Aprile 2020 CERVICALETOP · Dr. Cristiano Serpelloni fisioterapista CERVICALETOP Nr.1 Aprile 2020...

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Dr. Cristiano Serpelloni fisioterapista CERVICALETOP Nr.1 Aprile 2020 VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE CERVICALI All’interno approfondimenti e consigli CAUSE E FATTORI DI RISCHIO, RACCOMANDAZIONI e PATOLOGIE ANTIDOLORIFICI E CERVICALE perchè spesso non funzionano?

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Dr.

Cristiano Serpellonifisioterapista

CERVICALETOPNr.1 Aprile 2020

VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE CERVICALI

All’internoapprofondimentie consigli

CAUSE E FATTORIDI RISCHIO,RACCOMANDAZIONIe PATOLOGIE

ANTIDOLORIFICIE CERVICALEperchè spessonon funzionano?

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Cervicale Top è un progetto a cura di

Dr. Cristiano SerpelloniFISIOTERAPISTA

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INDICE

CONTATTI

346 234 5196

fisio.dr.serpelloni

Corso Vittorio Emanuele II 81 • Villafranca di Verona

[email protected]

www.fisioterapistaverona.it

FisioCristianoSerpelloni

CERVICALE TOP

VALUTAZIONE E TRATTAMENTO

ANATOMIA DELLA REGIONE CERVICALE

HO MALE ALLA CERVICALE…SONO INFIAMMATO?

ANTIDOLORIFICI E CERVICALE: PERCHÈ SPESSO NON FUNZIONANO?

CERVICALGIA: CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

LA CEFALEA

RACCOMANDAZIONI PER LA CERVICALE

PATOLOGIE

DICONO DI NOI

CHI È IL DR. CRISTIANO SERPELLONI?

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IN PILLOLECervicale Top è un metodo

innovativo, rapido ed effi-

cace per la cura dei disturbi

cervicali. Si tratta di un metodo inte-ramente conservativo, capace di farti preferire la fisioterapia rispetto ai far-maci che, spesso, in questo contesto,

risultano inefficaci.

Si rivolge a tutti coloro che soffrono di

disturbi cervicali, che tua sia studente,

casalinga o sportivo di livello!

È l’ideale per ogni tipo di patologia cer-

vicale come ernia del disco, artrosi, cer-

vicobrachialgia, mal di testa, disturbi

dell’articolazione temporo-mandibolare

(ATM), ecc. Queste patologie sono in gra-

do di generare dolore, rigidità e disturbi

del movimento andando a compromet-

tere quindi la qualità della tua vita.

L’obiettivo di Cervicale Top è di fornirti tutti gli strumenti necessari per per-metterti di gestire il tuo problema au-tonomamente e con successo.

Tutto questo per risolvere il tuo proble-

ma ed evitare che tu possa diventare

dipendente da me e dalle mie terapie!

Nell’arco della vita, il dolore cervicale, colpisce tra il 22% e il 77% delle persone ed è considerato uno dei disturbi muscolo-scheletrici più diffusi.

In questo preciso momento circa il 10-20% della popolazione sta riportando dolori cervicali, men-tre il 54% ha provato dolore almeno una volta negli ultimi 6 mesi. Queste problematiche sono presenti maggiormente tra i 45-55 anni e le don-ne sono generalmente più colpite rispetto agli uomini. La cronicità e le recidive delle problema-tiche cervicali sono molto frequenti anche dopo un trattamento di successo.

Le ricerche ci informano che il 30% delle persone svilupperà sintomi cronici, mentre il 37% presen-terà problemi persistenti per almeno 12 mesi.

In condizioni croniche, il decorso può essere sta-bile o fluttuante, ma nella maggior parte dei casi esso è ricorrente poiché caratterizzato da perio-di di miglioramento e da altri di peggioramento relativo.

A distanza di 1-5 anni la ricomparsa del dolore si aggira intorno al 50-85%.

Qual è, quindi, la chiave del successo? Fare in modo che il problema non si ripresenti più… ok, ma come farlo? La risposta è nel testo. Buona let-tura!

10-20%ha dolori cervicali

54%ha avuto dolorealmeno 1 volta

30%svilupperà

sintomi cronici

37%presenterà

problemi peralmeno 12 mesi

45-55anni dimedia

CERVICALETOP

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5Aprile 2020

COSA SIGNIFICA SOFFRIRE DIDOLORE CERVICALE?

Significa essere affetti da un problema acuto o cronico della regione cervicale caratterizzato da rigidità, contratture muscolari e, talvolta, da mal di testa e fastidiosi formicolii lungo l’arto superio-re; sintomi che possono dipendere dalla presen-za di artrosi o di ernie del disco.

COS’È? LA SOLUZIONE AL TUO PROBLEMA!

Cervicale Top è un metodo innovativo, rapido ed efficace per la cura dei disturbi cervicali. Si tratta di un metodo interamente conservativo, capace di metterti nelle condizioni di preferire la fisio-terapia rispetto ai farmaci che, spesso, risultano inefficaci.

Ogni aspetto del metodo è supportato da cono-scenze ed evidenze scientifiche (EBM) di altissi-ma qualità che mi hanno consentito di creare una modalità di lavoro in grado di integrare educa-zione terapeutica, terapia manuale, terapia fisica, esercizio e nutrizione.

Inoltre, i parametri fisici come articolarità e forza muscolare saranno rilevati con strumenti tecno-logici all’avanguardia, per poter comparare nel modo più scientifico, preciso ed oggettivo possi-bile i risultati ottenuti.

Quindi, soltanto attraverso la creazione di un piano terapeutico personalizzato che rispetti il metodo scientifico si possono ottenere i migliori risultati sia nel breve che nel lungo periodo, con-sentendo un’efficace prevenzione delle recidive.

A CHI SI RIVOLGE?

Cervicale Top si rivolge a tutti coloro che soffro-no di disturbi cervicali; esso risulta essere molto valido quindi sia per uno studente, sia per una casalinga, sia per uno sportivo di livello!

DI QUALI PATOLOGIE SI OCCUPA?

Ernie, discopatie, protrusioni, cervicalgia, cefalea, mal di testa, emicrania, artrosi, spondilosi, osteo-

fitosi cervicale, stenosi cervicale, sindrome del-le faccette articolari, colpo di frusta, distorsioni cervicali, sindromi miofasciali, cervicobrachialgie, radicolopatie, sindrome dello stretto toracico, di-sfunzioni dell’Articolazione-Temporo-Mandibola-re (ATM).

QUALI SONO I SINTOMI?

• dolore a collo e spalle• dolore dorsale• dolori in zona mandibolare e/o alle tempie• contratture muscolari• limitazioni articolari dei movimenti del collo• rigidità• formicolio, intorpidimento e/o debolezza degli arti superiori• mal di testa, cefalea, emicrania e disturbi diffusi al viso• nausea, vertigini, senso di sbandamento• acufeni (fruscii, fischi, rumori nelle orecchie)

La variabilità dei sintomi è spiegata dal fatto che ogni patologia si esprime secondo le sue modalità: non tutte le ernie si presentano allo stesso modo, così come non tutti i colpi frusta sono uguali.

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LA CERVICALE È UNACOSA SERIA…!

La cervicale, a causa degli stretti rapporti con importanti strutture anatomiche come il sistema nervo-so centrale (midollo spinale), siste-ma nervoso periferico (nervi cra-nici e nervi spinali), l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), le spalle e la colonna dorsale, può influenzarsi reciprocamente con diverse aree causando o subendo delle modifiche che possono scate-nare altri sintomi. Inoltre all’interno del collo passano nervi e strutture vascolari che possono provocare diverse sintomatologie anche di tipo neurologico.

Per questo è necessario capire di volta in volta, quale o quali strut-ture sono coinvolte nel generare i sintomi. La nausea e le vertigini, scatenate dagli stretti rapporti con il nervo vago, rappresentano l’e-spressione cardine di queste rela-zioni.

COSA DEVO FARE SE HO QUESTI SINTOMI?

Queste patologie sono spesso causate da più fat-tori, di cui bisogna tenere conto al momento del-la valutazione. La predisposizione, il sovraccarico e lo stile di vita sono tutti fattori che possono giocare un ruolo importante.

Il Fisioterapista Specializzato, attraverso un’at-tenta e specifica valutazione, individua e inter-viene con successo sugli elementi clinici che ca-ratterizzano il tuo caso specifico per restituirti il benessere che ti appartiene!

QUAL’È L’OBIETTIVO?

L’obiettivo di Cervicale Top è fornirti tutti gli stru-menti necessari per permetterti di sapere quan-do, come e cosa fare per gestire il problema in totale autonomia.

In questo modo è possibile prevenire quelle te-mibili e invalidanti riacutizzazioni che ti costrin-gono ad assentarti dal lavoro oppure a rinunciare a quei momenti di svago di cui hai tanto bisogno per distrarti e rigenerati dalle fatiche settimanali.

UN PIANO DI TRATTAMENTO PER VEDERTIIL MENO POSSIBILE!

Quindi, hai capito bene! Il mio programma è vol-to a renderti autonomo sotto tutti gli aspetti e di accompagnarti, durante l’intero percorso, nel raggiungere il più alto livello di consapevolezza sulla tua specifica condizione clinica.

Tutto questo è realizzato per evitare che tu possa diventare dipendente da me e dalle mie terapie!

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7Aprile 2020

VALUTAZIONEE TRATTAMENTO

IN PILLOLEL’approfondita valutazione

del problema è l’elemento

fondamentale che contrad-

distingue e che caratterizza la forza e

l’efficacia del mio metodo.

