ARALDO - 06-2013 - Giugno

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    LARALDO di Biella Raccolta mensile di Articoli ed Opinioni redatta in proprio dalla delegazione di Biella del Movimento Politico

    ITALIA REALE - STELLA e CORONA Coordinamento redazionale : [email protected]

    Giugno 2013 (Anno VIII - Numero 06.2013)

    LARALDO di Biella, piccolo contributo periodico alla diffusione dellideale Monarchico, non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della Legge No. 62 del 07 marzo 2001. Esso quindi una appendice cartacea del Sito http://biellamonarchica.blogspot.com/ che viene aggiornato quale raccolta selezionata di articoli ed opinioni rintracciati liberamente su Internet per Voi !

    LARALDO di Biella, riconoscendo nellUnit dei Monarchici un valore assoluto, fortemente auspicabile e necessario, aderisce al Progetto MONARCHICI IN RETE, facendo capo al portale Internet http://monarchicinrete.blogspot.com/

    Elezioni Amministrative a Roma La presenza di Italia Reale - Stella e Corona nella competizione, ha lasciato il segno _____________________________________________________________

    di Alberto conterio 28 maggio 2013

    Avrei desiderato poter scrivere oggi, che il nostro caro amico Angelo No-vellino era stato eletto Sindaco di Roma, ma sarebbe stata troppa gra-zia. Sorretti da questo sogno, tutti noi in fondo al nostro cuore, sape-vamo che ci sarebbe voluto un mi-racolo, e non un miracolo normale, uno di quelli veri, che ti fanno sentire piccolo e impotente di fronte alla grandezza di Dio.

    Detto questo, Angelo dovr accon-tentarsi del titolo di Re di Roma. Se l meritato tutto, nonostante il risul-tato finale. Non desidero dimenticare o mancare di rispetto a tutto il grup-po (magnifico) che assieme ad An-gelo, ci hanno tenuti con il fiato so-speso, e inorgogliti al raggiungimen-to della quota di firme necessarie alla presentazione della lista, e che si sono prodotti in manifesti, comizi in piazza, interviste filmate, passaggi televisivi, articoli e conferenze stam-pa. Un carosello entusiasmante, sicuramente impegnativo sotto ogni aspetto, che da oggi fornisce a tutti noi la legittimazione che ci mancava, un valore nuovo, in cui identificarsi e con cui essere identificati.

    Con questa presenza autonoma, fiera e orgogliosa, Italia Reale - Stel-la e Corona ha dimostrato con i fatti che lideale monarchico non ci sta ad essere collocato tra gli scaffali di un museo o di una biblioteca, ma si sente ben vivo e presente nella so-ciet. La Monarchia quindi grazie ad Italia Reale - Stella e Corona, non solo storia, ma anche futuro, un futu-ro che possiamo ancora scrivere ! Lideale monarchico - grazie a per-sone pulite, oneste e competenti che ci hanno messo la faccia senza na-scondere il loro credo - tornato a

    parlare alla gente, proponendosi quale alternativa reale al sistema fossilizzato della politica repubblica-na, che dal 1946 avvelena la nostra Patria. Italia Reale - Stella e Corona, si er-ge cos, quale unica forza politica di contrasto al sistema, in opzione alle innumerevoli facce della stessa mo-neta, ormai logora in cui si identifi-cano tutte le altre forze politiche, vecchie e nuove, nazionali e locali. Questa non retorica di circostanza: Italia Reale - Stella e Corona, ha proposto per Roma un programma essenziale fatto di logica e buon senso comune, in cui il risparmio si individua nel superfluo del sistema

    ( Segue a Pagina 3 )

    L'unione tra uomo e donna regola il rapporto tra le generazioni: il solo matrimonio

    di Vincenzo Paglia Arcivescovo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia 18 maggio 2013

    Mi permetto di entrare nelle rifles-sioni proposte da Chiara Saraceno in merito al matrimonio (Famiglie arcobaleno tra diritti e doveri) e-sposte ieri sulla Repubblica. Lintero discorso di Saraceno, anche se non ricorre apertamente a questa formu-lazione, mi pare si fondi sullidea che il matrimonio e la filiazione siano dei 'diritti', a cui devono accedere tutti: il matrimonio e la filiazione per gli o-mosessuali, quindi costituirebbe so-lamente un allargamento dei diritti a una minoranza sfavorita.

    Per fare questo, deve ridurre il ma-trimonio o, meglio, come la socio-loga dice il matrimonio oggi, alla scelta libera di due persone di met-tere in atto una vita in comune, ba-sata sulla solidariet reciproca e sullaffetto. Quello che cos si defi-nisce senza dubbio un legame positivo fra le persone, ma il matri-monio unaltra cosa. Il matrimonio, infatti, listituzione preposta a rego-lare il rapporto fra le generazioni , ed fondata quindi sulla differenza fer-tile fra i due contraenti, la donna e luomo. Cio sulla relazione genera-trice fra due categorie di individui non equivalenti e non intercambiabi-li: le donne e gli uomini. Dallunione matrimoniale ha origine una nuova rete parentale, fondata sulla sfera giuridica che nasce dai legami natu-rali tra ascendenti e discendenti, come ha sottolineato Claude Levi-Strauss a Tokyo nel 1986: I legami biologici forniscono il modello sul quale sono costruiti i legami di pa-rentela.

    ( Segue a Pagina 4 )

    Pianeta lavoro

    di Alberto Conterio 7 maggio 2013

    La grave notizia dei fatti del Bangla-desh, dove molte donne operaie impegnate in uno stabilimento tessi-le locale sono morte per lincendio ed il crollo dello stabile in cui era ubicata questa fabbrica, mi aveva gi stuzzicato il desiderio di scrivere qualche riga in merito, ma la frene-sia quotidiana mi avevano fatto per-dere lattimo. Ieri per, in posta elet-tronica mi stata recapitata una ri-chiesta di aiuto inerente questo fat-to, accompagnato da una lettera presentazione. La lettera che vi sottopongo nella sintesi delle prime battute, scritta da unassociazione a sfondo umanitario immagino, mi ha dato lo spunto ne-cessario. Considerando inoltre che largomento trattato, da ormai ventanni, il mio stesso campo di lavoro quotidiano, capite bene che

    Societ e Cultura - Pagina 2 Se il Papa cattolico non piace pi?

    LOpinione - Pagina 6 La (ir)responsabilit della politica

    Ambiente e Scienza - Pagina 7 "La fusione fredda italiana funziona". Nuovo test indipendente

    Storia e tradizioni - Pagina 9 Pagine scure della storia La dura scuola del comunismo

    Elezioni per il Campidoglio - Roma conclusioni - Pag. 6

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    non potevo esimermi da proporvi una riflessione; Cari amici, (recita lappello) Centinaia di donne in Bangladesh sono bruciate vive o rimaste seppel-lite mentre producevano i nostri vestiti! Tra pochi giorni, grandi a-ziende della moda potrebbero firma-re un accordo che potrebbe rivelarsi un potente strumento per le norme sulla sicurezza o una campagna pubblicitaria di basso livello per risol-levare limmagine delle aziende. Se un milione di noi riuscir a ottenere il sostegno degli amministratori dele-gati di H&M e GAP a favore di nor-me utili davvero a salvare delle vite, gli altri li seguiranno:

    Abbiamo visto tutti le orribili immagi-ni di centinaia di donne innocenti bruciate o seppellite sotto il crollo delle fabbriche mentre producevano i nostri vestiti. Nei prossimi giorni possiamo fare in modo che le azien-de si impegnino perch fatti come questi non accadano pi.

    Le grandi marche della moda appal-tano i loro vestiti a centinaia di a-ziende in Bangladesh. Due aziende, tra cui Calvin Klein, hanno firmato un patto vincolante per la sicurezza degli edifici con adeguamenti antin-cendio. Altre, tra cui Wal-Mart o Be-netton, stanno cercando di evitare di firmare, proponendo invece alterna-tive deboli e utili solo allimmagine dellazienda. Lultima tragedia ha per dato vita a dei nuovi incontri per affrontare lemergenza e ha ge-nerato forti pressioni perch il patto vincolante, in grado di salvare delle vite, venga firmato. ()

    Senza voler sminuire la drammatici-t di quanto successo, desidero fare subito un appunto di tipo formale: non corretto scrivere i nostri ve-stiti, in quanto non siamo noi, acqui-renti o normali cittadini a decidere dove acquistare i vestiti allestero, ma le aziende che commercializza-no sulla base del costo del lavoro e margine di ricavo netto. Il testo quindi, a mio avviso, mira a colpevo-lizzare o a far sentire responsabili anche i consumatori finali, che sono al contrario gli unici a non avere col-pe e a non avere guadagno alcuno sullargomento. Per dirla in parole molto semplici, io personalmente non mi sento assolutamente colpe-vole per quanto accaduto! Altro ap-punto, questo, molto meno formale, riguarda la spiacevole sensazione di rilevare nel testo riportato, un fine recondito, un interesse particolare della stessa organizzazione che ha scritto la presentazione. Quando scrivo che la ditta X meritevole di attenzione perch intende firmare un accordo, mentre la ditta Y non lo perch laccordo vorrebbe modificar-lo, come se mi schierassi chiara-mente pro e contro. Questo non opportuno, soprattutto quando si tratta di organizzazioni che deside-rano essere al di sopra delle parti o tenersi lontane dallidea di un conflit-to di interesse.

    ( Segue a Pagina 13 )

    Societ e cultura

    Il cognome della madre

    Crescere venendo identificate nella societ attraverso il solo cognome paterno condiziona le donne

    di Antonella De Gregorio 2 maggio 2013

    Una concezione patriarcale della famiglia, quella che prevede che ai bambini che nascono in Italia venga dato il solo cognome del pap. Lo ha detto il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, nella sua relazione annuale. E lo ribadi-sce oggi Equality Italia (una rete trasversale di persone che operano per i diritti civili, si legge sul sito) lanciando la campagna Nel cogno-me della madre, a sostegno della scelta dei cognomi. Uniniziativa che ha lo scopo di chiedere al Parla-mento Italiano che sia finalmente approvata una normativa chiara e certa sulla possibilit di scelta del cognome, che sia quello del padre o della madre o di entrambi, cos che sia superata lattuale legislazione, figlia di una visione familiare supera-ta dai tempi e dallattuale organizza-zione sociale.

    Una campagna simbolica, ammette lassociazione, che chiama la politi-ca a intervenire nel complesso delle materie che attengono al diritto di famiglia, di cui alla luce dei decenni passati, necessaria una completa revisione. Una goccia, nel mare delle tante battaglie per la piena e legittima pa-rit. Ma si tratta di una richiesta che a ben vedere ha poco di ideologico. Si tratta di riconoscere nel nostro codice di fabbrica, nel rituale delle presentazioni, nella prima cosa che esibiamo di noi, lidentit di entram-be le figure che ci hanno generati.

