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    ARCHITETTURADELLA PRIMA META’ DEL NOVECENTO

    A FIRENZE

    IL MODERNISMO E LA BREVE STAGIONE DEL LIBERTY.

    Palazzo Paggi.Opera dell’architetto Giovanni Paciarelli, l’edificio che ancor oggi si trova in viaBrunelleschi fu costruito nel 1903; la costruzione completa il rettifilo degli interventisul lato destro dell’arco trionfale, derivanti dal riordino del vecchio centro della cittcon la creazione di piazza !ittorio "manuele ## $oggi piazza della %epu&&lica ',avvenuta alla fine del 1(00)#l palazzo era sede dei grandi magazzini Pola * +odescan, il prospetto modernista

     presenta le decorazioni ceramiche eseguite dalla ditta antagalli $che aveva la fa&&ricain via %omana poco distante dall’omonima porta', i parapetti con volute in ferro

     &attuto, avevano attirato le critiche dei &enpensanti che non vi avevano trovato il &ugnato, la porta centrale e tutto il felice armamentario della pedagogia architettonicafiorentina)-iccome lo stesso Panciarelli, in altre opere non fa emergere la novit espressa nellacasa Paggi, e sapendo che nel suo studio lavorava Giovanni .ichelacci, viene da

    supporre che proprio /uesti a&&ia a&&ondantemente contri&uito alla progettazione,seppur ancora giovane colla&oratore)#l .ichelazzi fu infatti l’unico esponente dell’architettura li&ert a irenze, in /uantoanche l’unico che si era dimostrato attento alla -ecessione viennese e alle prime

     pu&&licazioni della 2agnerschule) a citt era intenta nel frattempo ad aprire due 4casiarchitettonici5, /uali la Bi&lioteca 6azione, la casa di 7ante e dal lato oppostoall’intervento del Panciarelli, il palazzo delle Poste e +elegrafi;

     Il palazzo !ll! Po"#! ! T!l!g$a%i.8uest’ultimo iniziato nel 190 ad opera dell’architetto %odolfo -a&atini edell’ingegnere !ittorio +ognotti, dai caratteri eclettici, che risentono della particolarefunzione pu&&lica dell’edificio)

    La Bi&lio#!'a Nazio(al!.Gi dai primi anni del secolo, molte discussioni sorsero sul luogo dove dovesse esserecollocata la &i&lioteca; una delle ipotesi e il conseguente progetto la vedevanocollocata, previa distruzione di un intero isolato, in piazza della -ignoria, proprioaffianco alla loggia dei anzi da cui il nuovo prospetto traeva come 4fotocopia5 lageometria degli archi) :na commissione di nomina ministeriale, individu l’area

    dell’intervento nella zona affianco al chiostro grande di -anta roce e di fino all’ un concorso per l’edificio, che nel 190? vide una competizione disecondo grado, vinta dal progetto dell’architetto ) Bazzani)

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    #l progetto a detta dell’autore, aveva l’intento di unire 4il sentimento esteticodell’edificio5 alla 4praticit5 e /uesto era stato reputato dai giudici come capacit di 4innestarsi degnamente a /uel gioiello di arte /uattrocentesca che @ il chiostro grande di-anta roce5)

    La 'a"a i Da(#!.#l periodico 4 come le decorazioni parietali dell’interno,unite alle vetrate della &ottega 7e .atteis e alle decorazioni in ferro &attuto; tutto cista ad indicare il valore che l’ornamentazione viene ad assumere nella determinazionedel prodotto stilistico e l’orgoglio dell’artista, consapevole della soddisfazione edell’apice a cui @ arrivato, si concretizza nel porre la propria firma nelle facciata

    dell’edificio)-e hini si rivela estroverso, trascinatore e disponi&ile alle attrattive della modernit, il.ichelazzi appare viceversa un solitario, con l’orgoglio di risultare elitario e scomodosenza per mostrare un distacco aristocratico dalla societ, consapevole di esseresperimentatore di 4frontiera5 che rifiuta la &analit e non scende a compromessi)#l percorso alternativo di .ichelazzi raggiunge un elo/uente traguardo nella casa-

     galleria di via Borgognissanti del 1911 che segna il punto di maggior livello stilisticodell’intera esperienza michelazziana; tutti gli elementi della poetica li&ert vengonoriassunti in un impianto compositivo di facciata capace di rilevare le corrispondenzedelle diverse funzioni mediante l’impianto compositivo e formale)#l piano terreno e il mezzanino, vengono studiati in funzione di attivit commerciali edesigenze espositive, cos> come i vari corredi ornamentali$statue, pannelli in metallo,