Si basa sul ragionamento clinico ed è

guidata dalle prove di efficacia clini-

co-scientifiche disponibili e dalla strut-tura bio-psico-sociale di ogni singolo

paziente.

Gli elementi che caratterizzano Cervi-

cale Top sono: Educazione e istruzione

sulla problematica e sulla gestione au-

tonoma; Terapia manuale per la rigidi-

tà, per il dolore e per il trattamento dei

tessuti; Terapia fisica strumentale con

tecar, onde d’urto, terapia vascolare per

velocizzare il recupero; Esercizio tera-peutico perché al corpo piace muover-

si; Educazione nutrizionale perché noi

siamo quello che mangiamo.

L’approfondita valutazione del problema è l’ele-mento fondamentale che contraddistingue e che caratterizza la forza e l’efficacia del mio metodo.

Si basa sul ragionamento clinico ed è guidata dalle prove di efficacia clinico-scientifiche dispo-nibili e dalla struttura bio-psico-sociale di ogni singolo paziente.

La valutazione occupa gran parte della prima se-duta ed è composta da una prima parte destinata ad una minuziosa intervista con te per esaminare e inquadrare al meglio il tuo problema. Poi, nella seconda parte vengono effettuati tutti i test fisici

necessari a completare e confermare le informa-zioni raccolte e le ipotesi formulate nella prima.

Le rilevazioni dei dati fisici, come articolarità e forza, saranno effettuate attraverso tecnologia digitale avanzata allo scopo di ottenere parame-tri di rivalutazione accurati e precisi.

Questa attenta indagine è molto importante an-che per capire quali sono le indicazioni e le con-troindicazioni che mi guideranno durante tutto il percorso terapeutico. Inoltre, esse consentiranno di capire se avrò o meno la necessità di coinvol-gere altri specialisti del settore.

Lavorare in sicurezza, in scienza e coscienza, è fondamentale per un fisioterapista, quindi, risulta basilare la collaborazione con la figura del me-dico curante, il fisiatra e l’ortopedico. Infatti, vi sono determinate condizioni in cui il parere del medico è fondamentale, ad esempio dopo un trauma, oppure se sussiste il sospetto di una con-dizione più grave che può compromettere la tua salute generale.

Non ti preoccupare, la tua sicurezza è prioritaria e qualora necessario, un consulto del medico ti sarà prontamente indicato.

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EDUCAZIONE E ISTRUZIONE

L’educazione e l’istruzione sulla tua condizio-ne clinica sono un passaggio cardine, poiché mi permettono di coinvolgerti attivamente e diret-tamente rendendoti parte integrante del proces-so terapeutico. Il termine “educazione” racchiude al suo interno un duplice significato: uno orien-tato alla conoscenza della patologia in sé, l’altro incentrato sul trattamento, sulla spiegazione e sulla condivisione delle metodiche utilizzate e degli obiettivi da perseguire per renderti consa-pevole di quello che ti sta affliggendo; tutto ciò risulta utile per fornirti una visione realistica e ra-zionale della tua situazione di malattia. Questo è molto importante poiché puoi acquisire tutti gli strumenti a te necessari per permetterti un’au-togestione di successo, evitando la creazione di speranze, credenze, aspettative, che non rispet-tano la realtà e che quindi non possono essere soddisfatte.

TERAPIA MANUALE

La Terapia manuale è l’anima e il cuore del trat-tamento ed è definita come la specializzazione della fisioterapia che prende in esame il tratta-

mento del dolore e del sistema muscolo-schele-trico. Le tecniche utilizzate nella terapia manuale permettono di mobilizzare e trattare localmente e indirettamente un problema della colonna cer-vicale e dorsale, permettendo di migliorare le li-mitazioni del movimento e il dolore.

TERAPIA FISICA STRUMENTALE (TECAR, ONDE D’URTO, TERAPIA VASCOLARE)

La Terapia fisica è la branca della Medicina Ria-bilitativa che utilizza le energie fisiche a scopo terapeutico. Le energie possono essere rappre-sentate da calore, freddo, elettricità, onde ele-tromagnetiche, campi magnetici, onde sonore (ultrasuoni e onde d’urto), acqua, vuoto e aria compressa; esse agiscono attraverso gli effetti indotti dalle loro interazioni con i tessuti biolo-gici producendo vasodilatazione/vasocostrizio-ne, inibizione/modulazione del dolore, control-lo dell’infiammazione, disattivazione dei trigger points, ecc. Nel nostro caso questo tipo di tera-pie, in particolare tecar, onde d’urto e terapia vascolare, vengono utilizzate come supporto e ausilio alla terapia manuale per amplificare e rendere più duraturi i risultati terapeutici.

L’assistenzaviene incentratasul paziente

Screen perpatologie gravired flags

Valutarei fattoripsicosociali

Usare le indaginiradiologiche solose strettamenteindicate

Screening testsneurologici,valutazionedella mobilità edella forza

Valutare i risultatiutilizzando misuredi outcomeappropriate

Educareil pazientesu condizionie possibilità digestione

Favorirel’esecuzionedi attività fisicae/o esercizi mirati

Procedere conla terapia manualesecondo leevidenze (EBM)

Proporreun trattamentoconservativo

Incentivare eincoraggiareil paziente allaripresa del lavoro

Gestionedel pazientesecondoFISIO

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9Aprile 2020

ESERCIZIO TERAPEUTICO

L’esercizio terapeutico è definito come la siste-matica e pianificata esecuzione di movimenti, posture ed attività fisiche (definizione American Physical Therapy Association) intese a fornire al paziente i mezzi per prevenire e mantenere i ri-sultati ottenuti e ottimizzare lo stato di salute generale. Questo produce numerosi effetti posi-tivi sull’organismo, innescando i meccanismi di inibizione interna del dolore e liberando le cosid-dette endorfine che, inoltre, producono migliora-menti dell’umore e del benessere.

EDUCAZIONE NUTRIZIONALE

Il capitolo sulla nutrizione risulta particolarmente complesso e necessiterà di approfondimenti ade-guati con un articolo a parte. L’infiammazione è un’arma fondamentale che possiede il nostro or-ganismo per favorire il processo di guarigione.

Si parla, però, di quell’infiammazione successiva ad un trauma come una distorsione, una frattu-ra o una lesione muscolare. Invece, l’altro tipo di infiammazione, quella cronica, chiamata Low Grade Inflammation, perde ogni tipo di funzio-ne benefica. Si innesca, quindi, un circolo vizioso tra dolore e infiammazione che a lungo andare finisce col logorare le strutture del nostro cor-po, compromettendo le funzioni, la microcirco-lazione sanguigna e, quindi, la salute! Ernia del disco, artrosi, forme artritiche, neuropatie, trig-ger points e molte altre condizioni metaboliche

come il diabete e la sindrome metabolica, sono solo alcune delle problematiche che questo tipo di infiammazione può creare. La causa si nascon-de nel nostro stile di vita, di cui l’alimentazione e lo stato nutrizionale fanno da padroni. Perciò si parla di binomio fisioterapia-nutrizione: questo è il concetto che correla i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, e non solo, con la nutrizione e il nostro stile di vita. Un corretto piano terapeu-tico non dovrebbe ignorare ed escludere questo aspetto che, oggi più che mai, risulta fondamen-tale nella gestione delle patologie di interesse muscolo-scheletrico. È altrettanto chiaro che questo aspetto non deve essere affrontato da un fisioterapista, ma da un professionista del settore come il dietista o il biologo nutrizionista, il quale sarà in grado di integrare il tutto con l’aspetto nutrizionale sulla base delle tue necessità.

LO SAI CHE…

Mi hanno detto di non fare fisiote-rapia perché sono “troppo infiam-mato” e che per la mia cervicale risultano più efficaci farmaci e ri-poso. È davvero così?

In realtà, la fase in cui si sta peggio è il momento migliore per la fisio-terapia e il riposo prolungato sem-brerebbe ritardare i tempi di guari-gione. In questo modo è possibile gestire la fase acuta con successo, giungendo in breve tempo alla re-missione dei sintomi.

Ricordati però che, per evitare di rimanere completamente bloccato, la strada migliore è sempre quella della prevenzione! Questo significa che se hai dolore al collo, la cosa migliore che puoi fare è chiamare il tuo fisioterapista di fiducia!

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ANATOMIA DELLAREGIONE CERVICALE

IN PILLOLELa colonna cervicale è for-

mata da 7 vertebre (C1-C7).

Funzionalmente si divide in

cervicale alta e bassa, la prima consen-

te la rotazione, mentre la seconda fa-

vorisce principalmente la flessione, l’e-

stensione e l’inclinazione laterale.

Due vertebre contigue sono separate da

un disco intervertebrale, C1-C2 escluse,

avente funzione di ammortizzazione e

di trasmissione dei carichi che gravano

sulla colonna.

I plessi cervicale e brachiale sono le

principali organizzazioni nervose che

caratterizzano la zona e sono respon-

sabili della sensibilità e della motricità

dell’arto superiore.

I muscoli che popolano la cervicale si

suddividono in superficiali (mobilizzatori)

e profondi (stabilizzatori/posturali).

La particolarità della regione cervicale è

quella di ospitare il passaggio dell’arte-ria vertebrale, fondamentale per la cir-

colazione di cervello e midollo spinale.

GENERALITÀ

La cervicale è considerata la regione più mobile della colonna ed è formata da sette vertebre, C1-C7. I movimenti possibili sono la flessione, l’esten-sione, l’inclinazione laterale e la rotazione. La pe-culiarità anatomica che contraddistingue questo tratto della colonna è la presenza dei fori trasver-

sari che accompagnano e proteggono il decorso dell’arteria vertebrale, fondamentale per la cir-colazione di cervello e midollo spinale.