    Iole Natoli, giornalista e artista sim-bolo della battaglia per lattribuzione dei due cognomi ai figli, (che negli ultimi anni conduce attraverso un gruppo su facebook e un blog) lo va ripetendo dal 1979: crescere venen-do identificate nella societ attraver-so il solo cognome paterno, ed es-sere riconosciute socialmente solo grazie a una figura maschile, condi-ziona le donne al punto tale che per loro diventa spesso difficile sentirsi rappresentate da una donna in poli-tica. Addirittura, sostiene la Natoli, la mancanza di una legge che consen-ta ai figli di adottare anche il cogno-me della madre, impedisce loro di relazionarsi con la famiglia di questultima come con quella pater-na. E lede i diritti della madre, la re-lega in una condizione di marginalit sociale.

    Un attestato di estraneit che ha gi procurato allItalia diversi richia-mi da parte dellEuropa. Ora c un nuovo ricorso in attesa di decisione, presentato alla Corte europea dei

    Economia

    Debito pubblico: lItalia migliore dEuropa (e non uno scherzo)

    di Marcello Foa 9 maggio 2013

    La fonte molto autorevole: la Neue Zrcher Zeitung (Nzz). Lautore dello studio molto competente in materia: leconomista Bernd Raffelh-schen, professore di Scienze finanziarie presso lUniversit di Friburgo, in Germania. La conclusione molto sorprendente: lItalia il Paese che ha il debito pubblico pi sostenibile dEuropa.

    Possibile? S, se si considera oltre al debito esplicito anche quello im-plicito ovvero gli impegni gi presi dallo Stato per i decenni a venire e legati in particolare allinvecchiamento della popolazione: dunque le pensioni in maturazione nei prossimi anni, la spesa sanitaria che dovr essere sopportata da una popolazione pi anziana; il tutto consideran-do il saldo primario dello Stato.

    Lo studio risale al 2011 ed passato praticamente inosservato (in Italia ne aveva parlato Rischio calcolato), la Nzz lo ha ripreso e lo ha integra-to con un altro studio estendendo il panel anche alla Svizzera.

    Il risultato non cambia: lItalia resta il Paese numero uno allEuropa, molto pi sostenibile della Germania perch negli anni , paradossal-mente, passati ha fatto i compiti a casa e si propone come il Paese, in prospettiva, con il pi basso incremento di spese per pensioni, sanit e assistenza per anziani; gli altri Stati, invece, si sono accontentati di monitorare il debito esplicito, lasciando la struttura di queste spese as-sumesse delle proporzioni tali da esplodere da qui a qualche anno: hanno guardato solo alla punta delliceberg, come scrive Gerhard Schwarz, oggi direttore del think tank svizzero Avenir Suisse. sulla Neue Zrcher Zeitung.

    Il grafico che potete trovare qui non mente (mi spiace solo in tedesco ma facilmente interpretabile). E se la nostra fosse una classe politica seria, dovrebbe iniziare a ripensare il Paese partendo da questi dati, sventolandoli alla stampa internazionale, menzionandoli continuamente alla Bce, al Fmi.

    E invece non solo dormono tutti: la stampa dov? Il centrodestra che fa? Perch nessuno vanta i meriti di un risanamento strategico che solo le politiche iper restrittive di Monti e gli effetti sciagurati e scandalosi del Mes (Meccanismo europeo di stabilit ovvero Fondo Salva Stati) pos-sono compromettere?

    "La democrazia il governo degli incompetenti, dove bisogna ascoltare il parere di qualsiasi stolto e

    dove ciascuno pensa a se stesso."

    Platone

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    diritti delluomo da due coniugi mila-nesi, Alessandra Cusan e Luigi Faz-zo, dopo anni di battaglie nei tribu-nali nazionali. Vogliono poter dare ai figli il cognome della madre, anzich quello paterno, ma in Italia non possibile. La coppia sostiene che la legislazione italiana viola il diritto al rispetto della vita privata e familiare, quello a non essere discriminati, e quello della parit dei coniugi.

    La sostanza che nonostante le numerose raccolte di firme e presen-tazioni alla camera di richieste per variare una legge patriarcale e con-traria a numerose leggi europee sulluguaglianza e la discriminazio-ne, ad oggi non c ancora la possi-bilit di assegnare al proprio figlio il cognome della madre in una coppia sposata. Anche se qualcosa, negli ultimi anni, si mosso: con una pro-cedura burocratica complessa al punto da risultare un ostacolo, possibile aggiungere al cognome del padre quello della madre, aprendo una richiesta di Cambio di cognome. Resta per il fatto che una coppia di genitori sposati non pu invece tra-smettere ai figli il cognome della madre o entrambi i cognomi al mo-mento della registrazione della na-scita presso lo stato civile.

    Sette disegni di legge negli ultimi anni non hanno portato allutilizzo del doppio cognome, come avviene nei paesi di lingua spagnola e porto-ghese, ma anche in Lussemburgo. In Italia sono pi di 2.500 lanno le richieste di cambio di cognome e di aggiunta di quello materno. Sareb-bero molte di pi se circolassero pi informazioni e le procedure fossero pi snelle.

    Tratto da : http://27esimaora.corriere.it/

    Nota della Redazione

    chiaro che per questi signori la famiglia il vero problema della loro utopica societ futura, votata allanarchia per scelta. Costoro infat-ti, dopo limplosione del socialismo reale da loro auspicato, hanno dovu-to ricondizionare la loro attivit poli-tica e sociali, aprendo fronti dattacco tanto differenziati quanto subdoli, per riproporre la loro ideolo-gia sotto mentite spoglie. Diritti civili e ambientalismo in primis, sono oggi i due principali arieti, con i quali viene attaccato ci che resta dellordine sociale organico e tradi-zionale.

    Sintomatico, ad esempio che nellarticolo proposto, si citi chiara-mente lostacolo Coppia di genitori spostatauna coppia fuori moda, ormai in diretta concorrenza con le coppie di fatto, le famiglie allargate, le coppie gay, alle quali per, vor-remmo attribuire i diritti della famiglia tradizionale. Insomma una serie re-clami allinsegna della pi totale con-fusione mentale e sociale, foriera di disordini futuri sempre maggiori.

    Avrete a questo punto compreso che non concordiamo con lautore dellarticolo, e non perch possiamo avere una concezione patriarcale della famiglia ma perch riteniamo che la certezza di appartenenza a una data famiglia o discendenza, derivante dal cognome, sia essen-ziale per rapporti sociali corretti. Chiunque in grado di sapere chi siamo per mezzo del nostro cogno-me ed essenziale che sia cos per lo stesso ordine sociale. Laggiunta del cognome materno non risolve-rebbe il problema che viene posto perch in ogni caso, alla generazio-ne successiva, uno dei due cognomi (in genere quello materno, come avviene nel mondo ispanico) viene necessariamente perso, altrimenti in tre o quattro generazioni non baste-rebbe una pagina per scrivere tutti i propri cognomi.

    Detto francamente, questa esigenza di cambiare la legge una pretesa assolutamente ideologica, che non rappresenta necessit o problemati-che dettate da esigenze sentite. Se la legge dovesse alla fine essere modificata, si leverebbe certamente la voce di chi, rappresentando la comunit dei genitori single de-nuncerebbe lodiosa discriminazione per i figli di costoro, possessori di un solo cognome ecc. ecc.

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    Se il Papa cattolico non piace pi?

    Il Papa santifica i martiri di Otranto, che difesero la civilt cristiana con-tro l'islam e difende la vita contro l'aborto. E cala la sordina

    di Marcello Veneziani 14 maggio 2013

    Beh, che vi succede? Tanto entu-siasmo per Papa Francesco, viva i poveri, il dialogo, la pace, buon pranzo, buonasera, che fenomeno, che mito. Poi il Papa santifica i mar-tiri di Otranto, che difesero la civilt cristiana contro l'islam e difende la vita contro l'aborto. E cala la sordi-na.

    Quando tuoner sulle nozze gay, chiederete di mandarlo a casa con Ratzinger? Conforta sapere che c' gente in Italia e in Occidente che ha il coraggio di difendere il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale. Lo chiamano diritto alla vita, forse sarebbe pi giusto chia-marlo dovere alla vita, in tema d'a-borto ed eutanasia. accaduto do-menica a Roma, e prima a Parigi e a

    Washington, dove Hollande e Oba-ma, non potendo offrire politiche sociali contro la crisi, distraggono con le nozze gay. Ci sono state im-ponenti quanto impotenti marce del-la vita. Pur con i miei dubbi, almeno in tema di accanimento terapeutico, ammiro la loro fermezza, ma proprio perch si appellano alla realt devono am-mettere una cosa: una battaglia gloriosa ma destinata a perdere, come mostra il trend in tutto l'Occi-dente. Anche tra i pi sensibili, c' un senso di stanchezza e rassegna-zione verso un processo che si av-verte come irreversibile. Serpeggia l'intima convinzione che la vita abbia perso la sua partita contro i diritti dell'io, morte inclusa. Restano solo motivate ma inermi minoranze, resi-dui focolai di fede. Questo aumenta l'ammirazione verso chi si ostina a marciare, ma proietta su di loro, Pa-pa incluso, l'aura dorata dei vinti.

    Tratto da : www.ilgiornale.it/

    Osservazioni

    E la solita storia, fino a quando si parla e si agisce secondo moda, tutto va bene, quando invece si prende una posizione (rimane un diritto ed una libert) non prevista dal politicamentecorretto, si diventa scomodi. Per ora il nuovo Papa go-de ancora di un certo rispetto dato dallentusiasmo generale, ma pre-vediamo che verranno presto tempi meno buoni. Comunque sia, il Santo Padre avr sempre il nostro appog-gio.

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    Elezioni Amministrative a Roma (Continua dalla prima Pagina)

    politico stesso, senza rinunce o limi-tazioni della democrazia e non nel taglio dei servizi necessari ai cittadi-ni, e in proposte valide e originali sui principali argomenti e problemi pre-senti in citt. Proposte e idee che, siamone certi, non tarderanno dessere riprese pi avanti da altri gruppi politici. Occorrer restare vi-gili in proposito e notificare alla stampa queste appropriazioni, per-ch lazione politica intrapresa a Roma non deve e non pu esaurirsi oggi.

    Sul lato interno poi, questa parteci-pazione, stata loccasione per comprendere finalmente, che non esistono monarchici di seria A e

    monarchici di serie B come si voleva far credere fino a ieri e su cui si era soliti ricamare patenti e patentini di legittimit, titoli e quantaltro..

    I monarchici in Italia, si identifiche-ranno da oggi, in coloro che hanno appoggiato o non ostacolato lavventura di Italia Reale - Stella e Corona alle elezioni Amministrative di Roma in nome dellideale che ci unisce tutti, al di la delle nostre sim-patie personali e al di la delle nostre attivit in favore della causa stessa, facendo fronte comune agli avversa-ri di sempre, i repubblicani.

    Di conseguenza, i repubblicani, si identificano senza ombra di dubbio, in tutti coloro che con le parole o i fatti, hanno contrastato la partecipa-zione di Italia Reale - Stella e Coro-na a questo appuntamento elettora-le, preferendo accordare il loro voto ad un degli innumerevoli imbonitori dei soliti partiti al solo fine di favorire e perpetuare la repubblica ed il suo sistema di potere oligarchico. Non si possono e non si dovranno pi fare in futuro altri distinguo!

