 2 giugno continuativa-mente, con due appendici a Malta, in set-tembre, e a Bruxelles, appunto, in novem-bre. Tutto si chiude laddove si è aperto,con il finanziamento da parte dell'Unioneeuropea del progetto European Caravanfor legality. Un progetto con Arci nazionalecapofila e circa 15 fra partner e sostenitoriper un'internazionale dell'antimafia socialeche ha viaggiato per un totale di 19500 chi-

lometri, a bordo di due furgoni che hannorappresentato, non solo metaforicamente,lo sforzo fisico di unire territori, associazio-ni, enti locali e comunità nella lotta alla cri-minalità organizzata, fenomeno che, al dilà dei luoghi comuni, va ben oltre le regio-ni storiche di insediamento mafioso, benoltre l'Italia. A Bruxelles quindi, per raccontare come sipossa realizzare un'azione avente lo scopodi far uscire da quell'isolamento in cui letante realtà impegnate sul tema si trovanospesso a vivere. Un viaggio, quello di Ca-rovana 2011, che ha sicuramente raggiun-to tre degli obiettivi prefissati. Innanzituttola condivisione dell'analisi dell'attuale mo-dello mafioso, legato al tema della finanzae della capacità transazionale delle mafiedi costruire economie derivanti dai trafficiilleciti superiori, per cifre, a qualsiasi leggefinanziaria di uno Stato. Le mafie si aggira-no per le borse di tutto il mondo, altro chepadrino! Il secondo obiettivo era quello dirafforzare la rete attraverso la costruzioneo il rafforzamento dell'associazionismo dif-fuso, con l'aumento dei momenti di forma-zione: insomma fare società, il compito checompete alle associazioni di promozione

sociale. In Italia, ma non solo, l'eco dellaCarovana è stata anche quello della costi-tuzione di nuove realtà impegnate per lalegalità democratica e la giustizia sociale:la partecipazione è davvero un antidoto aldegrado culturale in cui le mafie ci voglionoinabissare. Il terzo obiettivo, infine, quellodello scambio e della diffusione delle buo-ne pratiche. Qui, senza ovviamente alcuna ambizionecampanilistica, va registrato un primato ita-liano: il riutilizzo a fini sociali dei beni confi-scati alle mafie, le cooperative che lavora-no sui terreni restituiti alla collettività, icampi antimafia che vengono realizzati suquei terreni, tutti modelli che rappresenta-no indubbiamente un capitale di esperien-ze e competenze da esportare in tuttaEuropa. Così come gli esempi di coloroche non hanno mai abbassato la testa difronte alla prepotenza mafiosa. Carovanadai bauli pieni insomma, il cui trasporto èaffidato, oramai da più di dieci anni, a deivecchi e logori furgoni ma, soprattutto, allapassione, quella - nonostante tutto - mailogora dei tanti carovanieri già pronti ad unnuovo viaggio.Info: [email protected]

Si chiude a Bruxelles la Carovana Antimafie 2011

Un successo la Cena della legalità 2011promossa dal Gap ‘Pio La Torre’ di Rimini

Il concorso dedicatoa Roberto MorrioneDedicato alla memoria e all'impegno diRoberto Morrione, è stato presentato pres-so la Federazione nazionale della stampaitaliana il Premio Tv per il giornalismo inve-stigativo. Il concorso per giornalisti, free lan-ce, studenti, ‘volontari’ dell'informazionenasce con l'obiettivo di promuovere, soste-nere e incentivare concretamente la realiz-zazione di inchieste televisive nel nome diRoberto Morrione che, nella sua lunga car-riera di giornalista, ha ribadito con forza l'im-portanza dell'inchiesta per restituire un con-testo alle notizie e far comprendere i fatti. Il concorso nasce come nuova sezione delPremio giornalistico Ilaria Alpi e finanzia larealizzazione di progetti di video inchiestesu temi di cronaca rilevanti per la vita politi-ca sociale o culturale dell’Italia, quali l’attivi-tà delle mafie e delle organizzazioni crimi-nali, l’esistenza di traffici illegali, le attività dicorruzione e di intimidazione, l’esistenza diattività di organizzazioni segrete o clande-stine, le violazioni dei diritti umani. La pre-miazione si svolgerà durante le giornate delPremio Ilaria Alpi a Riccione. L’inchiestapremiata sarà trasmessa da Rainews.Info: www.premiorobertomorrione.it