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    lampade appese alle &ocche di animali alati' rispondono alle finalit di richiamo e diapparato sim&olicoCpu&&licitario)#l settore sovrastante, compreso entro il perimetro di un ampio cartiglio in pietraartificiale, si distingue per gli elementi verticali che spartiscono le finestre, per il

    connotato di destinazione a&itativa)Per capire l’importanza della pur &reve stagione del i&ert a irenze e l’importanzadel .ichelazzi, &asta leggere l’indignazione della cultura &enpensante, in un articoloapparso sul giornale la 6azione del Gennaio 191= in cui si legge 5 si fanno villinidecorati nel modo più sacrilego e bizzarro, ove neppure le più elementari regole dicostruzione e d’arte sono più rispettate; in una parola è avvenuto un vero e propriodisastro artistico per la nostra città, che per gusto e arte era campione e che inGiuseppe Poggi trovò il moderno uanto altrettanto rigido mantenitore, nonch!classico continuatore, di opere insigni"

    LO STADIO G. BERTA E IL ,MIRACOLOSO PARTO- DELLA STAZIONEDI SANTA MARIA NOVELLA)

    irenze e la sua cultura, dopo la fase del i&ert, continua in una latitanza di unaoriginale cultura architettonica e per /uesto motivo viene da domandarsi come sia stata

     possi&ile la fioritura improvvisa, nel 193=, del progetto per il fa&&ricato viaggiatoridella stazione, o come scrisse Palazzeschi 4il miracoloso parto di una &ella opera5;cos> come avvenne per un fortunato concorsoCappalto per la costruzione del nuovostadio comunale a ampo di .arte intitolato alla memoria di un 4martire fascista5ucciso nelle vicinanze del ponte alla !ittoria)Bisogna certamente tenere conto della situazione culturale e politica venutasi a crearein citt a partire dal 19=9, con la nomina di promotore e appoggia iniziative come la realizzazionedell’autostrada #irenze-mare, la costituzione della ederazione $oscana per il

     %ovimento Passeggeri, manifestazioni come la #iera del libro, la riproposizione nel1930 del alcio &torico in costume, la #iera 'azionale dell’(rtigianato, il %aggio

     %usicale #iorentino nel 1933)

    8ueste manifestazioni imprimevano alla vita culturale fiorentina un’accellerazione divitalit e davano provvisoriamente alla citt un nuovo prestigio restituendolel’apparenza di una pulsante fucina

    Lo "#aio G. B!$#a.# progetto venne scelto in seguito ad un appaltoCconcorso &andito nel 19=9, l’operavenne eseguita in due tempi ed ultimata nell’estate del 193=; prima si realizzarono lagradinata coperta, lo stadio di atletica con la pista dei =00 metri sotto la tri&una e ilcampo di calcio) -uccessivamente le atre tri&une con le scale elicoidali, e la torre.aratonaA 4ritengo che uno degli aspetti più interessanti della struttura delle

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     gradinate sia dato dalla sua intrinseca economia che ne limitò il costo a ) ** a posto+ per un totale di 3D000 posti a sedere)on /ueste parole l’ingegnere Pier uigi 6ervi, descrive uno degli elementi vincentidell’opera che unisce cio@ la progettazione della struttura alla sua economicit;

    l’artefice oltre che progettista di strutture @ impresario e /uindi conosce &ene non soloi pro&lemi realizzativi, ma soprattutto le logiche che presiedono alle interconnessionetra le scelte progettuali e le conseguenze di /ueste scelte sui fatti costruttivi in cantiere;4 gli elementi più caratteristici della costruzione di uno stadio sono le gradinate e le

     pensiline di copertura" e une e le altre, debbono corrispondere a notevoli esigenze statiche ed economiche e, per la loro natura, non si prestano a falsamenti e soprastrutture mascherative, dimodo che il problema estetico resta in esse, ancora più necessariamente che in altri casi conglobato con uello tecnico e costruttivo;infatti l’aspetto più difficile e nello stesso tempo più elevato dell’architettura è

     proprio in uesta necessità di raggiungere la sintesi tra fattori discordi uali

    l’armonia formale e le esigenze tecniche, il calore dell’ispirazione e la freddezza delragionamento, la risoluzione di ciò è il più arduo compito che l’architettura harispetto alla altre manifestazioni intellettuali"