    Per concludere, far quindi soltanto un appunto, un breve post scriptum per coloro, che nella foga di volermi informare di questo magro risultato, hanno provveduto a telefonare pres-so la mia abitazione alle ore 03.25 di oggi, in piena notte sproloquiando volgarit verso la mia persona, o scrivendomi nel pomeriggio di oggi, delle mail piene di rancorose soddi-sfazioni, in cui si rimprovera ad An-gelo Novellino o a Italia Reale, di aver fatto fare loro brutta figura.

    Ma loro chi chi li conosce. Chi so-no costoro che pretendono di porta-re avanti lideale monarchico con le minacce telefoniche, lhakeraggio informatico, linvio minatorio di vol-garit postali o la presentazione (le-gittima per carit) a parenti e amici di batteria da cucina, e che negli ultimi venti o trentanni hanno tra-sformato il nostro ideale in una figu-rina Liebig, da appendere sopra al com o da scambiarsi tra collezioni-sti nelle fiere specializzate?

    Meglio fermarsi qui senza eccedere o farsi prendere dalla foga. Grazie Angelo, non sono ancora riuscito a regolarizzare la mia iscrizione al neo partito, ma resta un mio ambito o-biettivo: appartenere a ITALIA REALE!!!

    Tratto da : Opinionimonarchiche.com/

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    Ingroia : ora ha un lavoro, ma va subito in ferie

    Una settimana fa si lamentava di prendere 5mila euro senza lavorare. Da oggi sostituto procuratore ad Aosta, ma ha chiesto le ferie. Nel frattempo continua a far politica

    di Domenico Ferrara 15 maggio 2013

    Nemmeno una settimana fa quasi si lagnava del fatto che prendesse da un mese e mezzo circa cinque mila euro netti senza lavorare "perch sono in attesa di essere ricollocato". Oggi avrebbe potuto iniziare a lavo-rare, invece ha preferito andare su-bito in ferie. Antonio Ingroia ha do-vuto fare buon viso a cattivo gioco: ha provato a chiedere un ulteriore rinvio del trasferimento ad Aosta, ma il Cms ha detto no.

    E cos, l'ex procuratore aggiunto di Palermo ha fatto armi e bagagli e si diretto verso i monti valdostani. Ma solo per prendere visione del suo nuovo ufficio al secondo piano del palazzo di giustizia e per conoscere il procuratore capo Marilinda Minec-cia. "Per ora una presa di posses-so dellufficio e di contatto con il pro-curatore capo, insieme al quale con-corderemo le modalit successive", avvertiva ieri il pm siciliano. Che, avendo a disposizione una settanti-na di giorni di ferie arretrate, ha de-ciso di usufruirne subito. Inizier (forse) a lavorare il 20 giugno pros-simo, almeno stando a quanto ha comunicato il procuratore capo di Aosta.

    Nel frattempo, Ingroia attende il pro-nunciamento del Tar sul suo trasfe-rimento e, nonostante da oggi sia un magistrato operativo, continua a svolgere attivit politiche. E pensare che stato lui stesso ad ammettere che "da oggi comunque sono sosti-tuto procuratore ad Aosta e ho il do-vere di fare un passo indietro rispet-to alla politica". Contraddicendo se stesso, lui e il suo partito Azione Civile (nato sulle ceneri di Rivoluzione Civile) parteci-per il 18 maggio a Roma alla mani-festazione indetta dalla Fiom. La toga, inoltre, non lesina commenti sulle vicende politiche degli ultimi giorni. Sulla manifestazione del Pdl a Brescia, il sostituto procuratore di Aosta ha infatti espresso "sconcerto

    e preoccupazione" in merito alla presenza di alcuni ministri spiegan-do che "capisco che un leader politi-co come Berlusconi, peraltro imputa-to, ha anche il diritto di contestare aspramente la magistratura, ma che alla manifestazione partecipino mi-nistri in carica mi lascia molto per-plesso".

    Ma le incursioni di Ingroia nel dibatti-to politico non si limitano a questo. Il magistrato siciliano si schierato al fianco di Ilda Boccassini (evidente-mente la polemica sul paragone con Falcone e Borsellino acqua passa-ta) in merito al processo Ruby: "La dottoressa Boccassini sa il fatto suo e le sue richieste sono certamente ben argomentate e motivate". Insomma, difficile capire se Ingroia, adesso, si senta pi politico o pi magistrato. Quello che certo che lui continua a dar battaglia, anche all'interno della sua categoria, confi-da nella decisione a suo favore del Tar e rimane convinto dell'intento punitivo del Csm nei suoi confronti: "Il problema non Aosta, ma il tra-sferimento in violazione rispetto alle circolari del Csm. Non potevo essere destinato ad Aosta o procure simili ma solo come sostituto procu-ratore alla procura nazionale antima-fia o in Cassazione. Non so le ragioni di questo ma stata una scelta ano-mala e penalizzante". "Io voglio lavorare", diceva una set-timana fa. Vorr pur lavorare, ma dove dice lui. E, nel caso le sue ri-chieste non venissero esaudite, po-tr, come lui stesso ha dichiarato, andarsene dalla magistratura. E tor-nare alla politica.

    Tratto da : www.ilgiornale.it/

    Nota della Redazione

    C da sperare che il Tar non gli dia ragione e che Ingoia si dimetta da Magistrato come ha dichiarato per fare soltanto politica. Come Magi-strato infatti fa sicuramente paura per il potere che di vita e di morte che detiene nonostante lincapacit dimostrata nel suo lavoro, come po-litico invece, nessuno se lo fila!

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    Ci sono ancora

    di Massimo Gramellini 11 maggio 2013

    Buongiorno, mi chiamo Gabriele Francesco. Sono nato a Novara l11 aprile 2013 e oggi avrei un mese, se fossi ancora vivo. Invece sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. Adesso tutti starete pensando che mamma e pap non si sono compor-tati bene: in effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indos-so pochi stracci e senza un biberon nei paraggi. Ma io non mi permetto di giudicarli. Certo che noi neonati siamo indi-fesi: ci buttano dai ponti, ci fanno

    esplodere sotto le bombe, ci vendo-no per pochi soldi. Siamo carne da telegiornale. Prima di chiudere gli occhi, mi sono raggomitolato tra i rifiuti per cercare conforto e ho pen-sato: ma davvero cos brutto que-sto mondo che sto gi per lasciare? Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c ancora. C bellezza nel camionista che mi ha trovato e nellispettore che mi ha messo que-sto nome meraviglioso: importante avere un nome, significa che sei esistito davvero.

    C bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali. E c, la bel-lezza, nella ditta di pompe funebri che ha detto per il funerale non vogliamo un euro, cos i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io, metteranno addirittura una targa. Allora non sono nato invano. Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci sono ancora.

    (Liberamente tratto dal testo invia-tomi nel giorno del funerale di Ga-briele Francesco, da un lettore di Novara che ha chiesto di restare anonimo. C tanta bellezza anche in lui).

    Tratto da : www.lastampa.it/

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    L'unione tra uomo e donna regola il rapporto tra le generazioni (Continua dalla prima Pagina)

    davvero cos saggio cancellare tutto questo? Cancellare questa isti-tuzione, infatti, sostituendola a un legame debole e legato alla sola volont di reciprocit dei contraenti quello che descrive Saraceno co-stituisce una vera e propria rivolu-zione antropologica delle nostre so-ciet.

    Significa non trasmettere alle gene-razioni che ci seguono il nostro mo-dello antropologico, significa uninterruzione grave della trasmis-sione culturale. Si pu ben com-

    prendere, quindi, come questo cam-biamento susciti tanti timori, dia ori-gine a tante riflessioni e a interes-santi esami multidisciplinari dei le-gami intergenerazionali e interses-suali. Si pu ben capire, allora, co-me un processo simile possa richie-dere molto tempo. Mettere fretta al legislatore, invocando quello che gi avvenuto in altri Paesi, non un argomento convincente. Semmai pericoloso.

    di poche settimane fa del resto e in parte ancora in corso laspra polemica che ha diviso la Francia sulla legittimazione dei matrimoni e della filiazione degli omosessuali: non si pu certo considerare margi-nale un dissenso che ha coinvolto circa la met dei francesi, e che ha visto alzarsi contro la nuova legge molti voci laiche, non poche volte anche di militanti dello stesso partito del presidente Hollande.

    Proprio al centro di questo dibattito stato il problema dei bambini a veni-re, cio delle future generazioni, che non possono manifestare, n essere ascoltate. Abbiamo il diritto di farli vivere in una situazione per forza di cose falsa nessun bambino ha due mamme o due pap anche se si fa ricorso alle tecniche di procreazione assistita? Pure in laboratorio la par-tecipazione dei due sessi neces-saria, e anche se pu essere rim-piazzata da materiali e corpi anonimi non viene cancellata la differenza costitutiva nella generazione. Non un caso, infatti, che il matrimonio omosessuale richieda una manipo-lazione del linguaggio per negare la differenza fra padre e madre, richie-da di scrivere nello stato civile delle menzogne cio che un bambino ha due madri o due padri di cui tutti possono cogliere la falsit.

    Molte voci di psicanalisti si sono le-vate per denunciare il pericolo di questa corruzione del linguaggio, in cui alle parole non corrisponde pi la realt, nella formazione delle nuove generazioni, soprattutto ovviamente nei figli delle famiglie 'arcobaleno'. A fronte di alcune inchieste che nega-no qualsiasi tipo di danno per i bam-bini allevati in famiglie omosessuali che ovviamente sono ancora lavori di breve periodo, dato che lesperienza di questi bambini costi-tuisce una novit molti sono gli accorati appelli di psicanalisti e an-tropologi che indicano i danni di tale scelta per le future generazioni. E non basta certo spostare le ragioni del disagio allesterno, allomofobia della societ: la differenza fra chi figlio di una donna e un uomo e chi non viene accettato come figlio della differenza sessuale ci sar sempre e non ha niente a che fare con lomofobia, ma con la realt.

    Ricorrere alla minaccia dellomofobia per far accettare il ma-trimonio omosessuale non mi pare possa reggere: evidente che possibile battersi sul piano civile per la dignit di ogni tipo di legame affet-tivo e sessuale senza dover soste-

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    nere il matrimonio, che un legame molto diverso dalla semplice convi-venza fra due persone solidali. Co-me del resto sostengono anche mol-ti omosessuali, che non aderiscono alle richieste di matrimonio e filiazio-ne. Possiamo quindi domandarci come mai, in un momento in cui le nostre societ sono scosse dagli effetti di una gravissima crisi, che economica ma anche sociale e cul-turale, si voglia fare una cos forte pressione per il matrimonio da parte della minoranza di una minoranza. Ogni attenzione alle minoranze indubbiamente pi che meritoria, soprattutto se patisce discriminazio-ni, ma se questo significa rivoluzio-nare la nostra societ e la nostra cultura, credo che bisogna almeno lasciare il tempo di riflettere bene, e di discutere presentando le ragioni contrarie, senza ricevere laccusa di essere ciechi conservatori o, peggio, omofobi.

    A mio avviso, in ogni caso, quel che da auspicare una famiglia (ma-dre-padre-figli), anchessa non isola-ta, ma inserita in una societ che la sappia accogliere e accompagnare. Per questo mi pare saggio citare ancora Cicerone che definiva la fa-miglia: Principium urbis et quasi seminarium rei pubblicae . La sa-pienza cristiana, assieme alla tradi-zione umanistica, hanno accolto e arricchito tale antica sapienza giuri-dica. E le famiglie cos costituite so-no a tuttoggi la risorsa pi preziosa delle nostre societ.