É uscito il libro La speranza non è invendita di don Luigi Ciotti, un testo«per non cedere alla rassegnazione,al cinismo, all’indifferenza», edito da Giunti ed Edizioni Gruppo Abele

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L e crisi alimentari che si susseguono inmodo sempre più drammatico, lafinanziarizzazione dell'agricoltura e le

speculazioni sulle commodities alimentaririportano drammaticamente in primo pianonell'agenda politica nazionale e internaziona-le la questione del cibo. Un'urgenza rilancia-ta anche dalla FAO, che denuncia come «Ildiffuso degrado e la crescente scarsità delleterre e delle risorse idriche stanno mettendoa rischio un gran numero di sistemi di produ-zione alimentare chiave in tutto il mondo,costituendo una seria minaccia alla possibili-tà di riuscire a sfamare una popolazionemondiale che si prevede raggiungerà i 9miliardi di persone entro il 2050». Nello stes-so tempo contadini, agricoltori, produttori dicibo stanno dimostrando come nutrire ilmondo e come traghettare il settore primarioverso un modello produttivo a basso tenoredi carbonio. Gli agricoltori biologici, infatti,sono innovativi perché incalzano le sfide allequali non può rinunciare a rispondere l'agri-coltura del futuro. E sono proprio questeesperienze che vuole mettere in retel'Associazione Italiana per l'AgricolturaBiologica (AIAB), con il Congresso federale2011. È arrivato il momento di fare scelte dipolitica agricola importanti e lungimiranti, che

siano in grado di promuovere modelli di pro-duzione del cibo sostenibili, proprio come ilbiologico. Il bio è un modello di sviluppoalternativo all'agricoltura industriale capacedi produrre cibo di qualità nel rispetto del-l’ambiente, dei cicli naturali e del benessereumano e animale, nonché di indirizzare insenso ecologico i comportamenti degli ope-ratori e dei cittadini, rimettendo al centro ilruolo insostituibile degli agricoltori. Il modello biologico è basato su un concettoalternativo di economia fondato sulle relazio-ni tra persone, tra comunità e tra le personee l'ambiente, e l'alleanza fra produttori e cit-tadini consapevoli è la base della nostraforza. A oggi, infatti, il bio italiano vive il para-dosso di essere l'unico settore dell'agroali-mentare che continua a far registrare unacrescita positiva nei consumi nonostante lacrisi, ma contemporaneamente fa registrareuna depressione in termini di operatori esuperfici coinvolte.L’agricoltura è anche un fattore centrale disalvaguardia del territorio e del paesaggio,come hanno dimostrato le recenti alluvioni.Torna ad imporsi, quindi, la questione dellescelte politiche, questione che verrà affronta-ta nel corso del Congresso. I lavori prenderanno il via mercoledì 30

novembre, con una giornata in ricordo diGiovanni Brambilla e di approfondimento sultema dei Bio-Distretti come opportunità perconvertire territori e non solo le singoleaziende al biologico; quindi proseguirannocon l'apertura ufficiale del Congresso il 1°dicembre con un convegno internazionalededicato alla filiera alimentare e ai modellidistributivi in grado di garantire rapporti piùequi lungo tutta la filiera. Il 2 dicembre il con-gresso scientifico sulla ricerca nel bio, con lapartecipazione di scienziati ed agricoltorisperimentatori; quindi il 3 dicembre affronte-rà il tema del movimento biologico comeagente di sviluppo di un'economia solidale diutilità sociale, economica e ambientale.Durante la quarta giornata, infine, verrannoeletti i nuovi membri degli organi politici edirettivi dell'Aiab.