     6ella progettazione delle scale elicoidali, 6ervi progetta una struttura intelaiataspaziale ottenuta con l’incrocio di due travi elicoidali incastrate entram&e alleestremit, ad altre strutture; su una delle due travi elicoidali @ incastrata a s&alzo, larampa vera e propria delle scale)

    La "#azio(! i Sa(#a Ma$ia No*!lla.Occorre ricordare, prima di addentrarsi a parlare della stazione di -anta .aria

     6ovella, che essa @ costituita da diverse parti progettata da diverse persone; il #abbricato iaggiatori  progettato dal 4Gruppo +oscano5 guidato da Giovanni.ichelucci, di forma parallelepipeda il cui prospetto si affaccia sulla piazza mostrandola cascata di vetro @ costituito dalla galleria per le automobili, la biglietteria con il 

     salone delle partenze, il bar di prima, seconda, terza classe, il ristorante di prima, seconda e terza classe con le rispettive sale d’aspetto, la galleria di testa come strada cittadina interna alla stazione, con la seuenza delle grandi fotografie dellecittà d’.talia in alto sulla parete

    #l =0 e&&raio 193=, inaspettatamente compariva sul /uotidiano a 6azione, la notiziache per volont del 4ascismo creatore e rinnovatore5 la stazione di irenze, ormainon tollera&ile neppure per la pi meschina citt di provincia, sare&&e stata ricostruitae degna della citt di irenze; vennero pu&&licati alcuni disegni di progetto,assicurando che l’architetto

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    invitava con toni di sfida i 4signori critici a mettersi d’accordo e a indicare il migliore progetto per la migliore stazione del mondo+)Prontamente su 4 l’ al progetto definitivo ela&orato collettivamente dal 4Gruppo +oscano5composto da .ichelucci, Pier 6iccol Berardi suo assistente nella facolt diarchitettura di irenze, 6ello Baroni, #talo Gam&erini, -arre Guarnieri e eonardousanna)

    a giuria era divisa tra innovatori, come lo scultore %omanelli e .arinetti $che con il pretesto di elogiare il progetto del gruppo toscano, finiva per tirare in &allo e mitizzareancora una volta il manifesto dell’architettura futurista del 191E' e osteggiatori del

     progetto come Piacentini, Bazzani e OFetti; fu per decisivo il ruolo di Piacentini,$convertitosi per motivi di e/uili&ri esterni, al progetto .ichelucci', a spingere i suoicolleghi in favore del gruppo toscano)#ntanto a irenze le polemiche divampavano, arrivando anche alla capitale, come/uella del pittore

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    o stesso Piacentini ancor prima dell’esito della votazione, inviava al preside dellascuola superiore di architettura di irenze, %affaelo Brizzi, un telegramma in cuidichiara 4la nuova architettura italiana ormai fondata su solide e durature basi nonteme più deviazioni, onore alla scuola fiorentina5)

    os> il Gruppo +oscano vinse il concorso e le caratteristiche d i /uello che vennesu&ito chiamato 4progetto .ichelucci5 stava innanzitutto nella chiarezza distri&utivadelle varie funzioni; un’ariosa galleria di testa $10?m ==m' che si distende alleestremit dei &inari accogliendo i viaggiatori, /uelli in partenza nei primi &inari versovia

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    a distesa parete della testata, rivestita con lastre di travertino di %apolano, @immaginata come un grande ta&ellone, un indicatore coronato dai pannelli fotograficicon vedute turistiche d’#talia, mentre i dipinti all’interno si riferiscono alla realt del

     paesaggio toscano)

    +utta la parete con i suoi elementi non risulta parte formale di una decorazione, ma parte integrante di architettura contemporanea, anticipando di trenta anni le ricerche di4industrial e visual design5)7isegnati e novo, anzi addirittura progettati, furono gli orologi elettrici sincronizzati,tra cui famosi /uelli con cartelle mo&ili al posto delle lancette collocato uno all’esternoin facciata e gli altri due, uno nella &iglietteria, l’altro nella parete esterna verso i

     &inari; con /uelli classici a lancette gli orologi risultavano in totale ventidueA i cartelliindicatori, le cassette della posta, i cancelli, le panchine con i portapacchi ancoratiai pilastri, tutti elementi ancora oggi utilizzati"Parlando un giorno della sua opera, Giovanni .ichelucci e&&e ad esprimersi cos>