    Tratto da : www.avvenire.it/

    Politica interna

    Al volante c' la Zerocrazia

    Se vuoi governare il nostro Paese, se vuoi una linea condivisa, devi optare per lo Zero. Segni particolari: nessuno. Personalit: assente. Pro-venienza: il nulla

    di Marcello Veneziani 30 aprile 2013

    Chi comanda in Italia? La Zerocra-zia. Se vuoi governare il nostro Pae-se, se vuoi una linea condivisa, devi optare per lo Zero. Segni particolari: nessuno. Personalit: assente. Pro-venienza: il nulla. l'effetto combinato di pi spinte: l'auspicato azzeramento, l'avvento del Grillino Qualunque, l'antipolitica, l'odio per le identit spiccate, la nausea per le appartenenze, il de-serto dei valori, la deculturazione generale, il potere schiacciante delle Entit Impersonali, la Finanza, la Tecnica, il chip. Non senti il respiro di un Organismo ma il sordo cigolio di una Macchina. La formula vincen-te di governo lo Zero, l'unica alle-anza possibile a somma zero, con disarmo bilaterale.

    Non ho nulla contro il governo Letta, contro lui e i suoi ministri, anzi, ne penso bene e per ragioni di soprav-vivenza nazionale tifo per loro. Ma di tanti non riuscirei a dire una sola cosa in loro favore. Sono giovani, donne, neri, bipedi. Punto.

    Il giudizio prevalente nell'Opinione Pubblica : boh. In Zerocrazia i mi-gliori curriculum sono quelli pi vuo-ti; meno sei, sai e fai, meglio . Niente spigoli, l'unico requisito la rotondit dello zero. Pure l'attentato-re di Palazzo Chigi non ce l'aveva con nessuno in particolare, voleva colpire il politico in generale.

    Continuo a sforzarmi di vedere non dico il bicchiere mezzo pieno, ma un bicchiere cos vuoto che prima o poi sar riempito, di che liquido poi non so. E poi lo Zero di pi rispetto al negativo. Questa stagione di decan-tazione ci far ripartire da zero? In-tanto viviamo in Zerocrazia.

    Tratto da : www.ilgiornale.it/

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    Il Pd presenta la legge anti-movimenti

    Grillo: Se passa, disertiamo le elezioni

    della Redazione online 20 maggio 2013

    Elezioni e conseguenti rimborsi ri-servati ai soli partiti politici. quan-to, di fatto, prevede un disegno di legge depositato dal Pd al Senato, a prima firma di Anna Finocchiaro, che introduce la personalit giuridica dei partiti politici. Una proposta che ha fatto infuriare Beppe Grillo, che dal blog avverte: Se passa diser-tiamo le elezioni.

    Il testo ricalca una proposta presen-tata nella scorsa legislatura ma, qualora passasse, costringerebbe il Movimento Cinque stelle a compiere una scelta radicale: o cambiare la propria fisionomia, trasformandosi in un partito politico vero e proprio, o rinunciare ad avere una rappresen-tanza in Parlamento. Un aut aut che Grillo rifiuta fino alle estreme conse-guenze: se veramente la legge an-dr in porto, annuncia, il suo movi-mento non si presenter alle pi, perch il M5S non un partito, non intende diventarlo e non pu essere

    costretto a farlo. I partiti per, attac-ca lex comico, si prenderanno da-vanti al Paese la responsabilit di lasciare milioni di cittadini senza al-cuna rappresentanza e le conse-guenze sociali di quello che compor-ter.

    Il Pd giura che il disegno di legge non stato pensato per colpire il movimento di Grillo. Spiega la Fi-nocchiaro: Si tratta dellattuazione, ritardata per troppi decenni e solleci-tata pi volte anche dal Capo dello Stato, di una decisione dei costi-tuenti di particolare rilievo. Insom-ma, per il Pd non una proposta di chiusura. Ma, anzi, ha lobiettivo, di garantire la trasparenza della vita interna dei partiti e la partecipazio-ne. Ma le precisazioni non hanno impedito che sui vertici Pd piombas-se una nuova critica di Matteo Renzi che da Porta a Porta scuote la testa e dice: cos li fanno vincere. Fini-sce nel mirino delle critiche anche il profilo facebook della Finocchiaro, letteralmente sommerso dai com-menti negativi. Si va da chi chiede se queste sarebbero le priorit in una Repubblica allo sfascio a chi commenta : Ti piace, anzi ti piace-rebbe, vincere facile!.

    La proposta dei democratici prevede regole stringenti per le forze politi-che, come quella di darsi uno statu-to, pena, appunto, la mancata parte-cipazione alle elezioni. Lacquisizione di personalit giuri-dica - si legge infatti nel testo - e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali. Nella stessa introduzione al disegno di legge i firmatari (oltre alla Finocchiaro il ca-pogruppo Luigi Zanda, Nicola Lator-re, Felice Casson e Carlo Pegorer) specificano che le norme introdotte non impediranno a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalit giuridica precluder laccesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle elezioni.

    Nella proposta vengono previste norme severe sia per gli incarichi di partito (che devono garantire anche la parit di genere) sia per quelli e-sterni al partito (c un tetto ai man-dati o il conferimento a tempo de-terminato delle funzioni di vertice). E, poi, lobbligo di trasparenza sui conti, con tanto di pubblicazione on-line e di certificazione esterna e con-trollo da parte della Corte dei Conti e delle Camere. Un ruolo importante viene dato alle primarie. A chi non fa primarie per cariche di governo (dal premier al sindaco) e per la scelta

    dei candidati alle assemblee rappre-sentative, il rimborso elettorale viene decurtato di un quarto. Il 5% del rimborso deve essere obbligatoria-mente utilizzato dai partiti per favori-re laccesso dei giovani alla politica: per sostenere scuole, corsi e altre iniziative che preparino e facilitino lingresso delle nuove generazioni nella politica.

    Tratto da : www.lastampa.it/

    Nota della Redazione

    Che ci voglia una legge per regolare il confuso quanto infinito mondo del-la politica italiana chiaro a tutti, cos come chiaro che questa pro-posta sembra la fotocopia dellorganizzazione del PD, spaccia-ta per regolamento universale. Chi si impegna in un disegno di leg-ge secondo noi, dovrebbe sforzarsi di concepire un provvedimento neu-tro, che tenda ad adattarsi a tutte le necessit ed esigenze della societ, altrimenti si rischia di emarginare qualcuno. In questo caso, il qualcu-no facilmente riconducibile a mo-vimento di Grillo, ma che dire delle primarie? ancora ammesso, che nel rispetto dei diritti umani, che vi siano delle differenze tra un partito e un altro. E se volessimo creare il partito nazionale degli uomini scon-solati, dovremmo comunque avere tra i dirigenti anche delle donne? Lobbligatoriet di destinare una par-te dei finanziamenti pubblici per so-stenere scuole, corsi e altre iniziati-ve che preparino e facilitino lingresso delle nuove generazioni nella politica, ci sembra una forzatu-ra eccessiva, tanto varrebbe a que-sto punto, detrarre allorigine il fi-nanziamento di questa percentuale per destinarlo a progetti scolastici veri e propri, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno. La politica non lobiettivo della societ, ma un mez-zo soltanto, con cui cercare di rag-giungere un obiettivo siamo fuori strada?

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    Parlamentari pagati da lobby e multinazionali Grasso: Chi sa qualcosa denunci tutto

    della Redazione online 19 maggio 2013

    Il presidente del Senato Piero Gras-soIl presidente del Senato Piero Grasso Senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti. quanto sostiene un assistente parlamentare intervistato dalle Iene. L'anticipazio-ne ha provocato l'immediata reazio-ne del presidente del Senato, Piero Grasso: Chi sa qualcosa sui par-lamentari pagati farebbe bene a de-nunciare questi comportamenti gra-vissimi. Ha affermato l'ex procura-tore antimafia. Io - ha aggiunto - mi adoperer per fornire agli inquirenti

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    nel pi breve tempo tutte le informa-zioni che riterranno utili alle indagi-ni. Una risposta immediata potreb-be essere una nuova legge sul tema della corruzione e del voto di scam-bio: Per quanto mi riguarda ho di-mostrato di considerare la lotta alla corruzione un'assoluta emergenza depositando, il mio primo giorno da senatore, un ddl con Disposizioni in materia di corruzione, voto scambio, falso in bilancio e riciclaggio , che marted sar preso in esame dalla Commissione Giustizia del Senato.

    Nel servizio in onda domenica sera, l'assistente parlamentare parla di senatori e onorevoli a libro paga di alcune multinazionali, le cosiddette lobbies. L'uomo ha chiesto di resta-re anonimo: Ci sono le multinazio-nali - ha raccontato - che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Sena-to che Camera: incontrano noi assi-stenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevo-li. L'obiettivo, ha spiegato sempre la fonte anonima, far s che quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga. Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: Per quel che mi riguarda, conosco due multina-zionali, una del settore dei tabacchi e un'altra nel settore dei video giochi e delle slot machine ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un'al-tra 2.000 euro ogni mese. La tariffa cambia a seconda dell'importanza del senatore e quindi, se molto influente, sale fino a 5.000 euro. Per quanto riguarda poi, ha detto ancora, le sale Bingo, si sono for-mati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. I due grup-pi fanno capo ad ex ministri del cen-tro sinistra.

    Grasso ha quindi annunciato di voler andare fino in fondo: Dalle antici-pazioni giornalistiche in merito al servizio delle Iene su deputati e se-natori che, nelle scorse legislature, sarebbero stati pagati da multina-zionali per operare modifiche favo-revoli ai disegni di legge in discus-sione - si legge in una nota di Palaz-zo Madama - emerge la denuncia di un comportamento che, se provato, sarebbe gravissimo. Purtroppo - prosegue la nota - la natura di de-nuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all'accertamento della verit. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti cos gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e

    gravit dei fatti contestati. Da par-te mia - ha continuato Grasso - assi-curo che mi adoperer per fornire agli inquirenti nel pi breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini.

    Tratto da : www.corriere.it/

    Osservazione

    Lobby e multinazionali, operano nel sottobosco anche e soprattutto per lelezione dei Presidenti di Stati Uniti e Francia (per fare due esempi elo-quenti)figuriamoci se non interferi-scono nei lavori parlamentari di un paese per facilitare i loro interessi. Ma il Presidente Grasso ha scoperto lacqua calda?