‘Il Bio che cambia’, a Milano il Congresso federaleAiab 2011 dall’1 al 4 dicembre 2011

Il 5 dicembre presso l’AuditoriumConciliazione si celebra la Giornatainternazionale del volontariato conuna manifestazione promossa daForum Terzo settore, Consulta del

volontariato, ConVol e Csvnet

ROMA

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D opo una anno di mobilitazione perdifendere la Città dell'Altrecono-mia dalle mire dell'amministrazio-

ne comunale che vorrebbe stravolgere ilprogetto originario di questo spazio, dedi-cato all'economia alternativa all'internodell'area dell'ex mattatoio di Roma, siamoarrivati ad un punto di svolta. Infatti il sin-daco Gianni Alemanno, dopo aver chiestoalle organizzazioni che hanno ideato egestito il primo progetto della Città nellacittà di elaborare un nuovo progetto inclu-sivo e rappresentativo di tutti i soggetti chefacessero Altra Economia in città, ha tradi-to il mandato affidato e lanciato un nuovobando di assegnazione con gravi irregola-rità formali che stravolge la destinazione diquegli spazi. Nonostante questa scorret-tezza amministrativa, le realtà facentiparte del Consorzio Città dell'AltraEconomia, forti di una mobilitazione cheha visto oltre 20 mila cittadini e centinaia diassociazioni chiedere la prosecuzionedelle attività della CAE, hanno promossouna ri-progettazione intorno allo spazioForo Boario dell'ex Mattatoio di Testaccio.

Questa nuova progettualità ha permesso ilcoinvolgimento di oltre trenta realtà, chehanno iniziato a lavorare per arginare lostato di abbandono al degrado e all'incuriain cui, da più di un anno, è stato lasciato illuogo ed hanno deciso di portare avantiuna pratica di autogestione per la riqualifi-cazione degli spazi e l'avvio di una nuovafase di programmazione culturale, artisticae sociale che possa far rivivere la Cittàdell'Altra Economia. La nuova sfida sarà dunque quella di far siche l'Agricoltura biologica, Artigianato,Punti di ristoro biologici, Commercio equoe solidale, Comunicazione indipendente,Cooperazione orizzontale, Cultura, Ener-gie rinnovabili, Polo formativo, Libreria,Mobilità Sostenibile, Partecipazione, Riusoe Riciclo, Software Libero, possano coniu-gare attività economiche e sociali alterna-tive con la sperimentazione di un nuovoparadigma di democrazia e di partecipa-zione sociale, fondati sul 'buon vivere' esulla giustizia sociale e ambientale.Alcune idee da cui abbiamo deciso diripartire sono un piccolo manifesto del pro-

getto Cae 2.0: «C'è uno spazio nel cuoredi Roma dove ogni prodotto ha la faccia dichi lo fa, dove lo spazio diventa luogo direlazione ed incontro, dove ogni giorno sipratica giustizia sociale e il rispetto perl'ambiente, dove la spesa ha il valore chegli diamo insieme, dove il lavoro è creativi-tà e diritto, dove la cultura è imparare econdividere, dove i bambini possono gio-care e divertirsi liberamente. È la Cittàdell'Altra Economia!»La Città dell'Altra Economia 2.0. oggi è unprogetto che coinvolge molte realtà: A Sud;Agricoltura Capodarco; Ailicos; BinarioEtico; Blow Up; Cantieri Comuni; CgilLazio; Cnca; Capo Horn, Elisso;Energetica; Equobio; Faircoop; Forum delTerzo Settore; Forumambientalista; GITBanca Etica Lazio; Il solco; La strada;Legacoop Lazio; Legambiente Lazio;Libera; Melting pro; Nuova Bauhaus;Occhio del Riciclone; Oltre il giardino;Radio Popolare Roma; Reorient;Solidarius Italia; Spot the Difference; StandUp; T.E.R.R.E; Upter Sport.Info: [email protected]

La Città dell’Altra Economia ‘R’ Esiste a Roma

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Calendario ricco di appuntamenti nelmese di dicembre per il circoloRibalta di Vignola (Modena).

