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Pax Italia S.r.l. © 2017 Digitalizzazione dei pagamenti e gli impatti sugli esercenti Gli effetti dell’era digitale e dell’Industria 4.0 e sul mondo dei pagamenti elettronici Nel parlato comune stanno prendendo sempre più piede espressioni quali “Internet of things” e “Industrial Internet”, ma a cosa davvero queste espressioni si riferiscono? Sebbene non esista una definizione univoca o ufficiale, l’Industria 4.0 può essere definita come: l’insieme delle nuove tecnologie digitali applicate a tutta la filiera produttiva. Obiettivo dell’Industria 4.0 è quello di incrementare la percentuale di implementazione e di utilizzo della tecnologia digitale affinché il settore industriale possa sfruttare a pieno i vantaggi derivanti dall’automazione dei processi. Oggigiorno in ambito industriale vi è un nesso sempre più forte tra il piano pratico e materiale e quello immateriale/digitale dove l’innovazione punta all’intangibile ed al suo valore aggiunto. Nel contesto economico-industriale lo sviluppo manifatturiero, da sempre orientato alla qualità dei prodotti e dei processi produttivi, necessita di una filiera integrata beni-servizi che apra la strada a nuove opportunità e mercati. Sul piano normativo la strategia di tipo 4.0 prevista dalla Legge di Stabilità si pone come strumento nazionale per creare un disegno di lungo periodo e una strategia coerente di politica industriale in grado di sostenere non solo la vocazione manifatturiera del Paese ma anche lo sviluppo tecnologico per mantenere il passo con la trasformazione della società e con il contesto concorrenziale internazionale. Industry 4.0 e Legge di Stabilità 2017 La nuova Legge di Stabilità presentata in parlamento lo scorso ottobre ha posto l’accento sulle novità riguardanti il settore industriale e la volontà del Governo di avviare il cammino delle imprese di piccole e medie dimensioni verso una rivoluzione industriale di IV generazione che effettivamente possa rendere le imprese la forza economica del nostro paese. Perno centrale della riforma è la proroga della Legge Sabatini che già per il triennio 2013-2016 si era prefissata l’obiettivo di acelerare il processo di digitalizzazione delle pmi grazie soprattutto all’erogazione di finanziamenti, aperti alle imprese operanti in qualsiasi settore produttivo (pesca ed agricoltura inclusi) rispondenti ai seguenti requisiti: Sede operativa in Italia, Regolare costituzione e iscrizione nel Registro Imprese competente, Che si trovino in una fase di normale svolgimento dell’attività economica (escluse quindi società in liquidazione o sottoposte a procedura concorsuale), Non in possesso dei requisiti qualificanti le imprese come “in difficoltà” secondo quanto delineato nel regolamento GBER (Regolamento generale di esenzione per categoria).

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Digitalizzazione dei pagamenti e gli impatti sugli esercenti Gli effetti dell’era digitale e dell’Industria 4.0 e sul mondo dei pagamenti elettronici

Nel parlato comune stanno prendendo sempre più piede espressioni quali “Internet of things” e “Industrial Internet”, ma a cosa davvero queste espressioni si riferiscono?

Sebbene non esista una definizione univoca o ufficiale, l’Industria 4.0 può essere definita come: l’insieme delle nuove tecnologie digitali applicate a tutta la filiera produttiva. Obiettivo dell’Industria 4.0 è quello di incrementare la percentuale di implementazione e di utilizzo della tecnologia digitale

affinché il settore industriale possa sfruttare a pieno i vantaggi derivanti dall’automazione dei processi.

Oggigiorno in ambito industriale vi è un nesso sempre più forte tra il piano pratico e materiale e quello immateriale/digitale dove l’innovazione punta all’intangibile ed al suo valore aggiunto. Nel contesto economico-industriale lo sviluppo manifatturiero, da sempre orientato alla qualità dei prodotti e dei processi produttivi, necessita di una filiera integrata beni-servizi che apra la strada a nuove opportunità e mercati. Sul piano normativo la strategia di tipo 4.0 prevista dalla Legge di Stabilità si pone come strumento nazionale per creare un disegno di lungo periodo e una strategia coerente di politica industriale in grado di sostenere non solo la vocazione manifatturiera del Paese ma anche lo sviluppo tecnologico per mantenere il passo con la trasformazione della società e con il contesto concorrenziale internazionale.