    Legge elettorale, modifiche al Porcellum

    Franceschini: Non si torna a votare con questa legge

    della Redazione ondine 22 maggio 2013

    Via libera dal vertice tra governo e maggioranza ad una correzione del porcellum entro l'estate in paral-lelo all'avvio del percorso costituzio-nale per le riforme. Ma sui termini delle modifiche Pd e Pdl hanno opi-nioni ancora distanti. La risposta della politica alla bocciatura del Porcellum, da parte della Cassa-zione, avvenuta qualche giorno fa, non c' quindi ancora. Ci potrebbe essere a breve, ma le parti chiamate

    a trovare un accordo sono ancora lontane. A scaldare la discussione la clau-sola di salvaguardia. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, le posizioni Pd e Pdl differiscono in pi di un punto. Il partito di Silvio Berlusconi accredi-ta un'intesa su una piattaforma che preveda niente preferenze, nessu-na ridefinizione dei collegi e l'asse-gnazione del premio alla coalizione che raggiunge o supera il 40% dei voti. Premio che scatterebbe sia alla Camera che al Senato. France-schini, ministro dei rapporti con il parlamento nonch ex segretario Pd, ha detto a chiare lettere che la versione pidiellina dell'intesa frutto dell'invenzione dei suoi falchi. Sia-mo di fronte a una vittoria del Pd - ha detto Franceschini ai deputati - perch abbiamo incassato che non si andr pi a votare con la legge vigente. Questo aveva annunciato il presidente del consiglio, questo quello che si deciso oggi. Altre ipotesi, sono frutto di invenzione. Per Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera si tratta di un ac-cordo dentro la maggioranza per fare una riforma minimalista che ri-costituzionalizzi il porcellum e possa essere utilizzata se, Dio non voglia, si va alle elezioni in tempi brevi, mentre la riforma elettorale pi or-ganica avverr dentro le riforme isti-tuzionali.

    La riunione di maggioranza sulle riforme era stata aperta dal presi-dente del Consiglio, Enrico Letta, per il quale il percorso della riforma costituzionale una priorit nell'a-zione del governo, e anche del Par-lamento, tanto che sulle riforme si gioca la vita del governo e della le-gislatura. Le riforme, insieme all'e-conomia, sono i due grandi temi di cui si compone il programma di go-verno, ha detto il presidente del Consiglio. Le riforme sono dunque fondamentali e bisogna muoversi con competenza e celerit perch l'estate da considerare, ha ribadito il premier, il punto di non ritorno dell'iter riformatore. Poi Letta rivolge pubblico ringraziamento al capo-gruppo al Senato del Pdl, Renato Schifani: Questo - ha detto Letta, secondo fonti di Palazzo Chigi - l'atteggiamento giusto, va sminato il lavoro del governo.

    Tratto da : www.corriere.it/

    Elezioni Amministrative : Roma 26-27 maggio 2013 - Appunti e risultati

    di Angelo Novellino 28 maggio 2013

    A parte il dato numerico che vede assegnati alla nostra lista poco pi di 800 voti, i motivi di soddisfazione degli amici di ITALIA REALE a margi-ne della campagna elettorale per Roma possono essere riassunti in :

    1) Abbiamo fatto conoscere ai Romani e all'Italia un movimento appena costituito e rimesso in circolo il simbolo di Stella e Corona e soprattutto l'idea di un movimento politico di matrice monarchica (DOPO 41 ANNI ) 2) Abbiamo acquisito una bella visibilit e credibilit stante i rapporti di stima allacciati con i media. Abbiamo avuto l'onore delle armi dai media a parte un sito neo fascista; 3) La maggior parte dei voti sono stati voti personali; 4) Abbiamo spezzato il giochetto di altri teso a contrabbandare i monar-chici come costola del P.d.L.; 5) Abbiamo fatto tutti una bellissima esperienza umana oltre che politica e di relazioni; 6) Siamo diventati degli interlocutori politici. Non esiste pi la landa de-solata ove albergavano voci solitarie ed inascoltate e qualche cialtrone.

    Dispiace non essere riusciti ad intercettare un'aliquota dell'astensione ( vi stata da parte dell'elettorato un rifiuto della politica tout court ) an-che perch siamo una novit troppo recente...

    Tratto da : www.facebook.com/

    Non intendo nascondere - ci che del resto risaputo - la mia fede monarchica e sabauda. Piemontese di sangue e di spirito, non potr mai distruggere il legame (non meno forte di una religione) che mi tiene avvinto ai secoli di storia durante i quali la Casa di Savoia resse pater-namente e gloriosamente le sorti del mio Paese

    Salvator Gotta

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    La (ir)responsabilit della politica

    di Donatella Stasio 22 maggio 2013

    Anni di roboanti proclami, grida d'al-larme per l'inefficienza, richiami dell'Europa per la lentezza dei pro-cessi, programmi a misura del citta-dino. Ma appena si profila una rifor-ma davvero epocale per raziona-lizzare le risorse, migliorare la spe-cializzazione dei giudici, moderniz-zare la geografia giudiziaria, ecco che la politica si defila. Il governo aveva appena chiesto coraggio; il Senato gli ha risposto picche.

    Mancano quattro mesi all'entrata in vigore della riforma e puntuale arriva la richiesta di proroga. All'unanimit, in un grande abbraccio, si ritrovano Pd, Pdl, M5S, Scelta civica. Nessun azzeramento, assicurano; solo il tempo per risolvere alcuni problemi. Ventiquattr'ore prima il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri si era spesa contro il rinvio, garanten-do che la fase di realizzazione pro-cede con speditezza, sottolineando che lo stop and go non produttivo e non assicura certezze del diritto e avvertendo che un differimento correrebbe fortemente il rischio di essere mal interpretato e di genera-re un negativo effetto di disorienta-mento. Parole al vento. La proroga di un anno della riforma che taglia 31 piccoli Tribunali e 220 sezioni distaccate (con un risparmio di 17 milioni di euro l'anno) accor-pandoli ad altri uffici era scritta da tempo. Nella scorsa legislatura, do-po l'approvazione della legge delega le Camere avevano sparato sui de-creti attuativi del governo. La Costi-tuzione, per, dice che i pareri non sono vincolanti e quindi l'ex guarda-sigilli Paola Severino andata avan-ti, mettendo in moto la fase organiz-zativa in vista del 13 settembre, data di entrata in vigore. Tutto nella fisio-logia. Ma ecco la "vendetta" del par-tito del rinvio, con l'obiettivo di far partorire alla montagna un topolino: inizialmente i tagli dovevano essere 40, poi scesi a 31. Adesso si parla di 9. Sarebbe grave se, per recuperare credibilit in Europa, bastassero an-nunci, provvedimenti-immagine, o primi passi a cui non ne seguono altri. Sarebbe grave se l'unica vera riforma sulla giustizia, difesa con tenacia da Severino nonostante le resistenze campanilistiche, corpora-tive, politiche, si riducesse a un si-mulacro. Anche l'Ocse ci ha solleci-tato ad andare avanti per moderniz-zare un sistema pre-unitario e recu-perare efficienza, essenziale alla

    crescita del Paese. D'altra parte, non c' governo che non indichi tra le sue priorit la nuova geografia giudiziaria, salvo poi fare marcia indietro di fronte alle resistenze. Ri-forma fondamentale, ma troppo im-popolare per assumersene la re-sponsabilit. Il tutto nel quasi totale disinteresse dei media. La giustizia fa notizia solo se c' uno scontro con la politica.

    A parole c' accordo sul tagliare qualche "ramo secco", purch non nel proprio campanile. Altrimenti esplode l'allarmismo, spesso condito da menzogne: la riforma una re-sa dello Stato alla criminalit, ta-glia posti di lavoro, fa aumentare l'inquinamento perch si dovr usa-re l'automobile per spostarsi negli uffici accorpanti, disperde i soldi investiti nella costruzione di nuovi palazzi di giustizia, non pi utilizza-bili. A seguire, ricorsi al Tar e alla Consulta, che ha anticipato a luglio la decisione gi fissata a ottobre. Dicono che gli avvocati abbiano fatto pressione. Certo che sono subito scesi sul piede di guerra e hanno gi sei giorni di sciopero in canna. E i magistrati? Per anni la nuova geo-grafia giudiziaria stata il loro caval-lo di battaglia: ad ogni inaugurazione di anno giudiziario, nei comunicati dell'Anm, nei convegni hanno "sfida-to" governi distratti o interessati solo a leggi ad personam e a improbabili riforme costituzionali. Eppure, per mesi la loro voce non si sentita, si fatta flebile. Niente di paragonabile alla mobilitazione per la puntuale entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale. di ieri una nota di Magistratura democratica contro il rinvio, sponsorizzato invece da Ma-gistratura indipendente, guidata da quel Cosimo Ferri appena nominato sottosegretario alla Giustizia.

    Che cosa far il governo? Se le pa-role hanno un peso e se il principio di responsabilit politica ha un sen-so, deve andare avanti. Gli aggiu-stamenti si possono fare dopo. Rin-viare sarebbe una grave caduta di credibilit mentre, come ha detto Cancellieri, bisogna dimostrare di avere il coraggio della continuit.

    Tratto da : www.ilsole24ore.com/

    Lopinione di

    Dove va lItalia ?

    di Giovanni Ruzzier 3 maggio 2013

    Un signore, il 13 maggio 1876, cio 137 anni or sono, presentava una proposta di legge (nr. 21) sulla limi-tazione degli stipendi, pensioni e assegni pagati dallo Stato. Questo signore si identificava nella persona del deputato Giuseppe Ga-ribaldi. Vi ricorda qualcuno questo nome? Orbene, cos si pronunci,

    alla Camera dei Deputati del Regno dItalia, lEroe dei Due Mondi: Al Parlamento Nazionale: Onorevoli colleghi, quando una fortezza asse-diata, od una nave in ritardo, si tro-vano mancanti di viveri i Comandan-ti ordinano si passi dallintiera alla mezza razione o meno. In Italia si fa lopposto: pi ci avviciniamo alla bol-letta e pi si cerca di scialacquare le gi miserissime sostanze del Paese. Io sottopongo, quindi, alla sagace vostra considerazione ed approva-zione la proposta di legge seguente: finch lItalia non sia rilevata dalla depressione finanziaria in cui indebi-tamente stata posta, nessuna pensione, assegno o stipendio pa-gati dallo Stato potranno oltrepassa-re le 5.000 lire annue.

    Mi piacerebbe portare questa pro-posta di legge allattenzione del Pri-mo Ministro Enrico Letta e di tutti, dico tutti i parlamentari. Il popolo italiano tartassato oltre misura, il costo del lavoro assume situazioni catastrofiche, i disoccupati, i cas-saintegrati, i precari aumentano a dismisura e, notizia di oggi, ai giudici viene aumentato la stipendio del 5%. I nostri manager pubblici incassa-no stipendi astronomici. E vero che la professionalit, la capacit vanno remunerate ma, da noi, in Italia sia-mo alleccesso cosi come vergo-gnoso quanto spende la politica in Italia ed allestero, leggi Parlamento europeo. Togliere lIMU si pu, far ripartire leconomia si pu, cominciando a tagliare veramente la mastodontica cifra che spendono le Istituzioni del-lo Stato. Questo quello che atten-dono i cittadini onesti. E il caso di domandarselo seriamente perch, amici miei, questa Repubblica ha fallito a cominciare dal primo articolo della Carta costituzione, dove si leg-ge: LItalia una repubblica demo-cratica fondata sul lavoro.

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    Una societ arrogante e decadente, votata alla propria distruzione

    di Alberto Conterio 6 maggio 2013

    I fatti accaduti in questi primi giorni di maggio dovrebbero farci riflettere sulla strada intrapresa dal libero

    mondo occidentale, evidenziando le offese gratuite alla tradizione e lintransigenza di talune minoranze, che con laiuto del dilagante perbe-nismo ipocrita, proprio della nostra civilt, si fanno sempre pi minac-ciose e determinanti. Mi riferisco chiaramente allout out delle organizzazioni omosessuali posto alla nomina del Sottosegreta-rio alle pari opportunit Micaela Biancofiore, accusata di essere o-mofoba e contraria al riconoscimen-to dei diritti delle persone omoses-suali e trans, per la quale nessuno, del mondo politico ha seriamente preso la sua difesa.