Due gli appuntamenti settimanali fissi: unoil martedì con un approfondimento politico,legato alla presentazione di un libro, l'altroil mercoledì che è dedicato all'arte. Tre incontri per la rassegna Ribalta inmemoria, nata «perchè non vogliamodimenticare e perchè siamo convinti che lastoria possa insegnare (se la si conosce).Attraverso le testimonianze dirette parlere-mo del G8 di Genova 2001 e del suo scia-gurato epilogo, parleremo della strage diBologna, col suo carico di morte, i suoimisteri (d'Italia) e con una giustizia ancoralatitante, parleremo dell'11 settembre

2001, perchè la 'verità ufficiale' non ci con-vince fino in fondo». Primo incontro il 6 dicembre con 10 annidal G8 di Genova 2001 e con il giornalistaLorenzo Guadagnucci che presenterà illibro L’eclisse della democrazia; il 13dicembre incontro testimonianza conTiziano Monti per la serata dedicata al 2agosto 1980, la strage di Bologna; il 20dicembre con Franco Soldani ed Ema-nuele Montagna si discute dell’11 settem-bre 2011. La serata è a cura di Faremondo,un gruppo di persone, studiosi e artisti nati«per confrontarsi con chi vuole ragionareo credere in una informazione ‘altra’».Due serate, quella del 7 dicembre e quelladel 21, saranno dedicate a due grandi arti-sti, John Lennon, grande uomo di pace, eJoe Strummer, sognatore punk. Duemonografie curate da Vanni Neri che, convideo rari e il suo sapiente racconto, faràrivivere per una sera il genio e la poesia didue grandi artisti. Importante è l’appuntamento del 10 dicem-bre con Ribalta e Azione culinaria perEmergency: in occasione dell’anniversariodella Dichiarazione universale dei diritti

dell’uomo, il circolo propone uno spettaco-lo testimonianza con Marco Garatti, chirur-go di Emergency in Afghanistan che rac-conterà la sua esperienza decennale e l’at-tore Marco Spallini. Un’occasione impor-tante per far conoscere il lavoro diEmergency, perchè e come opera negliscenari di guerra e non.Non mancheranno appuntamenti musicalicon i concerti di BMW, Lubjan, Tempera,tutti gruppi con una produzione originale«perchè vogliamo far ascoltare altri suoni ealtre parole che non siano quelle che civengono più o meno forzatamente impostedai circuiti convenzionali».E dato che il circolo non si ferma nemme-no nel periodo natalizio, quali occasionimigliori del Natale e del Capodanno perfesteggiare insieme? Appuntamento quindiil 24 dicembre alle 23 con gli Humus(splendido progetto musicale del territorionon solo vignolese) che propongono musi-ca e una performance visiva, e il 31 dicem-bre con una FestaMesta ricca di installa-zioni, multimedia, djset.Ingresso riservato ai soci Arci.Info: [email protected]

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Al Ribalta di Vignola arte, musica, approfondimentie testimonianze per tutto il mese di dicembre

Per la rassegna cinematografica promossa dall’Arci Legnago,il 6, 7 e 8 dicembre verrà proiettato presso il CinecentrumCorpo Celeste di Alice Rohrwacher

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L’innocenza di GiulioGRUGLIASCO (TO) - Arci ValleSusa, con il patrocinio della città diGrugliasco e di Avviso Pubblico,

presenta L’innocenza di Giulio.Andreotti non è stato assolto di e conGiulio Cavalli e con la partecipazionestraordinaria di Giancarlo Caselli eStefano ‘Cisco’ Bellotti. Un quadroemblematico quanto inquietante dellarealtà italiana, in cui si dimostra comel’infiltrazione e la corruzione dellamalavita organizzata all’interno dellapolitica degli anni ‘80 ha aspetti iden-tici a quella di oggi. Ingresso 10 euro.Info: [email protected]

Workshop al BiancovoltaVITERBO - Dal 2 al 4 dicembre alBiancovolta si terrà il workshopRaccontare la città per immagini acura di Daniele Vita. La città e le sueforme, gli spazi che la delimitano ecostruiscono, le persone che la vivo-no e la rappresentano nella sua quo-tidianità; ma allo steso tempo partiredalla propria visione del territorio perraccontarlo per immagini e per dareluce a nuove immagini e altri signifi-cati: questa ambivalenza è il tema

centrale del workshop aperto a chi giàpossiede nozioni fotografiche.Info: [email protected]