    4 2icono che la stazione di #irenze sia un opera di architettura razionalista, sbagliano ,essa nacue in massima libertà, da tendenze diverse con vari contributiche non rispecchiano un unico stile" 3’ semmai sincretica"

     a nostra stazione riesca stare dentro la città, a esercitare un richiamo, a fondersicon l’ambiente circostante, a suscitare e ospitare la vita"7ichiar anche che il progetto 4non nac/ue contro il fascismo) 6H @ in polemicacontro il fascismo5)-i pu dire che era l’immagine di uno dei tanti volti con cui il fascismo si presentava ein particolare, esprimeva i caratteri pi raffinati e moderni dell’azione politica svolta da con i rapporti in contemporanea con irenze, a s&loccare la situazioneavversa facendo pu&&licare sulla 6azione l’ordine del giorno del -indacato

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    sem&rano offrire argomenti a conferma della casualit del 4miracoloso parto di unabella opera+

    La '!(#$al! T!$2i'a ! la Ca&i(a appa$a#i !lla "#azio(!.

    ’opera venne progettata nel 19=9, dall’ingegner .azzoni, prima ancora del fa&&ricatoviaggiatori e ci mostra la capacit del .azzoni /uando @ impegnato in progetti, chelontano da avere aspetti 4monumentali5, seguono la sola funzione che l’edificio dovrsoddisfare; l’edificio si distingue per la caratteristica tipicamente industriale di massecompatte in cui trovano una corretta collocazione i vari elementi funzionali, come ilgrande portale per l’ingresso dei carri di car&one, gli svettanti fumaioli raggiungi&ilimediante l’elegante scala elicoidale della centrale termica, con la funzione di &ruciarecar&one per fornire il vapore necessario al riscaldamento di tutta la stazione e deivagoni in attesa della partenza, durante il periodo invernale, e l’aggettante e modellata4terrazza vetrata5 della ca&ina apparati che domina dall’alto l’ingresso e la partenza

    dei convogli)#l .azzoni nel 1933 si definisce pu&&licamente un a$'+i#!##o %3#3$i"#a; 4moralmenteappartenevo a /uesto movimento dal 191D, /uando chiedendo il consenso a me solo,mi autoproclamavo seguace di -ant’ "liaA il .azzoni opera un atteggiamento di tipoeclettico nell’adattarsi alle varie funzioni e ai vari contesti culturali dove @ chiamato adoperare, in ogni caso dette effettivamente seguito ad un programma di svecchiamentodelle architetture del ministero delle telecomunicazioni, /uello che .arinetti defin> 4il

     pi futurista dei dicasteri5)!a intanto ricordato che irenze, nel periodo che va dal 191D al 19=E, si era dotata diun nuovo piano regolatore, e se il piano Poggi per irenze capitale, poteva esseredefinito un 4pia(o ’a2plia2!(#o5, /uesto potre&&e essere descritto come un 4pia(oi 'ol2a#a5, con l’occupazione totale dello spazio tra la citt antica e le colline pivicine poste a nord $iesole e -ettignano', per cui si ipotizz di lottizzare anche ilampo di .arte).anca a /uesto piano l’idea di sviluppo anche nel futuro di assi viari tali da costituiredirettrici alle espansioni presenti e future)

    Lo "*!(#$a2!(#o !l 43a$#i!$! i Sa(#a C$o'!.#ntanto dal 1930 si era andato formando un comitato per lo studio dei criteri da seguire

     per un nuovo piano regolatore e nel 193E si pu&&licava il volume 4per la irenzefutura5A di tutte le possi&ilit e le previsioni, /uella pi realistica a &reve tempo,riguardavano soprattutto l’intervento 4risanatore5, ri&attezzato 4 il piccone risanatore5,negli affollati /uartieri di -anta roce e d’Oltrarno)-olo nel 193? iniziava lo sventramento di alcuni isolati dando cos> esecuzione ai criteridella 4bonifica integrale5 applicata per la prima volta nel nuovo secolo alle areeur&aneA /uando per le demolizioni resero li&ero il settore compreso tra viaPietrapiana, via dell’