    Non si tratta comunque di difendere la persona a mio avviso, ma di di-fendere con fermezza unopinione in quanto tale. Se vero infatti, che esiste il libero arbitrio, costoro non possono invocare il riconoscimento di un diritto, affossandone contem-poraneamente un altro. Con questo mio articolo quindi, oltre a difendere la persona, Signora Micaela Bianco-fiore, alla quale la delega di sottose-gretariato stata mutata, facendo registrare la prima sconfitta politica del neo governo Letta ad opera di una assoluta minoranza (quella gay, ormai nella condizione di imporre le proprie tesi ed ideologie) intendo soprattutto difendere lopinione, che quella di non vedere nella ri-chiesta del riconoscimento di diritti alla minoranza gay, una priorit, anzi una necessit! Le mie possono sembrare parole forti, relativamente al contesto di una societ rinunciataria come lattuale, verso i valori fondanti della nostra secolare civilt, e possono quindi essere interpretate dagli inte-ressati come meglio credono, ma tant! Altro argomento invece, ben pi se-rio e prioritario, che dovrebbe essere preso in seria considerazione, da tutti coloro che, per interessi politici vari, si dicono (a parole) cattolici impegnati, riguarda il sacrilegio compiuto il 1 maggio durante lormai rituale concerto musicale organizzato in piazza San Giovanni, a Roma. In questo concerto, si concentra da anni ci che resta del progetto politi-co della sinistra rossa, della sinistra sindacalista e della sinistra estrema dei centri sociali, con la riproposizio-ne di atteggiamenti anarchici e anti clericali che sembravano ormai su-perati. Ci, rilancia invece quella che oggi potrebbe essere etichettata cristianofobia, peraltro denunciata dallo stesso da Papa Benedetto XVI durante il suo recente pontificato.

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    Protagonista dellodioso spettacolo, e stato il cantante Luca Romagnoli, il quale, abbigliato come un france-scano, davanti alle telecamere di Rai 3 (rete pubblica, finanziata an-che con i denari di tanti credenti in buona fede) si esibito in diretta nella parodia della Consacrazione del Corpo e Sangue di Nostro Si-gnore Ges Cristo, sostituendo la normale eucaristia con un preserva-tivo e la consueta sacra formula con un volgare sproloquio inneggiante alluso del profilattico!

    Finita la scenetta questo artista si calato i pantaloni rimanendo nudo davanti alla folla. Rai 3, ha pensato di coprire questatto mandando in onda la pubblicit, peccato. Sarebbe stato opportuno, e meno ipocrita mostrare ai telespettatori anche lo scrigno contenente lintelligenza e il rispetto del cantante Romagnoli, a futura memoria! Sacrilegio religioso, oltraggio alla pubblica piazza e indifferenza. Assordante silenzio di coloro che avrebbero dovuto reagire con ener-gia a questa vergognosa provoca-zione.

    Lunica voce contro questa atto bla-sfemo, stata quella della Diocesi di Roma. In una nota firmata dal Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Sua San-tit per la citt di Roma, si deplora la pochezza culturale senza eguali che manifesta la deriva dellintelligenza cui la crisi morale in atto sta conducendo Dal profondo del nostro cuore, di-ciamo grazie al Cardinale Vallini, sicuro punti di riferimento della co-munit romana e di tutti noi che non vogliamo arrenderci a questo nuovo ordine sociale.

    Fatti questi, che testimoniano anco-ra una volta come, questa repubbli-ca, si identifichi in un sistema inca-pace di prendere una posizione chiara ed univoca di fronte a quanto accade, sfociando nella contraddi-zione dei due pesi e delle due misu-re tipiche dellideologia che rappre-senta: Interesse esclusivo della classe dirigente al potere, giustizia sommaria per abbattere gli avversari scomodi, ipocrisia di chi predica un principio solo per contraddirlo nei fatti, lassenza di validi principi e va-lori con cui guidare il progresso della societ odierna, e la volont ultima ma determinata di distruggere la tradizione promovendo confusione, insicurezza e caos.

    Tratto da : Opinionimonarchiche.com/

    Ambiente e scienza

    "La fusione fredda italiana funziona". Nuovo test indipendente per E-Cat

    della Redazione online 22 maggio 2013

    Primi risultati sul dispositivo prodotto dall'ingegnere italiano Andrea Rossi sembrano verificarne il funziona-mento escludendo reazioni termo-chimiche. Il giornale finanziario For-bes si sbilancia: "Il mondo potrebbe cambiare", ma l'ambiente scientifico cauto: mancano i dati sulla produ-zione di rame e sul catalizzatore. E soprattutto la peer review

    La fusione Fredda attraverso il si-stema E-Cat, un modo di produrre energia usando l'atomo in modo i-nedito, inizia a ricevere approvazioni esterne all'ambiente di sviluppo. L'i-dea di Andrea Rossi, ingegnere italiano: L'E-Cat una macchina che produce calore attraverso un pro-cesso nucleare a bassa energia, detto "volgarmente" fusione fredda. Una tecnica che genera energia a temperature molto pi basse da quelle di fusione nucleare, allo stes-so tempo in maniera pi semplice e sicura. L'idea della fusione fredda viene dal lavoro di Martin Flei-schmann: le sue tecniche sono state oggetto di esperimenti in tutto il mondo, sempre discussi. Il lavoro di Rossi uno di quelli che ora pare appartenere alla seconda categoria. E potrebbe essere l'uovo di colombo per la ricerca attuale.

    Il lavoro di Rossi ha sollevato entu-siasmi e polemiche in egual misura, ma ora arrivano i risultati di test indi-pendenti sull'E-Cat. Richiesti a gran voce dalla comunit scientifica. E con dei risultati che ne dichiarano il funzionamento. A scriverne For-bes, un giornale finanziario, prima di ogni pubblicazione scientifica. L'am-biente della ricerca sull'E-Cat ci va cauto. E non difficile immaginare

    che se l'E-Cat si rivelasse un proget-to scalabile, in grado di produrre energia in quantit importanti, le ri-percussioni non mancherebbero sul mondo accademico che finora non ha manifestato entusiasmo per l'idea di Rossi.

    Forbes si sbilancia: "Forse il mondo cambier davvero", scrive riferendo-si ai test sull'E-Cat. A lungo riman-dati e su cui per mesi non si sono visti aggiornamenti, tanto da far du-bitare che Rossi avesse davvero qualche possibilit di verifica sulla sua idea. Ma a sostenerla arriva ora il rapporto del professor Giuseppe Levi dell'Universit di Bologna, con Evelyn Foschi, Torbjrn Hartman, Bo Histad, Lars Tegnr e Hanno Essn, Roland Pettersson. Uno stu-dio che dichiara come la LENR (low energy nuclear reaction) nell'E-Cat di Rossi possa generare rame e ca-lore partendo da atomi di nichel e

    idrogeno. Due sono gli esperimenti che hanno portato alle conclusioni: uno svolto nell'arco di 96 ore dal 13 al 17 dicembre 2012, e l'altro di 116 ore dal 18 al 23 marzo 2013. Le condizioni degli esperimenti erano differenti, ma il parere finale decre-tava il funzionamento di E-Cat. A dicembre marzo il sistema avrebbe sprigionato 160 kWh per un consu-mo di circa 35 kWh. A marzo la pro-duzione sarebbe stata di 62 kWh, consumo 33 KWh. La squadra di ricercatori esclude reazioni termo-chimiche e scrive che la produzione energetica deve essere associata alla fusione dei due elementi. Oppu-re, altre spiegazioni non ce ne sono.

    I problemi comunque non mancano. Non ci sono dati sul rame prodotto, o sul combustibile utilizzato durante i test. Su questo, c' riserbo da parte di Rossi. Sarebbe un composto di nichel, idrogeno e un catalizzatore mantenuto segreto. La comunit scientifica denuncia poi la mancanza di "peer review", e stavolta entra in gioco anche un'azienda esterna, la Prometeon, unica licenziataria per E-Cat in Italia e a San Marino, che invece ne dichiara l'avvenuta esecu-zione. Tutti elementi che fanno pen-sare come anzich una certezza su E-Cat, stia per iniziare un percorso

    di ulteriori dubbi. Tra procedure scientifiche non ortodosse e parole di un certo peso che arrivano da Forbes: "O si tratta di una delle truf-fe pi elaborate della storia della Scienza, oppure stavolta il mondo potrebbe cambiare davvero. La ve-locit di questo cambiamento dipen-de esclusivamente da Rossi".

    Tratto da : www.repubblica.it/

    Dal Vaticano

    Bagnasco sulle unioni civili: la posizione della Chiesa non cambia

    della Redazione online 10 maggio 2013

    "La posizione dei vescovi nota, nel 2007 abbiamo stilato un comunicato al termine del Consiglio permanente che ricordava la posizione della Chiesa e rimane come dichiarazione fondamentale. La famiglia innanzi-tutto lo zoccolo duro e solido su cui si costruisce la societ, perch nella famiglia che si costruisce la persona". Lo ha detto il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagna-sco, rispondendo alla domanda su quale sia la posizione dei vescovi dopo che il ministro per le Pari op-portunit, Josefa Idem, ha annuncia-to un disegno di legge sulle unioni civili.

    La dichiarazione del marzo 2007 affermava, tra l'altro, che la legaliz-zazione delle unioni di fatto (all'epo-ca i 'Dico') "inaccettabile sul piano di principio e pericolosa sul piano sociale ed educativo". "Grave" se-condo i vescovi, sarebbe stato lega-lizzare le coppie gay "perch in que-sto caso si negherebbe la differenza sessuale che insuperabile". D'altra parte, i vescovi affermavano co-munque che i diritti dei conviventi si possono tutelare nell'ambito del dirit-to privato.

    Tratto da : www.avvenire.it/

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    Presto beate Maria Bolognesi e Maria Cristina di Savoia

    della Redazione online 3 maggio 2013

    Il Papa ha ricevuto ieri pomeriggio il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il dicastero a promulgare i Decreti riguardanti due prossime beate: la venerabile serva di Dio Maria Cristina di Savoia, regi-na delle due Sicilie; nata il 14 no-vembre 1812 a Cagliari (Italia) e morta il 31 gennaio 1836 a Napoli

    http://www.reumberto.it

    Il pi documentato sito internet su Re Umberto II di Savoia

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    (Italia), e la venerabile serva di Dio Maria Bolognesi, laica; nata 21 otto-bre 1924 a Bosaro (Italia) e morta il 30 giugno 1980 a Rovigo (Italia).

    Altri due Decreti riguardano le virt eroiche del Servo di Dio Gioacchino Rossell i Ferr, Sacerdote, Fonda-tore della Congregazione dei Sacri Cuori di Ges e Maria; nato il 28 giugno 1833 a Palma de Mallorca (Spagna) ed ivi morto il 20 dicembre 1909, e della Serva di Dio Maria Te-resa di San Giuseppe (al secolo: Giovanna Kierociska), Fondatrice della Congregazione delle Suore Carmelitane del Bambino Ges; na-ta il 14 giugno 1885 a Wielu (Polo-nia) e morta il 12 luglio 1946 a So-snowiec (Polonia).