Sorsi di libri e snack di autoriCOMACCHIO (FE) - Marcello Simoni,autore di Il mercante di libri maledettiaprirà, giovedì 1 dicembre, Sorsi dilibri e snack di autori, la rassegna let-teraria curata dal collettivo VoodooL@ab studio al circolo Arci Voodoo diSan Giuseppe di Comacchio. L’autoresarà presentato da Francesco Lucianiche introdurrà il romanzo al pubblicoe condurrà la conversazione. Il rea-ding è a cura di Eleonora Cinti. Gliaperitivi con l’autore si terranno ognigiovedì dalle 18.30 alle 20. Ingressogratuito per i soci Arci.Info: [email protected]

Senza sviluppo non c’è crescita!FIRENZE - Il 30 novembre l’Arci Fi-renze promuove presso la propria se-de in piazza dei Ciompi Senza svilup-po, non c’è crescita!, incontro su di-ritti, equità, giustizia sociale per supe-rare la crisi e il pensiero unico. Sicomincia alle 17.30 con conversazio-ni e riflessioni sulla crisi economica

del nostro paese. Dopo la cena, alle21 si riprende con Le sfide per l’Arci:incontro con i circoli e le associazioniArci. Intervengono Francesca Chia-vacci, presidente Arci Firenze, Gian-luca Mengozzi, presidente Arci To-scana e Paolo Beni, presidente nazio-nale dell’associazione.Info: [email protected]

Dibattito sull’amiantoIMPERIA - Venerdì 2 dicembre dalle19.30 all’Arci Guernica cena popolaree a seguire incontro e dibattito conBruno Pesce dell’Associazione fami-liari vittime amianto di CasaleMonferrato, Diego Quirino e LucaCavallero dell’Associazione Voci dellamemoria su Casale Monferrato, 100anni di avvelenamento da amiantovanno a processo. Lo spunto al dibat-tito è dato dal documentario Polvere.Il grande processo dell’amianto, chesi snoda attraverso i primi mesi delleudienze del processo penale contro igrandi padroni internazionali dell'a-mianto, in corso a Torino, dove lacomunità intera della piccola città diCasale Monferrato, in Piemonte, lottaper ottenere giustizia per i suoi morti,

ex operai e semplici cittadini.Info: [email protected]

Solidarietà alla cooperativaTORRE DI RUGGIERO (CZ) - L’Arcidi Catanzaro esprime solidarietà perla cooperativa sociale Chirone, cheha subito alcuni giorni fa un atto inti-midatorio con l’esplosione di un ordi-gno davanti al portone del centro perminori stranieri. Il centro, attivo dall’a-gosto 2011, ospita al momento 18minori non accompagnati provenientidal nord Africa. Un atto che risulta deltutto incomprensibile a fronte di unprogetto che sin dal suo avvio è statoaccolto positivamente da tutta lacomunità di Torre di Ruggiero.Info: [email protected]

Arci Milano con Ettore ScolaMILANO - Fino al 4 dicembre il cine-ma Gnomo ospita la rassegna dedi-cata a Ettore Scola promossa daComune di Milano, Iulm, Arci Milano eUcca e curata da Gianni Canova. Il 30novembre alle15 il regista sarà pre-sente allo Iulm per una lectio magi-stralis.Info: www.arcimilano.it

Notizie Brevi

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«Sugli occhi, di nero, voglio solo iltrucco»: recita così la Campa-gna promossa dall’Arci Cre-

mona in occasione del 25 novembre,Giornata mondiale contro la violenza sulledonne. La Campagna è stata interamente ideata eautoprodotta dalle donne del Comitato ter-ritoriale di Cremona. Un percorso che hapreso avvio da un piccolo laboratorio diriflessione e ricerca sul tema delle violenzedi genere che ha coinvolto le donnedell’Arci Cremona e che ha portato all'au-toproduzione della performance teatraleVerba Violant - pensieri e parole che pos-sono far male, messa in scena lo scorsoanno al Centro Arci di via Speciano. Proprio dai testi contenuti in Verba Violantha preso spunto l'idea della Campagna.Violenza maschile contro le donne. Uccidee mutila più che l'infarto o il cancro. Primacausa di morte e di invalidità permanenteper le donne di tutto il mondo, così diconoi dati ufficiali. La violenza è la manifesta-zione più eclatante della disuguaglianzaesistente tra uomo e donna. Gli atti di vio-