Quindi, in ragione degli stretti rapporti con que-ste importanti strutture nervose e vascolari, gli eventi traumatici che colpiscono la cervicale pos-sono provocare importanti danni a livello neu-rologico. Inoltre, sempre per tali connessioni, possono essere causa di sbandamenti, nausea, vertigini e mal di testa.

CERVICALE ALTA E BASSA

La cervicale è funzionalmente composta da un tratto superiore (C1-C2) e da uno inferiore (C3-C7). Le vertebre del tratto superiore sono l’atlan-te (C1) e l’epistrofeo (C2) e per diversa forma e caratteristiche rispetto alle altre, permettono la rotazione della testa.

La cervicale inferiore è deputata maggiormente, pur partecipando in modo limitato alla rotazione, ad eseguire movimenti di flessione, estensione e inclinazione laterale.

ANATOMIA DELLE VERTEBRE CERVICALI

Ogni vertebra ha grossomodo una forma trian-golare e, insieme a quella contigua e al disco in-terposto, forma un’unità funzionale. Il disco inter-vertebrale è presente tra ogni vertebra del tratto cervicale, tranne tra C1-C2, in cui è presente un “dente” che fa da perno per la rotazione.

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11Aprile 2020

Il disco è essenzialmente ripieno di acqua e la sua funzione principale è quella di tenere unite le ver-tebre, ammortizzare e trasmettere i carichi che gravano sulla colonna.

Queste strutture, assieme a legamenti e muscoli, creano una solida impalcatura in grado di sup-portare tutte le attività della vita quotidiana.

LO SAI CHE…

Ernia al disco non vuol dire neces-sariamente dolore? La letteratura sostiene che l’87% degli individui, in età compresa tra i 20 e i 70 anni, presenta discopatie cervicali senza presentare alcun sintomo, ne mal di testa e ne dolore al collo. Non vi sono evidenze che confermino correlazioni certe tra imaging (Rx e RM) e quadro clinico. In questi casi, il dolore va ricercato altrove.

INNERVAZIONE DELLA CERVICALE

Il midollo spinale è il mezzo di collegamento e comunicazione tra centro (cervello) e periferia (pelle, ossa, muscoli, tendini, ecc.).

Dall’intreccio delle radici nervose dei vari livelli originano i plessi, i quali andranno a formare i nervi spinali, responsabili della trasmissione delle informazioni motorie e sensitive.

Le organizzazioni nervose più importanti della regione cervicale, che interessano C1-T1, sono i plessi cervicale e brachiale.

Il plesso cervicale (C1-C4) innerva cute e musco-li della regione del collo e del diaframma respira-torio.

Il plesso brachiale (C4-T1) innerva cute e muscoli delle spalle e degli arti superiori.

Quindi, i plessi si distribuiscono ai muscoli e alla pelle della cervicale stessa, ma anche della spalla e degli arti superiori: questo spiega perché quan-do abbiamo un problema cervicale, ad esempio un’ernia che comprime una radice, i sintomi si possono anche ritrovare a distanza e provocare il formicolio alle mani.

MUSCOLI DELLA CERVICALE

I muscoli della cervicale si dividono in superficiali e profondi. I muscoli superficiali ci permettono attraverso la loro attivazione di muovere il collo e la testa, quelli più piccoli e profondi hanno la fon-damentale funzione di stabilizzare i movimenti.

I muscoli superficiali, chiamati anche mobilizza-tori, sono quelli che più spesso vanno in soffe-renza poiché li utilizziamo più di frequente per

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muoverci nello spazio. Per una visione più com-pleta è giusto precisare che sia i muscoli super-ficiali (come sternocleidomastoideo e trapezio) che quelli profondi (come splenio della testa e del collo) agiscono costantemente in sinergia du-rante tutti i movimenti della testa e del collo.

Quando un muscolo si attiva per compiere un movimento specifico (es. guardare in alto), una serie di altri muscoli si contraggono per stabiliz-zare la parte della cervicale che non dovrà muo-versi e facilitare il movimento che si vuole effet-tuare.

I muscoli della cervicale, per la molteplicità delle azioni che devono compiere, hanno un’anatomia complessa. Alcuni, oltre ai movimenti del collo e della testa, servono per muovere la mandibola, le clavicole e sollevare le spalle.

HO MALE ALLACERVICALE…SONO INFIAMMATO?

IN PILLOLEQuando si avverte dolore

cervicale, non sempre si trat-

ta di infiammazione. Il dolore

può essere di diversa natura: infiamma-

torio, miofasciale (muscolo), articolare,

neuropatico e viscerale.

Ogni tipo di dolore ha delle caratteri-stiche peculiari come la distribuzione

e la qualità del sintomo, il suo compor-

tamento nelle 24 ore, l’andamento nel

tempo dal suo esordio e le strategie che

utilizzi per sentirti meglio.

La raccolta di queste informazioni è ba-

silare per l’elaborazione di un piano di

trattamento sicuro e di successo.

Nonostante sia un disturbo piuttosto comu-ne, l”infiammazione” della cervicale non è certo una cosa da poco. Se trascurata troppo a lun-go potrebbe portare a conseguenze spiacevoli e irreversibili. Il termine infiammazione è posto tra le virgolette poiché è un termine improprio e purtroppo viene utilizzato spesso. La realtà è un’altra: nel nostro corpo così come per il dolo-re cervicale, vi sono diverse strutture in grado di generare il dolore, come muscoli e fascia (dolore miofasciale), articolazioni (dolore infiammato-rio), nervi (dolore neuropatico), visceri (dolo-re viscerale), arterie e vene (dolore vascolare). Una problematica cervicale può essere soggetta a sensibilizzazione centrale. Il dolore da sensi-bilizzazione centrale rappresenta una delle con-dizioni legate per lo più alla sfera psico-emoti-

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13Aprile 2020

va dell’individuo. In questa condizione vi è una ridotta soglia di percezione del dolore che può essere presente anche in assenza di un problema effettivo. La sensibilizzazione è legata a partico-lari fattori che ne favoriscono il mantenimento, come ad esempio la paura del movimento e gli aspetti emotivi come ansia e stress. La sensibi-lizzazione è più frequente in tutti quei casi con una lunga storia di dolore. Si può parlare anche di sensibilizzazione per un problema recente, in cui vi sia un vissuto di malattia particolarmente distorto e catastrofico.

DOLORE INFIAMMATORIO

Il dolore infiammatorio è caratterizzato dalla pre-senza dei tipici segni dell’infiammazione: rossore, gonfiore e calore. La presentazione, nella quasi to-talità dei casi, è locale e corrisponde alla zona in cui è avvenuta la lesione, ovvero dove è presente il processo infiammatorio. L’infiammazione, abi-tualmente, si può verificare dopo un evento trau-matico, è il caso di una distorsione, di una lesione muscolare o di una frattura, ma può anche essere il risultato di microtraumi ripetuti nel tempo, come nella fasciopatia plantare, nel gomito del tennista e nelle calcificazioni tendinee.

Un disturbo cervicale raramente è infiammatorio e quando si presenta può essere dovuto ad artrosi diffusa con osteofiti, stenosi del canale vertebrale oppure ad un’ernia discale che comprime la radice nervosa a cui si accompagnano sintomi anche all’arto superiore.

Alcune caratteristiche del dolore infiammatorio possono essere:

• Mattina: buon risveglio, ma dolore che peggiora sempre più col movimento;

• Notte: il dolore può farsi sentire e disturbare il sonno;

• Il dolore può essere presente anche a riposo;

• Risposta positiva ai farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici;

• Migliora con l’applicazione locale di ghiaccio (da mantenere per non più di 15-20 min).

DOLORE MIOFASCIALE

Il dolore miofasciale è la diretta conseguenza di una sindrome miofasciale, innescata dal feno-meno Trigger Points Miofasciale. I trigger points sono strutture simili alle contratture muscolari che possono riferire il dolore in aree distanti e prevedibili per ogni muscolo. Questo tipo di do-lore si manifesta solitamente durante l’esecuzio-ne di un movimento. Il dolore miofasciale, for-tunatamente, rappresenta la maggior parte dei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, cer-vicale inclusa. Eh si, solitamente il dolore al collo, cosi come il mal di testa, è dovuto ai muscoli.

Questo tipo di dolore non reagisce ai FANS (far-maci anti-infiammatori non steroidei) e ai corti-sonici in modo duraturo, se non per un brevis-simo periodo (3-4 ore). Questo è spiegato dal fatto che non sono presenti infiammazioni, ma i sintomi sono attribuibili ai soli trigger points.

Alcune caratteristiche del dolore miofasciale possono essere:

• Mattina: momento peggiore della giornata, il dolore migliora con il movimento fino a stabilizzarsi

• Notte: solitamente non disturba il sonno, ma potrebbe risultare fastidioso addormentarsi dovendo continuamente ricercare la posizione migliore;• Dolore presente al movimento, solitamente

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non immediato, ma dopo un po di tempo che si svolge una determinata attività (es. lavori domestici);

• Anti-infimmatori e anti-dolorifici non idonei;

• Migliora con l’applicazione locale di calore (es. doccia calda e termoforo).

Le cause del dolore miofasciale sono da ricercar-si nel sovraccarico funzionale: quando l’attività lavorativa si fa particolarmente intensa rispetto al solito, quando si cambia il tipo di occupazione o quando un atleta eccede i carichi di lavoro.

In tutti questi casi al muscolo viene richiesto uno sforzo metabolico troppo intenso rispetto a quel-lo che è in grado di sostenere. Questo problema, se non trattato, può persistere anche per anni e individuata la causa, in breve tempo può essere risolto.