    Tratto da : www.avvenire.it/

    Dallestero

    Aristocrazia I nobili inglesi: alle donne i titoli come ai maschi

    della Redazione ondine 14 maggio 2013

    stata modificata addirittura la suc-cessione al trono, tanto che una e-ventuale figlia di William e Kate po-tr diventare regina (anche con fra-telli minori maschi); ma la norma che regola la trasmissione dei titoli nobi-liari britannici discrimina ancora le donne come in passato, impedendo loro di ereditare il blasone di fami-glia.

    Cos oltre duecento aristocratici del-le famiglie pi eminenti del Regno hanno scritto al governo (dalle pagi-ne del Telegraph) per dire Basta alle discriminazioni di sesso. Ispi-randosi al modello adottato da Sua Maest.

    Tratto da : www.ilgiornale.it/

    Osservazione

    Un collega di lavoro, alcuni anni fa, durante un viaggio di piacere a New York negli USA, ci ragguagli circa labitudine degli americani di bere secchiellate di caff ad ogni ora del giorno nei pi diversi sapori e aromi. Assaggi il gusto banana, e il gusto vaniglia, confermando quanto era facile comprendere anche senza assaggiare le prelibatezze: queste bevande potevano assomigliare a tutto, tranne che a un caff. Questo discorso secondo noi vale anche per la Nobilt. Questa, la Nobilt appun-to, tale proprio perch segue delle regole precise, che si tramandano da secoli. Cambiamo le regole e non avremo pi una Nobilt, ma unaltra cosa. Pare davvero strano, che gli inglesi, sempre attenti conservatori di usanze e tradizioni possano avere di queste idee!

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    Ci voleva un Premio Nobel per dirci che lEuro una catastrofe

    di Marcello Foa 21 maggio 2013

    Questa mattina, conducendo Prima Pagina su Radio 3, ho citato ampi brani di una bella intervista che il Nobel Amartya Sen ha concesso a Danilo Taino del Corriere della Sera. Qui potete leggere lintervista inte-grale ma ne riprendo alcuni concetti chiave:

    Leuro stato unidea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo leconomia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non un buon modo per iniziare a unire lEuropa. I punti deboli econo-mici portano animosit invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame.

    Quando tra i diversi Paesi hai diffe-renziali di crescita e di produttivit, servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si dovu-to seguire la via degli aggiustamenti nelleconomia, cio pi disoccupa-zione, la rottura dei sindacati, il ta-glio dei servizi sociali. Costi molto pesanti che spingono verso un de-clino progressivo. successo che a quellerrore stata data la risposta pi facile e pi sbagliata, si sono fatte politiche di austerit. LEuropa ha impiegato anni a costruire lo Sta-to sociale. Ora rischia di distrugger-

    lo, nellEducazione, nella Sanit, nella rete di sicurezza sociale.

    LEuropa ha bisogno di riforme: pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno fatte, soprattutto in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno niente a che fare con lausterit, con tagli indiscriminati. come se avessi bisogno di aspirina ma il medico decide di darmela solo abbinata a una dose di veleno: o quella o niente. No, le riforme si fan-no meglio senza austerit, le due cose vanno separate

    Ci voleva un Nobel per affermare con solare semplicit concetti che la stragrande maggioranza degli eco-nomisti stronca sul nascere definen-doli eretici ovvero che lausterity im-posta dalla Bce di Draghi, dal Fmi e dalla Germania porta alla dispera-zione e non a un futuro migliore. Grazie, professor Sen.

    Tratto da : http://blog.ilgiornale.it/

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    Dominique Venner Saggista francese si spara a Notre-Dame.

    L'annuncio sul blog: un gesto contro i matrimoni gay

    della Redazione online 21 maggio 2013

    Un uomo si suicidato oggi nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi. L'uomo, che si ucciso sparandosi in bocca, un famoso storico e sag-gista francese, Dominique Venner, che poche ore prima sul proprio blog aveva annunciato un gesto simbo-lico e spettacolare contro la legge sui matrimoni gay. La cattedrale, sempre piena di turisti, stata im-mediatamente evacuata.

    L'uomo si sparato mentre si trova-va vicino all'altare della chiesa. Venner, 78 enne, stato autore di numerose opere sulla guerra civile europea e un ex militante dell'e-strema destra. Attualmente era diret-tore di una rivista bimestrale di sto-ria: Nouvelle Revue d'Histoire e vicino ai movimenti anti-gay france-si.

    Sul corpo stata ritrovata una lette-ra, nella quale forse ha spiegato le ragioni del suo gesto. La cattedrale stata subito evacuata, ma non si conosce ancora il numero esatto delle persone che si trovavano all'in-terno della chiesa al momento del suicidio.

    Marine Le Pen, leader del Front Na-tional, il partito storico dell'estrema destra francese, ha commentato il tragico gesto del suicida di Notre-Dame attraverso Twitter: Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, stato di tentare di sveglia-re il popolo di Francia.

    Tratto da : www.ilsole24ore.com/

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    In nome di Allah Un machete a Londra: Non smetteremo mai di combattervi

    della Redazione online 22 maggio 2013

    Woolwich una di quelle aree della grande Londra che si illuminano sol-tanto di nero, centri una volta glorio-si, quando ancora cerano le fabbri-che qui cera la Siemens negli anni Sessanta e cera larsenale reale, che saffacciava sul Tamigi e che oggi sono svuotati. Si riempiono del-la disperazione delle guerriglie gio-vanili, come nelle London riot del 2011, palazzi dati alle fiamme, ne-gozi sottattacco. E' successo qual-cosa di ancora pi grave: un uomo stato ucciso, un soldato della ca-serma di Woolwich, per strada con un machete e mentre guardavamo la televisione inglese e pensavamo ai nostri picconi e alle nostre storie di sempre meno ordinaria follia, al-cuni testimoni confermavano alla Bbc che hanno sentito urlare Allah akbar, lhanno sentito bene, e forte.

    Tratto da : www.ilfoglio.it/

    Nota della Redazione

    Non smetteremo mai di combatter-vi hanno asserito questi islamismi, e cos dovremmo fare anche noi cristiani, tornando ad alzare la guar-dia contro lIslam, che ricordiamo-lo NON esiste moderato!

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    Monsignor Tomasi all'Onu: 100 mila cristiani uccisi nel mondo

    della Redazione online 8 maggio 2013

    La Santa Sede esprime profonda preoccupazione per le violazioni della libert religiosa e per i sistema-tici attacchi inferti alle comunit cri-stiane in alcune aree del pianeta come Africa, Asia e Medio Oriente. quanto sottolineato da mons. Sil-vano Maria Tomasi, intervenuto ieri alle Nazioni Unite di Ginevra. Il pre-sule ha affermato che indagini cre-dibili sono arrivate alla scioccante conclusione che oltre 100 mila cri-

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    stiani vengono uccisi ogni anno, per motivi che hanno una qualche rela-zione con la loro fede.

    Altri cristiani, ha proseguito lOsservatore permanente della San-ta Sede allOnu di Ginevra, sono soggetti a uno sradicamento forzato, subiscoono "la distruzione dei loro luoghi di culto, lo stupro e il rapimen-to dei propri leader", come accaduto recentemente a due vescovi ad A-leppo, in Siria. Molti di questi atti, ha aggiunto, sono il frutto del fanati-smo, dellintolleranza, del terrorismo e di leggi discriminatorie. Inoltre, ha detto mons. Tomasi, in alcuni Paesi occidentali, dove la presenza cri-stiana stata storicamente parte integrante della societ, si rafforza la tendenza a marginalizzare il Cri-stianesimo nella vita pubblica, igno-rando il suo contributo sociale e sto-rico e arrivando addirittura a re-stringere la capacit delle comunit di fede di portare avanti i loro servizi caritatevoli.

    Monsignor Tomasi ha quindi ram-mentato che il Consiglio dei diritti umani dellOnu ha riconosciuto che la religione e la spiritualit sono al servizio della promozione della di-gnit umana e che il Cristianesimo al servizio del vero bene dellumanit. A tal riguardo, il diplo-matico vaticano ha elencato alcuni servizi, dalleducazione alla sanit allassistenza dei rifugiati, che vedo-no la Chiesa cattolica impegnata a favore delluomo, senza alcuna di-scriminazione di razza o religione. Monsignor Tomasi ha quindi conclu-so il suo intervento riprendendo le parole di papa Francesco nel Mes-saggio per il 17esimo Centenario delle celebrazioni per lEditto di Mi-lano: Sia ovunque rispettato il diritto all'espressione pubblica della pro-pria fede e sia accolto senza pregiu-dizi il contributo che il cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla societ del nostro tempo.

    Tratto da : www.avvenire.it/

    Osservazione

    Sono notizie queste che non fanno notizia evidentemente. In questo grasso occidente senza valori e senza una religione di riferimento meglio indignarsi per una manifesta-zione contro la costruzione di una moschea a Milano o contro una ma-nifestazione a difesa della famiglia tradizionale. I bigotti del laicismo a due pesi e due misure siamo diven-tati!

    Storia e tradizioni

    Pagine scure della storia La dura scuola del comunismo

    di Aleksandr Solzenicyn (pubblicato il 13 maggio 2013)

    Era uscito allora un romanzo intitola-to Avanti, tempo!, e perfino il Piano Quinquennale si dispiegava, tra rulli di tamburo, in Quattro Anni. E allIstituto pedagogico inculcavano ai futuri insegnanti che la letteratura sovietica e quindi anche loro non dovevano rimanere indietro rispetto alle esigenze del Periodo della Ri-costruzione.

    Neanche a farlo apposta, nel mese in cui Nastja stava per dare le sue prime lezioni in classe, lAssociazione russa degli Scrittori proletari aveva adottato e resa pub-blica una risoluzione: riguardava il modo di rappresentare i personaggi in letteratura e lanciava un appello ai lavoratori dassalto dei cantieri a farsi essi stessi scrittori, affinch larte riflettesse in tempo reale le esigenze della classe operaia. E prese corpo anche una nuova con-cezione: la letteratura veramente rappresentativa dei tempi nuovi quella che passa per il giornale mu-rale o il manifesto di propaganda e assolutamente non quella dei ro-manzi.

    Beh, un po troppo precipitoso, no?, cera da restare senza fiato; come sarebbe non quella dei romanzi? e i romanzi che fine facevano? [...]

    Ad Anastasija Dmitrievna vennero assegnati cinque gruppi di quinta, di dodicenni, con lincarico di inse-gnante principale nella quinta A.

    La sua prima lezione! Ma era la pri-ma anche per gli scolari, che si era-no appena lasciati alle spalle le

    classi iniziali per entrare al secondo livello: erano ormai grandi e ne potevano andar fieri! Quel primo settembre fu una radiosa giornata di sole.