lenza si collocano in un contesto culturalee organizzativo di cui sono solo una dellemanifestazioni. E questo contesto è com-posto dalla distribuzione di ruoli, funzioni epotere che ha come fondamento la diffe-renza sessuale e biologica e dal correlati-vo sistema di opinioni, valutazioni, giudizi,che sanzionano in senso positivo o negati-vo qualsiasi tipo di comportamento femmi-nile. La violenza di genere affonda le pro-prie radici nel modo in cui la donna vienevissuta e percepita e nel modo in cui leistessa percepisce e vive la propria femmi-nilità e il proprio ruolo. Ciò non esclude gliuomini, le loro responsabilità e il loro stes-so modo di vivere e sentire la maschilità ela cultura che ne deriva.La violenza di genere è un tema centraleper il lavoro dell'associazione perché siinterseca con l'iniziativa progettuale e poli-tica dell'Arci, dal nazionale ai circoli del ter-ritorio, sulla nonviolenza, l'educazione allapace e ai diritti umani, il rispetto per lediversità, la costruzione di un altro mondopossibile. Una soggettività di genere all'in-terno dell’associazione ha proprio l'obietti-

vo di stimolare gli organismi dirigenti, a tuttii livelli, ad assumere una prospettiva digenere, nelle prassi, nell'analisi dellasocietà e dei mutamenti sociali, nellemodalità di inclusione e partecipazione, neilinguaggi, nelle forme espressive, nellaprogettazione di iniziative, eventi, campa-gne. Non si tratta di creare luoghi di auto-refenzialità femminile, ma di incidere sullapolitica e sulla vita associativa in modo tra-sversale. La Campagna è stata realizzata grazie allacreatività di Greta Castellani, Aurora Diottie Chiara Fiammeni e presentata il 25novembre presso il centro sociale culturaleLuogoComune di via Speciano 4.Info: [email protected]

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‘Di nero solo il trucco’, la Campagna di ArciCremona per dire no alla violenza sulle donne

Il 26 novembre presso il circoloAlberone si è svolto il XVI Congresso

dell’Arci provinciale per il rinnovodella presidenza. È stata eletta

Stefania Bozzi, che succede a EnzoCerretini, in carica per 16 anni

PISA

notizieflash

Al Cinema Vekkio‘Come se avessi le ali’Continua la rassegna teatrale 2 euro di tea-tro promossa presso il circolo Arci CinemaVekkio di Corneliano d’Alba, in provincia diCuneo. Il 1 dicembre alle 21 va in scenaCome se avessi le ali, spettacolo-tributo aChet Baker e Cesare Pavese prodotto daiJazz a Porter e da Voci Erranti. Una perfor-mance che ha per protagonisti la parola e iljazz nell’intento di raccontare attese ed illu-sioni, emozioni e suggestioni e di narrare levite di due grandi uomini del Novecentoche, attraverso la loro arte, hanno lasciatoun segno indelebile nella storia del jazz edella letteratura. Due vite apparentementemolto diverse eppure molti gli aspetti comu-ni. Distanti per geografia, anagrafe, caratte-re, entrambi affrontano i temi dell’amoreassoluto, del destino, del carcere, dell’ispi-razione, del ritorno alla terra, della felicità edella pienezza.Un modo per dare voce a Baker e Paveseal di fuori dei canoni tradizionali, un’occa-sione per usare linguaggi diversi che sirivolgono a spazi e pubblici diversi, il desi-derio di riscoprire, in modo semplice, la bel-lezza dell’ascolto.Info: www.cinemavekkio.it