LO SAI CHE…

DOLORE: LOCALE VS RIFERITOSono andato dal fisioterapista per un mal di schiena e mi ha trattato il polpaccio, è un ciarlatano?

ASSOLUTAMENTE NO!Molto spesso il dolore non è espressione di una problematica locale, bensì risulta proiettato da un distretto lontano. In caso di do-lore riferito, se cerchi il punto che ti evoca il dolore nella zona dove lo avverti, non lo troverai mai.

Anche in queste circostanze è al-trove che si deve cercare. Un dolore locale spesso è articolare o infiam-matorio, mentre un dolore riferito è neuropatico (nervi) o miofasciale (muscoli). La domanda che dob-biamo sempre porci non è DOVE, ma CHI genera il dolore.

DOLORE NEUROPATICO

Il dolore neuropatico può essere l’espressione di una compressione dei nervi e delle radici nervo-se che si manifesta in regioni specifiche di spalla, braccio e mano, chiamate dermatomeri. Molto spesso si accompagna a sintomi tipici di una ra-dicolopatia, come alterazioni della sensibilità e formicolio.

Alcune caratteristiche del dolore neuropatico possono essere:

• Mattina: il risveglio non è prevedibile, dipende dalle posizioni assunte durante il sonno;

• Notte: il dolore è intenso e trafittivo impedendo, spesso, il sonno;

• Dolore costante presente in tutti i momenti della giornata indiscriminatamente e che peggiora col carico sulla colonna;

• Risposta positiva ai farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici;

• Potrebbe peggiorare con l’applicazione locale di calore (es. doccia calda e termoforo).

Fortunatamente, anche questo, come il dolore infiammatorio, è meno frequente di quello che si pensa: in Italia, l’incidenza annuale, dato che misura la frequenza statistica di una patologia, è di circa 85 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Ca-pisci bene, quindi, che non si tratta di un evento così frequente. Nella definizione di dolore neuro-patico rientra la cervicobrachialgia, conseguente,

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15Aprile 2020

ad esempio, ad un ernia cervicale oppure a com-pressioni di altro tipo (es. osteofitosi).

Le persone più a rischio sono quelle che svol-gono continue e ripetitive attività manuali come lavori alla scrivania o il sollevamento di pesi, piut-tosto che lavori che implicano il mantenimento delle braccia sopra la testa (es. elettricista).

LO SAI CHE…

CERVICOBRACHIALGIA: TU CREDI? Ho dolore lungo il braccio e quindi ho una cervicobrachialgia?

NO! La cervicobrachialgia o radico-lopatia cervicale vera è ancora più rara della sciatalgia con una preva-lenza di 83 casi ogni 100.000.

Questo significa che, se la cervico-brachialgia è così rara, il tuo do-lore lungo il braccio, che talvolta può arrivare fino alle dita, può di-pendere da qualche altra struttura come il muscolo sottospinato del-la spalla, i muscoli scaleni del col-lo e addirittura il muscolo piccolo pettorale.

DOLORE VASCOLARE

Sono tutte quelle condizioni chiamate CAD (Di-sfunzioni Arteriose Cervicali) in cui sono coin-volte le arterie carotide interna e vertebrale, che vascolarizzano il cervello e il midollo spinale.

Nel caso della cervicale, il dolore vascolare, se ri-levato, rappresenta una condizione di rischio e urgenza per il paziente (red flag) che richiede l’invio immediato al pronto soccorso per accerta-menti medici. I sintomi possono mimare una nor-male problematica muscolo-scheletrica cervicale con mal di testa, la differenza però è che qualsiasi

tipo di intervento del fisioterapista non risulterà efficace e presenta delle caratteristiche “diverse da ogni tipo di dolore al collo e alla testa provato prima” che non si può incasellare in nessuna delle condizioni sopra descritte.

DOLORE VISCERALE

Si tratta del dolore attribuibile ad un organo. Il dolore viscerale è un tipo di dolore riferito e percepito in un’area differente da quella del re-ale problema. L’area in cui si avverte il dolore è sana e risulta il punto di diffusione di una disfun-zione presente altrove. Si tratta del risultato di un “errore” di interpretazione sensoriale a livello cerebrale.

Ad esempio, la spalla e il diaframma sono inner-vati dalle stesse radici nervose (C3-C5), per cui qualsiasi fattore che possa irritare il diaframma, come problematiche a fegato, vie biliari e cisti-fellea, possono generare dolore nella zona della spalla destra.

Questa condizione non è molto frequente e pre-senta delle caratteristiche peculiari e qualora si dovesse sospettare un problema di competenza non fisioterapica, sarà il fisioterapista stesso a rimandarti dal tuo medico curante per gli ap-profondimenti di cui hai bisogno.

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ANTIDOLORIFICIE CERVICALE:PERCHÈ SPESSONON FUNZIONANO?

IN PILLOLETi è mai capitato di assume-

re un antidolorifico/antiin-

fiammatorio e non ottenere

alcun beneficio? Questo perché i FANS

(Farmaci Antiinfiammatori Non Steroi-

dei), così come i cortisonici, possono

non essere idonei su tutti i tipi di dolore

se non per poche ore, poi torna tutto

come prima. Se il dolore è infiammato-

rio e/o neuropatico, allora si; tuttavia, se

essi vengono assunti troppo precoce-

mente potrebbero farti stare meglio nel

breve, ma ritardare i tempi di guarigio-

ne. Inutile dire che abusandone, creerai

altri danni a fegato, cuore e reni.

Prima di iniziare, si precisa che questo articolo non si vuole sostituire in alcun modo alle indi-cazioni e alle competenze del medico. Si trat-ta di un report, molto trasparente, derivante dall’integrazione tra la ricerca scientifica e la mia esperienza professionale.

Molto spesso, al momento del colloquio iniziale con il paziente, sono solito fare una domanda in particolare:

“Hai assunto farmaci per trovare sollievo dal do-lore?”. Le risposte, spesso, sono le stesse e si ri-petono ciclicamente, come “no, non mi ha fatto nulla”, oppure “si, ma solo per quelle 2-3 ore e poi è tornato come prima” o ancora “ho preso anche il cortisone, però non ho risolto nulla!”. Queste

sono solo alcune delle risposte che ricevo, ma perché i farmaci spesso non funzionano come vorremmo? Hai mai notato che molto spesso i farmaci anti-infiammatori/antidolorifici, i classi-ci FANS o anche il cortisone, l’anti-infiammato-rio per eccellenza, non sono in grado di aiutarti nel tuo dolore cervicale? Probabilmente, in modo molto intuitivo, non erano la cosa giusta per te in quel momento poiché, alla base del tuo pro-blema, non vi era alcuna infiammazione da com-battere. Hai mai provato a sgrassare i fornelli con l’acqua? Non funziona, è necessario l’apposito sgrassatore. Parafrasando, così funziona anche il nostro corpo.

Se il dolore non passa con il farmaco bisogna fer-marsi, ragionare, riformulare e indirizzare le pro-prie ipotesi su altre strutture come muscoli, nervi, fascia, che oltre ogni ragionevole dubbio non sa-ranno infiammate.

Con questo non intendo affermare che questa categoria di farmaci, in assoluto, non sia effica-ce e che non funzioni; ragiono sul fatto che se il dolore non è di natura infiammatoria, potrebbe non risultare idonea allo scopo. Se consideria-mo un evento traumatico, come una distorsione alla caviglia, in cui sono presenti i classici segni dell’infiammazione (dolore, gonfiore, rossore, ca-lore) questi farmaci saranno sicuramente idonei ed efficaci poiché si configura un chiaro quadro di infiammazione dei tessuti.

Per i problemi muscolo-scheletrici, il farmaco potrebbe risultare idoneo ed efficace se l’effet-to perdura per più di mezza giornata, mentre se allevia il dolore per sole 3-4 ore potrebbe vo-ler dire che il problema lamentato dal paziente, probabilmente, può non essere dato da un’in-fiammazione.

In certi casi, quindi, i farmaci possono essere effi-caci, ma nel breve periodo poiché il loro continuo abuso potrebbe indurre ad una “resistenza” nei loro confronti, potendo risultare inefficaci anche in quelle situazioni per cui di norma dovrebbe funzionare. Durante un evento acuto di dolore cervicale sei solito prendere immediatamente la medicina?

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17Aprile 2020

Diverse evidenze scientifiche sostengono che questo potrebbe ritardare la tua guarigione.

L’infiammazione acuta è importante poiché pone le basi per la rigenerazione dei tessuti lesi, so-prattutto nelle prime fasi dopo il trauma (3-4 giorni) grazie all’azione dell’enzima COX-2. L’a-zione degli antinfiammatori è proprio quella di inibire questo enzima, fondamentale per il cor-retto avanzamento del processo di guarigione.

La ricerca ha evidenziato che l’utilizzo degli an-ti-infiammatori subito dopo una lesione musco-lare, può portare ad avere una riduzione delle di-mensioni delle fibre muscolari rigenerate; inoltre, può anche portare al ritardo nella consolidazione nelle fratture ossee. Oltre ad inibire la guarigione, studi condotti su gruppi di anziani mostrano che l’uso cronico degli antinfiammatori aumenta il ri-schio di ulcera gastrica, insufficienza renale acuta e cronica, ictus e infarto cardiaco.

Il farmaco, quindi, in condizioni selezionate, po-trebbe aiutarti a sentirti subito un pò meglio, ma a quale prezzo?