    Uno dei genitori aveva portato in classe dei fiori. Anche Anastasija Dmitrievna si era messa un vestito chiaro di seta grezza, le ragazze avevano degli abitini bianchi e an-che molti dei ragazzi la camicia bianca delle feste. E questi musetti, questi occhi raggianti le davano la carica: finalmente, finalmente il suo sogno si era realizzato e poteva procedere per la stessa via di Marija Feofanovna (E, di pi, poteva a-doperarsi affinch in questi tempi di imperante volgarit, quei ragazzi, crescendo, diventassero degli uomi-ni di nobili sentimenti, non come quelli doggi). Si riprometteva, con

    molte, molte lezioni, di trasfondere nelle loro teste tutto ci che lei stes-sa aveva preservato della grande e munifica letteratura russa!

    E invece no!, nessuna possibilit, almeno adesso, di avviarsi in quella direzione: il programma di studio era rigidamente definito; in quattro paro-le: Le gru rombanti / Davanti agli scavi e ad ogni momento ti pote-va capitare un ispettore mandato dalle autorit scolastiche della pro-vincia a controllare lo svolgimento delle lezioni. Bisognava cominciare dalla Turksib allora in via di com-pletamento, e far imparare a memo-ria come i treni serano messi a per-correre il deserto avanti e indie-tro, a spaventare / Uomini e armenti, / E a non farli andare / Per le lor vie carovaniere.

    Poi, da programma, si doveva conti-nuare con Magnitogorsk, quindi il cantiere della grande diga sul Dnepr e, appunto, il poema di Bezymenskij, dove si metteva in ridicolo un pro-fessore candidato al suicidio, in quanto esponente delle classi u-scenti e superate. E ancora il poe-ma sul ragazzetto indiano che ha sentito parlare di Lenin, la guida lu-

    minosa di tutti gli oppressi del mon-do, e che va a piedi dallIndia a Mo-sca per vederlo. [...] Il programma del secondo anno con-templava il nocciolo duro della letteratura sovietica: La disfatta, Pie-tre da levigare (sulla collettivizzazio-ne), Cemento (spaventoso, perch vi si proponevano a bambini di tredi-ci anni impressionanti scene di pos-sesso sessuale).

    Tuttavia, ad esempio, nel Torrente di ferro venivano restituite con notevo-le laconicit ed efficacia le azioni delle masse nel loro insieme; e cera forse mai stato qualcosa di simile nella letteratura russa? E ne La set-timana il personaggio di Robejko suscitava simpatia quando, sforzan-do la voce minata dalla tubercolosi, esortava i contadini ad abbattere un boschetto appartenente al monaste-ro, per potere col legname cos otte-nuto alimentare la locomotiva che avrebbe trasportato le sementi sui campi. (Solo un dubbio: lanno pre-cedente avevano dunque loro confi-scato per lammasso tutte le riserve di sementi?).

    E ogni giorno quelle quaranta paia di occhi infantili che fissavano Anasta-sija Dmitrievna, come avrebbe potu-to non sostenere la loro fede? S, ragazzi, perdite e sacrifici sono ine-vitabili. Del resto tutta la nostra lette-ratura ha sempre esortato allo spirito di sacrificio. Qua e l, certo, si verifi-cano atti di sabotaggio, ma linaudito slancio industriale in atto porter a una felicit altrettanto inaudita. Quando crescerete ne potrete gode-re anche voi.

    Ogni episodio, anche il pi negativo, dovete considerarlo allo stesso mo-do del poeta che ne ha tanto giu-stamente colto la prospettiva. Non da meno al tempo che viviamo / E ci compagno sulla via stessa, / Colui che in ogni dettaglio sa vedere / Della Rivoluzione Mondiale la pro-messa.

    Quindi avevano soppresso anche i nuovi manuali adottati, riconoscen-doli erronei e superati dalla realt. Cominciarono a stamparne del tipo a fogli volanti, vale a dire testi non rilegati su temi di stretta attualit e validi soltanto nel semestre in corso, che diventavano inutilizzabili gi lanno successivo. Gorkij pubblic su un giornale larticolo Agli umani-sti, dove smascherava i suddetti e li esecrava, articolo che fu immedia-tamente inserito nel manuale a fogli volanti successivo: perfettamente naturale che il potere operaio e con-tadino schiacci i propri nemici come pidocchi!.

    Spavento, sconcerto, senso di sof-focamento: come proporre una cosa del genere ai bambini? E a che pro?

    Ma Gorkij era un grande scrittore, un classico russo anche lui cono-sciuto a livello mondiale, e come puoi pensare col tuo piccolo intellet-to di poterti mettere a discutere con una simile autorit? E poi lui stesso

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    scrive qualche riga pi in l degli ignavi e dei benestanti: Che cosa vuole dunque questa classe di de-generati? unicamente una vita sazia, senza senso, sfrenata e irre-sponsabile. E ti viene in mente: Alla larga dalla gente che si com-piace delle proprie vacue chiacchie-re e non fa nulla. E non esortava forse Cechov a vigilare ogni giorno, armati di un piccolo martello, sulla nostra coscienza assopita? [...] Poi arriv un trimestre in cui non furono distribuiti fogli volanti per il manuale e neppure programmi ob-bligatori. Linattesa vacanza di diret-tive sprofond nello sconcerto le autorit scolastiche cittadine: signifi-cava un cambiamento di linea? E in attesa di chiarimenti ognuno venne autorizzato a insegnare quel che voleva, beninteso sotto la propria responsabilit.

    La loro direttrice didattica nonch preposta alleducazione civica si mise a spiegare alle quinte, seste e settime dei passi scelti dal Capitale. Ma allora anche Anastasija Dmitrie-vna poteva scegliere a suo piaci-mento qualcosa tra i classici russi? Ma come scegliere la cosa giusta, per non sbagliare? Dostoevskij, no, non si poteva e poi per loro era an-cora presto. Neanche Leskov, per, impossibile. Lo stesso per Aleksej Tolstoj le tragedie La morte del Terribile e Lo zar Fdor.

    E anche di Pukin non tutto, natu-ralmente. Cos come di Lermontov. (E quando i bambini le avevano chiesto di Esenin, aveva cambiato discorso e non aveva risposto, era severamente proibito).

    Daltra parte, lei stessa non era pi abituata a tanta libert. Non riusciva pi a esprimere i sentimenti di un tempo. Lincrollabile unitariet e le-vigata coerenza della letteratura russa ora le appariva come screpo-lata da tutto ci che lei stessa aveva letto, conosciuto e imparato a vede-re in quegli ultimi anni. Ormai aveva paura a parlare di un autore o di un libro senza darne la caratterizzazio-ne dal punto di vista classista. Com-pulsava dunque il Kogan e ci trova-va per quali aspetti questopera poteva considerarsi cooperante.

    Ma al tempo stesso apparivano nuovi numeri delle riviste letterarie sovietiche e i giornali tributavano lodi a questa o quella nuova opera. E lei si sentiva stringere il cuore: non aveva davvero il diritto di far restare indietro degli adolescenti, era in quel mondo che essi avrebbero dovuto vivere e quindi bisognava aiutarli a entrarci.

    Tratto da : www.avvenire.it/

    Nota della Redazione

    In questo scritto del Maestro Solze-nicyn, con il disgusto per ci che il comunismo stato capace di con-cepire e compiere in Russia , identi-

    fichiamo i semi dellideologia del caos e dellauto annientamento, che da anni vediamo purtroppo germo-gliare e crescere nella povera scuola italiana.

    Social Network

    e dintorni

    Giulio Andreotti, nel bene e nel male

    7 maggio 2013

    Giulio Andreotti morto, e oggi in molti tendono a ricordarci la sua im-portanza come uomo fondamentale della Repubblica italiana. Non a ca-so, e non per caso, Andreotti per nel 1946, ovvero quando si tratt di scegliere tra monarchia e repubbli-ca, vot per la monarchia:

    Luigi Sturzo voleva che la decisione spettasse all assemblea costituente, Alcide De Gasperi sostenne invece il referendum, avendo l accortezza di lasciar libert di voto agli iscritti al partito. Io esercitai quella libert e votai monarchia dichiar sul Corrie-re della Sera On. Giulio Andreotti il 21 giugno 2006!

    Alla notizia della morte, tra i com-menti dei lettori e partecipanti, che per giorni sono stati pubblicati in merito su Facebook abbiamo voluto pubblicare quello dellamico Gianlu-ca Mazzei di Roma, che in proposito ha scritto :

    Se posso dire la mia, a questo pun-to non tanto una questione di cosa vot all'epoca e cosa abbia fatto o non fatto dopo nello specifico. Giulio Andreotti ha incarnato la Repubbli-ca, nel bene, nel male, nelle opere e nelle omissioni. Questo lo ha portato ad essere, volontariamente ed invo-lontariamente, un uomo del quale oggi si debbono contare enormi om-bre, ombre delle quali spesso non ha avuto responsabilit ma delle quali ha portato il peso proprio per mantenere intatto l'architrave repub-blicano. Come defunto va tutto il rispetto e l'onore, come statista e politico stupore per aver avuto spalle talmente larghe politicamente par-lando da poter reggere tutto ci, come persona anche una certa sim-patia per tutte le perle di saggezza

    sarcastico/ironiche che ha snoccio-lato nel corso di decenni (tutte vere ed attuali, tra l'altro. Ma il giudizio sulla personificazione della Repub-blica quale lui era per noi l'esatto esempio di cosa uno Stato non do-vrebbe essere: una raccolta di om-bre e dubbi come invece la Repub-blica stata ed . E' tragico che, anche da defunto, debba portare tale peso di stendardo di un qualco-sa che ha invece ben altri volti e ben altri segreti.

    Tratto da : www.facebook.com/

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    Yahoo Answers Dalla repubblica alla monarchia?

    di Angelo Mossone 15 maggio 2013

    Ho intercettato in rete, questa inte-ressantissima pagina di domanda e risposta sul portale di Yahoo An-swers (risalente a circa tre anni fa) relativa ad un argomenti a noi caro;

    Dalla repubblica alla monarchia? che si potrebbe fare per ritornare alla monarchia? ho questa curiosit chi sa rispondere?

    Di seguito la migliore risposta abbi-nata alla domanda, data da un uten-te sicuramente non monarchico ma allo stesso tempo competente e ri-tengo anche attendibile:

    Fermo restando che non vedo per quale motivo si dovrebbe tornare alla Monarchia... comunque prover a soddisfare la tua curiosit.

    Come alcuni ti hanno scritto in teoria secondo la legge sarebbe impossibi-le tornare alla monarchia in quanto l'art. 139 della Costituzione afferma che "La forma repubblicana non pu essere oggetto di revisione costitu-zionale". Bisogna per fare una ri-flessione. Infatti la costituzione prevede da se stessa il modo con cui la si pu mo-dificare. Tralasciando tutto il mecca-nismo, diciamo solo che tutti gli arti-coli possono essere modificati, ri-scritti o abrogati qualora risulti ne-cessario. Siccome nessun articolo impedisce l'abrogazione dell'articolo 139 per avere una monarchia (sen-za ricorrere a rivoluzioni, guerre, colpi di stato, ma procedendo nei limiti delle attuali leggi della Repub-blica), dicevo per avere una monar-chia si dovrebbe fare una doppia riforma costituzionale. Una prima riforma deve essere volta all'abro-gazione dell'articolo 139. Dopodich si dovrebbe fare una seconda rifor-ma che di fatto modifica la Costitu-zione in senso monarchico. Se que-sta seconda rifor