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    ur&ani e ci si limit a risolvere il pro&lema viario per collegare il /uartiere con il centrostorico e i viali, mediante l’allargamento di alcune strade)#ntanto l’operazione di smantellamento provoc, come era prevedi&ile,l’allontanamento della popolazione residente rimasta senza casa, mentre nel frattempo

    il comune non aveva provveduto a sistemarla nemmeno provvisoria mente; cos> glia&itanti furono o&&ligati a trasferirsi nel /uartiere di -anto -pirito, come gi eraaccaduto alla fine dell’ottocento a causa dello sventramento della zona di .ercatovecchio)os> il 4piccone risanatore5, mosso dalla speculazione risparmi cos> gli interventi

     previsti in Oltrarno dall’:fficio avori Pu&&lici del comune, limitando l’intervento allademolizione delle case e del tratto di mura per dar vita a piazza +asso, che da allora @ancora oggi un vuoto ur&ano recuperato fortunatamente a giardino) come si comp> ilrifacimento del Palazzo di Parte Guelfa, la sistemazione edilizia di via Giusti e di viaBonifazio upi e si costru> nel transetto sinistro si -anta roce l’ossario dei .artiriascisti $cfr le sculture di )

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    alastrini furono affidati due pannelli ad affresco per la parete del 4sacrario5 chefiancheggiavano la lapide con i nomi dei martiri fascisti fiorentini)’omaggio ai caduti era reso da personaggi appartenenti a diverse categorie di persone,mutilati, e com&attenti, madri e vedove, il clero, l’esercito e le organizzazioni di

     partito; la risoluzione coloristica e compositiva rimanda alla grande pittura toscana delJ! sec), dagli uomini illustri di

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    cos> che, mentre la # felicemente am&ientato e mimetizzato fra gli al&eri secolari da

    diventare invisi&ile)-e irenze fosse diventata davvero la citt dell’aviazione $c’@ da tremare a pensarlo'avre&&e fatto la fine di 7resda, upolone compreso) ’appezzamento era statoregalato dal comune; il lotto si disegnava tra l’ippodromo delle corse al trotto e /uelledelle corse al galoppo; la pianta era data dalla somma di due rettangoli e l’architettoagnoni si sforz di interpretare il sito come forma insediativa, come se fosse una 4+5,anzi una 4+5 rovesciata)#l complesso @ costituito da vari corpi di fa&&rica con diverse funzioni; a destrarispetto all’ingresso principale sono poste le aule d’insegnamento, i ga&inetti scientificie la &i&lioteca, al centro @ il &locco parallelepipedo del comando della scuola, mentre a

    sinistra l’alloggio allievi ufficiali e verso l’ar&oreto comunale, gli impianti sportivi e la piscina; sul fondo @ a caserma avieri, i magazzini, la cappella, l’autorimessa e lacentrale termica)

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     pontino &onificato e dei relativi capoluoghi, da

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    d’arte; irenze la grande citt dell’arte, mi &atte il cuore /uando entriamo, un mare di persone acclamanti, e /uesta citt, /uesta meravigliosa citt, il popolo @ entusiasta, pieno di temperamento, ama&ile, e /uante &elle donne, i palazzi, i monumenti, sonoeccitato di felicit, siamo tutti molto invidiosi $dal diario di M) Goe&&els'; Palazzo

    Pitti accoglie il capo del %eich con la maest della sua architettura, con la super&aricchezza delle sue sale; Piazzale .ichelangelo, di dove si gode un meraviglioso panorama della citt, sullo sfondo incompara&ile dei colli fiesolani) 7opo la maestimperiale di %oma, @ tutta la sua grazia che l’#talia offre /ui, agli occhi del uhrer;rientrato in Palazzo Pitti, il uhrer, per il passaggio interno che attraversa l’

     passer alla mostra delle armi antiche in Palazzo !ecchio;

    La i"#3zio(! !lla zo(a i Po(#! V!''+io.

     6ella notte tra il 3 e il E

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    Bernard Berenson affermava che 4l’architettura non è pittura e non c’è ragione pernon accettare ulna costruzione contemporanea come disposizione interna, ma cheesternamente si adatti all’individualità della città+)Piero Bigongiari con coraggio dichiarava 4lasciare che l’architettura che è sottoterra

    cresca naturalmente, non risolvere accomodando; occorre architettura ed ancoraarchitettura, cioè audacia e novità, gli unici modi per legare il vecchio con ilnuovo7proprio le soluzioni nuove, ma implicite al senso della città, salvano uelloche c’era e non rendono malinconico il ricordo; per cui il ricordo non è un ricordoma un punto di partenza+)Giovanni .ichelucci richiamava a tener conto soprattutto dell’uomo 4che è la ragione