LO SAI CHE…

NON SEMPRE gli esami strumen-tali come Risonanza Magnetica, Ecografia e Radiografia sono ne-cessari per capire l’origine del tuo problema?

Questi esami dovrebbero essere utilizzati SOLO per confermare od escludere eventuali problematiche e non dovrebbero rappresentare il punto di partenza. Clinicamente, infatti, attraverso una visita accu-rata e sapiente, è possibile “scova-re” dove si nasconde l’origine dei tuoi sintomi senza dover ricorrere ad indagini inutili e costose che non fanno altro che rallentare il tuo processo di guarigione. Inoltre, la visione dell’esito dell’esame prima di svolgere la visita potrebbe addi-rittura risultare fuorviante; questo perché l’esame strumentale non sempre combacia con i sintomi che tu riferisci.

Ti interessa sapere come eliminare il dolore oppure sentirti dire che hai un’ernia e l’artrosi, che oltre-tutto abbiamo, o che avremo, tutti e che fa parte del normale proces-so di invecchiamento?

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CERVICALGIA:CAUSE E FATTORIDI RISCHIO

IN PILLOLEIl dolore cervicale presenta

diverse cause e fattori di ri-

schio che possono favorirne

lo sviluppo e il mantenimento nel tem-

po. La cervicalgia può essere la conse-

guenza di posture mantenute e pro-

tratte nel tempo, contratture, disturbi

dell’articolazione della mandibola, so-

vraccarico muscolare, artrosi e traumi

come colpi di frusta.

I fattori di rischio che possono porta-

re alla cronicità sono: sesso femminile,

mezza età, fattori psicosociali (ansia,

stress, depressione), storia di prece-

dente dolore al collo o precedenti trau-

mi, sedentarietà e smodato utilizzo dei

dispositivi tecnologici come smartpho-

ne e tablet.

Una volta compresa la natura del problema, ovvero dopo aver inquadrato il tipo di dolore e la struttu-ra/e sofferente/i, è necessario comprendere anche quegli aspetti che se non “corretti” possono far si che il problema non si risolva e che continui a per-petuarsi nel tempo.

I fattori contribuenti, ad esempio, possono essere:

• fisici (legati a particolari condizioni di salute generale)

• biomeccanici (legati a posizioni e movimenti)

• psico-emotivi (emozioni, credo del paziente, paura)

• sociali (socioeconomici e mondo del lavoro)

• comportamentali (atteggiamento nei confronti della malattia)

Come puoi capire, il panorama è molto variegato e non è sempre facile individuare gli impedimenti che possono ostacolare il recupero.

Questa è la dimostrazione che la terapia non la fa il fisioterapista, ma quest’ultimo e il paziente de-vono collaborare verso un obiettivo comune. L’essere aperti al cambiamento e alla modifica dello stile di vita è il punto di partenza per una gestione di successo e a lungo termine.

Il dolore cervicale è causato da fattori di varia natura e, generalmente, si manifesta come conseguenza di:

1. situazioni di stress eccessivo;

2. infiammazione, artrosi e discopatie degene-rative che danneggiano le articolazioni potendo coinvolgere in maniera variabile muscoli, lega-menti e nervi che possono trasmettere il dolore all’arto superiore;

3. contratture muscolari non legate a fenomeni degenerativi e, quindi, totalmente reversibili;

4. eventi traumatici, sforzi eccessivi e posture errate mantenute nel tempo;

5. una vita principalmente sedentaria con bassi livelli di attività fisica;

6. un colpo di freddo;

7. altezza del cuscino, mal posizionamento dello

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19Aprile 2020

stesso e riduzione delle ore di sonno;

8. digrignamento dei denti e/o problematiche della dentatura;

9. sovraccarico: tutte quelle attività a cui il cor-po non è pronto e abituato a gestire come un nuovo lavoro, un momento particolarmente in-tenso di lavoro o l’eccessivo allenamento.

I meccanismi, invece, che possono portare allo sviluppo del dolore cervicale cronico non sono completamente compresi dalla scienza, ma vari ricercatori hanno provato ad ipotizzare le carat-teristiche dei soggetti che sembrano essere più predisposti.

I fattori che possono aumentare il rischio di svi-luppare dolore cronico cervicale, possono essere:

• sesso femminile, razza bianca, mezza età;

• storia di precedente dolore al collo o incidente associato a colpo di frusta;

• l’occupazione e il tipo di lavoro;

• stili di vita sedentari, lavori d’ufficio e crescente utilizzo dei dispositivi tecnologici (es. smartphone e tablet);

• fattori psicosociali, tra cui depressione e ansia che colpiscono tra il 20% e il 50% delle persone con dolore cronico.

LO SAI CHE…

CERVICALE, PERCHÈ RITORNI!?Una volta andato dal fisioterapista e dopo aver risolto la mia cervicale, questa non tornerà mai più?

ASSOLUTAMENTE NO!Le problematiche cervicali sono persistenti per definizione e sono il risultato di numerosi fattori che le portano a manifestarsi. Affrontare queste problematiche con il fisiote-rapista non rappresenta l’arrivo, ma il punto di partenza.

LO STILE DI VITA ÈFONDAMENTALE PER LAPREVENZIONE:

• Stop a fumo, alcool e sedentarietà

• Programma di esercizi mirati

• Alimentazione e nutrizione controllate

• Check up periodico dal fisioterapista, fondamentale per mantenere i risultati ottenuti e migliorare ulteriormente la qualità di vita.

La prevenzione è importante, oggi più che mai. Ricorda bene che as-senza di malattia non è sinonimo di salute. Pensaci, se perdiamo quella, cosa ci rimane?

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LA CEFALEA

IN PILLOLECefalea è il termine generi-

camente utilizzato per indi-

care qualsiasi tipo di dolore

localizzato al capo. La cefalea può es-

sere primaria, secondaria o dovuta a

neuropatie craniali dolorose. Sembra

essere la patologia neurologica più fre-

quente in Europa colpendo il 47% della

popolazione con una predilezione per il

sesso femminile che risulta 3 volte più

colpito.

Sono molti gli elementi che possono in-

cidere nel tuo mal di testa come lo sta-

to psico-emotivo (ansia, depressione,

insoddisfazione sul lavoro, stress) e le

disfunzioni muscolo-scheletriche (pro-

blemi muscolari e/o articolari che con-

tribuiscono e/o innescano la cefalea).

Ove necessario, la gestione del mal di testa deve essere multidisciplinare e coinvolgere differenti figure pro-fessionali specializzate nella gestione delle cefalee (Neurologo, Fisioterapi-sta, Psicologo, Nutrizionista, ecc.).

La Cefalea, più comunemente nota come “mal di testa”, è il termine genericamente utilizzato per indicare qualsiasi tipo di dolore, di varia natura e intensità, localizzato alla testa.

Si tratta della patologia neurologica più comune in Europa e ogni anno comporta costi altissimi. Inoltre, continua ad essere molto sottostimata e mal curata con il classico “fai da te” farmacologi-co il quale non fa altro che aumentare il rischio di peggioramento nella direzione di cronicità.

Si tratta di un’esperienza dolorosa molto comune

e si attesta essere la patologia neurologica più frequente in Europa colpendo il 47% della popo-lazione, non risparmiando nemmeno i bambini (20%).

In particolare, vi è una predilezione per il sesso femminile che risulta 3 volte più colpito rispetto a quello maschile: ad esempio, intorno ai 35 anni di età, 1 donna su 4 soffre di mal di testa.

Si stima che la cefalea comporti in Europa costi fino a 27 miliardi di euro tra ridotta produttività e ore di lavoro perse, oltre ai costi esorbitanti che periodicamente vengono sostenuti per ricercare un temporaneo sollievo.

LE CEFALEE SONO TUTTE UGUALI?

Le cefalee non sono tutte uguali: sono catalogati circa 200 tipi diversi di mal di testa, quindi ca-pirai come la diagnosi del tipo di cefalea risulti estremamente complicata. Inoltre, spesso, una si sovrappone all’altra rendendone difficile la diffe-renziazione.

I mal di testa più frequenti sono quelli dovuti alla cervicale e all’articolazione temporo-mandibolare (80%), i quali possono essere gestiti con successo dal fisioterapista specializzato in terapia manuale.

Tutti gli altri tipi di cefalee sono di competenza del Neurologo specialista, il quale effettuerà una diagnosi specifica sulla base della storia e delle caratteristiche del caso.

200 TIPIdiversi dimal di testa

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21Aprile 2020

CLASSIFICAZIONE DELLE CEFALEE

La cefalea può essere primaria, secondaria o do-vuta a neuropatie craniali dolorose.

Tra le cefalee primarie rientrano quei mal di testa non riconducibili a nessuna causa neurologica “conosciuta” come la cefalea tensiva, a grappolo e l’emicrania;

Le cefalee secondarie sono determinate da cause precise e identificabili, secondarie a disfunzioni di altri distretti corporei come la cervicogenica, da disfunzione dell’articolazione temporo-mandibo-lare e da disturbi metabolici oppure secondarie a patologie neurologiche severe come tumori e aneurismi, cause da escludere primariamente per ovvia urgenza clinica, ma che non tratteremo in questo articolo poiché di specifica competenza medica.

La terza categoria è rappresentata dalle cefalee dovute a neuropatie craniali dolorose, a cui cor-rispondono a quei disturbi in cui vi è l’irritazione di uno o più nervi cranici (es. nevralgia del trige-mino).

CEFALEA: UN SENSIBILE ALLARME!

Tutti i tipi di mal di testa hanno in comune una sensibilizzazione centrale che rende il dolore più facilmente attivabile, portando alla cefalea come meccanismo di difesa: non vi è alcuna lesione, batterio o virus, semplicemente il nostro sistema nervoso risulta più sensibile agli stimoli ed è più facilmente irritabile.