Torna al circolo Aurora il festival di musicapopolare ‘Pifferi, muse e zampogne’Torna ad Arezzo Pifferi, muse e zampogne,festival di musica popolare diretto da SilvioTrotta, che propone da ben 16 anni nellospazio del circolo Arci Aurora buona musi-ca, incurante dell'indifferenza economicadelle istituzioni aretine. La sua associazio-ne, Musicanti del piccolo borgo, insieme alcircolo Aurora, riesce ogni anno a testimo-niare la vitalità di repertori tradizionali capa-ci di costruire ponti metaforici con il passa-to e di riaffermare la valenza culturale dellamusica etnica e world attraverso concerti dirilevanza assoluta nel panorama del folkitaliano. Giovedì 1 dicembre alle 22 il primo

appuntamento sarà dedicato a Suona-re@folkest, selezioni nazionali di gruppimusicali o singoli artisti per la partecipazio-ne alle serate finali di Folkest 2012. Il 2dicembre saliranno sul palco Pivenelsaccoe il toscano Massimo Giuntini con laSocietà del Chiassobujo. Il 3 dicembre dalMolise Zampognaorchestra, quattro musi-cisti che sfruttando le magiche sonoritàdella zampogna dimostreranno come que-sto strumento possa ancora rappresentarela memoria e la storia ma anche il presen-te. Chiude l’edizione Ambrogio Sparagna.Info: [email protected]

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Il 1 dicembre alle 18 al circolo Arci CarloCafiero di Barletta si tiene l’incontro conGiovanni Impastato, che porterà la suatestimonianza sulla figura del fratelloPeppino e sulla lotta al potere mafioso.Giovanni Impastato presenterà anche lospettacolo Aut. Il sogno di Peppino, realiz-zato dall’attore e regista molfettese GiulioBufo, che andrà in scena per la prima voltaall’Auditorium Madonna della Pace di

Molfetta alle ore 20,30 del 1 dicembre.Lo spettacolo è una produzione del collet-tivo teatrale Gli Alchemici ed ha avuto ilpatrocinio morale dall’Assessorato allacultura e al turismo della Regione Puglia edall’Associazione antimafia Libera Puglia.Un progetto teatrale partito dal basso conlo scopo di riattualizzare il «che fare?» e«come fare?» di Peppino Impastato.Info: www.arcibarletta.it

Giovanni Impastato testimone a Barletta

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R esponsabilità, cura per i beni comu-ni, rispetto degli spazi e delle per-sone, gentilezza, attenzione all'am-

biente, solidarietà. Sono tanti gli ingredientiche fanno di una città un luogo abitato dalsenso civico, dove si vive bene nella convi-venza serena con gli altri. Ne parleranno ilSindaco di Bologna Virginio Merola, conGregorio Arena, Stefano Zamagni, DanieleDonati, Piero Ferrucci, Gabriella Turnaturi,Fanny Cappello, Filomena Massaro e PaoloTamburini: insieme per raccontare che inuna città ‘civile e cortese’ si vive meglio.Tutti. Il 6 dicembre si tiene a Bologna, inCappella Farnese a Palazzo d'Accursio, unconvegno che vede l'Arci di Bologna tra ipromotori e che vuole riflettere su questitemi con l'obiettivo di dar vita a Bologna, maanche in altre città, a veri e propri pianicomunali per lo sviluppo del senso civico,piani generali da cui potranno discenderepiani articolati nelle scuole, negli ospedali,nelle aziende.Una città civile è una città in cui la cura peri beni comuni, degli spazi pubblici e l'atten-zione verso gli altri sono tratti distintivi. Unacittà in cui sviluppo economico e progresso

civile sono strettamente legati in un virtuosoreciproco condizionamento. La sua ricchez-za è anche nella qualità delle relazioni tra lepersone, nella capacità dei cittadini di agireinsieme al di là dei propri interessi indivi-duali, nella bellezza degli spazi pubblici,nella fiducia negli altri e nelle istituzioni, nelrispetto delle regole e della legalità, nellapartecipazione, nella coscienza dei propridiritti e doveri. Vale a dire il suo capitalesociale. Da queste considerazioni e da unlavoro che dura da alcuni anni con le scuo-le bolognesi nell'ambito del progetto La cittàcivile (www.lacittacivile.it) nasce il conve-gno. Si ragionerà quindi di beni comuni, diquella particolare ricchezza che è capitalesociale, della forza della gentilezza, dellastoria delle buone maniere, di azioni educa-tive, di cittadini attivi che contribuiscono arendere civile una città.Nel pomeriggio la grande scommessa dellagiornata. Rappresentanti delle istituzioni,della scuola, delle imprese, dei sindacati,delle associazioni ragioneranno insieme perdar vita a un vero e proprio Piano Comunalededicato al senso civico. Reso ancora piùimportante in un momento di crisi economi-