     prima per cui le città si sono formate e sviluppate, sia nel passato ma anche per il futuro7perch! uello che conta è la vita vivente e che deve essere considerata eamata prima e più delle testimonianze della vita passata+).ichelucci tentava di mettere in guardia che 8volendo conservare il carattere di un

    centro in gran parte distrutto, si rischiava di aprire la via a tutti i compromessi chevanno dal pittoresco alle scenografie architettoniche+"Gi dal 19ED .ichelucci si era dedicato ad alcune ipotesi ricostruttive, avendoconstatato che dalle sconvolte preesistenze, emergevano dei suggerimenti interpreta&ilicome 4incentivi5 per le nuove aggregazioni di vitaA aveva capito pi di altri che glispazi dei distrutti accessi al ponte, dovevano ricrescere, riformarsi organicamente,attorno ai pochi capisaldi significativi di un tessuto edilizio gravemente menomato)#mmaginava cos> di ancorare alle superstiti torri medioevali le nuove struttureorizzontali e gradonate che avre&&ero consentito di allargare la sezione della

     precedente stradaCcorridoio, permettendo di ottenere una spazialit diversa e dimaggior respiro sulla /uale far affacciare la passeggiate pedonali sopraelevate,

     punteggiate di negozi e la&oratori artigianiA pensava inoltre di animare con rampe escalinate che scendevano all’ un &rano di citt a pi livelli pedonali frui&ile mediante la continuit evariet dei percorsi e la concatenazione di spazi penetra&ili a tutte le /uote)Per accompagnare un’azione culturale adeguata, .ichelucci fonda e dirige

     personalmente la rivista 4 a 6uova itt5 in cui tra l’altro scrive 4la ricostruzione @ulna circostanza favorevole o sfavorevole per affermare le nostre possi&ilit di ripresa

    civile) 6on poche delle idee espresse nei disegni michelucciani si ritrovano poi, diminuite diintensit propositive nei progetti degli architetti che parteciparono al concorsoA acommissione giudicatrice, durante la sua diciassettesima riunione del .arzo 19E,assegn il primo premio e ae/uo ai progetti contrassegnati dai motti 4itt sul fiume5,4# iompi5, 57avid E?5 e di classificare e ae/uo al secondo posto in graduatoria i

     progetti 4irenze sul fiume5 e 4-anta elicita5; si evidenziava cos> che nessun progettoera stato in grado di rispondere a tutti i re/uisiti del concorso e che nessun progetto

     poteva essere 5integralmente eseguito5, ma l’aver premiato D gruppi dimostra la nonassunzione di responsa&ilit da parte della commissione che per di pi premiava /uasitutti architetti fiorentini, con cui i mem&ri della giuria erano in rapporto di amicizia)

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    #l parametro di giudizio adottato della commissione era anche di natura prevalentemente ur&anistico, e per /uesto in previsione di un nuovo piano esecutivo diricostruzione, la stessa commissione richiedeva all’amministrazione comunale di farsicarico del 4ripensamento del pro&lema secondo un concetto ur&anistico unitario tale

    che intenda e risolva il complesso di esigenze che legano in un /uadro organico efunzionale tutto un settore della citt, che @ &en pi vasto della zona distrutta+; lalacuna principale stava cioè 8nella mancanza di un piano regolatore di #irenze+)-i arriv cos> all’adozione del piano di ricostruzione redatto dall’ufficio tecnico delcomune nel .aggio 19E9; dopo /uasi dieci anni dalle distruzioni tedesche, il &ilancioche l’opera di ricostruzione poteva presentare era di sintomatica chiarezza, insostituzione della vecchia struttura am&ientale e funzionale, che legava attivitartigianali e residenza, si erano insediati sull’area numerose sedi di &anche e uffici,ulna &orsa merci che occultava il Palazzo di Parte Guelfa, e tanti am&iziosi condominiche raccoglievano sulle facciate alcune citazioni imposte dalla soprintendenza, tra le

     pi gratuite deteriori del 4fiorentinismo5 edilizio)Gli echi dello s/uallido esito della ricostruzione e gli aspetti di appiattimento culturale,si ripercuotevano anche sulla locale facolt di architettura, nella /uale svolgevanoattivit di docenti molti progettisti del deludente piano di ricostruzione)Giovanni .ichelucci, con un gesto di denuncia, nel 19E( decide di allontanarsi da/uesto am&iente per tentare di realizzare nella facolt di ingegneria di Bologna, unrinnovato impegno nell’insegnamento; fatto /uesto che suon come esplicita denunciaverso il degrado culturale della situazione fiorentina)

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