Ciò è ancora poco conosciuto a livello scientifico, ma alcuni studiosi ipotizzano che tutto questo si possa verificare per la presenza di un disordine di interpretazione sensoriale, in gran parte dei casi temporaneo. In esso le cellule nervose cambiano la loro sensibilità di reazione agli stimoli, che di norma risulterebbero innocui. Il cervello funziona come un allarme si organizza in uno stato di al-lerta e scatta!

Ti chiederai, ma quali sono questi stimoli (stres-sor) che portano al mal di testa? Principalmente sono tre:

1. Stimoli psicogeni: patologie della psiche;

2. Distress psicoemotivi, non di tipo patologico, che possono corrispondere ad ansia, depressio-ne, rabbia, paura, panico, ecc.;

3. Disfunzioni neuromuscolari, ovvero problemi muscolari e/o articolari che contribuiscono, cau-sano e aggravano il mal di testa.

QUAL’È LA STRATEGIA MIGLIORE PERGESTIRE IL MIO MAL DI TESTA?

Bisogna semplicemente cercare di ridurre tutti gli elementi di stress (stressor), individuati nel caso specifico, e/o gli elementi di attivazione (trig-ger), che contribuiscono ad alimentare/accende-re il nostro Sistema Nervoso Centrale e, quindi, il nostro mal di testa.

A questa prima misura di gestione bisogna aggiungere l’ingrediente fondamentale, ovvero

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lavorare per rendere il nostro sistema più “resistente” agli stimoli. Questi stressor/trigger, possono avere diversa natura e possono essere determinanti per una gestione efficace.

Dal momento che questi elementi possono ap-partenere a diversi ambiti della medicina, dob-biamo servirci dell’ausilio di altre figure sanitarie:

1. Fisioterapistain caso di disfunzioni muscolo-scheletriche cor-relate alla cefalea (disfunzioni cervicali o mandi-bolari e/o trigger points muscolari del distretto superiore)

2. Psichiatrain caso di patologie psichiche;

3. Psicologoin caso di distress psico-emotivi (disturbi del son-no, scarso riposo, stress relazionali, lavorativi, ecc.)

4. Nutrizionistain caso di problematiche metaboliche e/o legate all’alimentazione.

Inoltre, è stato dimostrato che molte pratiche quotidiane possono rendere più forte il nostro si-stema nervoso centrale rinforzando così il nostro livello di tolleranza e di sopportazione degli sti-moli di cui si parlava in precedenza.

Degli esempi possono essere l’esercizio fisico di collo, spalle e arto superiore, hobby e attività de-dicate a se stessi che sfuggono la routine quoti-diana, il training autogeno, assieme a molte altre soluzioni personalizzate caso-specifiche.

LA FISIOTERAPIA MI PUÒ AIUTARE?

Assolutamente sì! La Fisioterapia, nella fatti-specie la terapia manuale, può essere un’arma in tutti i mal di testa, salvo ovviamente in caso di severe patologie neurologiche.

Bisogna pensare che i mal di testa, come detto in precedenza, spesso sono multipli e contem-poraneamente possono coesistere tipologie di cefalea, e le disfunzioni muscolo-scheletriche possono essere presenti come concausa o con-

seguenza portando al peggioramento dei sinto-mi e aumentando il rischio di cronicizzazione.

Se, invece, ci troviamo davanti ad una cefalea cervicogenica o temporo-mandibolare (cervi-cale e/o mandibola), la fisioterapia rappresenta l’unica soluzione che possa da sola spegnere il mal di testa: ricordiamo, in tal caso, che la cefalea cervicogenica ha un frequenza nella popolazio-ne cefalgica che si attesta intorno al 80%, quindi molto frequente, e spesso non viene riconosciuta o molte volte il mal di testa non sparisce del tut-to perché è associata ad una cefalea primaria, di competenza prettamente medica.

Ovviamente, non è semplice identificare gli aspetti che caratterizzano una cefalea, quindi, va ricercato un FISIOTERAPISTA SPECIALIZZATO in terapia manuale e nelle cefalee in grado di rico-noscere se può essere in grado di aiutarti o se è necessario ricorrere alla visita medica Neurolo-gica, collaborazione essenziale per la tua salute.

Il rischio, se non si è preparati e competenti, è quel-lo di creare danni e di peggiorare la situazione!

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23Aprile 2020

POSSO RISOLVERE IL MIO PROBLEMA EVIVERE UNA VITA SERENA?

La notizia finale e positiva è che il tuo mal di testa non è una patologia, ma una condizione neurologica per lo più gestibile e addirittura ar-restabile/contenibile.

Quindi tutto è gestibile e risolvibile imparando a controllare lo stress in eccesso e/o regolare il li-vello di eccitazione delle cellule nervose.Ovviamente bisogna inquadrare bene la situa-zione personale, a 360 gradi, poiché qualsiasi rimedio singolo e passivo (quindi solo farmaci, solo igiene ambientale, scarsa o errata attività fisica, stress in eccesso di ogni tipo, incapacità di gestione dello stress, ecc.) purtroppo non può dare risultato. Pertanto, se necessario, la gestio-ne deve essere multidisciplinare e coinvolgere fi-gure specialistiche diverse, ma specializzate nella gestione delle cefalee (Neurologo, Fisioterapista, Psicologo, Nutrizionista, ecc.).Per poter risolvere e gestire con successo nel tempo il tuo mal di testa, è molto importante che tu sappia che sono necessarie dedizione e voglia di cambiare stile di vita per un periodo di tem-po medio-lungo, poiché il tuo impegno è il primo fattore di cura nella lotta contro questa disabili-tante e invalidante condizione clinica.

LO SAI CHE…

Sai che il fisioterapista può aiutarti con il tuo mal di testa?

È stato dimostrato da numerosi studi scientifici che la fisioterapia, più nello specifico la Terapia Ma-nuale, non solo produce gli stessi risultati dell’utilizzo del farmaco specifico per il mal di testa, ma ri-spetto a questo non ha effetti col-laterali e i suoi risultati sono più duraturi nel tempo.

RACCOMANDAZIONIPER LA CERVICALE

IN PILLOLE1. Proteggi il tuo collo: co-

prilo e riparalo dalle condi-

zioni atmosferiche avverse;

2. Muovi il tuo corpo di tanto in tanto: interrompi il ciclo del dolore mentre ti

trovi al lavoro, facendo pause a intervalli

regolari per evitare le posizioni mante-

nute e prolungate nel tempo

3. Rilassati con il caldo: il calore è mol-

to efficace per rilassare i muscoli; ricor-

da, però, che se talvolta questo mecca-

nismo non funziona significa che deve

essere il tuo fisioterapista a dirti dove

applicarlo con precisione poiché diver-

se sono le strutture che generano il do-

lore (es. mandibola);

4. Fai gli esercizi, ma senza dolore: il mito secondo il quale “se fa male allo-

ra fa bene”, è una bufala bella e buona.

Muoviti sulla base del movimento che il

tuo corpo può permettersi e che ti con-

cede;

5. Non mangiare schifezze!: riduci dol-

ci, glutine, latte e latticini e vedrai che

qualcosa in te cambierà.

Il dolore cervicale, nonostante sia davvero fasti-dioso e debilitante, anche se associato a vertigini e mal di testa, può essere gestito con successo.

Ricorda che questo problema può essere gestito con successo, solo se ti affidi alle mani giuste.

Esistono diversi aspetti di cui tenere conto per il controllo del dolore cervicale: cosa posso fare,

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quindi, per provare un temporaneo sollievo dal mio mal di collo?

E come faccio invece per gestire questa proble-matica, che sembra non volermi più lasciare?

In questo articolo vi darò qualche “chicca” per poter gestire gli episodi acuti e provare sollievo dal dolore cervicale.

Come comportarsi al lavoro, come si alzano i pesi, caldo/freddo, così come dormire, sono tutti aspetti che andrebbero valutati.

CONSIGLIPRATICI

poche e sempliciindicazioni dal

tuo fisioterapista

1. Proteggi il collo!La prima cosa è proteggere il collo da eventuali accidenti. Nei mesi più freddi o nei perio-

di umidi e ventosi, coprire bene il collo quando si esce di casa potrebbe essere un buono modo per tenerlo al caldo e al sicuro poiché ai muscoli il caldo piace.

2. Muovi il tuocorpo di tantoin tantoImmagina ora di essere al lavo-

ro e pensa che ti aspettano 8 ore di incessanti fatiche alla scrivania del tuo ufficio. Il modo mi-gliore per bloccare sul nascere l’insorgenza del dolore, con eventuali sintomi associati, è quello di “muoverti” e di cambiare posizione più vol-te durante l’ora, evitando di assumere posizioni mantenute e prolungate per troppo tempo.

Questo perché al corpo piace muoversi ed è pro-gettato per produrre movimento: durante il mo-vimento i muscoli si riempiono di sangue, ricco di ossigeno, ottenendo così un effetto di rilassa-mento della muscolatura.

Questo non vale solo quando sei al lavoro, ma an-che durante tutte le varie attività della vita quo-tidiana, come fare i mestieri di casa, un trasloco, oppure mentre stai studiando per un esame.

Se è vero che in questi frangenti al corpo pia-ce muoversi, è altrettanto vero che un altro sano modo per stare bene è svolgere regolarmente at-tività fisica.

Quando il fisioterapista tratta il tuo problema cervicale, con qualunque tecnica di trattamento, cerca sempre di ripristinare il corretto apporto di ossigeno e nutrienti per ricreare il perfetto equi-librio fisiologico.