Industry 4.0 e Legge di Stabilità 2017 La nuova Legge di Stabilità presentata in parlamento lo scorso ottobre ha posto l’accento sulle novità riguardanti il settore industriale e la volontà del Governo di avviare il cammino delle imprese di piccole e medie dimensioni verso una rivoluzione industriale di IV generazione che effettivamente possa rendere le imprese la forza economica del nostro paese. Perno centrale della riforma è la proroga della Legge Sabatini che già per il triennio 2013-2016 si era prefissata l’obiettivo di acelerare il processo di digitalizzazione delle pmi grazie soprattutto all’erogazione di finanziamenti, aperti alle imprese operanti in qualsiasi settore produttivo (pesca ed agricoltura inclusi) rispondenti ai seguenti requisiti:

▪ Sede operativa in Italia, ▪ Regolare costituzione e iscrizione nel Registro Imprese competente, ▪ Che si trovino in una fase di normale svolgimento dell’attività economica (escluse quindi

società in liquidazione o sottoposte a procedura concorsuale), ▪ Non in possesso dei requisiti qualificanti le imprese come “in difficoltà” secondo quanto

delineato nel regolamento GBER (Regolamento generale di esenzione per categoria).

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Il finanziamento di cui sopra è un intervento con un valore di 13 miliardi di euro di risorse pubbliche la cui erogazione è prevista tra il 2018 e il 2024.

In aggiunta a ciò, nell’agevolazione del processo di digitalizzazione della Legge di Stabilità 2017 troviamo poi, oltra alla proroga di super e iper ammortamento1, l’innalzamento del credito d’imposta dal 25% al 50% su spese in ricerca e sviluppo (inclusi gli investimenti in capitale umano) superiori alla media dell’ultimo triennio. Questo intervento dovrebbe permettere di ridurre il gap con il resto d’Europa dato che ad oggi l’Italia investe in R&S l’1,3% del Pil contro una media europea del 2,3%.

La digitalizzazione dei pagamenti e le prospettive per gli anni a venire

È fuori dubbio che il Legislatore, oltre a voler mettere il settore industriale italiano nelle condizioni di competere a livello internazionale con contesti tecnologicamente più evoluti del Belpaese, si pone il duplice obiettivo di normare la tutela del nuovo consumatore industriale e il rispetto della disciplina fiscale da parte degli esercenti.

Da un lato, infatti, la figura del Consumatore 4.0 rispecchia la sempre più crescente tendenza di preferire i pagamenti di tipo digitale rispetto all’utilizzo di carta e moneta, dall’altra gli esercenti ostacolano parzialmente la capillarizzazione dei pagamenti elettronici in mancanza di forti incentivi (economici e fiscali).

Nonostante i prevedibili ostacoli che questa dicotomia comporta, secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce realizzato dal Politecnico di Milano, nel 2015 i pagamenti digitali con carta in Italia sono cresciuti del 5,6%, fino a toccare cifre quali 164 miliardi di euro transati elettronicamente e più di 25 milioni di carte in circolazione (un numero dieci volte superiore a quello del 2006).

Banca D’Italia a conferma del trend segnala nel solo periodo compreso tra luglio 2015 e giugno 2016 un incremento del 13,6% delle transazioni POS con carta di debito, pari a circa 110.847 milioni di euro.

Il tema del Just in Time che ha caratterizzato il sistema produttivo Europeo nel corso dello scorso decennio (con il concetto di produttività “fast-food” introdotto dal rivoluzionario modello di businss di Zara e del gruppo INDITEX) ha portarto il nuovo Consumatore Industriale a voler impostare la propria esperienza d’acquisto sui concetti di rapidità ed efficienza. Da Ready to wear a ready to pay.

I frenetici stili di vita oggigiorno impongono la ricerca della praticità in ogni azione quotidiana rendendo la moneta poco compatibile con il vivere moderno. I pagamenti automatici sono diventanti il comune denominatore di ogni forma di business.

In aggiunta a ciò, relativamente allo scenario internazionale, in Asia - ed in particolare in Cina- è scoppiato il boom dei terminali di pagamento POS basati su sistema operativo Android - i cosiddetti SmartPos - che si prospetta non tarderanno a divenire lo strumento di pagamento più richiesto anche nel contesto nazionale.

1 La proroga del superammortamento al 140% introdotto con la finanziaria 2016, ad accezione di veicoli e altri mezzi di trasporto che prevedono una maggiorazione ridotta al 120%; L’introduzione di un nuovo iperammortamento al 250% per gli investimenti in nuove tecnologie ed impianti atti a migliorare i consumi energetici. Al fine di garantire la massima attrattività dell’intervento, i termini per la consegna del bene saranno estesi al 30/06/2018 previo ordine e acconto entro il 31/12/2017

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Difficile non associare infatti l’espressione di Smart POS con la terminologia con la quale viene definito il nuovo consumatore post-moderno coniata da Nielsen Group: lo Smart Shopper.

Forti spinte al cambiamento determinate da eventi politici, condizioni economiche, fattori socioculturali ed evoluzione tecnologica a livello global hanno creato infatti non solo un nuovo approccio all’acquisto ma addirittura una nuova tipologia di consumatore.

Un recente studio Nielsen ha rivelato che il 30% degli italiani, specialmente grazie alla diffusione di smartphone e connected device, sta modificando il proprio processo d’acquisto.