ca. Guida dell'incontro sarà Daniele Donati,Presidente del Comitato Scientifico delPiano Strategico Metropolitano. Tra i parte-cipanti Matteo Lepore, Assessore delComune di Bologna, Stefano Brugnaradell'Arci, Luigi Castagna di Hera e DaniloGruppi di Cgil.Il convegno è promosso da Arci insieme aCentro Antartide, Regione Emilia-Romag-na, Labsus Laboratorio per la sussidiarietà,Comune di Bologna, Centro AgricolturaAmbiente ‘Giorgio Nicoli’, Ancescao,Manutencoop, Azienda Usl di Bologna,Uisp, Legacoop Bologna, Coop Adriatica,Avola coop, Conad, Cna. È ancora possibi-le iscriversi facendo riferimento al CentroAntartideInfo: [email protected]

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La città civile e cortese. Un convegno per la nascitadi un piano comunale dedicato al senso civico

Hanno collaborato a questo numeroGaetano Azzariti, Marco Bersani, Raffaella Bolini,Stefano Brugnara, Elisa Calabrò, Paola Caridi,Alessandro Cobianchi, Silvia De Silvestri, Enzo Di Rienzo, Michela Faccioli, Laura Genga,Michela Iorio, Riccardo Troisi, Alberto Zoratti

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

La Donazione di BentivoglioROVERETO (TN) - Museo Mart, fino al 22gennaio 2012. Artista, poetessa e performerdi calibro internazionale, Mirella Bentivoglio sioccupa di poesia visiva a partire dagli anni ‘60.Nel corso della sua multiforme attività, èriuscita a raccogliere una collezione che offreun panorama completo di tutta l’arte verbovi-siva femminile dagli anni ‘60 ai giorni nostri.Questa collezione, di circa 300 opere, è stataora donata da Mirella Bentivoglio al Mart.Info: www.mart.tn.it

I nuovi futuristiROVERETO (TN) - Casa d’Arte FuturistaDepero - Mart, fino al 22 gennaio 2012. Lamostra, a cura di Renato Barilli, rappresenta ilfrutto del lavoro del critico bolognese per rin-tracciare e documentare gli sviluppi del futuri-smo nella versione di Balla e Depero.Comprende una trentina di opere diGianantonio Abate, Clara Bonfiglio, DarioBrevi, Gianni Cella, Andrea Crosa, Innocente,Marco Lodola, Battista Luraschi, LucianoPalmieri, Plumcake e Umberto Postal.Info: www.mart.tn.it

Audrey a RomaROMA - Museo dell’Ara Pacis, fino al 4dicembre 2011. In occasione del 50esimo°anniversario di Colazione da Tiffany, per laprima volta la capitale celebra AudreyHepburn, attraverso una mostra-omaggio asostegno dell’UNICEF. La mostra raccontaattraverso immagini, video e oggetti personalile tre vite vissute a Roma dall'attrice: diva delcinema, mamma e Ambasciatrice.Info: www.arapacis.it

Milton Gendel: una vita surrealeROMA - Museo Carlo Bilotti, fino all’8 gen-naio 2012. Le quattro sezioni della mostra chescandiscono il percorso e le esperienze artisti-che di Milton Gendel, artista nato a New Yorknel 1918 e attivissimo a Roma dall’immediatodopoguerra a oggi, illustrano i suoi esordi new-yorkesi con i surrealisti Max Ernst, AndréBreton, Isamu Nogushi e l’esperienza dellaguerra in Cina, la sua attività di fotografo, l’av-ventura della Roma-New York Art Foundation,tra il 1958 e il 1962 e, infine, le sue frequenta-zioni di artisti italiani e americani.Info: www.museocarlobilotti.it

www.arci.it/associarsi - [email protected]