3. Rilassaticon il caldo!L’utilizzo di mezzi fisici come il calore può aiutare a controllare

il dolore, specie se acuto. Qualsiasi fonte di ca-lore può andare bene, che provenga dalla borsa dell’acqua calda, dal termoforo, dal sale grosso riscaldato oppure dalla classica sacca di noccioli e semi.

Il calore, utilizzato fin dall’antichità per ritrovare il sollievo dalle proprie pene è un ottimo alleato

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25Aprile 2020

per favorire il rilassamento generale e muscolare e quindi il benessere.

Ti chiederai perché a volte non è efficace, questo è spiegato dal fatto che molto spesso la struttura che genera il dolore non si trova nella zona dove lo si avverte; per una gestione efficace, prima deve esserci l’accurata valutazione del fisiote-rapista e, conseguentemente, sarà lui stesso ad indicarti dove, per il tuo problema specifico, va posizionata la fonte di calore.

Un’altra motivazione è da ricercarsi nella natura del dolore: se il dolore è infiammatorio non solo non si otterranno benefici, al contrario, si potreb-bero ottenere dei peggioramenti.

4. Fai gli esercizi,ma senza doloreTroppo spesso sento dire “fac-cio il movimento anche se fa

male perché così va via prima” oppure “se sento dolore allora fa bene”, ecco queste sono le cose che non si dovrebbero fare.

Questo perché se svolgiamo un esercizio o un movimento con il dolore non facciamo altro che irritare una situazione che di per se è già irrita-ta, peggiorando la situazione e allungando così i tempi di recupero.

5. Non mangiareschifezze!Se è vero che noi siamo quello che mangiamo, allora se ci nu-

triamo continuamente di pizza, pasta e cibi pron-ti, come possiamo pretendere di vivere bene e in salute?

Bevi molta acqua, attento a dolci, al latte e ai lat-ticini e vedrai che qualcosa cambierà, non solo sul tuo problema cervicale.

LE PATOLOGIE

CERVICALGIAnon rappresenta una specifica patologia, ma il dolore che, insieme alla rigidità, caratterizza i processi patologici del tratto cervicale.

Tra le patologie cervicali troviamo: artrosi, sindro-me delle faccette, cervicobrachialgia, ernia del disco, stenosi vertebrale, sindrome dello stretto toracico, colpo di frusta, sindrome miofasciale, problematiche delle vertebre toraciche e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).

VERTIGINI CERVICALIuna vertigine è qualsiasi tipo di percezione di movimento in assenza, però, di reale movimento.

Le vertigini cervicali sono condizioni comuni e sono spesso associate alle patologie cervica-li. Nel paziente con cervicalgia, l’incidenza delle vertigini è molto alta, oscillando tra il 40 e l’85%. Le vertigini sono molto frequenti soprattutto successivamente a colpo di frusta o a manteni-mento prolungato di errate posture nel tempo.

Le persone con vertigini cervicali di solito lamen-tano un peggioramento con i movimenti della

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testa che evocano dolore cervicale e mal di te-sta; se diversamente è necessaria una visita degli specialisti Neurologo e/o Otorinolaringoiatra.

ARTROSI CERVICALE (SPONDILOSI)patologia degenerativa a carico della cartilagine articolare e della porzione di osso sottostante le vertebre cervicali. L’artrosi è spesso dovuta a condizioni che posso predisporre o aumentare il rischio di sviluppare la patologia come la geneti-ca, le attività lavorative e sportive usuranti e ripe-tute nel tempo, le malattie metaboliche, l’obesità e i traumi articolati (es. fratture e lussazioni). I sintomi cardine sono la rigidità, il dolore e l’impo-tenza funzionale.

OSTEOFITOSIcalcificazioni, speroni, becchi, osteofiti, sono tutti sinonimi per riferirsi a quelle neoformazioni loca-lizzate in prossimità delle superfici articolari del-le vertebre interessate, che in questo caso sono cervicali. L’osteofitosi rappresenta il tentativo fal-limentare di compenso del corpo allo scopo di rispristinare le superfici di contatto articolare.

Le manifestazioni tipiche sono la rigidità e il do-lore, ma nei casi in cui gli osteofiti riducono il diametro dei forami vertebrali possono causare irritazioni a carico delle radici nervose (radicolo-patia) fino ad arrivare, nei casi più gravi, a creare vere e proprie compressioni del midollo spinale (mielopatia).

RADICOLOPATIApatologia del sistema nervoso periferico (neuro-patia) che interessa una o più radici di un nervo spinale. Solitamente si verifica per compressione meccanico/chimica di una radice a livello punto di emergenza delle fibre nervose. Il disturbo si manifesta in sede di lesione e lungo il decorso della radice muscolare e cutanea corrispondente (dermatomero) con dolore, alterazione della sen-sibilità, ridotti tono e riflessi muscolari. Questa condizione può verificarsi in seguito a discopa-tie, artrosi, artrite, traumi della colonna vertebra-le, spondilolistesi, ecc.

MIELOPATIA CERVICALEsindrome da sofferenza del midollo spinale cer-vicale in cui la normale trasmissione degli im-pulsi nervosi può essere perturbata o interrotta. La mielopatia cervicale, per ragioni anatomiche, può coinvolgere braccia, mani, gambe e controllo sfinterico di vescica e intestino.

ERNIA DEL DISCO CERVICALEfenomeno traumatico-degenerativo a carico del disco intervertebrale in cui la sostanza acquosa di cui è costituito fuoriesce parzialmente o to-talmente negli spazi interspinali ove può prende contatto con le strutture nervose (radici e/o me-ningi e midollo spinale). Le cause possono essere traumatiche, congenite o, più frequentemente, degenerative. Il quadro clinico coincide esatta-mente con quello di una classica radicolopatia cervicale, la cervicobrachialgia.

CERVICOBRACHIALGIAradicolopatia di una o più radici nervose cervi-cali (C1-C7). La problematica si manifesta tipi-camente con dolore, alterazioni della sensibilità, della motricità e dei riflessi nel dermatomero cor-rispondente: dal collo si irradia lungo il braccio fino alla mano.

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STENOSI CERVICALEsi tratta di una patologia caratterizzata da re-stringimento (stenosi) del canale spinale cervi-cale in cui è allocato il midollo. Questo restrin-gimento può provocare la compressione del midollo spinale (mielopatia cervicale) e/o delle radici nervose (cervicobrachialgia) provocando dolore e alterazioni funzionali delle strutture ner-vose coinvolte. La stenosi spinale può verificarsi a causa dell’artrosi, ma può anche essere il risul-tato di esiti traumatico-infiammatori (fratture e instabilità) o conseguenza di ernie o tumori.

SINDROME DELLO STRETTO TORACICO (TOS)sindrome da compressione delle strutture neu-ro-vascolari nel loro passaggio attraverso il tunnel cervico-toraco-brachiale formato anteriormente dal muscolo scaleno anteriore, posteriormente dallo scaleno medio e inferiormente dalla prima costa. Quasi la totalità dei TOS (95-98%) interes-sano i nervi, mentre l’altro 2-5% colpisce le strut-ture vascolari. I sintomi più comuni sono dolore diffuso tra cervicale, petto e spalla con alterazio-ni della sensibilità come formicolii, intorpidimen-to e debolezza a carico dell’arto superiore fino alla mano. Le cause possono essere congenite (varianti anatomiche patologiche e non) oppu-re acquisite in cui un evento traumatico, come un’attività ripetitiva, o lo stile di vita, ad esempio fumo e obesità predispongono per lo sviluppo di questa sindrome.

COLPO DI FRUSTAsi tratta di un meccanismo traumatico distorsivo di accelerazione-decelerazione del tratto cervi-cale. Può essere la conseguenza di tamponamen-ti stradali posteriori o laterali, di traumi sportivi (immersioni, snowboard, basket) oppure di altri tipi di cadute. L’impatto può provocare fratture ossee e/o lesioni dei tessuti molli che, a loro vol-ta, possono portare ad un insieme di manifesta-zioni cliniche denominate Whiplash Associated Disorders (WAD). Si stima che circa il 30-50% dei pazienti che subisce un colpo di frusta, svi-lupperà problematiche cervicali croniche. Questo significa che il colpo di frusta non va assoluta-

mente sottovalutato. Esso, essendo un meccani-smo traumatico, produce quadri clinici variabili a seconda della gravità dell’impatto e delle struttu-re coinvolte, ma i sintomi che non mancano mai sono la rigidità e il dolore, che può anche assu-mere i caratteri di una radicolopatia.

SCOLIOSItipica dell’età evolutiva, essa rappresenta altera-zione tridimensionale del fisiologico allineamen-to delle vertebre della colonna e della regione dorsale della schiena. La scoliosi è caratterizzata dalla progressiva rotazione di un segmento ver-tebrale che si sviluppa nel corso della crescita. Il 70% delle scoliosi sono di causa ignota e si pos-sono avanzare solo delle ipotesi come disfunzio-ne neurologica centrale, anormalità del tessuto connettivo e fattori genetici. Il restanti casi si classificano come secondari ad altre problema-

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tiche come malattie congenite, traumi, atteggia-mento posturale scorretto, disequilibri muscolari e patologie neurologiche. Tra le patologie che af-fliggono la cervicale, accenno anche alle scoliosi poiché alterazioni possono ripercuotersi anche a livello a questo livello, non solo toracico.

SINDROME MIOFASCIALEcondizione in cui la disabilità e il dolore sono de-termianti dal fenomeno trigger points. I trigger points sono strutture simili alle contratture mu-scolari che possono irradiare il dolore a distan-za (dolore riferito) in aree distanti ma prevedibili che sono caratteristiche per ogni muscolo.