Dal punto di vista pratico il sistema operativo Android raccoglie l’eredità di Linux. Agli esordi della sua implementazione Linux cominciò ad essere utilizzato in sistemi embedded i cui primi detrattori furono i fornitori di Rtos, seguiti dagli uffici di Security dei sistemi di pagamento. Nonostante ciò, la crescita di Linux non fu arrestata: da soli 3 prodotti Pos Linux certificati PCI nel 2005 ad oggi se ne contano più di 100. Il parallelismo dei due sistemi operativi (Linux e Android) risulta un interessante spunto di riflessione sul perché Linux – nonostante la sua diffusione - non abbia portato a quei benefici che la sua implementazione si presupponeva avrebbe dato all'industria dei pagamenti e che si ritiene al contrario potranno essere raggiunti dai terminali Android. Il mondo open source di 10 anni fa proliferava sì di Librerie e applicazioni industriali ma non di tipo business; la mancanza di un orientamento vendor –oriented fu accompagnata poi dalla tendenza di rendere le piattaforme Linux quasi proprietarie, impedendo al mercato dei pagamenti di sviluppare applicazioni basate su API open source. Così non è per i prodotti Android. I limiti di Linux vengono superati da un ricco eco-sistema con API sono standard e le applicazioni esistenti devono essere modificate solo per le sezioni di integrazione delle funzioni di crittografia e PED, obiettivo abilmente perseguito anche grazie al fatto che una piattaforma HW dual core costa ora molto meno rispetto a 15 anni fa. Appare quindi corretto affermare che l’attuale mercato dei pagamenti ad oggi per potersi mettere adeguatamente a servizio del settore industriale italiano e della sua crescita deve necessariamente basarsi su un orientamento sia di tipo vendor che Smart Customer, agevolando l’introduzione nel mercato e la diffusione di terminali Smart-POS. A tal fine, Pax ha realizzato PAXStore, un marketplace privato che permette di gestire non solo il portfolio delle applicazioni disponibili per i propri merchant ma di dialogare con i terminali come mai prima d’ora.

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Quando PAX ha realizzato il primo terminale Android mai avrebbe immaginato che l’impatto nel rapporto tra acquirer e vendor sarebbe stato di tale portata e che uno strumento di pagamento si sarebbe rivelato il propulsore del cambiamento del settore.

Per la prima volta nella storia gli acquirer sono davvero liberi di sviluppare le proprie applicazioni autonomamente rispetto al fornitore HW. Grazie alle soluzioni PAX anche le stesse banche disporranno degli strumenti per riavvicinare i propri clienti grazie alla possibilità di creare o riutilizzare applicazioni quali:

• APP di assistenza on-line • APP di pagamento P2P • APP loyalty • APP di consultazione ricevute digitalizzate e statistiche di vendita • APP di tentata vendita con servizi di geo-localizzazione • APP di telemetria per manutenzione preventiva devices

e, perché no, ci si potrebbe spingere sino a rendere disponibili delle APP social.

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PAX ha inoltre recepito i requisiti dei circuiti di pagamento che hanno espresso la necessità di consentire ai titolari carta di condurre il pagamento in totale autonomia. PAX ha pertanto realizzato una nuova linea di prodotti denominati SmartPOS-ECR, registratori di cassa con componente di pagamento integrata.

Sempre basati su sistema operativo Android e sempre gestibili da PAXStore, gli SmartPOS-ECR consentiranno finalmente di integrare i sistemi di cassa con le applicazioni di pagamento.

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Il pagamento di tipo digitale tuttavia non è esente da difetti, primo fra tutti il ricorso al sistema cartaceo relativo alla stampa e all’archiviazione “fisica” degli scontrini che mal si sposa con il principio di innovazione che dovrebbe caratterizzare il mondo del digital payment.

Con l’obiettivo di divenire protagonista e partecipe del processo di Digitalizzazione e di Crescita del Paese, PAX Italia ha studiato ed implementato una soluzione ad hoc in grado di superare gli attuali limiti caratterizzanti il sistema dei pagamenti elettronici, proponendo un sistema di archiviazione elettronica degli scontrini in grado di:

• Digitalizzare le ricevute • Archiviare i ticket digitali • Conservare i dati delle transazioni su server • Garantire la sicurezza e la riservatezza delle informazioni • Consultare il database via web,

In uno scenario dove le transazioni POS sono in costante aumento, l’onerosa gestione dei tradizionali scontrini cartacei potrebbe divenire repellente al processo di digitalizzazione; proprio per ovviare a ciò, PAX Italia ha introdotto nel mercato la soluzione di Digital Receipt Repository finalizzata all’automatica archiviazione degli scontrini digitali.

Sebbene gli SmartPos potrebbero essere gli ultimi terminali di pagamento propri della nostra economia poiché potenzialmente sostituibili- in un prossimo futuro - da generici dispositivi abiti all’occorrenza a strumenti di pagamento, i POS Android passeranno alla storia come il primo strumento che ha offerto agli stakeholders del mercato l'opportunità di differenziarsi realizzando in completa autonomia applicazioni di business proprie senza dipendere dai costruttori di terminali.