Le cause sono da riconducibili principalmente a sovraccarichi al lavoro, nello sport o nel tempo libero.

FASCIAstrato di tessuto connettivo fibroso che circonda i muscoli, i gruppi muscolari, i vasi sanguigni, i nervi e gli organi permettendo di creare continu-ità tra le varie strutture.

Essa non svolge solamente funzioni di connes-sione, ma anche di sostegno e di protezione, tra-smissione delle forze muscolari, e, inoltre, grazie alla alta densità di recettori, fornisce informazioni continue al cervello sulla percezione della postu-ra e del movimento, che a loro volta influenzano coordinazione e senso della posizione.

DISORDINI TEMPORO-MANDIBOLARI (ATM)sono un insieme di problematiche che caratteriz-zano l’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) e le strutture funzionalmente connesse ad essa. Il disturbo può essere intra-articolare, di natura degenerativa, oppure extra-articolare a causa di uno squilibrio o di un’iperattivazione dei muscoli mandibolari e cervicali.

Esiste, infatti, una forte correlazione tra postura cervicale e distrurbi mandibolari. I sintomi princi-pali sono dolore locale a tempie e mandibola, mal di testa frontale e irradiazioni nella zona di spalle, schiena, e cervicale.

ELENA“Mi sono rivolta a Cristiano circa due mesi fa e devo solo ringraziarlo per aver risolto i problemi di cervicale che avevo. Seguirò senz’altro i suoi consigli, certa che serviranno a farmi stare me-glio a lungo. Grazie!”

Elena è un’impiegata che, durante un periodo di la-voro insolitamente intenso, presenta intensi dolori in zona cervicale, lungo entrambi gli arti superiori e in zona interscapolare. A causa di questo pro-blema ha accumulato diverse assenze dal lavoro.

Dalla valutazione, dopo aver effettuato un’accurata esclusione dei possibili fattori di rischio maggiori (red flags), dal comportamento e dalla presenta-zione dei sintomi emerge la presenza di una sindro-me miofasciale, disfunzioni muscolari in sostanza, che le procurano tutti quei dolori diffusi.

DICONOdi noi

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29Aprile 2020

Elena, dopo 2 sole sedute di trattamento, è potu-ta tornare alla vita di tutti i giorni, compresa quel-la lavorativa che la preoccupava maggiormente. Ora abbiamo concordato degli incontri a intervallo regolare (ogni 3 mesi) per mantenere ed incremen-tare i risultati ottenuti, come prevenzione!

FRANCESCO“Sono andato dal dottor Serpelloni dopo aver ef-fettuato una ricerca su google, ed scoperto cosa significa andare da un fisioterapista, finalmente grazie alle sue tecniche innovative, ho risolto i miei problemi legati all cervicale che mi portavo da due anni, sparite le vertigini, le nausee ed i ma-lesseri legati ad essa! Un grande professionista!”

Francesco è un impiegato di 38 anni e avver-te dolore continuo cervicale con mal di testa ormai da 2 anni. Nell’ultimo mese il problema è peggiorato divenendo insopportabile con l’ag-giunta di vertigini, nausea e irradiazione del do-lore al braccio sinistro. Francesco non presenta controindicazioni al trattamento e, quindi, si può iniziare a lavorare e in sicurezza.

Ci tengo a precisare che l’esclusione delle “red flags” è fondamentale per salvaguardare la salute del paziente e il lavoro del fisioterapista. Le “red flags” sono quelle situazioni che possono mette-

re a rischio la salute del paziente che richiedono l’invio immediato al medico per gli approfondi-menti del caso. Nel giro di 5 sedute, tutti i proble-mi che caratterizzano il quadro clinico di France-sco si sono risolti con successo. Al problema di Francesco, ha contribuito anche la presenza della sindrome dell’intestino irritabile.

Fondamentale quindi nel suo caso, oltre all’utiliz-zo della terapia manuale e dell’esercizio terapeu-tico, è stato il consiglio di rivolgersi ad un Biologo Nutrizionista per la creazione di un corretto pia-no alimentare. Ogni 4 mesi si presenta al control-lo per prevenire e incrementare le performance.

MARIA“Mi chiamo Maria e soffro di importanti problemi cervicali. Dopo essermi rivolta a diversi “luminari’ sono stata imbottita di farmaci senza ottenere be-nefici. Per fortuna mi sono rivolta al dott. Serpel-loni specializzato in problemi cervicali.

Ho trovato serietà, competenza, disponibilità e con solo 4 sedute mi ha ridato serenità e curata senza farmaci. Nonostante la situazione legata al Covid19 non sono stata abbandonata poiché con-tinua a seguire i suoi pazienti online e gratuita-mente. Posso solo che ringraziarlo di cuore.”

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Maria è una casalinga di 63 anni. Da settimane soffre di mal di testa e di forti dolori cervica-li che si irradiano anche lungo la parte interna delle braccia. Maria si è rivolta a diversi speciali-sti, senza ottenere, però, alcun risultato.

Da giorni non riesce a dormire la notte e que-sto la stressa molto. Ha la passione dell’uncinetto e i suoi dolori non le permettono di lavorare. La diagnosi è di stenosi cervicale, ma i sintomi non combaciano.

Sia chiaro che la stenosi radiologicamente è pre-sente, quindi la diagnosi è corretta, ma non cor-risponde al problema specifico lamentato da Ma-ria. Questa potrebbe rappresentare una bandiera rossa al trattamento e che richiederebbe cautela, ma la totale assenza di sintomi e segni neurolo-gici ci permette di lavorare in piena sicurezza e tutela per il paziente.

Maria già dalla prima seduta ha ottenuto un im-portante miglioramento e subito la qualità del sonno si è ristabilita. Dopo 4 sedute il problema si è risolto del 90%. Non è sicuro che sarà possi-bile un recupero totale a causa della forte rigidità dovuta alla stenosi, solo il tempo e l’impegno ce lo dirà.

Il programma terapeutico continua con esercizio a casa e tecniche di autogestione, integrate da sedute bimestrali di controllo, mantenimento ed incremento delle performance con l’obiettivo di ridurre gli incontri a 4 in un anno.

VALENTINA“Cristiano è molto disponibile, attento e pre-ciso. Un bravo professionista. Attento alle esi-genze del paziente. Molto competente ed ag-giornato!”

Valentina, un’educatrice di 28 anni, ha subito un colpo di frusta conseguentemente ad un tampo-namento in auto. Ha dovuto portare il collare cer-vicale per 15 giorni e su indicazione del medico mi ha contattato. Arrivata da me presenta for-te dolore e rigidità a collo e spalle a cui si ag-giunge mal di testa, nausea, vertigini, vista of-

fuscata, fischi nelle orecchie (acufeni) e orecchie tappate. A questo si aggiunge dolore nella parte anteriore di entrambe le spalle fino al gomito. Va-lentina, essendo sana come un pesce e priva di segni e sintomi di interesse medico siamo partiti con la riabilitazione.

Il dolore anteriore alla spalla è sparito già in pri-ma seduta, mentre il resto sei sintomi è calato gradualmente fino ad azzerarsi in 10 giorni, dopo il quinto trattamento. Valentina è tornata al 100% e il suo incidente è solo un brutto ricordo.

Con Valentina sono state applicate terapia ma-nuale e tecarterapia abbinate all’esercizio per recuperare mobilità, forza e coordinazione. Ci siamo rivisti a 2 mesi dal termine delle sedute, i risultati erano mantenuti e ci siamo concentrati sulla progressione dell’esercizio per incrementa-re ulteriormente la performance. Il prossimo con-trollo sarà tra 6 mesi.

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31Aprile 2020

CHI È ILDR. CRISTIANO SERPELLONI

Sono un fisioterapista specializzato nel dolore muscolo-scheletrico, con predilezione per il trattamento dei disturbi cervicali, compresi mal di testa e disordini tempo-mandibolari.

Proprio per questa mia sensibilità nei confronti di questo tema, ho vo-luto creare un metodo unico, potente ed efficace e scrivere, quindi, que-

sto elaborato in cui troverai info uniche che provengono dalla letteratura scientifica, ma rielaborate in ottica più funzionale e accattivante.

Proseguendo la con la mia “storia”, sono nato a Villafranca di Verona e ho conse-guito la Laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.

Durante questi anni ho avuto modo di specializzarmi in terapia manuale e di accrescere le mie competen-ze, in termini di conoscenze e manualità, partecipando a numerosi corsi e convegni professionalizzanti, tra i quali:

• Maitland Concept - Master in Terapia Manuale Ortopedica nel trattamento dei disturbi neuro-muscolo-scheletrici;

• Metodo Ticchi - Metodo, ragionamento clinico efficace e trattamento;

• Clinical Reasoning: Fast and Slow Reasoning in Musculoskeletal Practice tecniche di approccio clinico

• AAMT Spinal Manipulation Certification (manipolazioni vertebrali) SMT1

• AAMT Extremity manipulation certification (manipolazioni degli arti) EMT1

• Tecniche Osteopatiche

• Graston Technique M1

• Patofisiologia e meccanica della spalla: metodo Donatelli

• Kinesio Taping® KT1

• Formthotics™ Medical System

• FISIOFORUM 2019: neurodinamica workshop multitematici – convegno di fisioterapia

Inoltre, come fisioterapista sportivo, ho accumulato esperienza sul campo collaborando con realtà pro-fessionistiche come Hellas Verona, Alpo Basket Villafranca (A2 Femminile) e altre società di serie minori come Dossobuono Calcio e Calcio Oppeano.

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